(1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XIV. Del Battimento del piede, de Battement »
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(1779) Trattato teorico-prattico di ballo « Trattato teorico-prattico di ballo —  Parte prima — Capitolo XIV. Del Battimento del piede, de Battement »

Capitolo XIV. Del Battimento del piede, de Battement

[1] Il “Battimento del piede” è passo quasi fondamentale del ballo, che sarei per dire che uno possa essere perfettamente Ballerino con l’uso solo di questo passo. Egli addestra così bene un Danzatore che lo rende franco e snello nella nostra bell’Arte. Viene necessariamente adoprato nella maggior parte de’ passi e puol servire in tutti di freggio e di ornamento. Adoprasi sovvente quasi in tutte le cadenze come riempimento o ligazione di passo; e vi s’introduce come cosa brillante, che appaga l’occhio de’ spettatori. Chi non ha l’uso perfetto del battimento non può essere Ballerino, perché egli è quello che, oltre di produrre la leggierezza della gamba, scioglie i nervi, fa flessibili le articolazioni, dona un gran molleggio e facilità a qualunque distaccamento di gamba che in aria o in accorcio vuol farsi; rende i tendini ed i muscoli stessi pieghevoli e trattabili; alleggerisce inoltre i piedi e li fortifica; aggevola insomma a tutto. Sperimento in me stesso provato, che quando ballar doveva, se mi esercitava prima con il Battement, riusciva bene; all’incontro, non facendone prattica, stava con le gambe pesanti e correva pericolo di qualche stiratura di nervo o fibrazione di muscoli.

§ 1. Basso piegato

[2] Varie sono le sorti de’ Battimenti. Primo il “Basso piegato”, che giova molto per il molleggio del ginocchio, ed il suo esercizio è utile troppo a fortificare la materia musculosa della coscia. Quelli che sono usati a fare un moto irruente e sforzato, se stanno nel continuo esercizio di quel tal moto non ne provano incomodo sensibile; ma se ne tralasciano l’uso, volendolo adoprar poi, sentonsi tutti in dolore. Così il Battimento del piede, avendo in se stesso un moto non ordinario, usitandolo non arreca incomodo, ma se si tien fuor di prattica, ne produce sensazione. Per farlo, un principiante fa d’uopo che si appoggi a qualche sedia con la vita ben composta in quinta posizione col piè destro, verbigrazia, sopra il sinistro; ciò posto si levi il piè dritto e si porti alla seconda in aria; indi, da quella stessa positura, scivolandolo leggermente per terra, portisi dietro al manco in quinta positura con la punta bassa ed inarcato il collo del piede; il ginocchio si pieghi, e restisi nella stessa situazione della quinta positura, in guisacché formisi un triangolo ottusangolo, con esser la gamba e la coscia le due linee che formano l’ottuso nel punto interno del ginocchio, e tutta la gamba e coscia sinistre, senza farvi piegatura, sarà l’ipotenusa1. Da poi tornandosi altra volta alla seconda in aria, restando il ginocchio nella stessa positura della seconda, porrassi la punta del destro avanti la punta del manco, con inarcare sempre il collo del piede, si sarà fatto un secondo Battimento; e così via via, replicandone quanto più potransi e con la maggior prestezza che sarà possibile, si diverrà sollecito e franco nell’uso del ballo. Come si ha detto del dritto si farà con il sinistro, onde si conviene esercitarlo con l’uno e con l’altro piede.

[3] Questo passo ha due soli movimenti fatti dal piede istesso. Il primo portandosi in aria, il secondo in quinta addietro o avanti.

[4] Anticamente il replicavano due sole volte per fine di passo o riempimento di una battuta; noi il raddoppiamo quanto più si puole, e così si rende più brillante.

§ 2. Disteso

[5] La seconda sorte de’ Battimenti di piedi chiamasi “Battement disteso”, serve per acquistar velocità la gamba nel far le capriole intrecciate. Si comincia pur dalla quinta, e sollevato il piede cui deve fare il Battimento, passa per la prima in aria e va alla quinta avanti, se dalla dietra incominciò, con tenersi distesi ambi i ginocchi. Se ne replicano per quanto più se ne possano, si fanno con l’uno e con l’altro piede; e procurisi soprattutto di farli con l’ultima celerità per acquistar di preggio e di facilità la capriola, che ne ha bisogno. Nel farli, resti così bassa la punta del piede che batte, quanto strisci appena la terra.

[6] Movimento, in questo, se ne considera uno solo; perché nella prima in aria non vi si arresti, ma vi si passa con prestezza.

§ 3. Sul collo del piede

[7] Il “Battimento sul collo del piede” si comincia anche dalla quinta, nel quale piegasi il ginocchio del piede che batterà, con la punta ben bassa, e passandolo per la seconda in aria, si porta alla quinta addietro in aria, e da questa anderà altra volta a battere innanzi il collo del piede che sta a terra: così si replicherà per quante volte si potrà, con la maggior prestezza che sia possibile, che quanto è più sollecito, tanto è più bello. Questo battuto sul collo del piede si puol far saltato, il quale si fa spiccando un piccolo salticello, accompagnato con due battimenti; ma con regola, che il primo si facci col salticello ed il secondo quando il piede sta a terra; ove se ne vuol far degli altri, resta l’arbitrio al Ballerino.

§ 4. Alto staccato

[8] Altra specie abbiamo di Battement, che dicesi “alto staccato”. Composto al solito in quinta, si alza il piede dritto, per esempio, con tener ben disteso il ginocchio e voltato in fuori, con il collo del piede inarcato, e staccasi la gamba, almeno quanto il piede vada ad eguagliare la spalla in altezza, indi si cala dietro al sinistro, e badasi a non fargli passare il piede che sta a terra, altrimente facendosi si vedrà storcimento di vita, e rialzandolo altra volta all’altezza della prima, si torna ad abbassare in avanti e avrassi fatto il secondo con la stessa avvertenza; e così se ne replicano nella possibile quantità.

[9] Parrà difficile il non passare il piede che sta a terra, per l’empito che porta nel cader giù: ma questo è quello che devesi fare con l’avvertenza, reprimersi l’impeto dell’abbassata: facile ad ottenersi da chi si va con cauzione.

[10] Qui vi si considerano due movimenti, alzando il primo, ed abbassando il piede l’altro. Questi pur si fanno al più presto che puossi, per ottenersi il bramato profitto ed acquistarsi un bel distacco di coscia.

[11] Io mi son provato con detti Battimenti, ed ho passato la testa, anzi ho posto alta la mano manca, alzandola perpendicolare, e col piede destro, e propriamente con il collo del piede ho toccato la palma della suddetta mano manca; segno evidente di aver staccato bene la gamba.

[12] Badasi poi a non prender con furia l’esercizio di questi Battimenti, e farli dopo di averli resi dolci e pieghevoli i nervi e non si stia distratto nel tener bene appoggiato il piede a terra, perché io nel far l’esercizio di essi, riscaldato dall’estro, mi lasciai trasportare dal piede con cui battevo l’altro che stava a terra, che caduto a terra boccone mi ruppi il naso; e Cesarini con l’istessa inavvedutezza corse la disgrazia di spezzarsi un braccio.