(1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [5.]. DEL MULO. » p. 315
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(1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [5.]. DEL MULO. » p. 315

[5.]

DEL MULO.

UN Mulo già, che d’abondante biada
Ben pasciuto era, e si godeva lieto
Tutto, e lascivo un dolce ocio giocondo,
Entrò folle in pensier tanto superbo,
Che tra sé disse : Or qual di me più forte
Vive animal in terra ? io già fui figlio
D’un possente corsier, che con la sella
D’argento, e con le briglie ornate d’oro
Vinceva ogn’altro più veloce al corso,
E gli huomini atterrava armati in guerra :
E però tal esser convegno anch’io.
    Avenne poi che bisognò correndo
Un certo spatio di lungo camino
Viaggio far a suo malgrado in fretta :
E da principio cominciò superbo
Correr veloce come havesse l’ali :
Ma non finì sì tosto a un tratto d’arco,
O poco più lontan batter il corso,
Che stanco si sentì con tanto affanno,
Che bisognò fermarsi, e prender lena.
Allhora in tale stato gli sovvenne
Anchor d’esser de l’Asina figliuolo,
Poltro animale, e di tardezza pieno.
    Così l’huom nella prospera fortuna
Divien superbo, e non conosce mai
La debolezza del suo vil valore :
Che, se in contraria sorte avien che cada,
Si riconosce suo malgrado, e sente
Non esser quel che si teneva in prima.
La buona sorte ogni vil cor fa forte.