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1 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [40.]. DEL CERVO, E ’L CAVALLO, E L’HUOMO. » p. 269
ameno : E cercando d’aiuto in quella guerra Alcun, che soccorresse al suo bisogno, Incontrò l’huomo ; a cui con prece humil
    Ma l’huom, che già l’havea nelle sue mani, E poteva domar a modo suo De le forze di lui l’alto valore, Disse : Che, s’
r a modo suo De le forze di lui l’alto valore, Disse : Che, s’egli in suo servitio havea Tanto sudato, che vittorioso Fatto
in suo servitio havea Tanto sudato, che vittorioso Fatto l’havea del suo fiero nimico ; Era ben degno ancor, ch’esso il se
Era ben degno ancor, ch’esso il servisse Per qualche giorno in alcun suo bisogno, E che non intendea per modo alcuno Lasci
e eternamente servo.     Così talhora un huomo, ch’è men forte Del suo nimico, e che soccorso chiede Ad huom, che più de
men forte Del suo nimico, e che soccorso chiede Ad huom, che più del suo nimico vale, Dopo le sue vittorie alfin rimane De
rimane De la sua propria libertà perdente : Che quel, che vinto ha il suo nimico, ch’era Di lui più forte, assai più facilm
ndarno speso Il valor proprio : ché raro si trova Chi per un altro il suo metta a periglio, Senza speranza di guadagno have
2 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [17.]. DEL CAVALLO E L’ASINO CARCHI. » p. 181
nder lena : Perché già si sentia venir a fine : E negando di farlo il suo compagno Cadendo lasso in mezo del sentiero Termi
ezo del sentiero Terminò col viaggio anchor la vita.     Allhor il suo padron questo vedendo Tutto il carco de l’Asino r
io la gravosa pelle. Allhor si dolse quel crudele indarno Del mal del suo compagno, et della pena Del doppio peso : che sch
t della pena Del doppio peso : che schivando in parte Tutto sul dorso suo venuto gli era.     Così quel servo fa, che de
onservo Non ha pietade : et non consente in parte Talhor levargli del suo ufficio il peso Per picciol tempo : onde ne nasce
3 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [48.]. DELL’ASINO, CHE PORTAVA IL SIMOLACRO. » p. 182
opra il tergo vile Havea di Giove un simolacro d’oro, Ch’al Tempio il suo padron seco trahea, Mentre passava per diverse vi
icca imago. Ma credendo il meschin, che quell’honore Venisse fatto al suo nobile aspetto, Del suo stolto parer tanto gonfio
il meschin, che quell’honore Venisse fatto al suo nobile aspetto, Del suo stolto parer tanto gonfiossi, Che preso allhor da
’esser nato un Asino del tutto Già si scordava, se non era allhora Il suo padron, che con un grosso fusto Percotendo le nat
esto è figura, C’ha di publico honor titolo e nome, E non si porta in suo costume, come La prudenza richiede a sua natura.
4 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [8.]. DEL CORVO E ’L SERPENTE. » p. 128
rtal ferita.     Onde il Corvo sentito esser già preso Da lui, che suo prigione esser credea, Et mancarsi lo spirto adho
, che intento Tutto al guadagno senza haver rispetto Del mal, che del suo oprar ne senta altrui, Si mette a far ciò che ’l
Del mal, che del suo oprar ne senta altrui, Si mette a far ciò che ’l suo cor gli detta : Per che talhor dal suo proprio gu
rui, Si mette a far ciò che ’l suo cor gli detta : Per che talhor dal suo proprio guadagno Danno gli nasce di tal cura pien
5 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [11.]. DEL CIGNO, ET DELL’OCCA. » p. 399
iti insieme un’Oca e un Cigno Questo per dilettar col dolce canto Del suo Signor le delicate orecchie ; Quella per dilettar
ntre. Or venne un giorno il Cuoco Per apprestarne le vivande usate Al suo Signor : e col coltello in mano In iscambio de l’
r si diede Così leggiadro e dilettoso canto, Ch’a quello il Cuoco del suo errore avvisto Il riconobbe al primo suono, e tos
i lontanarsi da malvagia sorte : E fugge il mal di violente morte Col suo sermone, ond’ei gli animi sforza. Un bel parlar
6 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [42.]. DEL LUPO, ET LE PECORE. » p. 451
unto tra ’l gregge, (Tra ’l gregge, il qual non lo temea credendo Dal suo vestir ch’ei fosse il suo pastore) E volse dar la
l gregge, il qual non lo temea credendo Dal suo vestir ch’ei fosse il suo pastore) E volse dar la voce, onde il volgesse Al
a pieno Rimaner suole a lungo andar, né puote Sempre venir al fin del suo pensiero Con la bugia del suo fallace inganno, Ch
andar, né puote Sempre venir al fin del suo pensiero Con la bugia del suo fallace inganno, Ché finalmente il ver da sé si s
7 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [25.]. DEL CANE, E ’L GALLO, E LA VOLPE. » p. 252
plicando diè di sé novella A la Volpe, che poco indi lontana Havea ’l suo albergo : et tosto al canto corse Dove era il Gal
v’egli alto sedea, E benigno di sé copia facesse A lei, che forte del suo amor accesa Già si sentia del suo leggiadro aspet
copia facesse A lei, che forte del suo amor accesa Già si sentia del suo leggiadro aspetto, E de l’alta virtù del suo bel
accesa Già si sentia del suo leggiadro aspetto, E de l’alta virtù del suo bel canto : Onde abbracciarlo come caro amico Ell
suo bel canto : Onde abbracciarlo come caro amico Ella voleva, et nel suo albergo trarlo Per fargli a suo poter cortese acc
o come caro amico Ella voleva, et nel suo albergo trarlo Per fargli a suo poter cortese accetto. Il Gallo, che cognobbe il
8 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [21.]. DEL TOPO GIOVINE, ET. la Gatta, e ’l Galletto. » p. 716
sentiero Per aspettar il Topo, che pian piano Incontra gli venia per suo diporto : E farne ad uso suo di lui rapina. Ma il
o, che pian piano Incontra gli venia per suo diporto : E farne ad uso suo di lui rapina. Ma il picciol Gallo, che lo scorse
tornò tosto dove Trovò la madre di sospetto piena, Che la cagion del suo fuggir li chiese : Ond’ei tremando a lei così ris
baldanza D’andargli presso, havendo io gran desire Di meglio figurar suo bel sembiante. Ma l’altro, che di quello è via mi
in capo Qual sangue rossa ; e fieri occhi di foco ; E veste il dosso suo di negre penne. Hor questo tanto parmi empio e su
hiaro intese Quai fusser gli animai da lui descritti, In modo tale al suo figliuol rispose.     Ahi come, figlio, tua se
atiar di te sua ingorda fame. Però temi lui sempre, e non fidarti Del suo falso sembiante in vista pio : E tienti ben lonta
andarti Senza mai farti nocumento alcuno. Dunque non dubitar di quel suo vano Impeto, che ti sembra in vista rio : E temi
9 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [80.]. DELLA LEPRE E LA TESTUGGINE. » p. 226
GGINE. VIDE la Lepre un dì con lento passo La Testuggine andar per suo camino, E cominciò sprezzarla sorridendo, E morde
sorridendo, E mordendo con motti acerbi e gravi La gran tardezza del suo pigro piede. La Testuggine allhor di sdegno acces
: Né s’accorge, ch’un sol continuo moto, Benché debole sia, giunge al suo fine Più tosto assai, ch’un più gagliardo e lieve
lice prole Biasmo, e vergogna, e danno in ogni tempo. Quinci con gran suo scorno intende e vede Il suo rival, che debole se
, e danno in ogni tempo. Quinci con gran suo scorno intende e vede Il suo rival, che debole seguendo Con un continuar facil
10 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [82.]. DEL LEONE, ET LE RANE. » p. 141
suon, che gli feria l’orecchie, Con generoso core e d’ardir pieno Del suo sospetto la cagion fallace. Ma poi ch’ei fu da qu
n con l’insolente grido, Stupido tutto alfin ritenne il passo : E del suo proprio error tra sé si rise : E fatto accorto da
roprio error tra sé si rise : E fatto accorto da l’inteso effetto Dal suo sospetto van, disse in suo core.     Stolto ch
 : E fatto accorto da l’inteso effetto Dal suo sospetto van, disse in suo core.     Stolto ch’io non credea, ch’un tanto
11 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [59.]. DEL FIGLIUOL DELL’ASINO, E ’L LUPO. » p. 
[59.] DEL FIGLIUOL DELL’ASINO, E ’L LUPO. L’ASINO già nel suo presepio infermo Giaceva giunto assai vicino a mo
r certo foro Dentro guardava ; e l’Asinel vedendo Giacersi a lato del suo infermo padre, Chiamollo a sé, pregandol ch’ei l’
pietà de’ casi suoi, Gli domandò qual fosse allhor lo stato Del padre suo , ch’esser sentiva infermo. A cui ridendo l’Asinel
12 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [38.]. DELLA RANA, ET SUO FIGLIUOLO. » p. 376
i gonfiava il picciol ventre, Subito cominciò gonfiarsi tanto, Che ’l suo figliuol, che la mirava in questo, De la sua mort
alcuno Folle patir d’esser minor del Bue, Né creder che colui, ch’era suo figlio, Lei madre vincer di saper potesse, Che d’
i saper potesse, Che d’anni e mesi l’avanzava assai, Nulla stimava il suo consiglio sano : Ma riputando sue parole vane, E
l giovine saggio Il buon consiglio di ragion matura : E seguitando il suo pazzo discorso Si mette a far con cor superbo e v
13 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [4.]. DELL’AQUILA, E ’L GUFFO. » p. 
quella, a cui Stavan sempre nel cor gl’intesi patti Di mai non far al suo compagno offesa ; Da molti augelli per gran spati
brutto aspetto, Quando dal giogo d’una eccelsa rupe Sentì ullular del suo novo compagno I non mai più da lei veduti figli N
sozza madre, Che di lontan con gran timor la scorse Devorar tutto il suo infelice parto : Tal che fuggendo poi colma d’aff
ricevuto torto : E trovando per via l’altero augello Compagno, e del suo mal cagion novella, Che di ritorno sen veniva alt
o co i possenti vanni, Con aspra insopportabile rampogna Cominciò del suo mal seco a lagnarsi.     Quinci l’Aquila intes
14 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [5.]. DEL MULO. » p. 315
oi che bisognò correndo Un certo spatio di lungo camino Viaggio far a suo malgrado in fretta : E da principio cominciò supe
a prospera fortuna Divien superbo, e non conosce mai La debolezza del suo vil valore : Che, se in contraria sorte avien che
vil valore : Che, se in contraria sorte avien che cada, Si riconosce suo malgrado, e sente Non esser quel che si teneva in
15 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [36.]. DELLA TESTUGGINE, ET L’AQUILA. » p. 230
modo, onde volar potesse.     Il generoso augel, che non volea Al suo sciocco pensier dar argomento Di sua ruina, con p
olea.     La Testuggine allhor, che affatto cieca Resa era già dal suo folle appetito, Le rispose bramarlo oltra ogni st
Ella devesse andar per l’aria a nuoto.     Visto alfin l’ostinato suo pensiero L’Aquila, e vana ogni ragion con lei, Di
a, che non have L’ali leggiere, onde sostenga il peso Del debil corpo suo terreno e grave, Sottosopra voltandosi alfin cadd
16 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [32.]. DE I TOPI. » p. 613
’un gran sonaglio al collo Legar del Gatto si devesse al fine, Che ’l suo venir al suon si conoscesse Da lor, c’havriano de
e apporta, Dee pensar prima, che la lingua snodi, Se ’l fin del parer suo puote eseguirsi Senza pericol di chi ’l pone in o
di chi ’l pone in opra, Se brama esser tenuto al mondo saggio. Del suo debito fin manca il consiglio,     In cui de l’e
17 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [29.]. DELLA CORNACCHIA, ET DEL CANE. » p. 127
a Cornacchia un giorno Al simulacro de la Dea Minerva, E del convivio suo chiamò cortese A parte un can, ch’era suo vecchio
Dea Minerva, E del convivio suo chiamò cortese A parte un can, ch’era suo vecchio amico. Il qual mentr’ella al sacrificio i
onor quant’io posso maggiore, Per veder se placar posso lo sdegno Del suo superbo cor sì in me crudele : E con carezze miti
18 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [19.]. DELLA VOLPE, ET DEL RICCIO. » p. 427
consunto. Venuto al fiume allhor da le sue tane     Il Riccio del suo mal forte si duole :     Et poi le dice con paro
sento lasciarmi. Così la gente tal esempio invita     A tolerar il suo tiranno avaro,     Per non far al suo mal nova f
empio invita     A tolerar il suo tiranno avaro,     Per non far al suo mal nova ferita, Se le è di viver lungamente caro
19 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [49.]. DI PALLADE, ET DI GIOVE. » p. 508
DI PALLADE, ET DI GIOVE. GIÀ fu che ognun de gl’immortali Dei A suo piacer un arbore si elesse D’haver per propria in
e divin restasse infame.     Udito ciò la generosa Dea Per dar del suo saper degna risposta In sì fatto parlar la lingua
mmo Padre, De gl’immortali Dei qual più gli aggrada Inutil pianta del suo pregio insegna, Ch’io quanto a me, cui sempre gio
20 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [30.]. DELLA VOLPE, E DEL GALLO. » p. 671
de gli inganni suoi, Fingendo creder quanto ella tramava, Dal medesmo suo dir trovò soggetto Di levarsela allhor tosto dina
che credea Che pur venisser da dovero i cani, Per più non dimorar con suo gran danno Oltra lo scorno, ch’avanzar potea, Di
nzar potea, Di fuggirsene allhor disegno fece. E prendendo licenza al suo partire Con parlar dolce la pregava il Gallo Ch’e
regava il Gallo Ch’ella aspettasse i suoi novelli amici, Ch’erano del suo ufficio a lei compagni : Perché con essi poi part
21 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [90.]. DELLA SCROFA, E LA CAGNA. » p. 173
oce aperta La dileggiava sì, che venne in breve Con lei, c’haveva nel suo cor concetto Dal lungo motteggiar un fiero sdegno
rni tue vili et impure Si faccian pasto : anzi di più gli scaccia Dal suo bel Tempio come empi e profani.     La Scrofa
sei morta, e viva in odio a tutti.     Così l’huom saggio, che ’l suo biasmo sente Da chi col vero il punge et lo moles
22 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [63.]. DEL LEONE IMPAZZITO, ET LA CAPRA. » p. 341
o : Et da stupore, et gran cordoglio mossa, Né senza grave horror del suo periglio Tra sé medesma fé cotai parole. O de le
eon di sana mente Scorgeva intorno, alcuna atta non era A sostener il suo possente orgoglio ; Che far potrà quand’ei di men
23 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [57.]. DEL CONTADINO, ET DEL CAVALLIERO. » p. 402
ea del prezzo, Quando l’astuto in un medesmo punto Toccò di sprone il suo destrier veloce, E a sciolta briglia in fuga il c
uom donar suole Quel, che per modo alcun vender non puote, Celando il suo pensier con finte note Mentre non ne può far ciò,
24 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [20.]. DELLA GAZZA, ET GLI ALTRI UCCELLI. » p. 
quell’antica pianta a scorger venne Il Cucuglio, ch’in alto havea ’l suo nido : E da certo mal d’occhi oppressa allhora Ma
de le varie piume, Dietro le sibillaro, in mille guise Schernendo il suo timor fallace e vano.     Ond’ella accorta alf
25 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [64.]. DELL’ASINO, E DEL CINGHIALE. » p. 484
sdegno. Et però non potrà la tua pazzia     Tanto oltraggiarmi col suo stolto riso,     Ch’io macchi mai la nobiltà nat
 Sarebbe a mia virtù di poco honore     L’abbassarsi in mostrarti il suo valore. Dunque ciò noti ognun, ch’esser si sent
26 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [15.]. DELLI DUE VASI. » p. 378
un ci urtiamo, Come allhor salvo la tua forte scorcia Te renderà dal suo furor protervo ; Così la mia, che per sé stessa è
o a chi è maggior di forze, Se brama da perigli esser lontano, Et nel suo stato ognihor viver sicuro. Non prattichi il ba
27 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [22.]. DEL TORO E DEL MONTONE. » p. 217
aspettava, Senza degnarlo pur d’un guardo solo Ratto fuggendo seguitò suo corso. E ’l vil Monton se lo recò ad impresa Del
fuggendo seguitò suo corso. E ’l vil Monton se lo recò ad impresa Del suo valor, ch’a ciò fosse cagione.     Così talhor
28 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [54.]. DEL CONTADINO, ET ERCOLE. » p. 291
bisogno.     Il che fatto più volte alfin commosso Da la pietà del suo grave lamento Sceso dal Cielo sopra un nuvol d’or
suole Porger soccorso a l’huom, ch’è neghitoso, S’ei da sé stesso del suo ben bramoso Ad aiutarsi cominciar non vuole. Op
29 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [62.]. DEL CORVO, ET LA VOLPE. » p. 124
i gli dava, Entrato in speme di quel vano honore, Che gli augurava il suo finto sermone, Per mostrarle c’haveva e voce e ca
stro il cibo in terra cadde. Così scorgendo la sagace Volpe Esser del suo disegno al fin venuta, Gli prese il pasto, e quel
30 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [94.]. DELLA VOLPE, ET DELLA SIMIA. » p. 
altri un bando fece Gridar, ch’ogni animal, che senza coda Fusse dal suo tener gisse lontano, E in esiglio da lui lontan v
mpaurita al suono Del novo editto si metteva in punto D’abbandonar il suo natio paese, Quando la Simia di tal fatto accorta
31 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [97.]. DELL’ALLODOLA. » p. 325
r nova paresse, Se la tenesser con gran cura a mente Per riferirla al suo ritorno a lei. Or del campo il padrone un giorno
a gli invitati amici A la sua stanza quel padron del campo, Alfin col suo figliuol venne in su ’l loco Per veder se gli ami
 Gli augelli allhor l’ordine udito havendo Tutti tremanti nel ritorno suo A la madre ne dier subito aviso. Et ella inteso t
enti : Ma pon sé stesso con le voglie ardenti A dar debito effetto al suo pensiero. Non aspettar, s’esser servito vuoi,
32 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [31.]. DELL’UCCELLATOR, ET LA LODOLA. » p. 193
e, che principio dava A fabricar una nobil cittade, Che ad ogni amico suo prestasse albergo. Ma poi ch’a l’opra insidiosa d
e vepri si nascose.     La semplicetta allhor, c’havea creduto Del suo falso parlar vero il concetto, De l’arbor scese s
33 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [66.]. DELL’AQUILA, E DEL CORVO. » p. 2
un, che temerario ardisce Quella impresa tentar, ch’a la bassezza Del suo grado e valor mal si conviene, Sovente va d’ogni
Sovente va d’ogni miseria al fondo : E divenuto favola del volgo Con suo danno e dolor schernito giace. Ogni opra tua co
34 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [37.]. D’UN VECCHIO, ET LA MORTE. » p. 60
hor l’afflisse, Con la memoria de i passati guai Cresceva il duol del suo presente affanno. E come quel, ch’a tedio havea l
ad alta voce Più d’una volta richiamò la Morte. Tal ch’ella alfin dal suo parlar commossa Con faccia horrenda, e minaccioso
35 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [1.]. DELL’AQUILA, ET DELLA VOLPE » p. 1
de l’adusta carne Con alquanti carboni accesi intorno Rapida salse al suo superbo nido. Onde soffiando a maggior furia il v
l foco spinse. Tal ch’uscita la fiamma, e circondando Tutto del vampo suo già intorno il nido, De l’Aquila i figliuoli per
mportante assai, Che dal giusto si trovi esser lontana, Offesa far al suo fedele amico ; Non havendo a piacer l’esser da qu
36 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [84.]. DEL LEONE INVECCHIATO, ET LA VOLPE. » p. 16
ingea, l’unghiava con le zampe adunche, E lo sbranava, e ne ’l rendea suo pasto. Così più giorni fece insin che venne L’ast
accorta a salutarlo prese Lontana un poco per mostrar gran doglia Del suo languire sospirando alquanto ; E a dirle del suo
trar gran doglia Del suo languire sospirando alquanto ; E a dirle del suo stato lo pregava.     Le rispose il Leon con v
37 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [75.]. DEL LUPO, ET L’AGNELLO. » p. 155
ar altero Dirgli, che mal faceva, e da insolente A turbar l’acque col suo bere a lui, Ch’era persona di gran pregio e stima
per natura forte L’inferior di forza e di valore, Quando li piace, a suo diletto offende, Cercando le cagioni, o vere o fa
38 (1495) Hecatomythium primum - Hecatomythium secundum « [Hecatomythivm primvm] — Abstemius 25. De sene pvellam in vxorem accipiente » p. 
xor deerat ; nunc autem senex desum uxori. » Hæc fabula innuit omnia suo tempore peragenda.
39 (1495) Hecatomythium primum - Hecatomythium secundum « [Hecatomythivm secvndvm] — Abstemius 150. De delectore militvm » p. 
Abstemius 150 De delectore militvm DElector quidam missus a duce suo ad milites deligendos, qui rebus bellicis magis i
40 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [95.]. DEL NIBIO, E DELLO SPARVIERO. » p. 
Che colui, che tornando a me con prova Maggior de le sue forze e del suo grado, Men darà indicio con più degno effetto, Co
rto.     Così il giusto Signor, che tien in corte Diversa gente al suo servitio ; deve Sol prezzar più colui, che maggio
41 (1495) Hecatomythium primum - Hecatomythium secundum « [Hecatomythivm secvndvm] — Abstemius 189. De viro sepem destrvente vt invtilem » p. 
res seruant non minus facere, quamuis ociosi uideantur, quam qui eas suo labore congregarunt.
42 (0400) Fabvlae Aviani « Avianus 6. [DE RANA ET VVLPE] » p. 289
a quod posset grauibus succurrere morbis, et uitam ingenio continuare suo . Nec se Paeonio iactat cessisse magistro, quamuis
43 (1495) Hecatomythium primum - Hecatomythium secundum « [Hecatomythivm secvndvm] — Abstemius 147. De vrso qvi vxori ocvlvm ervit » p. 
es sibi mordicus præcideret. Deinde quom inter loquendum diceret, præ suo in Vrsam amore, se propriis armis exuisse. « Quid
44 (1495) Hecatomythium primum - Hecatomythium secundum « [Hecatomythivm primvm] — Abstemius 52. De leone et mvre » p. 
ut filiam eius sibi traderet in uxorem. Nec abnuit leo ut benefactori suo rem gratam faceret. Noua autem nupta ad uirum uen
45 (1495) Hecatomythium primum - Hecatomythium secundum « [Hecatomythivm secvndvm] — Abstemius 193. De porco læto morte inimici » p. 
eis occideret alter incredibili afficiebatur læticia, uidens inimico suo iam iam esse moriendum. Paucis autem post diebus,
46 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [83.]. DEL TOPO, ET DELLA RANA. » p. 384
ce Rana : Che allhor mirando gli atti, ch’ei facea, Haveva il fin del suo pensiero inteso : Et aprendosi il calle innanzi o
possente lena Si sostentava ; e risurgeva in modo, Che rendea vano il suo malvagio intento.     Or mentre quella al fond
47 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [100.]. DEL LEONE, E ’L LUPO, E LA VOLPE. » p. 258
malignità cominciò solo Ad accusarla di superbia e fasto, E verso il suo Signor di poco amore. E già sul colmo de l’accuse
tenta Con falsitate, e non inteso inganno L’innocente in assentia al suo Signore. Spesso sopra chi ’l fa torna l’inganno
48 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [18.]. DEL SOLE, E BOREA. » p. 46
l, che indosso havea. Ma colui, che dal freddo era assalito Del fiato suo , tanto più stretto e involto Stava ne i panni, et
sì di voler proprio abbandonolla Con speme di poter forse trovarla Al suo ritorno nel riposto loco : E ’l Sol di quella imp
49 (1495) Hecatomythium primum - Hecatomythium secundum « [Hecatomythivm secvndvm] — Abstemius 130. De sacerdote qvi tvrdos pvero svo assandos dederat » p. 
erat SAcerdos gulæ deditus decem turdos pingues ueru infixos puero suo assandos dederat, dicens oportere ab illo omnes a
50 (1495) Hecatomythium primum - Hecatomythium secundum « [Hecatomythivm secvndvm] — Abstemius 174. De sene a filio eiectvs a domo qvi dvo lintea petivit » p. 
erat, sibi mitteret, qui tandem paternis precibus motus imperat filio suo puerulo, ut expetita ad auum lintea ferret. Puer
51 (1495) Hecatomythium primum - Hecatomythium secundum « [Hecatomythivm secvndvm] — Abstemius 188. De viro vxorem non cognoscente vt felix evaderet » p. 
ente vt felix evaderet VIr fatuus uxorem ducturus audiuit a uicino suo illum futurum in pecoribus fortunatum qui uxorem
52 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [88.]. DELLA VOLPE, E LO SPINO. » p. 140
 :     E sentitosi il piè punto e ferito     Di lui si dolse, e del suo rio destino.     Dicendo che ferita era da lui,
53 (1495) Hecatomythium primum - Hecatomythium secundum « [Hecatomythivm primvm] — Abstemius 33. De anv dæmonem accvsante » p. 
me impulit. » Tunc dæmon adductis testibus probauit id ab anu absque suo factum esse consilio. Fabula indicat homines min
54 (1495) Hecatomythium primum - Hecatomythium secundum « [Hecatomythivm primvm] — Abstemius 55. De agricola militiam et mercatvram affectante » p. 
uos emit et arma et in militiam profectus est, ubi quum ab imperatore suo male pugnatum esset, non solum quæ habebat perdid
55 (0400) Fabvlae Aviani « Avianus 29. [DE VIATORE ET SATYRO] » p. 35
nemorum custos fertur miseratus in antro exceptum Satyrus continuisse suo . Quem simul aspiciens ruris miratur alumnus, uimq
56 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [7.]. DELL’ASINO, IL CORVO, E ’L LUPO. » p. 190
or facea ;     Onde il mischin ragghiava, e in van scoteasi.     Il suo padron vedendol sen ridea :     Né per quello ai
57 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [61.]. DELLA VOLPE, ET DELL’UVA. » p. 15
più brama, Spesso sprezzar, se da accidente strano Reso gli vien dal suo pensier lontano Quel, che più d’acquistar s’indus
58 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [87.]. DEL CIGNO, E DELLA CICOGNA. » p. 95
solea le bianche piume, Se gli fa incontra, e la cagion li chiede Del suo cantar poi ch’è vicino a morte, Che per natura og
nuno Dee star contento, e far legge a sé stesso De la ragion, che dal suo santo senno Con dotto mezzo a noi discende e piov
59 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [93.]. DE GLI ARBORI, E DEL PRUNO. » p. 262
È pronto a ricercar l’altrui governo, Senza pensar qual sia l’ufficio suo  : Né suole ambition di cure altrui Mover il cor d
cure altrui Mover il cor di chi conosce e vuole Far sempre quanto al suo dever conviene. Chi tien l’honor, e le sue cose
60 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [56.]. DEL TOPO CITTADINO, E ’L TOPO VILLANO. » p. 352
l’altro insieme a cena. Ma fu primo il villan, che ’l caro amico Nel suo povero albergo ricevesse. E tra le canne, che ser
rato carro Portò di novo in Oriente il giorno, L’hospite cittadino al suo compagno Con festevol parlar gioioso disse. Che t
a dal sonno, Ma molto più da la paura stanco, In cotal modo a l’hoste suo rispose.     Gratie ti rendo del cortese accet
61 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [2.]. DEL CORVO, ET SUA MADRE. » p. 324
gò la madre, Che facesse per lui preghi a gli Dei Ch’ei ricovrasse il suo vigor primiero. Onde la madre rispondendo disse.
62 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [55.]. DEL LUPO, ET DELLA GRUE. » p. 156
attraversato in modo, Che sentiva di morte estrema pena. E per medico suo la Grue richiese Con assai largo premio pattuito
63 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [71.]. DELLA CORNACCHIA, ET LA PECORA. » p. 553
spesso impazzo : ché benigno e pio L’intende, e che non suol cangiar suo stile. Contra bontade ogni viltate è ardita.
64 (0400) Fabvlae Aviani « AD THEODOSIUM »
s pro exemplo fabulas et Socrates diuinis operibus indidit et poemati suo Flaccus aptauit, quod in se sub iocorum communium
65 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [16.]. DELL’AGNELLO E DEL LUPO. » p. 98
ria.     Allhor fermato il Lupo, e nulla mosso A sdegno del parlar suo dispettoso, Ma con la mente tutta cheta a quello
66 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [50.]. DEL GRANCHIO, ET LA VOLPE. » p. 116
trovar cibo, Che gli gustasse fuor de l’onde salse ; Onde pascendo a suo diporto andava Lungo a la spiaggia del vicino lit
67 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [27.]. DELLE VOLPI. » p. 17
ortarla il lungo impaccio : Così stimando col comune scorno Coprir il suo , che non saria notato. Dunque chiamando tutte l’a
68 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [33.]. DI DUE RANE VICINE DI ALBERGO. » p. 69
cui già nata Gran tempo si vivea tranquillamente, Rese alfin vano il suo cortese invito.     Ma non sì tosto tal rispos
69 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [53.]. D’UN MARITO, CHE CERCAVA AL CON- trario del fiume la moglie affogata. » p. 682
oglie in certo fiume Sendo caduta alfine estinta giacque, Il cadavero suo cercava indarno Incontra ’l corso de le rapid’ond
70 (1495) Hecatomythium primum - Hecatomythium secundum « [Hecatomythivm secvndvm] — Abstemius 101. De divite petente a fortvna ne plvres sibi daret divitias » p. 
am suam accedens, quæ in remotis orbis partibus morabatur, eam nomine suo regaret, ne plures diuitias sibi concederet. Paup
71 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [3.]. DELL’AQUILA, ET LA SAETTA. » p. 276
’improviso colpo. Et veduto lo stral tutto nascoso Nell’intestine del suo proprio ventre, S’avvide ancor, che de lo stral l
72 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [28.]. DEI LUPI E ’L CORVO. » p. 
umi a tutti infesti. Così l’huom savio dee scacciar coloro     Dal suo commercio, ch’egli esser intende     Di poca fed
73 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [68.]. DELLA SELVA, E ’L VILLANO. » p. 303
lavori.     Ella, che per natura era cortese, E ricca intorno del suo gran tesoro, Gli ne fé parte, gratiosamente Donan
74 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [79.]. DELL’ASINO, ET DELLA VOLPE. » p. 188
sua propria favella Si scopre quel, che sua natura il fece, Con gran suo scorno, e riso di chi ’l vede. D’un folle cor l
75 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [92.]. DELLA CERVIA, ET LA VITE. » p. 77
par che ’l giusto Dio merto gli renda, Quand’ei nol crede, eguale al suo peccato. Non far oltraggio a chi ti fu cortese 
76 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [13.]. DEL CERVO. » p. 74
urosa belva     In un momento tanto avanti passa,     Che quasi nel suo centro si rinselva. E mentre i cacciator lontan
77 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [23.]. DELL’ASINO, E ’L CAVALLO. » p. 357
o il cortile Di seta, e d’or superbamente adorno, Mentre aspettava il suo Signor, ch’armato Montasse in sella, e ’l conduce
78 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [24.]. DEL GAMBERO, E SUO FIGLIUOLO. » p. 322
padre sempre Mostrarsi a i figli di virtute esempio, Se vuol, che ’l suo parlar, che li riprende Del vitio appreso, habbia
79 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [26.]. DELLA CANNA, ET L’OLIVA. » p. 70
:     Io cedo a tutti, e sani ho i rami miei. L’humil, che cede al suo maggior, ventura     Miglior s’acquista, e lunga
80 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [45.]. DELLE FORMICHE, ET LA CICALA. » p. 112373
vita il fine, il dì loda la sera. Chi vuol da savio oprar pensi al suo fine.
81 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [60.]. DELL’ASINO, E DEL LUPO. » p. 187
al consueto albergo. Ma dopo lungo spatio rivenuto Il Lupo alfin nel suo primiero senso A sé medesmo tai parole mosse. M’è
82 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — A I LETTORI. DEL PADRE, E DEL FIGLIUOLO, che menavan l’asino. » p. 721
poco consiglio. Il figlio tosto ubidiente cede     A le parole del suo buon parente,     E fa quel, ch’ei gli dice, e ’
i l’adusto, Né pur Venere stessa a tutti piace. Chi vuol de l’oprar suo far pago ognuno     Sé stesso offende, e non con
83 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [58.]. DEL LEONE, DELL’ASINO, ET DELLA VOLPE. » p. 149
omun guadagno, Il tutto giustamente in tre divise : Perché ciascun il suo dovere havesse. Ma il superbo Leon questo vedendo
84 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [99.]. DEL CONTADINO, E GIOVE. » p. 
volge l’anno. E sempre quello in buona parte prese, Che dal parer del suo consiglio venne.     Così devrebbe ognun fidar
85 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [96.]. DEL VESPERTIGLIO, ET DELLA DONNOLA. » p. 172
riglio posto : E secondo il bisogno e l’occorrenza Cangiar nell’oprar suo sermone e stile : E servirsi hor di questa, hora
86 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [14.]. D’UN HUOMO, ET UN SATIRO. » p. 35
ocivo al lor bramoso gusto. Allhor colui da meraviglia preso, E da un suo certo a lui sano rispetto In cotal modo a l’huom
87 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [81.]. DELLA RONDINE, E GLI ALTRI UCCELLI. » p. 39
parole. Ecco il Lin nasce, et ella, che pur serba     Nel cor del suo presagio il gran timore,     Disse di novo con r
88 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [89.]. DEL LEONE INNAMORATO, E DEL CONTADINO. » p. 222
no, Od altra cosa, onde sua forza penda : Perché puote avenir, che ’l suo nimico Vedendolo del tutto inerme e privo Di quel
89 (1570) Cento favole morali « CENTO FAVOLE MORALI. raccolte, et trattate in varie maniere di versi da m. gio. mario verdizoti. — [91.]. DEL TAGLIALEGNA, E MERCURIO. » p. 173
ivenne. E già venuto nel medesmo loco Per tagliar legna, quel, che il suo compagno A caso fece, fece egli con arte Di lasci
90 (1570) Cento favole morali « Présentation »
sino, e ’l cavallo » P357   Faerno, 84   24. « Del gambero, e suo figliuolo » P322     25. « Del cane, e ’l
ne vicine di albergo » P69   Faerno, 38   34. « Del cervo, et suo figliuolo » P351      Faerno, 23     35.
io, et la morte » P60     Faerno, 10     38. « Della rana, et suo figliuolo » P376   39. « Del drago, et la
91 (1893) Les fabulistes latins depuis le siècle d’Auguste jusqu’à la fin du moyen âge. Tome I : Phèdre et ses anciens imitateurs directs et indirects pp. -818
um operibus majus inveniunt, novo Si marmori adscripserunt Praxitelen suo . Malheureusement on est obligé de le croire sur
pro exemplo Fabulas et Socrates divinis operibus indidit, et poemati suo Flaccus aptavit, quod in se, sub jocorum communiu
pro exemplo fabulas et Socrates divinis operibus indidit, et poemati suo Flaccus aptavit ; quod in se, sub jocorum communi
. Gui de Peiregnes, Joscinev Audoi de Perulla. Seg. Helias cum fratre suo . et multi alii. Sed pace inter eos reformata, qui
os coronat ; Pudicitia contra Libidinem pugnat. — Fol. 38. Ira gladio suo se interficit ; Pacientia victrix Iram mortuam in
omini, nec inde reversurus, multos libros, in quibus sudaverat, eidem suo pastori ac nutritori reliquit, ex quibus hic est
ête des fables commence par ces mots : Romæ imperator Tiberino filio suo salutem. Ce titre pompeux d’empereur, ainsi ajo
um operibus majus inveniunt, novo Si marmori adscripserunt Praxitelen suo . Cette idée, qui se faisait jour, n’empêcha pas
l’avait un peu ébranlé : Romulus urbis Romæ imperator Tiberino filio suo salutem mittit303. Se fondant sur ce texte, il av
Atheniensis ; puis il commence ainsi : Romæ Imperator Tiberino filio suo salutem. Æsopus quidam græcus sapiens, etc. Quant
le prologue qui le suit : Romulus urbis Romæ Imperator Tiberino filio suo salutem mittit. Æsopus quidam græce sapiens, etc.
civitate Attica, et la dédicace commence par ces mots : Romulus filio suo Tyberio de civitate Attica. Esopus quidam homo gr
atore alumno. xxii. De boue et mure. xxiii. De ansere et domino suo . xiv. De simea et gemino fetu. xv. De nimbo
quintum est de coruo et sturno. Et est de eo qui confidit de inimico suo et quid vltimo accidit ei. Capitulum sextum de sy
ritissimo : magneque virtutis et nobilitatis viro prestātissimo : dño suo  | et patrono obseruātissimo Sebastianus Brant Arg
et qui est intitulée : Sebastianus Brant : Onophrio Thedigene filio suo salutem. Elle est suivie d’une dissertation sur
est Petronio Arbitro et relata à Joanne Sarisberiensi in Policratico suo . Le distique Fine sui , etc., qui d’ordinaire
ducuntur. Et dicitur quatuor. Istis moralibus tractat esopus in libro suo et ponit duos tantum : ponit licteralem et allego
exempli. En voici la fin : Et questa Pistola mando egli scripta al suo maestro in lingua Grecha, et poi si trallatò in F
comperatore , finit ainsi : E lo buono huomo si ripigliò lo puledro suo , e andossene via con esso, et par bene parlate su
en ces termes : Qui commencia li capitoli de Eso-||po et prima fa il suo prologo. Cette nomenclature indique soixante-qu
fette sponde,     Volgarizando con stillo sincero. Et egli a me con suo parlar severo,     Experto e dotto, accotto mi ri
   Cosi con tal licentia. Commeato presi, et egli mi benedisse     El suo commento poi per me si scrisse. Le volume n’est
tenebat. Rom. de F. : Canis, flumen transiens, partem carnis in ore suo ferebat. Phèdre : Lympharum in speculo vidit s
Patefecit os suum ut aliam caperet. Rom. de F. : Patefacto autem ore suo illam dimisit quam prius tenebat. Ces trois dern
es détails sont fournis : Rana illud circa collum firmiter, necnon et suo proprio pedi, insidias sibi tendens, ligavit. Si
Romulus de Nilant. Rana illud circa Muris collum firmiter necnon et suo proprio pedi, insidias Muri tradens, ligavit. Dé
le dernier soupir. 309. « Reverendissimo in Christo patri et domino suo , precipuo domino, Antonio tituli sancti Chrysogon
iotheca codices manuscriptos, exoletasque editiones nonnullas, quarum suo loco mentio fiet. »  Mythologia Æsopica etc. Fran
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