utti per mezzo tuo impetriamo una scintilla del celeste fuoco, d’onde
gli
affetti nostri siano accesi, e arsi in modo, che,
o. 202. P. 1. Se i Padri, e i Dottori antichi, che scrivessero contro
gli
antichi Spettacoli, si devono allegare contro le
ne con le Commedie, perché tanti Autori li riprendono. 231. P. 12. Se
gli
Scrittori non condannano molte Arti più infruttuo
6. P. 14. Di quello, che possiamo giudicare di certi Casi spiegati da
gli
Autori contro i Commedianti Osceni. 240. Primo Ca
e 83. Pochi vi vanno per imparare 87. Se tutti pecchino 106. 107. Non
gli
ultimi 108. B Ballarini della notte di Carneva
essore levi l’ignoranza al Penitente 126. Alcuni Confessori assolvono
gli
Spettatori delle Commedie oscene 75. 76. Molti no
osceni 256. Cosimo Medici giocò per ricreazione 3. Cratone vituperava
gli
spettacoli 210. D Decreto fatto in Palermo contro
ti contro le Commedie oscene 124. Sempre l’hanno biasimata 202. Anche
gli
antichi hanno scritte contro le oscenità 203. I m
utto il suo tempo in servizio di Dio : ma seppur è concedutop ; o se
gli
è lecito in qualche ora della sua vita, sottrarsi
iserva scrivono sempre condizionatamente, e parlano. I quali, esclusi
gli
illeciti modi di rappresentare, hanno poscia most
non cura bene spesso le cadute vergognose, e rovinose. Ma che ora tra
gli
splendori della luminosa Cristianità non pochi si
oli difensori de’ vizi, e che dicessero, potersi esercitare, e vedere
gli
spettacoli per onesta ricreazione; e che era tant
ancora dal Casani Appresso il Franc. Par. 3. del Giov. Chr., condanna
gli
Istrioni, che usano fatti, e detti osceni; benché
he devono essere onesti, « sint honesti ». E quindi inserisco: dunque
gli
osceni non sono leciti, né permissibili; perché s
ue si possono permettere, massimamente per i Giovani? È pur vero, che
gli
stessi Giovani, e lo nota il Casano, e lo sanno i
e Azioni dunque non sono tollerabili, né si devono chiamar giochi per
gli
uomini, ma, come ho detto giochi per i Diavoli; p
m evertetis; omnem pestem extinguetis. hom. 38. in Mat. » Con levare
gli
osceni giochi Teatrali, leverete l’iniquità, e es
est oblectatio sed pernicies ho. De David, et Saul. ». Ciò, che ivi
gli
Attori fanno giocando, e dilettando, è in sostanz
anzi le castigano, come perniciose, e fanno invigilare diligentemente
gli
Ufficiali, acciocchéaa non seguano scandali con d
men non est in rebus, sed in usu agentis », dice S. Bernardo. E forse
gli
Istrioni, come nota il Casanide introd. Domo c. 5
ctacula? Fateris permissa Spectacula ? Fateris mala. » Si permettono
gli
impuri postriboli, e che vi vadano i lascivi: dun
uone, ma per le cattive la permissione. Voi confessate, si permettono
gli
Spettacoli? Dunque confessate, che sono cosa mala
ni? Sì: ma non si concede alcuna prescrizione ai mali. Gli adulteri e
gli
spergiuri sono cosa rea, e nondimeno ve ne sono s
concupisces », poiché dice, che le disonestà teatrali fanno adulteri
gli
Spettatori. Tertulliano ancora si servì anticamen
i verunaal osservazione. È vero, che nella sacra Scrittura si narrano
gli
amori della Cantica; e si riferiscono alcune cose
e chi narra cose poco modeste, usi poche parole, e tali, che ritirino
gli
animi delle oscenità; e si persuada, che meglio è
tri, o pure vien supposto fatto altrove fuori della scena, e lungi da
gli
occhi, e dall’orecchie degli Spettatori. Ora non
credo, che con questo modo tanto corretto, e moderato procederebbero
gli
osceni Comici del nostro tempo; imperochear si ve
ioni sacre non è per ordinario probabile pericolo di scandalo; perché
gli
Spettatori hanno abominazione contro quelle vizio
no bisogno di una buona, e ben regolata moderazione dei Superiori. Ma
gli
Attori di cose sacre sogliono essere o Gentiluomi
si purgherebbe abbastanza appresso un Gentiluomo quel Ciarlatano, che
gli
dicesse. Signore datevi una, o più ferite mortali
conclusione di un matrimonio può esser buona ragione di credere, che
gli
affetti degli Sposi, se erano prima illeciti, e p
vede la maritale conclusione di due Amanti; vede, e vedendo beve con
gli
occhi nuovo ardore onde si può accomodare a lui l
de guadagnò molto in quelle Città, e dalla pratica sua impararono poi
gli
Spagnoli a fare le Commedie all’uso Hispano, che
iletto co’ suoi graziosi motti, e recitamenti privi di oscenità, cosi
gli
Spagnuoli impararono a fare Commedie modeste, e n
e pratico di Spagna a fine, che non tollerare le oscenità del teatro,
gli
diede occasione di rispondermi. È vero, che Filip
uovo si facessero l’Azioni teatrali, ma senza veruna oscenità; e così
gli
Attori, e Comici cominciarono a fare solamente Ra
colo dicendo. Non si può negare, che l’udire que’ discorsi non ecciti
gli
affetti, e la persona non si senta affezionare a
apo, che il volere annientarle, sarebbe un voler pugnare contro tutti
gli
abitanti, e far scioglier la lingua sino allo ste
le introduce il suo Filologo, che armato di giustissimo sdegno contro
gli
osceni Istrioni, e loro spettacoli tuona, e fulmi
vi sparse i suoi odori la soavissima Rosa della virtù ; dopo i quali
gli
uomini tristi riceverono quelle teatrali vanità;
popoli con la novità; alla quale si aggiunge di più la rarità perché
gli
Spettacoli della Scena non si veggono tutto dì, e
onforme alla necessità del suo Personaggio. Quelli, che rappresentano
gli
Amanti, e le Donne, studiano storie, favole, rime
anno ridere, non fanno ridere per laudare il vizio, né col descrivere
gli
errori con voci scene; ma per l’artificio degli e
ime astuzie, e pronte risposte; il secondo dalle sciocche balordarie:
gli
Arlecchini dalle cascate; i Covielli dalle smorfi
che i valenti Recitanti per più dilettare, eccitano di maniera in se
gli
affetti, che paiono mostrar cose vere, non rappre
’onestà, qual suol avere per guiderdonebi un isgridamentobj dietro da
gli
uditori galantuomini. Io al commento di questo Co
che però addolcisce molto l’esca della Commedia, per allettar infino
gli
svogliati. Nota sesta Dell'Interesse Economico.
a. Ma io nel presente Dubbio discorro con questa forma. E’ vero, che
gli
Scrittori, i Predicatori, e le persone zelanti, e
e Commedie mercenarie, e tacciono di quelle, che sono fatte gratis da
gli
Accademici, o da altri; forse perché quelle si fa
e le dicano a loro modo, e capriccio, e con quegli equivoci, che più
gli
garbeggiano; e ciò segue, perché dicono molte cos
o, che satiriggando contro il Carnevale scrisse. « Le Verginelle poi
gli
uomini pazzi Mandan palese, e senza veli, e bende
el brutto negozio, e con la Commedia conclude quel negoziato, che poi
gli
bisogna cangiar in Tragedia, o penitenziale, o In
l male in vece del bene; e non correggono dal Vizio i semplici, ma ve
gli
ammaestrano, e addottorano perché la pubblica Rap
ca Rappresentazione del Vizio, fatta senza la debita Moderazione,e su
gli
occhi di persone deboli di spirito, non è sferza,
r utilità, e poi partoriscono grave danno: tali sono i Compositori, e
gli
Attori delle Commedie oscene: sono ingannati dal
rive. E quando vi è il Vizio, viene castigato; le Ruffianarie punite;
gli
Amori conditi con buone sentenze, e poi onestati
moderazioni nel modo necessario, onde non fanno migliori, ma peggiori
gli
Ascoltanti. Di più dico, che non si deve, né si p
trame in quel capo 16. ma io credo, che non si accettino per buone da
gli
uomini dotti in riguardo delle comiche oscenità;
nti loro le bruttezze? Ohimè qual magistero è questo, proporre avanti
gli
occhi i Vizi con gran diletto, acciocché\ tu amma
rre avanti gli occhi i Vizi con gran diletto, acciocché\ tu ammaestri
gli
Spettatori alla Virtù? Mentre per mezzo degli Adu
etrici, i Servi Lenoni, i Coniugati infedeli, le Fanciulle impudiche,
gli
Uomini Adulteri, e i Giovani diventeranno sfrenat
hi, sono esortati i buoni, sono avvisati i cattivi, e sono spaventati
gli
ostinati, sacrileghi, e perversi. Tu stimi di far
ni amino l’aspro cammino della Virtù, mentre proponi loro i lenocini,
gli
amori, e gli allettamenti della carne? Tu credi,
pro cammino della Virtù, mentre proponi loro i lenocini, gli amori, e
gli
allettamenti della carne? Tu credi, che i Fanciul
que le Commedie non correggono dal male, né rendono perfetti nel bene
gli
Auditori. Beltrame nel c. 37. risponde a questa q
da che segue, che la Commedia è lecita a loro per la Moderazione; e a
gli
Ascoltanti è gradita per lo diletto: e a tutti è
castigati, o almeno ridotti a termini prescritti da S. Tommaso, e da
gli
altri Dottori, secondo la Cristiana, e necessaria
e, che l’Opera è molto male operata per l’immodestia; onde ella rende
gli
Attori operatori di cose indegne, e gli Spettator
l’immodestia; onde ella rende gli Attori operatori di cose indegne, e
gli
Spettatori colpevoli di viziosa cooperazione; e i
r ragione del secondo Capo. Capo Secondo Delle Difficoltà prese da
gli
Spettatori. San BernardoSerm. 28. in Cant. con
e Penitente; il quale tosto lo fece cercare, e trovato, e venuto a se
gli
disse con affetto pietoso: « Padre perché m’abban
quel vero, e comune principio. « Actus humani specificantur a fine »,
gli
atti umani prendono la loro qualità, specie, e na
bene deve si prendere dalle buone, cioè oneste Rappresentazioni, e da
gli
onesti Recitanti, e non dalle disonestà, che senz
indirizzata al nocumento; e come le Commedie rappresentano vivamente
gli
umani costumi; così Comici tristi sono vivacissim
sitezza, e con tanti fruttuosi avvenimenti, che la perdita del denaro
gli
servì per acquisto di lui medesimo: posciachè ved
edendo Orazio fallito, spogliato, in disgrazia del Padre, aborrito da
gli
Amici, fuggito da tutti, e in fine vituperato da
asse il dominio al depravato senso, il quale mortificato anch’egli da
gli
accidenti, che in Scena vide comparire, comportò
timento, ad imitazione del Padre di Orazio, con gran copia di lacrime
gli
restituì la sua grazia. Onde il Sig. Cavalier del
. Levinsi pure alle Commedie le materie inoneste, le parole oscene, e
gli
atti schifi, che io vi costituisco il Comico in u
imitazione. Vero è, che i Commedianti poco modesti usano spesse volte
gli
Argomenti, e le tracce delle modeste, e buone Com
o modo. Le Città, Castelli o Terre, ove non vanno i Comici a ricreare
gli
Spettatori con le Azioni oscene, non hanno i loro
maggior peccati. Beltrame al c. 34. dice. Se, dove non sono Commedie,
gli
uomini fossero più continenti, io mi sottoscriver
di quel Critico: ma tutto il Mondo è paese; e più differenza vi è tra
gli
uomini, e le donne nel parlare, e nel vestire, ch
elli Terre, e tutto il Mondo ha molti peccati, e molto gravi: e anche
gli
avrebbe senza le Commedie oscene: come in fatti g
to gravi: e anche gli avrebbe senza le Commedie oscene: come in fatti
gli
ebbe, avanti che per malvagità del Demonio si usa
fatti gli ebbe, avanti che per malvagità del Demonio si usassero tra
gli
uomini gli Spettacoli, i quali sono chiamati da T
ebbe, avanti che per malvagità del Demonio si usassero tra gli uomini
gli
Spettacoli, i quali sono chiamati da TertullianoD
pensieri. Oltre che quelle oscenità rappresentate, vedute, e udite da
gli
Spettatori, cagionano loro molti peccati anche do
ili alle Città ordinarie; onde elle non poco si avvilirebbero. Eppure
gli
altissimi Pini, e i grandi, e nobilissimi Cedri,
, non nel dar ricetto guadagno a persone vili, e Teatrali, quali sono
gli
osceni, e Mercenari; Commedianti; ma nelle perfet
adini rende magnifica, grande, e principale una Città, ma la Virtù de
gli
, abitanti; per cagione della quale la solitudine
nano, lo tolga affatto, e saviamente privi di un gusto molto illecito
gli
Spettatori. So, che molte Città Cristiane sono li
mente; onde resti il piacer del Banco, e del Teatro godibile da tutti
gli
onorati, e cristiani Spettatori. Voglio raccontar
i Comici non erano più tenuti infami: anzi potevano godere l’onore de
gli
offici pubblici con accrescimento di stima, e di
e privi, e liberi da quella brutta macchia d’infamia, che fino allora
gli
aveva bruttamente vituperati. Pubblicato quest’or
vi si troverà, né si potrà partire, imiti l’antico Alipio, chiudendo
gli
occhi; acciocché così mantenga illeso se stesso;
é così mantenga illeso se stesso; e, per quanto può, faccia avvertiti
gli
altri col suo esempio. Aggiungo. Se uno fosse inv
? No certo secondo il mio sentire. Ma da chi non è saputo, che contro
gli
Spettatori delle Commedie oscene i diabolici Bomb
razione, a chi fin ora poco scrupolo si è fatto d’invitar liberamente
gli
Amici alla frequenza del Teatro poco modesto. È p
asta essere lecitamente Spettatore delle Commedie oscene. Molti sono
gli
Amici, e i Compagni; ma l’Amico, e Compagno singo
ttrina, di S. Tommaso, più si devono amar i congiunti nel sangue, che
gli
altri congiunti d’amicizia o d’altra guisa. Rispo
ne volte: poi alzatosi disse con gravità. Se quel Gallo canta più, io
gli
farò tirare il collo. E certo il Gallo subito si
poca stima dello spirito suo, deve con ogni diligenza impedire, prima
gli
scandalosi inconvenienti, che nascono dalle Comic
o ad esempio, e non ci lasciamo convincere dalla ragione; ma tirar da
gli
usi. Se pochi facessero ciò, che noi pretendano d
ci asterremmo da imitargli: ma se molti hanno cominciato a farlo, non
gli
seguiamo, non considerando, se la cosa sia onesta
la quale stimava di potersi molto ben giustificare, andando a vedere
gli
Spettacoli disonesti, con dire. Io non vi vado se
la miri separatamente solo, senza compagno; e quando vedi, che tutti
gli
altri s’accompagnano teco nel rimirarla? Quasi vo
voglia dire. Tu t’inganni; perché, o solo, o non solo, che tu vada a
gli
Spettacoli disonesti, sempre ti fai reo con andar
lmente, perché sono il motivo cooperante al farsi l’Azione: andrò tra
gli
ultimi, quando già i Comici sono in tutto prepara
Spettatori:· la prima contiene i primi, che vanno al Teatro; l’altra
gli
ultimi, che pur vi vanno. Tutti i primi peccano m
oni di Hurtado in ristretto Italiano provano che non solo i primi, ma
gli
ultimi ancora, cioè tutti gli Spettatori delle Co
aliano provano che non solo i primi, ma gli ultimi ancora, cioè tutti
gli
Spettatori delle Commedie del nostro tempo, pecca
tori delle Commedie del nostro tempo, peccano mortalmente; perché con
gli
stipendi loro sono alimentati uomini tanto pessim
ad udire quelle cose, che i Comici non farebbero senza la presenza de
gli
Auditori. Ma dirai; soggiunge egli, Pietro, per a
che compiscono il numero sufficiente alla Rappresentazione; ma anche
gli
ultimi, che sopravengono; perché il peccato è att
ooperante, e per conseguenza pecca, benché trovi, ovvero presupponga,
gli
Spettatori preparatissimi insieme con i Comici al
ad restitutionem », non sarebbe tenuto a restituire, perché, essendo
gli
altri cooperatori pronti al dannificare, il danno
voti scoperti pubblicamente si elegge un Superiore in una Comunità :
gli
Elettori con la maggior parte hanno eletto una pe
fluentes peccant mortaliter », i primi peccano mortalmente; ma ancora
gli
ultimi, « postrem idest post numerum sufficientem
are la sentenza de’ due allegati Teologi, forse potrebbe dire uno. Se
gli
Spettatori primi del numero sufficiente non avess
già resi, « paratos Histriones », preparati, e determinati i Comici;
gli
ultimi « facerent paratos », li preparerebbero: e
inem », li rendono più pronti, e più lievi ad operar il male: adunque
gli
ultimi ancora peccano mortalmente. Nel punto seg
, e oscenità della Commedia, vi vanno i primi, e pagano la mercede a’
gli
Histrioni, che per innanzi non erano per se stess
ebbero il medesimo. Sin qui Diotallevi. Conforme alla dottrina di cui
gli
Spettatori ultimi, che vengono dopo il numero, co
e puoi senza scrupolo dar l’assenso alla pubblica fede, che dichiara
gli
Osceni Mercenari Commedianti per uomini scandalos
n parere avaro, o ignorante. Chi va per uso: chi va, perché vede, che
gli
altri vi vanno. Insomma cercate, e ricercate, che
agione precisa di fine, perché questo è estrinseco dell’azione, ma da
gli
oggetti loro, da’ quali ricevono l’essere specifi
edire, che non seguano inconvenienti di maggiore iniquità: e però non
gli
è lecita tal permissione; tuttoche si trovi più d
sto senso. La maggior parte di quelli, che a nostro tempo frequentano
gli
Spettacoli Teatrali osceni, mai, ovvero a pena, h
fossi reo di un gran peccato, componendo l’Operetta mia, per avvisare
gli
Spettatori del Teatro: e quasi che i fossi partec
ono; « nemo de ea non disputat; nemo non iudicat » : sì ancora perché
gli
stessi Comici più volte hanno trattato in Scena q
rto non avrebbero usato questo modo se non avessero sentito mormorare
gli
Auditori, e temere per verità. Se sia male, o no,
li Spettacoli osceni, e Teatrali. O miseria del nostro secolo, questo
gli
mancava, che gli Istrioni in scena facessero la p
eni, e Teatrali. O miseria del nostro secolo, questo gli mancava, che
gli
Istrioni in scena facessero la parte del Giudice
non sapranno quelli, che così non fanno? Questa ignoranza, che hanno
gli
Spettatori delle Commedie, sarà giusta, sarà inno
nnocente, sarà probabile? Non al sicuro: ma veramente, e come parlano
gli
Scolastici, sarà affettata, per peccare più liber
a è quella, la quale non si vuole direttamente, né indirettamente: ma
gli
Spettatori delle Commedie la vogliono, almeno ind
incolpabile mai si ritrova con un affetto grande di peccare. Adunque
gli
Spettatori delle Commedie del nostro tempo gravis
isare ciascuno degli Spettatori, né l’avviso è peccato alcuno; benché
gli
avvisati facciano ancora peggio, e pecchino più g
ere judicium. » Circa poi quel punto, che io pecchi, scrivendo contro
gli
Spettatori delle Teatrali Oscenità, dico, che mol
curano di far tal diligenza: e forse ancora disprezzano, e rifiutano
gli
avvisi e le dottrine, offerte loro dalle persone
enze. » Beltrame segue di dire altre cose, dopo le quali conclude che
gli
spassi, e le Commedie levano la malinconia a’ Gra
ha fatto per attendere al gioco, ma più tosto per la severità, e per
gli
studi più gravi, e maggiori. Consideri il detto d
»Serm. de convers. c. 12. Che cosa recano al corpo, ovvero all’anima
gli
Spettacoli vani? Deh che sono una consolazione fr
a i fichi, e perché i servitori chiamati non corsero, se non dopo che
gli
ebbe mangiati tutti, rise tanto gagliardamente, c
vero spesse volte l’istrione finge qualche cosa, con la quale diletta
gli
Ascoltanti falsamente, ma se medesimo con verità.
di se stesso, che egli non acconsente a que’ pensieri disonesti, che
gli
nascono nella mente per rispetto delle vedute, e
hiere salva il legno fu da tutte le Fortune, e dagl’incontri di tutti
gli
scogli. Chi vuol salute, moderi tutti i suoi catt
egolarmente; qualche Predicatore di senso affatto contrario attesta a
gli
Auditori, che possono star presenti alle Mercenar
’ebbero la palma: e si fece un Decreto; e si continua a sottoscrivere
gli
Scenari; delle Commedie. Ma io dico a Beltrame, c
se bene è vero, non si doveva ricordare per difendere, o per favorire
gli
osceni Professori, i quali erano di scandalo nell
on provvisionebu di 6. scudi il giorno, oltre il pagamento, che fanno
gli
Spettatori, per entrare ad udire la Commedia, e o
sua Religione: e più persone principali, e gravi, e anche di comando,
gli
parlarono, acciocché non predicasse contro le cor
st; dum tempus habemus, operemur bonum? ». E chi si può gloriare, che
gli
avanzi tempo, dovendo far penitenza di tanti pecc
molti sono nel Mondo sfaccendati, e oziosi; i quali, come che variano
gli
umori, e ne’ gusti, variano parimente nel procacc
e. Ridico, scrive Beltramecap. 27., che il Mondo è vario, e vari sono
gli
umori: e a variati gusti si vogliono variate cose
ono permettere, ma si possono lodare, e premiare; poiché vivono, come
gli
altri Artefici, col guadagno dell’Arte loro de’ q
s seria, et iocosa inter se conferebant. » lib. 10. Ivi si radunavano
gli
Amici a ragionar insieme di cose ferie, e di cose
ose allegre. Tutto questo pare a me convenga al luogo del Teatro, ove
gli
Attori convengono per dire, e gli Uditori per sen
e convenga al luogo del Teatro, ove gli Attori convengono per dire, e
gli
Uditori per sentire, « seria iocosa », cose di se
odono, o si veggono eccessi impuri, le Azioni diventano vituperose; e
gli
Attori si fanno rei di gravissimi peccati; per ca
lla quale viveva scontento sì perché un pratico, e vecchio Confessore
gli
aveva negata una volta per Pasqua l’assoluzione;
ì anche perché vedeva le spesse disgrazie, nelle quali s’incontravano
gli
osceni Commedianti pari suoi; ma ebbe difficoltà
sceni Commedianti pari suoi; ma ebbe difficoltà nel trovar da vivere:
gli
fu proposto di farsi lodato; ma ebbe timore di qu
Auditore virtuoso riceveva gran diletto dall’udirlo, e grandemente se
gli
affezionava. Credo, che tra moderni, e mercenari
pprova quel peccato, ma dissimulando li tollera; acciochè moderi cosi
gli
adulteri, gl’incesti, e altre sorti di bruttissim
el »Deut. 234. 17. : pure nel Cristianesimo sono ora molto più grandi
gli
aiuti per conservare la, Castità. Salviano loda m
ti, come molti Avvocati; né le questioni, come molti Criminalisti, né
gli
stati altrui, come molti Principi. Anzi il Comico
dall’udire oscenità, concepiscono molti pensieri impuri; e bevono con
gli
occhi, e con le orecchie l’acqua fangosa, e torbi
se i Teologi, i quali scrivono contro le Commedie oscene, condannano
gli
Spettatori, se non tutti, almeno molti, di peccat
ssione; o corre pericolo di far’ adirare qualche persona potente, che
gli
faccia oltraggio, danno grave, se tratta di lasci
ce il Comico osceno all’uso delle oscenità; né lo paga per questo, né
gli
si fa applauso; come forse fanno molti Spettatori
necessità, e l’Amor proprio è un malizioso Stregone, che fa travedere
gli
oggetti molto diversi dalla realtà dell’esser lor
ogni suo interesse: e poi eseguisca diligentemente, e presto ciò, che
gli
sarà consigliato; o con rigore di dottrina bastev
con l’animo ben composto, e ordinato; facilmente si schermisce contro
gli
strali della bellezza femminile; mira illeso la D
arlano in Scena con loro Recitanti, non hanno tempo di girar con arte
gli
occhi, per far preda de’ cuori; che conviene loro
altrimenti non farà buona Comica; e però sa trovar il tempo di girar
gli
occhi per ferire, e per involar i cuori; né il do
al Recitante la impedisce, anzi l’aiuta; perché verso di lui o sfoga
gli
affetti, o nega i vezzi, secondo che giudica megl
namorate: ove una Donna in finestra se ne sta muta, parlando solo con
gli
occhi nel linguaggio d’Amore, e gli occhi senza l
se ne sta muta, parlando solo con gli occhi nel linguaggio d’Amore, e
gli
occhi senza le parole sono ambasciatori del cuore
fare pubblico mercato della sua pudicizia: non teme Dio, non rispetta
gli
uomini, altera nel guardo, procace nella favella,
ri leggeva le Favole de’ Poeti, quando, essendo fanciullo7. Aprilis.,
gli
veniva comandato l’impararle; anzi riprendeva i s
solo i Libri nominatamente vietati con l’Indice di Pio IV. ma neanche
gli
altri Libri, che contengono cose brutte, e oscene
sua presenza quel luogo; e giunse in tempo, che il Maestro tratteneva
gli
Scolari in Scuola, dichiarando loro Terenzio, com
avviso di vivere costumato: la torcia consuma se stessa, illustrando
gli
altri col suo chiaro lume. Punto ottavo. Si pe
veduto il cadavere di un uomo: anzi più volte l’avete veduto: egli ha
gli
occhi, ma paiono di vetro; le orecchie, ma cadent
to a un freddo marmo. Ma quale comparisce egli, mentre è vivo? Mirate
gli
occhi vi sembrano scintille dell’anima; ne’ quali
e, or tutta si diffonde in delizie, or tutta si oscura in mestizia: e
gli
occhi insomma sono tali, che voi li potete con le
m. Né il Pontefice Massimo, né i Vescovi zelanti, e buoni, approvano
gli
eccessi Teatrali; anzi hanno caro, che i Predicat
» De arbit. Iudic, cas. 69. n. 64.. Da che io raccolgo, che i Papi, e
gli
altri Superiori Ecclesiastici non acconsentono al
ire. » Ovvero tollerando per qualche tempo dell’anno i Commedianti ne
gli
stati loro, devono fare le debite diligenze contr
Commedianti ne gli stati loro, devono fare le debite diligenze contro
gli
osceni: come ordina Platone; e come usavano gli a
bite diligenze contro gli osceni: come ordina Platone; e come usavano
gli
antichi savi Romani e come vuole la Ragione del b
e Commedie oscene: non per ciò segue, che non pecchino i Recitanti, e
gli
Spettatori: perché la tolleranza dell’inferiore,
forse per compiacere, chi tal grazia chiede: ed altre volte chiudono
gli
occhi, e lasciano scorrere, per non essere più im
che si doveva giudicar delle cose conforme alle Leggi, e non secondo
gli
esempi. « Legibus, non exemplis, est indicandum.
alleviar le noie, per l’uso, per far correr il danaro, per mantenere
gli
esercizi, per operar cose da Principi pacifici, p
dalle necessarie gravezze, e dalle poche faccende spaventata; ove che
gli
spassi, e le Commedie levano la malinconia a’Gran
lio in Mystago. L. 4. c. 16. E io qui non devo tacere, che non tutti
gli
uomini di un Popolo gustano delle oscene Rapprese
a, e per lo zelo riguardevoli, i quali hanno gusto, che s’impediscano
gli
osceni Commedianti dal Recitamento; e aiutano a s
sive impiegavano. I Greci avevano in costume alcuni Giochi, e in modo
gli
stimavano, che con mirabile concorso della Nazion
concorso della Nazione erano celebrati. Questi Giochi furono i Piti,
gli
Olimpi; i Nemei, e gl’Istmi. E avvenga che fosser
meno a ricreazione ancora di que’ Popoli servivano. E particolarmente
gli
Ateniesi delle pubbliche ricreazioni furono tanto
ebbe Gioco; e recar diletto, e non fastidio, perché non ricreerebbero
gli
Spettacoli, ne’ quali necessariamente intravengon
parole di Crisostomo, che ce ne ritiriamo, e facciamo diligenza, che
gli
altri se ne ritirino; poiché tutto quello, che iv
ar le Commedie modeste, e lecite, non già le illecite, e oscene: Anzi
gli
stessi Comici sanno, che molte volte sono stati c
igati, e banditi da Venezia molti Compagni della loro Professione per
gli
eccessi commessi ne’ Teatrali Recitamenti delle l
? Infino Beltramecap. 26. Comico scrive a difesa de’ Superiori contro
gli
abusatori delle licenze in questo modo. Forse uno
Autori, che hanno scritto contro le Commedie oscene. La Guerra che
gli
Scrittori Cristiani sempre hanno fatto contro la
; e contro di loro vagliano i molti argomenti e le molte dottrine che
gli
antichi, e moderni Scrittori hanno pubblicato all
Punto primo. Se i Padri, e i Dottori antichi, che scrissero contro
gli
antichi Spettacoli si devono allegare contro le C
ro i Protettori delle moderne Commedie oscene si stimano forti contro
gli
argomenti, dottrine, e autorità degli antichi Pad
presentazioni de’ loro i tempi, le quali erano molto più disoneste; e
gli
Spettacoli gladiatori; e le cacce pericolose di m
a difficoltà rispondo solamente co’ seguenti. Autori, lasciando tutti
gli
altri, che forse avrà veduti, o può vedére l’erud
o Lettore. Il P. Ribadeneira dice. I Dottori non solamente riprendono
gli
Spettacoli, per essere stati anticamente institui
Rag. 109.. Leggansi i Dottori e si vedrà chiaro, che riprendono anche
gli
Spettacoli osceni, e burleschi. Il P. Teofilo Rai
e secoli antichi ma quasi di tutti i tempi. E io questa obiezione che
gli
Spettacoli antichi erano più disonesti: e che i P
gna delle Anime cattive, in pubblico rappresentate, facesse arrossire
gli
scostumati; e che per ciò s’emendassero. E Socrat
me, che nell’Italia risponde, al nome di Ruffiano. Subito lo fermano;
gli
sono intorno, dicono di voler comprare que’ pesci
oppie, doppioni, e altre monete con maraviglia, e con plauso di tutti
gli
Spettatori. Allora i Comici, che rappresentavano
ati scrive nella sua Repubblica, ove avvisa. Le Commedie, nelle quali
gli
Uominil. 7. c. 10. erano pubblicamente rappresent
e volte può giovare; questi è un Basilisco, che sempre uccide: e però
gli
Attori di lei, e i Protettori piangano per tempo
aragonato a quel Cratone di Luciano, che essendo Filosofo, vituperava
gli
Spettacoli, senza esserne mai stato Spettatore ne
ommedie, nella Supplica sua al cap. 17. pone questo titolo. Che tutti
gli
Autori, che hanno scritto contro le Commedie, non
Libri stampati da’ medesimi Commedianti intorno alle Commedie: lascio
gli
altri: solo ricordo i Discorsi del Cecchino, e la
ti Religiosi avevano pubblicamente ripreso le loro oscenità, mutarono
gli
argomenti, e gli proposero tutti spirituali; e di
ano pubblicamente ripreso le loro oscenità, mutarono gli argomenti, e
gli
proposero tutti spirituali; e di più fecero qualc
h dunque ogni Fedele si ritiri dall’impure Rappresentazioni, e pianga
gli
errori commessi per non se n’essere ritirato. « P
ti di Flegra non poterono arrivare; travagliarsi loro, per travagliar
gli
altri: voler innestare frutti, ove non si fa frut
ampai il Libro Terzo della Cristiana Moderazione del Teatro intorno a
gli
Spettatori delle Commedie poco modeste: ne capitò
a licenza degli Istrioni è giunta a segno, che non più, per allettare
gli
Auditori, studiano in trovare soggetti curiosi, e
n fuoco tale e così grande? Mentre così divisa nel suo pensiero; ecco
gli
comparisce un orrido Moro, che vedendolo subito a
andoci secondo il bisogno, ma cicalando, mormorando, e scandalizzando
gli
altri che ci miravano, E quando eravamo con amore
o fine sono stati composti tanti Libri e fatte tante prediche, contro
gli
Usurari, contro i Mormoratori, e contro ogni altr
ano lo stocco a favore de’ Commedianti osceni, e delle loro Commedie:
gli
altri vizi, e le persone viziose d’altra fatta, n
difensori, se non gentili, ovvero eretici, o pur cattolici infami, o
gli
stessi Diavoli: ma le oscenità Teatrali, e gli At
ur cattolici infami, o gli stessi Diavoli: ma le oscenità Teatrali, e
gli
Attori osceni sono protetti da’ difensori di qual
mente. Sesta, perché questo difetto pare meno scusabile, che non sono
gli
altri: poiché si commette più tosto per elezione,
pricciosa e erronea; o pure cerca di trovare qualche Consigliere, che
gli
favelli a gusto. « Peccator vitabit correptione e
uesto male si è; perché la malvagità del peccato si trova in molti, e
gli
rende cièchi alla Virtù, secondo quell’assioma di
ne tanto giusto, onesto., prudente, e buono; certo che nel riprendere
gli
osceni Commedianti, non mostra zelo indiscreto; e
x impenitentia Mater desperationis? » La sfacciataggine del Peccatore
gli
genera nel cuore tale impenitenza, che lo fa mori
sono quelli, che tirano l’audienza; quasi che per far piacere a loro,
gli
altri s’abbiano a morir di fame. Ma non avendo qu
rtezza de peccati:e perché certissimo si è, che nelle Commedie oscene
gli
osceni Comici commettono, e fanno commettere molt
usto, che si riceve nell’osceno Teatro. Trattarono già questa materia
gli
antichi Santi Padri, i Sacri Teologi,e altri Scri
cedere lume chiaro; e grazia efficacia a ciascuno, che li legga, come
gli
bisogna e per conoscere, e per conseguire il fine
bo portato dalle loro disoneste Rappresentazioni. Anche le Meretrici,
gli
Usurari, i Mormoratori, e gli altri pubblici Pecc
e Rappresentazioni. Anche le Meretrici, gli Usurari, i Mormoratori, e
gli
altri pubblici Peccatori sono ripresi, e scredita
sono incolpar d’ingiustizia quelli, che, scrivendo, o parlando contro
gli
osceni Comici, e Ciarlatani, sono imitatori di gi
hanno di moralissimi costumi ripieni i loro scritti; ponendosi avanti
gli
occhi quel fin lodeule di insegnar l’Arte del viv
re sarebbe in un Principe, come nota il P. Pallav. il permettere, che
gli
uominidel Bene l. 4. p. 2. c. 50. n. 7. da lui gr
are, e aggravare i suoi peccati. So, che Beltramecap. 40. scrive. Per
gli
avvenimenti delle Commedie, quanti hanno imparato
bbandonata la Meretrice, vedendo rappresentare la poca fede di lei, e
gli
scaltri, modi tenuti per cavar danari da i Corriv
, qui aperte delinquit; qua et agit, et docet. » Punto duodecimo. Se
gli
Scrittori non condannano molte Arti più infruttuo
duro a’ Comici modesti; poiché non si tratta contro di loro. Appresso
gli
Antichi, e Greci, e Romani, mai mancarono Persona
Teatro in modo, che le sue parole, le quali devono cagionar sanità a
gli
Auditori infermi nella Virtù, non cagioninove. 1.
quarto. Di quello, che possiamo giudicare di certi Casi spiegati da
gli
Autori contro i Commedianti osceni. Il caso segu
mmedie; e perché resista all’assedio delle vere ragioni ; atteso che
gli
accidenti, che occorrono alla giornata, sono tant
to mendace, e vanaglorioso. e stima, che tutto il mondo sia suo: come
gli
uscì di bocca, quando ne fece oblazione, per fars
uscì di bocca, quando ne fece oblazione, per farsi adorare da chi poi
gli
fiaccò le corna. E perché le stanze delle Commedi
é altre simili: ma è luogo, dove si passa l’ozio, e dove si ristorano
gli
animi travagliati; e d’onde e si può apprendere a
gomenti reali per stabilir le ragioni. E non credo di oppormi; poiché
gli
Scrittori, e di Retorica, e di Filosofia, e di Te
evoli: dove che finita la Rappresentazione, se ne tornò a casa sua; e
gli
venne voglia di domesticarsi con la sua Donna, se
, rispose, l’ho veduto; e io stesso sono quello, che prima a voi, e a
gli
altri pareva Asino, ma ero Uomo, e non potevo par
traggi, e di bestemmia contro la B. Vergine: la quale piena di carità
gli
apparve in sogno, e interrogandolo con affetto gl
le piena di carità gli apparve in sogno, e interrogandolo con affetto
gli
disse. « Quid mali tibi feci? » O Gaiano, che mal
e è morto. E così fu; perché a pena ebbe ricevuto il pane, e il vino,
gli
cadde dal tetto sul capo un gran sasso onde spirò
lando, e ballando; e poi la sera tornata al suo albergo a pena chiuse
gli
occhi al sonno, che fu da due Diavoli portata all
o fu segno del futuro danno, che venir doveva in breve a Fiorenza per
gli
peccati de' Cittadini. E io quindi avviso a tropp
ro più l’opera sua, e che non voleva recitarvi in altro tempo. Laonde
gli
, altri costretti ad accordarsi, furono di parere,
il santissimo nome di Gesù. All’improvviso accidente restarono tutti
gli
Spettatori, e gli Attori sopra modo atterriti, e
e di Gesù. All’improvviso accidente restarono tutti gli Spettatori, e
gli
Attori sopra modo atterriti, e spaventati; né vi
ella quale un Giovane, di professione Ecclesiastica, e che aveva solo
gli
ordini Minori, faceva la parte da Innamorato scio
uni, che biasimarono apertamente, non solo quel Predicatore, ma anche
gli
altri Soggetti della sua Religione: e tra que’ Bi
suo Capo per titolo questocap. 42. avviso . Se coloro, che riprendono
gli
scostumati Comici facessero distinzione da’ buoni
omici facessero distinzione da’ buoni a rei, darebbero occasione, che
gli
stessi Comici tra di loro si correggessero. Edi p
al mal fattore, che per sua cagione si fosse fatto quel schiamazzo: e
gli
sarebbero protesti di scacciarlo dal consorzio, s
trovo, che abbia detto S. Paolo agli Ebrei, né S. Tommaso d’Aquino a
gli
Eretici; non so, chi l’approva per bene. Sin qui
lecite, e modeste; e non illecite, e oscene, come dicono i Teologi, e
gli
altri Scrittori, e Predicatori comunemente, e rag
l'opera sua perché se colui corretto si sdegna, e non vuole recitare,
gli
altri Compagni restano in secco, e la Compagnia,
ò la pongo qui al fine dopo le brevi Risposte date brevemente da me a
gli
altri Dubbi proposti, e risoluti in alcuni Capi,
cciocché tali Compositori col modo loro di dire, non ite intentassero
gli
uomini, e come fiere li rendessero. Marco Giulio
nervos omnes virtutis, elidunt »2. Thom., rendono molli, e effeminati
gli
animi nostri, e tagliano tutti i nervi della virt
oeta; perché s’era mostrato Compositor impudico, componendo l’Arte de
gli
impudichi amori. Di questi cosi fatti Compositori
2. cap. 2. delle oscene Tragedie; la quale si può anche usare contro
gli
Scrittori moderni delle oscene Commedie, e altre
ra Cattolici dell’Italia, che non ha fatto Lutero co’, suoi Libri tra
gli
Eretici della; Germania, e senza aspettar altra r
e, di sua Santità si trovava ragionando un giorno col Signor Guarini,
gli
fece una caritativa, e amorevole correzione, dice
giorno m’incontrai in un di questi Libri, nel quale un Poeta scriveva
gli
amori di certa Signora principale di Spagna, tenu
istoria, e della buona fama di quella Signora, non s’accordavano bene
gli
amori, e leggerezze, che fingeva nella, sua favol
ervare la sua riputazione, porre al principio della sua Commedia, che
gli
amori, che in quella trattava, non erano veri, ma
fu in buon linguaggio dirci, che l’attrattiva della sua favola erano
gli
amori vani, che fingeva. Questo è il zuccaro, che
somiglianti Libri? E quanto orrore di pene aspettano nell’altra vita
gli
Autori di sante, rovine? Non si spaventi V. S. pe
no, nomato Achille, il quale fu di poca stima, e riputazione appresso
gli
antichi per essersi dilettato di essere uno di qu
ggio, attaccando loro gravissime infamie di sporchissima vita. Che se
gli
antichi Greci, e Latini Poeti trattarono i loro D
atte preda del peccato, e de Demonio. Nota terza. Operarono malamente
gli
Ateniesi Scrittori, quando nelle Tragedie loro in
ocumenti, e le sue stragi sono maggior di quelle, che già cagionavano
gli
Stregoni, e i Malefici scellerati, i Tiranni crud
iegare, che questi Compositori sono più nocivi, che i Fabbricatori de
gli
Idoli: perché, « Illi, qui Deorum signa fundebant
iù d’ogni lenon sozzi Poeti, E pubblica la vostra ruffiania; La dove
gli
altri almen giocan segreti. Anzi quella di voi ta
bri d’inganni, Rispondo, che ne menton per la gola. Che per me canta
gli
amorosi affanni, Serba lo stil, che dinanzi usar
campo della Chiesa ha seminato il Demonio con gran vigilanza, mentre
gli
uomini stavano dormendo e trascurando: e è cresci
emenza de’ Libri spirituali, e pii: tanto prostrato sta l’appetito de
gli
uomini mondani. Questo è il Calice di Babilonia,
rdandosi con spirito profetico, che avevano da venir tempi, ne’ quali
gli
uomini chiudessero le loro orecchie alle sincere
se contra i buoni, e Cristiani costumi. Con ciò sia che essendo tanto
gli
uni, quanto gli altri, usciti dalla stessa scuola
i, e Cristiani costumi. Con ciò sia che essendo tanto gli uni, quanto
gli
altri, usciti dalla stessa scuola, composti dall’
lorisconoby queste immagini; acciocché compariscano, e vengano bene a
gli
occhi. Questo è il miele, o per meglio dire, il t
pensieri, e nell’opere: di modo che merita più tosto di conversar con
gli
animali immondi che con gli uomini Cristiani. Ins
odo che merita più tosto di conversar con gli animali immondi che con
gli
uomini Cristiani. Insomma per conchiuderlabz, per
a poco ogni bene, e particolarmente la riverenza verso Iddio, e verso
gli
uomini ancora. Questo Autore in un altro luogo di
e aggiunge l’addotto scrittore. Nota settima. Si continua a mostrar
gli
effetti, che fanno le Composizioni, e i Libri osc
imoli di lascivia: portano in fronte titoli di Grandi, al cui nome da
gli
Autori furono consacrati; e con ciò vanno tanto p
te deplorando, ne sono ormai piene le case, le librarie, le tavole, e
gli
scrigni. Questi sono quelli, che nelle strade, ne
salute loro. E quello, che è degno di maggior compassione è che sino
gli
stessi giovinetti, e giovinette, che appena sanno
emminili fattezze, che non aiutano, ma scemano la fortezza? Che altro
gli
Scenici, o letti sù le carte, o sentiti sù i palc
uoco infernale, e se non s’opprime tosto, diventerà fiamma, e brucerà
gli
onesti costumi di tutta una Città. Narra il lodat
Amico, e attendi al negozio della tua salute. Come se dicesse. Lascia
gli
studi vani alle persone vane; e li favolosi amori
nto siano perniciosi somiglianti Libri, e quanto siano abominevoli ne
gli
occhi di Dio; poiché anche in questa vita castiga
o sermoneggiando, nella sacra funzione del Santissimo Rosario, esortò
gli
Auditori·a fuggire con diligenza la lezione de’ L
n una sua sorella secolare. Ella trovando in casa Amadis di Gaula con
gli
altri Libri di quella fatta, cominciò a leggere c
subito vestita e essa sin d’ora alzatasi, come poté, sul letto, girò
gli
occhi infiammò il viso, sciolse la lingua, alzò l
immaginarsi. Certo che un Auditore, da cui io l’ho saputo, retto con
gli
altri tutti molto atterrito all’udire il racconto
va i buoni, e modesti Poeti, tanto vitupera, e dissuade alla gioventù
gli
inonesti, e malvagi. Scrive un moderno Teologo pe
onio: e che se queste sostentano le membra, e la carne del Demonio, e
gli
danno occasione di diventare peggiori. « Fistulæ.
che di più i loro tiri no fossero di bolbarde: queste, anzi rovinano
gli
eserciti interi, che diano la morte a un soldato
mo effetto, cagionato da questa Lezione de’ Libri disonesti; è ferire
gli
animi degl’Innocenti, cioè di quelli, i quali mai
negligentia cladem inserat. » lib. I ep. 63 Segue Nigrone a numerare
gli
effetti cattivi cagionati dalla Lezione de’ Libri
mi che per lo pregio di vergine onesta gareggiavano in candidezza con
gli
Angeli, bevuto dalla tazza d’oro dell’impudica Po
ocare. » Nota duodecima. Della Seconda Ragione. Luciano avvisa, che
gli
Uomini dotti gustano di Libri tali, « ut non magn
solo in que’ fiori, da quali possono ricevere giovamento, e lasciano
gli
altri. » E così merita censura, chi si sente dell
egislatoriapud Possevin. Pag. 111. A. si fervono de’ Poeti; acciocché
gli
animi de’ Giovani, allettati dalla poetica dolcez
»In Niceta l. 1. c. 5. n. 2. In quel punto di morte il Diavolo dirà a
gli
Spiriti maligni. Ecco ecco il nostro Scolaro, che
tanze, e allo studio nostro: ivi poniamolo in Cattedra; acciocché con
gli
altri suoi Compagni dannati legga contro Dio le s
io Politico leggendo Omero, giunse all’esplicazione, con che dichiara
gli
Amori de’ Dei, subito stimò perniciosa quella Lez
o legga brutte sentenze, e parole tanto impure quanto sono quelle che
gli
Scrittori molto disonesti usano ne’ loro Componim
Di V. P. Umil servo nel Sig. D. Mare’Antonio Sanseverino. Credo, che
gli
Scrittori impudichi nel passo della loro morte av
Marino, se prima con vera penitenza non avranno soddisfatto a Dio per
gli
errori commessi; altrimenti meriteranno, che di l
di vittima nelle fiamme, l’affetto con una certa forza di Compassione
gli
fermò la mano, ricordandogli la lunghezza, e fred
grandemente, per non essere particella veruna in quell’Opera, che non
gli
costasse parte della vita; la pubblica aspettazio
brama del Mondo desideroso di vederla; lo splendor della gloria, che
gli
veniva promessa da un Libro degno di plauso unive
a di poetizzare. Questo fu un moltiplicato incantesimo, che più volte
gli
ritenne la mano, rese stupido il braccio, e cangi
segno di tenerlo nel cuore, lo baciò, quasi assicurandolo di pace; e
gli
promise la bella luce della Stampa in vece del vo
n pessimo Libro, che mostra in atto di gettarlo nelle fiamme: e forse
gli
pare impresa men difficile il primo Spettacolo, c
ti delle anime. Perché l’esperienza insegna, e i Savi lo scrivono che
gli
Uomini tali diventano, quali sono i Libri, che le
a se stesse assai chiare, e vere appariscono, l’autorità de’ Santi, e
gli
esempi degli Antichi, loro maggior autorità danno
o i Curati dire loro, come Prospero antico, e Santo Dottore, dice che
gli
antichi, come buoni zelanti della salute delle an
, come buoni zelanti della salute delle anime, e de’ buoni costumi de
gli
uomini, ordinarono, che niun Giovane leggesse il
et veloculis carere, quam illis tam male uti. » O che abuso, impiegar
gli
occhi, dati per servire al Creatore, nell’offese
to cantarono cose amatorie: l’istituto loro è scellerato, e alieno da
gli
studi virtuosi, e onesti: che se per avventura es
pria spada. Aggiungo. I Santi Padri, e i Virtuosi Dottori non lessero
gli
osceni Poeti, se non per necessità, o per zelante
vvisa questo Poeta, che non si tocchino, e molto più, che non leggano
gli
amorosi Componimenti de’ Poeti, che scrissero con
Sacchino. Un Poeta gentile, e disonesto comanda, che non si tocchino
gli
Scrittori di Poesie impure: e i Giovani Cristiani
olta il Diavolo fece l’ufficio di Predicatore e esortò gagliardamente
gli
Ascoltanti all’esercizio delle vere Virtù; accioc
loro peccati, e non avessero la scusa di dar la colpa al Diavolo, che
gli
avesse sollecitati al peccare, e ingannati. Un no
om. reg. 8. pag. 281. 282.. Cioè, tutti i Dottori antichi sono contro
gli
osceni Libri, e li detestano a gara, proponendo a
ono contro gli osceni Libri, e li detestano a gara, proponendo avanti
gli
occhi de’ Fedeli i danni, o i pericoli, o pure la
egnando a’ Giovanetti il modo di prendere utilità da Libri de’ Poeti,
gli
avvisa, che non leggano quelli, « qui stupra, adu
i stupra, adulteria, et obscenos amores Deorum cantant », che cantano
gli
stupri, gli adulteri, e gli impudichi amori de’fa
ulteria, et obscenos amores Deorum cantant », che cantano gli stupri,
gli
adulteri, e gli impudichi amori de’falsi Dei. S.
enos amores Deorum cantant », che cantano gli stupri, gli adulteri, e
gli
impudichi amori de’falsi Dei. S. Girolamo riprend
l Tridentino meritamente con la forza di severe Leggi hanno levato da
gli
occhi, e dalle mani de’ Fedeli questi impudichi L
iciosissimi Lenoni; poiché con libera fronte, e lenza vergogna levano
gli
animi dallo stato dell’onestà con la forza dell’i
e lo Scrittore, diligentissimo fu nella custodia de’ sensi; non fissò
gli
occhi nel viso di Donna, o Giovanetto. Non lesse
bbero consumar il tempo in cose sciocche, massimamente che vedendogli
gli
altri Uomini, e più quelli, che alla nostra Fede
Leta vieta la lettura di qualche Libro sacro; come pur fatto avevano
gli
antichi Ebrei della Cantica, solo perché sotto qu
? » E usando frequentemente co’ lascivi di poter esser casti? Adunque
gli
oggetti sensibili e turpi cambiando a cenni di co
re un’intenta Lezione turpe, che non per l’orecchie solamente, ma per
gli
occhi eziandio penetra nell’anima, e rappresenta
Idolatria del suo campo. E il Re Iosia discese il Serpente di bronzo,
gli
Altari, i Tempi, e i Boschi de gl’Idoli, quantunq
non vuole essere attossicato dalla velenosa Lettura de’Libri infami,
gli
lasci affatto. Dunque il primo rimedio contro il
. E a questo mirò il P. Famiano Strada, declamando più volte appresso
gli
Uditori suoi. « In eo laborabo, dice in un luogo,
ia. Il Filosofo nella Politica dice chiaro delle Pitture, scene, e de
gli
atti impuri, che si proibisca di mirarli. Or che
tico dice, che Dio è la cagione di tutti i peccati; e che egli sforza
gli
Uomini a commetterli, io stimai, essere meglio, n
no i Libri lascivi che pervertono i costumi degli Innocenti, e aprono
gli
occhi alle leggerezze. E così il Servitore, o Ser
La terza, che tali Libri impuri si possono permettere per promuovere
gli
studi di Umanità a que’ virtuosi, e provetti Pers
ligiosi, che senza necessità, e senza altro giusto titolo attendono a
gli
studi profani, dice il P. Giacomo AlvarezDe Vita
mente quelli, che solo li toccheranno, acciocché non restino impediti
gli
studi delle sacre lettere, e la purità religiosa
um, et in detestationem errorum », dice il medesimo, e per abominare,
gli
Autori disonesti, e per detestare i loro impudich
si scelgano solo le Operette sue oneste; per atto di esempio, le Ode,
gli
Epigrammi, e altre, che non hanno alcuna oscenità
one, e lo leggeva molte volte. Di che rideansi i Servitori di casa, e
gli
domandavano. Hamete che leggi tu ivi? E egli risp
Cristiano. A questi Casi del Granata aggiungo io quest’altro. Intesi
gli
anni passati con mio gusto, che da una virtuosa p
uali puoi con gusto, e frutto trattenerti? Se tu vuoi Historie, leggi
gli
Annali del Mondo, e della S. Chiesa: le Cronache
ianti altre sciocche dicerie, finzioni, favole, sogni, paradossi, che
gli
Uomini senza giudizio, e senza timor di Dio ammir
resa di Troia, i giri di Enea, i lamenti di Didone, le, genealogie de
gli
Dei, gli adulteri, e gli omicidi loro? Che utilit
roia, i giri di Enea, i lamenti di Didone, le, genealogie de gli Dei,
gli
adulteri, e gli omicidi loro? Che utilità ponno r
Enea, i lamenti di Didone, le, genealogie de gli Dei, gli adulteri, e
gli
omicidi loro? Che utilità ponno recarti gli Orlan
gli Dei, gli adulteri, e gli omicidi loro? Che utilità ponno recarti
gli
Orlandi, i Rinaldi, i Rodomonti, i Cavalieri erra
pudica, e virtuosa, tiene lontano Satanasso dalla sua casa; e fa, che
gli
manchi il luogo d’apportar la morte spirituale al
insegna, e che con ragione si stabilì già pena contro coloro, che su
gli
occhi de’ Riguardanti avessero posto una figura p
giovevole alla ricuperazione della desiderata sanità. Ma che citiamo
gli
Antichi? Lasciamo tutti, e lasciamo anche i Moder
ar la casa con diletto un suo ben coltivato campetto, la vista di cui
gli
era impedita dalla selva frapposta, e dal frappos
poi, che a Componimenti di solo diletto aggiungono le burle oscene, e
gli
scherzi impudichi, usando o parole poco modeste,
volte hanno preparati i veleni per la morte alle anime, ora preparano
gli
antidoti per la salute delle medesime. Que’ Poeti
utti i Moderni Accademici, tutti i Professori di belle Lettere, tutti
gli
Ingegnosi Poeti, e Prosatori, quanto volentieri p
t divina. » 2. Signori provocate di recuperare, per quanto potete, da
gli
Amici, e da altri, tutte l’Opere vostre oscene, c
Iddio volle, che rimanesse a’posteri un chiaro segno, che molto grate
gli
erano state le fatiche impiegate nel condurre l’O
spiriti nostro è congiunto col corpo; onde per diritto di ragione se
gli
deve concedere qualche corporale sollazzo, e qual
te ripe, cagiona, che le sue onde, divenute altiere sdegnano i ponti,
gli
argini, i ripari, quasi risolute di avanzarsi nel
alatino era solito di dire, che i Giovani forniti di vera modestia, e
gli
Uomini di virtuosa mortificazione non se ne vanno
te. E quei, che dopo la Tornata tutta spirituale, e fruttuosa, e dopo
gli
esercizi santi di Congregazione vanno mendicando
vegliare, potrà consolarsi con qualche domestica ricreazione, quanto
gli
parerà. In oltre non si può tacere, che quella ri
te volte dà nelle scartate della dissoluzione: non per tutto vigilano
gli
Arghi con cent’occhi: i Destrieri anche domati ha
casione di fare, e di moltiplicare molti peccati, e a’ Recitanti, e a
gli
Ascoltanti. Forse io parerò a tal’uno di dire cos
vi condussero le Figliuole che si dovevano monacare; quando ecco tra
gli
Uditori certi Giovani, troppo liberi di lingua, c
nsolazione, il quale, se non è ben corretto; fa comparir scorretti, e
gli
Attori suoi, e anche gli Uditori. Nota terza. D
non è ben corretto; fa comparir scorretti, e gli Attori suoi, e anche
gli
Uditori. Nota terza. Della Terza Ragione, cioèA
dicendo, che se ne sia fatta qualcuna in altro tempo. L’occasione de
gli
errori, fatti altre volte, non è patente, per far
a virtù, e santa vita. Molte cose da molti si fanno, che non sono per
gli
altri Catoniani Precetti, né Platoniche Istruzion
Quinta Ragione, cioè I Chierici, e i Convittori del Seminario Romano,
gli
Alunni d’altri Collegi, e i Giovani delle Congreg
esco porge occasione alla Gioventù di bramar qualche intermissione da
gli
studi, e qualche onesta, e gioconda ricreazione;
ivano, inconvenienti, e i Comici abituati all’oscenità, non serbavano
gli
ordini prescritti loro da’ Superiori circa la mod
si fa una sola Azione da tutto il Seminario, nella quale intervengano
gli
Attori presi da diverse Camerate: ma per lo più;
, è di voler chieder perdono al Padre; e che incontrandosi in quello,
gli
si getti a’ piedi, e dopo l’ aver sospirato a cap
o l’ aver sospirato a capo chino, si rivolga pietoso verso quello con
gli
occhi colmi di lacrime, e dica in fioca voce. Pad
nti, e fanno colpo fin in que’capi sventati, che non vogliono sentire
gli
spirituali discorsi; poiché si trovano ridotti al
nviene loro piangere, non potendo fare resistenza alla sinderesi, che
gli
violenta: e molte volte in simili luoghi alcun fa
e ad effetto; poiché in ogni luogo opera il Cielo: e perciò dico, che
gli
altri trattenimenti sono inferiori alla Commedia;
icatore, figliuolo di un valente Comico, affermando, che alcune volte
gli
era stato ordinato da’ suoi Superiori, che recita
are disciplina punto non perda del suo vigore. L’osservanza non scema
gli
eserciti, né gli squadroni; ma li rende più forti
nto non perda del suo vigore. L’osservanza non scema gli eserciti, né
gli
squadroni; ma li rende più forti e li dispone più
queste misure, credo che si possa nomare con S. Basilio perniciosa a
gli
altri Fratelli. « Qui huismodi est, huius convers
« siquidem exemplo suo a suscepta certamine ceteros abducit » rimuove
gli
altri con l’esempio suo all’onorato, e preso cert
pure. Pag.1 N. 2. 3. e 4. Si portano molti altri, che scrivono contro
gli
osceni compositori. Pag. 4. sino alla pag. 19. N.
no le Composizioni, e i Libri osceni. 23. N. 7. Si continua a mostrar
gli
effetti, che fanno. 29. N. 8. Segue lo stesso. 32
5. Della 5. Ragione. I Chierici, e i Convittori del Seminario Romano,
gli
Alunni d’altri Collegi, e i Giovani della Congreg