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1 (1649) Della Cristiana Moderazione del Teatro. La soluzione dei nodi pp. -
utti per mezzo tuo impetriamo una scintilla del celeste fuoco, d’onde gli affetti nostri siano accesi, e arsi in modo, che,
o. 202. P. 1. Se i Padri, e i Dottori antichi, che scrivessero contro gli antichi Spettacoli, si devono allegare contro le
ne con le Commedie, perché tanti Autori li riprendono. 231. P. 12. Se gli Scrittori non condannano molte Arti più infruttuo
6. P. 14. Di quello, che possiamo giudicare di certi Casi spiegati da gli Autori contro i Commedianti Osceni. 240. Primo Ca
e 83. Pochi vi vanno per imparare 87. Se tutti pecchino 106. 107. Non gli ultimi 108.   B Ballarini della notte di Carneva
essore levi l’ignoranza al Penitente 126. Alcuni Confessori assolvono gli Spettatori delle Commedie oscene 75. 76. Molti no
osceni 256. Cosimo Medici giocò per ricreazione 3. Cratone vituperava gli spettacoli 210. D Decreto fatto in Palermo contro
ti contro le Commedie oscene 124. Sempre l’hanno biasimata 202. Anche gli antichi hanno scritte contro le oscenità 203. I m
utto il suo tempo in servizio di Dio  : ma seppur è concedutop ; o se gli è lecito in qualche ora della sua vita, sottrarsi
iserva scrivono sempre condizionatamente, e parlano. I quali, esclusi gli illeciti modi di rappresentare, hanno poscia most
non cura bene spesso le cadute vergognose, e rovinose. Ma che ora tra gli splendori della luminosa Cristianità non pochi si
oli difensori de’ vizi, e che dicessero, potersi esercitare, e vedere gli spettacoli per onesta ricreazione; e che era tant
ancora dal Casani Appresso il Franc. Par. 3. del Giov. Chr., condanna gli Istrioni, che usano fatti, e detti osceni; benché
he devono essere onesti, « sint honesti ». E quindi inserisco: dunque gli osceni non sono leciti, né permissibili; perché s
ue si possono permettere, massimamente per i Giovani? È pur vero, che gli stessi Giovani, e lo nota il Casano, e lo sanno i
e Azioni dunque non sono tollerabili, né si devono chiamar giochi per gli uomini, ma, come ho detto giochi per i Diavoli; p
m evertetis; omnem pestem extinguetis. hom. 38. in Mat. » Con levare gli osceni giochi Teatrali, leverete l’iniquità, e es
est oblectatio sed pernicies ho. De David, et Saul. ». Ciò, che ivi gli Attori fanno giocando, e dilettando, è in sostanz
anzi le castigano, come perniciose, e fanno invigilare diligentemente gli Ufficiali, acciocchéaa non seguano scandali con d
men non est in rebus, sed in usu agentis », dice S. Bernardo. E forse gli Istrioni, come nota il Casanide introd. Domo c. 5
ctacula? Fateris permissa Spectacula  ? Fateris mala. » Si permettono gli impuri postriboli, e che vi vadano i lascivi: dun
uone, ma per le cattive la permissione. Voi confessate, si permettono gli Spettacoli? Dunque confessate, che sono cosa mala
ni? Sì: ma non si concede alcuna prescrizione ai mali. Gli adulteri e gli spergiuri sono cosa rea, e nondimeno ve ne sono s
concupisces », poiché dice, che le disonestà teatrali fanno adulteri gli Spettatori. Tertulliano ancora si servì anticamen
i verunaal osservazione. È vero, che nella sacra Scrittura si narrano gli amori della Cantica; e si riferiscono alcune cose
e chi narra cose poco modeste, usi poche parole, e tali, che ritirino gli animi delle oscenità; e si persuada, che meglio è
tri, o pure vien supposto fatto altrove fuori della scena, e lungi da gli occhi, e dall’orecchie degli Spettatori. Ora non
credo, che con questo modo tanto corretto, e moderato procederebbero gli osceni Comici del nostro tempo; imperochear si ve
ioni sacre non è per ordinario probabile pericolo di scandalo; perché gli Spettatori hanno abominazione contro quelle vizio
no bisogno di una buona, e ben regolata moderazione dei Superiori. Ma gli Attori di cose sacre sogliono essere o Gentiluomi
si purgherebbe abbastanza appresso un Gentiluomo quel Ciarlatano, che gli dicesse. Signore datevi una, o più ferite mortali
conclusione di un matrimonio può esser buona ragione di credere, che gli affetti degli Sposi, se erano prima illeciti, e p
vede la maritale conclusione di due Amanti; vede, e vedendo beve con gli occhi nuovo ardore onde si può accomodare a lui l
de guadagnò molto in quelle Città, e dalla pratica sua impararono poi gli Spagnoli a fare le Commedie all’uso Hispano, che
iletto co’ suoi graziosi motti, e recitamenti privi di oscenità, cosi gli Spagnuoli impararono a fare Commedie modeste, e n
e pratico di Spagna a fine, che non tollerare le oscenità del teatro, gli diede occasione di rispondermi. È vero, che Filip
uovo si facessero l’Azioni teatrali, ma senza veruna oscenità; e così gli Attori, e Comici cominciarono a fare solamente Ra
colo dicendo. Non si può negare, che l’udire que’ discorsi non ecciti gli affetti, e la persona non si senta affezionare a
apo, che il volere annientarle, sarebbe un voler pugnare contro tutti gli abitanti, e far scioglier la lingua sino allo ste
le introduce il suo Filologo, che armato di giustissimo sdegno contro gli osceni Istrioni, e loro spettacoli tuona, e fulmi
vi sparse i suoi odori la soavissima Rosa della virtù ; dopo i quali gli uomini tristi riceverono quelle teatrali vanità;
popoli con la novità; alla quale si aggiunge di più la rarità perché gli Spettacoli della Scena non si veggono tutto dì, e
onforme alla necessità del suo Personaggio. Quelli, che rappresentano gli Amanti, e le Donne, studiano storie, favole, rime
anno ridere, non fanno ridere per laudare il vizio, né col descrivere gli errori con voci scene; ma per l’artificio degli e
ime astuzie, e pronte risposte; il secondo dalle sciocche balordarie: gli Arlecchini dalle cascate; i Covielli dalle smorfi
che i valenti Recitanti per più dilettare, eccitano di maniera in se gli affetti, che paiono mostrar cose vere, non rappre
’onestà, qual suol avere per guiderdonebi un isgridamentobj dietro da gli uditori galantuomini. Io al commento di questo Co
che però addolcisce molto l’esca della Commedia, per allettar infino gli svogliati. Nota sesta Dell'Interesse Economico.
a. Ma io nel presente Dubbio discorro con questa forma. E’ vero, che gli Scrittori, i Predicatori, e le persone zelanti, e
e Commedie mercenarie, e tacciono di quelle, che sono fatte gratis da gli Accademici, o da altri; forse perché quelle si fa
e le dicano a loro modo, e capriccio, e con quegli equivoci, che più gli garbeggiano; e ciò segue, perché dicono molte cos
o, che satiriggando contro il Carnevale scrisse. « Le Verginelle poi gli uomini pazzi Mandan palese, e senza veli, e bende
el brutto negozio, e con la Commedia conclude quel negoziato, che poi gli bisogna cangiar in Tragedia, o penitenziale, o In
l male in vece del bene; e non correggono dal Vizio i semplici, ma ve gli ammaestrano, e addottorano perché la pubblica Rap
ca Rappresentazione del Vizio, fatta senza la debita Moderazione,e su gli occhi di persone deboli di spirito, non è sferza,
r utilità, e poi partoriscono grave danno: tali sono i Compositori, e gli Attori delle Commedie oscene: sono ingannati dal
rive. E quando vi è il Vizio, viene castigato; le Ruffianarie punite; gli Amori conditi con buone sentenze, e poi onestati
moderazioni nel modo necessario, onde non fanno migliori, ma peggiori gli Ascoltanti. Di più dico, che non si deve, né si p
trame in quel capo 16. ma io credo, che non si accettino per buone da gli uomini dotti in riguardo delle comiche oscenità;
nti loro le bruttezze? Ohimè qual magistero è questo, proporre avanti gli occhi i Vizi con gran diletto, acciocché\ tu amma
rre avanti gli occhi i Vizi con gran diletto, acciocché\ tu ammaestri gli Spettatori alla Virtù? Mentre per mezzo degli Adu
etrici, i Servi Lenoni, i Coniugati infedeli, le Fanciulle impudiche, gli Uomini Adulteri, e i Giovani diventeranno sfrenat
hi, sono esortati i buoni, sono avvisati i cattivi, e sono spaventati gli ostinati, sacrileghi, e perversi. Tu stimi di far
ni amino l’aspro cammino della Virtù, mentre proponi loro i lenocini, gli amori, e gli allettamenti della carne? Tu credi,
pro cammino della Virtù, mentre proponi loro i lenocini, gli amori, e gli allettamenti della carne? Tu credi, che i Fanciul
que le Commedie non correggono dal male, né rendono perfetti nel bene gli Auditori. Beltrame nel c. 37. risponde a questa q
da che segue, che la Commedia è lecita a loro per la Moderazione; e a gli Ascoltanti è gradita per lo diletto: e a tutti è
castigati, o almeno ridotti a termini prescritti da S. Tommaso, e da gli altri Dottori, secondo la Cristiana, e necessaria
e, che l’Opera è molto male operata per l’immodestia; onde ella rende gli Attori operatori di cose indegne, e gli Spettator
l’immodestia; onde ella rende gli Attori operatori di cose indegne, e gli Spettatori colpevoli di viziosa cooperazione; e i
r ragione del secondo Capo. Capo Secondo Delle Difficoltà prese da gli Spettatori. San BernardoSerm. 28. in Cant. con
e Penitente; il quale tosto lo fece cercare, e trovato, e venuto a se gli disse con affetto pietoso: « Padre perché m’abban
quel vero, e comune principio. « Actus humani specificantur a fine », gli atti umani prendono la loro qualità, specie, e na
bene deve si prendere dalle buone, cioè oneste Rappresentazioni, e da gli onesti Recitanti, e non dalle disonestà, che senz
indirizzata al nocumento; e come le Commedie rappresentano vivamente gli umani costumi; così Comici tristi sono vivacissim
sitezza, e con tanti fruttuosi avvenimenti, che la perdita del denaro gli servì per acquisto di lui medesimo: posciachè ved
edendo Orazio fallito, spogliato, in disgrazia del Padre, aborrito da gli Amici, fuggito da tutti, e in fine vituperato da
asse il dominio al depravato senso, il quale mortificato anch’egli da gli accidenti, che in Scena vide comparire, comportò
timento, ad imitazione del Padre di Orazio, con gran copia di lacrime gli restituì la sua grazia. Onde il Sig. Cavalier del
. Levinsi pure alle Commedie le materie inoneste, le parole oscene, e gli atti schifi, che io vi costituisco il Comico in u
imitazione. Vero è, che i Commedianti poco modesti usano spesse volte gli Argomenti, e le tracce delle modeste, e buone Com
o modo. Le Città, Castelli o Terre, ove non vanno i Comici a ricreare gli Spettatori con le Azioni oscene, non hanno i loro
maggior peccati. Beltrame al c. 34. dice. Se, dove non sono Commedie, gli uomini fossero più continenti, io mi sottoscriver
di quel Critico: ma tutto il Mondo è paese; e più differenza vi è tra gli uomini, e le donne nel parlare, e nel vestire, ch
elli Terre, e tutto il Mondo ha molti peccati, e molto gravi: e anche gli avrebbe senza le Commedie oscene: come in fatti g
to gravi: e anche gli avrebbe senza le Commedie oscene: come in fatti gli ebbe, avanti che per malvagità del Demonio si usa
fatti gli ebbe, avanti che per malvagità del Demonio si usassero tra gli uomini gli Spettacoli, i quali sono chiamati da T
ebbe, avanti che per malvagità del Demonio si usassero tra gli uomini gli Spettacoli, i quali sono chiamati da TertullianoD
pensieri. Oltre che quelle oscenità rappresentate, vedute, e udite da gli Spettatori, cagionano loro molti peccati anche do
ili alle Città ordinarie; onde elle non poco si avvilirebbero. Eppure gli altissimi Pini, e i grandi, e nobilissimi Cedri,
, non nel dar ricetto guadagno a persone vili, e Teatrali, quali sono gli osceni, e Mercenari; Commedianti; ma nelle perfet
adini rende magnifica, grande, e principale una Città, ma la Virtù de gli , abitanti; per cagione della quale la solitudine
nano, lo tolga affatto, e saviamente privi di un gusto molto illecito gli Spettatori. So, che molte Città Cristiane sono li
mente; onde resti il piacer del Banco, e del Teatro godibile da tutti gli onorati, e cristiani Spettatori. Voglio raccontar
i Comici non erano più tenuti infami: anzi potevano godere l’onore de gli offici pubblici con accrescimento di stima, e di
e privi, e liberi da quella brutta macchia d’infamia, che fino allora gli aveva bruttamente vituperati. Pubblicato quest’or
vi si troverà, né si potrà partire, imiti l’antico Alipio, chiudendo gli occhi; acciocché così mantenga illeso se stesso;
é così mantenga illeso se stesso; e, per quanto può, faccia avvertiti gli altri col suo esempio. Aggiungo. Se uno fosse inv
? No certo secondo il mio sentire. Ma da chi non è saputo, che contro gli Spettatori delle Commedie oscene i diabolici Bomb
razione, a chi fin ora poco scrupolo si è fatto d’invitar liberamente gli Amici alla frequenza del Teatro poco modesto. È p
asta essere lecitamente Spettatore delle Commedie oscene. Molti sono gli Amici, e i Compagni; ma l’Amico, e Compagno singo
ttrina, di S. Tommaso, più si devono amar i congiunti nel sangue, che gli altri congiunti d’amicizia o d’altra guisa. Rispo
ne volte: poi alzatosi disse con gravità. Se quel Gallo canta più, io gli farò tirare il collo. E certo il Gallo subito si
poca stima dello spirito suo, deve con ogni diligenza impedire, prima gli scandalosi inconvenienti, che nascono dalle Comic
o ad esempio, e non ci lasciamo convincere dalla ragione; ma tirar da gli usi. Se pochi facessero ciò, che noi pretendano d
ci asterremmo da imitargli: ma se molti hanno cominciato a farlo, non gli seguiamo, non considerando, se la cosa sia onesta
la quale stimava di potersi molto ben giustificare, andando a vedere gli Spettacoli disonesti, con dire. Io non vi vado se
la miri separatamente solo, senza compagno; e quando vedi, che tutti gli altri s’accompagnano teco nel rimirarla? Quasi vo
voglia dire. Tu t’inganni; perché, o solo, o non solo, che tu vada a gli Spettacoli disonesti, sempre ti fai reo con andar
lmente, perché sono il motivo cooperante al farsi l’Azione: andrò tra gli ultimi, quando già i Comici sono in tutto prepara
Spettatori:· la prima contiene i primi, che vanno al Teatro; l’altra gli ultimi, che pur vi vanno. Tutti i primi peccano m
oni di Hurtado in ristretto Italiano provano che non solo i primi, ma gli ultimi ancora, cioè tutti gli Spettatori delle Co
aliano provano che non solo i primi, ma gli ultimi ancora, cioè tutti gli Spettatori delle Commedie del nostro tempo, pecca
tori delle Commedie del nostro tempo, peccano mortalmente; perché con gli stipendi loro sono alimentati uomini tanto pessim
ad udire quelle cose, che i Comici non farebbero senza la presenza de gli Auditori. Ma dirai; soggiunge egli, Pietro, per a
che compiscono il numero sufficiente alla Rappresentazione; ma anche gli ultimi, che sopravengono; perché il peccato è att
ooperante, e per conseguenza pecca, benché trovi, ovvero presupponga, gli Spettatori preparatissimi insieme con i Comici al
ad restitutionem », non sarebbe tenuto a restituire, perché, essendo gli altri cooperatori pronti al dannificare, il danno
voti scoperti pubblicamente si elegge un Superiore in una Comunità  : gli Elettori con la maggior parte hanno eletto una pe
fluentes peccant mortaliter », i primi peccano mortalmente; ma ancora gli ultimi, « postrem idest post numerum sufficientem
are la sentenza de’ due allegati Teologi, forse potrebbe dire uno. Se gli Spettatori primi del numero sufficiente non avess
già resi, « paratos Histriones », preparati, e determinati i Comici; gli ultimi « facerent paratos », li preparerebbero: e
inem », li rendono più pronti, e più lievi ad operar il male: adunque gli ultimi ancora peccano mortalmente. Nel punto seg
, e oscenità della Commedia, vi vanno i primi, e pagano la mercede a’ gli Histrioni, che per innanzi non erano per se stess
ebbero il medesimo. Sin qui Diotallevi. Conforme alla dottrina di cui gli Spettatori ultimi, che vengono dopo il numero, co
e puoi senza scrupolo dar l’assenso alla pubblica fede, che dichiara gli Osceni Mercenari Commedianti per uomini scandalos
n parere avaro, o ignorante. Chi va per uso: chi va, perché vede, che gli altri vi vanno. Insomma cercate, e ricercate, che
agione precisa di fine, perché questo è estrinseco dell’azione, ma da gli oggetti loro, da’ quali ricevono l’essere specifi
edire, che non seguano inconvenienti di maggiore iniquità: e però non gli è lecita tal permissione; tuttoche si trovi più d
sto senso. La maggior parte di quelli, che a nostro tempo frequentano gli Spettacoli Teatrali osceni, mai, ovvero a pena, h
fossi reo di un gran peccato, componendo l’Operetta mia, per avvisare gli Spettatori del Teatro: e quasi che i fossi partec
ono; « nemo de ea non disputat; nemo non iudicat » : sì ancora perché gli stessi Comici più volte hanno trattato in Scena q
rto non avrebbero usato questo modo se non avessero sentito mormorare gli Auditori, e temere per verità. Se sia male, o no,
li Spettacoli osceni, e Teatrali. O miseria del nostro secolo, questo gli mancava, che gli Istrioni in scena facessero la p
eni, e Teatrali. O miseria del nostro secolo, questo gli mancava, che gli Istrioni in scena facessero la parte del Giudice
non sapranno quelli, che così non fanno? Questa ignoranza, che hanno gli Spettatori delle Commedie, sarà giusta, sarà inno
nnocente, sarà probabile? Non al sicuro: ma veramente, e come parlano gli Scolastici, sarà affettata, per peccare più liber
a è quella, la quale non si vuole direttamente, né indirettamente: ma gli Spettatori delle Commedie la vogliono, almeno ind
incolpabile mai si ritrova con un affetto grande di peccare. Adunque gli Spettatori delle Commedie del nostro tempo gravis
isare ciascuno degli Spettatori, né l’avviso è peccato alcuno; benché gli avvisati facciano ancora peggio, e pecchino più g
ere judicium. » Circa poi quel punto, che io pecchi, scrivendo contro gli Spettatori delle Teatrali Oscenità, dico, che mol
curano di far tal diligenza: e forse ancora disprezzano, e rifiutano gli avvisi e le dottrine, offerte loro dalle persone
enze. » Beltrame segue di dire altre cose, dopo le quali conclude che gli spassi, e le Commedie levano la malinconia a’ Gra
ha fatto per attendere al gioco, ma più tosto per la severità, e per gli studi più gravi, e maggiori. Consideri il detto d
 »Serm. de convers. c. 12. Che cosa recano al corpo, ovvero all’anima gli Spettacoli vani? Deh che sono una consolazione fr
a i fichi, e perché i servitori chiamati non corsero, se non dopo che gli ebbe mangiati tutti, rise tanto gagliardamente, c
vero spesse volte l’istrione finge qualche cosa, con la quale diletta gli Ascoltanti falsamente, ma se medesimo con verità.
di se stesso, che egli non acconsente a que’ pensieri disonesti, che gli nascono nella mente per rispetto delle vedute, e
hiere salva il legno fu da tutte le Fortune, e dagl’incontri di tutti gli scogli. Chi vuol salute, moderi tutti i suoi catt
egolarmente; qualche Predicatore di senso affatto contrario attesta a gli Auditori, che possono star presenti alle Mercenar
’ebbero la palma: e si fece un Decreto; e si continua a sottoscrivere gli Scenari; delle Commedie. Ma io dico a Beltrame, c
se bene è vero, non si doveva ricordare per difendere, o per favorire gli osceni Professori, i quali erano di scandalo nell
on provvisionebu di 6. scudi il giorno, oltre il pagamento, che fanno gli Spettatori, per entrare ad udire la Commedia, e o
sua Religione: e più persone principali, e gravi, e anche di comando, gli parlarono, acciocché non predicasse contro le cor
st; dum tempus habemus, operemur bonum? ». E chi si può gloriare, che gli avanzi tempo, dovendo far penitenza di tanti pecc
molti sono nel Mondo sfaccendati, e oziosi; i quali, come che variano gli umori, e ne’ gusti, variano parimente nel procacc
e. Ridico, scrive Beltramecap. 27., che il Mondo è vario, e vari sono gli umori: e a variati gusti si vogliono variate cose
ono permettere, ma si possono lodare, e premiare; poiché vivono, come gli altri Artefici, col guadagno dell’Arte loro de’ q
s seria, et iocosa inter se conferebant. » lib. 10. Ivi si radunavano gli Amici a ragionar insieme di cose ferie, e di cose
ose allegre. Tutto questo pare a me convenga al luogo del Teatro, ove gli Attori convengono per dire, e gli Uditori per sen
e convenga al luogo del Teatro, ove gli Attori convengono per dire, e gli Uditori per sentire, « seria iocosa », cose di se
odono, o si veggono eccessi impuri, le Azioni diventano vituperose; e gli Attori si fanno rei di gravissimi peccati; per ca
lla quale viveva scontento sì perché un pratico, e vecchio Confessore gli aveva negata una volta per Pasqua l’assoluzione;
ì anche perché vedeva le spesse disgrazie, nelle quali s’incontravano gli osceni Commedianti pari suoi; ma ebbe difficoltà
sceni Commedianti pari suoi; ma ebbe difficoltà nel trovar da vivere: gli fu proposto di farsi lodato; ma ebbe timore di qu
Auditore virtuoso riceveva gran diletto dall’udirlo, e grandemente se gli affezionava. Credo, che tra moderni, e mercenari
pprova quel peccato, ma dissimulando li tollera; acciochè moderi cosi gli adulteri, gl’incesti, e altre sorti di bruttissim
el »Deut. 234. 17. : pure nel Cristianesimo sono ora molto più grandi gli aiuti per conservare la, Castità. Salviano loda m
ti, come molti Avvocati; né le questioni, come molti Criminalisti, né gli stati altrui, come molti Principi. Anzi il Comico
dall’udire oscenità, concepiscono molti pensieri impuri; e bevono con gli occhi, e con le orecchie l’acqua fangosa, e torbi
se i Teologi, i quali scrivono contro le Commedie oscene, condannano gli Spettatori, se non tutti, almeno molti, di peccat
ssione; o corre pericolo di far’ adirare qualche persona potente, che gli faccia oltraggio, danno grave, se tratta di lasci
ce il Comico osceno all’uso delle oscenità; né lo paga per questo, né gli si fa applauso; come forse fanno molti Spettatori
necessità, e l’Amor proprio è un malizioso Stregone, che fa travedere gli oggetti molto diversi dalla realtà dell’esser lor
ogni suo interesse: e poi eseguisca diligentemente, e presto ciò, che gli sarà consigliato; o con rigore di dottrina bastev
con l’animo ben composto, e ordinato; facilmente si schermisce contro gli strali della bellezza femminile; mira illeso la D
arlano in Scena con loro Recitanti, non hanno tempo di girar con arte gli occhi, per far preda de’ cuori; che conviene loro
altrimenti non farà buona Comica; e però sa trovar il tempo di girar gli occhi per ferire, e per involar i cuori; né il do
al Recitante la impedisce, anzi l’aiuta; perché verso di lui o sfoga gli affetti, o nega i vezzi, secondo che giudica megl
namorate: ove una Donna in finestra se ne sta muta, parlando solo con gli occhi nel linguaggio d’Amore, e gli occhi senza l
se ne sta muta, parlando solo con gli occhi nel linguaggio d’Amore, e gli occhi senza le parole sono ambasciatori del cuore
fare pubblico mercato della sua pudicizia: non teme Dio, non rispetta gli uomini, altera nel guardo, procace nella favella,
ri leggeva le Favole de’ Poeti, quando, essendo fanciullo7. Aprilis., gli veniva comandato l’impararle; anzi riprendeva i s
solo i Libri nominatamente vietati con l’Indice di Pio IV. ma neanche gli altri Libri, che contengono cose brutte, e oscene
sua presenza quel luogo; e giunse in tempo, che il Maestro tratteneva gli Scolari in Scuola, dichiarando loro Terenzio, com
avviso di vivere costumato: la torcia consuma se stessa, illustrando gli altri col suo chiaro lume. Punto ottavo. Si pe
veduto il cadavere di un uomo: anzi più volte l’avete veduto: egli ha gli occhi, ma paiono di vetro; le orecchie, ma cadent
to a un freddo marmo. Ma quale comparisce egli, mentre è vivo? Mirate gli occhi vi sembrano scintille dell’anima; ne’ quali
e, or tutta si diffonde in delizie, or tutta si oscura in mestizia: e gli occhi insomma sono tali, che voi li potete con le
m. Né il Pontefice Massimo, né i Vescovi zelanti, e buoni, approvano gli eccessi Teatrali; anzi hanno caro, che i Predicat
» De arbit. Iudic, cas. 69. n. 64.. Da che io raccolgo, che i Papi, e gli altri Superiori Ecclesiastici non acconsentono al
ire. » Ovvero tollerando per qualche tempo dell’anno i Commedianti ne gli stati loro, devono fare le debite diligenze contr
Commedianti ne gli stati loro, devono fare le debite diligenze contro gli osceni: come ordina Platone; e come usavano gli a
bite diligenze contro gli osceni: come ordina Platone; e come usavano gli antichi savi Romani e come vuole la Ragione del b
e Commedie oscene: non per ciò segue, che non pecchino i Recitanti, e gli Spettatori: perché la tolleranza dell’inferiore,
forse per compiacere, chi tal grazia chiede: ed altre volte chiudono gli occhi, e lasciano scorrere, per non essere più im
che si doveva giudicar delle cose conforme alle Leggi, e non secondo gli esempi. « Legibus, non exemplis, est indicandum. 
alleviar le noie, per l’uso, per far correr il danaro, per mantenere gli esercizi, per operar cose da Principi pacifici, p
dalle necessarie gravezze, e dalle poche faccende spaventata; ove che gli spassi, e le Commedie levano la malinconia a’Gran
lio in Mystago. L. 4. c. 16. E io qui non devo tacere, che non tutti gli uomini di un Popolo gustano delle oscene Rapprese
a, e per lo zelo riguardevoli, i quali hanno gusto, che s’impediscano gli osceni Commedianti dal Recitamento; e aiutano a s
sive impiegavano. I Greci avevano in costume alcuni Giochi, e in modo gli stimavano, che con mirabile concorso della Nazion
concorso della Nazione erano celebrati. Questi Giochi furono i Piti, gli Olimpi; i Nemei, e gl’Istmi. E avvenga che fosser
meno a ricreazione ancora di que’ Popoli servivano. E particolarmente gli Ateniesi delle pubbliche ricreazioni furono tanto
ebbe Gioco; e recar diletto, e non fastidio, perché non ricreerebbero gli Spettacoli, ne’ quali necessariamente intravengon
parole di Crisostomo, che ce ne ritiriamo, e facciamo diligenza, che gli altri se ne ritirino; poiché tutto quello, che iv
ar le Commedie modeste, e lecite, non già le illecite, e oscene: Anzi gli stessi Comici sanno, che molte volte sono stati c
igati, e banditi da Venezia molti Compagni della loro Professione per gli eccessi commessi ne’ Teatrali Recitamenti delle l
? Infino Beltramecap. 26. Comico scrive a difesa de’ Superiori contro gli abusatori delle licenze in questo modo. Forse uno
Autori, che hanno scritto contro le Commedie oscene. La Guerra che gli Scrittori Cristiani sempre hanno fatto contro la
; e contro di loro vagliano i molti argomenti e le molte dottrine che gli antichi, e moderni Scrittori hanno pubblicato all
Punto primo. Se i Padri, e i Dottori antichi, che scrissero contro gli antichi Spettacoli si devono allegare contro le C
ro i Protettori delle moderne Commedie oscene si stimano forti contro gli argomenti, dottrine, e autorità degli antichi Pad
presentazioni de’ loro i tempi, le quali erano molto più disoneste; e gli Spettacoli gladiatori; e le cacce pericolose di m
a difficoltà rispondo solamente co’ seguenti. Autori, lasciando tutti gli altri, che forse avrà veduti, o può vedére l’erud
o Lettore. Il P. Ribadeneira dice. I Dottori non solamente riprendono gli Spettacoli, per essere stati anticamente institui
Rag. 109.. Leggansi i Dottori e si vedrà chiaro, che riprendono anche gli Spettacoli osceni, e burleschi. Il P. Teofilo Rai
e secoli antichi ma quasi di tutti i tempi. E io questa obiezione che gli Spettacoli antichi erano più disonesti: e che i P
gna delle Anime cattive, in pubblico rappresentate, facesse arrossire gli scostumati; e che per ciò s’emendassero. E Socrat
me, che nell’Italia risponde, al nome di Ruffiano. Subito lo fermano; gli sono intorno, dicono di voler comprare que’ pesci
oppie, doppioni, e altre monete con maraviglia, e con plauso di tutti gli Spettatori. Allora i Comici, che rappresentavano
ati scrive nella sua Repubblica, ove avvisa. Le Commedie, nelle quali gli Uominil. 7. c. 10. erano pubblicamente rappresent
e volte può giovare; questi è un Basilisco, che sempre uccide: e però gli Attori di lei, e i Protettori piangano per tempo
aragonato a quel Cratone di Luciano, che essendo Filosofo, vituperava gli Spettacoli, senza esserne mai stato Spettatore ne
ommedie, nella Supplica sua al cap. 17. pone questo titolo. Che tutti gli Autori, che hanno scritto contro le Commedie, non
Libri stampati da’ medesimi Commedianti intorno alle Commedie: lascio gli altri: solo ricordo i Discorsi del Cecchino, e la
ti Religiosi avevano pubblicamente ripreso le loro oscenità, mutarono gli argomenti, e gli proposero tutti spirituali; e di
ano pubblicamente ripreso le loro oscenità, mutarono gli argomenti, e gli proposero tutti spirituali; e di più fecero qualc
h dunque ogni Fedele si ritiri dall’impure Rappresentazioni, e pianga gli errori commessi per non se n’essere ritirato. « P
ti di Flegra non poterono arrivare; travagliarsi loro, per travagliar gli altri: voler innestare frutti, ove non si fa frut
ampai il Libro Terzo della Cristiana Moderazione del Teatro intorno a gli Spettatori delle Commedie poco modeste: ne capitò
a licenza degli Istrioni è giunta a segno, che non più, per allettare gli Auditori, studiano in trovare soggetti curiosi, e
n fuoco tale e così grande? Mentre così divisa nel suo pensiero; ecco gli comparisce un orrido Moro, che vedendolo subito a
andoci secondo il bisogno, ma cicalando, mormorando, e scandalizzando gli altri che ci miravano, E quando eravamo con amore
o fine sono stati composti tanti Libri e fatte tante prediche, contro gli Usurari, contro i Mormoratori, e contro ogni altr
ano lo stocco a favore de’ Commedianti osceni, e delle loro Commedie: gli altri vizi, e le persone viziose d’altra fatta, n
difensori, se non gentili, ovvero eretici, o pur cattolici infami, o gli stessi Diavoli: ma le oscenità Teatrali, e gli At
ur cattolici infami, o gli stessi Diavoli: ma le oscenità Teatrali, e gli Attori osceni sono protetti da’ difensori di qual
mente. Sesta, perché questo difetto pare meno scusabile, che non sono gli altri: poiché si commette più tosto per elezione,
pricciosa e erronea; o pure cerca di trovare qualche Consigliere, che gli favelli a gusto. « Peccator vitabit correptione e
uesto male si è; perché la malvagità del peccato si trova in molti, e gli rende cièchi alla Virtù, secondo quell’assioma di
ne tanto giusto, onesto., prudente, e buono; certo che nel riprendere gli osceni Commedianti, non mostra zelo indiscreto; e
x impenitentia Mater desperationis? » La sfacciataggine del Peccatore gli genera nel cuore tale impenitenza, che lo fa mori
sono quelli, che tirano l’audienza; quasi che per far piacere a loro, gli altri s’abbiano a morir di fame. Ma non avendo qu
rtezza de peccati:e perché certissimo si è, che nelle Commedie oscene gli osceni Comici commettono, e fanno commettere molt
usto, che si riceve nell’osceno Teatro. Trattarono già questa materia gli antichi Santi Padri, i Sacri Teologi,e altri Scri
cedere lume chiaro; e grazia efficacia a ciascuno, che li legga, come gli bisogna e per conoscere, e per conseguire il fine
bo portato dalle loro disoneste Rappresentazioni. Anche le Meretrici, gli Usurari, i Mormoratori, e gli altri pubblici Pecc
e Rappresentazioni. Anche le Meretrici, gli Usurari, i Mormoratori, e gli altri pubblici Peccatori sono ripresi, e scredita
sono incolpar d’ingiustizia quelli, che, scrivendo, o parlando contro gli osceni Comici, e Ciarlatani, sono imitatori di gi
hanno di moralissimi costumi ripieni i loro scritti; ponendosi avanti gli occhi quel fin lodeule di insegnar l’Arte del viv
re sarebbe in un Principe, come nota il P. Pallav. il permettere, che gli uominidel Bene l. 4. p. 2. c. 50. n. 7. da lui gr
are, e aggravare i suoi peccati. So, che Beltramecap. 40. scrive. Per gli avvenimenti delle Commedie, quanti hanno imparato
bbandonata la Meretrice, vedendo rappresentare la poca fede di lei, e gli scaltri, modi tenuti per cavar danari da i Corriv
, qui aperte delinquit; qua et agit, et docet. » Punto duodecimo. Se gli Scrittori non condannano molte Arti più infruttuo
duro a’ Comici modesti; poiché non si tratta contro di loro. Appresso gli Antichi, e Greci, e Romani, mai mancarono Persona
Teatro in modo, che le sue parole, le quali devono cagionar sanità a gli Auditori infermi nella Virtù, non cagioninove. 1.
quarto. Di quello, che possiamo giudicare di certi Casi spiegati da gli Autori contro i Commedianti osceni. Il caso segu
mmedie; e perché resista all’assedio delle vere ragioni  ; atteso che gli accidenti, che occorrono alla giornata, sono tant
to mendace, e vanaglorioso. e stima, che tutto il mondo sia suo: come gli uscì di bocca, quando ne fece oblazione, per fars
uscì di bocca, quando ne fece oblazione, per farsi adorare da chi poi gli fiaccò le corna. E perché le stanze delle Commedi
é altre simili: ma è luogo, dove si passa l’ozio, e dove si ristorano gli animi travagliati; e d’onde e si può apprendere a
gomenti reali per stabilir le ragioni. E non credo di oppormi; poiché gli Scrittori, e di Retorica, e di Filosofia, e di Te
evoli: dove che finita la Rappresentazione, se ne tornò a casa sua; e gli venne voglia di domesticarsi con la sua Donna, se
, rispose, l’ho veduto; e io stesso sono quello, che prima a voi, e a gli altri pareva Asino, ma ero Uomo, e non potevo par
traggi, e di bestemmia contro la B. Vergine: la quale piena di carità gli apparve in sogno, e interrogandolo con affetto gl
le piena di carità gli apparve in sogno, e interrogandolo con affetto gli disse. « Quid mali tibi feci? » O Gaiano, che mal
e è morto. E così fu; perché a pena ebbe ricevuto il pane, e il vino, gli cadde dal tetto sul capo un gran sasso onde spirò
lando, e ballando; e poi la sera tornata al suo albergo a pena chiuse gli occhi al sonno, che fu da due Diavoli portata all
o fu segno del futuro danno, che venir doveva in breve a Fiorenza per gli peccati de' Cittadini. E io quindi avviso a tropp
ro più l’opera sua, e che non voleva recitarvi in altro tempo. Laonde gli , altri costretti ad accordarsi, furono di parere,
il santissimo nome di Gesù. All’improvviso accidente restarono tutti gli Spettatori, e gli Attori sopra modo atterriti, e
e di Gesù. All’improvviso accidente restarono tutti gli Spettatori, e gli Attori sopra modo atterriti, e spaventati; né vi
ella quale un Giovane, di professione Ecclesiastica, e che aveva solo gli ordini Minori, faceva la parte da Innamorato scio
uni, che biasimarono apertamente, non solo quel Predicatore, ma anche gli altri Soggetti della sua Religione: e tra que’ Bi
suo Capo per titolo questocap. 42. avviso . Se coloro, che riprendono gli scostumati Comici facessero distinzione da’ buoni
omici facessero distinzione da’ buoni a rei, darebbero occasione, che gli stessi Comici tra di loro si correggessero. Edi p
al mal fattore, che per sua cagione si fosse fatto quel schiamazzo: e gli sarebbero protesti di scacciarlo dal consorzio, s
trovo, che abbia detto S. Paolo agli Ebrei, né S. Tommaso d’Aquino a gli Eretici; non so, chi l’approva per bene. Sin qui
lecite, e modeste; e non illecite, e oscene, come dicono i Teologi, e gli altri Scrittori, e Predicatori comunemente, e rag
l'opera sua perché se colui corretto si sdegna, e non vuole recitare, gli altri Compagni restano in secco, e la Compagnia,
ò la pongo qui al fine dopo le brevi Risposte date brevemente da me a gli altri Dubbi proposti, e risoluti in alcuni Capi,
cciocché tali Compositori col modo loro di dire, non ite intentassero gli uomini, e come fiere li rendessero. Marco Giulio
nervos omnes virtutis, elidunt »2. Thom., rendono molli, e effeminati gli animi nostri, e tagliano tutti i nervi della virt
oeta; perché s’era mostrato Compositor impudico, componendo l’Arte de gli impudichi amori. Di questi cosi fatti Compositori
2. cap. 2. delle oscene Tragedie; la quale si può anche usare contro gli Scrittori moderni delle oscene Commedie, e altre
ra Cattolici dell’Italia, che non ha fatto Lutero co’, suoi Libri tra gli Eretici della; Germania, e senza aspettar altra r
e, di sua Santità si trovava ragionando un giorno col Signor Guarini, gli fece una caritativa, e amorevole correzione, dice
giorno m’incontrai in un di questi Libri, nel quale un Poeta scriveva gli amori di certa Signora principale di Spagna, tenu
istoria, e della buona fama di quella Signora, non s’accordavano bene gli amori, e leggerezze, che fingeva nella, sua favol
ervare la sua riputazione, porre al principio della sua Commedia, che gli amori, che in quella trattava, non erano veri, ma
fu in buon linguaggio dirci, che l’attrattiva della sua favola erano gli amori vani, che fingeva. Questo è il zuccaro, che
somiglianti Libri? E quanto orrore di pene aspettano nell’altra vita gli Autori di sante, rovine? Non si spaventi V. S. pe
no, nomato Achille, il quale fu di poca stima, e riputazione appresso gli antichi per essersi dilettato di essere uno di qu
ggio, attaccando loro gravissime infamie di sporchissima vita. Che se gli antichi Greci, e Latini Poeti trattarono i loro D
atte preda del peccato, e de Demonio. Nota terza. Operarono malamente gli Ateniesi Scrittori, quando nelle Tragedie loro in
ocumenti, e le sue stragi sono maggior di quelle, che già cagionavano gli Stregoni, e i Malefici scellerati, i Tiranni crud
iegare, che questi Compositori sono più nocivi, che i Fabbricatori de gli Idoli: perché, « Illi, qui Deorum signa fundebant
iù d’ogni lenon sozzi Poeti, E pubblica la vostra ruffiania; La dove gli altri almen giocan segreti. Anzi quella di voi ta
bri d’inganni, Rispondo, che ne menton per la gola. Che per me canta gli amorosi affanni, Serba lo stil, che dinanzi usar
campo della Chiesa ha seminato il Demonio con gran vigilanza, mentre gli uomini stavano dormendo e trascurando: e è cresci
emenza de’ Libri spirituali, e pii: tanto prostrato sta l’appetito de gli uomini mondani. Questo è il Calice di Babilonia,
rdandosi con spirito profetico, che avevano da venir tempi, ne’ quali gli uomini chiudessero le loro orecchie alle sincere
se contra i buoni, e Cristiani costumi. Con ciò sia che essendo tanto gli uni, quanto gli altri, usciti dalla stessa scuola
i, e Cristiani costumi. Con ciò sia che essendo tanto gli uni, quanto gli altri, usciti dalla stessa scuola, composti dall’
lorisconoby queste immagini; acciocché compariscano, e vengano bene a gli occhi. Questo è il miele, o per meglio dire, il t
pensieri, e nell’opere: di modo che merita più tosto di conversar con gli animali immondi che con gli uomini Cristiani. Ins
odo che merita più tosto di conversar con gli animali immondi che con gli uomini Cristiani. Insomma per conchiuderlabz, per
a poco ogni bene, e particolarmente la riverenza verso Iddio, e verso gli uomini ancora. Questo Autore in un altro luogo di
e aggiunge l’addotto scrittore. Nota settima. Si continua a mostrar gli effetti, che fanno le Composizioni, e i Libri osc
imoli di lascivia: portano in fronte titoli di Grandi, al cui nome da gli Autori furono consacrati; e con ciò vanno tanto p
te deplorando, ne sono ormai piene le case, le librarie, le tavole, e gli scrigni. Questi sono quelli, che nelle strade, ne
salute loro. E quello, che è degno di maggior compassione è che sino gli stessi giovinetti, e giovinette, che appena sanno
emminili fattezze, che non aiutano, ma scemano la fortezza? Che altro gli Scenici, o letti sù le carte, o sentiti sù i palc
uoco infernale, e se non s’opprime tosto, diventerà fiamma, e brucerà gli onesti costumi di tutta una Città. Narra il lodat
Amico, e attendi al negozio della tua salute. Come se dicesse. Lascia gli studi vani alle persone vane; e li favolosi amori
nto siano perniciosi somiglianti Libri, e quanto siano abominevoli ne gli occhi di Dio; poiché anche in questa vita castiga
o sermoneggiando, nella sacra funzione del Santissimo Rosario, esortò gli Auditori·a fuggire con diligenza la lezione de’ L
n una sua sorella secolare. Ella trovando in casa Amadis di Gaula con gli altri Libri di quella fatta, cominciò a leggere c
subito vestita e essa sin d’ora alzatasi, come poté, sul letto, girò gli occhi infiammò il viso, sciolse la lingua, alzò l
immaginarsi. Certo che un Auditore, da cui io l’ho saputo, retto con gli altri tutti molto atterrito all’udire il racconto
va i buoni, e modesti Poeti, tanto vitupera, e dissuade alla gioventù gli inonesti, e malvagi. Scrive un moderno Teologo pe
onio: e che se queste sostentano le membra, e la carne del Demonio, e gli danno occasione di diventare peggiori. « Fistulæ.
che di più i loro tiri no fossero di bolbarde: queste, anzi rovinano gli eserciti interi, che diano la morte a un soldato
mo effetto, cagionato da questa Lezione de’ Libri disonesti; è ferire gli animi degl’Innocenti, cioè di quelli, i quali mai
negligentia cladem inserat. » lib. I ep. 63 Segue Nigrone a numerare gli effetti cattivi cagionati dalla Lezione de’ Libri
mi che per lo pregio di vergine onesta gareggiavano in candidezza con gli Angeli, bevuto dalla tazza d’oro dell’impudica Po
ocare. » Nota duodecima. Della Seconda Ragione. Luciano avvisa, che gli Uomini dotti gustano di Libri tali, « ut non magn
solo in que’ fiori, da quali possono ricevere giovamento, e lasciano gli altri. » E così merita censura, chi si sente dell
egislatoriapud Possevin. Pag. 111. A. si fervono de’ Poeti; acciocché gli animi de’ Giovani, allettati dalla poetica dolcez
»In Niceta l. 1. c. 5. n. 2. In quel punto di morte il Diavolo dirà a gli Spiriti maligni. Ecco ecco il nostro Scolaro, che
tanze, e allo studio nostro: ivi poniamolo in Cattedra; acciocché con gli altri suoi Compagni dannati legga contro Dio le s
io Politico leggendo Omero, giunse all’esplicazione, con che dichiara gli Amori de’ Dei, subito stimò perniciosa quella Lez
o legga brutte sentenze, e parole tanto impure quanto sono quelle che gli Scrittori molto disonesti usano ne’ loro Componim
Di V. P. Umil servo nel Sig. D. Mare’Antonio Sanseverino. Credo, che gli Scrittori impudichi nel passo della loro morte av
Marino, se prima con vera penitenza non avranno soddisfatto a Dio per gli errori commessi; altrimenti meriteranno, che di l
di vittima nelle fiamme, l’affetto con una certa forza di Compassione gli fermò la mano, ricordandogli la lunghezza, e fred
grandemente, per non essere particella veruna in quell’Opera, che non gli costasse parte della vita; la pubblica aspettazio
brama del Mondo desideroso di vederla; lo splendor della gloria, che gli veniva promessa da un Libro degno di plauso unive
a di poetizzare. Questo fu un moltiplicato incantesimo, che più volte gli ritenne la mano, rese stupido il braccio, e cangi
segno di tenerlo nel cuore, lo baciò, quasi assicurandolo di pace; e gli promise la bella luce della Stampa in vece del vo
n pessimo Libro, che mostra in atto di gettarlo nelle fiamme: e forse gli pare impresa men difficile il primo Spettacolo, c
ti delle anime. Perché l’esperienza insegna, e i Savi lo scrivono che gli Uomini tali diventano, quali sono i Libri, che le
a se stesse assai chiare, e vere appariscono, l’autorità de’ Santi, e gli esempi degli Antichi, loro maggior autorità danno
o i Curati dire loro, come Prospero antico, e Santo Dottore, dice che gli antichi, come buoni zelanti della salute delle an
, come buoni zelanti della salute delle anime, e de’ buoni costumi de gli uomini, ordinarono, che niun Giovane leggesse il
et veloculis carere, quam illis tam male uti. » O che abuso, impiegar gli occhi, dati per servire al Creatore, nell’offese
to cantarono cose amatorie: l’istituto loro è scellerato, e alieno da gli studi virtuosi, e onesti: che se per avventura es
pria spada. Aggiungo. I Santi Padri, e i Virtuosi Dottori non lessero gli osceni Poeti, se non per necessità, o per zelante
vvisa questo Poeta, che non si tocchino, e molto più, che non leggano gli amorosi Componimenti de’ Poeti, che scrissero con
Sacchino. Un Poeta gentile, e disonesto comanda, che non si tocchino gli Scrittori di Poesie impure: e i Giovani Cristiani
olta il Diavolo fece l’ufficio di Predicatore e esortò gagliardamente gli Ascoltanti all’esercizio delle vere Virtù; accioc
loro peccati, e non avessero la scusa di dar la colpa al Diavolo, che gli avesse sollecitati al peccare, e ingannati. Un no
om. reg. 8. pag. 281. 282.. Cioè, tutti i Dottori antichi sono contro gli osceni Libri, e li detestano a gara, proponendo a
ono contro gli osceni Libri, e li detestano a gara, proponendo avanti gli occhi de’ Fedeli i danni, o i pericoli, o pure la
egnando a’ Giovanetti il modo di prendere utilità da Libri de’ Poeti, gli avvisa, che non leggano quelli, « qui stupra, adu
i stupra, adulteria, et obscenos amores Deorum cantant », che cantano gli stupri, gli adulteri, e gli impudichi amori de’fa
ulteria, et obscenos amores Deorum cantant », che cantano gli stupri, gli adulteri, e gli impudichi amori de’falsi Dei. S.
enos amores Deorum cantant », che cantano gli stupri, gli adulteri, e gli impudichi amori de’falsi Dei. S. Girolamo riprend
l Tridentino meritamente con la forza di severe Leggi hanno levato da gli occhi, e dalle mani de’ Fedeli questi impudichi L
iciosissimi Lenoni; poiché con libera fronte, e lenza vergogna levano gli animi dallo stato dell’onestà con la forza dell’i
e lo Scrittore, diligentissimo fu nella custodia de’ sensi; non fissò gli occhi nel viso di Donna, o Giovanetto. Non lesse
bbero consumar il tempo in cose sciocche, massimamente che vedendogli gli altri Uomini, e più quelli, che alla nostra Fede
Leta vieta la lettura di qualche Libro sacro; come pur fatto avevano gli antichi Ebrei della Cantica, solo perché sotto qu
? » E usando frequentemente co’ lascivi di poter esser casti? Adunque gli oggetti sensibili e turpi cambiando a cenni di co
re un’intenta Lezione turpe, che non per l’orecchie solamente, ma per gli occhi eziandio penetra nell’anima, e rappresenta
Idolatria del suo campo. E il Re Iosia discese il Serpente di bronzo, gli Altari, i Tempi, e i Boschi de gl’Idoli, quantunq
non vuole essere attossicato dalla velenosa Lettura de’Libri infami, gli lasci affatto. Dunque il primo rimedio contro il
. E a questo mirò il P. Famiano Strada, declamando più volte appresso gli Uditori suoi. « In eo laborabo, dice in un luogo,
ia. Il Filosofo nella Politica dice chiaro delle Pitture, scene, e de gli atti impuri, che si proibisca di mirarli. Or che
tico dice, che Dio è la cagione di tutti i peccati; e che egli sforza gli Uomini a commetterli, io stimai, essere meglio, n
no i Libri lascivi che pervertono i costumi degli Innocenti, e aprono gli occhi alle leggerezze. E così il Servitore, o Ser
La terza, che tali Libri impuri si possono permettere per promuovere gli studi di Umanità a que’ virtuosi, e provetti Pers
ligiosi, che senza necessità, e senza altro giusto titolo attendono a gli studi profani, dice il P. Giacomo AlvarezDe Vita
mente quelli, che solo li toccheranno, acciocché non restino impediti gli studi delle sacre lettere, e la purità religiosa
um, et in detestationem errorum », dice il medesimo, e per abominare, gli Autori disonesti, e per detestare i loro impudich
si scelgano solo le Operette sue oneste; per atto di esempio, le Ode, gli Epigrammi, e altre, che non hanno alcuna oscenità
one, e lo leggeva molte volte. Di che rideansi i Servitori di casa, e gli domandavano. Hamete che leggi tu ivi? E egli risp
Cristiano. A questi Casi del Granata aggiungo io quest’altro. Intesi gli anni passati con mio gusto, che da una virtuosa p
uali puoi con gusto, e frutto trattenerti? Se tu vuoi Historie, leggi gli Annali del Mondo, e della S. Chiesa: le Cronache
ianti altre sciocche dicerie, finzioni, favole, sogni, paradossi, che gli Uomini senza giudizio, e senza timor di Dio ammir
resa di Troia, i giri di Enea, i lamenti di Didone, le, genealogie de gli Dei, gli adulteri, e gli omicidi loro? Che utilit
roia, i giri di Enea, i lamenti di Didone, le, genealogie de gli Dei, gli adulteri, e gli omicidi loro? Che utilità ponno r
Enea, i lamenti di Didone, le, genealogie de gli Dei, gli adulteri, e gli omicidi loro? Che utilità ponno recarti gli Orlan
gli Dei, gli adulteri, e gli omicidi loro? Che utilità ponno recarti gli Orlandi, i Rinaldi, i Rodomonti, i Cavalieri erra
pudica, e virtuosa, tiene lontano Satanasso dalla sua casa; e fa, che gli manchi il luogo d’apportar la morte spirituale al
insegna, e che con ragione si stabilì già pena contro coloro, che su gli occhi de’ Riguardanti avessero posto una figura p
giovevole alla ricuperazione della desiderata sanità. Ma che citiamo gli Antichi? Lasciamo tutti, e lasciamo anche i Moder
ar la casa con diletto un suo ben coltivato campetto, la vista di cui gli era impedita dalla selva frapposta, e dal frappos
poi, che a Componimenti di solo diletto aggiungono le burle oscene, e gli scherzi impudichi, usando o parole poco modeste,
volte hanno preparati i veleni per la morte alle anime, ora preparano gli antidoti per la salute delle medesime. Que’ Poeti
utti i Moderni Accademici, tutti i Professori di belle Lettere, tutti gli Ingegnosi Poeti, e Prosatori, quanto volentieri p
t divina. » 2. Signori provocate di recuperare, per quanto potete, da gli Amici, e da altri, tutte l’Opere vostre oscene, c
Iddio volle, che rimanesse a’posteri un chiaro segno, che molto grate gli erano state le fatiche impiegate nel condurre l’O
spiriti nostro è congiunto col corpo; onde per diritto di ragione se gli deve concedere qualche corporale sollazzo, e qual
te ripe, cagiona, che le sue onde, divenute altiere sdegnano i ponti, gli argini, i ripari, quasi risolute di avanzarsi nel
alatino era solito di dire, che i Giovani forniti di vera modestia, e gli Uomini di virtuosa mortificazione non se ne vanno
te. E quei, che dopo la Tornata tutta spirituale, e fruttuosa, e dopo gli esercizi santi di Congregazione vanno mendicando
vegliare, potrà consolarsi con qualche domestica ricreazione, quanto gli parerà. In oltre non si può tacere, che quella ri
te volte dà nelle scartate della dissoluzione: non per tutto vigilano gli Arghi con cent’occhi: i Destrieri anche domati ha
casione di fare, e di moltiplicare molti peccati, e a’ Recitanti, e a gli Ascoltanti. Forse io parerò a tal’uno di dire cos
vi condussero le Figliuole che si dovevano monacare; quando ecco tra gli Uditori certi Giovani, troppo liberi di lingua, c
nsolazione, il quale, se non è ben corretto; fa comparir scorretti, e gli Attori suoi, e anche gli Uditori. Nota terza. D
non è ben corretto; fa comparir scorretti, e gli Attori suoi, e anche gli Uditori. Nota terza. Della Terza Ragione, cioèA
dicendo, che se ne sia fatta qualcuna in altro tempo. L’occasione de gli errori, fatti altre volte, non è patente, per far
a virtù, e santa vita. Molte cose da molti si fanno, che non sono per gli altri Catoniani Precetti, né Platoniche Istruzion
Quinta Ragione, cioè I Chierici, e i Convittori del Seminario Romano, gli Alunni d’altri Collegi, e i Giovani delle Congreg
esco porge occasione alla Gioventù di bramar qualche intermissione da gli studi, e qualche onesta, e gioconda ricreazione;
ivano, inconvenienti, e i Comici abituati all’oscenità, non serbavano gli ordini prescritti loro da’ Superiori circa la mod
si fa una sola Azione da tutto il Seminario, nella quale intervengano gli Attori presi da diverse Camerate: ma per lo più;
, è di voler chieder perdono al Padre; e che incontrandosi in quello, gli si getti a’ piedi, e dopo l’ aver sospirato a cap
o l’ aver sospirato a capo chino, si rivolga pietoso verso quello con gli occhi colmi di lacrime, e dica in fioca voce. Pad
nti, e fanno colpo fin in que’capi sventati, che non vogliono sentire gli spirituali discorsi; poiché si trovano ridotti al
nviene loro piangere, non potendo fare resistenza alla sinderesi, che gli violenta: e molte volte in simili luoghi alcun fa
e ad effetto; poiché in ogni luogo opera il Cielo: e perciò dico, che gli altri trattenimenti sono inferiori alla Commedia;
icatore, figliuolo di un valente Comico, affermando, che alcune volte gli era stato ordinato da’ suoi Superiori, che recita
are disciplina punto non perda del suo vigore. L’osservanza non scema gli eserciti, né gli squadroni; ma li rende più forti
nto non perda del suo vigore. L’osservanza non scema gli eserciti, né gli squadroni; ma li rende più forti e li dispone più
queste misure, credo che si possa nomare con S. Basilio perniciosa a gli altri Fratelli. « Qui huismodi est, huius convers
« siquidem exemplo suo a suscepta certamine ceteros abducit » rimuove gli altri con l’esempio suo all’onorato, e preso cert
pure. Pag.1 N. 2. 3. e 4. Si portano molti altri, che scrivono contro gli osceni compositori. Pag. 4. sino alla pag. 19. N.
no le Composizioni, e i Libri osceni. 23. N. 7. Si continua a mostrar gli effetti, che fanno. 29. N. 8. Segue lo stesso. 32
5. Della 5. Ragione. I Chierici, e i Convittori del Seminario Romano, gli Alunni d’altri Collegi, e i Giovani della Congreg
2 (1648) Della cristiana moderazione del teatro. Detto la qualità delle Commedie pp. -272
i dissero con la voce delle lacrime il tuo gran duolo: e il cuore per gli occhi lambiccò se stesso in cadenti goccec di dol
Celorum ». Lo Stampatore a chi legge. San Tommaso insegna, che gli Attori Teatrali possono lecitamente esercitare l’
, il modo di recitare cristianamente. Il 5 Libro, e Ricordo ammaestra gli Uditori  acciocché udendo una Commedia illecita,
si offenda con i peccati mortali. Ora esce il primo Libro, spero, che gli altri seguiranno appresso per beneficio delle Ani
deve giudicare delle azioni dei moderni Comici, e Ciarlatani secondo gli altri Dottori, per giustificar se stessi, e l’uso
ll’arte loro ? Pag. 47 Q. 15 I moderni Dottori si accordano con gli antichi nel giudicare dell’azioni dei Comici mode
ar la comparsa delle donne del Teatro ? Pag. 181 Nota. Non tutti gli uditori sanno, o vogliono distinguere l’artificio
i un giustissimo riprensore, chi vede cadere nelle fauci di Satanasso gli sfortunati peccatori, suoi fratelli, e non li deg
e Scipione Borghese a tempo del Pontificio Monarca Paolo V compatisce gli errori di quelli, che senza distinzione assolutam
iovamento di molti, non è fabbricator di vanità, né perde con l’opera gli anni, le ore, e i momenti. « Dio Scrut ator cordi
he distinguere, le illecite tenebre del Teatro, chiaro lume ci recano gli illuminati Dottori, Teologi, e santi Padri : da l
e da modesti Comici rappresentata ricrea con dolcezza, e senz’affanno gli spettatori: imperochè, come scrive il Comico Belt
un poco scritto dal Comico Cecchino. Concludono con S. Tommaso tutti gli altri sacri Espositori, dice egli, che la Commedi
modo, che prescrive S. Tommaso : e impose ai Comici, che mostrassero gli scenari giorno per giorno al suo foro. Questo cas
avvisare i Principi, e i Magistrati, che di scaccino dai loro confini gli Istrioni, i Mimi, i Circolatori e gli uomini tris
he di scaccino dai loro confini gli Istrioni, i Mimi, i Circolatori e gli uomini tristi di cotal fatta; e castighino aspram
pubblicato dal sollecitissimo Pastore, e Arcivescovo S. Carlo contro gli Attori delle Commedie, non è cosa di gran momento
o col suo ingegno, prudenza, e zelo stabilì il Sinodal Decreto contro gli Scenici viziosi. Onde io pregherei Beltrame, se v
ose, e perniciose. Questo santo zelo dimostrò egli nel Decreto contro gli Istrioni, Mimi, e Circolatori, nel quale non stim
omici invitano mai con parole alla fornicazione le Donne ? Rispondano gli spettatori medesimi ; io non voglio altri Areopag
li di spirito; e la ragione si è, perché chi parla, deve credere, che gli Uditori s’indurranno col motivo delle parole sue
onstanza dello scandalo cagionato negli astanti ; come avviene quando gli Uditori non sono, a modo di vigorosa pianta, ben
sa il parlar disonesto con animo di eccitare a cose brutte se, ovvero gli altri. Oppure si usa con pericolo di dare consens
er avviso di S. Tommaso, lasciare tal volta i beni temporali, e anche gli spirituali, che sono di consiglio, per fuggire lo
ualità, e portamenti di modesta, e onorata Cittadina: acciocché tutti gli Auditori godessero di sentire da lei onesti, e in
i vuole le ragioni, di quella ben fondata sentenza appresso lui: e se gli pare alquanto duretta, si ricordi, che facilissim
nfiamma, e provoca alla disonestà: come si fa co’ baci lascivi, e con gli abbracciamenti. « Turpido est, qua mens inflammat
provocherebbe egli, non infiammerebbe alla disonestà con questi fatti gli affetti degli spettatori ? Lo dicano quei Giovani
i fatti, che sono mortali per ragione dello scandali, che ne ricevono gli spettatori deboli di spirito; perché le ragioni p
le zioni. Un giorno da un Comico fu fatto, per far ridere notabimente gli spettatori, un gesto di tanta indegnità, così fu
he i più licenziosi, di modo si vergognarono, che calarono unitamente gli occhi alla terra, oppressi da gran vergogna, e ni
ludere, che sono oscene, da questo solo accidente, che narro, tacendo gli altri. Nel pubblico Teatro alla presenza di molti
r festeggiare per l’utili, e oneste Rappresentazioni. Ma consideriamo gli altri capi tocchi da S. Tommaso, e che appartengo
del sacro digiuno Quaresimale. Caietano diceSun. V. Histrio.Peccano gli Istrioni secondo il luogo, il tempo, i negozi, e
sto esempio di Nerone si serve il moderno Comico Beltrame per provare gli onori fatti ai Comici antichi. Se Giustiniano, di
so nelle pubbliche scene. Beltrame nello capo 8. s’ingegna di provare gli onori fatti ai Comici anche moderni, e un argçome
persuadono che il Re non vi si debba intromettere; perciò che ciò non gli è decevole, né per l’essenza, né per l’apparenza.
e le azioni, e giochi popolari a Re sono disdicevoli, non essendo con gli altri Re esercitati. Non dovrà dunque il Re, né p
tì tacitamente con quei versi del prologo, alludendo al Principe, che gli aveva comandato cosa indegna di un vecchio, e Cav
deve giudicare delle Azioni de’ moderni Comici, e Ciarlatani secondo gli altri Dottori oltre S. Tommaso ? Il Comico Cec
ercitare, ma vivere dell’esercizio della Commedia. Però S. Tommaso, e gli altri ampiamente dissero. « De illa Arte vivere n
con astrazione dai mercenari, dagli Accademici recitanti; e escludono gli illeciti modi di rappresentare : e mostrano le ma
presentandum turpia, illicita est Ars. » Illecita sì è l’Arte, quando gli Istrioni rappresentano cose brutte. Io dico, che
cose tali si rappresentano nelle mercenarie Azioni : come rettificano gli spettatori, e lo confessano ancor Beltrame, l’And
le a Turrecremata cerca. « Ad Histriones sintin via damnationis ». Se gli Istrioni siano nella strada dell’eterna dannazion
non utantur aliquibus illicitis. » Io dico, alludendo a Ranerio, che gli Istrioni moderni non fanno per ordinario l’offici
e di altre particolarità illecite. Dunque secondo questi due Dottori gli Istrioni moderni comunemente fanno Rappresentazio
o officio utantur moderate. » Non è illecito l’officio Istrionico; né gli Istrioni si devono condannare: purché l’usino mod
amente. Quesito Decimo quinto I moderni dottori s’accordano con gli Antichi nel giudicare dell’Azioni de’ Comici mode
valore: la verità suona la tromba sìeh forte, che risveglia, non solo gli antichi a salutarla, ma anche i moderni ad onorar
creazione, neccflaria alla conversazione della vita umana. Quindi con gli antichi Dottori, che l’approvano, si accordano i
recitent. »l. 5. resp. moral. q. 11.Cioè, Paolo Comitolo insegna, che gli Istrioni non peccano mortalmente, se non recitano
e non recitano le Commedie turpi, e impudiche, con le quali provocano gli spettatori a peccati lussuriosi. Così precisamen
sona. Dunque Comitolo direbbe errore dicendo, come vuol Beltrame, che gli Istrioni non peccano mortalmente, se non recitino
Utrum earum Actores, et spectatores sint mortiferi criminis rei. » Se gli Attori delle Commedie oscene, e gli Spettatori si
sint mortiferi criminis rei. » Se gli Attori delle Commedie oscene, e gli Spettatori siano rei di colpa mortale. E egli ris
am lethalem non effugere. » E vuol dire, che altrove ha mostrato, che gli Attori, e gli Spettatori delle impudiche Commedie
n effugere. » E vuol dire, che altrove ha mostrato, che gli Attori, e gli Spettatori delle impudiche Commedie sono rei di p
tessa sentenza. E se vuol dire, che, come Paolo Comitolo insegna, che gli Istrioni non peccano mortalmente, se non recitano
Commedie turpi, provocative alla lussuria ; così insegna Fillucci, e gli altri citati. Io rispondo, che, come Comitolo non
oggetti, ovvero con modo tale, che perlopiù recitino alla disonestà, gli attori peccano mortalmente. E questo è i verissim
Antichi citati avantiek Comitolo, e significa, che ancor Filliucci, e gli altri nomatiel sentenziano, che l’Arte Comica e l
ipali Teologi Scolatici, che insegnano, essere rei di peccato mortale gli Attori, e gli spettatori delle Commedie correnti.
Scolatici, che insegnano, essere rei di peccato mortale gli Attori, e gli spettatori delle Commedie correnti. Onde Beltrame
del nostro tempo ? Risponde la fama con l’affermativa: lo confermano gli Spettatori e io noi posso negare in riguardo dell
orevole ai Comici modesti, e prego il misericordioso Iddio, che tutti gli altri moderni professori dell’Arte Comica seguano
frutto copioso di cristiana santità; e si ricordino, che, chi chiude gli occhi, non gode il lume, e camminando in tenebre,
eterna ruina, e sempiternaer morte. Quesito Decimo sesto Oltre gli allegati Dottori Moderrni ve ne sono altri parime
llam non indendant. » E punto di verità patente, che i Compositori, e gli Attori delle Commedie, che contendono cose molto
Viguerio. Azor parlando delle oscenità Teatrali, dice, che rare volte gli spettatori le mirano senza peccatp mortale, attes
glio. Disc. 6., e mostra molto bene, che sono peggiori, che non erano gli antichi giochi Gladiatori, e pure quei giochi era
p. 2 9.4 n. 185. Cioè. Sia la prima conclusione. Peccano mortalmente gli Attori, ovvero i Rappresentatori delle cose molto
od non proxime, sed remote ad Venerem incitant, ac disponnunt. » Cioè gli attori peccano mortalmente, benché non pretendano
mano. Perché io veggo, e lo veggono tutti quelli, che vogliono aprire gli occhi, che oggi molte Compagnie di Comici con le
hezza, con tanta variazione di voci pronunciate, accompagnate poi con gli atti vivi, inventati con industria, per eccitare
ttanzio. « Docent adulteria, dum figuunt. » I Comici insegnano a fare gli adulteri, mentre con finzioni li rappresentano ne
ricercare scritture contro le Commedie è un ricercar il coraggio tra gli Arsenali. Io rispondo a Beltrame, che si ricerca
omarefm con paragone un bel giardino; dove si veggonofn, e si colgono gli odorosi fiori di molti onesti intrattenimenti, e
n scena, e volere con finte Rappresentazioni ammaestrare, e dilettare gli spettatori ? Io credo, che infiammato di Apostoli
alcune Donne nobili, e oneste, non vi potessero assistere Spettatori gli uomini, se non alcuni pochi, e parenti, e di molt
capiat, quos amiserat. »L. de Synodo tr. 2. t. 9. Il Diavolo propone gli spettacoli massimamente delle Donne, per trappola
sse loro stato concesso di vedere al tempo nostro, che nel Teatro con gli uomini compaiono ad atteggiar ancor le Donne, e D
t oculi, calescunt appetitiones. » Negli Spettatori per tale comparsa gli occhi si riempiono di lascivia, e gli affetti di
li Spettatori per tale comparsa gli occhi si riempiono di lascivia, e gli affetti di calor disonesto. E Lattanzio. « ætas,
grandi colossi da vicino empionogh lo sguardo dei vagheggiatori, che gli stessi da lontano. Quesito Terzo La comparsa
o solo è manifesto pericolo di rovina alla Gioventù: il sangue bolle; gli anni son verdi; la carne è viva; le passioni arde
to abuso di questi tempi; che inqueste Commedie recitano le Donne tra gli uominiNella 3. p. del profilo spiritus nel trat.
la mazza, per offendere il nemicogj, e atterrarlo: I sacri Dottori, e gli Scrittori cristiani professano guerra contro l’os
neve ? Con le parole si congiungono anche i movimenti della persona, gli sguardi, gli sdegni, e quel che non si può dire s
e parole si congiungono anche i movimenti della persona, gli sguardi, gli sdegni, e quel che non si può dire senza rossore,
a, gli sguardi, gli sdegni, e quel che non si può dire senza rossore, gli abbraccigm, e altro di peggiore, che da questi in
il vestito, e leggiadria a guisagn di Sirene incantano, e trasformano gli uomini in bestie. Francesco Arias condanna questa
dice la Scrittura, rimase prigione, e schiavo di disonesto amore, che gli fu cagione della morte temporale, e eterna ? Dice
le piglierà per strumento per uccidere le anime: come testimonianogo gli esempi, che di ciò vengono ogni dì. Raffaello del
on l’ardire licenzioso dei gesti inducono all’affetto del turpe amore gli animi degli uditori, e spettatori. Io rispondo, c
ri, e spettatori. Io rispondo, che di sua natura è peccato mortale; e gli spettatori il più delle voltegr si fanno rei di c
societates »dis. 173. sec. 28. susec. 3., e le femmine loro scorta, e gli uomini perditos. Prova, che vivono in peccato mor
anno in città, è libera, e le libertà , serve d’invito ai visitatori: gli uomini delle Compagnia vedono le donne quotidiana
suras. » Di poi comparendo per recitare nel pubblico Teatro; spiegano gli amori, i quali spiegati servono di focosi dardi p
stesse persone, che seguono le compagnie dei Comici moderni, onde se gli può da noi prestare ampissima fede, e giudicarlo
omici introducano le Comiche ordinarie al pubblico Auditorio ? Tra gli scudi degli antichi combattentigx uno se ne usava
è la destituzione dei buoni costumi, e offense del prossimo. E perché gli fu scritto in questo punto, che i Superiori conce
sedia sopra tutto l’Auditorio di modo, che restava comune oggetto per gli occhi di tutti gli Spettatori. Quel soprastante v
’Auditorio di modo, che restava comune oggetto per gli occhi di tutti gli Spettatori. Quel soprastante virtuoso ciò vedendo
molti Superiori le ragioni, e le dottrine, che in questi ultimi anni gli Scrittori moderni più diffusamente, che gli antic
che in questi ultimi anni gli Scrittori moderni più diffusamente, che gli antichi, hanno posto in luce sopra questa materia
personaggio, e di più pregato gagliardamente da molti suoi amici, che gli allegavano ancor l’esempio del Vescovo Anteoessor
e: ma contro di lui sentono, e portano molte, e molto potenti ragioni gli Autori da me citati, quali se leggeranno i modern
e, e non lo vuol commettere, non aspetta la proibizione degli uomini; gli basta quella di Dio. I moderni, e gli ultimi Scri
ta la proibizione degli uomini; gli basta quella di Dio. I moderni, e gli ultimi Scrittori trattano a tutto rigore scolasti
tutto rigore scolastico, e condannano esplicitamente questa comparsa: gli antichi, e gli altri non tanto moderni, la riprov
olastico, e condannano esplicitamente questa comparsa: gli antichi, e gli altri non tanto moderni, la riprovano implicitame
sca molto abbondantemente si prepara nel moderno Teatro per innescare gli animi dei poco virtuosi Spettatori, quando vi com
se, e però i Commedianti usano la comparsa delle Donne, e intrecciano gli innamoramenti, e altre oscenità per arrecare gust
sti da Mimi. Ed io dico a Beltrame, che quel Comico si discredita tra gli studiosi, e ingegnosi e si mostra povero di conce
comparir nel banco, e far cenno, con il girare il fazzoletto, subito gli Spettatori, che nella piazza attendevano alle Azi
come faccenda di graziosissima vetustà: e poi in ragione di cui tutti gli fecero un favorevole, e meraviglioso applauso. « 
sperienza, che la Donna vista, e udita alletta più efficacemente, che gli altri dilettevoli oggetti del banco, o della scen
iarlatani virtuosi, e ingegnosi per dilettare, e allettare. Presso gli Antichi, per eccitar il riso dentro i termini del
so e poi alzato compariva tutto brutto, lordo, e feccioso; onde tosto gli Spettatori si muovevano tutti a riso grandissimo,
gli non sembra un emulo dell’antico Ansione, atto a rapir con la voce gli uomini, come animate pietre, e vivi macigni, per
oso Commediante, che brami dilettar con il ridicolo onesto alla scena gli Spettatori. Erano in Roma l’anno 1618. quei due v
e chiudersi le orecchie, per non udir quelle voci, e quei motti, che gli portavano un riso, assassino della vita, e micidi
dia sommamente. Ecco che i Comici valenti, quando vogliono guadagnano gli affetti degli zelanti, offrendo loro con modesti
l Teatro. Lelio Peregrino scrive, come cosa notata da Aristotele, che gli antichi Gentili moderarono le ridicole oscenità d
universo Iddio una volta elevato con altissima contemplazione, quando gli si aprì una bellissima porta della suprema Cittaà
Paradiso. Vide, e vedendo ricevé nel cuore fiamme tali di dolore, che gli occhi di lui si fecero abbondantissimi fonti di l
ato testimonio di questo Comico avvenimento. Così credo io, procedono gli ingegnosi Professori dell’Arte scenica, mentre vo
dell’ago, o del fuso. Lo zelo di buon Marito risveglia la mente, apre gli occhi, e insegna a ben custodire la propria Donna
o principale, che mi disse. Io ho fatto gran tempo le Commedie dentro gli stanzoni dei palazzi, ma ora le faccio in mezzo d
ca, che si ritira dal recitare dentro le stanze dei palazzi, e schifa gli impudichi tocchi di quei lascivi, che si cacciano
schifandoli; perché può senza gravezza d’incomodità schifarli. E così gli schifo la Moglie del sopranominato galantuomo: co
vaglioij la vita, guadagnando il vitto con i quotidiani sudori, e con gli stenti. Ma ricevute nelle Compagnie dei Comici ha
o che quel buon uomo si muovesse al rimandarla per varie querele, che gli furono dette, e scritte circa quel fatto; come eg
renza: ma non tutti i Comici sono di buona pasta; né tutti aprono ben gli occhi alla loro obbligazione; anzi alcuni si form
eguì con devoto corteggio sino dentro alla chiesa, nella quale, oltre gli atti molti di compunzione, che fece ciascuno, det
i coscienza lo costrinse d’andare, e andò ad uno di quei Religiosi, e gli chiese umilmente perdono, pregandolo a scusarlo;
eno « ex charitate », per debito di cristiana carità. E voi potete, e gli altri apri vostri possono, o con trattenimenti on
glio, e stento da quel grave pericolo; e si persuase, che quel Comico gli fece quell’affronto per averlo conosciuto essere
care il serenissimo cielo dell’Italiana onestà in molte parti. Taccio gli altri accidenti, e dico solo, che alcuni alle vol
urano molto, o poco delle private, o pubbliche ammonizioni, che fanno gli zelanti servi di Dio; anzi alle volte se ne burla
ue o più Donne, accorte, belle, graziose, e però innamorano al solito gli occhi, e i cuori dei lascivi Amanti: questi tenta
r crocciolaiz, o zimbello, e della Moglie per Civetta, per far cadere gli uccellacci nella rete; questo non è già modo di f
anti per mezzo delle Comiche loro: ma li tralascio; e bastano per ora gli accennati, coi quali purtroppo spesso si offende
ia, se la sua scena non ha moltitudine di spettatori. Quindi si usano gli Zanni, i Trastulli, i Coviellijc, i Graziani, i C
in Azioni Teatrali. Che se tanti dottori han detto fondatamente, che gli spettacoli del Teatro, « sunt Diaboli inventa »,
cidentis oculi equatur. Can. si n. c. 5. S. Mat. » Filone avvisa, che gli occhi hanno una certa naturale parentela con tutt
ne avvisa, che gli occhi hanno una certa naturale parentela con tutti gli affetti, e quindi segue tra loro una scambievole
iudica lo sguardo suo un felice trattenimento. Quindi con varie scuse gli impudichi vagheggiatori delle femminili bellezze
, e il ricrearsi. A questa Obiezione rispondo, che non favellano così gli uomini timorosi di Dio; né così procedono nelle c
blico luogo, ove numeroso popolo attendeva a sollazzarsi, bevendo con gli occhi l’acqua fresca del gusto Teatrale, e mirand
ezzo la comodità del passo. Frattantoji quel virtuoso Gentiluomo girò gli occhi altrove, e con gli occhi non volle bere nem
o. Frattantoji quel virtuoso Gentiluomo girò gli occhi altrove, e con gli occhi non volle bere nemmeno un minimo sorsetto d
e bere nemmeno un minimo sorsetto di quel vano, e osceno diletto, che gli veniva offerto con la tazza della comica, e femmi
co, che quando questo detto non è regola di sicurezza: né così dicono gli Oracoli dei Santi Padri. S. Ambrogio con uno zelo
ante di celeste ardore avvisa, che se tu vedrai in una parte eccitati gli applausi popolari per le sceniche Rappresentazion
popolari per le sceniche Rappresentazioni, procura di volgere altrove gli occhi, e di conservarli bene, per ripiegare lo sg
rina ampiezza del liquefatto argento: che così chiudendo, e moderando gli occhi, la morte non vi entrerà, quasi per aperte
ova, che chi brama custodire la pudicizia della mente, deve custodire gli occhi dagli sguardi impudichi delle Donne. Cristo
m, custodire aspectum. » Accenna in ristretto, che chi non custodisce gli occhi, apre il cuore alle piaghe mortali, e si ro
uon Capitano debba essere uomo fornito di molta cautela nel custodire gli occhi dal mirare la bellezza delle Donne. « Si qu
glia il Savio, « Averte faciemEccl. P. 8. a Muliere compta » : perché gli occhi nostri, noto io con Ugone Cardinale, « limo
sia, comparendo in un’oscena Rappresentazione, fa peccato mortale; e gli Spettatori, fomentandola in quello stato con la p
elle torce, o da lontano; e comparendo per dilettare, e per allettare gli Spettatori alla frequenza dell’osceno Teatro, e a
i occhi dei Savi brutta, ma alla vista di quel misero tanto vaga, che gli sembrava una bellissima Semidea. Insomma non stim
erpi, che cagionano a molti deboli di spirito la rovina spirituale, e gli avvelenano con molti modi velenosi, e mortali: du
da S. Crisostomo; cioè, che Iddio, e la natura inclinino grandemente gli uomini al godimento del virtuoso canto; in modo c
zza della sua vita, e il felicissimo fine, del suo pellegrinaggio tra gli uomini mortali; e quindi in un tratto restò tanto
in animos audientium effundunt. » Cioè i canti recano diletto a tutti gli uomini, e molto più ai Giovani; e però se conteng
erità alluse S. Efrem, quando scrisse, che un’anima presa dal Diavolo gli serve da mezzana per allacciarne altre: come una
e da mezzana per allacciarne altre: come una pernice dall’uccellatore gli diventa esca e allettamento per prendere delle al
Do. c. 15. Cioè. Le Comiche, dico io, cantano, per lusingar piuttosto gli uomini, che per piacere al Creatore degli uomini.
ma cantava laidezze, e oscenità, con la lordura delle quali macchiava gli animi dei casti Giovanetti, e delle pudiche Fanci
e avanti a lui un fiero, grande, peloso, e cornuto Diavolone, che con gli occhi di fuoco, e con la faccia ardente saltava f
gesse dei suoi falli osceni, edai suoi sporcgi canti. Ma l’avviso non gli fu medicina di sanità contro il suo morbo; ne fu
inando, e se ne andò a piangere tra i Diavoli eternamente; perché tra gli uomini cantava oscenamente. Castigo di tale sorte
parlare ? E d’amore ? E con l’Innamorato ? E scoprirsi l’uno l’altro gli affetti ? E trattare del modo, e tempo di ritrova
eatrum: terre turpi saltatione polluintur. » Pensino un poco da senno gli spettatori di questi balli, quanto sono riprovati
tirò all’albergo per riposare; ma nel riposo non trovò riposo; chiuse gli occhi del corpo al sonno, e fu costretta ad aprir
oteva degna morte, e morte rea di una meritata pena sempiterna. Tutti gli spettatori di questo miserando accidente restaron
etroke, ve la collocarono sopra con lacrime di compassione. Poco dopo gli Ecclesiastici personaggi, vengono con la solita p
, e scrive: « Quid dicam ? »  Che dirò ? Che le Femmine compaiono con gli uomini; e di più bene spesso vestire da uomo eser
sopra i banchi saltando pubblicamente. O quanto muovono alla libidine gli Spettatori: non si possono mirare senza lascivia,
e al tempo nostro non mancano diqueste scandalose Saltatrici, e prego gli zelanti a comparire con me alla loro miseria. Ma
. « Pilosi saltabunt ibi. »Is. c. 23. 21.E con questi giuochi restano gli uomini ingannati dal Ministro dell’Inferno. Teman
lampi delle sue bellezze: insomma per comparire, e comparendo rapire gli occhi, gli affetti, e i cuori dei vani, e lascivi
e sue bellezze: insomma per comparire, e comparendo rapire gli occhi, gli affetti, e i cuori dei vani, e lascivi Spettatori
ome, né d’onde, un Serpentello, e se le accostò: lo cacciarono subito gli amici, e i sreventi, non porò cis’ subito, che no
ose gemme delle sue occhiute stelle, onde sembra un coronato Sole tra gli uccelli: e questi regi vestimenti, e queste vaghe
i vesta con l’abito virile. Dunque per sentenza di San Tommaso, oltre gli allegati Dottori, la mutazione della donnesca ves
quali, come in valle d’impurità, risonava l’Eco di molta oscenità; e gli equivoci erano tali, che si potevanodichiarare pe
ll’udir, e dal veder cosa buona, si trovano assediati dal piacere per gli occhi, per gli orecchi, e per ogni parte ? Gli uo
veder cosa buona, si trovano assediati dal piacere per gli occhi, per gli orecchi, e per ogni parte ? Gli uomini ordinari n
queste imprese. Ora consideriamo, che direbbe Crisostomo, e con esso gli altri Santi Dottori, intorno al mirare in scena,
a delle Ordinarie Comiche nel pubblico Teatro. Chi è stimolato con gli acuti pungoli di ben fondate ragioni alla confess
, merita lode nel confessarla candidamente, ne deve sdegnarsi d’aprir gli occhi, e godere quella luce, che l’acceso doppier
cchi, e godere quella luce, che l’acceso doppiere di un buon discorso gli fa vedere chiara, e distintamente. Così, spero, p
odo ritirarsi dal comparire nelle pubbliche scene, e dal parlarvi con gli amorosi discorsi. Se non vogliono chiamare scomod
ed essere mirate, e rimirate. Ne credo, che alcuna voglia spaventare gli occhi degli Spettatori, e parer brutta: ma stimo,
col fine di parer bella: e che l’esser bella nno sia per far chiudere gli occhi ai circonstanti: e se ciò fanno per parer b
a persona, per piacere ai Mariti, o per uscire di casa alle feste con gli ornamenti decevoli allo stato loro. E stimo così;
n sollecita così facilmente la concupiscenza, come tali si pensano: e gli Uditori badanolb a bei concetti, all’efficace mod
difendersi con grazia: e ciò non nasce dall’odio, ne dall’amore, che gli Schermitori portano, ma dalla vaghezza dell’Arte.
sa bene, o male secondo le regole della cristiana prudenza, e secondo gli indizi, che vede, e intende manifestamente. E un
; quando oltre all’imperfezione in se, scorge in altri le ragioni, e gli indizi sufficienti al misurarli. E certo, che que
cammino verso la cognizione della Verità.   Nota unica Non tutti gli Uditori sanno, o vogliono distinguere l’artificio
i rappresentano Azioni illecite, immodeste, lascive, e scandalosa per gli amorosi ragionamenti, pochissimi Auditori disting
re l’utile immascherato di giocondità; comecon lo zucchero si coprono gli antidoti per i malori dei fanciulli; in modo che
i gusto osceno, e peccaminoso. E chi vide mai, ovvero udì, che quando gli Uditori della Commedia partono dal Teatro, vadano
canori capricci: per ordinario lodano i Comici valenti, e vituperano gli sgraziati, gettando contro di loro qualche detto
rno più. Io accetto per vero lo scritto dal Beltrame, e aggiungo, che gli Uditori, non solo uscendo dal Teatro, ma seguitan
udireCap. 3. le Commedie oscene; perché l’uomo debole di virtù udendo gli umani discorsi di lascivo amore resta schiavo del
nei suoi gusti, e po aggiunge. Se i Comici potessero soddisfare tutti gli umori nell’ordine del recitare, saprebbero fare q
ppresentazione dell’illecito, e osceno parlare amoroso, e lascivo tra gli amanti; o ella si faccia con vere Donne, o con Gi
iovani all’uso di Donne; e procurerà, che le conciaturelm di testa, e gli altri abbigliamenti femminili si adattino alla pe
mato, e non morì. Stava sull’agonia di quel punto estremo; qundo ecco gli parve di vedere avanti agli occhi suoi più di cen
bene: rimirala: stà a tuo modo ? Ti piace ? E ciascuna diquelle Donne gli cagionava grandissima tentazione: quasi che con g
na diquelle Donne gli cagionava grandissima tentazione: quasi che con gli sguardi balenanti gli scoccasse dagli occhi amoro
cagionava grandissima tentazione: quasi che con gli sguardi balenanti gli scoccasse dagli occhi amorosi dardi, temperati ne
seguire. E qui ricordo con Arias, che S. Basilio lasciò scritto, che gli uomini castiTrat. della mortific. c. 15. nel mezz
si mostrò ricco, ornato, e vezzoso con tanti abbigliamenti, che prese gli occhi lascivi di alcuni spensierati e sregolati v
tre si accosta al una torcia ardente, per meglio accomodarla e subito gli salta in faccia una quantità di quella fiammante
li salta in faccia una quantità di quella fiammante materia così, che gli si attacca tenacemente, e lo comincia a bruciarel
, che gli si attacca tenacemente, e lo comincia a bruciarelt: corrono gli altri due tosto all’aiuto; ma il corpo è senza so
eramente, che cavate con stento le maschere dai loro volti, compaiono gli stessi volti senza la nativa pelle, ed eglinolu p
a Donna ella sia, o finta; sempre è calamita potente, per rapire a sè gli occhi, e i cuori, e gli animi di molti, che, esse
a; sempre è calamita potente, per rapire a sè gli occhi, e i cuori, e gli animi di molti, che, essendo troppo amici dell’im
rrenti non erano oscene. Ma io proposi alcuni argomenti fondati sopra gli amorosi, e lascivi discorsi di quei Comici, e Com
e, e per riportar applauso, procedono in modo, che veri amanti paiono gli Uomini, e vere innamorate le Donna; e farebbero a
. Celso. Rosini nel sacro Museo., può qualificare i mezzi, quando non gli siano direttamente opposti, o tatalemente viziosi
ta espisto a maggior numero di persone. E tu dirai di chiamare onesti gli adulteri, perché si rappresentano in Teatro con f
sa. O scena tu sei santissima; perché onesti fai, e fari i Buffoni, e gli Istrioni. O Comico Proscenio, e onde hai trovata
ssa dire don Clemente Alessandrino. S. Cipriano fu già di parere, che gli osceni Istrioni antichi per autorizzare le rappre
a pubblicità è scandalosa, eccitando grandemente ai disonesti piaceri gli animi giovanili, e poco virtuosi. Anzi, oltre all
presenza di un centinaio di persone ? Sogliono comunicar segretamente gli affetti con qualche modesto guardo, o saluto; ovv
sse un nobilissimo e dottissimo personaggio Fiorentino. Gli Attori, e gli Spettatori della Commedia suppongono, che quel ne
attano, e si concludoni senza lenocinii, e senza amorosi colloqui tra gli Amanti: e se così nelle scene si rappresentassero
na pubblica Meretrice, che tosto, a persuasione di chi non so chi, le gli si accostò facendogli vezzi, e lusinghe al fine,
dagno: e questo comune fine hanno i ComiciC. 54. ancora: e però, come gli altri, indirizzano all’utile i loro fini. E di pi
ppresentazione dilettevole si, ma immodesta, oscena, e perniciosa per gli amorosi, e scandalosi ragionamenti degli Amanti,
. » Secondo la qual dottrina io dico, che i Comici osceni riferiscono gli atti della Commedia, che in se stessa è buona, o
ate, e repugnanti alla moderazione del Cristiano teatro: per le quali gli Attori meritano gran vituperio; come già meritò l
nare. Dunque; concludo che i Comici, se non tutti, almeno molti usano gli amorosi discorsi lascivi, per assecondare a sensu
Dottori, quali Beltrame propone, come diversi nei loro pareri, e non gli accorda. Uno di questi dottori, è S. Buonaventura
are, se non un tirare volontariamente, scientemente, e avventatamente gli spettatori deboli di virtù ad un manifesto perico
o in quanto è cagione morale del peccatoaltrui: adunque credendo, che gli altri si muovono solo a colpa veniale, essa pecch
si tratta quelle Commedie una materia lasciva, e disonesta, nondimeno gli Auditori, o non muovono al consenso di peccato mo
ripieno d’altro, e che i Fanciulli da quelle apprendono ogni vizio, e gli mostrano prima maliziosi, che nati. Eppure sappia
co io l’oscena perché reca grave danno alla purità dei costumi che se gli uomini dotti se ne compiacciono, la leggano nelle
esso Platone, di Xenofonte, di Eschine, e di Cebete, non si avvedono gli infelici, che con artificio privo di ogni arte, e
, e pieno solo di ogni forte immondizia, trattano i Savi del Mondo, e gli uomini virtuosi, da ciechi incantati, e che non s
. Chi non ha altri occhi per vedere, che di vetro rosso, ogni oggetto gli sembra rosso. Il Cecchino ancora scrive. La scena
ore per sfuggire un maggiore; ma se questo maggiore egli non fugge, e gli manca altra ragione di tollerare quel mal minore,
tana per navigare felicemente nell’Oceanodella sapienza; e chi chiude gli occhi alla chiarezza di questa bella stelleè volo
lo eleggerà savio, dotto, e zelante a sufficienza; e conseguentemente gli saprà molto bene, come portar si debba nel soddis
re la fama, o nel rifaremu i danni, o nel pagare i debiti, o nel dare gli stipendi a tempo suo. Avvenga che spesse fiatemv
divo delle anime, se egli non fosse ottimamente sano; in modo che non gli fosse detto. « Medice cura te ipsum. » E però que
suo carico, assolvendo dai peccati, detti dal penitente, ma piuttosto gli addossa sulle sue spalle insieme con glialtri err
le ragioni, che possono obbligare, o obblighino il penitente, studino gli Autori, e si consigli con uomini dotti, e pii seg
e il Superiore stesso, stando alla Commedia, può, se vuole, conoscere gli eccessi di lei: onde è cosa facile, che egli non
di Donna parlante oscenamente d’amore, e che l’avviso del confessore gli sia per essere dannoso, o cagionativo di scandalo
rità, ed attenzione, che così conoscerebbe vivamente l’obbligo suo, e gli soddisferebbe compitamente; moderando il Teatro,
one; quasi volgia accennare, che come il vizioso non s’approfitta con gli avvisi, così il virtuoso avvisato corregge i suoi
causa adsunt », scrive Caietano in 2. 2. Tho. q. 167. a. 2. ad. 2. E gli Spettatori si pongono in molte occasioni di vizi;
, cioè impure, e eccitative di natura loro al peccato mortale; contro gli Attori delle quali scrive Lelio Zecca tr. De Sacr
e pieno di docilità tutte le considerazioni, che ristrette nel foglio gli erano state presentate con umiltà: ne molto diffe
dell’Arte, avendo i gesti proporzionati; i moti armonici, e concordi; gli atti maestevoli, e grati; il portamento altero, e
Fanciulla serva, ovvero una Nutrice compare a far modestamente ridere gli Spettatori. Renderebbe la Commedia ridicolosa, ma
le parole. « Fingebatur. Finxerunt. Effingebantur. » E replica, come gli Antichi facevano comparire le persone Attrici in
tti brevi, presi dal suo lungo ragionamento. Dico 1. Egli scrive, che gli antichi Istrioni, pubblici recitanti di professio
e, dico, detto, meritano gran lode nel recitare; ma con tal detto non gli avrebbe giustificato dal peccato commesso recitan
to con termini, e con modi vergognosi, e pieni di modesto rossore; oh gli animi, e i cuori restano subito incantati, e fort
ensuro in modo alcuno. Le Aquile grandi spiegano i vanninm loro sopra gli amati figliuoli, per essere celebrate, non censur
erno loro presenziale quello, che sarebbe convenientissimo, che tutti gli altri eseguissero nella propria giurisdizione con
mo Autore. Che se il Comico Cecchino scrisse i suoi brevi Discorsi, e gli inviò da Napoli a Roma l’anno 1616. all’Eminentis
dassero giustizia a Nostro Signore: perché non possono fare lo stesso gli Scrittori cristiani, e zelanti della salute delle
possono supplicare ogni gran Signore, che giustamente distrugga tutti gli eccessi del Teatro. Io uomo da niente, e miseriss
cristiana modestia, a ponderare da senno, non solo quello, che dicono gli allegati Santi, e Dottori, e Teologi antichi, e m
enissima Città di Venezia l’anno 1639. diceva con tale tenore. Quanto gli Spettacoli saranno più onesti, e più gravi; tanto
ritano di essere spianate affatto: e tutti i Principi dovranno aprire gli occhi a questo gran disordine. Ed il detto s’inte
sere, o non essere, mercenaria; ma dalle regole del Si. Tommaso: onde gli Attori, che non fanno di professione di Scettici,
in scena è lecita, ma pericolosa. Pag. 71. Come sia illecita secondo gli antichi Dottori. Pag. 74. E moderni. Pag. 76. E p
comparendo in pubblico alletta al male. Pag. 88, 95. Una si dannò per gli ornamenti vani. Pag. 103. È detta Anatra. Pag. 13
8. Giovanetto Castigato, perché si vestiva da donna. Pag. 191. Quanto gli sconvenga tale veste. Pag. 192. Recitando in scen
DE] Original : dà. aw. [NDE] Original : dà. ax. [NDE] Original : dà gli . ay. [NDE] Comprendre : spiegazione. az. [NDE]
DE] Comprendre: danni. dp. [NDE] Original : à. dq. [NDE] Original : gli . dr. [NDE] Comprendre : nominare. ds. [NDE] Com
trumento. dw. [NDE] Comprendre : lavorasse. dx. [NDE] Comprendre : ( gli fu) chiesto se. dy. [NDE] Comprendre : se ci fos
e : vicinanza. ff. [NDE] Comprendre : accorse. fg. [NDE] Original : gli . fh. [NDE] Comprendre : alla. fi. [NDE] Compren
inal: comparisce. lq. [NDE] Original: Facevasi. lr. [NDE] Original: gli bastando. ls. [NDE] Original: astretto. lt. [ND
] Comprendre: essi. lv. [NDE] Original: inimici lw. [NDE] Original: gli sciogliendo. lx. [NDE] Original: domesticamento.
3 (1603) La première atteinte contre ceux qui accusent les comédies « A Madamoiselle di Beaulieu » p. 
e’l sen m’allaga. x. [NDE] « pennel’ ch’altri » = « pennello che ( gli ) altri ». y. [NDE] « presume » = « presumono ».
4 (1846) Histoire pittoresque des passions « RELIGION » pp. 158-163
he morì, Pier Soderini Si presentò dell’inferno alla bocca ; Ma Pluto gli gridò : anima siocca, Che inferno ? .. va’ nel li
5 (1759) L.-H. Dancourt, arlequin de Berlin, à M. J.-J. Rousseau, citoyen de Genève « CHAPITRE IV. Apologie des Dames. » pp. 119-155
e sfere il corso ; E veggo a un cenno suo da’ loro oscuri Antri uscir gli Acquiloni che sul dorso Portan gli strali delle s
no suo da’ loro oscuri Antri uscir gli Acquiloni che sul dorso Portan gli strali delle sue vendette. » ed Si ce Sonnet don
6 (1756) Lettres sur les spectacles vol.1 pp. -610
. Ministri Ecclesiastici alzano la voce contro le Commedie profane, e gli altri spettacoli del Carnevale ; e con quanto mag
d ammoniscono i Fedeli à fuggire ed abbominare le profane Commedie, e gli altri spettacoli del Carnevale. Ver. Sentim. di S
, che la libertà di vedere, di udire, di addomesticarsi, di accendere gli affetti e le corrispondenze nel breve tempo del C
rti de’ Grandi sogliono trovarsi ancora uomini virtuosi, i quali, per gli obblighi indispensabili delle loro cariche, sono
cialmente a coloro, che operano volontariamente nel Teatro, come sono gli Attori, gli Impresarj, i Sonatori, e i Compositor
coloro, che operano volontariamente nel Teatro, come sono gli Attori, gli Impresarj, i Sonatori, e i Compositori del Dramma
oter mantenere le loro famiglie. Somma è la differenza, che passa tra gli uni, e gli altri. I primi nulla operano, ne coope
ere le loro famiglie. Somma è la differenza, che passa tra gli uni, e gli altri. I primi nulla operano, ne cooperano all’ a
7 (1756) Lettres sur les spectacles vol. 2 «  HISTOIRE. DES OUVRAGES. POUR ET CONTRE. LES THÉATRES PUBLICS. —  HISTOIRE. DES OUVRAGES. Pour & contre les Théatres Publics. » pp. 101-566
venoit de donner pour la réforme des abus des Théatres : Editto soprà gli abusi de’ Teatri. Au reste, ces écarts éclatans
dico di soprà à conservarsi nella gratia di Dio, perche non solamente gli essempi muovono, ma non vi mancheranno particolar
era del Padre Concina condannarsi di grave colpa quei che permettono, gli Attori che rappresentano e gli Spettatori, che in
si di grave colpa quei che permettono, gli Attori che rappresentano e gli Spettatori, che intervengono alle Commedie, ed al
8 (1671) La défense du traité du Prince de Conti pp. -
ci-dessus. « Le Pape, dit cet Auteur « Essendo essi gionti ad Ancona, gli Anconitani vennero incontro al Papa, et all’Imper
recato, un altro trono, et un’altra ombrella, per lo Duce, et quelle gli presento, dicendo : lo ti do quæsto trono, et quæ
uoi successori li debbiate portare, et di poi arrivati a Roma venendo gli i Romani in contra con otto trombe, et con otto c
all’hora il Papa præsento quæste trombe, et confaloni al Duce dicendo gli che nelle solennita esso, et i successori suoi le
di Ulbado Santo, vescovo di Agubio. « Essendo essi gionti ad Ancona, gli Anconitani vennero incontro al Papa, et all’Imper
recato, un altro trono, et un’altra ombrella, per lo Duce, et quelle gli presento, dicendo : lo ti do quæsto trono, et quæ
uoi successori li debbiate portare, et di poi arrivati a Roma venendo gli i Romani in contra con otto trombe, et con otto c
all’hora il Papa præsento quæste trombe, et confaloni al Duce dicendo gli che nelle solennita esso, et i successori suoi le
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