rno alle Commedie poco modeste; per mostrare, che non è mai lecita la
loro
Permissione, secondo la dottrina di San Tommaso,
, e d’altri; i Comici Moderni non potranno rappresentare al Popolo le
loro
Amatorie Azioni? 172. P. 8. Si permette a molti i
roibisce le Commedie oscene nella Cristianità? Ovvero i Vescovi nelle
loro
Diocesi? 182. P. 2. Che si può dire di que’ Princ
hanno piena cognizione. 201. P. 4.Se. perché molti senza ottenere il
loro
fine hanno scritto, e parlato contro le Commedie
iziosi 119. 120. Alcuni portarono in Scena un libretto a difesa delle
loro
Commedie 123. Non mancano tali Comici 163. Non si
186. Sempre sono stati ripresi 237. Alcuni difesero con S. Tommaso le
loro
Commedie oscene 229. Ma confusi partirono 230. Us
corretti da altri Comici, e perché 255. 256. Non s’emendano. Se si fa
loro
la correzione 256. Compagnia di Comici alle volte
i non insegnino a’ Penitenti certe precisioni 80. Buon consiglio dato
loro
da un Dotto 81. Quando debba seguir l’opinione de
Commedie oscene 186. Pecca sostentando i Comici osceni 187. Perché fa
loro
donativi 187. Può concedere Spettacoli modesti al
cati 53. 54. Ragioni, per le quali si riprendono i Comici osceni e le
loro
Commedie 221. Rappresentazione onesta diletta 2.
ercava più, come si dovessero fuggire i vizi i ma come si dovesse dar
loro
autorità. Ma ora un lamento simile può farsi cont
bero tal sentimento de’ giochi teatrali osceni, quale devono avere di
loro
i fedeli Cristiani? S. Tommaso, citato ancora dal
di infettar le piazze di Vicenza » ; però che Francesco, occupando i
loro
palchi, e profondendo dalla bocca torrenti di div
E non sono simili, o equivalenti le carnevalesche dissoluzioni? E da
loro
come da pestilente morbo, non restano infette ogn
ollecitudine da’ moltiplicati, e pericolosi lacci, che Satanasso pone
loro
nel trattenimento carnevalesco, con fine di tirar
stà nel principio, quando s’introdusse per poca parte dell’anno l’uso
loro
, e così era lecito allora. Ma ora, dico io, non è
rii meditatio fornicationis gymnasium. » Dunque l’uso, e consuetudine
loro
benché antichissima è affatto irragionevole, e in
to con il modo buono, e con la debita correzione. Le oscenità sono di
loro
natura velenose, è vero ; ma dai modesti, e virt
rale; onde non vi è tanto sospetto, che frappongano le oscenità nelle
loro
Rappresentazioni; nondimeno se ve le frapponesser
d. 46. n. 11. Commedianti, e Ciarlatani, lo possono dire con verità i
loro
Spettatori. E lo possono anche confessare i Comic
presenza di molti deboli di virtù, e de’ quali almeno alcuni sono da
loro
conosciuti. E ammette, come lecita la introduzion
Mat. » Molti per rispetto delle Comiche Azioni rilassate spendono il
loro
danaro. E la rete del Comico non si getta per all
on qualche correttivo. Ma noi ponderiamo i detti mali, e i correttivi
loro
. I mali sono questi. Col dire osceno o con gesti
o siano grandi. Dica chi vuole, e dirà bene: vincono con la grandezza
loro
la stimazione nostra; e erra, chi li stima piccol
possa godere consolatamente il diletto, che onesto può derivarsi dal
loro
trattenimento. Inoltre l’anno 1644 ho inteso da u
scene Spagnole; e esorta, e prega tutti i Superiori a discacciare da’
loro
paesi tutte le moderne Compagnie de’ Comici poco
Comici Spagnoli in Italia non tutti sono modesti a sufficienza nelle
loro
Rappresentazioni: di quelli io parlo, che introdu
Sicilia, ove io allora abitavo, certi Comici Spagnoli con le Comiche
loro
facevano le Azioni, intrecciando al solito ragion
zati da Signori grandi, e Cavalieri molto principali; e essi, per dar
loro
gusto, e trattenimento, facevano le Commedie ora
te. L’erbe fornite di nociva qualità, non migliorano per ordinari la
loro
condizione, né diventano giovevoli, e salutari al
ssime persone le condannano, e detestano, né stimano in modo alcun il
loro
recitamento lecito tra’ Cristiani. È vero, che il
nta considerazione, e conosciute di tanta conseguenza, che per comodo
loro
e pubblico beneficio vi sono stati in ogni luogo
ologo, che armato di giustissimo sdegno contro gli osceni Istrioni, e
loro
spettacoli tuona, e fulmina dicendo molte cose, e
ell’infelice Tantalo veggono e assaporano l’oggetto consolativo della
loro
sete. Nota seconda Della varietà. In molti la v
piacevolissima per la varietà. A questa parimente servono, secondo le
loro
forze, tutti i Comici Personaggi, e ciascun s’ing
i peccare, né per dar occasione ad altri, che pecchino, ma per far il
loro
esercizio: e se fanno ridere, non fanno ridere pe
latinacci macaronici: le parti de’ Vecchi dal grossolano parlare de’
loro
antichi Idiomi: e così tutte l’altre Parti. Onde
di onesto trattenimento carnevalesco. Si compiacque di assecondar le
loro
preghiere; fece l’invito, e il concorso fu numero
pali di que’ Giovani, e con una gagliardissima riprensione rimproverò
loro
l’indecenza. E invero che le Commedie fatte da si
e non temono castigo, benché dicano delle sboccatagini; e le dicano a
loro
modo, e capriccio, e con quegli equivoci, che più
se tal volta non sono riprese, l’esenzione non è giustificazione; la
loro
malizia precisa e per se stessa è una sonora trom
oro malizia precisa e per se stessa è una sonora tromba di vitupero a
loro
pubblica, e eterna condannazione. Credo in oltre,
el bene, e non dei male? Perché non lasciano le materie lascive, e la
loro
lunga spiegatura; trattando le oneste materie del
con una trista Femminella, o da altro inconveniente: nondimeno con le
loro
bruttezze rappresentate, e con i Vizi pubblicamen
erà insieme altra persona, che Vizi cotali, biasimando e la bruttezza
loro
dimostrando, preserverà le genti da’ Vizi, e nell
inarie essere in maniera composte, che con artificio squisito porgano
loro
diletto, e insieme le dispongano, come è detto, a
iletto, e insieme le dispongano, come è detto, a farsi migliori nelle
loro
professioni ». Or qui ripiglio il discorso intorn
i correggeranno; perché sono venuti i Commedianti, che con le Comiche
loro
faranno le Commedie; e così correggeranno i vizio
alla sfuggita un poco di riflessione a’ Comici stessi, e alle Comiche
loro
: perché comunemente non sono persone piene di tan
i cattivi, mentre fingi i Vizi; e rovini i buoni, mentre rappresenti
loro
le bruttezze? Ohimè qual magistero è questo, prop
fare, che i Giovani amino l’aspro cammino della Virtù, mentre proponi
loro
i lenocini, gli amori, e gli allettamenti della c
hanno a voi tanto di obbligazione, quanto di pudicizia avete portato
loro
, e quanto di decoro. O veri Fedeli di Cristo, e c
viglioso lume, lasciate a’ Gentili l’approvare questi magisteri nelle
loro
Commedie, poiché essi non conoscevano migliori Ma
vale anche de’ Mercenari Comici Recitanti; massimamente che molti di
loro
sono Compositori poetici delle Commedie. Dunque l
utte le scandalose oscenità: da che segue, che la Commedia è lecita a
loro
per la Moderazione; e a gli Ascoltanti è gradita
’anni, alcune Compagnie di virtuosi Commedianti Mercenari facevano le
loro
Azioni rappresentando solamente istorie bellissim
età nascesse di nuovo nelle miniere de’ moderni Commedianti. Molti di
loro
, massimamente:i principali, professano d’abitar s
errerebbe, chi senza dubbio, e senza temerità dicesse, che le Azioni
loro
intitolate Opere, sono affatto illecite di essere
amate Opere; acciocché per tutte le Città, e Paesi più facilmente sia
loro
concessa licenza di recitare anche ne’ detti gior
e modeste composizioni, e pochi potrebbero mandar a memoria tutta la
loro
parte ogni giorno, dovendo dire ad verbum modesta
’ Comici non mancano Valent’uomini d’ingegno, che possono comporre di
loro
talento alcune belle, modeste, e ridicole, o grav
zzolenti spine che trafiggono con mortali, e giusti rimorsi coscienze
loro
. Onde il Giardinetto di Diana si converte in Fuci
i da molti Confessori dotti, pratici, e spirituali, i quali non fanno
loro
scrupolo in questo particolare, quasi che non sia
che assolvono; perché stimo, che rispondano con perfezione al debito
loro
; e che assolvano, e non facciano scrupolo per qua
loro; e che assolvano, e non facciano scrupolo per qualche opinione a
loro
probabile, e per qualche buona ragione degna di e
io. « Actus humani specificantur a fine », gli atti umani prendono la
loro
qualità, specie, e natura in bene, o in male dal
niere: la prima con ricordare a’ Comici un poco di quel molto, che il
loro
Comico Pier Maria Cecchini ha stampati in Padova
quello, gareggiando con queste, par quasi, che il discernere, qual di
loro
sia maggiore, si renda, per cosi dire, impossibil
avvisando i Comici impuri, e Attori d’impure Commedie, che l’addotto
loro
Comico virtualmente li condanna, mentre professa,
da tollerarsi. Platone non restò di cacciare i Poeti; forse perché da
loro
si poteva imparar qualche male: e pure si poteva
labantur », non migliora molti, ma rovina molti; perché tutta l’Arte
loro
è praticamente indirizzata al nocumento; e come l
altre particolarità; per poi servirsene con garbo nelle occasioni de’
loro
Drammatici Componimenti. Ma non posso già confess
e, etc. E si vergognino d’insegnar le impurità nella Scena con eterno
loro
vitupero per sentenza de’ medesimi Comici, profes
ltri desideri d’imparare, che, parlando regolarmente, poco giovano ai
loro
desideri i Commedianti osceni, perché i Componime
assai delle oscene; e le quali possono recar onore, e autorità con la
loro
imitazione. Vero è, che i Commedianti poco modest
te, e buone Composizioni; ma poi le guastano, e rendono oscene con le
loro
aggiunte, o mutazioni impure: e forse perché o no
so, e con grande applauso: ma poco dopo ne recitarono un’ altra delle
loro
oscene con grave cordoglio, e con giusto sdegno d
’ordinario nel mandare a memoria, e negli altri apparecchi: ove nelle
loro
dicevano all’improvviso gran parte, e sapendo, ch
i Comici a ricreare gli Spettatori con le Azioni oscene, non hanno i
loro
abitanti, e Cittadini più continenti, né più savi
oscenità rappresentate, vedute, e udite da gli Spettatori, cagionano
loro
molti peccati anche dopo la partita de’ Comici e
levare le Mercenarie Azioni impudiche dalle Città principali, farebbe
loro
un brutto scorno; perché le renderebbe simili all
principali e non si fermassero mai nelle ordinarie: certo il danno da
loro
cagionato non sarebbe una pestilenza tanto univer
rdinarie nel ricevere le Commedie de’ Recitanti osceni con pochissima
loro
reputazione, e con moltissimo danno spirituale al
. Io per mio credere tengo, che le principali Città fondino la gloria
loro
, non nel dar ricetto guadagno a persone vili, e T
tutti i Commedianti osceni: e i Signori Genovesi un’altra proibirono
loro
il far le Commedie: né per tal’atto perderono pun
loro il far le Commedie: né per tal’atto perderono punto della gloria
loro
; anzi l’accrebbero grandemente : e ambedue quelle
Scena alle Donne; né a Ciarlatani, o Commedianti il rappresentare le
loro
Azioni , benché non siano tal volta in tutto pudi
one assai virtuose, con l’accettare l’invito, e con l’andare a quelle
loro
poco modeste Rappresentazioni: e credo che ciascu
uoli, o le Figliuole, o i Nipoti, o altri costretti ad accompagnare i
loro
Parenti, e Superiori; procurino levar il pensiero
i navigano sopra l’istesso Vascello, in cui; navigo io. Se è permessa
loro
la tal cosa, perché non ha da essere lecita a me?
i trovasse nel Teatro; certo che i Comici non reciterebbero, tornando
loro
troppo scomodo far tanta fatica per la piccola me
rm. 27. Parvor. Cosi dico io di molti; dovrebbero piangere il peccato
loro
d’andare a sentire, e a gustare le Teatrali oscen
to in fronte. Io sono dannato; poiché quando sono ripresi de’ peccati
loro
con minaccia, che andranno all’Inferno ti rispond
e tal’Auditorio è fatto da’ primi, quando già sono di numero, che per
loro
solamente si farebbe l’Azione, benché niun altro
mmedie del nostro tempo, peccano mortalmente; perché con gli stipendi
loro
sono alimentati uomini tanto pessimi, come sono i
li altri cooperatori pronti al dannificare, il danno è determinato in
loro
, come in sufficiente cagione; e però Pietro non l
va; perché non più fomenta nel peccato que’ Recitanti, né cagiona il
loro
peccato: essendo che l’uno, e l’altro sufficiente
o modo: e però egli non concorre, né coopera efficacemente al peccato
loro
; come appare evidente per se stesso: e si raccogl
e, che si dicano; né paga i pronunciatori, che le proferiscono; ne fa
loro
applauso con la persona, ne col riso, ne con la l
con ottimo fine: perché le Azioni umane pigliano la bontà, e malizia
loro
intrinseca, e essenziale, non dal fine sotto ragi
sa di fine, perché questo è estrinseco dell’azione, ma da gli oggetti
loro
, da’ quali ricevono l’essere specificativo second
asione di peccare a pochi; e dico, che i Commedianti disonesti con le
loro
oscenità senza giusta cagione danno occasione a’
molti; e non sono scusati da quella ignoranza crassa, che si trova in
loro
. Né il dire. Io farei cosa peggiore. Giustifica,
re le Commedie oscene; perché alcuni farebbero peggio: e così può dar
loro
occasione di commettere un mal minore, acciocché
gione del peccato. Il modo di usare le cose è qualificatore dell’uso
loro
. Il cibo è buono, e giovevole, a chi l’usa bene:
me anche l’Ignoranza non sempre scusa i colpevoli: ne sempre vale per
loro
buona difesa. È vero, che ella a parere di Tertul
ché dunque dire tanto, e ridire contro le Commedie oscene, e contro i
loro
Spettatori? Molti vi vanno con buona Fede, e con
za, non sapendo di peccare; e però non peccano. Che, se si dichiarerà
loro
, che è peccato, vi vorranno tuttavia andare; e co
buon numero di persone Sacre, e Religiose, il popolo con la presenza
loro
, e autorità facilmente resta persuaso, che non si
ritto un libretto, il quale io ho veduto; e ho udito da altri, che da
loro
fu portato in Scena agli Auditori, e’ comunicato;
, almeno indirettamente; poiché potrebbero cacciarla dagli intelletti
loro
; e non vogliono; mentre che non desistono anche a
rse ancora disprezzano, e rifiutano gli avvisi e le dottrine, offerte
loro
dalle persone dotte, e zelanti dell’onor di Dio,
ne coscienze sono quei belli paesi, che sogliono far’ i Pittori nelle
loro
tavole, per riempimento di que’ vacui, che sono i
i i diletti sono buoni semplicemente, e assolutamente. E egli dice di
loro
. « Ex hoc decepti esse videntur, quod non disting
rché può non dilettarsi, né delle cose brutte rappresentate, né della
loro
Rappresentazione, e può essere stato mosso ad and
Spect. : scrive il P. Giovanni Mariana. E possono immaginarsi, che di
loro
si avverano le parole di Eusebio. « De suis perdi
re ad udirle, e frequentare il Teatro. Molti pensieri battagliano ne’
loro
cuori; e non si quietano allo squillo della voce
squillo della voce di ogni Dicitore: varie perplessità ingombrano le
loro
menti; ne si sgombrano col soffiamento di ogni au
l nostro tempo, i quali, avendo molto piccolo il capitale del credito
loro
, sono difesi, e protetti da qualche Teologo, o da
tania, l’Estate, andati colà certi Commedianti cominciarono a fare le
loro
Commedie, le quali veramente erano oscene: onde n
certe persone volevano levar le Commedie da quel Regno; ma non sortì
loro
l’effetto: poiché i Tomisti Angelici s’accinsero
o levare tutte le Commedie; ma le correnti, che erano oscene: e sortì
loro
l’effetto; poiché fece il Decreto e si stabilì la
si dovrebbero privar della Scena, bandir dal Teatro, e non permettere
loro
in maniera alcuna l’arte dell’oscene Commedie. Be
maniera alcuna l’arte dell’oscene Commedie. Ben li sa, che essi, e i
loro
amici apportano alcune scuse, con le quali vorreb
ti, che recitano modeste Commedie, per vivere con la fatica dell’Arte
loro
, esercitata modestamente. Di questi, e di se stes
r diletto; perché non sanno con altra Arte acquistar per sé, e per la
loro
famiglia il necessario vitto: ne esercitano Gioch
uesti Comici non si devono condannare: e chi dice, o scrive contro di
loro
, li danneggia senza Ragione. Che però Beltrame si
creto, e legge ingiusta; perché leverebbe il pane a’ poveri impedendo
loro
il guadagnarselo virtuosamente. « Decreta Princip
ero decreto impedire, o cacciare i moderati Comici; perché con l’Arte
loro
si procacciano onoratamente, e con modesto Recita
miare; poiché vivono, come gli altri Artefici, col guadagno dell’Arte
loro
de’ quali si può dire con le parole di S. Crisost
li vivono da buoni, e onorati Cristiani con il guadagno delle fatiche
loro
; e possono dire alludendo al detto del Serenissim
l’oscenità. S. Tommaso congiunge il Meretricio, e l’Istrionato, e il
loro
guadagno « ex turpi causa » 2. 2. q. 87. a. 2. ad
ritirano dall’esercizio osceno, e infame di quell’Arte; perché non da
loro
il cuore di guadagnarsi il vitto travagliando ono
alcune volte con lettere da certi Commedianti suoi amici, ad andare a
loro
, per tornare all’esercizio infame delle oscene Az
e sovente fanno a’ Comici. E se v’ha chi abbia invitato Cortigiane a’
loro
paesi è stato una Ragione Economica d’onore; ma n
ità ad arbitrio. Oltre di ciò i Comici chiedono licenze di far l’Arte
loro
e l’ottengono; e sono tali licenze sottoscritte d
e de’ Comici disonesti, i quali sono molti a nostro tempo, e fanno le
loro
disoneste Azioni; io dico, che questi non si poss
rino, ovvero un Trombetta,che inviti il popolo ad andar a peccare con
loro
; perché questo non si permetterebbe. Né le Meretr
anno permesse le pubbliche Meretrici; ma l’hanno cacciare dagli stati
loro
. S. Lodovico le cacciò dal Cristianissimo Regno d
rò altrove il solio Papale; e a’ Romani lascerò il piacere delle Lupe
loro
. Filippo IV. Regnator di tanti stati, ha fatto le
perché non basta la falsa persuasiva de’ medesimi Commedianti, o dei
loro
amici, e protettori; da quali non si sa, o non si
moderni Comici siano molti degni di questo vituperoso fregio, per le
loro
sceniche impurità. E quelle Compagnie ancora si p
e, che fa travedere gli oggetti molto diversi dalla realtà dell’esser
loro
. Il Comico modesto N. è avvezzo a vivere comodame
sto, e pregato di sopra, con altri Teologi , e Padri Spirituali: dica
loro
liberamente, e con piena verità il caso, le circo
atichino essi virtuosamente nel modesto Teatro, e procurino, che ogni
loro
Compagno vi fatichi con Virtù, e come Uomo, e buo
nte diversamente, ove scrive. Le Comiche, quando parlano in Scena con
loro
Recitanti, non hanno tempo di girar con arte gli
po di girar con arte gli occhi, per far preda de’ cuori; che conviene
loro
star avvertite, per dar risposta a proposito e fa
dice. Poco male Beltr. p. 146. possono far le Donne delle Scene con i
loro
discorsi: e rispondiamoli, che non poco male, ma
non poco male, ma molto male, e molto grande possono fare; e molte di
loro
lo fanno in realtà, non solo a tempo della Commed
iadrie, e artifici, con i quali le Comiche condiscono velenosamente i
loro
artificiosi discorsi. A ciascuna di quelle convie
, e d’altri; i Comici moderni non potranno rappresentare al popolo le
loro
Amatorie Azioni? Possiamo principiar la risposta
che dovrebbero tenere simili Componimenti non men lontani delle case
loro
, che il fuoco, e la peste. » Surio scrive con gra
e’ Maestri, che per insegnar a’ Giovanetti la buona latinità, leggono
loro
pubblicamente ciò, che Terenzio, o altro Comico i
nentur. » Cioè. I Maestri non dichiarino a’ Giovanetti, né permettano
loro
il leggere, non solo i Libri nominatamente vietat
eris pralegendi erunt. » Cioè. I Maestri intendano, che si permettono
loro
i Libri Osceni composti da’ Gentili; acciocché ve
. Anzi essi medesimi nel leggerli usino accortezza; acciocché l’anima
loro
non resti offesa; poiché S. Girolamo In Jonam c.
vinciale d’Aquitania P. Pietro Lochiero. Se si potevano leggere nello
loro
Scuole alcuni luoghi scelti da Terenzio. E egli r
n tempo, che il Maestro tratteneva gli Scolari in Scuola, dichiarando
loro
Terenzio, come Autore fornito di ottima Latinità.
udiziosa scelta di Composizioni e le fece stampare con disegno che la
loro
lettura, dichiarazione, e intelligenza servisse p
meno posso approvare, che I Comici moderni rappresentino al popolo le
loro
Amatorie Azioni. Perché questa Rappresentazione è
edianti osceni; perché fanno che i Cittadini servano a’ Vizi; che tra
loro
nascano discordie; e che molti perdano la sanità
roibisce le Commedie oscene nella Cristianità? Ovvero i Vescovi nelle
loro
Diocesi? Per soddisfar a me stesso in questo Dub
li; anzi hanno caro, che i Predicatori, e i Padri Spirituali in luogo
loro
, avvisino i popoli, che si guardino dagli inganni
a un dotto Iurisconsulto domandando. E perché i Sommi Pontefici con i
loro
decreti non hanno fatta la proibizione? E egli ri
ero tollerando per qualche tempo dell’anno i Commedianti ne gli stati
loro
, devono fare le debite diligenze contro gli oscen
eccano anche quelli, che con semplice fornicazione si domesticano con
loro
. Permesso era da Dio agli Ebrei il Repudio: e non
l Repudio: e nondimeno secondo alcuni Dottori peccavano ripudiando le
loro
Mogli. Or che diremo della permissione di un Prin
i un Principe? Certo che ella non farà. che i Commedianti osceni, e i
loro
Spettatori non pecchino gravemente. I Superioric.
e’ Popoli gravi mormorazioni contro que’ Principi, o Superiori, che a
loro
spese, o con le contribuzioni di altri sostentano
ni di altri sostentano i Commedianti, degni di essere cacciati per le
loro
poco modeste Rappresentazioni. E vero, che alle v
mici, che non li meritano, non lo fanno, perché si compiacciono delle
loro
sciocchezze; ma è che per lo più chi manca in vir
gno di Sicilia giunsero una volta i Mercenari Commedianti, per far le
loro
solite, e oscene Azioni: e prima di cominciarle,
prendono gusto, ma disgusto dalle Commedie oscene; e sono con la vita
loro
, e co’ buoni costumi Catoniani Censori delle impu
o sotto pena della vita osasse di contraddirle. E fra i trattenimenti
loro
ancora le Rappresentazioni della Scena riposero,
lmeno siano tenute tali da Principi quelle, che essi approvano con la
loro
autorità: e accetto per vero quel detto di Girola
a oscena. E mi aggiunse un altro personaggio. I Comici per la malizia
loro
si abusano della licenza; e infettano la Scena co
volte sono stati castigati, e banditi da Venezia molti Compagni della
loro
Professione per gli eccessi commessi ne’ Teatrali
o Professione per gli eccessi commessi ne’ Teatrali Recitamenti delle
loro
mercenarie Commedie. Ma che? Infino Beltramecap.
luoghi sono proibite, e punite queste disoneste Rappresentazioni, e i
loro
Attori. Onde se qualche Legge civile le permettes
un viziosi, e hanno lasciato la briglia all’appetito sensuale, e alle
loro
passioni? Un fiore,che nasca in una selva non la
rare le Meretrici pubbliche in alcune Città: perché con una parte del
loro
guadagno si aiutano Monasteri delle povere Conver
quali, facendo testamento, sono costrette a lasciare una parte delle
loro
facoltà alle dette Convertite, e non lo facendo,
ntieri il Fiat alla mia umilissima, e giustissima Supplica, che porgo
loro
facendo instanza, che caccino lungi da se la Perm
e sono le Commedie correnti de’ Mercenari; Comici osceni; e contro di
loro
vagliano i molti argomenti e le molte dottrine ch
no le correnti Azioni burlesche, e oscene; ma le Rappresentazioni de’
loro
i tempi, le quali erano molto più disoneste; e gl
mente instituiti da’ Gentilib. 1. cap. 11. della Tribol. in onore de’
loro
falsi Dei; ma anche per la offesa, la quale per m
tacoli antichi erano più disonesti: e che i Padri scrissero contro di
loro
risponde cosi. « Respondetum, plane ex Spectacula
na manifesta condannazione delle moderne Commedie mercenarie, e delle
loro
Teatrali oscenità. Dunque il Comico Cecchino non
tessi nomi? Se le persone non sono le medesime di costumi, né l’opere
loro
della stessa natura? Ne cosa immaginabile v’è che
contro le oscene Commedie del nostro tempo. E però i Commedianti, e i
loro
Auditori fuggano con diligenza il pericolo di par
zienza, si fermavano in Scena, e si consolavano scambievolmente nella
loro
grave, e comune disgrazia. Quando ecco uscire, ne
che rappresentavano i mal contenti del Re, cominciarono a dire tra di
loro
, satireggiando contro il medesimo Re, troppo amic
; la mia Consorte vi ha posta la mano. Volendo significare, che aveva
loro
ordinato, che domandassero licenza di far una Rap
bili Spettacoli, benché alle volte alcuni, o molti del popolo, per la
loro
poca virtù, e abuso, vi commettano qualche peccat
o pubblicamente rappresentati, e notati sotto maschere, alle immagini
loro
simili, come calunniose,e contro al ben vivere, f
i legittimamente giudicati infami, di miniera che in parte della pena
loro
cotali biasimi entrassero; e come le lodi degli U
o pubblicamente contro le Commedie, se pienamente non conoscessero la
loro
naturale qualità. Sanno molto bene, e molto megli
dare informazione veridica, e sincerissima relazione: quali siano le
loro
moderne, e correnti Commedie; e quanto modestamen
le volte le fanno, o per timore de Padroni, massimamente recitando in
loro
presenza; o per allettar Virtuosi o forse per int
all’ora io dimorava. Vennero d’estate i Commedianti, cominciarono lo
loro
Commedie oscene con buon concorso, il quale veden
essi mancare, perché certi Religiosi avevano pubblicamente ripreso le
loro
oscenità, mutarono gli argomenti, e gli proposero
i mostrano modesti, e regolati; ma per ordinario, e secondo il solito
loro
costume, sono osceni, e sregolati: e come che fan
o, o non vogliono conoscere la Commedia; perché si fa gran torto alla
loro
Sapienza, e alla loro bontà. Essi, benché non sap
scere la Commedia; perché si fa gran torto alla loro Sapienza, e alla
loro
bontà. Essi, benché non sappiano tutte le cose, n
hanno, quella piena cognizione di tal’Arte, che si richiede a far la
loro
dottrina degna di essere creduta, e praticata. Es
cula saeculorum. » Punto quarto. Se, perché molti senza osservare il
loro
fine hanno scritto, e parlato contro le Commedie
endo, e parlando, contro le Commedie oscene; e hanno veduto sempre le
loro
fatiche vane, e infruttuose: perché si proposero
er salire ove i Giganti di Flegra non poterono arrivare; travagliarsi
loro
, per travagliar gli altri: voler innestare frutti
ché non vi consumino con peccati, eziandio leggeri, il tempo commesso
loro
per operare il bene. E per tal fine ricordo, che
a il Predicatore; e chiamando con i propri nomi que’ due Frati, disse
loro
. Ohimè Fratelli, che cosa veggo? Che spettacolo c
Commedianti ripresi, dico, che è necessaria diligenza grande contro i
loro
peccati: non per atterrare il guadagno de’ modest
cati: non per atterrare il guadagno de’ modesti; né per sotterrare il
loro
onore; né per levarli il pane dalle fauci, né per
scudo, e impugnano lo stocco a favore de’ Commedianti osceni, e delle
loro
Commedie: gli altri vizi, e le persone viziose d’
ndiscreto il riprendere acremente i Commedianti osceni, e le Commedie
loro
disoneste. Ho detto, Commedianti osceni; perché,
disprezzati i Predicatori, quando sentono essere da quelli riprese le
loro
immodeste Rappresentazioni. Non sono molti anni,
ndare con caldezza di affetto alla Maestà del misericordioso Iddio la
loro
conversione; e per occasione de’ quali io ricordo
trati dalla Carità, favellano con voci di Paradiso; ma se vengono ne’
loro
gusti toccati, la naturale passione fa scorrevoli
ocumenti e con indisciplinate strida fanno allentar la credenza della
loro
saviezza sino a propri amici. Se nell’ora della C
tuosi sono quelli, che tirano l’audienza; quasi che per far piacere a
loro
, gli altri s’abbiano a morir di fame. Ma non aven
o a morir di fame. Ma non avendo questi tali altro riguardo, che alla
loro
soddisfazione, maltrattano con parole i poveri Co
que’ poveri Ciarlatani, che salendo in banco, vendono a poco prezzo i
loro
segreti, coi quali molti mal’affetti restano libe
ti Scrittori lasciano altre materie più utili, per trattare contro di
loro
. Alcuni Amici de’ moderni, e mercenari Commedian
ste sono fonti originari d’’innumerabili peccati; e spirano, che coni
loro
Trattati recheranno grandissima utilità a tutti i
. I Commedianti moderni hanno molti affezionati, i quali compatiscono
loro
grandemente, quando sentono persone gravi, che li
e gravi, che li condannano, ovvero leggono Libretti scritti contro di
loro
. E tal uno ancora non si ritiene dal formare simi
i Virtuosi propongono rimedi contro il pestilente morbo portato dalle
loro
disoneste Rappresentazioni. Anche le Meretrici, g
latori li pubblicano per infami. Tutti i Savi si mostrano apertamente
loro
contrari e li vituperano. E questi ciò facendo, c
tà; e sono molto occhiuti per mirare l’interesse del guadagno; e pare
loro
, che l’impedirlo sia materia di giusto, e grave r
he fuori preparando i Recitamenti. Con tutto ciò si ricordino, che il
loro
guadagno, per essere ritratto da Azioni oscene, è
ni si ritirassero dalle mercenarie Commedie con gran bene delle anime
loro
, e con non piccolo danno de’ Commedianti. Seconda
, e fu trovato che que’Libretti erano usciti da’ Commedianti; onde la
loro
fallacia fu confutata. E io credo sicuro, che la
egni sono di lode, e non, di riprensione i Commedianti, e le Commedie
loro
, essendo la cagione di un tanto bene. Tommaso Gar
moderni, come antichi, i quali hanno di moralissimi costumi ripieni i
loro
scritti; ponendosi avanti gli occhi quel fin lode
a lui graditi per faceta conversazione, s’usurpassero poi anche nelle
loro
facezie l’autorità di Consiglieri: potrassi ben t
e disperate, per allettare, e per ritenere i poco modesti Amici alle
loro
conversazioni. Senza che io dica, che i Giovani t
r gli avvenimenti delle Commedie, quanti hanno imparato a governar le
loro
case: quanti hanno abbandonata la Meretrice, vede
essioni, delle quali seguono mille, e mille peccati: e pure contro di
loro
non si armano le lingue de’ zelanti Scrittori, Pr
i per le Donne, che ne potrebbero far di meno? Quanti campano la vita
loro
, per far ordigni da uccidere altrui? E questi’ so
e non sono offesi come i Comici, anzi che sono accarezzati, ei lavori
loro
sono lodarti; li chiamano industrie, vaghezze, gi
onesto trattenimento: ma si come in quelle Professioni si ritrovano i
loro
difetti, i quali sono condannati dalle persone sa
sonesta ricreazione. E però si dice, si scrive, e si stampa contro le
loro
oscenità. Né deve ciò parer duro a’ Comici modest
deve ciò parer duro a’ Comici modesti; poiché non si tratta contro di
loro
. Appresso gli Antichi, e Greci, e Romani, mai man
iù, che per conosciuta malizia infettano le Scene, e il Teatro con le
loro
oscene impurità. In quanto poi a quella conclusio
emesse di peccare con il consenso al vedere, e udire le Comiche, e le
loro
oscenità nella Commedia oscena: non mancano altre
nfermi nella Virtù, non cagioninove. 1. ho. 4. de Pat. Iob. ferite a’
loro
cuori, e morte a se stesso. « Ne sanitatis verba»
disoneste; e però recano fondata ragione a’ Savi di chiamar il Teatro
loro
Casa del Demonio; ove non s’apprende a fuggir il
o prese le Streghe, e convinte confessarono la verità del fatto, e la
loro
malvagia maniera d’alloggiare. E perché Sua Santi
urora volendo partire, la casa con improvviso, e gran fracasso rovinò
loro
addosso, e ne seppellì molti, e tra molti una Gio
o, e da Cittadini , sperando tutti, che fosse per mettere la pace tra
loro
: e però si rinnovarono le Feste, i Sollazzi, e i
uali erano da quelli gettate in crudelissimi tormenti con grandissime
loro
strida, onde lo spettacolo riusciva molto più orr
avanti la quale avvenne questo successo. Molti Gentiluomini in Patria
loro
facevano per titolo di trattenimento certe Commed
Leggi universali ma so ancora, che non s’inganna, chi con il racconto
loro
concepisce Cristianamente sdegno, e odio contro l
rutto di carità, porgere occasione a Comici, che essi medesimi tra di
loro
si correggano, quando alcuni tra di loro si mostr
ci, che essi medesimi tra di loro si correggano, quando alcuni tra di
loro
si mostrano difettosi. Or frutto di tal sorte può
l’Arte, accettano per vero il detto mio; e lo confermano con i detti
loro
. Beltrame pone lui sul fronte di un suo Capo per
ne da’ buoni a rei, darebbero occasione, che gli stessi Comici tra di
loro
si correggessero. Edi più nella spiegatura del co
istinzione da’ Comici buoni a’ rei, danno occasione, che i Comici tra
loro
si correggono, ma, o non si fa tal correzione, o
iscono, e desiderano, che si faccia, da chi scrive, o parla contro di
loro
. Ma dico bene, che non si fa tal correzione: e cr
vvero perché vivono ingannati dalla propria opinione, stimando che le
loro
Commedie siano lecite, e modeste; e non illecite,
difetti degni de correzione, potranno, se vorranno, secondo l'obligo
loro
divino, et personale, nelle debite circonstanze,
estilenziale delle oscene Rappresentazioni. E se non confidassi nella
loro
diligenza, e efficace aiuto, temerei la sentenza
ri impuri, e l’altro dal Recitamento delle Congregazioni: E perché la
loro
Risposta, e Dichiarazione non m’è riuscita di que
72., e Principi fecero l’istesso acciocché tali Compositori col modo
loro
di dire, non ite intentassero gli uomini, e come
faciunt impudicos. » Se Poeticamente fanno quelli, che fanno i versi
loro
impudichi. Le quali Questioni se fossero lette sp
e’ Libri impuri, credo, che saggiamente risolverebbero di moderare la
loro
troppo nociva e oscena libertà; la quale meritame
brando le prodezze, e fatti d’onoratissimi personaggi , seppellendo i
loro
gloriosi nomi, degni dell’eternità, sotto le tomb
lendo i loro gloriosi nomi, degni dell’eternità, sotto le tombe delle
loro
finzioni, non poetiche, ma diaboliche, trasforman
lle loro finzioni, non poetiche, ma diaboliche, trasformando a piacer
loro
le persone di essi in furiosi, e forsennati mostr
essi in furiosi, e forsennati mostri, e quel che è peggio, attaccando
loro
gravissime infamie di sporchissima vita. Che se g
rchissima vita. Che se gli antichi Greci, e Latini Poeti trattarono i
loro
Dei da adulteri, incestuosi, ladroni, bugiardi, p
za. Operarono malamente gli Ateniesi Scrittori, quando nelle Tragedie
loro
infamarono, quasi che fosse Tiranno, Minosse, il
l Salvatore, e Compositori impuri attesta di più, che a suo parere la
loro
salute è affatto disperata. « Ut hoc etiam, quem
e Rep. non approvò il racconto degli amori de’ Dei, e delle discordie
loro
; e insegnò, che Omero in quella parte si era most
nota di questi Compositori lascivi, che dicono di non pretendere ne’
loro
scritti il danno altrui ma l’onor proprio: e egli
Avito, Prudenzio Sedulio, Paulino, Vittorino, e altri; niuno però di
loro
imbrattò mai la penna, o i versi suoi di macchia
ontra il Cielo, e espugnare l’onestà in molti poeti, ed arricchire il
loro
regnop. 92. di molte anime. O piacesse a Dio, che
ove si godeva il riposo, cagionarono grandissimo danno a tutti con il
loro
importuno, e sconcertato cantare, e gracchiare. S
ivono a modo di prodighi figlioli, e danno pastura sozza, e immonda a
loro
bestiali e porcini affetti, senza però saziarsi d
tico, che avevano da venir tempi, ne’ quali gli uomini chiudessero le
loro
orecchie alle sincere verità, e sana dottrina: e
ami usciti dalla scuola di Satanasso, spiega poi alla lunga la natura
loro
domandando. Ma che diremo, che siano questi infam
atui. Questo è il zuccarobx, che si pone in essi per addolcirli e dar
loro
il sapore; acciocché poi picchino il gusto di que
ua Repubblica così fatti Libri sotto nome di Poeti, se non perché col
loro
dire vanno pubblicando i peccati, e le disonestà,
dicizia quelli, che ne dovrebbero esser giudici, l’autorità e il nome
loro
ad usi indegni. Di questi Libri, dice il Teologo
giani, senza dubbio poco timorati di Dio, e poco zelanti della salute
loro
. E quello, che è degno di maggior compassione è c
le figlie, molte famiglie restino appresso il mondo anco ne i posteri
loro
di, qualche infamia perpetuamente macchiate: flag
gine usata da’ Padri, e Madri di famiglia in tener lontano dalle case
loro
simili Libri. Così parole di queste Autore ci son
cordo di pace; ma con patto, che i Cittadini le mandassero dalle case
loro
alcune colombe, e alcune passere: le furono manda
amente si considerano, non hanno cosa che possa invitare alla lezione
loro
una persona virtuosa. « Quid enim habent, scrive
colpi di pistola feriscono l’anima nostra. E volese Dio, che di più i
loro
tiri no fossero di bolbarde: queste, anzi rovinan
gli detto di quelli, che sono di distruzione, e di evidente rovina a’
loro
Lettori? La Lezione de’ quali si può chiamar con
non si devono passare con silenzio, e senza qualche scoprimento della
loro
debolezza, e indegnità. E la prima credo sia ques
e’ quali si conservano vivi i Vizi di que’ falsi, e antichi Dei, e le
loro
disonestà, con la memoria delle quali « Christis
non con suo grave danno, degli osceni Componimenti Poetici; come con
loro
miseria lo provano quelli, che viziosamente si di
le cose brutte: perché queste due potenze sono molto connesse tra di
loro
, da che segue, che dalla cognizione speculativa d
o per notar le belle parole, con che possano formare, e arricchire le
loro
modeste Composizioni, ricevono il più delle volte
. « Et simulant Curios, cum Bacchanalia scribant. » E per le quali la
loro
Lezione meritamente si chiama oscena, e degna d’e
guerra, attendono alla Lezione de’ Libri impudichi. Io trionfo della
loro
effeminata viltà, e vituperosa impudicizia, ovver
impure quanto sono quelle che gli Scrittori molto disonesti usano ne’
loro
Componimenti? Certo vi nasceranno bruttissimi pen
d’aver impiegato l’ingegno, e la penna in opere sregolate, e fatte da
loro
, e non secondo le buone Leggi della cristiana Mod
ola, e alcuni altri Scrittori del nostro secolo bruciarono i Libri da
loro
composti in materia di Amore ovvero piansero con
questa lunga numerazione di Autori, che condannarono al fuoco l’Opere
loro
, si prova, credo, assai bene il grave disgusto, c
sempre quelli, i quali revistisi una volta della trascuraggine della
loro
penna giovanile, se stessi emendandosi, n’hanno a
tonio Sanseverino. Credo, che gli Scrittori impudichi nel passo della
loro
morte avranno questo sentimento del Marino, se pr
isfatto a Dio per gli errori commessi; altrimenti meriteranno, che di
loro
si scriva ciò, che il gran Gersone, predicando, d
, al timor, dell’Inferno, e lacrimando vollero, che s’abbruciassero i
loro
impuri Componimenti. E legge di Prudenza raccorre
ati travagliarsi che i Padri, e Signori non acconsentano, che in casa
loro
si leggano Libri disonesti; né che possano provoc
possano provocare a Vizi: perché, come non consentirebbero con che i
loro
Figliuoli, Figliuole, e Servitori, ancorché per p
conversazione si ritrovano; e meno pronti veggono i Padri, e le Madri
loro
a torli da così cattiva Compagnia. E perché, se b
e vere appariscono, l’autorità de’ Santi, e gli esempi degli Antichi,
loro
maggior autorità danno, e imprimono meglio la int
he l’ascoltano per muoverli a ciò maggiormente, debbono i Curati dire
loro
, come Prospero antico, e Santo Dottore, dice che
etti; e molto meno a’ poco virtuosi, e deboli di spirito; perché sarà
loro
sdrucciolo di facilissima caduta mortale, e di ro
l’animo onesto, e prudente non toccar que’ Poeti, ne rivoltar i fogli
loro
, quali di proposito cantarono cose amatorie: l’is
i fogli loro, quali di proposito cantarono cose amatorie: l’istituto
loro
è scellerato, e alieno da gli studi virtuosi, e o
uanto per confutare gl’errori de’ Gentili con l’autorità de’ medesimi
loro
Scrittori, che è un vincere il Superbo Gigante, e
molto ben preparati, e cautelati, per non ricevere danno nelle anime
loro
dal trattamento di quelle velenose Poesie: e con
ll’esercizio delle vere Virtù; acciocché poi non trovassero perdono a
loro
peccati, e non avessero la scusa di dar la colpa
ti famosi, o antichi, o moderni, hanno macchiato con oscenità l’opere
loro
, sono stati per questo, non lodati ma biasimati,
3. Le Virtù dichiarate ne’ Libri insieme con le Oscenità, perdono la
loro
bellezza, almeno in parte; e perdono anche la sol
cchie d’impurità offuscato. E imbrattato il bel volto delle Scrittore
loro
? Dresselio domanda ad un Lettore di questi Libri
questi Ovidi non mancassero Augusti per Mecenati; e per rinfresco de’
loro
troppo caldi Amori le nevi di Scizia e i ghiacci
e venga tempo, in cui tutti i Superiori conoscano vivamente l’obbligo
loro
di provvedere, ove, e come bisogna, a questo abus
’acquisto del Cielo, spenderlo nelle buone Arti, e non nell’appendici
loro
; gran differenza è tra l’uno, e l’altro. « Quant
a’ Demoni offrendo, e incensando, ma anche i detti, e i ritrovamenti
loro
volentieri accettando, s’idolatra. Quinto, aggiun
per ragioni buone, e ben fondate secondo il zelo, scienza, e prudenza
loro
; quindi molti si prendono poca cura di levarli da
quindi molti si prendono poca cura di levarli dalle case, e botteghe
loro
; e non fanno scrupolo alcuno, che siano letti lib
, da Serve, ma anche da’ Figliuoli, e da altre persone della famiglia
loro
: d’onde seguono molti inconvenienti, e si scopre
bene, che ci ponghiamo in questo. Dico ben solo, che sperimentiamo i
loro
danni in infinite anime alle quali i Libri profan
gire ogni trascuraggine in questo negozio, e tener lontani dalle case
loro
Libri tanto nocivi; acciocché da niuna persona de
colo de’ Libri disonesti, eseguire nelle persone commesse da Dio alla
loro
cura quello, che i Superiori in molte Religioni h
e i Superiori in molte Religioni hanno costumato di fare; acciocché i
loro
sudditi Religiosi non ricevano alcun nocumento da
on altre maniere chiusero a questi cattivi Libri l’entrata nelle case
loro
. « Novissime Clerici Regulares S. Pauli in Consti
que’ virtuosi, e provetti Personaggi, che senza alcun pericolo della
loro
purità se ne serviranno. Queste sono alcune Relig
che li leggono con molto gusto, e senza necessità, forse cagioneranno
loro
gran confusione nell’estremo punto della vita, qu
rfectioni mirum in modum officere. » Cioè. Sappiamo questi, che con i
loro
profani studi apportano un grandissimo danno a’ S
andiamo a memoria, le quali turbano la tranquillità dell’animo con la
loro
importunità, e imbrattano la sua nettezza con l’i
il medesimo, e per abominare, gli Autori disonesti, e per detestare i
loro
impudichi errori. Il ReligiosoNell’Ant. Par. 4. c
dalla Beatissima Vergine, se tu gusti di cose contrarissime all’onor
loro
? Per animarsi alla pratica di questo rimedio di b
nti di Didone, le, genealogie de gli Dei, gli adulteri, e gli omicidi
loro
? Che utilità ponno recarti gli Orlandi, i Rinaldi
erno, pare dovuta la pena, a que’ Poeti, che tutto giorno pongono ne’
loro
Poemi mille Ritratti d’impudicizie, e d’atti diso
to proposito da Girolamo Fracastorio:e dal quale possono conoscere la
loro
vanità que’ Poeti del nostro tempo, che si fatica
quelli, dico, possono, o devono conoscere, e conosciuto correggere il
loro
errore, tanto pernicioso a’ buoni costumi, che da
lute delle medesime. Que’ Poeti, che con la Lezione oscena dell’Opere
loro
sono stati distruttori infernali de’ buoni costum
nfernali de’ buoni costumi, siano ora, con la Lezione pudica di altri
loro
Componimenti, celesti Riparatori di fiorita, e sa
e, tutti gli Ingegnosi Poeti, e Prosatori, quanto volentieri porgerei
loro
un umilissimo prego distinto ne’ seguenti punti.
ere sacre, o almeno in modo profane, e indifferenti, che nella faccia
loro
non comparisca neo alcuno, benché minimo, d’impur
ne oscenità sparse, come immondezze tra le gioie; queste eleggano per
loro
Lezione, e quelle fuggano con abominazione; e si
arebbero segnalati Poeti, e ingegnosi Fabri di una gloriosa memoria a
loro
comendazione? Certo sarebbero: anzi che i pochi s
ione? Certo sarebbero: anzi che i pochi scherzi amorosi, e osceni, da
loro
usati, sono stimati da Savi la macchia, che non s
i da Savi la macchia, che non so come si è fatta nel candido velo de’
loro
purissimi Componimenti. Insomma Signori Accademic
Padri Confessori, non lasciando passar occasione, che comoda si porga
loro
, di avvisare con amore, e di correggere con piace
endere quelli, che frequentavano il Teatro per udir Commedie, dicendo
loro
. « Diem in tam ridicula voluptate consumitis. »ho
ndano licenza, come ubbidienti Figliuoli di Congregazione, il negarla
loro
pare una rigidezza più che Catoniana: pare un vol
citarsi per fare tra Natale, e Carnevale una modesta Commedia. Uno di
loro
chiese licenza, e da lui, e da altri furono propo
ngregati se ne possono fondatamente prevalere senza pregiudizio della
loro
comune, e semplice devozione. Alcune Ragioni addo
troppa rigidezza. E però chi vuole tener contenti i Giovani, conceda
loro
qualche consolativo rinfresco di gioconda ricreaz
nda ricreazione. E tale si è quello di una modesta Commedia, fatta da
loro
con pubblica Rappresentazione. A questa Ragione s
r guadagnarsi onoratamente il danaro necessario al mantenimento della
loro
virtuosa vita, e non da spendersi nelle vanità. N
pirituali, e corporali, che se l’osservano con puntualità, non avanza
loro
tempo per l’impiego di una vanità, quale si è per
n dar sospetto di mala vita, o di scandalo a’ Parenti, che bramano il
loro
presto ritorno a casa. Ho saputo da persona grave
mpi di conversazione in questa, o in quell’altra casa; ma deve bastar
loro
per sufficientissimo passatempo la divina consola
i fondamenti di buona spiritualità ergono alcuni la fabrichetta della
loro
vanità mentre dicono, che con, dare licenza a’ Gi
scapigliati, e vagabondi, ma virtuosi Giovani, che divisi nelle case
loro
, né fan peggio, né vi trovano occasione di peggio
e l’istanza de’ medesimi Recitanti, che vollero, che le Donne parenti
loro
godessero di quello Spettacolo giocondo, e virtuo
tate da chi governa il pubblico santamente. E con tutto ciò l’attuale
loro
Recitamento non si fa in una casa della Città, di
ente i principali, e più savi di quella Congregazione stabilirono tra
loro
di voler impedire queste Teatrali Ricreazioni, tr
gregazione di Persone, che ne’ giorni di lavoro travagliano a pro del
loro
vitto; e, nelle Feste possono goder, se vogliono,
e i Comici abituati all’oscenità, non serbavano gli ordini prescritti
loro
da’ Superiori circa la modestia, si lasciò quel c
ttori rappresenta la sua Azione: per la quale si esercitano prima tra
loro
con la presenza del loro Prefetto, o di altro Sup
Azione: per la quale si esercitano prima tra loro con la presenza del
loro
Prefetto, o di altro Superiore; e senza mai tratt
arnevale: ma è bensì un’efficace arringo, per correr l’asta contro di
loro
; perché la necessità costringe a far alcune Azion
almeno questo, che si giudica disordine, cioè, che molti Giovani tra
loro
si radunerebbero senza Superiore ad esercitarsi;
mente credo, che quando già in altri tempi i Comici Santi facevano le
loro
sante Commedie, tutte piene di pietosi affetti, d
hé si trovano ridotti alla Commedia per ridere; e alle volte conviene
loro
piangere, non potendo fare resistenza alla sinder
nvertiti con la Commedia; dunque con la Commedia si deve procurare la
loro
perseverante conversione. Io credo, che le spirit
per quanto possono, e largamente, alla grossa e importante somma de’
loro
debiti con un continuo, e intero pagamento penite
agione, a questo bersaglio, non si cureranno di scoccar le saette de’
loro
pensieri alla vanità del gusto teatrale. Dunque c
a rovina. Nota ottava. Della Ottava Ragione, cioèI Religiosi hanno le
loro
Ricreazioni ordinarie, e straordinarie: e alcuni
corpo; le quali due sostanze essendo finite, e determinate, hanno la
loro
virtù, e forza parimente finita, e determinata, e
nella Ricreazione. Che meraviglia dunque, che i Religiosi abbiano le
loro
Ricreazioni onestissime ordinarie, e straordinari
ri. E in riguardo a questo punto i Congregati non hanno anche essi le
loro
ricreazioni? Si per certo, e molto più libere, e
to il girono; sen vanno dove vogliono, usano il vitto, e il vestito a
loro
gusto, per quanto comporta la loro condizione: né
no, usano il vitto, e il vestito a loro gusto, per quanto comporta la
loro
condizione: né lasciano di ricrearsi in altre man
’onesto dettame della Ragione. Ma i Religiosi di Osservanza godono le
loro
poche Ricreazioni secondo la misura della discret
li governa, e di chi deve render ragione al Giudice Divino de governo
loro
. Dico solo questo, che avendo io mostrata questa
lte gli era stato ordinato da’ suoi Superiori, che recitasse in certe
loro
private Azioni; e che avendolo fatto, n’aveva sen
di far Commedie, ma questa compassione mira, temo io, lo scapito del
loro
fervore, e il pericolo di abbandonarsi nell’imper
e vogliono guerreggiar contro i Vizi senza mai scostarsi dalla solita
loro
Bandiera di santità. Si può anche far congettura,
vocarsi da’ vicini, e presenti, li quali possono in parte impedire la
loro
fervente devozione, e commuovere l’animo e il des
azione, sarebbe necessario procedere molto cautelamente nel concedere
loro
una tal grazia; perché forse riuscirebbe di gran
dava segno di voler punto dilungarsi dalla norma di vita, prescritta
loro
da’ Superiori e ciascuno nelle difficoltà, e ne’
chiara traditore della modestia. I fiumi grandi nell’originario fonte
loro
per lo più si saltano, o si guazzano con facilità
die anche modeste, hanno patito, delle cascate con rovina delle anime
loro
. Volle dire secondo me, che la Scena, anche modes
buone, e virtuose. 121. N. 8. Della 8. Ragione. I Religiosi hanno le
loro
Ricreazioni ordinarie, e straordinarie, e alcuni