arare, quale sia la lecita à buoni Christiani, e quale la illecita: e
per
distinguere la modesta dalla oscena secondo la Do
sta dalla oscena secondo la Dottrina di S. Tommaso, e d’altri Teologi
per
sicurezza della coscienza. opera Del P. Gio: Do
di Gesù. Si narrano molti casi moderni; si considerano molte Ragioni,
per
le quali compariscono le Donne in scena, o in ban
in scena, o in banco, e si risponde a molte difficolta solite farsi,
per
giu-stificare cotal Comparsa. In Fiorenza Nella S
sonesti piaceri, sacrificando te stesso a Venere impudica, e servando
per
regola de’ tuoi costumi l’impero di Satanasso; ch
nell’Ecclesiastica Scuola, della Santità, ove all’orecchio ti giunse
per
divina dispensazione, e per gran favore evangelic
della Santità, ove all’orecchio ti giunse per divina dispensazione, e
per
gran favore evangelico, e efficace suono di quell
tuoi dissero con la voce delle lacrime il tuo gran duolo: e il cuore
per
gli occhi lambiccò se stesso in cadenti goccec di
io mi parto, rinunciando al secolar inganno, e men vadoe al chiostro
per
tramutarmi di Comico fallace in Monaco verace. O
li. Ora esce il primo Libro, spero, che gli altri seguiranno appresso
per
beneficio delle Anime, e la gloria del Sig. Iddio
sentenze latine, stampate con diverso carattere, sianok volgarizzate
per
comodità di chi, o non l’intende, o le vuole lasc
à, e scandalosamente. Questo poco ho stimato essere bene di avvisare,
per
chi vorrà leggere tali Ricordi, con desiderio di
iana moderazione ? Pag. 5 Q. 2. Quali Dottori dobbiamo leggere,
per
saper distinguere la Commedia lecita dall’illecit
dette dal Comico, e non mortali di lor natura, possono esser mortali
per
qualche ragione, e render l’Azione, e la Commedia
le azioni dei moderni Comici, e Ciarlatani secondo gli altri Dottori,
per
giustificar se stessi, e l’uso moderno dell’arte
la stessa materia. Pag. 82 Capo Terzo Si trattano le ragioni,
per
le quali le Comiche ordinarie compariscono in sce
namento efficace, che nasce dalla femminile comparsa, è buona ragione
per
renderla convenevole ? Pag. 95 Nota Unica. D
Del modesto Ridicolo dei Comici, e Ciarlatani virtuosi, e ingegnosi
per
dilettare, e allettare. Pag. 97 Append. Appe
ltà di far commedie senza la comparsa femminile è ragione sufficiente
per
l’uso lecito di tal comparsa ? Pag. 103 Q. 5
delle Donne Comiche in far quest’arte è ragione di scusa sufficiente
per
la pubblica comparsa ? Pag. 115 Q. 7 La nec
? Pag. 115 Q. 7 La necessità del guadagno è ragione sufficiente
per
la comparsa delle comiche ? Pag. 116 Q. 8.
Capo Quarto. Delle risposte ad alcune difficoltà, che si fanno
per
difendere la comparsa delle ordinarie Comiche nel
rie Comiche nel pubblico Teatro. Pag. 175 Q. 1. Se le Donne sono
per
tuttoai, perché levarle dal Teatro ? Pag. 175
da molti altri luoghi del Mondo. Pag. 179 Q. 3. L’uso non basta
per
giustificar la comparsa delle donne del Teatro ?
titi da Donne nel Teatro. Pag. 188 Nota. Della principal ragione
per
la quale non si approva la comparsa dei Giovanett
r la quale non si approva la comparsa dei Giovanetti vestiti da Donna
per
le pubbliche scene del Teat. Pag. 195 Q. 5.
bbliche scene del Teat. Pag. 195 Q. 5. Non basta il fine buono
per
introdurre le Donne ; e i discorsi amorosi del pu
. Non è lecito, almeno, che la donna comparisca ornata aaj Teatro,
per
far la parte sua nell’azione senza parlare amoros
basta l’esempio delle Comiche introdotte nelle Commedie stampate, che
per
introdurle ancora lecitamente nelle recitate ? Pa
fin’ora praticata circa la comparsa delle Comiche non è buona ragione
per
non levarla dal Teatro ? Pag. 228 Q. 12. I
. 229 Q. 13. A che cosa è obbligato il Confessore del Superiore
per
rispetto della comparsa delle Comiche nel pubblic
ell’Eminentiss. Sig. Cardinal de Lugo. Pag. 238 Append. Apendice
per
conferma del detto. Pag. 243 Nota 2. Di un
ersonaggi, che concedono la comparsa di donne in commedia, non basta,
per
giustificare il comparire delle Comiche mercenari
a dei Teologi, dei Casisti, e d’altri Scrittori antichi, e moderni. E
per
rispondere a molti casi di Coscienza in questa ma
o con la sua penna intinta nell’oro scrive, che non ha scudo valevole
per
difesa contro te saette di un giustissimo riprens
Ha non so ché di turpitudine, come notò Plutarco, il vivere solamente
per
sua utilità. « Turpe est, nos nobis tantum vivere
quieto. Lo scrivere, e il parlare con termini di cristiana modesta, e
per
gravissimi accidenti, non deve irritare alcuno ;
e vorrei porre qualche dolce lenitivo ad un certo Comico malore, che
per
cagione di certi viziosi va infettando il Teatro
dei buoni costumi, non lasciaronoar di scrivere ; come si possa fare,
per
far bene la Commedia, e fuggire quel biasmoas, al
daiav Commedianti, né daiaw Ciarlatani modesti ; ma dagliax osceni :
per
cagione del qual danno io vi ricordo, ô Amico mio
no, il biasimare, chi merita di essere biasimato, acciocché s’emendi,
per
non rendersi biasimevole, è cosa da non biasimars
secondo me stimò di giustamente supplicar dicendo. Io non ho scritto
per
altra fine questo Discorso, se non per supplicare
car dicendo. Io non ho scritto per altra fine questo Discorso, se non
per
supplicare quesiti tali, che tanto volentieri vib
arlanti d’amore in pubblico Teatro. Nel Capo 3. pondererò le ragioni,
per
le quali si fanno comparire tali Comiche pubblica
icamente. E nel 4. Capo risponderò ad alcune difficoltà, che si fanno
per
difendere, come lecita, la suddetta comparsa. Ora
one dei proposti Capi. Io vorrei che fossero luminosi raggi del cielo
per
scacciare i tenebrosi orrori del peccato. Capo
anza, cioè la descrizione della Commedia oscena, la quale è contraria
per
l’oscenità alla debita moderazione: e dico in tal
lla disonestà. E questo eccitamento ella può fare in molti modi. 1. O
per
natura sua, essendo tale, cioè eccitativa efficac
sua, essendo tale, cioè eccitativa efficacemente alla disonestà. 2. O
per
accidente, essendo udita da persone deboli di spi
ti i Quesiti del presente Ricordo. Ora poniamo le torcie nella scena,
per
mirar i mercenari Rappresen tanti: e ricordiamoci
i: e ricordiamoci qui in breve ciò, che con lunga dichiarazione siamo
per
considerare nel 2. Capo del Ricordo detto l’Istan
questo punto : e Beltrame dice. Dubito, che talvolta si scriva più
per
fare un bel volumeCap. 29., che per lo stimolo, c
to, che talvolta si scriva più per fare un bel volumeCap. 29., che
per
lo stimolo, che faccia l’urgente necessità. Ma io
io Comico, e osceno aveva bisogno, che acqua più copiosa si portasse,
per
dichiararlo estinto. E perché ciò non s’è fatto,
ario seguitarebe, finchè in tutto s’estingua perfettamente. Qui torna
per
acconciobf lo scritto delbg Filosofo Seneca, a cu
e non tenebrose. Quesito Secondo Quali Dottori dobbiamo leggere,
per
saper distinguere la Commedia lecita dalla illeci
la gravezza di negozio concernente la salute delle anime, fa ricorso,
per
ottener buona, e sicura intelligenza, al cristian
, e dei Santi Padri. Che però io lodo la prudenza del Comico Cecchino
per
quel poco, che nel principio dei suoi Discorsi in
l’aver ricorso ai più dotti, e intendenti, sia il vero, e sicuro modo
per
risolverli, deliberai perciò in negozio tanto imp
sciato scritto. Discorre con senno questo Comico : e io aggiungo, che
per
discacciare con agevolezza le cieche tenebre di b
he per discacciare con agevolezza le cieche tenebre di buia notte ; e
per
viaggiare acconciamentebq tra le nere caligini di
oppierebr, quasi risplendente stella, o bella luna : voglio dire, che
per
sgombrare, non che distinguere, le illecite teneb
bri di questi, come da luminosi corpi si spiccano moltiplicati raggi,
per
illuminare tutti noi nel dubbio cammino delle dra
mico si vale di detti turpi, o disonesti fatti, oppure di quello, che
per
essere peccato mortale, reca al prossimo grave no
della citata questione bastano, come due belli lampi della sua luce,
per
schiarire le nostre tenebre, e per investigare il
me due belli lampi della sua luce, per schiarire le nostre tenebre, e
per
investigare il senso di lui con il rigore scolast
enebre, e per investigare il senso di lui con il rigore scolastico, e
per
cavarne la cognizione, con che possiam distinguer
occorre moltiplicar i lampi, ove luce si sparge a sufficienza : pure
per
accrescimento di maggior chiarezza dichiariamo un
e aliqua virtus, quam Philosophus Eutrapeliam nominat ; et in quantum
per
hanc virtutem homo refrenatur ab immoderatntia lu
: fugge i rumori, e spende poco. Taccio il resto scritto da Beltrame,
per
aggiungere un poco scritto dal Comico Cecchino. C
itori, dice egli, che la Commedia si possa fare come gioco necessario
per
ricreazione della vita umana, osservate però le d
e loro licenza, che partissero, di che essi attoniti la supplicarono,
per
intendere la ragione: e egli disse loro. Certi m’
e S. Tommaso : e impose ai Comici, che mostrassero gli scenari giorno
per
giorno al suo foro. Questo caso narra diffusament
bilanci il valore di ciascuna, e poi formi la sentenza di assoluzione
per
gl’innocenti, e di condannazioneby per i rei. Non
rmi la sentenza di assoluzione per gl’innocenti, e di condannazioneby
per
i rei. Non è nuovo che diversi effetti procedano
ici moderati e virtuosi: le ragioni de’ quali egli ascoltò, e approvò
per
buone, e degne del suo favore. Il medesimo Santo
ppongono ai nemici dellacc nostra fede: che vi è differenza da chi ha
per
arte il furto, a chi ha per fineg guerriero l’ono
ostra fede: che vi è differenza da chi ha per arte il furto, a chi ha
per
fineg guerriero l’onore. Così vi sono Comici tant
to bene le cose, che decretano pubblicamente nelle Sinodali radunanze
per
giovamento delle anime commesse alla loro dotta,
lodare, né approvare la seconda risposta, che il Comico Beltrame reca
per
mostrare, che il Sinodal Decreto, pubblicato dal
ico l’Arte Comica, e i professori di quella: e che se non fosse stato
per
non generar confusione nel popolo, si avrebbe dis
ma Commedia, furono licenziati dall’Eccellentiss. Sig. Governatore, e
per
lo quale S. Carlo fece il Decreto a favore delle
uose pratiche, zelanti, e dotte, delle quali si serviva continuamente
per
addottrinare se stesso nelle cose toccanti all’uf
quello, che lecito si è nell’Arte Comica, e quello, che non è lecito;
per
poter poi concedere le licenze, o negarle, o mode
licenze, o negarle, o moderate, quando si fa l’istanza da Commedianti
per
ottenerle. Dunque non è probabile, che S. Carlo f
i Comici. 2. Non è probabile, perché tal Decreto non fu provvisionale
per
un poco di tempo: ma fu Sinodale, per dover prati
al Decreto non fu provvisionale per un poco di tempo: ma fu Sinodale,
per
dover praticarsi nello spazio di molti anni. E ch
, e Teologi, che si trovano presenti ne’ principali Sinodi congregati
per
la riforma de costumi, per lo stabilimento delle
presenti ne’ principali Sinodi congregati per la riforma de costumi,
per
lo stabilimento delle virtù, e per altri bisogni
gregati per la riforma de costumi, per lo stabilimento delle virtù, e
per
altri bisogni delle popolazioni Diocesane. Io sti
che peccano nell’Arte, e meritano di essere cacciati. E chi dichiara
per
vizioso un professore di un’Arte lecita, mostra,
caccino da sé le persone sospette, e perlopiù perniciose: e tali sono
per
ordinario i Comici secondo il grido, e fama unive
licenza ai Comici, è necessitato di darla con la debita moderazione,
per
soddisfar all’obbligo della sua coscienza: e così
a Arte lecita: perché questo può provare ancora un Comico vizioso, ne
per
tal prova merita la licenza; ma credo, provarono,
i vari pareri degli Autori, e accertato della modestia de’ Recitanti
per
relazione di altri, e vista la dottrina del suo m
presente Quesito; così volentieri la tralascio, e mi volgo altrove,
per
trovar lume con che io accenda la fiaccola mia, e
quale non stimò necessario parlare con distinzione de’ buoni dai rei
per
più rispetti. Prima, perché mirò alla fama comune
sta distinzione de’ Comici buoni dai rei ; se bene si può fare ; e io
per
me stimo debito mio di farla, e di replicarla più
le di S. Tommaso. « Quamvis in rebus humanis non utantur alio officio
per
comparationem ad alios homines, tamen per compara
is non utantur alio officio per comparationem ad alios homines, tamen
per
comparationem ad se ipsos, et ad Deum alias haben
o Beltrame, che i Comici udiranno la Messa, e qualche predica, almeno
per
curiosità, dai valenti uomini, e faranno pur qual
orre Beltrame, tessendo una fiorita ghirlanda di virtuose operazioni,
per
adornar le tempie de’ virtuosi professori dell’ar
a quella conclusione. « Basta, che i Comici sono Cristiani, non basta
per
provar, che sono virtuosi. » E io pregherei Beltr
ricamo deve sporcarsi col lezzo di cose brutte ? Orsù voglio accettar
per
vero ciò, che il galant’uomo Beltrame scrive de’
scrive de’ Comici ; ma non posso negare, che quelle tante perfezioni
per
ordinario sono manifeste a poche persone, e da po
ano persone indegne, disoneste, e vituperose. E questa voce si sparge
per
le Città: questo grido rimbomba per le piazze e p
tuperose. E questa voce si sparge per le Città: questo grido rimbomba
per
le piazze e per le strade; e questa relazione giu
ta voce si sparge per le Città: questo grido rimbomba per le piazze e
per
le strade; e questa relazione giunge all’orecchio
n ragione formano concetto reo, e universale di tutti i Comici : e se
per
ventura alcuni sono conosciuti , e creduti per bu
tutti i Comici : e se per ventura alcuni sono conosciuti , e creduti
per
buoni, veramente son pochi, e del poco non si tie
i modesti dai viziosi, e disonesti. Credo, che il detto fin qui basti
per
rispondere al Quesito : dunque non corrano più i
non sono resi deformi con qualche bruttezza, e illeciti i recitamenti
per
qualche men buona condizione. San Tommaso giudica
illecite le Azioni, e le Commedie all’ora, quando il Comico si serve
per
cagione del gioco di brutte parole, o di fatti br
ria verba da mortalem lasciviam. » Come se un Comico nella scena, non
per
fornicare veramente, ma per far ridere, e per dar
iam. » Come se un Comico nella scena, non per fornicare veramente, ma
per
far ridere, e per dar diletto all’Auditorio, invi
Comico nella scena, non per fornicare veramente, ma per far ridere, e
per
dar diletto all’Auditorio, invitasse una Donna al
ue, inserisco io, poche sono lecite secondo la dottrina di S. Tommaso
per
rispetto delle parole mortali di lor natura, le q
dette dal Comico, e non mortali di lor natura, possono esser mortali
per
qualche ragione, e rendere l’Azione, e la Commedi
uore arreca la morte. Alcune brutte parole giocose, dette nella scena
per
diletto, e per sollazzo, recano alle volte la mo
morte. Alcune brutte parole giocose, dette nella scena per diletto, e
per
sollazzo, recano alle volte la morte spiritule a
; non perché siano mortali di lor natura; ma perché diventano mortali
per
accidente, cioè per ragione dello scandalo, che a
ortali di lor natura; ma perché diventano mortali per accidente, cioè
per
ragione dello scandalo, che apportano ai deboli d
pportano ai deboli di Spirito, mentre le ricevono con gusto del corpo
per
ilcn senso, ma con disgusto dell’anima per ilco c
cevono con gusto del corpo per ilcn senso, ma con disgusto dell’anima
per
ilco consenso: onde come scandalose sono parole o
e come scandalose sono parole omicide del cuore; tuttoche siano dette
per
solo dilettamento dell’orecchio. Così dicono i Do
cchio. Così dicono i Dottori; i detti de’ quali devono essere stimoli
per
abominare cotali errori « Vanus sermo cito pollui
diceIn modo bene vivendi c. 30. . « Monverim verba illa turpia posse
per
accidens esse peccata mortalia ratione scandali a
æ saltem desiderii. » Cioè. Avverto, che quelle parole brutte possono
per
accidente e esser peccati mortali per ragion dell
he quelle parole brutte possono per accidente e esser peccati mortali
per
ragion dello scandalo, che si dà alle persone pre
rmiores spiritu. » Cioè. Colpe mortali possono essere le parole turpi
per
rispetto dello scandalo, il quale nascer può negl
ata virtutis. » Cioè. Macchia mortale arreca all’anima il turpiloquio
per
rispetto della circonstanza, che sia cagione di m
ai moderni Comici nelle Commedie; dunque sono peccaminose, e illecite
per
sentenza di Lessio. Baldelli notaT. 1. l. 3. d. 3
num dedisse videtur. C. Si culpa. de injur. et dam. Dat. » Cioè. Chi
per
leggerezza proferisce buffonescamente disonestà,
ortale, quando sono dette senza mal fine ; nulla di meno in Commedia,
per
esser luogo pubblico si fa peccato per la sfaccia
e ; nulla di meno in Commedia, per esser luogo pubblico si fa peccato
per
la sfacciataggine, e per lo mal esempio, quale ai
edia, per esser luogo pubblico si fa peccato per la sfacciataggine, e
per
lo mal esempio, quale ai molti serve per scellera
ato per la sfacciataggine, e per lo mal esempio, quale ai molti serve
per
scellerato documento. Parla christiatiamcte quest
agione riprendeva alle volte, come ha detto, alcuno de’ suoi Compagni
per
le parole brutte. Dunque noi ora appoggiamo alla
le brutte dette da loro, non mortali di lor natura, diventano mortali
per
ragione dello scandalo de’ deboli ; e come tali s
m nos sumus Domini, dimittere quandoque debemus. » Cioè. Dobbiamo noi
per
avviso di S. Tommaso, lasciare tal volta i beni t
olta i beni temporali, e anche gli spirituali, che sono di consiglio,
per
fuggire lo scandalo de’ deboli, ovvero degli igno
fluità, è un imbiancar i fiocchi di neve con il candor di lana. Basta
per
noi dire con Caietano, che il servirsi delle scan
il servirsi delle scandaloso Turpiloquio, benché semplice sia, e solo
per
dilettare, è colpa di qualche gravezza ; e è meri
si devono riprendere ; perché pongono sossopracs il tutto, insegnando
per
brutto interesse di lucro quelle cose, che non so
a alcuna da ridere agli spettatori, che alla fine vanno alla Commedia
per
ricrearsi, e per ridere consolatamente. Io rispos
e agli spettatori, che alla fine vanno alla Commedia per ricrearsi, e
per
ridere consolatamente. Io risposi allora dicendo
rsi caso, come dichiarerò nel Ricordo detto le Ammonizioni, nel quale
per
qualche buona ragione e circostanza sia lecito us
nere impudica, vestita secondo l’uso della casta Diana, rimane Venere
per
realtà, se ben da tutti talvolta non è conosciuta
te. Sanno i Dotti, che le cose dette, ovvero Udite, intanto piacciono
per
ordinario agli Audotori, in quanto sono cornforme
o cornforme ai loro costumi: onde posto, che la moltitudine, concorsa
per
udire la Commedia, sia di persone virtuose, e one
che professano di bene esercitare ; poiché possono cavare i ridicoli,
per
muovere diletto, e riso onestamente da molti capi
, e riso onestamente da molti capi onesti ; come insegnano i maestri,
per
esempio dall’ignoanza, dalla mutazione, dall’acut
a Commedia: poiché essendo ella indirizzata al beneficio delle Città;
per
far buone le persone cattive, e migliori le buone
ori le buone. « Ubi boni meliores fiant », dice Plauto; essi la usano
per
infettare di mille bruttezze i popoli spettatori:
ti: ancora in pochi, anzi in un solo si mostra ella potente, efficace
per
generar malori, e produrre gravissimi nocumenti.
Azione del cristiano Teatro: ma v’è ben dubbio, quante parole bastino
per
rendere illecito il teatrale recitamento. Noi ora
parole bastino per rendere illecito il teatrale recitamento. Noi ora
per
iscacciare l’ombra di cotal dubbio, accostiamoci
ia oscenità mortale, e contenesse concetto infamissimo, e sufficiente
per
se solo a macchiare l’animo d’ogni persona ben na
a; io credo, che dal S. Dottore si giudicherebbe potente, abbastanza,
per
far illecita l’azione ; ma perché non trovo, che
istione. « Utrum unum verbum ad hoc sufficiat » : se una parola basti
per
quello ; sia trattata da S. Tommaso; però volgo i
lche cosa, si verifica ancora di un solo detto impuro mortale. Dunque
per
sentenza di Caietano, e di S. Antonino basta una
nza di Caietano, e di S. Antonino basta una sola parola turpe mortale
per
rendere peccaminoso il Recitamento. Ma che ? Belt
é in presenza dell’Auditorio disse, e forse lenza molta avvertenza, e
per
abito cattivo, una sola parolaccia, quasi accenna
tà : e risolve, che alle volte una sola parola può essere bastevoledb
per
l’infezione di tutto un teatrale componimento. Le
e gli pare alquanto duretta, si ricordi, che facilissimo è il rimedio
per
far lecita l’azione, cioè levare quella parola, c
fatti parimente modesti; e l’Istrione viene astettode a non servirsi
per
cagion del gioco di turpi parole, ovvero fatti, «
bus verbis, vel factis », come scrive S. Tommaso. E Caietano commenta
per
fatti turpi quelli, che di lor natura sono peccat
dum se mortalia » ; perché molti fatti sono turpi, e non sono mortali
per
se stessi; ne tali diventano per la precisa, e fi
fatti sono turpi, e non sono mortali per se stessi; ne tali diventano
per
la precisa, e final cagione del gioco : « cum fin
i di lor natura ? Io rispondo, che Caietano dà questo esempio. Se uno
per
dar sollazzo ad altri, commette una fornicazione,
turpe sarebbe se una Commedia si terminasse con una fornicazione. Io
per
desiderio di meglio dichiarare il mio senso in qu
contraria. E se i toccamenti soo affatto brutti, sono peccati mortali
per
sentenza di Sanchez; benché siano fatti per gioco
tti, sono peccati mortali per sentenza di Sanchez; benché siano fatti
per
gioco, per vanità, o per leggerezza senza venereo
eccati mortali per sentenza di Sanchez; benché siano fatti per gioco,
per
vanità, o per leggerezza senza venereo dilettamen
per sentenza di Sanchez; benché siano fatti per gioco, per vanità, o
per
leggerezza senza venereo dilettamento. « Etiam fa
er vanità, o per leggerezza senza venereo dilettamento. « Etiam facti
per
joco, causa vanitatis, vel levitatis absque delec
asse il viso ad una Donna in presenza di molti; ovvero l’abbracciasse
per
segno di poco modesto amore; non provocherebbe eg
tri dell’Auditorio moltiplicano quei finti baci, e quei riti lascivi,
per
far pubblico applauso alla conclusione della favo
stà. Aggiungo. La rendono anche illecita quei fatti, che sono mortali
per
ragione dello scandali, che ne ricevono gli spett
l’ottavo Quesito, e che provano delle parole turpi, vaglionodj ancora
per
prova de’ fatti turpi; e lo scandalo consiste anc
ufficienti a priivar della vita un gran Colosso : anzi una sola basta
per
far inalberare lo stendardo della morte sul fronc
nesti ; intorno al che si questiona dimandando. Quanti fatti bastano
per
rendere colpevole di oóscenità, e morta alla virt
che la regola del suo giùdizio fosse legge proibitiva della Commedia
per
un sol fatto stimato osceno. Io non scrivo cosa f
ar li doveva nel suo cospetto pubblicamente, interveniva un sol bacio
per
segno, e per pegno di una modesta conclusione di
nel suo cospetto pubblicamente, interveniva un sol bacio per segno, e
per
pegno di una modesta conclusione di Matrimonio, t
n la debita moderazione. Dunque un sol fatto rende la Commedia oscena
per
sentenza di un saggio, zelante, e moderno Imperat
o i Commedianti, si fecero le zioni. Un giorno da un Comico fu fatto,
per
far ridere notabimente gli spettatori, un gesto d
legge questo, negherà, che gesto di tal fatta, benché unico, bastasse
per
rendere oscena, e illecita, quell’Azione ? è cosa
ermo sul piano della Marina un Ciarlatano trastullando in banco, fece
per
allettare, e dilettare il popolo, un atto molto o
e condannollo alla galera. Giusta condannazione, la quale serve a noi
per
giudicare, che quel Ciarlatano era tutto osceno p
quale serve a noi per giudicare, che quel Ciarlatano era tutto osceno
per
quel fatto solo di tanta oscenità. Concludo la pr
ssimo ; ovvero 4 o 6 fatti di ordinaria, e mortale oscenità, bastano,
per
rendere illecita l’Azione, e farla oscena. Lo scr
a intorno al numero delle parole turpi può qui servir di buona regola
per
giudicar de’ fatti. Corra il giudizio stesso, ive
tti impuri, osceni, illeciti, e morali ? Questa è comoda occasione
per
ritoccare alquanto i tasti già toccati: e far qui
l nostro Ricordo detto l’Istanza al Capo 2. Si discorre diffusamente,
per
dmostrare la necessità della moderazione del Teat
ndo la riforma delle parole, e de’ fatti illeciti, bastar si potrebbe
per
dare risposta al presente Quesito. Con tutto ciò
e Quesito. Con tutto ciò aggiungeremo qui qualche cosa, ma supporremo
per
vero il detto in quel Ricordo. Non spiace la repl
che si sforzava di assalire una bramata Donna, la quale però, calando
per
una finestra, sen fuggiva ingnuda, e cercava di c
noluerit, celat festina, quod volens detexerat. »Ep. 47.E che stimate
per
cotal fatto, o Padre ? Sono Commedie oscene ? Si
7.E che stimate per cotal fatto, o Padre ? Sono Commedie oscene ? Si
per
certo rispose quello, e risolse di predicare: e l
di morte all’osceno mostro della turpitudine teatrale in quella Città
per
qualche tempo. Così non vi fossero mai rinati i s
o provo di puù con questo fatto di Comica autorità, che vale non poco
per
questo punto. Pochi anni sono, che una Comica bel
turpi, e ne’ turpi fatti. Che occorre dunque sonar le trombe a festa
per
segno di una perfetta moderazione introdotta nel
r nella vigilia della festa, e però piangiamo con desiderio di presto
per
festeggiare per l’utili, e oneste Rappresentazion
della festa, e però piangiamo con desiderio di presto per festeggiare
per
l’utili, e oneste Rappresentazioni. Ma consideria
rui: e il prezzo de’ Comici è molto moderato; e quello de’ Ciarlatani
per
le loro buone mercanzie è prezzo giusto. Ma temo
dicendo. Ora i nostri giochi sono giunti a termine tanto ignominioso
per
difetto degli infami Attori, che in lor presenza
con brevità ci avvisa il Giardino de’ Sommisti nel c. 321 che peccano
per
le parole disoneste, gesti, e scandalo; e per li
nel c. 321 che peccano per le parole disoneste, gesti, e scandalo; e
per
li cattivi costumi, che insegnano. Tutto è vero,
sentimento di cuore così. « Io, pochi giorni sono, mi fermai, non so
per
qual sventura, a sentir un ragazzo in banco, il q
sconvenevole, e indebita, rende illecita l’Azione. Silvestro dichiara
per
lungo indebito la Chiesa, dicendo. « Esset peccat
sia. » S. Antonino dice lo stesso. Altri vogliono, che luogo illecito
per
le Comedie, e per le Azioni profane sia il Cortil
dice lo stesso. Altri vogliono, che luogo illecito per le Comedie, e
per
le Azioni profane sia il Cortile, o Claustro sacr
Discorsi intorno alle Commedie, trattando della circostanza del luogo
per
recitarle. E è sentenza comunemente ricevuta, e p
l luogo per recitarle. E è sentenza comunemente ricevuta, e praticata
per
vera: e però noi lasciamo di provarla più lungame
cclesiasticis, aut cum incantationibus »loco cit.. S. Antonino avvisa
per
la persona. « Non decet Clericum talia exercere.
ense cap. 17. e del Concilio Senonevese cap. 25. E questo può bastare
per
dichiarazione dei sette punti accennati da S. To
che ne fu decretata una supplicazione aglidp Dei, come ringraziatoria
per
tale recitamento; e quei versi recitati furono sc
enti. Di questo esempio di Nerone si serve il moderno Comico Beltrame
per
provare gli onori fatti ai Comici antichi. Se Giu
anche tralasciare i morti nominati ; ma forse il galant’uomo suppone
per
verissimo, che qualsivoglia personaggio illustre,
ualche parte la chiarezza della sua fama. E io temo assai di accettar
per
vero ciò, che egli suppone per verissimo. Scrive
sua fama. E io temo assai di accettar per vero ciò, che egli suppone
per
verissimo. Scrive Tacito, che Nerone « scenam in
elli ; e vi era ancora l’onorato Gentiluomo nomatods Burrho, il quale
per
essere stato Aiodt di Nerone giovanetto, lo mirav
edendolo impiegato in quella pazza, e vituperosa azione ; e lodandolo
per
ildu timore, e all’uso de’ Cortigiani adulatori.
e non vi si debba intromettere; perciò che ciò non gli è decevole, né
per
l’essenza, né per l’apparenza. Per l’essenza, per
intromettere; perciò che ciò non gli è decevole, né per l’essenza, né
per
l’apparenza. Per l’essenza, perché le operazioni
i azioni, verrebbe a perder di quell’ammirazione appresso de’ popoli,
per
la quale in ogni genere tengono, che egli sopra t
, non essendo con gli altri Re esercitati. Non dovrà dunque il Re, né
per
l’essenza, né per l’apparenza con la persona sua
gli altri Re esercitati. Non dovrà dunque il Re, né per l’essenza, né
per
l’apparenza con la persona sua ne’ pubblici spett
elo, e non mondana ambizione muovi la penna di questi tali a scrivcre
per
l’appunto, quanto comprendono esser necessario in
is. » E con tutto ciò non mancano alcuni di mettere ogni loro spirito
per
far credere, che quei Dottori intesero di parlare
esito Decimo quarto I moderni Comici servono degli Antichi Dottori,
per
giustificar se stesse, e l’uso moderno dell’Arte
dotti, onorati e virtuosi ; e con quelli compongono odorosi mazzetti
per
difenderli dall’ingrato odore, che esala dal diso
professori di virtù, e di dottrina, si servono degli antichi Dottori,
per
giustificar se stessi, e l’uso moderno dell’Arte
Dottori, per giustificar se stessi, e l’uso moderno dell’Arte loro, e
per
provare in conseguenza, che le mercenarie azioni,
dai moderni Comici, e Ciarlatani; dunque le loro Azioni sono illecite
per
sentenza di S. Antonino. Il Cardinale a Turrecre
ationis: puta illi, qui poderate ludis utuntur ». Non tutti camminano
per
l’infelice sentiero del peccato, ovvero dannazion
ratamente. Io dico, che i moderni Comici, e Ciarlatano non si servono
per
lo più moderatamente dell’Arte, né de’ giochi tea
nesimi, tocchi inonestief, baci, fornicazioni finte, e altre oscenità
per
dilettare. Dunque essi sono nello stato del pecca
unque essi sono nello stato del peccato, e nella via della dannazione
per
sentenza di questo Dottore, e Cardinale. Ranerio
s. » Io dico, alludendo a Ranerio, che gli Istrioni moderni non fanno
per
ordinario l’officio loro moderatamente. E aggiung
atti, e queste parole secondo la comune relazione oggidì non mancano
per
lo più nelle moderne, e mercenarie Azioni. Dunque
er lo più nelle moderne, e mercenarie Azioni. Dunque sono peccaminose
per
sentenza di Caietano. L’Armilla dichiara. « Histr
, se sia esercitata con le debite circonstanze: ma può essere peccato
per
rispetto della materia. Io dico, che la materia p
caminosa con le parole e con i gesti disonesti si ritrova comunemente
per
voce universale de’ pratici nelle moderne, e merc
de’ pratici nelle moderne, e mercenarie Azioni. Dunque sono illecite
per
sentenza di detta Somma Armilla. E anche sono ill
o illecite per sentenza di detta Somma Armilla. E anche sono illecite
per
sentenza della Tabiena; perché ella precisamente
he l’esperienza convince, che la moderazione bastevoleeg non si trova
per
lo più nelle moderne Azioni. Dunque sono illecite
elle moderne Azioni. Dunque sono illecite ai Comici, e ai Ciarlatani,
per
sentenza di Medina, e di Silvestro, citati da Bel
uesti moderni; forse troveremo che toccano tamburo, spiegano bandiera
per
combattere non contro di noi, ma per favore nostr
ccano tamburo, spiegano bandiera per combattere non contro di noi, ma
per
favore nostro, per aiutarci coraggiosamente.
gano bandiera per combattere non contro di noi, ma per favore nostro,
per
aiutarci coraggiosamente. Quesito Decimo quin
a ragione sta ben fondata, le autorita degli scrittori le servono più
per
ornamento, che per sostentamento : la vera gioia
ondata, le autorita degli scrittori le servono più per ornamento, che
per
sostentamento : la vera gioia scopre per se medes
rvono più per ornamento, che per sostentamento : la vera gioia scopre
per
se medesima il suo valore: la verità suona la tro
na di Comitolo: ma io lo pregherei, se vivesse, a considerare un poco
per
sé le parole di S. Ilario. « Optimus lector est,
ne, e ordinarie azioni de’ Commedianti e de’ Ciarlatani, siano lecite
per
sentenza di Comitolo ? E troppo chiara la negativ
za di Comitolo ? E troppo chiara la negativa: né fa mestier, di prova
per
questa prova; e ove il sol risplende, la fiaccola
. Onde Beltrame non lo poteva allegare, come favorevole alle sue, che
per
molti capi sono illecite. Dello stesso parere si
a Commediocrisi porta alla lunga l’autorita di Marcello, e la pondera
per
minuto paratamente, e ne conclude, che egli « non
la sentenza di S. Tommaso, con la dottrina di cui restano condannate
per
le loro oscenità; ancorché Beltrame non se lo per
esto. Tra pubblici peccatori si numeraem l’Istrione, cioè quello, che
per
officio recita le Commedie turpi, e prouocative a
so alla santa, e pubblica Comunione. Io dico, che le Commedie moderne
per
ordinario sono turpi per le lascivie degli amanti
Comunione. Io dico, che le Commedie moderne per ordinario sono turpi
per
le lascivie degli amanti, per ien lenocinii, e pe
mmedie moderne per ordinario sono turpi per le lascivie degli amanti,
per
ien lenocinii, e per altre ragioni molto ben fond
dinario sono turpi per le lascivie degli amanti, per ien lenocinii, e
per
altre ragioni molto ben fondate. Dunque i Comici,
ue i Comici, che sono tali, si devono numerare tra pubblici peccatori
per
sentenza di Henriquez. Ponderiamo le parole di S
rdo della maggior parte di tali Commedie. Dunque le più sono illecite
per
sentenza di Sanchez; al quale aggiungo secondo l’
ior parte di loro. Dunque i giochi Istrionici, e le Commedie correnti
per
la maggior parte sono illecite per sentenza del S
Istrionici, e le Commedie correnti per la maggior parte sono illecite
per
sentenza del Sà. Il Bonacina si legge ancora tra
noltre, che le moderne de’ Comici mercenari sono ordinariamente turpi
per
le ragioni dette di sopra, e replicate più volte.
e ragioni dette di sopra, e replicate più volte. Dunque sono illecite
per
sentenza del Bonancina. Dopo il quale Beltrame ci
al piacere; perché con altro artificio non sanno procacciare il vitto
per
sé, né per i suoi: né esercitano giochi turpi, ma
perché con altro artificio non sanno procacciare il vitto per sé, né
per
i suoi: né esercitano giochi turpi, ma liberali,
n dimeno apportano un consolativo diretto. E questi io non credo, che
per
tale esercizio vivano in cattivo stato. Questo Au
ana vita ha avuto i suoi virtuosi Professori, e che il sole risplende
per
ogni clima; e cavino da questa verità frutto copi
tre gli allegati Dottori Moderrni ve ne sono altri parimente Moderni,
per
giudicare delle Azioni de’ Moderni Comici ? La
cie; anzi par, che acquisti non so che di leggiadria, e di splendore,
per
più graziosamente comarire, e dilettare glli occh
torcie risplendenti le autorità de’ molti Scrittori, che si allegano
per
favore della Commedia, e dell’Arte Comica; per ra
ttori, che si allegano per favore della Commedia, e dell’Arte Comica;
per
ragione delle quali autorità si ode più dolce, e
molte cattive circostanze di detti e fatti osceni: dunque è illecita
per
sentenza del Boninsegni, e illecitamente praticat
fu Attore in quella. Dunque a nostro tempo si fanno Commedie illecite
per
sentenza di Bonancina, e necessaria moderazione.
estamente; e la rappresentazione di cose turpi, purtroppo si adattano
per
la maggior parte, secondo la comune testimonianza
nchez tieneeu illecita la Commedia, « quando miscenturres directe, ac
per
se provocantes ad luxuriam »T. 1. Oper. Mitr. T.
oso, e pubblico invito alla fornicazione. Né queste bruttezze mancano
per
la maggior parte nelle correnti Commedie: dunque
no per la maggior parte nelle correnti Commedie: dunque sono illecite
per
sentenza di Sanchez. II medesimo scrive nel citat
ole ardenti, e con focose brame di venire a cose disoneste. E affermo
per
certissimo, che i moderni Comici, per la maggior
ire a cose disoneste. E affermo per certissimo, che i moderni Comici,
per
la maggior parte, non si astengono da tali rappre
arte, non si astengono da tali rappresentazioni: dunque sono illecite
per
sentenza di Sanchez. Reginaldo avvisa. « Illicit
ne sono molte Commedie del nostro tempo : dunque sono giochi illeciti
per
giudizio di Reginaldo. Baldelli dichiara illecita
durre chiaramente a fine una fornicazione. E tali sporchezze si usano
per
ordinario per imbrattare a nostro tempo la scena,
nte a fine una fornicazione. E tali sporchezze si usano per ordinario
per
imbrattare a nostro tempo la scena, e il Teatro:
Teatro: dunque sono illecite le Commedie mortne de’ mercenari Comici
per
sentenza di Baldelli. Viguerio nota. « In ludis c
rutpi: dunque i loro scenici giochi sono diabolici, non che illeciti,
per
sentenza di Viguerio. Azor parlando delle oscenit
caste persone, e altre cose formite di simili, o peggiori oscenità; e
per
conseguenza tali rappresentazioni moderne sono il
cenità; e per conseguenza tali rappresentazioni moderne sono illecite
per
sentenza di Azor. Potrei lasciare lo scritto da
e lo scritto da altri moderni Dottori; perché basta il notato sin qui
per
dichiarare, che illecitissime sono moltissime Azi
, e dilettare i virtuosi, e zelanti Censori delle Comiche oscenità: e
per
ciò fare, voglio allegare altri Dottori, che form
pure quei giochi erano certamente illeciti, e come tali furono levati
per
comandamento di Onorio, e di Arcadio Imperatori:
peratori: dunque molte moderne Comiche Rappresentazioni sono illecite
per
sentenza di Piero de’ Gusman. Francesco Maria de
o nella sua Parenesi approva prima le Commedie lecite, e poi dichiara
per
illecite quelle del nostro tempo, dicendoPag. 271
oro egli trova malizia, nelle favole oscenità, nelle persone infamia,
per
tutto turpitudine, e in luogo niunoew un pelo di
le moderne Azioni de’ Comici, e de’ Ciarlatani ? dunque sono illecite
per
sentenza di Cellotio. Gio. Mariana citato dal Mon
.. « An maior corrupte la morum excogitari potest ? Quæ enim in scena
per
imaginem aguntu per acta fabula cum risu commemor
te la morum excogitari potest ? Quæ enim in scena per imaginem aguntu
per
acta fabula cum risu commemoratur; sine pudore de
iocis ad seria transitus. Censeo ergo moribus christianis certissimam
per
tenafferre Theatri licentiam. » Pietro Casano ne
ne, e d’altri infiniti vizi, dunque le moderne Commedie sono illecite
per
sentenza del Casano. Gambacorta in un Trattato ma
o intorno alle correnti Commedie dicendo così. Le Commedie, che vanno
per
l’Italia, sono comunemente pessime, e pregiudican
vorrà negare, che l’Azioni de’ nostri Commedianti non siano illecite
per
sentenza di Gambacorta, e degnissima della sua ri
tro riprensivo affetto, e vituperiamo anche con la lingua quelli, che
per
cagione della lingua si rendono degnissimi di ogn
col manto di tollerabile ricreazione quel trattenimento teatrale, che
per
verità si è una intollerabile dissoluzione. Berna
adhibenda est fides, tales ut plurimum esse suspicior », dubito, che
per
lo più tali, cioè illecite, siamo quelle del nost
d’Istrioni.Dunque le moderne Commedie furono ordinariamente illecite
per
sentenza di Pio Rossi. Battista Fragoso scrive. «
te mostri di bruttissima disonestà, dunque sono spesse volte illecite
per
sentenza di Fragoso, il quale ha stampato l’anno
si, e onesti costumi: dunque le Azioni di questi Comici sono illecite
per
sentenza del Cecchino, il quale anche confessa ca
ni. E vero, che egli nel c. 58 dice. « La Commedia è oggi mai passata
per
la trafila: e se già fufc, chi la biasimò; o che
tamemente vi sono oggi molti Commedianti, che fanno Azioni tali, che,
per
sentenza d’ogni Comico virtuoso, dotto, e onorato
sentenza d’ogni Comico virtuoso, dotto, e onorato, sono illecite. Ma
per
qual ragione ? Io lo spiegherò nel seguente Quesi
gione ? Io lo spiegherò nel seguente Quesito; e sarà nuovo beveraggio
per
la nostra sete; e io procurerò d’attinger l’acqua
di molti mercenari, e moderni Attori, basta in luogo di mille motivi
per
fuggirle, a chi desidera di buon cuore la salvezz
la salvezza. Nondimeno la dichiarazione dì alcune ragioni può servire
per
meglio stabilire il desiderio di fuga ne’ virtuos
uga ne’ virtuosi. Dico dunque, che la Commedia poco onesta è illecita
per
molte ragioni : due sole n’accennofd con brevità:
e alla natura corrotta, e al male inclinatissima, il piacere sensuale
per
la via quasi di tutti i sensi, e insegnare all’uo
i sensi, e insegnare all’uomo le maniere; e i modi, che tener, dove,
per
facilmente e presto conseguire ogni sui intento,
Di più è come una scola aperta all’intelletto confederato col senso,
per
imparare ogni male: onde non è occasione sola di
poco efficace ; ma con l’esempìo, che è modo, e mezzo efficacissimo,
per
apprendere ogni cosa benché difficile; quanto più
ora, che sole, semplicemente prounciate, come tante scintille bastano
per
accendere dentro di te ogni gran fuoco di concupi
unciate, accompagnate poi con gli atti vivi, inventati con industria,
per
eccitare in te disonesti affetti, e pensieri; e p
na moderazione; e però spesso escono in brutte, e indegne oscenità, o
per
vizio volontariamente, o per inavvertenza colpevo
escono in brutte, e indegne oscenità, o per vizio volontariamente, o
per
inavvertenza colpevolmente, atteso l’abito cattiv
o, occorseff nel Seminario Romano. Il P. Gio. Paolo Navarola Rettore,
per
trattenere quella numerosa Gioventù ne’ giorni di
di veruna oscenità: promisero quei galant’uomini, e fecero le Azioni
per
qualche spazio di tempo con la debita moderazione
alle cose dubbiose, le. quali non si possono provare con altro mezzo,
per
essere, o lontane, o passate, o sconosciute; ma d
lio ? Ridico, che sono tutte stiracchiature: una buona coscienza vale
per
mille testimonianze: il ricercare scritture contr
enali. Io rispondo a Beltrame, che si ricerca il coraggio, e il cuore
per
opporsi coraggiosamente alle oscenità, e ai pecca
llecite; perché quelle de’ nostri moderni Commedianti mercenari hanno
per
ordinario delle oscenità mortali in modo, che il
ste oscenità di queste Commedie non sono conosciute da molte persone,
per
altro pratiche, e giudiziose, le quali non le app
se, le quali non le approverebbero in modo alcuno, se le conoscessero
per
mortali. Ponderiamo per acconcio del mio dire un
overebbero in modo alcuno, se le conoscessero per mortali. Ponderiamo
per
acconcio del mio dire un caso. Io mi trovai d’Est
. Ponderiamo per acconcio del mio dire un caso. Io mi trovai d’Estate
per
predicare in una Città l’anno 1639 quand un amico
enità, le quali al certo sono fonti di mille, e mille peccati mortali
per
le persone deboli di spirito, e poco fondate nell
, e quante generalmente siano le oscenità mortali delle Commwdie ? Io
per
verità dopo molti anni di studio scolastico fatto
oderni Commedianti; questa è difficoltà più grave di quello, che ella
per
avventura si persuade. Il cortese gentiluomo non
iluomo non rispose a questa mia istanza, ma si compiacque di offrirmi
per
legger la Supplica di Nicolò Barbieri, detto Belt
secondo le regole di questo Discorso non contengono oscenità. E tali
per
noi lecite, e oneste approviamo. Io volentieri ac
scena: ma non dichiarava pienamente, quali siano le commedie illecite
per
le mortali oscenità: anzi supponeva, che alcune c
ppresentate, non facciano la Commedia mortalmente oscena, e illecita:
per
atto di esempio una pubblica comparsa di un Ruffi
l quale sono Giovani malefk inclinati, e persone deboli di virtù, che
per
tali rappresentazioni commettono almen col pensie
o almen col pensiero mille peccati mortali. E altre cose simili. Ora
per
avvertire i Fedeli virtuosi, e i medesimi Comici
sacri Dottori. La Dottrina moltiplicata serve di lampada più chiara,
per
fuggir le tenebre degli errori. Non erra facilmen
addito come breve, e ottima istruzione del nostro cominciato cammino
per
il sentiero della drammatica campagna con desider
er il sentiero della drammatica campagna con desiderio di proseguirlo
per
mooderazione della scena, per emendazione degli s
a campagna con desiderio di proseguirlo per mooderazione della scena,
per
emendazione degli scenici vizionsi, e per consola
r mooderazione della scena, per emendazione degli scenici vizionsi, e
per
consolazione de’ Comici onorati, e virtuosi.
enti, che mirano alla pratica del mercenario Teatro, nel quale vedono
per
esperienza, che la comparsa di vera Donna in scen
sia Comica di professione, ne facciafr Rappresentazione oscena, non è
per
se stessa illecita; onde Laiman la concede. Ma pe
ione oscena, non è per se stessa illecita; onde Laiman la concede. Ma
per
ordinario è molto pericolosa di rovinafs spiritua
ordinario pericolo cagionato da questa femminile, e scenica comparsa,
per
essere veduta, e sentita. L’ecclesiastico nota. «
ittura; ove si legge, che il femminile parlare è quasi uno sfavillare
per
accenderefu i cuori degli Uditori. « Colloquium i
lo non voleva, che le Donne a suo tempo parlassero in Chiesa, neanche
per
insegnare, che direbbe ora, che scriverebbe, che
li: le fecero, ma ne seguirono dicerie, formate da lingue imprudenti,
per
non dire malvagie, e serpentine quello che fu di
rale quando la Donna, quasi Agricoltrice, vi comparisse ad atteggiare
per
apportar diletto anche virtuoso. Saggiamente in u
2. t. 9. Il Diavolo propone gli spettacoli massimamente delle Donne,
per
trappolarfy di nuovo, quelle anime che vede esser
scenità scandalosa, e però è illecita almeno praticamente. Io intendo
per
Comica ordinaria una di quelle Donne, che vagando
ndo per Comica ordinaria una di quelle Donne, che vagando se ne vanno
per
molti, e vari paesi, unite con le Compagnie dei M
mici, o Ciarlatani; le quali Donne, o sono Fanciulle, che si allenano
per
il Teatro o sono mogli degli stessi Comici, ovver
il Teatro o sono mogli degli stessi Comici, ovvero Meretrici e tutte
per
ordinario sono molto pronte, molto astute, e molt
ne d’alcune Compagnie di Commedianti così. « Non avete mai incontrato
per
strada femmine vestite da cavalle di giostra, car
fessione, qualsiasi sia, o di rea vita, o di buona, comparendo ornata
per
allettare, per dilettare, e parlando d’amore per
iasi sia, o di rea vita, o di buona, comparendo ornata per allettare,
per
dilettare, e parlando d’amore per dar diletto, è
a, comparendo ornata per allettare, per dilettare, e parlando d’amore
per
dar diletto, è moralmente impossibile, che non fa
detto. « Lasciviunt oculi, calescunt appetitiones. » Negli Spettatori
per
tale comparsa gli occhi si riempiono di lascivia,
s gemere, ac dolere oportes. » Vuol dire il Santo. O spettatore dimmi
per
tua fedege. Quando farai bastevole penitenza per
. O spettatore dimmi per tua fedege. Quando farai bastevole penitenza
per
tanti peccati commessi col pensiero, e desiderio
Politica. niuna femminil comparsa si vegga in scena. Mazarino avvisa
per
i Superiori. Non permettano, che Donne recitinoRa
brutta, e eccita molto la disonestàT. 2. l. 3. d. 18. n. 2.. E porta
per
esempio quelle, nelle quali compaiono le Donne pa
, di queste Donne parlatrici di materie amorose, e brutte, è illecita
per
sentenza di questo Teologo, il quale ha Stamapto,
rissima. Raffaello delle Colombe, dice. « Se al Buffone si aggiungono
per
recitanti le Donne, ecco rovinata un’infinità di
lante d’amore in preferenza di deboli di spirito , pecca: perché essi
per
le parole di lei s’infiammano alla disonestà, e m
rsi dalle scene, non merita censura di mal creata, ma è degna di lode
per
la prudente, e modesta ritirata. Francesco Maria
sse nelle Commedie, che la mostra sconcia, che fanno di loro le donne
per
altro impudicissime, i gesti, le parole, i canti
impudicissime, i gesti, le parole, i canti delle stesse basterebbero
per
infettare il mondoC. 15. della 3. par. del Giovan
oli pronti. Girolamo Fiorentino nella sua Commediocrisi, stampata non
per
scrivere esagerate, ma per mostrare il vero con t
tino nella sua Commediocrisi, stampata non per scrivere esagerate, ma
per
mostrare il vero con tutto rigore scolastico, dic
li le Donne abbellite parlano d’amore con i loro Favoriti; e le quali
per
lo più sono; o furono Meretrici, ovvero Adultere.
imento di un moderno personaggio, che satireggiando ha scritto. « Ma
per
colmar la pubblica sciagura, Sopra i Teatri ancor
cluse. » Ma che occorre aggiungere altri moderni ? Non bastano questi
per
provar con l’autorità, che la Comica comparsa di
e di corazza, ma usano anche la spada, e talvolta impugnano la mazza,
per
offendere il nemicogj, e atterrarlo: I sacri Dott
tate sopra porta prima una ragione dicendo: Queste Donne basterebbero
per
infettar il mondo: ma poi aggiunge più diffusamen
dicono parole così ardenti, e piene di fiamma infernale, che bastano,
per
far ardere i più Savi del mondo ? Che effetto dun
redere, che facciano, quando a bello studio, con artificio istrionico
per
infiammare ? E di cose poi, che da per loro stess
udio, con artificio istrionico per infiammare ? E di cose poi, che da
per
loro stesse possano far ardere d’impudica fiamma
re. Io taccio il resto, che dice il Casano, bastando il poco suddetto
per
accennar molte ragioni contro la comparsa della C
ale, e eterna ? Dice l’Apostolo Paolo, che non permette, che la Donna
per
savia che sia, insegni in pubblico; perché parlan
on opere, e parole cose lascive ? Certo è, che il Demonio le piglierà
per
strumento per uccidere le anime: come testimonian
role cose lascive ? Certo è, che il Demonio le piglierà per strumento
per
uccidere le anime: come testimonianogo gli esempi
Dom. IV. di Quaresim. ? Se S. Paolo proibì loro la predica, molto più
per
la ragione di S. Anselmo proibisce la Commedia. C
quando apposta si mostra a colui senza alcuna necessità, o piuttosto
per
certa vanità, sapendo il di lui disonesto amore.
i, e lascivi, e se ne possono astenere senza loro grave danno: dunque
per
lo scandalo è illecita la comparsa della Comica o
dunque per lo scandalo è illecita la comparsa della Comica ordinaria
per
sentenza di Bonacina, e del Diana, e per sentenza
parsa della Comica ordinaria per sentenza di Bonacina, e del Diana, e
per
sentenza ancora d’altri, che appresso dichiarerò,
, bramando, che i loro detti siano soccorsi nuovi alla mia debolezza,
per
convincere altri, e per servire al giovamento lor
etti siano soccorsi nuovi alla mia debolezza, per convincere altri, e
per
servire al giovamento loro. Nota unica Si
; poiché i moderni Dottori, trattando delle moderne Comiche, trattano
per
ordinario con dottrine, massime, e presupposti ta
ngono molte cose impudiche, e oscene; e s’introducono femmine giovani
per
cantar e per ballare, le quali col portamento del
ose impudiche, e oscene; e s’introducono femmine giovani per cantar e
per
ballare, le quali col portamento della persona, e
e sono Caietano, Silvestro, Navarro, Soto, e Alense. Ma Hurtado basti
per
ora in luogo di molti, che provano il mio senso.
ccato mortale, e in pericolo di moltiplicare via sempre più i peccati
per
ragione del loro vivere insieme. Spiega, che sono
mina calceorum stringit ligulas, ac vincit suras. » Di poi comparendo
per
recitare nel pubblico Teatro; spiegano gli amori,
Teatro; spiegano gli amori, i quali spiegati servono di focosi dardi
per
ferire; si abbracciano, si stringono le mani, e s
tringono le mani, e se le baciano; disegnano il luogo, e tempo comodo
per
colloquiare segretamente; onde moralmente è quasi
» Nè dica contro Hurtado, o di Ribera alcuno ciò, che Beltr. Scrive,
per
volere persuadere, che nelle compagnie dei Comici
tà alle lascivie con i cittadini: e altre ragioni, che forse valevano
per
giudicare i Comici, e le Comiche della Beltramesc
altre compagnie tutte, o quasi tutte la pubblica fama non le accetta
per
buone ragioni; la sentenza comune dei Dottori le
E Hurtado nel citato luogo professa, che ciò, che scrive, l’ha saputo
per
fedele relazione di quelle stesse persone, che se
se gli può da noi prestare ampissima fede, e giudicarlo verissimo; e
per
conseguenza inferire: dunque la condotta, e la co
donne teatrali sono Amazzoni infernali, armate di spada, e di saette;
per
ferire i vicini con la spada; e per impiagare i l
li, armate di spada, e di saette; per ferire i vicini con la spada; e
per
impiagare i lontani con le saette. Ma qui sorge u
erarsi nel seguente Capo, e nei suoi Quesiti: non credo però, che sia
per
essere nodo tale, che richieggia il ferro di qual
a per essere nodo tale, che richieggia il ferro di qualche Alessandro
per
tagliarlo. Io mi sforzerò di scioglierlo, e però
nte queste Donne Teatrali, che compaiono in scena, sono perniciose, o
per
essere di vita rea; o perché si adornano con molt
Capo Terzo Del Ricordo detto la Qualità Si trattano le Ragioni,
per
le quali le Comiche ordinarie compaionogw in Scen
coscienza sicuri, seguitando il tenore di cotal vita. Io qui proporrò
per
loro alcune Ragioni, quali ho inteso o dai Comici
i, ovvero da altri molto ben informati; e le pondererò al modo solito
per
via di Quesiti; e spero, che le troverò fiacche d
sti; e però con tal licenza camminiamo con fede nel nostro esercizio,
per
guadagnare quei pochi soldi, che sono la mercede
ostro esercizio, per guadagnare quei pochi soldi, che sono la mercede
per
le fatiche nostre, e sono necessarie al nostro so
he così nessunogy le farebbe comparire, e troverebbe altre invenzioni
per
allettare, dilettare, e guadagnare ? Questo gala
oibito facessero Commedie. Il Comico Beltrame corre lo stesso arringo
per
difesa della comparsa femminile; poiché scrive, c
ei or ora l’Arte: ancorché io non mi ritrovi comodità senza di questa
per
vivere. Il voler dichiarar per peccato quello, ch
on mi ritrovi comodità senza di questa per vivere. Il voler dichiarar
per
peccato quello, che non è, è un voler levar la gi
ccato quello, che non è, è un voler levar la giurisdizione dal Cielo,
per
darla all’Inferno. Così discorre questo Comico, p
cenza dai Superiori di poter fare le solite Rappresentazioni: Ora io,
per
rispondere a questa prima ragione, fondata sulla
rovava soprastante ad uno spirituale Recitamento, che si doveva fare,
per
ragion di cui si era gran popolo radunato; quand’
on di cui si era gran popolo radunato; quand’ecco tra molti comparve,
per
udire, e per vedere una Femmina tristaha molto be
era gran popolo radunato; quand’ecco tra molti comparve, per udire, e
per
vedere una Femmina tristaha molto bene ornata, e
ata sedia sopra tutto l’Auditorio di modo, che restava comune oggetto
per
gli occhi di tutti gli Spettatori. Quel soprastan
si sentì rispondersi. Non è possibile. Onde egli risolse di prendersi
per
propria cura l’andar a lei: vi andò, e francament
e, e calando levò quell’occasione scandalosa, e pericolosa di peccare
per
molti nel vagheggiarla. Ora che avrebbe giudicato
tto quel servo di Dio, se colei fosse salita sul palco dei Recitanti,
per
farsi vedere, e per allettare, e dilettare ? Eppu
o, se colei fosse salita sul palco dei Recitanti, per farsi vedere, e
per
allettare, e dilettare ? Eppure fa questo la Comi
che la comparsa di una di queste femmine, ordinarie Comiche, in banco
per
allettare, fosse un’oscenità. E mi rispose, che e
bis », con il fatto, e con le parole, e che è uno zucchero avvelenato
per
arrecar la morte. Dico 2. Il pubblico ragionament
, e Casisti di molte Città, ove vanno, e così non stare in buona fede
per
la licenza mendicata, oppure ottenuta. Dia sa com
2. di saper quelle cose, che appartengono allo stato, e officio suo,
per
potersi preservar dai peccati, nei quali facilmen
rché leggendo concepiranno al clero un dubbio fondato: e questo basta
per
levare la buona fede. « Dubium tollit bonam sidem
Quesito Secondo Il gusto degli Spettatori è ragione sufficiente
per
far onesta la Comparsa delle ordinarie Comiche ne
vizi. E tal esca molto abbondantemente si prepara nel moderno Teatro
per
innescare gli animi dei poco virtuosi Spettatori,
Spettatori, quando vi comparehe la Donna ad atteggiare; e vi compare,
per
dar diletto, per recar gusto, e per consolare : v
o vi comparehe la Donna ad atteggiare; e vi compare, per dar diletto,
per
recar gusto, e per consolare : voglio dire. L’app
onna ad atteggiare; e vi compare, per dar diletto, per recar gusto, e
per
consolare : voglio dire. L’appetito sregolato e l
o loro cristiano, s’adducono a condurre le donne, e a farle comparire
per
dar gusto con le sceniche, o bancarie Rappresenta
e: quasi che la Compagnia senza Donne graziose e Giovanette non fosse
per
recar gusto agli Spettatori. Cosa maggiore udii g
mparsa delle Donne, e intrecciano gli innamoramenti, e altre oscenità
per
arrecare gusto. E Beltrame scrive. Che per dar di
oramenti, e altre oscenità per arrecare gusto. E Beltrame scrive. Che
per
dar diletto, i Comici studiano, e si muniscono la
ran farraggine hf di cose; come sentenze, concetti, discorsi d’amore;
per
averli pronti all’occasione. Ma io dico, che ques
Ma io dico, che questa ragione di gusto osceno si scopre da se stessa
per
iniquia, e per irragionevole; atteso che si fonda
questa ragione di gusto osceno si scopre da se stessa per iniquia, e
per
irragionevole; atteso che si fonda nella sensuali
comparsa Femminile peccano mortalmente: e però dovrebbero ingegnarsi
per
ritrovare altre maniere di dar gusto. I o credo;
Lettere. Prologhi, Dialoghi, Tragedie, Pastorali, e altre cosette che
per
i Comici non sono disprezzabilihh: e si trovano q
li, galantuomini e benemeriti dell’onesto Teatro; perché vi compaiono
per
dar gusto onestamente con fatti, e con parole ing
onne da Commedianti, le lasciavano, e andavano quasi di corsa da lui,
per
fargli cerchio, e per ricevere il solito gusto, e
e lasciavano, e andavano quasi di corsa da lui, per fargli cerchio, e
per
ricevere il solito gusto, e udir la favola ridend
ento efficace, che nasce dalla Femminile comparsa, è ragione valevole
per
renderla convenevole ? La Prudenza prescrive,
one valevole per renderla convenevole ? La Prudenza prescrive, che
per
colpire felicemente in un disegno, si usi il mezz
oco sicuro. Se il Capitano può servirsi della bombarda, e del cannone
per
l’espugnazione di una piazza, che tratto di milit
arte Comica e dei Ciarlatani, si è l’allettare il popolo al concorso;
per
guadagnare e per mantenersi con lo sforzo delle s
Ciarlatani, si è l’allettare il popolo al concorso; per guadagnare e
per
mantenersi con lo sforzo delle sceniche fatiche,
, e i Ciarlatani con prudenza usano la pubblica, e femminile comparsa
per
allettare; perché sanno per esperienza, che la Do
a usano la pubblica, e femminile comparsa per allettare; perché sanno
per
esperienza, che la Donna vista, e udita alletta p
Moretto, e far dopo lo spaccio la commedia in una pubblica piazza: e
per
tal fine conducevano due Femmine. Subito fu avvis
mmine. Subito fu avvisato, e pregato il capo principale tra loro, che
per
grazia si astenesse di usare la femminile compars
altre dilettevoli invenzioni, rispose da galantuomo chiaramente. Io,
per
dirvela Padre, ho provato, e riprovato più, e più
restissimahl cattura al comico Pescatore. I Comici conducono le Donne
per
allettare; e per questo ne eleggono le più grazio
ura al comico Pescatore. I Comici conducono le Donne per allettare; e
per
questo ne eleggono le più graziose, che possono a
nime pericula evaduntur, etiam post spectata spectacula. » Deh dunque
per
suo bene entri in se stesso ogni Giovane, e ogni
femminile in banco, e in scena, è un osceno, e illecito allettamento
per
la sua rovina. Concludo con ricordare alla Donna,
a sua rovina. Concludo con ricordare alla Donna, che ella adornandosi
per
allettare, non si può abbastanza scusare dicendo.
virg.Apud Cartag. T. 4. l. 15. ho. 3. §. 5. pag. 74. nostus comas, et
per
publicam notabiliter incedas; oculos in te ivvent
Del modesto Ridicolo dei Comici, e Ciarlatani virtuosi, e ingegnosi
per
dilettare, e allettare. Presso gli Antichi, pe
tuosi, e ingegnosi per dilettare, e allettare. Presso gli Antichi,
per
eccitar il riso dentro i termini della modestia,
o. Dentro un catino pieno di feccia, s’immergeva qualche cosa; forse,
per
atto d’esempio, una gioia, un anello, una perla,
o ridicolo, e modesto; perché non sono mendichi di oneste invenzioni,
per
cagionar allettamento, i virtuosi, e ingegnosi Co
egnosi Comici, e Ciarlatani ; sanno servirsi della scena; e del banco
per
campo da seminar dolci carote, e graziose burle,
degli animi, dei cuori, e degli affetti dei loro Spettatori. Bastino
per
prova di questo, in luogo di molte ragioni, alcun
ni Ciarlatani avevano necessità di numeroso circolo, e buon concorso,
per
far il solito spaccio delle palotte, e per guadag
circolo, e buon concorso, per far il solito spaccio delle palotte, e
per
guadagnar con la vendita delle mercanzie i soldi
rò uno di loro comincia l’istrionico artificio di allettare, chiunque
per
colà se ne passava: ma l’artificio riesce vano; r
to altrui, riesce un’Arte di dire senza l’efficacia di capire. Ma non
per
questo egli si perde d’animo ne rimette lo spirit
ensando inventa, e inventate usa tosto nuove, e più ingegnose maniere
per
allettare, ma senza sortir l’effetto di efficace
a rapir con la voce gli uomini, come animate pietre, e vivi macigni,
per
fabbricarsi un muro coronante intorno intorno. Sd
ani, e da vicini: si muovonohq molti in un baleno, e molti corrono; e
per
il concorso restano i due Ciarlatani circondati d
amici: abbiamo fatta un’istrionica ipocrisia: abbiamo finta la rissa
per
allettarvi a sentirci: il disegno è riuscito a bu
, e desiderato emolumento. Questa invenzione, fu lodevole, e efficace
per
guadagnare, e per allettare senza deturpare il ba
lumento. Questa invenzione, fu lodevole, e efficace per guadagnare, e
per
allettare senza deturpare il banco con le bancate
ero della scuola, e insegnando Retorica, ebbe licenza di far recitare
per
onesto trattenimento carnevalesco degli Scolari u
ce Dialogo senza molta spesa, e senza i soliti fastidi, che seco reco
per
ordinario il recita mento di opere drammatiche, e
eco per ordinario il recita mento di opere drammatiche, e gravi. Egli
per
ottenere l’intento, e per apportar modestissimo,
a mento di opere drammatiche, e gravi. Egli per ottenere l’intento, e
per
apportar modestissimo, e gran piacere a tutti, le
una simile invenzione di due nobili, e virtuosissimi Personaggi, che
per
dilettare, e con il diletto allettare, procederon
sti e graziosi. E composta quest’ave la fa cenno comparire nel Teatro
per
mezzo di buoni, e bene citati Recitanti; onde il
sta, non più da ridere, non più basta: perché sentiamo mancar la vita
per
la veemenza del troppo riso. Eppure tra quegli Au
e tra quegli Auditori si numeravano molti Personaggi qualificatissimi
per
l’età, per la dottrina, e per la virtù; uno dei q
i Auditori si numeravano molti Personaggi qualificatissimi per l’età,
per
la dottrina, e per la virtù; uno dei quali dopo a
avano molti Personaggi qualificatissimi per l’età, per la dottrina, e
per
la virtù; uno dei quali dopo aver riso un pezzo a
o alfino risolse di cacciarsi sotto il palco e chiudersi le orecchie,
per
non udir quelle voci, e quei motti, che gli porta
sequestrata una Compagnia di Comici trovò che l’albergo era occupato
per
rispetto dell’arrivo di Monsignor in visita con i
non affatto chiusa: macché ? A mezzo dell’Azione la camera risuonava
per
l’applauso, e la porta era spalancata. Il giorno
cominciamento. Non vi aggiungo, scrive Beltrame, e non dico il tutto,
per
essere creduto: ma è certo che molte furono le lo
l tutto, per essere creduto: ma è certo che molte furono le lodi, che
per
l’onesto recitare ai Comici diedero quelle sagge
prendono, non hanno nell’idea una chimera che mostri loro la Commedia
per
cosa impudica e i Comici per indiscreti, ma vi ha
una chimera che mostri loro la Commedia per cosa impudica e i Comici
per
indiscreti, ma vi hanno il bruttissimo oggetto de
, nec sibi parcit, nec diis. » Cioè. Il Comico smoderato, e lo Scurra
per
brama di piacere con il suo ridicolo, non perdona
Ciarlatano, facendo comparire una Femmina vana, e ornata lascivamente
per
allettare, commette grave errore; perché, sebbene
suprema Cittaà; la mirò giulivo, e si rallegrò in colmo, vedendo, che
per
essa molti passavano alle dorate stanze del celes
appena fu tolto il sangue dell’umanato Dio, fatto ostia, e Sacerdote
per
la salvezza dei suoi fedeli. E nell’ultimo aggiun
un detto, al ricordo di cui mi paventa, e poi trema il cuore cioè che
per
cagione degli illeciti allettamenti delle Donne,
degli spiriti diabolici, e infernali. E non basta questo avvertimento
per
sbandeggiare dai nostri cuori ogni brama di femmi
ltà di far Commedie senza la comparsa femminile è cagione sufficiente
per
l’uso lecito di tal comparsa ? Spesso ingannat
di un negozio, quando non si tratta secondo il modo giudicato da noi
per
buono, e desiderato. Molti desiderano, come io da
nte essi ingannati, se io non m’inganno. E che io non m’inganni, reco
per
prova ciò, che della Commedia, scrive non dico un
dico, che nessuno prudente, e dotto affermerà, che tali descrizioni,
per
avverarsi, ricerchino necessariamente la comparsa
ue fare si possono senza la comparsa della Donne. Di più si consideri
per
grazia, quanto sia vero, che modesta Commedia non
on l’arte, e con l’ingegno dei comici virtuosi, e buoni cristiani. Io
per
me ho questo concetto del comico dotto, virtuoso,
vezzoso nei motti, che sappia come fare con tutti, e pigliare i panni
per
i loro versi; un tale, benché egli facesse il mac
di Beltrame, che tali Comici non hanno bisogno di comparsa femminile
per
far le Commedie, e per recar diletto agli Spettat
Comici non hanno bisogno di comparsa femminile per far le Commedie, e
per
recar diletto agli Spettatori. Essi possono emula
imoniere, quasi sonnacchioso Palinuro, non veglia diligente, e pronto
per
drizzar la prora del natante legno. Prudenza magg
natante legno. Prudenza maggiore, che quella di Ulisse, è necessaria
per
coloro, che solcando le marine campagne, viaggian
ono glihz incontrati da quel famoso Greco, e antico Eroe. Voglio dire
per
senso mio, che difficilissima impresa, è quella d
li avendo Figliuole, e essendo paternamente zelosi della loro purità,
per
non lasciarle esposte all’evidente pericolo si es
i adducono di condurre con se; sperando servir loro di ottimi custodi
per
la conservazione dell’onore, sin tanto, che onest
con qualche galantuomo di buona condizione: e frattanto se ne servono
per
l’esercizio della scena, o del banco. S. Girolamo
licenza dal Reverendissimo Signor Vicario Generale D. Giacomo Stagno,
per
farle comparire in pubblico banco ad allettar il
a custodia delle Figliuole: ma la loro pubblica comparsa era cattiva,
per
essere manifestamente pericolosa a molti: e a que
atani, e molti Comici, conducono con sé le Mogli; perché girando essi
per
molti, vari, e lontani paesi, farebbero poca, o n
poca, o nessuna dimora con quelle, quando quelle se ne stessero ferme
per
ordinaria stanza in una città; né forse manchereb
mente, apre gli occhi, e insegna a ben custodire la propria Donna; e
per
la buona custodia si richiede la personale vicina
ione, e la lontananza della persona serve talora di potente lenocinio
per
far trasgredire le pudiche leggi del santo Matrim
ci, e Ciarlatani, condottieri delle Mogli, che con ragione alla Donna
per
la sua debolezza si deve molta custodia. « Multa,
e avvezze agli esercizi delle scene, o del banco, è molto pericolosa
per
la femminile pudicizia; atteso che non sempre gio
o che non sempre giova la diligenza del Marito, anche diligentissimo,
per
salvar dalla macchia la castità della Moglie. So
o persuaso da certi Signori, che poteva sicuramente condor la Moglie,
per
saltar in un palazzo, ove erano solamente donne p
saltar in un palazzo, ove erano solamente donne principali radunate,
per
vedere ballare, e saltare la vezzosa forestiera:
he la diligentissima diligenza di virtuoso Marito giova nulla, o poco
per
conservare lungamente illesa, la castità della Mo
congiuntura di certe circostanze. Senza poi che io dica, che accetto
per
vero il notato del Comico Beltrame, che dice. Ogn
nt. » E nella Scrittura abbiamo, che Abramo corse pericolo della vita
per
la beltà della Consorte. Ed un moderno attesta. «
a Consorte. Ed un moderno attesta. « Pulcritudo Fæminarum est Maritis
per
sæpe multum nociva. »Carta t. 4. pag. 90.E quante
l’anno 1641. in Fiorenza da un Comico testimone di presenza. Passava
per
certo paese una Compagnia di Commedianti, i quali
che il misero Marito potesse dire una parola, fu ritenuta in palazzo
per
le disoneste voglie dell’impudico Padrone, da cui
è sempre sicura salvaguardia, bastevole riparo ad una Comica vagante
per
le città del mondo. Non basta sempre un forte mur
ttà del mondo. Non basta sempre un forte muro, e un grosso terrapieno
per
la difesa di una piazza, quando la batteria si fa
incuriam, et violentam spectatorum. » E aggiunge un dotto. « Qui enim
per
incuriamPinto de Concepitione Author. 12. n. 811.
, avide rapiuntur, ut a violentia manus non contineant. » Tutto serve
per
argomento, che la diligenza di Padre, e di Marito
o, che la diligenza di Padre, e di Marito non è sempre valevole scudo
per
la castità delle Donne contro le saette degli imp
nne; non vogliono acconsentire alle disonestà degli innamorati. Basti
per
ora questo caso. Stava l’anno 1640. in una Città
ittima Consorte di un Comico, che faceva la parte del Dottore; ed era
per
altro uomo che attendeva con la debita cautela, e
esta fu da certo personaggio lascivamente amata, e anche sollecitata,
per
disporla ad acconsentire alle sue disoneste brame
come bramava. Giunse la fineif delle Commedie: e partirono i Comici,
per
andare ad un’altra Città: quando ecco nel viaggio
ravemente ferito il Comico Dottore, e Marito della desiderata Comica:
per
ilig quale avvenimento ebbe ragione di dire a me
suppongo, che ve ne siano state in qualche Compagnia di scandalose: e
per
questo hanno da essere tutte infamate ? Domanda
ità delle modeste Comiche. La risoluzione di questo galantuomo buona,
per
salvare da qualche pericolo di castità il corpo d
, per salvare da qualche pericolo di castità il corpo della Moglie: e
per
rimediare che ella, stando in scena, non peccasse
i ritirarsi, o d’impedire quel toccamento. E risponde. « Si contactus
per
se, et spectatis extremis circumstasntiis sit inh
netur sub peccata mortali illum vitare, si potest. » Se il toccamento
per
lo stesso, secondo le esterne circostanze, è diso
li impudichi tocchi di quei lascivi, che si cacciano dentro le scene,
per
star ivi conversando con i Commedianti, e con le
e non la malizia pienamente conosciuta, con la quale malizia peccano
per
ordinario quelle, che si fingono vere Mogli, e no
cano per ordinario quelle, che si fingono vere Mogli, e non sono tali
per
verità. E Femminelle perdute di questa fatta si t
ammettervi alla partecipazione dei Sacramenti. Il Comico prese tempo,
per
far venir la fede: e dopo alcuni giorni la portò
o delle Donne Comiche in far quest’arte è ragion di senso sufficiente
per
la pubblica comparsa ? L’Appetito di onore è a
. Ambrogio. Le donne Comiche, comparse del banco, e della scena, sono
per
ordinario confinate alla fatica dell’ago, e della
te, e si possono pregiare del grazioso titolo di Signora. O che gusto
per
una Donna, si è, o che bella cosa l’andar ad una
dotta a preparare stanze, e ivi ricevere subito regali di rinfreschi,
per
far pasti lauti e deliziosi O che bella cosa l’an
hi, per far pasti lauti e deliziosi O che bella cosa l’andar a spasso
per
la città appoggiata sul braccio di un galantuomo
presente Quesito rispondo, che questo gusto non è sufficiente ragione
per
far lieta la comparsa femminile: perché l’appetit
resta infetta comparendo, e parlando d’amore nel banco, o nella scena
per
le ragioni proposte, e esposte alla luce delle qu
Quesito Settimo La necessità del guadagno, è ragion sufficiente
per
la comparsa delle Comiche ? « Patrimonium pape
e di altre cosette, e galanterie vendibili dal banco agli Spettatori,
per
far buon guadagno, atteso che questi galantuomini
gno, non di quattro soldi, ma di buone somme di pecunia; perché fanno
per
la parte una buona vita, mangiando, e bevendo del
ue sono necessitatiil servirsi di tutti quei mezzi, che possono usare
per
far gran profitto in quell’Arte tanto difficile ,
el mondo, cioè nell’Arte di cavare dalla borsa del compagno il danaro
per
suo provecchio, e sostentamento: in modo che cons
, o amiche, e povere, ma che sia dotata di qualità, e prontezza buona
per
le Azioni teatrali, non trascurano l’occasione, n
scurano l’occasione, non perdono il tempo, non lasciano le diligenze,
per
ottenerla e condurla con se. E degno di lacrime d
a della madre della Fanciulletta; trattò segretamente con detta madre
per
ottenerla; e l’ottenne non si seppe con che arte,
n che denari: si seppe solo, che un giorno fu chiamata la Figlioletta
per
ordine della madre, mentre stava in chiesa con la
di Commedianti; e credo che quel buon uomo si muovesse al rimandarla
per
varie querele, che gli furono dette, e scritte ci
la coscienza a loro senno senza senno; e dotte mirano qualche partito
per
far buon guadagno, là scoccano le saette, e la co
es , scrive Francesco Maria del Monaco In Parene § p. 33. , cum omnia
per
lucrum faciant, et omnia lucro metianour, nil ob
. » Questo Teologo vuol dire in sostanza, che i Comici osceni cercano
per
ogni strada, benché illecita, il guadagno loro se
o, e guadagnino più facilmente ogni sorte di persone e così riportino
per
mezzo loro guadagno più copioso, e abbondante. E
alle volte meritatamente sono impediti dal fare le Commedie oscene, e
per
conseguenza dal guadagno, che con quelle, o per o
le Commedie oscene, e per conseguenza dal guadagno, che con quelle, o
per
occasione di quelle pretendono di conseguire. Due
i unite insieme con disegno di far le Commedie in una pubblica piazza
per
allettare il popolo a sentirle, e a comporre con
venditore principale stava ragionando tutto attento alla persuasiva,
per
muovere ciascuno a comprare il portato segreto de
ri peccati, un grandissimo peccatore, che non s’era voluto confessare
per
lo spazio di molti anni, fu toccato, e ferito nel
piazza con deliberata volontà di sentire la Commedia disonesta, pecca
per
quella rea intenzione applicata alla disonestà; b
onestà; benché poi non la senta « ex defectu materie non exihibita »,
per
difetto della materia comica non rappresentata; «
quel peccato mortale in molti; lo devo fare almeno « ex charitate »,
per
debito di cristiana carità. E voi potete, e gli a
Predicatori Religiosi, che si mostrano contrari alle loro oscenità; e
per
conseguenza impediscono, se non in tutto, almeno
rave pericolo; e si persuase, che quel Comico gli fece quell’affronto
per
averlo conosciuto essere soggetto di una Religion
e ai Comici osceni ricordo, che non basta la necessità del guadagno,
per
farlo lecito all’uomo bisognoso; conviene, che no
lo lecito all’uomo bisognoso; conviene, che non sia illecito il mezzo
per
acquistarlo. « Damnosa mercantio est, si subas pr
o dei Commedianti; al loro sostentamento è necessario il guadagno; ma
per
guadagnare non devono fare mezzi illeciti, e inde
d inoltre nella domestica conversazione di casa. Dico nel primo luogo
per
i Ciarlatani, che la Donna, la quale sale in banc
rché taluno, che non comprerebbe il segreto del Ciarlatano, lo compra
per
rispetto della Donna: e perché per tirare il fazz
segreto del Ciarlatano, lo compra per rispetto della Donna: e perché
per
tirare il fazzoletto con il denaro a lei, e tiran
azzoletto con il denaro a lei, e tirandolo mirare al viso, o al seno,
per
colpire, e per riceverlo di poi dalle sue mani co
l denaro a lei, e tirandolo mirare al viso, o al seno, per colpire, e
per
riceverlo di poi dalle sue mani con mille pensier
corporali, e meravigliosi, alfine dei quali si porta intorno intorno
per
mezzo degli spettatori una tazza, domandando la m
no intorno per mezzo degli spettatori una tazza, domandando la mancia
per
la signora: ne mancano di darla molti prontamente
olgiamoci ai Commedianti, a proio dei quali non poco giovano le donne
per
far buon guadagno: perché il concorso alla mercen
mirar con gusto. Buon guadagno poi si fanno i comici fuor della scena
per
mezzo delle Comiche in più modi. Prima per i rega
i comici fuor della scena per mezzo delle Comiche in più modi. Prima
per
i regali di vitto, e di vestito, che spesso fatti
to, e di vestito, che spesso fatti loro alle Signore Comiche. Secondo
per
i giuochi soliti di usarsi nelle conversazioni co
i giuochi soliti di usarsi nelle conversazioni con le Comiche. Terzo
per
le grosse offerte pecuniose fatte per arrivare a
ersazioni con le Comiche. Terzo per le grosse offerte pecuniose fatte
per
arrivare a godere le sozze, e disoneste lordure d
a godere le sozze, e disoneste lordure della carne con le Comiche; e
per
le quali molti si mostrano pazzamente innamorati;
morati; e non dicono quell’antico. « Nolo emere tanto panitere » ; Ma
per
godere un brevissimo diletto, spendono, e spandon
Giunone, si farebbero cortigiani mendichi del povero, e nudo Cupido,
per
diventare poi alla fine vittime d’impudicizia, e
ni potrei additare, come vasti grossi vapori usciti da questa laguna,
per
offuscare il serenissimo cielo dell’Italiana ones
d’affetto verso una Comica, che impegnano infinoip le robe di casa,,
per
trovar il denaro necessario per i loro disonesti
impegnano infinoip le robe di casa,, per trovar il denaro necessario
per
i loro disonesti disegni. L’anno 1639. Stavano ce
ompagni le Commedie: quando un Gentiluomo povero preso restò, e perso
per
l’impudico amore di una: ma perché egli aveva den
olta roba d’alcune famiglie: finalmente si scoprì: e quella Compagnia
per
comando dei Superiori fu cacciata come peste di p
perniciosa infezione. Un buon volere, benché paia virtuoso, non basta
per
difesa della femminile castità, quando i colpi de
0. dimorando in una città governata da una Serenissima Principessa. E
per
prova basti il seguente caso, narratomi da un nos
di benedire il popolo con il Santissimo Sacramento, che stava esposto
per
comune devozione, mi sentii ispirato da Dio a far
termine d’onestà. Ed ella promise al solito ogni cautela, e diligenza
per
non trasgredire l’ordine si Sua Altezza, dalla qu
on trasgredire l’ordine si Sua Altezza, dalla quale io poi, essendovi
per
cara occasione andato, intesi, che quei Comici er
sazione in casa, e con certe Assemblee infernali, chiamate Accademie,
per
le quali, oltre agli altri, un principale Cavalie
uesti servi di Dio; perché moltissime commettono peccati senza numero
per
rispetto del comparir, che fanno pubblicamente in
enza vergogna, e con scandalo di chi lo seppe. In queste visite fatte
per
la conversazione un Marito ribaldo qualche volta
ste visite fatte per la conversazione un Marito ribaldo qualche volta
per
speranza di guadagno serve « in actu exercito »C.
ligata di seguirlo, mentre egli vagando se ne andava in diversi paesi
per
cagione tanto disdicevole, e brutta. E’ vero che
clusione. La Moglie è obbligata di seguire il Marito, che va altrove,
per
trasferire l’abitazione. « Uxor tenetur sequi vir
Moglie al peccato. « Excipe, dice Sanchez, 5. nisi vir vellet uxorem
per
trahare ad peccatum: tunc enim uxor astringitur;
, è chiaro, che quel Comico triste conduceva la Moglie in vari luoghi
per
cagione di guadagno disonesto; e però non era ten
tenuta si seguirlo. Ne vale il dire. Ella lo sapeva, quando lo prese
per
Consorte, che egli, come Commediante, era per far
sapeva, quando lo prese per Consorte, che egli, come Commediante, era
per
fare una vita vagante per vari paesi, senza avere
r Consorte, che egli, come Commediante, era per fare una vita vagante
per
vari paesi, senza avere stabile abitazione in luo
» E cita molti Dottori. Ma se a questa Comica erano ingrate le viste
per
la pericolosa conversazione, certo, che a molte a
ero anche i compagni di quell’imprudente Giovane, forse vergognandosi
per
lui, che con tanta sfacciataggine volesse dimostr
e nella quale si fanno di quando in quando certi giochetti graziosi,
per
favorire, e per guadagno alla Signora Comica graz
i fanno di quando in quando certi giochetti graziosi, per favorire, e
per
guadagno alla Signora Comica graziosa. Un Gentilu
con l’ordine seguente. La Signora pone in tavola qualche cosa di suo;
per
atto di esempio un anello, acciocchè serva da pre
ciascuno deposita tanto denaro, quanto valor si chiede nell’anello; e
per
ordinario deposita anche più: e do la somma di tu
me il collo della Gru, molto lungo; non si presige termine: si dilata
per
ogni verso: purché si guadagni, poco importa, che
to gli occhi, e i cuori dei lascivi Amanti: questi tentano l’assalto,
per
espugnar la rocca della pudicizia con la batteria
ta forma. Io temoC. 46, che vi siano Comici, che si servano del palco
per
crocciolaiz, o zimbello, e della Moglie per Civet
che si servano del palco per crocciolaiz, o zimbello, e della Moglie
per
Civetta, per far cadere gli uccellacci nella rete
no del palco per crocciolaiz, o zimbello, e della Moglie per Civetta,
per
far cadere gli uccellacci nella rete; questo non
l Sacramento Matrimoniale. E qui io noto, che molte persone virtuose,
per
udire casi di questa fama piuttosto, che per sent
molte persone virtuose, per udire casi di questa fama piuttosto, che
per
sentire i Predicatori a ragionar contro i Comici,
i do a credere, che non manchino altri guadagni fatti dai Commedianti
per
mezzo delle Comiche loro: ma li tralascio; e bast
Commedianti per mezzo delle Comiche loro: ma li tralascio; e bastano
per
ora gli accennati, coi quali purtroppo spesso si
ius Tacitus. » L’imitar nel bene un Principe Romano è materia di lode
per
ogni Principe cristiano. Quesito Decimo In
buono il concorso: e il mercenario Comico sta in pericolo d’impegnar
per
vivere il vestito all’osteria, se la sua scena no
, e disoneste bruttezze; perché insomma nel volto di una Comica non è
per
ordinari o « castitatis conscientia » dir ò con
Comica di professione, perita dell ’arte pratica della scena, formosa
per
natura, speciosa per artificio, e ornata con pomp
, perita dell ’arte pratica della scena, formosa per natura, speciosa
per
artificio, e ornata con pompa, e con vanissima di
za rimanere miseramente preso, e senza peccare almeno con il pensiero
per
l’umana fragilità ? « Raro, dice Azor, in aspectu
de Ioseph. Ricordiamoci, che l ’amore prende la strada degli occhi,
per
arrivare nell’animo, secondo l’avviso di Quintili
animo, secondo l’avviso di Quintiliano. « In animumDecl. 1. pro Cæco.
per
oculos via ». E per ò Nazianzeno dice. « Oculos c
iso di Quintiliano. « In animumDecl. 1. pro Cæco. per oculos via ». E
per
ò Nazianzeno dice. « Oculos cor nefarie sequitur
declarantes naturalem quamdam cognationem. Oper. De special. leg. » E
per
conseguenza con il mirare le donne si può peccare
ia sulcos non rectos ages. » Ed avrai occasione di patir molti dolori
per
sentenza del medesimo; poiché « oculus vagusIbide
molto potente. Ed io noto, che una sola occhiata basta qualche volta
per
rapire il cuore, e l’effetto di uno spettatore Sv
nna. « Vidit mulierem, tulit eam »2. Reg. c. 11. 2.. Alfonso Vigliega
per
acconcio di questo narra, che un Fanciullo si all
Donne, che ballavano; e domandando al Superiore, che cosa erano, udì
per
risposta. Sono Anatre. Ritornato poi al Convento
a vista delle Donne sia pericolosa: poiché questo Giovanetto, che mai
per
avanti non ne vide alcuna, solo per averle una so
poiché questo Giovanetto, che mai per avanti non ne vide alcuna, solo
per
averle una sola volta vedute, si sente ardere tut
virtuoso cristiano si astenga dal mirar vanamente la beltà femminile,
per
non correre il pericolo di peccare gravemente. So
non solamente non le adoravano, ma neanche le guardavano, se non era
per
detestarle, o sputacchiarle, e con lo sguardo lor
le, e con lo sguardo loro farle cadere a terra miracolosamente: anzi,
per
non guardarle, talvolta si lasciavano più presto
no di sé pomposa, e lasciva mostra agli Spettatori. Dicevano. Io miro
per
solo gusto, e non per venire all’opera: cioè acco
sciva mostra agli Spettatori. Dicevano. Io miro per solo gusto, e non
per
venire all’opera: cioè acconsento solo al diletto
mor. c. 3. cogitatio immunda inquinat, cum pulsat; sed cum hanc sibi
per
delectationem subiugit. » E commentando quelle pa
em ad concupiscendum, et c. » nota. Per Moysen « luxuria perpetrata:
per
autorem verò munditia luxuria cogitata damnatur »
ca ai suoi desideri. « Ut obediatisC.6. 12. concupiscentiis eius. » E
per
acconcio di questo S. Isidoro riferito nei Canoni
ova con le parole, che aggiunge il medesimo S. Agostino, dicendo, che
per
tali pensieri l’uomo si danna, se la divina grazi
imum tali bus oblectandi solius cogitationis sentiuntur esse peccata,
per
Mediatoris gratiam remittantur. » Passiamo alla 2
icilia un Gentiluomo, colà trasferitosi da Messina, andava in cocchio
per
suoi affari: e giunse ad un pubblico luogo, ove n
e dalle Comiche erano rappresentati. Il Cocchiere si fermò alquanto,
per
avvisar la gente, che si stringesse, e lasciasse
erto con la tazza della comica, e femminile comparsa, tutta impiegata
per
quel tempo nel dilettare. Schifò di por le labbra
umerosissima radunanza di molte persone di varie condizioni, la quale
per
lo spazio di molti, e molti anni è stata governat
avvisa, che se tu vedrai in una parte eccitati gli applausi popolari
per
le sceniche Rappresentazioni, procura di volgere
tazioni, procura di volgere altrove gli occhi, e di conservarli bene,
per
ripiegare lo sguardo loro in oggetti migliori. Mi
così chiudendo, e moderando gli occhi, la morte non vi entrerà, quasi
per
aperte finestre, ad involare la vita spirituale a
ia; vel die solem aspice; specta mare. Hec vide: et non intrabit mors
per
fenestras oculorum tuorum. » S. Bernardo consid
on lignum tetigisset, nisi prius incanto respexisset. » E di più dice
per
insegnamento di tutti. « Ut munda mens servetur a
stra rum mentiam lumen oculorum, et omnes improbas cupiditates in coe
per
oculos, quasi per naturales cunicolo introire; es
umen oculorum, et omnes improbas cupiditates in coe per oculos, quasi
per
naturales cunicolo introire; estinguere eas penit
bere posset, non erit idomus. » Ed io stimo, che ogni buon Cristiano,
per
esser Soldato di Cristo, come dice S. Efrem. « In
, e incenerito ? E a quali pazzie non si ridurrà a credere, o a farer
per
simile oggetto un uomo ? Gran cosa farà. Se ad ad
e finalmente allo stesso termine di disperazione, e di morte, benché
per
diverse strade, così per l’una, come per l’altra
termine di disperazione, e di morte, benché per diverse strade, così
per
l’una, come per l’altra arriverai: e perciò, come
erazione, e di morte, benché per diverse strade, così per l’una, come
per
l’altra arriverai: e perciò, come molto bene ci c
he voi siate sempre nello stesso palchetto, posto lontano dalla scena
per
rimirare da lontano; e però stando alle volte vic
tta, che fa fuggire la tentazione; e serve quasi di potente Basilisco
per
uccidere il pensiero della fornicazione, e del pe
chia, e più disgraziata. Voglio anche inserire, se la Comica è brutta
per
natura, dunque per malizia si adorna lascivamente
iata. Voglio anche inserire, se la Comica è brutta per natura, dunque
per
malizia si adorna lascivamente con varie diligenz
zia si adorna lascivamente con varie diligenze, e con molti belletti,
per
comparire almeno meno brutta, massimamente al lum
brutta, massimamente al lume delle torce, o da lontano; e comparendo
per
dilettare, e per allettare gli Spettatori alla fr
ente al lume delle torce, o da lontano; e comparendo per dilettare, e
per
allettare gli Spettatori alla frequenza dell’osce
a dell’osceno Teatro, e a sentire, e vedere le oscene Azioni. Ed ella
per
questo cattivo fine ornandosi, e abbellendosi pec
omo, non so, se con forza umana, o con stravedimento diabolico: forse
per
quella ragione accennata da Platone, ove dice. «
utta vana nel banco, o nella scena. Oggetto di tal fatta è una Medusa
per
il danno di molti: e molti si impietriscono per t
al fatta è una Medusa per il danno di molti: e molti si impietriscono
per
tale aspetto: onde impietriti servono poi al fine
i impietriscono per tale aspetto: onde impietriti servono poi al fine
per
la fabbrica dell’eterna dannazione tra Diavoli de
edusa era pieno di velenose serpi, onde può servire a noi di simbolo,
per
avvisarci, che il capo di una teatrale Medusa, ci
e però l’astuto nemico Satanasso l’ha introdotta nel pubblico Teatro
per
allettare molti, e per rovinarli. Nota con avvedu
Satanasso l’ha introdotta nel pubblico Teatro per allettare molti, e
per
rovinarli. Nota con avveduto accorgimento S. Cipr
ubi DeiDe Sing. Cleric. pracapta nos congregant » ; eppure vi andiamo
per
ubbidire a divini precetti. « Quid agitur, ubi De
ano i divieti sacrosanti, e divini; e ove abbiamo non solo il Diavolo
per
oppugnatore, ma anche per contrario il Signore ?
e divini; e ove abbiamo non solo il Diavolo per oppugnatore, ma anche
per
contrario il Signore ? È dove compare la Donna, b
re, dolcissima nel canto ? Farà, credo, ss stessa una rete infernale,
per
allacciarvi dentro moltissimi Peccatori. Quanto p
contro il bene universale di una Città intera. Ho sentito raccontare
per
bocca di un degnissimo Religioso, nobile Messines
. Le fu assegnato un virtuosissimo vecchio, il quale, prima di andare
per
udirla, quasi dovesse combattere spiritualmente,
n prudenza Aristotele. Per quale ragione i Musici, che vanno cantando
per
mercede nelle feste; hanno poi così cattivi costu
io, non sanno vivere in altro modo; che in quello, che hanno imparato
per
uso. Di questa proposta, e risposta Aristotelica
. Di questa proposta, e risposta Aristotelica si serve il Franciotti,
per
provare, che le Figliuole non devono imparar di m
che le Figliuole non devono imparar di musica. Ma io me ne servo qui,
per
accennare, che quelle Femmine cantatriciLib. 5. c
nna; onde non sarà temerarietà il giuducare, che comiche di tal fatta
per
ordinario siano, viziose, e perniciose; e che cag
ini mortali; e quindi in un tratto restò tanto commosso, e addolorato
per
rispetto dei suoi errori, che con generosa risolu
r detto, che i Demoni con i canti lascivi rovinano il tutto, aggiunge
per
ragione; « nam, cumNo. In ps. 41., quasunt in his
lcuna di vizio, facilemente la spargono, e efficacemente la imprimono
per
mezzo del diletto negli animi degli Uditori. E la
lla ragione, dominerà il piacere, e il dolore, quasi cge voglia dire:
per
cagionr del canto vizioso rovineranno le mura dei
rmato con la voce di Donna, e Donna vana, e Comica impudica ? Nuocerà
per
certo gravemente a molti; e sarà una parte d’infe
niciosa; e la Donna cantatrice diventerà quasi un laccio del nemicojz
per
far presa di molte anime. A questa verità alluse
, quando scrisse, che un’anima presa dal Diavolo gli serve da mezzana
per
allacciarne altre: come una pernice dall’uccellat
re: come una pernice dall’uccellatore gli diventa esca e allettamento
per
prendere delle altre con la voce di quella. « Que
punitrici di Dio. A lei; anzi a tutte le Comiche sue pari convengono
per
certo modo le parole si San Bernardo . « Cantant,
cordes Deo. »De Inter. Do. c. 15. Cioè. Le Comiche, dico io, cantano,
per
lusingar piuttosto gli uomini, che per piacere al
Le Comiche, dico io, cantano, per lusingar piuttosto gli uomini, che
per
piacere al Creatore degli uomini. Se tu, o Cantat
i la consonanza delle voci; conserva di più la concordia dei costumi,
per
concordare con essi al voler divino. Ma ahime che
e. Una sera lo videka il Padrone tutto attento ai suoi lascivi canti,
per
dar diletto ad altri: e vide avanti a lui un fier
li fu medicina di sanità contro il suo morbo; ne fu potente martello,
per
spezzare la durezza, e ill diamante della sua ost
ente ragionare. « Sermones, cantusqueIn Pron. c. 5. v. 4.; Meretricum
per
aures in animam penetrantes, eam suo acumine tran
ene ? Io dico, e concludo, che bisogna aver un corsaletto d’acciaio,
per
conservarsi illeso da questi dardi. La stessa nev
emminile sermone; e secondo l’avviso di Crisostomo esamini se stesso,
per
vedere, che cattivo effetto cagioni nel suo cuore
li. Io non mi sforzerò si spiegarle tutte; perché sarebbe un faticare
per
la tela di Penelope; e per tutte ci vorrebbe un g
piegarle tutte; perché sarebbe un faticare per la tela di Penelope; e
per
tutte ci vorrebbe un gran volume: A chi ha vero z
ci vorrebbe un gran volume: A chi ha vero zelo di sua salute, basta,
per
voler fuggirle tutte, l’apprendere vivamente la f
ocivi, e si devono molto abominare, come degni di vituperio, non solo
per
sentenza dei Teologi, e dei S. Padri, ma di più p
tuperio, non solo per sentenza dei Teologi, e dei S. Padri, ma di più
per
avviso di ogni giudizioso. Natal Comite scrive di
ferenti figure di modo, che pareva un Proteo. Ma Luciano afferma, che
per
verità era una Ballerina triste, che con vari, e
in più persone. Queste immodeste Ballerine si devono condannare anche
per
giudizio dei moderno Comici, che professano modes
e Compagnie dei comici, e fra quelle la sua, si distolse dalle scene,
per
aver certe Comiche non Italiane, fatto certi ball
balli poco modesti ci dubita, che non siano in essi grandi incentivi,
per
fare inciampare , non dico persone deboli, ma anc
insegnano, che i balli sono degni di pubblica letizia; e si ricevono
per
la consuetudine, che in questa parte non pare, ch
o vezzeggiato, e solezzato ballando, e cantando si ritirò all’albergo
per
riposare; ma nel riposo non trovò riposo; chiuse
habero pro cantilenis, quas impudice sepins cantasti. » Ricevi questo
per
mercede delle canzoni impudiche, da te spesse vol
uesto per mercede delle canzoni impudiche, da te spesse volte cantate
per
diletto. Si riscosse la misera d aquel misterioso
vviso: sfugge il bastone di mano ad un di quei Giuocatori, e colpisce
per
dritto il capo della Donna così fortemente, che s
dell’estinta Ballatrice, lo portarono alla sua casa, e fatto venire,
per
letto della morta il feretroke, ve la collocarono
. Poco dopo gli Ecclesiastici personaggi, vengono con la solita pompa
per
celebrare con sacre cerimonie, e con sante orazio
rrendo se ne corre verso il feretro, lo manda sottosoprakg, e gettato
per
terra l’estinto corpo, lo strapazza con le corna,
to per terra l’estinto corpo, lo strapazza con le corna, e lo ferisce
per
ogni parte, e per ogni membro così, che qua, e là
into corpo, lo strapazza con le corna, e lo ferisce per ogni parte, e
per
ogni membro così, che qua, e là si spargono le vi
fosse lontano dal sacro Cemitero; forse persuasi che quell’anima era
per
sempre esclusa dalle stanza del Paradiso; e però
ell’albergo nel sacro luogo. Io posso fare l’Epifonema a questo caso,
per
utilità delle Comiche Ballatrice nel pubblico Tea
n è infine, che preparare un festoso convitto, e un giocondo balletto
per
il nemico della Anime Satanasso. O Comiche modern
e si sta deliziando, e dove la libertà del salto femmnile si aggiunge
per
compagnia all’ultimo delle delizie: che dite voi
a a penna, citato da Girolamo Fiorentino, e da altri, pempra la penna
per
avviso di queste infelici Donne, e scrive: « Quid
ole si offrekh agli occhi dei risguardanti, quando queste Femminelle,
per
saltare più speditamente, e per fare molte forze
sguardanti, quando queste Femminelle, per saltare più speditamente, e
per
fare molte forze meravigliose leggiadramente, com
na, dovette, credo, supplicare il grande Padre dei lumi, che degnasse
per
sua misericordia illuminare le muovenze a vera co
, tripudiando alla zannesca, faccia qualche bruttissimo atto con lei,
per
far ridere squarciatamente la brigata. So bene di
squarciatamente la brigata. So bene di avere già veduto di tal fatta
per
mia disavventura nel tempo della mia vita secolar
pre vi è vicino il Buffone, che fa gesti osceni, e dice parole brutte
per
muovere a riso il popolo Spettatore, onde contro
tava, eccellentemente: un giorno se ne andò baldanzosa ad u concorso,
per
fare splendida mostra del suo mondo femminile, e
a ad u concorso, per fare splendida mostra del suo mondo femminile, e
per
scoprire i tesori dele sue grazie, e per ballenar
a del suo mondo femminile, e per scoprire i tesori dele sue grazie, e
per
ballenare con i lampi delle sue bellezze: insomma
e sue grazie, e per ballenare con i lampi delle sue bellezze: insomma
per
comparire, e comparendo rapire gli occhi, gli aff
’ subito, che non restasse la Donna offesa, a malamente affetta: onde
per
la forza di quel serpentino veleno divenne storpi
vina spirituale d’innumerevoli Spettatori poco virtuosi. Deh imparino
per
tempo per loro prokj ad esempio delle miserie alt
tuale d’innumerevoli Spettatori poco virtuosi. Deh imparino per tempo
per
loro prokj ad esempio delle miserie altrui a fugg
patimenti. Quesito Decimo quarto La Comica può vestirsi da uomo
per
dilettare comparendo a saltar, o a far altri giuo
ico Teatro ? La Comparsa di una lasciva Comica nel pubblico Teatro
per
dilettare suole apportare tanto evidente danno al
infiniti peccati. Ma si accresce questo gran male, quando la Comica,
per
accrescere il diletto degli Spettatori, usa, oltr
re eternamente tra i fuochi della tartarea, e tormentosa fornace. Ora
per
cagione di questo salto femminile la Comica si ve
? Cioè. Alle donne è lecito usare le vestimenta propire degli uomini
per
saltare ? Sia per risposta l’Oracolo divino ove c
e è lecito usare le vestimenta propire degli uomini per saltare ? Sia
per
risposta l’Oracolo divino ove comanda. « Non indv
Le armi dell’uomo non guarniranno il petto, né il fianco della Donna
per
combattere; « quia est indecens Mulieri, et prese
arse (dico io) le Meretrici al tempo di Carnevale si vestono da uomo,
per
andare liberamente a casa degli Amanti loro a sol
4. Dom. 4. di Quares. sotto pena si scominuca, che non si da, se non
per
il mortale; proibiscono, che la Donna vesta da uo
ide, che riprova nella Donna l’uso della veste virile; « tum quia hoc
per
se indecens est; tum ne occultis libidinibus, et
libidinibus, et aliis vitiis locus detur » : si perché è disdicevole
per
se stesso: si anche in modo che non si dia comodi
he Caietano dice. « Iudiciale, vel ceremoniale preceptum est, evanuit
per
Christi gratiam. »In. 2. 2. q. 169. c. 4. Cioè.
o all’uso delle vesti è precetto giudicale, ovvero cerimoniale, e ora
per
grazia di Cristo Redentore è svanito. Nondimeno l
km con proporzione tra soggetti maschili, e femminili del sesso umano
per
dettame innestatoci nell’animo dalla Natura: dall
isì procede dalla stessa Natura, dico io, l’elezione di vesti diverse
per
l’uomo, e per la Donna. Dunque pecca la Donna « n
lla stessa Natura, dico io, l’elezione di vesti diverse per l’uomo, e
per
la Donna. Dunque pecca la Donna « naturaliter seu
contro il dettame, e precetto naturale, mentre usa il vestito di uomo
per
saltare in pubblico Teatro. Ma forse dirano. Ques
, o no: e di quanta gravezza sia alla Comica l’uso del vestito virile
per
dilettare pubblicamente saltando: e ciò farò con
o coi piedi, ballando, e saltando, fi insegnato dal Dragone Infernale
per
sentenza del S. Padre Efrem Siro. « Quis talia ed
sarà cosa buona il salto ? Come sarà lecito alla Comica il saltare e
per
meglio saltar, e dilettare saltando, usare il ves
iman dice. « Feminam util. 2. tr. 3. c. 13. n. 12. vestimento virili,
per
se non est peccatum; sed cansa insta cohone stari
volte si fa lecitamente; come fu fatto da quella Vergine, che stando
per
forza nel luogo infame, vittima innocente dell’im
anta, « no ut vit aret martyrium sed contagium », dice Silvestro, non
per
fuggire le pene del martirio, ma per allontanarsi
contagium », dice Silvestro, non per fuggire le pene del martirio, ma
per
allontanarsi dal contagio della disonestà così pe
oblectationem ». Non pecca la Donna, che si veste con l’abito virile
per
giusta cagione, come farebbe per non essere conos
nna, che si veste con l’abito virile per giusta cagione, come farebbe
per
non essere conosciuta dai nemici; o per mancanza
giusta cagione, come farebbe per non essere conosciuta dai nemici; o
per
mancanza di altro vestito; o per onesta ricreazio
non essere conosciuta dai nemici; o per mancanza di altro vestito; o
per
onesta ricreazione di se stessa, o di altra perso
senza lordura di peccato la Donna si vesta con l’abito virile. Dunque
per
sentenza di San Tommaso, oltre gli allegati Dotto
tiosum, s’intende par. 5. str. 7. de scandalo Res. 32., non quasi sit
per
se, seu natura sua malum, sicut mendaciam, fornic
fficiuntur. Est ergo de se vitiosum, quia speciem mali habet, ac nisi
per
bonam aliquam circumstantiam iustificetur, veri n
este virile nella Donna, è un’azione viziosa da se, non quasi che sia
per
se stessa; o si sua natura cosa malako; come male
itati Dottori favoriscono questo mio detto nel caso della leggerezza,
per
cagione della quale una donna alle volte si veste
scomunicata. Silvestro dice, che quella Canonica sentenza si fulmina
per
rispetto dell’intenzione di attendere più facilem
acit malo proposito, idest intentione facilius meretricandi; ut patet
per
Gloss. et Arch. Ibi », come occorse una volta, ch
suo molto brutto, e disonesto. E chi mai la scuserà da colpa mortale
per
tal vestito usato per più liberamente fornicare.
isonesto. E chi mai la scuserà da colpa mortale per tal vestito usato
per
più liberamente fornicare. Navarro nel citato lug
go scrive, che la Donna pecca solo venialmente, usando l’abito virile
per
leggerezza, « absque alio fine, et circumstantia
scandalo di notabile gravezza. Dico 4. La Comica, vestendosi da uomo
per
dilettar saltando nella presenza di persone forti
lizza notabilemente, ne prende occasione di rovina spirituale da cose
per
le stesse indifferenti: come sono i salti, e i ge
no accompaganrli, tutto che siano fatti da Comica Saltatrice. Ne vedo
per
ora altra buiona ragione, per la quale si debba c
ano fatti da Comica Saltatrice. Ne vedo per ora altra buiona ragione,
per
la quale si debba condannare la Comica di peccato
condannare la Comica di peccato mortale nel mutar il proprio vestito
per
dilettar saltando in presenza di virtuosi: dunque
mortalmente. Dico 5. Pecca mortalmente la Comica, vestendosi da uomo
per
dilettare comparendo a saltare, o a far altri giu
te. E la Medea di queste morti spirituali è la Comica vestita da uomo
per
dilettare saltando. E come le parole brutte, che
le parole brutte, che non sono di loro natura mortali, diventano tali
per
accidente, quando sono dette in presenza di perso
mica vestita da uomo nel pubblico Teatro, sono peccati mortali almeno
per
accidente per ragione dello scandalo, e della spi
a uomo nel pubblico Teatro, sono peccati mortali almeno per accidente
per
ragione dello scandalo, e della spirituale rovina
Dirà forse tal’uno, che la Comica con giusta cagione si veste da uomo
per
saltare; perché nella veste femminile far nno può
. » Io rispondo, che se la Comica con giusta cagione si veste da uomo
per
saltare nella presenza di persone virtuose; non p
o la carità del prossimo. Nè basta il replicare, che ella fa il tutto
per
necessità; e però l’uso dell’abito virile non è p
iquam necessitatem. » perché io rispondo, che la Comica non fa questo
per
necessità, ma per avidità di guadagnare in puù ma
. » perché io rispondo, che la Comica non fa questo per necessità, ma
per
avidità di guadagnare in puù maniere. Può ella, s
a travedere, e vuole, che si chiami necessità quello, che altro non è
per
vero dire, che illecita, e peccaminosa utilità. I
a comica può vivere, e mantenersi onoratamente senza vestirsi da uomo
per
dilettare con il salto, e per conseguenza non ha
rsi onoratamente senza vestirsi da uomo per dilettare con il salto, e
per
conseguenza non ha veramente la pretesa necessità
rà da peccatograve quella comica Saltatrice, che lìanno 1641. andando
per
l’Italia, nel mese d’Aprile si trattenne con i su
se d’Aprile si trattenne con i suoi Compagni in una principale Città,
per
guadagnare saltando, e procedendo così ? Compariv
i poneva sulla porta, ricevendo i pagamenti di coloro, che entravano,
per
vederla saltare, camminare sulla corda, e fare ce
molta oscenità; e gli equivoci erano tali, che si potevanodichiarare
per
univoci della libidine; onde contro colei avrebbe
ur ? » dove tal Donna salta, può trovarsi vestigio di vergogna ? Non
per
giudizio dei Savi. Ora di queste Saltatrici, avid
ddire;nemmeno, se aggiungesse, che sono animate navicelle di Caronte,
per
traghettare molte anime alla miserabile, e lacrim
o oltre i modi sin qua assegnati ? La scena oscena si può nominare
per
verità un arsenale di mille calamitose sventure,
un infelice Giovane, che disse di avere commesso moltissime iniquità
per
il ricordo di una Comica già veduta nel pubblico
a persona. Non tutti al ricordarsi di una Donna già veduta, e tentati
per
tal ricordanza, possono usar, o volgiono il rimed
etiam si venetorum effugerit manus, nihil inde fert lucri. » E come,
per
altro simile favellando, si può dire del delicato
uspectu, etiamsicum iaculo permittiatur abire sine opere, tamen ipsa
per
se perit. » Nello stesso modo l’anima colpita da
r se perit. » Nello stesso modo l’anima colpita da una lasciva saetta
per
la curiosità dello sguardo, benché si parta dal T
erta campagna da quella fiera, e tanto gagliarda tentazione di senso,
per
uno sguardo solo già molto prima dato alla beltà
l balcone una donna, e qindi, come da fiamma, concepisce faville, che
per
pericolo spazio di tempo paiono, faville morte, m
che ne segue un miserando incendio ? Ho conosciuto un Gentiluomo, che
per
una vista casuale, poco avvertita, e meno stimata
he stanno nell Teatro guardando queste Femmine, vi stanno comunemente
per
diletto, dice Caietano, « delectationis causa »In
annerirlo affatto sozzamente con molte sozzure di peccati mortali. Io
per
me credo, che posso dire fondatamente, e ridire,
rni Comici, e i Ciarlatani, conducono le donne alla scena, o al bacno
per
invenzione, e suggestione di Satanasso, il quale
to, ed eccelso monte; voglio dire, che talvolta un virtuoso, che andò
per
semplice diletto alla Commedia, resta preso con t
il sani neque andiunt, neque vident, qui undique obsidionem patiuntur
per
aures, per oculos, possint superare concupiscenti
ue andiunt, neque vident, qui undique obsidionem patiuntur per aures,
per
oculos, possint superare concupiscentiam ? » Vuol
redicatore avvisarci. Se la Femmina adornata con negligenza, e mirata
per
caso accidentale in una piazza, spesso ferisce il
i dall’udir, e dal veder cosa buona, si trovano assediati dal piacere
per
gli occhi, per gli orecchi, e per ogni parte ? Gl
dal veder cosa buona, si trovano assediati dal piacere per gli occhi,
per
gli orecchi, e per ogni parte ? Gli uomini ordina
a, si trovano assediati dal piacere per gli occhi, per gli orecchi, e
per
ogni parte ? Gli uomini ordinari non nascono Giga
l Drammatico mare il capo tormentoso, e di buona speranza; tormentoso
per
le difficoltà, e obiezioni molte, che non mancano
ni molte, che non mancano nella presente materia: e di buona speranza
per
le buone risposte, e soluzioni, con le quali tutt
Capo Quarto Delle risposte ad alcune Difficoltà, che si fanno
per
difendere la Comparsa delle Ordinarie Comiche nel
isfazione a chi vuole appagarsi delle verità. Che se le mie, che sono
per
di qui, non saranno tali, prego il benigno Lettor
con le ricchezze del suo tesoro. Quesito Primo Se le Donne sono
per
tuttokv, perché levarle dal Teatro ? Si asseri
no, e mirano, e allettano efficacemente: e tutto il Mondo è Teatro: e
per
tutto si fanno le Scene amorose. Non è chiara l’e
si può negare la proposta esperienza, si può giustificare: perché non
per
tutto si fanno le scene con oscenità; ne tutto il
alla tolleranza, e permissione; e perché non vi è ragione sufficiente
per
tollerare, e permetterela comparsa delle comiche
e di valente Giostratore nella Drammatica arringa, impugna la lancia
per
difesa delle sue Comiche Dame, e dice nel c. 34.
ualche valore non cadono in tali bassezze; che ognuna ha caro gradire
per
la virtù, e non essere tenuta in poca stima per l
gnuna ha caro gradire per la virtù, e non essere tenuta in poca stima
per
lascivi detti. E dato Questo; la cagione è lontan
ta è occros; vi sono esempi di persone, che si sono gettate nei pozzi
per
amore; e per questo si hanno da chiudere tutti i
vi sono esempi di persone, che si sono gettate nei pozzi per amore; e
per
questo si hanno da chiudere tutti i pozzi ? L’amo
trario, l’odono nel Teatro: la fama con le sue trombe lo fa risuonare
per
le Città. E le stampe lo pubblicano a tutto il cr
qualche valore non cadono in bassezze, e hanno caro di essere stimate
per
la virtù. Ma io domando. E quante sono quelle di
adono spesso in bassezze d’oscenità; perché quanto mancano di grazia,
per
piacere ai giudiziosi, tanto usano di sforzo, per
mancano di grazia, per piacere ai giudiziosi, tanto usano di sforzo,
per
dare pastura ai disonesti con le loro sporchezze
n si debbono chiudere tutti i pozzi: perché alcuni vi si sono gettati
per
amore. Egli dice con grazia, e con gentilezza; ma
enti; quante immondezze, e quanto stomacose dicono, a fanno i Buffoni
per
occasione delle Donne in scena ? E con quanti puz
. andò una Comapgnia di Comici ad una principalissima Città d’Italia,
per
farvi le solite Rappresentazioni. Nella prima Com
le conchilie di Venere, quando le Donne compaiono nel drammatico Mare
per
ivi atteggiare: dunque l’opinione di Beltrame non
do ? La presente difficoltà è simile alquanto alla già spiegata, e
per
cagione di cui dicono alcuni per conseguenza. Dun
simile alquanto alla già spiegata, e per cagione di cui dicono alcuni
per
conseguenza. Dunque sarà necessario levare le Don
di peccato; attesa la squisita diligenza, con le Donne si acconciano
per
andarvi, ed essere mirate, e rimirate. Ne credo,
he ? Diremo forse, che le Dame si adornino con tanto studio, e spesa,
per
rendersi spiacevoli ai Cavalieri ? Che il danzar
ersi spiacevoli ai Cavalieri ? Che il danzar con fatica, e studio sia
per
falri disamare ? Che l’andare vezzeggiando, e stu
zzeggiando, e studiare i modi, che più le rendono graziose, si faccia
per
essere disprezzate ? Sono tutte burle: io stimo,
faccia il tutto col fine di parer bella: e che l’esser bella nno sia
per
far chiudere gli occhi ai circonstanti: e se ciò
la nno sia per far chiudere gli occhi ai circonstanti: e se ciò fanno
per
parer belle ai Mariti, perché adornarsi, quando e
este, che in altro tempo ? Dunque ogno cosa è vanità; e il pericolo è
per
tutto; e più. Ove è più agiata l’occasione. Così
antuomo. Ma io rispondo, che le Donne, comparendo nei detti luoghi, o
per
onesta ricreazione, o per cristiana pietà, second
he le Donne, comparendo nei detti luoghi, o per onesta ricreazione, o
per
cristiana pietà, secondo la decenza dello stato l
lecito è loro concesso dai Dottori. Che poi alcuna Donna fa eccesso,
per
occasione della sua comparsa nei numerosi luoghi,
orrezione. E così la comparsa in banco, o in scena delle Donna ornata
per
allettare, dilettare, e rappresentare discorsi am
lecito, e approvato dai Dottori. Ne io dico, che le Dame s’adornano,
per
piacere, ne che danzano, per farsi disamare; ne s
ori. Ne io dico, che le Dame s’adornano, per piacere, ne che danzano,
per
farsi disamare; ne si rendono graziose, per esser
piacere, ne che danzano, per farsi disamare; ne si rendono graziose,
per
essere disprezzate: ma stimo, che le viziose poss
onesto, come anche l’acconciarsi il capo, e l’abbellirsi la persona,
per
piacere ai Mariti, o per uscire di casa alle fest
onciarsi il capo, e l’abbellirsi la persona, per piacere ai Mariti, o
per
uscire di casa alle feste con gli ornamenti decev
nte ai deboli di spirito: ne ha fine alcuno, o circostanza, che basti
per
la sua giustificazione; poichè la Comica usa ques
asti per la sua giustificazione; poichè la Comica usa questa comparsa
per
far buon guadagno, ma il guadagno non è lecito, q
a comparsa per far buon guadagno, ma il guadagno non è lecito, quando
per
acquistarlo si reca al prossimola rovina spiritua
al prossimola rovina spirituale. Quesito Terzo L’uso non basta
per
giustificare la Comparsa delle Donne nel Teatro ?
e udirle ragionar d’amore, è cosa ricevuta dai popoli senza scandalo
per
l’uso lungo, e per l’abito invecchiato di tanti s
d’amore, è cosa ricevuta dai popoli senza scandalo per l’uso lungo, e
per
l’abito invecchiato di tanti secoli, come avviene
senza offesa. E poi quei ragionamenti Comici amorosi sono conosciuti
per
finti, e si considerano solamente con gusto, come
Commedia, e l’udir i loro discorsi amorosi, è un tal abito già fatto
per
l’uso dell’Arte, che non sollecita così facilment
io dall’ultimo, che scrive Beltrame; e dico, che l’uomo ben composto,
per
essere egli dotato d’intelletto, e di giudizio, p
misurarli. E certo, che questi indizi, e queste ragioni non mancano,
per
poter dare giudizio delle Comiche, e di loro disc
per poter dare giudizio delle Comiche, e di loro discorsi amorosi, e
per
giudicarli molto perniciosi alla moderazione dell
iudicarli molto perniciosi alla moderazione della cristiana purità. E
per
ogni ragione basti ora questa sola; che i Giovani
ar dal Cristiano Teatro le bruttissime oscenità antiche: ma non basta
per
la vera, e necessaria modestia prescritta dal Cri
giova molto il dire, che i discorsi amorosi sono finti, e conosciuti
per
tali; perché da quella finzione, anche per tale c
i sono finti, e conosciuti per tali; perché da quella finzione, anche
per
tale conosciuta, segue la dissoluzione nei costum
tale conosciuta, segue la dissoluzione nei costumi di molti, i quali,
per
essere deboli di vitrtù, considerano con peccamin
poco, che appesso aggiungerò, bramando, che sia raggio di chiara luce
per
il nostro cammino verso la cognizione della Verit
atani rappresentano Azioni illecite, immodeste, lascive, e scandalosa
per
gli amorosi ragionamenti, pochissimi Auditori dis
losa per gli amorosi ragionamenti, pochissimi Auditori distinguono, o
per
non sapere, o per non volere, l’artificio, e la f
si ragionamenti, pochissimi Auditori distinguono, o per non sapere, o
per
non volere, l’artificio, e la finezza dell’Arte d
do il finto discorso d’amor carnale. Io non ragiono di questa maniera
per
far un esagerato spaventolc alle persone di tener
enerissima coscienza; perché tali non hanno bisogno del mio spavento,
per
fuggire il pericolo della loro salvezza; ma sono
icolo della loro salvezza; ma sono mosso a così ragionar, e scrivere,
per
trovarmi convinto dalla ragione, e dall’esperienz
fanciulletto, che leggendo qualche misteriosa favola digusto, darebbe
per
un pomo tutto il giovamento nascosto nell’allegor
nell’allegoria; perché da lei egli non sa, ne cura di sapere causare
per
beneficio suo nessuna utilità; ma tutto avido seg
mascherato di giocondità; comecon lo zucchero si coprono gli antidoti
per
i malori dei fanciulli; in modo che come confetti
i Professori dell’Arte sua stimano convenevole l’usare la giocondità
per
dar gusto: in modo che nel Teatro cresca l’Audito
correndo, e cercando di conoscere l’utile immascherato di giocondità,
per
amarlo, e per praticarlo ? Sono bellle chimere, e
rcando di conoscere l’utile immascherato di giocondità, per amarlo, e
per
praticarlo ? Sono bellle chimere, e canori capric
er amarlo, e per praticarlo ? Sono bellle chimere, e canori capricci:
per
ordinario lodano i Comici valenti, e vituperano g
storo: se non fanno meglio di questo, io non vi torno più. Io accetto
per
vero lo scritto dal Beltrame, e aggiungo, che gli
endo dal Teatro, ma seguitando di ritirarsi alle case loro, seguitano
per
ordinario a ragionare, e a pensare alla Commedia,
e chi ha ricevuto qualche diletto a questo di nuovo pensa, e ripensa,
per
ricevere moltiplicato diletto col pensare: e se n
l consenso dal senso, e vadano dietro all’intelletto, e alla ragione,
per
conoscere il vero bene dell’utilità: e non seguan
oscere il vero bene dell’utilità: e non seguano il senso del piacere,
per
amare il falso bene della carnalità, e acconsenti
mente pecca fatto seguece del senso, che non attende alle astrazioni,
per
essere una potenza materiale, e poco sollevata. M
enza imbrattarsi: così difficilissima cosa è, che l’intelletto nostro
per
la corruzione della natura nostra, al male inclin
affetto impuro: con ciò sia anche essendo queste potenze tra di loro
per
stretta amicizia connesse, ne segue, che quello c
a di loro per stretta amicizia connesse, ne segue, che quello che una
per
mezzo della cognizione apprende, e intende per co
ue, che quello che una per mezzo della cognizione apprende, e intende
per
cosa mala, o buona, l’altra lo fugga per odio, o
gnizione apprende, e intende per cosa mala, o buona, l’altra lo fugga
per
odio, o abbracci per amore, massimamente se ha ap
intende per cosa mala, o buona, l’altra lo fugga per odio, o abbracci
per
amore, massimamente se ha apparenza di qualche be
crifaciam. » Ma perché non credo, che tu sia arrivato a questo segno;
per
questo è cosa più sicura per te il non mettersi a
edo, che tu sia arrivato a questo segno; per questo è cosa più sicura
per
te il non mettersi a tale pericolo; perché ti sò
va, e l’attuale recitamento ha maggiore forza, e più vigorosa energia
per
rapir l’animo al consenso peccaminoso, e per impe
, e più vigorosa energia per rapir l’animo al consenso peccaminoso, e
per
impedire la detta distinzione. Il 2. Teologo risp
one degli oggetti leciti dagli illeciti. Ed io dico, che tal passione
per
ordinario si trova molto veemente in moltissimi S
artificio dalla brutta rappresentanza, usano la confusione, e peccano
per
viziosissima passione. Quesito Quarto Non s
quindi ne seguiranno peggiori scandali, e più gravi inconvenienti; e
per
fuggir i lampi, si incontreranno i fulmini. L’ono
hi conosce il male, che ne potrebbe succedere. Io darò varie risposte
per
questa difficoltà, le quali, almeno « collective
questo sarebbe un lasciare il caldo del Sole, e saltare nel fuoco; o
per
fuggire le brine e andar al ghiaccio. Non corrono
r fuggire le brine e andar al ghiaccio. Non corrono così a rompicollo
per
il sentiero dell’iniquità i Giovanetti Recitanti.
ademici, e molti Gentiluomini, e Cittadini in qualche tempo dell’anno
per
qualche onesta ricreazione fanno delle Rappresent
ciulle, o Donne parlanti lascivamente d’amore con i loro Favoriti; ne
per
fare buone Commedie si richiede le femminil compa
ica dovrebbero i Comici Cristiani siffar lo sguardo delle menti loro,
per
colpire saettando, come valenti Arceri, nel bianc
l miglioramento dei buoni costumi, e l’accrescimento della perfezione
per
i virtuosi. Ma io dico, che sono poche a nostro t
rcare dottrinalmente, se il Comico pecchi, o no, vestendosi da Donna,
per
dilettare comparendo in pubblico Teatro: ma mi ri
mi ritengo da tal Quesito; si perché si può conoscere la risoluzione
per
lui da ciò, che ho notato nel c. 3. al Q. 14. par
set occasio libidinis », è un’occasione molto rea di cercare pastura
per
la lidibine: come appunto io intesi una volta in
fuori d’Italia, che un certo lascivo amante si era vestito da Donna,
per
andare a favellar sicuramente con l’Amica in un s
41. fece incarcerare un Giovanetto; perché fingendosi Femmina, andava
per
le Chiese con vesti, con gesti, e con portamenti
mmina, ora quella di Ruffiano, e ora quella di Adultero. Mazzarino da
per
avviso ai Superiori, che non permettano, che Giov
i cure, può almeno scorrere nella vanità. E poi dopo abbigliati vanno
per
la città così vestiti facendo la mostra; e quell’
r i collari, comporre le vaghezze al collo, e che talvolta li mirino,
per
assicurarsi, se compaiono a proposito, e lusingan
Ragazzi siano acconciati dalle Donne, e che poi facciano mostra di sé
per
la città, e che giungano alla scena scarmigliati:
e vera una cosa, e questa non la tocca Beltrame, la voglio toccare io
per
spirituale avvertimento dei Sig. Accademici: ed è
femminili si adattino alla persona con grazia perfettamente; ne egli
per
allora sentirà fastidio alcuno contro la purità d
nel punto di morte sarà tentato gravemente con pericolo della salute
per
il ricordo di tali abbigliamenti, e acconciature.
di tali abbigliamenti, e acconciature. Un caso non stampa una regola
per
tutti universale, ma può servire di buono avverti
ormai senile, e grave, si trovò assalito da una pericolosa infermità,
per
la quale giunse « ad portas Mortis », alle porte
la quale giunse « ad portas Mortis », alle porte della Morte, ma poi
per
divino impero fu indi richiamato, e non morì. Sta
Donne.non è soverchia accortezza fuggire il pericolo, benché minimo,
per
assicurarsi nel passo di Morte con eterna salvezz
i camminare sul ghiaccio. Nota unica Della principale Ragione,
per
la quale non si approva la comparsa dei Giovanett
r la quale non si approva la comparsa dei Giovanetti vestiti da Donna
per
le pubbliche scene del Teatro. Lo schifare i p
con provido accorgimento si dilunga da tutte quelle occasioni; che o
per
malattia umana, o per fragilità, o per ignoranza,
nto si dilunga da tutte quelle occasioni; che o per malattia umana, o
per
fragilità, o per ignoranza, o per altra ragione,
tutte quelle occasioni; che o per malattia umana, o per fragilità, o
per
ignoranza, o per altra ragione, e accidente servo
asioni; che o per malattia umana, o per fragilità, o per ignoranza, o
per
altra ragione, e accidente servono al Demonio, pe
o per ignoranza, o per altra ragione, e accidente servono al Demonio,
per
indurre le anime al gran pericolo di caduta morta
guardar liberamente la bellezza dei Giovanetti; poichè sappiamo, che
per
simili occasioni di vedere sono succeduti nel Mon
e sono succeduti nel Mondo grandissimi mali a molti uomini: e abbiamo
per
esperienza , che il Demonio siserve di questo mez
ni: e abbiamo per esperienza , che il Demonio siserve di questo mezzo
per
fare cadere molte anime. Ma prendiamo lume dalle
arelp a passeggiare. Ma non fu meno grave un altro accidente, seguito
per
una spirituale Rappresentazione. Si facevalq con
esentazione. Si facevalq con solennissimo apparato un bel Recitamento
per
onore, e gloria di una Vergine, Martire gloriosa;
re gloriosa; ed ecco, che un Giovanetto di fattezze ordinarie, e poco
per
altro riguardevole, si mostrò ricco, ornato, e ve
repulse date più, e più volte, fu costrettols di partire dalla Città,
per
non essere intrappolato con perdita della sua pur
ginella Rosa di casto amore. L’occasione apre la strada al lenocinio,
per
rovinare la bellezza della castità: chi la fugge,
Achille. Voglio aggiungere un altro caso, e basterà in luogo di molti
per
colorire il nostro quadro secondo la nostra debol
Sacerdote, non sentì punto di fastidio nel tempo del recitare; ma poi
per
molto tempo, e anni sentì grandissima e fastidios
ole di spirito la vista di un Giovanotto Comico di professione, e che
per
guadagnarsi il vitto, vuol dilettare con apparenz
igioso, e dotto Teologo in Roma l’anno 1639. Tre nobilissimi Fratelli
per
allegrezza, per giuoco, e per sollazzo si mascher
Teologo in Roma l’anno 1639. Tre nobilissimi Fratelli per allegrezza,
per
giuoco, e per sollazzo si mascherarono vestiti da
a l’anno 1639. Tre nobilissimi Fratelli per allegrezza, per giuoco, e
per
sollazzo si mascherarono vestiti da Donna, e comp
trale di gran sventura: uno dei tre si accosta al una torcia ardente,
per
meglio accomodarla e subito gli salta in faccia u
nolu poco dopo terminano la vita infelicemente. Buona è l narrazione,
per
avvisare i Comici Professori di modestia, che non
tro la scena senza la teatrale comparsa agli Spettatori. Io ho saputo
per
certissima relazione di un amico, che il Sivelli,
lino: e diceva con grazia. Questo primo jha bisogno di due minestrine
per
riempirsi; e questo secondo di una. Orsù Signori
iempirsi; e questo secondo di una. Orsù Signori pagatemi un bolognino
per
uno; e venite a sentire la mia Commedia. E il pop
ata Donna, o vera Donna ella sia, o finta; sempre è calamita potente,
per
rapire a sè gli occhi, e i cuori, e gli animi di
ell’impudica Venere, si scoprono troppo nemicilv della casta Diana: o
per
meglio dire, sono pochissimo inclinati all’amore,
a, e della vera castità. Quesito Quinto Non basta il fine buono
per
introdurre le Donne, e i discorsi amorosi nel pub
cuni discorrono così. Il fine buono non rende buona l’oparazione ? Sì
per
verità: dunque i trattati amorosi delle Commedie
e l’anno 1638. mi recò un gran Signore; in una principalissima Città,
per
giustificare, che le Commedie ivi correnti non er
ontà; perché ciascun difetto singolare cagiona il male. Ed il Dottore
per
nome di tutte le bontà intende quattro sorti: la
ondo il fine. Si legga il corpo dell’art. 4. e frattanto si inserisca
per
nostro porposito, che non basta il buon fine solo
che non basta il buon fine solo, cioè la conclusione del matrimonio,
per
rendere lecite, e buone le azioni dei Comici, e d
Seu obiectu aut mediam, ut propositum cum talibus circunstantiis, nec
per
se malum, nec prohibitum sit: tum etiam quia sub
finem malas vias adinveniat. » Il consiglio non è buono, se uno anche
per
fine buono ritrovi strade cattive. Come se tu per
buono, se uno anche per fine buono ritrovi strade cattive. Come se tu
per
fare un altare alla B. Vergine, che è buon fine,
d usura, che è strada, e mezzo cattivo. Così procedono i Commedianti:
per
fine buono, cioè per rappresentare un Matrimonio,
, e mezzo cattivo. Così procedono i Commedianti: per fine buono, cioè
per
rappresentare un Matrimonio, inventano strade ini
arole brutte, gesti lascivi, e la comparsa di persone innamorate, che
per
rappresentare vivamente, e per riportar applauso,
la comparsa di persone innamorate, che per rappresentare vivamente, e
per
riportar applauso, procedono in modo, che veri am
d bonitas sit. » Ed in sostanza vuol dire, che non basta il buon fine
per
la totale bontà di un atto buono. Un Religioso pr
m sunt peccata; sicut fornicatio, et similia: et talia non excusantur
per
ludum: qui imo ex his ludus redditur flagitiosus,
ur flagitiosus, et oscenus. » Vuol dire. Alcune cose sono peccati non
per
se stesse, ma per l’intenzione, con che si fanno:
oscenus. » Vuol dire. Alcune cose sono peccati non per se stesse, ma
per
l’intenzione, con che si fanno: in cose tali il g
i; come è la fornicazione, e cose simili; e queste non ricevono scusa
per
ragioni del giuoco; anzi il giuoco stesso, e lo s
enta cosa scellerata, e oscena. Dunque, dico io, iCommedianti, mentre
per
concludere, anche scherzando, e burlando, un fint
icamente i ruffianesimi, e spesso i trattati di fornicazioni, peccano
per
sentenza di S. Tommaso. Francesco Maria del Monac
al soggetto brutto, e disonesto la disonestà. Ma si consideri un poco
per
verità questo punto nelle immagini. Se esse rappr
si ? Se dalle scene si derivano le oscene apparenze, e dalle Commedie
per
lo più le impudicizie, chi dovrà chiamare oneste
il fingere. E tu o Teatro, che ti fingi luogo d’impudicizia, sii tale
per
verità; perché così le Matrone ti fuggiranno i Gi
ndrino. S. Cipriano fu già di parere, che gli osceni Istrioni antichi
per
autorizzare le rappresentante disonestà, da lui c
entem. » Ora così noi possiamo giudicare, che i nostri Comici osceni,
per
rendere onesta la disonesta rappresentazione del
o porlo in giuoco, né trattarlo burlescamente; ancorchè non si faccia
per
deridere le cose di S. Chiesa; come già facevano
oè. Il peccato dei Comci consiste nella materia: la quale è disonesta
per
l’uso degli atti turpi, o delle parole brutte: ov
cena, non lo ponete in burla ? Si. Ne basta il dire, che ciò non fate
per
burlare il Sacramento, che sarebbe vostro sacrile
ò fate buralndo; e le burle non si devono frapporre tra le cose sacre
per
sentenza del Caietano; dunque a suo parere voi pe
entenza del Caietano; dunque a suo parere voi peccate, rappresentando
per
giuoco un finto Matrimonio. Ne basta il replicare
. Tommaso, e di Caietano, dicendo, che i Comici non burlano in scena,
per
burlare il Matrimonio come cosa della nostra Fede
è un Sacramento della Cristianità: e molto meno di lui non trattano,
per
deriderlo, e porlo in gioco in quella guisama, co
do, che volendo i Comici usare quei trattati, e quel contratto civile
per
scherzo, e per burla, senza verunmc pensierodi bu
i Comici usare quei trattati, e quel contratto civile per scherzo, e
per
burla, senza verunmc pensierodi burlare il Sacram
le brutte, e dagli attti disonesti, che siano peccati mortali; e sssi
per
ordinario non se ne astengono; massimamente , che
li, e che si ponga in giuoco lo stesso Matrimonio. Aggiungo. I Comici
per
ordinario trattano del Matrimonio, non tanto per
. Aggiungo. I Comici per ordinario trattano del Matrimonio, non tanto
per
trattare di lui, come di negozio civile, quanto p
imonio, non tanto per trattare di lui, come di negozio civile, quanto
per
avere occasione d’introdurre nelle scene i lasciv
nnamoramenti, e i soliti artifici d’impurità, sapendo essi molto bene
per
esperienza, che tal materia piace universalmente
evole, e onesto in se, e anche nel suo civile trattato: ma dai Comici
per
lo più non è rappresentato né lodevolementem né o
o più non è rappresentato né lodevolementem né onestamente. Essi sono
per
la maggioor parte impuri attori, e però coprono i
molto qualificati personaggi. Con la seguente Nota toccheremo i tasti
per
questo suono: e spero non sarà stimato grido all’
onio La circostanza del puogo alle volte serve di legge moderativa
per
le nostre operazioni: né tutti noi dobbiamo in og
Risposta, che non basta il buon fine du un Rappresentato Matrimonio,
per
introdurre le Donne in scena con i discorsi di la
non è lecita la sua pubblica rappresentazione carnale; perché è cosa
per
se stessa turpe; « in enim per se est turpeT. 3.
appresentazione carnale; perché è cosa per se stessa turpe; « in enim
per
se est turpeT. 3. in 3. p. d. 81. 5. 4. et contra
d. 81. 5. 4. et contra honestatem », scrive Suarez. E Bonaccina tiene
per
illecito il mirare l’addomesticamento dell’uomo c
rdo, o saluto; ovvero con qualche segreta ambasciata. Mi dica un poco
per
sua bontà sinceramente un erudito, e pratico di m
essere veduta da molte persone onorate ? E queste bruttezze si vedono
per
lo più nelle commedie dei nostri Comici Cristiani
il supposto è falso evedentemente, e serve di vero, ed efficace mezzo
per
la rovina di molte anime: e però è affatto illeci
baci, e altre cose peggiori, da una Donna, quale poi alla fine riceve
per
Moglie. Ma nel rappresentare quelle prime impurit
rice. Al che ricordo il caso dell’Abate Efrem. Egli passava un giorno
per
certa strada, nella quale stava una pubblica Mere
are nella presenza degli uomini, come non ci vergogneremo di Dio, che
per
tutto stà presente, e sempre mira tutti, benché s
massimamente nella presenza di molti deboli di virttù, con apportare
per
scusa il buon fine del matrimonio; perché tale es
e di materia amorosa, fatta pubblicamente, e lascivamente, è illecita
per
ragione dello scandalo. Ma diciamo anche di più,
nche di più, che il fine principale dei Comici, e delle Comiche non è
per
verità il concludere un Matrimonio, ma il cercare
dirizzanogli altri lor fini al fine dell’utile; e fanno l’arte Comica
per
vivere onoratamente con la giusta mercede meritat
meritata con le loro fatiche; e se dilettano modestamente, ciò fanno
per
porre l’esca nell’amo, per allettare, per pescare
he; e se dilettano modestamente, ciò fanno per porre l’esca nell’amo,
per
allettare, per pescare quei pochi pesciolini, e p
ano modestamente, ciò fanno per porre l’esca nell’amo, per allettare,
per
pescare quei pochi pesciolini, e per gaudagnare q
l’esca nell’amo, per allettare, per pescare quei pochi pesciolini, e
per
gaudagnare quei pochi soldi, che sono necessari a
Chi era con la comune opinione, non merita particolare censura, e che
per
sorta esperienza, non cammina a capriccio. Il com
re con una dilettevole, modesta, e virtuosa Rappresentazione; ed essi
per
interesse di guadagno, e per piacere, la impiegan
ta, e virtuosa Rappresentazione; ed essi per interesse di guadagno, e
per
piacere, la impiegano in Rappresentazione dilette
n Rappresentazione dilettevole si, ma immodesta, oscena, e perniciosa
per
gli amorosi, e scandalosi ragionamenti degli Aman
Dotti, e lo nota ancora Beltrame, non fu trovata, ed approvataC. 7.,
per
introdurre vizi nel Mondo; ma per correggerlo dai
non fu trovata, ed approvataC. 7., per introdurre vizi nel Mondo; ma
per
correggerlo dai vizi; e per ammaestrare con viva
aC. 7., per introdurre vizi nel Mondo; ma per correggerlo dai vizi; e
per
ammaestrare con viva voce, e con apparenza i semp
, e ammaestrano al brutto amore, rappresentando brutti innamoramenti,
per
dare spasso, e piacere alla brigata: nel che rico
rdide, sregolate, e repugnanti alla moderazione del Cristiano teatro:
per
le quali gli Attori meritano gran vituperio; come
ri meritano gran vituperio; come già meritò l’antico Menandro, quando
per
piacere ai Macedoni, dediti alla disonestà, intro
oscenità tra i candidi Cigni delle modeste scene; quindi la sua fama,
per
altro onorata, diede un largo sfregio di grande,
simo una ragione di molto disonore. Credo, che basti il detto sin qui
per
prova che per lo più i moderni Comici, e Comiche
ne di molto disonore. Credo, che basti il detto sin qui per prova che
per
lo più i moderni Comici, e Comiche non hanno per
in qui per prova che per lo più i moderni Comici, e Comiche non hanno
per
fine la conclusione del Sacramento Matrimoniale,
la conclusione del Sacramento Matrimoniale, ma il diletto del Teatro,
per
allettare, e per giovare, e principalmente per gu
l Sacramento Matrimoniale, ma il diletto del Teatro, per allettare, e
per
giovare, e principalmente per guadagnare. Dunque;
il diletto del Teatro, per allettare, e per giovare, e principalmente
per
guadagnare. Dunque; concludo che i Comici, se non
omici, se non tutti, almeno molti usano gli amorosi discorsi lascivi,
per
assecondare a sensuali affetti degli Spettatori;
lascivi, per assecondare a sensuali affetti degli Spettatori; ovvero
per
servire al cenno di qualche Signore con speranza
disonestissima, portando in fronte uno sporco, ed infame titolo, che
per
vergogna io non riferisco, e nella quale si vide
miseri Comici, che più gustano di dar gusto ad un personaggio terreno
per
interesse di guadagno, che di osservare i precett
to posatamente nell’esaminare, se riprovare un giudizio, già supposto
per
buono dai Savi, e daisacri estimatori: e quando i
ai Savi, e daisacri estimatori: e quando il sentiero si dice luminoso
per
una, o due lampade accese, vi è bisogno di chiama
er una, o due lampade accese, vi è bisogno di chiamarsi lampi solari,
per
fare, che sia giudicato tenebroso. « Lucerna, scr
e, Nipote di Paolo V. Pontefice allora Regnnte. E taleOperetta riceve
per
lecita la comparsa delle Comiche parlanti d’amore
a la comparsa delle Comiche parlanti d’amore: né mai è stata proibita
per
ordine dei Speriori. Noi dunque che diremo per ri
é mai è stata proibita per ordine dei Speriori. Noi dunque che diremo
per
rispondere a quella difficoltà fondata sui libri
di questo Libro. E però stimo, che i Superiori, che approvano allora
per
la stampa la Supplica di Beltrame, e i Discorsi d
ngula » : e poi col tempo, buon maestro dei dotti, sono stati stimati
per
ragione nuova degni di nuova, e più matura consid
. 5. già si leggevano: poi furono sospesi dalla santa Inquisizione, e
per
essere in quelli materie profittevoli, si sono co
blico Teatro; stimo, che ora non sia probabile opinione il giudicarla
per
lecita nell’Arte dei modesti Commedianti: e giudi
Quesito Settimo Non è lecito che la Donna compaia ornata in Teatro,
per
far la parte sua nell’Azione, senza parlare amoro
dal banco, allora si risponderà all’obiezione, e domanda nel mod, che
per
ora necessario non è di rispondere. Dico 2. Se si
cedono i Dottori; perché alcuni particolari, e determinati si abusano
per
loro malvagità, e si scandalizzano irragionevolme
e onesta cagione, senza la quale la Donna merita di essere condannata
per
adornarsi, quando sa di essere amata disonestamen
alità delle Donna rappresentata; ed ella ha il iusmh a tale ornamento
per
rispetto della sua professione di rappresentare o
to per rispetto della sua professione di rappresentare onestamente: e
per
l’esercizio della professione le basta, come cagi
siduamente, attestano la loro spiritual rovina alla propria malvagità
per
cagione di qui traggono veleno di morte, ove potr
stamente amata; tutto che non segua l’effetto, ella pecca mortalmente
per
ragion del fine mortale. « Si se ornat eo animoTr
bbiano fine espresso mortalmente reo; ma non farei già la sicurezzami
per
tutte; e l’essere loro mallevadoremj certo che mi
diamoci che quel moderno Comico disse. « Io faccio comparire la donna
per
allettare: dunque è probabilissimo, che molte com
are: dunque è probabilissimo, che molte compaiano ornate, e abbellite
per
allettare. » Ma che significa questo allettare, s
e sorti della virtù, e se potesse vorrebbe tirare, e allettare tutte,
per
accrescere maggiormante il guadagno Teatrale. E d
Rappresentazioni: dunque essa è meno scusata del peccato di adornarsi
per
fine di usare quel peccaminoso allettamento. Io c
oderatamente, ovvero anche smoderatamente, ma senza notabile eccesso,
per
sola vanità, mostrando la bellezza sua, e la gent
già, il fine di allettare ad udire la Commedia, quale fine la Comica
per
ordinario, sia fine buono, « finis normalis » ; p
al pagamento alla fomentazione dei Comici osceni nel loro peccato, e
per
conseguenza, e un efficace provocazione al male.
peccato, e per conseguenza, e un efficace provocazione al male. Forse
per
dare forza a questo ultimo argomento, suppongo, c
sempre che la medesima Donna non vi parli d’amore, masolo vi compaia
per
allettare, poichè non mancano molte altre oscenit
e moderne, e mercenarie Rappresentazioni. Dico 5. Se la Donna sa, che
per
l’atto suo, anche cattivo di adornarsi quelli che
e, o non si muoveranno a male; o solamente a colpa leggera, ella avrà
per
questo il solo peccato veniale di scandalo: perch
ro ne crescono in un grande, e rovinoso incendio. né di questo con me
per
ora altra prova, che la confessione dei medesimi
Non basta l’esempio delle Comiche introdotte nella Commedia Comparsa,
per
introdurle ancor lecitamente nelle recitate ?
, le presentasse come odorosi mazzetti, alle radunanze Teatrali. Onde
per
giustificazione del propri recitamenti ricorrono
sse a Dio, che ancora quelle, che si leggono in stampa, e sono oscene
per
le Donne introdotte in esse, o per latra ragione,
i leggono in stampa, e sono oscene per le Donne introdotte in esse, o
per
latra ragione, si proibiscono affatto alla Cristi
iani e le vere Donne non si fanno comparire nella Scena, bastando che
per
relazione d’altri s’intenda il discorso se ha bis
icherei che è meglio, e più sicuro anzi convenientissimo l’astensione
per
rispetti degnissimi di gran cautela. Aggiungo. Mo
e stampate con qualche oscenità di Donna, o di altro, si tollerano, o
per
la bellezza della lingua o per la finezza dell’ar
di Donna, o di altro, si tollerano, o per la bellezza della lingua o
per
la finezza dell’artificio, o per altra ragione su
no, o per la bellezza della lingua o per la finezza dell’artificio, o
per
altra ragione sufficiente al giudizio dei Superio
le recitamento quando manca la sufficiente ragione; come invero manca
per
onestareml la Comparsa delle ordinarie Comiche, p
comporle: ma chi sta presente alle Commedie oscene recitate, coopera
per
ordinario, e fomenta nel peccato il Recitante; e
te, coopera per ordinario, e fomenta nel peccato il Recitante; e però
per
ordinario pecca, almeno per questo capo, se non p
fomenta nel peccato il Recitante; e però per ordinario pecca, almeno
per
questo capo, se non per altri capi ancora. Dunque
Recitante; e però per ordinario pecca, almeno per questo capo, se non
per
altri capi ancora. Dunque le Commedie stampate so
ie del sesto Precetto stamapte minutamente dai Teologi, e dai Casisti
per
necessaria istruzione dei Padri Spirituali a bene
pure molte di queste materie non si possono rappresentare in pubblico
per
la loro oscenità, e per lo scandalo, che ne segui
erie non si possono rappresentare in pubblico per la loro oscenità, e
per
lo scandalo, che ne seguirebbe negli spettatori d
che dalle parti superbe della stampa: in questa le saette lnaguiscono
per
difetto di vigorosa azione; ma in quello feriscon
Platone secondo me paragonarsi può ad una ricca vena di aureo metallo
per
la preziosità del suo sapere; e ad una doviziosa
tallo per la preziosità del suo sapere; e ad una doviziosa conchiglia
per
la candidezza dei suoi gentilissimi pensieri ma i
e perle si trovò qualche falsa margherita. Voglio dire, che non basta
per
giustificare presso di noi, un’azione il dire. El
ne, che non fu maestro irreprensibile, lontano da ogni errore. Alcuni
per
difesa delle mercenarie Comiche muovono una diffi
ò scusare da peccato grave ? Rispondo. Una volta un letterato, tenuto
per
buon Teologo universalmente da isuio Cittadini, d
rappresentanti in scena. Ma egli poi non mi portò ragioni suffcienti
per
tale giustificazione. Ora io, per rispondere al Q
poi non mi portò ragioni suffcienti per tale giustificazione. Ora io,
per
rispondere al Quesito, domando. Che significa que
e di senso senza consenso ? Un’amore, col quale l’uomo gusta di amare
per
amare, non per peccare ? Ma questo così fatto amo
a consenso ? Un’amore, col quale l’uomo gusta di amare per amare, non
per
peccare ? Ma questo così fatto amore quanto è dif
ed essi miseri con la sregolata vita loro rinnegano l’amore di Iddio
per
l’amore Platonico; e lasciano l’imitazione di Cri
itazione di Cristo, degli Apostoli, dei Santi tutti, e anche dei Savi
per
la vanità del nome di alcuni Gentili; i quali ben
e vuole considerarlo secondo la purità della Cristiana fede: e basti
per
prova quello, che più volte già mi disse l’Eminen
ormati costumi con zelo di vigilantissimo Pastore, trovò, che passava
per
le mani di molti un certo Libro, che trattava del
onesto con la scusa ai amor Platonico, questo amore non è buon scudo,
per
riparare le saette, che i Guerrieri Cristiani lan
poco modeste; perché una tal levata è argomento ditroppa severità, e
per
conseguenza, chi la procura, cerca di palesare co
non volere cavalcare; perché molti sono caduti da cavallo: né andare
per
le strade; perché molti sdrucciolando hanno patit
o percosse ad altre membra, è troppa stitichezza. Il fuggir le scene
per
tema, che le Donne non scompangano la castità (a
moltiplicato sole. Crisostomo scrive con senno in un Sermone. « Nunc
per
Deum severitasSer. De int. Arboris ad Adam s. 1.
Nunc per Deum severitasSer. De int. Arboris ad Adam s. 1. vitam, nunc
per
Diadolum blanditia mortem intentat. » Cioè. Ora I
vitam, nunc per Diadolum blanditia mortem intentat. » Cioè. Ora Iddio
per
mezzo della severità dona la vita; ed il Demonio
ale, vedendo, e udendo le Donne: e tale occasione, e pericolo, almeno
per
i deboli di virtù, si trova nell’andare al Teatro
ere dal comparire. Beltrame di nuovo aggiunge. I galantuomini passano
per
i pubblici postriboli, e non si lasciano contamin
nalaccimo, se il Demonio non tenta loro, essimp tentano il Demonio; e
per
tali sensuali ogni luogo è pericoloso: dunque non
a si bene la rea natura delle persone viziose. Chi non ha altri occhi
per
vedere, che di vetro rosso, ogni oggetto gli semb
postriboli, non vede oscenità, e così non si contamina; e se vi passa
per
buon fine, e a caso vede qualche oggetto osceno,
, che stva sulla finestra, contrasse fuoco tanto infiammante, che poi
per
molto tempo ne restò bruciato miseramente; onde l
sospirava con grande dolore. Che poi i Lussuriosi abbiano ogni luogo
per
pericoloso, credo, che sia vero; come ancora cred
sinora praticata circa la comparsa delle Comiche non è buona ragione
per
non levarla dal Teatro ? Brevemente, e presto
ere nati, subito si sono levati: l’iniquità ancora ha la sua stagione
per
maturarsi, onde alla fine con il tempo si matura,
è sempre stata tollerata. Ed io spero, che di nuovo si leverà affatto
per
comando irrevocabile dei Signori Superiori, se da
leranza: e se tollera talora un male pernicioso, e universale, ciò fa
per
qualche buona ragione: per atto d’esempio, toller
a un male pernicioso, e universale, ciò fa per qualche buona ragione:
per
atto d’esempio, tollera un male minore per sfuggi
per qualche buona ragione: per atto d’esempio, tollera un male minore
per
sfuggire un maggiore; ma se questo maggiore egli
gricoltore diligente, che sbarba dalle radici loro le piante infette,
per
convertire la boscaglia in bel giardino, e l’inco
e lecita ? Qesta difficoltà nomardi puòmr la difficoltà Teologale;
per
cagione di cui sento ad argomentarmi contro di qu
delle Comiche in Scena, e parlanti d’amore: massimamente che si vede
per
esperienza, che i Comici, recitando in presenza d
elle Scene impure, e lascive, che delle modeste, e vitruose: ed essi,
per
piacere, e guadagnare, convertono la moderazione
roni risce ridicola, e piace: perché i Comici s’ingegnano, e faticano
per
farla tale. Ove nelle altre Commedie oscene non c
za: l’esempio di un tal’uomo, troppo appassionato, non deve allegarsi
per
autenticare, ed onestare una cosa illecita: ed al
». Qella congiuntura di male, quasi disperato, serve ai servi di Dio
per
eccitare nei loro cuori un grande affetto di comp
igere, ut bene ageret. » Non volle aprire il cuore dell’intelligenza,
per
non aprire la mano all’operazione. Quel non voler
e scritture composte, non scusa dal peccato mortale; perché almeno è,
per
non dire cosa di maggior vantaggio, una molto gra
nza affettata, grassa, e supina; e però non serve di diamantino scudo
per
bastevole difesa contro il colpo di colpa grave a
t nisi fuerit crassa, et supina: ut cum quis ex negligentia lata, seu
per
quam, aut nullam, aut fere nullam ad sciendum adh
upina; come quando uno, perché nessuna, o quasi nessuna diligenza usa
per
sapere, non sa, mercè alla sua gran negligenza, q
cose, che tiene avanti, né fa ciò, che da altri è saputo comunemente
per
tutto. Ora quando si trovano Superiori involti ne
et virtutis, blandiri, et aures scalpere malverint, nullum incommodum
per
huismodi homines in Respublicam non importabitur.
liciter » di positiva licenza, o di tacita tolleranza, e permissione
per
ogni tempo dell’anno, e senza riguardo di schifar
scolastico Teologale. Il parere comune dei dotti è buona tramonatana
per
navigare felicemente nell’Oceanodella sapienza; e
ito Decimo terzo A che cosa è obbligato il confessore del Superiore
per
rispetto della comparsa delle comiche nel pubblic
care ragionevole disgusto al penitente. Credo, che egli si prefiggerà
per
scopo di prudenza il generare nell’animo del Prin
e ai Principi, come vive Arche diconsumatissima Sapienza. Dunque io
per
rispondere, ricorderò solo quel poco, che i Confe
on la salute eterna del suo Principe, e dei popolo a lui soggetti. Ma
per
discorrere partitamente di questo officio, dico,
l suo penitente, se non lo vede essere veramente penitente: perché se
per
sorte non vuole lasciare quella cosa, che lo tien
sa quei peccati follio, che appartengono a lui, come ad uomo privato;
per
esempio i peccati digola, di lussuria, d’invidia,
lico, e come Principe. perché non mancano Principi nel Mondo, i quali
per
quello, che tocca alla propria persona, sono piis
grande, se non è seriamente apparecchiato a soddisfare, non solo Dio
per
mezzo degli imposti digiuni, elemosine, orazioni,
pi diano molte cose ai Sudditi i quali non ardiscono di esigere forse
per
non incorrere nell’ira del Principe. Ed in questo
se ciò avvenisse, vedendosi libero da un peso tanto pericoloso. Ma se
per
avventura il Confessore vedesse, che egli perde l
suo qulle cose, che sono necesarie alla salute; né che sia ritardato
per
rispetto di timore, o di penitenza. Ancora pare n
secondo de’ 2 da me proposti, Giovsnni de Lugo, ciò, che egli scrive
per
acconcio della presente materia. Quest’uomo di gr
moralissimo sopra modo accreditato trai Dotti, e massimamente in Roma
per
lunga, e pubblica lettura di Teologia nel Collegi
incipi, dei Govenratori, e di simili, quando vedono, ovvero sanno che
per
verità non soddisfano al debito loro intorno all’
nte di rado acvviene, che quell’ignoranza non apporti con sé scandalo
per
i sudditi, i quali facilemente stimano lecite que
che però ambedue cadranno nella fossa eterna, facendosi un ciecoguida
per
un altro cieco. Se dunque il Confessore teme, las
. » Ora prego io tutti i Padri Confessori dei Superiori grandi a fare
per
loro bontà un poco di riflessione con me su quell
e gli eccessi di lei: onde è cosa facile, che egli non abbia notizia,
per
giudicarla veramente illecita; e però, se non la
ato Teologo n. 27. cioè, perché il Confessore, o è spirituale Pastore
per
l’officio, o allora almeno tiene il luogo del pro
ore per l’officio, o allora almeno tiene il luogo del proprio Pastore
per
delegazione fattagli da lui. Ed ad Pastore s’appa
ad Pastore s’appartiene l’ammaestrare i sudditi nelle cose necessarie
per
l’osservanza della divina Legge. Dico 3. Tale ign
diti; perché si muovono dall’esempio del Superiore a giudicare lecito
per
se stessi, benché siano deboli di spirito, il god
colo della Commedia di Donna parlante oscenamente d’amore nel Teatro,
per
la quale commettono molti peccati. E però il conf
ioè la rovina di molte anime virtuose, e che perdono la divina grazia
per
quella comparsa: al qua danno deve rimediare il C
i le consideri diligentemente, e giudichi, se sono sufficienti, o no,
per
la tolleranza; ed egli può far tal giudizio con l
a parlante oscenamente d’amore, e che l’avviso del confessore gli sia
per
essere dannoso, o cagionativo di scandalo negli a
si può dissimulare l’avviso del Confessore; perché a questo è tenuto
per
l’officio, per la carità, e per le regole comuni
lare l’avviso del Confessore; perché a questo è tenuto per l’officio,
per
la carità, e per le regole comuni date dai Teolog
Confessore; perché a questo è tenuto per l’officio, per la carità, e
per
le regole comuni date dai Teologi in simili circo
telligant; nullo verò modo peccantis personam acerbiore reprehensione
per
stringere. Quod mihi mirum, quantum sapienter pra
luminato; se nel mirare la luce della sua dottrina io vedevo corto, o
per
barlume. Gli scrissi, e scrivendo presentai il tu
mente dell’Autore (come non credo, che sia) condannare universalmente
per
peccato mortale ogni comparsa di Donna in palco;
re il caso; ma ogni volta, che « verba, motus, salus, et c. apta sunt
per
se ad generandas cogitationes turpes, delectation
la chiara sentenza di questo moderno, e celebre Teologo, e provvedere
per
tempo, come può, e come deve ai gravi disordini c
he mancano nella virtù, mercè che non sono valorose, e Forti Amazzoni
per
il combattimento necessario alla difesa della Cri
parsa delle Comiche la leva dal Teatro. L’Umiltà è buona Cameriera
per
introdurre nei Gabinetti dei Principi le nostre s
di Gesù, astenendosi di parlar dal pergamomz contro i Comici osceni,
per
non dare ombra, benché minima, di censurare i Sup
on ragioni, parte di convenienza, e parte di necessità; e la presentò
per
mezzo del suo P. Provinciale con forma di Supplic
banco della piazza, né di comparire nelle pubbliche scene del Teatro
per
le infrascritte ragioni. 1.perché il dar licenza
n la licenza il Superiore. 5. perché occorre spesso, che uno incontra
per
caso in piazza, o trova in Chiesa una Donna, non
Chiesa, ma alla radunanza del banco; si fermano a mirare, e rimirare
per
molto tempo, e son di pochissimo spirito ? Certo
hil sani neque audiunt, neq: vident, qui undique obsidionem patiuntun
per
aures, per oculos, possent superare concupiscenti
que audiunt, neq: vident, qui undique obsidionem patiuntun per aures,
per
oculos, possent superare concupiscentiam. » Criso
sere solita desiderarla. Quella, che compare in banco, o in scena, sa
per
esperienza, che sarà desiderata almeno da alcuni
che sarà desiderata almeno da alcuni di pochissimo spirito, ai quali
per
piacere, si adorna; e se è brutta per natura, si
di pochissimo spirito, ai quali per piacere, si adorna; e se è brutta
per
natura, si acconcia con arte: né per salire in ba
iacere, si adorna; e se è brutta per natura, si acconcia con arte: né
per
salire in banco, o par comparire in scena, ha alt
si faccia buon guadagno dai Commedianti. Ma questa cagione non basta
per
coonestare la sua pubblica comparsa, e i suoi van
onestare la sua pubblica comparsa, e i suoi vani ornamenti scandalosi
per
molte anime. E a questo concorre con la licenza i
aspectu; etiamsi cum iaculo permittatur abire sine opere, tamen ipsa
per
se perit ». E a questo concorre con la licenza il
Crisostomo in c. 7. Ep. ad Rom. S. Paolo non permette, che la Donna,
per
savia, e spirituale che sia, insegnio in pubblico
azze sui banchi, o nei Teatri sopra le scene ? Il Demonio la piglierà
per
strumento da uccidere molte anime, scrive un Dott
le Donne in banco, o in scena con il Buffone, o con altri frappongono
per
ordinario parole, o gesti osceni: ovvero altri le
conto nessuno lecitamente permettere. E dopo averlo provato, aggiunge
per
i Principi. Sappiamo, che saranno da Dio severame
, o di fatti brutti, che di loro natura siano peccati mortali; e tali
per
ordinario non mancano nelle Commedie: perché sebb
con l’impurità. Quindi saggiamente la Signoria di Genova l’anno 1584.
per
pubblico decreto vietò le Commedie: e i Comici, d
n le parole di un zelante Dottore supplicante in questo modo. « Omnes
per
Dominum obtestor, ut vel in concionibus, vel in s
ios Senatores, Pretoresque Civitatum; nec tantum admoneant, sed etiam
per
Iesum Christum obtestentur, ut in istos morum chr
angerò con dolore la rovina di molte anime; e supplicherò il Sugnore,
per
essere sentito, ed esaudito in altro tempo. Il be
ersonaggi, che concedono la comparsa di Donne in Commedia, non basta,
per
giustificare il comparire delle Comiche mercenari
a beltà mirabile, parte con la grazia indicibile, facendosi divulgare
per
la più eccellente Commediante di nostra età. Non
a, che con si puliti discorsi, e con si bella grazia, piangendo un dì
per
Adriano, lasciò in un mare di pene l’affannato cu
ri. Renderebbe la Commedia ridicolosa, ma non già oscena, né illecita
per
ragione di oscenità: perché la modesta comparsa d
er ragione di oscenità: perché la modesta comparsa di Donna ridicola,
per
far ridere, non è cosa oscena; benché possa esser
cola, per far ridere, non è cosa oscena; benché possa essere illecita
per
altra ragione: come sarebbe, se ne venisse scanda
venisse scandalo a deboli di spirito; né vi fosse cagione sufficiente
per
giustificarla. E tale scandalo viene dalla Compar
aralnti d’amore, anche senza oscene parole: né vi è cagione bastevole
per
la giustificazione: come ho provato altrove. Aggi
ione: come ho provato altrove. Aggiungo. Il Galluzzi non dichiara, se
per
Vecchierelle, Ancelle, e Nutrici intende vere Don
Antichi facevano comparire le persone Attrici in sembianze femminili,
per
muovere ad un riso modesto senza nessuna oscenita
nza nessuna oscenita. né è cosa nuova, che un uomo si vesta da Donna,
per
rappresentarla; poichè, come ho detto secondo il
da gesti lascivi, né da parole brutte, e scandalose. E questo basti,
per
mostrare, che l’autorità dell’Erudito Galluzzi, n
i, per mostrare, che l’autorità dell’Erudito Galluzzi, non è batteria
per
mia offesa; ma è piuttosto muro per difesa: né eg
’Erudito Galluzzi, non è batteria per mia offesa; ma è piuttosto muro
per
difesa: né egli con la sua Dottrina favorisce pun
o il sentimento di lui medesimo. Ne stetti prima alquanto dubbioso, e
per
chiarirmene mandai alla sua censura il mio Quesit
dai alla sua censura il mio Quesito: e ne ricevei la seguente lettera
per
risposta. Molto Reverendo in Cristo Padre. La
cazione particolare a detta scrittura; come mi domanda: ma posso solo
per
ora con questa affermarle generalmente, che io no
preta le mie parole. Io mi ritengo intento il foglio del suo Quesito,
per
potervi dare soddisfazione, quando avrò schiodato
ddisfazione, quando avrò schiodato, e mi vedrò libero delle mani. Ove
per
fine affettuosamente la riverisco, e mi raccomand
ordinaria Politica, si possa poi giudicare dai Sacri Teologi, nocivo
per
qualche rispetto alle anime, e peccaminoso. Prete
una persona iniqua, e scellerata offende Iddio peccando, e non vorrà
per
quello lodare l’offesa, né il peccato; e saprà mo
to; e saprà molto bene, che quella, come peccatrice, merita vituperio
per
la colpa dell’opera, ove come operatrice conquist
vituperio per la colpa dell’opera, ove come operatrice conquista lode
per
l’artificio dell’Arte. Ora supposto per vero ques
ome operatrice conquista lode per l’artificio dell’Arte. Ora supposto
per
vero questo piccolo preambolo di dire, io rispond
ste senza gesti sconvenevoli, e senza parole do postribolo; e facendo
per
eccellenza la parte loro, acquistando gran lode d
però di artificio, cercasse di giungere all’illecita fornicazione. Ma
per
dichiarare meglio, e più distintamente il senso,
recitanti di professione, non furono comunemente in onore; ma tenuti
per
vili presso tutti, e cacciati molte volte da Roma
con scandalo degli spettatori deboli di virtù. Si loda anche talvolta
per
l’Arte, chi merita stare nell’Inferno per la colp
rtù. Si loda anche talvolta per l’Arte, chi merita stare nell’Inferno
per
la colpa. Dico 4. Egli dipinge con i colori della
entenzio bene, mi rimetto al giudizio del benigno, e prudente Lettore
per
la sentenza. L’altra donna è chiamata dal Garzoni
le potenti lusinghe di una persona tutta ben composta, e tutta fatta,
per
essere un’esca attrattiva degli umani affetti. In
sa femminile di Comica artificiosa, se non è svergognatamente oscena,
per
certo è perniciosamente rovinosa amolti deboli de
rfezione: e una bevanda avvelenata, ma dolcemente zuccherata: consola
per
alquanto l’occhio impudico; ma lascia il cuore fe
consola per alquanto l’occhio impudico; ma lascia il cuore ferito, e
per
sempre sconsolato; il diletto della sua compiacen
incipalissimi Superiori dello stato Ecclesiastico sanno molto bene, e
per
esperienza, o per certissima relazione, che i Com
riori dello stato Ecclesiastico sanno molto bene, e per esperienza, o
per
certissima relazione, che i Commedianti, e i Ciar
he i Commedianti, e i Ciarlatani vanno con le loro Femminelle attorno
per
tale stato; e fanno le solite Commedie con i disc
elle Donne in scena, o in banco. Dunque è segno, che si poò tollerare
per
qualche ragione. E di vero è troppo grande irreve
., come dice Suarez, « non indicat sufficienter consencum; quia multa
per
patientiam tolerantur, que non approbantur, iuxta
in argomento, e concetto estrinseco. Ed io discorro in questa materia
per
« conceptum intrinsecum, et secundum rei naturam
teria per « conceptum intrinsecum, et secundum rei naturam precise »,
per
concetto intrinseco, e secondo la natura della co
. Le Aquile grandi spiegano i vanninm loro sopra gli amati figliuoli,
per
essere celebrate, non censurate. Dico 2. I princi
nza, o permettere, che uno salisse in banco a fare le solite zannate,
per
vendere meglio i suoi segreti, e sempre stretto f
n Roma. E o piacesse alla divina maestà, che la moderazione, la quale
per
ordinario si vede in quella Città santa circa le
; ovvero si permetterebbe, l’abuso di qualche oscena Commedia in Roma
per
qualche buona ragione; o almeno che paresse nel t
dire qualche male maggiore, tale permissione non dovrebbe allegargli,
per
dare nelle città cristiane positiva licenza; e pe
vrebbe allegargli, per dare nelle città cristiane positiva licenza; e
per
ammettere senza ragione in altra parte dell’anno
8. Par. 6. Aris. Cioè. Gli antichi trovarono vari diletti della scena
per
ricreare l’animo travagliato, e non già per riemp
vari diletti della scena per ricreare l’animo travagliato, e non già
per
riempirlo di vizi, e di peccati. Dico 3. I princi
vizi, e di peccati. Dico 3. I principalissimi Superiori costituiscono
per
lo stato Ecclesiastico personaggi approvati, e pe
iori costituiscono per lo stato Ecclesiastico personaggi approvati, e
per
la Dottrina, e per lo zelo giudicati sufficientis
per lo stato Ecclesiastico personaggi approvati, e per la Dottrina, e
per
lo zelo giudicati sufficientissimi al governo: on
argomento estrinseco; m deve penetrare ben dentro le mura della cosa,
per
poter fondatamente pronunciare intorno alla sua m
a ? Nell’una, e nell’altra sono persone dotte, zelanti, e virtuose: e
per
tutto si ode quella circolare risposta, degna più
i , ai quali tocca la regola più della pratica, che della speculativa
per
una parte, e per l’altra non vi è alcuna probabil
a la regola più della pratica, che della speculativa per una parte, e
per
l’altra non vi è alcuna probabile opinione per gi
ativa per una parte, e per l’altra non vi è alcuna probabile opinione
per
giustificare questo grande abuso dell’oscenità te
ione per giustificare questo grande abuso dell’oscenità teatrale, che
per
ogni banda corre con tanta libertà, ed impurità.
ed impurità. Dice saggiamente il grave, e moderno Teologo Ribadaniera
per
acconcionn di tale abuso, dicendo. Perché nelle c
rnatori delle Repubbliche, i quali alle volte permettono alcuni mali,
per
schifarne altri maggiori; e anche per non sapere
e volte permettono alcuni mali, per schifarne altri maggiori; e anche
per
non sapere tanto in particolare tutti i danni, ch
rebbero subito ad un cenno, e molto più ad un espresso impero formato
per
la necessità di tanto desiderato provvedimento. I
tanto desiderato provvedimento. I difetti popolari servono da sproni
per
fare, che il Principe spinga il suo volere, quasi
rovvido Legislatore. E la colpa grave delle oscenità suona la tromba,
per
concitarsi contro lo stimato sdegno dei savi Prin
e, e con le scritture scolastiche avete fatto frutto nel nostro Regno
per
divina grazia contro l’abuso della comparsa femmi
lla disonestà. E questo eccitamento e le può fare in molti modi. 1. O
per
natura sua, essendo tale, cioè eccitativa efficac
sua, essendo tale, cioè eccitativa efficacemente alla disonestà. 2. O
per
accidente, essendo udita da persone deboli di spi
Il tentativo di giovare al bisogno degli altri è fonte di molti beni
per
giovare a se: onde si può consolare non poco in s
no. Pag. 11. Condannano alcune Commedie moderne. Pag. 64. Sono osceni
per
ordinario. Pag. 264. Hanno bisogno di buon guadag
illecita secondo gli antichi Dottori. Pag. 74. E moderni. Pag. 76. E
per
quale ragione. Pag. 79. L’oscena non è permissibi
stinzione de i buoni dai rei. Pag. 19. Decio Liberio recitò in Teatro
per
forza. Pag. 45. Demoni sono promotori di vari viz
olo comparendo in pubblico alletta al male. Pag. 88, 95. Una si dannò
per
gli ornamenti vani. Pag. 103. È detta Anatra. Pag
pare ornata in molti luoghi lecitamente. Pag. 180. Come possa ornarsi
per
il Teatro. Pag. 217. E quando pecchi per cattivo
Pag. 180. Come possa ornarsi per il Teatro. Pag. 217. E quando pecchi
per
cattivo fine. Pag. 217, 218. Si custodisce diffic
ovina. Pag. 227. Non si vesta da uomo. Pag. 161. Se può vestirsi così
per
saltare. Pag. 164. Non pecca mutando la veste fem
intenzione gravemente viziosa. Pag. 167. Non pecca vestendosi da uomo
per
saltare in presenza di persone forti di spirito.
e in presenza di persone forti di spirito. Pag. 167. Pecca vestendosi
per
saltar in pubblico Teatro. Pag. 168. Alcune Donne
rtali fanno oscena la Commedia. Pag. 34, 35. Ferdinando II Imperatore
per
un atto brutto impedì il recitamento di una Comme
re in scena. Pag. 222. Si fanno acconciare in casa. Pag. 193. Un uomo
per
acconciare i capi dei Giovanetti vestiti da donna
dedito alla Commedia profana quale sia. Pag. 41. Lascivo spende assai
per
la donna Comica. Pag. 123, 129. M Magodo er
Il Marito non può sempre custodire la Moglie Comica. Pag. 109, 123. E
per
lei patisce assai. Pag. 110, 111. Un tristonu si
g. 131, 132, 138, 139. Scuse di chi non lo custodisce. Pag. 134. Miro
per
solo gusto. Pag. 134, 135. Miro senza consenso 13
i siano mortali di loro natura. Pag. 23. Alle volte diventano mortali
per
accidente, non essendo tali di loro natura. Pag.
ondo, Detto La solutione de' nodi Per sciogliere molte difficoltà, e
per
risolvere molti Casi di coscienza intorno alle Co
risolvere molti Casi di coscienza intorno alle Commedie poco modeste;
per
mostrare, che non è mai lecita la loro Permission
ermissione, secondo la dottrina di San Tommaso, e d’altri Theologi, e
per
sicurezza de’ buoni Cristiani. opera Di un Teol
tua felicità, il bellissimo Oggetto, che ti rende felicissimo: e noi
per
«speculum, et in ænigmate » veggiamoa tra il chia
orecchio alla nostra supplicante Invocazione ; accioché, come già tu
per
efficace, e subito favore della Divina Virtù ti t
vera Religione de’ Cristiani ; così tutti noi ci mutiamo ; e tutti
per
mezzo tuo impetriamo una scintilla del celeste fu
le difficoltà prese dalle Azioni. 5 Punto primo. Se le azioni Oscene,
per
essere Giochi, siano tollerabili 7. Nota Unica.
à che si permettono altre cose simili. 12 P. 3. Se l’Uso antico basta
per
tollerare queste Oscenità. 15 Nota Unica. Si cont
. 32. Seconda. 32. Terza. 34. P. 9. Se le correnti Commedie Italiane,
per
essere simili alle spagnole, siano lecite. 36 P.
Italiane, per essere simili alle spagnole, siano lecite. 36 P. 10. Se
per
la tolleranza delle Commedie Oscene, basta, che s
, basta, che siano da tutto il Mondo abbracciate. 41 P. 11. Se basta,
per
rendere lecita l’Oscena Rappresentazione, il sape
perché si permettano le Commedie oscene. 81 P. 4. Se è buona Ragione,
per
tollerare le Commedie Oscene, il dire, che le Cit
i si avvilirebbero senza le Commedie Oscene, recherebbe buona Ragione
per
tollelarle. 89 P. 4. Se è buona Ragione, per toll
recherebbe buona Ragione per tollelarle. 89 P. 4. Se è buona Ragione,
per
tollerare le commedie Oscene, il dire, che le Cit
vvilirebbero senza le Commedie Oscene. P. 6.Se sarebbe buona Ragione,
per
tollerare le Commedie Oscene in una Città, il dir
. 7. Se l’essere invitato ad andar alla Commedia Oscena, sia Ragione,
per
andarvi lecitamente. 93. P. 8. Se l’andare alle C
per andarvi lecitamente. 93. P. 8. Se l’andare alle Commedie Oscene,
per
impedire, che non succeda inconveniente, sia buon
i già sono in punto di farla, o l’hanno cominciata, sia buona Ragione
per
non peccare, andandovi. 103. P. 12. Si continua l
inua la Risposta al Dubbio. 108. P. 13. Se si può credere. A chi dice
per
giustificarsi. Io non so, se le correnti Commedie
Oscenità si trova in altri luoghi. 111. P. 15. Se il dire. Io non vo
per
far peccato, né per mal fine alle Commedie Oscene
n altri luoghi. 111. P. 15. Se il dire. Io non vo per far peccato, né
per
mal fine alle Commedie Oscene; e pochi vi vanno c
mal fine alle Commedie Oscene; e pochi vi vanno con tal’animo, basti,
per
andarvi lecitamente. 113. P. 16. Se si giustifica
quelle va alla Commedia Oscena. 120. P. 19. Se l’andare alle Commedie
per
un poco di ricreazione, e per sollievo della sua
. 120. P. 19. Se l’andare alle Commedie per un poco di ricreazione, e
per
sollievo della sua malinconia, sia lecito. 126. P
uesta materia. 130. P. 21. Se è buona la Ragione di chi dice. Io vado
per
passatempo, e per ridere un poco; e so, che non a
. P. 21. Se è buona la Ragione di chi dice. Io vado per passatempo, e
per
ridere un poco; e so, che non acconsento al pecca
ette le Commedie Oscene, perché il popolo ne gusta, sia buona Ragione
per
tollerarle. 188. P. 4. Se le Commedie Oscene non
ene. 194. P. 6. Se i Superiori cavando dalla Commedia Oscena guadagno
per
qualche Opera pia, possono lecitamente permettere
sceni. 220. P. 7. Di quello, che si può rispondere a chi dice. Alcuni
per
Interesse parlano contro i Comici Osceni. 224. P.
i s’espongono le sentenze de’ Teologi anche le più benigne, ma sicure
per
le coscienze de’ virtuosi Fedeli. Il Primo Libro,
uscepit, pænintibus indulsit. » de inter. Domo. C. 9. Il Sig. Iddio
per
sua infinita misericordia operi efficacemente, ch
dera, così ha sperato, e spera, che ora, o almeno in altro tempo, sia
per
seguire con non poca utilità dei Cristianesimo. C
ogni luogo. Indice delle materie. A L’Abate Thalleleo pianse
per
60 anni. pag. 148. Accademiche Commedie fatte con
e da’ Giovani si riprendono. 54 Accademici vanno alle Commedie oscene
per
imperare da Comici osceni 84. poco possono impara
e 192. 193. Aristofane perché fu bandito 210. Arte sufficiente ad uno
per
vivere lo ritenga da far il Comico osceno 155. 15
hi di cooperazione andando alla Commedia oscena cominciata, o che sta
per
cominciare 104. due sentenze probabili 109. Pare
11. Va con fine di peccato implicite all’oscena 114. Alle volte vi va
per
mal fine 114. 115. I vizioso cagiona il peccato 1
oscene 123. Auditori imparano il male dalle oscene 83. Pochi vi vanno
per
imparare 87. Se tutti pecchino 106. 107. Non gli
7. Non gli ultimi 108. B Ballarini della notte di Carnevale uccisi
per
la caduta di un solaro 249. S. Basilio di che co
Le fatte da’ Giovani cittadini oscene si riprendono 53. Alcune fatte
per
rigiri 55. Le mercenarie perché biasimansi più, c
te quasi da tutto il Mondo 41. Non vero 42. 43. La Mercenaria diletta
per
più ragioni 44. Da poca spesa 49. Piace troppo ad
ne Spagnuole fatte in Città d’Italia erano oscene 40. L’oscena si ode
per
imparar il bene 81. 82. La Modesta è rimedio cont
o 150. Non è un male minore 158. 159. L’oscene sono fuggite da alcuni
per
le ragioni lette ne’ Libri 217. 218. Perché si bi
ar dalla Commedia oscena, che deve fare 165. 168. 169. tutti faticano
per
dilettare 46. Recitano al vivo 46. Gli osceni non
ivere 155. Sono Buffoni, non Comici 158. Non sono scusati dal peccato
per
la tolleranza de’ Superiori, o Principi 186. Semp
ro Commedie oscene 229. Ma confusi partirono 230. Usano mezzo cattivo
per
buon fine 232. Fanno qualche Commedia modesta 213
dano. Se si fa loro la correzione 256. Compagnia di Comici alle volte
per
necessità piglia un osceno 256. Compagno aver nel
. Con che mezzi si può fare a’ Comici osceni 256. Cosimo Medici giocò
per
ricreazione 3. Cratone vituperava gli spettacoli
7. 241. Concepisce un figlio simile al Demonio 244. Una in Purgatorio
per
udir una canzone 248. Levar le Donne dal Teatro s
are Adamo pensando consolarsene 102. Euripide fu chiamato in giudizio
per
un verso 29. F S. Fabio Albergati come approvi l
ballarina portata all’Inferno, e arrostita 249. Favole furono trovate
per
insegnare il bene 57. Devono contenere due cose 5
Fede buona non sempre scusa 120. 121. Figliuolo riaccettato dal Padre
per
cagione di una Commedia 234. Filippo 2. Re di Spa
di Spagna proibì le commedie 37. Poi come le concesse 38. Fini vari,
per
li quali si va alla Commedia 113. Fine buono non
V Re di Sicilia 143. Giocatore convertito alla Commedia 84. 85. Gioco
per
ricreazione è lecito 2. Usato dagli antichi 2. 2.
to alla restituzione, e quando sia 107. Grazia di Dio vi vuole grande
per
liberare un Comico osceno da quella vita 153. Gua
dalla Commedia oscena è grosso 48. 49. Causato dalla Commedia oscena
per
dar a luogo pio, non è lecito 198. 200. 201. Il C
ettere le Commedie oscene 189. Molti non l’hanno 189. H Hercole giocò
per
ricreazione 2. S. Hermanno non leggeva le Favole
anno non leggeva le Favole de’ Poeti volentieri, e ammoniva i Maestri
per
rispetto de’ falsi Dei 173. Hipocrita è nome pres
l suono dell’hore eccitava uno a fruttuosa riflessione 149. Hospedali
per
li Comici vecchi 167. Huomo ben composto mira la
Confessione, o impuri si leggano con cautela 63. Libri lascivi letti
per
la buona latinità si biasimano 172. 173. 175. Buo
. Come non nuoca proposta nelle Azioni 25. 26. 27. È usata da’ Comici
per
piacere agli Ignoranti, e per più guadagnare 156.
e Azioni 25. 26. 27. È usata da’ Comici per piacere agli Ignoranti, e
per
più guadagnare 156. 157. e per esser tacciato di
’ Comici per piacere agli Ignoranti, e per più guadagnare 156. 157. e
per
esser tacciato di freddezza 157. Ozio è rimediato
cena 25. Pudiche non spieghino cose impudiche 26. Parto spaventoso, e
per
cui morì la Madre 244. Pazzo, che stimava di star
farei, se non andassi alla Commedia oscena 116. Pericolo di peccato è
per
tutto 112. Permissione del male quando è lecita 1
128. 130. 133. Sia moderato 129. 132. Onesto 130. Il molto non basta
per
andare alla Commedia oscena lecitamente 51. Pitto
asta per andare alla Commedia oscena lecitamente 51. Pittore fa paesi
per
riempire i vacui dell’Opera 127. Non fa cose inde
e fa paesi per riempire i vacui dell’Opera 127. Non fa cose indecenti
per
piacer agli Ignoranti 156. Pitture oscene se si p
die oscene 226. Né fanno ingiustizia 227. 228. Uno invece di disdirsi
per
avere predicato contro le Commedia oscene più le
4. 146. Un nobilissimo morì malamente 253. Purgatorio a due Religiosi
per
la perdita del tempo 219. R Radunanza d’Uomini, e
anza d’Uomini, e Donne alle Commedie cagiona peccati 53. 54. Ragioni,
per
le quali si riprendono i Comici osceni e le loro
morti all’improvviso in Scena 215. Recitante portato via dal Diavolo
per
burlar la Messa 244. Richeliù. Vedi Cardinale. Ri
ione di stupire 226. Né d’ingiustizia 227. 228. Scrittura sacra usata
per
gioco è grave errore 10. Condanna le Commedie osc
mirar Donne, e udirle liberamente 238. 239. Servitore che deve fare,
per
non accompagnare, o accompagnando il Padrone alla
gna ha molti Comici 36. Stima le Commedie 42. Spagnuoli Comici lodati
per
recitar modestamente 39. Socrate piccato da’ Comi
ll’Inferno rappresentato 250. Spettatore. Vedi Auditore. Va al Teatro
per
diletto, non per utile 185. Statue oscene se si p
sentato 250. Spettatore. Vedi Auditore. Va al Teatro per diletto, non
per
utile 185. Statue oscene se si permettono, o no 7
citare 193. Non permetta le oscene 196. 197. Siio giusto 197. T Tempo
per
passarlo non scusa bene lo Spettatore della Comme
mmedia oscena 134. 135. 147. Se ne deve render conto 147. 148. È dato
per
cavarne bene 148. Perso fu cagione di grave Purga
148. Perso fu cagione di grave Purgatorio 219. Thalleleo Abate pianse
per
60. Anni 148. Teatro scuola di male 66. 84. Luogo
MODERAZIONE DEL TEATRO Libro secondo Detto la Soluzione de’ Nodi,
per
sciogliere molte difficoltà, e per risolvere molt
do Detto la Soluzione de’ Nodi, per sciogliere molte difficoltà, e
per
risolvere molti casi di coscienza intorno alla le
medie oscene, secondo la dottrina di S. Tommaso, e d’altri Teologi, e
per
sicurezza de’ buoni Cristiani. Opera Di un Teolog
, che come dice il Filosofo, si ha nella conversazione di questa vita
per
mezzo della quiete, e del gioco; onde bisogna tal
r mezzo della quiete, e del gioco; onde bisogna tal volta, servirsene
per
ristoro. Segue la dottrina di S. Tommaso quell’al
poté ritenere di non scherzare, e dar fuori il libretto de Divinitate
per
fungos parta : perché alle volte è necessario sec
travagli terreni, ha bisogno di qualche diletto; né lo deve fuggire,
per
non parere rustico, e selvaggio. « Si quis vellet
edio comparat exitium l. meditat. C. 26. » : si serve della medicina
per
aggravare il morbo, e per morire. « Inde acquirit
meditat. C. 26. » : si serve della medicina per aggravare il morbo, e
per
morire. « Inde acquirit mortem, scrive S. Agostin
elo, e non mondana ambizione muovi la penna di questi tali a scrivere
per
lo appunto quanto comprendono, esser necessario i
di rappresentare, hanno poscia mostrato, come si possa, e debba fare,
per
non incorrere recitando in qualche errore: e a fi
e, ma vivere dell’esercizio della Commedia. Ora io ricordo, e replico
per
me, e per ogni altro, che noi, imitando i Santi,
re dell’esercizio della Commedia. Ora io ricordo, e replico per me, e
per
ogni altro, che noi, imitando i Santi, e i sacri
mercenarie, e consuete Commedie, e Azioni del nostro tempo, le quali
per
l’ordinario sono oscene; e nondimeno trovano prot
con S. Cirillo. « Cum autem multæ sint ciuscemodi contradctiones, age
per
Dei gratiam singulas dissolvemus. » Catech. 12. p
zioni brutte; ma le difendono, le proteggono pubblicamente, e tengono
per
bene, che siano tollerate? Eppur è vero. « Non de
e’ vizi, e che dicessero, potersi esercitare, e vedere gli spettacoli
per
onesta ricreazione; e che era tanto indebolito il
acciocché non paiano penetranti saette, rintuzzandole gagliardamente
per
via di risposte, che si possono dare a vari Dubbi
mmedia oscena è quella, la quale notabilmente, e efficacemente eccita
per
ordinario alla disonestà. E questo eccitamento el
lla disonestà. E questo eccitamento ella può fare in molti modi. 1. o
per
natura sua, essendo tale, cioè eccitativa efficac
sua, essendo tale, cioè eccitativa efficacemente alla disonestà. 2. o
per
accidente, essendo udita da persone deboli di spi
ne conosce alcuni in particolare. Punto primo. Se le Azioni oscene,
per
essere giochi, siano tollerabili. Tullio saviame
onar scintille e ardere di pietà negli animi degli Spettatori. E tali
per
verità non sono i giochi degli osceni Recitanti.
Recitanti. Il Comico Cecchino scrive. « Chi ha intelletto abbastanza
per
capire, ha anco ingegno a sufficienza per saper c
hi ha intelletto abbastanza per capire, ha anco ingegno a sufficienza
per
saper che sono scherzi, e non leggi. » E poteva a
cienza per saper che sono scherzi, e non leggi. » E poteva aggiungere
per
le Commedie il detto usato da Ausonio per i libri
eggi. » E poteva aggiungere per le Commedie il detto usato da Ausonio
per
i libri. « Cui hic ludus noster non placet ne leg
viso di Giovanni Mariana, « facilis a jocis ad seria transitus, quasi
per
risum stultus operatur scelus l. 3 de Rege, et
ne si chiamano giochi, scherzi, sollazzi, trattenimenti, e cose finte
per
burla; ma sono da senno, e con reale successo una
nte; e tali sono i mercenari Commedianti osceni; le Azioni de’ quali,
per
essere giochi, non sono tollerabili; anzi non mer
us sæpe abiere joci. Pontanus l. 1. de amore. » Bene spesso il detto
per
gioco si eseguisce con i fatti non fatti per gioc
. » Bene spesso il detto per gioco si eseguisce con i fatti non fatti
per
gioco. Io so che Platone alle cose gravi, e serie
io rispondo, che l’allegato Autore parla della Commedia onesta, usata
per
frenare i viziosi dall’iniquità, e non di quelle,
con disonesto trattenimento aggiungono esca al fuoco della libidine,
per
far maggiore l’incendio della disonestà. E però e
l principio dell’opera, che i suoi cento Giochi si sono posti in luce
per
onesto trattenimento: dunque di poco rilievo per
i sono posti in luce per onesto trattenimento: dunque di poco rilievo
per
la difesa dell’oscenità si è il dire. Le Commedie
cene sono in sostanza giochi; perché il gioco non deve essere osceno,
per
poter servire di lecita ricreazione al virtuoso.
na gli Istrioni, che usano fatti, e detti osceni; benché ciò facciano
per
puro gioco, e per fine di dar piacere ad altri pe
he usano fatti, e detti osceni; benché ciò facciano per puro gioco, e
per
fine di dar piacere ad altri per cagione del gioc
enché ciò facciano per puro gioco, e per fine di dar piacere ad altri
per
cagione del gioco, il quale si ordina « ad solati
io eius imitatio. Ho. 6. in. 2. Matt. » Vuol dire in breve. Non vale
per
scusa l’opporre, che sono giochi; perché l’imitaz
l’imitazione di lui, e la Rappresentazione fatta nella pubblica scena
per
dilettare con il gioco del teatro. Né alcuno, usi
pubblica scena per dilettare con il gioco del teatro. Né alcuno, usi
per
l’auditore il detto usato da Ausonio a difesa del
Greci Eutrapelia, modera la troppa serietà, e il rigore dell’animo, «
per
jocos et ludos », per mezzo delle burle, e de’ gi
ra la troppa serietà, e il rigore dell’animo, « per jocos et ludos »,
per
mezzo delle burle, e de’ giochi. Ma tali giochi d
luogo, e tempo; e non immoderati. Onde Aristotile all’Urbanità oppone
per
eccesso il vizio della Scurrilità, quando il gioc
Et aggiunge di più, che il gioco è « indecorus », contro il decoro, e
per
conseguenza vizioso, quando per scherzi, e per ba
è « indecorus », contro il decoro, e per conseguenza vizioso, quando
per
scherzi, e per baie si serve delle parole della D
», contro il decoro, e per conseguenza vizioso, quando per scherzi, e
per
baie si serve delle parole della Divina Scrittura
i della pianta della virtù. Onde non è tollerabile la Commedia oscena
per
ragione di essere un mero gioco; perché ella è un
ncestum, sacrilegiorum ancillam. » Cioè. Non è lecito il gioco osceno
per
la ricreazione dell’animo; perché l’animo con le
i, e de’ sacrilegi. E come dunque si possono permettere, massimamente
per
i Giovani? È pur vero, che gli stessi Giovani, e
e lo sanno i pratici, affermando di propria bocca, che non si va mai
per
ordinario alle Commedie appresso il Franc. Nel Gi
ueste Azioni dunque non sono tollerabili, né si devono chiamar giochi
per
gli uomini, ma, come ho detto giochi per i Diavol
né si devono chiamar giochi per gli uomini, ma, come ho detto giochi
per
i Diavoli; poiché da essi furono inventati, e pri
poiché da essi furono inventati, e principiati in onore degli Idoli,
per
mezzo di persone rustiche, e villane; e per guada
ati in onore degli Idoli, per mezzo di persone rustiche, e villane; e
per
guadagnare all’Inferno, e rubare al Cielo grandis
nella Città di Vicenza ha scritto: « Quegl’infami Mimi,che femminando
per
le pubbliche piazze la contagiosa messa del vizio
sozzure del vizio, che uscivano da quelle mal nate bocche, che altro
per
appunto non sono, se non infernali Cloache. Cura
rsone scrive de’ giochi degli stolti. « Asserere, aut sustinere: quod
per
longum usum, vel sub umbra iocorum, aut aliter, s
luoghi quasi levate, o almeno in gran parte moderate; e se erano già
per
tutto il Cristianesimo « Bacchanalia, vel reliqui
mœdiam silentio comparant, non usquequaque sanctam, celebritate magna
per
geniales ante Quadragesimam dies habendam. Ubi fu
i seco legati nell’eterno tormento. Conviene dunque nello stesso modo
per
la comune utilità, che i virtuosi Fedeli e i Cris
redicatori, scoprano i manifesti pericoli, a quali moltissimi corrono
per
cagione delle oscenità del banco, o della scena;
ttrina con speranza di giovamento Punto terzo. Se l’uso antico basta
per
tollerare queste oscenità. Mentre l’acqua di una
orre limpida e chiara, se ne può bere con utile, e con diletto: ma se
per
sinistro accidente s’intorbida con bruttezza, non
ono torbidamento alcuno dalle oscenità; le quali non sono tollerabili
per
l’uso antico; perché la regola de’ nostri costumi
ere, che quando tra’ Cristiani si cominciò a permettere l’Arte Comica
per
qualche tempo ad onesto sollazzo, fosse tanto mod
e virtuoso: ma poi intorbidato, e macchiato con detti, e gesti osceni
per
colpa degli immodesti Comici, è diventato intolle
ntrod. Domo c. 50., usavano onestà nel principio, quando s’introdusse
per
poca parte dell’anno l’uso loro, e così era lecit
on est usus, sed abusus ludi », scrive Caietano. E chi non confesserà
per
vero, che « consuetudo est optima legis interpres
o benché antichissima è affatto irragionevole, e intollerabile. Serve
per
acconcioae a questa verità, oltre il molto scritt
questo buon fine non si trova nel caso delle Commedie oscene, almeno
per
quanto è necessario alla cristiana moderazione. S
Cap. finali de consuetudine. Sicut enim ius divinum non potest tolli
per
legem humanam; ita neque per consuetudinem cum hæ
Sicut enim ius divinum non potest tolli per legem humanam; ita neque
per
consuetudinem cum hæc non possit habere vim major
im majorem, quam lex; jus vero naturale, cum sit solum deis, qua sunt
per
se bona, aut mala, est omnino immutabile; et ideo
nesto trattenimento. Dunque non ha valevole forza la consuetudine; o,
per
dir più vero, l’invecchiato abuso, e corruttelaag
abuso, che sia in queste oscene Rappresentazioni, si devono fuggire,
per
essere una mensa di dolci sì, ma velenose vivande
cherati. Nota unica Si continua questa materia. Molto bene discorre
per
acconcio di questo punto Don Francesco Maria del
i permettono gli impuri postriboli, e che vi vadano i lascivi: dunque
per
questo sono luoghi di purità? Noi riceviamo il pr
sto sono luoghi di purità? Noi riceviamo il precetto, e l’esortazione
per
le cose buone, ma per le cattive la permissione.
ità? Noi riceviamo il precetto, e l’esortazione per le cose buone, ma
per
le cattive la permissione. Voi confessate, si per
zioni teatrali furono ricevute dai popoli; anzi fabbricarono i Teatri
per
recitarle pomposamente: ma il Mondo era guasto, e
isposta intorno a questo antico uso. « Novitas, aut antiquitas, dice,
per
se nihil agunt, aut ad vituperationem, aut ad lau
o più antico si è, tanto maggiormente si deve abominare, e estirpare,
per
essere tanto dannoso. Battista Fragoso avvisa per
inare, e estirpare, per essere tanto dannoso. Battista Fragoso avvisa
per
acconcio di questo l’obbligo del Principe dicendo
nde, quando la permissione non si stinge « ad evitanda majora mala »,
per
evitare mali maggiori: il che non avviene nella c
del vizio, basta il lume della ragione: questa è fiaccola sufficiente
per
scoprire la mostruosa apparenza di quel viso defo
sa apparenza di quel viso deforme, e contraffatto. Non occorre dunque
per
condannar le oscenità del Teatro, ricorrere alle
ere alle divine Scritture, basta il ragionevole intendimento di uomo,
per
vedere chiaramente, che si deve abominare dal vir
ndeaj viziosamente infetto di oscena bruttezza, e iniquità. Nondimeno
per
rispondere direttamente al Punto, possiamo dire f
removeamus oculos, et ab omnibus, qua anima contaminant puritatem, et
per
sensus ingrediuntur ad mentem. » S. Agostino spi
liano ricorda, che nel battesimo si rinuncia alla pompa del Diavolo e
per
nome di pompa intende anche la Teatrale oscenità.
cap. 7. dell’Ecclesiaste, dal 14. di S. Mat. e dal 6. di S. Marco, e
per
ultimo dal cap. 16. di Giudit. Quali scritture tu
colpi tronca, e recide i capi di questa oscena, e infernale Hidra: e
per
tanto si accheti l’umano ardire, ove fa forza l’O
ono da noi riverirsi con umile ammirazione, e non stimarsi manchevoli
per
difetto di verunaal osservazione. È vero, che nel
saggiamente le ammiriamo, e santamente le riveriamo; perché ci consta
per
fede, che sono scritte per impero del sapientissi
santamente le riveriamo; perché ci consta per fede, che sono scritte
per
impero del sapientissimo Sig. Iddio, e con lo Spi
a, ma con umano spirito, o di vanissimo plauso, o di vilissimo lucro;
per
non dire con impurissima suggestione di Satanasso
, dicendo. « Qualche oscenità narrata non deroga alla sacra Scrittura
per
degnissimi rispetti; e però non si permette il le
stomaco di debole calore non reca giovamento il cibo molto difficile
per
digerirsi; né un pigmeo può lanciare un palo di f
i usa, dice egli, voci laidecap. 48. in Commedia, non ha Economia, né
per
se, né per altri, atteso che mai niunoap rimarrà
egli, voci laidecap. 48. in Commedia, non ha Economia, né per se, né
per
altri, atteso che mai niunoap rimarrà di andar al
ommedia, perché si parla troppo onesto; ma ben, molti non vi andranno
per
le parole inoneste, o per i mali usati gesti; a t
roppo onesto; ma ben, molti non vi andranno per le parole inoneste, o
per
i mali usati gesti; a tal che il recitar onesto è
neste, o per i mali usati gesti; a tal che il recitar onesto è dovuto
per
lo giusto, per lo civile, e per la ragione di sta
mali usati gesti; a tal che il recitar onesto è dovuto per lo giusto,
per
lo civile, e per la ragione di stato Commediantes
a tal che il recitar onesto è dovuto per lo giusto, per lo civile, e
per
la ragione di stato Commediantesco. Lascio il res
he aggiunge questo Comico, e rispondendo al Dubbio dico, che il modo,
per
giudizio comune, ha gran forza, nelle cose per re
bio dico, che il modo, per giudizio comune, ha gran forza, nelle cose
per
restringerle tra i confini di una lecita moderazi
ttori sono con tal modo corrette, e temperate nelle sacre Azioni, che
per
ordinario non risulta spirituale nocumento agli S
la castissima donzella a contentare il disonesto Amante: ma il tutto,
per
essere osceno, o vien significato con brevissima
amo altre risposte al Dubbio, e diciamo, che nelle Azioni sacre non è
per
ordinario probabile pericolo di scandalo; perché
o Amore. Aggiungo: i mercenari Comici, Attori di profane Azioni, sono
per
lo più di vita infame, e scandalosa, e fanno quel
oni, sono per lo più di vita infame, e scandalosa, e fanno quell’Arte
per
guadagno con mille sorti di allettamento al pecca
sero, meriterebbero senza dubbio la censura, e la correzione. E forse
per
lo pericolo d’introdurvi cose non decenti al sacr
si fanno comparire Giovanetti vestiti da donna, e conosciuti da tutti
per
maschi; né io condanno quelli, che usano la compa
e. E come dunque potrà mai essere, che una teatrale Rappresentazione,
per
altro onestissima, resti occhiata di oscenità, e
ino falsa, maxime periculosa, ac puritati valde contraria ». Non solo
per
conformarmi al decreto del P. Claudio Acquavivapa
lcuni Teologi, e anche dal P. Diana tra le sue Risoluzioni: ma di più
per
stimare verissima l’opinione contraria, la quale
is. » Aggiungo: se i toccamentias sono « omnino turpes », anche fatti
per
gioco « causa vanitatis, vel levitatis absque del
con la quale recito in Commedia, e le tocco le mani, o il viso, come
per
burla. » I tatti poi leggieri, come stringere la
me stringere la mano ad una donna, premerle il piede, e simili, fatti
per
diletto disonesto « ad captandam delectationem ve
letto disonesto « ad captandam delectationem veneream », sono mortali
per
sentenza di Caietano appresso Sanchezn. 17.. Ma r
dell’anima; onde come in un banchetto basta un solo piatto velenoso,
per
nomarlo mortifero, e abominevole: e una sola eres
tto velenoso, per nomarlo mortifero, e abominevole: e una sola eresia
per
far un libro degno di proibizione; così bastano p
r un libro degno di proibizione; così bastano poche oscenità mortali,
per
rendere illecite le teatrali ricreazioni. Aristot
. Aristotile riferisce, che Euripide fu chiamato in giudizio capitale
per
rispetto di un solo verso posto in una sua favola
è principio delicato di vita: basta a puntura di sottilissima spina,
per
far, che esali lo spirito vitale, e divenga prigi
ltra applicazione. Solo ricordo, che le mercenarie Commedie d’oggi dì
per
ordinario non sono macchiate leggermente con osce
all’arme. Discorre, e scherza; ma scherzando si spiega con accortezza
per
acconcio di questo, il Comico Barbieri nel c. 49.
ella sua Supplica, dicendo. « Poiché io mi trovo imbracciato lo scudo
per
la difesa dell’onesta Commedia; vediamo ancora pe
bracciato lo scudo per la difesa dell’onesta Commedia; vediamo ancora
per
scherzo di far una girata sopra della rea, e prop
arti la mente, o che ti confonderà la coscienza? II Comico non naviga
per
tal mare, e non s’ingolfa tant’oltre. Forse ti gl
ittimi eredi a forza d’argomenti? La rete del Comico non è fabbricata
per
tale affare; è rete da pescar solamente quattro p
ul detto dei Barbieri. Dice quel Comico d’avere imbracciato lo scudo
per
la difesa della modesta Commedia: e merita lode i
fesa; ma io non vorrei, che egli avesse imbracciato il medesimo scudo
per
difendere anche la immodesta: e pure la difende,
oderazione prescritta da S. Tommaso, e da’ Dottori, non deve supporre
per
vero, e accettato comunemente quello, che è privo
e tale è riprovato comunemente. Una falsa supposizione serve di porta
per
entrare nel giardino di molt’inganni, e di gravi
giardino di molt’inganni, e di gravi errori. Nota seconda Il Barbieri
per
scherzo si raggira, numerando vari mali, e, mostr
po Massime di nocumento grave; e che il naviglio del Comico si spalma
per
navigar in questo mare; e vi si spinge, e vi si f
la, ove, come scrive Girolamo Fiorentino nella Commedioc. s’insegnano
per
via di rappresentazione tanti mali, quali sono, «
altre massime di simil fatta, non sono massime ree, e perniciose? Sì
per
certo. E d’onde vengono cagionate, o almeno confi
anche, che si pongono sottopra, e si rovinano le Province, e i Regni
per
cagione delle teatrali rilassazioni. Il terzo mal
sto. Levare le facoltà; e ricordo, che Crisostomo scrisse ottimamente
per
l’abuso del suo tempo; ma vale anche a proporzion
se ottimamente per l’abuso del suo tempo; ma vale anche a proporzione
per
l’eccesso del nostro. « Multi consumunt pecunias.
cesso del nostro. « Multi consumunt pecunias. ho. 38. in Mat. » Molti
per
rispetto delle Comiche Azioni rilassate spendono
rilassate spendono il loro danaro. E la rete del Comico non si getta
per
allacciar, e pescar solo quattro pesciolini, da p
turpitudini di simil fatta, devono sbandeggiarsi dalla modesta scena
per
sentenza de’ pratici, de’ Dottori, e dello stesso
de’ pratici, de’ Dottori, e dello stesso Barbieri: il quale aggiunge
per
correttivo, che il Comico reo lascia Cristiano il
o lascia Cristiano il Giovane, ma lo lascia ferito di peccato mortale
per
illo consenso libidinoso, del quale se non fa pen
edere, e sentire, che un altro giunga al fine de’ suoi disegni, non è
per
certo buona ragione; non è correttivo efficace, a
emer, che sia nuovo incentivo a disonesto compiacimento; che sia olio
per
accrescere l’impudica fiamma, e vento, per ingran
ompiacimento; che sia olio per accrescere l’impudica fiamma, e vento,
per
ingrandire il lascivo ondeggiamento dell’affetto.
mortalissime colpe commesse dal libidinoso pensiero mosso nel Teatro
per
malvagità di un Comico rilassato. L’altro corrett
nato dal Barbieri si è, che il Comico direbbe in Commedia le oscenità
per
far ridere qualche mal costumato. Ma egli stesso
nità per far ridere qualche mal costumato. Ma egli stesso non approva
per
buono tal correttivo, anzi lo riprova aggiungendo
a. 3. Past. Ad m. 9. » Punto nono. Se le correnti Commedie Italiane,
per
esser simili alle Spagnole siano lecite. La piet
lle sceniche oscenità. Quindi scrive un Francese, e Religioso Autore,
per
commendazioneaz della gente Cattolica, e Spagnola
edie all’uso Hispano, che prima non facevano. Tutto questo io accetto
per
vero, e credo che, come Ganassa cercava di apport
oce di molti, e molto comune ; e io in Palermo l’anno 1638 la sentii
per
bocca di un Signore, Grande di Spagna. La Commedi
negare, che quella voce comune ha bisogno di qualche interpretazione
per
avverarsi, e si può interpretare con questi detti
Comici Spagnuoli passò tanto i confini della debita moderazione, che
per
comando di quel gran Monarca uscì un Real divieto
di poi di nuovo le concesse: onde l’Autore citato dice quello che fa
per
sé, e lascia il resto. Io confesso, che quella ri
simo cielo teatrale. Spinsero di nuovo il piede, e col piede il passo
per
lo sdruccioloso sentiero dell’oscenità. Tornarono
persone, che ivi dimorano. Dunque ha bisogno di qualche distinzione ,
per
avverarsi, quella proposizione detta con voce com
Alegambe nella Biblioteca degli Scrittori della Compagnia: e aggiunge
per
acconcio nostro, che questo eminente Predicatore
egambe del. P. Didaco Ruiz de Montoya Teologo Hispano, e stimatissimo
per
l’eccellenza della dottrina insegnata moltissimi
rtù, e ne conoscono alcuni, il che basta a rendere la Commedia oscena
per
sentenza de’ moderni, e antichi Teologi; questi d
de’ moderni, e antichi Teologi; questi discorsi amorosi sono l’ariete
per
battere, e abbattere, o almeno far malamente crol
sue fiamme, che più persone spettatrici, tutto che vi stessero quasi
per
forza, e fossero sentite di segnalata virtù, e ar
accarezzati da Signori grandi, e Cavalieri molto principali; e essi,
per
dar loro gusto, e trattenimento, facevano le Comm
stesso ferro; e si applichi il medesimo corrosivo. Punto decimo. Se
per
la tolleranza delle Commedie oscene basta, che si
mondo abbracciate. L’erbe fornite di nociva qualità, non migliorano
per
ordinari la loro condizione, né diventano giovevo
ntano giovevoli, e salutari alla generazione umana; perché serpeggino
per
un largo, e spazioso campo: il male della radice
po: il male della radice non si leva con l’ampiezza del nativo suolo:
per
tutto il radical difetto è difettoso: né la vaghe
datamente, che le Commedie oscene, in quanto oscene ovvero conosciute
per
oscene, siano abbracciate quasi da tutto il mondo
medie in tanta considerazione, e conosciute di tanta conseguenza, che
per
comodo loro e pubblico beneficio vi sono stati in
più diletto d’intorbidar tal’onda, che non ebbero i villani di Latona
per
levar il comodo d’un bramato sorso di ricreazione
damnosum bonis moribus, quam in spectaculo aliquo desidere, tunc enim
per
voluptatem facilius vitia subrepunt. »Ep. 7. Las
ondo sono aborrite, detestate, e fuggite: quando però sono conosciute
per
oscene, e stimate tali. Ma il rovinoso crollo, ch
formità di una vera, e schifosa bruttezza. Punto undecimo. Se basta,
per
rendere lecita l'oscena Rappresentazione, il sape
musiche, gl’Intermedi, e le macchine sono spese, e fatiche, fatte più
per
dilettare, che per giovare. Io so la sentenza di
di, e le macchine sono spese, e fatiche, fatte più per dilettare, che
per
giovare. Io so la sentenza di Nazianzeno. « Facil
zeno. « Facile imposturam facit, quod delectat. »2. contr. Julian. E
per
dichiararmi bene formo due Proposizioni; e la pri
izioni; e la prima è questa. La Comica Rappresentazione ha gran forza
per
piacere a tutti. E la seconda è questa. Non è se
i Note. Nota prima Della Novità. Suole la novità delle cose essere
per
lo più feconda genitrice di gratissimo piacere; o
oni sogliono farsi in grano parte da persone forestiere, e nuove, che
per
interesse di necessario lucro vagando sen vanno p
ere, e nuove, che per interesse di necessario lucro vagando sen vanno
per
varie Provincie, e Regni; e giungono nuove alle C
tutto dì, e quotidianamente in ogni popolazione; ma solo in ciascuna
per
qualche parte dell’anno, cioè per poche settimane
ni popolazione; ma solo in ciascuna per qualche parte dell’anno, cioè
per
poche settimane, o pochi mesi; e però come cose n
stile, e quali sempre una somigliante materia. (E io dico, che forse
per
simile rispetto molte belle prediche di uomini pe
io dico, che forse per simile rispetto molte belle prediche di uomini
per
altro celebri, e addottrinati passata l’ora cagio
facilmente saziato il gusto nostro. Le altre letture, dice Beltrame,
per
belle, che siano (come non sono di particolar nec
azienza; e così tutte le letture seguono questa sorte. Ma la Commedia
per
la suddetta varietà di grave, e di ridicolo, d’as
tuto e di spropositato, reca dolce trattenimento: onde come la Natura
per
variar è bella,cosi la comica Rappresentazione ri
a,cosi la comica Rappresentazione riesce bellissima, e piacevolissima
per
la varietà. A questa parimente servono, secondo l
g. 2. c. 49. n. 6. e 7. del Bene., tuttoche da’ Savi siano conosciute
per
cose false, recano tanto gusto, che ogni età, ogn
ella lingua. Le parti che mirano al faceto, si lambiccano il cervello
per
trovar cose nuove ; non per desiderio di peccare
ano al faceto, si lambiccano il cervello per trovar cose nuove ; non
per
desiderio di peccare, né per dar occasione ad alt
il cervello per trovar cose nuove ; non per desiderio di peccare, né
per
dar occasione ad altri, che pecchino, ma per far
desiderio di peccare, né per dar occasione ad altri, che pecchino, ma
per
far il loro esercizio: e se fanno ridere, non fan
no, ma per far il loro esercizio: e se fanno ridere, non fanno ridere
per
laudare il vizio, né col descrivere gli errori co
per laudare il vizio, né col descrivere gli errori con voci scene; ma
per
l’artificio degli equivoci, o per le fantastiche
ivere gli errori con voci scene; ma per l’artificio degli equivoci, o
per
le fantastiche invenzioni, che trovano. Il Capita
cap. 27. del suo Discorso. A cui io aggiungo, che i valenti Recitanti
per
più dilettare, eccitano di maniera in se gli affe
o di qualche passatempo grazioso, si avventura nella disgrazia. Basta
per
prova un caso narrato da Paolo Emilio, citato da
vano questi Leoni, un Cavaliere mosso da curiosità, avvicinò un lume,
per
mirarli meglio, e ecco la fiamma si apprese tosto
scherati. Uno subito morì. Due altri poco dopo rimasero privi di vita
per
quell’arsione. Un altro fu portato in luogo, ove
odere un grazioso passatempo. Beltrame nel c. 43. discorre alla larga
per
acconcio di questo mio senso, e dice. « La Commed
assatempo è vicino alle disgrazie. Nelle cacce molti hanno pericolato
per
le cadute de’ Cavalli, e molti sono stati offesi
e vuole il Lettore, e inserirne la verità della nostro ragione, anche
per
sentenza di questo mercenario, e Comico Scrittore
lascivo. L’oggetto delle moderne, e mercenarie Commedie suol essere
per
ordinario, se non in tutto, almeno in gran parte,
ubblica, e lasciva Azione è un tacito ammaestramento a poco virtuosi,
per
addottorarsi nell’arte di Amore senza fatica, e c
con piacere; onde nella pratica compariscono Maestri della disonestà
per
quello, che nella Scena imparino di carnalità. No
o interrogato da chi lo conobbe, perché facesse tal’Azione, rispose ,
per
non perder il guadagno che egli pretendeva, facen
la laida, o da qualche gesto mal’ordinato all’onestà, qual suol avere
per
guiderdonebi un isgridamentobj dietro da gli udit
, almeno col pensiero nel Teatro, e poi altrove con più gravi maniere
per
la ricordanza: questo altro non è, che ingrossare
ricordanza: questo altro non è, che ingrossare il capital peccaminoso
per
maggior guadagno di Satanasso; che però addolcisc
adagno di Satanasso; che però addolcisce molto l’esca della Commedia,
per
allettar infino gli svogliati. Nota sesta Dell'I
sesta Dell'Interesse Economico. Piace molto la mercenaria Commedia
per
ragion’ Economica: cioè con piccola spesa si comp
i potriabl offendere. In oltre la Commedia è uno spasso, che ti serve
per
studio, senza che tu perda la vista sopra de’ lib
vista sopra de’ libri: e forse, che ella non è una lezione di due ore
per
lo meno, ove senti discorsi, concetti, sentenze,
one fatta di sopra; cioè che la Comica Rappresentazione ha gran forza
per
piacere a tutti. Aggiungo, che ad alcuni piace tr
erto umanaccio mondano, che disse. «Fa, che io vegga l’Inferno aperto
per
ricevere, chi va alla Commedia corrente, e io con
suo grandissimo gusto i Recitanti. Onde pi risanato da quella pazzia
per
la diligenza de’ Medici, e degli amici, si querel
idistis amici, Non servastis, ait, cui sic extorta voluta, Et demptus
per
vimmenti gratissimus error ».Horat. In vero è c
enimenti nell’udire le Teatrali oscenità de’ moderni Commedianti. Ora
per
finire, aggiungo a conferma della seconda Proposi
role sole, e dico. Non basta, che, molto piaccia la Rappresentazione,
per
rendere lecito l’andarvi ad un spettatore, tutto
derà molte volte, se non sempre, illecito, e peccaminoso l’andarvi, o
per
la cooperazione all’oscenità; o per la fomentazio
ecito, e peccaminoso l’andarvi, o per la cooperazione all’oscenità; o
per
la fomentazione de’ Comici osceni nel peccato, o
all’oscenità; o per la fomentazione de’ Comici osceni nel peccato, o
per
altre ragioni, che si potrebbero allegare. Anche
ituale. Lo zuccaro piace a molti; ma l’avvelenato uccide, chi non usa
per
tempo il contravveleno. La morte si maschera tal
, né le altre fatte gratis sono biasimate. Beltrame impugna la spada
per
difesa della sua professione, e schermendosi con
osi con grazia dice graziosamente così nel c. 54. « Chi non ha stanza
per
Astrea, men’avrà luogo per la Pietà: chi porge la
amente così nel c. 54. « Chi non ha stanza per Astrea, men’avrà luogo
per
la Pietà: chi porge la mano alla Parzialità, da d
lo aver riguardo a’ Comici, che recitano gratis, e non a quelli, che
per
necessità professano tal’Arte, è una carità da me
a Città con men riguardo all’onestà delle nostre: e molte se ne fanno
per
alcuni rigiri. Ora se le nostre con minor interes
vero, che gli Scrittori, i Predicatori, e le persone zelanti, e dotte
per
ordinario biasimano le Commedie mercenarie, e tac
, o almeno molto spesso: ove queste sono fatte molto di rado, e quasi
per
accidente; e però non v’è bisogno di tanto rimedi
gratis, si deve biasimare, e è biasimata da Dottori, quando è viziosa
per
l’oscenità, o per altra imperfezione repugnante a
asimare, e è biasimata da Dottori, quando è viziosa per l’oscenità, o
per
altra imperfezione repugnante a’ termini prescrit
ppo grande spesa in una Rappresentazione può essere tal volta eccesso
per
la prodigalità; e per questo meriteranno censura
a Rappresentazione può essere tal volta eccesso per la prodigalità; e
per
questo meriteranno censura i Signori Accademici,
une Città da Signori Accademici certe Rappresentazioni, molto stimate
per
le musiche dolcissime, per le macchine artificios
mici certe Rappresentazioni, molto stimate per le musiche dolcissime,
per
le macchine artificiosissime, e per le bellissime
timate per le musiche dolcissime, per le macchine artificiosissime, e
per
le bellissime apparenze di grande ammirazione, ne
ntazioni nella Serenissima Città di Venezia, alle quali chi va, paga,
per
l’ingresso non poche gazzette, come alle Mercenar
ono parimente quelle Azioni, che tal volta i Principi, e gran Signori
per
occasione, o di nozze, o di altra congiuntura, co
é può Beltrame né deve con l’esempio di quelle Azioni far schermaglia
per
difesa delle sue Commedie. Ad un Rosignolo non si
o delle altre Gentildonne ad una Commedia, che essi avevano in ordine
per
recitare con titolo di onesto trattenimento carne
o, e il concorso fu numeroso: ma l’Azione poi riuscì molto spiacevole
per
le oscenità; e per qualche picco satirico: onde q
numeroso: ma l’Azione poi riuscì molto spiacevole per le oscenità; e
per
qualche picco satirico: onde quella Gentildonna f
iose, e scandalose, che le oscene de’ Mercenari Commedianti. E questo
per
due ragioni oltre le altre, che faccio. La prima
anti. E questo per due ragioni oltre le altre, che faccio. La prima è
per
la liberta, e impunità del dire: atteso che non t
ssere prima rivedute, e approvate da’ Superiori. La seconda ragione è
per
la radunanza di Donne onestissime, e virtuosissim
tate, vanno condotte da’ mariti, o da’ parenti a quelle Commedie; che
per
altro si vergognerebbero d’andare alle Mercenarie
, mi disse, che era cosa pericolosissima l’andare ad udirle, non solo
per
le parole, e gesti indecenti de’ Recitanti; ma pe
d udirle, non solo per le parole, e gesti indecenti de’ Recitanti; ma
per
la varietà, e qualità degli Spettatori, e Spettat
i Commedianti Mercenari osceni: anzi chi li facesse rei maggiormente
per
questo io non mi curerei di repugnare: imperoché,
Commedie della terza sorte, cioè, che si fanno al parere di Beltrame
per
alcuni rigiri; e temo, che egli voglia significar
he lascivo Amante si gira, e si rigira a modo di uccellaccio grifagno
per
far preda di semplici Colombe, e per dar cibo, e
a a modo di uccellaccio grifagno per far preda di semplici Colombe, e
per
dar cibo, e pastura alle sue sfrenate, e affamate
non si biasimano le dette tre sorti di Commedie; perché si riprendono
per
lo più, quando sono degne di riprensione: e se ta
riprese, l’esenzione non è giustificazione; la loro malizia precisa e
per
se stessa è una sonora tromba di vitupero a loro
condannazione. Credo in oltre, che il giudizioso Lettore non accetti
per
vera quella particella, con che Beltrame dice, ch
oppo licenziosi nel Teatro, i quali certo meritano di essere moderati
per
onore del grande Iddio, e per spirituale giovamen
quali certo meritano di essere moderati per onore del grande Iddio, e
per
spirituale giovamento di molte anime poco fondate
iamme di oscenità, con le quali si fanno degne di ardere nell’Inferno
per
tutta l’eternità, essendo vera la sentenzaHo. 2.
one al bene; certo che sarebbe tollerabile, anzi desiderabile, almeno
per
accidente, a fine di spuntar un chiodo con un alt
vero, che Beltrame nel c. 20. scrive, che la Commedia non è inventata
per
sviar le persone dal ben’operare; ma per distorle
la Commedia non è inventata per sviar le persone dal ben’operare; ma
per
distorle dal vizio. Quando il Cirugico cava sangu
ce, pazienza: l’Arte mira alla purga, non al danno. E nel c. 22. pone
per
titolo. Che la Commedia divertisce le persone da
ne tutto il giorno. Altri maledire il non essere stato alla Commedia,
per
aver perduto al gioco gran somma di zecchini. E B
ché se bene in qualche parte paiono correggere alle volte qualcuno, e
per
un poco, dall’atto vizioso del gioco; o dalla rea
osti nella Scena sono lezioni, e istruzioni di molti, e gravi peccati
per
effettuarli. Onde Eusebio Cesarl. 7. de pra par.
il parere di Aristotile, le Favole furono ritrovate da’ Savi antichi
per
ammaestrare i semplici alle Virtù, e per istruirl
o ritrovate da’ Savi antichi per ammaestrare i semplici alle Virtù, e
per
istruirli alla fuga de’Vizi. « Fabula, scrive egl
neat verum sensum, et reprasentet aliquid utile. » Vuol dire il Santo
per
conclusione, che le Scuole Poetiche devono conten
oderazione,e su gli occhi di persone deboli di spirito, non è sferza,
per
farlo prestamente fuggire; ma sprone, per farlo a
i di spirito, non è sferza, per farlo prestamente fuggire; ma sprone,
per
farlo avidamente seguire: e la Scena troppo oscen
ngono cose viziose, e brutte bruttamente, e con diletto; e poi dicono
per
l’utile, che così la Commedia corregge dal male:
sclama nello stesso capo dicendo. O Dio immortale, e come si dee fare
per
correggere le persone viziose senza nominar il Vi
o una domanda popolare, etc. I Comici dicono. Si rappresenta il male,
per
insegnar il modo di fuggirlo. I Dottori concordem
a rappresentare qualche Vizio, massimamente col suo meritato castigo,
per
recar luce di accorgimento a’ trascurati: ma stim
ove dice. « Perché la Repubblical. 7. della Rep. Reg. c. 10. Regia ha
per
fine la bontà de’ sudditi, le Rappresentazioni no
rutte. E avvenga, che possano essere imitazione di gente ordinaria, e
per
le cose ridicole porger diletto ancora, nondimeno
uoce più veduta, che non giova il castigo rappresentato. E tali sono,
per
l’umana fragilità di molti, i Vizi lascivi massim
ruffianesimi, e altre solite oscenità del Teatro; nel quale chi segue
per
sua guida l’esperienza, non cammina da imprudente
tiamo alla giornata, e in verità troviamo, che niuno, o pochissimi, e
per
una felicissima, e rara ventura, si emendano da’
aggiunge Beltrame in quel capo 16. ma io credo, che non si accettino
per
buone da gli uomini dotti in riguardo delle comic
escritti da’ buoni Politici, e da’ savi Moderatori; così la Commedia,
per
essere tollerabile, deve rappresentare i casi con
he chi descrive con arte una cosa, la può mostrare col suo contrario,
per
farla meglio spiccare ; ma non deve far ciò in mo
mplici persone; tutto che essi non vogliano questo, e abbiano un fine
per
altro eccellentissimo. Io abitai una volta in una
, e i libretti di Confessione, si devono leggere con molta cautela, e
per
giusta cagione: perché alle volte con l’espressio
ragioni, che non sanno tal correzione, né insegnano tal dottrina : e
per
una bastevole prova del detto basta il fare alla
an diletto, acciocché\ tu ammaestri gli Spettatori alla Virtù? Mentre
per
mezzo degli Adulteri; che tu trami, insegni a’ Ma
’insegna nelle Chiese; da’ sacri pulpiti bastevolmente sono informati
per
l’acquisto de’ buoni costumi i Giovani Cristiani;
gli amori, e gli allettamenti della carne? Tu credi, che i Fanciulli
per
mezzo tuo s’innamoreranno dell’onestà, mentre sco
endore di Pudicizia, e d’Onestà. Non ha bisogno di osceno Commediante
per
Maestro della Virtù, chi ha Cristo, e i suoi Sant
no Commediante per Maestro della Virtù, chi ha Cristo, e i suoi Santi
per
ottimi istruttori. » Aggiungo al suddetto quel po
è spalleggiata dalla ragione: perché ove non vanno i Comici, si pecca
per
le comuni occasioni, e per li soliti motivi; ma o
e: perché ove non vanno i Comici, si pecca per le comuni occasioni, e
per
li soliti motivi; ma ove soggiornano i Comici osc
e per li soliti motivi; ma ove soggiornano i Comici osceni, si pecca
per
que’ rispetti, e di più per li molti, e molto eff
ove soggiornano i Comici osceni, si pecca per que’ rispetti, e di più
per
li molti, e molto efficaci impulsi nascono dal ve
spirito, e di virtù: e questi sono molti; e da questi molti si fanno
per
ordinario in una medesima Città più peccati nel t
chi, e da pochi è prezzato : e però nello pratica scuopre poca forza
per
correggere i Viziosi. « La Moralità nella Commedi
imanente, che adorna la tavola: mai non si moverà alcuno di casa sua,
per
andar ad un convito a mangiar pane; ma ben muover
asa sua, per andar ad un convito a mangiar pane; ma ben muoverassi, o
per
la conversazione, o per la diversità de’ saporosi
convito a mangiar pane; ma ben muoverassi, o per la conversazione, o
per
la diversità de’ saporosi cibi: ma però non si fa
eno non si recita senza il buon esempio. » Questo Galantuomo discorre
per
noi, e mostra di voler dire così. In un banchetto
ne? Niuno, o quasi niuno. La dove il diletto è l’incantesimo efficace
per
tutti; e a molti è anche la rovina spirituale. Qu
le scandalose oscenità: da che segue, che la Commedia è lecita a loro
per
la Moderazione; e a gli Ascoltanti è gradita per
edia è lecita a loro per la Moderazione; e a gli Ascoltanti è gradita
per
lo diletto: e a tutti è giovevole perla Moralità:
che la Moderata Commedia divertisce le persone da molti errori; e che
per
la Commedia, se non s’inganna Beltrame c. 23., mi
vito al godimento del bene: o pure arringo di Virtù, e fuga di Vizio,
per
conquistar una bella corona di Teatrale onore tra
dello spirito Cristiano, merita una Scena d’oro, e un palco d’avorio,
per
essere con degna, Azione rappresentata a numerosa
otto il titolo d’Opere degne di onorato plauso, e di molta lode: e io
per
questa diligenza, e fatica li stimo con la comune
re ne’ giorni Festivi, e ne’ Venerdì Azioni chiamate Opere; acciocché
per
tutte le Città, e Paesi più facilmente sia loro c
cciocché allettino le persone dotte, e giudiziose ad andare al Teatro
per
udire, non già una zannata, ovvero una Commedia r
mpo. Ma la verità si è, che si getta, e non si passa il tempo; perché
per
ordinario l’Azione, e l’Opera non è pura a modo d
osceni. Bisogna confessar alla fine, che l’Opera è molto male operata
per
l’immodestia; onde ella rende gli Attori operator
l tutto un brutto miscuglio, e un’oscena mercanzia di peccati. Dunque
per
rispondere in breve, e direttamente al Dubbio dic
Azione nuova, come desidera il popolo; e come è necessario a’ Comici
per
mantenersi col guadagno quotidiano; perché pochi
i per mantenersi col guadagno quotidiano; perché pochi hanno ingegno,
per
far ingegnose, e modeste composizioni, e pochi po
cangia in gagliarda fermezza di stabile fondamento: crolla, e vacilla
per
tutto, chi per tutto mendica sostegno dalle canne
arda fermezza di stabile fondamento: crolla, e vacilla per tutto, chi
per
tutto mendica sostegno dalle canne, e non dalle c
chi per tutto mendica sostegno dalle canne, e non dalle colonne. Così
per
mio sentire, se non sento male, procedono coloro,
e ove si vedrà presto, piacendo al Signore, la Moderazione necessaria
per
fare, o per tenere le Pitture, e le Statue oscene
rà presto, piacendo al Signore, la Moderazione necessaria per fare, o
per
tenere le Pitture, e le Statue oscene. Ora veniam
tue oscene. Ora veniamo alla soluzione di altri Nodi, che non mancano
per
ragione del secondo Capo. Capo Secondo Delle D
n cotal numero poiché vanno al Teatro dell’oscena Rappresentazione, e
per
non essere forti nella Virtù, e per non avere suf
o dell’oscena Rappresentazione, e per non essere forti nella Virtù, e
per
non avere sufficiente ragione d’andare a vedere,
molte scuse in luogo di buone Ragioni: ma io qui le voglio ponderare
per
via di Dubbi; e spero, che da’ Savi saranno conos
che le permettono senza buona ragione, devono conoscerli ben disposti
per
ricevere, come bisogna il beneficio dell’assoluzi
disfazione. Questo caso io seppi l’anno 1646. di Novembre in Fiorenza
per
scrittura di un Penitente del medesimo P. Gori, a
n perfezione al debito loro; e che assolvano, e non facciano scrupolo
per
qualche opinione a loro probabile, e per qualche
ano, e non facciano scrupolo per qualche opinione a loro probabile, e
per
qualche buona ragione degna di essere approvata;
o Spettacolo. E egli rispose affermativamente in quanto al peccato; e
per
conseguenza non si doveva assolvere, se non desis
m opera sua ». Troppo lacrimosi sono i casi di alcuni Confessori, che
per
assolvere, non dovendo le persone Penitenti, si s
seguitarla, quando la stima improbabile solamente, « Speculative, et
per
rationes intrinsecas », secondo la speculativa, e
Speculative, et per rationes intrinsecas », secondo la speculativa, e
per
vigore di ragioni intrinseche; « non autem practi
lativa, e per vigore di ragioni intrinseche; « non autem practice, et
per
rationes saltem extrinsecas », e non secondo la p
ce, et per rationes saltem extrinsecas », e non secondo la pratica, e
per
forza di ragioni almeno estrinseche, le quali son
’ignoranza. Nella lettera mandata a Fiorenza a di 7. di Gennaro 1643.
per
risposta al detto caso, il primo Teologo P. Giova
sua conserentia. Si vero cam putat improbabilem solum speculative et
per
rationes intrinsecas, non autem practice per rati
lem solum speculative et per rationes intrinsecas, non autem practice
per
rationes saltem extrinsecas, quæ sunt auctoritas
tamente dare l’assoluzione, il Penitente ha buona ragion di giustizia
per
esigerla . E aggiunge. «Hoc etiam procedit, etiam
i dettame della mia coscienza: dunque né egli ha ragione di giustizia
per
esigere da me l’assoluzione. Che se pure egli, o
data dicesse di tenere tale opinione: io dico, che non è probabile né
per
ragioni intrinseche , né per l’estrinseca autorit
pinione: io dico, che non è probabile né per ragioni intrinseche , né
per
l’estrinseca autorità sufficiente d’approvati Dot
iono andare alle Rappresentazioni dell’osceno Teatro; nel quale molti
per
una, o per molte ragioni possono gravemente pecca
alle Rappresentazioni dell’osceno Teatro; nel quale molti per una, o
per
molte ragioni possono gravemente peccare. Un prin
lverei, mentre non desistete da tale volontà. Buona regola era quella
per
la salute delle anime, e degna di essere da molti
onfessori praticata: Se bene chi va alla Commedia oscena, può peccare
per
altre ragioni. A’ Confessori che insegnano,ovvero
po amici delle oscenità Teatrali, si fanno scudo di questa Ragione; e
per
renderla più vigorosa, e forte l’appoggiano, quas
delle Commedie oscene, e dell’andar a sentirle, in questo modo. Si va
per
buon fine, cioè per imparate l’Arte di far belle,
e, e dell’andar a sentirle, in questo modo. Si va per buon fine, cioè
per
imparate l’Arte di far belle, e ingegnose Azioni:
segua l’applauso dell’Auditorio, e l’onor de’ Recitanti. Di più si va
per
imparare la virtuosa maniera di vivere con buona,
e, par quasi, che il discernere, qual di loro sia maggiore, si renda,
per
cosi dire, impossibile: onde il dar nome alla Com
na di riso; e questi detti sono pieni d’inganno. I Commedianti osceni
per
certo non sono Mastri forniti di quell’eccellenza
r est excellentia Magistri. » Ma sono Maestri vili, infami, e di vita
per
ordinaria viziosa, e scandalosa. Come dunque poss
». Ma ritorna più duro più superbo, e più lascivo. Andò forse tal’uno
per
imparare il bene, e prendere un poco di piacere,
al’ora, Accademici vanno alle Commedie correnti, Mercenarie e oscene,
per
notare le tracce, già artifici, i motti, le sente
già artifici, i motti, le sentenze, i gesti, e l’altre particolarità;
per
poi servirsene con garbo nelle occasioni de’ loro
à confessar d’aver inteso, che alcuni vadano alle Commedie disoneste,
per
diventar più onesti, più temperati, e più virtuos
o con questo tenore. Un Figliuolo di un uomo di qualche rilievo aveva
per
uso disordinato ordinariamente giocare: nella ser
; onde li convenne al partire trovar Amico, che gliene prestasse uno,
per
non uscir di quel luogo nell’abito più proprio al
rio al suo merito, che alla sua nascita. Passo lo sfortunato, e forse,
per
divino volere, poco lontano dalla stanza ove le C
con il gusto della Scena il disgusto della perdita: onde applicatosi
per
poco spazio, vide uscir Orazio, il quale rapprese
pplicatosi per poco spazio, vide uscir Orazio, il quale rappresentava
per
l’appunto quella Commedia, tanto sua., favorita d
con tanti fruttuosi avvenimenti, che la perdita del denaro gli servì
per
acquisto di lui medesimo: posciachè vedendo Orazi
ergognino d’insegnar le impurità nella Scena con eterno loro vitupero
per
sentenza de’ medesimi Comici, professori di Crist
deri i Commedianti osceni, perché i Componimenti fatti da quelli sono
per
ordinario, come dice il P. MazzarinoRag. 110. lit
fare tante nuove Azioni, o non possono faticare, quanto è necessario,
per
recitar le altrui nuove, modeste, e graziose. Ho
in Sicilia nella Città di Palermo un ottimo, e zelante Religioso, che
per
opporsi al danno cagionato nel Popolo dalle Comme
omporre modeste, e ottime Commedie: e composte le offrì a Commedianti
per
recitare. Que’ Galantuomini volentieri ne presero
è il seguente. Pochissimi sono quelli che vanno alle Commedie oscene,
per
imparare l’artificio di comporre poi delle modest
comporre poi delle modeste e più che pochissimi quelli, che vi vanno
per
imparare le Virtù, e la buona, e onorata Civiltà:
a da molto buona ragione confortato ad andarvi. ll caso, che ora sono
per
spiegare, rinforza il proposto ricordo. L’anno 16
E chi sa che esponendomi a quell’occasione di peccato, non vi cadessi
per
giusta permissione di Dio? No, no, non vi voglio
più questo savio, dotto, e virtuoso Fiorentino. Le Tragedie si fanno
per
umiliare l’altierezza de’ Grandi, e le Commedie,
ragedie si fanno per umiliare l’altierezza de’ Grandi, e le Commedie,
per
sollevare, e dar anima alla debolezza’ de’ Bassi.
brutte, e scandalose oscenità. Punto quarto. Se è buona la Ragione
per
tollerare le Commedie oscene, il dire che le Citt
tardi punto il rimedio a tali rovine e non merita d’essere accettata
per
buona quella Ragione, con che alcuni discorrono i
nenti, né più savi, né più perfetti che quelle, ove i Comici recitano
per
qualche tempo: e questo dimostrato è bastevolment
avrebbe senza le Commedie oscene: come in fatti gli ebbe, avanti che
per
malvagità del Demonio si usassero tra gli uomini
imo. « Spectacula opera sunt Diaboli. » Nondimeno, è anche verissimo
per
relazione de’ pratici, e per argomento della stes
Diaboli. » Nondimeno, è anche verissimo per relazione de’ pratici, e
per
argomento della stessa, e chiara esperienza, che
edesime Città, Cestelli, e Terre nel tempo delle Commedie oscene sono
per
ordinario più del solito abbondanti di offese di
tà, hanno i Cittadini più continenti, più savi, e più perfetti. Né io
per
questo dico, che non si facciano alle volte per l
e più perfetti. Né io per questo dico, che non si facciano alle volte
per
le strade, per le piazze e per l’officine, e bott
Né io per questo dico, che non si facciano alle volte per le strade,
per
le piazze e per l’officine, e botteghe de’ Mercan
o dico, che non si facciano alle volte per le strade, per le piazze e
per
l’officine, e botteghe de’ Mercanti, e degli Arti
i si avvilirebbero senza le Commedie oscene, recherebbe buona Ragione
per
tollerare. Nobilissimo fregio di buon Cittadino
e. Ora chi crederebbe, che alcuni troppo amici delle Commedie oscene,
per
mostrarle tollerabili, ricorrono al puntiglio di
da? E pure fu una volta a me proposta da un uomo di gran giudizio. Io
per
mio credere tengo, che le principali Città fondin
strano la patria con notabile accrescimento di gloriosa fama. Scrisse
per
acconcio di questo con, giudizioso brevità la pen
nifica, grande, e principale una Città, ma la Virtù de gli, abitanti;
per
cagione della quale la solitudine stessa merita d
e i Signori Genovesi un’altra proibirono loro il far le Commedie: né
per
tal’atto perderono punto della gloria loro; anzi
de: e io vorrei poter qui ora intingere la mia penna in oro di eterno
per
onorarle, e lodarle eternamente. Dico per fine ad
mia penna in oro di eterno per onorarle, e lodarle eternamente. Dico
per
fine ad ogni Città principale del Cristianesimo,
Domine, et considera, quoniam facta sum vilis. » E potrebbe aspettar
per
rispostaGer. c. 15.19.. « Si separaveris preziosu
on vera, e altissima nobiltà. Punto sesto. Se sarebbe buona Ragione
per
tollerare le Commedie oscene in una Città, il dir
lgazione di molte Leggi Imperiali, e di molti Canoni sacri, co’ quali
per
gravi inconvenienti, saputi da’ supremi Principi
olte vietarono, e oggidì anche vietano alcune di quelle cose, che mai
per
l’addietro erano state vietate con la proibizione
on modesta, ricreazione. Questo bel caso merita lode così grande, che
per
celebrarlo degnamente a gloria di quell’Eminentis
imo Se l'essere invitato ad andar alla Commedia oscena, sia Ragione
per
andarvi lecitamente. La cristiana, e onorata cor
o, dovrebbe andare agli Spettacoli indecenti, conosciuti prima da lui
per
tali; nondimeno se, non sapendo la futura indecen
io, chiudendo gli occhi; acciocché così mantenga illeso se stesso; e,
per
quanto può, faccia avvertiti gli altri col suo es
suo esempio. Aggiungo. Se uno fosse invitato di andare a trattenersi
per
3. o 4. ore in un posto assai scoperto, e ove si
ttenersi per 3. o 4. ore in un posto assai scoperto, e ove si fossero
per
sperare contro di lui alcune, o molte cannonate,
per sperare contro di lui alcune, o molte cannonate, vi andrebbe egli
per
amor dell’Amico invitante, e per non parere scope
o molte cannonate, vi andrebbe egli per amor dell’Amico invitante, e
per
non parere scoperte? No certo secondo il mio sent
me tentazioni carnali? E come può un debole di spirito, e che conosce
per
esperienza la sua fragilità, esporsi a così manif
onsentire al diletto della disonestà; e v’andrà con buona intenzione,
per
servire al suo Principe, e non parere rustico; no
e, benchè forse non fossero tenute tali da molti poco intelligenti, e
per
ordine di quel Signore molti Cavalieri virtuosi,
con spirituali, e potenti preservativi; come hanno costumato i Santi
per
non pericolare. Voglio finire con ricordare a que
nto un altro vi possa pericolare. Serva l’avviso di queste Scolastico
per
regola di saggia Moderazione, a chi fin ora poco
nso di poter senza peccato andar alle Commedie oscene, quando vi vobo
per
accompagnar un Amico; e non per mio capriccio, ov
alle Commedie oscene, quando vi vobo per accompagnar un Amico; e non
per
mio capriccio, ovvero elezione. Al che io rispond
priccio, ovvero elezione. Al che io rispondo solamente quel poco, che
per
acconcio di questo ho letto in un Ragionamento de
icizia de’ consanguinei è più stabile, che l’amicizia de’ compagni: e
per
essere più naturale, prevale in quelle cose, che
alior existens, et pravalet in his, qua ad Naturam spectant ». Ma non
per
questo siamo tenuti di accompagnare i Consanguine
one delle cose necessarie. E in vero necessario non è farsi compagno,
per
andar in compagnia, di un parente al Teatro dison
perché così non si giudica, che egli cooperi al peccato; ma che solo
per
buona ragione lo permette. Leggere si può il P. D
o del suo cuore, spettante a questo punto; e procuri porre in effetto
per
l’avvenire ciò, che già sarà detto, come obbligo
tto per l’avvenire ciò, che già sarà detto, come obbligo di coscienza
per
la salute dell’anima sua. Quelli poi, che a viva
ti pericoli di peccare. Punto nono. Se l'andar alle Commedie oscene
per
impedire, che non succeda inconveniente, sia buon
L’autorità de’ Grandi, massimamente Superiori, è una forbita spada,
per
troncare le teste altiere dell’Hidra popolare. Il
do va a favorire il Teatro delle oscene Rappresentazioni. Vado, dice,
per
impedire, che non succeda inconveniente alcuno in
che non succeda inconveniente alcuno in quella radunanza popolare: e
per
rimediare subito, e efficacemente, se vi succedes
erché niuno è tenuto di porsi a pericolo della salute sua spirituale,
per
impedire nel popolo qualche temporale inconvenien
c. Né lascia di essere peccato quello, che si commette da molti; anzi
per
questa stessa ragione è più tosto maggiore. La co
io, dal cui parere può il Lettore prendere buona materia, e occasione
per
rispondere al Dubbio. Ora aggiungo io la seconda
nomine Chrstianos, sed re paucissimos; tù vero Fili contende intrare
per
augustam portam, nec quid multi agant, attende, s
damnosum bonis moribus, quam in aliquo Spectaculo desidere: tunc enim
per
voluptatem facilius Vitia surrepunt. Quid tu acci
, quantum potes. »Ep. 7. Ma lascio Seneca, e considero, che dice bene
per
una parte quel Cristiano: perché se solo andasse
mici non reciterebbero, tornando loro troppo scomodo far tanta fatica
per
la piccola mercede ricevuta da un solo. Ma poi di
di fare lo sfacciato, e l’impudico. La compagnia nel peccato cagiona
per
ordinario, che si pecchi più animosamente, e che
minuat». Il secondo avviso è ad Celan, « Nihil omnino agimus, qui nos
per
multitudinis exempla defendimus ad consolationem
avranno qualche buona Ragione, di cui egli non si può valere. Ricordo
per
ultimo, che questa risposta è simile in qualche m
ati loro con minaccia, che andranno all’Inferno ti rispondono ciascun
per
se. Io solo non v’andrò: tanti vi sono andati, e
già sono, in punto di farla, o l'hanno cominciata, sia buona Ragione
per
non peccare andandovi. La Passione è un’ingegnos
r Fabula, quamuis nullus adsit altus; ergo omnes illi, qui sunt causa
per
se illius Actionis peccant mortaliter. » Cioè. Si
ziandio udendo una sola Commedia; perché essi sono la cagione motiva,
per
la quale si fa la Rappresentazione; imperoché il
io; e tal’Auditorio è fatto da’ primi, quando già sono di numero, che
per
loro solamente si farebbe l’Azione, benché niun a
adunque tutti quelli peccano mortalmente, essendo la cagione propria
per
se stessa efficace del Recitamento Segue l’Autore
i sunt omnes illi oblectunt partiale illius Actionis, et non obiectum
per
accidens, sed per se; singulorum enim pecuniam pe
oblectunt partiale illius Actionis, et non obiectum per accidens, sed
per
se; singulorum enim pecuniam per se amat Comedus,
s, et non obiectum per accidens, sed per se; singulorum enim pecuniam
per
se amat Comedus, ita ut Fabulam sit acturus, ne v
eam esset acturus coram Concione minus frequenti, tamen illam ageret
per
aliam voluntatem: ea autem voluntas per quam hic,
frequenti, tamen illam ageret per aliam voluntatem: ea autem voluntas
per
quam hic, et nunc eam agit, pendet per se ab hæc
voluntatem: ea autem voluntas per quam hic, et nunc eam agit, pendet
per
se ab hæc integra Concione. Item singulorum pecun
agit, pendet per se ab hæc integra Concione. Item singulorum pecunia
per
se ivuat ad sumptus Histrionicos. Ergo, etc. » Tu
senza la presenza de gli Auditori. Ma dirai; soggiunge egli, Pietro,
per
atto di esempio, va alla Commedia; e trova, ovver
loquendo, peccet, neque enim peccatur voluntate communi, hoc est, una
per
aggregationem plurium conspirantium in unum assen
ietro egli aggiunge, che è « causa cooperans », cagione cooperante, e
per
conseguenza pecca, benché trovi, ovvero presuppon
non solo consensu inferatur damnum. » Pecca insomma l’ultimo Elettore
per
la sua mala volontà, ma resta libero dall’obbligo
tes peccant ». E la Ragione si è perché il Comico si muove a recitare
per
la mercede de’ primi, e degli ultimi, e tutti ins
li della rigorosa Scolastica quanto giova a’ modo di luminosa facebp,
per
meglio vagheggiare la bellissima faccia della Ver
prudenza. A questo senso volgo i ora il mio pensiero, mentre propongo
per
la risposta al nostro Dubbio il 3. Teologo, che è
, uomo vecchio,consumato su libri, e molto ben noto a Roma, e a dotti
per
la sua Scolastica, e Morale Teologia. Egli scrive
lam conflunt, et Histrionibus, ex se non paratis solunt, quia re vera
per
ipso est, ut Comedia detur. Postquam vero suffici
Commedia, vi vanno i primi, e pagano la mercede a’ gli Histrioni, che
per
innanzi non erano per se stessi apparecchiati; pe
rimi, e pagano la mercede a’ gli Histrioni, che per innanzi non erano
per
se stessi apparecchiati; perché nel vero questi S
astevole all’esterno peccato degli Histrioni; non pare da condannarsi
per
questo capo, se alcun vi va; perché non più fomen
ccato mortale nel recitare, una persona particolare, che va a sentire
per
mera curiosità, e paga; non credo, si possa dire,
corre, né coopera efficacemente al peccato loro; come appare evidente
per
se stesso: e si raccoglie benissimo da S. Antonin
nt », perché da queste si vede, che di mente di S. Antonino non pecca
per
rispetto di cooperazione quello, che paga coloro,
ccano, benché paghino la mercede. Ora,che dirò i in questa materia, e
per
risoluzione del Dubbio? So, che D. Francesco Mari
o che sia comincia; perché se non peccherà cooperando, forse peccherà
per
altre ragioni, o dilettandosi viziosamente, come
Teatrali disonestà. Ove sono stese molte reti, non basta fuggirne una
per
rimanere libero da tutte. E chi pecca mortalmente
ta fuggirne una per rimanere libero da tutte. E chi pecca mortalmente
per
una sola ragione, cammina verso l’Inferno per una
E chi pecca mortalmente per una sola ragione, cammina verso l’Inferno
per
una strada sola. Punto decimo terzo. Se si può
una strada sola. Punto decimo terzo. Se si può credere, a chi dice
per
giustificarsi. Io non so, se le correnti Commedie
ia volpina non si nasconde sotto la semplicità del pollo. Voglio dire
per
acconcio del presente Dubbio. Tal’uno si trova, i
ti? Non sei già in mezzo di un golfo di Mare: non si tiene già veruno
per
forza. Ah l’astuzia ti tiene: e questa ti fa torn
o di chiarirti, avendone qualche dubbio, e d’informarti da chi lo sa;
per
non porti temerariamente a manifesto pericolo di
nso alla pubblica fede, che dichiara gli Osceni Mercenari Commedianti
per
uomini scandalosi, e segnati nel fronte col collo
ualità delle Commedie brutte. E questo è il caso tuo: e questo basta,
per
atterrar il muro della tua scusa, senza moltiplic
te vi si va. E se non è lecito andare alle Commedie troppo licenziose
per
lo pericolo di sentire qualche sentenza o parola
sentenza o parola troppo licenziosa: dunque né meno lecito sarà andar
per
le strade pubbliche; poiché tratto tratto si odon
odono parale troppo licenziose, e molte di numero, e molto scandalose
per
l’impudica sfacciataggine di molti, e sono profer
impurità maggiore, che non è la Teatrale oscenità. Rispondo. L’andare
per
le pubbliche strade è un atto cohonestatobr da qu
auso con la persona, ne col riso, ne con la lode, né col gesto; né va
per
le strade con volontaria certezza, o con fondata
na ragione, e non vana scusa; o che giusta convenienza può mai recare
per
sua difesa, chi coopera al Comico, mentre pecca m
distruzione spirituale della Virtù : onde lo Spettatore se ne parte
per
ordinario con molte piaghe mortali ricevute nel c
della sua concupiscenza. Punto decimo quinto. Se il dire, lo non vò
per
far peccato, né per mal fine alle Commedie oscene
nza. Punto decimo quinto. Se il dire, lo non vò per far peccato, né
per
mal fine alle Commedie oscene, e pochi vi vanno c
mal fine alle Commedie oscene, e pochi vi vanno con tal'animo. Basti
per
andarvi lecitamente. È opinione del Comico Beltr
care il fine, col quale si va alla Commedia, non troverà, chi vi vada
per
far peccato, e per mal fine. Se io non erro, dice
uale si va alla Commedia, non troverà, chi vi vada per far peccato, e
per
mal fine. Se io non erro, dice egli, il fine di c
o, che vanno alla Commediac. 17. si somma in questi capi. Molti vanno
per
la curiosità di sentir; se i Comici sono valent’u
o per la curiosità di sentir; se i Comici sono valent’uomini; e molti
per
l’uso di vedere tutte le novità. Chi va per passa
no valent’uomini; e molti per l’uso di vedere tutte le novità. Chi va
per
passar l’ozio: e chi per non saper, dove andare i
per l’uso di vedere tutte le novità. Chi va per passar l’ozio: e chi
per
non saper, dove andare in quell’ora. Molti vanno
ar l’ozio: e chi per non saper, dove andare in quell’ora. Molti vanno
per
udir concetti nuovi, o bei discorsi: e altri per
ell’ora. Molti vanno per udir concetti nuovi, o bei discorsi: e altri
per
sentire le parti ridicole. Chi va, perché talvolt
sentire le parti ridicole. Chi va, perché talvolta anche egli recita,
per
osservar i modi: e chi va per la conversazione de
i va, perché talvolta anche egli recita,per osservar i modi: e chi va
per
la conversazione de’ suoi compagni: e chi per tro
servar i modi: e chi va per la conversazione de’ suoi compagni: e chi
per
trovar, chi paga per lui. Chi va per non voler in
va per la conversazione de’ suoi compagni: e chi per trovar, chi paga
per
lui. Chi va per non voler in quell’ora giocare, e
sazione de’ suoi compagni: e chi per trovar, chi paga per lui. Chi va
per
non voler in quell’ora giocare, e chi per passar
r, chi paga per lui. Chi va per non voler in quell’ora giocare, e chi
per
passar qualche mal’umore. Chi va per esservi cond
oler in quell’ora giocare, e chi per passar qualche mal’umore. Chi va
per
esservi condotto chi per non parere avaro, o igno
, e chi per passar qualche mal’umore. Chi va per esservi condotto chi
per
non parere avaro, o ignorante. Chi va per uso: ch
va per esservi condotto chi per non parere avaro, o ignorante. Chi va
per
uso: chi va, perché vede, che gli altri vi vanno.
i vanno. Insomma cercate, e ricercate, che non troverete, chi vi vada
per
mal fine. L’opinione di questo Comico non resta g
ro tempo non dicono le parole, né formano i gesti di qualche oscenità
per
fine, che si pecchi; ma per fine di far fuggir il
e, né formano i gesti di qualche oscenità per fine, che si pecchi; ma
per
fine di far fuggir il peccato, il quale si rappre
mala « ex objecto essentiali » : dunque peccano mortalmente i Comici
per
le oscenità gravi. In quanto poi all’asserire, ch
poi all’asserire, che degli Spettatori niuno va alla Commedia oscena
per
far peccato, ne per mal fine. Rispondo, che forse
he degli Spettatori niuno va alla Commedia oscena per far peccato, ne
per
mal fine. Rispondo, che forse è vero « in actu si
tione ejus ». Senza che non mancano di quelli che vanno alla Commedia
per
mal fine direttamente. Onde Beltrame fece l’obiez
. 17. p. 75.. Quanti se ne trovano, che vanno alla Commedia solamente
per
vedere, se le Recitanti sono belle; e come sono g
i fa di coloro, che vanno alle Feste di devozione, che si muovono più
per
trovarsi al passeggio, che al ben fare. Io non ap
, che sono instituite « ad conservandum et augendum cultum divinum »,
per
conservar e accrescere il culto divino: e guai a
Comica, Oscena, e Teatrale Azione è iniquità « ad lucrum Comicorum »,
per
dar guadagno a disonesti Attori; onde tal guadagn
tto errore. Perché difficile si è il non peccarvi mortalmente, almeno
per
una delle molte ragioni, per le quali vi peccano
si è il non peccarvi mortalmente, almeno per una delle molte ragioni,
per
le quali vi peccano molti; e non sono scusati da
ato, se non si appiglia ad un altro peggiore: e pure e ciascun Fedele
per
legge di Cristianità è tenuto ai ritiramento da t
bbe? Ovvero. Io guadagno con l’usure, altrimenti ucciderei le persone
per
guadagnare, si giustificherebbe? Certo che no. E
to, che chi va alla Commedia oscena, faccia peggio in questo senso, e
per
questa ragione; perché fa due mali: il primo l’an
n mal peggiore: come se uno dicesse. Io do delle ferite al mio nemico
per
non l’uccidere; e poi dopo qualche tempo l’uccide
nes, citato da Reginaldo: onde nel caso nostro non si ammette, se non
per
vana causa. E quando si possono schivare tutti i
usque ad n. 3. e troverà bella dottrina, e molte autorità di Dottori,
per
meglio rispondere a questa difficoltà; alla quale
può secondo la dottrina allegata da molti Dottori; tra quali bastami
per
ora il P. Baldellit. 2. all. 1. disp.44. n. 17.,
iega ben disposta, o mal disposta nel vagheggiare. Vale questa Regola
per
la CommediaBeltrame c. 34. a favore di quel Comic
scherma. Rispondo. È vero, che il Vizioso cagiona il peccato: ma non
per
questo è lecito al Comico osceno darli occasione
e occasione di rovina spirituale. L’uomo intemperante e carnale pecca
per
la sua mala, natura, e cattiva volontà: ma quindi
osì nel caso delle Commedie poco modeste. Pecca lo Spettatore vizioso
per
mala volontà: e pecca l’Attore osceno per l’oscen
Pecca lo Spettatore vizioso per mala volontà: e pecca l’Attore osceno
per
l’oscenità, con la quale porge allo Spettatore oc
indegna della permissione: e ogni Attore, e Spettatore impuro pianga
per
tempo i suoi peccati, lavando con vera penitenza
le va alla Commedia oscena. La buona Fede è una coraggiosa guerriera
per
difendere dall’assalto del peccato l’Anima fedele
. Come anche l’Ignoranza non sempre scusa i colpevoli: ne sempre vale
per
loro buona difesa. È vero, che ella a parere di T
quasi che io fossi reo di un gran peccato, componendo l’Operetta mia,
per
avvisare gli Spettatori del Teatro: e quasi che i
to avvertito? Sì. Adunque voi stimate, che uno possa gravente peccare
per
Ignoranza; non solo quando non conosce il male; m
e vi vadano con buona fede: adunque non commettono il peccato mortale
per
cagione mia; poiché lo commetterebbero ancora sen
nizione. Adunque voi, che avvisate me, il quale a vostro parere pecco
per
Ignoranza, non mi riprendete perché avviso quelli
r Ignoranza, non mi riprendete perché avviso quelli, che peccano pure
per
Ignoranza. Voi, o uomo letteratissimo, avete stim
iudizio avvisar me solo, che nominate errante; e poi ascriverete a me
per
peccato, se io avviso persone innumerabili, le qu
e della colpa, che semplicemente sia colpa: la quale conosciuta basta
per
la colpa mortale; ancorché invincibilmente non si
colpa mortale; ancorché invincibilmente non si sappia la forza di lei
per
distruggere la grazia, e «il ius» alla gloria; e
questo modo se non avessero sentito mormorare gli Auditori, e temere
per
verità. Se sia male, o no, l’andare agli Spettaco
sicuro: ma veramente, e come parlano gli Scolastici, sarà affettata,
per
peccare più liberamente, e senza rimorso di cosci
a santo ebbe precetto da Dio d’innalzar a modo di tromba la sua voce,
per
avvisar al popolo i peccati: « Nos id nefas exist
; perché possono fare, e non fanno la diligenza morale, e necessaria,
per
sapere da Dotti, se l’andarvi sia, o non sia, pec
el Libro, detto la Qualità ai c. 3.nel q. 1. §. Dico 4. E può servire
per
confermar la risposta a questa difficoltà. E preg
sapiens erit in pena. » Punto decimo nono. Se l’andar alle Commedie
per
un poco di ricreazione, e per sollievo della sua
decimo nono. Se l’andar alle Commedie per un poco di ricreazione, e
per
sollievo della sua malinconia, sia lecito. Cleme
’afflitto infermo. Né posso negare, che molti nel mondo, anche grandi
per
qualificate condizioni, sono mal’affetti, afflitt
zione: e tale si è la Comica, e Teatrale. Quindi un gran Personaggio,
per
accennar questo, disse a certi suoi amici. Sarà s
a pieno d’affanno, e di malinconia; e risolve d’andare alla Commedia,
per
sollevarsi alquanto, o per passare due, o tre ore
inconia; e risolve d’andare alla Commedia, per sollevarsi alquanto, o
per
passare due, o tre ore con un poco di ricreazione
i biasimerebbe il medesimo Dio, la cui liberalità promette a’ Giusti,
per
allettarli all’osservanza de’ Divini Precetti, l’
sono quei belli paesi, che sogliono far’ i Pittori nelle loro tavole,
per
riempimento di que’ vacui, che sono intorno alle
enimento: e tali non sono le disoneste, alle quali chi volesse andare
per
ricreazione, per gusto, e per sollievo della sua
non sono le disoneste, alle quali chi volesse andare per ricreazione,
per
gusto, e per sollievo della sua malinconia, pecch
isoneste, alle quali chi volesse andare per ricreazione, per gusto, e
per
sollievo della sua malinconia, peccherebbe; attes
ide. « Percussus enim ab Aspide quasi delectatus vadit in insomnum, e
per
suavitatem soporis moritur, quia tunc venenum per
adit in insomnum, e per suavitatem soporis moritur, quia tunc venenum
per
omnia membra latenter decurrit. » Così dice il me
r. c. 23. v. 19. : Dunque chi è Superiore grande, e gusta di Commedie
per
medicamento dell’umor suo troppo malinconico, le
sustinebit. »ho. 68. in Matt. Troppo è vero, che uno va alla Commedia
per
trattenimento resta preso nell’amor di una Comica
le trovare, e usare altra medicina che la ricreazione oscena Teatrale
per
rimedio del suo morbo; così quando vi sono, si as
edam studia graviora; atque maiora. » Cioè. La Natura non ci ha fatto
per
attendere al gioco, ma più tosto per la severità,
Cioè. La Natura non ci ha fatto per attendere al gioco, ma più tosto
per
la severità, e per gli studi più gravi, e maggior
n ci ha fatto per attendere al gioco, ma più tosto per la severità, e
per
gli studi più gravi, e maggiori. Consideri il det
i c. 7. pag. 190., ove scrive così. « Il gioco è necessario all’uomo,
per
ricreare e l’anima, e il corpo: ma perché l’uomo
orpo: ma perché l’uomo deve regolar le sue Azioni con la ragione; che
per
ciò la sua miglior parte è detta razionale » : e
t quiete ». Da tutto il suddetto si conclude che chi va alla Commedia
per
un poco di ricreazione deve andare, non all’oscen
Commedie oscene, è cattivo, dunque non deve usarsi dal buon Cristiano
per
rimedio della sua malinconia, e per aver piacere.
on deve usarsi dal buon Cristiano per rimedio della sua malinconia, e
per
aver piacere. Scrive Plutarco. « Non placuit Laco
ire le canzoni, che se bene egli era famelico, si scordava di cibarsi
per
ascoltare. E so, che ogni buono Cristiano; è tenu
i buono Cristiano; è tenuto ad essere temperante, e chi è tale, fugge
per
obbligo di Virtù, e di Cristianità, non tutti i d
buono simpliciter, assolutamente; ma è buono al malinconico, è buono
per
accidente, e secondo la mala disposizione del mal
dente, e secondo la mala disposizione del malinconico, al quale serve
per
medicamento, e lo ricrea, e fa stare allegro; e è
il diletto buono semplicemente, e dal secondo nasce il diletto buono
per
accidente. Ma questa dottrina non è contraria a n
imo Dottore. « Sicut contingit, non omne bonum, quod, appetitur, esse
per
se, et vere bonum, ita non omnis delectatio est p
, appetitur, esse per se, et vere bonum, ita non omnis delectatio est
per
se et vere bona. » Come avviene, che non ogni ben
ere bona. » Come avviene, che non ogni bene desiderato è veramente, e
per
se stesso bene; così non ogni diletto è per se st
desiderato è veramente, e per se stesso bene; così non ogni diletto è
per
se stesso, e veramente diletto buono di bontà mor
morale secondo la Ragione; tuttoché avesse, ό abbia qualche bontà, o
per
natura, o per accidente, o di altra condizione. D
o la Ragione; tuttoché avesse, ό abbia qualche bontà, o per natura, o
per
accidente, o di altra condizione. Dunque chi cerc
inconico la persona, aggrava non poco l’anima col peso del peccato. E
per
conseguenza non è buono rimedio, né da praticarsi
rtuoso Cristiano; ma da uomo malo, chi si diletta delle opere male, e
per
consolare il corpo, affligge l’anima. « Est bonus
. Punto vigesimo primo. Se è buona la Ragione di chi dice. Io vado
per
passatempo, e per ridere un poco: e so, che non a
primo. Se è buona la Ragione di chi dice. Io vado per passatempo, e
per
ridere un poco: e so, che non acconsento al pecca
erarsi diligentemente. E in quanto al primo, con che si dice. Io vado
per
passatempo: adunque vi posso andare senza peccato
to rimorso di coscienza. Rispondo. Il Superiore non la può permettere
per
molte Ragioni accennate altrove; e le quali consi
anto ad altri, che, come deboli, vi consentono. Aggiungo. Non accetto
per
buona quella conseguenza. Adunque vi posso andare
quella conseguenza. Adunque vi posso andare senza peccato, andandovi
per
passatempo: perché se l’andarvi sarà senza colpa
, né della loro Rappresentazione, e può essere stato mosso ad andarvi
per
qualche buona Ragione, e molto ben fondata; nel q
ad. 3. ibid. ad. 1. Ma io non affermo già, che l’andare alla Commedia
per
passatempo sia buona Ragione: anzi credo, che sia
nella vanità, nell’ozio, e perdita, o vana consumazione del tempo; e
per
conseguenza sia almeno peccato veniale; e, come s
senza frutto, al Giudice Divino; così la medesima strettezza premerà
per
rispetto del tempo passato oziosamente, e senza f
In quanto a secondo fondamento della proposta Ragione, cioè. Io vado
per
ridere un poco. Rispondo con un Teologo, che quel
endi », scrive il Savio; ma scrive anche, « tempus flendi ». Il riso
per
se stesso non è buono moralmente, né malo; perché
. 7. È una vanità, la quale tal volta è stata di tanto nocumento, che
per
la troppa dissipazione. degli spiriti, e per la d
di tanto nocumento, che per la troppa dissipazione. degli spiriti, e
per
la difficoltà di respirare, alcuni sono morti rid
amente, che col riso finì la vita. Io dico, che chi và alla Commedia,
per
ridere un poco, e modestamente, molte volte da ne
ni della Virtù, ridendo troppo, e squarciatamente. Che se poi ridesse
per
udire qualche buffoneria, ponderi le parole di Cr
tus plus appendet in statera, quam auditus scurrilium. » E se ridesse
per
sentire qualche oscenità da un Comico, ovvero Com
sa oscenacap. 48. p. 197., dice, che il Comico scostumato la direbbe,
per
far ridere qualche mal costumato: poiché i Galant
er far ridere qualche mal costumato: poiché i Galantuomini non ridono
per
l’oscenità. Ma Tornando alla nostra Risposta, io
rego il virtuoso Lettore a giudicare, quanto si mostri alieno, chi va
per
ridere alla Commedia, dal costume di quel gran Re
so Fedele, deve rifiutar il riso, che nasce dalle illecite facezie Ma
per
non rendere qualche persona troppo scrupolosa, av
». Adunque, se un Fedele va alla Commedia come molti vanno, solamente
per
ridere sentendo le buffonerie, e non avendo altro
tta suoi danari . Quante volte gl’Istrioni veggono i Signori a ridere
per
rispetto di quel, che essi dicono, o fanno, tante
Simaco; ovvero « circulationem », secondo Teodozione; e stima scritte
per
se le parole di S. Girolamo. « Quamodo, qui circu
o: se lo Spettatore, forte di Spirito, e stabile nella Virtù (sapendo
per
l’esperienza, fatta più volte di se stesso, che e
non acconsente a que’ pensieri disonesti, che gli nascono nella mente
per
rispetto delle vedute, e udite Oscenità) non pecc
e Oscenità) non peccherà con peccato lascivo,e osceno; forse peccherà
per
una, o per molte altre Ragioni di quelle, che da’
non peccherà con peccato lascivo,e osceno; forse peccherà per una, o
per
molte altre Ragioni di quelle, che da’ Dottori si
el nostro tempo. Il Cielo annuvolato non si snuvola, né si rasserena
per
ogni vento; né al suono di ogni tromba si quietan
ietano le battaglie. Quando i Mercenari Comici giungono ad una Città,
per
farvi al solito le Commedie; molti Nobili, e molt
, e se non molti almeno alcuni, vi possono andare senza grave peccato
per
qualche buona, e ben fondata Ragione. E essendo c
e ben fondata Ragione. E essendo certo, che molti dubitano, se hanno
per
se una tal buona Ragione; e non si sanno risolver
ogliono consigliare con chi devono, ne usare la diligenza sufficiente
per
vincere il Dubbio; però rimangono a modo di naufr
perché alle volte avviene, che mentre molti Predicatori le condannano
per
illecite; e che non vi si può andare, parlando re
rie del nostro tempo. Io nel seguente Punto apporterò qualche rimedio
per
vincere con bastevole diligenza, e prudente moral
he altra persona stimata comunemente dal popolo, e assai accreditata:
per
la qual difesa, e protezione alcuni poi dei popol
rgomenti di Virtù: se bene poi nel Recitamento non mancavano oscenità
per
le quali l’Azioni meritavano il nome di oscene, e
: anzi stimo erronea quell’opinione che ciò afferma. Subito si sparse
per
la Città il punto predicato; e molti se ne scanda
ompagnia di Gesù, dicendo, replicando, e provando gagliardamente, che
per
ordinario, e secondo il corso delle cose solite,
sso la Nobiltà , e anche appresso i Sig. Superiori non senza ragione;
per
esser quel Padre uno de’ principali Predicatori d
aveva predicato 3. Quaresime seguite nel Tempio di S. Pietro in Roma,
per
tacere i pulpiti principali di altre principaliss
e l’Eminentissimo Sig. Cardinal Bellarmino si consigliava molte volte
per
mezzo di lettere con lui nella risoluzione di aff
perché non era peccato. Io so, chi fu quel Religioso Predicatore, ma
per
riverenza della sua Religione, e per onor di lui
u quel Religioso Predicatore, ma per riverenza della sua Religione, e
per
onor di lui medesimo ne taccio il nome, e aggiung
ppello al Tribunale della Sacra Coscienza: e dico, che egli ha spalle
per
portare tutti i peccati, che faranno quelli, che
no le solite Azioni, le quali appunto ai solito riuscirono scandalose
per
le oscenità, e molto perniciose. Di questo pubbli
richiedevano, e con quella dimostrazione di zelo, che era necessaria,
per
ovviare al prossimo, e morale pericolo di caduta,
ali erano stati Santi. Il che se bene è vero, non si doveva ricordare
per
difendere, o per favorire gli osceni Professori,
anti. Il che se bene è vero, non si doveva ricordare per difendere, o
per
favorire gli osceni Professori, i quali erano di
à, e meritavano, non difesa, o favore, ma riprensione, e moderazione;
per
non dire, come potrei, discacciamento, o almeno p
di 6. scudi il giorno, oltre il pagamento, che fanno gli Spettatori,
per
entrare ad udire la Commedia, e oltre i soliti ri
entrare ad udire la Commedia, e oltre i soliti rinfreschi presentati
per
regalo dagli Amici. Un pubblico Predicatore si di
à delle Commedie perché sono illecitissime; Or quindi tosto si sparse
per
la Città una voce contro il Predicatore, e contro
rono ragionevole occasione parimente a molti di dubitare fondatamente
per
argomento estrinseco d’autorità: se fosse peccato
one. Or diciamo una parola del rimedio al proposto Dubbio. Credo, che
per
levarlo da molti Nobili, e Popolari, gioverà il d
cile il dichiarare il numero di tutti i casi di simil fatta; bastando
per
regola universale il consigliarsi, « hic et nunc
e non camminerà tra l’ombre scure della perplessità, e del dubbio. Io
per
me, non con forza di rigore scolastico ma con pia
male, che il passare vanamente il tempo; questo basterebbe al Diavolo
per
sentenza del Cancelliere Gersone. « Si nihil habe
a, passando il tempo fruttuosamente, e il medesimo Santo altrove dice
per
nostro giovamento. « Cum datum nobis tempus in nu
Scripturis hausimus. »t. 1. serm. Quod ludric. et c. L’Abate Talleleo
per
60. anni pianse dicendo. « Tempus hoc nobis ad pe
ce. « La scusa d’alcuni sul essere che tali trattenimenti servono più
per
passatempo, che per altro. » Al che rispondo, che
uni sul essere che tali trattenimenti servono più per passatempo, che
per
altro. » Al che rispondo, che i passatempi sono p
r passatempo, che per altro. » Al che rispondo, che i passatempi sono
per
chi ha tempo d’avanzo. Ma chi è questo, se è Cris
quadam subducuntur; quadam essuunt. Turpissima tamen est iactura, qua
per
negligentiam sit: et si volueris attendere, magna
elle Difficoltà prese da’ Commedianti L’ozio è un ardito Guerriere
per
assaltare, e per espugnare la Rocca della Virtù;
rese da’ Commedianti L’ozio è un ardito Guerriere per assaltare, e
per
espugnare la Rocca della Virtù; e nel Mondo egli
e, e per espugnare la Rocca della Virtù; e nel Mondo egli si pubblica
per
Capitano di molte schiere perché molti sono nel M
mori, e ne’ gusti, variano parimente nel procacciarsi le ricreazioni,
per
vincere l’Ozio, e per vivere senza peccati: e qui
iano parimente nel procacciarsi le ricreazioni, per vincere l’Ozio, e
per
vivere senza peccati: e quindi alcuni gustano del
gli umori: e a variati gusti si vogliono variate cose: non tutti sono
per
star rinchiusi ne’ chiostri: vi sono sempre stati
almeno molti, introducono nel Teatro Azioni oscene; onde, chi vi va,
per
fuggir l’ozio, incontra un negozio assai più pern
ova, che sono obiezioni di poco momento, e indegne d’essere accettate
per
buone Ragioni: e queste ne’seguenti Punti si dich
no con quell’Arte. Al Professor di un Arte serve di campo la fatica,
per
raccorre bvla provisione convenevole, e necessari
guadagno. Tali sono i Comici modesti, che recitano modeste Commedie,
per
vivere con la fatica dell’Arte loro, esercitata m
questi, e di se stesso, dice Beltrame. Le Commedie nostre sono fatte
per
sostenimentocap. 54. delle nostre famiglie. Noi r
o fatte per sostenimentocap. 54. delle nostre famiglie. Noi recitiamo
per
guadagnare il vivere, non avendo altro oggetto, c
recitar Commedie, fosse errore, farebbe maggior fallo, il far’ errore
per
diletto, che per, necessità avendo la necessità q
fosse errore, farebbe maggior fallo, il far’ errore per diletto, che
per
, necessità avendo la necessità qualche privilegio
malo statu. » Urlieus in sum. cioè. Alcuni fanno il Comico più tosto
per
necessità, che per diletto; perché non sanno con
eus in sum. cioè. Alcuni fanno il Comico più tosto per necessità, che
per
diletto; perché non sanno con altra Arte acquista
necessità, che per diletto; perché non sanno con altra Arte acquistar
per
sé, e per la loro famiglia il necessario vitto: n
che per diletto; perché non sanno con altra Arte acquistar per sé, e
per
la loro famiglia il necessario vitto: ne esercita
ratamente, e con modesto Recitamento il pane, e il vestito necessario
per
mantenersi in vita. Ora per venire alla Risposta
itamento il pane, e il vestito necessario per mantenersi in vita. Ora
per
venire alla Risposta del Dubbio, dico, che i Comi
« Vocem in ventris causa collocant. » hom. 38. in Mat. Usano la voce
per
guadagnar il vitto. Né repugnerei a chi dicesse,
to. Né repugnerei a chi dicesse, che tali persone si affaticano assai
per
provvedersi di un pezzo di pane; né sempre fanno
ella Scena a far ridere la brigata, quando egli ha voglia di piangere
per
li debiti, e per l’altre miserie della sua povera
ridere la brigata, quando egli ha voglia di piangere per li debiti, e
per
l’altre miserie della sua povera vita: e tal pove
della sua povera vita: e tal povero Comico, dice Beltrame c. 50., va
per
dar gusto agli altri, quando forse ha le lacrime
va per dar gusto agli altri, quando forse ha le lacrime agli occhi, o
per
disgusto di casa, o per dolori d’infermità , o pe
tri, quando forse ha le lacrime agli occhi, o per disgusto di casa, o
per
dolori d’infermità , o per essere tempo di pagar
rime agli occhi, o per disgusto di casa, o per dolori d’infermità , o
per
essere tempo di pagar i suoi debiti, e non aver c
ndannano il Meretricio, e chi somministra danaro, e altra provisione,
per
vivere in peccato, alle Meretrici; cosi hanno rag
ali credo poter dire con verità, che vi vuole una grazia molto grande
per
fare, che escano da quello stato: imperoché l’and
ta come incantato, e vi vuole una grazia molto grande, come ho detto,
per
liberarlo. Punto secondo. Si aggiungono alcuni
sto pare a me convenga al luogo del Teatro, ove gli Attori convengono
per
dire, e gli Uditori per sentire, « seria iocosa »
l luogo del Teatro, ove gli Attori convengono per dire, e gli Uditori
per
sentire, « seria iocosa », cose di serio giovamen
iventano vituperose; e gli Attori si fanno rei di gravissimi peccati;
per
cagione de’ quali vivono inquieti con moltiplicat
icordo, scrive Gambacorta, che parlando in Brescia con un Comico, che
per
26. anni faceva quella Professione, mi confessò,
a alla Guerra. Quasi volesse dire: non mi sento né forze, né coraggio
per
le fatiche militari: non posso comprarmi il vitto
d’una Compagnia mi disse in Fiorenza l’anno 1641. «Io non sono buono
per
servire in Corte; ne ho altra Arte che la Comica,
non sono buono per servire in Corte; ne ho altra Arte che la Comica,
per
vivere: e questo basti per giustificarmi l’eserci
in Corte; ne ho altra Arte che la Comica, per vivere: e questo basti
per
giustificarmi l’esercizio. Ma meritò di ricevere
: e questo basti per giustificarmi l’esercizio. Ma meritò di ricevere
per
risposta. Fratello, se volete tale esercizio, pra
sì perché un pratico, e vecchio Confessore gli aveva negata una volta
per
Pasqua l’assoluzione; sì anche perché vedeva le s
escluso: cominciò l’esercizio di certa sua Arte; ma poco vi guadagnò;
per
essere nella Città altri di quella Professione pi
volte con lettere da certi Commedianti suoi amici, ad andare a loro,
per
tornare all’esercizio infame delle oscene Azioni,
ognandosi credo, perché tornava a quella vita indegna, e dalla quale,
per
staccarsi affatto, vi è bisogno di una grazia mol
gnandosi il sufficiente vitto, abbracciano l’Arte infame del Buffone,
per
meglio pappare, e per goder una vita, più abbonda
e vitto, abbracciano l’Arte infame del Buffone, per meglio pappare, e
per
goder una vita, più abbondante di sollazzo, e di
roppo interessati nel guadagno della Scena. Dicono. Bisogna, che noi,
per
guadagnare i soldi necessari; al nostro sostentam
isogno nostro. E però noi alle Azioni belle, e ingegnose, aggiungiamo
per
ordinario le Oscenità, e così piacendo a’ Dotti,
Sig. Cardinal Paleoto. Dice egli,che il Virtuoso Artefice di Pittura,
per
piacere alla moltitudine ignorante, non deve espr
ulos oblectare magis solent. » Cosi dico io del Comico Moderno: egli,
per
piacere a chi che sia ignorante, e immodesto, non
servanza della Divina Legge all’interesse dell’illecito guadagno: né,
per
dar gusto a peccatori, deve dar disgusto a Dio co
mici, e da’ Professori modesti dell’Arte vostra la maniera necessaria
per
moderare la vostra oscena libertà. E sappiate che
dicono indistintamente, Santa Chiesa permette le Commedie, e i Comici
per
manco male acciocché il popolo si divertisca da m
a da mali maggiori con la presenza di un male minore: come a punto si
per
mettono le Cortigiane; acciocché siano riparo all
Azione Virtuosa e di buon esempio. E se le Cortigiane si permettono,
per
divertire la trabocchevole sensualità; le Commedi
o licenze pubbliche, e vengono invitati, e salariati, e non tollerati
per
manco male. E quando la Commedia divertisce il ma
conscienza ». Né le Meretrici, radunate in un luogo pubblico, mandano
per
la Città un tamburino, ovvero un Trombetta,che in
le Meretrici; e con tosto ciò essi più di quelle sono tollerati; solo
per
quella falsissima Ragione. Noi non facciamo Comme
appresentano l’Azioni disoneste. Aggiungo. Le Meretrici si permettono
per
levar l’occasione di adulteri, e di peccati più g
lerat peccatum », la Chiesa tollera il peccato d’andar alle Meretrici
per
evitar un mal maggiore, « ad evitandum maius malu
mi occasione di far peccati mortali, e molti, e gravi, e di rovinarsi
per
sempre con il fallimento delle ricchezze spiritua
234. 17. : pure nel Cristianesimo sono ora molto più grandi gli aiuti
per
conservare la, Castità. Salviano loda mirabilment
evarono affatto i Lupanarilib. 7. de Provid.. E da queste poche cose,
per
tacerne altre, si può raccogliere ciò, che il mod
egli ingrati: troppo indegna cosa è, che il beneficio serva con abuso
per
semenza d’ingratitudine. I Comici moderni sono bu
acifici, tutti sani, tutti ricchi, tutti sfaccendati, e tutti felici,
per
conservar, e accrescere a tutti la felicità con u
eguitare persone di tal fatta? Non è questa una manifesta imprudenza,
per
non dire una scoperta iniquità? Con Beltrame si a
ell’opera, che noi consideriamo ; e in fine aggiunge. Solo il Comico
per
sua natura, e per conseguenza del suo esercizio,
consideriamo ; e in fine aggiunge. Solo il Comico per sua natura, e
per
conseguenza del suo esercizio, desidera a tutti v
i, ne trae il sostentamento di se e casa sua: onde non può di meno, e
per
zelo Cristiano, e per debito proprio, di non preg
mento di se e casa sua: onde non può di meno, e per zelo Cristiano, e
per
debito proprio, di non pregar Iddio per l’univers
meno, e per zelo Cristiano, e per debito proprio, di non pregar Iddio
per
l’universale salute. Lasci il resto scritto da qu
he tra’ moderni Comici siano molti degni di questo vituperoso fregio,
per
le loro sceniche impurità. E quelle Compagnie anc
esoro delle gioie non si apre alle Compagnie de’ Ladri. Noi preghiamo
per
questi cattivi ;acciocché, lasciata la malvagità,
ella troppa benignità: onde poi qualche interessato usasse l’antidoto
per
veleno, e, in vece di fuggir il peccato, maggiorm
a fare gesti impuri, e senza usare alcuna oscenità: ma i Recitamenti,
per
cagione degli altri Compagni Recitanti, riescono
il consiglio di lui se ne serva fruttuosamente. Dico 1. Il Comico N.
per
ordinario pecca mortalmente; perché,volendo, coop
ne qua » : ove lo Spettatore si chiama « Causa, cum qua. » Ho detto,
per
ordinario; perché forse per accidente, o molto di
e si chiama « Causa, cum qua. » Ho detto, per ordinario; perché forse
per
accidente, o molto di raro, può avvenire, che un
to suo pericolo di ritirarsi dal Recitamento, al quale coopera si, ma
per
rispetto di grave timore, e di giusta cagione. «
ori; e scusano da peccato mortale molte sorti di persone. Il P. Diana
per
acconcio di questo cita molti Dottori, e propone
acconcio di questo cita molti Dottori, e propone molti casi; a quali
per
questo rimetto il Lettore. Nella somma. Ver. Pecc
. et seq. Io qui aggiungo. Il Comico N. serve al capo della Compagnia
per
fare il Recitamento, in quanto è cosa indifferent
iretta, e prossima dell’oscenità; e non il modesto Comico, che solo «
per
accidens preter intentionem, et remote»vi concorr
te»vi concorre, e ha giusta cagione di non ritirarsi da tal concorso,
per
non perdere qualche necessario guadagno, e per no
rarsi da tal concorso, per non perdere qualche necessario guadagno, e
per
non incorrere in qualche grave sdegno di persona,
he leggermente. Si può anche notare, che il Recitamento, detto osceno
per
le oscenità di uno, o di due Recitanti osceni, è
quale non induce il Comico osceno all’uso delle oscenità; né lo paga
per
questo, né gli si fa applauso; come forse fanno m
o N. a ritirarsi. Dico 3. Non può entrare in altra Compagnia parlando
per
ordinario, quando sa, o può facilmente sapere, ch
Comici, nella quale non fossero due, o almeno un Recitante osceno; e
per
cagione di lui il Recitamento fosse osceno: che p
mica; se ha comodità di vivere senza il guadagno di lei; tuttoche sia
per
provare qualche strettezza, e diminuzione: perché
nde, incomodo temprale. Che se egli non ha comodità di vitto, fatichi
per
guadagnarselo lecitamente, in «sudore vultus» ; o
onendosi alla servitù altrui; e se non trova uomini, che lo accettino
per
servitore in casa, (come pur troppo avviene a Com
qualche sacra Religione: che così troverà il necessario sostentamento
per
l’anima, e per lo corpo. Ovvero faccia, come hann
eligione: che così troverà il necessario sostentamento per l’anima, e
per
lo corpo. Ovvero faccia, come hanno fatto molti a
tici: e dico, che, se in Italia non sono i luoghi pi eretti solamente
per
li Comici modesti inabili al Recitamento, non man
esentazioni. Ma temo, che questo mio consigli da pochi sarà accettato
per
eseguirlo: e forse tal’uno se la passerà con un s
mabundus moneo; ne nos laqueiso irretiri patiamur Inimici: aut potius
per
virtutem Crucis Christi nos invincibiles præbeamu
bio già è risoluto di sopra nel primo, e secondo detto. Solo aggiungo
per
questa materia, che molte volte la comodità si ch
mente, e con piena verità il caso, le circostanze, e tutte le ragioni
per
difesa, e per oppugnazione d’ogni suo interesse:
iena verità il caso, le circostanze, e tutte le ragioni per difesa, e
per
oppugnazione d’ogni suo interesse: e poi eseguisc
azione, e di opere sante; acciocché così ci prepariamo sollecitamente
per
l’ultimo giorno di nostra vita; che, quando sia p
mo sollecitamente per l’ultimo giorno di nostra vita; che, quando sia
per
essere, non sappiamo. E chi vive mal preparato, c
Tutto questa discorsetto co’ suoi punti dottrinali può servire anche
per
que’ Comici modesti, che tal’ora ad instanza di q
oto.con Teodoretoin Ps. 51. 10. « Justus spem in Deo fixam habeto, et
per
illam laborare, et laboriosos fructus producere n
à molto bene, se vorrà, ne stare alla finestra, ne recitar in Teatro,
per
non porger occasione di peccato, a chi mirandola
per non porger occasione di peccato, a chi mirandola facilmente pecca
per
la debolezza dello spirito. Vero è che lo star in
debolezza dello spirito. Vero è che lo star in finestra non si vieta
per
necesità alla Donna; e se standovi da occasione d
i da occasione di peccato, non è occasione colpevole, ma scusabile: o
per
necessità, o per altra buona ragione; poiché cias
peccato, non è occasione colpevole, ma scusabile: o per necessità, o
per
altra buona ragione; poiché ciascuna persona può
cena con loro Recitanti, non hanno tempo di girar con arte gli occhi,
per
far preda de’ cuori; che conviene loro star avver
gli occhi, per far preda de’ cuori; che conviene loro star avvertite,
per
dar risposta a proposito e farsi onore; ma in alt
i non farà buona Comica; e però sa trovar il tempo di girar gli occhi
per
ferire, e per involar i cuori; né il dover dar ri
na Comica; e però sa trovar il tempo di girar gli occhi per ferire, e
per
involar i cuori; né il dover dar risposta al Reci
i lui o sfoga gli affetti, o nega i vezzi, secondo che giudica meglio
per
allettare, e per innamorate: ove una Donna in fin
affetti, o nega i vezzi, secondo che giudica meglio per allettare, e
per
innamorate: ove una Donna in finestra se ne sta m
simulo illo malorum tantum inquinarentur Autores (intendete i Comici)
per
pubblicam sceleris Professionem fiebat etiam scel
C. 16. Vuol dire. E cosa tartarea e infernale, insegnare l’eloquenza
per
mezzo di tali parole impure, e oscene non s’impar
i preziosi ma non bisogna porvi il vino d’errore, e d’impurità. « Non
per
turpitudinem verba commodius discuntur, aggiunge
on per turpitudinem verba commodius discuntur, aggiunge Agostino, sed
per
verba turpitudo confidentius perpetrabor. Non acc
almente, e con tanto consenso degli Uomini, che apprendeva quel Santo
per
cosa quasi impossibile, e un volere opporsi all’i
in un bel Giardino. Questo errore dovrebbero pensar que’ Maestri, che
per
insegnar a’ Giovanetti la buona latinità, leggono
a giova a me di credere, che ad ogni virtuoso Maestro Cristiano debba
per
avvertimento bastare quel poco, che contiene la 7
eloquenza, e di pulita, e bella latinità, cagionano cattivi pensieri
per
mezzo de’ favolosi diletti, e insegnano costumi d
e dice Isidoro; e si riferisce nel cap. « Ideo prohibetur 37. d. Quia
per
oblectamenta inanium Fabularum mentem excitant ad
plicazione dell’impuro Terenzio; si servì di altri Libri molto buoni,
per
ammaestrar molto bene la Scolaresca nelle forme,
n disegno che la loro lettura, dichiarazione, e intelligenza servisse
per
bene de’ suoi Discepoli a conseguir quel fine, ch
ti le Amatorie Commedie di Terenzio, o d’altro: e m’adduco a ciò dire
per
le autorità, e per le ragioni proposte, e dichiar
edie di Terenzio, o d’altro: e m’adduco a ciò dire per le autorità, e
per
le ragioni proposte, e dichiarate. Onde molto me
sospetta, malamente si raccoglie la sincerità di un soggetto, tenuto
per
altro molto nocivo, e pernicioso. Concludo pregan
Concludo pregando ogni Cristiano Maestro a considerare, e praticare,
per
quanto può, l’avviso di S. Basilio. « Considerand
rmettono lo stamparle; perché dunque non si potranno anche sentire; e
per
conseguenza perché i Comici non potranno recitarl
Autore. Molti stimano assaissimo questa Ragione: ho udito da Uomini,
per
altro dotti, che ella è insolubile: ma non dicono
potete con le stelle paragonare. Mirate il volto, ove le gote, ricche
per
la nativa porpora, e rosate; e quanto grate, quan
a Scena. Imperoché nello Scenico Recitamento si odono le voci formate
per
piacere, gioconde per rallegrare, umili per mostr
lo Scenico Recitamento si odono le voci formate per piacere, gioconde
per
rallegrare, umili per mostrare modestia, titubant
si odono le voci formate per piacere, gioconde per rallegrare, umili
per
mostrare modestia, titubanti per finger timore, f
cere, gioconde per rallegrare, umili per mostrare modestia, titubanti
per
finger timore, flebili, e piegate teneramente per
modestia, titubanti per finger timore, flebili, e piegate teneramente
per
muovere pietà, acute, e concitate, per significar
flebili, e piegate teneramente per muovere pietà, acute, e concitate,
per
significare iracondia, e grave sdegno. Nella Scen
ardui avvenimenti. E finalmente nella Scena le mani sono compagne, o
per
dir meglio, sono seguaci, e spesse volte interpre
iamò le mani saetta, e dardo del parlare. Or questo non ha la lezione
per
se stessa; non è aiutata da’gesti; ne accresciuta
vestimenti, l’artificio de’ salti, e balli, la dolcezza de’ canti, e
per
ultima la pompa, e apparato della Scena ben compo
opo il quale io dovrei aggiungere il mio senso distinto in varie Note
per
rispondere a tutte le parti del proposto Dubbio c
ar presto, e efficace provvedimento: e io di questo voglio discorrere
per
via di Punti, r Dubbi secondo il solito a fine, c
: e come tale deve con accuratissima diligenza invigilare, e invigila
per
la conservazione de’ buoni costumi contro i peric
Onestà. E però da alcuni si domanda. Perché il Papa non lo proibisce
per
tutto il Cristianesimo? Ovvero i Vescovi per le D
il Papa non lo proibisce per tutto il Cristianesimo? Ovvero i Vescovi
per
le Diocesi? Rispondo. Non si fa le proibizione un
escritta da’ Teologi, e quando servono, « ad quandam anima quietem »,
per
una certa quiete dell’anima, scrive S. Tommaso 2.
certa quiete dell’anima, scrive S. Tommaso 2. 2. q. 168. a. 2. c., e
per
un certo onesto rilassamento con qualche diletto;
ciosa. E prego umilissimamente il gran Padre de’ lumi Iddio che degni
per
sua bontà d’illuminare, e di muovere a questo tut
pienamente informati: onde se le sapessero di certo, le proibirebbero
per
sempre dalla Cristianità, comandando, che le Rapp
n minentium, quibus votum est ad talia convenire. » Ovvero tollerando
per
qualche tempo dell’anno i Commedianti ne gli stat
cun Principe tolleri con negativa permissione le Commedie oscene: non
per
ciò segue, che non pecchino i Recitanti, e gli Sp
ettatori non pecchino gravemente. I Superioric. 26., scrive Beltrame,
per
evitar maggiori mali, alle volte permettono alcun
per evitar maggiori mali, alle volte permettono alcuna cosa; e forse
per
compiacere, chi tal grazia chiede: ed altre volte
razia chiede: ed altre volte chiudono gli occhi, e lasciano scorrere,
per
non essere più importunati, e per non parer tanto
ono gli occhi, e lasciano scorrere, per non essere più importunati, e
per
non parer tanto austeri. Ma io dico, che la permi
non è lecita secondo S. Tommaso, « nisi vitetur maius malum », se non
per
evitare un maggior male: e questo non sortisce co
ssione, a me, vel ab alis excepta, malum altquod commune vitatum esse
per
Comedias. »Subs. 11. Ma qui mi nasce un dubbio:
rtale anzi non volesse udire, se alcun si presentasse al suo cospetto
per
ragionarne e di più non avesse caro, che si scriv
arne e di più non avesse caro, che si scrivesse né che si predicasse,
per
illuminar il Popolo a poter, e sapere distinguere
può praticare la dottrina del precetto della fraterna correzione, che
per
essere affermativo non obbliga « ad semper ». E q
itirarsi; tacere, e raccomandare il tutto al Signore Iddio; acciocché
per
sua bontà porga comoda occasione di efficace prov
; perché il parlare, o lo scrivere contro, può essere, che sia tenuto
per
troppa, e indiscreta liberta, e per zelo privo di
ontro, può essere, che sia tenuto per troppa, e indiscreta liberta, e
per
zelo privo di scienza, non secundum scientiam e
creta liberta, e per zelo privo di scienza, non secundum scientiam e
per
disprezzo virtuale dell’autorità del Superiore, q
nda con titolo di pubblica giurisdizione, e legittima superiorità. Ma
per
rispondere all’altra parte del Dubbio, che contie
pe pecchi non solo di fomentazione nel peccato; ma di scandalo ancora
per
le grosse spese: che però si odono spesso ne’ Pop
ribuzioni di altri sostentano i Commedianti, degni di essere cacciati
per
le loro poco modeste Rappresentazioni. E vero, ch
non lo fanno, perché si compiacciono delle loro sciocchezze; ma è che
per
lo più chi manca in virtù abbonda di presunzione
e importunano; e il Principe, che è grande, non può dar poco; tal che
per
levarsi dall’importunità di questi da molte volte
mette le Commedie Oscene perché il popolo ne gusta, sia buona Ragione
per
tollerarle Gli esempi iuxta §. fin. Inflit. de h
ant Regulam. » E si deve correggere con pio rimedi ciò, che è pessimo
per
l’esempio. « Quod exemplo pessimum est, corrigend
n l’esempio di uno errante, non è preparar difesa, ma cercar Compagni
per
andar all’Inferno; « non est defensionem parare,
inquirere. » E quindi io rispondo al Dubbio, che non è buona Ragione
per
la permissione delle Commedie Oscene l’esempio di
n l’approverei, quando dice. A’ Principi i trattenimenti si concedono
per
alleviar le noie, per l’uso, per far correr il da
dice. A’ Principi i trattenimenti si concedono per alleviar le noie,
per
l’uso, per far correr il danaro, per mantenere gl
rincipi i trattenimenti si concedono per alleviar le noie, per l’uso,
per
far correr il danaro, per mantenere gli esercizi,
concedono per alleviar le noie, per l’uso, per far correr il danaro,
per
mantenere gli esercizi, per operar cose da Princi
oie, per l’uso, per far correr il danaro, per mantenere gli esercizi,
per
operar cose da Principi pacifici, per dar gusto a
ro, per mantenere gli esercizi, per operar cose da Principi pacifici,
per
dar gusto alla Cittadinanza, molte, volte dalla p
le disonestà Teatrali: e se i Popoli ne gustano, gusto tale non basta
per
farle tollerabili; perché i Popoli, come agitati
e sregolate passioni, molte volte gustano di cose, viziose, le quali
per
ciò non si devono permettere senza buona, e suffi
zi l’ufficio del Principe, e del Superiore si è faticar in reprimere,
per
quanto può, i popolari, e immodesti desideri; com
un Popolo gustano delle oscene Rappresentazioni: ve ne sono molti, e
per
lo spirito, e per la prudenza, e per lo zelo rigu
delle oscene Rappresentazioni: ve ne sono molti, e per lo spirito, e
per
la prudenza, e per lo zelo riguardevoli, i quali
esentazioni: ve ne sono molti, e per lo spirito, e per la prudenza, e
per
lo zelo riguardevoli, i quali hanno gusto, che s’
itissimo Regno di Sicilia giunsero una volta i Mercenari Commedianti,
per
far le loro solite, e oscene Azioni: e prima di c
de’ buoni costumi,e evidente rovina della misera Gioventù, e pregava
per
amor del Sig. Iddio ad usare ogni possibile dilig
, e pregava per amor del Sig. Iddio ad usare ogni possibile diligenza
per
rimediar presto all’urgente necessità di molte an
a per rimediar presto all’urgente necessità di molte anime, che erano
per
cadere in moltitudine grande di peccati mortali.
o Punto il Sig. Fabio Albergati nel tenor, che segue. Con ciò sia che
per
autorità del Filosofo il gioco è in vece del ripo
la Greca superava. Aggiunge poco dopo quest’Autore. Essendo adunque e
per
la Ragione e per l’esempio convenevole , e necess
. Aggiunge poco dopo quest’Autore. Essendo adunque e per la Ragione e
per
l’esempio convenevole , e necessaria la ricreazio
blica, verremo a considerare, quale debba essere. La onde presupposto
per
autorità di Aristotile, che il Gioco sia riposo,
creerebbero gli Spettacoli, ne’ quali necessariamente intravengono, o
per
la maggior parte, ferite, e morte d’uomini, nella
I Superiori buoni, e savi, e timorosi di Dio non permettono a’ Popoli
per
convenevole trattenimento, se non le oneste,e ono
i gusti, coperti col velo di modesta ricreazione, non siano artifici
per
la distruzione de’ cristiani costumi. E io conclu
a Principi quelle, che essi approvano con la loro autorità: e accetto
per
vero quel detto di Girolamo Fiorentino. « Quas Co
o le Leggi del ben vivere a’ Cittadini, non proporrebbero tali esempi
per
formar i costumi: né esporrebbero i sudditi, e il
’ nostri figlioli, e delle nostre sostanze a qualsivoglia persona? No
per
certo. E di tale accorgimento stimo dotati i Prin
mento stimo dotati i Principi, e Superiori quando approvano le Azioni
per
lo Recitamento; vogliono, che siano come tante Re
onga cosa alcuna oscena. E mi aggiunse un altro personaggio. I Comici
per
la malizia loro si abusano della licenza; e infet
castigati, e banditi da Venezia molti Compagni della loro Professione
per
gli eccessi commessi ne’ Teatrali Recitamenti del
ori contro gli abusatori delle licenze in questo modo. Forse uno dirà
per
suo discarico: è vero, che i Superiori concedono
ò tollerare l’abuso delle Commedie oscene. Misero quell’infermo, che
per
timore di ricadere, dopo che sia guarito, nell’in
um, et impunitur remaneat necessarium fuit supervenire Legem Divinam,
per
quam omnia peccata prohibentur. » Acciocché niun
niun male resti senza la proibizione, fu necessaria la Divina Legge,
per
vigor di cui si proibiscono tutti i peccati; e pe
a la Divina Legge, per vigor di cui si proibiscono tutti i peccati; e
per
conseguenza quelli ancora, che nascono dalle Comm
to facilmente, se egli non lo eseguisce non si può salvare, se non fa
per
tempo la debita penitenza del suo errore. Che se
, e obbligazione. Si può sperare, che il Successore conservi l’ordine
per
quella massima universale, che è più facile conse
ndirà del tutto le Commedie oscene, senza concepire quel vano timore,
per
cagione di cui alcuni Superiori dicono. Oh i tris
arà reo il Superiore, mentre fa l’obbligo suo: e poi se alcuni pochi,
per
essere più sfrenati, faranno peggio, molti altri
r essere più sfrenati, faranno peggio, molti altri ciò non faranno: e
per
impedire la peggiore malvagità di quelli pochi, n
lo fa differire in altro tempo. E chi mai vide, che un Concubinario,
per
udire Commedie disoneste, lasciasse in tutto la d
ato nel Gioco delle carte, o de’ dadi si è risoluto mai più giuocare,
per
aver frequentato le Commedie? Sono tutte menzogne
. Punto sesto. Se i Superiori cavando dalla Commedia Oscena guadagno
per
qualche Opera pia, possono lecitamente permetterl
sservare i precetti della vera Giustizia, Temperanza, e Innocenza,
per
non commettere, né permettere cosa contraria alla
i Beltrame, il quale ragiona della Commedia non oscena, ma modesta; e
per
questa il guadagno è lecito; e anche il partecipa
a modesta; e per questa il guadagno è lecito; e anche il parteciparne
per
ordine de’ Superiori una parte a qualche luogo po
Magistrato, né altro Superiore possa permettere le Teatrali oscenità
per
ragione di cavarne guadagno da impiegarsi in qual
garsi in qualche pia opera, ein occorso di qualche bisognoso. E basti
per
sufficiente prova la dottrina de’ Teologi, più vo
e’ Teologi, più volte replicata da noi in questo, e in altri Libri, e
per
la quale non si può permettere un male senza buon
rmettere un male senza buona, e ben fondata ragione; e questa non v’è
per
la tolleranza, e permissione delle Commedie poco
e delle Commedie turpi, fa questa obiezione dell’utile che se ne caca
per
sostentamento di molti Ospedali, e per la cura di
ione dell’utile che se ne caca per sostentamento di molti Ospedali, e
per
la cura di molti corpi infermi. E risponde, mostr
scene Rappresentazioni, posto che se ne cavi qualche buon .emolumento
per
sovvenire al bisogno de’ luoghi pii. Rispondo. Ve
già, che; la Ragione di tollerare le pubbliche Meretrici sia l’utile
per
li Monasteri delle Convertite; ma bensì l’inconve
cati maggiori, che s’impediscono con la tolleranza delle Meretrici; e
per
rispetto de’ quali si pratica in molti luoghi la
ione ragionevole, e niuna opinione probabile vi è, come dice Hurtado,
per
tollerare le oscene Rappresentazioni; però lecita
erare le oscene Rappresentazioni; però lecita non è tal tolleranza, e
per
conseguenza l’obiezione fatta, e fondata su l’uti
ata su l’utile, e bene de’ luoghi pi bisognosi, non è di alcun vigore
per
coonestare al Superiore la permissione delle Teat
q. 10. a. 11. c., che la permissione de’ peccati si deve esaminare sì
per
la parte del bene, che non s’impedisca; sì anche
eve esaminare sì per la parte del bene, che non s’impedisca; sì anche
per
la parte del male, che non segua. « Ad has causas
irituale, e la vita della grazia d’innumerabili anime, che la perdono
per
rispetto della Commedia oscena; e come dunque sar
dia oscena; e come dunque sarà lecita al Superiore la permissione sua
per
questa Ragione, che con parte di quel guadagno so
i essere veduta, e ascoltata; e hanno usato grano diligenza, non solo
per
ritirarne i Fedeli; ma anche per ottenere che si
anno usato grano diligenza, non solo per ritirarne i Fedeli; ma anche
per
ottenere che si levassero affatto le Rappresentaz
he gli antichi, e moderni Scrittori hanno pubblicato alla Cristianità
per
giovamento di ciascun Fedele, a cui se non possia
Ribadeneira dice. I Dottori non solamente riprendono gli Spettacoli,
per
essere stati anticamente instituiti da’ Gentilib.
ilib. 1. cap. 11. della Tribol. in onore de’ loro falsi Dei; ma anche
per
la offesa, la quale per molti altri rispetti vien
Tribol. in onore de’ loro falsi Dei; ma anche per la offesa, la quale
per
molti altri rispetti vien fatta a nostro Signore
quale per molti altri rispetti vien fatta a nostro Signore con essi e
per
la corruttela de’ costumi, che ne segue alla Repu
celta di que’ luoghi presi da’ Padri, e da’ Dottori amici che servono
per
una manifesta condannazione delle moderne Commedi
e cosa immaginabile v’è che imiti il dissoluto, non che dissoluta sia
per
se stessa? Io rispondo, che S. Crisostomo, e molt
ciute: ancorche molti Autori, così sacri, come profani, approvino ciò
per
bene: e tra questi S. Ludovico Re di Francia, il
e, in pubblico rappresentate, facesse arrossire gli scostumati; e che
per
ciò s’emendassero. E Socrate, trovandosi dell’ist
et adstantium quidam diceret. Non hæc eniquo fors animo Socrates? Non
per
Iovem, inquit, agre fero si in Theatro, perinde u
Vives sopra S. Agostino che nell’antico tempo la Commedia fu proibita
per
la maledicenza. E quel Satirico Censore di Alcibi
proibita per la maledicenza. E quel Satirico Censore di Alcibiade fu
per
comando di lui sommerso nel mare Nondimeno second
tutti mal contenti del Re: al quale facevano molte, gagliarde istanze
per
avere i soliti stipendi, e il meritato danaro. E
ro. E tutti dal Re con buone parole erano rimessi al Regio Tesoriere,
per
ricevere la dovuta soddisfazione: Ma che? Il Teso
ste mordaci riflessioni il Re s’accorse, che erano dette contro di se
per
istruzione data dalla Regina sua Consorte, e gelo
de’ suoi amori. Io concedo, che altre cagioni buone possono avvenire,
per
le quali un Principe, o altro, Superiore dia leci
molto gusto, e con grande utilità. Né io riprovo tali Commedie fatte
per
cagioni stimate buone da’ Superiori. Ma non posso
ioni stimate buone da’ Superiori. Ma non posso già concedere, che sia
per
trovarsi qualche buona ragione,che giustifichi la
11., un grandissimo male, il quale dal Superiore si deve impedire, e
per
carità per officio: « nec excusatur per opinionem
andissimo male, il quale dal Superiore si deve impedire, e per carità
per
officio: « nec excusatur per opinionem probabilem
Superiore si deve impedire, e per carità per officio: « nec excusatur
per
opinionem probabilem, quia talis nulla est » : né
altri, che potrei portare, intorno alla permissione di un mal minore,
per
evitarne un altro maggiore, intende, quando la pe
so,dicendo. L’umana Legge permette alcune cose, non perché le approvi
per
buone; ma perché non può indirizzarle al bene. «
oscene : « quia ex Thoma malum publicum non potest permitti, nisi ut
per
illud vitetur aliud, quod sine illo vitari non po
e rigirare l’argomento, e dire. Si permette lecitamente il mal minore
per
schivare il maggiore: dunque si può permettere la
dolente, la conversazione con le Meretrici, e altri peccati ordinari,
per
schivare le Commedie disoneste; poiché queste con
, e massimamente della Castità; benché a molti paiano peccati piccoli
per
l’uso cattivo, e mala consuetudine. « Peccata qua
ermissibili Spettacoli, benché alle volte alcuni, o molti del popolo,
per
la loro poca virtù, e abuso, vi commettano qualch
Commedia vecchia, e la mordacità di Aristofane meritasse imitazione,
per
avventura contro que’ Soggetti converrebbe, che p
tasse imitazione, per avventura contro que’ Soggetti converrebbe, che
per
pubblico giudizio fossero stati legittimamente gi
che sempre uccide: e però gli Attori di lei, e i Protettori piangano
per
tempo i molti, e gran peccati, che hanno commessi
ettori piangano per tempo i molti, e gran peccati, che hanno commessi
per
sua cagione. « Quam magna deliquimus, avvisa S. C
one. Chi di un soggetto scrive pubblicamente, ovvero discorre, deve,
per
quanto può, ingegnarsi d’averne prima una perfett
prima una perfettissima contezza: altrimenti porterà pericolo sentire
per
suo avviso quel motto vulgato, e antico, che il C
che da me fino al presente giorno sono stati letti; adunque Beltrame,
per
altro uomo di buona volontà, fu d’intelletto non
nostro tempo. Rispondo. La piena cognizione di una cosa non richiede
per
necessità la vista presenziale: si può avere in a
il Teatro. Rispondo. I Teologi, e i Predicatori non si devono fidare
per
giuste ragioni delle informazioni, o relazioni de
ossono sicuramente sapere, eziandio che non vi stiano mai presenti, o
per
la pubblica fama del popolo; o per la fedele rela
che non vi stiano mai presenti, o per la pubblica fama del popolo; o
per
la fedele relazione d’alcuni Spettatori savi giud
ettatori savi giudiziosi, degni di fede, e mandati a posta al Teatro,
per
osservare segretamente, e minutamente ciò,che vi
e, e suoi seguaci. Molti giudiziosi vanno alle Commedie mercenarie, e
per
ordinario le trovano ree; e lo riferiscono a’ Teo
entre fanno le lto Azioni; o conversano insieme fuori del Teatro:e io
per
questo mezzo ho avuto cognizione di molte cose. E
olte, se vogliono, Azioni, in tutto modeste: e alle volte le fanno, o
per
timore de Padroni, massimamente recitando in loro
, o per timore de Padroni, massimamente recitando in loro presenza; o
per
allettar Virtuosi o forse per interesse proprio,
simamente recitando in loro presenza; o per allettar Virtuosi o forse
per
interesse proprio, e quasi sforzati dalla necessi
Teatrale con danno delle anime, e con trionfo di Satanasso. Così dico
per
rispondere al caso addotto, e agli altri accennat
Mercenari, e moderni Commedianti si mostrano modesti, e regolati; ma
per
ordinario, e secondo il solito loro costume, sono
ina degna di essere creduta, e praticata. Essi conoscono la Commedia,
per
un trattenimento lecito in quanto Commedia; e com
idotti del gioco, o dal postribolo, o da altro luogo peccaminoso; non
per
questo deve essere libera dalla Censura de’ Teolo
perché non leva da tutti i peccati ma opera, che si lasci un peccato,
per
farne un altro, e forse più grave, e forse accomp
poiché sta presente ad una oscena Rappresentazione, si fa bersaglio,
per
essere colpito, e trapassato da mille strali arde
si ritiri dall’impure Rappresentazioni, e pianga gli errori commessi
per
non se n’essere ritirato. « Plange hic modicum, d
eduto sempre le loro fatiche vane, e infruttuose: perché si proposero
per
fine, e faticarono, o per muovere i Superiori all
he vane, e infruttuose: perché si proposero per fine, e faticarono, o
per
muovere i Superiori alla proibizione, o per ritir
per fine, e faticarono, o per muovere i Superiori alla proibizione, o
per
ritirare i Comici dall’Arte o per spaventare i Po
ere i Superiori alla proibizione, o per ritirare i Comici dall’Arte o
per
spaventare i Popoli dall’udire le mercenarie Comm
o e pure le Compagnie de’ mercenari Commedianti sono chiamate e vanno
per
le Città d’Italia e dell’Europa; e vi sono ben ve
ire ove i Giganti di Flegra non poterono arrivare; travagliarsi loro,
per
travagliar gli altri: voler innestare frutti, ove
nità, e il Comico virtuoso dal vizioso; non fatica in vano, e ottiene
per
ordinario il preteso fine, e il desiderato frutto
fondato nella necessità; e non solo il modo predicatorio, appoggiato
per
lo più alla convenienza. Io in molte Città, proce
con i Superiori Ecclesiastici, e Secolari con il modo scolastico, ho
per
divina bontà conseguito il mio fine; e ho vedute
dobbiamo scrivere ? Oh questo no; anzi possiamo, e dobbiamo, almeno
per
carità, e scrivere, e parlare; perché ove arde l’
; e ove sorge l’Idra del Vizio, ivi bisogna usar il fuoco, e’l ferro,
per
darle morte. Insomma «ubi peccatum, ibi remedium»
dirò con S. Agostino. Dio è il Seminatore celeste della divina grazia
per
far frutto nelle anime l’uomo, o che scriva, o ch
o Agostino Ser. 4. de verb. Apostol. dice altrove più breve, e meglio
per
acconcio nostro dicendo. « Nos loquimur; sed Deus
dicendo. « Nos loquimur; sed Deus erudit. » Non devo poi tacere, che
per
le scritture, e per le parole di molti, molto si
imur; sed Deus erudit. » Non devo poi tacere, che per le scritture, e
per
le parole di molti, molto si è riformata la Scena
esse Donne nel Teatro, ci sarebbe grato: e si troverebbero altri modi
per
allettare. Finisco ricordando, che chi scrive, o
nte m’indurrei a capitare, ove si recitano. L’opera da lei composta è
per
mio credere santissima, e è più che necessarissim
anesimo, ove la licenza degli Istrioni è giunta a segno, che non più,
per
allettare gli Auditori, studiano in trovare sogge
este, sarebbe non piccolo frutto, né di piccolo giovamento all’Anime,
per
salvarle dalle gravissime pene del Purgatorio. Po
on vi consumino con peccati, eziandio leggeri, il tempo commesso loro
per
operare il bene. E per tal fine ricordo, che Zacc
cati, eziandio leggeri, il tempo commesso loro per operare il bene. E
per
tal fine ricordo, che Zaccaria Bonerio ha pondera
ore, non potendo una notte conciliarsi il sonno, si alzò di letto, e,
per
andar a prender lume in cucina, cominciò a scende
ò di letto, e, per andar a prender lume in cucina, cominciò a scender
per
una scala a chiocciola; giunto alla metà, d’onde
ndolo subito atterrito, lo incoraggia, dicendo. Non temere. E presolo
per
la mano, lo conduce verso la cucina ; ove aperta
ntoso ministerio voltando, e rivoltando sopra le fiamme, e arrostendo
per
ogni parte que’due miseri tormentati. Attonito ri
tolleranza di così crudeli supplica? Ma ditemi; siete voi condannati
per
sempre alle pene Infernali, o pure la Misericordi
o? Risposero quelli con dolorose parole. Salvi noi siamo dall’Inferno
per
gran misericordia del Sommo Iddio e ma ci ha conf
vani passatempi, quanto maggiori saranno le pene,che si tollereranno
per
li peccati, eziandio veniali commessi nel Teatro
anissimo passatempo delle oscene Commedie? Deh servano le pene altrui
per
liberar noi dalle future pene. « Vitemus, conclud
a. E a questa indiscretezza volge il pensiero, e la favella, chiunque
per
difesa de’Commedianti osceni così discorre. Certo
Onde è vana, e falsa la querela, che Beltrame spiega n 1 cap. 19. Ma
per
rispondere al punto de’ Commedianti ripresi, dico
i, dico, che è necessaria diligenza grande contro i loro peccati: non
per
atterrare il guadagno de’ modesti; né per sotterr
contro i loro peccati: non per atterrare il guadagno de’ modesti; né
per
sotterrare il loro onore; né per levarli il pane
tterrare il guadagno de’ modesti; né per sotterrare il loro onore; né
per
levarli il pane dalle fauci, né per soddisfare a
per sotterrare il loro onore; né per levarli il pane dalle fauci, né
per
soddisfare a certe devote Femminucce; né per aggr
il pane dalle fauci, né per soddisfare a certe devote Femminucce; né
per
aggredire alle Mogli gelose de’Mariti: perché que
ni di poca sodezza, e le porta Beltrame: ma è necessaria la diligenza
per
molte altre, e molto buone ragioni; alcune delle
o sotto colore di qualche immaginato bene, fa sotterrare i suoi Vizi,
per
mezzo del piacere, secondo quel detto di Seneca.
meno scusabile, che non sono gli altri: poiché si commette più tosto
per
elezione, che per essere assaltato da tentazione.
he non sono gli altri: poiché si commette più tosto per elezione, che
per
essere assaltato da tentazione. Settima, perché l
neque Virtutem cognoscet unquam. » Queste ragioni spiega il Mazarino,
per
le quali io dico che non è zelo indiscreto il rip
le senza offesa di Dio, e senza rovina degli Spettatori. E chi fatica
per
un fine tanto giusto, onesto., prudente, e buono;
acremente; o se ferisce; le punture, e le ferite sono ad sanitatem »,
per
apportate la sanità. Non è Medico discreto, e buo
tatem », per apportate la sanità. Non è Medico discreto, e buono; chi
per
soverchia piacevolezza lascia languire, e morire
piacevolezza lascia languire, e morire l’infermo miseramente. Ricordo
per
ultimo, che alle volte avviene, che non solo da’
cordarono di porre in ordine il celebre Recitamento del Pastor fiido,
per
rappresentarlo dopo la Solennità delle feste Pasq
che necessario, e efficace avviso, desiderando, e sperando, che fosse
per
essere un opportuno preservativo contro la malign
teneva l’ammonizione del Servo di Dio poco se n’approfittarono; anzi,
per
segno di burlarsene, cominciarono leggere pubblic
i affetto alla Maestà del misericordioso Iddio la loro conversione; e
per
occasione de’ quali io ricordo a somiglianti pers
. Punto settimo. Di quello, che si può rispondere a chi dice. Alcuni
per
Interesse parlano contro i Comici osceni. Guarda
per Interesse parlano contro i Comici osceni. Guardati da chi parla
per
Interesse mascherato di zelo, perché tira colpi d
ro il Sermone; onde si scema la fama, e il credito di molti Dicitori,
per
altro valenti e famosi. Beltramecap. 36. si fa se
mini: poiché i virtuosi sono quelli, che tirano l’audienza; quasi che
per
far piacere a loro, gli altri s’abbiano a morir d
ti, coi quali molti mal’affetti restano liberati da lunghe infermità,
per
cagione delle quali seguiterebbero a spendere lar
Santo, né meno alcun moderno, e virtuoso Predicatore sarà stato mosso
per
Interesse d’Audienza a proclamare contro i Comici
mettono, e fanno commettere molti peccati; però con santo zelo, e non
per
Interesse di riputazione, ogni buono, e virtuoso
i tristi Ciarlatani, e però si mostrano alieni da simili persone, non
per
interesse di perdere qualche guadagno, ma per non
da simili persone, non per interesse di perdere qualche guadagno, ma
per
non favorire, chi non è meritevole di favore. Io
di stupirsi, perché molti Scrittori lasciano altre materie più utili,
per
trattare contro di loro. Alcuni Amici de’ modern
farebbe, che ove regna la peste, i medici non curassero di medicare,
per
attendere ad altro. Peste delle anime sono le Com
i recheranno grandissima utilità a tutti i Fedeli; rendendoli accorti
per
fuggire i pericoli di perdere l’eterna consolazio
per fuggire i pericoli di perdere l’eterna consolazione del Paradiso,
per
cagione dell’illecito, e vanissimo gusto, che si
era il morbo, deve perseverare l’applicazione de’ medicamenti. Ma non
per
questo la Cristianità rimane priva del godimento
iaro; e grazia efficacia a ciascuno, che li legga, come gli bisogna e
per
conoscere, e per conseguire il fine, per cui ha r
ficacia a ciascuno, che li legga, come gli bisogna e per conoscere, e
per
conseguire il fine, per cui ha ricevuto l’essere
li legga, come gli bisogna e per conoscere, e per conseguire il fine,
per
cui ha ricevuto l’essere dal Creatore; e questo c
l guadagno, che sia, costretta di lasciar all’osteria pegni non pochi
per
riceverne il necessario sostentamento? Non è ingi
sitata di partirsi quanto prima da una Città, nella quale altre volte
per
le sue Virtù era stata, o chiamata, o volentieri
i Dio, e del bene spirituale delle anime, né ciò si giudica da veruno
per
opera ingiusta, ma grandemente giusta, e meritori
i li convincono. I Dottori li confondono, I Legislatori li pubblicano
per
infami. Tutti i Savi si mostrano apertamente loro
ntrari e li vituperano. E questi ciò facendo, commettono ingiusto? No
per
verità. Dunque né men si possono incolpar d’ingiu
di giustissimi Personaggi. Que’ miseri, e infelici sono molto ciechi
per
vedere la bellezza dell’Onestà; e sono molto occh
olto ciechi per vedere la bellezza dell’Onestà; e sono molto occhiuti
per
mirare l’interesse del guadagno; e pare loro, che
ave rimorso a chi li riprende; perché essi con tal guadagno vivono; e
per
conseguirlo travagliano molto, non solo nel Teatr
ando i Recitamenti. Con tutto ciò si ricordino, che il loro guadagno,
per
essere ritratto da Azioni oscene, è illecito, e v
i modesti Comici, e i Ciarlatani Virtuosi, ciascuno de’ quali applica
per
sé, e pratica l’avviso di quel SantoNilus in cap.
i obbiezione vien proposta così. La Commedia fu trovata, e usata, non
per
introdurre Vizi nel Mondo; ma per, correggerlo da
a Commedia fu trovata, e usata, non per introdurre Vizi nel Mondo; ma
per
, correggerlo da’ Vizi, e per ammaestrare i Sempli
a, non per introdurre Vizi nel Mondo; ma per, correggerlo da’ Vizi, e
per
ammaestrare i Semplici al bene, e alle Virtù con
o scrisse a’ Romani, che le opere Teatrali erano un mezzo molto buono
per
trattenere la nobiltà; e per correggere le person
pere Teatrali erano un mezzo molto buono per trattenere la nobiltà; e
per
correggere le persone prive di dottrina, e ignora
dere a Beltrame, che la Commedia è un modo trovato da’ Saggicap. 53.,
per
correggere il Vizio ridendo, e non piangendo. Ma
per correggere il Vizio ridendo, e non piangendo. Ma non concedo già
per
vero quello, che egli aggiunge. Cioè. Tutti i mez
ti i mezzi sono buoni, quando tendono a buono fine; perché chi avesse
per
fine l’offrire un Calice d’Argento, è d’Oro ad un
vesse per fine l’offrire un Calice d’Argento, è d’Oro ad un Altare; e
per
tal fine usasse l’assassinio, e il ladroneccio, u
sto è servirsi di un mezzo molto repugnante alla bontà del fine, cioè
per
cagionare casti costumi, proporre impudiche Azion
alla distruzione della Castità: come se un Piloto volesse la sua nave
per
« scopulos ducere ad littus » : che è sentimento
ttere, che gli uominidel Bene l. 4. p. 2. c. 50. n. 7. da lui graditi
per
faceta conversazione, s’usurpassero poi anche nel
la comparsa delle Donne innamorate e altre impurità di questa fatta;
per
le quali io dico che « non sunt facienda mala, ut
ante: e così la Commedia oscena nella pratica riesce molto perniciosa
per
le oscenità. Né si deve dire, che a nostro tempo
vina di tante anime. Né vale la scusa di chi dice. Si tratta d’amore,
per
mostrare i mali effetti di quella passione; accio
uggono, ma si seguono da’ deboli di spirito, e s’imparano nel Teatro,
per
ridurli poi fuori del Teatro alla pratica disones
ò dire con Val. Flac. « Penelope venit, abito Helena. » Né men giova,
per
giustificare le correnti Commedie oscene, il dire
ri astuzie, e tal’ora invenzioni arrabbiate, diaboliche, e disperate,
per
allettare, e per ritenere i poco modesti Amici al
’ora invenzioni arrabbiate, diaboliche, e disperate, per allettare, e
per
ritenere i poco modesti Amici alle loro conversaz
ne dell’ordinario in un anno, nel quale vi erano stare le Commedie; e
per
conseguenza si erano impediti tutti que’ peccati,
o. Chi sta ad un’oscena Commedia, non sta in atto di devozione ma sta
per
ordinario in pericolo, in occasione, e forse in a
vedendo rappresentare la poca fede di lei, e gli scaltri, modi tenuti
per
cavar danari da i Corrivi? E quanti si sono ravve
altri errori? In Faenza un Padre riaccettò l’unico figliolo cacciato
per
le querele fatte dalla Matrigna, vedendo in una R
scena cagioni qualche buon pensiero, e qualche virtuosa deliberazione
per
una grazia molto straordinaria, e abbondantissima
gioia non forma un tesoro: e l’uomo savio giudica secondo quello, che
per
lo più, succede. E nel caso dello stare alla Comm
nel caso dello stare alla Commedia illecita si vede chiarissimo, che
per
lo più, e ordinariamente un tristo si fa peggiore
si sostentano col far belletti, lisci, acque bionde; polveri, profumi
per
le Donne, che ne potrebbero far di meno? Quanti c
le Donne, che ne potrebbero far di meno? Quanti campano la vita loro,
per
far ordigni da uccidere altrui? E questi’ sono ta
uerela di Beltrame io dico, che come le detto Professioni sono lecite
per
la convenevolezza di buoni fini, così la Professi
ni, così la Professione de’ Commedianti non merita biasimo, quando ha
per
fine l’onesto trattenimento: ma si come in quelle
nità, come difetti illeciti, e molto vituperevoli dell’Arte, la quale
per
se stessa è lecita, e è degna di comendazione: e
rnano con lo splendore della TemperanzaTe. 1. tit. de Intemperantia.,
per
dar gusto a Dio. « Vere felices, dice S. Efrem Si
icolosa a’ Secolari, perché tanti la riprovano? Corre una certa voce
per
la bocca di molti, i quali per favorire la permis
ti la riprovano? Corre una certa voce per la bocca di molti, i quali
per
favorire la permissione della Commedia oscena, di
i Fedeli professano il Monachismo. quasi che vogliano dire. S’inganna
per
regola di certezza, chi pretende annichilar la Co
eazione utile, e dilettevole, inventata, o almeno usata, e approvata,
per
distogliere dal Vizio e si compone di parole, e d
olto contrari a’ Mercenari Commedianti perché molti di questi, se ben
per
colpevole ignoranza più, che per conosciuta maliz
ianti perché molti di questi, se ben per colpevole ignoranza più, che
per
conosciuta malizia infettano le Scene, e il Teatr
ita si richiede da’ Secolari, e da’ Monaci e a tutti si deve una pena
per
le medesime colpe. E io dico « si non omnes Monac
e colpe. E io dico « si non omnes Monachi, omnes sumus Cristiani », e
per
conseguenza tutti siamo obbligati a fuggire l’off
e l’offesa di Dio, e la, rovina spirituale dell’anima nostra. Ma dirà
per
avventura uno contro di me, come giudico esser de
do queste cose; imperoché da persone secolari non si deve cavar, come
per
forza, una tanto e fatta, e minuta purità. Rispon
e non a’ Gentili, né agl’infedeli. Non voglio tacere ciò, che tal’uno
per
obbiezione dice alle volte. Un Religioso, essendo
coscienza, al solo mirar una Donna teme, si ritira, e, se può fugge,
per
non inciampare in qualche pericolo di cadere, gra
abituato a trattar impuramente con Donne, non acquista nuova infamia,
per
essere veduto a stare udendo, e vagheggiando; le
e veduto a stare udendo, e vagheggiando; le Comiche disoneste, ma non
per
questo crederò io, che non pecchi; anzi stimerò,
a non per questo crederò io, che non pecchi; anzi stimerò, che pecchi
per
abito, per uso, e per consuetudine; benché non fa
uesto crederò io, che non pecchi; anzi stimerò, che pecchi per abito,
per
uso, e per consuetudine; benché non faccia un att
rò io, che non pecchi; anzi stimerò, che pecchi per abito, per uso, e
per
consuetudine; benché non faccia un atto riflesso
sopra il suo peccato; onde sarà reo di maggior colpa, che se peccasse
per
pura fragilità, e sentendo timore nel peccare. No
se concedere, come vero, il caso in ordine a qualche secolare, che, o
per
virtù, o per abito vizioso, o per altro, non teme
come vero, il caso in ordine a qualche secolare, che, o per virtù, o
per
abito vizioso, o per altro, non temesse di peccar
n ordine a qualche secolare, che, o per virtù, o per abito vizioso, o
per
altro, non temesse di peccare con il consenso al
o: chi vuol poi precipitarsi, suo danno. Così la Commedia non è fatta
per
peccare: chi vuol peccare suo danno. Ella si fa b
ne conoscono alcuni in particolare; la Commedia è illecita, e è fatta
per
peccare, e per far peccare; perché tal comparsa è
cuni in particolare; la Commedia è illecita, e è fatta per peccare, e
per
far peccare; perché tal comparsa è peccato; e si
tori contro i Commedianti osceni. Il caso seguito suole aver grazia,
per
ornar un discorso, e anche forza, per confermare
caso seguito suole aver grazia, per ornar un discorso, e anche forza,
per
confermare una verità; ma non è tale di sua natur
verità; ma non è tale di sua natura, che debba giudicarsi bastevole,
per
dar fondamento ad un Assioma; o per essere accett
, che debba giudicarsi bastevole, per dar fondamento ad un Assioma; o
per
essere accettato, come una Legge universale. Di q
toccò ad essere in un Teatro. E quella parola, Casa sua, io prenderei
per
enigmatica; che tale è la frase Demoniaca: o fors
liono perciò perder quel titolo. E poi io non crederei mai al Demonio
per
qualsivoglia colore di verità, atteso che egli è
i mai al Demonio per qualsivoglia colore di verità, atteso che egli è
per
abito mendace, e vanaglorioso. e stima, che tutto
o il mondo sia suo: come gli uscì di bocca, quando ne fece oblazione,
per
farsi adorare da chi poi gli fiaccò le corna. E p
tro de’ Mercenari Comici moderni e in particolare quello di Beltrame,
per
lo più è osceno; e le correnti Commedie, io giudi
l’Azione; e richiesto da chi lo conobbe, perché ciò facesse: rispose;
per
non perdere il guadagno preteso da lui dal farsi
aida, o da qualche gesto mal’ordinato all’onestà, il quale suole aver
per
guiderdone un isgridamento. E io dico, che tal gu
pretende. E però il narrato Caso giustamente è proposto da’ prudenti
per
ritirare le persone dalle; oscene Rappresentazion
n nulla. Sono concetti da riempir un discorso , e non argomenti reali
per
stabilir le ragioni. E non credo di oppormi; poic
sia un nulla il racconto di un Caso seguito, spiegato a proposito, e
per
rinforzo, e conferma di una verità: tuttoche non
rinforzo, e conferma di una verità: tuttoche non sia buon fondamento,
per
argomentare a’ particolari ad universale, e per d
sia buon fondamento, per argomentare a’ particolari ad universale, e
per
dar credito ad un Assioma. Aggiungo. E quante vol
ngo. E quante volte Beltrame, buon uomo, si serve di simili accidenti
per
stabilire qualche sua ragione? Potrei allegar mol
e qualche sua ragione? Potrei allegar molti luoghi nella sua Supplica
per
acconcio del detto mio ma di vantaggio basta il c
sta il cap. 57. ove scrive. Dirò una cosa sola occorsami, che servirà
per
molte ragioni. E poi narra un caso, ove spiega, c
n avessero intera cognizione dell’Arte Comica. Insomma l’esempio vale
per
esempio, e non per Massima universale ma mostra b
ognizione dell’Arte Comica. Insomma l’esempio vale per esempio, e non
per
Massima universale ma mostra ben si, che può avve
un particolare quello, che ad altro è già avvenuto: tutto che non sia
per
avvenire a tutti per Legge di necessità. E il Cas
, che ad altro è già avvenuto: tutto che non sia per avvenire a tutti
per
Legge di necessità. E il Caso proposto bastevolme
evolmente prova, che il Demonio fa guadagno ne’ Recitamenti osceni; e
per
ciò si devono fuggire con diligenza da’ Virtuosi;
issenel Giardino de’ fiori curiosi tractat. 1. p. 17., e si certificò
per
cosa molto vera, che in una Città di Alemagna alc
si l’abito, ne meno spogliarsi i vestimenti; e ella diventata gravida
per
simile congiungimento , e avendo nell’immaginazio
narrano cose Infernali; e acciocché questa meraviglia fosse manifesta
per
il Mondo, la portarono stampata per Spagna, e per
questa meraviglia fosse manifesta per il Mondo, la portarono stampata
per
Spagna, e per la Cristianità. Or noi da questo ca
lia fosse manifesta per il Mondo, la portarono stampata per Spagna, e
per
la Cristianità. Or noi da questo caso possiamo be
eretica, alcuni si posero a rappresentare una nobilissima Commedia o
per
sua commissione, o per darle qualche gustevole tr
ero a rappresentare una nobilissima Commedia o per sua commissione, o
per
darle qualche gustevole trattenimento: nella qual
issione, o per darle qualche gustevole trattenimento: nella quale, si
per
ornamento dell’Azione, come anche per la presenza
trattenimento: nella quale, si per ornamento dell’Azione, come anche
per
la presenza della Regina, furono fatti nobilissim
to; e cominciando la Messa, vi fece tutto quello, che egli seppe fare
per
scherno, e per disprezzo de’ Sacerdoti. Ma, o gra
do la Messa, vi fece tutto quello, che egli seppe fare per scherno, e
per
disprezzo de’ Sacerdoti. Ma, o gran giudizio di D
iù Savi conobbero benissimo, che quello era stato un vero Demonio, sì
per
lo terrore, che diede; sì per l’impeto, che operò
he quello era stato un vero Demonio, sì per lo terrore, che diede; sì
per
l’impeto, che operò; come anche per la puzza e gr
sì per lo terrore, che diede; sì per l’impeto, che operò; come anche
per
la puzza e gran fetore, che subito qui sparse, e
ome anche per la puzza e gran fetore, che subito qui sparse, e lasciò
per
tutto. La Commedia non andò più oltre: perché ogn
tto. La Commedia non andò più oltre: perché ogn’uno rimase sbigottito
per
simil fatto. Ma non per questo la Regina né i suo
ò più oltre: perché ogn’uno rimase sbigottito per simil fatto. Ma non
per
questo la Regina né i suoi aderenti, si mutarono
a Romana, le quali alloggiavano i passeggeri; e quando un solo veniva
per
alloggio lo ricevevano allegramente, lo trattavan
Asino; e come tale lo vendevano a’ Mercanti. Un giorno vi capitò solo
per
sua sventura un Giovane che viveva con l’Arte d’I
pparenza di un Asino; lo tennero appresso di sé, e guadagnarono molto
per
mezzo di lui perché davano piacere a chiunque di
orse, che un vicino s’invaghì di quell’Animale, trattò con le vecchie
per
concluderne la compra e alla fine l’ottenne a pre
da quel Custode, che lo cercava tutto sollecito, e domandò. Avete voi
per
avventura veduto un Asino. Sì, rispose, l’ho vedu
ma ero Uomo, e non potevo parlare. Restò stupido, e quasi fuori di sé
per
meraviglia il Custode; riferì tutto al Padrone, i
per meraviglia il Custode; riferì tutto al Padrone, il quale lo fece
per
sicura strada sapere al Papa; onde tosto furono p
ò un Mimo nomato Gaiano, il quale attendeva all’Arte degli Spettacoli
per
dar al popolo pastura, e trattenimento: ma l’infe
della sua infelicità era stata la sfacciataggine delle bestemmie sue;
per
le quali, « clementer cruciatus fuisset » ; era s
temmie sue; per le quali, « clementer cruciatus fuisset » ; era stato
per
mezzo della clemenza pienamente punito, e mutilat
orio, che un Giocolatore stava sonando, e trastullando con una Simia,
per
guadagnarsi il pane, avanti la porta di una casa,
l suono, disse. Ohimè, ohimè, quel misero è morto: sù, sù, portategli
per
carità il cibo, e la bevanda: ma sappiate, che è
miano stette diciotto giorni ne’ penacissimi tormenti del Purgatorio,
per
aver avuto troppo diletto in udire dalla sua came
Spettacoli delle oscene Rappresentazioni : e io cotal giudizio stimo
per
ottimo, e degnissimo d’essere con l’esecuzione pr
ssere con l’esecuzione praticato. E a molti di questi esempi accomodo
per
acconcio di nostro giovamento spirituale l’interr
non moveatur, et timeat, ne similia incurrat? » Ma non voglio tacere
per
rinforzo del giudizio del citato Autore ciò, che
Fiorenza amato dal Popolo, e da Cittadini , sperando tutti, che fosse
per
mettere la pace tra loro: e però si rinnovarono l
andissime loro strida, onde lo spettacolo riusciva molto più orribile
per
lo vero spavento, che co consolativo per lo finto
riusciva molto più orribile per lo vero spavento, che co consolativo
per
lo finto, e rappresentato Gioco. L’insolita appar
, e calcato di gente, e essendo allora di legname, cadde in un subito
per
la grandezza del peso, e cadendo cagionò, che mol
ente rotti, e guasti nelle persone; si che il Gioco fatto da beffe, e
per
allegrezza, riuscì Caso doloroso, lacrimevole, e
a beffe, e per allegrezza, riuscì Caso doloroso, lacrimevole, e vero,
per
cui moltissimi andarono a saper le novelle dell’a
uesto fu segno del futuro danno, che venir doveva in breve a Fiorenza
per
gli peccati de' Cittadini. E io quindi avviso a t
Purificazione della purissima Regina degli Angeli, si stava in ordine
per
recitarsi una Commedia profana in casa di un nobi
o compunti; pensando ciascun a’ casi suoi; e servendo la morte di uno
per
efficace Predicator di penitenza a molti: « fuit
e avvenne questo successo. Molti Gentiluomini in Patria loro facevano
per
titolo di trattenimento certe Commedie, le quali
omenica avrebbe parlato delle Commedie; già che alcuni s’erano offesi
per
quel poco, che avanti egli n’aveva accennato. Sub
o in Pergamo, e fatta la prima parte, disse. Alcuni si sono lamentati
per
certe mie parole dette contro le correnti Commedi
a lingua alle maldicenze, e provocò l’Ira Divina con più gravi colpe:
per
le quali, come si crede, fra lo spazio breve di s
olpendo nel bersaglio di questo fine, finisco di lanciar altre saette
per
ferire: e solo ricordo la grave sentenza del Sant
imi Comici che si persuadono d’esercitare con Virtù l’Arte, accettano
per
vero il detto mio; e lo confermano con i detti lo
fermano con i detti loro. Beltrame pone lui sul fronte di un suo Capo
per
titolo questocap. 42. avviso . Se coloro, che rip
ontro di chi sconciamente avesse parlato, dicendo al mal fattore, che
per
sua cagione si fosse fatto quel schiamazzo: e gli
li Ebrei, né S. Tommaso d’Aquino a gli Eretici; non so, chi l’approva
per
bene. Sin qui Beltrame. Al quale io voglio rispon
convincere di menzogna questo mio detto: tutto che non se lo persuada
per
vero, seguendo il parere, e il lamento di Beltram
onforto, e di molta soddisfazione a que’ Commedianti, che non peccano
per
malizia, ma esercitano secondo il debito Decoro;
o per malizia, ma esercitano secondo il debito Decoro; ovvero mancano
per
inavvertenza se per falsa persuasiva d’esercitarl
ercitano secondo il debito Decoro; ovvero mancano per inavvertenza se
per
falsa persuasiva d’esercitarla bene, come bisogna
inavvertenza se per falsa persuasiva d’esercitarla bene, come bisogna
per
non peccare mortalmente. Dico terzo. Gli Autori c
, ma, o non si fa tal correzione, o se si fa, non segue l’emendazione
per
ordinario. Io mi rattengo dal provare, che, con l
troppo vituperoso; mostrandogli, e istruendolo, come poteva moderarlo
per
un’altra volta. Dal che intendiamo, che Beltrame,
Beltrame è il Cecchino, e altri moderni Commedianti, i quali portano
per
lo Mondo, e pubblicano con detti, e con fatti un
sa rappresentare nel cristiano, e modesto Theatro. Il terzo rispetto,
per
cagione di cui non si fà da' Comici la correzione
di natura tristo, e scostumato, e troppo libero nell'oscenità ; ma,
per
far compiuta, e perfetta una Compagnia di buoni,
uesto modo, e sopportare con patienza un tristo Comico di costumi rei
per
godere l'Azione di molti buoni, et virtuosi. Nè o
ne. Se da' Comici buoni si fa tal correzione, non segue l'emendazione
per
ordinario. E per efficace prova di questo basta l
buoni si fa tal correzione, non segue l'emendazione per ordinario. E
per
efficace prova di questo basta la continuazione d
na spirituale d'innumerabili Fedeli, che rapiti da quel dolce incanto
per
due minuti di vanissimo diletto vendono il tesoro
con che resti pienamente spiegato, quale sia la Commedia oscena ; e
per
quali, et quanti rispetti, o cironstanze si giudi
Superiori, i quali possono, e devono, non applicano efficaci rimedii,
per
levare in tutto dalla Cristianità questo morbo pe
erere, extrema dementia est. » E una stoltezza l'affaticar se stesso,
per
far acquisto dell'odio altrui. Supplico però humi
ile, la Soluzione d’ambedue, con desiderio di poter dire di ciascuno,
per
utilità grande di molti Fedeli, le parole scritte
minum: omnibus corde mutato recta sapere, et recta velle donatur ». E
per
dare a tutti occasione di sempre vigilare, e fugg
tutti occasione di sempre vigilare, e fuggire quella, sicurezza; che,
per
essere incauta, cagiona in molti il pericolo di p
so Teologo da Fanano. Nota prima. Nella presente Censura, composta
per
via di Discorso, e distinta in Note, si propongon
no la bontà de’ costumi, e la perfezione delle virtù ne’ Cittadini. E
per
questa proibizione fatta contro tali Poeti impuri
si pregiano, e stimano degni di lode quanto peggio canzonano. E forse
per
questo rispetto l’imperator Romano cacciò in band
Cioè vuol dire, sono persone ree di grave colpa. E tali si giudicano
per
sentenza comune de’ Teologi nelle Scuole Sanchiez
tista Guarini desiderava ottenere una grazia da Sua Santità, e elesse
per
intercessione il gravissimo, e prudentissimo Sign
o chiamare, e venga a me: non badi punto, presto sen venga. Venne, ma
per
sentire una palinodia, che non pensava. Voi, diss
tore del Pastorfido? Io non voglio domandar grazia alcuna a N. Signor
per
voi: perché col vostro Libretto avete fatto più d
icenziò non poco sconsolato, anzi assai mortificato. Ho saputo, anche
per
buona relazione; che il Signor Cardinal Bellarmin
oeta scriveva gli amori di certa Signora principale di Spagna, tenuta
per
onestissima, e con ragione. E vedendosi il Poeta
gli amori, e leggerezze, che fingeva nella, sua favola, fu costretto
per
conservare la sua riputazione, porre al principio
e risguardo all’onestà della Signora, di cui parlava, non l’ebbe però
per
quella de’ Lettori, che avessero a leggere le sue
vani, che fingeva. Questo è il zuccaro, che si pone in questi Libri,
per
addolcirli. O Dio e quanto in questo secolo hanno
chille, il quale fu di poca stima, e riputazione appresso gli antichi
per
essersi dilettato di essere uno di questi vani e
re quasi in stuporem raptus videbatur; festos antem ea scribebant qua
per
hebdomadam de fictorum Heorum factis, amoribusque
iaga più grave meritano i nostri Poeti, e altri Compositori disonesti
per
molte ragioni, alcune delle quali spiega Baldesan
une delle quali spiega Baldesano dicendo. Licenziosamente si dimenano
per
bocca Imperatori famosi, illustri Principi, guerr
bocca di Eroi tanto segnalati, e tanto benemeriti della Cristianità e
per
mezzo di disoneste operazioni, dette, e scritte d
este operazioni, dette, e scritte di uomini, che le abominarono, come
per
tante tazze, dar’a bere a chi legge, il veleno di
zze, dar’a bere a chi legge, il veleno di mille vizi, e cosa nel vero
per
se stessa intollerabile, e degna di essere deplor
subire atrocissimam mortem non dubitavit. Isti eos edunt ingeni satus
per
quos contra Deum vel mortui militent. Absoluam un
che di presente godono l’aura della vita; ma prepara il veleno ancora
per
coloro, che devono venir a luce col futuro nascim
da flambi? » E anche una pazzia dell’impuro Compositore fingere pazzo
per
amore alcuno segnalato Eroe, che pretende con lod
t inimicius Virtuti, misere transfugiant ». Egli cercando le ragioni,
per
le quali questi Compositori applicano l’animo all
ones, ac fabulas tam inscitè, turpiterque peccare ». Egli non accetta
per
buone le scuse, con le quali i Compositori osceni
e i principali Poeti degli antichi hanno scritto pudicamente:e nomina
per
tali « Lucanu Statium, Silium, Flaccum, Heroicos
tem exemplo castigent. » Al molto detto sin qui dallo Strada aggiungo
per
conclusione un poco del detto di altri. Il P. Dan
mia scola, Temerari che son fabri d’inganni, Rispondo, che ne menton
per
la gola. Che per me canta gli amorosi affanni,
ri che son fabri d’inganni, Rispondo, che ne menton per la gola. Che
per
me canta gli amorosi affanni, Serba lo stil, che
sia, vederci. Oh vorrei che tornasse in questa etade Il mio Platon,
per
discacciar d’Athene Cotal canaglia a furia di sa
alla meta de Demoni la fatica di tentare ; poiché un mal Libro vale
per
cento Demoni. E quei veri Misantropi di colà giù,
i impudichi sono simili ad un Calice d’oro, in cui si porge il veleno
per
bevanda. « Unusquisque Poetarum, qui putantur apu
vit, venenum turpiloqui, venenum eorum, qua anima interemunt. » E qui
per
acconcio si può inserire il pensiero del gran Leg
i stavano dormendo e trascurando: e è cresciuta tanto in questi tempi
per
li nostri peccati, che pare voglia affogare la se
le sincere verità, e sana dottrina: e le lasciassero aperte solamente
per
udire con gusto favole, e bugie, che solo tratten
. sia divulgata la peste de’ Libri sporchi, quanto liberamente vadano
per
le mani de’ Giovanetti, delle fanciulle, delle ma
fornicazione accende nel cuore il fuoco della libidine. Mine segrete
per
espugnar la rocca della buona volontà. Tignuole,
ologoc.2.p.318.c.4.p.331. : e aggiunge. Sebbene nei Libri poco onesti
per
avventura non conterranno cose contra la Fede, e
ri disonesti ; e accenna l’effetto, che fanno contro la castità : e
per
dichiarare, che ciò segue facilmente ; e in part
gas, amori, vani, e fatui. Questo è il zuccarobx, che si pone in essi
per
addolcirli e dar loro il sapore; acciocché poi pi
iocché compariscano, e vengano bene a gli occhi. Questo è il miele, o
per
meglio dire, il tossico, o veleno, con che s’atto
ce. Effeminano l’animo, ingrossano l’ingegno, e eccitano l’intelletto
per
le passioni veementi, che eccitano in chi li legg
etto per le passioni veementi, che eccitano in chi li legge. Onde non
per
altro Platone stermina dalla sua Repubblica così
ù pervertono la memoria, e infiammano la volontà a’ brutti peccati. E
per
questo dice S. Isidoro, che non per altro sono pr
o la volontà a’ brutti peccati. E per questo dice S. Isidoro, che non
per
altro sono proibiti cotali Libri a’ Cristiani, se
desiderio delle cose di Dio, e della salute. Onde chi bene avvertirà,
per
esperienza troverà, che quanto più di tali Libri
io, e alla frequenza de’ Santi Sacramenti Confessione, e Comunione: e
per
lo contrario inchinatissimo a vizi, alle delizie,
nversar con gli animali immondi che con gli uomini Cristiani. Insomma
per
conchiuderlabz, pervertono tutto l’uomo; tolgono
assimamente giovinetti, e giovinette, leggendo si rovineranno. Scrive
per
acconcio di questa rovina saggio e nobile Moderno
ere il P. Barton. Quanto scempio e nell’onestà, e nella religione fa (
per
non dire ora della baldanzosa libertà de’ cattivi
to, e il veleno: corrono al canto, e restano nel vischio: chi cammina
per
polvere, o fango, come che leggermente se il facc
ologo Bresciano, par. 2. dell’uomo di Lettere tir. Lascivia. Ne vanno
per
tutta la terra sparsi per ogni clima, fatti Citta
ell’uomo di Lettere tir. Lascivia. Ne vanno per tutta la terra sparsi
per
ogni clima, fatti Cittadini d’ogni paese, e con g
e con gran cura tradotti, perché parlino in tutte le lingue, come se
per
timore, che il mondo vergine non finisca, s’avess
e per timore, che il mondo vergine non finisca, s’avessero a spargere
per
tutto il mondo stimoli di lascivia: portano in fr
agnie si leggono, si studiano, si cantano, e tutto il giorno si hanno
per
le mani. Questi insomma sono adesso la ricreazion
giovinetti, e giovinette, che appena sanno leggere, bene spesso hanno
per
le mani simili Libri, trastullandosi con essi, e
l diletto a poco a poco bevendosi il veleno di mille vizi, e malizie,
per
le quali poi diventano licenziosi, dissoluti, sbo
ssuti. Per la qual cosa meraviglia non è, se poi tal’ora avviene, che
per
qualche eccesso, de’ figli, o delle figlie, molte
irolamo, che vi sia uomo Cristiano, che lasci di leggere Libri Santi,
per
spendere il tempo ne’profani, in comporre Commedi
domandar Dio stretto contro i suoi ministri. O quanto breve è la vita
per
si lungo viaggio, che ci resta, per arrivar al ci
inistri. O quanto breve è la vita per si lungo viaggio, che ci resta,
per
arrivar al cielo: e con tutto ciò la maggior part
sa vostra tutti i Libri a questo somiglianti: e se ciò farete, tenete
per
fermo che la febbre subito partirà da voi». Cosa
ne alle volte un Religioso, e però si può nomare nimico di lei, se un
per
ragione di Eresia, almeno per ragione d’impurità
però si può nomare nimico di lei, se un per ragione di Eresia, almeno
per
ragione d’impurità confermo il detto col il caso
effetto di quel Libro osceno, solamente in parte, e tenuto da giovane
per
altro virtuoso, e senza intenzione di servirsene
enuto da giovane per altro virtuoso, e senza intenzione di servirsene
per
peccato; che cattivi effetti dunque potranno teme
ti e molto osceni, e peto servir nel comporre le poetiche oscenità, o
per
far peggio? Certo che di molti si è verificato il
prirono subito scuola, mutando la casa in postribolo e pubblicando se
per
vituperose meretrici. Ho saputo da persona religi
e che fu Maestro de’ Novizi, e del B. Luigi Gonzaga, stava una volta
per
convalescenza con un fratello coadiutore in una v
eva fatto voto di non fare alcun peccato veniale avvertentementecd, e
per
industria: e in oltre di non leggere alcun profan
grave infermità si vedesse nell’ultimo passo di questa vita mortale,
per
dover andar all’esame e spaventoso del Giudizio P
ledetta lezione de’ Libri profani, e tristi: E o maledetti ornamenti:
per
vostra cagione io muoio dannata. E ciò detto si s
le Composizioni, e Libri disonesti? Certo che non sono ammaestramenti
per
le virtù, ma perniciosi insegnamenti per li pecca
che non sono ammaestramenti per le virtù, ma perniciosi insegnamenti
per
li peccati, per li vizi e per l’ultima rovina del
maestramenti per le virtù, ma perniciosi insegnamenti per li peccati,
per
li vizi e per l’ultima rovina delle anime, e dell
er le virtù, ma perniciosi insegnamenti per li peccati, per li vizi e
per
l’ultima rovina delle anime, e della dannazione.
l’ultima rovina delle anime, e della dannazione. Angelo Grossi avvisa
per
utilità di molti. Si divezzino i curiosi, e eleva
uade alla gioventù gli inonesti, e malvagi. Scrive un moderno Teologo
per
conferma di questo con affetto così. « Eh Dio che
iletto al senso, e all’intelletto, che si lasciano ingannare dai Sali
per
dentro sparsi, e dai concetti con lusinghevole st
? Fece tradurre l’Amadigi in lingua Francese elegantissima, lo sparse
per
la Corte: che poi letto dai curiosi Cortigiani, e
ura, a nausearla, e a desiderare di sperimentare ciò che leggevano. E
per
questa via i breve fu piena la Corte d’insolenti,
ndes, aut fructus porrigentes ea ducunt; ita tu mihi Librum porrigens
per
totam Atricam, et alio, quo velit, perduceres. »
one de’ Libri disonesti, e aggiunge. « Tertio si non expugnat mentem
per
consensum, oppugnat certe per suggestionem obscæn
iunge. « Tertio si non expugnat mentem per consensum, oppugnat certe
per
suggestionem obscænitatem; et ab oratione revocat
fetto si è, che quella Lezione, se non espugna la mente, e la volontà
per
mezzo del consenso, certo la oppugna con la sugge
. delle cose brutte in essi contenute, tu commetti peccato mortale; e
per
conseguenza perdi la grazia, e amicizia di Dio tu
che molti Giovani si ritengono da’ peccati, e dall’immondezze, parte
per
una certa naturale vergogna, e parte ancora per l
all’immondezze, parte per una certa naturale vergogna, e parte ancora
per
le buone ammonizioni, che ricevono da’ Parenti, o
l’ode nelle Confessioni. Sono innumerabili i Giovani, e Donzelle che
per
la Lezione di simili Libri si sono persi, e guast
mne adversus Vitia vitiorum aspectu conceperint, ac in sinum Virtutis
per
ea oblectamenta pervenerint? Utinam responsuri no
issima Poetarum Carmina amatoris insanis ad nauseam usque redundantia
per
manus volitent Adolescentium, animosque iniquissi
oni di Scena, quante lacrimose catastrofi ha vedute, mentre animi che
per
lo pregio di vergine onesta gareggiavano in candi
acepto 6. c. 15. » Cioè. Peccato veniale si è il leggere Libri osceni
per
sola vana curiosità, e diletto: ma è mortale, qua
elle cose disoneste. O quanto temo, che siano molti quelli, che forse
per
vanità cominciano la Lezione impudica, e poi la f
al costumato vivere notabile danno, debbonsi con gran cautela legger
per
conto degli errori, che eglino hanno nella Chiesa
rborum », gustano di Libri pieni di utilità. Molti Fedeli non muovono
per
questa ragione; ma dicono. Noi gustiamo della Lez
soleva ricordare la malvagia fraude di quell’antico Agricoltore, che
per
uccidere le Api di un Emolo suo, da se molto odia
lui comparivano belli, e graziosi, e allettavano le Api a posarvisi,
per
raccorne il miele; ma col miele raccoglievano il
oma. « Bonum ex integra causa » : e serve di rete all’astuto Inimico,
per
allacciar le anime di molti nel diletto del male
ne’ Libri, come in un fiorito campo fanno le Api, delle quali scrive
per
acconcio nostro il gran Basilio. « Apes non omnib
cene, si guardi dal leggere le oscenità: moderi il gusto del diletto,
per
non aver occasione di piangere poi i suoi errori.
Da que’ Savi antichi, e zelanti Dottori Cristiani fu ripreso Teofilo
per
la Lezione di certi Libri di Origene; e non fu ac
Teofilo per la Lezione di certi Libri di Origene; e non fu accettata
per
buona la scusa, che allegava, dicendo. « Io scelg
i altri. » E così merita censura, chi si sente della presente Ragione
per
leggere Libri disonesti. Ma dirà taluno. Io uso p
le parole, mediante una Lezione tanto bruttal. 1. Conf. c. 16. : dove
per
lo contrario con parole tali si commette più conf
si commette più confidentemente l’opera brutta: e massimamente perché
per
ordinario non si leggono questi Libri con un fine
rienza pur troppo convince, che molti Giovani, leggendo Libri osceni,
per
cavarne qualche erudizione, o per notar le belle
lti Giovani, leggendo Libri osceni, per cavarne qualche erudizione, o
per
notar le belle parole, con che possano formare, e
. 8.. o quelle di S. Isidoro. « Melius est, perniciosa ignorare, quam
per
experientiam in aliquem lequeum erroris incurrere
gravius est opinione multorum, ac latius manat. » A questi si può dar
per
avviso. « Nitidios adite fontes, vi quemadmodum d
si prenderanno le voci, le sentenze, e i concetti spiritosi, e belli
per
iscrivere Lettere, o Sonetti, e Canzoni amatorie,
tem? Necesse erit ea discere, qua scelus est facere? » E se i Maestri
per
avviso de’ Santi Dottori non possono dichiarare i
t sententiolas colligendi, vocare in preceps nimis in lubrico positam
per
seq lapsantem Adolescentium ac Puerorum aetatem.
grave, e affatto indegno d’un animo Cristiano. S. Girolamo fu ripreso
per
esser Ciceroniano, perchè leggeva Tullio: or che
a Cristo pectora. » Nota decima terza. Si considera un’altra Ragione,
per
la quale alcuni attendono alla Lezione poco modes
o istituto delle Città, e de’ Legislatori l’usar le Favole de’ Poeti,
per
muovere soavemente, e efficacemente alla Virtù le
ne , che si dica. « Et simulant Curios, cum Bacchanalia scribant. » E
per
le quali la loro Lezione meritamente si chiama os
us, inanissime fuisse conficta. »in c. 1. mihi. n. 60. 61. Ma vediamo
per
quali Ragioni si leggano questi Libri. Due n’ho s
iderare i molti e efficaci motivi, che una persona virtuosa può avere
per
lasciare, fuggire, e odiare cotal Lezione. Io not
Lex Domini immaculata », deve fuggire con diligenza ogni bruttezza, e
per
conseguenza anche l’oscena Lezione de’ Libri poco
pestilente Lezione. « Quid Cacodemon faces in morte, scrive Dresselio
per
acconcio di questo motivo, cum Ovidios, et Amadis
nte il Religioso Teologo Bresciano, i quali qui ho accennato in breve
per
comodità di chi legge: e a’ quali ora aggiungo al
6. D. » E quindi può il virtuoso Fedele prendere un efficace motivo,
per
animarsi alla fuga d’ogni impudica Lezione de’ Li
mpudica Lezione de’ Libri osceni. So, che alcuni dicono. Noi leggiamo
per
sapere le Favole degli antichi Poeti. E io rispon
pulchrarum cupidos erudiunt. »l. 4. c. 19. I soli Libri buoni bastano
per
ammaestrare al bene i Lettori desiderosi. Questi
ue ogni buona regola di ragione vuole, che si moltiplichino i Motivi,
per
rendere abominevole ad ogni Virtuoso così nociva
averia voluto aver nelle mani tutte le copie, che s’erano pubblicate,
per
poterle bruciare; parendo a lui d’aver troppo mal
, si prova, credo, assai bene il grave disgusto, che essi riceverono,
per
aver fatto Componimenti osceni. Nella pubblica Pi
onesti; onde que’ Fedeliloco cit. p. 76., che li bruciarono, meritano
per
la penitenza fatta un grande onore. Scrive per ac
i bruciarono, meritano per la penitenza fatta un grande onore. Scrive
per
acconcio di questo Baldesano a gloria di altri. S
ta Marino, quando morì in Napoli, diede segni di cordialissimo dolore
per
aver composto varie oscenità: me ne volsi certifi
del Marino, se prima con vera penitenza non avranno soddisfatto a Dio
per
gli errori commessi; altrimenti meriteranno, che
andato in luce quell’impudico Libro, io niente meglio pregherei Iddio
per
lui, che se pregar dovessi per Giuda Iscariota, d
ibro, io niente meglio pregherei Iddio per lui, che se pregar dovessi
per
Giuda Iscariota, di cui non m’è lecito dubitare,
crivere impuro; non dovrà il virtuoso Cristiano prender quindi motivo
per
fuggir cotal Lezione? E anche per bruciare Libri
oso Cristiano prender quindi motivo per fuggir cotal Lezione? E anche
per
bruciare Libri tanto perniciosi? Sì per verità. «
fuggir cotal Lezione? E anche per bruciare Libri tanto perniciosi? Sì
per
verità. « Qui incendunt impietatis faces, scrive
Non nego già, che, chi si risolve a far un tale abbruciamento, non fi
per
sperimentare grave difficoltà, ma il sacrificio f
pensiero di fulminarlo con la sentenza del fuoco; ma mentre lo prese
per
sacrificarlo a modo di vittima nelle fiamme, l’af
muta; il detrimento notabile della sua sanità indebolita grandemente,
per
non essere particella veruna in quell’Opera, che
sto caso il P. Daniello BartoliNell’Huomo di lettere., e poi aggiunge
per
avviso de’ Poeti. Dio, vi guardi, che mai siate P
mat. Aggiunge l’addotto Autore, che non sa, qual più volentieri fosse
per
vedere di questi due Spettacoli, o un Abramo, che
per vedere di questi due Spettacoli, o un Abramo, che su l’altare sta
per
uccidere il Figliuolo, o un ottimo Scrittore d’un
enza raccorre dalle lacrime altrui, dagli ardori penaci, preservativo
per
non addolorarsi nelle proprie lacrime, e per non
ori penaci, preservativo per non addolorarsi nelle proprie lacrime, e
per
non penare nel fuoco eterno. 9. Motivo è la Proib
o di saggi Moderatori, e Conservatori de’ buoni costumi, che avvisano
per
tempo i pericoli, acciocché si fuggano con dilige
ohibendos censuerunt. Causam profert Isidorus longe gravissimam. Quia
per
oblectamenta inanium Fabularum mentem excitant ad
ntirebbero con che i loro Figliuoli, Figliuole, e Servitori, ancorché
per
picciolo spazio di tempo conversassero con person
o, e imprimono meglio la intenzione nostra in coloro, che l’ascoltano
per
muoverli a ciò maggiormente, debbono i Curati dir
ibri di questa sorte, ancorché della Sacra Scrittori siano, e scritti
per
inspirazione dello Spirito Santo: perché dubitava
e necessarissimo Decreto del Sacrosanto Concilio di Trento, il quale
per
provvedere a tanto abuso, e rimediar al gran male
si considera, mostra, che chi fa altrimenti casca in disgrazia di Dio
per
lo peccato mortale, che si commette: come chiaram
atur. » È vero, che i Libri antichi scritti da’ Gentili si permettono
per
la proprietà, e eleganza del parlare: come dice l
ma caduta mortale, e di rovina. E quindi si può prendere la risposta,
per
darsi a chi dice. I Libri osceni, che io leggo, n
e oscenità; e però non sono compresi nella Proibizione dell’Indice: e
per
conseguenza io non pecco leggendo le parole brutt
e cose disoneste, che sono poste in qualche parte di un Libro, e come
per
indecenza. Rispondo, e dico, se un tal Lettore no
come per indecenza. Rispondo, e dico, se un tal Lettore non peccherà
per
disubbidienza contro la Proibizione dell’Indice,
eccherà per disubbidienza contro la Proibizione dell’Indice, peccherà
per
esporsi debole di virtù al manifesto pericolo di
icolo di peccare contro il precetto della Cristiana Castità. Peccherà
per
volontariamente incontrare un’occasione prossima
ere, quam illis tam male uti. » O che abuso, impiegar gli occhi, dati
per
servire al Creatore, nell’offese del medesimo Cre
o loro è scellerato, e alieno da gli studi virtuosi, e onesti: che se
per
avventura essi sono ingegnosi e eloquenti, e face
e riletto diligentemente i, Poeti della Greca, e Latina Gentilità: e
per
conseguenza più volte hanno letto molte parole, e
. 2. l. 17. c. 4. p. 225. Cioè, i Padri lessero i Poeti, ma non tanto
per
imparare l’eleganza del parlare , quanto per conf
ro i Poeti, ma non tanto per imparare l’eleganza del parlare , quanto
per
confutare gl’errori de’ Gentili con l’autorità de
anti Padri, e i Virtuosi Dottori non lessero gli osceni Poeti, se non
per
necessità, o per zelante carità, molto ben prepar
irtuosi Dottori non lessero gli osceni Poeti, se non per necessità, o
per
zelante carità, molto ben preparati, e cautelati,
er necessità, o per zelante carità, molto ben preparati, e cautelati,
per
non ricevere danno nelle anime loro dal trattamen
ni mostra con bella induzione, che vi sono Maestri di onesta latinità
per
tutte l’Arti, e per le Scienze tutte. Per la Mili
induzione, che vi sono Maestri di onesta latinità per tutte l’Arti, e
per
le Scienze tutte. Per la Militare vi è Frontino,
ti, e per le Scienze tutte. Per la Militare vi è Frontino, e Vegezio:
per
l’Agricoltura Palladio, Columella, Varone, e Cato
, e Vegezio: per l’Agricoltura Palladio, Columella, Varone, e Catone:
per
l’Architettura Vitruvio: per la Medicina Plinio,
a Palladio, Columella, Varone, e Catone: per l’Architettura Vitruvio:
per
la Medicina Plinio, e Celso: per la Legale, e Civ
Catone: per l’Architettura Vitruvio: per la Medicina Plinio, e Celso:
per
la Legale, e Civile le Pandette: per la Morale Se
per la Medicina Plinio, e Celso: per la Legale, e Civile le Pandette:
per
la Morale Seneca : per la Naturale il medesimo S
e Celso: per la Legale, e Civile le Pandette: per la Morale Seneca :
per
la Naturale il medesimo Seneca, Plinio e Lucrezio
rale Seneca : per la Naturale il medesimo Seneca, Plinio e Lucrezio:
per
l’Istoria Sallustio, Cesare, Livio: per la Retori
mo Seneca, Plinio e Lucrezio: per l’Istoria Sallustio, Cesare, Livio:
per
la Retorica Quintiliano: e per tutte le Facoltà,
er l’Istoria Sallustio, Cesare, Livio: per la Retorica Quintiliano: e
per
tutte le Facoltà, Arti, e Scienze l’eloquentissim
ienze l’eloquentissimo Cicerone. Ma che diremo della Poetica? Bisogna
per
impararla pigliar, e leggere Libri impuri? No al
in presenza di cui non si deve dire, né fare alcuna cosa disonesta, e
per
conseguenza non si deve permettere, che né anche
quadam est ad rem ipsam; ideoque omni custdia animi cavendum est, ne
per
sermonis voluptatem deliniti pravum aliquid affum
hé l’avvezzarsi a sentire, o leggere cose cattive è una certa strada,
per
venirne all’esecuzione: il piacere, che vi si gus
am », secondo l’esposizione de’ LXX. « Linguam auream », e vuole, che
per
lingua d’oro s’intendano i versi de’ Poeti onde,
de’ Poeti onde, come ad Achan, e alla sua famiglia seguito la rovina
per
rispetto di quella lingua; così dalla poetica lin
ito sente, o deve sentire nel tempo della Confessione: e anche prima,
per
avere atteso alla Lezione oscena, senza qualche b
o inserti simili allettamenti, che nomar si possono gustosi saporetti
per
la Gioventù; la quale poi, leggendo le cose virtu
par iter, inuiosque saltus recta ei obnitendum sit, fatius fieri, si
per
amana prius diurticula transuer sis vis èc deduca
tantopere quarimut, omnia conspirare. »l. 1. Proplus. 3. p. 107. Io
per
rispondere partitamente alle parti della proposta
ta, e infelice, infelicemente resta incadaverita, e abominevole a Dio
per
lo suo gran fetore; e sen va nel baratro infernal
chi, o moderni, hanno macchiato con oscenità l’opere loro, sono stati
per
questo, non lodati ma biasimati, e da’ savi Genti
no la loro bellezza, almeno in parte; e perdono anche la solita forza
per
allettare; come i raggi del Sole si offuscano, e
no, quando incontrano l’opposizione oscura delle nuvole. Tengo di più
per
certo, che supposto l’imperfetto della nostra cor
massimamente de’Giovani, e degli altri poco virtuosi, posto a vista,
per
far elezione degli oggetti puri, o degli osceni,
tore godrà di vederla, non desidererà dalla mia debolezza cosa alcuna
per
aggiunta; e però a lei lo rimetto; e li ricordo s
orarsi col nome di Poeti quelli, che scrivono Versi di oscenità. Dico
per
ultimo col Possevinoin Bibl. P. 1. l. 1. c. 25. p
alute sua più tosto, che acconsentire a quella mal usanza di Lettura,
per
cui si corre il gran periglio dell’eterna dannazi
di Lettura, per cui si corre il gran periglio dell’eterna dannazione
per
avviso di S. Agostino. Ma poi quanto più si devon
ore di questi Libri impuriIn Niceta l. 1. c. 5. n. 3.. Ditemi un poco
per
vostra bontà, ricevereste voi ad abitare in casa
so Lenone, o una Vecchia pratica di quell’Arte infame? No, direte, no
per
certo, perché ospiti di tal fatta non si ammetton
ompagnia, e stampata in Palermo, e in Bologna; e della quale propongo
per
acconcio mio queste poche righe prese dal c. 18.
Muse pubbliche Meretrici; così a questi Ovidi non mancassero Augusti
per
Mecenati; e per rinfresco de’ loro troppo caldi A
Meretrici; così a questi Ovidi non mancassero Augusti per Mecenati; e
per
rinfresco de’ loro troppo caldi Amori le nevi di
a libertà (cioè antica) di scrivere lascivo, cui già si dava l’esilio
per
pena, ora si danno le corone per mercede: s’innal
re lascivo, cui già si dava l’esilio per pena, ora si danno le corone
per
mercede: s’innalzano sino al Cielo, e tra le Stel
dorano quelle Lire de’ moderni Orfei, che hanno aperto l’Inferno, non
per
trarne un’Euridice condannata, ma per condurvi un
che hanno aperto l’Inferno, non per trarne un’Euridice condannata, ma
per
condurvi un Mondo d’Innocenti. E io col zelo di q
uramente ciò, che ne scrive nel Rag. 25. ove dice. Qui mi darò fretta
per
soddisfare, e acchetare que’ Giovani, che vorrebb
ovani, che vorrebbero senza veruno ritegno, o freno andar discorrendo
per
tutto; e allegano in aiuto di questo licenzioso ,
scrivono molte Favole, e sciocchezze assai note a’ Leggitori, i quali
per
essere ben fondati nella Religione, di ciò non te
igione, di ciò non temono veruno pericolo. A che rispondo, che eglino
per
ciò non dovrebbero consumar il tempo in cose scio
n Idolo recumbentem? » Il tempo si prezioso, che t’e da Dio conceduto
per
impiegarlo in ottime occupazioni, e per l’acquist
oso, che t’e da Dio conceduto per impiegarlo in ottime occupazioni, e
per
l’acquisto del Cielo, spenderlo nelle buone Arti,
genter ager: peius est in vanum labores multos expendere » : e poiché
per
la brevità de’ giorni, per la debolezza della mem
anum labores multos expendere » : e poiché per la brevità de’ giorni,
per
la debolezza della memoria, per la moltitudine de
: e poiché per la brevità de’ giorni, per la debolezza della memoria,
per
la moltitudine de’Libri, e per le varie occupazio
iorni, per la debolezza della memoria, per la moltitudine de’Libri, e
per
le varie occupazioni della vita, non si può tutto
ediocria, sunt mala plura ». Bene vi si troveranno alcune spighe, ma
per
l’arsura tutte vuote, e corrotte. « Manipulum non
rinam ». Terzo replicano così. Dovrannosi almeno questi Libri leggere
per
eloquenza. A che risponde Agostino che in questa
n Eraclea, e in qualche luogo di Spagna, non men velenoso, che dolce,
per
essere dalle Pecchie da’ fiori, e erbe simili rac
he queste imbellettate Favole piacciano, e uccidano. Quanto affermano
per
queste cose disoneste, più volte lette, di non se
re stimoli, né movimenti della carne, né veruno altro male. Rispondo,
per
avventura ciò sarà vero, quando eglino siano Uomi
stucco. Agostino, ch’era un Uomo ammassato della pasta comune, pianse
per
la Favolosa morte di Didone: e Girolamo a Leta vi
flebile voce le Donne, che la scrittura chiama Savie, e Cantatrici, e
per
avventura anche Trombette in Sano Matteo, eccitav
rime:· che crediamo, che debba fare un’intenta Lezione turpe, che non
per
l’orecchie solamente, ma per gli occhi eziandio p
a fare un’intenta Lezione turpe, che non per l’orecchie solamente, ma
per
gli occhi eziandio penetra nell’anima, e rapprese
ome sarà credibile, ché attentamente somiglianti cose lette non siano
per
muovere, e per infiammare l’affetto? Isidoro non
ile, ché attentamente somiglianti cose lette non siano per muovere, e
per
infiammare l’affetto? Isidoro non volle rendere d
ivate Librarie ritrovasi gran moltitudine di questi Libri riposta che
per
essere di gran prezzo, se si stracciassero, o bru
istis non habebitis. » Dresselio nel Niceta scrive di questo soggetto
per
via di obiezione, e vi risponde. « At vero disco.
l Giovane mettere a leggere i Poeti, di quello, che fanno coloro, che
per
non inebriarsi, quando vanno a’banchetti, s’appen
e dal leggere Composizioni e Libri osceni: voglio privarmi affatto, e
per
sempre di cotal Lezione. A questo proposito ebber
usque declinate, sed animo etiam respulse, ac recordatione denum ipsa
per
horrescite. » Con le quali parole accenna i molti
gravi mali, che si possono trarre dalla Lezione di un Libro osceno, e
per
conseguenza si deve fuggire, e con generoso propo
istiana con Editto universale de’ Signori Superiori non sono proibiti
per
degni rispetti, e per ragioni buone, e ben fondat
versale de’ Signori Superiori non sono proibiti per degni rispetti, e
per
ragioni buone, e ben fondate secondo il zelo, sci
d un esercito grosso di peccati. Il P. Bernardino de Vigliegas scrive
per
acconcio di questo d’una gran persona dicendo. No
vedo introdotto in case, e palaggi di gran Signori: dove non é tenuta
per
persona saggia, chi di somiglianti vanità non gus
osi Amori. Di questi Libri ne sono piene molte case di gente nobile:e
per
li corridori, e cortili di quelle s’incontrano Se
cagione di miserabili cadute. E se Virgilio, che è Poeta latino, solo
per
la sua antichità, e eleganza si permette leggersi
ocivi; acciocché da niuna persona della famiglia si pratichi, né meno
per
poco, si pestilente Lezione. Ove non si pubblica
ndo Rimedio. Dovrebbero i Capi di casa, i Padri, e Madri di famiglia,
per
segno di buona vigilanza contro il pericolo de’ L
dalle Oscenità. La terza, che tali Libri impuri si possono permettere
per
promuovere gli studi di Umanità a que’ virtuosi,
, e praticate dentro le abitazioni de’ sopranominati Ordini Regolari,
per
ovviare a’ pericoli che possono nascere contro la
zione propria di ciascuno, diede una penitenza ad un certo Religioso,
per
aver trovato nella sua cella i versi di Francesco
moriranno. Il P. Giulio Nigrone considera quelli, a’quali si concede
per
l’officio d’insegnare, il leggere que’ Libri, e p
mpre bene con l’amore dell’eloquenza; perché molte volte è condannata
per
lo vizio della Curiosità. È troppo saputo, e rica
d’essere flagellati; perché non leggono Tullio, o altro simile Autore
per
rispetto dell’eloquenza, « quod non multum damnar
un sarebbe da noi molto condannato, ma voltano, e rivoltano, leggendo
per
curiosità l’Opere volgari di verso, e di prosa, n
o, che ho detto nel suo principio, cioè, che i Secolari Capi di casa,
per
mostrarsi vigilanti contro il pericolo de’ Libri
crationem Autorum, et in detestationem errorum », dice il medesimo, e
per
abominare, gli Autori disonesti, e per detestare
errorum », dice il medesimo, e per abominare, gli Autori disonesti, e
per
detestare i loro impudichi errori. Il ReligiosoNe
adre, tuoi Celesti, e eterni Parenti? E sì come tu non riconosceresti
per
Figliuolo,né per Figliuola, quello, o quella, che
i, e eterni Parenti? E sì come tu non riconosceresti per Figliuolo,né
per
Figliuola, quello, o quella, che si dilettasse di
ontro di te, quanto maggiormente meriti tu, di non esser riconosciuto
per
Figliuolo, o Figliuola, adesso, e nel tempo della
bus quidquid est utile, capientes, noxium vitemus. » E questa scelta,
per
purgare i Libri osceni, non la possono fare i Gio
ve cose oneste, e disoneste, si scelgano solo le Operette sue oneste;
per
atto di esempio, le Ode, gli Epigrammi, e altre,
to a se, non v’essere altro,che il nascere,e il morire. Ma che da poi
per
certa occasione, che si offerse, o perché la divi
di santissima vita, e zelantissimo della salute delle anime; che egli
per
rimediare al meglio, che poteva, con soavità all’
erre finte, le prodezze sognate, le virtù ammantate di vizi, e i vizi
per
forza d’eloquenza preconizzati? Basilio Imperator
Componimenti.·Deh dimmi, che gusto vero, e sincero hai tu di volgere
per
la tua bocca Poesie poco oneste, e lascive, che t
« Il Poeta è qual Cuoco in ogni parte: Poich’ambidue l’ingegno hanno
per
arte. » E a questo paragone alluse Suida, ove di
alità. Ora si come l’Artefice buono delle vivande conviene, che abbia
per
fine suo principale l’utile, e mantenimento, del
e abbia per fine suo principale l’utile, e mantenimento, del corpo, e
per
accessorio il gusto, e il diletto del senso:così
o il gusto, e il diletto del senso:così il·buon Poeta non si prefigge
per
fine il solo dilettare; ma mira principalmente al
solito d’assomigliar il Poeta a chi condiscede Leg. Dial. 2. il, cibo
per
un languido infermo, e procura, che riesca giocon
punto; e mostra, che chi fatical. 1. Prolus. 4. p. 125., poetizzando,
per
solamente recar diletto a sé, e ad altri, fatica
, insano, che volle far tagliar un’antica selva, e spianar un monte ,
per
mirar la casa con diletto un suo ben coltivato ca
eti del nostro tempo, che si faticano tutto dì scrivendo e componendo
per
gustare essi al fine, e far gustar ad altri, una
a disonestà. Quegli ingegni, che tante volte hanno preparati i veleni
per
la morte alle anime, ora preparano gli antidoti p
reparati i veleni per la morte alle anime, ora preparano gli antidoti
per
la salute delle medesime. Que’ Poeti, che con la
santa purità. E questo è uno de’ più efficaci, e potenti Rimedi, che
per
mio sentire applicar si possa contro il pestilent
hora fragrate Deum, et divina. » 2. Signori provocate di recuperare,
per
quanto potete, da gli Amici, e da altri, tutte l’
. E quante ne ricuperate, tante n’abbruciate. Ove accenderete il rogo
per
incenerire l’impurità delle Scritture vostre; ivi
iche stampe correggano i vostri osceni errori pubblicamente stampati;
per
cagione de’ quali dirò della vostra penna ciò che
ac bene modulatis Carminibus Dei laudescan. » Voglio dire. Componete
per
l’avvenire Opere belle, ingegnose, nuove, grazios
di vita Monacale nella Religione Premonstratense in Asberga, scrisse
per
sua devozione, e per servire al suo Monastero, op
la Religione Premonstratense in Asberga, scrisse per sua devozione, e
per
servire al suo Monastero, opere di buoni, e virtu
alcune oscenità sparse, come immondezze tra le gioie; queste eleggano
per
loro Lezione, e quelle fuggano con abominazione;
di Parnaso, e di Pindo; e anche d’Olimpo, senza camminar, e ascendere
per
viottoli, e per sentieri di sdrucciolosa Oscenità
Pindo; e anche d’Olimpo, senza camminar, e ascendere per viottoli, e
per
sentieri di sdrucciolosa Oscenità: potranno diven
he almeno sia letto in una, e due volte con riflessione, da chi forse
per
caso leggendo, in lui s’incontrerà; e se ne serva
osamente, e infruttuosamente; e tale consumazione è peccaminosa anche
per
sentenza di Beltrame, che dice. « È vero, che la
avverrà d’ogni perdita di tempo, come cosa oziosa, e degna di castigo
per
la colpa. E però Crisostomo condanna la vanità de
uindi anche si mosse a riprendere quelli, che frequentavano il Teatro
per
udir Commedie, dicendo loro. « Diem in tam ridicu
, né altri Libri, ne’ quali siano oscenità, o di cose, o di parole. E
per
prova del detto bastino l’autorità, le ragioni, i
bile l’udir Commedie, ma oneste, e non le fatte da Beltrame, le quali
per
ordinario sono fatte senza la debita moderazione
con virtù, e con merito, come un dolce, e necessario trattenimento, e
per
sollievo, e ricreazione della Conversazione umana
ile, né si deve, né si può permettere il Recitamento osceno; non solo
per
le molte ragioni da me spiegate altrove, ma di pi
ceno; non solo per le molte ragioni da me spiegate altrove, ma di più
per
quest’una; che la viva azione de’ Recitanti, come
i, li quali sono tanto grandi, che può temere un grave castigo di Dio
per
quelli. Rimetto il benigno Lettore a ciò che per
grave castigo di Dio per quelli. Rimetto il benigno Lettore a ciò che
per
acconcio di questa Ragione ho detto nel Punto Ott
stampato con tenor Latino. Quella è un chiarissimo lampo di dottrina,
per
rendere più risplendente la bellezza di questa Ra
al compiacimento della sensuale, e umana fragilità, a’ quali accomodo
per
ultimo, e ricordo la breve sentenza di S. Ambrogi
le contro contro l’anima sua, chi non cura di far penitenza opportuna
per
lo peccato commesso nello scrivere poco, modestam
l piacevole Destriere sfrenato, e disubbidiente. E chi spreme troppo,
per
aver il latte da una mansueta Pecorella, ne causa
copiosa messe di virtuosissimo frutto. Tale si è lo spasso Teatrale,
per
cui alcuni Giovani più vivaci, e più talentati si
rale, per cui alcuni Giovani più vivaci, e più talentati si accordano
per
far ad onesta ricreazione nel tempo dell’anno più
e pure ogn’uno sa, che lo spiriti nostro è congiunto col corpo; onde
per
diritto di ragione se gli deve concedere qualche
con lo scrivere fedelmente ciò, che, non sono molti anni, fu trattato
per
un simile accidente in un Città molto principale
o spirito, e governata da savi Religiosi, desideravano di esercitarsi
per
fare tra Natale, e Carnevale una modesta Commedia
l’orecchio mio, e sono le seguenti, che voglio proporre, e ponderare,
per
vedere, se sono degne d’impetrar la licenza di fa
o comune, e semplice devozione. Alcune Ragioni addotte da’ Congregati
per
far una modesta Commedia. Nota prima. Della Prima
. Della Prima Ragione, cioèBisogna dar qualche ricreazione a’ Giovani
per
tenerli contenti. È stata proposta molte volte co
Bisogna concedere qualche negozio di ricreazione a’ virtuosi Giovani,
per
mantenerli allegri, e contenti; perché quando viv
to spirituale, e che non si suole praticar da’ buoni Congregati. Essi
per
li giorni di lavoro non hanno bisogno di ricreazi
r li giorni di lavoro non hanno bisogno di ricreazioni, ma di fatiche
per
guadagnarsi onoratamente il danaro necessario al
e corporali, che se l’osservano con puntualità, non avanza loro tempo
per
l’impiego di una vanità, quale si è per ordinario
ualità, non avanza loro tempo per l’impiego di una vanità, quale si è
per
ordinario l’esercizio della Commedia. Contro ques
itirino insieme, e passino quelle altre due, o tre ore in esercitarsi
per
fare qualche modesta Rappresentazione. Si replica
a la Tornata, si ritirano a casa propria, e non cercano altre veglie,
per
non porsi a qualche pericolo, e per non dar sospe
pria, e non cercano altre veglie, per non porsi a qualche pericolo, e
per
non dar sospetto di mala vita, o di scandalo a’ P
i conversazione in questa, o in quell’altra casa; ma deve bastar loro
per
sufficientissimo passatempo la divina consolazion
po sregolatamente appassionato, volentieri si ritirerà presto a casa,
per
ristorarsi presto co cibo della mensa, e col ripo
rtà poco difesa molte volte dà nelle scartate della dissoluzione: non
per
tutto vigilano gli Arghi con cent’occhi: i Destri
o, che, se non è impedito con l’esercizio di recitar in Commedia, sia
per
rompersi il collo in simili precipizi. E certo vi
ente conosce i Giovani anche virtuosi, e santi. Basta un poco di loto
per
intorbidare la purità d’un cristallino fonte. I G
di loto per intorbidare la purità d’un cristallino fonte. I Giovani,
per
li quali si propone, l’esercizio della Commedia,
casione di peggiorare. Si può ben temere, che esercitandosi più volte
per
rappresentare una Comica Azione, commettano molti
ericolo di fare una Commedia, modesta sì in parte, ma non in tutto; e
per
conseguenza una Commedia oscena, con peccato mort
cagionò questo grande inconveniente. Molte Donne onorate vi andarono,
per
esser cosa di un Santo; e alcune vi condussero le
ni, troppo liberi di lingua, cominciarono a dire disoneste parolacce,
per
le quali restarono molto scandalizzate quello ono
uaresima, la vollero fare la terza volta: e si disse, che la facevano
per
l’Instanza di un Principe; il che non fu creduto;
iedero, anche non volendo, occasione a molte persone deboli di virtù,
per
non dire, affatto viziose, di far udire parole in
i Atti, e di far vedere un miscuglio grandemente scandaloso. Ne bastò
per
frenare quella sfrenata libertà, il ricordare, ch
o stesso male. Il freddissimo ghiaccio, o sia nel piano, o nel monte,
per
tutto fa sentire il suo rigore. La Commedia non è
o, o nel monte, per tutto fa sentire il suo rigore. La Commedia non è
per
ordinario un preservativo dalle Colpe al parere d
chio mezzo chiuso del Superiore alla permissione non è buono Avvocato
per
difendere legittimamente la prescrizione: perché
a, ben’accordata nel coro della verità, scordato si sente il suono, o
per
meglio dire, lo strepito della terza Ragione, por
on hanno fatta proibizione, né mostrato gagliardo risentimento, forse
per
non porre alcuni nel punto di essere licenziati,
to di essere licenziati, o di licenziarsi dalla Congregazione, ovvero
per
non mostrarsi troppo caldi, e frettolosi nelle ri
troppo caldi, e frettolosi nelle risoluzioni. Ma dopo che si è veduto
per
esperienza, che tal permissione è molto nociva, n
o tempo. L’occasione de gli errori, fatti altre volte, non è patente,
per
farli di nuovo con liberta, ma più tosto è fondat
. L’esempio della virtuosa operazione suol essere una lucente fiamma,
per
scoprire il sentiero della Virtù a’ seguaci del v
della Congregazione, sì che quella Commedia, o Rappresentazione serve
per
un poco di virtuosa ricreazione a’ quelle persone
orenza. Né questo modo di rappresentare merita biasimo alcuno ma lode
per
sentenza de’ Savi, e de’ zelanti stimatori delle
icreato dalle fatiche dello spirito con una virtuosa consolazione. Ma
per
ragionar poi di altre Congregazioni, dico, che io
on governo de’ Congregati. Non sempre l’elemento del fuoco serve solo
per
scacciare il rigor del freddo dalle membra; alle
tutto secondo la sua primiera osservanza; o ha qualche ragione buona
per
sé, e non buona per noi; perché se tal’una è nell
a primiera osservanza; o ha qualche ragione buona per sé, e non buona
per
noi; perché se tal’una è nella Città, e fa Commed
semplare a noi di santa, professione; non è il costume di deve portar
per
ottima forma di perfetti costumi, e degni dell’im
umata virtù, e santa vita. Molte cose da molti si fanno, che non sono
per
gli altri Catoniani Precetti, né Platoniche Istru
do non si può procedere, come si vuole. Alcuni Congregati si vagliono
per
buona Ragione di far Commedie dell’esempio di que
a Casa, si concede saggiamente da’ Superiori quel teatrale impiego, o
per
quasi evidente necessità, o per molto efficace Ra
a’ Superiori quel teatrale impiego, o per quasi evidente necessità, o
per
molto efficace Ragione di schifare l’incontro di
o, la quiete, e la devozione con un aggiustato compartimento dell’ore
per
tutto il giorno. Ma pure per meglio soddisfar in
con un aggiustato compartimento dell’ore per tutto il giorno. Ma pure
per
meglio soddisfar in questo punto, voglio ponderar
r meglio soddisfar in questo punto, voglio ponderar una sola Ragione,
per
la quale si concede a’ Giovani del Seminario Roma
arnevalesca dissoluzione que’ Giovani non vadano liberamente a spasso
per
la Città, in cui dalle Maschere, da’ Corsi, e da
ono in Casa, quanto più si può. Ma la Casa in fine non è un Oratorio,
per
dimorarvi in continui esercizi di devozione; né è
io, per dimorarvi in continui esercizi di devozione; né è una Scuola,
per
starvi con assidua applicazione alle fatiche dell
e obbedienza. Quindi fu costumato già, molti, e molti anni sono, che
per
ricreare la Gioventù del Seminario in tempo di Ca
io, nella quale intervengano gli Attori presi da diverse Camerate: ma
per
lo più; anzi quasi sempre ciascuna Camerata co’ s
ciascuna Camerata co’ suoi Giovani Attori rappresenta la sua Azione:
per
la quale si esercitano prima tra loro con la pres
ltro Superiore; e senza mai trattar con Giovani di altra Camerata. Né
per
questo recitate si fa molto scapito nello studio;
, che sia possibile, l’esercizio necessari al pubblico Recitamento: e
per
ordinario si fa del tempo assegnato per la solita
ri al pubblico Recitamento: e per ordinario si fa del tempo assegnato
per
la solita ricreazione d’ogni giorno. Senza che io
leschi, e occupata nella felice riuscita di un giudizioso Recitamento
per
guadagnarsi, applauso, e farsi onore. Questa Ragi
si onore. Questa Ragione così brevemente spiegata non è un patrocinio
per
dar calore al desiderio, che hanno alcuni della C
edie nel tempo da Natale a Carnevale: ma è bensì un’efficace arringo,
per
correr l’asta contro di loro; perché la necessità
da’ vigilanti Superiori, acciocché non segua veruno inconveniente. Ma
per
governare in spirito virtuosi Giovani Artisti di
nia di Gesù, e uomo di ottimo ingegno, e grandemente amato, e stimato
per
la bontà, e per la dottrina dal prudentissimo Pon
omo di ottimo ingegno, e grandemente amato, e stimato per la bontà, e
per
la dottrina dal prudentissimo Pontefice Clemente
penoso deserto della santa penitenza, abbracciando la Croce di Cristo
per
mezzo della vita mortificata, e della Religiosa P
quale può, sa, e tal volta anche vuole operare stupore, e meraviglie
per
mezzo di mezzi molto sproporzionati secondo l’uma
o al c. 41. scrive con questa forma. Il veder un Giovane discolo, che
per
suoi mali portamenti sia esiliato dalla casa del
tire gli spirituali discorsi; poiché si trovano ridotti alla Commedia
per
ridere; e alle volte conviene loro piangere, non
abilità di buono esito si regolerebbe un uomo zelante delle anime, se
per
convertir peccatori, usasse il mezzo di una profa
Il Teatro profano, benché modesto, dubito, che abbia forza maggiore,
per
ingenerare nel cuore lo spirito di vanità, che pe
ia forza maggiore, per ingenerare nel cuore lo spirito di vanità, che
per
farvi nascer le brame, e i propositi di santità.
di piangere amaramente i peccati della passata vita, e d’incamminarsi
per
l’angusto sentiero della vera penitenza, che « pl
za, che « plangit preterita, et plagenda non committit ». Dico questo
per
rispondere a chi forse giudica poter replicare, a
conversione. Io credo, che le spirituali ferite di quelli convertiti,
per
sanare bene hanno bisogno di altro impiastro, che
ono aggiustar molto bene i conti del Libro di coscienza, e soddisfar,
per
quanto possono, e largamente, alla grossa e impor
o pensieri alla vanità del gusto teatrale. Dunque concludiamo, che né
per
li convertiti, né per quelli pochi, li quali fors
del gusto teatrale. Dunque concludiamo, che né per li convertiti, né
per
quelli pochi, li quali forse si convertirebbero,
ne buone, e virtuose. La confessione del difetto deve servir di freno
per
la sua correzione: e chi conosce scaduto dal prim
canza della perfezione ne’ Congregati; io dico, che non è buono mezzo
per
lo ristoro spirituale l’esercizio della Scena, e
cena, e il pubblico Recitamento di una profana Commedia; anzi è mezzo
per
ordinario nocivo, e pernicioso. Non si riscalda i
r fuggire da’ Congregati la tiepidità? I Pigmei non suonano la tromba
per
la guerra de’ Giganti: bisogna, che con il mezzo
iam. »de Opif. Hom. c. 13- Che l’opportuna Ricreazione era necessaria
per
lo mantenimento della corporale salute. E la Ragi
mente finita, e determinata, e però impotente alla continua fatica; e
per
conseguenza bisognosa di requie, e di riposo. E p
n iocis, et recreatione », una virtù nomata da’ Greci Eutropelia, che
per
officio tiene il moderar il Gioco, e porre una fe
uesto punto i Congregati non hanno anche essi le loro ricreazioni? Si
per
certo, e molto più libere, e molto più lunghe e m
; sen vanno dove vogliono, usano il vitto, e il vestito a loro gusto,
per
quanto comporta la loro condizione: né lasciano d
ne. In quanto poi al far Commedie, o altra piacevole Rappresentazione
per
diletto carnevalesco, e passatempo, io so, che tu
s, tum Epiphanie, tum etiam maioris. Quadragesima, ieiunia precedunt;
per
tres, aut quativior dies, antequam ieiunia inchoe
ue huiusmodi prestare; qua cum a virtute absint, onestam Recreationem
per
imunt. » Vuol dire in breve questo Autore, che la
opera; e non in altro, se vi commette errore. Ma qui io non pretendo
per
penna, o lingua di Censore intorno alle Commedie
qualità di quel Recitamento: non spiego caso particolare come potrei,
per
lo rispetto, che porto ad ogni Religione: e dico,
tanti. Il Comico Beltrame scrive, che recitano Religiosi il Carnevale
per
assuefare la Gioventù a ragionar in pubblico. E i
nare, e ad atteggiare pubblicamente. Ma quella scusa non fu accettata
per
buona da molti savi, e con ragione; perché il rec
rché il recitar in una carnevalesca Commedia non è buona disposizione
per
la Predica Quaresimale; anzi è d’impedimento; e q
ate Azioni; e che avendolo fatto, n’aveva sentito notabile nocumento,
per
poi applicarsi alla santa funzione predicatoria-
nel predicare, o nel vivere da buon Ecclesiastico: e può ricordarsi,
per
ponderar fruttuosamente, che dal Graziano si pigl
acerrime, corripiatur. »To. 1. Concil. pa. 509. col. 1. fine. Faccia
per
se il commento a queste parole ogni savio Religio
eligioso, e Ecclesiastico, e non avrà bisogno d’alcuna mia preghiera,
per
ritirarsi da’ridicoli Recitamenti teatrali. « Ips
licemente alle vittorie. Che se alle volte alcuni mutano casacca; non
per
questo migliorano sempre la Fortuna, e forse dall
ssione verso alcuni, che forse tal volta partono da una Congregazione
per
andare, ove si concede l’attendere all’esercizio
i Guerrieri spirituali, e lasciar la sua Bandiera di Cristiana bontà,
per
impiegarsi nel vano, e fallace trattenimento di f
andiera di santità. Si può anche far congettura, che tal partenza sia
per
essere cagione di maggior utilità ne’Congregati,
i comunicava con molta confidenza tutto l’interno suo, e il suo cuore
per
essere indirizzato; e corretto, ove mancasse, e f
ione si esercitino in qualche Commedia, devono tenere il lor giudizio
per
molto sospetto, e molto pericolodi; e però devono
to sospetto, e molto pericolodi; e però devono riportarsi in tutto, e
per
tutto al parere di chi governa la Congregazione.
a traditore della modestia. I fiumi grandi nell’originario fonte loro
per
lo più si saltano, o si guazzano con facilità, ma
un Padre spirituale molto dotto, e molto sperimentato, e disse. Io so
per
certa esperienza, che molti spirituali, con recit
loro. Volle dire secondo me, che la Scena, anche modesta molte volte
per
certe cattive circostanze serve di trabocco a’ Vi
no al Giudizio, che si può, e Dela Prima Ragione addotta a Congregati
per
fare una Commedia modesta. Cioè bisogna dar qualc
una Commedia modesta. Cioè bisogna dar qualche Ricreazione a Giovani
per
tenerli contenti. 107. N. 2. Della 2. Ragione, ci
quam nos a patriæ sinu, a complexu parentum, ab amicorum consuetudine
per
calumniam extrahi ? Credo ut cum Telephum et Pele
et inter ora literatorum victuros, æternitati transmittunt. Nam quid,
per
Deum immortalem peccat amplius, qui agente poesi,
ferimus quod illi in templis, nos in theatris ; illi inter sacra, nos
per
animorum remissionem ; illi serio, nos ludendo ho
a ? quæ audiendi cupiditas, videndi assiduitas ? quam gratum volvitur
per
ora murmur si quid decore gestum, polite dictum,
ia formidabunt. Tum enimvero si quid humani sensus habent et ingenii,
per
me licet, amentiam suam augeant, et eorum flagiti
tes et administri : judicia pelle de Republ. quibus innocentes aliqui
per
fraudem opprimuntur. Quid ? vites evelli debere c
ac tantum ratione aditum tibi ad theatra nostra quereris interclusum,
per
me licet bona verba pereant, dum tu concessum nos
iis exhibendis omnes artis ingeniique nervos contendisse, ut optimis
per
se operibus admirabilem gratiam et venustatem adj
iosior extitit licet ejus nomine anni notarentur, et in urbem patriam
per
disjectos muros eam coronaturus intraret ? hoc fa
homines pervidetis. Aliud adjungo in eorum adolescentium gratiam qui
per
collegia, id est seminaria Reip. liberalibus disc
est aut ejus adversarii Æschinis, qui ex histrione factus orator, et
per
id in Rep. spectatissimus, in æmulo suo male form
a posuit eloquentia. Sentiebant, videlicet, homines acutissimi, ipsam
per
se facundiam animos hominum invadere non posse ni
et abnuis ? Rhetorum magister imperat, et contradicis ? Is qui studia
per
viginti annos crudiendis juvenibus impendit : qui
onatur, quo, si apud barbaros exularent, essent revocandi. Quid enim,
per
Deum immort. potest esse pulchrius quam si quis a
ionicam cum eloquentiæ facultate comparasse. Quo in opere quid aliud,
per
Deum immort. efficere potuit, quam quod nunc agim
vario gestu, eoque commodo eandem sententiam, an hic diverso sermone
per
eam qua pollebat eloquentiæ ubertatem et gloriam
graviter et vere pronunciabant, ad theatra non posse tum adiri, nisi
per
externam saltem superstitionis professionem, per
osse tum adiri, nisi per externam saltem superstitionis professionem,
per
cultum mali dæmonis, per fidem Christi ejuratam.
externam saltem superstitionis professionem, per cultum mali dæmonis,
per
fidem Christi ejuratam. Hinc illa dæmonis muliere
cro, quæ diabolo, et pompæ, et angelis ejus sunt mancipata, scilicet,
per
idololatriam. » Atque illud maxime vos animadvert
ompeio, et Augusto extructum, spectacula regionatim a Cæsare exhibita
per
omnium linguarum histriones, Publium et Laberium
Græci rerum omnium æstimatores scientissimi decorarunt. Liceat tantum
per
vos in aris et focis nostris habitare, in sinu pa
itantur et exprimunt, quid aliud nisi ad libidinem inflammant homines
per
se et ad vitia satis proclives ? An major ulla co
An major ulla corruptela morum excogitari possit ? quæ enim in scena
per
imaginem aguntur, peracta fabula cum risu commemo
maximo. Recte enim atque sapienter Salomon Prov. 10. vers. 23. quasi
per
risum inquit, « stultus operatur scelus ». Turpia
pergimus, quoniam ad ejus instar theatra alia et amphiteatra extructa
per
urbes erant, paucis mutatis. Ac primum arena dice
prioris podii similitudine latioresque, ad quorum radices viæ erant,
per
quas a locis in loca alia transibatur. Sic Tertul
intelligo, cum cap. III. ait. « Vias enim vocant cardines baltheorum
per
ambitum, nam quod sequitur, et discrimina popular
s baltheorum per ambitum, nam quod sequitur, et discrimina popularium
per
proclivium », ad minores scalas referri debet, qu
icta, quod ad accipiendam et reddendam multitudinem idoneæ essent, ut
per
concamerationes, quæ sub gradibus erant, ingredi
ata in summo ædificio extantia confixa dixeris. Erant et tubi occulti
per
gradus facti, uti ex commissuris lapidum cernitur
ticus erat æquali tecto, officinas in se habens et cubicula superius,
per
quæ venientibus ad spectaculum ascensus, ingressu
est enim mortis fabricatrix voluptas. Et sicut Deus hominem ad vitam
per
laborem et sudorem vocat, cum sit virtus in arduo
orem et sudorem vocat, cum sit virtus in arduo posita ; ita ad mortem
per
delitias et suavitates festinamus, nimirum ad ver
nimirum ad verum bonum aspera via ducit, malorum imagines ad exitium
per
bona fallacia. Cavenda sunt igitur oblectamenta o
onjunctæ sunt vehementiores existunt, cum sensus omnes in carne sint,
per
quam voluptas tactus diffusa est, ex ea quasi per
mnes in carne sint, per quam voluptas tactus diffusa est, ex ea quasi
per
quinque rivulos in omnes sensus diducitur. Sic vo
et quasi limo suscepto a rebus externis in se reflexæ totam carnem et
per
eam animam inficiunt quo minus probitati operam d
luptate in diversam facto transitu in turpitudinem desinit. Eam Græci
per
hydriam significaverunt quam in palude delitescer
ati quantum venustatis, quantum oblectationis addunt ? Longum est ire
per
singula, quæ si exequi et dilatare pro dignitate
nondum a Theseo in urbis formam coacti rudi more agrestique instituto
per
agros sacris operati, tum eos qui sacrificio inte
rix Martiæ, regnatoris et populi procreatrix amans saltatur venus, et
per
affectus omnes meritriciæ vilitatis impudica expr
qui enim conveniat ignominia notare atque in infamium numero ponere,
per
quos divinus cultus augeatur. Ipsa Augustini verb
rum, dii ea sibi exhibere petiverunt. Quomodo ergo abjicitur scenicus
per
quem colitur Deus ? et theatricæ illius turpitudi
foro raptos e publicis diversoriis in templum Christiani inducunt, ut
per
eos sacra festorum lætitia augeatur ? quos Eccles
ter et privatim vacandum esse risus, plausus, clamores an id præstent
per
se quisque considerabit, quod si nequam et perdit
et VIII. et IX. Tertullianus lib de spectaculis c. XVII. « Spurcitiam
per
mulieres in scena repræsentari ait, et prostibula
us immortalis, in hoc argumento quanta præterea vitia insunt ? Primum
per
mulieres non muliebres personæ, sed militum etiam
eritate et robore temperato. Diligit enim eam ut proprium membrum, et
per
commixtionem quasi sibi iterum unire satagit. Sic
ssim exempla offeruntur, vindicari possunt, cum nullis certis sedibus
per
oppida et urbes histriones errent vagi et inconst
erendo, qui earum cupiditate inflammantur. Omnino turpissimum est cum
per
medias plateas, in ipsis hospitiis adolescentes n
itum circumtonsam matronam ministrasse compererat (in scena scilicet)
per
terna theatra virgis cæsum relegavit. Suetonius i
nam antea stantem populum spectavisse) aboleri paulatim patrios mores
per
lasciviam, gymnasia et otia et turpes amores exer
ore. Demum neque judicibus, aliisque Patribus grave fore aures tantis
per
iis voluptatibus dare. Neque ullo insigni probro,
beat, nequaquam populi Christiani moribus et sanctitati convenire, ut
per
urbes et oppida, certa perpetuaque sedes histrion
rtunum capiant ; unde rixæ et jurgia domestica extant, concitanturque
per
domos. Et est pudicæ fœminæ se limine continere n
bus annis major multo quam solebat est factus, extructo certo theatro
per
urbes et oppida immensum augebitur, pondus iners
ecitentur carmina, adstricta oratio numeris mire afficit instar aeris
per
angustias tibiæ compressi mentis sensibus carmine
ignificaverunt, cum Orphei cantum feras demulcisse. Amphionis cythara
per
se lapides ad structuram Thebani muri concurrisse
bores canendis Dei laudibus mitigasse ; contra videmus contingere, ut
per
plateas noctu, per domos interdiu nihil aliud qua
laudibus mitigasse ; contra videmus contingere, ut per plateas noctu,
per
domos interdiu nihil aliud quam Veneris laudes so
nculcavero musicam theatralem certissimam pestem afferre : corrumpere
per
civitates et oppida singulorum mores, instillare
as vivos mortuosque daturos : præcipue cum ad modos molles et fractos
per
se ad libidinem concitantes, verba turpissima add
a magis animus gaudebat mihi, Deum sese in hominem convertisse, atque
per
alienas tegulas. Venisse clanculum per impluvium,
in hominem convertisse, atque per alienas tegulas. Venisse clanculum
per
impluvium, fucum factum mulieri, At quem Deum ? q
rent his verbis. « Cætera lasciviæ ingenia etiam voluptatibus vestris
per
deorum dedecus operantur. Dispicite Lentulorum et
allaciter prodiderunt, dii hi utique, quia casti, quibus tantum nefas
per
humanos ludos confictum est, irasci ad vindicare
vacro, quæ diabolo et pompæ, et angelis ejus sunt mancipata, scilicet
per
idololatriam. Commemorabimus origines singulorum,
ut seipsum aut Deum lædat, hoc utrumque in ludis publicis agitur. Nam
per
turpitudines criminosas æterna illic salus Christ
dines criminosas æterna illic salus Christianæ plebis extinguitur, et
per
sacrilegas superstitiones majestas divina violatu
bit animum admirari, quoniam Isidori ætate suscepta passim Romæ atque
per
provincias religione Christiana nulli supererant
uam ipsa deorum templa, ubi impio cultui proprie vacabant. Num nos ea
per
imprudentiam reponemus, quæ tanta diligentia a ma
re affirmabis ? Communia hæc omnibus Christianis sunt : neque excuses
per
exaggerationem dici, quod toties et tanta verboru
rimum concinnata est ; quam Attellanus gesticulator, quam mimus etiam
per
mulieres repræsentat sexum pudoris exterminans, u
oculos spectaculis, ne vanis præstigiatorum ostentaculis tradere, nec
per
aures corruptricem animarum melodiam audire. Hoc
il sani neque audiunt, neque vident, qui undique obsidionem patiuntur
per
aures, per oculos, possint illam superare concupi
ue audiunt, neque vident, qui undique obsidionem patiuntur per aures,
per
oculos, possint illam superare concupisentiam. Qu
a, quorum erat magnus numerus cum cæteris qui nosta sacra susceperant
per
proincias confusus. Nam si quæ scenica mulier vel
ens mimos, quos vocant Galli joculatores, goliardos, et Tusci bufones
per
annum ignominiosam illam artem exercentes, vel br
eges magna patrum nostrorum prudentia fixæ, an hoc tempore serventur,
per
se nullo monstrante omnes intelligunt : cum omni
Et paucis interjectis subjungit. « Omnino igitur obscœnitas verborum
per
legislatorem exterminanda est ex civitate. Ex tur
de musica disputaret, et quanta mala incurrerent in rempublicam modis
per
negligentiam magistratuum mutatis, simul de puero
consilium, ratione modoque tractari non vult. » Sed designentur tamen
per
civitates aut diœceses censores, a quibus probent
Multa de ludis scenicis dicta sunt. Venio nunc ad lupanaria, quibus
per
urbes et oppida publice constitutis, mulierum inf
clesiam inter alia eo nomine acriter accusare, quod publica lupanaria
per
urbes et oppida toleraret. Ita refert Pius II. hi
es præsertim qui via et ratione Theologiam tradidere. et ne susceptum
per
provincias ab omni memoria morem convellere velle
est criminis. Idem judicium esto de meretricibus vagis nocte concubia
per
vicos et plateas vænali corpore, præterea de his
n, et in Hispania species certe quædam ejus vectigalis retinetur, cum
per
urbes et oppida lupanaris magister domum eam trip
s coram puderet peccare, singulis cellulis meretricum secretos aditus
per
posticum esse in quibusdam urbibus patefactos. Qu
rebus communibus commodum aliquod afferant, ac non potius perniciem,
per
se quisque consideret. Eas sane Philippus II. rex
et, si secus faxit, veste, quam locarit insuper pecunia mulctetur, se
per
se juraverit, atque secundo deliquerit ad pecuniæ
i meretrici concedatur turpem quæstum facere. Quæ secus faxit flagris
per
plateas cedatur, tum ipsa tum magister Lupanaris,
ardinalis distinctio placebat XXII. q. X. art. IV. Nimirum quædam res
per
se, et ex natura sua ad pravitatem dirigi, uti id
sentiendum sit lector sedato animo, neque infectus præjudicio aliquo
per
se statuat. Pertinet autem hic ludus ad antiquum
multa circum forum effugio patent, angusti aditus et quasi vomitoria,
per
quos bestia penetrare non potest. Itaque quod qui
incipes quam inter alias gentes, publice iis auctoribus rem illicitam
per
tot ætates primum intactam, deinde post abolition
git cum in stadio de equorum velocitate certamen est, et multo plures
per
æstatem haustu frigidæ pereunt, peponum aut alior
s possit ? cum usus sæpe sit salutaris ad mitigandos æstus, præsertim
per
æstatem Certum autem modum cunctis præscribere no
ntificis diploma, in quo quod superius est dictum indicatur, illicita
per
se esse hæc spectacula, quando a pietate et chari
t Pius Papa V. prædecessor noster periculis fidelium occurrere volens
per
suam constitutionem omnibus principibus Christian
contrarium facientibus, non obstantibus quibuscumque : proviso tamen
per
eos ad quos spectabit, quod ex inde alicujus mors
, et deinde piæ memoriæ Gregorius Papa XIII. etiam prædecessor noster
per
quasdam suas desuper confectas litteras prædictam
contra inobedientes cujuscumque qualitatis fuerint, ipsis prius etiam
per
edictum publicum constito summarie, et extrajudic
mque tenoribus specialis, specifica expressa, et individua, non autem
per
clausulas generales idem importantes mentio haben
ede indultum, quod interdici, suspendi, vel excommunicari non possint
per
litteras Apostolicas non facientes plenam et expr
ati non essent, et agitationes taurorum festis diebus non fierent, et
per
eosdem, ad quos spectabat, provideretur, ne inde
tis latius continetur. Cæterum quia sicut idem Philippus Rex nobis et
per
litteras et per dilectum filium nobilem virum Ant
netur. Cæterum quia sicut idem Philippus Rex nobis et per litteras et
per
dilectum filium nobilem virum Antoninum Suessæ du
us : easdemque prædecessoris litteras ad terminos juris communis (cui
per
præsentes non intendimus in aliquo derogare) perp
agitationes in eisdem Hispaniarum regnis festis diebus non fiant ; et
per
eos, ad quos spectet, provideatur, ne inde alicuj
astica dignitate constitutos, in dictis Hispaniarum regnis existentes
per
præsentes monemus et hortamur, ne paterna hac nos
ulieres imitantur, quid aliud nisi ad libidinem inflammant intuentes,
per
se ad vitia satis proclives ? An major ulla corru
An major ulla corruptela morum excogitari possit ? Quæ enim in scena
per
imaginem aguntur, peracta fabula cum risu commemo
jocis ad seria transitus. Recte enim atque sapienter Salomon, « Quasi
per
risum, inquit, stultus operatur scelus. » Turpia
foro raptos e publicis diversoriis in templum Christiani inducent, ut
per
eos sacra festorum lætitia augeatur ? Aut qui con
os ait, histriones ignominia notare, atque in infamium numero ponere,
per
quos divinis cultus honestatur ? cur a sacris ord
r et privatim vacandum esse. Risus, plausus, clamores an id præstent,
per
se quisque considerabit. Sequitur pravitas alia,
parte contingere. Præterea histrionum numerus extructo certe theatro
per
urbes et oppida, immensum augebitur pondus iners
eat, ne quaquam populi Christiani moribus et sanctitati convenire, ut
per
urbes et oppida, certa perpetuaque sedes histrion
ne, qui restituenda contendat ? Ad hæc, « Suscepta Christi religione
per
omnes pene civitates cadunt theatra uti Augustinu
untur ad eum, offendasque populo ceremonias, et ritum colendi viamque
per
quam ingredi debeant, et opus quod facere debeant
ans toutes les Provinces. » « Irreligiosa consuetudo est, quam vulgus
per
sanctorum solemnitates agere consuevit : populi q
nt imprimer dans leur esprit.« Ideo enim potestatis culmina tenet, ut
per
eandem potestatem disciplinam Ecclesiasticam muni
inam Ecclesiasticam muniat, et ut quod non prævalet Sacerdos efficere
per
doctrinæ sermonem, potestas impleat per disciplin
on prævalet Sacerdos efficere per doctrinæ sermonem, potestas impleat
per
disciplinæ terrorem. » Isidor. Saint Chrysolog
untur ad eum, offendasque populo ceremonias, et ritum colendi viamque
per
quam ingredi debeant, et opus quod facere debeant
sumet vos secum. » Malach. « Irreligiosa consuetudo est, quam vulgus
per
sanctorum solemnitates agere consuevit : populi q
quam Episcopus. » S. Greg. « Ideo enim potestatis culmina tenet, ut
per
eandem potestatem disciplinam Ecclesiasticam muni
inam Ecclesiasticam muniat, et ut quod non prævalet Sacerdos efficere
per
doctrinæ sermonem, potestas impleat per disciplin
on prævalet Sacerdos efficere per doctrinæ sermonem, potestas impleat
per
disciplinæ terrorem. » Isidor. « Si qua sunt er
onnullis rebus sentiri potest, Dei sacerdotes abstinere debent : quia
per
aurium oculorumque illecebras turba vitiorum ad a
icée (325), Canon XVIII].r , dans la décrétale de saint LéonUniv. Ep.
per
Camp. cap.3 [1e décrétale de Saint Léon (le pape
tale de Saint Léon (le pape Léon Ier, 440-461), « Universis episcopis
per
Campaniam etc. », chap. 3, in Jean Hardouin, Acta
] Can. XVIII. [1er Concile de Nicée (325), Canon XVIII].r Univ. Ep.
per
Camp. cap.3 [1e décrétale de Saint Léon (le pape
tale de Saint Léon (le pape Léon Ier, 440-461), « Universis episcopis
per
Campaniam etc. », chap. 3, in Jean Hardouin, Acta
tione gravi et libera edoceretur, si hoc a se impetrarent homines, ut
per
otium animo quieto, solutoque rationum momenta po
servit plebeiis ; et qui in hoc consessu fraudes suas ab aliis detegi
per
ignorantiam non posse existimat, ab aliis propter
prætextas et fasces Romani evocabant, sed facetos, et dicaces Atticos
per
vindemias fervente musto, spumante cuppa, labris
rpuratis, convicia invicem jactitasse ; tum post multiplices choreas,
per
pagos et κώμας (unde et Comediæ nomen) discurrent
gitia cum naturæ vitio facilius in animum irrepunt quam virtutes, tum
per
oculos quasi fenestras expeditissimas blandissime
claro meridie, patente domo, titillante sensu, approbantibus omnibus
per
oculos et aures in animum introducitur, incidit f
c enim profiteri omnes cogimur usu rerum et experientia edocti, animo
per
libidines corrupto nihil altum inesse. Vidit hunc
nos invisunt, primo aditu in urbem proposita tabula publice, privatim
per
domos nobis recipiunt facturos se ut civium verec
ulo, morte plectebant : et ipsam libidinem in theatris, ipsam Venerem
per
oculos inmissam sine crimine habebant ? Nimirum e
n scenam prodiret : sed maxime gravissima Sanctorum Patrum auctoritas
per
omnes ætates ab illis Romani Imperii temporibus p
dem in domum inferre permittit, mensa hospitioque dignatur ? Vagantur
per
oppida sine tecto, sine lare, ignotis parentibus
e quam voce ? utroque autem apte concinneque utentes ea quæ dicunt si
per
se laudabilia sunt, efferre in maius ; si jacent,
ratoribus histriones quam ab histrionibus oratores acceperunt. Itaque
per
me licet, Ciceronem totum refinxerint ? solum eni
tensius, certe Demosthenes acceptam semper retulit actionem. Est enim
per
sane ridiculum duobus vulsis et recalvastris ludi
t : exclamationibus permovendi quas in Æschine risit Demosthenes : et
per
hæc ad illam flexanimam, et omnium reginam eloque
ivinarum et humanarum rerum, et c. sed eam quæ ad sensus pertinet, et
per
eos prius affectos, ad animam pervadit. Inter quo
rea totius oculorum et aurium regimen nobis scriptura commendat, quia
per
eas partes insinuant se vitia, et ex auditis et v
m, dii eas sibi exhiberi petiverunt. Quomodo ergo abjicitur scenicus,
per
quem colitur Deus ? Et theatrice illius turpitudi
igionis alienissimum esse, et sacro Ministerio quod Deus instituit ut
per
illud fides nostra ædificetur, injurium ; nec ver
p. 15. « Cætera, inquit, lascivia ingenia, etiam voluptatibus vestris
per
Deorum dedecus operantur. Dispice Lentulorum et H
allaciter prodiderunt, dii hi utique, quia casti, quibus tantum nefas
per
humanos ludos confictum est, irasci ac vindicare
cro, quæ Diabolo, et pompae, et Angelis ejus sunt mancipata, scilicet
per
Idololatriam. » Idem argumentum persequitur Lacta
ma gratia ejus de spurcitia plurimum concinnata est, quam minus etiam
per
mulieres repræsentat, sexum pudoris exterminans,
culos spectaculis, nec vanis præstigiatorum ostentaculis tradere, nec
per
aures corruptrices, animarum melodiam audire. » A
init. Itaque nihil omnino damnosius quam spectaculis assidere, quando
per
voluptatem facilius ac proclivius obrepunt vitia.
in eis sæcularium judiciorum strepitus conquiescat, nulla inibi causa
per
laicos criminalis maxime agitetur. » Lib. 3. sext
in eis sæcularium judiciorum strepitus conquiescat, nulla inibi causa
per
laicos criminalis maxime agitetur. » Lib. 3. sext
oni insaniæ ludibria exercere præsumunt : Infra, Mandamus quatenus ne
per
hujusmodi turpitudinem Ecclesiæ inquinetur honest
ludos hos sibi vsurparunt, quòd illis exitio fuit. Eleis sibi eosdem
per
Phidonem Argiuum aduocatum vsurpantibus, vt narra
hiano, Herodoto, Pausania, & aliis tradit, hæc Olympica certamina
per
singulos quinq; annos renouari solita, cũ maximo
ctoribus concedebantur. Tantáq́; fuit Olympiorum veneratio, vt posteà
per
Olympiades lustrales cæperint anni numerari, ab a
data Nemea certamina originem habuerunt à certamine funebri instituto
per
septem duces Argiuorum, in honorem Archemori fili
culos spectaculis, nec vanis præstigiatorum ostentaculis tradere, nec
per
aures corruptricem animarum melodiam audire. Hoc
tuti in scenam vel theatrum darent : quòd essent morum corruptela, ne
per
obscænos motus iuuenes impudicitia lasciuirentAle
mimos, quos vocant Galli ioculatores goliardos, & Tusci bufones,
per
annum ignominiosam illam artem exercentes, vel br
it. c. 43.. Sicuti & P. Dolabella censuit spectaculum gladiatorum
per
omnes annos celebrandũ, pecunia eorum, qui quæstu
umerosa multitudine diebus festis, cum adveniunt audituræ verbum Dei,
per
inscitiam lætitiæ spiritualis, se dedunt inhonest
De provident. li. 2. « Diabolus est in spectaculis et pompis suis, et
per
hoc, cum redimus ad spectaculum, relinquimus fide
u’il souffre. » « Væ iis qui sunt in causa efficaci tantorum malorum,
per
suos lascivos sonos ; reddent de omnibus malis, q
umerosa multitudine diebus festis, cum adveniunt audituræ verbum Dei,
per
inscitiam lætitiæ spiritualis, se dedunt inhonest
De provident. li. 2. « Diabolus est in spectaculis et pompis suis, et
per
hoc, cum redimus ad spectaculum, relinquimus fide
ontaminantur. » « Væ iis qui sunt in causa efficaci tantorum malorum,
per
suos lascivos sonos ; reddent de omnibus malis, q
om. 2. 2. q. 168. art. 2. « sicut autem fatigatio corporalis solvitur
per
corporis quietem, ita etiam oportet quod fatigati
corporis quietem, ita etiam oportet quod fatigatio animalis solvatur
per
anima quietem ; quies autem anima est delectatio.
ur, in quantum homo sit pronus ad vitia vel lasciviæ vel crudelitatis
per
ea quæ ibi repræsentantur : Unde Chrysostomus dic
mento venenato ; nec tanti gulam facias, voluptatis, quanti periculum
per
suavitatem. » veux, dit-il, que dans ces spectac
cunt appetitiones, et oculi proximos impudentius aspicere assuefacti,
per
quod concessum sibi vident otium, intendunt cupid
animæ purgationem, ut semel et quod vobis satis sit dicam, voluptates
per
sensus eripiunt. Oportet enim nec oculos spectacu
os spectaculis, nec vanis præstigiatorum ostentationibus tradere, nec
per
aures animarum corruptricem melodiam haurire, hoc
. 2. « Sed nunc in theatris congaudebam amantibus cum sese frucbantur
per
flagitia. » . « Alors, dit-il, lorsque je fréquen
onnullis rebus sentiri potest, Dei Sacerdotes abstinere debent ; quia
per
aurium oculorumque illecebras vitia ad animam ing
sanctissimus, tum ipsum, tum ejus doctrinam maximi faciebat : et quod
per
externa Sacracenorum bella licuit, ejus semper gr
oduit la Comédie Ibid. « In quam sententiam valde populum confirmabit
per
ea quæ gravissimi viri Tertullianus, Cyprianus Ma
spectac. c. 27. « Ne tanti gulam facias voluptatis, quanti periculum
per
suavitatem. » , n’ait pas plus de pouvoir sur vou
1585. pag. 638. Epist. 338. « Scenicis summum hoc studium est, non ut
per
ipsorum cavillas multi meliores reddantur, verum
sum putamus gaudium simplex, nec delectat ridere sine crimine ? Quasi
per
risum stultus operatur scelus. Proverb. 10. au l
om. 2. 2. q. 168. art. 2. « sicut autem fatigatio corporalis solvitur
per
corporis quietem, ita etiam oportet quod fatigati
corporis quietem, ita etiam oportet quod fatigatio animalis solvatur
per
anima quietem ; quies autem anima est delectatio.
ur, in quantum homo sit pronus ad vitia vel lasciviæ vel crudelitatis
per
ea quæ ibi repræsentantur : Unde Chrysostomus dic
mento venenato ; nec tanti gulam facias, voluptatis, quanti periculum
per
suavitatem. » Ibid. Cap. 28 « Vicibas disposita
cunt appetitiones, et oculi proximos impudentius aspicere assuefacti,
per
quod concessum sibi vident otium, intendunt cupid
animæ purgationem, ut semel et quod vobis satis sit dicam, voluptates
per
sensus eripiunt. Oportet enim nec oculos spectacu
os spectaculis, nec vanis præstigiatorum ostentationibus tradere, nec
per
aures animarum corruptricem melodiam haurire, hoc
. 2. « Sed nunc in theatris congaudebam amantibus cum sese frucbantur
per
flagitia. » Ibid. « Quid autem mirum, cum infel
onnullis rebus sentiri potest, Dei Sacerdotes abstinere debent ; quia
per
aurium oculorumque illecebras vitia ad animam ing
sanctissimus, tum ipsum, tum ejus doctrinam maximi faciebat : et quod
per
externa Sacracenorum bella licuit, ejus semper gr
um dimanare. » Ibid. « In quam sententiam valde populum confirmabit
per
ea quæ gravissimi viri Tertullianus, Cyprianus Ma
spectac. c. 27. « Ne tanti gulam facias voluptatis, quanti periculum
per
suavitatem. » Chrysost. Homil. 15. ad pop. Anti
1585. pag. 638. Epist. 338. « Scenicis summum hoc studium est, non ut
per
ipsorum cavillas multi meliores reddantur, verum
sum putamus gaudium simplex, nec delectat ridere sine crimine ? Quasi
per
risum stultus operatur scelus. Proverb. 10. Isi
Deum expensæ : ipse est enim dies requietionis perpetuæ : ipse nobis
per
septimæ diei umbram insinuatus noscitur in lege,
et Prophetis : Justum igitur est ut hanc diem unanimiter celebremus,
per
quam facti sumus quod non suimus. » Et encore plu
Deum expensæ : ipse est enim dies requietionis perpetuæ : ipse nobis
per
septimæ diei umbram insinuatus noscitur in lege,
et Prophetis : Justum igitur est ut hanc diem unanimiter celebremus,
per
quam facti sumus quod non suimus. » Et infra ,
c. ult. « Exterminanda omnino est irreligiosa consuetudo quam vulgus
per
sanctorum solemnitates agere consuevit. Populi, q
jour au culte divin » ;« Omni theatrorum, atque Circensium voluptate
per
universas urbes earumdem populis denegata, totæ C
c. ult. « Exterminanda omnino est irreligiosa consuetudo quam vulgus
per
sanctorum solemnitates agere consuevit. Populi, q
. valeat Christianus. » « Omni theatrorum, atque Circensium voluptate
per
universas urbes earumdem populis denegata, totæ C
rtio consulatu Honorij. — picta Draconum Colla levant multusque tumet
per
nubila serpens Iratus stimulante Noto. Ammian Mar
rtio consulatu Honorij. — picta Draconum Colla levant multusque tumet
per
nubila serpens Iratus stimulante Noto. Lib. 16.
timore Dei incipiente operari in eo omnium virtutum plenitudinem, dum
per
justitiam defert majori : per prudentiam non cred
in eo omnium virtutum plenitudinem, dum per justitiam defert majori :
per
prudentiam non credit se sibi : per temperantiam
dum per justitiam defert majori : per prudentiam non credit se sibi :
per
temperantiam refugit discernere : per fortitudine
prudentiam non credit se sibi : per temperantiam refugit discernere :
per
fortitudinem totum se obedientiæ subjicit, non di
volontaires « Unde nos ipsos jugiter damnare, et accusare debemus, ur
per
vilitatem voluntariam, lapsus non voluntarios abj
, dit-il « Sed tamen his fabulis spretis ac repudiatis Deus pertinens
per
naturam cujusque rei, per terras Ceres, per maria
abulis spretis ac repudiatis Deus pertinens per naturam cujusque rei,
per
terras Ceres, per maria Neptunus, alii per alia p
repudiatis Deus pertinens per naturam cujusque rei, per terras Ceres,
per
maria Neptunus, alii per alia poterunt intelligi,
per naturam cujusque rei, per terras Ceres, per maria Neptunus, alii
per
alia poterunt intelligi, qui qualesque sint, quoq
te certandi. Cæterum abolitos paulatim patrios mores, funditus everti
per
accitam lasciviam ut quod usquam corrumpi et corr
us pudori relinquatur ; sed cœtu promisquo quod perditissimus quisque
per
diem concupiverit, per tenebras audeat. » Tacit.
sed cœtu promisquo quod perditissimus quisque per diem concupiverit,
per
tenebras audeat. » Tacit. Lib. 14. Annal. . « Nér
damnosum bonis moribus, quam in aliquo spectaculo desidere. Tunc enim
per
voluptatem facilius vitia surrepunt. Quid me exis
sapientæ tuæ. Sin hæc quæ cæteri mirantur, contemnenda duxisti et cum
per
valetudinem posse, venire tamen noluisti ; utrumq
. » Et dans l’Epitre 96. « L’homme, dit-il « Homo sacra res, homo jam
per
lusum et jocum occiditur ; et quem eruditi ad inf
producitur, satisque spectaculi in homine mors est, in hac ergo morum
per
versitate, desideratur solito vehementius aliquid
, quemadmodum Circum vel Theatrum spectator. Loca nos non contaminant
per
se ; sed quæ in locis fiunt, a quibus et ipsa loc
ntauros, atque id genus fabulas cœpisse describere deinde spectatores
per
risum acclamasse, Nihil ad Bachhum : Quo convitio
tanta proferre mendacia. Ubi respondit Thespis, non esse indignum ea
per
ludum vel dicere, vel facere ; Solon terra baculo
e certandi ; Cæterum abolitos paulatim patrios mores, funditus everti
per
accitam lasciviam, ut quod usquam corrumpi, et co
pus pudori relinquatur, sed cœtu promiscuo quod perditissimus quisque
per
diem concupiverit, per tenebras audeat. » , étant
sed cœtu promiscuo quod perditissimus quisque per diem concupiverit,
per
tenebras audeat. » , étant Consul pour la quatriè
erpetua sedes theatro locata sit, potius quam immenso sumptu singulos
per
annos consurgeret ac strueretur : nec perinde Mag
ento subest, solaque fit narratio fabulosa, non unus reperitur modus,
per
figmentum vera referendi : aut enim contextio nar
ns, Qui te nec amet, nec studeat tui, Aut tu illum fructu fallas, aut
per
litteras Avertas aliquod nomen, aut per servulum
t tu illum fructu fallas, aut per litteras Avertas aliquod nomen, aut
per
servulum Percutias pavidum, postremo a parco patr
ommé Stéphanion dans trois Théâtres, et puis le bannit « Stephanionem
per
trina theatra virgis cæsum relegavit. » Sueton. i
jam non solum aquatissimo, sed etiam tepidissimo cum suis præsentibus
per
sorbitiones esiguas partiretur, quia pietatem ibi
iat ? Per hæc ille malorum artifex se intromittit, ut captis paulatim
per
ludorum similitudinem mentibus dominetur…Admonete
acere, de præmissa B. Augustini authoritate sufficienter, et præcipue
per
suum Prælatum certificati, et advisati fuerint, i
iements, et de leurs louanges. « Quel honneur, dit-il « Cur Principes
per
infames honoras ? cur in eos tam multa impendis ?
ffluunt turpitudine, multa nequitia, qui undique obsidionem patiuntur
per
aures, per oculos, possint illam superare concupi
pitudine, multa nequitia, qui undique obsidionem patiuntur per aures,
per
oculos, possint illam superare concupiscentiam ?
ciunt aliud quam labores. » In serm. in illud Math. 7. v. 13. Intrate
per
augustam portam., qu’après avoir employé envers v
mêmes Actes des Apôtres. « Il y a déjà trois ans, dit-il « Ecce enim
per
gratiam Dei et nos triennium jam habemus, noctesq
per gratiam Dei et nos triennium jam habemus, noctesque et dies nonne
per
tres dies, sæpe etiam per septem exhortamur. » S.
ennium jam habemus, noctesque et dies nonne per tres dies, sæpe etiam
per
septem exhortamur. » S. Chrysost. hom. 44. in act
pa Vestales virgines. Quæ facinora digna Dei vindicta Romano sanguine
per
Gothorum gladium Deus voluit expiari. » Baron. a
. Ille est enim ille qui etiam in artem, jocos ludosque digessit, ut
per
hæc ad se traheret milites Christi, virtutisque e
ibus etiam Theatra construxit, et illos risuum incensores paravit, ut
per
illorum luem, in universam urbem talem exciter pe
cunctis jure celebratur, omni Theatrorum, atque Circensium voluptate
per
universas urbes earumdem populis denegata, totæ C
pœna prohibere : maxime cum etiam in natalibus beatissimorum Martyrum
per
nonnullas civitates, et in ipsis locis sacris tal
boli confiteris ? Renunciasti semel diabolo, et spectaculis ejus ; ac
per
hoc necesse est ut prudens, et sciens dum ad spec
relinquit Deum. Diabolos autem in spectacula est, et pompis suis ; ac
per
hoc, cum redimus ad spectacula, relinquimus fidem
carne natus, Salvator mundi noster edocuit ? hoc vel perse ipsum, vel
per
Apostolos prædicavit. » Salvian. lib. 6. de Provi
ibi lascivia, alibi intemperantia, alibi insania : ubique dæmon. Immo
per
singula ludicrorum loca, universa dæmonum monstra
a dæmonum monstra. « Præsident enim sedibus suo cultui dedicatis. Ac
per
hoc in spectaculis ejusmodi non sola est illecebr
ne curæ Ne reus cantu petulantiore, Sim reus actu. Neu putet solvi
per
amæna dicta Schema sic artis Phalerasque jungam C
appresso entrato nella citta, reconfirmato al Doge, et alla Republica
per
amplissemi privilegii le preminzie concesse, aggi
o, la chiesa di santo Marco, dal Vespro della vigilia dell’Ascensione
per
infino all’altro Vespro, del proprio, giorno, in
pa, et all’Imperatore, con due troni, et con due Ombrelle, cioe l’una
per
lo Papa et l’altra per l’Imperatore. Et all’hora
con due troni, et con due Ombrelle, cioe l’una per lo Papa et l’altra
per
l’Imperatore. Et all’hora il Papa fece comandamen
comandamento che fusse recato, un altro trono, et un’altra ombrella,
per
lo Duce, et quelle gli presento, dicendo : lo ti
es, eosdemque scenicos ludos etiam diis suis acceptos viderent, illos
per
quos agerentur, in infamium loco ac numero deputa
tanta proferre mendacia. Ubi respondit Thespis, non esse indignum ea
per
ludum vel dicere, vel facere ; Solon terra baculo
abat Heliogabalus…..ita rebus omnibus quæ venerandæ olim censebantur,
per
omnem contumeliam ac temulentiam debacchantibus,
um in compendio juris civilis quod Romæ est in Bibliotheca Pontificis
per
indicis seriem ordine alphabeti sermone Græco com
lurimum concinnata est, quam Atellanus gesticulator, quam Mimus etiam
per
mulieres repræsentat, sexum pudoris exterminans,
témoignage de Tacite en ces termes « Aggregabantur e plebe flagitiosa
per
obsequia Vitellio cogniti, Scurræ, Histriones, Au
ces termes « Cæterum abolitos paulatim patrios mores, funditus everti
per
accitam lasciviam, ut quod usquam corrumpi, et co
ndabat Heliogabalus ita rebus omnibus quæ venerandæ olim censebantur,
per
omnem contumeliam, ac temulentiam de bacchantibus
s, easdemque scenicos ludos, etiam Diis suis acceptos viderent, illos
per
quos agerentur, in infamium loco, ac numero deput
, dii eos sibi exhiberi petiverunt ? Quomodo ergo abjicitur Scenicus,
per
quem colitur Deus ? et theatricæ illius turpitudi
icit in alio loco iam Consul in extremis periculis civitatis et ludos
per
decem dies factos, neque rem ullam quæ ad placand
prope fata ipsa flexissent. Itaque ex illorum responsis tunc et ludi
per
dies decem facti sunt, neque res nulla quæ ad pla
Notre ami Esope, dit-il « Noster Æsopus ejusmodi fuit ut ei desinere
per
omnes homines liceret. » Ibid., y joua de telle s
urimum concinnata est, quam Atellanus gesticulatur, quam Mimus, etiam
per
mulieres repræsentat, sexum pudoris exterminas, u
uæ facere flagitium est ? cur quæ ore prolata communicant hominem, ea
per
oculus et aures admissa non videantur hominem com
ofectu dedi operam, quamvis exquisitam pronuntiandi rationem, assequi
per
patriam consuetudinem non licuit. Nostris enim ho
ecembris, quia eo die scripta est lex Græce, diebus Ptolomæi, tuncque
per
tres dies tenebræ mundo effusæ sunt. » In Talmude
inde quædam suis scriptis inserere, mente motum fuisse diebus 30. et
per
intervalla insaniæ precibus Deum placasse, facile
sine concussione spiritus non est. Ubi enim voluptas, ibi et studium,
per
quod scilicet voluptas sapit ; ubi studium, ibi e
ium, per quod scilicet voluptas sapit ; ubi studium, ibi et æmulatio,
per
quam studium sapit. Porro, et ubi æmulatio, ibi e
unculo venenato : nec tanti gulam facias voluptatis, quanti periculum
per
suavitatem. » Tertull. de spectac. cap. 27., qu’
io id non facerem ? Ego vero illud sponte feci, ac libens. Non omnino
per
hanc turpitidinem verba ista commodius discuntur
Non omnino per hanc turpitidinem verba ista commodius discuntur ; sed
per
hæc verba turpitudo ista confidentius perpetratur
écrit à Mémorius Evêque de Capoue. « Posidius, dit-il « Posidius est
per
nostrum ministerium, non litteris illis, quas var
dinum liberales vocant ; sed dominico pane nutritus quantus ei potuit
per
nostras angustias dispensari. Quid enim aliud dic
tis æstus immanis terrarum libidinum, in quo ipsa mutatur et vertitur
per
nutum proprium de cœlesti serenitate detorta atqu
sujet « Tunc in Theatris congaudebant amantibus, cum se se fruebantur
per
flagitia, quamvis hæc imaginarie gererentur in lu
’Isidore « Ideo prohibetur Christianis figmenta legere Poëtarum, quia
per
oblectamenta inanium fabularum mentem excitant ad
ateur, dit-il « Omnis igitur obscœnitas verborum ut et quidquam aliud
per
legislatorem exterminanda est de civitate : ex tu
s, vel veste pretiosa ; sed quod decet mulieres promittentes pietatem
per
opera bona. Mulier in silentio discat. » 1. Tim.
nunculo venenato, nec tanti gulam facias voluptatis, quanti periculum
per
suavitem. » Tertullian. de Spectacul. cap. 27.,
i, et stanti ipso pondere elapsus est. Hunc dum sequitur, colligitque
per
læve, et lubricum pavimentum fallente vestigio ce
eum locum, qui usque ad nostram extat ætatem sibi ædificavit, in quem
per
dies singulos descendens, gestum ac motum corpori
ædam quæ secundum speciem suam sunt peccata ; et talia non excusantur
per
ludum ; quin immo ex his ludus redditur flagitios
exercere præsumunt et infra, fraternitati vestræ mandamus quatenus ne
per
hujusmodi turpitudinem Ecclesiæ inquinetur honest
itre « Ludi Theatrales etiam prætextu consuetudinis in Ecclesiis, vel
per
Clericos fieri non debent. » Titul. dict. Canon.
et, ac etiam Cæmeterio exerceri amplius permittant, transgressoresque
per
censuram Ecclesiasticam aliaque juris remedia pun
ctaculandum ; aliquando larvalis, quæ larvæ sunt deformitates hominum
per
appositionem colorum, vel rerum, quæ vulgariter d
ia non proprie vocantur ludi, ut notatur in dicto Canone Cum decorem,
per
Gloss. et Panormit. » Summa Angelica in V. ludus,
et privatim vacandum esse : risus, plausus, clamores, an id præstent,
per
se quisque considerabit. » Mariana de Rege et Reg
s les Docteurs in c. cum decorem. de vita et honestate Clericorum, et
per
hoc in summa eοdem titulo. Item ludi Theatrales.
cæteros rapuit) cum Theutonicos, Cimbrosque concideret, cum Jugurtham
per
Africæ deserta sequeretur, tot pericula putes app
ribus indebitis. Et quamvis in rebus humanis non utantur alio officio
per
comparationem ad alios homines ; tamen per compar
s non utantur alio officio per comparationem ad alios homines ; tamen
per
comparationem ad seipsos, et ad Deum, alias haben
dans sa Somme : « On appelle, Histrion, dit-il « Histrio dicitur qui
per
aliquod instrumentum, vel corporis gesticulatione
nas inquiror, de loco ad locum fugitans, inedia, miseriaque confecta,
per
hæc nunc latitans oberro loca, triduum jam hoc si
et artem musicam, in spiritualem commutans vitæ, mentisque harmoniam,
per
integrum triennium arctissimæ se tradidit abstine
paces de regular se con las reglas, y leyes de la razon, y ordinar se
per
ella à bueno, y loable fin, que es la conversacio
ffluunt turpitudine, multa nequitia, qui undique obsidionem patiuntur
per
aures, per oculos, possint illam superare concupi
pitudine, multa nequitia, qui undique obsidionem patiuntur per aures,
per
oculos, possint illam superare concupiscentiam ?
défendons , disent-ils « Omni Theatrorum, atque Circensium voluptate
per
universas urbes earum populis denegata, totæ Chri
it enim versutissimus artifex malorum segnius irritate animum demissa
per
aures, quam quæ sunt oculis subjecta fidelibus, e
rum. » Tit. 2. Omnes etiam qui hæc legent si quis tamen legere volet,
per
eumdem Dominum obtestor, ut vel in concionibus, v
s Senatores, Præteresque civitatum ; nec tantum admoneant ; sed etiam
per
Jesum Christum obtestentur, ut in istos morum Chr
enæ, Circi, Theatrorum, et omnibus quæ animæ contaminant puritatem et
per
sensus ingrediuntur, ad mentem, impleturque quod
entem, impleturque quod scriptum est. » Jerem 9. v. 20. Mors intravit
per
fenestras vestras. » Ibidem. « des Saints Docteur
dit-il « Recibida ya la Christiana Religion, dize san Augustin, casi
per
todas las ciudades, se van cayendo los theatros,
in altari semper ardebit, quem nutriet sacerdos subjiciens mane ligna
per
singulos dies. » Cet autel est le cœur de l’homme
pe actibus, dit S. Grégoire, valde frigescit animus, si necdum fuerit
per
intima dona solidatus » ; Si l’âme n’est fortifi
ctum Christianum de repudio spectaculorum. Itaque negat manifeste qui
per
quod agnoscitur, tollit. » Tertull. de spect. cap
timore Dei incipiente operari in eo omnium virtutum plenitudinem, dum
per
justitiam defert majori : per prudentiam non cred
in eo omnium virtutum plenitudinem, dum per justitiam defert majori :
per
prudentiam non credit se sibi : per temperantiam
dum per justitiam defert majori : per prudentiam non credit se sibi :
per
temperantiam refugit discernere : per fortitudine
prudentiam non credit se sibi : per temperantiam refugit discernere :
per
fortitudinem totum se obedientiæ subjicit, non di
r. 4. v.4. « Unde nos ipsos jugiter damnare, et accusare debemus, ur
per
vilitatem voluntariam, lapsus non voluntarios abj
cap. 2. « Sed tamen his fabulis spretis ac repudiatis Deus pertinens
per
naturam cujusque rei, per terras Ceres, per maria
abulis spretis ac repudiatis Deus pertinens per naturam cujusque rei,
per
terras Ceres, per maria Neptunus, alii per alia p
repudiatis Deus pertinens per naturam cujusque rei, per terras Ceres,
per
maria Neptunus, alii per alia poterunt intelligi,
per naturam cujusque rei, per terras Ceres, per maria Neptunus, alii
per
alia poterunt intelligi, qui qualesque sint, quoq
te certandi. Cæterum abolitos paulatim patrios mores, funditus everti
per
accitam lasciviam ut quod usquam corrumpi et corr
us pudori relinquatur ; sed cœtu promisquo quod perditissimus quisque
per
diem concupiverit, per tenebras audeat. » Tacit.
sed cœtu promisquo quod perditissimus quisque per diem concupiverit,
per
tenebras audeat. » Tacit. Lib. 14. Annal. « Nih
damnosum bonis moribus, quam in aliquo spectaculo desidere. Tunc enim
per
voluptatem facilius vitia surrepunt. Quid me exis
sapientæ tuæ. Sin hæc quæ cæteri mirantur, contemnenda duxisti et cum
per
valetudinem posse, venire tamen noluisti ; utrumq
stulaticiis præferunt. » Senec. Epist. 7. « Homo sacra res, homo jam
per
lusum et jocum occiditur ; et quem eruditi ad inf
producitur, satisque spectaculi in homine mors est, in hac ergo morum
per
versitate, desideratur solito vehementius aliquid
, quemadmodum Circum vel Theatrum spectator. Loca nos non contaminant
per
se ; sed quæ in locis fiunt, a quibus et ipsa loc
ntauros, atque id genus fabulas cœpisse describere deinde spectatores
per
risum acclamasse, Nihil ad Bachhum : Quo convitio
tanta proferre mendacia. Ubi respondit Thespis, non esse indignum ea
per
ludum vel dicere, vel facere ; Solon terra baculo
e certandi ; Cæterum abolitos paulatim patrios mores, funditus everti
per
accitam lasciviam, ut quod usquam corrumpi, et co
pus pudori relinquatur, sed cœtu promiscuo quod perditissimus quisque
per
diem concupiverit, per tenebras audeat. » « Plur
sed cœtu promiscuo quod perditissimus quisque per diem concupiverit,
per
tenebras audeat. » « Pluribus ipsa licentia plac
erpetua sedes theatro locata sit, potius quam immenso sumptu singulos
per
annos consurgeret ac strueretur : nec perinde Mag
ento subest, solaque fit narratio fabulosa, non unus reperitur modus,
per
figmentum vera referendi : aut enim contextio nar
ns, Qui te nec amet, nec studeat tui, Aut tu illum fructu fallas, aut
per
litteras Avertas aliquod nomen, aut per servulum
t tu illum fructu fallas, aut per litteras Avertas aliquod nomen, aut
per
servulum Percutias pavidum, postremo a parco patr
pera, et fœdissima vitæ munia. » Julian. in Misopog. « Stephanionem
per
trina theatra virgis cæsum relegavit. » Sueton. i
jam non solum aquatissimo, sed etiam tepidissimo cum suis præsentibus
per
sorbitiones esiguas partiretur, quia pietatem ibi
iat ? Per hæc ille malorum artifex se intromittit, ut captis paulatim
per
ludorum similitudinem mentibus dominetur…Admonete
acere, de præmissa B. Augustini authoritate sufficienter, et præcipue
per
suum Prælatum certificati, et advisati fuerint, i
rysost. in homil. 1. in cap. 6. Isaya. Vidi Dominum. « Cur Principes
per
infames honoras ? cur in eos tam multa impendis ?
ffluunt turpitudine, multa nequitia, qui undique obsidionem patiuntur
per
aures, per oculos, possint illam superare concupi
pitudine, multa nequitia, qui undique obsidionem patiuntur per aures,
per
oculos, possint illam superare concupiscentiam ?
ciunt aliud quam labores. » In serm. in illud Math. 7. v. 13. Intrate
per
augustam portam. « Ex mirando Eutropii casu sati
haud dubium impulsore Chrysostomo. » Baron. ad ann. 399. « Ecce enim
per
gratiam Dei et nos triennium jam habemus, noctesq
per gratiam Dei et nos triennium jam habemus, noctesque et dies nonne
per
tres dies, sæpe etiam per septem exhortamur. » S.
ennium jam habemus, noctesque et dies nonne per tres dies, sæpe etiam
per
septem exhortamur. » S. Chrysost. hom. 44. in act
pa Vestales virgines. Quæ facinora digna Dei vindicta Romano sanguine
per
Gothorum gladium Deus voluit expiari. » Baron. a
. Ille est enim ille qui etiam in artem, jocos ludosque digessit, ut
per
hæc ad se traheret milites Christi, virtutisque e
ibus etiam Theatra construxit, et illos risuum incensores paravit, ut
per
illorum luem, in universam urbem talem exciter pe
cunctis jure celebratur, omni Theatrorum, atque Circensium voluptate
per
universas urbes earumdem populis denegata, totæ C
pœna prohibere : maxime cum etiam in natalibus beatissimorum Martyrum
per
nonnullas civitates, et in ipsis locis sacris tal
boli confiteris ? Renunciasti semel diabolo, et spectaculis ejus ; ac
per
hoc necesse est ut prudens, et sciens dum ad spec
relinquit Deum. Diabolos autem in spectacula est, et pompis suis ; ac
per
hoc, cum redimus ad spectacula, relinquimus fidem
carne natus, Salvator mundi noster edocuit ? hoc vel perse ipsum, vel
per
Apostolos prædicavit. » Salvian. lib. 6. de Provi
ibi lascivia, alibi intemperantia, alibi insania : ubique dæmon. Immo
per
singula ludicrorum loca, universa dæmonum monstra
a dæmonum monstra. « Præsident enim sedibus suo cultui dedicatis. Ac
per
hoc in spectaculis ejusmodi non sola est illecebr
ne curæ Ne reus cantu petulantiore, Sim reus actu. Neu putet solvi
per
amæna dicta Schema sic artis Phalerasque jungam C
appresso entrato nella citta, reconfirmato al Doge, et alla Republica
per
amplissemi privilegii le preminzie concesse, aggi
o, la chiesa di santo Marco, dal Vespro della vigilia dell’Ascensione
per
infino all’altro Vespro, del proprio, giorno, in
pa, et all’Imperatore, con due troni, et con due Ombrelle, cioe l’una
per
lo Papa et l’altra per l’Imperatore. Et all’hora
con due troni, et con due Ombrelle, cioe l’una per lo Papa et l’altra
per
l’Imperatore. Et all’hora il Papa fece comandamen
comandamento che fusse recato, un altro trono, et un’altra ombrella,
per
lo Duce, et quelle gli presento, dicendo : lo ti
es, eosdemque scenicos ludos etiam diis suis acceptos viderent, illos
per
quos agerentur, in infamium loco ac numero deputa
tanta proferre mendacia. Ubi respondit Thespis, non esse indignum ea
per
ludum vel dicere, vel facere ; Solon terra baculo
abat Heliogabalus…..ita rebus omnibus quæ venerandæ olim censebantur,
per
omnem contumeliam ac temulentiam debacchantibus,
um in compendio juris civilis quod Romæ est in Bibliotheca Pontificis
per
indicis seriem ordine alphabeti sermone Græco com
lurimum concinnata est, quam Atellanus gesticulator, quam Mimus etiam
per
mulieres repræsentat, sexum pudoris exterminans,
t spect. cap. 14. fabul. non not. « Aggregabantur e plebe flagitiosa
per
obsequia Vitellio cogniti, Scurræ, Histriones, Au
cap. 14. « Cæterum abolitos paulatim patrios mores, funditus everti
per
accitam lasciviam, ut quod usquam corrumpi, et co
ndabat Heliogabalus ita rebus omnibus quæ venerandæ olim censebantur,
per
omnem contumeliam, ac temulentiam de bacchantibus
s, easdemque scenicos ludos, etiam Diis suis acceptos viderent, illos
per
quos agerentur, in infamium loco, ac numero deput
, dii eos sibi exhiberi petiverunt ? Quomodo ergo abjicitur Scenicus,
per
quem colitur Deus ? et theatricæ illius turpitudi
icit in alio loco iam Consul in extremis periculis civitatis et ludos
per
decem dies factos, neque rem ullam quæ ad placand
prope fata ipsa flexissent. Itaque ex illorum responsis tunc et ludi
per
dies decem facti sunt, neque res nulla quæ ad pla
st. ad famil. Epist. 1. « Noster Æsopus ejusmodi fuit ut ei desinere
per
omnes homines liceret. » Ibid. « Quintum quoque
urimum concinnata est, quam Atellanus gesticulatur, quam Mimus, etiam
per
mulieres repræsentat, sexum pudoris exterminas, u
uæ facere flagitium est ? cur quæ ore prolata communicant hominem, ea
per
oculus et aures admissa non videantur hominem com
ofectu dedi operam, quamvis exquisitam pronuntiandi rationem, assequi
per
patriam consuetudinem non licuit. Nostris enim ho
ecembris, quia eo die scripta est lex Græce, diebus Ptolomæi, tuncque
per
tres dies tenebræ mundo effusæ sunt. » In Talmude
inde quædam suis scriptis inserere, mente motum fuisse diebus 30. et
per
intervalla insaniæ precibus Deum placasse, facile
sine concussione spiritus non est. Ubi enim voluptas, ibi et studium,
per
quod scilicet voluptas sapit ; ubi studium, ibi e
ium, per quod scilicet voluptas sapit ; ubi studium, ibi et æmulatio,
per
quam studium sapit. Porro, et ubi æmulatio, ibi e
unculo venenato : nec tanti gulam facias voluptatis, quanti periculum
per
suavitatem. » Tertull. de spectac. cap. 27. « Di
io id non facerem ? Ego vero illud sponte feci, ac libens. Non omnino
per
hanc turpitidinem verba ista commodius discuntur
Non omnino per hanc turpitidinem verba ista commodius discuntur ; sed
per
hæc verba turpitudo ista confidentius perpetratur
puer appellabar. » S. August. lib. 1. Conf. cap. 16. « Posidius est
per
nostrum ministerium, non litteris illis, quas var
dinum liberales vocant ; sed dominico pane nutritus quantus ei potuit
per
nostras angustias dispensari. Quid enim aliud dic
tis æstus immanis terrarum libidinum, in quo ipsa mutatur et vertitur
per
nutum proprium de cœlesti serenitate detorta atqu
dem. « Tunc in Theatris congaudebant amantibus, cum se se fruebantur
per
flagitia, quamvis hæc imaginarie gererentur in lu
st. 37. « Ideo prohibetur Christianis figmenta legere Poëtarum, quia
per
oblectamenta inanium fabularum mentem excitant ad
ta Macrina. « Omnis igitur obscœnitas verborum ut et quidquam aliud
per
legislatorem exterminanda est de civitate : ex tu
s, vel veste pretiosa ; sed quod decet mulieres promittentes pietatem
per
opera bona. Mulier in silentio discat. » 1. Tim.
nunculo venenato, nec tanti gulam facias voluptatis, quanti periculum
per
suavitem. » Tertullian. de Spectacul. cap. 27. «
i, et stanti ipso pondere elapsus est. Hunc dum sequitur, colligitque
per
læve, et lubricum pavimentum fallente vestigio ce
eum locum, qui usque ad nostram extat ætatem sibi ædificavit, in quem
per
dies singulos descendens, gestum ac motum corpori
ædam quæ secundum speciem suam sunt peccata ; et talia non excusantur
per
ludum ; quin immo ex his ludus redditur flagitios
exercere præsumunt et infra, fraternitati vestræ mandamus quatenus ne
per
hujusmodi turpitudinem Ecclesiæ inquinetur honest
ic. « Ludi Theatrales etiam prætextu consuetudinis in Ecclesiis, vel
per
Clericos fieri non debent. » Titul. dict. Canon.
et, ac etiam Cæmeterio exerceri amplius permittant, transgressoresque
per
censuram Ecclesiasticam aliaque juris remedia pun
ctaculandum ; aliquando larvalis, quæ larvæ sunt deformitates hominum
per
appositionem colorum, vel rerum, quæ vulgariter d
ia non proprie vocantur ludi, ut notatur in dicto Canone Cum decorem,
per
Gloss. et Panormit. » Summa Angelica in V. ludus,
et privatim vacandum esse : risus, plausus, clamores, an id præstent,
per
se quisque considerabit. » Mariana de Rege et Reg
cæteros rapuit) cum Theutonicos, Cimbrosque concideret, cum Jugurtham
per
Africæ deserta sequeretur, tot pericula putes app
ribus indebitis. Et quamvis in rebus humanis non utantur alio officio
per
comparationem ad alios homines ; tamen per compar
s non utantur alio officio per comparationem ad alios homines ; tamen
per
comparationem ad seipsos, et ad Deum, alias haben
sti. » S. Thomas ibid. in R[esponsione]. ad 3. « Histrio dicitur qui
per
aliquod instrumentum, vel corporis gesticulatione
nas inquiror, de loco ad locum fugitans, inedia, miseriaque confecta,
per
hæc nunc latitans oberro loca, triduum jam hoc si
et artem musicam, in spiritualem commutans vitæ, mentisque harmoniam,
per
integrum triennium arctissimæ se tradidit abstine
paces de regular se con las reglas, y leyes de la razon, y ordinar se
per
ella à bueno, y loable fin, que es la conversacio
ffluunt turpitudine, multa nequitia, qui undique obsidionem patiuntur
per
aures, per oculos, possint illam superare concupi
pitudine, multa nequitia, qui undique obsidionem patiuntur per aures,
per
oculos, possint illam superare concupiscentiam ?
e] ad Bulgar. cap. 11. « Omni Theatrorum, atque Circensium voluptate
per
universas urbes earum populis denegata, totæ Chri
it enim versutissimus artifex malorum segnius irritate animum demissa
per
aures, quam quæ sunt oculis subjecta fidelibus, e
rum. » Tit. 2. Omnes etiam qui hæc legent si quis tamen legere volet,
per
eumdem Dominum obtestor, ut vel in concionibus, v
s Senatores, Præteresque civitatum ; nec tantum admoneant ; sed etiam
per
Jesum Christum obtestentur, ut in istos morum Chr
enæ, Circi, Theatrorum, et omnibus quæ animæ contaminant puritatem et
per
sensus ingrediuntur, ad mentem, impleturque quod
entem, impleturque quod scriptum est. » Jerem 9. v. 20. Mors intravit
per
fenestras vestras. » Ibidem. Dissert. pag. 216. «
tolus. « Recibida ya la Christiana Religion, dize san Augustin, casi
per
todas las ciudades, se van cayendo los theatros,
ctum Christianum de repudio spectaculorum. Itaque negat manifeste qui
per
quod agnoscitur, tollit. » Tertull. de spect. cap
m mater est, quæ ut ad se Christiani fideles veniant, blanditur illis
per
oculorum & aurium voluptatem. Quod enim Spect
ine sacrificio, quod certamen non consecratum mortuo ? Diabolus, quia
per
se nudam idolatriam sciebat horreri, Spectaculis
quia per se nudam idolatriam sciebat horreri, Spectaculis miscuit ut
per
voluptatem posset amari. S. Cyprian. Lib. de Spec
homines temeratores et violatores verbi Dei, juris et arbitrii pœnis
per
Episcopos coerceantur. » . « Le saint Concile vou
soin de grands exemples de miséricorde que l’Ecriture rapporte ; « ut
per
patientiam et consolationem scripturarum spem hab
orte, en silence et en prières. « Judith vero orans Dominum transivit
per
portas ipsa et abra ejus. » Les habitants admiren
id delabatur, reos enim vos creditis, et recte creditio, si quid inde
per
negligentiam decidat. Quod si circa corpus ejus c
it Deus, quare tu enarras justitias meas, et assumis testamentum meum
per
os tuum. » Quoique ces reproches ne soient pas su
homines temeratores et violatores verbi Dei, juris et arbitrii pœnis
per
Episcopos coerceantur. » chap. 14. art. 28. p.
irtutes, figuratas accepimus, quoniam sicut illæ non solum viris suis
per
sanctos mores sed etiam extraneis, sint dispendio
id delabatur, reos enim vos creditis, et recte creditio, si quid inde
per
negligentiam decidat. Quod si circa corpus ejus c
iendum, tum ad movendum peridoneam. Notum illud Senecæ longum iter
per
præcepta ; breve & efficax per exempla . Nimi
Notum illud Senecæ longum iter per præcepta ; breve & efficax
per
exempla . Nimirum quod ab homine factum esse legi
oria quandoque dabit : sed levia plerumque miscebit gravibus, ne quid
per
incuriam videatur prætermittere. Musa dramatica n
dramatica nihil offered nisi probati ponderis ; levia negliget, &
per
diligentiam præteribit. Exempla desideratis pro
mp; patitur poëseos dramaticæ libertas. Exempla poscitis non solùm
per
se optima, sed etiam proposita optimè, & in o
hola sit, existimemus. Secunda pars. QUæ res naturam habet ut
per
artem recta fieri possit vel prava, ea plerumque
pridem in scena Tragica regnantem æmulari vellet, ipsumque desperaret
per
ejus vestigia consequi, aliam prorsus viam sibi a
à volentibus obtinuit. Neque verò in ventos abierunt ejus suspiria ;
per
ea factus est voti compos. Suas quidem Cornelio n
ontinuò ejiceretur. Ati deo fortasse blanda illa & sæva cupiditas
per
nostros Auctores inducitur, ut ei, quemadmodum cæ
us venia, si talem in Theatrum amorem producerent. Verum heu ! qualis
per
eos advehitur ? Cum toto Charitum choro, cum omni
rs & humana. Vide qualis hodie sis apud seros nepotes tuos ; quàm
per
amores corrupta & corruptrix, hoc vide : &
bscœnis, ex macello petitis, amphitheatra conspergeret : neque qualis
per
Terentium inducta est, cùm meretricios amores, ad
s, quàm ad virtutem instituas ? Quid si juvenculi & adolescentulæ
per
te condiscunt simplicitatem animi exuere, furtivo
a ex libidinis consilio, non ex parentum judicio contrahere ? Quid si
per
te edocentur nuptæ conjugialis pacti jura infring
rme homo nequam salsus est, lepidus, festivus ; vir contra probus sit
per
te insulsus, ineptus, ridiculus… Etiam ridere per
qui sponte suâ in scribendo insaniant : sint Actores, qui ultro &
per
se in repræsentando lasciviant ; an se ideo posit
[homas], 2.2. q.168. a.2. « Sicut autem fatigatio corporalis solvitur
per
corporis quietem, ita etiam oportet quod fatigati
corporis quietem, ita etiam oportet quod fatigatio animalis solvatur
per
animae quietem ; quies autem animae est delectati
r in quantum homo sic pronus ad vitia vel lasciviae, vel crudelitatis
per
ea quae ibi repraesentantur : unde Chrysostomus d
cunculo venenato : nec tanti gulam facias voluptatis quanti periculum
per
suavitatem. » 23. [NDA] Ibid., c. 28. « Vicibus
scunt appetitiones, et oculi proximos impudentius aspicere assuefacti
per
quod concessum sibi vident otium, intendunt cupid
nimae purgationem, ut semel et quod vobis satis sit dicam, voluptates
per
sensus eripiunt. Oportet enim nec oculos Spectacu
s Spectaculis, nec vanis praestigiatorum ostentationibus tradere, nec
per
aures animarum corruptricem melodiam haurire ; ho
, 2] « Sed tunc in Theatris congaudebam amantibus cum sese fruebantur
per
flagitia. » 38. [NDA] Ibid. « Quid autem mirum,
onnullis rebus sentiri potest, Dei Sacerdotes abstinere debent ; quia
per
aurium oculorumque illecebras vitia ad animam ing
e sanctissimus tum ipsum, tum ejus doctrinam maximi faciebat, et quod
per
externa Saracenorum bella licuit, ejus semper gra
.. » 70. [NDA] Ibid. « In quam sententiam valde populum confirmabit
per
ea quae gravissimi viri Tertullianus, Cyprianus M
les, chap. 17]. « Nec tanti gulam facias voluptatis, quanti periculum
per
suavitatem. » 77. [NDA] Chrysost. Hom. 15 ad p
is, 1585, p.638, Epître 336] « Scenicis summum hoc studium est non ut
per
ipsorum cavillos multi meliores reddantur, verum
um putamus gaudium simplex, nec delectat ridere sine crimine ? ‘Quasi
per
risum stultus operatur scelus’. » Proverb. 10. 1
cunctis jure celebratur, omni theatrorum, atque Circensium voluptate,
per
universas urbes earundem populi denegata, totæ Ch
cunctis jure celebratur, omni theatrorum, atque Circensium voluptate,
per
universas urbes earundem populi denegata, totæ Ch
boli confiteris ? renuntiasti semel Diabolo, et spectaculis ejus ; ac
per
hoc ut prudens, et sciens dum ad spectacula remea
boli confiteris ? renuntiasti semel Diabolo, et spectaculis ejus ; ac
per
hoc ut prudens, et sciens dum ad spectacula remea
e actibus ; dit S. Grégoire, valde frigescit animus, si necdum fuerit
per
intima dona solidatus. » Si l'âme n'est fortifiée
actibus, dit saint Grégoire, valde frigescit animus, si necdum fuerit
per
intima dona solidatus. » « Si l'âme n'est fortifi
e sei Beato suol, che reggi il nobil velo. Ecco non pur ardor d’amor
per
lei L’almevleggiadre : ma n’avvampa il Cielo, Né
trixpresumey Invan ritrar del mio bel Sole i lampi, Del mio bel Sol,
per
cui fia mi consumez, Anzi pur sempre lagrimando a
in altari semper ardebit, quem nutriet Sacerdos subjiciens mane ligna
per
singulos dies. » Cet autel est le cœur de l'homme
in altari semper ardebit, quem nutriet sacerdos subjiciens mane ligna
per
singulos dies. » Cet autel est le cœur de l'homme
ond dans le Chœur de saint Léonard, en chantant, Sant Marciau, pregas
per
nous, & nous epingaren per bous. Le Père Mene
ard, en chantant, Sant Marciau, pregas per nous, & nous epingaren
per
bous. Le Père Menestrier rapporte qu’il a vu les
ci et Comici Actores in scena peragunt ; reliqui autem artifices suas
per
Orchestram præstant actiones. » Vitruv. l. 5. c.
ci et Comici Actores in scena peragunt ; reliqui autem artifices suas
per
Orchestram præstant actiones. » Vitruv. l. 5. c.
m esse christianum, et perfidum paganorum filium. Omne hoc probaretur
per
sanctam scripturam et doctores : mala talia et ab
s dicat ibi dumtaxat ludum esse et recreationem. Audi responsum breve
per
vulgatum proverbium verissimum et observandum. No
a compte à Dieu de toute parole oiseuse : id est, verbum joculatorium
per
quod volunt inde placere aliis : de omni verbo ot
iabant. Floribus & vino genium memorem brevis ævi, Fescennina
per
hunc inventa licentia morem, Versibus alternis
alternis opprobria rustica fudit ; Libertasque recurrentes accepta
per
annos Lusit amabiliter ; donec jam sœvus aperta
Quantâ curâ laboratur, ne alicujus, pantomimi nomen intercidat ? Stat
per
successores Pyladis, & Bathylli domus. Harum
ntinuaret…. Cæterùm abolitos paullatim patrios mores, funditùs everti
per
accitam lasciviam, ut, quod usquam corrumpi, &
s pudori relinquatur, sed, cœtu promiscuo, quod perditissimus quisque
per
diem concupiverit, per tenebras audeat. Pluribus
ed, cœtu promiscuo, quod perditissimus quisque per diem concupiverit,
per
tenebras audeat. Pluribus ipsa licentia placebat,
sentiri potest ab omnibus, Dei Sacerdotes se abstinere debent ; quia
per
aurium oculorumque illecebras, vitiorum turba ad
nes temeratores & violatores verbi Dei juris & arbitrii pænis
per
Episcopos coerceantur. Conc. Trid. 48. Dans la V
alliditatem, solertiam, contraque fictas omnium insidias facilè &
per
seipsam defendat ! Cic. pro M. Cælio. 54. L’Opér
sus, Sistite. Vana loquor, Zephyris dant vela, ruuntque Per scopulos,
per
aperta maris discrimina, quassis Jam tatibus per
c quondàm rudis & malè credula Vatum Gens cecinit rapido alipedes
per
inania curru Spargere Phæbeos elatis naribus igne
yeux & les oreilles, introduisent dans l’ame une troupe de vices,
per
aurium oculorumque illecebras ad animum turba vit
70 sous le titre de Consultazione Theologico Morale se chi interviene
per
necessita’ a Teatri publici vi possa intervenire
itatis magistræ à cunctis jurè celebratur ; omni theatrorum voluptate
per
universas urbes earundem populis denegata, totæ C
ci ac theatrorum, & omnibus quæ animæ contaminant puritatem &
per
sensus ingrediuntur ad mentem ; impleturque quod
ngrediuntur ad mentem ; impleturque quod scriptum est : Mors intravit
per
fenestras vestras. D. Cypr. Epist. 2. lib. 2. Co
iderunt in spectaculis, post aliis enarrant. Accedunt huc irritamenta
per
fistulas ac tibias, aliaque hujus generis modulat
l sani, neque audiunt, neque vident, qui undique obsidionem patiuntur
per
aures, per oculos, possint illam superare concupi
ue audiunt, neque vident, qui undique obsidionem patiuntur per aures,
per
oculos, possint illam superare concupiscentiam ?
2. ad secundum. Inspectio spectaculorum vitiosa redditur, in quantùm
per
hoc homo fit pronus ad vitia vel lasciviæ, vel cr
ntùm per hoc homo fit pronus ad vitia vel lasciviæ, vel crudelitatis,
per
ea quæ ibi repræsentantur. Unde Chrysost. hom. 6.
lacrymis & confessionibus ; & statim Studiosa ergo inspectio
per
quam præstatur fomentum joculationis histrionicæ,
gnent. Quare nec ullo pacto narrandum illis Gigantum bellum, præliave
per
multa Deorum & Heroum cognatis suis proximisq
amnorum bonis moribus, quàm in aliquo spectaculo desidere : tunc enim
per
voluptatem faciliùs vitia subrepunt. Quid me exis
i permissam ademit : præterquam ludis & scena. Hoc est, ut saltem
per
tempus ludorum & in loco ubi peccarent punire
i tum Histriones Italiâ, quòd ab iis multa in publicum seditiosè fœda
per
domos tentata. Et lib. 13. In vincula ducti fauto
m ostendimus. Dei verò contemptum aspice. Histriones namque cùm omnia
per
lucrum faciant, & omnia lucro metiantur, nil
rthaginense tertium : Scenicis infamiæ titulus infligitur à legibus ;
per
leges filius exhæredari, mulier repudiari potest,
lis : An major corruptela morum excogitari potest ? Quæ enim in scena
per
imaginem aguntur, peractâ fabulâ cum risu commemo
iendam pravitatem : cùm sit facilis à jocis ad seria transitus. Quasi
per
risum stultus operatur zelus, ait Salomon ; turpi
i sanctorum Patrum, & veterum Scholasticorum multùm discedunt, ut
per
allata superiùs testimonia intimè consideranti pa
etiam hoc in Decalogo aut Scripturis sacris non prohibitum ? cur non
per
Pontificum decreta ejeratum ? Tertulliani verba,
Comœdiæ ut & Tragædiæ ad humanæ vitæ exemplum adinventæ sunt, ut
per
eas discerent populi tanquam per tenebras lucem,
anæ vitæ exemplum adinventæ sunt, ut per eas discerent populi tanquam
per
tenebras lucem, testatur id omnis antiquitas ; no
rides in proscenio, domi caveas ; ne à conjuge illudaris ; ne filiam
per
lenones amittas ; ne in adversis desperes ; ne fo
utem instruas, vitia ingentibus delinimentis præ oculis exhibere. Dum
per
adulteria quæ componis, maritos doces ut à servis
ent pueri, dum lenocinia & amores, carnisque illecebras adornas ?
per
te honestatem amabunt adolescentes quam vident te
idem admoniti facient adhuc. Argumentum hoc non à vili Plebecula, sed
per
doctissimorum hominum ora mihi transmissum &
id peccatum esse : imo & libellum scripsere quem vidi, audivique
per
alios, in scena ab ipsis ad auditores allatum, di
acriter animadvertant si eos receperint. Postremum erit cùm id minimè
per
Principes sæculares fiet, penes quos est, pestes
sizioni che di tempo in tempo ci siamo fatti un diletto di pubblicare
per
buon ammaestramento della studiosa Gioventù, Alcu
n nostro carissimo Nipote, che troppo ci strinse, o ci fece stringere
per
aver la nostra presenza nel Teatro del Collegio d
Les Tal. à la mode. 27. Perturbatio ipsa mentis in amore fœda
per
se est. Cicer. Tusc. Lib. 4. 28. Omne spect
damnosum bonis moribus quàm in aliquo Spectaculo desidere. Tunc enim
per
voluptatem faciliùs vitia surrepunt. Quid me exis
e Latin, peu commun en France, intitulé : Thesaurus rerum publicarum,
per
Phil. And. Oldemburgum, J.C. & Professorem. G
gruere debent… Temperandæ autem planè sunt publicanorum cupidines, ne
per
tot annos, sine querela tolerata, novis acerbitat
cerbitatibus ad invidiam vertant…. Ærarium si ambitione exhauserimus,
per
scelera supplendum erit ». Hist. l. IV, lxxiv, An
dditur in quantum homo fit pronus ad vitia lasciviæ vel crudelitatis,
per
ea quæ ibi repræsentantur. Sec. sec. quæst. 167,
ersatus. Lib. I, cap. XII & XIII. 177. Homo virtuti simillimus,
per
omnia ingenio Diis quàm hominibus propior, qui nu
um prætulit utili, & Rejecit alto dona nocentium Vultu, &
per
obstantes catervas Explicuit sua victor arma ;
is, impudentiâ, seditionibus homines potest, spectandum publicè atque
per
hoc imitandum proponeretur. Tum autem necdum adeò
. 221. Aliud est quando quisque conatur aliquid intelligere, &
per
infirmitatem carnis non potest ; aliud quando per
us est senex ; vos Græci semper estis preri, nullam penitùs in animis
per
veterem auditionem antiquam habentes opinionem ;
autem est rerum appetendarum & vitandarum vitiosa ignorantia. Non
per
mores quos sapientia jubet, pervenire volunt ad l
II, cap. 2. 251. In Theatris congaudent amantibus qui sese fruuntur
per
flagitia. S. Aug. lib. 3, Confess. 252. M. Le Br
ei possunt pervenire ad eos qui cum fide accipiunt, etiamsi talis sit
per
quem accipiunt qualis Judas fuit. S. Aug. tome IV
o eziandio in avvenire. Ma sempre altresi vi sono stati, e vi satanno
per
divina misericordia Ministri di Dio, i quali anim
gli affetti e le corrispondenze nel breve tempo del Carnevale, serve
per
una copiosa semenza, che poi cresce, e si coltiva
per una copiosa semenza, che poi cresce, e si coltiva, e si mantiene
per
tutta la quaresima, e per tutto l’anno. Sono anco
che poi cresce, e si coltiva, e si mantiene per tutta la quaresima, e
per
tutto l’anno. Sono ancora considerabili li dispen
e Corti de’ Grandi sogliono trovarsi ancora uomini virtuosi, i quali,
per
gli obblighi indispensabili delle loro cariche, s
olte trovarsi nella dura necessità di dovere intervenire al Teatro, o
per
la condizione dello stato di soggezione, in cui v
gezione, in cui vivono, come la moglie, ed i figliuoli di famiglia, o
per
lo servigio, che prestano ad altri, come i minist
amente vi assistono colla presenza materiale contro lor voglia, e non
per
goderne, o farne il soggetto del loro piacere, o
per goderne, o farne il soggetto del loro piacere, o occupazione, ma
per
soddisfare ad altri loro doveri, cioè di accompag
coloro, à cui stanno soggesti secondo l’ordine della Provvidenza ; o
per
necessità del proprio stato, o servizio ; stato l
ringere un Cristiano ad assistere a Spettacoli profani…. Molti cedono
per
rispetto umano, o per paura degl’ insulti, e dell
d assistere a Spettacoli profani…. Molti cedono per rispetto umano, o
per
paura degl’ insulti, e delle dicerie dei Mondani.
stino, e la faceva fare appunto a quei Cristiani, che crano insultati
per
non volere andare ai Teatri. Oltre di che ci debb
e solatium ut non curet verba aspera, nec recedat à via, & intret
per
januam ? Dicat : Qualia verba audio servus, pecca
è Euripidem forc. inst. l. 10. cap. 1. 9. * Docet affectum Poeta
per
actiones, & est igitur actio docendi modus.
fice pour séduire les femmes, Deum sese in hominem convertisse, &
per
alienas tegulas venisse clauculum per impluvium.
e in hominem convertisse, & per alienas tegulas venisse clauculum
per
impluvium. Mais quel Dieu, ajoutoit-il, le plus g
& plus profondément dans le cœur, segnius irritant animos demissa
per
aurem ; quam quæ sunt oculis subjecta fidelibus.
ues modernes qui proscrivent les images : Diligenter doceant Episcopi
per
historias picturis expressas. Le Concile a si peu
fils de Venus dont elles pleuroient la mort. Idola depicta in pariete
per
circuitum. Nos maisons sont ainsi devenues les te
us et trufis et larvis, ideo non congruit cas in ecclesiis fieri, nec
per
clericos… Sed cum histriones utuntur indifferente
e, quæ loqui non licet ? Cur quæ ore prolata coinquinant hominem ; hæ
per
aures admissa non videantur hominem communicare ?
sur le chemin. « Maxime cum etiam in natalibus beatissimorum Martyrum
per
nonnullas Civitates et in ipsis locis sacris tali
bus diebus etiam quod pudoris est dicere, saltationes sceleratissimas
per
vicos atque plateas exerceant, ut matronalis hono
a cunctis jure celebratur, omni Theatrorum atque Circensium voluptate
per
universas Urbes eorumdem populis denegata, totæ C
no dulciores : et ita sub quadam harmoniam Citharæ, concavum Theatrum
per
vos resonat, ut per tonos possit quilibet credere
a sub quadam harmoniam Citharæ, concavum Theatrum per vos resonat, ut
per
tonos possit quilibet credere quàm clamores. » En
e, et exposé aux insultes de toute la Ville Evag[erius]. L. 4.. « Tum
per
plateas, tum in Theatro contumeliose vociferari a
ihil vero tam damnosum quàm in aliquo spectaculo desidere : tunc enim
per
voluptatem faciliùs vitia surrepunt. Quid me exis
m ac publicam lasciviæ officinam. Quin et illic tibiarum modulationes
per
quàm concinnæ, ac meretriciæ cantiones, audientiu
ulos, circi, Theatrum, et omnibus quæ animæ contaminant puritatem, et
per
sensus ingrediuntur, impleturque quod scriptum es
er sensus ingrediuntur, impleturque quod scriptum est : mors intravit
per
fenestras vostras Jer[émie]. 9. v. 21. ». On doi
Cum hujusmodi ludos Theatrales et ludibriorum spectacula introductos
per
quos Ecclesiarum coinquinatur honestas, sacri ord
st prima species gulæ, quando saturati de mensa evadunt ad spectacula
per
quæ moventur ad stultas et illicitas risiones. »
nt « Quod si legitimo cessante impedimento absque licentia sui Curati
per
tres diesdominicos neglexerint interesse missiæ P
i vel Comici Actores in Scœna peragunt, reliqui autem artifices, suas
per
Orchestram præstant actiones. Itaque ex ea Scœnic
continuaret. Cæterum abolitos paulatim patrios mores, funditus everti
per
accitam lasciviam, ut quod usquam corrumpi et cor
tiochenses à Pisœsis pretio dato, ex pacto non scripto habuerunt sibi
per
XC. Oympiades celebrandos, hoc est in annos 360.
ihil vero tam damnosum quàm in aliquo spectaculo desidere : tunc enim
per
voluptatem faciliùs vitia surrepunt. Quid me exis
. 51. 236. [NDA] « Tantum ut ei qui dat escam, gratias agant et non
per
quasdam thymelicas voluptates, hoc est, satanicas
. « Quod si legitimo cessante impedimento absque licentia sui Curati
per
tres diesdominicos neglexerint interesse missiæ P
rouve, sous lequel les vices se glissent dans notre cœur. « Tunc enim
per
voluptatem facilius vitia surrepunt. » Ce qui fai
sois trompé. 10. [NDA] Della Poëtica di Francesco Patrici. Ferrara
per
il Badini 1586.
Vocavit Pharao sapientes, & maleficos, & fecerunt ipsis
per
incantationes Ægyptiacas & arcana quadam simi
romtement à son secours les plus fameux Magiciens d’Egypte, lesquels
per
incantationes Ægyptiacas, & arcana quadam sim
donne ; quia diabolo, & pompa & Angelis ejus sunt mancipata
per
idololatriam , parce que toutes ces sortes de spe
etits déplaisirs presens, par le souvenir de ses delices passées, ut
per
pristinarum deliciarum suarum recordationem, miti
amp; fortunés amans de theatre & de comedie, cum sese fruebantur
per
flagitia , sur tout lors qu’ils pouvoient acheter
de cet attentat, ne diutius theatro, & circo addicta Respublica,
per
voluptatum deperiret illecebrasTribell. in Gallie
ctum Christianum de repudio spectaculorum. Itaque negat manifeste qui
per
quod agnoscitur, tollit. » Tertull. de spect. cap
ctum Christianum de repudio spectaculorum. Itaque negat manifeste qui
per
quod agnoscitur, tollit. » Tertull. de spect. cap
de damner les hommes pour des choses qu’on dira pour rire : cum etiam
per
jocum nos dicta damnarent » : à quoi il répond qu
be à moitié chemin. Lorsque Quintilien demande pourquoi Cicéron a mis
per
hosce dies, & non pas per hos dies, il répond
intilien demande pourquoi Cicéron a mis per hosce dies, & non pas
per
hos dies, il répond qu’il est plus aisé d’en sent
teur, & il marche le premier dans une route non frayée, Libera
per
vacuum posui vestigia princeps. Les Vers Iambe
ts irritants de l’action théâtrale : Segniùs irritant animos demissa
per
aurem Quam quæ sunt oculis subjecta fidelibus. C
parmi eux des imposteurs, ou des loups ravissans ? Cet avis, transmis
per
aurem, au moyen du récit de quelque fait, pouvait
t l’idée que le diable en imprime dans le cœur. « Species forma cordi
per
oculos semel illigata vix magni luctaminis manu s
s quoi il menace ceux qui en abuseront de la leur ôter : « Et juravit
per
viventem in sæcula sæculorum, quia tempus non eri
aise : « Choreæ, dit saint Alphonse de Liguori d’après saint Antonin,
per
se licitæ sunt, modo fiant a secularibus, cum per
ciliati fuerunt : undè si contingat quòd vel Excommunicatorum corpora
per
violentiam aliquorum, vel alio casu, in cemeterio
II. 1. Cod. Theodos. Lib. 15. tit. 7. de Scenicis. 1. Præcipimus ut
per
Ecclesias crebra & solemnis in eos (christian
ldo Floris en 2008 (in Ubaldo Floris, Teorici, teologici e istrioni :
per
e contro il teatro nella Francia del Cinque-Seice
prisca motumque & luxuriam addidit arti tibicen, traxitque vagus
per
pulpita vestem eloquium insolitam, &c. Il fa
er ce dernier sentiment. Par Chap. 17. l’aide des habits des femmes :
per
mulieres. Quoique l’auteur s’exprime d’une manièr
ous les présenter. Verum animo satis hæc vestigia parva sagaci Sunt,
per
quæ possis cognoscere cætera tutè. Lucret. de re
a diversité ne peuvent vaincre ? *. Segniùs irritant animos demissa
per
aurem, Quàm quæ sunt oculis subjecta fidelibus…
bitare permittant ; tamen, (quod multum dolendum est) sæpe audivimus,
per
illam concessionem plurima scelera esse commissa,
rs à craindre le scandale qu’ils donnent aux autres ? Væ homini illi,
per
quem scandalum venit. (Matth. 18, 7.) Si les pein
ties duntaxat, vel ex quibusdam circumstantiis tantùm spectaculis non
per
se notabiliter inhonestis assistunt, seclusis et
lurimum conccinata est, quam Atellanus gesticulatur, quam mimus etiam
per
mulieres repraesentat, sexum pudoris exterminans,
07. PDF : Google. • in Ubaldo Floris, Teorici, teologici e istrioni :
per
e contro il teatro nella Francia del Cinque-Seice
cipe di Conti Armando di Borbone e tradotto dal C. D. C. D. T., Roma,
per
A. Fulgoni, 1753, 80 p. N.-B. Voir Voisin , La
21. PDF : Google. • in Ubaldo Floris, Teorici, teologici e istrioni :
per
e contro il teatro nella Francia del Cinque-Seice
. In quo divini, & humani juris totius, naturali, ac nova methodo
per
gradus, ordinéque, materia universalium & sin
Édition moderne • in Ubaldo Floris, Teorici, teologici e istrioni :
per
e contro il teatro nella Francia del Cinque-Seice
Édition moderne • in Ubaldo Floris, Teorici, teologici e istrioni :
per
e contro il teatro nella Francia del Cinque-Seice
ditions modernes • in Ubaldo Floris, Teorici, teologici e istrioni :
per
e contro il teatro nella Francia del Cinque-Seice
ditions modernes • in Ubaldo Floris, Teorici, teologici e istrioni :
per
e contro il teatro nella Francia del Cinque-Seice
cle, dit que Diabolus autem est in pompis & spectaculis suis, ac
per
hoc, cum redimus ad spectaculum, relinquimus fide
ei, cap. 32. Diabolus autem est in pompis & spectaculis suis, ac
per
hoc, cum redimus ad spectaculum, relinquimus fide
marchent dans les rues avec cette ridicule chaussure : Soleatos vos
per
vias urbis ingredi nequaquam decorum est. Cicero
Soleis addunt margaritas, gestare non est satis, nisi calcent &
per
uniones ambulent. Cet usage subsiste parmi nous
nctionem, & suam piissimam misericordiam indulgeat tibi Deus quid
per
odoratum deliquisti. Et quoiqu’à la vérité ces s
osarum imbres, & violas plenis sparsure phæretris, effudere cadis
per
totum balsama lectum, &c. dit Claudien. On n
pieces où l’on mêle des choses saintes, comme une vraie profanation,
per
la indiguidad dellos é indevota disposition de lo
tes juvenes, raptasque in amore puellas, Delusosque dones agilesque
per
omnia servos. Manilius, L. 5. Ces vieillards t
iolas lasciva jacit foliisque rosarum Dimicat, & calathos inimica
per
agmina fundit ; Inde è blanditiis virtutibus hali
nde è blanditiis virtutibus halitus, illis Inspirat tenerum labefacta
per
ossa venenum, Et male dulcis odor domat, ora &
s cœurs & donner le leur : Ut redit itque frequens longum fornica
per
agrum, &c. Artistement parées, elles y étalen
elles ont perdu la religion & les mœurs : Depravatum est cor ejus
per
mulieres. Le théatre lui ressemble par un autre e
omni cura et solertia ad vindicandum e sordibus filium artes ludicras
per
urbes exercentem sequebatur, sed reducere non pot
t, etiam cum nostri prerogativa rescripti quidquid ei donaverit, sive
per
interpositas personas, totum reddatur. » (L. 1. C
de la volupté qu’on vous conduit à l’idolâtrie et au vice : « Oculos
per
libidinem ducit. » Vous venez de recevoir le Sain
souillent l’âme par tout ce qui s’y fait : « Voluptates quæ inquinant
per
ea quæ his geruntur. » Les tragiques ne s’occupen
&c. a. Ils sont défendus dans les Eglises : Mandamus quatenùs ne
per
hujusmodi turpitudinem Ecclesiæ inquinetur honest
ros. in psalm. 118. 3. S. Hieron. in cap. 20. Esech. 4. Mors intat
per
fenestras. Jerem. 9. v. 21 5. In rebus ludicris
nts, « procaci motu » ; mollement énervée par les délices, « infracto
per
delicias incessu » ; ses yeux pleins de feu lance
ihil verò tàm damnosum quàm in aliquo spectaculo desidere : tunc enim
per
voluptatem faciliùs vitia surrepunt. Quid me exis
eurs in capitulo ‘Cum decorem’, ‘De vita et honestate Clericorum’, et
per
hoc in summo eodem titulo distinctio ex quibus us
uptueux pour les rendre dociles : « Ut homines rudes et belle faciles
per
voluptate assuescerent. » Il leur fit prendre de
pureté. Sur le théatre on aime le vice, parmi nous on aime Dieu : Hîc
per
castam Susannam, castumque Joseph, mors conteritu
fut imprimée en 1523, sous ce titre, Comedia nobilissima è ridiculosa
per
il Reverendissimo Cardinale da Bibiena : cette Pi
re à le corrompre : « Abolitos paulatim patrios mores funditus everti
per
accitam lasciviam, ut quodcumque corrumpi, et cor
réprésentation qu’il en fit faire par des jeunes gens de condition,
per
nobiles comœdos , que le Pape cependant ne la vit
comedia nobilissima è ridiculose, (c’est-à-dire, plaisante) composta
per
Reverendissimo Cardinale de Sta. Maria in porticu
je lis ces Vers dans la traduction Italienne, très-exacte, Digli,
per
quali imprese Porto la fama i loro nomi al ciel
e foire, et n’est pas plus responsable de ce qui s’y passe de mauvais
per
accidens, que celui qui loue sa maison à un Auber
ent un goût infini pour les spectacles : « Curiositate magis magisque
per
oculos emicante in spectacula. » Comme ce sont le
r, in quantum homo fit pronus ad vitia vel lasciviæ vel crudelitatis,
per
ea quæ ibi repræsentantur. » On trouve dans cette
re le démon. « Diabolus autem (est) in spectaculis et pompis suis. Ac
per
hoc, cum redimus ad spectaculum, relinquimus fide
t pro republica cum ludere videmur : nam ideo voluptuosa quærimus, ut
per
ipsa seria compleamus. » Cassioder. l. 1. variar
pprouvé en un Président :« Cum ludendum est, regiam sequestrat tantis
per
severitatem, hortatur ad ludum, libertatem, commu
salut :Sayrus l. 11. c. 12. et 13. De restitutione eorum quæ in ludo
per
dolum, et violentiam acquiruntur. Un glisse de fa
t pro republica cum ludere videmur : nam ideo voluptuosa quærimus, ut
per
ipsa seria compleamus. » Cassioder. l. 1. variar
bros. 1. Offic. c. 20. « Cum ludendum est, regiam sequestrat tantis
per
severitatem, hortatur ad ludum, libertatem, commu
histor. Sayrus l. 11. c. 12. et 13. De restitutione eorum quæ in ludo
per
dolum, et violentiam acquiruntur. « Alea perjurii
Oraque corticibus sumunt horrenda cavatis, Et te, Bacche, vocant
per
carmina læta, &c. Comme les Chœurs ne pouv
son essentielle de religion et de piété : « Omni theatrorum voluptate
per
universas urbes denegata, totæ Christianorum ment
ur les Spectacles. Consultazione Theologico Morale se chi interviene
per
necessita al teatri publici, a : 435 & b, 227
es mauvaises Chansons, 132 Tractatus contra saltiones & choreas,
per
Pastores Ecclesiæ Gallicanæ, 291 Dargens (le Mar
e, quod facere flagitiũ ? cur quæ ore prolata communicant hominem, ea
per
oculos, & aures admissa. non videntur hominem
e, quod facere flagitiũ ? cur quæ ore prolata communicant hominem, ea
per
oculos, & aures admissa. non videntur hominem
endum quod Tullius loquitur in casu illo quando aliquis dominium sibi
per
violentiam surripit nolentibus subditis, vel etia
etiam ad consensum coactis, et quando non est recursus ad superiorem
per
quem judicium de invasore fieri possit, tunc enim
, detto l’ammonitioni a’ Comedianti, &c. Libro, detto l’instanza,
per
supplicare a’ Signori Superiori, che si moderi Ch
iliis. Romæ, 1753. Consultazione Theologico-Morale se chi interviene
per
necessita ai Teatri publici vi possa intervenire
icane, sous ce titre : Tractatus contra Saltationes & Choreas ;
per
Pastores Ecclesiæ Gallicanæ ; 1581, in-8°. M. J.J
Spectacula confluxissent, gravissimis in contrarium argumentis, sive
per
ipso recogitatis, sive, quod caput est, per Paroc
ntrarium argumentis, sive per ipso recogitatis, sive, quod caput est,
per
Parochos & Confessarios opportunè importunè p
temporum Spectacula proditas, hodiernis verò minimè convenientes, quæ
per
se & suapte naturâ non sunt illicita, neque p
conducti ? Qui quæstûs causâ, quamlibet personam induunt ? Qui passim
per
urbes vagantes artem suam venalem habent ? Qui Ro
cunt ? Nil nisi deos deasque crepant, hos invocant, his vota faciunt,
per
hos dejerant, horum flagitia laudant, horum exemp
s Epistolæ exemplaria ad omnes Suffragantes tuosque Coëpiscopos &
per
universa monasteria dirigi non negligas, si grati
as utilitates impendatur…. Histrionum numerus, extructo certè Theatro
per
urbes & oppida, immensum augebitur pondus ine
face d’un Recueil intitulé : Teatro Italiano o fia scelta di Tragedie
per
uso della Scena ; vol. in-8°. Le Marquis Scipion
l. Constantin. Exterminanda omninò irreligiosa consuetudo quam vulgus
per
Sanctorum solemnitates agit ; populique debent di
our nous de plus scandaleux : « Lasciviæ ingenia voluptatibus vestris
per
Deorum dedecus operantur, Histrionum litteræ fœdi
’en êtes pas moins coupable : Adolescentis oculis ne fortuitò pateat
per
vulnus alienum & tuum, sed utrumque tuum. Q
s vives impressions sur l’esprit. « Segnius irritant animos demissa
per
aures, Quam quæ sunt oculis subjecta fidelibus. »
librius urbis Præfectus ita in spectacula exarsit ut vitam pene omnem
per
argumenta scenica amoresque, et si non vetitos et
après avoir exercé pendant un an cette ignominieuse profession : « Si
per
annum artem illam ignominiosam exarcuerint ». Ce
rûler Bauni, Lacroix, Suarès ! « Sella in curuli Struma Nonius jacet,
per
consulatum pejerat Vatinius ! Quid est Catulle qu
ero reverentia. Juven. Sat. 14. 3. Odibilia opera tibi faciebant
per
sacrificia injusta, et filiorum suorum necatores
res ? Quare tu enarras justitias meas, & assumis testamentum meum
per
os tuum ? Jusqu’ici, mes Frères, je n’ai considé
endront le théatre & l’instrument du supplice : Per quæ peccavit,
per
hæc punietur. Est-ce une morale outrée ? n’est-il
ue Arcis Dijs lubens lætusque ago, Re Romana in hunc diem & horam
per
manus quod voluistis meas, servatâ bene gestâque,
▲