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1 (1648) Della cristiana moderazione del teatro. Detto la qualità delle Commedie pp. -272
arare, quale sia la lecita à buoni Christiani, e quale la illecita: e per distinguere la modesta dalla oscena secondo la Do
sta dalla oscena secondo la Dottrina di S. Tommaso, e d’altri Teologi per sicurezza della coscienza. opera Del P. Gio: Do
di Gesù. Si narrano molti casi moderni; si considerano molte Ragioni, per le quali compariscono le Donne in scena, o in ban
in scena, o in banco, e si risponde a molte difficolta solite farsi, per giu-stificare cotal Comparsa. In Fiorenza Nella S
sonesti piaceri, sacrificando te stesso a Venere impudica, e servando per regola de’ tuoi costumi l’impero di Satanasso; ch
nell’Ecclesiastica Scuola, della Santità, ove all’orecchio ti giunse per divina dispensazione, e per gran favore evangelic
della Santità, ove all’orecchio ti giunse per divina dispensazione, e per gran favore evangelico, e efficace suono di quell
tuoi dissero con la voce delle lacrime il tuo gran duolo: e il cuore per gli occhi lambiccò se stesso in cadenti goccec di
io mi parto, rinunciando al secolar inganno, e men vadoe al chiostro per tramutarmi di Comico fallace in Monaco verace. O
li. Ora esce il primo Libro, spero, che gli altri seguiranno appresso per beneficio delle Anime, e la gloria del Sig. Iddio
sentenze latine, stampate con diverso carattere, sianok volgarizzate per comodità di chi, o non l’intende, o le vuole lasc
à, e scandalosamente. Questo poco ho stimato essere bene di avvisare, per chi vorrà leggere tali Ricordi, con desiderio di
iana moderazione ? Pag. 5 Q. 2. Quali Dottori dobbiamo leggere, per saper distinguere la Commedia lecita dall’illecit
dette dal Comico, e non mortali di lor natura, possono esser mortali per qualche ragione, e render l’Azione, e la Commedia
le azioni dei moderni Comici, e Ciarlatani secondo gli altri Dottori, per giustificar se stessi, e l’uso moderno dell’arte
la stessa materia. Pag. 82 Capo Terzo Si trattano le ragioni, per le quali le Comiche ordinarie compariscono in sce
namento efficace, che nasce dalla femminile comparsa, è buona ragione per renderla convenevole ? Pag. 95 Nota Unica. D
Del modesto Ridicolo dei Comici, e Ciarlatani virtuosi, e ingegnosi per dilettare, e allettare. Pag. 97 Append. Appe
ltà di far commedie senza la comparsa femminile è ragione sufficiente per l’uso lecito di tal comparsa ? Pag. 103 Q. 5
delle Donne Comiche in far quest’arte è ragione di scusa sufficiente per la pubblica comparsa ? Pag. 115 Q. 7 La nec
? Pag. 115 Q. 7 La necessità del guadagno è ragione sufficiente per la comparsa delle comiche ? Pag. 116 Q. 8.
Capo Quarto. Delle risposte ad alcune difficoltà, che si fanno per difendere la comparsa delle ordinarie Comiche nel
rie Comiche nel pubblico Teatro. Pag. 175 Q. 1. Se le Donne sono per tuttoai, perché levarle dal Teatro ? Pag. 175
da molti altri luoghi del Mondo. Pag. 179 Q. 3. L’uso non basta per giustificar la comparsa delle donne del Teatro ?
titi da Donne nel Teatro. Pag. 188 Nota. Della principal ragione per la quale non si approva la comparsa dei Giovanett
r la quale non si approva la comparsa dei Giovanetti vestiti da Donna per le pubbliche scene del Teat. Pag. 195 Q. 5.
bbliche scene del Teat. Pag. 195 Q. 5. Non basta il fine buono per introdurre le Donne ; e i discorsi amorosi del pu
. Non è lecito, almeno, che la donna comparisca ornata aaj Teatro, per far la parte sua nell’azione senza parlare amoros
basta l’esempio delle Comiche introdotte nelle Commedie stampate, che per introdurle ancora lecitamente nelle recitate ? Pa
fin’ora praticata circa la comparsa delle Comiche non è buona ragione per non levarla dal Teatro ? Pag. 228 Q. 12. I
. 229 Q. 13. A che cosa è obbligato il Confessore del Superiore per rispetto della comparsa delle Comiche nel pubblic
ell’Eminentiss. Sig. Cardinal de Lugo. Pag. 238 Append. Apendice per conferma del detto. Pag. 243 Nota 2. Di un
ersonaggi, che concedono la comparsa di donne in commedia, non basta, per giustificare il comparire delle Comiche mercenari
a dei Teologi, dei Casisti, e d’altri Scrittori antichi, e moderni. E per rispondere a molti casi di Coscienza in questa ma
o con la sua penna intinta nell’oro scrive, che non ha scudo valevole per difesa contro te saette di un giustissimo riprens
Ha non so ché di turpitudine, come notò Plutarco, il vivere solamente per sua utilità. « Turpe est, nos nobis tantum vivere
quieto. Lo scrivere, e il parlare con termini di cristiana modesta, e per gravissimi accidenti, non deve irritare alcuno ;
e vorrei porre qualche dolce lenitivo ad un certo Comico malore, che per cagione di certi viziosi va infettando il Teatro
dei buoni costumi, non lasciaronoar di scrivere ; come si possa fare, per far bene la Commedia, e fuggire quel biasmoas, al
daiav Commedianti, né daiaw Ciarlatani modesti ; ma dagliax osceni : per cagione del qual danno io vi ricordo, ô Amico mio
no, il biasimare, chi merita di essere biasimato, acciocché s’emendi, per non rendersi biasimevole, è cosa da non biasimars
secondo me stimò di giustamente supplicar dicendo. Io non ho scritto per altra fine questo Discorso, se non per supplicare
car dicendo. Io non ho scritto per altra fine questo Discorso, se non per supplicare quesiti tali, che tanto volentieri vib
arlanti d’amore in pubblico Teatro. Nel Capo 3. pondererò le ragioni, per le quali si fanno comparire tali Comiche pubblica
icamente. E nel 4. Capo risponderò ad alcune difficoltà, che si fanno per difendere, come lecita, la suddetta comparsa. Ora
one dei proposti Capi. Io vorrei che fossero luminosi raggi del cielo per scacciare i tenebrosi orrori del peccato. Capo
anza, cioè la descrizione della Commedia oscena, la quale è contraria per l’oscenità alla debita moderazione: e dico in tal
lla disonestà. E questo eccitamento ella può fare in molti modi. 1. O per natura sua, essendo tale, cioè eccitativa efficac
sua, essendo tale, cioè eccitativa efficacemente alla disonestà. 2. O per accidente, essendo udita da persone deboli di spi
ti i Quesiti del presente Ricordo. Ora poniamo le torcie nella scena, per mirar i mercenari Rappresen tanti: e ricordiamoci
i: e ricordiamoci qui in breve ciò, che con lunga dichiarazione siamo per considerare nel 2. Capo del Ricordo detto l’Istan
questo punto : e Beltrame dice. Dubito,    che talvolta si scriva più per fare un bel volumeCap. 29., che per lo stimolo, c
to,    che talvolta si scriva più per fare un bel volumeCap. 29., che per lo stimolo, che faccia l’urgente necessità. Ma io
io Comico, e osceno aveva bisogno, che acqua più copiosa si portasse, per dichiararlo estinto. E perché ciò non s’è fatto,
ario seguitarebe, finchè in tutto s’estingua perfettamente. Qui torna per acconciobf lo scritto delbg Filosofo Seneca, a cu
e non tenebrose. Quesito Secondo Quali Dottori dobbiamo leggere, per saper distinguere la Commedia lecita dalla illeci
la gravezza di negozio concernente la salute delle anime, fa ricorso, per ottener buona, e sicura intelligenza, al cristian
, e dei Santi Padri. Che però io lodo la prudenza del Comico Cecchino per quel poco, che nel principio dei suoi Discorsi in
l’aver ricorso ai più dotti, e intendenti, sia il vero, e sicuro modo per risolverli, deliberai perciò in negozio tanto imp
sciato scritto. Discorre con senno questo Comico : e io aggiungo, che per discacciare con agevolezza le cieche tenebre di b
he per discacciare con agevolezza le cieche tenebre di buia notte ; e per viaggiare acconciamentebq tra le nere caligini di
oppierebr, quasi risplendente stella, o bella luna : voglio dire, che per sgombrare, non che distinguere, le illecite teneb
bri di questi, come da luminosi corpi si spiccano moltiplicati raggi, per illuminare tutti noi nel dubbio cammino delle dra
mico si vale di detti turpi, o disonesti fatti, oppure di quello, che per essere peccato mortale, reca al prossimo grave no
della citata questione bastano, come due belli lampi della sua luce, per schiarire le nostre tenebre, e per investigare il
me due belli lampi della sua luce, per schiarire le nostre tenebre, e per investigare il senso di lui con il rigore scolast
enebre, e per investigare il senso di lui con il rigore scolastico, e per cavarne la cognizione, con che possiam distinguer
occorre moltiplicar i lampi, ove luce si sparge a sufficienza : pure per accrescimento di maggior chiarezza dichiariamo un
e aliqua virtus, quam Philosophus Eutrapeliam nominat ; et in quantum per hanc virtutem homo refrenatur ab immoderatntia lu
: fugge i rumori, e spende poco. Taccio il resto scritto da Beltrame, per aggiungere un poco scritto dal Comico Cecchino. C
itori, dice egli, che la Commedia si possa fare come gioco necessario per ricreazione della vita umana, osservate però le d
e loro licenza, che partissero, di che essi attoniti la supplicarono, per intendere la ragione: e egli disse loro. Certi m’
e S. Tommaso : e impose ai Comici, che mostrassero gli scenari giorno per giorno al suo foro. Questo caso narra diffusament
bilanci il valore di ciascuna, e poi formi la sentenza di assoluzione per gl’innocenti, e di condannazioneby per i rei. Non
rmi la sentenza di assoluzione per gl’innocenti, e di condannazioneby per i rei. Non è nuovo che diversi effetti procedano
ici moderati e virtuosi: le ragioni de’ quali egli ascoltò, e approvò per buone, e degne del suo favore. Il medesimo Santo
ppongono ai nemici dellacc nostra fede: che vi è differenza da chi ha per arte il furto, a chi ha per fineg guerriero l’ono
ostra fede: che vi è differenza da chi ha per arte il furto, a chi ha per fineg guerriero l’onore. Così vi sono Comici tant
to bene le cose, che decretano pubblicamente nelle Sinodali radunanze per giovamento delle anime commesse alla loro dotta,
lodare, né approvare la seconda risposta, che il Comico Beltrame reca per mostrare, che il Sinodal Decreto, pubblicato dal
ico l’Arte Comica, e i professori di quella: e che se non fosse stato per non generar confusione nel popolo, si avrebbe dis
ma Commedia, furono licenziati dall’Eccellentiss. Sig. Governatore, e per lo quale S. Carlo fece il Decreto a favore delle
uose pratiche, zelanti, e dotte, delle quali si serviva continuamente per addottrinare se stesso nelle cose toccanti all’uf
quello, che lecito si è nell’Arte Comica, e quello, che non è lecito; per poter poi concedere le licenze, o negarle, o mode
licenze, o negarle, o moderate, quando si fa l’istanza da Commedianti per ottenerle. Dunque non è probabile, che S. Carlo f
i Comici. 2. Non è probabile, perché tal Decreto non fu provvisionale per un poco di tempo: ma fu Sinodale, per dover prati
al Decreto non fu provvisionale per un poco di tempo: ma fu Sinodale, per dover praticarsi nello spazio di molti anni. E ch
, e Teologi, che si trovano presenti ne’ principali Sinodi congregati per la riforma de costumi, per lo stabilimento delle
presenti ne’ principali Sinodi congregati per la riforma de costumi, per lo stabilimento delle virtù, e per altri bisogni
gregati per la riforma de costumi, per lo stabilimento delle virtù, e per altri bisogni delle popolazioni Diocesane. Io sti
che peccano nell’Arte, e meritano di essere cacciati. E chi dichiara per vizioso un professore di un’Arte lecita, mostra,
caccino da sé le persone sospette, e perlopiù perniciose: e tali sono per ordinario i Comici secondo il grido, e fama unive
licenza ai Comici, è necessitato di darla con la debita moderazione, per soddisfar all’obbligo della sua coscienza: e così
a Arte lecita: perché questo può provare ancora un Comico vizioso, ne per tal prova merita la licenza; ma credo, provarono,
i vari pareri degli Autori, e accertato della modestia de’ Recitanti per relazione di altri, e vista la dottrina del suo m
presente Quesito;  così volentieri la tralascio, e mi volgo altrove, per trovar lume con che io accenda la fiaccola mia, e
quale non stimò necessario parlare con distinzione de’ buoni dai rei per più rispetti. Prima, perché mirò alla fama comune
sta distinzione de’ Comici buoni dai rei ; se bene si può fare ; e io per me stimo debito mio di farla, e di replicarla più
le di S. Tommaso. « Quamvis in rebus humanis non utantur alio officio per comparationem ad alios homines, tamen per compara
is non utantur alio officio per comparationem ad alios homines, tamen per comparationem ad se ipsos, et ad Deum alias haben
o Beltrame, che i Comici udiranno la Messa, e qualche predica, almeno per curiosità, dai valenti uomini, e faranno pur qual
orre Beltrame, tessendo una fiorita ghirlanda di virtuose operazioni, per adornar le tempie de’ virtuosi professori dell’ar
a quella conclusione. « Basta, che i Comici sono Cristiani, non basta per provar, che sono virtuosi. » E io pregherei Beltr
ricamo deve sporcarsi col lezzo di cose brutte ? Orsù voglio accettar per vero ciò, che il galant’uomo Beltrame scrive de’
scrive de’ Comici ; ma non posso negare, che quelle tante perfezioni per ordinario sono manifeste a poche persone, e da po
ano persone indegne, disoneste, e vituperose. E questa voce si sparge per le Città: questo grido rimbomba per le piazze e p
tuperose. E questa voce si sparge per le Città: questo grido rimbomba per le piazze e per le strade; e questa relazione giu
ta voce si sparge per le Città: questo grido rimbomba per le piazze e per le strade; e questa relazione giunge all’orecchio
n ragione formano concetto reo, e universale di tutti i Comici : e se per ventura alcuni sono conosciuti , e creduti per bu
tutti i Comici : e se per ventura alcuni sono conosciuti , e creduti per buoni, veramente son pochi, e del poco non si tie
i modesti dai viziosi, e disonesti. Credo, che il detto fin qui basti per rispondere al Quesito : dunque non corrano più i
non sono resi deformi con qualche bruttezza, e illeciti i recitamenti per qualche men buona condizione. San Tommaso giudica
illecite le Azioni, e le Commedie all’ora, quando il Comico si serve per cagione del gioco di brutte parole, o di fatti br
ria verba da mortalem lasciviam. » Come se un Comico nella scena, non per fornicare veramente, ma per far ridere, e per dar
iam. » Come se un Comico nella scena, non per fornicare veramente, ma per far ridere, e per dar diletto all’Auditorio, invi
Comico nella scena, non per fornicare veramente, ma per far ridere, e per dar diletto all’Auditorio, invitasse una Donna al
ue, inserisco io, poche sono lecite secondo la dottrina di S. Tommaso per rispetto delle parole mortali di lor natura, le q
dette dal Comico, e non mortali di lor natura, possono esser mortali per qualche ragione, e rendere l’Azione, e la Commedi
uore arreca la morte. Alcune brutte parole giocose, dette nella scena per diletto, e per sollazzo,  recano alle volte la mo
morte. Alcune brutte parole giocose, dette nella scena per diletto, e per sollazzo,  recano alle volte la morte spiritule a
; non perché siano mortali di lor natura; ma perché diventano mortali per accidente, cioè per ragione dello scandalo, che a
ortali di lor natura; ma perché diventano mortali per accidente, cioè per ragione dello scandalo, che apportano ai deboli d
pportano ai deboli di Spirito, mentre le ricevono con gusto del corpo per ilcn senso, ma con disgusto dell’anima per ilco c
cevono con gusto del corpo per ilcn senso, ma con disgusto dell’anima per ilco consenso: onde come scandalose sono parole o
e come scandalose sono parole omicide del cuore; tuttoche siano dette per solo dilettamento dell’orecchio. Così dicono i Do
cchio. Così dicono i Dottori; i detti de’ quali devono essere stimoli per abominare cotali errori « Vanus sermo cito pollui
diceIn modo bene vivendi c. 30. . « Monverim verba illa turpia posse per accidens esse peccata mortalia ratione scandali a
æ saltem desiderii. » Cioè. Avverto, che quelle parole brutte possono per accidente e esser peccati mortali per ragion dell
he quelle parole brutte possono per accidente e esser peccati mortali per ragion dello scandalo, che si dà alle persone pre
rmiores spiritu. » Cioè. Colpe mortali possono essere le parole turpi per rispetto dello scandalo, il quale nascer può negl
ata virtutis. » Cioè. Macchia mortale arreca all’anima il turpiloquio per rispetto della circonstanza, che sia cagione di m
ai moderni Comici nelle Commedie; dunque sono peccaminose, e illecite per sentenza di Lessio. Baldelli notaT. 1. l. 3. d. 3
num dedisse videtur. C. Si culpa. de injur. et dam. Dat. » Cioè. Chi per leggerezza proferisce buffonescamente disonestà,
ortale, quando sono dette senza mal fine ; nulla di meno in Commedia, per esser luogo pubblico si fa peccato per la sfaccia
e ; nulla di meno in Commedia, per esser luogo pubblico si fa peccato per la sfacciataggine, e per lo mal esempio, quale ai
edia, per esser luogo pubblico si fa peccato per la sfacciataggine, e per lo mal esempio, quale ai molti serve per scellera
ato per la sfacciataggine, e per lo mal esempio, quale ai molti serve per scellerato documento. Parla christiatiamcte quest
agione riprendeva alle volte, come ha detto, alcuno de’ suoi Compagni per le parole brutte. Dunque noi ora appoggiamo alla
le brutte dette da loro, non mortali di lor natura, diventano mortali per ragione dello scandalo de’ deboli ; e come tali s
m nos sumus Domini, dimittere quandoque debemus. » Cioè. Dobbiamo noi per avviso di S. Tommaso, lasciare tal volta i beni t
olta i beni temporali, e anche gli spirituali, che sono di consiglio, per fuggire lo scandalo de’ deboli, ovvero degli igno
fluità, è un imbiancar i fiocchi di neve con il candor di lana. Basta per noi dire con Caietano, che il servirsi delle scan
il servirsi delle scandaloso Turpiloquio, benché semplice sia, e solo per dilettare, è colpa di qualche gravezza ; e è meri
si devono riprendere ; perché pongono sossopracs il tutto, insegnando per brutto interesse di lucro quelle cose, che non so
a alcuna da ridere agli spettatori, che alla fine vanno alla Commedia per ricrearsi, e per ridere consolatamente. Io rispos
e agli spettatori, che alla fine vanno alla Commedia per ricrearsi, e per ridere consolatamente. Io risposi allora dicendo
rsi caso, come dichiarerò nel Ricordo detto le Ammonizioni, nel quale per qualche buona ragione e circostanza sia lecito us
nere impudica, vestita secondo l’uso della casta Diana, rimane Venere per realtà, se ben da tutti talvolta non è conosciuta
te. Sanno i Dotti, che le cose dette, ovvero Udite, intanto piacciono per ordinario agli Audotori, in quanto sono cornforme
o cornforme ai loro costumi: onde posto, che la moltitudine, concorsa per udire la Commedia, sia di persone virtuose, e one
che professano di bene esercitare ; poiché possono cavare i ridicoli, per muovere diletto, e riso onestamente da molti capi
, e riso onestamente da molti capi onesti ; come insegnano i maestri, per esempio dall’ignoanza, dalla mutazione, dall’acut
a Commedia: poiché essendo ella indirizzata al beneficio delle Città; per far buone le persone cattive, e migliori le buone
ori le buone. « Ubi boni meliores fiant », dice Plauto; essi la usano per infettare di mille bruttezze i popoli spettatori:
ti: ancora in pochi, anzi in un solo si mostra ella potente, efficace per generar malori, e produrre gravissimi nocumenti.
Azione del cristiano Teatro: ma v’è ben dubbio, quante parole bastino per rendere illecito il teatrale recitamento. Noi ora
parole bastino per rendere illecito il teatrale recitamento. Noi ora per iscacciare l’ombra di cotal dubbio, accostiamoci
ia oscenità mortale, e contenesse concetto infamissimo, e sufficiente per se solo a macchiare l’animo d’ogni persona ben na
a; io credo, che dal S. Dottore si giudicherebbe potente, abbastanza, per far illecita l’azione ; ma perché non trovo, che
istione. « Utrum unum verbum ad hoc sufficiat » : se una parola basti per quello ; sia trattata da S. Tommaso; però volgo i
lche cosa, si verifica ancora di un solo detto impuro mortale. Dunque per sentenza di Caietano, e di S. Antonino basta una
nza di Caietano, e di S. Antonino basta una sola parola turpe mortale per rendere peccaminoso il Recitamento. Ma che ? Belt
é in presenza dell’Auditorio disse, e forse lenza molta avvertenza, e per abito cattivo, una sola parolaccia, quasi accenna
tà : e risolve, che alle volte una sola parola può essere bastevoledb per l’infezione di tutto un teatrale componimento. Le
e gli pare alquanto duretta, si ricordi, che facilissimo è il rimedio per far lecita l’azione, cioè levare quella parola, c
fatti parimente modesti; e l’Istrione viene astettode a non servirsi per cagion del gioco di turpi parole, ovvero fatti, «
bus verbis, vel factis », come scrive S. Tommaso. E Caietano commenta per fatti turpi quelli, che di lor natura sono peccat
dum se mortalia » ; perché molti fatti sono turpi, e non sono mortali per se stessi; ne tali diventano per la precisa, e fi
fatti sono turpi, e non sono mortali per se stessi; ne tali diventano per la precisa, e final cagione del gioco : « cum fin
i di lor natura ? Io rispondo, che Caietano dà questo esempio. Se uno per dar sollazzo ad altri, commette una fornicazione,
turpe sarebbe se una Commedia si terminasse con una fornicazione. Io per desiderio di meglio dichiarare il mio senso in qu
contraria. E se i toccamenti soo affatto brutti, sono peccati mortali per sentenza di Sanchez; benché siano fatti per gioco
tti, sono peccati mortali per sentenza di Sanchez; benché siano fatti per gioco, per vanità, o per leggerezza senza venereo
eccati mortali per sentenza di Sanchez; benché siano fatti per gioco, per vanità, o per leggerezza senza venereo dilettamen
per sentenza di Sanchez; benché siano fatti per gioco, per vanità, o per leggerezza senza venereo dilettamento. « Etiam fa
er vanità, o per leggerezza senza venereo dilettamento. « Etiam facti per joco, causa vanitatis, vel levitatis absque delec
asse il viso ad una Donna in presenza di molti; ovvero l’abbracciasse per segno di poco modesto amore; non provocherebbe eg
tri dell’Auditorio moltiplicano quei finti baci, e quei riti lascivi, per far pubblico applauso alla conclusione della favo
stà. Aggiungo. La rendono anche illecita quei fatti, che sono mortali per ragione dello scandali, che ne ricevono gli spett
l’ottavo Quesito, e che provano delle parole turpi, vaglionodj ancora per prova de’ fatti turpi; e lo scandalo consiste anc
ufficienti a priivar della vita un gran Colosso : anzi una sola basta per far inalberare lo stendardo della morte sul fronc
nesti ; intorno al che si questiona dimandando. Quanti fatti bastano   per rendere colpevole di oóscenità, e morta alla virt
che la regola del suo giùdizio fosse legge proibitiva della Commedia per un sol fatto stimato osceno. Io non scrivo cosa f
ar li doveva nel suo cospetto pubblicamente, interveniva un sol bacio per segno, e per pegno di una modesta conclusione di
nel suo cospetto pubblicamente, interveniva un sol bacio per segno, e per pegno di una modesta conclusione di Matrimonio, t
n la debita moderazione. Dunque un sol fatto rende la Commedia oscena per sentenza di un saggio, zelante, e moderno Imperat
o i Commedianti, si fecero le zioni. Un giorno da un Comico fu fatto, per far ridere notabimente gli spettatori, un gesto d
legge questo, negherà, che gesto di tal fatta, benché unico, bastasse per rendere oscena, e illecita, quell’Azione ? è cosa
ermo sul piano della Marina un Ciarlatano trastullando in banco, fece per allettare, e dilettare il popolo, un atto molto o
e condannollo alla galera. Giusta condannazione, la quale serve a noi per giudicare, che quel Ciarlatano era tutto osceno p
quale serve a noi per giudicare, che quel Ciarlatano era tutto osceno per quel fatto solo di tanta oscenità. Concludo la pr
ssimo ; ovvero 4 o 6 fatti di ordinaria, e mortale oscenità, bastano, per rendere illecita l’Azione, e farla oscena. Lo scr
a intorno al numero delle parole turpi può qui servir di buona regola per giudicar de’ fatti. Corra il giudizio stesso, ive
tti impuri, osceni, illeciti, e morali ? Questa è comoda occasione per ritoccare alquanto i tasti già toccati: e far qui
l nostro Ricordo detto l’Istanza al Capo 2. Si discorre diffusamente, per dmostrare la necessità della moderazione del Teat
ndo la riforma delle parole, e de’ fatti illeciti, bastar si potrebbe per dare risposta al presente Quesito. Con tutto ciò
e Quesito. Con tutto ciò aggiungeremo qui qualche cosa, ma supporremo per vero il detto in quel Ricordo. Non spiace la repl
che si sforzava di assalire una bramata Donna, la quale però, calando per una finestra, sen fuggiva ingnuda, e cercava di c
noluerit, celat festina, quod volens detexerat. »Ep. 47.E che stimate per cotal fatto, o Padre ? Sono Commedie oscene  ? Si
7.E che stimate per cotal fatto, o Padre ? Sono Commedie oscene  ? Si per certo rispose quello, e risolse di predicare: e l
di morte all’osceno mostro della turpitudine teatrale in quella Città per qualche tempo. Così non vi fossero mai rinati i s
o provo di puù con questo fatto di Comica autorità, che vale non poco per questo punto. Pochi anni sono, che una Comica bel
turpi, e ne’ turpi fatti. Che occorre dunque sonar le trombe a festa per segno di una perfetta moderazione introdotta nel
r nella vigilia della festa, e però piangiamo con desiderio di presto per festeggiare per l’utili, e oneste Rappresentazion
della festa, e però piangiamo con desiderio di presto per festeggiare per l’utili, e oneste Rappresentazioni. Ma consideria
rui: e il prezzo de’ Comici è molto moderato; e quello de’ Ciarlatani per le loro buone mercanzie è prezzo giusto. Ma temo
dicendo. Ora i nostri giochi sono giunti a termine tanto ignominioso per difetto degli infami Attori, che in lor presenza
con brevità ci avvisa il Giardino de’ Sommisti nel c. 321 che peccano per le parole disoneste, gesti, e scandalo; e per li
nel c. 321 che peccano per le parole disoneste, gesti, e scandalo; e per li cattivi costumi, che insegnano. Tutto è vero,
sentimento di cuore così. « Io, pochi giorni sono, mi fermai, non so per qual sventura, a sentir un ragazzo in banco, il q
sconvenevole, e indebita, rende illecita l’Azione. Silvestro dichiara per lungo indebito la Chiesa, dicendo. « Esset peccat
sia. » S. Antonino dice lo stesso. Altri vogliono, che luogo illecito per le Comedie, e per le Azioni profane sia il Cortil
dice lo stesso. Altri vogliono, che luogo illecito per le Comedie, e per le Azioni profane sia il Cortile, o Claustro sacr
Discorsi intorno alle Commedie, trattando della circostanza del luogo per recitarle. E è sentenza comunemente ricevuta, e p
l luogo per recitarle. E è sentenza comunemente ricevuta, e praticata per vera: e però noi lasciamo di provarla più lungame
cclesiasticis, aut cum incantationibus »loco cit.. S. Antonino avvisa per la persona. « Non decet Clericum talia exercere. 
ense cap. 17. e del Concilio Senonevese cap. 25. E questo può bastare per dichiarazione dei  sette punti accennati da S. To
che ne fu decretata una supplicazione aglidp Dei, come ringraziatoria per tale recitamento; e quei versi recitati furono sc
enti. Di questo esempio di Nerone si serve il moderno Comico Beltrame per provare gli onori fatti ai Comici antichi. Se Giu
anche tralasciare i morti nominati ; ma forse il galant’uomo suppone per verissimo, che qualsivoglia personaggio illustre,
ualche parte la chiarezza della sua fama. E io temo assai di accettar per vero ciò, che egli suppone per verissimo. Scrive
sua fama. E io temo assai di accettar per vero ciò, che egli suppone per verissimo. Scrive Tacito, che Nerone « scenam in
elli ; e vi era ancora l’onorato Gentiluomo nomatods Burrho, il quale per essere stato Aiodt di Nerone giovanetto, lo mirav
edendolo impiegato in quella pazza, e vituperosa azione ; e lodandolo per ildu timore, e all’uso de’ Cortigiani adulatori.
e non vi si debba intromettere; perciò che ciò non gli è decevole, né per l’essenza, né per l’apparenza. Per l’essenza, per
intromettere; perciò che ciò non gli è decevole, né per l’essenza, né per l’apparenza. Per l’essenza, perché le operazioni
i azioni, verrebbe a perder di quell’ammirazione appresso de’ popoli, per la quale in ogni genere tengono, che egli sopra t
, non essendo con gli altri Re esercitati. Non dovrà dunque il Re, né per l’essenza, né per l’apparenza con la persona sua
gli altri Re esercitati. Non dovrà dunque il Re, né per l’essenza, né per l’apparenza con la persona sua ne’ pubblici spett
elo, e non mondana ambizione muovi la penna di questi tali a scrivcre per l’appunto, quanto comprendono esser necessario in
is. » E con tutto ciò non mancano alcuni di mettere ogni loro spirito per far credere, che quei Dottori intesero di parlare
esito Decimo quarto I moderni Comici servono degli Antichi Dottori, per giustificar se stesse, e l’uso moderno dell’Arte
dotti, onorati e virtuosi ; e con quelli compongono odorosi mazzetti per difenderli dall’ingrato odore, che esala dal diso
professori di virtù, e di dottrina, si servono degli antichi Dottori, per giustificar se stessi, e l’uso moderno dell’Arte
Dottori, per giustificar se stessi, e l’uso moderno dell’Arte loro, e per provare in conseguenza, che le mercenarie azioni,
dai moderni Comici, e Ciarlatani; dunque le loro Azioni sono illecite per sentenza di S. Antonino. Il Cardinale a Turrecre
ationis: puta illi, qui poderate ludis utuntur ». Non tutti camminano per l’infelice sentiero del peccato, ovvero dannazion
ratamente. Io dico, che i moderni Comici, e Ciarlatano non si servono per lo più moderatamente dell’Arte, né de’ giochi tea
nesimi, tocchi inonestief, baci, fornicazioni finte, e altre oscenità per dilettare. Dunque essi sono nello stato del pecca
unque essi sono nello stato del peccato, e nella via della dannazione per sentenza di questo Dottore, e Cardinale. Ranerio
s. » Io dico, alludendo a Ranerio, che gli Istrioni moderni non fanno per ordinario l’officio loro moderatamente. E aggiung
atti, e queste parole secondo la comune relazione oggidì non mancano per lo più nelle moderne, e mercenarie Azioni. Dunque
er lo più nelle moderne, e mercenarie Azioni. Dunque sono peccaminose per sentenza di Caietano. L’Armilla dichiara. « Histr
, se sia esercitata con le debite circonstanze: ma può essere peccato per rispetto della materia. Io dico, che la materia p
caminosa con le parole e con i gesti disonesti si ritrova comunemente per voce universale de’ pratici nelle moderne, e merc
de’ pratici nelle moderne, e mercenarie Azioni. Dunque sono illecite per sentenza di detta Somma Armilla. E anche sono ill
o illecite per sentenza di detta Somma Armilla. E anche sono illecite per sentenza della Tabiena; perché ella precisamente
he l’esperienza convince, che la moderazione bastevoleeg non si trova per lo più nelle moderne Azioni. Dunque sono illecite
elle moderne Azioni. Dunque sono illecite ai Comici, e ai Ciarlatani, per sentenza di Medina, e di Silvestro, citati da Bel
uesti moderni; forse troveremo che toccano tamburo, spiegano bandiera per combattere non contro di noi, ma per favore nostr
ccano tamburo, spiegano bandiera per combattere non contro di noi, ma per favore nostro, per aiutarci coraggiosamente.
gano bandiera per combattere non contro di noi, ma per favore nostro, per aiutarci coraggiosamente. Quesito Decimo quin
a ragione sta ben fondata, le autorita degli scrittori le servono più per ornamento, che per sostentamento : la vera gioia
ondata, le autorita degli scrittori le servono più per ornamento, che per sostentamento : la vera gioia scopre per se medes
rvono più per ornamento, che per sostentamento : la vera gioia scopre per se medesima il suo valore: la verità suona la tro
na di Comitolo: ma io lo pregherei, se vivesse, a considerare un poco per sé le parole di S. Ilario. « Optimus lector est,
ne, e ordinarie azioni de’ Commedianti e de’ Ciarlatani, siano lecite per sentenza di Comitolo ? E troppo chiara la negativ
za di Comitolo ? E troppo chiara la negativa: né fa mestier, di prova per questa prova; e ove il sol risplende, la fiaccola
. Onde Beltrame non lo poteva allegare, come favorevole alle sue, che per molti capi sono illecite. Dello stesso parere si
a Commediocrisi porta alla lunga l’autorita di Marcello, e la pondera per minuto paratamente, e ne conclude, che egli « non
la sentenza di S. Tommaso, con la dottrina di cui restano condannate per le loro oscenità; ancorché Beltrame non se lo per
esto. Tra pubblici peccatori si numeraem l’Istrione, cioè quello, che per officio recita le Commedie turpi, e prouocative a
so alla santa, e pubblica Comunione. Io dico, che le Commedie moderne per ordinario sono turpi per le lascivie degli amanti
Comunione. Io dico, che le Commedie moderne per ordinario sono turpi per le lascivie degli amanti, per ien lenocinii, e pe
mmedie moderne per ordinario sono turpi per le lascivie degli amanti, per ien lenocinii, e per altre ragioni molto ben fond
dinario sono turpi per le lascivie degli amanti, per ien lenocinii, e per altre ragioni molto ben fondate. Dunque i Comici,
ue i Comici, che sono tali, si devono numerare tra pubblici peccatori per sentenza di Henriquez. Ponderiamo le parole di S
rdo della maggior parte di tali Commedie. Dunque le più sono illecite per sentenza di Sanchez; al quale aggiungo secondo l’
ior parte di loro. Dunque i giochi Istrionici, e le Commedie correnti per la maggior parte sono illecite per sentenza del S
Istrionici, e le Commedie correnti per la maggior parte sono illecite per sentenza del Sà. Il Bonacina si legge ancora tra
noltre, che le moderne de’ Comici mercenari sono ordinariamente turpi per le ragioni dette di sopra, e replicate più volte.
e ragioni dette di sopra, e replicate più volte. Dunque sono illecite per sentenza del Bonancina. Dopo il quale Beltrame ci
al piacere; perché con altro artificio non sanno procacciare il vitto per sé, né per i suoi: né esercitano giochi turpi, ma
perché con altro artificio non sanno procacciare il vitto per sé, né per i suoi: né esercitano giochi turpi, ma liberali,
n dimeno apportano un consolativo diretto. E questi io non credo, che per tale esercizio vivano in cattivo stato. Questo Au
ana vita ha avuto i suoi virtuosi Professori, e che il sole risplende per ogni clima; e cavino da questa verità frutto copi
tre gli allegati Dottori Moderrni ve ne sono altri parimente Moderni, per giudicare delle Azioni de’ Moderni Comici ? La
cie; anzi par, che acquisti non so che di leggiadria, e di splendore, per più graziosamente comarire, e dilettare glli occh
torcie risplendenti le autorità de’ molti Scrittori, che si allegano per favore della Commedia, e dell’Arte Comica; per ra
ttori, che si allegano per favore della Commedia, e dell’Arte Comica; per ragione delle quali autorità si ode più dolce, e
molte cattive circostanze di detti e fatti osceni: dunque è illecita per sentenza del Boninsegni, e illecitamente praticat
fu Attore in quella. Dunque a nostro tempo si fanno Commedie illecite per sentenza di Bonancina, e necessaria moderazione.
estamente; e la rappresentazione di cose turpi, purtroppo si adattano per la maggior parte, secondo la comune testimonianza
nchez tieneeu illecita la Commedia, « quando miscenturres directe, ac per se provocantes ad luxuriam »T. 1. Oper. Mitr. T.
oso, e pubblico invito alla fornicazione. Né queste bruttezze mancano per la maggior parte nelle correnti Commedie: dunque
no per la maggior parte nelle correnti Commedie: dunque sono illecite per sentenza di Sanchez. II medesimo scrive nel citat
ole ardenti, e con focose brame di venire a cose disoneste. E affermo per certissimo, che i moderni Comici, per la maggior
ire a cose disoneste. E affermo per certissimo, che i moderni Comici, per la maggior parte, non si astengono da tali rappre
arte, non si astengono da tali rappresentazioni: dunque sono illecite per sentenza di Sanchez. Reginaldo avvisa. « Illicit
ne sono molte Commedie del nostro tempo : dunque sono giochi illeciti per giudizio di Reginaldo. Baldelli dichiara illecita
durre chiaramente a fine una fornicazione. E tali sporchezze si usano per ordinario per imbrattare a nostro tempo la scena,
nte a fine una fornicazione. E tali sporchezze si usano per ordinario per imbrattare a nostro tempo la scena, e il Teatro:
Teatro: dunque sono illecite le Commedie mortne de’ mercenari Comici per sentenza di Baldelli. Viguerio nota. « In ludis c
rutpi: dunque i loro scenici giochi sono diabolici, non che illeciti, per sentenza di Viguerio. Azor parlando delle oscenit
caste persone, e altre cose formite di simili, o peggiori oscenità; e per conseguenza tali rappresentazioni moderne sono il
cenità; e per conseguenza tali rappresentazioni moderne sono illecite per sentenza di Azor. Potrei lasciare lo scritto da
e lo scritto da altri moderni Dottori; perché basta il notato sin qui per dichiarare, che illecitissime sono moltissime Azi
, e dilettare i virtuosi, e zelanti Censori delle Comiche oscenità: e per ciò fare, voglio allegare altri Dottori, che form
pure quei giochi erano certamente illeciti, e come tali furono levati per comandamento di Onorio, e di Arcadio Imperatori:
peratori: dunque molte moderne Comiche Rappresentazioni sono illecite per sentenza di Piero de’ Gusman. Francesco Maria de
o nella sua Parenesi approva prima le Commedie lecite, e poi dichiara per illecite quelle del nostro tempo, dicendoPag. 271
oro egli trova malizia, nelle favole oscenità, nelle persone infamia, per tutto turpitudine, e in luogo niunoew un pelo di
le moderne Azioni de’ Comici, e de’ Ciarlatani ? dunque sono illecite per sentenza di Cellotio. Gio. Mariana citato dal Mon
.. « An maior corrupte la morum excogitari potest ? Quæ enim in scena per imaginem aguntu per acta fabula cum risu commemor
te la morum excogitari potest ? Quæ enim in scena per imaginem aguntu per acta fabula cum risu commemoratur; sine pudore de
iocis ad seria transitus. Censeo ergo moribus christianis certissimam per tenafferre Theatri licentiam. » Pietro Casano ne
ne, e d’altri infiniti vizi, dunque le moderne Commedie sono illecite per sentenza del Casano. Gambacorta in un Trattato ma
o intorno alle correnti Commedie dicendo così. Le Commedie, che vanno per l’Italia, sono comunemente pessime, e pregiudican
vorrà negare, che l’Azioni de’ nostri Commedianti non siano illecite per sentenza di Gambacorta, e degnissima della sua ri
tro riprensivo affetto, e vituperiamo anche con la lingua quelli, che per cagione della lingua si rendono degnissimi di ogn
col manto di tollerabile ricreazione quel trattenimento teatrale, che per verità si è una intollerabile dissoluzione. Berna
adhibenda est fides, tales ut plurimum esse suspicior », dubito, che per lo più tali, cioè illecite, siamo quelle del nost
d’Istrioni.Dunque le moderne Commedie furono ordinariamente illecite per sentenza di Pio Rossi. Battista Fragoso scrive. «
te mostri di bruttissima disonestà, dunque sono spesse volte illecite per sentenza di Fragoso, il quale ha stampato l’anno
si, e onesti costumi: dunque le Azioni di questi Comici sono illecite per sentenza del Cecchino, il quale anche confessa ca
ni. E vero, che egli nel c. 58 dice. « La Commedia è oggi mai passata per la trafila: e se già fufc, chi la biasimò; o che
tamemente vi sono oggi molti Commedianti, che fanno Azioni tali, che, per sentenza d’ogni Comico virtuoso, dotto, e onorato
sentenza d’ogni Comico virtuoso, dotto, e onorato, sono illecite. Ma per qual ragione ? Io lo spiegherò nel seguente Quesi
gione ? Io lo spiegherò nel seguente Quesito; e sarà nuovo beveraggio per la nostra sete; e io procurerò d’attinger l’acqua
di molti mercenari, e moderni Attori, basta in luogo di mille motivi per fuggirle, a chi desidera di buon cuore la salvezz
la salvezza. Nondimeno la dichiarazione dì alcune ragioni può servire per meglio stabilire il desiderio di fuga ne’ virtuos
uga ne’ virtuosi. Dico dunque, che la Commedia poco onesta è illecita per molte ragioni : due sole n’accennofd con brevità:
e alla natura corrotta, e al male inclinatissima, il piacere sensuale per la via quasi di tutti i sensi, e insegnare all’uo
i sensi, e insegnare all’uomo le maniere; e i modi, che tener, dove, per facilmente e presto conseguire ogni sui intento,
Di più è come una scola aperta all’intelletto confederato col senso, per imparare ogni male: onde non è occasione sola di
poco efficace ; ma con l’esempìo, che è modo, e mezzo efficacissimo, per apprendere ogni cosa benché difficile; quanto più
ora, che sole, semplicemente prounciate, come tante scintille bastano per accendere dentro di te ogni gran fuoco di concupi
unciate, accompagnate poi con gli atti vivi, inventati con industria, per eccitare in te disonesti affetti, e pensieri; e p
na moderazione; e però spesso escono in brutte, e indegne oscenità, o per vizio volontariamente, o per inavvertenza colpevo
escono in brutte, e indegne oscenità, o per vizio volontariamente, o per inavvertenza colpevolmente, atteso l’abito cattiv
o, occorseff nel Seminario Romano. Il P. Gio. Paolo Navarola Rettore, per trattenere quella numerosa Gioventù ne’ giorni di
di veruna oscenità: promisero quei galant’uomini, e fecero le Azioni per qualche spazio di tempo con la debita moderazione
alle cose dubbiose, le. quali non si possono provare con altro mezzo, per essere, o lontane, o passate, o sconosciute; ma d
lio ? Ridico, che sono tutte stiracchiature: una buona coscienza vale per mille testimonianze: il ricercare scritture contr
enali. Io rispondo a Beltrame, che si ricerca il coraggio, e il cuore per opporsi coraggiosamente alle oscenità, e ai pecca
llecite; perché quelle de’ nostri moderni Commedianti mercenari hanno per ordinario delle oscenità mortali in modo, che il
ste oscenità di queste Commedie non sono conosciute da molte persone, per altro pratiche, e giudiziose, le quali non le app
se, le quali non le approverebbero in modo alcuno, se le conoscessero per mortali. Ponderiamo per acconcio del mio dire un
overebbero in modo alcuno, se le conoscessero per mortali. Ponderiamo per acconcio del mio dire un caso. Io mi trovai d’Est
. Ponderiamo per acconcio del mio dire un caso. Io mi trovai d’Estate per predicare in una Città l’anno 1639 quand un amico
enità, le quali al certo sono fonti di mille, e mille peccati mortali per le persone deboli di spirito, e poco fondate nell
, e quante generalmente siano le oscenità mortali delle Commwdie ? Io per verità dopo molti anni di studio scolastico fatto
oderni Commedianti; questa è difficoltà più grave di quello, che ella per avventura si persuade. Il cortese gentiluomo non
iluomo non rispose a questa mia istanza, ma si compiacque di offrirmi per legger la Supplica di Nicolò Barbieri, detto Belt
secondo le regole di questo Discorso non contengono oscenità. E tali per noi lecite, e oneste approviamo. Io volentieri ac
scena: ma non dichiarava pienamente, quali siano le commedie illecite per le mortali oscenità: anzi supponeva, che alcune c
ppresentate, non facciano la Commedia mortalmente oscena, e illecita: per atto di esempio una pubblica comparsa di un Ruffi
l quale sono Giovani malefk inclinati, e persone deboli di virtù, che per tali rappresentazioni commettono almen col pensie
o almen col pensiero mille peccati mortali. E altre cose simili. Ora per avvertire i Fedeli virtuosi, e i medesimi Comici
sacri Dottori. La Dottrina moltiplicata serve di lampada più chiara, per fuggir le tenebre degli errori. Non erra facilmen
addito come breve, e ottima istruzione del nostro cominciato cammino per il sentiero della drammatica campagna con desider
er il sentiero della drammatica campagna con desiderio di proseguirlo per mooderazione della scena, per emendazione degli s
a campagna con desiderio di proseguirlo per mooderazione della scena, per emendazione degli scenici vizionsi, e per consola
r mooderazione della scena, per emendazione degli scenici vizionsi, e per consolazione de’ Comici onorati, e virtuosi.
enti, che mirano alla pratica del mercenario Teatro, nel quale vedono per esperienza, che la comparsa di vera Donna in scen
sia Comica di professione, ne facciafr Rappresentazione oscena, non è per se stessa illecita; onde Laiman la concede. Ma pe
ione oscena, non è per se stessa illecita; onde Laiman la concede. Ma per ordinario è molto pericolosa di rovinafs spiritua
ordinario pericolo cagionato da questa femminile, e scenica comparsa, per essere veduta, e sentita. L’ecclesiastico nota. «
ittura; ove si legge, che il femminile parlare è quasi uno sfavillare per accenderefu i cuori degli Uditori. « Colloquium i
lo non voleva, che le Donne a suo tempo parlassero in Chiesa, neanche per insegnare, che direbbe ora, che scriverebbe, che
li: le fecero, ma ne seguirono dicerie, formate da lingue imprudenti, per non dire malvagie, e serpentine quello che fu di
rale quando la Donna, quasi Agricoltrice, vi comparisse ad atteggiare per apportar diletto anche virtuoso. Saggiamente in u
2. t. 9. Il Diavolo propone gli spettacoli massimamente delle Donne, per trappolarfy di nuovo, quelle anime che vede esser
scenità scandalosa, e però è illecita almeno praticamente. Io intendo per Comica ordinaria una di quelle Donne, che vagando
ndo per Comica ordinaria una di quelle Donne, che vagando se ne vanno per molti, e vari paesi, unite con le Compagnie dei M
mici, o Ciarlatani; le quali Donne, o sono Fanciulle, che si allenano per il Teatro o sono mogli degli stessi Comici, ovver
il Teatro o sono mogli degli stessi Comici, ovvero Meretrici e tutte per ordinario sono molto pronte, molto astute, e molt
ne d’alcune Compagnie di Commedianti così. « Non avete mai incontrato per strada femmine vestite da cavalle di giostra, car
fessione, qualsiasi sia, o di rea vita, o di buona, comparendo ornata per allettare, per dilettare, e parlando d’amore per
iasi sia, o di rea vita, o di buona, comparendo ornata per allettare, per dilettare, e parlando d’amore per dar diletto, è
a, comparendo ornata per allettare, per dilettare, e parlando d’amore per dar diletto, è moralmente impossibile, che non fa
detto. « Lasciviunt oculi, calescunt appetitiones. » Negli Spettatori per tale comparsa gli occhi si riempiono di lascivia,
s gemere, ac dolere oportes. » Vuol dire il Santo. O spettatore dimmi per tua fedege. Quando farai bastevole penitenza per
. O spettatore dimmi per tua fedege. Quando farai bastevole penitenza per tanti peccati commessi col pensiero, e desiderio
Politica. niuna femminil comparsa si vegga in scena. Mazarino avvisa per i Superiori. Non permettano, che Donne recitinoRa
brutta, e eccita molto la disonestàT. 2. l. 3. d. 18. n. 2.. E porta per esempio quelle, nelle quali compaiono le Donne pa
, di queste Donne parlatrici di materie amorose, e brutte, è illecita per sentenza di questo Teologo, il quale ha Stamapto,
rissima. Raffaello delle Colombe, dice. « Se al Buffone si aggiungono per recitanti le Donne, ecco rovinata un’infinità di
lante d’amore in preferenza di deboli di spirito , pecca: perché essi per le parole di lei s’infiammano alla disonestà, e m
rsi dalle scene, non merita censura di mal creata, ma è degna di lode per la prudente, e modesta ritirata. Francesco Maria
sse nelle Commedie, che la mostra sconcia, che fanno di loro le donne per altro impudicissime, i gesti, le parole, i canti
impudicissime, i gesti, le parole, i canti delle stesse basterebbero per infettare il mondoC. 15. della 3. par. del Giovan
oli pronti. Girolamo Fiorentino nella sua Commediocrisi, stampata non per scrivere esagerate, ma per mostrare il vero con t
tino nella sua Commediocrisi, stampata non per scrivere esagerate, ma per mostrare il vero con tutto rigore scolastico, dic
li le Donne abbellite parlano d’amore con i loro Favoriti; e le quali per lo più sono; o furono Meretrici, ovvero Adultere.
imento di un moderno personaggio, che satireggiando ha scritto. « Ma per colmar la pubblica sciagura, Sopra i Teatri ancor
cluse. » Ma che occorre aggiungere altri moderni ? Non bastano questi per provar con l’autorità, che la Comica comparsa di
e di corazza, ma usano anche la spada, e talvolta impugnano la mazza, per offendere il nemicogj, e atterrarlo: I sacri Dott
tate sopra porta prima una ragione dicendo: Queste Donne basterebbero per infettar il mondo: ma poi aggiunge più diffusamen
dicono parole così ardenti, e piene di fiamma infernale, che bastano, per far ardere i più Savi del mondo ? Che effetto dun
redere, che facciano, quando a bello studio, con artificio istrionico per infiammare ? E di cose poi, che da per loro stess
udio, con artificio istrionico per infiammare ? E di cose poi, che da per loro stesse possano far ardere d’impudica fiamma
re. Io taccio il resto, che dice il Casano, bastando il poco suddetto per accennar molte ragioni contro la comparsa della C
ale, e eterna ? Dice l’Apostolo Paolo, che non permette, che la Donna per savia che sia, insegni in pubblico; perché parlan
on opere, e parole cose lascive ? Certo è, che il Demonio le piglierà per strumento per uccidere le anime: come testimonian
role cose lascive ? Certo è, che il Demonio le piglierà per strumento per uccidere le anime: come testimonianogo gli esempi
Dom. IV. di Quaresim. ? Se S. Paolo proibì loro la predica, molto più per la ragione di S. Anselmo proibisce la Commedia. C
quando apposta si mostra a colui senza alcuna necessità, o piuttosto per certa vanità, sapendo il di lui disonesto amore.
i, e lascivi, e se ne possono astenere senza loro grave danno: dunque per lo scandalo è illecita la comparsa della Comica o
dunque per lo scandalo è illecita la comparsa della Comica ordinaria per sentenza di Bonacina, e del Diana, e per sentenza
parsa della Comica ordinaria per sentenza di Bonacina, e del Diana, e per sentenza ancora d’altri, che appresso dichiarerò,
, bramando, che i loro detti siano soccorsi nuovi alla mia debolezza, per convincere altri, e per servire al giovamento lor
etti siano soccorsi nuovi alla mia debolezza, per convincere altri, e per servire al giovamento loro.   Nota unica Si
; poiché i moderni Dottori, trattando delle moderne Comiche, trattano per ordinario con dottrine, massime, e presupposti ta
ngono molte cose impudiche, e oscene; e s’introducono femmine giovani per cantar e per ballare, le quali col portamento del
ose impudiche, e oscene; e s’introducono femmine giovani per cantar e per ballare, le quali col portamento della persona, e
e sono Caietano, Silvestro, Navarro, Soto, e Alense. Ma Hurtado basti per ora in luogo di molti, che provano il mio senso.
ccato mortale, e in pericolo di moltiplicare via sempre più i peccati per ragione del loro vivere insieme. Spiega, che sono
mina calceorum stringit ligulas, ac vincit suras. » Di poi comparendo per recitare nel pubblico Teatro; spiegano gli amori,
Teatro; spiegano gli amori, i quali spiegati servono di focosi dardi per ferire; si abbracciano, si stringono le mani, e s
tringono le mani, e se le baciano; disegnano il luogo, e tempo comodo per colloquiare segretamente; onde moralmente è quasi
 » Nè dica contro Hurtado, o di Ribera alcuno ciò, che Beltr. Scrive, per volere persuadere, che nelle compagnie dei Comici
tà alle lascivie con i cittadini: e altre ragioni, che forse valevano per giudicare i Comici, e le Comiche della Beltramesc
altre compagnie tutte, o quasi tutte la pubblica fama non le accetta per buone ragioni; la sentenza comune dei Dottori le
E Hurtado nel citato luogo professa, che ciò, che scrive, l’ha saputo per fedele relazione di quelle stesse persone, che se
se gli può da noi prestare ampissima fede, e giudicarlo verissimo; e per conseguenza inferire: dunque la condotta, e la co
donne teatrali sono Amazzoni infernali, armate di spada, e di saette; per ferire i vicini con la spada; e per impiagare i l
li, armate di spada, e di saette; per ferire i vicini con la spada; e per impiagare i lontani con le saette. Ma qui sorge u
erarsi nel seguente Capo, e nei suoi Quesiti: non credo però, che sia per essere nodo tale, che richieggia il ferro di qual
a per essere nodo tale, che richieggia il ferro di qualche Alessandro per tagliarlo. Io mi sforzerò di scioglierlo, e però
nte queste Donne Teatrali, che compaiono in scena, sono perniciose, o per essere di vita rea; o perché si adornano con molt
Capo Terzo Del Ricordo detto la Qualità Si trattano le Ragioni, per le quali le Comiche ordinarie compaionogw in Scen
coscienza sicuri, seguitando il tenore di cotal vita. Io qui proporrò per loro alcune Ragioni, quali ho inteso o dai Comici
i, ovvero da altri molto ben informati; e le pondererò al modo solito per via di Quesiti; e spero, che le troverò fiacche d
sti; e però con tal licenza camminiamo con fede nel nostro esercizio, per guadagnare quei pochi soldi, che sono la mercede
ostro esercizio, per guadagnare quei pochi soldi, che sono la mercede per le fatiche nostre, e sono necessarie al nostro so
he così nessunogy le farebbe comparire, e troverebbe altre invenzioni per allettare, dilettare, e guadagnare ? Questo gala
oibito facessero Commedie. Il Comico Beltrame corre lo stesso arringo per difesa della comparsa femminile; poiché scrive, c
ei or ora l’Arte: ancorché io non mi ritrovi comodità senza di questa per vivere. Il voler dichiarar per peccato quello, ch
on mi ritrovi comodità senza di questa per vivere. Il voler dichiarar per peccato quello, che non è, è un voler levar la gi
ccato quello, che non è, è un voler levar la giurisdizione dal Cielo, per darla all’Inferno. Così discorre questo Comico, p
cenza dai Superiori di poter fare le solite Rappresentazioni: Ora io, per rispondere a questa prima ragione, fondata sulla
rovava soprastante ad uno spirituale Recitamento, che si doveva fare, per ragion di cui si era gran popolo radunato; quand’
on di cui si era gran popolo radunato; quand’ecco tra molti comparve, per udire, e per vedere una Femmina tristaha molto be
era gran popolo radunato; quand’ecco tra molti comparve, per udire, e per vedere una Femmina tristaha molto bene ornata, e
ata sedia sopra tutto l’Auditorio di modo, che restava comune oggetto per gli occhi di tutti gli Spettatori. Quel soprastan
si sentì rispondersi. Non è possibile. Onde egli risolse di prendersi per propria cura l’andar a lei: vi andò, e francament
e, e calando levò quell’occasione scandalosa, e pericolosa di peccare per molti nel vagheggiarla. Ora che avrebbe giudicato
tto quel servo di Dio, se colei fosse salita sul palco dei Recitanti, per farsi vedere, e per allettare, e dilettare ? Eppu
o, se colei fosse salita sul palco dei Recitanti, per farsi vedere, e per allettare, e dilettare ? Eppure fa questo la Comi
che la comparsa di una di queste femmine, ordinarie Comiche, in banco per allettare, fosse un’oscenità. E mi rispose, che e
bis », con il fatto, e con le parole, e che è uno zucchero avvelenato per arrecar la morte. Dico 2. Il pubblico ragionament
, e Casisti di molte Città, ove vanno, e così non stare in buona fede per la licenza mendicata, oppure ottenuta. Dia sa com
2. di saper quelle cose, che appartengono allo stato, e officio suo, per potersi preservar dai peccati, nei quali facilmen
rché leggendo concepiranno al clero un dubbio fondato: e questo basta per levare la buona fede. « Dubium tollit bonam sidem
Quesito Secondo Il gusto degli Spettatori è ragione sufficiente per far onesta la Comparsa delle ordinarie Comiche ne
vizi. E tal esca molto abbondantemente si prepara nel moderno Teatro per innescare gli animi dei poco virtuosi Spettatori,
Spettatori, quando vi comparehe la Donna ad atteggiare; e vi compare, per dar diletto, per recar gusto, e per consolare : v
o vi comparehe la Donna ad atteggiare; e vi compare, per dar diletto, per recar gusto, e per consolare : voglio dire. L’app
onna ad atteggiare; e vi compare, per dar diletto, per recar gusto, e per consolare : voglio dire. L’appetito sregolato e l
o loro cristiano, s’adducono a condurre le donne, e a farle comparire per dar gusto con le sceniche, o bancarie Rappresenta
e: quasi che la Compagnia senza Donne graziose e Giovanette non fosse per recar gusto agli Spettatori. Cosa maggiore udii g
mparsa delle Donne, e intrecciano gli innamoramenti, e altre oscenità per arrecare gusto. E Beltrame scrive. Che per dar di
oramenti, e altre oscenità per arrecare gusto. E Beltrame scrive. Che per dar diletto, i Comici studiano, e si muniscono la
ran farraggine hf di cose; come sentenze, concetti, discorsi d’amore; per averli pronti all’occasione. Ma io dico, che ques
Ma io dico, che questa ragione di gusto osceno si scopre da se stessa per iniquia, e per irragionevole; atteso che si fonda
questa ragione di gusto osceno si scopre da se stessa per iniquia, e per irragionevole; atteso che si fonda nella sensuali
comparsa Femminile peccano mortalmente: e però dovrebbero ingegnarsi per ritrovare altre maniere di dar gusto. I o credo;
Lettere. Prologhi, Dialoghi, Tragedie, Pastorali, e altre cosette che per i Comici non sono disprezzabilihh: e si trovano q
li, galantuomini e benemeriti dell’onesto Teatro; perché vi compaiono per dar gusto onestamente con fatti, e con parole ing
onne da Commedianti, le lasciavano, e andavano quasi di corsa da lui, per fargli cerchio, e per ricevere il solito gusto, e
e lasciavano, e andavano quasi di corsa da lui, per fargli cerchio, e per ricevere il solito gusto, e udir la favola ridend
ento efficace, che nasce dalla Femminile comparsa, è ragione valevole per renderla convenevole ? La Prudenza prescrive,
one valevole per renderla convenevole ? La Prudenza prescrive, che per colpire felicemente in un disegno, si usi il mezz
oco sicuro. Se il Capitano può servirsi della bombarda, e del cannone per l’espugnazione di una piazza, che tratto di milit
arte Comica e dei Ciarlatani, si è l’allettare il popolo al concorso; per guadagnare e per mantenersi con lo sforzo delle s
Ciarlatani, si è l’allettare il popolo al concorso; per guadagnare e per mantenersi con lo sforzo delle sceniche fatiche,
, e i Ciarlatani con prudenza usano la pubblica, e femminile comparsa per allettare; perché sanno per esperienza, che la Do
a usano la pubblica, e femminile comparsa per allettare; perché sanno per esperienza, che la Donna vista, e udita alletta p
Moretto, e far dopo lo spaccio la commedia in una pubblica piazza: e per tal fine conducevano due Femmine. Subito fu avvis
mmine. Subito fu avvisato, e pregato il capo principale tra loro, che per grazia si astenesse di usare la femminile compars
altre dilettevoli invenzioni, rispose da galantuomo chiaramente. Io, per dirvela Padre, ho provato, e riprovato più, e più
restissimahl cattura al comico Pescatore. I Comici conducono le Donne per allettare; e per questo ne eleggono le più grazio
ura al comico Pescatore. I Comici conducono le Donne per allettare; e per questo ne eleggono le più graziose, che possono a
nime pericula evaduntur, etiam post spectata spectacula. » Deh dunque per suo bene entri in se stesso ogni Giovane, e ogni
femminile in banco, e in scena, è un osceno, e illecito allettamento per la sua rovina. Concludo con ricordare alla Donna,
a sua rovina. Concludo con ricordare alla Donna, che ella adornandosi per allettare, non si può abbastanza scusare dicendo.
virg.Apud Cartag. T. 4. l. 15. ho. 3. §. 5. pag. 74. nostus comas, et per publicam notabiliter incedas; oculos in te ivvent
Del modesto Ridicolo dei Comici, e Ciarlatani virtuosi, e ingegnosi per dilettare, e allettare. Presso gli Antichi, pe
tuosi, e ingegnosi per dilettare, e allettare. Presso gli Antichi, per eccitar il riso dentro i termini della modestia,
o. Dentro un catino pieno di feccia, s’immergeva qualche cosa; forse, per atto d’esempio, una gioia, un anello, una perla,
o ridicolo, e modesto; perché non sono mendichi di oneste invenzioni, per cagionar allettamento, i virtuosi, e ingegnosi Co
egnosi Comici, e Ciarlatani ; sanno servirsi della scena; e del banco per campo da seminar dolci carote, e graziose burle,
degli animi, dei cuori, e degli affetti dei loro Spettatori. Bastino per prova di questo, in luogo di molte ragioni, alcun
ni Ciarlatani avevano necessità di numeroso circolo, e buon concorso, per far il solito spaccio delle palotte, e per guadag
circolo, e buon concorso, per far il solito spaccio delle palotte, e per guadagnar con la vendita delle mercanzie i soldi
rò uno di loro comincia l’istrionico artificio di allettare, chiunque per colà se ne passava: ma l’artificio riesce vano; r
to altrui, riesce un’Arte di dire senza l’efficacia di capire. Ma non per questo egli si perde d’animo ne rimette lo spirit
ensando inventa, e inventate usa tosto nuove, e più ingegnose maniere per allettare, ma senza sortir l’effetto di efficace
a rapir con la voce gli uomini, come animate pietre, e vivi macigni, per fabbricarsi un muro coronante intorno intorno. Sd
ani, e da vicini: si muovonohq molti in un baleno, e molti corrono; e per il concorso restano i due Ciarlatani circondati d
amici: abbiamo fatta un’istrionica ipocrisia: abbiamo finta la rissa per allettarvi a sentirci: il disegno è riuscito a bu
, e desiderato emolumento. Questa invenzione, fu lodevole, e efficace per guadagnare, e per allettare senza deturpare il ba
lumento. Questa invenzione, fu lodevole, e efficace per guadagnare, e per allettare senza deturpare il banco con le bancate
ero della scuola, e insegnando Retorica, ebbe licenza di far recitare per onesto trattenimento carnevalesco degli Scolari u
ce Dialogo senza molta spesa, e senza i soliti fastidi, che seco reco per ordinario il recita mento di opere drammatiche, e
eco per ordinario il recita mento di opere drammatiche, e gravi. Egli per ottenere l’intento, e per apportar modestissimo,
a mento di opere drammatiche, e gravi. Egli per ottenere l’intento, e per apportar modestissimo, e gran piacere a tutti, le
una simile invenzione di due nobili, e virtuosissimi Personaggi, che per dilettare, e con il diletto allettare, procederon
sti e graziosi. E composta quest’ave la fa cenno comparire nel Teatro per mezzo di buoni, e bene citati Recitanti; onde il
sta, non più da ridere, non più basta: perché sentiamo mancar la vita per la veemenza del troppo riso. Eppure tra quegli Au
e tra quegli Auditori si numeravano molti Personaggi qualificatissimi per l’età, per la dottrina, e per la virtù; uno dei q
i Auditori si numeravano molti Personaggi qualificatissimi per l’età, per la dottrina, e per la virtù; uno dei quali dopo a
avano molti Personaggi qualificatissimi per l’età, per la dottrina, e per la virtù; uno dei quali dopo aver riso un pezzo a
o alfino risolse di cacciarsi sotto il palco e chiudersi le orecchie, per non udir quelle voci, e quei motti, che gli porta
sequestrata una Compagnia di Comici trovò che l’albergo era occupato per rispetto dell’arrivo di Monsignor in visita con i
non affatto chiusa: macché ? A mezzo dell’Azione la camera risuonava per l’applauso, e la porta era spalancata. Il giorno
cominciamento. Non vi aggiungo, scrive Beltrame, e non dico il tutto, per essere creduto: ma è certo che molte furono le lo
l tutto, per essere creduto: ma è certo che molte furono le lodi, che per l’onesto recitare ai Comici diedero quelle sagge
prendono, non hanno nell’idea una chimera che mostri loro la Commedia per cosa impudica e i Comici per indiscreti, ma vi ha
una chimera che mostri loro la Commedia per cosa impudica e i Comici per indiscreti, ma vi hanno il bruttissimo oggetto de
, nec sibi parcit, nec diis. » Cioè. Il Comico smoderato, e lo Scurra per brama di piacere con il suo ridicolo, non perdona
Ciarlatano, facendo comparire una Femmina vana, e ornata lascivamente per allettare, commette grave errore; perché, sebbene
suprema Cittaà; la mirò giulivo, e si rallegrò in colmo, vedendo, che per essa molti passavano alle dorate stanze del celes
appena fu tolto il sangue dell’umanato Dio, fatto ostia, e Sacerdote per la salvezza dei suoi fedeli. E nell’ultimo aggiun
un detto, al ricordo di cui mi paventa, e poi trema il cuore cioè che per cagione degli illeciti allettamenti delle Donne,
degli spiriti diabolici, e infernali. E non basta questo avvertimento per sbandeggiare dai nostri cuori ogni brama di femmi
ltà di far Commedie senza la comparsa femminile è cagione sufficiente per l’uso lecito di tal comparsa ? Spesso ingannat
di un negozio, quando non si tratta secondo il modo giudicato da noi per buono, e desiderato. Molti desiderano, come io da
nte essi ingannati, se io non m’inganno. E che io non m’inganni, reco per prova ciò, che della Commedia, scrive non dico un
dico, che nessuno prudente, e dotto affermerà, che tali descrizioni, per avverarsi, ricerchino necessariamente la comparsa
ue fare si possono senza la comparsa della Donne. Di più si consideri per grazia, quanto sia vero, che modesta Commedia non
on l’arte, e con l’ingegno dei comici virtuosi, e buoni cristiani. Io per me ho questo concetto del comico dotto, virtuoso,
vezzoso nei motti, che sappia come fare con tutti, e pigliare i panni per i loro versi; un tale, benché egli facesse il mac
di Beltrame, che tali Comici non hanno bisogno di comparsa femminile per far le Commedie, e per recar diletto agli Spettat
Comici non hanno bisogno di comparsa femminile per far le Commedie, e per recar diletto agli Spettatori. Essi possono emula
imoniere, quasi sonnacchioso Palinuro, non veglia diligente, e pronto per drizzar la prora del natante legno. Prudenza magg
natante legno. Prudenza maggiore, che quella di Ulisse, è necessaria per coloro, che solcando le marine campagne, viaggian
ono glihz incontrati da quel famoso Greco, e antico Eroe. Voglio dire per senso mio, che difficilissima impresa, è quella d
li avendo Figliuole, e essendo paternamente zelosi della loro purità, per non lasciarle esposte all’evidente pericolo si es
i adducono di condurre con se; sperando servir loro di ottimi custodi per la conservazione dell’onore, sin tanto, che onest
con qualche galantuomo di buona condizione: e frattanto se ne servono per l’esercizio della scena, o del banco. S. Girolamo
licenza dal Reverendissimo Signor Vicario Generale D. Giacomo Stagno, per farle comparire in pubblico banco ad allettar il
a custodia delle Figliuole: ma la loro pubblica comparsa era cattiva, per essere manifestamente pericolosa a molti: e a que
atani, e molti Comici, conducono con sé le Mogli; perché girando essi per molti, vari, e lontani paesi, farebbero poca, o n
poca, o nessuna dimora con quelle, quando quelle se ne stessero ferme per ordinaria stanza in una città; né forse manchereb
mente, apre gli occhi, e insegna a ben custodire la propria Donna; e per la buona custodia si richiede la personale vicina
ione, e la lontananza della persona serve talora di potente lenocinio per far trasgredire le pudiche leggi del santo Matrim
ci, e Ciarlatani, condottieri delle Mogli, che con ragione alla Donna per la sua debolezza si deve molta custodia. « Multa,
e avvezze agli esercizi delle scene, o del banco, è molto pericolosa per la femminile pudicizia; atteso che non sempre gio
o che non sempre giova la diligenza del Marito, anche diligentissimo, per salvar dalla macchia la castità della Moglie. So
o persuaso da certi Signori, che poteva sicuramente condor la Moglie, per saltar in un palazzo, ove erano solamente donne p
saltar in un palazzo, ove erano solamente donne principali radunate, per vedere ballare, e saltare la vezzosa forestiera:
he la diligentissima diligenza di virtuoso Marito giova nulla, o poco per conservare lungamente illesa, la castità della Mo
congiuntura di certe circostanze. Senza poi che io dica, che accetto per vero il notato del Comico Beltrame, che dice. Ogn
nt. » E nella Scrittura abbiamo, che Abramo corse pericolo della vita per la beltà della Consorte. Ed un moderno attesta. «
a Consorte. Ed un moderno attesta. « Pulcritudo Fæminarum est Maritis per sæpe multum nociva. »Carta t. 4. pag. 90.E quante
l’anno 1641. in Fiorenza da un Comico testimone di presenza. Passava per certo paese una Compagnia di Commedianti, i quali
che il misero Marito potesse dire una parola, fu ritenuta in palazzo per le disoneste voglie dell’impudico Padrone, da cui
è sempre sicura salvaguardia, bastevole riparo ad una Comica vagante per le città del mondo. Non basta sempre un forte mur
ttà del mondo. Non basta sempre un forte muro, e un grosso terrapieno per la difesa di una piazza, quando la batteria si fa
incuriam, et violentam spectatorum. » E aggiunge un dotto. « Qui enim per incuriamPinto de Concepitione Author. 12. n. 811.
, avide rapiuntur, ut a violentia manus non contineant. » Tutto serve per argomento, che la diligenza di Padre, e di Marito
o, che la diligenza di Padre, e di Marito non è sempre valevole scudo per la castità delle Donne contro le saette degli imp
nne; non vogliono acconsentire alle disonestà degli innamorati. Basti per ora questo caso. Stava l’anno 1640. in una Città
ittima Consorte di un Comico, che faceva la parte del Dottore; ed era per altro uomo che attendeva con la debita cautela, e
esta fu da certo personaggio lascivamente amata, e anche sollecitata, per disporla ad acconsentire alle sue disoneste brame
come bramava. Giunse la fineif delle Commedie: e partirono i Comici, per andare ad un’altra Città: quando ecco nel viaggio
ravemente ferito il Comico Dottore, e Marito della desiderata Comica: per ilig quale avvenimento ebbe ragione di dire a me
suppongo, che ve ne siano state in qualche Compagnia di scandalose: e per questo hanno da essere tutte infamate ? Domanda
ità delle modeste Comiche. La risoluzione di questo galantuomo buona, per salvare da qualche pericolo di castità il corpo d
, per salvare da qualche pericolo di castità il corpo della Moglie: e per rimediare che ella, stando in scena, non peccasse
i ritirarsi, o d’impedire quel toccamento. E risponde. « Si contactus per se, et spectatis extremis circumstasntiis sit inh
netur sub peccata mortali illum vitare, si potest. » Se il toccamento per lo stesso, secondo le esterne circostanze, è diso
li impudichi tocchi di quei lascivi, che si cacciano dentro le scene, per star ivi conversando con i Commedianti, e con le
e non la malizia pienamente conosciuta, con la quale malizia peccano per ordinario quelle, che si fingono vere Mogli, e no
cano per ordinario quelle, che si fingono vere Mogli, e non sono tali per verità. E Femminelle perdute di questa fatta si t
ammettervi alla partecipazione dei Sacramenti. Il Comico prese tempo, per far venir la fede: e dopo alcuni giorni la portò
o delle Donne Comiche in far quest’arte è ragion di senso sufficiente per la pubblica comparsa ? L’Appetito di onore è a
. Ambrogio. Le donne Comiche, comparse del banco, e della scena, sono per ordinario confinate alla fatica dell’ago, e della
te, e si possono pregiare del grazioso titolo di Signora. O che gusto per una Donna, si è, o che bella cosa l’andar ad una
dotta a preparare stanze, e ivi ricevere subito regali di rinfreschi, per far pasti lauti e deliziosi O che bella cosa l’an
hi, per far pasti lauti e deliziosi O che bella cosa l’andar a spasso per la città appoggiata sul braccio di un galantuomo
presente Quesito rispondo, che questo gusto non è sufficiente ragione per far lieta la comparsa femminile: perché l’appetit
resta infetta comparendo, e parlando d’amore nel banco, o nella scena per le ragioni proposte, e esposte alla luce delle qu
Quesito Settimo La necessità del guadagno, è ragion sufficiente per la comparsa delle Comiche ? « Patrimonium pape
e di altre cosette, e galanterie vendibili dal banco agli Spettatori, per far buon guadagno, atteso che questi galantuomini
gno, non di quattro soldi, ma di buone somme di pecunia; perché fanno per la parte una buona vita, mangiando, e bevendo del
ue sono necessitatiil servirsi di tutti quei mezzi, che possono usare per far gran profitto in quell’Arte tanto difficile ,
el mondo, cioè nell’Arte di cavare dalla borsa del compagno il danaro per suo provecchio, e sostentamento: in modo che cons
, o amiche, e povere, ma che sia dotata di qualità, e prontezza buona per le Azioni teatrali, non trascurano l’occasione, n
scurano l’occasione, non perdono il tempo, non lasciano le diligenze, per ottenerla e condurla con se. E degno di lacrime d
a della madre della Fanciulletta; trattò segretamente con detta madre per ottenerla; e l’ottenne non si seppe con che arte,
n che denari: si seppe solo, che un giorno fu chiamata la Figlioletta per ordine della madre, mentre stava in chiesa con la
di Commedianti; e credo che quel buon uomo si muovesse al rimandarla per varie querele, che gli furono dette, e scritte ci
la coscienza a loro senno senza senno; e dotte mirano qualche partito per far buon guadagno, là scoccano le saette, e la co
es , scrive Francesco Maria del Monaco In Parene § p. 33. , cum omnia per lucrum faciant, et omnia lucro metianour, nil ob
. » Questo Teologo vuol dire in sostanza, che i Comici osceni cercano per ogni strada, benché illecita, il guadagno loro se
o, e guadagnino più facilmente ogni sorte di persone e così riportino per mezzo loro guadagno più copioso, e abbondante. E
alle volte meritatamente sono impediti dal fare le Commedie oscene, e per conseguenza dal guadagno, che con quelle, o per o
le Commedie oscene, e per conseguenza dal guadagno, che con quelle, o per occasione di quelle pretendono di conseguire. Due
i unite insieme con disegno di far le Commedie in una pubblica piazza per allettare il popolo a sentirle, e a comporre con
venditore principale stava ragionando tutto attento alla persuasiva, per muovere ciascuno a comprare il portato segreto de
ri peccati, un grandissimo peccatore, che non s’era voluto confessare per lo spazio di molti anni, fu toccato, e ferito nel
piazza con deliberata volontà di sentire la Commedia disonesta, pecca per quella rea intenzione applicata alla disonestà; b
onestà; benché poi non la senta « ex defectu materie non exihibita », per difetto della materia comica non rappresentata; «
quel peccato mortale in molti; lo devo fare almeno « ex charitate », per debito di cristiana carità. E voi potete, e gli a
Predicatori Religiosi, che si mostrano contrari alle loro oscenità; e per conseguenza impediscono, se non in tutto, almeno
rave pericolo; e si persuase, che quel Comico gli fece quell’affronto per averlo conosciuto essere soggetto di una Religion
e ai Comici osceni ricordo, che non basta la necessità del guadagno, per farlo lecito all’uomo bisognoso; conviene, che no
lo lecito all’uomo bisognoso; conviene, che non sia illecito il mezzo per acquistarlo. « Damnosa mercantio est, si subas pr
o dei Commedianti; al loro sostentamento è necessario il guadagno; ma per guadagnare non devono fare mezzi illeciti, e inde
d inoltre nella domestica conversazione di casa. Dico nel primo luogo per i Ciarlatani, che la Donna, la quale sale in banc
rché taluno, che non comprerebbe il segreto del Ciarlatano, lo compra per rispetto della Donna: e perché per tirare il fazz
segreto del Ciarlatano, lo compra per rispetto della Donna: e perché per tirare il fazzoletto con il denaro a lei, e tiran
azzoletto con il denaro a lei, e tirandolo mirare al viso, o al seno, per colpire, e per riceverlo di poi dalle sue mani co
l denaro a lei, e tirandolo mirare al viso, o al seno, per colpire, e per riceverlo di poi dalle sue mani con mille pensier
corporali, e meravigliosi, alfine dei quali si porta intorno intorno per mezzo degli spettatori una tazza, domandando la m
no intorno per mezzo degli spettatori una tazza, domandando la mancia per la signora: ne mancano di darla molti prontamente
olgiamoci ai Commedianti, a proio dei quali non poco giovano le donne per far buon guadagno: perché il concorso alla mercen
mirar con gusto. Buon guadagno poi si fanno i comici fuor della scena per mezzo delle Comiche in più modi. Prima per i rega
i comici fuor della scena per mezzo delle Comiche in più modi. Prima per i regali di vitto, e di vestito, che spesso fatti
to, e di vestito, che spesso fatti loro alle Signore Comiche. Secondo per i giuochi soliti di usarsi nelle conversazioni co
i giuochi soliti di usarsi nelle conversazioni con le Comiche. Terzo per le grosse offerte pecuniose fatte per arrivare a
ersazioni con le Comiche. Terzo per le grosse offerte pecuniose fatte per arrivare a godere le sozze, e disoneste lordure d
a godere le sozze, e disoneste lordure della carne con le Comiche; e per le quali molti si mostrano pazzamente innamorati;
morati; e non dicono quell’antico. « Nolo emere tanto panitere » ; Ma per godere un brevissimo diletto, spendono, e spandon
Giunone, si farebbero cortigiani mendichi del povero, e nudo Cupido, per diventare poi alla fine vittime d’impudicizia, e
ni potrei additare, come vasti grossi vapori usciti da questa laguna, per offuscare il serenissimo cielo dell’Italiana ones
d’affetto verso una Comica, che impegnano infinoip le robe di casa,, per trovar il denaro necessario per i loro disonesti
impegnano infinoip le robe di casa,, per trovar il denaro necessario per i loro disonesti disegni. L’anno 1639. Stavano ce
ompagni le Commedie: quando un Gentiluomo povero preso restò, e perso per l’impudico amore di una: ma perché egli aveva den
olta roba d’alcune famiglie: finalmente si scoprì: e quella Compagnia per comando dei Superiori fu cacciata come peste di p
perniciosa infezione. Un buon volere, benché paia virtuoso, non basta per difesa della femminile castità, quando i colpi de
0. dimorando in una città governata da una Serenissima Principessa. E per prova basti il seguente caso, narratomi da un nos
di benedire il popolo con il Santissimo Sacramento, che stava esposto per comune devozione, mi sentii ispirato da Dio a far
termine d’onestà. Ed ella promise al solito ogni cautela, e diligenza per non trasgredire l’ordine si Sua Altezza, dalla qu
on trasgredire l’ordine si Sua Altezza, dalla quale io poi, essendovi per cara occasione andato, intesi, che quei Comici er
sazione in casa, e con certe Assemblee infernali, chiamate Accademie, per le quali, oltre agli altri, un principale Cavalie
uesti servi di Dio; perché moltissime commettono peccati senza numero per rispetto del comparir, che fanno pubblicamente in
enza vergogna, e con scandalo di chi lo seppe. In queste visite fatte per la conversazione un Marito ribaldo qualche volta
ste visite fatte per la conversazione un Marito ribaldo qualche volta per speranza di guadagno serve « in actu exercito »C.
ligata di seguirlo, mentre egli vagando se ne andava in diversi paesi per cagione tanto disdicevole, e brutta. E’ vero che
clusione. La Moglie è obbligata di seguire il Marito, che va altrove, per trasferire l’abitazione. « Uxor tenetur sequi vir
Moglie al peccato. « Excipe, dice Sanchez, 5. nisi vir vellet uxorem per trahare ad peccatum: tunc enim uxor astringitur;
, è chiaro, che quel Comico triste conduceva la Moglie in vari luoghi per cagione di guadagno disonesto; e però non era ten
tenuta si seguirlo. Ne vale il dire. Ella lo sapeva, quando lo prese per Consorte, che egli, come Commediante, era per far
sapeva, quando lo prese per Consorte, che egli, come Commediante, era per fare una vita vagante per vari paesi, senza avere
r Consorte, che egli, come Commediante, era per fare una vita vagante per vari paesi, senza avere stabile abitazione in luo
 » E cita molti Dottori. Ma se a questa Comica erano ingrate le viste per la pericolosa conversazione, certo, che a molte a
ero anche i compagni di quell’imprudente Giovane, forse vergognandosi per lui, che con tanta sfacciataggine volesse dimostr
e nella quale si fanno di quando in quando certi giochetti graziosi, per favorire, e per guadagno alla Signora Comica graz
i fanno di quando in quando certi giochetti graziosi, per favorire, e per guadagno alla Signora Comica graziosa. Un Gentilu
con l’ordine seguente. La Signora pone in tavola qualche cosa di suo; per atto di esempio un anello, acciocchè serva da pre
ciascuno deposita tanto denaro, quanto valor si chiede nell’anello; e per ordinario deposita anche più: e do la somma di tu
me il collo della Gru, molto lungo; non si presige termine: si dilata per ogni verso: purché si guadagni, poco importa, che
to gli occhi, e i cuori dei lascivi Amanti: questi tentano l’assalto, per espugnar la rocca della pudicizia con la batteria
ta forma. Io temoC. 46, che vi siano Comici, che si servano del palco per crocciolaiz, o zimbello, e della Moglie per Civet
che si servano del palco per crocciolaiz, o zimbello, e della Moglie per Civetta, per far cadere gli uccellacci nella rete
no del palco per crocciolaiz, o zimbello, e della Moglie per Civetta, per far cadere gli uccellacci nella rete; questo non
l Sacramento Matrimoniale. E qui io noto, che molte persone virtuose, per udire casi di questa fama piuttosto, che per sent
molte persone virtuose, per udire casi di questa fama piuttosto, che per sentire i Predicatori a ragionar contro i Comici,
i do a credere, che non manchino altri guadagni fatti dai Commedianti per mezzo delle Comiche loro: ma li tralascio; e bast
Commedianti per mezzo delle Comiche loro: ma li tralascio; e bastano per ora gli accennati, coi quali purtroppo spesso si
ius Tacitus. » L’imitar nel bene un Principe Romano è materia di lode per ogni Principe cristiano. Quesito Decimo In
buono il concorso: e il mercenario Comico sta in pericolo d’impegnar per vivere il vestito all’osteria, se la sua scena no
, e disoneste bruttezze; perché insomma nel volto di una Comica non è per ordinari o « castitatis conscientia  » dir ò con
Comica di professione, perita dell ’arte pratica della scena, formosa per natura, speciosa per artificio, e ornata con pomp
, perita dell ’arte pratica della scena, formosa per natura, speciosa per artificio, e ornata con pompa, e con vanissima di
za rimanere miseramente preso, e senza peccare almeno con il pensiero per l’umana fragilità ? « Raro, dice Azor, in aspectu
de Ioseph. Ricordiamoci, che l ’amore prende la strada degli occhi, per arrivare nell’animo, secondo l’avviso di Quintili
animo, secondo l’avviso di Quintiliano. « In animumDecl. 1. pro Cæco. per oculos via ». E per ò Nazianzeno dice. « Oculos c
iso di Quintiliano. « In animumDecl. 1. pro Cæco. per oculos via ». E per ò Nazianzeno dice. « Oculos cor nefarie sequitur
declarantes naturalem quamdam cognationem. Oper. De special. leg. » E per conseguenza con il mirare le donne si può peccare
ia sulcos non rectos ages. » Ed avrai occasione di patir molti dolori per sentenza del medesimo; poiché « oculus vagusIbide
molto potente. Ed io noto, che una sola occhiata basta qualche volta per rapire il cuore, e l’effetto di uno spettatore Sv
nna. « Vidit mulierem, tulit eam »2. Reg. c. 11. 2.. Alfonso Vigliega per acconcio di questo narra, che un Fanciullo si all
Donne, che ballavano; e domandando al Superiore, che cosa erano, udì per risposta. Sono Anatre. Ritornato poi al Convento
a vista delle Donne sia pericolosa: poiché questo Giovanetto, che mai per avanti non ne vide alcuna, solo per averle una so
poiché questo Giovanetto, che mai per avanti non ne vide alcuna, solo per averle una sola volta vedute, si sente ardere tut
virtuoso cristiano si astenga dal mirar vanamente la beltà femminile, per non correre il pericolo di peccare gravemente. So
non solamente non le adoravano, ma neanche le guardavano, se non era per detestarle, o sputacchiarle, e con lo sguardo lor
le, e con lo sguardo loro farle cadere a terra miracolosamente: anzi, per non guardarle, talvolta si lasciavano più presto
no di sé pomposa, e lasciva mostra agli Spettatori. Dicevano. Io miro per solo gusto, e non per venire all’opera: cioè acco
sciva mostra agli Spettatori. Dicevano. Io miro per solo gusto, e non per venire all’opera: cioè acconsento solo al diletto
mor. c. 3. cogitatio immunda inquinat, cum pulsat; sed cum hanc sibi per delectationem subiugit. » E commentando quelle pa
em ad concupiscendum, et c. »  nota. Per Moysen « luxuria perpetrata: per autorem verò munditia luxuria cogitata damnatur »
ca ai suoi desideri. « Ut obediatisC.6. 12. concupiscentiis eius. » E per acconcio di questo S. Isidoro riferito nei Canoni
ova con le parole, che aggiunge il medesimo S. Agostino, dicendo, che per tali pensieri l’uomo si danna, se la divina grazi
imum tali bus oblectandi solius cogitationis sentiuntur esse peccata, per Mediatoris gratiam remittantur. » Passiamo alla 2
icilia un Gentiluomo, colà trasferitosi da Messina, andava in cocchio per suoi affari: e giunse ad un pubblico luogo, ove n
e dalle Comiche erano rappresentati. Il Cocchiere si fermò alquanto, per avvisar la gente, che si stringesse, e lasciasse
erto con la tazza della comica, e femminile comparsa, tutta impiegata per quel tempo nel dilettare. Schifò di por le labbra
umerosissima radunanza di molte persone di varie condizioni, la quale per lo spazio di molti, e molti anni è stata governat
avvisa, che se tu vedrai in una parte eccitati gli applausi popolari per le sceniche Rappresentazioni, procura di volgere
tazioni, procura di volgere altrove gli occhi, e di conservarli bene, per ripiegare lo sguardo loro in oggetti migliori. Mi
così chiudendo, e moderando gli occhi, la morte non vi entrerà, quasi per aperte finestre, ad involare la vita spirituale a
ia; vel die solem aspice; specta mare. Hec vide: et non intrabit mors per fenestras oculorum tuorum. »  S. Bernardo consid
on lignum tetigisset, nisi prius incanto respexisset. » E di più dice per insegnamento di tutti. « Ut munda mens servetur a
stra rum mentiam lumen oculorum, et omnes improbas cupiditates in coe per oculos, quasi per naturales cunicolo introire; es
umen oculorum, et omnes improbas cupiditates in coe per oculos, quasi per naturales cunicolo introire; estinguere eas penit
bere posset, non erit idomus. » Ed io stimo, che ogni buon Cristiano, per esser Soldato di Cristo, come dice S. Efrem. « In
, e incenerito ? E a quali pazzie non si ridurrà a credere, o a farer per simile oggetto un uomo ? Gran cosa farà. Se ad ad
e finalmente allo stesso termine di disperazione, e di morte, benché per diverse strade, così per l’una, come per l’altra
termine di disperazione, e di morte, benché per diverse strade, così per l’una, come per l’altra arriverai: e perciò, come
erazione, e di morte, benché per diverse strade, così per l’una, come per l’altra arriverai: e perciò, come molto bene ci c
he voi siate sempre nello stesso palchetto, posto lontano dalla scena per rimirare da lontano; e però stando alle volte vic
tta, che fa fuggire la tentazione; e serve quasi di potente Basilisco per uccidere il pensiero della fornicazione, e del pe
chia, e più disgraziata. Voglio anche inserire, se la Comica è brutta per natura, dunque per malizia si adorna lascivamente
iata. Voglio anche inserire, se la Comica è brutta per natura, dunque per malizia si adorna lascivamente con varie diligenz
zia si adorna lascivamente con varie diligenze, e con molti belletti, per comparire almeno meno brutta, massimamente al lum
brutta, massimamente al lume delle torce, o da lontano; e comparendo per dilettare, e per allettare gli Spettatori alla fr
ente al lume delle torce, o da lontano; e comparendo per dilettare, e per allettare gli Spettatori alla frequenza dell’osce
a dell’osceno Teatro, e a sentire, e vedere le oscene Azioni. Ed ella per questo cattivo fine ornandosi, e abbellendosi pec
omo, non so, se con forza umana, o con stravedimento diabolico: forse per quella ragione accennata da Platone, ove dice. « 
utta vana nel banco, o nella scena. Oggetto di tal fatta è una Medusa per il danno di molti: e molti si impietriscono per t
al fatta è una Medusa per il danno di molti: e molti si impietriscono per tale aspetto: onde impietriti servono poi al fine
i impietriscono per tale aspetto: onde impietriti servono poi al fine per la fabbrica dell’eterna dannazione tra Diavoli de
edusa era pieno di velenose serpi, onde può servire a noi di simbolo, per avvisarci, che il capo di una teatrale Medusa, ci
e però l’astuto nemico Satanasso l’ha introdotta nel pubblico Teatro per allettare molti, e per rovinarli. Nota con avvedu
Satanasso l’ha introdotta nel pubblico Teatro per allettare molti, e per rovinarli. Nota con avveduto accorgimento S. Cipr
ubi DeiDe Sing. Cleric. pracapta nos congregant » ; eppure vi andiamo per ubbidire a divini precetti. « Quid agitur, ubi De
ano i divieti sacrosanti, e divini; e ove abbiamo non solo il Diavolo per oppugnatore, ma anche per contrario il Signore ?
e divini; e ove abbiamo non solo il Diavolo per oppugnatore, ma anche per contrario il Signore ? È dove compare la Donna, b
re, dolcissima nel canto ? Farà, credo, ss stessa una rete infernale, per allacciarvi dentro moltissimi Peccatori. Quanto p
contro il bene universale di una Città intera. Ho sentito raccontare per bocca di un degnissimo Religioso, nobile Messines
. Le fu assegnato un virtuosissimo vecchio, il quale, prima di andare per udirla, quasi dovesse combattere spiritualmente,
n prudenza Aristotele. Per quale ragione i Musici, che vanno cantando per mercede nelle feste; hanno poi così cattivi costu
io, non sanno vivere in altro modo; che in quello, che hanno imparato per uso. Di questa proposta, e risposta Aristotelica
. Di questa proposta, e risposta Aristotelica si serve il Franciotti, per provare, che le Figliuole non devono imparar di m
che le Figliuole non devono imparar di musica. Ma io me ne servo qui, per accennare, che quelle Femmine cantatriciLib. 5. c
nna; onde non sarà temerarietà il giuducare, che comiche di tal fatta per ordinario siano, viziose, e perniciose; e che cag
ini mortali; e quindi in un tratto restò tanto commosso, e addolorato per rispetto dei suoi errori, che con generosa risolu
r detto, che i Demoni con i canti lascivi rovinano il tutto, aggiunge per ragione; « nam, cumNo. In ps. 41., quasunt in his
lcuna di vizio, facilemente la spargono, e efficacemente la imprimono per mezzo del diletto negli animi degli Uditori. E la
lla ragione, dominerà il piacere, e il dolore, quasi cge voglia dire: per cagionr del canto vizioso rovineranno le mura dei
rmato con la voce di Donna, e Donna vana, e Comica impudica ? Nuocerà per certo gravemente a molti; e sarà una parte d’infe
niciosa; e la Donna cantatrice diventerà quasi un laccio del nemicojz per far presa di molte anime. A questa verità alluse
, quando scrisse, che un’anima presa dal Diavolo gli serve da mezzana per allacciarne altre: come una pernice dall’uccellat
re: come una pernice dall’uccellatore gli diventa esca e allettamento per prendere delle altre con la voce di quella. « Que
punitrici di Dio. A lei; anzi a tutte le Comiche sue pari convengono per certo modo le parole si San Bernardo . « Cantant,
cordes Deo. »De Inter. Do. c. 15. Cioè. Le Comiche, dico io, cantano, per lusingar piuttosto gli uomini, che per piacere al
Le Comiche, dico io, cantano, per lusingar piuttosto gli uomini, che per piacere al Creatore degli uomini. Se tu, o Cantat
i la consonanza delle voci; conserva di più la concordia dei costumi, per concordare con essi al voler divino. Ma ahime che
e. Una sera lo videka il Padrone tutto attento ai suoi lascivi canti, per dar diletto ad altri: e vide avanti a lui un fier
li fu medicina di sanità contro il suo morbo; ne fu potente martello, per spezzare la durezza, e ill diamante della sua ost
ente ragionare. « Sermones, cantusqueIn Pron. c. 5. v. 4.; Meretricum per aures in animam penetrantes, eam suo acumine tran
ene ? Io dico, e concludo, che bisogna aver un corsaletto d’acciaio, per conservarsi illeso da questi dardi. La stessa nev
emminile sermone; e secondo l’avviso di Crisostomo esamini se stesso, per vedere, che cattivo effetto cagioni nel suo cuore
li. Io non mi sforzerò si spiegarle tutte; perché sarebbe un faticare per la tela di Penelope; e per tutte ci vorrebbe un g
piegarle tutte; perché sarebbe un faticare per la tela di Penelope; e per tutte ci vorrebbe un gran volume: A chi ha vero z
ci vorrebbe un gran volume: A chi ha vero zelo di sua salute, basta, per voler fuggirle tutte, l’apprendere vivamente la f
ocivi, e si devono molto abominare, come degni di vituperio, non solo per sentenza dei Teologi, e dei S. Padri, ma di più p
tuperio, non solo per sentenza dei Teologi, e dei S. Padri, ma di più per avviso di ogni giudizioso. Natal Comite scrive di
ferenti figure di modo, che pareva un Proteo. Ma Luciano afferma, che per verità era una Ballerina triste, che con vari, e
in più persone. Queste immodeste Ballerine si devono condannare anche per giudizio dei moderno Comici, che professano modes
e Compagnie dei comici, e fra quelle la sua, si distolse dalle scene, per aver certe Comiche non Italiane, fatto certi ball
balli poco modesti ci dubita, che non siano in essi grandi incentivi, per fare inciampare , non dico persone deboli, ma anc
insegnano, che i balli sono degni di pubblica letizia; e si ricevono per la consuetudine, che in questa parte non pare, ch
o vezzeggiato, e solezzato ballando, e cantando si ritirò all’albergo per riposare; ma nel riposo non trovò riposo; chiuse
habero pro cantilenis, quas impudice sepins cantasti. » Ricevi questo per mercede delle canzoni impudiche, da te spesse vol
uesto per mercede delle canzoni impudiche, da te spesse volte cantate per diletto. Si riscosse la misera d aquel misterioso
vviso: sfugge il bastone di mano ad un di quei Giuocatori, e colpisce per dritto il capo della Donna così fortemente, che s
dell’estinta Ballatrice, lo portarono alla sua casa, e fatto venire, per letto della morta il feretroke, ve la collocarono
. Poco dopo gli Ecclesiastici personaggi, vengono con la solita pompa per celebrare con sacre cerimonie, e con sante orazio
rrendo se ne corre verso il feretro, lo manda sottosoprakg, e gettato per terra l’estinto corpo, lo strapazza con le corna,
to per terra l’estinto corpo, lo strapazza con le corna, e lo ferisce per ogni parte, e per ogni membro così, che qua, e là
into corpo, lo strapazza con le corna, e lo ferisce per ogni parte, e per ogni membro così, che qua, e là si spargono le vi
fosse lontano dal sacro Cemitero; forse persuasi che quell’anima era per sempre esclusa dalle stanza del Paradiso; e però
ell’albergo nel sacro luogo. Io posso fare l’Epifonema a questo caso, per utilità delle Comiche Ballatrice nel pubblico Tea
n è infine, che preparare un festoso convitto, e un giocondo balletto per il nemico della Anime Satanasso. O Comiche modern
e si sta deliziando, e dove la libertà del salto femmnile si aggiunge per compagnia all’ultimo delle delizie: che dite voi
a a penna, citato da Girolamo Fiorentino, e da altri, pempra la penna per avviso di queste infelici Donne, e scrive: « Quid
ole si offrekh agli occhi dei risguardanti, quando queste Femminelle, per saltare più speditamente, e per fare molte forze
sguardanti, quando queste Femminelle, per saltare più speditamente, e per fare molte forze meravigliose leggiadramente, com
na, dovette, credo, supplicare il grande Padre dei lumi, che degnasse per sua misericordia illuminare le muovenze a vera co
, tripudiando alla zannesca, faccia qualche bruttissimo atto con lei, per far ridere squarciatamente la brigata. So bene di
squarciatamente la brigata. So bene di avere già veduto di tal fatta per mia disavventura nel tempo della mia vita secolar
pre vi è vicino il Buffone, che fa gesti osceni, e dice parole brutte per muovere a riso il popolo Spettatore, onde contro
tava, eccellentemente: un giorno se ne andò baldanzosa ad u concorso, per fare splendida mostra del suo mondo femminile, e
a ad u concorso, per fare splendida mostra del suo mondo femminile, e per scoprire i tesori dele sue grazie, e per ballenar
a del suo mondo femminile, e per scoprire i tesori dele sue grazie, e per ballenare con i lampi delle sue bellezze: insomma
e sue grazie, e per ballenare con i lampi delle sue bellezze: insomma per comparire, e comparendo rapire gli occhi, gli aff
’ subito, che non restasse la Donna offesa, a malamente affetta: onde per la forza di quel serpentino veleno divenne storpi
vina spirituale d’innumerevoli Spettatori poco virtuosi. Deh imparino per tempo per loro prokj ad esempio delle miserie alt
tuale d’innumerevoli Spettatori poco virtuosi. Deh imparino per tempo per loro prokj ad esempio delle miserie altrui a fugg
patimenti. Quesito Decimo quarto La Comica può vestirsi da uomo per dilettare comparendo a saltar, o a far altri giuo
ico Teatro ? La Comparsa di una lasciva Comica nel pubblico Teatro per dilettare suole apportare tanto evidente danno al
infiniti peccati. Ma si accresce questo gran male, quando la Comica, per accrescere il diletto degli Spettatori, usa, oltr
re eternamente tra i fuochi della tartarea, e tormentosa fornace. Ora per cagione di questo salto femminile la Comica si ve
 ? Cioè. Alle donne è lecito usare le vestimenta propire degli uomini per saltare ? Sia per risposta l’Oracolo divino ove c
e è lecito usare le vestimenta propire degli uomini per saltare ? Sia per risposta l’Oracolo divino ove comanda. « Non indv
Le armi dell’uomo non guarniranno il petto, né il fianco della Donna per combattere; « quia est indecens Mulieri, et prese
arse (dico io) le Meretrici al tempo di Carnevale si vestono da uomo, per andare liberamente a casa degli Amanti loro a sol
4. Dom. 4. di Quares. sotto pena si scominuca, che non si da, se non per il mortale; proibiscono, che la Donna vesta da uo
ide, che riprova nella Donna l’uso della veste virile; « tum quia hoc per se indecens est; tum ne occultis libidinibus, et
libidinibus, et aliis vitiis locus detur » : si perché è disdicevole per se stesso: si anche in modo che non si dia comodi
he Caietano dice. « Iudiciale, vel ceremoniale preceptum est, evanuit per Christi gratiam. »In. 2. 2. q. 169. c. 4. Cioè.
o all’uso delle vesti è precetto giudicale, ovvero cerimoniale, e ora per grazia di Cristo Redentore è svanito. Nondimeno l
km con proporzione tra soggetti maschili, e femminili del sesso umano per dettame innestatoci nell’animo dalla Natura: dall
isì procede dalla stessa Natura, dico io, l’elezione di vesti diverse per l’uomo, e per la Donna. Dunque pecca la Donna « n
lla stessa Natura, dico io, l’elezione di vesti diverse per l’uomo, e per la Donna. Dunque pecca la Donna « naturaliter seu
contro il dettame, e precetto naturale, mentre usa il vestito di uomo per saltare in pubblico Teatro. Ma forse dirano. Ques
, o no: e di quanta gravezza sia alla Comica l’uso del vestito virile per dilettare pubblicamente saltando: e ciò farò con
o coi piedi, ballando, e saltando, fi insegnato dal Dragone Infernale per sentenza del S. Padre Efrem Siro. « Quis talia ed
sarà cosa buona il salto ? Come sarà lecito alla Comica il saltare e per meglio saltar, e dilettare saltando, usare il ves
iman dice. « Feminam util. 2. tr. 3. c. 13. n. 12. vestimento virili, per se non est peccatum; sed cansa insta cohone stari
volte si fa lecitamente; come fu fatto da quella Vergine, che stando per forza nel luogo infame, vittima innocente dell’im
anta, « no ut vit aret martyrium sed contagium », dice Silvestro, non per fuggire le pene del martirio, ma per allontanarsi
contagium », dice Silvestro, non per fuggire le pene del martirio, ma per allontanarsi dal contagio della disonestà così pe
oblectationem ». Non pecca la Donna, che si veste con l’abito virile per giusta cagione, come farebbe per non essere conos
nna, che si veste con l’abito virile per giusta cagione, come farebbe per non essere conosciuta dai nemici; o per mancanza
giusta cagione, come farebbe per non essere conosciuta dai nemici; o per mancanza di altro vestito; o per onesta ricreazio
non essere conosciuta dai nemici; o per mancanza di altro vestito; o per onesta ricreazione di se stessa, o di altra perso
senza lordura di peccato la Donna si vesta con l’abito virile. Dunque per sentenza di San Tommaso, oltre gli allegati Dotto
tiosum, s’intende par. 5. str. 7. de scandalo Res. 32., non quasi sit per se, seu natura sua malum, sicut mendaciam, fornic
fficiuntur. Est ergo de se vitiosum, quia speciem mali habet, ac nisi per bonam aliquam circumstantiam iustificetur, veri n
este virile nella Donna, è un’azione viziosa da se, non quasi che sia per se stessa; o si sua natura cosa malako; come male
itati Dottori favoriscono questo mio detto nel caso della leggerezza, per cagione della quale una donna alle volte si veste
scomunicata. Silvestro dice, che quella Canonica sentenza si fulmina per rispetto dell’intenzione di attendere più facilem
acit malo proposito, idest intentione facilius meretricandi; ut patet per Gloss. et Arch. Ibi », come occorse una volta, ch
suo molto brutto, e disonesto. E chi mai la scuserà da colpa mortale per tal vestito usato per più liberamente fornicare.
isonesto. E chi mai la scuserà da colpa mortale per tal vestito usato per più liberamente fornicare. Navarro nel citato lug
go scrive, che la Donna pecca solo venialmente, usando l’abito virile per leggerezza, « absque alio fine, et circumstantia
scandalo di notabile gravezza. Dico 4. La Comica, vestendosi da uomo per dilettar saltando nella presenza di persone forti
lizza notabilemente, ne prende occasione di rovina spirituale da cose per le stesse indifferenti: come sono i salti, e i ge
no accompaganrli, tutto che siano fatti da Comica Saltatrice. Ne vedo per ora altra buiona ragione, per la quale si debba c
ano fatti da Comica Saltatrice. Ne vedo per ora altra buiona ragione, per la quale si debba condannare la Comica di peccato
condannare la Comica di peccato mortale nel mutar il proprio vestito per dilettar saltando in presenza di virtuosi: dunque
mortalmente. Dico 5. Pecca mortalmente la Comica, vestendosi da uomo per dilettare comparendo a saltare, o a far altri giu
te. E la Medea di queste morti spirituali è la Comica vestita da uomo per dilettare saltando. E come le parole brutte, che
le parole brutte, che non sono di loro natura mortali, diventano tali per accidente, quando sono dette in presenza di perso
mica vestita da uomo nel pubblico Teatro, sono peccati mortali almeno per accidente per ragione dello scandalo, e della spi
a uomo nel pubblico Teatro, sono peccati mortali almeno per accidente per ragione dello scandalo, e della spirituale rovina
Dirà forse tal’uno, che la Comica con giusta cagione si veste da uomo per saltare; perché nella veste femminile far nno può
. » Io rispondo, che se la Comica con giusta cagione si veste da uomo per saltare nella presenza di persone virtuose; non p
o la carità del prossimo. Nè basta il replicare, che ella fa il tutto per necessità; e però l’uso dell’abito virile non è p
iquam necessitatem. » perché io rispondo, che la Comica non fa questo per necessità, ma per avidità di guadagnare in puù ma
. » perché io rispondo, che la Comica non fa questo per necessità, ma per avidità di guadagnare in puù maniere. Può ella, s
a travedere, e vuole, che si chiami necessità quello, che altro non è per vero dire, che illecita, e peccaminosa utilità. I
a comica può vivere, e mantenersi onoratamente senza vestirsi da uomo per dilettare con il salto, e per conseguenza non ha
rsi onoratamente senza vestirsi da uomo per dilettare con il salto, e per conseguenza non ha veramente la pretesa necessità
rà da peccatograve quella comica Saltatrice, che lìanno 1641. andando per l’Italia, nel mese d’Aprile si trattenne con i su
se d’Aprile si trattenne con i suoi Compagni in una principale Città, per guadagnare saltando, e procedendo così ? Compariv
i poneva sulla porta, ricevendo i pagamenti di coloro, che entravano, per vederla saltare, camminare sulla corda, e fare ce
molta oscenità; e gli equivoci erano tali, che si potevanodichiarare per univoci della libidine; onde contro colei avrebbe
ur ? »  dove tal Donna salta, può trovarsi vestigio di vergogna ? Non per giudizio dei Savi. Ora di queste Saltatrici, avid
ddire;nemmeno, se aggiungesse, che sono animate navicelle di Caronte, per traghettare molte anime alla miserabile, e lacrim
o oltre i modi sin qua assegnati ? La scena oscena si può nominare per verità un arsenale di mille calamitose sventure,
un infelice Giovane, che disse di avere commesso moltissime iniquità per il ricordo di una Comica già veduta nel pubblico
a persona. Non tutti al ricordarsi di una Donna già veduta, e tentati per tal ricordanza, possono usar, o volgiono il rimed
etiam si venetorum effugerit manus, nihil inde fert lucri. » E come, per altro simile favellando, si può dire del delicato
uspectu, etiamsicum iaculo permittiatur abire sine opere, tamen ipsa per se perit. » Nello stesso modo l’anima colpita da
r se perit. » Nello stesso modo l’anima colpita da una lasciva saetta per la curiosità dello sguardo, benché si parta dal T
erta campagna da quella fiera, e tanto gagliarda tentazione di senso, per uno sguardo solo già molto prima dato alla beltà
l balcone una donna, e qindi, come da fiamma, concepisce faville, che per pericolo spazio di tempo paiono, faville morte, m
che ne segue un miserando incendio ? Ho conosciuto un Gentiluomo, che per una vista casuale, poco avvertita, e meno stimata
he stanno nell Teatro guardando queste Femmine, vi stanno comunemente per diletto, dice Caietano, « delectationis causa »In
annerirlo affatto sozzamente con molte sozzure di peccati mortali. Io per me credo, che posso dire fondatamente, e ridire,
rni Comici, e i Ciarlatani, conducono le donne alla scena, o al bacno per invenzione, e suggestione di Satanasso, il quale
to, ed eccelso monte; voglio dire, che talvolta un virtuoso, che andò per semplice diletto alla Commedia, resta preso con t
il sani neque andiunt, neque vident, qui undique obsidionem patiuntur per aures, per oculos, possint superare concupiscenti
ue andiunt, neque vident, qui undique obsidionem patiuntur per aures, per oculos, possint superare concupiscentiam ? » Vuol
redicatore avvisarci. Se la Femmina adornata con negligenza, e mirata per caso accidentale in una piazza, spesso ferisce il
i dall’udir, e dal veder cosa buona, si trovano assediati dal piacere per gli occhi, per gli orecchi, e per ogni parte ? Gl
dal veder cosa buona, si trovano assediati dal piacere per gli occhi, per gli orecchi, e per ogni parte ? Gli uomini ordina
a, si trovano assediati dal piacere per gli occhi, per gli orecchi, e per ogni parte ? Gli uomini ordinari non nascono Giga
l Drammatico mare il capo tormentoso, e di buona speranza; tormentoso per le difficoltà, e obiezioni molte, che non mancano
ni molte, che non mancano nella presente materia: e di buona speranza per le buone risposte, e soluzioni, con le quali tutt
Capo Quarto Delle risposte ad alcune Difficoltà, che si fanno per difendere la Comparsa delle Ordinarie Comiche nel
isfazione a chi vuole appagarsi delle verità. Che se le mie, che sono per di qui, non saranno tali, prego il benigno Lettor
con le ricchezze del suo tesoro.   Quesito Primo Se le Donne sono per tuttokv, perché levarle dal Teatro ? Si asseri
no, e mirano, e allettano efficacemente: e tutto il Mondo è Teatro: e per tutto si fanno le Scene amorose. Non è chiara l’e
si può negare la proposta esperienza, si può giustificare: perché non per tutto si fanno le scene con oscenità; ne tutto il
alla tolleranza, e permissione; e perché non vi è ragione sufficiente per tollerare, e permetterela comparsa delle comiche
e di valente Giostratore nella Drammatica arringa, impugna la lancia per difesa delle sue Comiche Dame, e dice nel c. 34.
ualche valore non cadono in tali bassezze; che ognuna ha caro gradire per la virtù, e non essere tenuta in poca stima per l
gnuna ha caro gradire per la virtù, e non essere tenuta in poca stima per lascivi detti. E dato Questo; la cagione è lontan
ta è occros; vi sono esempi di persone, che si sono gettate nei pozzi per amore; e per questo si hanno da chiudere tutti i
vi sono esempi di persone, che si sono gettate nei pozzi per amore; e per questo si hanno da chiudere tutti i pozzi ? L’amo
trario, l’odono nel Teatro: la fama con le sue trombe lo fa risuonare per le Città. E le stampe lo pubblicano a tutto il cr
qualche valore non cadono in bassezze, e hanno caro di essere stimate per la virtù. Ma io domando. E quante sono quelle di
adono spesso in bassezze d’oscenità; perché quanto mancano di grazia, per piacere ai giudiziosi, tanto usano di sforzo, per
mancano di grazia, per piacere ai giudiziosi, tanto usano di sforzo, per dare pastura ai disonesti con le loro sporchezze
n si debbono chiudere tutti i pozzi: perché alcuni vi si sono gettati per amore. Egli dice con grazia, e con gentilezza; ma
enti; quante immondezze, e quanto stomacose dicono, a fanno i Buffoni per occasione delle Donne in scena ? E con quanti puz
. andò una Comapgnia di Comici ad una principalissima Città d’Italia, per farvi le solite Rappresentazioni. Nella prima Com
le conchilie di Venere, quando le Donne compaiono nel drammatico Mare per ivi atteggiare: dunque l’opinione di Beltrame non
do ? La presente difficoltà è simile alquanto alla già spiegata, e per cagione di cui dicono alcuni per conseguenza. Dun
simile alquanto alla già spiegata, e per cagione di cui dicono alcuni per conseguenza. Dunque sarà necessario levare le Don
di peccato; attesa la squisita diligenza, con le Donne si acconciano per andarvi, ed essere mirate, e rimirate. Ne credo,
he ? Diremo forse, che le Dame si adornino con tanto studio, e spesa, per rendersi spiacevoli ai Cavalieri ? Che il danzar
ersi spiacevoli ai Cavalieri ? Che il danzar con fatica, e studio sia per falri disamare ? Che l’andare vezzeggiando, e stu
zzeggiando, e studiare i modi, che più le rendono graziose, si faccia per essere disprezzate ? Sono tutte burle: io stimo,
faccia il tutto col fine di parer bella: e che l’esser bella nno sia per far chiudere gli occhi ai circonstanti: e se ciò
la nno sia per far chiudere gli occhi ai circonstanti: e se ciò fanno per parer belle ai Mariti, perché adornarsi, quando e
este, che in altro tempo ? Dunque ogno cosa è vanità; e il pericolo è per tutto; e più. Ove è più agiata l’occasione. Così
antuomo. Ma io rispondo, che le Donne, comparendo nei detti luoghi, o per onesta ricreazione, o per cristiana pietà, second
he le Donne, comparendo nei detti luoghi, o per onesta ricreazione, o per cristiana pietà, secondo la decenza dello stato l
lecito è loro concesso dai Dottori. Che poi alcuna Donna fa eccesso, per occasione della sua comparsa nei numerosi luoghi,
orrezione. E così la comparsa in banco, o in scena delle Donna ornata per allettare, dilettare, e rappresentare discorsi am
lecito, e approvato dai Dottori. Ne io dico, che le Dame s’adornano, per piacere, ne che danzano, per farsi disamare; ne s
ori. Ne io dico, che le Dame s’adornano, per piacere, ne che danzano, per farsi disamare; ne si rendono graziose, per esser
piacere, ne che danzano, per farsi disamare; ne si rendono graziose, per essere disprezzate: ma stimo, che le viziose poss
onesto, come anche l’acconciarsi il capo, e l’abbellirsi la persona, per piacere ai Mariti, o per uscire di casa alle fest
onciarsi il capo, e l’abbellirsi la persona, per piacere ai Mariti, o per uscire di casa alle feste con gli ornamenti decev
nte ai deboli di spirito: ne ha fine alcuno, o circostanza, che basti per la sua giustificazione; poichè la Comica usa ques
asti per la sua giustificazione; poichè la Comica usa questa comparsa per far buon guadagno, ma il guadagno non è lecito, q
a comparsa per far buon guadagno, ma il guadagno non è lecito, quando per acquistarlo si reca al prossimola rovina spiritua
al prossimola rovina spirituale. Quesito Terzo L’uso non basta per giustificare la Comparsa delle Donne nel Teatro ?
e udirle ragionar d’amore, è cosa ricevuta dai popoli senza scandalo per l’uso lungo, e per l’abito invecchiato di tanti s
d’amore, è cosa ricevuta dai popoli senza scandalo per l’uso lungo, e per l’abito invecchiato di tanti secoli, come avviene
senza offesa. E poi quei ragionamenti Comici amorosi sono conosciuti per finti, e si considerano solamente con gusto, come
Commedia, e l’udir i loro discorsi amorosi, è un tal abito già fatto per l’uso dell’Arte, che non sollecita così facilment
io dall’ultimo, che scrive Beltrame; e dico, che l’uomo ben composto, per essere egli dotato d’intelletto, e di giudizio, p
misurarli. E certo, che questi indizi, e queste ragioni non mancano, per poter dare giudizio delle Comiche, e di loro disc
per poter dare giudizio delle Comiche, e di loro discorsi amorosi, e per giudicarli molto perniciosi alla moderazione dell
iudicarli molto perniciosi alla moderazione della cristiana purità. E per ogni ragione basti ora questa sola; che i Giovani
ar dal Cristiano Teatro le bruttissime oscenità antiche: ma non basta per la vera, e necessaria modestia prescritta dal Cri
giova molto il dire, che i discorsi amorosi sono finti, e conosciuti per tali; perché da quella finzione, anche per tale c
i sono finti, e conosciuti per tali; perché da quella finzione, anche per tale conosciuta, segue la dissoluzione nei costum
tale conosciuta, segue la dissoluzione nei costumi di molti, i quali, per essere deboli di vitrtù, considerano con peccamin
poco, che appesso aggiungerò, bramando, che sia raggio di chiara luce per il nostro cammino verso la cognizione della Verit
atani rappresentano Azioni illecite, immodeste, lascive, e scandalosa per gli amorosi ragionamenti, pochissimi Auditori dis
losa per gli amorosi ragionamenti, pochissimi Auditori distinguono, o per non sapere, o per non volere, l’artificio, e la f
si ragionamenti, pochissimi Auditori distinguono, o per non sapere, o per non volere, l’artificio, e la finezza dell’Arte d
do il finto discorso d’amor carnale. Io non ragiono di questa maniera per far un esagerato spaventolc alle persone di tener
enerissima coscienza; perché tali non hanno bisogno del mio spavento, per fuggire il pericolo della loro salvezza; ma sono
icolo della loro salvezza; ma sono mosso a così ragionar, e scrivere, per trovarmi convinto dalla ragione, e dall’esperienz
fanciulletto, che leggendo qualche misteriosa favola digusto, darebbe per un pomo tutto il giovamento nascosto nell’allegor
nell’allegoria; perché da lei egli non sa, ne cura di sapere causare per beneficio suo nessuna utilità; ma tutto avido seg
mascherato di giocondità; comecon lo zucchero si coprono gli antidoti per i malori dei fanciulli; in modo che come confetti
i Professori dell’Arte sua stimano convenevole l’usare la giocondità per dar gusto: in modo che nel Teatro cresca l’Audito
correndo, e cercando di conoscere l’utile immascherato di giocondità, per amarlo, e per praticarlo ? Sono bellle chimere, e
rcando di conoscere l’utile immascherato di giocondità, per amarlo, e per praticarlo ? Sono bellle chimere, e canori capric
er amarlo, e per praticarlo ? Sono bellle chimere, e canori capricci: per ordinario lodano i Comici valenti, e vituperano g
storo: se non fanno meglio di questo, io non vi torno più. Io accetto per vero lo scritto dal Beltrame, e aggiungo, che gli
endo dal Teatro, ma seguitando di ritirarsi alle case loro, seguitano per ordinario a ragionare, e a pensare alla Commedia,
e chi ha ricevuto qualche diletto a questo di nuovo pensa, e ripensa, per ricevere moltiplicato diletto col pensare: e se n
l consenso dal senso, e vadano dietro all’intelletto, e alla ragione, per conoscere il vero bene dell’utilità: e non seguan
oscere il vero bene dell’utilità: e non seguano il senso del piacere, per amare il falso bene della carnalità, e acconsenti
mente pecca fatto seguece del senso, che non attende alle astrazioni, per essere una potenza materiale, e poco sollevata. M
enza imbrattarsi: così difficilissima cosa è, che l’intelletto nostro per la corruzione della natura nostra, al male inclin
affetto impuro: con ciò sia anche essendo queste potenze tra di loro per stretta amicizia connesse, ne segue, che quello c
a di loro per stretta amicizia connesse, ne segue, che quello che una per mezzo della cognizione apprende, e intende per co
ue, che quello che una per mezzo della cognizione apprende, e intende per cosa mala, o buona, l’altra lo fugga per odio, o
gnizione apprende, e intende per cosa mala, o buona, l’altra lo fugga per odio, o abbracci per amore, massimamente se ha ap
intende per cosa mala, o buona, l’altra lo fugga per odio, o abbracci per amore, massimamente se ha apparenza di qualche be
crifaciam. » Ma perché non credo, che tu sia arrivato a questo segno; per questo è cosa più sicura per te il non mettersi a
edo, che tu sia arrivato a questo segno; per questo è cosa più sicura per te il non mettersi a tale pericolo; perché ti sò
va, e l’attuale recitamento ha maggiore forza, e più vigorosa energia per rapir l’animo al consenso peccaminoso, e per impe
, e più vigorosa energia per rapir l’animo al consenso peccaminoso, e per impedire la detta distinzione. Il 2. Teologo risp
one degli oggetti leciti dagli illeciti. Ed io dico, che tal passione per ordinario si trova molto veemente in moltissimi S
artificio dalla brutta rappresentanza, usano la confusione, e peccano per viziosissima passione. Quesito Quarto Non s
quindi ne seguiranno peggiori scandali, e più gravi inconvenienti; e per fuggir i lampi, si incontreranno i fulmini. L’ono
hi conosce il male, che ne potrebbe succedere. Io darò varie risposte per questa difficoltà, le quali, almeno « collective
questo sarebbe un lasciare il caldo del Sole, e saltare nel fuoco; o per fuggire le brine e andar al ghiaccio. Non corrono
r fuggire le brine e andar al ghiaccio. Non corrono così a rompicollo per il sentiero dell’iniquità i Giovanetti Recitanti.
ademici, e molti Gentiluomini, e Cittadini in qualche tempo dell’anno per qualche onesta ricreazione fanno delle Rappresent
ciulle, o Donne parlanti lascivamente d’amore con i loro Favoriti; ne per fare buone Commedie si richiede le femminil compa
ica dovrebbero i Comici Cristiani siffar lo sguardo delle menti loro, per colpire saettando, come valenti Arceri, nel bianc
l miglioramento dei buoni costumi, e l’accrescimento della perfezione per i virtuosi. Ma io dico, che sono poche a nostro t
rcare dottrinalmente, se il Comico pecchi, o no, vestendosi da Donna, per dilettare comparendo in pubblico Teatro: ma mi ri
mi ritengo da tal Quesito; si perché si può conoscere la risoluzione per lui da ciò, che ho notato nel c. 3. al Q. 14. par
set occasio libidinis », è un’occasione molto rea di cercare pastura per la lidibine: come appunto io intesi una volta in
fuori d’Italia, che un certo lascivo amante si era vestito da Donna, per andare a favellar sicuramente con l’Amica in un s
41. fece incarcerare un Giovanetto; perché fingendosi Femmina, andava per le Chiese con vesti, con gesti, e con portamenti
mmina, ora quella di Ruffiano, e ora quella di Adultero. Mazzarino da per avviso ai Superiori, che non permettano, che Giov
i cure, può almeno scorrere nella vanità. E poi dopo abbigliati vanno per la città così vestiti facendo la mostra; e quell’
r i collari, comporre le vaghezze al collo, e che talvolta li mirino, per assicurarsi, se compaiono a proposito, e lusingan
Ragazzi siano acconciati dalle Donne, e che poi facciano mostra di sé per la città, e che giungano alla scena scarmigliati:
e vera una cosa, e questa non la tocca Beltrame, la voglio toccare io per spirituale avvertimento dei Sig. Accademici: ed è
femminili si adattino alla persona con grazia perfettamente; ne egli per allora sentirà fastidio alcuno contro la purità d
nel punto di morte sarà tentato gravemente con pericolo della salute per il ricordo di tali abbigliamenti, e acconciature.
di tali abbigliamenti, e acconciature. Un caso non stampa una regola per tutti universale, ma può servire di buono avverti
ormai senile, e grave, si trovò assalito da una pericolosa infermità, per la quale giunse « ad portas Mortis », alle porte
la quale giunse « ad portas Mortis », alle porte della Morte, ma poi per divino impero fu indi richiamato, e non morì. Sta
Donne.non è soverchia accortezza fuggire il pericolo, benché minimo, per assicurarsi nel passo di Morte con eterna salvezz
i camminare sul ghiaccio.   Nota unica Della principale Ragione, per la quale non si approva la comparsa dei Giovanett
r la quale non si approva la comparsa dei Giovanetti vestiti da Donna per le pubbliche scene del Teatro. Lo schifare i p
con provido accorgimento si dilunga da tutte quelle occasioni; che o per malattia umana, o per fragilità, o per ignoranza,
nto si dilunga da tutte quelle occasioni; che o per malattia umana, o per fragilità, o per ignoranza, o per altra ragione,
tutte quelle occasioni; che o per malattia umana, o per fragilità, o per ignoranza, o per altra ragione, e accidente servo
asioni; che o per malattia umana, o per fragilità, o per ignoranza, o per altra ragione, e accidente servono al Demonio, pe
o per ignoranza, o per altra ragione, e accidente servono al Demonio, per indurre le anime al gran pericolo di caduta morta
guardar liberamente la bellezza dei Giovanetti; poichè sappiamo, che per simili occasioni di vedere sono succeduti nel Mon
e sono succeduti nel Mondo grandissimi mali a molti uomini: e abbiamo per esperienza , che il Demonio siserve di questo mez
ni: e abbiamo per esperienza , che il Demonio siserve di questo mezzo per fare cadere molte anime. Ma prendiamo lume dalle
arelp a passeggiare. Ma non fu meno grave un altro accidente, seguito per una spirituale Rappresentazione. Si facevalq con
esentazione. Si facevalq con solennissimo apparato un bel Recitamento per onore, e gloria di una Vergine, Martire gloriosa;
re gloriosa; ed ecco, che un Giovanetto di fattezze ordinarie, e poco per altro riguardevole, si mostrò ricco, ornato, e ve
repulse date più, e più volte, fu costrettols di partire dalla Città, per non essere intrappolato con perdita della sua pur
ginella Rosa di casto amore. L’occasione apre la strada al lenocinio, per rovinare la bellezza della castità: chi la fugge,
Achille. Voglio aggiungere un altro caso, e basterà in luogo di molti per colorire il nostro quadro secondo la nostra debol
Sacerdote, non sentì punto di fastidio nel tempo del recitare; ma poi per molto tempo, e anni sentì grandissima e fastidios
ole di spirito la vista di un Giovanotto Comico di professione, e che per guadagnarsi il vitto, vuol dilettare con apparenz
igioso, e dotto Teologo in Roma l’anno 1639. Tre nobilissimi Fratelli per allegrezza, per giuoco, e per sollazzo si mascher
Teologo in Roma l’anno 1639. Tre nobilissimi Fratelli per allegrezza, per giuoco, e per sollazzo si mascherarono vestiti da
a l’anno 1639. Tre nobilissimi Fratelli per allegrezza, per giuoco, e per sollazzo si mascherarono vestiti da Donna, e comp
trale di gran sventura: uno dei tre si accosta al una torcia ardente, per meglio accomodarla e subito gli salta in faccia u
nolu poco dopo terminano la vita infelicemente. Buona è l narrazione, per avvisare i Comici Professori di modestia, che non
tro la scena senza la teatrale comparsa agli Spettatori. Io ho saputo per certissima relazione di un amico, che il Sivelli,
lino: e diceva con grazia. Questo primo jha bisogno di due minestrine per riempirsi; e questo secondo di una. Orsù Signori
iempirsi; e questo secondo di una. Orsù Signori pagatemi un bolognino per uno; e venite a sentire la mia Commedia. E il pop
ata Donna, o vera Donna ella sia, o finta; sempre è calamita potente, per rapire a sè gli occhi, e i cuori, e gli animi di
ell’impudica Venere, si scoprono troppo nemicilv della casta Diana: o per meglio dire, sono pochissimo inclinati all’amore,
a, e della vera castità. Quesito Quinto Non basta il fine buono per introdurre le Donne, e i discorsi amorosi nel pub
cuni discorrono così. Il fine buono non rende buona l’oparazione ? Sì per verità: dunque i trattati amorosi delle Commedie
e l’anno 1638. mi recò un gran Signore; in una principalissima Città, per giustificare, che le Commedie ivi correnti non er
ontà; perché ciascun difetto singolare cagiona il male. Ed il Dottore per nome di tutte le bontà intende quattro sorti: la
ondo il fine. Si legga il corpo dell’art. 4. e frattanto si inserisca per nostro porposito, che non basta il buon fine solo
che non basta il buon fine solo, cioè la conclusione del matrimonio, per rendere lecite, e buone le azioni dei Comici, e d
Seu obiectu aut mediam, ut propositum cum talibus circunstantiis, nec per se malum, nec prohibitum sit: tum etiam quia sub
finem malas vias adinveniat. » Il consiglio non è buono, se uno anche per fine buono ritrovi strade cattive. Come se tu per
buono, se uno anche per fine buono ritrovi strade cattive. Come se tu per fare un altare alla B. Vergine, che è buon fine,
d usura, che è strada, e mezzo cattivo. Così procedono i Commedianti: per fine buono, cioè per rappresentare un Matrimonio,
, e mezzo cattivo. Così procedono i Commedianti: per fine buono, cioè per rappresentare un Matrimonio, inventano strade ini
arole brutte, gesti lascivi, e la comparsa di persone innamorate, che per rappresentare vivamente, e per riportar applauso,
la comparsa di persone innamorate, che per rappresentare vivamente, e per riportar applauso, procedono in modo, che veri am
d bonitas sit. » Ed in sostanza vuol dire, che non basta il buon fine per la totale bontà di un atto buono. Un Religioso pr
m sunt peccata; sicut fornicatio, et similia: et talia non excusantur per ludum: qui imo ex his ludus redditur flagitiosus,
ur flagitiosus, et oscenus. » Vuol dire. Alcune cose sono peccati non per se stesse, ma per l’intenzione, con che si fanno:
oscenus. » Vuol dire. Alcune cose sono peccati non per se stesse, ma per l’intenzione, con che si fanno: in cose tali il g
i; come è la fornicazione, e cose simili; e queste non ricevono scusa per ragioni del giuoco; anzi il giuoco stesso, e lo s
enta cosa scellerata, e oscena. Dunque, dico io, iCommedianti, mentre per concludere, anche scherzando, e burlando, un fint
icamente i ruffianesimi, e spesso i trattati di fornicazioni, peccano per sentenza di S. Tommaso. Francesco Maria del Monac
al soggetto brutto, e disonesto la disonestà. Ma si consideri un poco per verità questo punto nelle immagini. Se esse rappr
si ? Se dalle scene si derivano le oscene apparenze, e dalle Commedie per lo più le impudicizie, chi dovrà chiamare oneste
il fingere. E tu o Teatro, che ti fingi luogo d’impudicizia, sii tale per verità; perché così le Matrone ti fuggiranno i Gi
ndrino. S. Cipriano fu già di parere, che gli osceni Istrioni antichi per autorizzare le rappresentante disonestà, da lui c
entem. » Ora così noi possiamo giudicare, che i nostri Comici osceni, per rendere onesta la disonesta rappresentazione del
o porlo in giuoco, né trattarlo burlescamente; ancorchè non si faccia per deridere le cose di S. Chiesa; come già facevano
oè. Il peccato dei Comci consiste nella materia: la quale è disonesta per l’uso degli atti turpi, o delle parole brutte: ov
cena, non lo ponete in burla ? Si. Ne basta il dire, che ciò non fate per burlare il Sacramento, che sarebbe vostro sacrile
ò fate buralndo; e le burle non si devono frapporre tra le cose sacre per sentenza del Caietano; dunque a suo parere voi pe
entenza del Caietano; dunque a suo parere voi peccate, rappresentando per giuoco un finto Matrimonio. Ne basta il replicare
. Tommaso, e di Caietano, dicendo, che i Comici non burlano in scena, per burlare il Matrimonio come cosa della nostra Fede
è un Sacramento della Cristianità: e molto meno di lui non trattano, per deriderlo, e porlo in gioco in quella guisama, co
do, che volendo i Comici usare quei trattati, e quel contratto civile per scherzo, e per burla, senza verunmc pensierodi bu
i Comici usare quei trattati, e quel contratto civile per scherzo, e per burla, senza verunmc pensierodi burlare il Sacram
le brutte, e dagli attti disonesti, che siano peccati mortali; e sssi per ordinario non se ne astengono; massimamente , che
li, e che si ponga in giuoco lo stesso Matrimonio. Aggiungo. I Comici per ordinario trattano del Matrimonio, non tanto per
. Aggiungo. I Comici per ordinario trattano del Matrimonio, non tanto per trattare di lui, come di negozio civile, quanto p
imonio, non tanto per trattare di lui, come di negozio civile, quanto per avere occasione d’introdurre nelle scene i lasciv
nnamoramenti, e i soliti artifici d’impurità, sapendo essi molto bene per esperienza, che tal materia piace universalmente
evole, e onesto in se, e anche nel suo civile trattato: ma dai Comici per lo più non è rappresentato né lodevolementem né o
o più non è rappresentato né lodevolementem né onestamente. Essi sono per la maggioor parte impuri attori, e però coprono i
molto qualificati personaggi. Con la seguente Nota toccheremo i tasti per questo suono: e spero non sarà stimato grido all’
onio La circostanza del puogo alle volte serve di legge moderativa per le nostre operazioni: né tutti noi dobbiamo in og
Risposta, che non basta il buon fine du un Rappresentato Matrimonio, per introdurre le Donne in scena con i discorsi di la
non è lecita la sua pubblica rappresentazione carnale; perché è cosa per se stessa turpe; « in enim per se est turpeT. 3.
appresentazione carnale; perché è cosa per se stessa turpe; « in enim per se est turpeT. 3. in 3. p. d. 81. 5. 4. et contra
d. 81. 5. 4. et contra honestatem », scrive Suarez. E Bonaccina tiene per illecito il mirare l’addomesticamento dell’uomo c
rdo, o saluto; ovvero con qualche segreta ambasciata. Mi dica un poco per sua bontà sinceramente un erudito, e pratico di m
essere veduta da molte persone onorate ? E queste bruttezze si vedono per lo più nelle commedie dei nostri Comici Cristiani
il supposto è falso evedentemente, e serve di vero, ed efficace mezzo per la rovina di molte anime: e però è affatto illeci
baci, e altre cose peggiori, da una Donna, quale poi alla fine riceve per Moglie. Ma nel rappresentare quelle prime impurit
rice. Al che ricordo il caso dell’Abate Efrem. Egli passava un giorno per certa strada, nella quale stava una pubblica Mere
are nella presenza degli uomini, come non ci vergogneremo di Dio, che per tutto stà presente, e sempre mira tutti, benché s
massimamente nella presenza di molti deboli di virttù, con apportare per scusa il buon fine del matrimonio; perché tale es
e di materia amorosa, fatta pubblicamente, e lascivamente, è illecita per ragione dello scandalo. Ma diciamo anche di più,
nche di più, che il fine principale dei Comici, e delle Comiche non è per verità il concludere un Matrimonio, ma il cercare
dirizzanogli altri lor fini al fine dell’utile; e fanno l’arte Comica per vivere onoratamente con la giusta mercede meritat
meritata con le loro fatiche; e se dilettano modestamente, ciò fanno per porre l’esca nell’amo, per allettare, per pescare
he; e se dilettano modestamente, ciò fanno per porre l’esca nell’amo, per allettare, per pescare quei pochi pesciolini, e p
ano modestamente, ciò fanno per porre l’esca nell’amo, per allettare, per pescare quei pochi pesciolini, e per gaudagnare q
l’esca nell’amo, per allettare, per pescare quei pochi pesciolini, e per gaudagnare quei pochi soldi, che sono necessari a
Chi era con la comune opinione, non merita particolare censura, e che per sorta esperienza, non cammina a capriccio. Il com
re con una dilettevole, modesta, e virtuosa Rappresentazione; ed essi per interesse di guadagno, e per piacere, la impiegan
ta, e virtuosa Rappresentazione; ed essi per interesse di guadagno, e per piacere, la impiegano in Rappresentazione dilette
n Rappresentazione dilettevole si, ma immodesta, oscena, e perniciosa per gli amorosi, e scandalosi ragionamenti degli Aman
Dotti, e lo nota ancora Beltrame, non fu trovata, ed approvataC. 7., per introdurre vizi nel Mondo; ma per correggerlo dai
non fu trovata, ed approvataC. 7., per introdurre vizi nel Mondo; ma per correggerlo dai vizi; e per ammaestrare con viva
aC. 7., per introdurre vizi nel Mondo; ma per correggerlo dai vizi; e per ammaestrare con viva voce, e con apparenza i semp
, e ammaestrano al brutto amore, rappresentando brutti innamoramenti, per dare spasso, e piacere alla brigata: nel che rico
rdide, sregolate, e repugnanti alla moderazione del Cristiano teatro: per le quali gli Attori meritano gran vituperio; come
ri meritano gran vituperio; come già meritò l’antico Menandro, quando per piacere ai Macedoni, dediti alla disonestà, intro
oscenità tra i candidi Cigni delle modeste scene; quindi la sua fama, per altro onorata, diede un largo sfregio di grande,
simo una ragione di molto disonore. Credo, che basti il detto sin qui per prova che per lo più i moderni Comici, e Comiche
ne di molto disonore. Credo, che basti il detto sin qui per prova che per lo più i moderni Comici, e Comiche non hanno per
in qui per prova che per lo più i moderni Comici, e Comiche non hanno per fine la conclusione del Sacramento Matrimoniale,
la conclusione del Sacramento Matrimoniale, ma il diletto del Teatro, per allettare, e per giovare, e principalmente per gu
l Sacramento Matrimoniale, ma il diletto del Teatro, per allettare, e per giovare, e principalmente per guadagnare. Dunque;
il diletto del Teatro, per allettare, e per giovare, e principalmente per guadagnare. Dunque; concludo che i Comici, se non
omici, se non tutti, almeno molti usano gli amorosi discorsi lascivi, per assecondare a sensuali affetti degli Spettatori;
lascivi, per assecondare a sensuali affetti degli Spettatori; ovvero per servire al cenno di qualche Signore con speranza
disonestissima, portando in fronte uno sporco, ed infame titolo, che per vergogna io non riferisco, e nella quale si vide
miseri Comici, che più gustano di dar gusto ad un personaggio terreno per interesse di guadagno, che di osservare i precett
to posatamente nell’esaminare, se riprovare un giudizio, già supposto per buono dai Savi, e daisacri estimatori: e quando i
ai Savi, e daisacri estimatori: e quando il sentiero si dice luminoso per una, o due lampade accese, vi è bisogno di chiama
er una, o due lampade accese, vi è bisogno di chiamarsi lampi solari, per fare, che sia giudicato tenebroso. « Lucerna, scr
e, Nipote di Paolo V. Pontefice allora Regnnte. E taleOperetta riceve per lecita la comparsa delle Comiche parlanti d’amore
a la comparsa delle Comiche parlanti d’amore: né mai è stata proibita per ordine dei Speriori. Noi dunque che diremo per ri
é mai è stata proibita per ordine dei Speriori. Noi dunque che diremo per rispondere a quella difficoltà fondata sui libri
di questo Libro. E però stimo, che i Superiori, che approvano allora per la stampa la Supplica di Beltrame, e i Discorsi d
ngula » : e poi col tempo, buon maestro dei dotti, sono stati stimati per ragione nuova degni di nuova, e più matura consid
. 5. già si leggevano: poi furono sospesi dalla santa Inquisizione, e per essere in quelli materie profittevoli, si sono co
blico Teatro; stimo, che ora non sia probabile opinione il giudicarla per lecita nell’Arte dei modesti Commedianti: e giudi
Quesito Settimo Non è lecito che la Donna compaia ornata in Teatro, per far la parte sua nell’Azione, senza parlare amoro
dal banco, allora si risponderà all’obiezione, e domanda nel mod, che per ora necessario non è di rispondere. Dico 2. Se si
cedono i Dottori; perché alcuni particolari, e determinati si abusano per loro malvagità, e si scandalizzano irragionevolme
e onesta cagione, senza la quale la Donna merita di essere condannata per adornarsi, quando sa di essere amata disonestamen
alità delle Donna rappresentata; ed ella ha il iusmh a tale ornamento per rispetto della sua professione di rappresentare o
to per rispetto della sua professione di rappresentare onestamente: e per l’esercizio della professione le basta, come cagi
siduamente, attestano la loro spiritual rovina alla propria malvagità per cagione di qui traggono veleno di morte, ove potr
stamente amata; tutto che non segua l’effetto, ella pecca mortalmente per ragion del fine mortale. « Si se ornat eo animoTr
bbiano fine espresso mortalmente reo; ma non farei già la sicurezzami per tutte; e l’essere loro mallevadoremj certo che mi
diamoci che quel moderno Comico disse. « Io faccio comparire la donna per allettare: dunque è probabilissimo, che molte com
are: dunque è probabilissimo, che molte compaiano ornate, e abbellite per allettare. » Ma che significa questo allettare, s
e sorti della virtù, e se potesse vorrebbe tirare, e allettare tutte, per accrescere maggiormante il guadagno Teatrale. E d
Rappresentazioni: dunque essa è meno scusata del peccato di adornarsi per fine di usare quel peccaminoso allettamento. Io c
oderatamente, ovvero anche smoderatamente, ma senza notabile eccesso, per sola vanità, mostrando la bellezza sua, e la gent
già, il fine di allettare ad udire la Commedia, quale fine la Comica per ordinario, sia fine buono, « finis normalis » ; p
al pagamento alla fomentazione dei Comici osceni nel loro peccato, e per conseguenza, e un efficace provocazione al male.
peccato, e per conseguenza, e un efficace provocazione al male. Forse per dare forza a questo ultimo argomento, suppongo, c
sempre che la medesima Donna non vi parli d’amore, masolo vi compaia per allettare, poichè non mancano molte altre oscenit
e moderne, e mercenarie Rappresentazioni. Dico 5. Se la Donna sa, che per l’atto suo, anche cattivo di adornarsi quelli che
e, o non si muoveranno a male; o solamente a colpa leggera, ella avrà per questo il solo peccato veniale di scandalo: perch
ro ne crescono in un grande, e rovinoso incendio. né di questo con me per ora altra prova, che la confessione dei medesimi
Non basta l’esempio delle Comiche introdotte nella Commedia Comparsa, per introdurle ancor lecitamente nelle recitate ?
, le presentasse come odorosi mazzetti, alle radunanze Teatrali. Onde per giustificazione del propri recitamenti ricorrono
sse a Dio, che ancora quelle, che si leggono in stampa, e sono oscene per le Donne introdotte in esse, o per latra ragione,
i leggono in stampa, e sono oscene per le Donne introdotte in esse, o per latra ragione, si proibiscono affatto alla Cristi
iani e le vere Donne non si fanno comparire nella Scena, bastando che per relazione d’altri s’intenda il discorso se ha bis
icherei che è meglio, e più sicuro anzi convenientissimo l’astensione per rispetti degnissimi di gran cautela. Aggiungo. Mo
e stampate con qualche oscenità di Donna, o di altro, si tollerano, o per la bellezza della lingua o per la finezza dell’ar
di Donna, o di altro, si tollerano, o per la bellezza della lingua o per la finezza dell’artificio, o per altra ragione su
no, o per la bellezza della lingua o per la finezza dell’artificio, o per altra ragione sufficiente al giudizio dei Superio
le recitamento quando manca la sufficiente ragione; come invero manca per onestareml la Comparsa delle ordinarie Comiche, p
comporle: ma chi sta presente alle Commedie oscene recitate, coopera per ordinario, e fomenta nel peccato il Recitante; e
te, coopera per ordinario, e fomenta nel peccato il Recitante; e però per ordinario pecca, almeno per questo capo, se non p
fomenta nel peccato il Recitante; e però per ordinario pecca, almeno per questo capo, se non per altri capi ancora. Dunque
Recitante; e però per ordinario pecca, almeno per questo capo, se non per altri capi ancora. Dunque le Commedie stampate so
ie del sesto Precetto stamapte minutamente dai Teologi, e dai Casisti per necessaria istruzione dei Padri Spirituali a bene
pure molte di queste materie non si possono rappresentare in pubblico per la loro oscenità, e per lo scandalo, che ne segui
erie non si possono rappresentare in pubblico per la loro oscenità, e per lo scandalo, che ne seguirebbe negli spettatori d
che dalle parti superbe della stampa: in questa le saette lnaguiscono per difetto di vigorosa azione; ma in quello feriscon
Platone secondo me paragonarsi può ad una ricca vena di aureo metallo per la preziosità del suo sapere; e ad una doviziosa
tallo per la preziosità del suo sapere; e ad una doviziosa conchiglia per la candidezza dei suoi gentilissimi pensieri ma i
e perle si trovò qualche falsa margherita. Voglio dire, che non basta per giustificare presso di noi, un’azione il dire. El
ne, che non fu maestro irreprensibile, lontano da ogni errore. Alcuni per difesa delle mercenarie Comiche muovono una diffi
ò scusare da peccato grave ? Rispondo. Una volta un letterato, tenuto per buon Teologo universalmente da isuio Cittadini, d
rappresentanti in scena. Ma egli poi non mi portò ragioni suffcienti per tale giustificazione. Ora io, per rispondere al Q
poi non mi portò ragioni suffcienti per tale giustificazione. Ora io, per rispondere al Quesito, domando. Che significa que
e di senso senza consenso ? Un’amore, col quale l’uomo gusta di amare per amare, non per peccare ? Ma questo così fatto amo
a consenso ? Un’amore, col quale l’uomo gusta di amare per amare, non per peccare ? Ma questo così fatto amore quanto è dif
ed essi miseri con la sregolata vita loro rinnegano l’amore di Iddio per l’amore Platonico; e lasciano l’imitazione di Cri
itazione di Cristo, degli Apostoli, dei Santi tutti, e anche dei Savi per la vanità del nome di alcuni Gentili; i quali ben
e vuole considerarlo secondo la purità della Cristiana fede: e basti per prova quello, che più volte già mi disse l’Eminen
ormati costumi con zelo di vigilantissimo Pastore, trovò, che passava per le mani di molti un certo Libro, che trattava del
onesto con la scusa ai amor Platonico, questo amore non è buon scudo, per riparare le saette, che i Guerrieri Cristiani lan
poco modeste; perché una tal levata è argomento ditroppa severità, e per conseguenza, chi la procura, cerca di palesare co
non volere cavalcare; perché molti sono caduti da cavallo: né andare per le strade; perché molti sdrucciolando hanno patit
o percosse ad altre membra, è troppa stitichezza. Il fuggir le scene per tema, che le Donne non scompangano la castità (a
moltiplicato sole. Crisostomo scrive con senno in un Sermone. « Nunc per Deum severitasSer. De int. Arboris ad Adam s. 1.
Nunc per Deum severitasSer. De int. Arboris ad Adam s. 1. vitam, nunc per Diadolum blanditia mortem intentat. » Cioè. Ora I
vitam, nunc per Diadolum blanditia mortem intentat. » Cioè. Ora Iddio per mezzo della severità dona la vita; ed il Demonio
ale, vedendo, e udendo le Donne: e tale occasione, e pericolo, almeno per i deboli di virtù, si trova nell’andare al Teatro
ere dal comparire. Beltrame di nuovo aggiunge. I galantuomini passano per i pubblici postriboli, e non si lasciano contamin
nalaccimo, se il Demonio non tenta loro, essimp tentano il Demonio; e per tali sensuali ogni luogo è pericoloso: dunque non
a si bene la rea natura delle persone viziose. Chi non ha altri occhi per vedere, che di vetro rosso, ogni oggetto gli semb
postriboli, non vede oscenità, e così non si contamina; e se vi passa per buon fine, e a caso vede qualche oggetto osceno,
, che stva sulla finestra, contrasse fuoco tanto infiammante, che poi per molto tempo ne restò bruciato miseramente; onde l
sospirava con grande dolore. Che poi i Lussuriosi abbiano ogni luogo per pericoloso, credo, che sia vero; come ancora cred
sinora praticata circa la comparsa delle Comiche non è buona ragione per non levarla dal Teatro ? Brevemente, e presto
ere nati, subito si sono levati: l’iniquità ancora ha la sua stagione per maturarsi, onde alla fine con il tempo si matura,
è sempre stata tollerata. Ed io spero, che di nuovo si leverà affatto per comando irrevocabile dei Signori Superiori, se da
leranza: e se tollera talora un male pernicioso, e universale, ciò fa per qualche buona ragione: per atto d’esempio, toller
a un male pernicioso, e universale, ciò fa per qualche buona ragione: per atto d’esempio, tollera un male minore per sfuggi
per qualche buona ragione: per atto d’esempio, tollera un male minore per sfuggire un maggiore; ma se questo maggiore egli
gricoltore diligente, che sbarba dalle radici loro le piante infette, per convertire la boscaglia in bel giardino, e l’inco
e lecita ? Qesta difficoltà nomardi puòmr la difficoltà Teologale; per cagione di cui sento ad argomentarmi contro di qu
delle Comiche in Scena, e parlanti d’amore: massimamente che si vede per esperienza, che i Comici, recitando in presenza d
elle Scene impure, e lascive, che delle modeste, e vitruose: ed essi, per piacere, e guadagnare, convertono la moderazione
roni risce ridicola, e piace: perché i Comici s’ingegnano, e faticano per farla tale. Ove nelle altre Commedie oscene non c
za: l’esempio di un tal’uomo, troppo appassionato, non deve allegarsi per autenticare, ed onestare una cosa illecita: ed al
 ». Qella congiuntura di male, quasi disperato, serve ai servi di Dio per eccitare nei loro cuori un grande affetto di comp
igere, ut bene ageret. » Non volle aprire il cuore dell’intelligenza, per non aprire la mano all’operazione. Quel non voler
e scritture composte, non scusa dal peccato mortale; perché almeno è, per non dire cosa di maggior vantaggio, una molto gra
nza affettata, grassa, e supina; e però non serve di diamantino scudo per bastevole difesa contro il colpo di colpa grave a
t nisi fuerit crassa, et supina: ut cum quis ex negligentia lata, seu per quam, aut nullam, aut fere nullam ad sciendum adh
upina; come quando uno, perché nessuna, o quasi nessuna diligenza usa per sapere, non sa, mercè alla sua gran negligenza, q
cose, che tiene avanti, né fa ciò, che da altri è saputo comunemente per tutto. Ora quando si trovano Superiori involti ne
et virtutis, blandiri, et aures scalpere malverint, nullum incommodum per huismodi homines in Respublicam non importabitur.
liciter »  di positiva licenza, o di tacita tolleranza, e permissione per ogni tempo dell’anno, e senza riguardo di schifar
scolastico Teologale. Il parere comune dei dotti è buona tramonatana per navigare felicemente nell’Oceanodella sapienza; e
ito Decimo terzo A che cosa è obbligato il confessore del Superiore per rispetto della comparsa delle comiche nel pubblic
care ragionevole disgusto al penitente. Credo, che egli si prefiggerà per scopo di prudenza il generare nell’animo del Prin
e ai Principi, come vive Arche diconsumatissima Sapienza. Dunque io per rispondere, ricorderò solo quel poco, che i Confe
on la salute eterna del suo Principe, e dei popolo a lui soggetti. Ma per discorrere partitamente di questo officio, dico,
l suo penitente, se non lo vede essere veramente penitente: perché se per sorte non vuole lasciare quella cosa, che lo tien
sa quei peccati follio, che appartengono a lui, come ad uomo privato; per esempio i peccati digola, di lussuria, d’invidia,
lico, e come Principe. perché non mancano Principi nel Mondo, i quali per quello, che tocca alla propria persona, sono piis
grande, se non è seriamente apparecchiato a soddisfare, non solo Dio per mezzo degli imposti digiuni, elemosine, orazioni,
pi diano molte cose ai Sudditi i quali non ardiscono di esigere forse per non incorrere nell’ira del Principe. Ed in questo
se ciò avvenisse, vedendosi libero da un peso tanto pericoloso. Ma se per avventura il Confessore vedesse, che egli perde l
suo qulle cose, che sono necesarie alla salute; né che sia ritardato per rispetto di timore, o di penitenza. Ancora pare n
secondo de’ 2 da me proposti, Giovsnni de Lugo, ciò, che egli scrive per acconcio della presente materia. Quest’uomo di gr
moralissimo sopra modo accreditato trai Dotti, e massimamente in Roma per lunga, e pubblica lettura di Teologia nel Collegi
incipi, dei Govenratori, e di simili, quando vedono, ovvero sanno che per verità non soddisfano al debito loro intorno all’
nte di rado acvviene, che quell’ignoranza non apporti con sé scandalo per i sudditi, i quali facilemente stimano lecite que
che però ambedue cadranno nella fossa eterna, facendosi un ciecoguida per un altro cieco. Se dunque il Confessore teme, las
. » Ora prego io tutti i Padri Confessori dei Superiori grandi a fare per loro bontà un poco di riflessione con me su quell
e gli eccessi di lei: onde è cosa facile, che egli non abbia notizia, per giudicarla veramente illecita; e però, se non la
ato Teologo n. 27. cioè, perché il Confessore, o è spirituale Pastore per l’officio, o allora almeno tiene il luogo del pro
ore per l’officio, o allora almeno tiene il luogo del proprio Pastore per delegazione fattagli da lui. Ed ad Pastore s’appa
ad Pastore s’appartiene l’ammaestrare i sudditi nelle cose necessarie per l’osservanza della divina Legge. Dico 3. Tale ign
diti; perché si muovono dall’esempio del Superiore a giudicare lecito per se stessi, benché siano deboli di spirito, il god
colo della Commedia di Donna parlante oscenamente d’amore nel Teatro, per la quale commettono molti peccati. E però il conf
ioè la rovina di molte anime virtuose, e che perdono la divina grazia per quella comparsa: al qua danno deve rimediare il C
i le consideri diligentemente, e giudichi, se sono sufficienti, o no, per la tolleranza; ed egli può far tal giudizio con l
a parlante oscenamente d’amore, e che l’avviso del confessore gli sia per essere dannoso, o cagionativo di scandalo negli a
si può dissimulare l’avviso del Confessore; perché a questo è tenuto per l’officio, per la carità, e per le regole comuni
lare l’avviso del Confessore; perché a questo è tenuto per l’officio, per la carità, e per le regole comuni date dai Teolog
Confessore; perché a questo è tenuto per l’officio, per la carità, e per le regole comuni date dai Teologi in simili circo
telligant; nullo verò modo peccantis personam acerbiore reprehensione per stringere. Quod mihi mirum, quantum sapienter pra
luminato; se nel mirare la luce della sua dottrina io vedevo corto, o per barlume. Gli scrissi, e scrivendo presentai il tu
mente dell’Autore (come non credo, che sia) condannare universalmente per peccato mortale ogni comparsa di Donna in palco;
re il caso; ma ogni volta, che « verba, motus, salus, et c. apta sunt per se ad generandas cogitationes turpes, delectation
la chiara sentenza di questo moderno, e celebre Teologo, e provvedere per tempo, come può, e come deve ai gravi disordini c
he mancano nella virtù, mercè che non sono valorose, e Forti Amazzoni per il combattimento necessario alla difesa della Cri
parsa delle Comiche la leva dal Teatro. L’Umiltà è buona Cameriera per introdurre nei Gabinetti dei Principi le nostre s
di Gesù, astenendosi di parlar dal pergamomz contro i Comici osceni, per non dare ombra, benché minima, di censurare i Sup
on ragioni, parte di convenienza, e parte di necessità; e la presentò per mezzo del suo P. Provinciale con forma di Supplic
banco della piazza, né di comparire nelle pubbliche scene del Teatro per le infrascritte ragioni. 1.perché il dar licenza
n la licenza il Superiore. 5. perché occorre spesso, che uno incontra per caso in piazza, o trova in Chiesa una Donna, non
Chiesa, ma alla radunanza del banco; si fermano a mirare, e rimirare per molto tempo, e son di pochissimo spirito ? Certo
hil sani neque audiunt, neq: vident, qui undique obsidionem patiuntun per aures, per oculos, possent superare concupiscenti
que audiunt, neq: vident, qui undique obsidionem patiuntun per aures, per oculos, possent superare concupiscentiam. » Criso
sere solita desiderarla. Quella, che compare in banco, o in scena, sa per esperienza, che sarà desiderata almeno da alcuni
che sarà desiderata almeno da alcuni di pochissimo spirito, ai quali per piacere, si adorna; e se è brutta per natura, si
di pochissimo spirito, ai quali per piacere, si adorna; e se è brutta per natura, si acconcia con arte: né per salire in ba
iacere, si adorna; e se è brutta per natura, si acconcia con arte: né per salire in banco, o par comparire in scena, ha alt
si faccia buon guadagno dai Commedianti. Ma questa cagione non basta per coonestare la sua pubblica comparsa, e i suoi van
onestare la sua pubblica comparsa, e i suoi vani ornamenti scandalosi per molte anime. E a questo concorre con la licenza i
aspectu; etiamsi cum iaculo permittatur abire sine opere, tamen ipsa per se perit ». E a questo concorre con la licenza il
Crisostomo in c. 7. Ep. ad Rom. S. Paolo non permette, che la Donna, per savia, e spirituale che sia, insegnio in pubblico
azze sui banchi, o nei Teatri sopra le scene ? Il Demonio la piglierà per strumento da uccidere molte anime, scrive un Dott
le Donne in banco, o in scena con il Buffone, o con altri frappongono per ordinario parole, o gesti osceni: ovvero altri le
conto nessuno lecitamente permettere. E dopo averlo provato, aggiunge per i Principi. Sappiamo, che saranno da Dio severame
, o di fatti brutti, che di loro natura siano peccati mortali; e tali per ordinario non mancano nelle Commedie: perché sebb
con l’impurità. Quindi saggiamente la Signoria di Genova l’anno 1584. per pubblico decreto vietò le Commedie: e i Comici, d
n le parole di un zelante Dottore supplicante in questo modo. « Omnes per Dominum obtestor, ut vel in concionibus, vel in s
ios Senatores, Pretoresque Civitatum; nec tantum admoneant, sed etiam per Iesum Christum obtestentur, ut in istos morum chr
angerò con dolore la rovina di molte anime; e supplicherò il Sugnore, per essere sentito, ed esaudito in altro tempo. Il be
ersonaggi, che concedono la comparsa di Donne in Commedia, non basta, per giustificare il comparire delle Comiche mercenari
a beltà mirabile, parte con la grazia indicibile, facendosi divulgare per la più eccellente Commediante di nostra età. Non
a, che con si puliti discorsi, e con si bella grazia, piangendo un dì per Adriano, lasciò in un mare di pene l’affannato cu
ri. Renderebbe la Commedia ridicolosa, ma non già oscena, né illecita per ragione di oscenità: perché la modesta comparsa d
er ragione di oscenità: perché la modesta comparsa di Donna ridicola, per far ridere, non è cosa oscena; benché possa esser
cola, per far ridere, non è cosa oscena; benché possa essere illecita per altra ragione: come sarebbe, se ne venisse scanda
venisse scandalo a deboli di spirito; né vi fosse cagione sufficiente per giustificarla. E tale scandalo viene dalla Compar
aralnti d’amore, anche senza oscene parole: né vi è cagione bastevole per la giustificazione: come ho provato altrove. Aggi
ione: come ho provato altrove. Aggiungo. Il Galluzzi non dichiara, se per Vecchierelle, Ancelle, e Nutrici intende vere Don
Antichi facevano comparire le persone Attrici in sembianze femminili, per muovere ad un riso modesto senza nessuna oscenita
nza nessuna oscenita. né è cosa nuova, che un uomo si vesta da Donna, per rappresentarla; poichè, come ho detto secondo il
da gesti lascivi, né da parole brutte, e scandalose. E questo basti, per mostrare, che l’autorità dell’Erudito Galluzzi, n
i, per mostrare, che l’autorità dell’Erudito Galluzzi, non è batteria per mia offesa; ma è piuttosto muro per difesa: né eg
’Erudito Galluzzi, non è batteria per mia offesa; ma è piuttosto muro per difesa: né egli con la sua Dottrina favorisce pun
o il sentimento di lui medesimo. Ne stetti prima alquanto dubbioso, e per chiarirmene mandai alla sua censura il mio Quesit
dai alla sua censura il mio Quesito: e ne ricevei la seguente lettera per risposta.   Molto Reverendo in Cristo Padre. La
cazione particolare a detta scrittura; come mi domanda: ma posso solo per ora con questa affermarle generalmente, che io no
preta le mie parole. Io mi ritengo intento il foglio del suo Quesito, per potervi dare soddisfazione, quando avrò schiodato
ddisfazione, quando avrò schiodato, e mi vedrò libero delle mani. Ove per fine affettuosamente la riverisco, e mi raccomand
ordinaria Politica, si possa poi giudicare dai Sacri Teologi, nocivo per qualche rispetto alle anime, e peccaminoso. Prete
una persona iniqua, e scellerata offende Iddio peccando, e non vorrà per quello lodare l’offesa, né il peccato; e saprà mo
to; e saprà molto bene, che quella, come peccatrice, merita vituperio per la colpa dell’opera, ove come operatrice conquist
vituperio per la colpa dell’opera, ove come operatrice conquista lode per l’artificio dell’Arte. Ora supposto per vero ques
ome operatrice conquista lode per l’artificio dell’Arte. Ora supposto per vero questo piccolo preambolo di dire, io rispond
ste senza gesti sconvenevoli, e senza parole do postribolo; e facendo per eccellenza la parte loro, acquistando gran lode d
però di artificio, cercasse di giungere all’illecita fornicazione. Ma per dichiarare meglio, e più distintamente il senso,
recitanti di professione, non furono comunemente in onore; ma tenuti per vili presso tutti, e cacciati molte volte da Roma
con scandalo degli spettatori deboli di virtù. Si loda anche talvolta per l’Arte, chi merita stare nell’Inferno per la colp
rtù. Si loda anche talvolta per l’Arte, chi merita stare nell’Inferno per la colpa. Dico 4. Egli dipinge con i colori della
entenzio bene, mi rimetto al giudizio del benigno, e prudente Lettore per la sentenza. L’altra donna è chiamata dal Garzoni
le potenti lusinghe di una persona tutta ben composta, e tutta fatta, per essere un’esca attrattiva degli umani affetti. In
sa femminile di Comica artificiosa, se non è svergognatamente oscena, per certo è perniciosamente rovinosa amolti deboli de
rfezione: e una bevanda avvelenata, ma dolcemente zuccherata: consola per alquanto l’occhio impudico; ma lascia il cuore fe
consola per alquanto l’occhio impudico; ma lascia il cuore ferito, e per sempre sconsolato; il diletto della sua compiacen
incipalissimi Superiori dello stato Ecclesiastico sanno molto bene, e per esperienza, o per certissima relazione, che i Com
riori dello stato Ecclesiastico sanno molto bene, e per esperienza, o per certissima relazione, che i Commedianti, e i Ciar
he i Commedianti, e i Ciarlatani vanno con le loro Femminelle attorno per tale stato; e fanno le solite Commedie con i disc
elle Donne in scena, o in banco. Dunque è segno, che si poò tollerare per qualche ragione. E di vero è troppo grande irreve
., come dice Suarez, « non indicat sufficienter consencum; quia multa per patientiam tolerantur, que non approbantur, iuxta
in argomento, e concetto estrinseco. Ed io discorro in questa materia per « conceptum intrinsecum, et secundum rei naturam
teria per « conceptum intrinsecum, et secundum rei naturam precise », per concetto intrinseco, e secondo la natura della co
. Le Aquile grandi spiegano i vanninm loro sopra gli amati figliuoli, per essere celebrate, non censurate. Dico 2. I princi
nza, o permettere, che uno salisse in banco a fare le solite zannate, per vendere meglio i suoi segreti, e sempre stretto f
n Roma. E o piacesse alla divina maestà, che la moderazione, la quale per ordinario si vede in quella Città santa circa le
; ovvero si permetterebbe, l’abuso di qualche oscena Commedia in Roma per qualche buona ragione; o almeno che paresse nel t
dire qualche male maggiore, tale permissione non dovrebbe allegargli, per dare nelle città cristiane positiva licenza; e pe
vrebbe allegargli, per dare nelle città cristiane positiva licenza; e per ammettere senza ragione in altra parte dell’anno
8. Par. 6. Aris. Cioè. Gli antichi trovarono vari diletti della scena per ricreare l’animo travagliato, e non già per riemp
vari diletti della scena per ricreare l’animo travagliato, e non già per riempirlo di vizi, e di peccati. Dico 3. I princi
vizi, e di peccati. Dico 3. I principalissimi Superiori costituiscono per lo stato Ecclesiastico personaggi approvati, e pe
iori costituiscono per lo stato Ecclesiastico personaggi approvati, e per la Dottrina, e per lo zelo giudicati sufficientis
per lo stato Ecclesiastico personaggi approvati, e per la Dottrina, e per lo zelo giudicati sufficientissimi al governo: on
argomento estrinseco; m deve penetrare ben dentro le mura della cosa, per poter fondatamente pronunciare intorno alla sua m
a ? Nell’una, e nell’altra sono persone dotte, zelanti, e virtuose: e per tutto si ode quella circolare risposta, degna più
i , ai quali tocca la regola più della pratica, che della speculativa per una parte, e per l’altra non vi è alcuna probabil
a la regola più della pratica, che della speculativa per una parte, e per l’altra non vi è alcuna probabile opinione per gi
ativa per una parte, e per l’altra non vi è alcuna probabile opinione per giustificare questo grande abuso dell’oscenità te
ione per giustificare questo grande abuso dell’oscenità teatrale, che per ogni banda corre con tanta libertà, ed impurità.
ed impurità. Dice saggiamente il grave, e moderno Teologo Ribadaniera per acconcionn di tale abuso, dicendo. Perché nelle c
rnatori delle Repubbliche, i quali alle volte permettono alcuni mali, per schifarne altri maggiori; e anche per non sapere
e volte permettono alcuni mali, per schifarne altri maggiori; e anche per non sapere tanto in particolare tutti i danni, ch
rebbero subito ad un cenno, e molto più ad un espresso impero formato per la necessità di tanto desiderato provvedimento. I
tanto desiderato provvedimento. I difetti popolari servono da sproni per fare, che il Principe spinga il suo volere, quasi
rovvido Legislatore. E la colpa grave delle oscenità suona la tromba, per concitarsi contro lo stimato sdegno dei savi Prin
e, e con le scritture scolastiche avete fatto frutto nel nostro Regno per divina grazia contro l’abuso della comparsa femmi
lla disonestà. E questo eccitamento e le può fare in molti modi. 1. O per natura sua, essendo tale, cioè eccitativa efficac
sua, essendo tale, cioè eccitativa efficacemente alla disonestà. 2. O per accidente, essendo udita da persone deboli di spi
Il tentativo di giovare al bisogno degli altri è fonte di molti beni per giovare a se: onde si può consolare non poco in s
no. Pag. 11. Condannano alcune Commedie moderne. Pag. 64. Sono osceni per ordinario. Pag. 264. Hanno bisogno di buon guadag
illecita secondo gli antichi Dottori. Pag. 74. E moderni. Pag. 76. E per quale ragione. Pag. 79. L’oscena non è permissibi
stinzione de i buoni dai rei. Pag. 19. Decio Liberio recitò in Teatro per forza. Pag. 45. Demoni sono promotori di vari viz
olo comparendo in pubblico alletta al male. Pag. 88, 95. Una si dannò per gli ornamenti vani. Pag. 103. È detta Anatra. Pag
pare ornata in molti luoghi lecitamente. Pag. 180. Come possa ornarsi per il Teatro. Pag. 217. E quando pecchi per cattivo
Pag. 180. Come possa ornarsi per il Teatro. Pag. 217. E quando pecchi per cattivo fine. Pag. 217, 218. Si custodisce diffic
ovina. Pag. 227. Non si vesta da uomo. Pag. 161. Se può vestirsi così per saltare. Pag. 164. Non pecca mutando la veste fem
intenzione gravemente viziosa. Pag. 167. Non pecca vestendosi da uomo per saltare in presenza di persone forti di spirito.
e in presenza di persone forti di spirito. Pag. 167. Pecca vestendosi per saltar in pubblico Teatro. Pag. 168. Alcune Donne
rtali fanno oscena la Commedia. Pag. 34, 35. Ferdinando II Imperatore per un atto brutto impedì il recitamento di una Comme
re in scena. Pag. 222. Si fanno acconciare in casa. Pag. 193. Un uomo per acconciare i capi dei Giovanetti vestiti da donna
dedito alla Commedia profana quale sia. Pag. 41. Lascivo spende assai per la donna Comica. Pag. 123, 129. M Magodo er
Il Marito non può sempre custodire la Moglie Comica. Pag. 109, 123. E per lei patisce assai. Pag. 110, 111. Un tristonu si
g. 131, 132, 138, 139. Scuse di chi non lo custodisce. Pag. 134. Miro per solo gusto. Pag. 134, 135. Miro senza consenso 13
i siano mortali di loro natura. Pag. 23. Alle volte diventano mortali per accidente, non essendo tali di loro natura. Pag.
2 (1649) Della Cristiana Moderazione del Teatro. La soluzione dei nodi pp. -
ondo, Detto La solutione de' nodi Per sciogliere molte difficoltà, e per risolvere molti Casi di coscienza intorno alle Co
risolvere molti Casi di coscienza intorno alle Commedie poco modeste; per mostrare, che non è mai lecita la loro Permission
ermissione, secondo la dottrina di San Tommaso, e d’altri Theologi, e per sicurezza de’ buoni Cristiani. opera Di un Teol
tua felicità, il bellissimo Oggetto, che ti rende felicissimo: e noi per «speculum, et in ænigmate » veggiamoa tra il chia
orecchio alla nostra supplicante Invocazione  ; accioché, come già tu per efficace, e subito favore della Divina Virtù ti t
vera Religione de’ Cristiani  ; così tutti noi ci mutiamo  ; e tutti per mezzo tuo impetriamo una scintilla del celeste fu
le difficoltà prese dalle Azioni. 5 Punto primo. Se le azioni Oscene, per essere Giochi, siano tollerabili 7. Nota Unica.
à che si permettono altre cose simili. 12 P. 3. Se l’Uso antico basta per tollerare queste Oscenità. 15 Nota Unica. Si cont
. 32. Seconda. 32. Terza. 34. P. 9. Se le correnti Commedie Italiane, per essere simili alle spagnole, siano lecite. 36 P.
Italiane, per essere simili alle spagnole, siano lecite. 36 P. 10. Se per la tolleranza delle Commedie Oscene, basta, che s
, basta, che siano da tutto il Mondo abbracciate. 41 P. 11. Se basta, per rendere lecita l’Oscena Rappresentazione, il sape
perché si permettano le Commedie oscene. 81 P. 4. Se è buona Ragione, per tollerare le Commedie Oscene, il dire, che le Cit
i si avvilirebbero senza le Commedie Oscene, recherebbe buona Ragione per tollelarle. 89 P. 4. Se è buona Ragione, per toll
recherebbe buona Ragione per tollelarle. 89 P. 4. Se è buona Ragione, per tollerare le commedie Oscene, il dire, che le Cit
vvilirebbero senza le Commedie Oscene. P. 6.Se sarebbe buona Ragione, per tollerare le Commedie Oscene in una Città, il dir
. 7. Se l’essere invitato ad andar alla Commedia Oscena, sia Ragione, per andarvi lecitamente. 93. P. 8. Se l’andare alle C
per andarvi lecitamente. 93. P. 8. Se l’andare alle Commedie Oscene, per impedire, che non succeda inconveniente, sia buon
i già sono in punto di farla, o l’hanno cominciata, sia buona Ragione per non peccare, andandovi. 103. P. 12. Si continua l
inua la Risposta al Dubbio. 108. P. 13. Se si può credere. A chi dice per giustificarsi. Io non so, se le correnti Commedie
Oscenità si trova in altri luoghi. 111. P. 15. Se il dire. Io non vo per far peccato, né per mal fine alle Commedie Oscene
n altri luoghi. 111. P. 15. Se il dire. Io non vo per far peccato, né per mal fine alle Commedie Oscene; e pochi vi vanno c
mal fine alle Commedie Oscene; e pochi vi vanno con tal’animo, basti, per andarvi lecitamente. 113. P. 16. Se si giustifica
quelle va alla Commedia Oscena. 120. P. 19. Se l’andare alle Commedie per un poco di ricreazione, e per sollievo della sua
. 120. P. 19. Se l’andare alle Commedie per un poco di ricreazione, e per sollievo della sua malinconia, sia lecito. 126. P
uesta materia. 130. P. 21. Se è buona la Ragione di chi dice. Io vado per passatempo, e per ridere un poco; e so, che non a
. P. 21. Se è buona la Ragione di chi dice. Io vado per passatempo, e per ridere un poco; e so, che non acconsento al pecca
ette le Commedie Oscene, perché il popolo ne gusta, sia buona Ragione per tollerarle. 188. P. 4. Se le Commedie Oscene non
ene. 194. P. 6. Se i Superiori cavando dalla Commedia Oscena guadagno per qualche Opera pia, possono lecitamente permettere
sceni. 220. P. 7. Di quello, che si può rispondere a chi dice. Alcuni per Interesse parlano contro i Comici Osceni. 224. P.
i s’espongono le sentenze de’ Teologi anche le più benigne, ma sicure per le coscienze de’ virtuosi Fedeli. Il Primo Libro,
uscepit, pænintibus indulsit. » de inter. Domo. C. 9. Il Sig. Iddio per sua infinita misericordia operi efficacemente, ch
dera, così ha sperato, e spera, che ora, o almeno in altro tempo, sia per seguire con non poca utilità dei Cristianesimo. C
ogni luogo. Indice delle materie. A L’Abate Thalleleo pianse per 60 anni. pag. 148. Accademiche Commedie fatte con
e da’ Giovani si riprendono. 54 Accademici vanno alle Commedie oscene per imperare da Comici osceni 84. poco possono impara
e 192. 193. Aristofane perché fu bandito 210. Arte sufficiente ad uno per vivere lo ritenga da far il Comico osceno 155. 15
hi di cooperazione andando alla Commedia oscena cominciata, o che sta per cominciare 104. due sentenze probabili 109. Pare
11. Va con fine di peccato implicite all’oscena 114. Alle volte vi va per mal fine 114. 115. I vizioso cagiona il peccato 1
oscene 123. Auditori imparano il male dalle oscene 83. Pochi vi vanno per imparare 87. Se tutti pecchino 106. 107. Non gli
7. Non gli ultimi 108.   B Ballarini della notte di Carnevale uccisi per la caduta di un solaro 249. S. Basilio di che co
Le fatte da’ Giovani cittadini oscene si riprendono 53. Alcune fatte per rigiri 55. Le mercenarie perché biasimansi più, c
te quasi da tutto il Mondo 41. Non vero 42. 43. La Mercenaria diletta per più ragioni 44. Da poca spesa 49. Piace troppo ad
ne Spagnuole fatte in Città d’Italia erano oscene 40. L’oscena si ode per imparar il bene 81. 82. La Modesta è rimedio cont
o 150. Non è un male minore 158. 159. L’oscene sono fuggite da alcuni per le ragioni lette ne’ Libri 217. 218. Perché si bi
ar dalla Commedia oscena, che deve fare 165. 168. 169. tutti faticano per dilettare 46. Recitano al vivo 46. Gli osceni non
ivere 155. Sono Buffoni, non Comici 158. Non sono scusati dal peccato per la tolleranza de’ Superiori, o Principi 186. Semp
ro Commedie oscene 229. Ma confusi partirono 230. Usano mezzo cattivo per buon fine 232. Fanno qualche Commedia modesta 213
dano. Se si fa loro la correzione 256. Compagnia di Comici alle volte per necessità piglia un osceno 256. Compagno aver nel
. Con che mezzi si può fare a’ Comici osceni 256. Cosimo Medici giocò per ricreazione 3. Cratone vituperava gli spettacoli
7. 241. Concepisce un figlio simile al Demonio 244. Una in Purgatorio per udir una canzone 248. Levar le Donne dal Teatro s
are Adamo pensando consolarsene 102. Euripide fu chiamato in giudizio per un verso 29. F S. Fabio Albergati come approvi l
ballarina portata all’Inferno, e arrostita 249. Favole furono trovate per insegnare il bene 57. Devono contenere due cose 5
Fede buona non sempre scusa 120. 121. Figliuolo riaccettato dal Padre per cagione di una Commedia 234. Filippo 2. Re di Spa
di Spagna proibì le commedie 37. Poi come le concesse 38. Fini vari, per li quali si va alla Commedia 113. Fine buono non
V Re di Sicilia 143. Giocatore convertito alla Commedia 84. 85. Gioco per ricreazione è lecito 2. Usato dagli antichi 2. 2.
to alla restituzione, e quando sia 107. Grazia di Dio vi vuole grande per liberare un Comico osceno da quella vita 153. Gua
dalla Commedia oscena è grosso 48. 49. Causato dalla Commedia oscena per dar a luogo pio, non è lecito 198. 200. 201. Il C
ettere le Commedie oscene 189. Molti non l’hanno 189. H Hercole giocò per ricreazione 2. S. Hermanno non leggeva le Favole
anno non leggeva le Favole de’ Poeti volentieri, e ammoniva i Maestri per rispetto de’ falsi Dei 173. Hipocrita è nome pres
l suono dell’hore eccitava uno a fruttuosa riflessione 149. Hospedali per li Comici vecchi 167. Huomo ben composto mira la
Confessione, o impuri si leggano con cautela 63. Libri lascivi letti per la buona latinità si biasimano 172. 173. 175. Buo
. Come non nuoca proposta nelle Azioni 25. 26. 27. È usata da’ Comici per piacere agli Ignoranti, e per più guadagnare 156.
e Azioni 25. 26. 27. È usata da’ Comici per piacere agli Ignoranti, e per più guadagnare 156. 157. e per esser tacciato di
’ Comici per piacere agli Ignoranti, e per più guadagnare 156. 157. e per esser tacciato di freddezza 157. Ozio è rimediato
cena 25. Pudiche non spieghino cose impudiche 26. Parto spaventoso, e per cui morì la Madre 244. Pazzo, che stimava di star
farei, se non andassi alla Commedia oscena 116. Pericolo di peccato è per tutto 112. Permissione del male quando è lecita 1
128. 130. 133. Sia moderato 129. 132. Onesto 130. Il molto non basta per andare alla Commedia oscena lecitamente 51. Pitto
asta per andare alla Commedia oscena lecitamente 51. Pittore fa paesi per riempire i vacui dell’Opera 127. Non fa cose inde
e fa paesi per riempire i vacui dell’Opera 127. Non fa cose indecenti per piacer agli Ignoranti 156. Pitture oscene se si p
die oscene 226. Né fanno ingiustizia 227. 228. Uno invece di disdirsi per avere predicato contro le Commedia oscene più le
4. 146. Un nobilissimo morì malamente 253. Purgatorio a due Religiosi per la perdita del tempo 219. R Radunanza d’Uomini, e
anza d’Uomini, e Donne alle Commedie cagiona peccati 53. 54. Ragioni, per le quali si riprendono i Comici osceni e le loro
morti all’improvviso in Scena 215. Recitante portato via dal Diavolo per burlar la Messa 244. Richeliù. Vedi Cardinale. Ri
ione di stupire 226. Né d’ingiustizia 227. 228. Scrittura sacra usata per gioco è grave errore 10. Condanna le Commedie osc
mirar Donne, e udirle liberamente 238. 239. Servitore che deve fare, per non accompagnare, o accompagnando il Padrone alla
gna ha molti Comici 36. Stima le Commedie 42. Spagnuoli Comici lodati per recitar modestamente 39. Socrate piccato da’ Comi
ll’Inferno rappresentato 250. Spettatore. Vedi Auditore. Va al Teatro per diletto, non per utile 185. Statue oscene se si p
sentato 250. Spettatore. Vedi Auditore. Va al Teatro per diletto, non per utile 185. Statue oscene se si permettono, o no 7
citare 193. Non permetta le oscene 196. 197. Siio giusto 197. T Tempo per passarlo non scusa bene lo Spettatore della Comme
mmedia oscena 134. 135. 147. Se ne deve render conto 147. 148. È dato per cavarne bene 148. Perso fu cagione di grave Purga
148. Perso fu cagione di grave Purgatorio 219. Thalleleo Abate pianse per 60. Anni 148. Teatro scuola di male 66. 84. Luogo
MODERAZIONE DEL TEATRO Libro secondo Detto la Soluzione de’ Nodi, per sciogliere molte difficoltà, e per risolvere molt
do Detto la Soluzione de’ Nodi, per sciogliere molte difficoltà, e per risolvere molti casi di coscienza intorno alla le
medie oscene, secondo la dottrina di S. Tommaso, e d’altri Teologi, e per sicurezza de’ buoni Cristiani. Opera Di un Teolog
, che come dice il Filosofo, si ha nella conversazione di questa vita per mezzo della quiete, e del gioco; onde bisogna tal
r mezzo della quiete, e del gioco; onde bisogna tal volta, servirsene per ristoro. Segue la dottrina di S. Tommaso quell’al
poté ritenere di non scherzare, e dar fuori il libretto de Divinitate per fungos parta : perché alle volte è necessario sec
travagli terreni, ha bisogno di qualche diletto; né lo deve fuggire, per non parere rustico, e selvaggio. « Si quis vellet
edio comparat exitium l. meditat. C. 26. » : si serve della medicina per aggravare il morbo, e per morire. « Inde acquirit
meditat. C. 26. » : si serve della medicina per aggravare il morbo, e per morire. « Inde acquirit mortem, scrive S. Agostin
elo, e non mondana ambizione muovi la penna di questi tali a scrivere per lo appunto quanto comprendono, esser necessario i
di rappresentare, hanno poscia mostrato, come si possa, e debba fare, per non incorrere recitando in qualche errore: e a fi
e, ma vivere dell’esercizio della Commedia. Ora io ricordo, e replico per me, e per ogni altro, che noi, imitando i Santi,
re dell’esercizio della Commedia. Ora io ricordo, e replico per me, e per ogni altro, che noi, imitando i Santi, e i sacri
mercenarie, e consuete Commedie, e Azioni del nostro tempo, le quali per l’ordinario sono oscene; e nondimeno trovano prot
con S. Cirillo. « Cum autem multæ sint ciuscemodi contradctiones, age per Dei gratiam singulas dissolvemus. » Catech. 12. p
zioni brutte; ma le difendono, le proteggono pubblicamente, e tengono per bene, che siano tollerate? Eppur è vero. « Non de
e’ vizi, e che dicessero, potersi esercitare, e vedere gli spettacoli per onesta ricreazione; e che era tanto indebolito il
acciocché non paiano penetranti saette, rintuzzandole gagliardamente per via di risposte, che si possono dare a vari Dubbi
mmedia oscena è quella, la quale notabilmente, e efficacemente eccita per ordinario alla disonestà. E questo eccitamento el
lla disonestà. E questo eccitamento ella può fare in molti modi. 1. o per natura sua, essendo tale, cioè eccitativa efficac
sua, essendo tale, cioè eccitativa efficacemente alla disonestà. 2. o per accidente, essendo udita da persone deboli di spi
ne conosce alcuni in particolare. Punto primo. Se le Azioni oscene, per essere giochi, siano tollerabili. Tullio saviame
onar scintille e ardere di pietà negli animi degli Spettatori. E tali per verità non sono i giochi degli osceni Recitanti.
Recitanti. Il Comico Cecchino scrive. « Chi ha intelletto abbastanza per capire, ha anco ingegno a sufficienza per saper c
hi ha intelletto abbastanza per capire, ha anco ingegno a sufficienza per saper che sono scherzi, e non leggi. » E poteva a
cienza per saper che sono scherzi, e non leggi. » E poteva aggiungere per le Commedie il detto usato da Ausonio per i libri
eggi. » E poteva aggiungere per le Commedie il detto usato da Ausonio per i libri. « Cui hic ludus noster non placet ne leg
viso di Giovanni Mariana, « facilis a jocis ad seria transitus, quasi per risum stultus operatur scelus l. 3 de Rege, et
ne si chiamano giochi, scherzi, sollazzi, trattenimenti, e cose finte per burla; ma sono da senno, e con reale successo una
nte; e tali sono i mercenari Commedianti osceni; le Azioni de’ quali, per essere giochi, non sono tollerabili; anzi non mer
us sæpe abiere joci. Pontanus l. 1. de amore. » Bene spesso il detto per gioco si eseguisce con i fatti non fatti per gioc
. » Bene spesso il detto per gioco si eseguisce con i fatti non fatti per gioco. Io so che Platone alle cose gravi, e serie
io rispondo, che l’allegato Autore parla della Commedia onesta, usata per frenare i viziosi dall’iniquità, e non di quelle,
con disonesto trattenimento aggiungono esca al fuoco della libidine, per far maggiore l’incendio della disonestà. E però e
l principio dell’opera, che i suoi cento Giochi si sono posti in luce per onesto trattenimento: dunque di poco rilievo per
i sono posti in luce per onesto trattenimento: dunque di poco rilievo per la difesa dell’oscenità si è il dire. Le Commedie
cene sono in sostanza giochi; perché il gioco non deve essere osceno, per poter servire di lecita ricreazione al virtuoso.
na gli Istrioni, che usano fatti, e detti osceni; benché ciò facciano per puro gioco, e per fine di dar piacere ad altri pe
he usano fatti, e detti osceni; benché ciò facciano per puro gioco, e per fine di dar piacere ad altri per cagione del gioc
enché ciò facciano per puro gioco, e per fine di dar piacere ad altri per cagione del gioco, il quale si ordina « ad solati
io eius imitatio. Ho. 6. in. 2. Matt. » Vuol dire in breve. Non vale per scusa l’opporre, che sono giochi; perché l’imitaz
l’imitazione di lui, e la Rappresentazione fatta nella pubblica scena per dilettare con il gioco del teatro. Né alcuno, usi
pubblica scena per dilettare con il gioco del teatro. Né alcuno, usi per l’auditore il detto usato da Ausonio a difesa del
Greci Eutrapelia, modera la troppa serietà, e il rigore dell’animo, «  per jocos et ludos », per mezzo delle burle, e de’ gi
ra la troppa serietà, e il rigore dell’animo, « per jocos et ludos », per mezzo delle burle, e de’ giochi. Ma tali giochi d
luogo, e tempo; e non immoderati. Onde Aristotile all’Urbanità oppone per eccesso il vizio della Scurrilità, quando il gioc
Et aggiunge di più, che il gioco è « indecorus », contro il decoro, e per conseguenza vizioso, quando per scherzi, e per ba
è « indecorus », contro il decoro, e per conseguenza vizioso, quando per scherzi, e per baie si serve delle parole della D
», contro il decoro, e per conseguenza vizioso, quando per scherzi, e per baie si serve delle parole della Divina Scrittura
i della pianta della virtù. Onde non è tollerabile la Commedia oscena per ragione di essere un mero gioco; perché ella è un
ncestum, sacrilegiorum ancillam. » Cioè. Non è lecito il gioco osceno per la ricreazione dell’animo; perché l’animo con le
i, e de’ sacrilegi. E come dunque si possono permettere, massimamente per i Giovani? È pur vero, che gli stessi Giovani, e
e lo sanno i pratici, affermando di propria bocca, che non si va mai per ordinario alle Commedie appresso il Franc. Nel Gi
ueste Azioni dunque non sono tollerabili, né si devono chiamar giochi per gli uomini, ma, come ho detto giochi per i Diavol
né si devono chiamar giochi per gli uomini, ma, come ho detto giochi per i Diavoli; poiché da essi furono inventati, e pri
poiché da essi furono inventati, e principiati in onore degli Idoli, per mezzo di persone rustiche, e villane; e per guada
ati in onore degli Idoli, per mezzo di persone rustiche, e villane; e per guadagnare all’Inferno, e rubare al Cielo grandis
nella Città di Vicenza ha scritto: « Quegl’infami Mimi,che femminando per le pubbliche piazze la contagiosa messa del vizio
sozzure del vizio, che uscivano da quelle mal nate bocche, che altro per appunto non sono, se non infernali Cloache. Cura
rsone scrive de’ giochi degli stolti. « Asserere, aut sustinere: quod per longum usum, vel sub umbra iocorum, aut aliter, s
luoghi quasi levate, o almeno in gran parte moderate; e se erano già per tutto il Cristianesimo « Bacchanalia, vel reliqui
mœdiam silentio comparant, non usquequaque sanctam, celebritate magna per geniales ante Quadragesimam dies habendam. Ubi fu
i seco legati nell’eterno tormento. Conviene dunque nello stesso modo per la comune utilità, che i virtuosi Fedeli e i Cris
redicatori, scoprano i manifesti pericoli, a quali moltissimi corrono per cagione delle oscenità del banco, o della scena;
ttrina con speranza di giovamento Punto terzo. Se l’uso antico basta per tollerare queste oscenità. Mentre l’acqua di una
orre limpida e chiara, se ne può bere con utile, e con diletto: ma se per sinistro accidente s’intorbida con bruttezza, non
ono torbidamento alcuno dalle oscenità; le quali non sono tollerabili per l’uso antico; perché la regola de’ nostri costumi
ere, che quando tra’ Cristiani si cominciò a permettere l’Arte Comica per qualche tempo ad onesto sollazzo, fosse tanto mod
e virtuoso: ma poi intorbidato, e macchiato con detti, e gesti osceni per colpa degli immodesti Comici, è diventato intolle
ntrod. Domo c. 50., usavano onestà nel principio, quando s’introdusse per poca parte dell’anno l’uso loro, e così era lecit
on est usus, sed abusus ludi », scrive Caietano. E chi non confesserà per vero, che « consuetudo est optima legis interpres
o benché antichissima è affatto irragionevole, e intollerabile. Serve per acconcioae a questa verità, oltre il molto scritt
questo buon fine non si trova nel caso delle Commedie oscene, almeno per quanto è necessario alla cristiana moderazione. S
Cap. finali de consuetudine. Sicut enim ius divinum non potest tolli per legem humanam; ita neque per consuetudinem cum hæ
Sicut enim ius divinum non potest tolli per legem humanam; ita neque per consuetudinem cum hæc non possit habere vim major
im majorem, quam lex; jus vero naturale, cum sit solum deis, qua sunt per se bona, aut mala, est omnino immutabile; et ideo
nesto trattenimento. Dunque non ha valevole forza la consuetudine; o, per dir più vero, l’invecchiato abuso, e corruttelaag
abuso, che sia in queste oscene Rappresentazioni, si devono fuggire, per essere una mensa di dolci sì, ma velenose vivande
cherati. Nota unica Si continua questa materia. Molto bene discorre per acconcio di questo punto Don Francesco Maria del
i permettono gli impuri postriboli, e che vi vadano i lascivi: dunque per questo sono luoghi di purità? Noi riceviamo il pr
sto sono luoghi di purità? Noi riceviamo il precetto, e l’esortazione per le cose buone, ma per le cattive la permissione.
ità? Noi riceviamo il precetto, e l’esortazione per le cose buone, ma per le cattive la permissione. Voi confessate, si per
zioni teatrali furono ricevute dai popoli; anzi fabbricarono i Teatri per recitarle pomposamente: ma il Mondo era guasto, e
isposta intorno a questo antico uso. « Novitas, aut antiquitas, dice, per se nihil agunt, aut ad vituperationem, aut ad lau
o più antico si è, tanto maggiormente si deve abominare, e estirpare, per essere tanto dannoso. Battista Fragoso avvisa per
inare, e estirpare, per essere tanto dannoso. Battista Fragoso avvisa per acconcio di questo l’obbligo del Principe dicendo
nde, quando la permissione non si stinge « ad evitanda majora mala », per evitare mali maggiori: il che non avviene nella c
del vizio, basta il lume della ragione: questa è fiaccola sufficiente per scoprire la mostruosa apparenza di quel viso defo
sa apparenza di quel viso deforme, e contraffatto. Non occorre dunque per condannar le oscenità del Teatro, ricorrere alle
ere alle divine Scritture, basta il ragionevole intendimento di uomo, per vedere chiaramente, che si deve abominare dal vir
ndeaj viziosamente infetto di oscena bruttezza, e iniquità. Nondimeno per rispondere direttamente al Punto, possiamo dire f
removeamus oculos, et ab omnibus, qua anima contaminant puritatem, et per sensus ingrediuntur ad mentem.  » S. Agostino spi
liano ricorda, che nel battesimo si rinuncia alla pompa del Diavolo e per nome di pompa intende anche la Teatrale oscenità.
cap. 7. dell’Ecclesiaste, dal 14. di S. Mat. e dal 6. di S. Marco, e per ultimo dal cap. 16. di Giudit. Quali scritture tu
colpi tronca, e recide i capi di questa oscena, e infernale Hidra: e per tanto si accheti l’umano ardire, ove fa forza l’O
ono da noi riverirsi con umile ammirazione, e non stimarsi manchevoli per difetto di verunaal osservazione. È vero, che nel
saggiamente le ammiriamo, e santamente le riveriamo; perché ci consta per fede, che sono scritte per impero del sapientissi
santamente le riveriamo; perché ci consta per fede, che sono scritte per impero del sapientissimo Sig. Iddio, e con lo Spi
a, ma con umano spirito, o di vanissimo plauso, o di vilissimo lucro; per non dire con impurissima suggestione di Satanasso
, dicendo. « Qualche oscenità narrata non deroga alla sacra Scrittura per degnissimi rispetti; e però non si permette il le
stomaco di debole calore non reca giovamento il cibo molto difficile per digerirsi; né un pigmeo può lanciare un palo di f
i usa, dice egli, voci laidecap. 48. in Commedia, non ha Economia, né per se, né per altri, atteso che mai niunoap rimarrà
egli, voci laidecap. 48. in Commedia, non ha Economia, né per se, né per altri, atteso che mai niunoap rimarrà di andar al
ommedia, perché si parla troppo onesto; ma ben, molti non vi andranno per le parole inoneste, o per i mali usati gesti; a t
roppo onesto; ma ben, molti non vi andranno per le parole inoneste, o per i mali usati gesti; a tal che il recitar onesto è
neste, o per i mali usati gesti; a tal che il recitar onesto è dovuto per lo giusto, per lo civile, e per la ragione di sta
mali usati gesti; a tal che il recitar onesto è dovuto per lo giusto, per lo civile, e per la ragione di stato Commediantes
a tal che il recitar onesto è dovuto per lo giusto, per lo civile, e per la ragione di stato Commediantesco. Lascio il res
he aggiunge questo Comico, e rispondendo al Dubbio dico, che il modo, per giudizio comune, ha gran forza, nelle cose per re
bio dico, che il modo, per giudizio comune, ha gran forza, nelle cose per restringerle tra i confini di una lecita moderazi
ttori sono con tal modo corrette, e temperate nelle sacre Azioni, che per ordinario non risulta spirituale nocumento agli S
la castissima donzella a contentare il disonesto Amante: ma il tutto, per essere osceno, o vien significato con brevissima
amo altre risposte al Dubbio, e diciamo, che nelle Azioni sacre non è per ordinario probabile pericolo di scandalo; perché
o Amore. Aggiungo: i mercenari Comici, Attori di profane Azioni, sono per lo più di vita infame, e scandalosa, e fanno quel
oni, sono per lo più di vita infame, e scandalosa, e fanno quell’Arte per guadagno con mille sorti di allettamento al pecca
sero, meriterebbero senza dubbio la censura, e la correzione. E forse per lo pericolo d’introdurvi cose non decenti al sacr
si fanno comparire Giovanetti vestiti da donna, e conosciuti da tutti per maschi; né io condanno quelli, che usano la compa
e. E come dunque potrà mai essere, che una teatrale Rappresentazione, per altro onestissima, resti occhiata di oscenità, e
ino falsa, maxime periculosa, ac puritati valde contraria ». Non solo per conformarmi al decreto del P. Claudio Acquavivapa
lcuni Teologi, e anche dal P. Diana tra le sue Risoluzioni: ma di più per stimare verissima l’opinione contraria, la quale
is. » Aggiungo: se i toccamentias sono « omnino turpes », anche fatti per gioco « causa vanitatis, vel levitatis absque del
con la quale recito in Commedia, e le tocco le mani, o il viso, come per burla. » I tatti poi leggieri, come stringere la
me stringere la mano ad una donna, premerle il piede, e simili, fatti per diletto disonesto « ad captandam delectationem ve
letto disonesto « ad captandam delectationem veneream », sono mortali per sentenza di Caietano appresso Sanchezn. 17.. Ma r
dell’anima; onde come in un banchetto basta un solo piatto velenoso, per nomarlo mortifero, e abominevole: e una sola eres
tto velenoso, per nomarlo mortifero, e abominevole: e una sola eresia per far un libro degno di proibizione; così bastano p
r un libro degno di proibizione; così bastano poche oscenità mortali, per rendere illecite le teatrali ricreazioni. Aristot
. Aristotile riferisce, che Euripide fu chiamato in giudizio capitale per rispetto di un solo verso posto in una sua favola
è principio delicato di vita: basta a puntura di sottilissima spina, per far, che esali lo spirito vitale, e divenga prigi
ltra applicazione. Solo ricordo, che le mercenarie Commedie d’oggi dì per ordinario non sono macchiate leggermente con osce
all’arme. Discorre, e scherza; ma scherzando si spiega con accortezza per acconcio di questo, il Comico Barbieri nel c. 49.
ella sua Supplica, dicendo. « Poiché io mi trovo imbracciato lo scudo per la difesa dell’onesta Commedia; vediamo ancora pe
bracciato lo scudo per la difesa dell’onesta Commedia; vediamo ancora per scherzo di far una girata sopra della rea, e prop
arti la mente, o che ti confonderà la coscienza? II Comico non naviga per tal mare, e non s’ingolfa tant’oltre. Forse ti gl
ittimi eredi a forza d’argomenti? La rete del Comico non è fabbricata per tale affare; è rete da pescar solamente quattro p
ul detto dei Barbieri. Dice quel Comico d’avere imbracciato lo scudo per la difesa della modesta Commedia: e merita lode i
fesa; ma io non vorrei, che egli avesse imbracciato il medesimo scudo per difendere anche la immodesta: e pure la difende,
oderazione prescritta da S. Tommaso, e da’ Dottori, non deve supporre per vero, e accettato comunemente quello, che è privo
e tale è riprovato comunemente. Una falsa supposizione serve di porta per entrare nel giardino di molt’inganni, e di gravi
giardino di molt’inganni, e di gravi errori. Nota seconda Il Barbieri per scherzo si raggira, numerando vari mali, e, mostr
po Massime di nocumento grave; e che il naviglio del Comico si spalma per navigar in questo mare; e vi si spinge, e vi si f
la, ove, come scrive Girolamo Fiorentino nella Commedioc. s’insegnano per via di rappresentazione tanti mali, quali sono, «
altre massime di simil fatta, non sono massime ree, e perniciose? Sì per certo. E d’onde vengono cagionate, o almeno confi
anche, che si pongono sottopra, e si rovinano le Province, e i Regni per cagione delle teatrali rilassazioni. Il terzo mal
sto. Levare le facoltà; e ricordo, che Crisostomo scrisse ottimamente per l’abuso del suo tempo; ma vale anche a proporzion
se ottimamente per l’abuso del suo tempo; ma vale anche a proporzione per l’eccesso del nostro. « Multi consumunt pecunias.
cesso del nostro. « Multi consumunt pecunias. ho. 38. in Mat. » Molti per rispetto delle Comiche Azioni rilassate spendono
rilassate spendono il loro danaro. E la rete del Comico non si getta per allacciar, e pescar solo quattro pesciolini, da p
turpitudini di simil fatta, devono sbandeggiarsi dalla modesta scena per sentenza de’ pratici, de’ Dottori, e dello stesso
de’ pratici, de’ Dottori, e dello stesso Barbieri: il quale aggiunge per correttivo, che il Comico reo lascia Cristiano il
o lascia Cristiano il Giovane, ma lo lascia ferito di peccato mortale per illo consenso libidinoso, del quale se non fa pen
edere, e sentire, che un altro giunga al fine de’ suoi disegni, non è per certo buona ragione; non è correttivo efficace, a
emer, che sia nuovo incentivo a disonesto compiacimento; che sia olio per accrescere l’impudica fiamma, e vento, per ingran
ompiacimento; che sia olio per accrescere l’impudica fiamma, e vento, per ingrandire il lascivo ondeggiamento dell’affetto.
mortalissime colpe commesse dal libidinoso pensiero mosso nel Teatro per malvagità di un Comico rilassato. L’altro corrett
nato dal Barbieri si è, che il Comico direbbe in Commedia le oscenità per far ridere qualche mal costumato. Ma egli stesso
nità per far ridere qualche mal costumato. Ma egli stesso non approva per buono tal correttivo, anzi lo riprova aggiungendo
a. 3. Past. Ad m. 9. » Punto nono. Se le correnti Commedie Italiane, per esser simili alle Spagnole siano lecite. La piet
lle sceniche oscenità. Quindi scrive un Francese, e Religioso Autore, per commendazioneaz della gente Cattolica, e Spagnola
edie all’uso Hispano, che prima non facevano. Tutto questo io accetto per vero, e credo che, come Ganassa cercava di apport
oce di molti, e molto comune  ; e io in Palermo l’anno 1638 la sentii per bocca di un Signore, Grande di Spagna. La Commedi
negare, che quella voce comune ha bisogno di qualche interpretazione per avverarsi, e si può interpretare con questi detti
Comici Spagnuoli passò tanto i confini della debita moderazione, che per comando di quel gran Monarca uscì un Real divieto
di poi di nuovo le concesse: onde l’Autore citato dice quello che fa per sé, e lascia il resto. Io confesso, che quella ri
simo cielo teatrale. Spinsero di nuovo il piede, e col piede il passo per lo sdruccioloso sentiero dell’oscenità. Tornarono
persone, che ivi dimorano. Dunque ha bisogno di qualche distinzione , per avverarsi, quella proposizione detta con voce com
Alegambe nella Biblioteca degli Scrittori della Compagnia: e aggiunge per acconcio nostro, che questo eminente Predicatore
egambe del. P. Didaco Ruiz de Montoya Teologo Hispano, e stimatissimo per l’eccellenza della dottrina insegnata moltissimi
rtù, e ne conoscono alcuni, il che basta a rendere la Commedia oscena per sentenza de’ moderni, e antichi Teologi; questi d
de’ moderni, e antichi Teologi; questi discorsi amorosi sono l’ariete per battere, e abbattere, o almeno far malamente crol
sue fiamme, che più persone spettatrici, tutto che vi stessero quasi per forza, e fossero sentite di segnalata virtù, e ar
accarezzati da Signori grandi, e Cavalieri molto principali; e essi, per dar loro gusto, e trattenimento, facevano le Comm
stesso ferro; e si applichi il medesimo corrosivo. Punto decimo. Se per la tolleranza delle Commedie oscene basta, che si
mondo abbracciate. L’erbe fornite di nociva qualità, non migliorano per ordinari la loro condizione, né diventano giovevo
ntano giovevoli, e salutari alla generazione umana; perché serpeggino per un largo, e spazioso campo: il male della radice
po: il male della radice non si leva con l’ampiezza del nativo suolo: per tutto il radical difetto è difettoso: né la vaghe
datamente, che le Commedie oscene, in quanto oscene ovvero conosciute per oscene, siano abbracciate quasi da tutto il mondo
medie in tanta considerazione, e conosciute di tanta conseguenza, che per comodo loro e pubblico beneficio vi sono stati in
più diletto d’intorbidar tal’onda, che non ebbero i villani di Latona per levar il comodo d’un bramato sorso di ricreazione
damnosum bonis moribus, quam in spectaculo aliquo desidere, tunc enim per voluptatem facilius vitia subrepunt. »Ep. 7. Las
ondo sono aborrite, detestate, e fuggite: quando però sono conosciute per oscene, e stimate tali. Ma il rovinoso crollo, ch
formità di una vera, e schifosa bruttezza. Punto undecimo. Se basta, per rendere lecita l'oscena Rappresentazione, il sape
musiche, gl’Intermedi, e le macchine sono spese, e fatiche, fatte più per dilettare, che per giovare. Io so la sentenza di
di, e le macchine sono spese, e fatiche, fatte più per dilettare, che per giovare. Io so la sentenza di Nazianzeno. « Facil
zeno. « Facile imposturam facit, quod delectat. »2. contr. Julian. E per dichiararmi bene formo due Proposizioni; e la pri
izioni; e la prima è questa. La Comica Rappresentazione ha gran forza per piacere a tutti. E la seconda è questa. Non è se
i Note. Nota prima Della Novità. Suole la novità delle cose essere per lo più feconda genitrice di gratissimo piacere; o
oni sogliono farsi in grano parte da persone forestiere, e nuove, che per interesse di necessario lucro vagando sen vanno p
ere, e nuove, che per interesse di necessario lucro vagando sen vanno per varie Provincie, e Regni; e giungono nuove alle C
tutto dì, e quotidianamente in ogni popolazione; ma solo in ciascuna per qualche parte dell’anno, cioè per poche settimane
ni popolazione; ma solo in ciascuna per qualche parte dell’anno, cioè per poche settimane, o pochi mesi; e però come cose n
stile, e quali sempre una somigliante materia. (E io dico, che forse per simile rispetto molte belle prediche di uomini pe
io dico, che forse per simile rispetto molte belle prediche di uomini per altro celebri, e addottrinati passata l’ora cagio
facilmente saziato il gusto nostro. Le altre letture, dice Beltrame, per belle, che siano (come non sono di particolar nec
azienza; e così tutte le letture seguono questa sorte. Ma la Commedia per la suddetta varietà di grave, e di ridicolo, d’as
tuto e di spropositato, reca dolce trattenimento: onde come la Natura per variar è bella,cosi la comica Rappresentazione ri
a,cosi la comica Rappresentazione riesce bellissima, e piacevolissima per la varietà. A questa parimente servono, secondo l
g. 2. c. 49. n. 6. e 7. del Bene., tuttoche da’ Savi siano conosciute per cose false, recano tanto gusto, che ogni età, ogn
ella lingua. Le parti che mirano al faceto, si lambiccano il cervello per trovar cose nuove  ; non per desiderio di peccare
ano al faceto, si lambiccano il cervello per trovar cose nuove  ; non per desiderio di peccare, né per dar occasione ad alt
il cervello per trovar cose nuove  ; non per desiderio di peccare, né per dar occasione ad altri, che pecchino, ma per far
desiderio di peccare, né per dar occasione ad altri, che pecchino, ma per far il loro esercizio: e se fanno ridere, non fan
no, ma per far il loro esercizio: e se fanno ridere, non fanno ridere per laudare il vizio, né col descrivere gli errori co
per laudare il vizio, né col descrivere gli errori con voci scene; ma per l’artificio degli equivoci, o per le fantastiche
ivere gli errori con voci scene; ma per l’artificio degli equivoci, o per le fantastiche invenzioni, che trovano. Il Capita
cap. 27. del suo Discorso. A cui io aggiungo, che i valenti Recitanti per più dilettare, eccitano di maniera in se gli affe
o di qualche passatempo grazioso, si avventura nella disgrazia. Basta per prova un caso narrato da Paolo Emilio, citato da
vano questi Leoni, un Cavaliere mosso da curiosità, avvicinò un lume, per mirarli meglio, e ecco la fiamma si apprese tosto
scherati. Uno subito morì. Due altri poco dopo rimasero privi di vita per quell’arsione. Un altro fu portato in luogo, ove
odere un grazioso passatempo. Beltrame nel c. 43. discorre alla larga per acconcio di questo mio senso, e dice. « La Commed
assatempo è vicino alle disgrazie. Nelle cacce molti hanno pericolato per le cadute de’ Cavalli, e molti sono stati offesi
e vuole il Lettore, e inserirne la verità della nostro ragione, anche per sentenza di questo mercenario, e Comico Scrittore
lascivo. L’oggetto delle moderne, e mercenarie Commedie suol essere per ordinario, se non in tutto, almeno in gran parte,
ubblica, e lasciva Azione è un tacito ammaestramento a poco virtuosi, per addottorarsi nell’arte di Amore senza fatica, e c
con piacere; onde nella pratica compariscono Maestri della disonestà per quello, che nella Scena imparino di carnalità. No
o interrogato da chi lo conobbe, perché facesse tal’Azione, rispose , per non perder il guadagno che egli pretendeva, facen
la laida, o da qualche gesto mal’ordinato all’onestà, qual suol avere per guiderdonebi un isgridamentobj dietro da gli udit
, almeno col pensiero nel Teatro, e poi altrove con più gravi maniere per la ricordanza: questo altro non è, che ingrossare
ricordanza: questo altro non è, che ingrossare il capital peccaminoso per maggior guadagno di Satanasso; che però addolcisc
adagno di Satanasso; che però addolcisce molto l’esca della Commedia, per allettar infino gli svogliati. Nota sesta Dell'I
sesta Dell'Interesse Economico. Piace molto la mercenaria Commedia per ragion’ Economica: cioè con piccola spesa si comp
i potriabl offendere. In oltre la Commedia è uno spasso, che ti serve per studio, senza che tu perda la vista sopra de’ lib
vista sopra de’ libri: e forse, che ella non è una lezione di due ore per lo meno, ove senti discorsi, concetti, sentenze,
one fatta di sopra; cioè che la Comica Rappresentazione ha gran forza per piacere a tutti. Aggiungo, che ad alcuni piace tr
erto umanaccio mondano, che disse. «Fa, che io vegga l’Inferno aperto per ricevere, chi va alla Commedia corrente, e io con
suo grandissimo gusto i Recitanti. Onde pi risanato da quella pazzia per la diligenza de’ Medici, e degli amici, si querel
idistis amici, Non servastis, ait, cui sic extorta voluta, Et demptus per vimmenti gratissimus error ».Horat. In vero è c
enimenti nell’udire le Teatrali oscenità de’ moderni Commedianti. Ora per finire, aggiungo a conferma della seconda Proposi
role sole, e dico. Non basta, che, molto piaccia la Rappresentazione, per rendere lecito l’andarvi ad un spettatore, tutto
derà molte volte, se non sempre, illecito, e peccaminoso l’andarvi, o per la cooperazione all’oscenità; o per la fomentazio
ecito, e peccaminoso l’andarvi, o per la cooperazione all’oscenità; o per la fomentazione de’ Comici osceni nel peccato, o
all’oscenità; o per la fomentazione de’ Comici osceni nel peccato, o per altre ragioni, che si potrebbero allegare. Anche
ituale. Lo zuccaro piace a molti; ma l’avvelenato uccide, chi non usa per tempo il contravveleno. La morte si maschera tal
, né le altre fatte gratis sono biasimate. Beltrame impugna la spada per difesa della sua professione, e schermendosi con
osi con grazia dice graziosamente così nel c. 54. « Chi non ha stanza per Astrea, men’avrà luogo per la Pietà: chi porge la
amente così nel c. 54. « Chi non ha stanza per Astrea, men’avrà luogo per la Pietà: chi porge la mano alla Parzialità, da d
lo aver riguardo a’ Comici, che recitano gratis, e non a quelli, che per necessità professano tal’Arte, è una carità da me
a Città con men riguardo all’onestà delle nostre: e molte se ne fanno per alcuni rigiri. Ora se le nostre con minor interes
vero, che gli Scrittori, i Predicatori, e le persone zelanti, e dotte per ordinario biasimano le Commedie mercenarie, e tac
, o almeno molto spesso: ove queste sono fatte molto di rado, e quasi per accidente; e però non v’è bisogno di tanto rimedi
gratis, si deve biasimare, e è biasimata da Dottori, quando è viziosa per l’oscenità, o per altra imperfezione repugnante a
asimare, e è biasimata da Dottori, quando è viziosa per l’oscenità, o per altra imperfezione repugnante a’ termini prescrit
ppo grande spesa in una Rappresentazione può essere tal volta eccesso per la prodigalità; e per questo meriteranno censura
a Rappresentazione può essere tal volta eccesso per la prodigalità; e per questo meriteranno censura i Signori Accademici,
une Città da Signori Accademici certe Rappresentazioni, molto stimate per le musiche dolcissime, per le macchine artificios
mici certe Rappresentazioni, molto stimate per le musiche dolcissime, per le macchine artificiosissime, e per le bellissime
timate per le musiche dolcissime, per le macchine artificiosissime, e per le bellissime apparenze di grande ammirazione, ne
ntazioni nella Serenissima Città di Venezia, alle quali chi va, paga, per l’ingresso non poche gazzette, come alle Mercenar
ono parimente quelle Azioni, che tal volta i Principi, e gran Signori per occasione, o di nozze, o di altra congiuntura, co
é può Beltrame né deve con l’esempio di quelle Azioni far schermaglia per difesa delle sue Commedie. Ad un Rosignolo non si
o delle altre Gentildonne ad una Commedia, che essi avevano in ordine per recitare con titolo di onesto trattenimento carne
o, e il concorso fu numeroso: ma l’Azione poi riuscì molto spiacevole per le oscenità; e per qualche picco satirico: onde q
numeroso: ma l’Azione poi riuscì molto spiacevole per le oscenità; e per qualche picco satirico: onde quella Gentildonna f
iose, e scandalose, che le oscene de’ Mercenari Commedianti. E questo per due ragioni oltre le altre, che faccio. La prima
anti. E questo per due ragioni oltre le altre, che faccio. La prima è per la liberta, e impunità del dire: atteso che non t
ssere prima rivedute, e approvate da’ Superiori. La seconda ragione è per la radunanza di Donne onestissime, e virtuosissim
tate, vanno condotte da’ mariti, o da’ parenti a quelle Commedie; che per altro si vergognerebbero d’andare alle Mercenarie
, mi disse, che era cosa pericolosissima l’andare ad udirle, non solo per le parole, e gesti indecenti de’ Recitanti; ma pe
d udirle, non solo per le parole, e gesti indecenti de’ Recitanti; ma per la varietà, e qualità degli Spettatori, e Spettat
i Commedianti Mercenari osceni: anzi chi li facesse rei maggiormente per questo io non mi curerei di repugnare: imperoché,
Commedie della terza sorte, cioè, che si fanno al parere di Beltrame per alcuni rigiri; e temo, che egli voglia significar
he lascivo Amante si gira, e si rigira a modo di uccellaccio grifagno per far preda di semplici Colombe, e per dar cibo, e
a a modo di uccellaccio grifagno per far preda di semplici Colombe, e per dar cibo, e pastura alle sue sfrenate, e affamate
non si biasimano le dette tre sorti di Commedie; perché si riprendono per lo più, quando sono degne di riprensione: e se ta
riprese, l’esenzione non è giustificazione; la loro malizia precisa e per se stessa è una sonora tromba di vitupero a loro
condannazione. Credo in oltre, che il giudizioso Lettore non accetti per vera quella particella, con che Beltrame dice, ch
oppo licenziosi nel Teatro, i quali certo meritano di essere moderati per onore del grande Iddio, e per spirituale giovamen
quali certo meritano di essere moderati per onore del grande Iddio, e per spirituale giovamento di molte anime poco fondate
iamme di oscenità, con le quali si fanno degne di ardere nell’Inferno per tutta l’eternità, essendo vera la sentenzaHo. 2.
one al bene; certo che sarebbe tollerabile, anzi desiderabile, almeno per accidente, a fine di spuntar un chiodo con un alt
vero, che Beltrame nel c. 20. scrive, che la Commedia non è inventata per sviar le persone dal ben’operare; ma per distorle
la Commedia non è inventata per sviar le persone dal ben’operare; ma per distorle dal vizio. Quando il Cirugico cava sangu
ce, pazienza: l’Arte mira alla purga, non al danno. E nel c. 22. pone per titolo. Che la Commedia divertisce le persone da
ne tutto il giorno. Altri maledire il non essere stato alla Commedia, per aver perduto al gioco gran somma di zecchini. E B
ché se bene in qualche parte paiono correggere alle volte qualcuno, e per un poco, dall’atto vizioso del gioco; o dalla rea
osti nella Scena sono lezioni, e istruzioni di molti, e gravi peccati per effettuarli. Onde Eusebio Cesarl. 7. de pra par.
il parere di Aristotile, le Favole furono ritrovate da’ Savi antichi per ammaestrare i semplici alle Virtù, e per istruirl
o ritrovate da’ Savi antichi per ammaestrare i semplici alle Virtù, e per istruirli alla fuga de’Vizi. « Fabula, scrive egl
neat verum sensum, et reprasentet aliquid utile. » Vuol dire il Santo per conclusione, che le Scuole Poetiche devono conten
oderazione,e su gli occhi di persone deboli di spirito, non è sferza, per farlo prestamente fuggire; ma sprone, per farlo a
i di spirito, non è sferza, per farlo prestamente fuggire; ma sprone, per farlo avidamente seguire: e la Scena troppo oscen
ngono cose viziose, e brutte bruttamente, e con diletto; e poi dicono per l’utile, che così la Commedia corregge dal male:
sclama nello stesso capo dicendo. O Dio immortale, e come si dee fare per correggere le persone viziose senza nominar il Vi
o una domanda popolare, etc. I Comici dicono. Si rappresenta il male, per insegnar il modo di fuggirlo. I Dottori concordem
a rappresentare qualche Vizio, massimamente col suo meritato castigo, per recar luce di accorgimento a’ trascurati: ma stim
ove dice. « Perché la Repubblical. 7. della Rep. Reg. c. 10. Regia ha per fine la bontà de’ sudditi, le Rappresentazioni no
rutte. E avvenga, che possano essere imitazione di gente ordinaria, e per le cose ridicole porger diletto ancora, nondimeno
uoce più veduta, che non giova il castigo rappresentato. E tali sono, per l’umana fragilità di molti, i Vizi lascivi massim
ruffianesimi, e altre solite oscenità del Teatro; nel quale chi segue per sua guida l’esperienza, non cammina da imprudente
tiamo alla giornata, e in verità troviamo, che niuno, o pochissimi, e per una felicissima, e rara ventura, si emendano da’
aggiunge Beltrame in quel capo 16. ma io credo, che non si accettino per buone da gli uomini dotti in riguardo delle comic
escritti da’ buoni Politici, e da’ savi Moderatori; così la Commedia, per essere tollerabile, deve rappresentare i casi con
he chi descrive con arte una cosa, la può mostrare col suo contrario, per farla meglio spiccare ; ma non deve far ciò in mo
mplici persone; tutto che essi non vogliano questo, e abbiano un fine per altro eccellentissimo. Io abitai una volta in una
, e i libretti di Confessione, si devono leggere con molta cautela, e per giusta cagione: perché alle volte con l’espressio
ragioni, che non sanno tal correzione, né insegnano tal dottrina  : e per una bastevole prova del detto basta il fare alla
an diletto, acciocché\ tu ammaestri gli Spettatori alla Virtù? Mentre per mezzo degli Adulteri; che tu trami, insegni a’ Ma
’insegna nelle Chiese; da’ sacri pulpiti bastevolmente sono informati per l’acquisto de’ buoni costumi i Giovani Cristiani;
gli amori, e gli allettamenti della carne? Tu credi, che i Fanciulli per mezzo tuo s’innamoreranno dell’onestà, mentre sco
endore di Pudicizia, e d’Onestà. Non ha bisogno di osceno Commediante per Maestro della Virtù, chi ha Cristo, e i suoi Sant
no Commediante per Maestro della Virtù, chi ha Cristo, e i suoi Santi per ottimi istruttori. » Aggiungo al suddetto quel po
è spalleggiata dalla ragione: perché ove non vanno i Comici, si pecca per le comuni occasioni, e per li soliti motivi; ma o
e: perché ove non vanno i Comici, si pecca per le comuni occasioni, e per li soliti motivi; ma ove soggiornano i Comici osc
e per li soliti motivi; ma ove soggiornano i Comici osceni, si pecca per que’ rispetti, e di più per li molti, e molto eff
ove soggiornano i Comici osceni, si pecca per que’ rispetti, e di più per li molti, e molto efficaci impulsi nascono dal ve
spirito, e di virtù: e questi sono molti; e da questi molti si fanno per ordinario in una medesima Città più peccati nel t
chi, e da pochi è prezzato  : e però nello pratica scuopre poca forza per correggere i Viziosi. « La Moralità nella Commedi
imanente, che adorna la tavola: mai non si moverà alcuno di casa sua, per andar ad un convito a mangiar pane; ma ben muover
asa sua, per andar ad un convito a mangiar pane; ma ben muoverassi, o per la conversazione, o per la diversità de’ saporosi
convito a mangiar pane; ma ben muoverassi, o per la conversazione, o per la diversità de’ saporosi cibi: ma però non si fa
eno non si recita senza il buon esempio. » Questo Galantuomo discorre per noi, e mostra di voler dire così. In un banchetto
ne? Niuno, o quasi niuno. La dove il diletto è l’incantesimo efficace per tutti; e a molti è anche la rovina spirituale. Qu
le scandalose oscenità: da che segue, che la Commedia è lecita a loro per la Moderazione; e a gli Ascoltanti è gradita per
edia è lecita a loro per la Moderazione; e a gli Ascoltanti è gradita per lo diletto: e a tutti è giovevole perla Moralità:
che la Moderata Commedia divertisce le persone da molti errori; e che per la Commedia, se non s’inganna Beltrame c. 23., mi
vito al godimento del bene: o pure arringo di Virtù, e fuga di Vizio, per conquistar una bella corona di Teatrale onore tra
dello spirito Cristiano, merita una Scena d’oro, e un palco d’avorio, per essere con degna, Azione rappresentata a numerosa
otto il titolo d’Opere degne di onorato plauso, e di molta lode: e io per questa diligenza, e fatica li stimo con la comune
re ne’ giorni Festivi, e ne’ Venerdì Azioni chiamate Opere; acciocché per tutte le Città, e Paesi più facilmente sia loro c
cciocché allettino le persone dotte, e giudiziose ad andare al Teatro per udire, non già una zannata, ovvero una Commedia r
mpo. Ma la verità si è, che si getta, e non si passa il tempo; perché per ordinario l’Azione, e l’Opera non è pura a modo d
osceni. Bisogna confessar alla fine, che l’Opera è molto male operata per l’immodestia; onde ella rende gli Attori operator
l tutto un brutto miscuglio, e un’oscena mercanzia di peccati. Dunque per rispondere in breve, e direttamente al Dubbio dic
Azione nuova, come desidera il popolo; e come è necessario a’ Comici per mantenersi col guadagno quotidiano; perché pochi
i per mantenersi col guadagno quotidiano; perché pochi hanno ingegno, per far ingegnose, e modeste composizioni, e pochi po
cangia in gagliarda fermezza di stabile fondamento: crolla, e vacilla per tutto, chi per tutto mendica sostegno dalle canne
arda fermezza di stabile fondamento: crolla, e vacilla per tutto, chi per tutto mendica sostegno dalle canne, e non dalle c
chi per tutto mendica sostegno dalle canne, e non dalle colonne. Così per mio sentire, se non sento male, procedono coloro,
e ove si vedrà presto, piacendo al Signore, la Moderazione necessaria per fare, o per tenere le Pitture, e le Statue oscene
rà presto, piacendo al Signore, la Moderazione necessaria per fare, o per tenere le Pitture, e le Statue oscene. Ora veniam
tue oscene. Ora veniamo alla soluzione di altri Nodi, che non mancano per ragione del secondo Capo. Capo Secondo Delle D
n cotal numero poiché vanno al Teatro dell’oscena Rappresentazione, e per non essere forti nella Virtù, e per non avere suf
o dell’oscena Rappresentazione, e per non essere forti nella Virtù, e per non avere sufficiente ragione d’andare a vedere,
molte scuse in luogo di buone Ragioni: ma io qui le voglio ponderare per via di Dubbi; e spero, che da’ Savi saranno conos
che le permettono senza buona ragione, devono conoscerli ben disposti per ricevere, come bisogna il beneficio dell’assoluzi
disfazione. Questo caso io seppi l’anno 1646. di Novembre in Fiorenza per scrittura di un Penitente del medesimo P. Gori, a
n perfezione al debito loro; e che assolvano, e non facciano scrupolo per qualche opinione a loro probabile, e per qualche
ano, e non facciano scrupolo per qualche opinione a loro probabile, e per qualche buona ragione degna di essere approvata;
o Spettacolo. E egli rispose affermativamente in quanto al peccato; e per conseguenza non si doveva assolvere, se non desis
m opera sua ». Troppo lacrimosi sono i casi di alcuni Confessori, che per assolvere, non dovendo le persone Penitenti, si s
seguitarla, quando la stima improbabile solamente, « Speculative, et per rationes intrinsecas », secondo la speculativa, e
Speculative, et per rationes intrinsecas », secondo la speculativa, e per vigore di ragioni intrinseche; « non autem practi
lativa, e per vigore di ragioni intrinseche; « non autem practice, et per rationes saltem extrinsecas », e non secondo la p
ce, et per rationes saltem extrinsecas », e non secondo la pratica, e per forza di ragioni almeno estrinseche, le quali son
’ignoranza. Nella lettera mandata a Fiorenza a di 7. di Gennaro 1643. per risposta al detto caso, il primo Teologo P. Giova
sua conserentia. Si vero cam putat improbabilem solum speculative et per rationes intrinsecas, non autem practice per rati
lem solum speculative et per rationes intrinsecas, non autem practice per rationes saltem extrinsecas, quæ sunt auctoritas
tamente dare l’assoluzione, il Penitente ha buona ragion di giustizia per esigerla . E aggiunge. «Hoc etiam procedit, etiam
i dettame della mia coscienza: dunque né egli ha ragione di giustizia per esigere da me l’assoluzione. Che se pure egli, o
data dicesse di tenere tale opinione: io dico, che non è probabile né per ragioni intrinseche , né per l’estrinseca autorit
pinione: io dico, che non è probabile né per ragioni intrinseche , né per l’estrinseca autorità sufficiente d’approvati Dot
iono andare alle Rappresentazioni dell’osceno Teatro; nel quale molti per una, o per molte ragioni possono gravemente pecca
alle Rappresentazioni dell’osceno Teatro; nel quale molti per una, o per molte ragioni possono gravemente peccare. Un prin
lverei, mentre non desistete da tale volontà. Buona regola era quella per la salute delle anime, e degna di essere da molti
onfessori praticata: Se bene chi va alla Commedia oscena, può peccare per altre ragioni. A’ Confessori che insegnano,ovvero
po amici delle oscenità Teatrali, si fanno scudo di questa Ragione; e per renderla più vigorosa, e forte l’appoggiano, quas
delle Commedie oscene, e dell’andar a sentirle, in questo modo. Si va per buon fine, cioè per imparate l’Arte di far belle,
e, e dell’andar a sentirle, in questo modo. Si va per buon fine, cioè per imparate l’Arte di far belle, e ingegnose Azioni:
segua l’applauso dell’Auditorio, e l’onor de’ Recitanti. Di più si va per imparare la virtuosa maniera di vivere con buona,
e, par quasi, che il discernere, qual di loro sia maggiore, si renda, per cosi dire, impossibile: onde il dar nome alla Com
na di riso; e questi detti sono pieni d’inganno. I Commedianti osceni per certo non sono Mastri forniti di quell’eccellenza
r est excellentia Magistri. » Ma sono Maestri vili, infami, e di vita per ordinaria viziosa, e scandalosa. Come dunque poss
». Ma ritorna più duro più superbo, e più lascivo. Andò forse tal’uno per imparare il bene, e prendere un poco di piacere,
al’ora, Accademici vanno alle Commedie correnti, Mercenarie e oscene, per notare le tracce, già artifici, i motti, le sente
già artifici, i motti, le sentenze, i gesti, e l’altre particolarità; per poi servirsene con garbo nelle occasioni de’ loro
à confessar d’aver inteso, che alcuni vadano alle Commedie disoneste, per diventar più onesti, più temperati, e più virtuos
o con questo tenore. Un Figliuolo di un uomo di qualche rilievo aveva per uso disordinato ordinariamente giocare: nella ser
; onde li convenne al partire trovar Amico, che gliene prestasse uno, per non uscir di quel luogo nell’abito più proprio al
rio al suo merito, che alla sua nascita. Passo lo sfortunato, e forse, per divino volere, poco lontano dalla stanza ove le C
con il gusto della Scena il disgusto della perdita: onde applicatosi per poco spazio, vide uscir Orazio, il quale rapprese
pplicatosi per poco spazio, vide uscir Orazio, il quale rappresentava per l’appunto quella Commedia, tanto sua., favorita d
con tanti fruttuosi avvenimenti, che la perdita del denaro gli servì per acquisto di lui medesimo: posciachè vedendo Orazi
ergognino d’insegnar le impurità nella Scena con eterno loro vitupero per sentenza de’ medesimi Comici, professori di Crist
deri i Commedianti osceni, perché i Componimenti fatti da quelli sono per ordinario, come dice il P. MazzarinoRag. 110. lit
fare tante nuove Azioni, o non possono faticare, quanto è necessario, per recitar le altrui nuove, modeste, e graziose. Ho
in Sicilia nella Città di Palermo un ottimo, e zelante Religioso, che per opporsi al danno cagionato nel Popolo dalle Comme
omporre modeste, e ottime Commedie: e composte le offrì a Commedianti per recitare. Que’ Galantuomini volentieri ne presero
è il seguente. Pochissimi sono quelli che vanno alle Commedie oscene, per imparare l’artificio di comporre poi delle modest
comporre poi delle modeste e più che pochissimi quelli, che vi vanno per imparare le Virtù, e la buona, e onorata Civiltà:
a da molto buona ragione confortato ad andarvi. ll caso, che ora sono per spiegare, rinforza il proposto ricordo. L’anno 16
E chi sa che esponendomi a quell’occasione di peccato, non vi cadessi per giusta permissione di Dio? No, no, non vi voglio
più questo savio, dotto, e virtuoso Fiorentino. Le Tragedie si fanno per umiliare l’altierezza de’ Grandi, e le Commedie,
ragedie si fanno per umiliare l’altierezza de’ Grandi, e le Commedie, per sollevare, e dar anima alla debolezza’ de’ Bassi.
brutte, e scandalose oscenità. Punto quarto. Se è buona la Ragione per tollerare le Commedie oscene, il dire che le Citt
tardi punto il rimedio a tali rovine e non merita d’essere accettata per buona quella Ragione, con che alcuni discorrono i
nenti, né più savi, né più perfetti che quelle, ove i Comici recitano per qualche tempo: e questo dimostrato è bastevolment
avrebbe senza le Commedie oscene: come in fatti gli ebbe, avanti che per malvagità del Demonio si usassero tra gli uomini
imo. «  Spectacula opera sunt Diaboli. » Nondimeno, è anche verissimo per relazione de’ pratici, e per argomento della stes
Diaboli. » Nondimeno, è anche verissimo per relazione de’ pratici, e per argomento della stessa, e chiara esperienza, che
edesime Città, Cestelli, e Terre nel tempo delle Commedie oscene sono per ordinario più del solito abbondanti di offese di
tà, hanno i Cittadini più continenti, più savi, e più perfetti. Né io per questo dico, che non si facciano alle volte per l
e più perfetti. Né io per questo dico, che non si facciano alle volte per le strade, per le piazze e per l’officine, e bott
Né io per questo dico, che non si facciano alle volte per le strade, per le piazze e per l’officine, e botteghe de’ Mercan
o dico, che non si facciano alle volte per le strade, per le piazze e per l’officine, e botteghe de’ Mercanti, e degli Arti
i si avvilirebbero senza le Commedie oscene, recherebbe buona Ragione per tollerare. Nobilissimo fregio di buon Cittadino
e. Ora chi crederebbe, che alcuni troppo amici delle Commedie oscene, per mostrarle tollerabili, ricorrono al puntiglio di
da? E pure fu una volta a me proposta da un uomo di gran giudizio. Io per mio credere tengo, che le principali Città fondin
strano la patria con notabile accrescimento di gloriosa fama. Scrisse per acconcio di questo con, giudizioso brevità la pen
nifica, grande, e principale una Città, ma la Virtù de gli, abitanti; per cagione della quale la solitudine stessa merita d
e i Signori Genovesi un’altra proibirono loro il far le Commedie: né per tal’atto perderono punto della gloria loro; anzi
de: e io vorrei poter qui ora intingere la mia penna in oro di eterno per onorarle, e lodarle eternamente. Dico per fine ad
mia penna in oro di eterno per onorarle, e lodarle eternamente. Dico per fine ad ogni Città principale del Cristianesimo,
Domine, et considera, quoniam facta sum vilis. » E potrebbe aspettar per rispostaGer. c. 15.19.. « Si separaveris preziosu
on vera, e altissima nobiltà. Punto sesto. Se sarebbe buona Ragione per tollerare le Commedie oscene in una Città, il dir
lgazione di molte Leggi Imperiali, e di molti Canoni sacri, co’ quali per gravi inconvenienti, saputi da’ supremi Principi
olte vietarono, e oggidì anche vietano alcune di quelle cose, che mai per l’addietro erano state vietate con la proibizione
on modesta, ricreazione. Questo bel caso merita lode così grande, che per celebrarlo degnamente a gloria di quell’Eminentis
imo Se l'essere invitato ad andar alla Commedia oscena, sia Ragione per andarvi lecitamente. La cristiana, e onorata cor
o, dovrebbe andare agli Spettacoli indecenti, conosciuti prima da lui per tali; nondimeno se, non sapendo la futura indecen
io, chiudendo gli occhi; acciocché così mantenga illeso se stesso; e, per quanto può, faccia avvertiti gli altri col suo es
suo esempio. Aggiungo. Se uno fosse invitato di andare a trattenersi per 3. o 4. ore in un posto assai scoperto, e ove si
ttenersi per 3. o 4. ore in un posto assai scoperto, e ove si fossero per sperare contro di lui alcune, o molte cannonate,
per sperare contro di lui alcune, o molte cannonate, vi andrebbe egli per amor dell’Amico invitante, e per non parere scope
o molte cannonate, vi andrebbe egli per amor dell’Amico invitante, e per non parere scoperte? No certo secondo il mio sent
me tentazioni carnali? E come può un debole di spirito, e che conosce per esperienza la sua fragilità, esporsi a così manif
onsentire al diletto della disonestà; e v’andrà con buona intenzione, per servire al suo Principe, e non parere rustico; no
e, benchè forse non fossero tenute tali da molti poco intelligenti, e per ordine di quel Signore molti Cavalieri virtuosi,
con spirituali, e potenti preservativi; come hanno costumato i Santi per non pericolare. Voglio finire con ricordare a que
nto un altro vi possa pericolare. Serva l’avviso di queste Scolastico per regola di saggia Moderazione, a chi fin ora poco
nso di poter senza peccato andar alle Commedie oscene, quando vi vobo per accompagnar un Amico; e non per mio capriccio, ov
alle Commedie oscene, quando vi vobo per accompagnar un Amico; e non per mio capriccio, ovvero elezione. Al che io rispond
priccio, ovvero elezione. Al che io rispondo solamente quel poco, che per acconcio di questo ho letto in un Ragionamento de
icizia de’ consanguinei è più stabile, che l’amicizia de’ compagni: e per essere più naturale, prevale in quelle cose, che
alior existens, et pravalet in his, qua ad Naturam spectant ». Ma non per questo siamo tenuti di accompagnare i Consanguine
one delle cose necessarie. E in vero necessario non è farsi compagno, per andar in compagnia, di un parente al Teatro dison
perché così non si giudica, che egli cooperi al peccato; ma che solo per buona ragione lo permette. Leggere si può il P. D
o del suo cuore, spettante a questo punto; e procuri porre in effetto per l’avvenire ciò, che già sarà detto, come obbligo
tto per l’avvenire ciò, che già sarà detto, come obbligo di coscienza per la salute dell’anima sua. Quelli poi, che a viva
ti pericoli di peccare. Punto nono. Se l'andar alle Commedie oscene per impedire, che non succeda inconveniente, sia buon
L’autorità de’ Grandi, massimamente Superiori, è una forbita spada, per troncare le teste altiere dell’Hidra popolare. Il
do va a favorire il Teatro delle oscene Rappresentazioni. Vado, dice, per impedire, che non succeda inconveniente alcuno in
che non succeda inconveniente alcuno in quella radunanza popolare: e per rimediare subito, e efficacemente, se vi succedes
erché niuno è tenuto di porsi a pericolo della salute sua spirituale, per impedire nel popolo qualche temporale inconvenien
c. Né lascia di essere peccato quello, che si commette da molti; anzi per questa stessa ragione è più tosto maggiore. La co
io, dal cui parere può il Lettore prendere buona materia, e occasione per rispondere al Dubbio. Ora aggiungo io la seconda
nomine Chrstianos, sed re paucissimos; tù vero Fili contende intrare per augustam portam, nec quid multi agant, attende, s
damnosum bonis moribus, quam in aliquo Spectaculo desidere: tunc enim per voluptatem facilius Vitia surrepunt. Quid tu acci
, quantum potes. »Ep. 7. Ma lascio Seneca, e considero, che dice bene per una parte quel Cristiano: perché se solo andasse
mici non reciterebbero, tornando loro troppo scomodo far tanta fatica per la piccola mercede ricevuta da un solo. Ma poi di
di fare lo sfacciato, e l’impudico. La compagnia nel peccato cagiona per ordinario, che si pecchi più animosamente, e che
minuat». Il secondo avviso è ad Celan, « Nihil omnino agimus, qui nos per multitudinis exempla defendimus ad consolationem
avranno qualche buona Ragione, di cui egli non si può valere. Ricordo per ultimo, che questa risposta è simile in qualche m
ati loro con minaccia, che andranno all’Inferno ti rispondono ciascun per se. Io solo non v’andrò: tanti vi sono andati, e
già sono, in punto di farla, o l'hanno cominciata, sia buona Ragione per non peccare andandovi. La Passione è un’ingegnos
r Fabula, quamuis nullus adsit altus; ergo omnes illi, qui sunt causa per se illius Actionis peccant mortaliter. » Cioè. Si
ziandio udendo una sola Commedia; perché essi sono la cagione motiva, per la quale si fa la Rappresentazione; imperoché il
io; e tal’Auditorio è fatto da’ primi, quando già sono di numero, che per loro solamente si farebbe l’Azione, benché niun a
adunque tutti quelli peccano mortalmente, essendo la cagione propria per se stessa efficace del Recitamento Segue l’Autore
i sunt omnes illi oblectunt partiale illius Actionis, et non obiectum per accidens, sed per se; singulorum enim pecuniam pe
oblectunt partiale illius Actionis, et non obiectum per accidens, sed per se; singulorum enim pecuniam per se amat Comedus,
s, et non obiectum per accidens, sed per se; singulorum enim pecuniam per se amat Comedus, ita ut Fabulam sit acturus, ne v
eam esset acturus coram Concione minus frequenti, tamen illam ageret per aliam voluntatem: ea autem voluntas per quam hic,
frequenti, tamen illam ageret per aliam voluntatem: ea autem voluntas per quam hic, et nunc eam agit, pendet per se ab hæc
voluntatem: ea autem voluntas per quam hic, et nunc eam agit, pendet per se ab hæc integra Concione. Item singulorum pecun
agit, pendet per se ab hæc integra Concione. Item singulorum pecunia per se ivuat ad sumptus Histrionicos. Ergo, etc. » Tu
senza la presenza de gli Auditori. Ma dirai; soggiunge egli, Pietro, per atto di esempio, va alla Commedia; e trova, ovver
loquendo, peccet, neque enim peccatur voluntate communi, hoc est, una per aggregationem plurium conspirantium in unum assen
ietro egli aggiunge, che è « causa cooperans », cagione cooperante, e per conseguenza pecca, benché trovi, ovvero presuppon
non solo consensu inferatur damnum. » Pecca insomma l’ultimo Elettore per la sua mala volontà, ma resta libero dall’obbligo
tes peccant ». E la Ragione si è perché il Comico si muove a recitare per la mercede de’ primi, e degli ultimi, e tutti ins
li della rigorosa Scolastica quanto giova a’ modo di luminosa facebp, per meglio vagheggiare la bellissima faccia della Ver
prudenza. A questo senso volgo i ora il mio pensiero, mentre propongo per la risposta al nostro Dubbio il 3. Teologo, che è
, uomo vecchio,consumato su libri, e molto ben noto a Roma, e a dotti per la sua Scolastica, e Morale Teologia. Egli scrive
lam conflunt, et Histrionibus, ex se non paratis solunt, quia re vera per ipso est, ut Comedia detur. Postquam vero suffici
Commedia, vi vanno i primi, e pagano la mercede a’ gli Histrioni, che per innanzi non erano per se stessi apparecchiati; pe
rimi, e pagano la mercede a’ gli Histrioni, che per innanzi non erano per se stessi apparecchiati; perché nel vero questi S
astevole all’esterno peccato degli Histrioni; non pare da condannarsi per questo capo, se alcun vi va; perché non più fomen
ccato mortale nel recitare, una persona particolare, che va a sentire per mera curiosità, e paga; non credo, si possa dire,
corre, né coopera efficacemente al peccato loro; come appare evidente per se stesso: e si raccoglie benissimo da S. Antonin
nt », perché da queste si vede, che di mente di S. Antonino non pecca per rispetto di cooperazione quello, che paga coloro,
ccano, benché paghino la mercede. Ora,che dirò i in questa materia, e per risoluzione del Dubbio? So, che D. Francesco Mari
o che sia comincia; perché se non peccherà cooperando, forse peccherà per altre ragioni, o dilettandosi viziosamente, come
Teatrali disonestà. Ove sono stese molte reti, non basta fuggirne una per rimanere libero da tutte. E chi pecca mortalmente
ta fuggirne una per rimanere libero da tutte. E chi pecca mortalmente per una sola ragione, cammina verso l’Inferno per una
E chi pecca mortalmente per una sola ragione, cammina verso l’Inferno per una strada sola. Punto decimo terzo. Se si può
una strada sola. Punto decimo terzo. Se si può credere, a chi dice per giustificarsi. Io non so, se le correnti Commedie
ia volpina non si nasconde sotto la semplicità del pollo. Voglio dire per acconcio del presente Dubbio. Tal’uno si trova, i
ti? Non sei già in mezzo di un golfo di Mare: non si tiene già veruno per forza. Ah l’astuzia ti tiene: e questa ti fa torn
o di chiarirti, avendone qualche dubbio, e d’informarti da chi lo sa; per non porti temerariamente a manifesto pericolo di
nso alla pubblica fede, che dichiara gli Osceni Mercenari Commedianti per uomini scandalosi, e segnati nel fronte col collo
ualità delle Commedie brutte. E questo è il caso tuo: e questo basta, per atterrar il muro della tua scusa, senza moltiplic
te vi si va. E se non è lecito andare alle Commedie troppo licenziose per lo pericolo di sentire qualche sentenza o parola
sentenza o parola troppo licenziosa: dunque né meno lecito sarà andar per le strade pubbliche; poiché tratto tratto si odon
odono parale troppo licenziose, e molte di numero, e molto scandalose per l’impudica sfacciataggine di molti, e sono profer
impurità maggiore, che non è la Teatrale oscenità. Rispondo. L’andare per le pubbliche strade è un atto cohonestatobr da qu
auso con la persona, ne col riso, ne con la lode, né col gesto; né va per le strade con volontaria certezza, o con fondata
na ragione, e non vana scusa; o che giusta convenienza può mai recare per sua difesa, chi coopera al Comico, mentre pecca m
distruzione spirituale della Virtù  : onde lo Spettatore se ne parte per ordinario con molte piaghe mortali ricevute nel c
della sua concupiscenza. Punto decimo quinto. Se il dire, lo non vò per far peccato, né per mal fine alle Commedie oscene
nza. Punto decimo quinto. Se il dire, lo non vò per far peccato, né per mal fine alle Commedie oscene, e pochi vi vanno c
mal fine alle Commedie oscene, e pochi vi vanno con tal'animo. Basti per andarvi lecitamente. È opinione del Comico Beltr
care il fine, col quale si va alla Commedia, non troverà, chi vi vada per far peccato, e per mal fine. Se io non erro, dice
uale si va alla Commedia, non troverà, chi vi vada per far peccato, e per mal fine. Se io non erro, dice egli, il fine di c
o, che vanno alla Commediac. 17. si somma in questi capi. Molti vanno per la curiosità di sentir; se i Comici sono valent’u
o per la curiosità di sentir; se i Comici sono valent’uomini; e molti per l’uso di vedere tutte le novità. Chi va per passa
no valent’uomini; e molti per l’uso di vedere tutte le novità. Chi va per passar l’ozio: e chi per non saper, dove andare i
per l’uso di vedere tutte le novità. Chi va per passar l’ozio: e chi per non saper, dove andare in quell’ora. Molti vanno
ar l’ozio: e chi per non saper, dove andare in quell’ora. Molti vanno per udir concetti nuovi, o bei discorsi: e altri per
ell’ora. Molti vanno per udir concetti nuovi, o bei discorsi: e altri per sentire le parti ridicole. Chi va, perché talvolt
sentire le parti ridicole. Chi va, perché talvolta anche egli recita, per osservar i modi: e chi va per la conversazione de
i va, perché talvolta anche egli recita,per osservar i modi: e chi va per la conversazione de’ suoi compagni: e chi per tro
servar i modi: e chi va per la conversazione de’ suoi compagni: e chi per trovar, chi paga per lui. Chi va per non voler in
va per la conversazione de’ suoi compagni: e chi per trovar, chi paga per lui. Chi va per non voler in quell’ora giocare, e
sazione de’ suoi compagni: e chi per trovar, chi paga per lui. Chi va per non voler in quell’ora giocare, e chi per passar
r, chi paga per lui. Chi va per non voler in quell’ora giocare, e chi per passar qualche mal’umore. Chi va per esservi cond
oler in quell’ora giocare, e chi per passar qualche mal’umore. Chi va per esservi condotto chi per non parere avaro, o igno
, e chi per passar qualche mal’umore. Chi va per esservi condotto chi per non parere avaro, o ignorante. Chi va per uso: ch
va per esservi condotto chi per non parere avaro, o ignorante. Chi va per uso: chi va, perché vede, che gli altri vi vanno.
i vanno. Insomma cercate, e ricercate, che non troverete, chi vi vada per mal fine. L’opinione di questo Comico non resta g
ro tempo non dicono le parole, né formano i gesti di qualche oscenità per fine, che si pecchi; ma per fine di far fuggir il
e, né formano i gesti di qualche oscenità per fine, che si pecchi; ma per fine di far fuggir il peccato, il quale si rappre
mala « ex objecto essentiali » : dunque peccano mortalmente i Comici per le oscenità gravi. In quanto poi all’asserire, ch
poi all’asserire, che degli Spettatori niuno va alla Commedia oscena per far peccato, ne per mal fine. Rispondo, che forse
he degli Spettatori niuno va alla Commedia oscena per far peccato, ne per mal fine. Rispondo, che forse è vero « in actu si
tione ejus ». Senza che non mancano di quelli che vanno alla Commedia per mal fine direttamente. Onde Beltrame fece l’obiez
. 17. p. 75.. Quanti se ne trovano, che vanno alla Commedia solamente per vedere, se le Recitanti sono belle; e come sono g
i fa di coloro, che vanno alle Feste di devozione, che si muovono più per trovarsi al passeggio, che al ben fare. Io non ap
, che sono instituite « ad conservandum et augendum cultum divinum », per conservar e accrescere il culto divino: e guai a
Comica, Oscena, e Teatrale Azione è iniquità « ad lucrum Comicorum », per dar guadagno a disonesti Attori; onde tal guadagn
tto errore. Perché difficile si è il non peccarvi mortalmente, almeno per una delle molte ragioni, per le quali vi peccano
si è il non peccarvi mortalmente, almeno per una delle molte ragioni, per le quali vi peccano molti; e non sono scusati da
ato, se non si appiglia ad un altro peggiore: e pure e ciascun Fedele per legge di Cristianità è tenuto ai ritiramento da t
bbe? Ovvero. Io guadagno con l’usure, altrimenti ucciderei le persone per guadagnare, si giustificherebbe? Certo che no. E
to, che chi va alla Commedia oscena, faccia peggio in questo senso, e per questa ragione; perché fa due mali: il primo l’an
n mal peggiore: come se uno dicesse. Io do delle ferite al mio nemico per non l’uccidere; e poi dopo qualche tempo l’uccide
nes, citato da Reginaldo: onde nel caso nostro non si ammette, se non per vana causa. E quando si possono schivare tutti i
usque ad n. 3. e troverà bella dottrina, e molte autorità di Dottori, per meglio rispondere a questa difficoltà; alla quale
può secondo la dottrina allegata da molti Dottori; tra quali bastami per ora il P. Baldellit. 2. all. 1. disp.44. n. 17.,
iega ben disposta, o mal disposta nel vagheggiare. Vale questa Regola per la CommediaBeltrame c. 34. a favore di quel Comic
scherma. Rispondo. È vero, che il Vizioso cagiona il peccato: ma non per questo è lecito al Comico osceno darli occasione
e occasione di rovina spirituale. L’uomo intemperante e carnale pecca per la sua mala, natura, e cattiva volontà: ma quindi
osì nel caso delle Commedie poco modeste. Pecca lo Spettatore vizioso per mala volontà: e pecca l’Attore osceno per l’oscen
Pecca lo Spettatore vizioso per mala volontà: e pecca l’Attore osceno per l’oscenità, con la quale porge allo Spettatore oc
indegna della permissione: e ogni Attore, e Spettatore impuro pianga per tempo i suoi peccati, lavando con vera penitenza
le va alla Commedia oscena. La buona Fede è una coraggiosa guerriera per difendere dall’assalto del peccato l’Anima fedele
. Come anche l’Ignoranza non sempre scusa i colpevoli: ne sempre vale per loro buona difesa. È vero, che ella a parere di T
quasi che io fossi reo di un gran peccato, componendo l’Operetta mia, per avvisare gli Spettatori del Teatro: e quasi che i
to avvertito? Sì. Adunque voi stimate, che uno possa gravente peccare per Ignoranza; non solo quando non conosce il male; m
e vi vadano con buona fede: adunque non commettono il peccato mortale per cagione mia; poiché lo commetterebbero ancora sen
nizione. Adunque voi, che avvisate me, il quale a vostro parere pecco per Ignoranza, non mi riprendete perché avviso quelli
r Ignoranza, non mi riprendete perché avviso quelli, che peccano pure per Ignoranza. Voi, o uomo letteratissimo, avete stim
iudizio avvisar me solo, che nominate errante; e poi ascriverete a me per peccato, se io avviso persone innumerabili, le qu
e della colpa, che semplicemente sia colpa: la quale conosciuta basta per la colpa mortale; ancorché invincibilmente non si
colpa mortale; ancorché invincibilmente non si sappia la forza di lei per distruggere la grazia, e «il ius» alla gloria; e
questo modo se non avessero sentito mormorare gli Auditori, e temere per verità. Se sia male, o no, l’andare agli Spettaco
sicuro: ma veramente, e come parlano gli Scolastici, sarà affettata, per peccare più liberamente, e senza rimorso di cosci
a santo ebbe precetto da Dio d’innalzar a modo di tromba la sua voce, per avvisar al popolo i peccati: « Nos id nefas exist
; perché possono fare, e non fanno la diligenza morale, e necessaria, per sapere da Dotti, se l’andarvi sia, o non sia, pec
el Libro, detto la Qualità ai c. 3.nel q. 1. §. Dico 4. E può servire per confermar la risposta a questa difficoltà. E preg
sapiens erit in pena. » Punto decimo nono. Se l’andar alle Commedie per un poco di ricreazione, e per sollievo della sua
decimo nono. Se l’andar alle Commedie per un poco di ricreazione, e per sollievo della sua malinconia, sia lecito. Cleme
’afflitto infermo. Né posso negare, che molti nel mondo, anche grandi per qualificate condizioni, sono mal’affetti, afflitt
zione: e tale si è la Comica, e Teatrale. Quindi un gran Personaggio, per accennar questo, disse a certi suoi amici. Sarà s
a pieno d’affanno, e di malinconia; e risolve d’andare alla Commedia, per sollevarsi alquanto, o per passare due, o tre ore
inconia; e risolve d’andare alla Commedia, per sollevarsi alquanto, o per passare due, o tre ore con un poco di ricreazione
i biasimerebbe il medesimo Dio, la cui liberalità promette a’ Giusti, per allettarli all’osservanza de’ Divini Precetti, l’
sono quei belli paesi, che sogliono far’ i Pittori nelle loro tavole, per riempimento di que’ vacui, che sono intorno alle
enimento: e tali non sono le disoneste, alle quali chi volesse andare per ricreazione, per gusto, e per sollievo della sua
non sono le disoneste, alle quali chi volesse andare per ricreazione, per gusto, e per sollievo della sua malinconia, pecch
isoneste, alle quali chi volesse andare per ricreazione, per gusto, e per sollievo della sua malinconia, peccherebbe; attes
ide. « Percussus enim ab Aspide quasi delectatus vadit in insomnum, e per suavitatem soporis moritur, quia tunc venenum per
adit in insomnum, e per suavitatem soporis moritur, quia tunc venenum per omnia membra latenter decurrit. » Così dice il me
r. c. 23. v. 19. : Dunque chi è Superiore grande, e gusta di Commedie per medicamento dell’umor suo troppo malinconico, le
sustinebit. »ho. 68. in Matt. Troppo è vero, che uno va alla Commedia per trattenimento resta preso nell’amor di una Comica
le trovare, e usare altra medicina che la ricreazione oscena Teatrale per rimedio del suo morbo; così quando vi sono, si as
edam studia graviora; atque maiora. » Cioè. La Natura non ci ha fatto per attendere al gioco, ma più tosto per la severità,
Cioè. La Natura non ci ha fatto per attendere al gioco, ma più tosto per la severità, e per gli studi più gravi, e maggior
n ci ha fatto per attendere al gioco, ma più tosto per la severità, e per gli studi più gravi, e maggiori. Consideri il det
i c. 7. pag. 190., ove scrive così. « Il gioco è necessario all’uomo, per ricreare e l’anima, e il corpo: ma perché l’uomo
orpo: ma perché l’uomo deve regolar le sue Azioni con la ragione; che per ciò la sua miglior parte è detta razionale » : e
t quiete ». Da tutto il suddetto si conclude che chi va alla Commedia per un poco di ricreazione deve andare, non all’oscen
Commedie oscene, è cattivo, dunque non deve usarsi dal buon Cristiano per rimedio della sua malinconia, e per aver piacere.
on deve usarsi dal buon Cristiano per rimedio della sua malinconia, e per aver piacere. Scrive Plutarco. « Non placuit Laco
ire le canzoni, che se bene egli era famelico, si scordava di cibarsi per ascoltare. E so, che ogni buono Cristiano; è tenu
i buono Cristiano; è tenuto ad essere temperante, e chi è tale, fugge per obbligo di Virtù, e di Cristianità, non tutti i d
buono simpliciter, assolutamente; ma è buono al malinconico, è buono per accidente, e secondo la mala disposizione del mal
dente, e secondo la mala disposizione del malinconico, al quale serve per medicamento, e lo ricrea, e fa stare allegro; e è
il diletto buono semplicemente, e dal secondo nasce il diletto buono per accidente. Ma questa dottrina non è contraria a n
imo Dottore. « Sicut contingit, non omne bonum, quod, appetitur, esse per se, et vere bonum, ita non omnis delectatio est p
, appetitur, esse per se, et vere bonum, ita non omnis delectatio est per se et vere bona. » Come avviene, che non ogni ben
ere bona. » Come avviene, che non ogni bene desiderato è veramente, e per se stesso bene; così non ogni diletto è per se st
desiderato è veramente, e per se stesso bene; così non ogni diletto è per se stesso, e veramente diletto buono di bontà mor
morale secondo la Ragione; tuttoché avesse, ό abbia qualche bontà, o per natura, o per accidente, o di altra condizione. D
o la Ragione; tuttoché avesse, ό abbia qualche bontà, o per natura, o per accidente, o di altra condizione. Dunque chi cerc
inconico la persona, aggrava non poco l’anima col peso del peccato. E per conseguenza non è buono rimedio, né da praticarsi
rtuoso Cristiano; ma da uomo malo, chi si diletta delle opere male, e per consolare il corpo, affligge l’anima. « Est bonus
. Punto vigesimo primo. Se è buona la Ragione di chi dice. Io vado per passatempo, e per ridere un poco: e so, che non a
primo. Se è buona la Ragione di chi dice. Io vado per passatempo, e per ridere un poco: e so, che non acconsento al pecca
erarsi diligentemente. E in quanto al primo, con che si dice. Io vado per passatempo: adunque vi posso andare senza peccato
to rimorso di coscienza. Rispondo. Il Superiore non la può permettere per molte Ragioni accennate altrove; e le quali consi
anto ad altri, che, come deboli, vi consentono. Aggiungo. Non accetto per buona quella conseguenza. Adunque vi posso andare
quella conseguenza. Adunque vi posso andare senza peccato, andandovi per passatempo: perché se l’andarvi sarà senza colpa
, né della loro Rappresentazione, e può essere stato mosso ad andarvi per qualche buona Ragione, e molto ben fondata; nel q
ad. 3. ibid. ad. 1. Ma io non affermo già, che l’andare alla Commedia per passatempo sia buona Ragione: anzi credo, che sia
nella vanità, nell’ozio, e perdita, o vana consumazione del tempo; e per conseguenza sia almeno peccato veniale; e, come s
senza frutto, al Giudice Divino; così la medesima strettezza premerà per rispetto del tempo passato oziosamente, e senza f
In quanto a secondo fondamento della proposta Ragione, cioè. Io vado per ridere un poco. Rispondo con un Teologo, che quel
endi », scrive il Savio; ma scrive anche, «  tempus flendi ». Il riso per se stesso non è buono moralmente, né malo; perché
. 7. È una vanità, la quale tal volta è stata di tanto nocumento, che per la troppa dissipazione. degli spiriti, e per la d
di tanto nocumento, che per la troppa dissipazione. degli spiriti, e per la difficoltà di respirare, alcuni sono morti rid
amente, che col riso finì la vita. Io dico, che chi và alla Commedia, per ridere un poco, e modestamente, molte volte da ne
ni della Virtù, ridendo troppo, e squarciatamente. Che se poi ridesse per udire qualche buffoneria, ponderi le parole di Cr
tus plus appendet in statera, quam auditus scurrilium. » E se ridesse per sentire qualche oscenità da un Comico, ovvero Com
sa oscenacap. 48. p. 197., dice, che il Comico scostumato la direbbe, per far ridere qualche mal costumato: poiché i Galant
er far ridere qualche mal costumato: poiché i Galantuomini non ridono per l’oscenità. Ma Tornando alla nostra Risposta, io
rego il virtuoso Lettore a giudicare, quanto si mostri alieno, chi va per ridere alla Commedia, dal costume di quel gran Re
so Fedele, deve rifiutar il riso, che nasce dalle illecite facezie Ma per non rendere qualche persona troppo scrupolosa, av
». Adunque, se un Fedele va alla Commedia come molti vanno, solamente per ridere sentendo le buffonerie, e non avendo altro
tta suoi danari . Quante volte gl’Istrioni veggono i Signori a ridere per rispetto di quel, che essi dicono, o fanno, tante
Simaco; ovvero « circulationem », secondo Teodozione; e stima scritte per se le parole di S. Girolamo. « Quamodo, qui circu
o: se lo Spettatore, forte di Spirito, e stabile nella Virtù (sapendo per l’esperienza, fatta più volte di se stesso, che e
non acconsente a que’ pensieri disonesti, che gli nascono nella mente per rispetto delle vedute, e udite Oscenità) non pecc
e Oscenità) non peccherà con peccato lascivo,e osceno; forse peccherà per una, o per molte altre Ragioni di quelle, che da’
non peccherà con peccato lascivo,e osceno; forse peccherà per una, o per molte altre Ragioni di quelle, che da’ Dottori si
el nostro tempo. Il Cielo annuvolato non si snuvola, né si rasserena per ogni vento; né al suono di ogni tromba si quietan
ietano le battaglie. Quando i Mercenari Comici giungono ad una Città, per farvi al solito le Commedie; molti Nobili, e molt
, e se non molti almeno alcuni, vi possono andare senza grave peccato per qualche buona, e ben fondata Ragione. E essendo c
e ben fondata Ragione. E essendo certo, che molti dubitano, se hanno per se una tal buona Ragione; e non si sanno risolver
ogliono consigliare con chi devono, ne usare la diligenza sufficiente per vincere il Dubbio; però rimangono a modo di naufr
perché alle volte avviene, che mentre molti Predicatori le condannano per illecite; e che non vi si può andare, parlando re
rie del nostro tempo. Io nel seguente Punto apporterò qualche rimedio per vincere con bastevole diligenza, e prudente moral
he altra persona stimata comunemente dal popolo, e assai accreditata: per la qual difesa, e protezione alcuni poi dei popol
rgomenti di Virtù: se bene poi nel Recitamento non mancavano oscenità per le quali l’Azioni meritavano il nome di oscene, e
: anzi stimo erronea quell’opinione che ciò afferma. Subito si sparse per la Città il punto predicato; e molti se ne scanda
ompagnia di Gesù, dicendo, replicando, e provando gagliardamente, che per ordinario, e secondo il corso delle cose solite,
sso la Nobiltà , e anche appresso i Sig. Superiori non senza ragione; per esser quel Padre uno de’ principali Predicatori d
aveva predicato 3. Quaresime seguite nel Tempio di S. Pietro in Roma, per tacere i pulpiti principali di altre principaliss
e l’Eminentissimo Sig. Cardinal Bellarmino si consigliava molte volte per mezzo di lettere con lui nella risoluzione di aff
perché non era peccato. Io so, chi fu quel Religioso Predicatore, ma per riverenza della sua Religione, e per onor di lui
u quel Religioso Predicatore, ma per riverenza della sua Religione, e per onor di lui medesimo ne taccio il nome, e aggiung
ppello al Tribunale della Sacra Coscienza: e dico, che egli ha spalle per portare tutti i peccati, che faranno quelli, che
no le solite Azioni, le quali appunto ai solito riuscirono scandalose per le oscenità, e molto perniciose. Di questo pubbli
richiedevano, e con quella dimostrazione di zelo, che era necessaria, per ovviare al prossimo, e morale pericolo di caduta,
ali erano stati Santi. Il che se bene è vero, non si doveva ricordare per difendere, o per favorire gli osceni Professori,
anti. Il che se bene è vero, non si doveva ricordare per difendere, o per favorire gli osceni Professori, i quali erano di
à, e meritavano, non difesa, o favore, ma riprensione, e moderazione; per non dire, come potrei, discacciamento, o almeno p
di 6. scudi il giorno, oltre il pagamento, che fanno gli Spettatori, per entrare ad udire la Commedia, e oltre i soliti ri
entrare ad udire la Commedia, e oltre i soliti rinfreschi presentati per regalo dagli Amici. Un pubblico Predicatore si di
à delle Commedie perché sono illecitissime; Or quindi tosto si sparse per la Città una voce contro il Predicatore, e contro
rono ragionevole occasione parimente a molti di dubitare fondatamente per argomento estrinseco d’autorità: se fosse peccato
one. Or diciamo una parola del rimedio al proposto Dubbio. Credo, che per levarlo da molti Nobili, e Popolari, gioverà il d
cile il dichiarare il numero di tutti i casi di simil fatta; bastando per regola universale il consigliarsi, « hic et nunc 
e non camminerà tra l’ombre scure della perplessità, e del dubbio. Io per me, non con forza di rigore scolastico ma con pia
male, che il passare vanamente il tempo; questo basterebbe al Diavolo per sentenza del Cancelliere Gersone. « Si nihil habe
a, passando il tempo fruttuosamente, e il medesimo Santo altrove dice per nostro giovamento. « Cum datum nobis tempus in nu
Scripturis hausimus. »t. 1. serm. Quod ludric. et c. L’Abate Talleleo per 60. anni pianse dicendo. « Tempus hoc nobis ad pe
ce. « La scusa d’alcuni sul essere che tali trattenimenti servono più per passatempo, che per altro. » Al che rispondo, che
uni sul essere che tali trattenimenti servono più per passatempo, che per altro. » Al che rispondo, che i passatempi sono p
r passatempo, che per altro. » Al che rispondo, che i passatempi sono per chi ha tempo d’avanzo. Ma chi è questo, se è Cris
quadam subducuntur; quadam essuunt. Turpissima tamen est iactura, qua per negligentiam sit: et si volueris attendere, magna
elle Difficoltà prese da’ Commedianti L’ozio è un ardito Guerriere per assaltare, e per espugnare la Rocca della Virtù;
rese da’ Commedianti L’ozio è un ardito Guerriere per assaltare, e per espugnare la Rocca della Virtù; e nel Mondo egli
e, e per espugnare la Rocca della Virtù; e nel Mondo egli si pubblica per Capitano di molte schiere perché molti sono nel M
mori, e ne’ gusti, variano parimente nel procacciarsi le ricreazioni, per vincere l’Ozio, e per vivere senza peccati: e qui
iano parimente nel procacciarsi le ricreazioni, per vincere l’Ozio, e per vivere senza peccati: e quindi alcuni gustano del
gli umori: e a variati gusti si vogliono variate cose: non tutti sono per star rinchiusi ne’ chiostri: vi sono sempre stati
almeno molti, introducono nel Teatro Azioni oscene; onde, chi vi va, per fuggir l’ozio, incontra un negozio assai più pern
ova, che sono obiezioni di poco momento, e indegne d’essere accettate per buone Ragioni: e queste ne’seguenti Punti si dich
no con quell’Arte. Al Professor di un Arte serve di campo la fatica, per raccorre bvla provisione convenevole, e necessari
guadagno. Tali sono i Comici modesti, che recitano modeste Commedie, per vivere con la fatica dell’Arte loro, esercitata m
questi, e di se stesso, dice Beltrame. Le Commedie nostre sono fatte per sostenimentocap. 54. delle nostre famiglie. Noi r
o fatte per sostenimentocap. 54. delle nostre famiglie. Noi recitiamo per guadagnare il vivere, non avendo altro oggetto, c
recitar Commedie, fosse errore, farebbe maggior fallo, il far’ errore per diletto, che per, necessità avendo la necessità q
fosse errore, farebbe maggior fallo, il far’ errore per diletto, che per , necessità avendo la necessità qualche privilegio
malo statu. » Urlieus in sum. cioè. Alcuni fanno il Comico più tosto per necessità, che per diletto; perché non sanno con
eus in sum. cioè. Alcuni fanno il Comico più tosto per necessità, che per diletto; perché non sanno con altra Arte acquista
necessità, che per diletto; perché non sanno con altra Arte acquistar per sé, e per la loro famiglia il necessario vitto: n
che per diletto; perché non sanno con altra Arte acquistar per sé, e per la loro famiglia il necessario vitto: ne esercita
ratamente, e con modesto Recitamento il pane, e il vestito necessario per mantenersi in vita. Ora per venire alla Risposta
itamento il pane, e il vestito necessario per mantenersi in vita. Ora per venire alla Risposta del Dubbio, dico, che i Comi
« Vocem in ventris causa collocant. » hom. 38. in Mat. Usano la voce per guadagnar il vitto. Né repugnerei a chi dicesse,
to. Né repugnerei a chi dicesse, che tali persone si affaticano assai per provvedersi di un pezzo di pane; né sempre fanno
ella Scena a far ridere la brigata, quando egli ha voglia di piangere per li debiti, e per l’altre miserie della sua povera
ridere la brigata, quando egli ha voglia di piangere per li debiti, e per l’altre miserie della sua povera vita: e tal pove
della sua povera vita: e tal povero Comico, dice Beltrame c. 50., va per dar gusto agli altri, quando forse ha le lacrime
va per dar gusto agli altri, quando forse ha le lacrime agli occhi, o per disgusto di casa, o per dolori d’infermità , o pe
tri, quando forse ha le lacrime agli occhi, o per disgusto di casa, o per dolori d’infermità , o per essere tempo di pagar
rime agli occhi, o per disgusto di casa, o per dolori d’infermità , o per essere tempo di pagar i suoi debiti, e non aver c
ndannano il Meretricio, e chi somministra danaro, e altra provisione, per vivere in peccato, alle Meretrici; cosi hanno rag
ali credo poter dire con verità, che vi vuole una grazia molto grande per fare, che escano da quello stato: imperoché l’and
ta come incantato, e vi vuole una grazia molto grande, come ho detto, per liberarlo. Punto secondo. Si aggiungono alcuni
sto pare a me convenga al luogo del Teatro, ove gli Attori convengono per dire, e gli Uditori per sentire, « seria iocosa »
l luogo del Teatro, ove gli Attori convengono per dire, e gli Uditori per sentire, « seria iocosa », cose di serio giovamen
iventano vituperose; e gli Attori si fanno rei di gravissimi peccati; per cagione de’ quali vivono inquieti con moltiplicat
icordo, scrive Gambacorta, che parlando in Brescia con un Comico, che per 26. anni faceva quella Professione, mi confessò,
a alla Guerra. Quasi volesse dire: non mi sento né forze, né coraggio per le fatiche militari: non posso comprarmi il vitto
d’una Compagnia mi disse in Fiorenza l’anno 1641. «Io non sono buono per servire in Corte; ne ho altra Arte che la Comica,
non sono buono per servire in Corte; ne ho altra Arte che la Comica, per vivere: e questo basti per giustificarmi l’eserci
in Corte; ne ho altra Arte che la Comica, per vivere: e questo basti per giustificarmi l’esercizio. Ma meritò di ricevere
: e questo basti per giustificarmi l’esercizio. Ma meritò di ricevere per risposta. Fratello, se volete tale esercizio, pra
sì perché un pratico, e vecchio Confessore gli aveva negata una volta per Pasqua l’assoluzione; sì anche perché vedeva le s
escluso: cominciò l’esercizio di certa sua Arte; ma poco vi guadagnò; per essere nella Città altri di quella Professione pi
volte con lettere da certi Commedianti suoi amici, ad andare a loro, per tornare all’esercizio infame delle oscene Azioni,
ognandosi credo, perché tornava a quella vita indegna, e dalla quale, per staccarsi affatto, vi è bisogno di una grazia mol
gnandosi il sufficiente vitto, abbracciano l’Arte infame del Buffone, per meglio pappare, e per goder una vita, più abbonda
e vitto, abbracciano l’Arte infame del Buffone, per meglio pappare, e per goder una vita, più abbondante di sollazzo, e di
roppo interessati nel guadagno della Scena. Dicono. Bisogna, che noi, per guadagnare i soldi necessari; al nostro sostentam
isogno nostro. E però noi alle Azioni belle, e ingegnose, aggiungiamo per ordinario le Oscenità, e così piacendo a’ Dotti,
Sig. Cardinal Paleoto. Dice egli,che il Virtuoso Artefice di Pittura, per piacere alla moltitudine ignorante, non deve espr
ulos oblectare magis solent. » Cosi dico io del Comico Moderno: egli, per piacere a chi che sia ignorante, e immodesto, non
servanza della Divina Legge all’interesse dell’illecito guadagno: né, per dar gusto a peccatori, deve dar disgusto a Dio co
mici, e da’ Professori modesti dell’Arte vostra la maniera necessaria per moderare la vostra oscena libertà. E sappiate che
dicono indistintamente, Santa Chiesa permette le Commedie, e i Comici per manco male acciocché il popolo si divertisca da m
a da mali maggiori con la presenza di un male minore: come a punto si per mettono le Cortigiane; acciocché siano riparo all
Azione Virtuosa e di buon esempio. E se le Cortigiane si permettono, per divertire la trabocchevole sensualità; le Commedi
o licenze pubbliche, e vengono invitati, e salariati, e non tollerati per manco male. E quando la Commedia divertisce il ma
conscienza ». Né le Meretrici, radunate in un luogo pubblico, mandano per la Città un tamburino, ovvero un Trombetta,che in
le Meretrici; e con tosto ciò essi più di quelle sono tollerati; solo per quella falsissima Ragione. Noi non facciamo Comme
appresentano l’Azioni disoneste. Aggiungo. Le Meretrici si permettono per levar l’occasione di adulteri, e di peccati più g
lerat peccatum », la Chiesa tollera il peccato d’andar alle Meretrici per evitar un mal maggiore, « ad evitandum maius malu
mi occasione di far peccati mortali, e molti, e gravi, e di rovinarsi per sempre con il fallimento delle ricchezze spiritua
234. 17. : pure nel Cristianesimo sono ora molto più grandi gli aiuti per conservare la, Castità. Salviano loda mirabilment
evarono affatto i Lupanarilib. 7. de Provid.. E da queste poche cose, per tacerne altre, si può raccogliere ciò, che il mod
egli ingrati: troppo indegna cosa è, che il beneficio serva con abuso per semenza d’ingratitudine. I Comici moderni sono bu
acifici, tutti sani, tutti ricchi, tutti sfaccendati, e tutti felici, per conservar, e accrescere a tutti la felicità con u
eguitare persone di tal fatta? Non è questa una manifesta imprudenza, per non dire una scoperta iniquità? Con Beltrame si a
ell’opera, che noi consideriamo  ; e in fine aggiunge. Solo il Comico per sua natura, e per conseguenza del suo esercizio,
consideriamo  ; e in fine aggiunge. Solo il Comico per sua natura, e per conseguenza del suo esercizio, desidera a tutti v
i, ne trae il sostentamento di se e casa sua: onde non può di meno, e per zelo Cristiano, e per debito proprio, di non preg
mento di se e casa sua: onde non può di meno, e per zelo Cristiano, e per debito proprio, di non pregar Iddio per l’univers
meno, e per zelo Cristiano, e per debito proprio, di non pregar Iddio per l’universale salute. Lasci il resto scritto da qu
he tra’ moderni Comici siano molti degni di questo vituperoso fregio, per le loro sceniche impurità. E quelle Compagnie anc
esoro delle gioie non si apre alle Compagnie de’ Ladri. Noi preghiamo per questi cattivi ;acciocché, lasciata la malvagità,
ella troppa benignità: onde poi qualche interessato usasse l’antidoto per veleno, e, in vece di fuggir il peccato, maggiorm
a fare gesti impuri, e senza usare alcuna oscenità: ma i Recitamenti, per cagione degli altri Compagni Recitanti, riescono
il consiglio di lui se ne serva fruttuosamente. Dico 1. Il Comico N. per ordinario pecca mortalmente; perché,volendo, coop
ne qua  » : ove lo Spettatore si chiama « Causa, cum qua. » Ho detto, per ordinario; perché forse per accidente, o molto di
e si chiama « Causa, cum qua. » Ho detto, per ordinario; perché forse per accidente, o molto di raro, può avvenire, che un
to suo pericolo di ritirarsi dal Recitamento, al quale coopera si, ma per rispetto di grave timore, e di giusta cagione. « 
ori; e scusano da peccato mortale molte sorti di persone. Il P. Diana per acconcio di questo cita molti Dottori, e propone
acconcio di questo cita molti Dottori, e propone molti casi; a quali per questo rimetto il Lettore. Nella somma. Ver. Pecc
. et seq. Io qui aggiungo. Il Comico N. serve al capo della Compagnia per fare il Recitamento, in quanto è cosa indifferent
iretta, e prossima dell’oscenità; e non il modesto Comico, che solo «  per accidens preter intentionem, et remote»vi concorr
te»vi concorre, e ha giusta cagione di non ritirarsi da tal concorso, per non perdere qualche necessario guadagno, e per no
rarsi da tal concorso, per non perdere qualche necessario guadagno, e per non incorrere in qualche grave sdegno di persona,
he leggermente. Si può anche notare, che il Recitamento, detto osceno per le oscenità di uno, o di due Recitanti osceni, è
quale non induce il Comico osceno all’uso delle oscenità; né lo paga per questo, né gli si fa applauso; come forse fanno m
o N. a ritirarsi. Dico 3. Non può entrare in altra Compagnia parlando per ordinario, quando sa, o può facilmente sapere, ch
Comici, nella quale non fossero due, o almeno un Recitante osceno; e per cagione di lui il Recitamento fosse osceno: che p
mica; se ha comodità di vivere senza il guadagno di lei; tuttoche sia per provare qualche strettezza, e diminuzione: perché
nde, incomodo temprale. Che se egli non ha comodità di vitto, fatichi per guadagnarselo lecitamente, in «sudore vultus» ; o
onendosi alla servitù altrui; e se non trova uomini, che lo accettino per servitore in casa, (come pur troppo avviene a Com
qualche sacra Religione: che così troverà il necessario sostentamento per l’anima, e per lo corpo. Ovvero faccia, come hann
eligione: che così troverà il necessario sostentamento per l’anima, e per lo corpo. Ovvero faccia, come hanno fatto molti a
tici: e dico, che, se in Italia non sono i luoghi pi eretti solamente per li Comici modesti inabili al Recitamento, non man
esentazioni. Ma temo, che questo mio consigli da pochi sarà accettato per eseguirlo: e forse tal’uno se la passerà con un s
mabundus moneo; ne nos laqueiso irretiri patiamur Inimici: aut potius per virtutem Crucis Christi nos invincibiles præbeamu
bio già è risoluto di sopra nel primo, e secondo detto. Solo aggiungo per questa materia, che molte volte la comodità si ch
mente, e con piena verità il caso, le circostanze, e tutte le ragioni per difesa, e per oppugnazione d’ogni suo interesse:
iena verità il caso, le circostanze, e tutte le ragioni per difesa, e per oppugnazione d’ogni suo interesse: e poi eseguisc
azione, e di opere sante; acciocché così ci prepariamo sollecitamente per l’ultimo giorno di nostra vita; che, quando sia p
mo sollecitamente per l’ultimo giorno di nostra vita; che, quando sia per essere, non sappiamo. E chi vive mal preparato, c
Tutto questa discorsetto co’ suoi punti dottrinali può servire anche per que’ Comici modesti, che tal’ora ad instanza di q
oto.con Teodoretoin Ps. 51. 10. « Justus spem in Deo fixam habeto, et per illam laborare, et laboriosos fructus producere n
à molto bene, se vorrà, ne stare alla finestra, ne recitar in Teatro, per non porger occasione di peccato, a chi mirandola
per non porger occasione di peccato, a chi mirandola facilmente pecca per la debolezza dello spirito. Vero è che lo star in
debolezza dello spirito. Vero è che lo star in finestra non si vieta per necesità alla Donna; e se standovi da occasione d
i da occasione di peccato, non è occasione colpevole, ma scusabile: o per necessità, o per altra buona ragione; poiché cias
peccato, non è occasione colpevole, ma scusabile: o per necessità, o per altra buona ragione; poiché ciascuna persona può
cena con loro Recitanti, non hanno tempo di girar con arte gli occhi, per far preda de’ cuori; che conviene loro star avver
gli occhi, per far preda de’ cuori; che conviene loro star avvertite, per dar risposta a proposito e farsi onore; ma in alt
i non farà buona Comica; e però sa trovar il tempo di girar gli occhi per ferire, e per involar i cuori; né il dover dar ri
na Comica; e però sa trovar il tempo di girar gli occhi per ferire, e per involar i cuori; né il dover dar risposta al Reci
i lui o sfoga gli affetti, o nega i vezzi, secondo che giudica meglio per allettare, e per innamorate: ove una Donna in fin
affetti, o nega i vezzi, secondo che giudica meglio per allettare, e per innamorate: ove una Donna in finestra se ne sta m
simulo illo malorum tantum inquinarentur Autores (intendete i Comici) per pubblicam sceleris Professionem fiebat etiam scel
C. 16. Vuol dire. E cosa tartarea e infernale, insegnare l’eloquenza per mezzo di tali parole impure, e oscene non s’impar
i preziosi ma non bisogna porvi il vino d’errore, e d’impurità. « Non per turpitudinem verba commodius discuntur, aggiunge
on per turpitudinem verba commodius discuntur, aggiunge Agostino, sed per verba turpitudo confidentius perpetrabor. Non acc
almente, e con tanto consenso degli Uomini, che apprendeva quel Santo per cosa quasi impossibile, e un volere opporsi all’i
in un bel Giardino. Questo errore dovrebbero pensar que’ Maestri, che per insegnar a’ Giovanetti la buona latinità, leggono
a giova a me di credere, che ad ogni virtuoso Maestro Cristiano debba per avvertimento bastare quel poco, che contiene la 7
eloquenza, e di pulita, e bella latinità, cagionano cattivi pensieri per mezzo de’ favolosi diletti, e insegnano costumi d
e dice Isidoro; e si riferisce nel cap. « Ideo prohibetur 37. d. Quia per oblectamenta inanium Fabularum mentem excitant ad
plicazione dell’impuro Terenzio; si servì di altri Libri molto buoni, per ammaestrar molto bene la Scolaresca nelle forme,
n disegno che la loro lettura, dichiarazione, e intelligenza servisse per bene de’ suoi Discepoli a conseguir quel fine, ch
ti le Amatorie Commedie di Terenzio, o d’altro: e m’adduco a ciò dire per le autorità, e per le ragioni proposte, e dichiar
edie di Terenzio, o d’altro: e m’adduco a ciò dire per le autorità, e per le ragioni proposte, e dichiarate. Onde molto me
sospetta, malamente si raccoglie la sincerità di un soggetto, tenuto per altro molto nocivo, e pernicioso. Concludo pregan
Concludo pregando ogni Cristiano Maestro a considerare, e praticare, per quanto può, l’avviso di S. Basilio. « Considerand
rmettono lo stamparle; perché dunque non si potranno anche sentire; e per conseguenza perché i Comici non potranno recitarl
Autore. Molti stimano assaissimo questa Ragione: ho udito da Uomini, per altro dotti, che ella è insolubile: ma non dicono
potete con le stelle paragonare. Mirate il volto, ove le gote, ricche per la nativa porpora, e rosate; e quanto grate, quan
a Scena. Imperoché nello Scenico Recitamento si odono le voci formate per piacere, gioconde per rallegrare, umili per mostr
lo Scenico Recitamento si odono le voci formate per piacere, gioconde per rallegrare, umili per mostrare modestia, titubant
si odono le voci formate per piacere, gioconde per rallegrare, umili per mostrare modestia, titubanti per finger timore, f
cere, gioconde per rallegrare, umili per mostrare modestia, titubanti per finger timore, flebili, e piegate teneramente per
modestia, titubanti per finger timore, flebili, e piegate teneramente per muovere pietà, acute, e concitate, per significar
flebili, e piegate teneramente per muovere pietà, acute, e concitate, per significare iracondia, e grave sdegno. Nella Scen
ardui avvenimenti. E finalmente nella Scena le mani sono compagne, o per dir meglio, sono seguaci, e spesse volte interpre
iamò le mani saetta, e dardo del parlare. Or questo non ha la lezione per se stessa; non è aiutata da’gesti; ne accresciuta
vestimenti, l’artificio de’ salti, e balli, la dolcezza de’ canti, e per ultima la pompa, e apparato della Scena ben compo
opo il quale io dovrei aggiungere il mio senso distinto in varie Note per rispondere a tutte le parti del proposto Dubbio c
ar presto, e efficace provvedimento: e io di questo voglio discorrere per via di Punti, r Dubbi secondo il solito a fine, c
: e come tale deve con accuratissima diligenza invigilare, e invigila per la conservazione de’ buoni costumi contro i peric
Onestà. E però da alcuni si domanda. Perché il Papa non lo proibisce per tutto il Cristianesimo? Ovvero i Vescovi per le D
il Papa non lo proibisce per tutto il Cristianesimo? Ovvero i Vescovi per le Diocesi? Rispondo. Non si fa le proibizione un
escritta da’ Teologi, e quando servono, « ad quandam anima quietem », per una certa quiete dell’anima, scrive S. Tommaso 2.
certa quiete dell’anima, scrive S. Tommaso 2. 2. q. 168. a. 2. c., e per un certo onesto rilassamento con qualche diletto;
ciosa. E prego umilissimamente il gran Padre de’ lumi Iddio che degni per sua bontà d’illuminare, e di muovere a questo tut
pienamente informati: onde se le sapessero di certo, le proibirebbero per sempre dalla Cristianità, comandando, che le Rapp
n minentium, quibus votum est ad talia convenire. » Ovvero tollerando per qualche tempo dell’anno i Commedianti ne gli stat
cun Principe tolleri con negativa permissione le Commedie oscene: non per ciò segue, che non pecchino i Recitanti, e gli Sp
ettatori non pecchino gravemente. I Superioric. 26., scrive Beltrame, per evitar maggiori mali, alle volte permettono alcun
per evitar maggiori mali, alle volte permettono alcuna cosa; e forse per compiacere, chi tal grazia chiede: ed altre volte
razia chiede: ed altre volte chiudono gli occhi, e lasciano scorrere, per non essere più importunati, e per non parer tanto
ono gli occhi, e lasciano scorrere, per non essere più importunati, e per non parer tanto austeri. Ma io dico, che la permi
non è lecita secondo S. Tommaso, « nisi vitetur maius malum », se non per evitare un maggior male: e questo non sortisce co
ssione, a me, vel ab alis excepta, malum altquod commune vitatum esse per Comedias. »Subs. 11. Ma qui mi nasce un dubbio:
rtale anzi non volesse udire, se alcun si presentasse al suo cospetto per ragionarne e di più non avesse caro, che si scriv
arne e di più non avesse caro, che si scrivesse né che si predicasse, per illuminar il Popolo a poter, e sapere distinguere
può praticare la dottrina del precetto della fraterna correzione, che per essere affermativo non obbliga « ad semper ». E q
itirarsi; tacere, e raccomandare il tutto al Signore Iddio; acciocché per sua bontà porga comoda occasione di efficace prov
; perché il parlare, o lo scrivere contro, può essere, che sia tenuto per troppa, e indiscreta liberta, e per zelo privo di
ontro, può essere, che sia tenuto per troppa, e indiscreta liberta, e per zelo privo di scienza, non secundum scientiam  e
creta liberta, e per zelo privo di scienza, non secundum scientiam  e per disprezzo virtuale dell’autorità del Superiore, q
nda con titolo di pubblica giurisdizione, e legittima superiorità. Ma per rispondere all’altra parte del Dubbio, che contie
pe pecchi non solo di fomentazione nel peccato; ma di scandalo ancora per le grosse spese: che però si odono spesso ne’ Pop
ribuzioni di altri sostentano i Commedianti, degni di essere cacciati per le loro poco modeste Rappresentazioni. E vero, ch
non lo fanno, perché si compiacciono delle loro sciocchezze; ma è che per lo più chi manca in virtù abbonda di presunzione
e importunano; e il Principe, che è grande, non può dar poco; tal che per levarsi dall’importunità di questi da molte volte
mette le Commedie Oscene perché il popolo ne gusta, sia buona Ragione per tollerarle Gli esempi iuxta §. fin. Inflit. de h
ant Regulam. » E si deve correggere con pio rimedi ciò, che è pessimo per l’esempio. « Quod exemplo pessimum est, corrigend
n l’esempio di uno errante, non è preparar difesa, ma cercar Compagni per andar all’Inferno; « non est defensionem parare,
inquirere. » E quindi io rispondo al Dubbio, che non è buona Ragione per la permissione delle Commedie Oscene l’esempio di
n l’approverei, quando dice. A’ Principi i trattenimenti si concedono per alleviar le noie, per l’uso, per far correr il da
dice. A’ Principi i trattenimenti si concedono per alleviar le noie, per l’uso, per far correr il danaro, per mantenere gl
rincipi i trattenimenti si concedono per alleviar le noie, per l’uso, per far correr il danaro, per mantenere gli esercizi,
concedono per alleviar le noie, per l’uso, per far correr il danaro, per mantenere gli esercizi, per operar cose da Princi
oie, per l’uso, per far correr il danaro, per mantenere gli esercizi, per operar cose da Principi pacifici, per dar gusto a
ro, per mantenere gli esercizi, per operar cose da Principi pacifici, per dar gusto alla Cittadinanza, molte, volte dalla p
le disonestà Teatrali: e se i Popoli ne gustano, gusto tale non basta per farle tollerabili; perché i Popoli, come agitati
e sregolate passioni, molte volte gustano di cose, viziose, le quali per ciò non si devono permettere senza buona, e suffi
zi l’ufficio del Principe, e del Superiore si è faticar in reprimere, per quanto può, i popolari, e immodesti desideri; com
un Popolo gustano delle oscene Rappresentazioni: ve ne sono molti, e per lo spirito, e per la prudenza, e per lo zelo rigu
delle oscene Rappresentazioni: ve ne sono molti, e per lo spirito, e per la prudenza, e per lo zelo riguardevoli, i quali
esentazioni: ve ne sono molti, e per lo spirito, e per la prudenza, e per lo zelo riguardevoli, i quali hanno gusto, che s’
itissimo Regno di Sicilia giunsero una volta i Mercenari Commedianti, per far le loro solite, e oscene Azioni: e prima di c
de’ buoni costumi,e evidente rovina della misera Gioventù, e pregava per amor del Sig. Iddio ad usare ogni possibile dilig
, e pregava per amor del Sig. Iddio ad usare ogni possibile diligenza per rimediar presto all’urgente necessità di molte an
a per rimediar presto all’urgente necessità di molte anime, che erano per cadere in moltitudine grande di peccati mortali.
o Punto il Sig. Fabio Albergati nel tenor, che segue. Con ciò sia che per autorità del Filosofo il gioco è in vece del ripo
la Greca superava. Aggiunge poco dopo quest’Autore. Essendo adunque e per la Ragione e per l’esempio convenevole , e necess
. Aggiunge poco dopo quest’Autore. Essendo adunque e per la Ragione e per l’esempio convenevole , e necessaria la ricreazio
blica, verremo a considerare, quale debba essere. La onde presupposto per autorità di Aristotile, che il Gioco sia riposo,
creerebbero gli Spettacoli, ne’ quali necessariamente intravengono, o per la maggior parte, ferite, e morte d’uomini, nella
I Superiori buoni, e savi, e timorosi di Dio non permettono a’ Popoli per convenevole trattenimento, se non le oneste,e ono
i gusti, coperti col velo di modesta ricreazione, non siano artifici per la distruzione de’ cristiani costumi. E io conclu
a Principi quelle, che essi approvano con la loro autorità: e accetto per vero quel detto di Girolamo Fiorentino. « Quas Co
o le Leggi del ben vivere a’ Cittadini, non proporrebbero tali esempi per formar i costumi: né esporrebbero i sudditi, e il
’ nostri figlioli, e delle nostre sostanze a qualsivoglia persona? No per certo. E di tale accorgimento stimo dotati i Prin
mento stimo dotati i Principi, e Superiori quando approvano le Azioni per lo Recitamento; vogliono, che siano come tante Re
onga cosa alcuna oscena. E mi aggiunse un altro personaggio. I Comici per la malizia loro si abusano della licenza; e infet
castigati, e banditi da Venezia molti Compagni della loro Professione per gli eccessi commessi ne’ Teatrali Recitamenti del
ori contro gli abusatori delle licenze in questo modo. Forse uno dirà per suo discarico: è vero, che i Superiori concedono
ò tollerare l’abuso delle Commedie oscene. Misero quell’infermo, che per timore di ricadere, dopo che sia guarito, nell’in
um, et impunitur remaneat necessarium fuit supervenire Legem Divinam, per quam omnia peccata prohibentur. » Acciocché niun
niun male resti senza la proibizione, fu necessaria la Divina Legge, per vigor di cui si proibiscono tutti i peccati; e pe
a la Divina Legge, per vigor di cui si proibiscono tutti i peccati; e per conseguenza quelli ancora, che nascono dalle Comm
to facilmente, se egli non lo eseguisce non si può salvare, se non fa per tempo la debita penitenza del suo errore. Che se
, e obbligazione. Si può sperare, che il Successore conservi l’ordine per quella massima universale, che è più facile conse
ndirà del tutto le Commedie oscene, senza concepire quel vano timore, per cagione di cui alcuni Superiori dicono. Oh i tris
arà reo il Superiore, mentre fa l’obbligo suo: e poi se alcuni pochi, per essere più sfrenati, faranno peggio, molti altri
r essere più sfrenati, faranno peggio, molti altri ciò non faranno: e per impedire la peggiore malvagità di quelli pochi, n
lo fa differire in altro tempo. E chi mai vide, che un Concubinario, per udire Commedie disoneste, lasciasse in tutto la d
ato nel Gioco delle carte, o de’ dadi si è risoluto mai più giuocare, per aver frequentato le Commedie? Sono tutte menzogne
. Punto sesto. Se i Superiori cavando dalla Commedia Oscena guadagno per qualche Opera pia, possono lecitamente permetterl
sservare i precetti della vera Giustizia, Temperanza, e    Innocenza, per non commettere, né permettere cosa contraria alla
i Beltrame, il quale ragiona della Commedia non oscena, ma modesta; e per questa il guadagno è lecito; e anche il partecipa
a modesta; e per questa il guadagno è lecito; e anche il parteciparne per ordine de’ Superiori una parte a qualche luogo po
Magistrato, né altro Superiore possa permettere le Teatrali oscenità per ragione di cavarne guadagno da impiegarsi in qual
garsi in qualche pia opera, ein occorso di qualche bisognoso. E basti per sufficiente prova la dottrina de’ Teologi, più vo
e’ Teologi, più volte replicata da noi in questo, e in altri Libri, e per la quale non si può permettere un male senza buon
rmettere un male senza buona, e ben fondata ragione; e questa non v’è per la tolleranza, e permissione delle Commedie poco
e delle Commedie turpi, fa questa obiezione dell’utile che se ne caca per sostentamento di molti Ospedali, e per la cura di
ione dell’utile che se ne caca per sostentamento di molti Ospedali, e per la cura di molti corpi infermi. E risponde, mostr
scene Rappresentazioni, posto che se ne cavi qualche buon .emolumento per sovvenire al bisogno de’ luoghi pii. Rispondo. Ve
già, che; la Ragione di tollerare le pubbliche Meretrici sia l’utile per li Monasteri delle Convertite; ma bensì l’inconve
cati maggiori, che s’impediscono con la tolleranza delle Meretrici; e per rispetto de’ quali si pratica in molti luoghi la
ione ragionevole, e niuna opinione probabile vi è, come dice Hurtado, per tollerare le oscene Rappresentazioni; però lecita
erare le oscene Rappresentazioni; però lecita non è tal tolleranza, e per conseguenza l’obiezione fatta, e fondata su l’uti
ata su l’utile, e bene de’ luoghi pi bisognosi, non è di alcun vigore per coonestare al Superiore la permissione delle Teat
q. 10. a. 11. c., che la permissione de’ peccati si deve esaminare sì per la parte del bene, che non s’impedisca; sì anche
eve esaminare sì per la parte del bene, che non s’impedisca; sì anche per la parte del male, che non segua. « Ad has causas
irituale, e la vita della grazia d’innumerabili anime, che la perdono per rispetto della Commedia oscena; e come dunque sar
dia oscena; e come dunque sarà lecita al Superiore la permissione sua per questa Ragione, che con parte di quel guadagno so
i essere veduta, e ascoltata; e hanno usato grano diligenza, non solo per ritirarne i Fedeli; ma anche per ottenere che si
anno usato grano diligenza, non solo per ritirarne i Fedeli; ma anche per ottenere che si levassero affatto le Rappresentaz
he gli antichi, e moderni Scrittori hanno pubblicato alla Cristianità per giovamento di ciascun Fedele, a cui se non possia
Ribadeneira dice. I Dottori non solamente riprendono gli Spettacoli, per essere stati anticamente instituiti da’ Gentilib.
ilib. 1. cap. 11. della Tribol. in onore de’ loro falsi Dei; ma anche per la offesa, la quale per molti altri rispetti vien
Tribol. in onore de’ loro falsi Dei; ma anche per la offesa, la quale per molti altri rispetti vien fatta a nostro Signore
quale per molti altri rispetti vien fatta a nostro Signore con essi e per la corruttela de’ costumi, che ne segue alla Repu
celta di que’ luoghi presi da’ Padri, e da’ Dottori amici che servono per una manifesta condannazione delle moderne Commedi
e cosa immaginabile v’è che imiti il dissoluto, non che dissoluta sia per se stessa? Io rispondo, che S. Crisostomo, e molt
ciute: ancorche molti Autori, così sacri, come profani, approvino ciò per bene: e tra questi S. Ludovico Re di Francia, il
e, in pubblico rappresentate, facesse arrossire gli scostumati; e che per ciò s’emendassero. E Socrate, trovandosi dell’ist
et adstantium quidam diceret. Non hæc eniquo fors animo Socrates? Non per Iovem, inquit, agre fero si in Theatro, perinde u
Vives sopra S. Agostino che nell’antico tempo la Commedia fu proibita per la maledicenza. E quel Satirico Censore di Alcibi
proibita per la maledicenza. E quel Satirico Censore di Alcibiade fu per comando di lui sommerso nel mare Nondimeno second
tutti mal contenti del Re: al quale facevano molte, gagliarde istanze per avere i soliti stipendi, e il meritato danaro. E
ro. E tutti dal Re con buone parole erano rimessi al Regio Tesoriere, per ricevere la dovuta soddisfazione: Ma che? Il Teso
ste mordaci riflessioni il Re s’accorse, che erano dette contro di se per istruzione data dalla Regina sua Consorte, e gelo
de’ suoi amori. Io concedo, che altre cagioni buone possono avvenire, per le quali un Principe, o altro, Superiore dia leci
molto gusto, e con grande utilità. Né io riprovo tali Commedie fatte per cagioni stimate buone da’ Superiori. Ma non posso
ioni stimate buone da’ Superiori. Ma non posso già concedere, che sia per trovarsi qualche buona ragione,che giustifichi la
11., un grandissimo male, il quale dal Superiore si deve impedire, e per carità per officio: « nec excusatur per opinionem
andissimo male, il quale dal Superiore si deve impedire, e per carità per officio: « nec excusatur per opinionem probabilem
Superiore si deve impedire, e per carità per officio: « nec excusatur per opinionem probabilem, quia talis nulla est » : né
altri, che potrei portare, intorno alla permissione di un mal minore, per evitarne un altro maggiore, intende, quando la pe
so,dicendo. L’umana Legge permette alcune cose, non perché le approvi per buone; ma perché non può indirizzarle al bene. « 
oscene  : « quia ex Thoma malum publicum non potest permitti, nisi ut per illud vitetur aliud, quod sine illo vitari non po
e rigirare l’argomento, e dire. Si permette lecitamente il mal minore per schivare il maggiore: dunque si può permettere la
dolente, la conversazione con le Meretrici, e altri peccati ordinari, per schivare le Commedie disoneste; poiché queste con
, e massimamente della Castità; benché a molti paiano peccati piccoli per l’uso cattivo, e mala consuetudine. « Peccata qua
ermissibili Spettacoli, benché alle volte alcuni, o molti del popolo, per la loro poca virtù, e abuso, vi commettano qualch
Commedia vecchia, e la mordacità di Aristofane meritasse imitazione, per avventura contro que’ Soggetti converrebbe, che p
tasse imitazione, per avventura contro que’ Soggetti converrebbe, che per pubblico giudizio fossero stati legittimamente gi
che sempre uccide: e però gli Attori di lei, e i Protettori piangano per tempo i molti, e gran peccati, che hanno commessi
ettori piangano per tempo i molti, e gran peccati, che hanno commessi per sua cagione. « Quam magna deliquimus, avvisa S. C
one. Chi di un soggetto scrive pubblicamente, ovvero discorre, deve, per quanto può, ingegnarsi d’averne prima una perfett
prima una perfettissima contezza: altrimenti porterà pericolo sentire per suo avviso quel motto vulgato, e antico, che il C
che da me fino al presente giorno sono stati letti; adunque Beltrame, per altro uomo di buona volontà, fu d’intelletto non
nostro tempo. Rispondo. La piena cognizione di una cosa non richiede per necessità la vista presenziale: si può avere in a
il Teatro. Rispondo. I Teologi, e i Predicatori non si devono fidare per giuste ragioni delle informazioni, o relazioni de
ossono sicuramente sapere, eziandio che non vi stiano mai presenti, o per la pubblica fama del popolo; o per la fedele rela
che non vi stiano mai presenti, o per la pubblica fama del popolo; o per la fedele relazione d’alcuni Spettatori savi giud
ettatori savi giudiziosi, degni di fede, e mandati a posta al Teatro, per osservare segretamente, e minutamente ciò,che vi
e, e suoi seguaci. Molti giudiziosi vanno alle Commedie mercenarie, e per ordinario le trovano ree; e lo riferiscono a’ Teo
entre fanno le lto Azioni; o conversano insieme fuori del Teatro:e io per questo mezzo ho avuto cognizione di molte cose. E
olte, se vogliono, Azioni, in tutto modeste: e alle volte le fanno, o per timore de Padroni, massimamente recitando in loro
, o per timore de Padroni, massimamente recitando in loro presenza; o per allettar Virtuosi o forse per interesse proprio,
simamente recitando in loro presenza; o per allettar Virtuosi o forse per interesse proprio, e quasi sforzati dalla necessi
Teatrale con danno delle anime, e con trionfo di Satanasso. Così dico per rispondere al caso addotto, e agli altri accennat
Mercenari, e moderni Commedianti si mostrano modesti, e regolati; ma per ordinario, e secondo il solito loro costume, sono
ina degna di essere creduta, e praticata. Essi conoscono la Commedia, per un trattenimento lecito in quanto Commedia; e com
idotti del gioco, o dal postribolo, o da altro luogo peccaminoso; non per questo deve essere libera dalla Censura de’ Teolo
perché non leva da tutti i peccati ma opera, che si lasci un peccato, per farne un altro, e forse più grave, e forse accomp
poiché sta presente ad una oscena Rappresentazione, si fa bersaglio, per essere colpito, e trapassato da mille strali arde
si ritiri dall’impure Rappresentazioni, e pianga gli errori commessi per non se n’essere ritirato. « Plange hic modicum, d
eduto sempre le loro fatiche vane, e infruttuose: perché si proposero per fine, e faticarono, o per muovere i Superiori all
he vane, e infruttuose: perché si proposero per fine, e faticarono, o per muovere i Superiori alla proibizione, o per ritir
per fine, e faticarono, o per muovere i Superiori alla proibizione, o per ritirare i Comici dall’Arte o per spaventare i Po
ere i Superiori alla proibizione, o per ritirare i Comici dall’Arte o per spaventare i Popoli dall’udire le mercenarie Comm
o e pure le Compagnie de’ mercenari Commedianti sono chiamate e vanno per le Città d’Italia e dell’Europa; e vi sono ben ve
ire ove i Giganti di Flegra non poterono arrivare; travagliarsi loro, per travagliar gli altri: voler innestare frutti, ove
nità, e il Comico virtuoso dal vizioso; non fatica in vano, e ottiene per ordinario il preteso fine, e il desiderato frutto
fondato nella necessità; e non solo il modo predicatorio, appoggiato per lo più alla convenienza. Io in molte Città, proce
con i Superiori Ecclesiastici, e Secolari con il modo scolastico, ho per divina bontà conseguito il mio fine; e ho vedute
dobbiamo scrivere  ? Oh questo no; anzi possiamo, e dobbiamo, almeno per carità, e scrivere, e parlare; perché ove arde l’
; e ove sorge l’Idra del Vizio, ivi bisogna usar il fuoco, e’l ferro, per darle morte. Insomma «ubi peccatum, ibi remedium»
dirò con S. Agostino. Dio è il Seminatore celeste della divina grazia per far frutto nelle anime l’uomo, o che scriva, o ch
o Agostino Ser. 4. de verb. Apostol. dice altrove più breve, e meglio per acconcio nostro dicendo. « Nos loquimur; sed Deus
dicendo. « Nos loquimur; sed Deus erudit. » Non devo poi tacere, che per le scritture, e per le parole di molti, molto si
imur; sed Deus erudit. » Non devo poi tacere, che per le scritture, e per le parole di molti, molto si è riformata la Scena
esse Donne nel Teatro, ci sarebbe grato: e si troverebbero altri modi per allettare. Finisco ricordando, che chi scrive, o
nte m’indurrei a capitare, ove si recitano. L’opera da lei composta è per mio credere santissima, e è più che necessarissim
anesimo, ove la licenza degli Istrioni è giunta a segno, che non più, per allettare gli Auditori, studiano in trovare sogge
este, sarebbe non piccolo frutto, né di piccolo giovamento all’Anime, per salvarle dalle gravissime pene del Purgatorio. Po
on vi consumino con peccati, eziandio leggeri, il tempo commesso loro per operare il bene. E per tal fine ricordo, che Zacc
cati, eziandio leggeri, il tempo commesso loro per operare il bene. E per tal fine ricordo, che Zaccaria Bonerio ha pondera
ore, non potendo una notte conciliarsi il sonno, si alzò di letto, e, per andar a prender lume in cucina, cominciò a scende
ò di letto, e, per andar a prender lume in cucina, cominciò a scender per una scala a chiocciola; giunto alla metà, d’onde
ndolo subito atterrito, lo incoraggia, dicendo. Non temere. E presolo per la mano, lo conduce verso la cucina  ; ove aperta
ntoso ministerio voltando, e rivoltando sopra le fiamme, e arrostendo per ogni parte que’due miseri tormentati. Attonito ri
tolleranza di così crudeli supplica? Ma ditemi; siete voi condannati per sempre alle pene Infernali, o pure la Misericordi
o? Risposero quelli con dolorose parole. Salvi noi siamo dall’Inferno per gran misericordia del Sommo Iddio e ma ci ha conf
vani passatempi, quanto maggiori saranno le pene,che si tollereranno per li peccati, eziandio veniali commessi nel Teatro
anissimo passatempo delle oscene Commedie? Deh servano le pene altrui per liberar noi dalle future pene. « Vitemus, conclud
a. E a questa indiscretezza volge il pensiero, e la favella, chiunque per difesa de’Commedianti osceni così discorre. Certo
Onde è vana, e falsa la querela, che Beltrame spiega n 1 cap. 19. Ma per rispondere al punto de’ Commedianti ripresi, dico
i, dico, che è necessaria diligenza grande contro i loro peccati: non per atterrare il guadagno de’ modesti; né per sotterr
contro i loro peccati: non per atterrare il guadagno de’ modesti; né per sotterrare il loro onore; né per levarli il pane
tterrare il guadagno de’ modesti; né per sotterrare il loro onore; né per levarli il pane dalle fauci, né per soddisfare a
per sotterrare il loro onore; né per levarli il pane dalle fauci, né per soddisfare a certe devote Femminucce; né per aggr
il pane dalle fauci, né per soddisfare a certe devote Femminucce; né per aggredire alle Mogli gelose de’Mariti: perché que
ni di poca sodezza, e le porta Beltrame: ma è necessaria la diligenza per molte altre, e molto buone ragioni; alcune delle
o sotto colore di qualche immaginato bene, fa sotterrare i suoi Vizi, per mezzo del piacere, secondo quel detto di Seneca.
meno scusabile, che non sono gli altri: poiché si commette più tosto per elezione, che per essere assaltato da tentazione.
he non sono gli altri: poiché si commette più tosto per elezione, che per essere assaltato da tentazione. Settima, perché l
neque Virtutem cognoscet unquam. » Queste ragioni spiega il Mazarino, per le quali io dico che non è zelo indiscreto il rip
le senza offesa di Dio, e senza rovina degli Spettatori. E chi fatica per un fine tanto giusto, onesto., prudente, e buono;
acremente; o se ferisce; le punture, e le ferite sono ad sanitatem », per apportate la sanità. Non è Medico discreto, e buo
tatem », per apportate la sanità. Non è Medico discreto, e buono; chi per soverchia piacevolezza lascia languire, e morire
piacevolezza lascia languire, e morire l’infermo miseramente. Ricordo per ultimo, che alle volte avviene, che non solo da’
cordarono di porre in ordine il celebre Recitamento del Pastor fiido, per rappresentarlo dopo la Solennità delle feste Pasq
che necessario, e efficace avviso, desiderando, e sperando, che fosse per essere un opportuno preservativo contro la malign
teneva l’ammonizione del Servo di Dio poco se n’approfittarono; anzi, per segno di burlarsene, cominciarono leggere pubblic
i affetto alla Maestà del misericordioso Iddio la loro conversione; e per occasione de’ quali io ricordo a somiglianti pers
. Punto settimo. Di quello, che si può rispondere a chi dice. Alcuni per Interesse parlano contro i Comici osceni. Guarda
per Interesse parlano contro i Comici osceni. Guardati da chi parla per Interesse mascherato di zelo, perché tira colpi d
ro il Sermone; onde si scema la fama, e il credito di molti Dicitori, per altro valenti e famosi. Beltramecap. 36. si fa se
mini: poiché i virtuosi sono quelli, che tirano l’audienza; quasi che per far piacere a loro, gli altri s’abbiano a morir d
ti, coi quali molti mal’affetti restano liberati da lunghe infermità, per cagione delle quali seguiterebbero a spendere lar
Santo, né meno alcun moderno, e virtuoso Predicatore sarà stato mosso per Interesse d’Audienza a proclamare contro i Comici
mettono, e fanno commettere molti peccati; però con santo zelo, e non per Interesse di riputazione, ogni buono, e virtuoso
i tristi Ciarlatani, e però si mostrano alieni da simili persone, non per interesse di perdere qualche guadagno, ma per non
da simili persone, non per interesse di perdere qualche guadagno, ma per non favorire, chi non è meritevole di favore. Io
di stupirsi, perché molti Scrittori lasciano altre materie più utili, per trattare contro di loro. Alcuni Amici de’ modern
farebbe, che ove regna la peste, i medici non curassero di medicare, per attendere ad altro. Peste delle anime sono le Com
i recheranno grandissima utilità a tutti i Fedeli; rendendoli accorti per fuggire i pericoli di perdere l’eterna consolazio
per fuggire i pericoli di perdere l’eterna consolazione del Paradiso, per cagione dell’illecito, e vanissimo gusto, che si
era il morbo, deve perseverare l’applicazione de’ medicamenti. Ma non per questo la Cristianità rimane priva del godimento
iaro; e grazia efficacia a ciascuno, che li legga, come gli bisogna e per conoscere, e per conseguire il fine, per cui ha r
ficacia a ciascuno, che li legga, come gli bisogna e per conoscere, e per conseguire il fine, per cui ha ricevuto l’essere
li legga, come gli bisogna e per conoscere, e per conseguire il fine, per cui ha ricevuto l’essere dal Creatore; e questo c
l guadagno, che sia, costretta di lasciar all’osteria pegni non pochi per riceverne il necessario sostentamento? Non è ingi
sitata di partirsi quanto prima da una Città, nella quale altre volte per le sue Virtù era stata, o chiamata, o volentieri
i Dio, e del bene spirituale delle anime, né ciò si giudica da veruno per opera ingiusta, ma grandemente giusta, e meritori
i li convincono. I Dottori li confondono, I Legislatori li pubblicano per infami. Tutti i Savi si mostrano apertamente loro
ntrari e li vituperano. E questi ciò facendo, commettono ingiusto? No per verità. Dunque né men si possono incolpar d’ingiu
di giustissimi Personaggi. Que’ miseri, e infelici sono molto ciechi per vedere la bellezza dell’Onestà; e sono molto occh
olto ciechi per vedere la bellezza dell’Onestà; e sono molto occhiuti per mirare l’interesse del guadagno; e pare loro, che
ave rimorso a chi li riprende; perché essi con tal guadagno vivono; e per conseguirlo travagliano molto, non solo nel Teatr
ando i Recitamenti. Con tutto ciò si ricordino, che il loro guadagno, per essere ritratto da Azioni oscene, è illecito, e v
i modesti Comici, e i Ciarlatani Virtuosi, ciascuno de’ quali applica per sé, e pratica l’avviso di quel SantoNilus in cap.
i obbiezione vien proposta così. La Commedia fu trovata, e usata, non per introdurre Vizi nel Mondo; ma per, correggerlo da
a Commedia fu trovata, e usata, non per introdurre Vizi nel Mondo; ma per , correggerlo da’ Vizi, e per ammaestrare i Sempli
a, non per introdurre Vizi nel Mondo; ma per, correggerlo da’ Vizi, e per ammaestrare i Semplici al bene, e alle Virtù con
o scrisse a’ Romani, che le opere Teatrali erano un mezzo molto buono per trattenere la nobiltà; e per correggere le person
pere Teatrali erano un mezzo molto buono per trattenere la nobiltà; e per correggere le persone prive di dottrina, e ignora
dere a Beltrame, che la Commedia è un modo trovato da’ Saggicap. 53., per correggere il Vizio ridendo, e non piangendo. Ma
per correggere il Vizio ridendo, e non piangendo. Ma non concedo già per vero quello, che egli aggiunge. Cioè. Tutti i mez
ti i mezzi sono buoni, quando tendono a buono fine; perché chi avesse per fine l’offrire un Calice d’Argento, è d’Oro ad un
vesse per fine l’offrire un Calice d’Argento, è d’Oro ad un Altare; e per tal fine usasse l’assassinio, e il ladroneccio, u
sto è servirsi di un mezzo molto repugnante alla bontà del fine, cioè per cagionare casti costumi, proporre impudiche Azion
alla distruzione della Castità: come se un Piloto volesse la sua nave per « scopulos ducere ad littus » : che è sentimento
ttere, che gli uominidel Bene l. 4. p. 2. c. 50. n. 7. da lui graditi per faceta conversazione, s’usurpassero poi anche nel
la comparsa delle Donne innamorate e altre impurità di questa fatta; per le quali io dico che « non sunt facienda mala, ut
ante: e così la Commedia oscena nella pratica riesce molto perniciosa per le oscenità. Né si deve dire, che a nostro tempo
vina di tante anime. Né vale la scusa di chi dice. Si tratta d’amore, per mostrare i mali effetti di quella passione; accio
uggono, ma si seguono da’ deboli di spirito, e s’imparano nel Teatro, per ridurli poi fuori del Teatro alla pratica disones
ò dire con Val. Flac. « Penelope venit, abito Helena. » Né men giova, per giustificare le correnti Commedie oscene, il dire
ri astuzie, e tal’ora invenzioni arrabbiate, diaboliche, e disperate, per allettare, e per ritenere i poco modesti Amici al
’ora invenzioni arrabbiate, diaboliche, e disperate, per allettare, e per ritenere i poco modesti Amici alle loro conversaz
ne dell’ordinario in un anno, nel quale vi erano stare le Commedie; e per conseguenza si erano impediti tutti que’ peccati,
o. Chi sta ad un’oscena Commedia, non sta in atto di devozione ma sta per ordinario in pericolo, in occasione, e forse in a
vedendo rappresentare la poca fede di lei, e gli scaltri, modi tenuti per cavar danari da i Corrivi? E quanti si sono ravve
altri errori? In Faenza un Padre riaccettò l’unico figliolo cacciato per le querele fatte dalla Matrigna, vedendo in una R
scena cagioni qualche buon pensiero, e qualche virtuosa deliberazione per una grazia molto straordinaria, e abbondantissima
gioia non forma un tesoro: e l’uomo savio giudica secondo quello, che per lo più, succede. E nel caso dello stare alla Comm
nel caso dello stare alla Commedia illecita si vede chiarissimo, che per lo più, e ordinariamente un tristo si fa peggiore
si sostentano col far belletti, lisci, acque bionde; polveri, profumi per le Donne, che ne potrebbero far di meno? Quanti c
le Donne, che ne potrebbero far di meno? Quanti campano la vita loro, per far ordigni da uccidere altrui? E questi’ sono ta
uerela di Beltrame io dico, che come le detto Professioni sono lecite per la convenevolezza di buoni fini, così la Professi
ni, così la Professione de’ Commedianti non merita biasimo, quando ha per fine l’onesto trattenimento: ma si come in quelle
nità, come difetti illeciti, e molto vituperevoli dell’Arte, la quale per se stessa è lecita, e è degna di comendazione: e
rnano con lo splendore della TemperanzaTe. 1. tit. de Intemperantia., per dar gusto a Dio. « Vere felices, dice S. Efrem Si
icolosa a’ Secolari, perché tanti la riprovano? Corre una certa voce per la bocca di molti, i quali per favorire la permis
ti la riprovano? Corre una certa voce per la bocca di molti, i quali per favorire la permissione della Commedia oscena, di
i Fedeli professano il Monachismo. quasi che vogliano dire. S’inganna per regola di certezza, chi pretende annichilar la Co
eazione utile, e dilettevole, inventata, o almeno usata, e approvata, per distogliere dal Vizio e si compone di parole, e d
olto contrari a’ Mercenari Commedianti perché molti di questi, se ben per colpevole ignoranza più, che per conosciuta maliz
ianti perché molti di questi, se ben per colpevole ignoranza più, che per conosciuta malizia infettano le Scene, e il Teatr
ita si richiede da’ Secolari, e da’ Monaci e a tutti si deve una pena per le medesime colpe. E io dico « si non omnes Monac
e colpe. E io dico « si non omnes Monachi, omnes sumus Cristiani », e per conseguenza tutti siamo obbligati a fuggire l’off
e l’offesa di Dio, e la, rovina spirituale dell’anima nostra. Ma dirà per avventura uno contro di me, come giudico esser de
do queste cose; imperoché da persone secolari non si deve cavar, come per forza, una tanto e fatta, e minuta purità. Rispon
e non a’ Gentili, né agl’infedeli. Non voglio tacere ciò, che tal’uno per obbiezione dice alle volte. Un Religioso, essendo
coscienza, al solo mirar una Donna teme, si ritira, e, se può fugge, per non inciampare in qualche pericolo di cadere, gra
abituato a trattar impuramente con Donne, non acquista nuova infamia, per essere veduto a stare udendo, e vagheggiando; le
e veduto a stare udendo, e vagheggiando; le Comiche disoneste, ma non per questo crederò io, che non pecchi; anzi stimerò,
a non per questo crederò io, che non pecchi; anzi stimerò, che pecchi per abito, per uso, e per consuetudine; benché non fa
uesto crederò io, che non pecchi; anzi stimerò, che pecchi per abito, per uso, e per consuetudine; benché non faccia un att
rò io, che non pecchi; anzi stimerò, che pecchi per abito, per uso, e per consuetudine; benché non faccia un atto riflesso
sopra il suo peccato; onde sarà reo di maggior colpa, che se peccasse per pura fragilità, e sentendo timore nel peccare. No
se concedere, come vero, il caso in ordine a qualche secolare, che, o per virtù, o per abito vizioso, o per altro, non teme
come vero, il caso in ordine a qualche secolare, che, o per virtù, o per abito vizioso, o per altro, non temesse di peccar
n ordine a qualche secolare, che, o per virtù, o per abito vizioso, o per altro, non temesse di peccare con il consenso al
o: chi vuol poi precipitarsi, suo danno. Così la Commedia non è fatta per peccare: chi vuol peccare suo danno. Ella si fa b
ne conoscono alcuni in particolare; la Commedia è illecita, e è fatta per peccare, e per far peccare; perché tal comparsa è
cuni in particolare; la Commedia è illecita, e è fatta per peccare, e per far peccare; perché tal comparsa è peccato; e si
tori contro i Commedianti osceni. Il caso seguito suole aver grazia, per ornar un discorso, e anche forza, per confermare
caso seguito suole aver grazia, per ornar un discorso, e anche forza, per confermare una verità; ma non è tale di sua natur
verità; ma non è tale di sua natura, che debba giudicarsi bastevole, per dar fondamento ad un Assioma; o per essere accett
, che debba giudicarsi bastevole, per dar fondamento ad un Assioma; o per essere accettato, come una Legge universale. Di q
toccò ad essere in un Teatro. E quella parola, Casa sua, io prenderei per enigmatica; che tale è la frase Demoniaca: o fors
liono perciò perder quel titolo. E poi io non crederei mai al Demonio per qualsivoglia colore di verità, atteso che egli è
i mai al Demonio per qualsivoglia colore di verità, atteso che egli è per abito mendace, e vanaglorioso. e stima, che tutto
o il mondo sia suo: come gli uscì di bocca, quando ne fece oblazione, per farsi adorare da chi poi gli fiaccò le corna. E p
tro de’ Mercenari Comici moderni e in particolare quello di Beltrame, per lo più è osceno; e le correnti Commedie, io giudi
l’Azione; e richiesto da chi lo conobbe, perché ciò facesse: rispose; per non perdere il guadagno preteso da lui dal farsi
aida, o da qualche gesto mal’ordinato all’onestà, il quale suole aver per guiderdone un isgridamento. E io dico, che tal gu
pretende. E però il narrato Caso giustamente è proposto da’ prudenti per ritirare le persone dalle; oscene Rappresentazion
n nulla. Sono concetti da riempir un discorso , e non argomenti reali per stabilir le ragioni. E non credo di oppormi; poic
sia un nulla il racconto di un Caso seguito, spiegato a proposito, e per rinforzo, e conferma di una verità: tuttoche non
rinforzo, e conferma di una verità: tuttoche non sia buon fondamento, per argomentare a’ particolari ad universale, e per d
sia buon fondamento, per argomentare a’ particolari ad universale, e per dar credito ad un Assioma. Aggiungo. E quante vol
ngo. E quante volte Beltrame, buon uomo, si serve di simili accidenti per stabilire qualche sua ragione? Potrei allegar mol
e qualche sua ragione? Potrei allegar molti luoghi nella sua Supplica per acconcio del detto mio ma di vantaggio basta il c
sta il cap. 57. ove scrive. Dirò una cosa sola occorsami, che servirà per molte ragioni. E poi narra un caso, ove spiega, c
n avessero intera cognizione dell’Arte Comica. Insomma l’esempio vale per esempio, e non per Massima universale ma mostra b
ognizione dell’Arte Comica. Insomma l’esempio vale per esempio, e non per Massima universale ma mostra ben si, che può avve
un particolare quello, che ad altro è già avvenuto: tutto che non sia per avvenire a tutti per Legge di necessità. E il Cas
, che ad altro è già avvenuto: tutto che non sia per avvenire a tutti per Legge di necessità. E il Caso proposto bastevolme
evolmente prova, che il Demonio fa guadagno ne’ Recitamenti osceni; e per ciò si devono fuggire con diligenza da’ Virtuosi;
issenel Giardino de’ fiori curiosi tractat. 1. p. 17., e si certificò per cosa molto vera, che in una Città di Alemagna alc
si l’abito, ne meno spogliarsi i vestimenti; e ella diventata gravida per simile congiungimento , e avendo nell’immaginazio
narrano cose Infernali; e acciocché questa meraviglia fosse manifesta per il Mondo, la portarono stampata per Spagna, e per
questa meraviglia fosse manifesta per il Mondo, la portarono stampata per Spagna, e per la Cristianità. Or noi da questo ca
lia fosse manifesta per il Mondo, la portarono stampata per Spagna, e per la Cristianità. Or noi da questo caso possiamo be
eretica, alcuni si posero a rappresentare una nobilissima Commedia o per sua commissione, o per darle qualche gustevole tr
ero a rappresentare una nobilissima Commedia o per sua commissione, o per darle qualche gustevole trattenimento: nella qual
issione, o per darle qualche gustevole trattenimento: nella quale, si per ornamento dell’Azione, come anche per la presenza
trattenimento: nella quale, si per ornamento dell’Azione, come anche per la presenza della Regina, furono fatti nobilissim
to; e cominciando la Messa, vi fece tutto quello, che egli seppe fare per scherno, e per disprezzo de’ Sacerdoti. Ma, o gra
do la Messa, vi fece tutto quello, che egli seppe fare per scherno, e per disprezzo de’ Sacerdoti. Ma, o gran giudizio di D
iù Savi conobbero benissimo, che quello era stato un vero Demonio, sì per lo terrore, che diede; sì per l’impeto, che operò
he quello era stato un vero Demonio, sì per lo terrore, che diede; sì per l’impeto, che operò; come anche per la puzza e gr
sì per lo terrore, che diede; sì per l’impeto, che operò; come anche per la puzza e gran fetore, che subito qui sparse, e
ome anche per la puzza e gran fetore, che subito qui sparse, e lasciò per tutto. La Commedia non andò più oltre: perché ogn
tto. La Commedia non andò più oltre: perché ogn’uno rimase sbigottito per simil fatto. Ma non per questo la Regina né i suo
ò più oltre: perché ogn’uno rimase sbigottito per simil fatto. Ma non per questo la Regina né i suoi aderenti, si mutarono
a Romana, le quali alloggiavano i passeggeri; e quando un solo veniva per alloggio lo ricevevano allegramente, lo trattavan
Asino; e come tale lo vendevano a’ Mercanti. Un giorno vi capitò solo per sua sventura un Giovane che viveva con l’Arte d’I
pparenza di un Asino; lo tennero appresso di sé, e guadagnarono molto per mezzo di lui perché davano piacere a chiunque di
orse, che un vicino s’invaghì di quell’Animale, trattò con le vecchie per concluderne la compra e alla fine l’ottenne a pre
da quel Custode, che lo cercava tutto sollecito, e domandò. Avete voi per avventura veduto un Asino. Sì, rispose, l’ho vedu
ma ero Uomo, e non potevo parlare. Restò stupido, e quasi fuori di sé per meraviglia il Custode; riferì tutto al Padrone, i
per meraviglia il Custode; riferì tutto al Padrone, il quale lo fece per sicura strada sapere al Papa; onde tosto furono p
ò un Mimo nomato Gaiano, il quale attendeva all’Arte degli Spettacoli per dar al popolo pastura, e trattenimento: ma l’infe
della sua infelicità era stata la sfacciataggine delle bestemmie sue; per le quali, « clementer cruciatus fuisset » ; era s
temmie sue; per le quali, « clementer cruciatus fuisset » ; era stato per mezzo della clemenza pienamente punito, e mutilat
orio, che un Giocolatore stava sonando, e trastullando con una Simia, per guadagnarsi il pane, avanti la porta di una casa,
l suono, disse. Ohimè, ohimè, quel misero è morto: sù, sù, portategli per carità il cibo, e la bevanda: ma sappiate, che è
miano stette diciotto giorni ne’ penacissimi tormenti del Purgatorio, per aver avuto troppo diletto in udire dalla sua came
Spettacoli delle oscene Rappresentazioni  : e io cotal giudizio stimo per ottimo, e degnissimo d’essere con l’esecuzione pr
ssere con l’esecuzione praticato. E a molti di questi esempi accomodo per acconcio di nostro giovamento spirituale l’interr
non moveatur, et timeat, ne similia incurrat? » Ma non voglio tacere per rinforzo del giudizio del citato Autore ciò, che
Fiorenza amato dal Popolo, e da Cittadini , sperando tutti, che fosse per mettere la pace tra loro: e però si rinnovarono l
andissime loro strida, onde lo spettacolo riusciva molto più orribile per lo vero spavento, che co consolativo per lo finto
riusciva molto più orribile per lo vero spavento, che co consolativo per lo finto, e rappresentato Gioco. L’insolita appar
, e calcato di gente, e essendo allora di legname, cadde in un subito per la grandezza del peso, e cadendo cagionò, che mol
ente rotti, e guasti nelle persone; si che il Gioco fatto da beffe, e per allegrezza, riuscì Caso doloroso, lacrimevole, e
a beffe, e per allegrezza, riuscì Caso doloroso, lacrimevole, e vero, per cui moltissimi andarono a saper le novelle dell’a
uesto fu segno del futuro danno, che venir doveva in breve a Fiorenza per gli peccati de' Cittadini. E io quindi avviso a t
Purificazione della purissima Regina degli Angeli, si stava in ordine per recitarsi una Commedia profana in casa di un nobi
o compunti; pensando ciascun a’ casi suoi; e servendo la morte di uno per efficace Predicator di penitenza a molti: « fuit
e avvenne questo successo. Molti Gentiluomini in Patria loro facevano per titolo di trattenimento certe Commedie, le quali
omenica avrebbe parlato delle Commedie; già che alcuni s’erano offesi per quel poco, che avanti egli n’aveva accennato. Sub
o in Pergamo, e fatta la prima parte, disse. Alcuni si sono lamentati per certe mie parole dette contro le correnti Commedi
a lingua alle maldicenze, e provocò l’Ira Divina con più gravi colpe: per le quali, come si crede, fra lo spazio breve di s
olpendo nel bersaglio di questo fine, finisco di lanciar altre saette per ferire: e solo ricordo la grave sentenza del Sant
imi Comici che si persuadono d’esercitare con Virtù l’Arte, accettano per vero il detto mio; e lo confermano con i detti lo
fermano con i detti loro. Beltrame pone lui sul fronte di un suo Capo per titolo questocap. 42. avviso . Se coloro, che rip
ontro di chi sconciamente avesse parlato, dicendo al mal fattore, che per sua cagione si fosse fatto quel schiamazzo: e gli
li Ebrei, né S. Tommaso d’Aquino a gli Eretici; non so, chi l’approva per bene. Sin qui Beltrame. Al quale io voglio rispon
convincere di menzogna questo mio detto: tutto che non se lo persuada per vero, seguendo il parere, e il lamento di Beltram
onforto, e di molta soddisfazione a que’ Commedianti, che non peccano per malizia, ma esercitano secondo il debito Decoro;
o per malizia, ma esercitano secondo il debito Decoro; ovvero mancano per inavvertenza se per falsa persuasiva d’esercitarl
ercitano secondo il debito Decoro; ovvero mancano per inavvertenza se per falsa persuasiva d’esercitarla bene, come bisogna
inavvertenza se per falsa persuasiva d’esercitarla bene, come bisogna per non peccare mortalmente. Dico terzo. Gli Autori c
, ma, o non si fa tal correzione, o se si fa, non segue l’emendazione per ordinario. Io mi rattengo dal provare, che, con l
troppo vituperoso; mostrandogli, e istruendolo, come poteva moderarlo per un’altra volta. Dal che intendiamo, che Beltrame,
Beltrame è il Cecchino, e altri moderni Commedianti, i quali portano per lo Mondo, e pubblicano con detti, e con fatti un
sa rappresentare nel cristiano, e modesto Theatro. Il terzo rispetto, per cagione di cui non si fà da' Comici la correzione
di natura tristo, e scostumato, e troppo libero nell'oscenità  ; ma, per far compiuta, e perfetta una Compagnia di buoni,
uesto modo, e sopportare con patienza un tristo Comico di costumi rei per godere l'Azione di molti buoni, et virtuosi. Nè o
ne. Se da' Comici buoni si fa tal correzione, non segue l'emendazione per ordinario. E per efficace prova di questo basta l
buoni si fa tal correzione, non segue l'emendazione per ordinario. E per efficace prova di questo basta la continuazione d
na spirituale d'innumerabili Fedeli, che rapiti da quel dolce incanto per due minuti di vanissimo diletto vendono il tesoro
con che resti pienamente spiegato, quale sia la Commedia oscena  ; e per quali, et quanti rispetti, o cironstanze si giudi
Superiori, i quali possono, e devono, non applicano efficaci rimedii, per levare in tutto dalla Cristianità questo morbo pe
erere, extrema dementia est. » E una stoltezza l'affaticar se stesso, per far acquisto dell'odio altrui. Supplico però humi
ile, la Soluzione d’ambedue, con desiderio di poter dire di ciascuno, per utilità grande di molti Fedeli, le parole scritte
minum: omnibus corde mutato recta sapere, et recta velle donatur ». E per dare a tutti occasione di sempre vigilare, e fugg
tutti occasione di sempre vigilare, e fuggire quella, sicurezza; che, per essere incauta, cagiona in molti il pericolo di p
so Teologo da Fanano. Nota prima. Nella presente Censura, composta per via di Discorso, e distinta in Note, si propongon
no la bontà de’ costumi, e la perfezione delle virtù ne’ Cittadini. E per questa proibizione fatta contro tali Poeti impuri
si pregiano, e stimano degni di lode quanto peggio canzonano. E forse per questo rispetto l’imperator Romano cacciò in band
Cioè vuol dire, sono persone ree di grave colpa. E tali si giudicano per sentenza comune de’ Teologi nelle Scuole Sanchiez
tista Guarini desiderava ottenere una grazia da Sua Santità, e elesse per intercessione il gravissimo, e prudentissimo Sign
o chiamare, e venga a me: non badi punto, presto sen venga. Venne, ma per sentire una palinodia, che non pensava. Voi, diss
tore del Pastorfido? Io non voglio domandar grazia alcuna a N. Signor per voi: perché col vostro Libretto avete fatto più d
icenziò non poco sconsolato, anzi assai mortificato. Ho saputo, anche per buona relazione; che il Signor Cardinal Bellarmin
oeta scriveva gli amori di certa Signora principale di Spagna, tenuta per onestissima, e con ragione. E vedendosi il Poeta
gli amori, e leggerezze, che fingeva nella, sua favola, fu costretto per conservare la sua riputazione, porre al principio
e risguardo all’onestà della Signora, di cui parlava, non l’ebbe però per quella de’ Lettori, che avessero a leggere le sue
vani, che fingeva. Questo è il zuccaro, che si pone in questi Libri, per addolcirli. O Dio e quanto in questo secolo hanno
chille, il quale fu di poca stima, e riputazione appresso gli antichi per essersi dilettato di essere uno di questi vani e
re quasi in stuporem raptus videbatur; festos antem ea scribebant qua per hebdomadam de fictorum Heorum factis, amoribusque
iaga più grave meritano i nostri Poeti, e altri Compositori disonesti per molte ragioni, alcune delle quali spiega Baldesan
une delle quali spiega Baldesano dicendo. Licenziosamente si dimenano per bocca Imperatori famosi, illustri Principi, guerr
bocca di Eroi tanto segnalati, e tanto benemeriti della Cristianità e per mezzo di disoneste operazioni, dette, e scritte d
este operazioni, dette, e scritte di uomini, che le abominarono, come per tante tazze, dar’a bere a chi legge, il veleno di
zze, dar’a bere a chi legge, il veleno di mille vizi, e cosa nel vero per se stessa intollerabile, e degna di essere deplor
subire atrocissimam mortem non dubitavit. Isti eos edunt ingeni satus per quos contra Deum vel mortui militent. Absoluam un
che di presente godono l’aura della vita; ma prepara il veleno ancora per coloro, che devono venir a luce col futuro nascim
da flambi? » E anche una pazzia dell’impuro Compositore fingere pazzo per amore alcuno segnalato Eroe, che pretende con lod
t inimicius Virtuti, misere transfugiant ». Egli cercando le ragioni, per le quali questi Compositori applicano l’animo all
ones, ac fabulas tam inscitè, turpiterque peccare ». Egli non accetta per buone le scuse, con le quali i Compositori osceni
e i principali Poeti degli antichi hanno scritto pudicamente:e nomina per tali « Lucanu Statium, Silium, Flaccum, Heroicos
tem exemplo castigent. » Al molto detto sin qui dallo Strada aggiungo per conclusione un poco del detto di altri. Il P. Dan
mia scola, Temerari che son fabri d’inganni, Rispondo, che ne menton per la gola. Che per me canta gli amorosi affanni,
ri che son fabri d’inganni, Rispondo, che ne menton per la gola. Che per me canta gli amorosi affanni, Serba lo stil, che
sia, vederci. Oh vorrei che tornasse in questa etade Il mio Platon, per discacciar d’Athene Cotal canaglia a furia di sa
alla meta de Demoni la fatica di tentare  ; poiché un mal Libro vale per cento Demoni. E quei veri Misantropi di colà giù,
i impudichi sono simili ad un Calice d’oro, in cui si porge il veleno per bevanda. « Unusquisque Poetarum, qui putantur apu
vit, venenum turpiloqui, venenum eorum, qua anima interemunt. » E qui per acconcio si può inserire il pensiero del gran Leg
i stavano dormendo e trascurando: e è cresciuta tanto in questi tempi per li nostri peccati, che pare voglia affogare la se
le sincere verità, e sana dottrina: e le lasciassero aperte solamente per udire con gusto favole, e bugie, che solo tratten
. sia divulgata la peste de’ Libri sporchi, quanto liberamente vadano per le mani de’ Giovanetti, delle fanciulle, delle ma
fornicazione accende nel cuore il fuoco della libidine. Mine segrete per espugnar la rocca della buona volontà. Tignuole,
ologoc.2.p.318.c.4.p.331. : e aggiunge. Sebbene nei Libri poco onesti per avventura non conterranno cose contra la Fede, e
ri disonesti  ; e accenna l’effetto, che fanno contro la castità  : e per dichiarare, che ciò segue facilmente  ; e in part
gas, amori, vani, e fatui. Questo è il zuccarobx, che si pone in essi per addolcirli e dar loro il sapore; acciocché poi pi
iocché compariscano, e vengano bene a gli occhi. Questo è il miele, o per meglio dire, il tossico, o veleno, con che s’atto
ce. Effeminano l’animo, ingrossano l’ingegno, e eccitano l’intelletto per le passioni veementi, che eccitano in chi li legg
etto per le passioni veementi, che eccitano in chi li legge. Onde non per altro Platone stermina dalla sua Repubblica così
ù pervertono la memoria, e infiammano la volontà a’ brutti peccati. E per questo dice S. Isidoro, che non per altro sono pr
o la volontà a’ brutti peccati. E per questo dice S. Isidoro, che non per altro sono proibiti cotali Libri a’ Cristiani, se
desiderio delle cose di Dio, e della salute. Onde chi bene avvertirà, per esperienza troverà, che quanto più di tali Libri
io, e alla frequenza de’ Santi Sacramenti Confessione, e Comunione: e per lo contrario inchinatissimo a vizi, alle delizie,
nversar con gli animali immondi che con gli uomini Cristiani. Insomma per conchiuderlabz, pervertono tutto l’uomo; tolgono
assimamente giovinetti, e giovinette, leggendo si rovineranno. Scrive per acconcio di questa rovina saggio e nobile Moderno
ere il P. Barton. Quanto scempio e nell’onestà, e nella religione fa ( per non dire ora della baldanzosa libertà de’ cattivi
to, e il veleno: corrono al canto, e restano nel vischio: chi cammina per polvere, o fango, come che leggermente se il facc
ologo Bresciano, par. 2. dell’uomo di Lettere tir. Lascivia. Ne vanno per tutta la terra sparsi per ogni clima, fatti Citta
ell’uomo di Lettere tir. Lascivia. Ne vanno per tutta la terra sparsi per ogni clima, fatti Cittadini d’ogni paese, e con g
e con gran cura tradotti, perché parlino in tutte le lingue, come se per timore, che il mondo vergine non finisca, s’avess
e per timore, che il mondo vergine non finisca, s’avessero a spargere per tutto il mondo stimoli di lascivia: portano in fr
agnie si leggono, si studiano, si cantano, e tutto il giorno si hanno per le mani. Questi insomma sono adesso la ricreazion
giovinetti, e giovinette, che appena sanno leggere, bene spesso hanno per le mani simili Libri, trastullandosi con essi, e
l diletto a poco a poco bevendosi il veleno di mille vizi, e malizie, per le quali poi diventano licenziosi, dissoluti, sbo
ssuti. Per la qual cosa meraviglia non è, se poi tal’ora avviene, che per qualche eccesso, de’ figli, o delle figlie, molte
irolamo, che vi sia uomo Cristiano, che lasci di leggere Libri Santi, per spendere il tempo ne’profani, in comporre Commedi
domandar Dio stretto contro i suoi ministri. O quanto breve è la vita per si lungo viaggio, che ci resta, per arrivar al ci
inistri. O quanto breve è la vita per si lungo viaggio, che ci resta, per arrivar al cielo: e con tutto ciò la maggior part
sa vostra tutti i Libri a questo somiglianti: e se ciò farete, tenete per fermo che la febbre subito partirà da voi». Cosa
ne alle volte un Religioso, e però si può nomare nimico di lei, se un per ragione di Eresia, almeno per ragione d’impurità
però si può nomare nimico di lei, se un per ragione di Eresia, almeno per ragione d’impurità confermo il detto col il caso
effetto di quel Libro osceno, solamente in parte, e tenuto da giovane per altro virtuoso, e senza intenzione di servirsene
enuto da giovane per altro virtuoso, e senza intenzione di servirsene per peccato; che cattivi effetti dunque potranno teme
ti e molto osceni, e peto servir nel comporre le poetiche oscenità, o per far peggio? Certo che di molti si è verificato il
prirono subito scuola, mutando la casa in postribolo e pubblicando se per vituperose meretrici. Ho saputo da persona religi
e che fu Maestro de’ Novizi, e del B. Luigi Gonzaga, stava una volta per convalescenza con un fratello coadiutore in una v
eva fatto voto di non fare alcun peccato veniale avvertentementecd, e per industria: e in oltre di non leggere alcun profan
grave infermità si vedesse nell’ultimo passo di questa vita mortale, per dover andar all’esame e spaventoso del Giudizio P
ledetta lezione de’ Libri profani, e tristi: E o maledetti ornamenti: per vostra cagione io muoio dannata. E ciò detto si s
le Composizioni, e Libri disonesti? Certo che non sono ammaestramenti per le virtù, ma perniciosi insegnamenti per li pecca
che non sono ammaestramenti per le virtù, ma perniciosi insegnamenti per li peccati, per li vizi e per l’ultima rovina del
maestramenti per le virtù, ma perniciosi insegnamenti per li peccati, per li vizi e per l’ultima rovina delle anime, e dell
er le virtù, ma perniciosi insegnamenti per li peccati, per li vizi e per l’ultima rovina delle anime, e della dannazione.
l’ultima rovina delle anime, e della dannazione. Angelo Grossi avvisa per utilità di molti. Si divezzino i curiosi, e eleva
uade alla gioventù gli inonesti, e malvagi. Scrive un moderno Teologo per conferma di questo con affetto così. « Eh Dio che
iletto al senso, e all’intelletto, che si lasciano ingannare dai Sali per dentro sparsi, e dai concetti con lusinghevole st
? Fece tradurre l’Amadigi in lingua Francese elegantissima, lo sparse per la Corte: che poi letto dai curiosi Cortigiani, e
ura, a nausearla, e a desiderare di sperimentare ciò che leggevano. E per questa via i breve fu piena la Corte d’insolenti,
ndes, aut fructus porrigentes ea ducunt; ita tu mihi Librum porrigens per totam Atricam, et alio, quo velit, perduceres. »
one de’ Libri disonesti, e aggiunge. «  Tertio si non expugnat mentem per consensum, oppugnat certe per suggestionem obscæn
iunge. «  Tertio si non expugnat mentem per consensum, oppugnat certe per suggestionem obscænitatem; et ab oratione revocat
fetto si è, che quella Lezione, se non espugna la mente, e la volontà per mezzo del consenso, certo la oppugna con la sugge
. delle cose brutte in essi contenute, tu commetti peccato mortale; e per conseguenza perdi la grazia, e amicizia di Dio tu
che molti Giovani si ritengono da’ peccati, e dall’immondezze, parte per una certa naturale vergogna, e parte ancora per l
all’immondezze, parte per una certa naturale vergogna, e parte ancora per le buone ammonizioni, che ricevono da’ Parenti, o
l’ode nelle Confessioni. Sono innumerabili i Giovani, e Donzelle che per la Lezione di simili Libri si sono persi, e guast
mne adversus Vitia vitiorum aspectu conceperint, ac in sinum Virtutis per ea oblectamenta pervenerint? Utinam responsuri no
issima Poetarum Carmina amatoris insanis ad nauseam usque redundantia per manus volitent Adolescentium, animosque iniquissi
oni di Scena, quante lacrimose catastrofi ha vedute, mentre animi che per lo pregio di vergine onesta gareggiavano in candi
acepto 6. c. 15. » Cioè. Peccato veniale si è il leggere Libri osceni per sola vana curiosità, e diletto: ma è mortale, qua
elle cose disoneste. O quanto temo, che siano molti quelli, che forse per vanità cominciano la Lezione impudica, e poi la f
al costumato vivere notabile danno, debbonsi con gran cautela legger per conto degli errori, che eglino hanno nella Chiesa
rborum », gustano di Libri pieni di utilità. Molti Fedeli non muovono per questa ragione; ma dicono. Noi gustiamo della Lez
soleva ricordare la malvagia fraude di quell’antico Agricoltore, che per uccidere le Api di un Emolo suo, da se molto odia
lui comparivano belli, e graziosi, e allettavano le Api a posarvisi, per raccorne il miele; ma col miele raccoglievano il
oma. « Bonum ex integra causa » : e serve di rete all’astuto Inimico, per allacciar le anime di molti nel diletto del male
ne’ Libri, come in un fiorito campo fanno le Api, delle quali scrive per acconcio nostro il gran Basilio. « Apes non omnib
cene, si guardi dal leggere le oscenità: moderi il gusto del diletto, per non aver occasione di piangere poi i suoi errori.
Da que’ Savi antichi, e zelanti Dottori Cristiani fu ripreso Teofilo per la Lezione di certi Libri di Origene; e non fu ac
Teofilo per la Lezione di certi Libri di Origene; e non fu accettata per buona la scusa, che allegava, dicendo. « Io scelg
i altri. » E così merita censura, chi si sente della presente Ragione per leggere Libri disonesti. Ma dirà taluno. Io uso p
le parole, mediante una Lezione tanto bruttal. 1. Conf. c. 16. : dove per lo contrario con parole tali si commette più conf
si commette più confidentemente l’opera brutta: e massimamente perché per ordinario non si leggono questi Libri con un fine
rienza pur troppo convince, che molti Giovani, leggendo Libri osceni, per cavarne qualche erudizione, o per notar le belle
lti Giovani, leggendo Libri osceni, per cavarne qualche erudizione, o per notar le belle parole, con che possano formare, e
. 8.. o quelle di S. Isidoro. « Melius est, perniciosa ignorare, quam per experientiam in aliquem lequeum erroris incurrere
gravius est opinione multorum, ac latius manat. » A questi si può dar per avviso. « Nitidios adite fontes, vi quemadmodum d
si prenderanno le voci, le sentenze, e i concetti spiritosi, e belli per iscrivere Lettere, o Sonetti, e Canzoni amatorie,
tem? Necesse erit ea discere, qua scelus est facere? » E se i Maestri per avviso de’ Santi Dottori non possono dichiarare i
t sententiolas colligendi, vocare in preceps nimis in lubrico positam per seq lapsantem Adolescentium ac Puerorum aetatem. 
grave, e affatto indegno d’un animo Cristiano. S. Girolamo fu ripreso per esser Ciceroniano, perchè leggeva Tullio: or che
a Cristo pectora. » Nota decima terza. Si considera un’altra Ragione, per la quale alcuni attendono alla Lezione poco modes
o istituto delle Città, e de’ Legislatori l’usar le Favole de’ Poeti, per muovere soavemente, e efficacemente alla Virtù le
ne , che si dica. « Et simulant Curios, cum Bacchanalia scribant. » E per le quali la loro Lezione meritamente si chiama os
us, inanissime fuisse conficta. »in c. 1. mihi. n. 60. 61. Ma vediamo per quali Ragioni si leggano questi Libri. Due n’ho s
iderare i molti e efficaci motivi, che una persona virtuosa può avere per lasciare, fuggire, e odiare cotal Lezione. Io not
Lex Domini immaculata », deve fuggire con diligenza ogni bruttezza, e per conseguenza anche l’oscena Lezione de’ Libri poco
pestilente Lezione. « Quid Cacodemon faces in morte, scrive Dresselio per acconcio di questo motivo, cum Ovidios, et Amadis
nte il Religioso Teologo Bresciano, i quali qui ho accennato in breve per comodità di chi legge: e a’ quali ora aggiungo al
6. D.  » E quindi può il virtuoso Fedele prendere un efficace motivo, per animarsi alla fuga d’ogni impudica Lezione de’ Li
mpudica Lezione de’ Libri osceni. So, che alcuni dicono. Noi leggiamo per sapere le Favole degli antichi Poeti. E io rispon
pulchrarum cupidos erudiunt. »l. 4. c. 19. I soli Libri buoni bastano per ammaestrare al bene i Lettori desiderosi. Questi
ue ogni buona regola di ragione vuole, che si moltiplichino i Motivi, per rendere abominevole ad ogni Virtuoso così nociva
averia voluto aver nelle mani tutte le copie, che s’erano pubblicate, per poterle bruciare; parendo a lui d’aver troppo mal
, si prova, credo, assai bene il grave disgusto, che essi riceverono, per aver fatto Componimenti osceni. Nella pubblica Pi
onesti; onde que’ Fedeliloco cit. p. 76., che li bruciarono, meritano per la penitenza fatta un grande onore. Scrive per ac
i bruciarono, meritano per la penitenza fatta un grande onore. Scrive per acconcio di questo Baldesano a gloria di altri. S
ta Marino, quando morì in Napoli, diede segni di cordialissimo dolore per aver composto varie oscenità: me ne volsi certifi
del Marino, se prima con vera penitenza non avranno soddisfatto a Dio per gli errori commessi; altrimenti meriteranno, che
andato in luce quell’impudico Libro, io niente meglio pregherei Iddio per lui, che se pregar dovessi per Giuda Iscariota, d
ibro, io niente meglio pregherei Iddio per lui, che se pregar dovessi per Giuda Iscariota, di cui non m’è lecito dubitare,
crivere impuro; non dovrà il virtuoso Cristiano prender quindi motivo per fuggir cotal Lezione? E anche per bruciare Libri
oso Cristiano prender quindi motivo per fuggir cotal Lezione? E anche per bruciare Libri tanto perniciosi? Sì per verità. «
fuggir cotal Lezione? E anche per bruciare Libri tanto perniciosi? Sì per verità. « Qui incendunt impietatis faces, scrive
Non nego già, che, chi si risolve a far un tale abbruciamento, non fi per sperimentare grave difficoltà, ma il sacrificio f
pensiero di fulminarlo con la sentenza del fuoco; ma mentre lo prese per sacrificarlo a modo di vittima nelle fiamme, l’af
muta; il detrimento notabile della sua sanità indebolita grandemente, per non essere particella veruna in quell’Opera, che
sto caso il P. Daniello BartoliNell’Huomo di lettere., e poi aggiunge per avviso de’ Poeti. Dio, vi guardi, che mai siate P
mat. Aggiunge l’addotto Autore, che non sa, qual più volentieri fosse per vedere di questi due Spettacoli, o un Abramo, che
per vedere di questi due Spettacoli, o un Abramo, che su l’altare sta per uccidere il Figliuolo, o un ottimo Scrittore d’un
enza raccorre dalle lacrime altrui, dagli ardori penaci, preservativo per non addolorarsi nelle proprie lacrime, e per non
ori penaci, preservativo per non addolorarsi nelle proprie lacrime, e per non penare nel fuoco eterno. 9. Motivo è la Proib
o di saggi Moderatori, e Conservatori de’ buoni costumi, che avvisano per tempo i pericoli, acciocché si fuggano con dilige
ohibendos censuerunt. Causam profert Isidorus longe gravissimam. Quia per oblectamenta inanium Fabularum mentem excitant ad
ntirebbero con che i loro Figliuoli, Figliuole, e Servitori, ancorché per picciolo spazio di tempo conversassero con person
o, e imprimono meglio la intenzione nostra in coloro, che l’ascoltano per muoverli a ciò maggiormente, debbono i Curati dir
ibri di questa sorte, ancorché della Sacra Scrittori siano, e scritti per inspirazione dello Spirito Santo: perché dubitava
e necessarissimo Decreto del Sacrosanto Concilio di Trento, il quale per provvedere a tanto abuso, e rimediar al gran male
si considera, mostra, che chi fa altrimenti casca in disgrazia di Dio per lo peccato mortale, che si commette: come chiaram
atur. » È vero, che i Libri antichi scritti da’ Gentili si permettono per la proprietà, e eleganza del parlare: come dice l
ma caduta mortale, e di rovina. E quindi si può prendere la risposta, per darsi a chi dice. I Libri osceni, che io leggo, n
e oscenità; e però non sono compresi nella Proibizione dell’Indice: e per conseguenza io non pecco leggendo le parole brutt
e cose disoneste, che sono poste in qualche parte di un Libro, e come per indecenza. Rispondo, e dico, se un tal Lettore no
come per indecenza. Rispondo, e dico, se un tal Lettore non peccherà per disubbidienza contro la Proibizione dell’Indice,
eccherà per disubbidienza contro la Proibizione dell’Indice, peccherà per esporsi debole di virtù al manifesto pericolo di
icolo di peccare contro il precetto della Cristiana Castità. Peccherà per volontariamente incontrare un’occasione prossima
ere, quam illis tam male uti. » O che abuso, impiegar gli occhi, dati per servire al Creatore, nell’offese del medesimo Cre
o loro è scellerato, e alieno da gli studi virtuosi, e onesti: che se per avventura essi sono ingegnosi e eloquenti, e face
e riletto diligentemente i, Poeti della Greca, e Latina Gentilità: e per conseguenza più volte hanno letto molte parole, e
. 2. l. 17. c. 4. p. 225. Cioè, i Padri lessero i Poeti, ma non tanto per imparare l’eleganza del parlare , quanto per conf
ro i Poeti, ma non tanto per imparare l’eleganza del parlare , quanto per confutare gl’errori de’ Gentili con l’autorità de
anti Padri, e i Virtuosi Dottori non lessero gli osceni Poeti, se non per necessità, o per zelante carità, molto ben prepar
irtuosi Dottori non lessero gli osceni Poeti, se non per necessità, o per zelante carità, molto ben preparati, e cautelati,
er necessità, o per zelante carità, molto ben preparati, e cautelati, per non ricevere danno nelle anime loro dal trattamen
ni mostra con bella induzione, che vi sono Maestri di onesta latinità per tutte l’Arti, e per le Scienze tutte. Per la Mili
induzione, che vi sono Maestri di onesta latinità per tutte l’Arti, e per le Scienze tutte. Per la Militare vi è Frontino,
ti, e per le Scienze tutte. Per la Militare vi è Frontino, e Vegezio: per l’Agricoltura Palladio, Columella, Varone, e Cato
, e Vegezio: per l’Agricoltura Palladio, Columella, Varone, e Catone: per l’Architettura Vitruvio: per la Medicina Plinio,
a Palladio, Columella, Varone, e Catone: per l’Architettura Vitruvio: per la Medicina Plinio, e Celso: per la Legale, e Civ
Catone: per l’Architettura Vitruvio: per la Medicina Plinio, e Celso: per la Legale, e Civile le Pandette: per la Morale Se
per la Medicina Plinio, e Celso: per la Legale, e Civile le Pandette: per la Morale Seneca  : per la Naturale il medesimo S
e Celso: per la Legale, e Civile le Pandette: per la Morale Seneca  : per la Naturale il medesimo Seneca, Plinio e Lucrezio
rale Seneca  : per la Naturale il medesimo Seneca, Plinio e Lucrezio: per l’Istoria Sallustio, Cesare, Livio: per la Retori
mo Seneca, Plinio e Lucrezio: per l’Istoria Sallustio, Cesare, Livio: per la Retorica Quintiliano: e per tutte le Facoltà,
er l’Istoria Sallustio, Cesare, Livio: per la Retorica Quintiliano: e per tutte le Facoltà, Arti, e Scienze l’eloquentissim
ienze l’eloquentissimo Cicerone. Ma che diremo della Poetica? Bisogna per impararla pigliar, e leggere Libri impuri? No al
in presenza di cui non si deve dire, né fare alcuna cosa disonesta, e per conseguenza non si deve permettere, che né anche
quadam est ad rem ipsam; ideoque omni custdia animi cavendum est, ne per sermonis voluptatem deliniti pravum aliquid affum
hé l’avvezzarsi a sentire, o leggere cose cattive è una certa strada, per venirne all’esecuzione: il piacere, che vi si gus
am », secondo l’esposizione de’ LXX. « Linguam auream », e vuole, che per lingua d’oro s’intendano i versi de’ Poeti onde,
de’ Poeti onde, come ad Achan, e alla sua famiglia seguito la rovina per rispetto di quella lingua; così dalla poetica lin
ito sente, o deve sentire nel tempo della Confessione: e anche prima, per avere atteso alla Lezione oscena, senza qualche b
o inserti simili allettamenti, che nomar si possono gustosi saporetti per la Gioventù; la quale poi, leggendo le cose virtu
par iter, inuiosque saltus recta ei obnitendum sit, fatius fieri, si per amana prius diurticula transuer sis vis èc deduca
tantopere quarimut, omnia conspirare. »l. 1. Proplus. 3. p. 107. Io per rispondere partitamente alle parti della proposta
ta, e infelice, infelicemente resta incadaverita, e abominevole a Dio per lo suo gran fetore; e sen va nel baratro infernal
chi, o moderni, hanno macchiato con oscenità l’opere loro, sono stati per questo, non lodati ma biasimati, e da’ savi Genti
no la loro bellezza, almeno in parte; e perdono anche la solita forza per allettare; come i raggi del Sole si offuscano, e
no, quando incontrano l’opposizione oscura delle nuvole. Tengo di più per certo, che supposto l’imperfetto della nostra cor
massimamente de’Giovani, e degli altri poco virtuosi, posto a vista, per far elezione degli oggetti puri, o degli osceni,
tore godrà di vederla, non desidererà dalla mia debolezza cosa alcuna per aggiunta; e però a lei lo rimetto; e li ricordo s
orarsi col nome di Poeti quelli, che scrivono Versi di oscenità. Dico per ultimo col Possevinoin Bibl. P. 1. l. 1. c. 25. p
alute sua più tosto, che acconsentire a quella mal usanza di Lettura, per cui si corre il gran periglio dell’eterna dannazi
di Lettura, per cui si corre il gran periglio dell’eterna dannazione per avviso di S. Agostino. Ma poi quanto più si devon
ore di questi Libri impuriIn Niceta l. 1. c. 5. n. 3.. Ditemi un poco per vostra bontà, ricevereste voi ad abitare in casa
so Lenone, o una Vecchia pratica di quell’Arte infame? No, direte, no per certo, perché ospiti di tal fatta non si ammetton
ompagnia, e stampata in Palermo, e in Bologna; e della quale propongo per acconcio mio queste poche righe prese dal c. 18.
Muse pubbliche Meretrici; così a questi Ovidi non mancassero Augusti per Mecenati; e per rinfresco de’ loro troppo caldi A
Meretrici; così a questi Ovidi non mancassero Augusti per Mecenati; e per rinfresco de’ loro troppo caldi Amori le nevi di
a libertà (cioè antica) di scrivere lascivo, cui già si dava l’esilio per pena, ora si danno le corone per mercede: s’innal
re lascivo, cui già si dava l’esilio per pena, ora si danno le corone per mercede: s’innalzano sino al Cielo, e tra le Stel
dorano quelle Lire de’ moderni Orfei, che hanno aperto l’Inferno, non per trarne un’Euridice condannata, ma per condurvi un
che hanno aperto l’Inferno, non per trarne un’Euridice condannata, ma per condurvi un Mondo d’Innocenti. E io col zelo di q
uramente ciò, che ne scrive nel Rag. 25. ove dice. Qui mi darò fretta per soddisfare, e acchetare que’ Giovani, che vorrebb
ovani, che vorrebbero senza veruno ritegno, o freno andar discorrendo per tutto; e allegano in aiuto di questo licenzioso ,
scrivono molte Favole, e sciocchezze assai note a’ Leggitori, i quali per essere ben fondati nella Religione, di ciò non te
igione, di ciò non temono veruno pericolo. A che rispondo, che eglino per ciò non dovrebbero consumar il tempo in cose scio
n Idolo recumbentem? » Il tempo si prezioso, che t’e da Dio conceduto per impiegarlo in ottime occupazioni, e per l’acquist
oso, che t’e da Dio conceduto per impiegarlo in ottime occupazioni, e per l’acquisto del Cielo, spenderlo nelle buone Arti,
genter ager: peius est in vanum labores multos expendere » : e poiché per la brevità de’ giorni, per la debolezza della mem
anum labores multos expendere » : e poiché per la brevità de’ giorni, per la debolezza della memoria, per la moltitudine de
: e poiché per la brevità de’ giorni, per la debolezza della memoria, per la moltitudine de’Libri, e per le varie occupazio
iorni, per la debolezza della memoria, per la moltitudine de’Libri, e per le varie occupazioni della vita, non si può tutto
ediocria, sunt mala plura ». Bene vi si troveranno alcune spighe, ma per l’arsura tutte vuote, e corrotte. « Manipulum non
rinam ». Terzo replicano così. Dovrannosi almeno questi Libri leggere per eloquenza. A che risponde Agostino che in questa
n Eraclea, e in qualche luogo di Spagna, non men velenoso, che dolce, per essere dalle Pecchie da’ fiori, e erbe simili rac
he queste imbellettate Favole piacciano, e uccidano. Quanto affermano per queste cose disoneste, più volte lette, di non se
re stimoli, né movimenti della carne, né veruno altro male. Rispondo, per avventura ciò sarà vero, quando eglino siano Uomi
stucco. Agostino, ch’era un Uomo ammassato della pasta comune, pianse per la Favolosa morte di Didone: e Girolamo a Leta vi
flebile voce le Donne, che la scrittura chiama Savie, e Cantatrici, e per avventura anche Trombette in Sano Matteo, eccitav
rime:· che crediamo, che debba fare un’intenta Lezione turpe, che non per l’orecchie solamente, ma per gli occhi eziandio p
a fare un’intenta Lezione turpe, che non per l’orecchie solamente, ma per gli occhi eziandio penetra nell’anima, e rapprese
ome sarà credibile, ché attentamente somiglianti cose lette non siano per muovere, e per infiammare l’affetto? Isidoro non
ile, ché attentamente somiglianti cose lette non siano per muovere, e per infiammare l’affetto? Isidoro non volle rendere d
ivate Librarie ritrovasi gran moltitudine di questi Libri riposta che per essere di gran prezzo, se si stracciassero, o bru
istis non habebitis. » Dresselio nel Niceta scrive di questo soggetto per via di obiezione, e vi risponde. « At vero disco.
l Giovane mettere a leggere i Poeti, di quello, che fanno coloro, che per non inebriarsi, quando vanno a’banchetti, s’appen
e dal leggere Composizioni e Libri osceni: voglio privarmi affatto, e per sempre di cotal Lezione. A questo proposito ebber
usque declinate, sed animo etiam respulse, ac recordatione denum ipsa per horrescite. » Con le quali parole accenna i molti
gravi mali, che si possono trarre dalla Lezione di un Libro osceno, e per conseguenza si deve fuggire, e con generoso propo
istiana con Editto universale de’ Signori Superiori non sono proibiti per degni rispetti, e per ragioni buone, e ben fondat
versale de’ Signori Superiori non sono proibiti per degni rispetti, e per ragioni buone, e ben fondate secondo il zelo, sci
d un esercito grosso di peccati. Il P. Bernardino de Vigliegas scrive per acconcio di questo d’una gran persona dicendo. No
vedo introdotto in case, e palaggi di gran Signori: dove non é tenuta per persona saggia, chi di somiglianti vanità non gus
osi Amori. Di questi Libri ne sono piene molte case di gente nobile:e per li corridori, e cortili di quelle s’incontrano Se
cagione di miserabili cadute. E se Virgilio, che è Poeta latino, solo per la sua antichità, e eleganza si permette leggersi
ocivi; acciocché da niuna persona della famiglia si pratichi, né meno per poco, si pestilente Lezione. Ove non si pubblica
ndo Rimedio. Dovrebbero i Capi di casa, i Padri, e Madri di famiglia, per segno di buona vigilanza contro il pericolo de’ L
dalle Oscenità. La terza, che tali Libri impuri si possono permettere per promuovere gli studi di Umanità a que’ virtuosi,
, e praticate dentro le abitazioni de’ sopranominati Ordini Regolari, per ovviare a’ pericoli che possono nascere contro la
zione propria di ciascuno, diede una penitenza ad un certo Religioso, per aver trovato nella sua cella i versi di Francesco
moriranno. Il P. Giulio Nigrone considera quelli, a’quali si concede per l’officio d’insegnare, il leggere que’ Libri, e p
mpre bene con l’amore dell’eloquenza; perché molte volte è condannata per lo vizio della Curiosità. È troppo saputo, e rica
d’essere flagellati; perché non leggono Tullio, o altro simile Autore per rispetto dell’eloquenza, « quod non multum damnar
un sarebbe da noi molto condannato, ma voltano, e rivoltano, leggendo per curiosità l’Opere volgari di verso, e di prosa, n
o, che ho detto nel suo principio, cioè, che i Secolari Capi di casa, per mostrarsi vigilanti contro il pericolo de’ Libri
crationem Autorum, et in detestationem errorum », dice il medesimo, e per abominare, gli Autori disonesti, e per detestare
errorum », dice il medesimo, e per abominare, gli Autori disonesti, e per detestare i loro impudichi errori. Il ReligiosoNe
adre, tuoi Celesti, e eterni Parenti? E sì come tu non riconosceresti per Figliuolo,né per Figliuola, quello, o quella, che
i, e eterni Parenti? E sì come tu non riconosceresti per Figliuolo,né per Figliuola, quello, o quella, che si dilettasse di
ontro di te, quanto maggiormente meriti tu, di non esser riconosciuto per Figliuolo, o Figliuola, adesso, e nel tempo della
bus quidquid est utile, capientes, noxium vitemus. » E questa scelta, per purgare i Libri osceni, non la possono fare i Gio
ve cose oneste, e disoneste, si scelgano solo le Operette sue oneste; per atto di esempio, le Ode, gli Epigrammi, e altre,
to a se, non v’essere altro,che il nascere,e il morire. Ma che da poi per certa occasione, che si offerse, o perché la divi
di santissima vita, e zelantissimo della salute delle anime; che egli per rimediare al meglio, che poteva, con soavità all’
erre finte, le prodezze sognate, le virtù ammantate di vizi, e i vizi per forza d’eloquenza preconizzati? Basilio Imperator
Componimenti.·Deh dimmi, che gusto vero, e sincero hai tu di volgere per la tua bocca Poesie poco oneste, e lascive, che t
« Il Poeta è qual Cuoco in ogni parte: Poich’ambidue l’ingegno hanno per arte. » E a questo paragone alluse Suida, ove di
alità. Ora si come l’Artefice buono delle vivande conviene, che abbia per fine suo principale l’utile, e mantenimento, del
e abbia per fine suo principale l’utile, e mantenimento, del corpo, e per accessorio il gusto, e il diletto del senso:così
o il gusto, e il diletto del senso:così il·buon Poeta non si prefigge per fine il solo dilettare; ma mira principalmente al
solito d’assomigliar il Poeta a chi condiscede Leg. Dial. 2. il, cibo per un languido infermo, e procura, che riesca giocon
punto; e mostra, che chi fatical. 1. Prolus. 4. p. 125., poetizzando, per solamente recar diletto a sé, e ad altri, fatica
, insano, che volle far tagliar un’antica selva, e spianar un monte , per mirar la casa con diletto un suo ben coltivato ca
eti del nostro tempo, che si faticano tutto dì scrivendo e componendo per gustare essi al fine, e far gustar ad altri, una
a disonestà. Quegli ingegni, che tante volte hanno preparati i veleni per la morte alle anime, ora preparano gli antidoti p
reparati i veleni per la morte alle anime, ora preparano gli antidoti per la salute delle medesime. Que’ Poeti, che con la
santa purità. E questo è uno de’ più efficaci, e potenti Rimedi, che per mio sentire applicar si possa contro il pestilent
hora fragrate Deum, et divina. » 2. Signori provocate di recuperare, per quanto potete, da gli Amici, e da altri, tutte l’
. E quante ne ricuperate, tante n’abbruciate. Ove accenderete il rogo per incenerire l’impurità delle Scritture vostre; ivi
iche stampe correggano i vostri osceni errori pubblicamente stampati; per cagione de’ quali dirò della vostra penna ciò che
ac bene modulatis Carminibus Dei laudescan. » Voglio dire. Componete per l’avvenire Opere belle, ingegnose, nuove, grazios
di vita Monacale nella Religione Premonstratense in Asberga, scrisse per sua devozione, e per servire al suo Monastero, op
la Religione Premonstratense in Asberga, scrisse per sua devozione, e per servire al suo Monastero, opere di buoni, e virtu
alcune oscenità sparse, come immondezze tra le gioie; queste eleggano per loro Lezione, e quelle fuggano con abominazione;
di Parnaso, e di Pindo; e anche d’Olimpo, senza camminar, e ascendere per viottoli, e per sentieri di sdrucciolosa Oscenità
Pindo; e anche d’Olimpo, senza camminar, e ascendere per viottoli, e per sentieri di sdrucciolosa Oscenità: potranno diven
he almeno sia letto in una, e due volte con riflessione, da chi forse per caso leggendo, in lui s’incontrerà; e se ne serva
osamente, e infruttuosamente; e tale consumazione è peccaminosa anche per sentenza di Beltrame, che dice. « È vero, che la
avverrà d’ogni perdita di tempo, come cosa oziosa, e degna di castigo per la colpa. E però Crisostomo condanna la vanità de
uindi anche si mosse a riprendere quelli, che frequentavano il Teatro per udir Commedie, dicendo loro. « Diem in tam ridicu
, né altri Libri, ne’ quali siano oscenità, o di cose, o di parole. E per prova del detto bastino l’autorità, le ragioni, i
bile l’udir Commedie, ma oneste, e non le fatte da Beltrame, le quali per ordinario sono fatte senza la debita moderazione
con virtù, e con merito, come un dolce, e necessario trattenimento, e per sollievo, e ricreazione della Conversazione umana
ile, né si deve, né si può permettere il Recitamento osceno; non solo per le molte ragioni da me spiegate altrove, ma di pi
ceno; non solo per le molte ragioni da me spiegate altrove, ma di più per quest’una; che la viva azione de’ Recitanti, come
i, li quali sono tanto grandi, che può temere un grave castigo di Dio per quelli. Rimetto il benigno Lettore a ciò che per
grave castigo di Dio per quelli. Rimetto il benigno Lettore a ciò che per acconcio di questa Ragione ho detto nel Punto Ott
stampato con tenor Latino. Quella è un chiarissimo lampo di dottrina, per rendere più risplendente la bellezza di questa Ra
al compiacimento della sensuale, e umana fragilità, a’ quali accomodo per ultimo, e ricordo la breve sentenza di S. Ambrogi
le contro contro l’anima sua, chi non cura di far penitenza opportuna per lo peccato commesso nello scrivere poco, modestam
l piacevole Destriere sfrenato, e disubbidiente. E chi spreme troppo, per aver il latte da una mansueta Pecorella, ne causa
copiosa messe di virtuosissimo frutto. Tale si è lo spasso Teatrale, per cui alcuni Giovani più vivaci, e più talentati si
rale, per cui alcuni Giovani più vivaci, e più talentati si accordano per far ad onesta ricreazione nel tempo dell’anno più
e pure ogn’uno sa, che lo spiriti nostro è congiunto col corpo; onde per diritto di ragione se gli deve concedere qualche
con lo scrivere fedelmente ciò, che, non sono molti anni, fu trattato per un simile accidente in un Città molto principale
o spirito, e governata da savi Religiosi, desideravano di esercitarsi per fare tra Natale, e Carnevale una modesta Commedia
l’orecchio mio, e sono le seguenti, che voglio proporre, e ponderare, per vedere, se sono degne d’impetrar la licenza di fa
o comune, e semplice devozione. Alcune Ragioni addotte da’ Congregati per far una modesta Commedia. Nota prima. Della Prima
. Della Prima Ragione, cioèBisogna dar qualche ricreazione a’ Giovani per tenerli contenti. È stata proposta molte volte co
Bisogna concedere qualche negozio di ricreazione a’ virtuosi Giovani, per mantenerli allegri, e contenti; perché quando viv
to spirituale, e che non si suole praticar da’ buoni Congregati. Essi per li giorni di lavoro non hanno bisogno di ricreazi
r li giorni di lavoro non hanno bisogno di ricreazioni, ma di fatiche per guadagnarsi onoratamente il danaro necessario al
e corporali, che se l’osservano con puntualità, non avanza loro tempo per l’impiego di una vanità, quale si è per ordinario
ualità, non avanza loro tempo per l’impiego di una vanità, quale si è per ordinario l’esercizio della Commedia. Contro ques
itirino insieme, e passino quelle altre due, o tre ore in esercitarsi per fare qualche modesta Rappresentazione. Si replica
a la Tornata, si ritirano a casa propria, e non cercano altre veglie, per non porsi a qualche pericolo, e per non dar sospe
pria, e non cercano altre veglie, per non porsi a qualche pericolo, e per non dar sospetto di mala vita, o di scandalo a’ P
i conversazione in questa, o in quell’altra casa; ma deve bastar loro per sufficientissimo passatempo la divina consolazion
po sregolatamente appassionato, volentieri si ritirerà presto a casa, per ristorarsi presto co cibo della mensa, e col ripo
rtà poco difesa molte volte dà nelle scartate della dissoluzione: non per tutto vigilano gli Arghi con cent’occhi: i Destri
o, che, se non è impedito con l’esercizio di recitar in Commedia, sia per rompersi il collo in simili precipizi. E certo vi
ente conosce i Giovani anche virtuosi, e santi. Basta un poco di loto per intorbidare la purità d’un cristallino fonte. I G
di loto per intorbidare la purità d’un cristallino fonte. I Giovani, per li quali si propone, l’esercizio della Commedia,
casione di peggiorare. Si può ben temere, che esercitandosi più volte per rappresentare una Comica Azione, commettano molti
ericolo di fare una Commedia, modesta sì in parte, ma non in tutto; e per conseguenza una Commedia oscena, con peccato mort
cagionò questo grande inconveniente. Molte Donne onorate vi andarono, per esser cosa di un Santo; e alcune vi condussero le
ni, troppo liberi di lingua, cominciarono a dire disoneste parolacce, per le quali restarono molto scandalizzate quello ono
uaresima, la vollero fare la terza volta: e si disse, che la facevano per l’Instanza di un Principe; il che non fu creduto;
iedero, anche non volendo, occasione a molte persone deboli di virtù, per non dire, affatto viziose, di far udire parole in
i Atti, e di far vedere un miscuglio grandemente scandaloso. Ne bastò per frenare quella sfrenata libertà, il ricordare, ch
o stesso male. Il freddissimo ghiaccio, o sia nel piano, o nel monte, per tutto fa sentire il suo rigore. La Commedia non è
o, o nel monte, per tutto fa sentire il suo rigore. La Commedia non è per ordinario un preservativo dalle Colpe al parere d
chio mezzo chiuso del Superiore alla permissione non è buono Avvocato per difendere legittimamente la prescrizione: perché
a, ben’accordata nel coro della verità, scordato si sente il suono, o per meglio dire, lo strepito della terza Ragione, por
on hanno fatta proibizione, né mostrato gagliardo risentimento, forse per non porre alcuni nel punto di essere licenziati,
to di essere licenziati, o di licenziarsi dalla Congregazione, ovvero per non mostrarsi troppo caldi, e frettolosi nelle ri
troppo caldi, e frettolosi nelle risoluzioni. Ma dopo che si è veduto per esperienza, che tal permissione è molto nociva, n
o tempo. L’occasione de gli errori, fatti altre volte, non è patente, per farli di nuovo con liberta, ma più tosto è fondat
. L’esempio della virtuosa operazione suol essere una lucente fiamma, per scoprire il sentiero della Virtù a’ seguaci del v
della Congregazione, sì che quella Commedia, o Rappresentazione serve per un poco di virtuosa ricreazione a’ quelle persone
orenza. Né questo modo di rappresentare merita biasimo alcuno ma lode per sentenza de’ Savi, e de’ zelanti stimatori delle
icreato dalle fatiche dello spirito con una virtuosa consolazione. Ma per ragionar poi di altre Congregazioni, dico, che io
on governo de’ Congregati. Non sempre l’elemento del fuoco serve solo per scacciare il rigor del freddo dalle membra; alle
tutto secondo la sua primiera osservanza; o ha qualche ragione buona per sé, e non buona per noi; perché se tal’una è nell
a primiera osservanza; o ha qualche ragione buona per sé, e non buona per noi; perché se tal’una è nella Città, e fa Commed
semplare a noi di santa, professione; non è il costume di deve portar per ottima forma di perfetti costumi, e degni dell’im
umata virtù, e santa vita. Molte cose da molti si fanno, che non sono per gli altri Catoniani Precetti, né Platoniche Istru
do non si può procedere, come si vuole. Alcuni Congregati si vagliono per buona Ragione di far Commedie dell’esempio di que
a Casa, si concede saggiamente da’ Superiori quel teatrale impiego, o per quasi evidente necessità, o per molto efficace Ra
a’ Superiori quel teatrale impiego, o per quasi evidente necessità, o per molto efficace Ragione di schifare l’incontro di
o, la quiete, e la devozione con un aggiustato compartimento dell’ore per tutto il giorno. Ma pure per meglio soddisfar in
con un aggiustato compartimento dell’ore per tutto il giorno. Ma pure per meglio soddisfar in questo punto, voglio ponderar
r meglio soddisfar in questo punto, voglio ponderar una sola Ragione, per la quale si concede a’ Giovani del Seminario Roma
arnevalesca dissoluzione que’ Giovani non vadano liberamente a spasso per la Città, in cui dalle Maschere, da’ Corsi, e da
ono in Casa, quanto più si può. Ma la Casa in fine non è un Oratorio, per dimorarvi in continui esercizi di devozione; né è
io, per dimorarvi in continui esercizi di devozione; né è una Scuola, per starvi con assidua applicazione alle fatiche dell
e obbedienza. Quindi fu costumato già, molti, e molti anni sono, che per ricreare la Gioventù del Seminario in tempo di Ca
io, nella quale intervengano gli Attori presi da diverse Camerate: ma per lo più; anzi quasi sempre ciascuna Camerata co’ s
ciascuna Camerata co’ suoi Giovani Attori rappresenta la sua Azione: per la quale si esercitano prima tra loro con la pres
ltro Superiore; e senza mai trattar con Giovani di altra Camerata. Né per questo recitate si fa molto scapito nello studio;
, che sia possibile, l’esercizio necessari al pubblico Recitamento: e per ordinario si fa del tempo assegnato per la solita
ri al pubblico Recitamento: e per ordinario si fa del tempo assegnato per la solita ricreazione d’ogni giorno. Senza che io
leschi, e occupata nella felice riuscita di un giudizioso Recitamento per guadagnarsi, applauso, e farsi onore. Questa Ragi
si onore. Questa Ragione così brevemente spiegata non è un patrocinio per dar calore al desiderio, che hanno alcuni della C
edie nel tempo da Natale a Carnevale: ma è bensì un’efficace arringo, per correr l’asta contro di loro; perché la necessità
da’ vigilanti Superiori, acciocché non segua veruno inconveniente. Ma per governare in spirito virtuosi Giovani Artisti di
nia di Gesù, e uomo di ottimo ingegno, e grandemente amato, e stimato per la bontà, e per la dottrina dal prudentissimo Pon
omo di ottimo ingegno, e grandemente amato, e stimato per la bontà, e per la dottrina dal prudentissimo Pontefice Clemente
penoso deserto della santa penitenza, abbracciando la Croce di Cristo per mezzo della vita mortificata, e della Religiosa P
quale può, sa, e tal volta anche vuole operare stupore, e meraviglie per mezzo di mezzi molto sproporzionati secondo l’uma
o al c. 41. scrive con questa forma. Il veder un Giovane discolo, che per suoi mali portamenti sia esiliato dalla casa del
tire gli spirituali discorsi; poiché si trovano ridotti alla Commedia per ridere; e alle volte conviene loro piangere, non
abilità di buono esito si regolerebbe un uomo zelante delle anime, se per convertir peccatori, usasse il mezzo di una profa
Il Teatro profano, benché modesto, dubito, che abbia forza maggiore, per ingenerare nel cuore lo spirito di vanità, che pe
ia forza maggiore, per ingenerare nel cuore lo spirito di vanità, che per farvi nascer le brame, e i propositi di santità.
di piangere amaramente i peccati della passata vita, e d’incamminarsi per l’angusto sentiero della vera penitenza, che « pl
za, che « plangit preterita, et plagenda non committit ». Dico questo per rispondere a chi forse giudica poter replicare, a
conversione. Io credo, che le spirituali ferite di quelli convertiti, per sanare bene hanno bisogno di altro impiastro, che
ono aggiustar molto bene i conti del Libro di coscienza, e soddisfar, per quanto possono, e largamente, alla grossa e impor
o pensieri alla vanità del gusto teatrale. Dunque concludiamo, che né per li convertiti, né per quelli pochi, li quali fors
del gusto teatrale. Dunque concludiamo, che né per li convertiti, né per quelli pochi, li quali forse si convertirebbero,
ne buone, e virtuose. La confessione del difetto deve servir di freno per la sua correzione: e chi conosce scaduto dal prim
canza della perfezione ne’ Congregati; io dico, che non è buono mezzo per lo ristoro spirituale l’esercizio della Scena, e
cena, e il pubblico Recitamento di una profana Commedia; anzi è mezzo per ordinario nocivo, e pernicioso. Non si riscalda i
r fuggire da’ Congregati la tiepidità? I Pigmei non suonano la tromba per la guerra de’ Giganti: bisogna, che con il mezzo
iam. »de Opif. Hom. c. 13- Che l’opportuna Ricreazione era necessaria per lo mantenimento della corporale salute. E la Ragi
mente finita, e determinata, e però impotente alla continua fatica; e per conseguenza bisognosa di requie, e di riposo. E p
n iocis, et recreatione », una virtù nomata da’ Greci Eutropelia, che per officio tiene il moderar il Gioco, e porre una fe
uesto punto i Congregati non hanno anche essi le loro ricreazioni? Si per certo, e molto più libere, e molto più lunghe e m
; sen vanno dove vogliono, usano il vitto, e il vestito a loro gusto, per quanto comporta la loro condizione: né lasciano d
ne. In quanto poi al far Commedie, o altra piacevole Rappresentazione per diletto carnevalesco, e passatempo, io so, che tu
s, tum Epiphanie, tum etiam maioris. Quadragesima, ieiunia precedunt; per tres, aut quativior dies, antequam ieiunia inchoe
ue huiusmodi prestare; qua cum a virtute absint, onestam Recreationem per imunt. » Vuol dire in breve questo Autore, che la
opera; e non in altro, se vi commette errore. Ma qui io non pretendo per penna, o lingua di Censore intorno alle Commedie
qualità di quel Recitamento: non spiego caso particolare come potrei, per lo rispetto, che porto ad ogni Religione: e dico,
tanti. Il Comico Beltrame scrive, che recitano Religiosi il Carnevale per assuefare la Gioventù a ragionar in pubblico. E i
nare, e ad atteggiare pubblicamente. Ma quella scusa non fu accettata per buona da molti savi, e con ragione; perché il rec
rché il recitar in una carnevalesca Commedia non è buona disposizione per la Predica Quaresimale; anzi è d’impedimento; e q
ate Azioni; e che avendolo fatto, n’aveva sentito notabile nocumento, per poi applicarsi alla santa funzione predicatoria-
nel predicare, o nel vivere da buon Ecclesiastico: e può ricordarsi, per ponderar fruttuosamente, che dal Graziano si pigl
acerrime, corripiatur. »To. 1. Concil. pa. 509. col. 1. fine. Faccia per se il commento a queste parole ogni savio Religio
eligioso, e Ecclesiastico, e non avrà bisogno d’alcuna mia preghiera, per ritirarsi da’ridicoli Recitamenti teatrali. « Ips
licemente alle vittorie. Che se alle volte alcuni mutano casacca; non per questo migliorano sempre la Fortuna, e forse dall
ssione verso alcuni, che forse tal volta partono da una Congregazione per andare, ove si concede l’attendere all’esercizio
i Guerrieri spirituali, e lasciar la sua Bandiera di Cristiana bontà, per impiegarsi nel vano, e fallace trattenimento di f
andiera di santità. Si può anche far congettura, che tal partenza sia per essere cagione di maggior utilità ne’Congregati,
i comunicava con molta confidenza tutto l’interno suo, e il suo cuore per essere indirizzato; e corretto, ove mancasse, e f
ione si esercitino in qualche Commedia, devono tenere il lor giudizio per molto sospetto, e molto pericolodi; e però devono
to sospetto, e molto pericolodi; e però devono riportarsi in tutto, e per tutto al parere di chi governa la Congregazione.
a traditore della modestia. I fiumi grandi nell’originario fonte loro per lo più si saltano, o si guazzano con facilità, ma
un Padre spirituale molto dotto, e molto sperimentato, e disse. Io so per certa esperienza, che molti spirituali, con recit
loro. Volle dire secondo me, che la Scena, anche modesta molte volte per certe cattive circostanze serve di trabocco a’ Vi
no al Giudizio, che si può, e Dela Prima Ragione addotta a Congregati per fare una Commedia modesta. Cioè bisogna dar qualc
una Commedia modesta. Cioè bisogna dar qualche Ricreazione a Giovani per tenerli contenti. 107. N. 2. Della 2. Ragione, ci
3 (1631) Panegyrici et orationes « ACTIO IN HISTRIONES PANURGUS ORAT PRO HISTRIONIBUS UT IN URBEM ADMISSI ABULAS DOCERE PERMITTANTUR. ORATIO IX. » pp. 297-324
quam nos a patriæ sinu, a complexu parentum, ab amicorum consuetudine per calumniam extrahi ? Credo ut cum Telephum et Pele
et inter ora literatorum victuros, æternitati transmittunt. Nam quid, per Deum immortalem peccat amplius, qui agente poesi,
ferimus quod illi in templis, nos in theatris ; illi inter sacra, nos per animorum remissionem ; illi serio, nos ludendo ho
a ? quæ audiendi cupiditas, videndi assiduitas ? quam gratum volvitur per ora murmur si quid decore gestum, polite dictum,
ia formidabunt. Tum enimvero si quid humani sensus habent et ingenii, per me licet, amentiam suam augeant, et eorum flagiti
tes et administri : judicia pelle de Republ. quibus innocentes aliqui per fraudem opprimuntur. Quid ? vites evelli debere c
ac tantum ratione aditum tibi ad theatra nostra quereris interclusum, per me licet bona verba pereant, dum tu concessum nos
iis exhibendis omnes artis ingeniique nervos contendisse, ut optimis per se operibus admirabilem gratiam et venustatem adj
iosior extitit licet ejus nomine anni notarentur, et in urbem patriam per disjectos muros eam coronaturus intraret ? hoc fa
homines pervidetis. Aliud adjungo in eorum adolescentium gratiam qui per collegia, id est seminaria Reip. liberalibus disc
est aut ejus adversarii Æschinis, qui ex histrione factus orator, et per id in Rep. spectatissimus, in æmulo suo male form
a posuit eloquentia. Sentiebant, videlicet, homines acutissimi, ipsam per se facundiam animos hominum invadere non posse ni
et abnuis ? Rhetorum magister imperat, et contradicis ? Is qui studia per viginti annos crudiendis juvenibus impendit : qui
onatur, quo, si apud barbaros exularent, essent revocandi. Quid enim, per Deum immort. potest esse pulchrius quam si quis a
ionicam cum eloquentiæ facultate comparasse. Quo in opere quid aliud, per Deum immort. efficere potuit, quam quod nunc agim
vario gestu, eoque commodo eandem sententiam, an hic diverso sermone per eam qua pollebat eloquentiæ ubertatem et gloriam
graviter et vere pronunciabant, ad theatra non posse tum adiri, nisi per externam saltem superstitionis professionem, per
osse tum adiri, nisi per externam saltem superstitionis professionem, per cultum mali dæmonis, per fidem Christi ejuratam.
externam saltem superstitionis professionem, per cultum mali dæmonis, per fidem Christi ejuratam. Hinc illa dæmonis muliere
cro, quæ diabolo, et pompæ, et angelis ejus sunt mancipata, scilicet, per idololatriam. » Atque illud maxime vos animadvert
ompeio, et Augusto extructum, spectacula regionatim a Cæsare exhibita per omnium linguarum histriones, Publium et Laberium
Græci rerum omnium æstimatores scientissimi decorarunt. Liceat tantum per vos in aris et focis nostris habitare, in sinu pa
4 (1609) De spectaculis pp. 127-188
itantur et exprimunt, quid aliud nisi ad libidinem inflammant homines per se et ad vitia satis proclives ? An major ulla co
An major ulla corruptela morum excogitari possit ? quæ enim in scena per imaginem aguntur, peracta fabula cum risu commemo
maximo. Recte enim atque sapienter Salomon Prov. 10. vers. 23. quasi per risum inquit, « stultus operatur scelus ». Turpia
pergimus, quoniam ad ejus instar theatra alia et amphiteatra extructa per urbes erant, paucis mutatis. Ac primum arena dice
prioris podii similitudine latioresque, ad quorum radices viæ erant, per quas a locis in loca alia transibatur. Sic Tertul
intelligo, cum cap. III. ait. « Vias enim vocant cardines baltheorum per ambitum, nam quod sequitur, et discrimina popular
s baltheorum per ambitum, nam quod sequitur, et discrimina popularium per proclivium », ad minores scalas referri debet, qu
icta, quod ad accipiendam et reddendam multitudinem idoneæ essent, ut per concamerationes, quæ sub gradibus erant, ingredi
ata in summo ædificio extantia confixa dixeris. Erant et tubi occulti per gradus facti, uti ex commissuris lapidum cernitur
ticus erat æquali tecto, officinas in se habens et cubicula superius, per quæ venientibus ad spectaculum ascensus, ingressu
est enim mortis fabricatrix voluptas. Et sicut Deus hominem ad vitam per laborem et sudorem vocat, cum sit virtus in arduo
orem et sudorem vocat, cum sit virtus in arduo posita ; ita ad mortem per delitias et suavitates festinamus, nimirum ad ver
nimirum ad verum bonum aspera via ducit, malorum imagines ad exitium per bona fallacia. Cavenda sunt igitur oblectamenta o
onjunctæ sunt vehementiores existunt, cum sensus omnes in carne sint, per quam voluptas tactus diffusa est, ex ea quasi per
mnes in carne sint, per quam voluptas tactus diffusa est, ex ea quasi per quinque rivulos in omnes sensus diducitur. Sic vo
et quasi limo suscepto a rebus externis in se reflexæ totam carnem et per eam animam inficiunt quo minus probitati operam d
luptate in diversam facto transitu in turpitudinem desinit. Eam Græci per hydriam significaverunt quam in palude delitescer
ati quantum venustatis, quantum oblectationis addunt ? Longum est ire per singula, quæ si exequi et dilatare pro dignitate
nondum a Theseo in urbis formam coacti rudi more agrestique instituto per agros sacris operati, tum eos qui sacrificio inte
rix Martiæ, regnatoris et populi procreatrix amans saltatur venus, et per affectus omnes meritriciæ vilitatis impudica expr
qui enim conveniat ignominia notare atque in infamium numero ponere, per quos divinus cultus augeatur. Ipsa Augustini verb
rum, dii ea sibi exhibere petiverunt. Quomodo ergo abjicitur scenicus per quem colitur Deus ? et theatricæ illius turpitudi
foro raptos e publicis diversoriis in templum Christiani inducunt, ut per eos sacra festorum lætitia augeatur ? quos Eccles
ter et privatim vacandum esse risus, plausus, clamores an id præstent per se quisque considerabit, quod si nequam et perdit
et VIII. et IX. Tertullianus lib de spectaculis c. XVII. « Spurcitiam per mulieres in scena repræsentari ait, et prostibula
us immortalis, in hoc argumento quanta præterea vitia insunt ? Primum per mulieres non muliebres personæ, sed militum etiam
eritate et robore temperato. Diligit enim eam ut proprium membrum, et per commixtionem quasi sibi iterum unire satagit. Sic
ssim exempla offeruntur, vindicari possunt, cum nullis certis sedibus per oppida et urbes histriones errent vagi et inconst
erendo, qui earum cupiditate inflammantur. Omnino turpissimum est cum per medias plateas, in ipsis hospitiis adolescentes n
itum circumtonsam matronam ministrasse compererat (in scena scilicet) per terna theatra virgis cæsum relegavit. Suetonius i
nam antea stantem populum spectavisse) aboleri paulatim patrios mores per lasciviam, gymnasia et otia et turpes amores exer
ore. Demum neque judicibus, aliisque Patribus grave fore aures tantis per iis voluptatibus dare. Neque ullo insigni probro,
beat, nequaquam populi Christiani moribus et sanctitati convenire, ut per urbes et oppida, certa perpetuaque sedes histrion
rtunum capiant ; unde rixæ et jurgia domestica extant, concitanturque per domos. Et est pudicæ fœminæ se limine continere n
bus annis major multo quam solebat est factus, extructo certo theatro per urbes et oppida immensum augebitur, pondus iners
ecitentur carmina, adstricta oratio numeris mire afficit instar aeris per angustias tibiæ compressi mentis sensibus carmine
ignificaverunt, cum Orphei cantum feras demulcisse. Amphionis cythara per se lapides ad structuram Thebani muri concurrisse
bores canendis Dei laudibus mitigasse ; contra videmus contingere, ut per plateas noctu, per domos interdiu nihil aliud qua
laudibus mitigasse ; contra videmus contingere, ut per plateas noctu, per domos interdiu nihil aliud quam Veneris laudes so
nculcavero musicam theatralem certissimam pestem afferre : corrumpere per civitates et oppida singulorum mores, instillare
as vivos mortuosque daturos : præcipue cum ad modos molles et fractos per se ad libidinem concitantes, verba turpissima add
a magis animus gaudebat mihi, Deum sese in hominem convertisse, atque per alienas tegulas. Venisse clanculum per impluvium,
in hominem convertisse, atque per alienas tegulas. Venisse clanculum per impluvium, fucum factum mulieri, At quem Deum ? q
rent his verbis. « Cætera lasciviæ ingenia etiam voluptatibus vestris per deorum dedecus operantur. Dispicite Lentulorum et
allaciter prodiderunt, dii hi utique, quia casti, quibus tantum nefas per humanos ludos confictum est, irasci ad vindicare
vacro, quæ diabolo et pompæ, et angelis ejus sunt mancipata, scilicet per idololatriam. Commemorabimus origines singulorum,
ut seipsum aut Deum lædat, hoc utrumque in ludis publicis agitur. Nam per turpitudines criminosas æterna illic salus Christ
dines criminosas æterna illic salus Christianæ plebis extinguitur, et per sacrilegas superstitiones majestas divina violatu
bit animum admirari, quoniam Isidori ætate suscepta passim Romæ atque per provincias religione Christiana nulli supererant
uam ipsa deorum templa, ubi impio cultui proprie vacabant. Num nos ea per imprudentiam reponemus, quæ tanta diligentia a ma
re affirmabis ? Communia hæc omnibus Christianis sunt : neque excuses per exaggerationem dici, quod toties et tanta verboru
rimum concinnata est ; quam Attellanus gesticulator, quam mimus etiam per mulieres repræsentat sexum pudoris exterminans, u
oculos spectaculis, ne vanis præstigiatorum ostentaculis tradere, nec per aures corruptricem animarum melodiam audire. Hoc
il sani neque audiunt, neque vident, qui undique obsidionem patiuntur per aures, per oculos, possint illam superare concupi
ue audiunt, neque vident, qui undique obsidionem patiuntur per aures, per oculos, possint illam superare concupisentiam. Qu
a, quorum erat magnus numerus cum cæteris qui nosta sacra susceperant per proincias confusus. Nam si quæ scenica mulier vel
ens mimos, quos vocant Galli joculatores, goliardos, et Tusci bufones per annum ignominiosam illam artem exercentes, vel br
eges magna patrum nostrorum prudentia fixæ, an hoc tempore serventur, per se nullo monstrante omnes intelligunt : cum omni
Et paucis interjectis subjungit. « Omnino igitur obscœnitas verborum per legislatorem exterminanda est ex civitate. Ex tur
de musica disputaret, et quanta mala incurrerent in rempublicam modis per negligentiam magistratuum mutatis, simul de puero
consilium, ratione modoque tractari non vult. » Sed designentur tamen per civitates aut diœceses censores, a quibus probent
Multa de ludis scenicis dicta sunt. Venio nunc ad lupanaria, quibus per urbes et oppida publice constitutis, mulierum inf
clesiam inter alia eo nomine acriter accusare, quod publica lupanaria per urbes et oppida toleraret. Ita refert Pius II. hi
es præsertim qui via et ratione Theologiam tradidere. et ne susceptum per provincias ab omni memoria morem convellere velle
est criminis. Idem judicium esto de meretricibus vagis nocte concubia per vicos et plateas vænali corpore, præterea de his
n, et in Hispania species certe quædam ejus vectigalis retinetur, cum per urbes et oppida lupanaris magister domum eam trip
s coram puderet peccare, singulis cellulis meretricum secretos aditus per posticum esse in quibusdam urbibus patefactos. Qu
rebus communibus commodum aliquod afferant, ac non potius perniciem, per se quisque consideret. Eas sane Philippus II. rex
et, si secus faxit, veste, quam locarit insuper pecunia mulctetur, se per se juraverit, atque secundo deliquerit ad pecuniæ
i meretrici concedatur turpem quæstum facere. Quæ secus faxit flagris per plateas cedatur, tum ipsa tum magister Lupanaris,
ardinalis distinctio placebat XXII. q. X. art. IV. Nimirum quædam res per se, et ex natura sua ad pravitatem dirigi, uti id
sentiendum sit lector sedato animo, neque infectus præjudicio aliquo per se statuat. Pertinet autem hic ludus ad antiquum
multa circum forum effugio patent, angusti aditus et quasi vomitoria, per quos bestia penetrare non potest. Itaque quod qui
incipes quam inter alias gentes, publice iis auctoribus rem illicitam per tot ætates primum intactam, deinde post abolition
git cum in stadio de equorum velocitate certamen est, et multo plures per æstatem haustu frigidæ pereunt, peponum aut alior
s possit ? cum usus sæpe sit salutaris ad mitigandos æstus, præsertim per æstatem Certum autem modum cunctis præscribere no
ntificis diploma, in quo quod superius est dictum indicatur, illicita per se esse hæc spectacula, quando a pietate et chari
t Pius Papa V. prædecessor noster periculis fidelium occurrere volens per suam constitutionem omnibus principibus Christian
contrarium facientibus, non obstantibus quibuscumque : proviso tamen per eos ad quos spectabit, quod ex inde alicujus mors
, et deinde piæ memoriæ Gregorius Papa XIII. etiam prædecessor noster per quasdam suas desuper confectas litteras prædictam
contra inobedientes cujuscumque qualitatis fuerint, ipsis prius etiam per edictum publicum constito summarie, et extrajudic
mque tenoribus specialis, specifica expressa, et individua, non autem per clausulas generales idem importantes mentio haben
ede indultum, quod interdici, suspendi, vel excommunicari non possint per litteras Apostolicas non facientes plenam et expr
ati non essent, et agitationes taurorum festis diebus non fierent, et per eosdem, ad quos spectabat, provideretur, ne inde
tis latius continetur. Cæterum quia sicut idem Philippus Rex nobis et per litteras et per dilectum filium nobilem virum Ant
netur. Cæterum quia sicut idem Philippus Rex nobis et per litteras et per dilectum filium nobilem virum Antoninum Suessæ du
us : easdemque prædecessoris litteras ad terminos juris communis (cui per præsentes non intendimus in aliquo derogare) perp
agitationes in eisdem Hispaniarum regnis festis diebus non fiant ; et per eos, ad quos spectet, provideatur, ne inde alicuj
astica dignitate constitutos, in dictis Hispaniarum regnis existentes per præsentes monemus et hortamur, ne paterna hac nos
5 (1599) Des spectaculis pp. 406-419
ulieres imitantur, quid aliud nisi ad libidinem inflammant intuentes, per se ad vitia satis proclives ? An major ulla corru
An major ulla corruptela morum excogitari possit ? Quæ enim in scena per imaginem aguntur, peracta fabula cum risu commemo
jocis ad seria transitus. Recte enim atque sapienter Salomon, « Quasi per risum, inquit, stultus operatur scelus. » Turpia
foro raptos e publicis diversoriis in templum Christiani inducent, ut per eos sacra festorum lætitia augeatur ? Aut qui con
os ait, histriones ignominia notare, atque in infamium numero ponere, per quos divinis cultus honestatur ? cur a sacris ord
r et privatim vacandum esse. Risus, plausus, clamores an id præstent, per se quisque considerabit. Sequitur pravitas alia,
parte contingere. Præterea histrionum numerus extructo certe theatro per urbes et oppida, immensum augebitur pondus iners
eat, ne quaquam populi Christiani moribus et sanctitati convenire, ut per urbes et oppida, certa perpetuaque sedes histrion
ne, qui restituenda contendat ? Ad hæc, «  Suscepta Christi religione per omnes pene civitates cadunt theatra uti Augustinu
6 (1664) Traité contre les danses et les comédies « LETTRE DE L’EVEQUE D’AGNANI, Pour la défense d’une Ordonnance Synodale, par laquelle il avait défendu de danser les jours des Fêtes. Au très Saint et très Bienheureux Père Paul V. Souverain Pontife. Antoine Evêque d’Agnani, éternelle félicite. » pp. 154-176
untur ad eum, offendasque populo ceremonias, et ritum colendi viamque per quam ingredi debeant, et opus quod facere debeant
ans toutes les Provinces. » « Irreligiosa consuetudo est, quam vulgus per sanctorum solemnitates agere consuevit : populi q
nt imprimer dans leur esprit.« Ideo enim potestatis culmina tenet, ut per eandem potestatem disciplinam Ecclesiasticam muni
inam Ecclesiasticam muniat, et ut quod non prævalet Sacerdos efficere per doctrinæ sermonem, potestas impleat per disciplin
on prævalet Sacerdos efficere per doctrinæ sermonem, potestas impleat per disciplinæ terrorem. » Isidor. Saint Chrysolog
untur ad eum, offendasque populo ceremonias, et ritum colendi viamque per quam ingredi debeant, et opus quod facere debeant
sumet vos secum. » Malach. « Irreligiosa consuetudo est, quam vulgus per sanctorum solemnitates agere consuevit : populi q
quam Episcopus. » S. Greg. « Ideo enim potestatis culmina tenet, ut per eandem potestatem disciplinam Ecclesiasticam muni
inam Ecclesiasticam muniat, et ut quod non prævalet Sacerdos efficere per doctrinæ sermonem, potestas impleat per disciplin
on prævalet Sacerdos efficere per doctrinæ sermonem, potestas impleat per disciplinæ terrorem. » Isidor. « Si qua sunt er
7 (1694) Maximes et Réflections sur la Comédie « XIII. Si l’on peut excuser les laïques qui assistent à la comédie, sous le prétexte des canons qui la défendent spécialement aux ecclésiastiques. » pp. 52-57
onnullis rebus sentiri potest, Dei sacerdotes abstinere debent : quia per aurium oculorumque illecebras turba vitiorum ad a
icée (325), Canon XVIII].r , dans la décrétale de saint LéonUniv. Ep. per Camp. cap.3 [1e décrétale de Saint Léon (le pape
tale de Saint Léon (le pape Léon Ier, 440-461), « Universis episcopis per Campaniam etc. », chap. 3, in Jean Hardouin, Acta
] Can. XVIII. [1er Concile de Nicée (325), Canon XVIII].r Univ. Ep. per Camp. cap.3 [1e décrétale de Saint Léon (le pape
tale de Saint Léon (le pape Léon Ier, 440-461), « Universis episcopis per Campaniam etc. », chap. 3, in Jean Hardouin, Acta
8 (1631) Panegyrici et orationes « MODESTINUS PROLATARUM CONFUTATIONE RATIONUM HISTRIONES CUM FABULIS SUIS PROCUL AMANDANDOS ESSE DEMONSTRAT. ORATIO X. » pp. 325-352
tione gravi et libera edoceretur, si hoc a se impetrarent homines, ut per otium animo quieto, solutoque rationum momenta po
servit plebeiis ; et qui in hoc consessu fraudes suas ab aliis detegi per ignorantiam non posse existimat, ab aliis propter
prætextas et fasces Romani evocabant, sed facetos, et dicaces Atticos per vindemias fervente musto, spumante cuppa, labris
rpuratis, convicia invicem jactitasse ; tum post multiplices choreas, per pagos et κώμας (unde et Comediæ nomen) discurrent
gitia cum naturæ vitio facilius in animum irrepunt quam virtutes, tum per oculos quasi fenestras expeditissimas blandissime
claro meridie, patente domo, titillante sensu, approbantibus omnibus per oculos et aures in animum introducitur, incidit f
c enim profiteri omnes cogimur usu rerum et experientia edocti, animo per libidines corrupto nihil altum inesse. Vidit hunc
nos invisunt, primo aditu in urbem proposita tabula publice, privatim per domos nobis recipiunt facturos se ut civium verec
ulo, morte plectebant : et ipsam libidinem in theatris, ipsam Venerem per oculos inmissam sine crimine habebant ? Nimirum e
n scenam prodiret : sed maxime gravissima Sanctorum Patrum auctoritas per omnes ætates ab illis Romani Imperii temporibus p
dem in domum inferre permittit, mensa hospitioque dignatur ? Vagantur per oppida sine tecto, sine lare, ignotis parentibus
e quam voce ? utroque autem apte concinneque utentes ea quæ dicunt si per se laudabilia sunt, efferre in maius ; si jacent,
ratoribus histriones quam ab histrionibus oratores acceperunt. Itaque per me licet, Ciceronem totum refinxerint ? solum eni
tensius, certe Demosthenes acceptam semper retulit actionem. Est enim per sane ridiculum duobus vulsis et recalvastris ludi
t : exclamationibus permovendi quas in Æschine risit Demosthenes : et per hæc ad illam flexanimam, et omnium reginam eloque
9 (1632) De spectaculis theatralibus pp. 339-351
ivinarum et humanarum rerum, et c. sed eam quæ ad sensus pertinet, et per eos prius affectos, ad animam pervadit. Inter quo
rea totius oculorum et aurium regimen nobis scriptura commendat, quia per eas partes insinuant se vitia, et ex auditis et v
m, dii eas sibi exhiberi petiverunt. Quomodo ergo abjicitur scenicus, per quem colitur Deus ? Et theatrice illius turpitudi
igionis alienissimum esse, et sacro Ministerio quod Deus instituit ut per illud fides nostra ædificetur, injurium ; nec ver
p. 15. « Cætera, inquit, lascivia ingenia, etiam voluptatibus vestris per Deorum dedecus operantur. Dispice Lentulorum et H
allaciter prodiderunt, dii hi utique, quia casti, quibus tantum nefas per humanos ludos confictum est, irasci ac vindicare
cro, quæ Diabolo, et pompae, et Angelis ejus sunt mancipata, scilicet per Idololatriam. » Idem argumentum persequitur Lacta
ma gratia ejus de spurcitia plurimum concinnata est, quam minus etiam per mulieres repræsentat, sexum pudoris exterminans,
culos spectaculis, nec vanis præstigiatorum ostentaculis tradere, nec per aures corruptrices, animarum melodiam audire. » A
init. Itaque nihil omnino damnosius quam spectaculis assidere, quando per voluptatem facilius ac proclivius obrepunt vitia.
10 (1664) Traité contre les danses et les comédies « Chapitre IV. Que les Danses sont défendues dans les lieux saints. » pp. 22-25
in eis sæcularium judiciorum strepitus conquiescat, nulla inibi causa per laicos criminalis maxime agitetur. » Lib. 3. sext
in eis sæcularium judiciorum strepitus conquiescat, nulla inibi causa per laicos criminalis maxime agitetur. » Lib. 3. sext
oni insaniæ ludibria exercere præsumunt : Infra, Mandamus quatenus ne per hujusmodi turpitudinem Ecclesiæ inquinetur honest
11 (1582) De spectaculis. Cap. 5. [Tertia ac postrema syntagmatis iuris vniversi pars, liber XXXIX] « De spectaculis. Cap. 5. » pp. 818-825
ludos hos sibi vsurparunt, quòd illis exitio fuit. Eleis sibi eosdem per Phidonem Argiuum aduocatum vsurpantibus, vt narra
hiano, Herodoto, Pausania, & aliis tradit, hæc Olympica certamina per singulos quinq; annos renouari solita, cũ maximo
ctoribus concedebantur. Tantáq́; fuit Olympiorum veneratio, vt posteà per Olympiades lustrales cæperint anni numerari, ab a
data Nemea certamina originem habuerunt à certamine funebri instituto per septem duces Argiuorum, in honorem Archemori fili
culos spectaculis, nec vanis præstigiatorum ostentaculis tradere, nec per aures corruptricem animarum melodiam audire. Hoc
tuti in scenam vel theatrum darent : quòd essent morum corruptela, ne per obscænos motus iuuenes impudicitia lasciuirentAle
mimos, quos vocant Galli ioculatores goliardos, & Tusci bufones, per annum ignominiosam illam artem exercentes, vel br
it. c. 43.. Sicuti & P. Dolabella censuit spectaculum gladiatorum per omnes annos celebrandũ, pecunia eorum, qui quæstu
12 (1664) Traité contre les danses et les comédies « Chapitre XVII. Que les danses sont condamnées dans l’Ecriture, et par les Pères. » pp. 119-141
umerosa multitudine diebus festis, cum adveniunt audituræ verbum Dei, per inscitiam lætitiæ spiritualis, se dedunt inhonest
De provident. li. 2. « Diabolus est in spectaculis et pompis suis, et per hoc, cum redimus ad spectaculum, relinquimus fide
u’il souffre. » « Væ iis qui sunt in causa efficaci tantorum malorum, per suos lascivos sonos ; reddent de omnibus malis, q
umerosa multitudine diebus festis, cum adveniunt audituræ verbum Dei, per inscitiam lætitiæ spiritualis, se dedunt inhonest
De provident. li. 2. « Diabolus est in spectaculis et pompis suis, et per hoc, cum redimus ad spectaculum, relinquimus fide
ontaminantur. » « Væ iis qui sunt in causa efficaci tantorum malorum, per suos lascivos sonos ; reddent de omnibus malis, q
13 (1733) Dictionnaire des cas de conscience « Comédie. » pp. 765766-806
om. 2. 2. q. 168. art. 2. « sicut autem fatigatio corporalis solvitur per corporis quietem, ita etiam oportet quod fatigati
corporis quietem, ita etiam oportet quod fatigatio animalis solvatur per anima quietem ; quies autem anima est delectatio.
ur, in quantum homo sit pronus ad vitia vel lasciviæ vel crudelitatis per ea quæ ibi repræsentantur : Unde Chrysostomus dic
mento venenato ; nec tanti gulam facias, voluptatis, quanti periculum per suavitatem. » veux, dit-il, que dans ces spectac
cunt appetitiones, et oculi proximos impudentius aspicere assuefacti, per quod concessum sibi vident otium, intendunt cupid
animæ purgationem, ut semel et quod vobis satis sit dicam, voluptates per sensus eripiunt. Oportet enim nec oculos spectacu
os spectaculis, nec vanis præstigiatorum ostentationibus tradere, nec per aures animarum corruptricem melodiam haurire, hoc
. 2. « Sed nunc in theatris congaudebam amantibus cum sese frucbantur per flagitia. » . « Alors, dit-il, lorsque je fréquen
onnullis rebus sentiri potest, Dei Sacerdotes abstinere debent ; quia per aurium oculorumque illecebras vitia ad animam ing
sanctissimus, tum ipsum, tum ejus doctrinam maximi faciebat : et quod per externa Sacracenorum bella licuit, ejus semper gr
oduit la Comédie Ibid. « In quam sententiam valde populum confirmabit per ea quæ gravissimi viri Tertullianus, Cyprianus Ma
spectac. c. 27. « Ne tanti gulam facias voluptatis, quanti periculum per suavitatem. » , n’ait pas plus de pouvoir sur vou
1585. pag. 638. Epist. 338. « Scenicis summum hoc studium est, non ut per ipsorum cavillas multi meliores reddantur, verum
sum putamus gaudium simplex, nec delectat ridere sine crimine ? Quasi per risum stultus operatur scelus. Proverb. 10. au l
om. 2. 2. q. 168. art. 2. « sicut autem fatigatio corporalis solvitur per corporis quietem, ita etiam oportet quod fatigati
corporis quietem, ita etiam oportet quod fatigatio animalis solvatur per anima quietem ; quies autem anima est delectatio.
ur, in quantum homo sit pronus ad vitia vel lasciviæ vel crudelitatis per ea quæ ibi repræsentantur : Unde Chrysostomus dic
mento venenato ; nec tanti gulam facias, voluptatis, quanti periculum per suavitatem. » Ibid. Cap. 28 « Vicibas disposita
cunt appetitiones, et oculi proximos impudentius aspicere assuefacti, per quod concessum sibi vident otium, intendunt cupid
animæ purgationem, ut semel et quod vobis satis sit dicam, voluptates per sensus eripiunt. Oportet enim nec oculos spectacu
os spectaculis, nec vanis præstigiatorum ostentationibus tradere, nec per aures animarum corruptricem melodiam haurire, hoc
. 2. « Sed nunc in theatris congaudebam amantibus cum sese frucbantur per flagitia. » Ibid. « Quid autem mirum, cum infel
onnullis rebus sentiri potest, Dei Sacerdotes abstinere debent ; quia per aurium oculorumque illecebras vitia ad animam ing
sanctissimus, tum ipsum, tum ejus doctrinam maximi faciebat : et quod per externa Sacracenorum bella licuit, ejus semper gr
um dimanare. » Ibid. « In quam sententiam valde populum confirmabit per ea quæ gravissimi viri Tertullianus, Cyprianus Ma
spectac. c. 27. « Ne tanti gulam facias voluptatis, quanti periculum per suavitatem. » Chrysost. Homil. 15. ad pop. Anti
1585. pag. 638. Epist. 338. « Scenicis summum hoc studium est, non ut per ipsorum cavillas multi meliores reddantur, verum
sum putamus gaudium simplex, nec delectat ridere sine crimine ? Quasi per risum stultus operatur scelus. Proverb. 10. Isi
14 (1664) Traité contre les danses et les comédies « Chapitre XII. Du Dimanche et des jours des Fêtes. » pp. 54-66
Deum expensæ : ipse est enim dies requietionis perpetuæ : ipse nobis per septimæ diei umbram insinuatus noscitur in lege,
et Prophetis : Justum igitur est ut hanc diem unanimiter celebremus, per quam facti sumus quod non suimus. » Et encore plu
Deum expensæ : ipse est enim dies requietionis perpetuæ : ipse nobis per septimæ diei umbram insinuatus noscitur in lege,
et Prophetis : Justum igitur est ut hanc diem unanimiter celebremus, per quam facti sumus quod non suimus. » Et infra ,
15 (1664) Traité contre les danses et les comédies « Chapitre XIV. Que les danses sont aussi défendues les jours des Fêtes par les lois Canoniques. » pp. 76-93
c. ult. « Exterminanda omnino est irreligiosa consuetudo quam vulgus per sanctorum solemnitates agere consuevit. Populi, q
jour au culte divin » ;« Omni theatrorum, atque Circensium voluptate per universas urbes earumdem populis denegata, totæ C
c. ult. « Exterminanda omnino est irreligiosa consuetudo quam vulgus per sanctorum solemnitates agere consuevit. Populi, q
. valeat Christianus. » « Omni theatrorum, atque Circensium voluptate per universas urbes earumdem populis denegata, totæ C
16 (1586) Quatre livres ou apparitions et visions des spectres, anges, et démons [extraits] « [Extrait 1 : Livre II, chap. 3] » pp. 104-105
rtio consulatu Honorij. — picta Draconum Colla levant multusque tumet per nubila serpens Iratus stimulante Noto. Ammian Mar
rtio consulatu Honorij. — picta Draconum Colla levant multusque tumet per nubila serpens Iratus stimulante Noto. Lib. 16.
17 (1671) La défense du traité du Prince de Conti pp. -
timore Dei incipiente operari in eo omnium virtutum plenitudinem, dum per justitiam defert majori : per prudentiam non cred
in eo omnium virtutum plenitudinem, dum per justitiam defert majori : per prudentiam non credit se sibi : per temperantiam
dum per justitiam defert majori : per prudentiam non credit se sibi : per temperantiam refugit discernere : per fortitudine
prudentiam non credit se sibi : per temperantiam refugit discernere : per fortitudinem totum se obedientiæ subjicit, non di
volontaires « Unde nos ipsos jugiter damnare, et accusare debemus, ur per vilitatem voluntariam, lapsus non voluntarios abj
, dit-il « Sed tamen his fabulis spretis ac repudiatis Deus pertinens per naturam cujusque rei, per terras Ceres, per maria
abulis spretis ac repudiatis Deus pertinens per naturam cujusque rei, per terras Ceres, per maria Neptunus, alii per alia p
repudiatis Deus pertinens per naturam cujusque rei, per terras Ceres, per maria Neptunus, alii per alia poterunt intelligi,
per naturam cujusque rei, per terras Ceres, per maria Neptunus, alii per alia poterunt intelligi, qui qualesque sint, quoq
te certandi. Cæterum abolitos paulatim patrios mores, funditus everti per accitam lasciviam ut quod usquam corrumpi et corr
us pudori relinquatur ; sed cœtu promisquo quod perditissimus quisque per diem concupiverit, per tenebras audeat. » Tacit.
sed cœtu promisquo quod perditissimus quisque per diem concupiverit, per tenebras audeat. » Tacit. Lib. 14. Annal. . « Nér
damnosum bonis moribus, quam in aliquo spectaculo desidere. Tunc enim per voluptatem facilius vitia surrepunt. Quid me exis
sapientæ tuæ. Sin hæc quæ cæteri mirantur, contemnenda duxisti et cum per valetudinem posse, venire tamen noluisti ; utrumq
. » Et dans l’Epitre 96. « L’homme, dit-il « Homo sacra res, homo jam per lusum et jocum occiditur ; et quem eruditi ad inf
producitur, satisque spectaculi in homine mors est, in hac ergo morum per versitate, desideratur solito vehementius aliquid
, quemadmodum Circum vel Theatrum spectator. Loca nos non contaminant per se ; sed quæ in locis fiunt, a quibus et ipsa loc
ntauros, atque id genus fabulas cœpisse describere deinde spectatores per risum acclamasse, Nihil ad Bachhum : Quo convitio
tanta proferre mendacia. Ubi respondit Thespis, non esse indignum ea per ludum vel dicere, vel facere ; Solon terra baculo
e certandi ; Cæterum abolitos paulatim patrios mores, funditus everti per accitam lasciviam, ut quod usquam corrumpi, et co
pus pudori relinquatur, sed cœtu promiscuo quod perditissimus quisque per diem concupiverit, per tenebras audeat. » , étant
sed cœtu promiscuo quod perditissimus quisque per diem concupiverit, per tenebras audeat. » , étant Consul pour la quatriè
erpetua sedes theatro locata sit, potius quam immenso sumptu singulos per annos consurgeret ac strueretur : nec perinde Mag
ento subest, solaque fit narratio fabulosa, non unus reperitur modus, per figmentum vera referendi : aut enim contextio nar
ns, Qui te nec amet, nec studeat tui, Aut tu illum fructu fallas, aut per litteras Avertas aliquod nomen, aut per servulum
t tu illum fructu fallas, aut per litteras Avertas aliquod nomen, aut per servulum Percutias pavidum, postremo a parco patr
ommé Stéphanion dans trois Théâtres, et puis le bannit « Stephanionem per trina theatra virgis cæsum relegavit. » Sueton. i
jam non solum aquatissimo, sed etiam tepidissimo cum suis præsentibus per sorbitiones esiguas partiretur, quia pietatem ibi
iat ? Per hæc ille malorum artifex se intromittit, ut captis paulatim per ludorum similitudinem mentibus dominetur…Admonete
acere, de præmissa B. Augustini authoritate sufficienter, et præcipue per suum Prælatum certificati, et advisati fuerint, i
iements, et de leurs louanges. « Quel honneur, dit-il « Cur Principes per infames honoras ? cur in eos tam multa impendis ?
ffluunt turpitudine, multa nequitia, qui undique obsidionem patiuntur per aures, per oculos, possint illam superare concupi
pitudine, multa nequitia, qui undique obsidionem patiuntur per aures, per oculos, possint illam superare concupiscentiam ?
ciunt aliud quam labores. » In serm. in illud Math. 7. v. 13. Intrate per augustam portam., qu’après avoir employé envers v
mêmes Actes des Apôtres. « Il y a déjà trois ans, dit-il « Ecce enim per gratiam Dei et nos triennium jam habemus, noctesq
per gratiam Dei et nos triennium jam habemus, noctesque et dies nonne per tres dies, sæpe etiam per septem exhortamur. » S.
ennium jam habemus, noctesque et dies nonne per tres dies, sæpe etiam per septem exhortamur. » S. Chrysost. hom. 44. in act
pa Vestales virgines. Quæ facinora digna Dei vindicta Romano sanguine per Gothorum gladium Deus voluit expiari. » Baron. a
.  Ille est enim ille qui etiam in artem, jocos ludosque digessit, ut per hæc ad se traheret milites Christi, virtutisque e
ibus etiam Theatra construxit, et illos risuum incensores paravit, ut per illorum luem, in universam urbem talem exciter pe
cunctis jure celebratur, omni Theatrorum, atque Circensium voluptate per universas urbes earumdem populis denegata, totæ C
pœna prohibere : maxime cum etiam in natalibus beatissimorum Martyrum per nonnullas civitates, et in ipsis locis sacris tal
boli confiteris ? Renunciasti semel diabolo, et spectaculis ejus ; ac per hoc necesse est ut prudens, et sciens dum ad spec
relinquit Deum. Diabolos autem in spectacula est, et pompis suis ; ac per hoc, cum redimus ad spectacula, relinquimus fidem
carne natus, Salvator mundi noster edocuit ? hoc vel perse ipsum, vel per Apostolos prædicavit. » Salvian. lib. 6. de Provi
ibi lascivia, alibi intemperantia, alibi insania : ubique dæmon. Immo per singula ludicrorum loca, universa dæmonum monstra
a dæmonum monstra. « Præsident enim sedibus suo cultui dedicatis. Ac per hoc in spectaculis ejusmodi non sola est illecebr
ne curæ Ne reus cantu petulantiore,   Sim reus actu. Neu putet solvi per amæna dicta Schema sic artis Phalerasque jungam C
appresso entrato nella citta, reconfirmato al Doge, et alla Republica per amplissemi privilegii le preminzie concesse, aggi
o, la chiesa di santo Marco, dal Vespro della vigilia dell’Ascensione per infino all’altro Vespro, del proprio, giorno, in
pa, et all’Imperatore, con due troni, et con due Ombrelle, cioe l’una per lo Papa et l’altra per l’Imperatore. Et all’hora
con due troni, et con due Ombrelle, cioe l’una per lo Papa et l’altra per l’Imperatore. Et all’hora il Papa fece comandamen
comandamento che fusse recato, un altro trono, et un’altra ombrella, per lo Duce, et quelle gli presento, dicendo : lo ti
es, eosdemque scenicos ludos etiam diis suis acceptos viderent, illos per quos agerentur, in infamium loco ac numero deputa
tanta proferre mendacia. Ubi respondit Thespis, non esse indignum ea per ludum vel dicere, vel facere ; Solon terra baculo
abat Heliogabalus…..ita rebus omnibus quæ venerandæ olim censebantur, per omnem contumeliam ac temulentiam debacchantibus,
um in compendio juris civilis quod Romæ est in Bibliotheca Pontificis per indicis seriem ordine alphabeti sermone Græco com
lurimum concinnata est, quam Atellanus gesticulator, quam Mimus etiam per mulieres repræsentat, sexum pudoris exterminans,
témoignage de Tacite en ces termes « Aggregabantur e plebe flagitiosa per obsequia Vitellio cogniti, Scurræ, Histriones, Au
ces termes « Cæterum abolitos paulatim patrios mores, funditus everti per accitam lasciviam, ut quod usquam corrumpi, et co
ndabat Heliogabalus ita rebus omnibus quæ venerandæ olim censebantur, per omnem contumeliam, ac temulentiam de bacchantibus
s, easdemque scenicos ludos, etiam Diis suis acceptos viderent, illos per quos agerentur, in infamium loco, ac numero deput
, dii eos sibi exhiberi petiverunt ? Quomodo ergo abjicitur Scenicus, per quem colitur Deus ? et theatricæ illius turpitudi
icit in alio loco iam Consul in extremis periculis civitatis et ludos per decem dies factos, neque rem ullam quæ ad placand
prope fata ipsa flexissent. Itaque ex illorum responsis tunc et ludi per dies decem facti sunt, neque res nulla quæ ad pla
 Notre ami Esope, dit-il « Noster Æsopus ejusmodi fuit ut ei desinere per omnes homines liceret. » Ibid., y joua de telle s
urimum concinnata est, quam Atellanus gesticulatur, quam Mimus, etiam per mulieres repræsentat, sexum pudoris exterminas, u
uæ facere flagitium est ? cur quæ ore prolata communicant hominem, ea per oculus et aures admissa non videantur hominem com
ofectu dedi operam, quamvis exquisitam pronuntiandi rationem, assequi per patriam consuetudinem non licuit. Nostris enim ho
ecembris, quia eo die scripta est lex Græce, diebus Ptolomæi, tuncque per tres dies tenebræ mundo effusæ sunt. » In Talmude
inde quædam suis scriptis inserere, mente motum fuisse diebus 30. et per intervalla insaniæ precibus Deum placasse, facile
sine concussione spiritus non est. Ubi enim voluptas, ibi et studium, per quod scilicet voluptas sapit ; ubi studium, ibi e
ium, per quod scilicet voluptas sapit ; ubi studium, ibi et æmulatio, per quam studium sapit. Porro, et ubi æmulatio, ibi e
unculo venenato : nec tanti gulam facias voluptatis, quanti periculum per suavitatem. » Tertull. de spectac. cap. 27., qu’
io id non facerem ? Ego vero illud sponte feci, ac libens. Non omnino per hanc turpitidinem verba ista commodius discuntur 
Non omnino per hanc turpitidinem verba ista commodius discuntur ; sed per hæc verba turpitudo ista confidentius perpetratur
écrit à Mémorius Evêque de Capoue. « Posidius, dit-il « Posidius est per nostrum ministerium, non litteris illis, quas var
dinum liberales vocant ; sed dominico pane nutritus quantus ei potuit per nostras angustias dispensari. Quid enim aliud dic
tis æstus immanis terrarum libidinum, in quo ipsa mutatur et vertitur per nutum proprium de cœlesti serenitate detorta atqu
sujet « Tunc in Theatris congaudebant amantibus, cum se se fruebantur per flagitia, quamvis hæc imaginarie gererentur in lu
’Isidore « Ideo prohibetur Christianis figmenta legere Poëtarum, quia per oblectamenta inanium fabularum mentem excitant ad
ateur, dit-il « Omnis igitur obscœnitas verborum ut et quidquam aliud per legislatorem exterminanda est de civitate : ex tu
s, vel veste pretiosa ; sed quod decet mulieres promittentes pietatem per opera bona. Mulier in silentio discat. » 1. Tim.
nunculo venenato, nec tanti gulam facias voluptatis, quanti periculum per suavitem. » Tertullian. de Spectacul. cap. 27.,
i, et stanti ipso pondere elapsus est. Hunc dum sequitur, colligitque per læve, et lubricum pavimentum fallente vestigio ce
eum locum, qui usque ad nostram extat ætatem sibi ædificavit, in quem per dies singulos descendens, gestum ac motum corpori
ædam quæ secundum speciem suam sunt peccata ; et talia non excusantur per ludum ; quin immo ex his ludus redditur flagitios
exercere præsumunt et infra, fraternitati vestræ mandamus quatenus ne per hujusmodi turpitudinem Ecclesiæ inquinetur honest
itre « Ludi Theatrales etiam prætextu consuetudinis in Ecclesiis, vel per Clericos fieri non debent. » Titul. dict. Canon.
et, ac etiam Cæmeterio exerceri amplius permittant, transgressoresque per censuram Ecclesiasticam aliaque juris remedia pun
ctaculandum ; aliquando larvalis, quæ larvæ sunt deformitates hominum per appositionem colorum, vel rerum, quæ vulgariter d
ia non proprie vocantur ludi, ut notatur in dicto Canone Cum decorem, per Gloss. et Panormit. » Summa Angelica in V. ludus,
et privatim vacandum esse : risus, plausus, clamores, an id præstent, per se quisque considerabit. » Mariana de Rege et Reg
s les Docteurs in c. cum decorem. de vita et honestate Clericorum, et per hoc in summa eοdem titulo. Item ludi Theatrales.
cæteros rapuit) cum Theutonicos, Cimbrosque concideret, cum Jugurtham per Africæ deserta sequeretur, tot pericula putes app
ribus indebitis. Et quamvis in rebus humanis non utantur alio officio per comparationem ad alios homines ; tamen per compar
s non utantur alio officio per comparationem ad alios homines ; tamen per comparationem ad seipsos, et ad Deum, alias haben
dans sa Somme : « On appelle, Histrion, dit-il « Histrio dicitur qui per aliquod instrumentum, vel corporis gesticulatione
nas inquiror, de loco ad locum fugitans, inedia, miseriaque confecta, per hæc nunc latitans oberro loca, triduum jam hoc si
et artem musicam, in spiritualem commutans vitæ, mentisque harmoniam, per integrum triennium arctissimæ se tradidit abstine
paces de regular se con las reglas, y leyes de la razon, y ordinar se per ella à bueno, y loable fin, que es la conversacio
ffluunt turpitudine, multa nequitia, qui undique obsidionem patiuntur per aures, per oculos, possint illam superare concupi
pitudine, multa nequitia, qui undique obsidionem patiuntur per aures, per oculos, possint illam superare concupiscentiam ?
défendons , disent-ils « Omni Theatrorum, atque Circensium voluptate per universas urbes earum populis denegata, totæ Chri
it enim versutissimus artifex malorum segnius irritate animum demissa per aures, quam quæ sunt oculis subjecta fidelibus, e
rum. » Tit. 2. Omnes etiam qui hæc legent si quis tamen legere volet, per eumdem Dominum obtestor, ut vel in concionibus, v
s Senatores, Præteresque civitatum ; nec tantum admoneant ; sed etiam per Jesum Christum obtestentur, ut in istos morum Chr
enæ, Circi, Theatrorum, et omnibus quæ animæ contaminant puritatem et per sensus ingrediuntur, ad mentem, impleturque quod
entem, impleturque quod scriptum est. » Jerem 9. v. 20. Mors intravit per fenestras vestras. » Ibidem. « des Saints Docteur
dit-il « Recibida ya la Christiana Religion, dize san Augustin, casi per todas las ciudades, se van cayendo los theatros,
in altari semper ardebit, quem nutriet sacerdos subjiciens mane ligna per singulos dies. » Cet autel est le cœur de l’homme
pe actibus, dit S. Grégoire, valde frigescit animus, si necdum fuerit per intima dona solidatus  » ; Si l’âme n’est fortifi
ctum Christianum de repudio spectaculorum. Itaque negat manifeste qui per quod agnoscitur, tollit. » Tertull. de spect. cap
timore Dei incipiente operari in eo omnium virtutum plenitudinem, dum per justitiam defert majori : per prudentiam non cred
in eo omnium virtutum plenitudinem, dum per justitiam defert majori : per prudentiam non credit se sibi : per temperantiam
dum per justitiam defert majori : per prudentiam non credit se sibi : per temperantiam refugit discernere : per fortitudine
prudentiam non credit se sibi : per temperantiam refugit discernere : per fortitudinem totum se obedientiæ subjicit, non di
r. 4. v.4. « Unde nos ipsos jugiter damnare, et accusare debemus, ur per vilitatem voluntariam, lapsus non voluntarios abj
cap. 2. « Sed tamen his fabulis spretis ac repudiatis Deus pertinens per naturam cujusque rei, per terras Ceres, per maria
abulis spretis ac repudiatis Deus pertinens per naturam cujusque rei, per terras Ceres, per maria Neptunus, alii per alia p
repudiatis Deus pertinens per naturam cujusque rei, per terras Ceres, per maria Neptunus, alii per alia poterunt intelligi,
per naturam cujusque rei, per terras Ceres, per maria Neptunus, alii per alia poterunt intelligi, qui qualesque sint, quoq
te certandi. Cæterum abolitos paulatim patrios mores, funditus everti per accitam lasciviam ut quod usquam corrumpi et corr
us pudori relinquatur ; sed cœtu promisquo quod perditissimus quisque per diem concupiverit, per tenebras audeat. » Tacit.
sed cœtu promisquo quod perditissimus quisque per diem concupiverit, per tenebras audeat. » Tacit. Lib. 14. Annal. « Nih
damnosum bonis moribus, quam in aliquo spectaculo desidere. Tunc enim per voluptatem facilius vitia surrepunt. Quid me exis
sapientæ tuæ. Sin hæc quæ cæteri mirantur, contemnenda duxisti et cum per valetudinem posse, venire tamen noluisti ; utrumq
stulaticiis præferunt. » Senec. Epist. 7. « Homo sacra res, homo jam per lusum et jocum occiditur ; et quem eruditi ad inf
producitur, satisque spectaculi in homine mors est, in hac ergo morum per versitate, desideratur solito vehementius aliquid
, quemadmodum Circum vel Theatrum spectator. Loca nos non contaminant per se ; sed quæ in locis fiunt, a quibus et ipsa loc
ntauros, atque id genus fabulas cœpisse describere deinde spectatores per risum acclamasse, Nihil ad Bachhum : Quo convitio
tanta proferre mendacia. Ubi respondit Thespis, non esse indignum ea per ludum vel dicere, vel facere ; Solon terra baculo
e certandi ; Cæterum abolitos paulatim patrios mores, funditus everti per accitam lasciviam, ut quod usquam corrumpi, et co
pus pudori relinquatur, sed cœtu promiscuo quod perditissimus quisque per diem concupiverit, per tenebras audeat. » « Plur
sed cœtu promiscuo quod perditissimus quisque per diem concupiverit, per tenebras audeat. » « Pluribus ipsa licentia plac
erpetua sedes theatro locata sit, potius quam immenso sumptu singulos per annos consurgeret ac strueretur : nec perinde Mag
ento subest, solaque fit narratio fabulosa, non unus reperitur modus, per figmentum vera referendi : aut enim contextio nar
ns, Qui te nec amet, nec studeat tui, Aut tu illum fructu fallas, aut per litteras Avertas aliquod nomen, aut per servulum
t tu illum fructu fallas, aut per litteras Avertas aliquod nomen, aut per servulum Percutias pavidum, postremo a parco patr
pera, et fœdissima vitæ munia. » Julian. in Misopog. « Stephanionem per trina theatra virgis cæsum relegavit. » Sueton. i
jam non solum aquatissimo, sed etiam tepidissimo cum suis præsentibus per sorbitiones esiguas partiretur, quia pietatem ibi
iat ? Per hæc ille malorum artifex se intromittit, ut captis paulatim per ludorum similitudinem mentibus dominetur…Admonete
acere, de præmissa B. Augustini authoritate sufficienter, et præcipue per suum Prælatum certificati, et advisati fuerint, i
rysost. in homil. 1. in cap. 6. Isaya. Vidi Dominum. « Cur Principes per infames honoras ? cur in eos tam multa impendis ?
ffluunt turpitudine, multa nequitia, qui undique obsidionem patiuntur per aures, per oculos, possint illam superare concupi
pitudine, multa nequitia, qui undique obsidionem patiuntur per aures, per oculos, possint illam superare concupiscentiam ?
ciunt aliud quam labores. » In serm. in illud Math. 7. v. 13. Intrate per augustam portam. « Ex mirando Eutropii casu sati
haud dubium impulsore Chrysostomo. » Baron. ad ann. 399. « Ecce enim per gratiam Dei et nos triennium jam habemus, noctesq
per gratiam Dei et nos triennium jam habemus, noctesque et dies nonne per tres dies, sæpe etiam per septem exhortamur. » S.
ennium jam habemus, noctesque et dies nonne per tres dies, sæpe etiam per septem exhortamur. » S. Chrysost. hom. 44. in act
pa Vestales virgines. Quæ facinora digna Dei vindicta Romano sanguine per Gothorum gladium Deus voluit expiari. » Baron. a
.  Ille est enim ille qui etiam in artem, jocos ludosque digessit, ut per hæc ad se traheret milites Christi, virtutisque e
ibus etiam Theatra construxit, et illos risuum incensores paravit, ut per illorum luem, in universam urbem talem exciter pe
cunctis jure celebratur, omni Theatrorum, atque Circensium voluptate per universas urbes earumdem populis denegata, totæ C
pœna prohibere : maxime cum etiam in natalibus beatissimorum Martyrum per nonnullas civitates, et in ipsis locis sacris tal
boli confiteris ? Renunciasti semel diabolo, et spectaculis ejus ; ac per hoc necesse est ut prudens, et sciens dum ad spec
relinquit Deum. Diabolos autem in spectacula est, et pompis suis ; ac per hoc, cum redimus ad spectacula, relinquimus fidem
carne natus, Salvator mundi noster edocuit ? hoc vel perse ipsum, vel per Apostolos prædicavit. » Salvian. lib. 6. de Provi
ibi lascivia, alibi intemperantia, alibi insania : ubique dæmon. Immo per singula ludicrorum loca, universa dæmonum monstra
a dæmonum monstra. « Præsident enim sedibus suo cultui dedicatis. Ac per hoc in spectaculis ejusmodi non sola est illecebr
ne curæ Ne reus cantu petulantiore,   Sim reus actu. Neu putet solvi per amæna dicta Schema sic artis Phalerasque jungam C
appresso entrato nella citta, reconfirmato al Doge, et alla Republica per amplissemi privilegii le preminzie concesse, aggi
o, la chiesa di santo Marco, dal Vespro della vigilia dell’Ascensione per infino all’altro Vespro, del proprio, giorno, in
pa, et all’Imperatore, con due troni, et con due Ombrelle, cioe l’una per lo Papa et l’altra per l’Imperatore. Et all’hora
con due troni, et con due Ombrelle, cioe l’una per lo Papa et l’altra per l’Imperatore. Et all’hora il Papa fece comandamen
comandamento che fusse recato, un altro trono, et un’altra ombrella, per lo Duce, et quelle gli presento, dicendo : lo ti
es, eosdemque scenicos ludos etiam diis suis acceptos viderent, illos per quos agerentur, in infamium loco ac numero deputa
tanta proferre mendacia. Ubi respondit Thespis, non esse indignum ea per ludum vel dicere, vel facere ; Solon terra baculo
abat Heliogabalus…..ita rebus omnibus quæ venerandæ olim censebantur, per omnem contumeliam ac temulentiam debacchantibus,
um in compendio juris civilis quod Romæ est in Bibliotheca Pontificis per indicis seriem ordine alphabeti sermone Græco com
lurimum concinnata est, quam Atellanus gesticulator, quam Mimus etiam per mulieres repræsentat, sexum pudoris exterminans,
t spect. cap. 14. fabul. non not. « Aggregabantur e plebe flagitiosa per obsequia Vitellio cogniti, Scurræ, Histriones, Au
cap. 14. « Cæterum abolitos paulatim patrios mores, funditus everti per accitam lasciviam, ut quod usquam corrumpi, et co
ndabat Heliogabalus ita rebus omnibus quæ venerandæ olim censebantur, per omnem contumeliam, ac temulentiam de bacchantibus
s, easdemque scenicos ludos, etiam Diis suis acceptos viderent, illos per quos agerentur, in infamium loco, ac numero deput
, dii eos sibi exhiberi petiverunt ? Quomodo ergo abjicitur Scenicus, per quem colitur Deus ? et theatricæ illius turpitudi
icit in alio loco iam Consul in extremis periculis civitatis et ludos per decem dies factos, neque rem ullam quæ ad placand
prope fata ipsa flexissent. Itaque ex illorum responsis tunc et ludi per dies decem facti sunt, neque res nulla quæ ad pla
st. ad famil. Epist. 1. « Noster Æsopus ejusmodi fuit ut ei desinere per omnes homines liceret. » Ibid. « Quintum quoque
urimum concinnata est, quam Atellanus gesticulatur, quam Mimus, etiam per mulieres repræsentat, sexum pudoris exterminas, u
uæ facere flagitium est ? cur quæ ore prolata communicant hominem, ea per oculus et aures admissa non videantur hominem com
ofectu dedi operam, quamvis exquisitam pronuntiandi rationem, assequi per patriam consuetudinem non licuit. Nostris enim ho
ecembris, quia eo die scripta est lex Græce, diebus Ptolomæi, tuncque per tres dies tenebræ mundo effusæ sunt. » In Talmude
inde quædam suis scriptis inserere, mente motum fuisse diebus 30. et per intervalla insaniæ precibus Deum placasse, facile
sine concussione spiritus non est. Ubi enim voluptas, ibi et studium, per quod scilicet voluptas sapit ; ubi studium, ibi e
ium, per quod scilicet voluptas sapit ; ubi studium, ibi et æmulatio, per quam studium sapit. Porro, et ubi æmulatio, ibi e
unculo venenato : nec tanti gulam facias voluptatis, quanti periculum per suavitatem. » Tertull. de spectac. cap. 27. « Di
io id non facerem ? Ego vero illud sponte feci, ac libens. Non omnino per hanc turpitidinem verba ista commodius discuntur 
Non omnino per hanc turpitidinem verba ista commodius discuntur ; sed per hæc verba turpitudo ista confidentius perpetratur
puer appellabar. » S. August. lib. 1. Conf. cap. 16. « Posidius est per nostrum ministerium, non litteris illis, quas var
dinum liberales vocant ; sed dominico pane nutritus quantus ei potuit per nostras angustias dispensari. Quid enim aliud dic
tis æstus immanis terrarum libidinum, in quo ipsa mutatur et vertitur per nutum proprium de cœlesti serenitate detorta atqu
dem. « Tunc in Theatris congaudebant amantibus, cum se se fruebantur per flagitia, quamvis hæc imaginarie gererentur in lu
st. 37. « Ideo prohibetur Christianis figmenta legere Poëtarum, quia per oblectamenta inanium fabularum mentem excitant ad
ta Macrina. « Omnis igitur obscœnitas verborum ut et quidquam aliud per legislatorem exterminanda est de civitate : ex tu
s, vel veste pretiosa ; sed quod decet mulieres promittentes pietatem per opera bona. Mulier in silentio discat. » 1. Tim.
nunculo venenato, nec tanti gulam facias voluptatis, quanti periculum per suavitem. » Tertullian. de Spectacul. cap. 27. «
i, et stanti ipso pondere elapsus est. Hunc dum sequitur, colligitque per læve, et lubricum pavimentum fallente vestigio ce
eum locum, qui usque ad nostram extat ætatem sibi ædificavit, in quem per dies singulos descendens, gestum ac motum corpori
ædam quæ secundum speciem suam sunt peccata ; et talia non excusantur per ludum ; quin immo ex his ludus redditur flagitios
exercere præsumunt et infra, fraternitati vestræ mandamus quatenus ne per hujusmodi turpitudinem Ecclesiæ inquinetur honest
ic. « Ludi Theatrales etiam prætextu consuetudinis in Ecclesiis, vel per Clericos fieri non debent. » Titul. dict. Canon.
et, ac etiam Cæmeterio exerceri amplius permittant, transgressoresque per censuram Ecclesiasticam aliaque juris remedia pun
ctaculandum ; aliquando larvalis, quæ larvæ sunt deformitates hominum per appositionem colorum, vel rerum, quæ vulgariter d
ia non proprie vocantur ludi, ut notatur in dicto Canone Cum decorem, per Gloss. et Panormit. » Summa Angelica in V. ludus,
et privatim vacandum esse : risus, plausus, clamores, an id præstent, per se quisque considerabit. » Mariana de Rege et Reg
cæteros rapuit) cum Theutonicos, Cimbrosque concideret, cum Jugurtham per Africæ deserta sequeretur, tot pericula putes app
ribus indebitis. Et quamvis in rebus humanis non utantur alio officio per comparationem ad alios homines ; tamen per compar
s non utantur alio officio per comparationem ad alios homines ; tamen per comparationem ad seipsos, et ad Deum, alias haben
sti. » S. Thomas ibid. in R[esponsione]. ad 3. « Histrio dicitur qui per aliquod instrumentum, vel corporis gesticulatione
nas inquiror, de loco ad locum fugitans, inedia, miseriaque confecta, per hæc nunc latitans oberro loca, triduum jam hoc si
et artem musicam, in spiritualem commutans vitæ, mentisque harmoniam, per integrum triennium arctissimæ se tradidit abstine
paces de regular se con las reglas, y leyes de la razon, y ordinar se per ella à bueno, y loable fin, que es la conversacio
ffluunt turpitudine, multa nequitia, qui undique obsidionem patiuntur per aures, per oculos, possint illam superare concupi
pitudine, multa nequitia, qui undique obsidionem patiuntur per aures, per oculos, possint illam superare concupiscentiam ?
e] ad Bulgar. cap. 11. « Omni Theatrorum, atque Circensium voluptate per universas urbes earum populis denegata, totæ Chri
it enim versutissimus artifex malorum segnius irritate animum demissa per aures, quam quæ sunt oculis subjecta fidelibus, e
rum. » Tit. 2. Omnes etiam qui hæc legent si quis tamen legere volet, per eumdem Dominum obtestor, ut vel in concionibus, v
s Senatores, Præteresque civitatum ; nec tantum admoneant ; sed etiam per Jesum Christum obtestentur, ut in istos morum Chr
enæ, Circi, Theatrorum, et omnibus quæ animæ contaminant puritatem et per sensus ingrediuntur, ad mentem, impleturque quod
entem, impleturque quod scriptum est. » Jerem 9. v. 20. Mors intravit per fenestras vestras. » Ibidem. Dissert. pag. 216. «
tolus. « Recibida ya la Christiana Religion, dize san Augustin, casi per todas las ciudades, se van cayendo los theatros,
ctum Christianum de repudio spectaculorum. Itaque negat manifeste qui per quod agnoscitur, tollit. » Tertull. de spect. cap
18 (1762) Lettres historiques et critiques sur les spectacles, adressées à Mlle Clairon « Lettres sur les Spectacles à Mademoiselle Clairon. — LETTRE VII. » pp. 115-130
m mater est, quæ ut ad se Christiani fideles veniant, blanditur illis per oculorum & aurium voluptatem. Quod enim Spect
ine sacrificio, quod certamen non consecratum mortuo ? Diabolus, quia per se nudam idolatriam sciebat horreri, Spectaculis
quia per se nudam idolatriam sciebat horreri, Spectaculis miscuit ut per voluptatem posset amari. S. Cyprian. Lib. de Spec
19 (1731) Discours sur la comédie « TROISIEME DISCOURS » pp. 304-351
homines temeratores et violatores verbi Dei, juris et arbitrii pœnis per Episcopos coerceantur. » . « Le saint Concile vou
soin de grands exemples de miséricorde que l’Ecriture rapporte ; « ut per patientiam et consolationem scripturarum spem hab
orte, en silence et en prières. « Judith vero orans Dominum transivit per portas ipsa et abra ejus. » Les habitants admiren
id delabatur, reos enim vos creditis, et recte creditio, si quid inde per negligentiam decidat. Quod si circa corpus ejus c
it Deus, quare tu enarras justitias meas, et assumis testamentum meum per os tuum. » Quoique ces reproches ne soient pas su
homines temeratores et violatores verbi Dei, juris et arbitrii pœnis per Episcopos coerceantur. » chap. 14. art. 28. p.
irtutes, figuratas accepimus, quoniam sicut illæ non solum viris suis per sanctos mores sed etiam extraneis, sint dispendio
id delabatur, reos enim vos creditis, et recte creditio, si quid inde per negligentiam decidat. Quod si circa corpus ejus c
20 (1733) Theatrum sit ne, vel esse possit schola informandis moribus idonea « Theatrum sit ne, vel esse possit schola, informandis moribus idonea. Oratio,  » pp. -211
iendum, tum ad movendum peridoneam.   Notum illud Senecæ longum iter per præcepta ; breve & efficax per exempla . Nimi
  Notum illud Senecæ longum iter per præcepta ; breve & efficax per exempla . Nimirum quod ab homine factum esse legi
oria quandoque dabit : sed levia plerumque miscebit gravibus, ne quid per incuriam videatur prætermittere. Musa dramatica n
dramatica nihil offered nisi probati ponderis ; levia negliget, & per diligentiam præteribit.   Exempla desideratis pro
mp; patitur poëseos dramaticæ libertas.   Exempla poscitis non solùm per se optima, sed etiam proposita optimè, & in o
hola sit, existimemus. Secunda pars. QUæ res naturam habet ut per artem recta fieri possit vel prava, ea plerumque
pridem in scena Tragica regnantem æmulari vellet, ipsumque desperaret per ejus vestigia consequi, aliam prorsus viam sibi a
à volentibus obtinuit. Neque verò in ventos abierunt ejus suspiria ; per ea factus est voti compos. Suas quidem Cornelio n
ontinuò ejiceretur. Ati deo fortasse blanda illa & sæva cupiditas per nostros Auctores inducitur, ut ei, quemadmodum cæ
us venia, si talem in Theatrum amorem producerent. Verum heu ! qualis per eos advehitur ? Cum toto Charitum choro, cum omni
rs & humana. Vide qualis hodie sis apud seros nepotes tuos ; quàm per amores corrupta & corruptrix, hoc vide : &
bscœnis, ex macello petitis, amphitheatra conspergeret : neque qualis per Terentium inducta est, cùm meretricios amores, ad
s, quàm ad virtutem instituas ? Quid si juvenculi & adolescentulæ per te condiscunt simplicitatem animi exuere, furtivo
a ex libidinis consilio, non ex parentum judicio contrahere ? Quid si per te edocentur nuptæ conjugialis pacti jura infring
rme homo nequam salsus est, lepidus, festivus ; vir contra probus sit per te insulsus, ineptus, ridiculus… Etiam ridere per
qui sponte suâ in scribendo insaniant : sint Actores, qui ultro & per se in repræsentando lasciviant ; an se ideo posit
21 (1694) Décision faite en Sorbonne touchant la Comédie, avec une réfutation des Sentiments relachés d’un nouveau Théologien, sur le même sujet « Décision faite en Sorbonne touchant la Comédie. » pp. 1-132
[homas], 2.2. q.168. a.2. « Sicut autem fatigatio corporalis solvitur per corporis quietem, ita etiam oportet quod fatigati
corporis quietem, ita etiam oportet quod fatigatio animalis solvatur per animae quietem ; quies autem animae est delectati
r in quantum homo sic pronus ad vitia vel lasciviae, vel crudelitatis per ea quae ibi repraesentantur : unde Chrysostomus d
cunculo venenato : nec tanti gulam facias voluptatis quanti periculum per suavitatem. » 23. [NDA] Ibid., c. 28. « Vicibus
scunt appetitiones, et oculi proximos impudentius aspicere assuefacti per quod concessum sibi vident otium, intendunt cupid
nimae purgationem, ut semel et quod vobis satis sit dicam, voluptates per sensus eripiunt. Oportet enim nec oculos Spectacu
s Spectaculis, nec vanis praestigiatorum ostentationibus tradere, nec per aures animarum corruptricem melodiam haurire ; ho
, 2] « Sed tunc in Theatris congaudebam amantibus cum sese fruebantur per flagitia. » 38. [NDA] Ibid. « Quid autem mirum,
onnullis rebus sentiri potest, Dei Sacerdotes abstinere debent ; quia per aurium oculorumque illecebras vitia ad animam ing
e sanctissimus tum ipsum, tum ejus doctrinam maximi faciebat, et quod per externa Saracenorum bella licuit, ejus semper gra
.. » 70. [NDA] Ibid. « In quam sententiam valde populum confirmabit per ea quae gravissimi viri Tertullianus, Cyprianus M
les, chap. 17]. « Nec tanti gulam facias voluptatis, quanti periculum per suavitatem. » 77. [NDA] Chrysost. Hom. 15 ad p
is, 1585, p.638, Epître 336] « Scenicis summum hoc studium est non ut per ipsorum cavillos multi meliores reddantur, verum
um putamus gaudium simplex, nec delectat ridere sine crimine ? ‘Quasi per risum stultus operatur scelus’. » Proverb. 10. 1
22 (1664) Traité contre les danses et les comédies « Chapitre XIII. Que les lois civiles défendent de danser, et d’aller à la Comédie les jours des Fêtes. » pp. 67-75
cunctis jure celebratur, omni theatrorum, atque Circensium voluptate, per universas urbes earundem populi denegata, totæ Ch
cunctis jure celebratur, omni theatrorum, atque Circensium voluptate, per universas urbes earundem populi denegata, totæ Ch
23 (1710) Instructions sur divers sujets de morale « INSTRUCTION II. Sur les Spectacles. — CHAPITRE II. Réponse aux objections qu'on tire de saint Thomas pour justifier les Spectacles, et aux mauvaises raisons qu'allèguent ceux qui croient pouvoir les fréquenter sans péché. » pp. 55-63
boli confiteris ? renuntiasti semel Diabolo, et spectaculis ejus ; ac per hoc ut prudens, et sciens dum ad spectacula remea
boli confiteris ? renuntiasti semel Diabolo, et spectaculis ejus ; ac per hoc ut prudens, et sciens dum ad spectacula remea
24 (1667) Traité de la comédie « Traité de la comédie — XXIX.  » p. 490
e actibus ; dit S. Grégoire, valde frigescit animus, si necdum fuerit per intima dona solidatus. » Si l'âme n'est fortifiée
25 (1675) Traité de la comédie « XXIX.  » p. 323
actibus, dit saint Grégoire, valde frigescit animus, si necdum fuerit per intima dona solidatus. » « Si l'âme n'est fortifi
26 (1603) La première atteinte contre ceux qui accusent les comédies « A Madama di Beaulieu » p. 
e sei Beato suol, che reggi il nobil velo. Ecco non pur ardor d’amor per lei L’almevleggiadre : ma n’avvampa il Cielo, Né
27 (1603) La première atteinte contre ceux qui accusent les comédies « A Madamoiselle di Beaulieu » p. 
trixpresumey Invan ritrar del mio bel Sole i lampi, Del mio bel Sol, per cui fia mi consumez, Anzi pur sempre lagrimando a
28 (1667) Traité de la comédie « Traité de la comédie — XXVIII.  » p. 489
in altari semper ardebit, quem nutriet Sacerdos subjiciens mane ligna per singulos dies. » Cet autel est le cœur de l'homme
29 (1675) Traité de la comédie « XXVIII.  » pp. 321-322
in altari semper ardebit, quem nutriet sacerdos subjiciens mane ligna per singulos dies. » Cet autel est le cœur de l'homme
30 (1770) La Mimographe, ou Idées d’une honnête-femme pour la réformation du théâtre national « La Mimographe, ou Le Théâtre réformé. — Seconde partie. Notes. — [M] » pp. 426-430
ond dans le Chœur de saint Léonard, en chantant, Sant Marciau, pregas per nous, & nous epingaren per bous. Le Père Mene
ard, en chantant, Sant Marciau, pregas per nous, & nous epingaren per bous. Le Père Menestrier rapporte qu’il a vu les
31 (1666) Dissertation sur la condemnation des théâtres « Disseration sur la Condemnation, des Théâtres. — Chapitre VII. Que les Acteurs des Poèmes Dramatiques étaient distingués des Histrions et Bateleurs des Jeux Scéniques. » pp. 145-164
ci et Comici Actores in scena peragunt ; reliqui autem artifices suas per Orchestram præstant actiones. » Vitruv. l. 5. c. 
ci et Comici Actores in scena peragunt ; reliqui autem artifices suas per Orchestram præstant actiones. » Vitruv. l. 5. c. 
32 (1579) Petit fragment catechistic « Que les jeux des théâtres et les danses sont une suite de la science diabolique, opérante par philaphtie et amour de soi-même contraire à la foi opérante par charité, fondement de la Cité de Dieu. » pp. 20-26
m esse christianum, et perfidum paganorum filium. Omne hoc probaretur per sanctam scripturam et doctores : mala talia et ab
s dicat ibi dumtaxat ludum esse et recreationem. Audi responsum breve per vulgatum proverbium verissimum et observandum. No
33 (1694) Maximes et Réflections sur la Comédie « XXIV. Troisième réflexion sur la doctrine de Saint Thomas : passage de ce saint docteur contre les bouffonneries. » pp. 85-87
a compte à Dieu de toute parole oiseuse : id est, verbum joculatorium per quod volunt inde placere aliis : de omni verbo ot
34 (1756) Lettres sur les spectacles vol. 2 «  HISTOIRE. DES OUVRAGES. POUR ET CONTRE. LES THÉATRES PUBLICS. — NOTICES. PRÉLIMINAIRES. » pp. 2-100
iabant. Floribus & vino genium memorem brevis ævi, Fescennina per hunc inventa licentia morem, Versibus alternis
alternis opprobria rustica fudit ; Libertasque recurrentes accepta per annos Lusit amabiliter ; donec jam sœvus aperta
Quantâ curâ laboratur, ne alicujus, pantomimi nomen intercidat ? Stat per successores Pyladis, & Bathylli domus. Harum
ntinuaret…. Cæterùm abolitos paullatim patrios mores, funditùs everti per accitam lasciviam, ut, quod usquam corrumpi, &
s pudori relinquatur, sed, cœtu promiscuo, quod perditissimus quisque per diem concupiverit, per tenebras audeat. Pluribus
ed, cœtu promiscuo, quod perditissimus quisque per diem concupiverit, per tenebras audeat. Pluribus ipsa licentia placebat,
sentiri potest ab omnibus, Dei Sacerdotes se abstinere debent ; quia per aurium oculorumque illecebras, vitiorum turba ad
nes temeratores & violatores verbi Dei juris & arbitrii pænis per Episcopos coerceantur. Conc. Trid. 48. Dans la V
alliditatem, solertiam, contraque fictas omnium insidias facilè & per seipsam defendat ! Cic. pro M. Cælio. 54. L’Opér
35 (1756) Lettres sur les spectacles vol.1 pp. -610
sus, Sistite. Vana loquor, Zephyris dant vela, ruuntque Per scopulos, per aperta maris discrimina, quassis Jam tatibus per
c quondàm rudis & malè credula Vatum Gens cecinit rapido alipedes per inania curru Spargere Phæbeos elatis naribus igne
yeux & les oreilles, introduisent dans l’ame une troupe de vices, per aurium oculorumque illecebras ad animum turba vit
70 sous le titre de Consultazione Theologico Morale se chi interviene per necessita’ a Teatri publici vi possa intervenire
itatis magistræ à cunctis jurè celebratur ; omni theatrorum voluptate per universas urbes earundem populis denegata, totæ C
ci ac theatrorum, & omnibus quæ animæ contaminant puritatem & per sensus ingrediuntur ad mentem ; impleturque quod
ngrediuntur ad mentem ; impleturque quod scriptum est : Mors intravit per fenestras vestras. D. Cypr. Epist. 2. lib. 2. Co
iderunt in spectaculis, post aliis enarrant. Accedunt huc irritamenta per fistulas ac tibias, aliaque hujus generis modulat
l sani, neque audiunt, neque vident, qui undique obsidionem patiuntur per aures, per oculos, possint illam superare concupi
ue audiunt, neque vident, qui undique obsidionem patiuntur per aures, per oculos, possint illam superare concupiscentiam ?
 2. ad secundum. Inspectio spectaculorum vitiosa redditur, in quantùm per hoc homo fit pronus ad vitia vel lasciviæ, vel cr
ntùm per hoc homo fit pronus ad vitia vel lasciviæ, vel crudelitatis, per ea quæ ibi repræsentantur. Unde Chrysost. hom. 6.
lacrymis & confessionibus ; & statim Studiosa ergo inspectio per quam præstatur fomentum joculationis histrionicæ,
gnent. Quare nec ullo pacto narrandum illis Gigantum bellum, præliave per multa Deorum & Heroum cognatis suis proximisq
amnorum bonis moribus, quàm in aliquo spectaculo desidere : tunc enim per voluptatem faciliùs vitia subrepunt. Quid me exis
i permissam ademit : præterquam ludis & scena. Hoc est, ut saltem per tempus ludorum & in loco ubi peccarent punire
i tum Histriones Italiâ, quòd ab iis multa in publicum seditiosè fœda per domos tentata. Et lib. 13. In vincula ducti fauto
m ostendimus. Dei verò contemptum aspice. Histriones namque cùm omnia per lucrum faciant, & omnia lucro metiantur, nil
rthaginense tertium : Scenicis infamiæ titulus infligitur à legibus ; per leges filius exhæredari, mulier repudiari potest,
lis : An major corruptela morum excogitari potest ? Quæ enim in scena per imaginem aguntur, peractâ fabulâ cum risu commemo
iendam pravitatem : cùm sit facilis à jocis ad seria transitus. Quasi per risum stultus operatur zelus, ait Salomon ; turpi
i sanctorum Patrum, & veterum Scholasticorum multùm discedunt, ut per allata superiùs testimonia intimè consideranti pa
etiam hoc in Decalogo aut Scripturis sacris non prohibitum ? cur non per Pontificum decreta ejeratum ? Tertulliani verba,
Comœdiæ ut & Tragædiæ ad humanæ vitæ exemplum adinventæ sunt, ut per eas discerent populi tanquam per tenebras lucem,
anæ vitæ exemplum adinventæ sunt, ut per eas discerent populi tanquam per tenebras lucem, testatur id omnis antiquitas ; no
rides in proscenio, domi caveas ; ne à conjuge illudaris ; ne filiam per lenones amittas ; ne in adversis desperes ; ne fo
utem instruas, vitia ingentibus delinimentis præ oculis exhibere. Dum per adulteria quæ componis, maritos doces ut à servis
ent pueri, dum lenocinia & amores, carnisque illecebras adornas ? per te honestatem amabunt adolescentes quam vident te
idem admoniti facient adhuc. Argumentum hoc non à vili Plebecula, sed per doctissimorum hominum ora mihi transmissum &
id peccatum esse : imo & libellum scripsere quem vidi, audivique per alios, in scena ab ipsis ad auditores allatum, di
acriter animadvertant si eos receperint. Postremum erit cùm id minimè per Principes sæculares fiet, penes quos est, pestes
sizioni che di tempo in tempo ci siamo fatti un diletto di pubblicare per buon ammaestramento della studiosa Gioventù, Alcu
n nostro carissimo Nipote, che troppo ci strinse, o ci fece stringere per aver la nostra presenza nel Teatro del Collegio d
Les Tal. à la mode. 27. Perturbatio ipsa mentis in amore fœda per se est. Cicer. Tusc. Lib. 4. 28. Omne spect
damnosum bonis moribus quàm in aliquo Spectaculo desidere. Tunc enim per voluptatem faciliùs vitia surrepunt. Quid me exis
e Latin, peu commun en France, intitulé : Thesaurus rerum publicarum, per Phil. And. Oldemburgum, J.C. & Professorem. G
gruere debent… Temperandæ autem planè sunt publicanorum cupidines, ne per tot annos, sine querela tolerata, novis acerbitat
cerbitatibus ad invidiam vertant…. Ærarium si ambitione exhauserimus, per scelera supplendum erit ». Hist. l. IV, lxxiv, An
dditur in quantum homo fit pronus ad vitia lasciviæ vel crudelitatis, per ea quæ ibi repræsentantur. Sec. sec. quæst. 167,
ersatus. Lib. I, cap. XII & XIII. 177. Homo virtuti simillimus, per omnia ingenio Diis quàm hominibus propior, qui nu
um prætulit utili, & Rejecit alto dona nocentium Vultu, & per obstantes catervas Explicuit sua victor arma ;
is, impudentiâ, seditionibus homines potest, spectandum publicè atque per hoc imitandum proponeretur. Tum autem necdum adeò
. 221. Aliud est quando quisque conatur aliquid intelligere, & per infirmitatem carnis non potest ; aliud quando per
us est senex ; vos Græci semper estis preri, nullam penitùs in animis per veterem auditionem antiquam habentes opinionem ;
autem est rerum appetendarum & vitandarum vitiosa ignorantia. Non per mores quos sapientia jubet, pervenire volunt ad l
II, cap. 2. 251. In Theatris congaudent amantibus qui sese fruuntur per flagitia. S. Aug. lib. 3, Confess. 252. M. Le Br
ei possunt pervenire ad eos qui cum fide accipiunt, etiamsi talis sit per quem accipiunt qualis Judas fuit. S. Aug. tome IV
o eziandio in avvenire. Ma sempre altresi vi sono stati, e vi satanno per divina misericordia Ministri di Dio, i quali anim
gli affetti e le corrispondenze nel breve tempo del Carnevale, serve per una copiosa semenza, che poi cresce, e si coltiva
per una copiosa semenza, che poi cresce, e si coltiva, e si mantiene per tutta la quaresima, e per tutto l’anno. Sono anco
che poi cresce, e si coltiva, e si mantiene per tutta la quaresima, e per tutto l’anno. Sono ancora considerabili li dispen
e Corti de’ Grandi sogliono trovarsi ancora uomini virtuosi, i quali, per gli obblighi indispensabili delle loro cariche, s
olte trovarsi nella dura necessità di dovere intervenire al Teatro, o per la condizione dello stato di soggezione, in cui v
gezione, in cui vivono, come la moglie, ed i figliuoli di famiglia, o per lo servigio, che prestano ad altri, come i minist
amente vi assistono colla presenza materiale contro lor voglia, e non per goderne, o farne il soggetto del loro piacere, o
per goderne, o farne il soggetto del loro piacere, o occupazione, ma per soddisfare ad altri loro doveri, cioè di accompag
coloro, à cui stanno soggesti secondo l’ordine della Provvidenza ; o per necessità del proprio stato, o servizio ; stato l
ringere un Cristiano ad assistere a Spettacoli profani…. Molti cedono per rispetto umano, o per paura degl’ insulti, e dell
d assistere a Spettacoli profani…. Molti cedono per rispetto umano, o per paura degl’ insulti, e delle dicerie dei Mondani.
stino, e la faceva fare appunto a quei Cristiani, che crano insultati per non volere andare ai Teatri. Oltre di che ci debb
e solatium ut non curet verba aspera, nec recedat à via, & intret per januam ? Dicat : Qualia verba audio servus, pecca
36 (1758) Causes de la décadence du goût sur le théatre. Première partie « Causes de la décadence du goût sur le théâtre. — Chapitre VIII. Des Sentences mélées à l’action Théatrale, chez les Anciens & les Modernes. » pp. 153-158
è Euripidem forc. inst. l. 10. cap. 1. 9. * Docet affectum Poeta per actiones, & est igitur actio docendi modus.
37 (1768) Réflexions sur le théâtre, vol 10 « Réflexions sur le théâtre, vol 10 — RÉFLEXIONS. MORALES, POLITIQUES, HISTORIQUES, ET LITTÉRAIRES, SUR LE THÉATRE. LIVRE DIXIEME. — CHAPITRE PREMIER. Peinture & Sculpture. » pp. 4-40
fice pour séduire les femmes, Deum sese in hominem convertisse, & per alienas tegulas venisse clauculum per impluvium.
e in hominem convertisse, & per alienas tegulas venisse clauculum per impluvium. Mais quel Dieu, ajoutoit-il, le plus g
& plus profondément dans le cœur, segnius irritant animos demissa per aurem ; quam quæ sunt oculis subjecta fidelibus.
ues modernes qui proscrivent les images : Diligenter doceant Episcopi per historias picturis expressas. Le Concile a si peu
fils de Venus dont elles pleuroient la mort. Idola depicta in pariete per circuitum. Nos maisons sont ainsi devenues les te
38 (1694) Maximes et Réflections sur la Comédie « XXVI. Sentiment de Saint Antonin. » pp. 93-96
us et trufis et larvis, ideo non congruit cas in ecclesiis fieri, nec per clericos… Sed cum histriones utuntur indifferente
39 (1694) Sentiments de l’Eglise et des Pères « CHAPITRE I. Condamnation de la Comédie par la sainte Ecriture, par les Conciles et par plusieurs raisons. » pp. 7-11
e, quæ loqui non licet ? Cur quæ ore prolata coinquinant hominem ; hæ per aures admissa non videantur hominem communicare ?
40 (1731) Discours sur la comédie « SECOND DISCOURS » pp. 33-303
sur le chemin. « Maxime cum etiam in natalibus beatissimorum Martyrum per nonnullas Civitates et in ipsis locis sacris tali
bus diebus etiam quod pudoris est dicere, saltationes sceleratissimas per vicos atque plateas exerceant, ut matronalis hono
a cunctis jure celebratur, omni Theatrorum atque Circensium voluptate per universas Urbes eorumdem populis denegata, totæ C
no dulciores : et ita sub quadam harmoniam Citharæ, concavum Theatrum per vos resonat, ut per tonos possit quilibet credere
a sub quadam harmoniam Citharæ, concavum Theatrum per vos resonat, ut per tonos possit quilibet credere quàm clamores. » En
e, et exposé aux insultes de toute la Ville Evag[erius]. L. 4.. « Tum per plateas, tum in Theatro contumeliose vociferari a
ihil vero tam damnosum quàm in aliquo spectaculo desidere : tunc enim per voluptatem faciliùs vitia surrepunt. Quid me exis
m ac publicam lasciviæ officinam. Quin et illic tibiarum modulationes per quàm concinnæ, ac meretriciæ cantiones, audientiu
ulos, circi, Theatrum, et omnibus quæ animæ contaminant puritatem, et per sensus ingrediuntur, impleturque quod scriptum es
er sensus ingrediuntur, impleturque quod scriptum est : mors intravit per fenestras vostras Jer[émie]. 9. v. 21. ». On doi
 Cum hujusmodi ludos Theatrales et ludibriorum spectacula introductos per quos Ecclesiarum coinquinatur honestas, sacri ord
st prima species gulæ, quando saturati de mensa evadunt ad spectacula per quæ moventur ad stultas et illicitas risiones. »
nt « Quod si legitimo cessante impedimento absque licentia sui Curati per tres diesdominicos neglexerint interesse missiæ P
i vel Comici Actores in Scœna peragunt, reliqui autem artifices, suas per Orchestram præstant actiones. Itaque ex ea Scœnic
continuaret. Cæterum abolitos paulatim patrios mores, funditus everti per accitam lasciviam, ut quod usquam corrumpi et cor
tiochenses à Pisœsis pretio dato, ex pacto non scripto habuerunt sibi per XC. Oympiades celebrandos, hoc est in annos 360. 
ihil vero tam damnosum quàm in aliquo spectaculo desidere : tunc enim per voluptatem faciliùs vitia surrepunt. Quid me exis
. 51. 236. [NDA] « Tantum ut ei qui dat escam, gratias agant et non per quasdam thymelicas voluptates, hoc est, satanicas
. « Quod si legitimo cessante impedimento absque licentia sui Curati per tres diesdominicos neglexerint interesse missiæ P
41 (1668) Les Comédies et les Tragédies corrompent les mœurs bien loin de les réformer. La représentation qu’on fait des Comédies et des Tragédies sur les Théâtres publics en augmente le danger. On ne peut assister au spectacle sans péril « Chapitre XI. La représentation qu’on fait des Comédies et des Tragédies sur les Théâtres publics, en augmente le danger. L’on ne peut assister aux spectacles sans péril. » pp. 191-200
rouve, sous lequel les vices se glissent dans notre cœur. « Tunc enim per voluptatem facilius vitia surrepunt. » Ce qui fai
42 (1743) De la réformation du théâtre « De la réformation du théâtre — TROISIEME PARTIE. — Tragédies à conserver sur le Théâtre de la Réformation. Avant Propos. » pp. 118-127
sois trompé. 10. [NDA] Della Poëtica di Francesco Patrici. Ferrara per il Badini 1586.
43 (1685) Dixiéme sermon. Troisiéme obstacle du salut. Les spectacles publiques [Pharaon reprouvé] « La volonté patiente de Dieu envers Pharaon rebelle. Dixiéme sermon. » pp. 286-325
Vocavit Pharao sapientes, & maleficos, & fecerunt ipsis per incantationes Ægyptiacas & arcana quadam simi
romtement à son secours les plus fameux Magiciens d’Egypte, lesquels per incantationes Ægyptiacas, & arcana quadam sim
donne ; quia diabolo, & pompa & Angelis ejus sunt mancipata per idololatriam , parce que toutes ces sortes de spe
etits déplaisirs presens, par le souvenir de ses delices passées, ut per pristinarum deliciarum suarum recordationem, miti
amp; fortunés amans de theatre & de comedie, cum sese fruebantur per flagitia , sur tout lors qu’ils pouvoient acheter
de cet attentat, ne diutius theatro, & circo addicta Respublica, per voluptatum deperiret illecebrasTribell. in Gallie
44 (1671) Lettre d’un ecclésiastique à un de ses Amis « letter » pp. 472-482
ctum Christianum de repudio spectaculorum. Itaque negat manifeste qui per quod agnoscitur, tollit. » Tertull. de spect. cap
ctum Christianum de repudio spectaculorum. Itaque negat manifeste qui per quod agnoscitur, tollit. » Tertull. de spect. cap
45 (1694) Maximes et Réflections sur la Comédie « XXXII. Passages de Saint Ambroise et de Saint Jérôme sur les discours qui font rire. » pp. 124-131
de damner les hommes pour des choses qu’on dira pour rire : cum etiam per jocum nos dicta damnarent » : à quoi il répond qu
46 (1752) Traité sur la poésie dramatique « Traité sur la poésie dramatique —  CHAPITRE XII. De la Déclamation Théatrale des Anciens. » pp. 336-381
be à moitié chemin. Lorsque Quintilien demande pourquoi Cicéron a mis per hosce dies, & non pas per hos dies, il répond
intilien demande pourquoi Cicéron a mis per hosce dies, & non pas per hos dies, il répond qu’il est plus aisé d’en sent
teur, & il marche le premier dans une route non frayée, Libera per vacuum posui vestigia princeps. Les Vers Iambe
47 (1819) La Criticomanie, (scénique), dernière cause de la décadence de la religion et des mœurs. Tome I « La criticomanie — Autres raisons à l’appui de ce sentiment, et les réponses aux objections. » pp. 154-206
ts irritants de l’action théâtrale : Segniùs irritant animos demissa per aurem Quam quæ sunt oculis subjecta fidelibus. C
parmi eux des imposteurs, ou des loups ravissans ? Cet avis, transmis per aurem, au moyen du récit de quelque fait, pouvait
48 (1694) Sentiments de l’Eglise et des Pères « CHAPITRE II. Excellentes raisons qui ont porté les Pères de l’Eglise à condamner les Comédies, et à les défendre aux Chrétiens. » pp. 12-28
t l’idée que le diable en imprime dans le cœur. « Species forma cordi per oculos semel illigata vix magni luctaminis manu s
s quoi il menace ceux qui en abuseront de la leur ôter : « Et juravit per viventem in sæcula sæculorum, quia tempus non eri
49 (1844) Théologie morale « CHAPITRE I. Des Péchés de luxure non consommée, sections 644-651. » pp. 291-296
aise : « Choreæ, dit saint Alphonse de Liguori d’après saint Antonin, per se licitæ sunt, modo fiant a secularibus, cum per
50 (1762) Lettres historiques et critiques sur les spectacles, adressées à Mlle Clairon « Lettres sur les Spectacles à Mademoiselle Clairon. — LETTRE III. » pp. 29-67
ciliati fuerunt : undè si contingat quòd vel Excommunicatorum corpora per violentiam aliquorum, vel alio casu, in cemeterio
II. 1. Cod. Theodos. Lib. 15. tit. 7. de Scenicis. 1. Præcipimus ut per Ecclesias crebra & solemnis in eos (christian
51 (1607) Recit touchant la comédie pp. 2-8
ldo Floris en 2008 (in Ubaldo Floris, Teorici, teologici e istrioni : per e contro il teatro nella Francia del Cinque-Seice
52 (1775) Réflexions morales, politiques, historiques et littéraires sur le théatre. Livre dix-septieme « Réflexions morales, politiques, historiques et littéraires sur le théatre. — [Introduction] » pp. 2-9
prisca motumque & luxuriam addidit arti tibicen, traxitque vagus per pulpita vestem eloquium insolitam, &c. Il fa
53 (1733) Traité contre les spectacles « REMARQUES. SUR LE TRAITÉ. CONTRE LES SPECTACLES. » pp. 247-261
er ce dernier sentiment. Par Chap. 17. l’aide des habits des femmes : per mulieres. Quoique l’auteur s’exprime d’une manièr
54 (1758) Réponse pour M. le Chevalier de ***, à la lettre de M. des P. de B. sur les spectacles [Essais sur divers sujets par M. de C***] « Réponse pour M. le Chevalier de***, A la lettre de M. des P. de B. sur les spectacles. » pp. 128-142
ous les présenter. Verum animo satis hæc vestigia parva sagaci Sunt, per quæ possis cognoscere cætera tutè. Lucret. de re
55 (1758) Causes de la décadence du goût sur le théatre. Seconde partie « Causes de la décadence du goût sur le théatre. — Chapitre XXII. De l’usage du Théatre relativement au Comédien. » pp. 104-121
a diversité ne peuvent vaincre ? *. Segniùs irritant animos demissa per aurem, Quàm quæ sunt oculis subjecta fidelibus…
56 (1825) Des comédiens et du clergé « Des comédiens et du clergé. —  De la discipline ecclesiastique, et des obligations imposees par les saints conciles dans la vie privee des pretres.  » pp. 341-360
bitare permittant ; tamen, (quod multum dolendum est) sæpe audivimus, per illam concessionem plurima scelera esse commissa,
57 (1845) Des spectacles ou des représentations scéniques [Moechialogie, I, II, 7] pp. 246-276
rs à craindre le scandale qu’ils donnent aux autres ? Væ homini illi, per quem scandalum venit. (Matth. 18, 7.) Si les pein
ties duntaxat, vel ex quibusdam circumstantiis tantùm spectaculis non per se notabiliter inhonestis assistunt, seclusis et
58 (1759) L.-H. Dancourt, arlequin de Berlin, à M. J.-J. Rousseau, citoyen de Genève « L. H. Dancourt, Arlequin de Berlin, à Mr. J. J. Rousseau, citoyen de Genève. » pp. 1-12
lurimum conccinata est, quam Atellanus gesticulatur, quam mimus etiam per mulieres repraesentat, sexum pudoris exterminans,
59 (2019) Haine du théâtre: Bibliographie France (traités, pamphlets, documents, etc.)
07. PDF : Google. • in Ubaldo Floris, Teorici, teologici e istrioni : per e contro il teatro nella Francia del Cinque-Seice
cipe di Conti Armando di Borbone e tradotto dal C. D. C. D. T., Roma, per A. Fulgoni, 1753, 80 p. N.-B. Voir Voisin , La
21. PDF : Google. • in Ubaldo Floris, Teorici, teologici e istrioni : per e contro il teatro nella Francia del Cinque-Seice
. In quo divini, & humani juris totius, naturali, ac nova methodo per gradus, ordinéque, materia universalium & sin
Édition moderne • in Ubaldo Floris, Teorici, teologici e istrioni : per e contro il teatro nella Francia del Cinque-Seice
Édition moderne • in Ubaldo Floris, Teorici, teologici e istrioni : per e contro il teatro nella Francia del Cinque-Seice
ditions modernes • in Ubaldo Floris, Teorici, teologici e istrioni : per e contro il teatro nella Francia del Cinque-Seice
ditions modernes • in Ubaldo Floris, Teorici, teologici e istrioni : per e contro il teatro nella Francia del Cinque-Seice
60 (1742) VIII. Conférence. De la Comédie, contraire aux promesses du Batême [Conférences théologiques et morales, IV] « X. Conference sur les sacremens. » pp. 223-247
cle, dit que Diabolus autem est in pompis & spectaculis suis, ac per hoc, cum redimus ad spectaculum, relinquimus fide
ei, cap. 32. Diabolus autem est in pompis & spectaculis suis, ac per hoc, cum redimus ad spectaculum, relinquimus fide
61 (1773) Réflexions morales, politiques, historiques et littéraires sur le théatre. Livre quatorzieme « Réflexions morales, politiques, historiques, et littérairesn sur le théatre. — Chapitre V [IV]. De la Chaussure du Théâtre. » pp. 115-141
marchent dans les rues avec cette ridicule chaussure : Soleatos vos per vias urbis ingredi nequaquam decorum est. Cicero
Soleis addunt margaritas, gestare non est satis, nisi calcent & per uniones ambulent. Cet usage subsiste parmi nous 
62 (1773) Réflexions morales, politiques, historiques et littéraires sur le théatre. Livre quinzieme « Réflexions morales, politiques, historiques, et littéraires, sur le théatre. — Chapitre I. Des Parfums. » pp. 7-32
nctionem, & suam piissimam misericordiam indulgeat tibi Deus quid per odoratum deliquisti. Et quoiqu’à la vérité ces s
osarum imbres, & violas plenis sparsure phæretris, effudere cadis per totum balsama lectum, &c. dit Claudien. On n
63 (1766) Réflexions sur le théâtre, vol 5 « Réflexions sur le théâtre, vol 5 — REFLEXIONS. MORALES, POLITIQUES, HISTORIQUES, ET LITTÉRAIRES, SUR LE THÉATRE. LIVRE CINQUIÈME. — CHAPITRE VI. De l’indécence du Théatre. » pp. 114-137
pieces où l’on mêle des choses saintes, comme une vraie profanation, per la indiguidad dellos é indevota disposition de lo
tes juvenes, raptasque in amore puellas, Delusosque dones agilesque per omnia servos. Manilius, L. 5. Ces vieillards t
64 (1774) Réflexions morales, politiques, historiques et littéraires sur le théatre. Livre seizieme « Réflexions morales, politiques, historiques et littéraires sur le théatre. — Chapitre V. Suite des Parfums. » pp. 112-137
iolas lasciva jacit foliisque rosarum Dimicat, & calathos inimica per agmina fundit ; Inde è blanditiis virtutibus hali
nde è blanditiis virtutibus halitus, illis Inspirat tenerum labefacta per ossa venenum, Et male dulcis odor domat, ora &
65 (1768) Réflexions sur le théâtre, vol 7 « Réflexions sur le théâtre, vol 7 — RÉFLEXIONS. MORALES, POLITIQUES, HISTORIQUES, ET LITTÉRAIRES, SUR LE THÉATRE. LIVRE SEPTIÈME. — CHAPITRE I. De l’Amour. » pp. 4-29
s cœurs & donner le leur : Ut redit itque frequens longum fornica per agrum, &c. Artistement parées, elles y étalen
elles ont perdu la religion & les mœurs : Depravatum est cor ejus per mulieres. Le théatre lui ressemble par un autre e
66 (1763) Réflexions sur le théâtre, vol. 2 « Chapitre V. Infamie civile des Comédiens. » pp. 101-125
omni cura et solertia ad vindicandum e sordibus filium artes ludicras per urbes exercentem sequebatur, sed reducere non pot
t, etiam cum nostri prerogativa rescripti quidquid ei donaverit, sive per interpositas personas, totum reddatur. » (L. 1. C
67 (1765) Réflexions sur le théâtre, vol. 3 « Chapitre IX. Sentiments de S. Cyprien et de quelques autres Pères. » pp. 175-201
de la volupté qu’on vous conduit à l’idolâtrie et au vice : « Oculos per libidinem ducit. » Vous venez de recevoir le Sain
souillent l’âme par tout ce qui s’y fait : « Voluptates quæ inquinant per ea quæ his geruntur. » Les tragiques ne s’occupen
68 (1770) Des Spectacles [Code de la religion et des mœurs, II] « Titre XXVIII. Des Spectacles. » pp. 368-381
&c. a. Ils sont défendus dans les Eglises : Mandamus quatenùs ne per hujusmodi turpitudinem Ecclesiæ inquinetur honest
69 (1762) Lettres historiques et critiques sur les spectacles, adressées à Mlle Clairon « Lettres sur les Spectacles à Mademoiselle Clairon. — LETTRE VIII. » pp. 131-157
ros. in psalm. 118. 3. S. Hieron. in cap. 20. Esech. 4. Mors intat per fenestras. Jerem. 9. v. 21 5. In rebus ludicris
70 (1763) Réflexions sur le théâtre, vol. 2 « Chapitre IX. Sentiments de S. Ambroise. » pp. 200-211
nts, « procaci motu » ; mollement énervée par les délices, « infracto per delicias incessu » ; ses yeux pleins de feu lance
71 (1772) Spectacles [article du Dictionnaire des sciences ecclésiastiques] « Spectacles. » pp. 150-153
ihil verò tàm damnosum quàm in aliquo spectaculo desidere : tunc enim per voluptatem faciliùs vitia surrepunt. Quid me exis
72 (1541) Affaire du Parlement de Paris « Procès-verbal de l’action intentée devant le Parlement de Paris par le procureur général du Roi aux “maîtres entrepreneurs” du Mystère des Actes des Apôtres et du Mystère du Vieil Testament (8-12 décembre 1541) » pp. 80-82
eurs in capitulo ‘Cum decorem’, ‘De vita et honestate Clericorum’, et per hoc in summo eodem titulo distinctio ex quibus us
73 (1765) Réflexions sur le théâtre, vol. 3 « Chapitre II. Est-il du bien de l’Etat que les Militaires aillent à la Comédie ? » pp. 20-34
uptueux pour les rendre dociles : « Ut homines rudes et belle faciles per voluptate assuescerent. » Il leur fit prendre de
74 (1766) Réflexions sur le théâtre, vol 5 « Réflexions sur le théâtre, vol 5 — REFLEXIONS. MORALES, POLITIQUES, HISTORIQUES, ET LITTÉRAIRES, SUR LE THÉATRE. LIVRE CINQUIÈME. — CHAPITRE IX. Spectacles de la Religion. » pp. 180-195
pureté. Sur le théatre on aime le vice, parmi nous on aime Dieu : Hîc per castam Susannam, castumque Joseph, mors conteritu
75 (1752) Traité sur la poésie dramatique « Traité sur la poésie dramatique — CHAPITRE VII. Histoire de la Poësie Dramatique moderne. » pp. 176-202
fut imprimée en 1523, sous ce titre, Comedia nobilissima è ridiculosa per il Reverendissimo Cardinale da Bibiena : cette Pi
76 (1763) Réflexions sur le théâtre, vol. 1 « CHAPITRE VII. De l’idolâtrie du Théâtre. » pp. 143-158
re à le corrompre : « Abolitos paulatim patrios mores funditus everti per accitam lasciviam, ut quodcumque corrumpi, et cor
77 (1768) Réflexions morales, politiques, historiques et littéraires sur le théatre. Livre onzieme « Réflexions morales, politiques, historiques, et littéraires, sur le théatre. — Chapitre premier.  » pp. 4-42
réprésentation qu’il en fit faire par des jeunes gens de condition, per nobiles comœdos , que le Pape cependant ne la vit
comedia nobilissima è ridiculose, (c’est-à-dire, plaisante) composta per Reverendissimo Cardinale de Sta. Maria in porticu
78 (1752) Traité sur la poésie dramatique « Traité sur la poésie dramatique — CHAPITRE IX. Défauts que les Etrangers ont coutume de reprocher à notre Tragédie. » pp. 231-259
je lis ces Vers dans la traduction Italienne, très-exacte, Digli, per quali imprese Porto la fama i loro nomi al ciel
79 (1763) Réflexions sur le théâtre, vol. 1 « CHAPITRE II. Des Spectacles des Communautés Religieuses. » pp. 28-47
e foire, et n’est pas plus responsable de ce qui s’y passe de mauvais per accidens, que celui qui loue sa maison à un Auber
80 (1763) Réflexions sur le théâtre, vol. 1 « CHAPITRE IX. Sentiments de Saint Augustin sur les Spectacles. » pp. 180-198
ent un goût infini pour les spectacles : « Curiositate magis magisque per oculos emicante in spectacula. » Comme ce sont le
81 (1697) Histoire de la Comédie et de l’Opéra « HISTOIRE ET ABREGE DES OUVRAGES LATIN, ITALIEN ET FRANCAIS, POUR ET CONTRE LA COMÉDIE ET L’OPERA — CHAPITRE IV. » pp. 78-112
r, in quantum homo fit pronus ad vitia vel lasciviæ vel crudelitatis, per ea quæ ibi repræsentantur. » On trouve dans cette
82 (1715) Dictionnaire de cas de conscience « COMEDIE. » pp. 739740-750
re le démon. « Diabolus autem (est) in spectaculis et pompis suis. Ac per hoc, cum redimus ad spectaculum, relinquimus fide
83 (1666) La famille sainte « DES DIVERTISSEMENTS » pp. 409-504
t pro republica cum ludere videmur : nam ideo voluptuosa quærimus, ut per ipsa seria compleamus. » Cassioder. l. 1. variar
pprouvé en un Président :« Cum ludendum est, regiam sequestrat tantis per severitatem, hortatur ad ludum, libertatem, commu
salut :Sayrus l. 11. c. 12. et 13. De restitutione eorum quæ in ludo per dolum, et violentiam acquiruntur. Un glisse de fa
t pro republica cum ludere videmur : nam ideo voluptuosa quærimus, ut per ipsa seria compleamus. » Cassioder. l. 1. variar
bros. 1. Offic. c. 20. « Cum ludendum est, regiam sequestrat tantis per severitatem, hortatur ad ludum, libertatem, commu
histor. Sayrus l. 11. c. 12. et 13. De restitutione eorum quæ in ludo per dolum, et violentiam acquiruntur. « Alea perjurii
84 (1752) Traité sur la poésie dramatique « Traité sur la poésie dramatique — CHAPITRE II. Histoire de la Poësie Dramatique chez les Grecs. » pp. 17-48
Oraque corticibus sumunt horrenda cavatis, Et te, Bacche, vocant per carmina læta, &c. Comme les Chœurs ne pouv
85 (1763) Réflexions sur le théâtre, vol. 1 « CHAPITRE VIII. De la Comédie les jours de fête. » pp. 159-179
son essentielle de religion et de piété : « Omni theatrorum voluptate per universas urbes denegata, totæ Christianorum ment
86 (1756) Lettres sur les spectacles vol. 2 «  TABLE. DES MATIERES. Et des Personnes dont il est parlé dans les deux Volumes. » pp. 567-614
ur les Spectacles. Consultazione Theologico Morale se chi interviene per necessita al teatri publici, a : 435 & b, 227
es mauvaises Chansons, 132 Tractatus contra saltiones & choreas, per Pastores Ecclesiæ Gallicanæ, 291 Dargens (le Mar
87 (1684) Sixiéme discours. Des Comedies [Discours sur les sujets les plus ordinaires du monde. Premiere partie] « Sixiéme Discours. Des Comedies. » pp. 279-325
e, quod facere flagitiũ ? cur quæ ore prolata communicant hominem, ea per oculos, & aures admissa. non videntur hominem
e, quod facere flagitiũ ? cur quæ ore prolata communicant hominem, ea per oculos, & aures admissa. non videntur hominem
88 (1765) Réflexions sur le théâtre, vol. 3 « Chapitre VIII. Assertions du Théâtre sur le tyrannicide. » pp. 130-174
endum quod Tullius loquitur in casu illo quando aliquis dominium sibi per violentiam surripit nolentibus subditis, vel etia
etiam ad consensum coactis, et quando non est recursus ad superiorem per quem judicium de invasore fieri possit, tunc enim
89 (1756) Lettres sur les spectacles vol. 2 «  HISTOIRE. DES OUVRAGES. POUR ET CONTRE. LES THÉATRES PUBLICS. —  HISTOIRE. DES OUVRAGES. Pour & contre les Théatres Publics. » pp. 101-566
, detto l’ammonitioni a’ Comedianti, &c. Libro, detto l’instanza, per supplicare a’ Signori Superiori, che si moderi Ch
iliis. Romæ, 1753. Consultazione Theologico-Morale se chi interviene per necessita ai Teatri publici vi possa intervenire
icane, sous ce titre : Tractatus contra Saltationes & Choreas ; per Pastores Ecclesiæ Gallicanæ ; 1581, in-8°. M. J.J
Spectacula confluxissent, gravissimis in contrarium argumentis, sive per ipso recogitatis, sive, quod caput est, per Paroc
ntrarium argumentis, sive per ipso recogitatis, sive, quod caput est, per Parochos & Confessarios opportunè importunè p
temporum Spectacula proditas, hodiernis verò minimè convenientes, quæ per se & suapte naturâ non sunt illicita, neque p
conducti ? Qui quæstûs causâ, quamlibet personam induunt ? Qui passim per urbes vagantes artem suam venalem habent ? Qui Ro
cunt ? Nil nisi deos deasque crepant, hos invocant, his vota faciunt, per hos dejerant, horum flagitia laudant, horum exemp
s Epistolæ exemplaria ad omnes Suffragantes tuosque Coëpiscopos & per universa monasteria dirigi non negligas, si grati
as utilitates impendatur…. Histrionum numerus, extructo certè Theatro per urbes & oppida, immensum augebitur pondus ine
face d’un Recueil intitulé : Teatro Italiano o fia scelta di Tragedie per uso della Scena ; vol. in-8°. Le Marquis Scipion
90 (1768) Réflexions sur le théâtre, vol 7 « Réflexions sur le théâtre, vol 7 — RÉFLEXIONS. MORALES, POLITIQUES, HISTORIQUES, ET LITTÉRAIRES, SUR LE THÉATRE. LIVRE SEPTIÈME. — CHAPITRE II. De la Danse. » pp. 30-51
l. Constantin. Exterminanda omninò irreligiosa consuetudo quam vulgus per Sanctorum solemnitates agit ; populique debent di
91 (1765) Réflexions sur le théâtre, vol. 4 « CHAPITRE IX. Sentiments de Tertullien. » pp. 180-200
our nous de plus scandaleux : « Lasciviæ ingenia voluptatibus vestris per Deorum dedecus operantur, Histrionum litteræ fœdi
92 (1768) Réflexions morales, politiques, historiques et littéraires sur le théatre. Livre douzieme « Réflexions morales, politiques, historiques, et litteraires, sur le théatre. — Chapitre VII. Troisieme suite du Fard. » pp. 171-194
’en êtes pas moins coupable : Adolescentis oculis ne fortuitò pateat per vulnus alienum & tuum, sed utrumque tuum. Q
93 (1694) Sentiments de l’Eglise et des Pères « CHAPITRE III. Des Comédies de ce temps, si elles sont moins mauvaises et moins condamnables que celles du temps passé. » pp. 55-81
s vives impressions sur l’esprit. « Segnius irritant animos demissa per aures, Quam quæ sunt oculis subjecta fidelibus. »
94 (1763) Réflexions sur le théâtre, vol. 2 « Chapitre II. Discipline du Palais. » pp. 26-50
librius urbis Præfectus ita in spectacula exarsit ut vitam pene omnem per argumenta scenica amoresque, et si non vetitos et
95 (1763) Réflexions sur le théâtre, vol. 2 « Chapitre VII. De l’infamie canonique des Comédiens. » pp. 153-175
après avoir exercé pendant un an cette ignominieuse profession : « Si per annum artem illam ignominiosam exarcuerint ». Ce
96 (1765) Réflexions sur le théâtre, vol. 4 « CHAPITRE VI. Du sérieux et de la gaieté. » pp. 128-149
rûler Bauni, Lacroix, Suarès ! « Sella in curuli Struma Nonius jacet, per consulatum pejerat Vatinius ! Quid est Catulle qu
97 (1781) Réflexions sur les dangers des spectacles pp. 364-386
ero reverentia. Juven. Sat. 14. 3. Odibilia opera tibi faciebant per sacrificia injusta, et filiorum suorum necatores
98 (1788) Sermons sur les spectacles (2) « Sermons sur les spectacles (2) » pp. 6-50
res ? Quare tu enarras justitias meas, & assumis testamentum meum per os tuum ? Jusqu’ici, mes Frères, je n’ai considé
99 (1767) Réflexions sur le théâtre, vol 6 « Réflexions sur le théâtre, vol 6 — RÉFLEXIONS. MORALES, POLITIQUES, HISTORIQUES, ET LITTÉRAIRES, SUR LE THÉATRE. LIVRE SIXIÈME. — CHAPITRE III. Immodestie des Actrices. » pp. 57-84
endront le théatre & l’instrument du supplice : Per quæ peccavit, per hæc punietur. Est-ce une morale outrée ? n’est-il
100 (1668) Idée des spectacles anciens et nouveaux « Idée des spectacles anciens et nouveavx. — Des anciens Spectacles. Livre premier. — Chapitre III. Du Triomphe. » pp. 112-160
ue Arcis Dijs lubens lætusque ago, Re Romana in hunc diem & horam per manus quod voluistis meas, servatâ bene gestâque,
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