(1764) Saggio sopra l’opera in musica « Commento »
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(1764) Saggio sopra l’opera in musica « Commento »

Commento

Saggio sopra l’opera in musica, in Opere del conte Algarotti, Tomo II, Livorno, Coltellini, 1764, pp. 251-390.

Dedica

[commento_Dedica.1] Ovidio, Metamorfosi, lib. I, v. 397: «Sed quid temptare nocebit?» («Ma che danno comporterà tentare?»).

A Guglielmo Pitt: William Pitt, 1st Earl of Chatham (Londra, 1708 – Hayes, 1778) esponente politico britannico del partito dei Whig, capo del governo inglese due volte dal 1756 al 1761 e dal 1766 al 1768, protagonista della guerra dei Sette anni e fautore dell’espansione coloniale dell’Inghilterra.

[commento_Dedica.2] quattro parti del mondo: allude alle vittorie inglesi contro la Francia in Canada, nelle Indie e sui mari nel corso della guerra dei Sette anni.

Federigo: Federico II di Prussia.

Tulli e Demosteni: Marco Tullio Cicerone e Demostene, massimi oratori dell’antichità.

Introduzione

[commento_Introduzione.1] ad allettare… mente: ed. 1755: «a incantare i sensi, a sedurre il cuore, e a fare illusione allo spirito».

[commento_Introduzione.2] però: perciò.

malinconia: fastidio.

Note alla nota d’autore n. 1:

The word: The World, n. 156, London, R. and J. Dodsley, 25 December 1755. «Come le acque di una fontana della Tessaglia, a causa della loro proprietà di intorbidire, non potevano essere raccolte in niente altro che nello zoccolo di un asino, così questa rilassata e disorganica trattazione (dell’opera) non trova accoglienza che in certe teste formate espressamente per comprenderla.»

Spettatore: The Spectator, n. 5, Tuesday, March 6, 1711, p. 45. La citazione di Algarotti riprende direttamente Orazio, mentre The Spectator omette «amici».

Dryden: John Dryden, Epistles and Complimentary Addresses to Sir Godfrey Kneller, principal Painter to His Majesty, vv. 150-154.

St. Evremond: Saint-Évremond, «Lettre sur les opéras», in Œuvres en prose, Paris, Société des textes français modernes, 1966.

[commento_Introduzione.3] corago: colui che dirigeva il coro nel teatro greco.

edile: carica preposta all’organizzazione degli spettacoli nel teatro romano.

al buon volere fosse giunta la possa: Dante, Inf., XXXI, 56: «s’aggiugne al mal volere ed a la possa».

Nota alla nota d’autore n. 2:

Hierone, IX, 4: «Infatti quando vogliamo che i cori vengano a gara, il sovrintendente propone i premi, e viene dato l’incarico ai coreghi di farli riunire e ad altri di istruirli e di dare una punizione a coloro che non fanno abbastanza bene qualcosa»; Senofonte (430 ca – 355 ca a.C.) scrisse il dialogo Ierone o della tirannide, in cui discutono della vita Gerone tiranno di Siracusa e il poeta Simonide.

Del libretto

[commento_1.2] Rinuccini: Ottavio Rinuccini (Firenze, 1562-1621) è considerato il primo librettista italiano, autore di testi per musica come la Dafne (1594) e l’Euridice (1600) intonati da Jacopo Peri, Arianna (1608) e il Ballo delle ingrate (1608) intonati da Claudio Monteverdi.

Poliziano: Angelo Ambrogini detto il Poliziano (Montepulciano, 1454 – Firenze, 1494) scrisse l’azione teatrale la Favola di Orfeo rappresentata nel 1480 a Mantova presso la corte ducale.

Bergonzo Botta: Bergonzio Botta (1454 – Milano, 1504) fu un nobile pavese al servizio di Ludovico il Moro che organizzò nel 1489 nella sua residenza di Tortona, in occasione delle nozze di Gian Galeazzo Sforza con Isabella d’Aragona, una festa che prevedeva dei balletti che accompagnavano le varie portate del sontuoso banchetto. Nella storiografia si considera questo episodio la prima vera coreografia della danza italiana, perché tutti i balletti erano legati da un’idea unitaria.

Zarlino: Gioseffo Zarlino (Chioggia, 1517 – Venezia, 1590) fu un teorico della musica e compositore, maestro di cappella della basilica di San Marco dal 1565 e compose nel 1574, in occasione del viaggio a Venezia del re di Francia Enrico III, le musiche destinate ad accompagnare i testi recitati in onore del re che arrivava in Laguna sulla barca Bucintoro; il componimento drammatico rappresentato per l’occasione a Palazzo Ducale fu scritto da Cornelio Frangipane e intonato da Claudio Merulo e non da Zarlino. Cfr. Compositioni volgari, e latine fatte da diversi, nella venuta in Venetia di Henrico III re di Francia, e di Polonia. Dove s’include la tragedia recitata a S. M. nella sala del gran Consiglio di Venetia, Venezia, Domenico Farri, 1574.

Melpomene: musa della tragedia.

gentilesimo: paganesimo.

Cardinal Mazzarino: il Cardinale Giulio Mazzarino (Pescina, L’Aquila, 1602 – Vincennes, 1661) promosse la diffusione della cultura italiana in Francia; la prima opera italiana composta espressamente per la corte francese è l’Orfeo di Francesco Buti, intonato da Luigi Rossi e rappresentato nel 1647 a Parigi nel Théâtre du Palais-Royal.

allegavano: si accordavano.

isconcertavano: la commistione tra comico e serio, tipica dei drammi del Seicento, distoglieva lo spettatore dall’azione principale.

[commento_1.3] teatri da prezzo: teatri impresariali, dove per entrare si pagava un biglietto. Il primo fu inaugurato a Venezia nel 1637.

Centoventi: si tratta di Caterina Angiola Botteghi, famosa cantante fiorentina che riscosse molto successo negli anni Sessanta e Settanta del Seicento, detta la Centoventi per gli elevati compensi che richiedeva.

[commento_1.4] danno… pascolo agli occhi: coltivano la vista.

infilzature di madrigali: una sequenza di arie, senza coerenza narrativa.

Orlando: è possibile che Algarotti si riferisca alla tragédie en musique Roland di Philippe Quinault e Jean-Baptiste Lully rappresentata per la prima volta a Versailles nel 1685; all’inizio del quarto atto viene inserito un divertissement pastorale, nel corso del quale Orlando apprende che Angelica è fuggita con Medoro.

nudi: privi di balli.

[commento_1.6] la Didone e l’Achille in Sciro: la Didone abbandonata è il primo dramma serio scritto da Metastasio, rappresentato a Napoli nel 1724; l’Achille in Sciro fu invece composto dal poeta cesareo per la reggia viennese nel 1736.

cavati: ricavati.

Montezuma: è il titolo dell’opera intonata da Karl Heinrich Graun per il teatro di corte di Berlino nel 1755 su testo francese di Federico II di Prussia tradotto in italiano e adattato dal poeta di corte Giampiero Tagliazucchi.

Della musica

[commento_2.1] lacedemoni: nella Vita di Lucurgo Plutarco afferma che a Sparta la musica era considerata un modo per spingere all’azione.

infrascato: caricato di ornamenti vistosi e superflui.

oltramontani: i Francesi.

[commento_2.2] che… cantano: una delle critiche che venivano mosse nel Settecento all’opera riguardava l’incongruenza della rappresentazione di scene tragiche attraverso il canto. In particolare Metastasio fu contestato per il primo finale del Catone in Utica rappresentato a Roma nel 1728 in cui Catone si uccideva in scena; in seguito alle critiche Metastasio modificò l’ultima scena del dramma e la morte di Catone veniva descritta dalla figlia Marza.

Lulli… Quinault: Giovanni Battista Lulli (Firenze, 1632 – Parigi, 1687), comunemente francesizzato in Jean-Baptiste Lully, violinista e compositore, compose diverse opere in collaborazione con il poeta francese Philippe Quinault (Parigi, 1635-1688).

Vinci: Leonardo Vinci (Strongoli, Catanzaro, 1690 – 1696 ca - Napoli, 1730) intonò diversi drammi metastasiani rappresentati in Italia prima della partenza per Vienna del poeta cesareo.

Nota alla nota d’autore n. 4:

«Se la pittura è inferiore alla poesia, la musica, considerata un’arte imitativa, deve essere molto inferiore alla pittura: poiché la musica non ha mezzi per spiegare i motivi delle sue varie impressioni, le sue imitazioni dei modi e delle passioni devono per forza essere estremamente vaghe e indeterminate: per esempio, i toni teneri e struggenti che possono esprimere la passione amorosa, potranno ugualmente rappresentare i sentimenti equivalenti di benevolenza, amicizia, pietà e simili. E ancora, come possiamo distinguere i rapidi movimenti della rabbia da quelli del terrore, della distrazione e di tutte le agitazioni violente dell’anima? Ma lasciate che la poesia cooperi con la musica e specifichi la natura di ogni impressione particolare, non siamo più in perdita; riconosciamo l’accordo del suono con l’idea, e le impressioni generali diventano indicazioni specifiche dei modi e delle passioni»; Daniel Webb, Remarks on the Beauties of Poetry, London, R. and J. Dodsley, 1762, pp. 102-103.

[commento_2.3] Didone…Cleonice: allusione alla tragica fine della Didone abbandonata (1724) e al lieto fine con cui si conclude, tramite il riconoscimento di una diversa identità del protagonista, il Demetrio (1732) di Metastasio.

[commento_2.4] Jacopo Peri: Jacopo Peri (Roma, 1561 – Firenze, 1633) scrisse la musica del dramma Euridice su libretto di Ottavio Rinuccini, rappresentato per la prima volta a Firenze il 6 ottobre 1600.

diasistematica: letteralmente significa la combinazione ordinata di più elementi; in musica la notazione diasistematica fu introdotta per agevolare l’identificazione dell’intervallo intercorrente tra due note successive.

[commento_2.5] obbligato: accompagnato; alla voce si uniscono più strumenti o l’intera orchestra.

Didone del Vinci: la Didone abbandonata intonata da Leonardo Vinci fu rappresentata per la prima volta a Roma, al Teatro delle Dame, nel 1726.

[commento_2.6] Scarlatti: Alessandro Scarlatti (Palermo, 1660 – Napoli, 1725), padre di Domenico, compositore attivo a Napoli e a Roma, utilizzava nelle arie la forma col da capo detta anche alla Scarlatti e pridiligeva l’accompagnamento orchestrale rispetto a quello cembalistico.

Nota alla nota d’autore n. 5:

Cattaio: la villa del Catajo fu costruita tra il 1570 e il 1573 a Battaglia Terme nei Colli Euganei dalla Famiglia degli Obizzi; Pio Enea II degli Obizzi (1592-1674) vi fece costruire un teatro privato nelle scuderie che nell’Ottocento fu trasformato in un oratorio dedicato a San Michele.

[commento_2.7] passaggi: nel canto del XVIII secolo indicano un esercizio di agilità virtuosistica.

[commento_2.12] Note alla nota d’autore n. 6:

«Ogni musica che non rappresenta nulla, è solo rumore, e senza l’abitudine, che snatura tutto, non susciterebbe più piacere di una sequenza di parole armoniose e sonore prive di ordine e coerenza», dalla Prefazione dell’Enciclopedia.

Fontenelle: la celebre frase «Sonata perché mi ossessioni?» apocrifa, attribuita a Bernard Le Bovier de Fontenelle (Rouen, 1675 – Parigi, 1757) significava che la sonata, genere di musica strumentale, non aveva alcun interesse rispetto alla cantata, che prevedeva la musica accompagnata dal canto.

Tartini: Giuseppe Tartini (Pirano d’Istria, 1692 – Padova, 1770) fu un famoso violinista, esponente di rilievo della musica strumentale italiana.

[commento_2.13] Cesti: Pietro Antonio Cesti (Arezzo, 1623 – Firenze, 1669) compositore italiano legato ai Medici, fu autore di diverse opere presso la corte di Innsbruck e a Firenze.

Carissimi: Giacomo Carissimi (Marino, 1605 – Roma, 1674), compositore attivo soprattutto a Roma.

Achillino: Claudio Achillini (Bologna, 1574-1640) giurista e poeta marinista, autore di una grande produzione encomiastica e occasionale, godé di grande fama ai suoi tempi.

oltremontana reggenza: allude probabilmente a Caterina de’ Medici, moglie di Francesco II, che dopo la morte del marito governò di fatto la Francia, assumendo la reggenza per i figli, negli anni delle guerre di religione. Le fu attribuita la responsabilità della strage di San Bartolomeo (23-24 agosto 1572) nel corso della quale vennero uccisi migliaia di ugonotti.

Serva padrona: si tratta dell’intermezzo rappresentato per la prima volta a Napoli al teatro di San Bartolomeo il 28 agosto 1733. La musica è di Giovan Battista Pergolesi e il libretto di Gennaro Antonio Federico. L’interemezzo fu rappresentato dalla compagnia itinerante di Eustachio Bambini all’Académie royale de musique nel 1752 e fu al centro, insieme alle altre opere buffe italiane allestite in quell’occasione, della celebre «Querelle des bouffons», che divise il pubblico e i letterati parigini tra sostenitori del modello operistico francese e sostenitori del modello operistico italiano, tra i quali i più accaniti furono senza altro Jean-Jacques Rousseau et il baron Melchior Grimm.

Pergolesi: Giovanni Battista Pergolesi (Jesi, 1710 – Pozzuoli, 1736) morì a soli 26 anni.

Vinci: Leonardo Vinci iniziò come compositore di commedie per musica in dialetto napoletano, ma si distinse anche nell’opera seria e divenne uno dei più importanti compositori del suo tempo; morì a quarant’anni in circostanze misteriose, forse per avvelenamento.

Galuppi: Baldassarre Galuppi (Burano, 1706 – Venezia, 1785).

Iommelli: Niccolò Jommelli (Aversa, 1714 – Napoli, 1774).

Sassone: Johann Adolf Hasse (Bergedorf, 1699 – Venezia, 1783) visse a lungo in Italia dove fu soprannominato « il Sassone ».

Andromaca: il titolo corretto è Astianatte rappresentato a Roma al Teatro Argentina il 4 febbraio del 1741 su libretto di Antonio Salvi.

Benedetto Marcello: Benedetto Marcello (Venezia, 1686 – Brescia, 1739), compositore e teorico della musica, intonò le cantate Timoteo e Cassandra e scrisse l’Estro poetico-armonico: parafrasi sopra li primi (e secondi) venticinque salmi, su testi di Gerolamo Ascanio Giustiniani, Venezia, Lovisa, 1724-6, in 8 tomi.

Nota alla nota d’autore n. 7:

«Il primo di questi è Benedetto Marcello, il quale per l’inimitabile originalità, profondità e completezza stilistica rimarrà sempre il più alto esempio tra tutti i compositori ecclesiastici. Per la chiesa ha pubblicato a Venezia circa trenta anni fa i primi cinquanta salmi messi in musica. In questa impresa egli ha superato tutti i moderni e ci ha dato l’idea più vera di quella nobile semplicità che probabilmente era la massima caratteristica della musica antica. In tale lavoro importante e arduo, come il soggetto divino sul quale lavora, egli è generalmente maestoso, meraviglioso o patetico e così totalmente lontano da ogni soluzione ordinaria e comune, che l’ascoltatore attento è affascinato da una infinita varietà di nuova e piacevole modulazione e nello stesso tempo da un disegno e un’espressione adattati in modo così raffinato, che il senso e l’armonia coincidono ovunque. Nell’ultimo salmo, che è il cinquantesimo nella nostra versione, egli sembra aver riunito tutte le facoltà del suo vasto genio, tanto da poter superare tutte le musiche meravigliose scritte in precedenza»; Charles Avison, An Essay on Musical Expression, London, C. Davis, 1753, pp. 101-102. Charles Avison (Newcastle 1709-1770) fu un compositore e organista britannico, teorico della musica.

Della maniera del cantare e del recitare

[commento_3.2] Salvini: Anton Maria Salvini (Firenze, 1653-1729) è stato un grecista ed erudito italiano, profondo conoscitore delle lingue antiche e moderne; tradusse in italiano la tragedia Cato di Joseph Addison: Il Catone, tragedia d’Addison, tradotta dall’inglese, Firenze, Nestenus, 1725.

Baron: Michel Boyron, detto Michel Baron (Parigi, 1653-1729) è un attore e drammaturgo francese.

Le Couvreur: Adrienne Couvreur, nota anche come Adrienne Le Couvreur o, italianizzata, Adriana Lecouvreur e Adriana Le Couvreur (Épernay, 1692 – Parigi, 1730) è un’attrice teatrale francese.

Nicolini: Nicolò Grimaldi (1673 – Venezia, 1732) fu uno dei più noti cantanti castrati del suo tempo.

Tesi: Vittoria Tesi fu una importante cantante del secolo XVIII.

Nota alla nota d’autore n. 8:

Le Grand: Marc Antoine Le Grand (Parigi 1673-1728) attore e autore di testi teatrali e farse per la Comédie-Française e per la Comédie-Italienne.

[commento_3.4] Rosci: Roscio fu un attore latino morto prima del 62 a.C., per il quale Cicerone scrisse un’orazione. Qui è citato come sinonimo di attore.

[commento_3.5] Dante, Inferno, V, v. 56: «che libito fé licito in sua legge».

[commento_3.6] Pistocco: Francesco Antonio Pistocchi (Palermo, 1659 – Bologna, 1726) fu un compositore e librettista.

Bernacchi: Antonio Maria Bernacchi (Bologna, 1685-1756), allievo di Pistocchi, è stato un cantante castrato italiano di grande fama, esperto nell’arte dei gorgheggi vocali, sviluppati a partire dall’esempio della musica strumentale.

[commento_3.7] rapsodisti: chi mette assieme idee non originali, prese da altri.

cadenza: con cadenza nelle arie si indica non solo la conclusione del brano, ma anche il lungo inciso solistico e virtuosistico inserito alla fine dell’aria.

Tosi: Pier Francesco Tosi (Cesena, 1654 – Faenza, 1732) era un cantante castrato, compositore e musicologo. La sua opera principale si intitola Opinione de’ cantori antichi e moderni, o sieno osservazioni sopra il canto figurato, Bologna, Lelio della Volpe, 1723.

girandola di Castel sant’Angelo: spettacolo pirotecnico svolto a Roma a partire dal 1481 per celebrare le festività religiose.

Nota alla nota d’autore n. 9:

Jean Le Rond d’Alembert fu anche un musicologo e compose diversi articoli su questo argomento per l’Encyclopédie; scrisse inoltre Éléments de musique théorique et pratique, suivant les principes de M. Rameau (1752) e De la liberté de la musique (1759).

[commento_3.8] Sifaci, Buzzoleni, Cortona: Giovanni Francesco Grossi, detto Siface (Chiesuna Uzzanese, 1653 – Ferrara, 1697), Giovanni Buzzoleni e Antonio Cortona, dei quali si hanno scarsi dati anagrafici, furono importanti cantanti vissuti nel secolo XVII.

Nota alla nota d’autore n. 10:

«Dobbiamo considerare che gli antichi attribuivano alla musica un significato più ampio di quello odierno: poiché la poesia e la danza (o il movimento aggraziato) furono poi considerate parti della musica, quando la musica arrivò ad una certa perfezione… Quello che ora chiamiamo musica è quello che essi chiamavano armonia, che era solo una parte della loro musica (costituita da parole, versi, voce, melodia, strumento e recitazione) e non dobbiamo aspettarci che lo stesso effetto derivi da una parte come dall’intero»; John Wallis, «A Letter of Dr. John Wallis, to Mr. Andrew Fletcher; Concerning the Strange Effects Reported of Musick in Former Times, Beyond What is to be Found in Later Ages», Philosophical Transactions, vol. 20, 1698, pp. 297-303. John Wallis (Ashford, 1616 – Oxford, 1703) fu un matematico, professore di Geometria all’università di Oxford e uno dei fondatori della Royal Society. John Lowthorp (1658 o 1659-1724) è il compilatore dei volumi di The Philosophical Transactions and Collections, to the End of the Year 1700. Abridg’d and Dispos’d under General Heads della Royal Society, poi pubblicato in tre volumi nel 1705.

Nota alla nota d’autore n. 11:

Orazio, Epistola 1, libro II, versi 202-203: «potresti credere che i boschi del Gargano o il mare Tirreno urlino, tanto è lo strepito con cui guardano gli spettacoli teatrali».

Nota alla nota d’autore n. 12:

Ibidem, vv. 187-188: «In verità nei cavalieri tutto il godimento è passato dall’udito ai piaceri effimeri della vista incerta».

Dei balli

[commento_4.1] Cusco: in Perù, capitale dell’impero degli Incas.

degradato: termine qui usato nel significato pittorico di sfumato e visto in prospettiva.

rappatumano: si dice di persone che trovano un’intesa dopo un dissidio.

[commento_4.2] Eumenidi: nella tragedia Eumenidi di Eschilo, le Erinni o Eumenidi sono protagoniste nel primo epusodio della danza infernale contro Oreste, accusato di aver ucciso la madre.

Pilade e Batillo: ballerini pantomimi vissuti nella Roma di Augusto: Pylades di Cilicia eccelleva nel tragico e Batillo, originario di Alessandria d’Egitto, nel comico.

[commento_4.3] Iomelli: il compositore Nicolò Jommelli. Una musica di Jommelli per un intermezzo intitolato Il giocatore (1751) è stata reperita manoscritta nella Real Biblioteca di Madrid; cfr. Niccolò Jommelli: l’esperienza europea di un musicista filosofo, atti del convegno internazionale di studi (Reggio Calabria, 7-8 ottobre 2011), a cura di Gaetano Pitarresi, Reggio Calabria, Edizioni del Conservatorio di musica F. Cilea, 2014.

Arianna: un balletto intitolato Ariane abandonée par Thésée, et secourue par Bacchus fu rappresentato alla Comédie-Italienne nel 1747, a cura del coreografo e danzatore Jean-Baptiste De Hesse o Deshayes, autore di diversi ballets-pantomimes.

Pygmalion: il balletto Pygmalion fu intonato da Jean-Philippe Rameau e rappresentato per la prima volta il 27 agosto 1748 all’Académie royale de musique di Parigi, su testo di Antoine Houdar de La Motte

Delle scene

[commento_5.1] Canziani: Giuseppe Canziani fu un noto ballerino e coreografo attivo in diversi teatri in Italia e all’estero nella seconda metà del Settecento; è oggetto di critiche presso i contemporanei perché realizzava grandi balli storici scissi dall’azione del dramma all’interno del quale erano rappresentati.

Ferrario: Ottavio Ferrari (Milano, 1607 – Padova, 1682), antiquario ed erudito, professore di umanità greca e latina presso l’università di Padova, fu autore di De re vestiaria libri tre (1642), ampliato poi con l’aggiunta di altri quattro libri nel 1654.

Nota alla nota d’autore n. 13:

«Uno dei nostri grandi artisti, tale che chiunque abbia visto le sue opere non potrà sospettare di ignorare la bellezza della natura, ha rinunciato agli spettacoli che noi chiamiamo seri e che lui non nomina allo stesso modo; il modo ridicolo con cui sono vestiti dei ed eroi, con cui agiscono e parlano sconvolge tutte le idee che si era fatto; non vi ritrova quegli dei ed eroi ai quali il suo pennello conferisce tanta nobiltà e spirito e si è ridotto a ricrearsi con gli spettacoli farseschi, le cui scene burlesche prive di pretese non lasciano nella sua testa alcuna traccia nociva»; Jean Le Rond d’Alembert, De la liberté de la musique (1751), art. xiv.

[commento_5.2] Giuli Romani: il pittore Giulio Romano (Roma, 1499 – Mantova, 1546).

Triboli: lo scultore Niccolò Pericoli detto il Tribolo (Firenze, 1500-1550).

San Gallo: Antonio da Sangallo il Giovane (Firenze, 1484 – Terni, 1546), architetto.

Peruzzi: Baldassarre Peruzzi (Siena, 1481 – Roma, 1536), architetto.

[commento_5.3] Girolamo Genga: Gerolamo Genga (Urbino, 1476-1551) architetto e pittore, allievo di Luca Signorelli.

Serlio: Sebastiano Serlio (Bologna, 1475 – Fontainebleau, 1554) fu un architetto e teorico dell’architettura, autore di vari volumi pubblicati tra Venezia e la Francia, a partire dal 1537 (S. Serlio, Regole generali di architetura sopra le cinque maniere de gli edifici, cioè, thoscano, dorico, ionico, corinthio, et composito, con gli essempi dell’antiquita, che, per la magior parte concordano con la dottrina di Vitruvio, Venezia, Marcolini, 1537). La sua opera più importante relativa al teatro è Il primo libro d’architettura, pubblicato in edizione bilingue a Parigi nel 1545, con il privilegio del Re e diviso in Primo libro di geometria e Il secondo libro di perspettiva, che comprende a sua volta un Trattato sopra le scene composto da sei capitoli dedicati all’allestimento scenico.

Ferdinando Bibiena: Ferdinando Galli Bibiena (Bologna, 1657 - 1743) fu un importante architetto e scenografo attivo in Italia e in Europa nel corso del Settecento.

pittore di quadratura: autore di architetture dipinte entro una quadratura prospettica; il cosiddetto quadraturismo si diffuse molto nel corso del XVI secolo.

Tralli: antica città dell’Asia minore, situata nella valle del fiume Meandro.

Padre Pozzi: Andrea Pozzo (Trento, 1642 – Vienna, 1709), gesuita, è stato un architetto, pittore e teorico della prospettiva, maestro dell’illusionismo barocco, autore dell’affresco della finta cupola della chiesa di Sant’Ignazio a Roma.

Nota alla nota d’autore n. 14:

Carlo Antonio Bufagnotti(Bologna, 1669-17?), allievo di Bibiena, incisore, pittore e scenografo raccolse, apparentemente travisadone il valore, diverse opere di Bibiena, come anche Pietro Giovanni Abbati, altro allievo del Bibiena, attivo a Parma tra la fine del XVII e la prima metà del XVIII secolo, autore di Varie opere di prospettiva inv. da F. Bibiena, raccolte da Pietro Abbati e date in luce e stampate da Giac. Camillo Mercati, Bologna, 1707, e dei Disegni delle scene che servono alle due opere che si rappresentano l’anno corrente nel R. Teatro di Torino, inv. da Ferd. Bibiena e dipinte da Pietro Giov. Abbati, Torino, 1703.

Nota alla nota d’autore n. 15:

Marco Vitruvio Pollione (80 a.C. ca – 15 a.C. ca), architetto romano, autore di un trattato in dieci libri, De architectura, che ebbe una grandissima fortuna in epoca rinascimentale. La citazione è tratta da De architectura, libro VII, cap. 5, par. 5.

Nota alla nota d’autore n. 16:

Vitruvio, De architectura, libro VII, cap. 5, par. 7. «Utinam dii inmortales fecissent, uti Licymnius revivisceret et corrigeret hanc amentiam» (Magari gli dei immortali potessero far sì che Licinio tornasse in vita e correggesse questa assurdità)

[commento_5.4] Mennone: Mennone è un eroe della mitologia greca al quale fu dedicato un tempio a Tebe, in Egitto, lungo le rive del Nilo, dove sono conservati i resti di due statue gigantesche di arenaria, dinanzi al tempio di Amenhotep III.

Nordeno: Frederic Louïs Norden (Glückstadt, 1708 – Parigi, 1742) era un esploratore e ufficiale danese; compì un viaggio in Egitto fino al Sudan negli anni 1737-1738, su invito del re Cristiano VI di Danimarca; il Voyage d’Égypte et de Nubie fu pubblicato nel 1755 a Copenhagen presso l’Accademia reale danese di Scienze e di Lettere.

[commento_5.5] Gioan da Udine: Giovanni da Udine (Udine, 1487 – Roma, 1561) è stato un pittore, allievo di Raffaello, esperto nelle decorazioni a grottesca, che riprendevano le antiche decorazioni romane.

India: Bernardino India (Verona 1528 – 1590) pittore manierista, autore di affreschi decorativi, alcuni con grottesche.

deliziose: le scene deliziose nei drammi del XVIII secolo rinviano a un’ambientazione arcadica e accompagnano azioni pacate e rasserenanti.

[commento_5.6] Kent: William Kent (Bridlington 1685 – Londra 1748) fu un architetto paesaggista inglese, che introdusse l’idea di disegnare i giardini in rapporto al paesaggio, usando anche motivi esotici, uniti a un’ispirazione gotica e classica.

Chambers: William Chambers (Gothenburg, 1723 – Londra, 1796) fu un architetto e decoratore di giardini; nel corso dei suoi viaggi in Cina ebbe modo di studiare l’arte decorativa cinese.

Brown: Lancelot Brown (Kirkharle, Nurthumberland, 1716 – Londra, 1783) fu un architetto di giardini, considerato l’iniziatore dello stile architettonico di giardini e paesaggi che venne detto all’inglese, che opponeva all’uniformità tipica del modello geometrico francese una struttura libera e aperta, con un’alternanza di motivi naturali e artificiali.

Le Nôtre: André Le Nôtre (Parigi, 1613-1700) è il maggiore architetto barocco francese, creatore del giardino cosiddetto «alla francese», basato su un ordine geometrico e sulla simmetria e ordine delle composizioni; su invito della famiglia reale dei Savoia operò anche in Italia e disegnò il giardino del castello di Racconigi, presso Torino.

Nota alla nota d’autore n. 17:

«I suoi giardini attirano la vostra ammirazione; ovunque guardate scorgete le mura; non si vedono piacevoli contrasti, né quella artificiosa selvatichezza che appesantisce la scena; a ogni boschetto corrisponde un boschetto; ogni viale ha il suo gemello; la metà di una spianata riproduce esattamente l’altra metà», vv. 113-118; «Consultate in tutto il genio del luogo che dice alle acque di alzarsi o di cadere o spinge il colle superbo a sollevarsi verso i cieli o scava la valle come un anfiteatro; invita al campestre, apre un varco in un bosco, congiunge le selve, varia le ombre, prolunga o spezza le linee dritte; dipinge mentre voi piantate e disegna mentre voi lavorate», vv. 57-64. Alexander Pope, Epistola IV, a Riccardo Boyle, conte di Burlington, Dell’uso delle ricchezze.

Lord Burlington aveva trasformato il suo giardino di Chiswick, originariamente all’italiana, in un nuovo modello di giardino più simile a una conformazione naturale, paesaggistico, anche in collaborazione con William Kent.

[commento_5.7] Paolo: il pittore Paolo Veronese (Verona, 1528 – Venezia, 1588)

Pussino: il pittore francese noto anche in Italia Nicolas Poussin (Les Andelys, 1594 – Roma, 1665)

Marchetto Ricci: Marco Ricci (Belluno, 1676 – Venezia, 1730), nipote e collaboratore di Sebastiano Ricci.

Segneri: Paolo Segneri (Nettuno, 1624 – Roma, 1694) fu un gesuita, missionario e predicatore di grande fama.

[commento_5.9] Rembrante: il pittore olandese Harmenszoon van Rijn Rembrandt (Leida, 1606 – Amsterdam 1669).

Talia: la musa della commedia.

Menagio: Gilles Ménage (Angers, 1613 – Parigi, 1692), letterato ed erudito francese, autore delle Origines de la langue françoise (1650), delle Origini della lingua italiana (1669 e 1685) e delle Observations sur la langue françoise (1673-76).

Del teatro

[commento_6.2] Nota alla nota d’autore n. 18:

Vitruvio, De architectura, V, 5: «In base a questi motivi e a calcoli matematici, si devono costruire dei vasi di bronzo proporzionati alle misure del teatro…Qualcuno potrebbe obiettare che ogni anno vengono costruiti a Roma molti teatri che non seguono alcuna di queste regole, ma sbaglia non considerando che tutti i teatri pubblici in legno hanno molte impalcature in legno che devono necessariamente vibrare…Quando invece i teatri sono costruiti con materiali solidi come muratura, pietra o marmo, che non possono vibrare, allora è necessario ricorrere ai vasi di bronzo.»

[commento_6.3] Nota alla nota d’autore n. 19:

Ibid., V, 1: «E’ necessario anche regolare l’ampiezza in base al numero delle persone, affinché lo spazio non sia troppo piccolo o la piazza sembri vuota per la scarsezza del pubblico.»

[commento_6.4] sconciatura: deturpazione.

[commento_6.5] giulebbo: poltiglia

[commento_6.6] Sighizzi: Andrea Seghizzi (Bologna, 1630-1684), fu un pittore prospettico e quadraturista, attivo a Bologna.

Brizio: probabilmente Filippo Brizio (Bologna, 1603-1675) pittore noto per la sua attività didattica.

Dentone: Gerolamo Curti, detto il Dentone (Bologna, 1575-1632) pittore e scenografo, dipinse le scene per molte rappresentazioni teatrali.

Bibbiena: i Galli Bibbiena sono una famiglia di scenografi e architetti originari del Casentino, attivi anche in Italia e in Europa tra il XVII e il XVIII secolo.

assito: parete di assi.

teatro Formagliari: il teatro Formagliari fu inaugurato nel 1636 nel palazzo di proprietà della famiglia Guastavillani, presso la via Farini e fu adibito alla rappresentazione di spettacoli melodrammatici.

[commento_6.7] redata: ereditata.

settizonio: facciata monumentale di un Ninfeo che sorgeva sul Palatino, fatta a più piani di colonne.

Torelli: Jacopo Torelli (Fano, 1604-1678) fu uno scenografo e architetto, autore di macchine che producevano effetti spettacolari nel teatro barocco. Progettò assieme a Ferdinando Galli Bibbiena il teatro della Fortuna inaugurato a Fano nel 1677; trascorse un lungo periodo in Francia, tra il 1645 e il 1661, chiamato inizialmente dal cardinale Mazzarino per curare gli allestimenti delle opere e dei balletti italiani in Francia.

Temanza: Tommaso Temanza (Venezia, 1705-1789) architetto veneziano di ispirazione classicista.

Dal Pozzo: Girolamo Dal Pozzo (Verona, 1718-1800), architetto e pittore, progettò il teatro dell’Accademia Filarmonica di Verona; i disegni di cui parla Algarotti sono probabilmente conservati nella Biblioteca civica di Verona assieme a un trattato inedito Della forma delli teatri antichi, romano e greco.

Sanmichele: Michele Sanmicheli (Verona, 1484-1559), architetto e ingegnere militare, fu uno dei più significativi promotori nell’Italia settentrionale del classicismo architettonico romano.

Berlino: il teatro d’opera di Berlino (Hofoper), voluto da Federico II, fu inaugurato nel dicembre 1742.

Conclusione

[commento_Conclusione.1] Addisoni… Marcelli: Joseph Addison (Milston 1672 – Kensington 1719), John Dryden (Alwinkle, 1631 – Londra, 1700), André Dacier (Castres, 1651 – Parigi, 1722) erano rinomati scrittori e teorici della scrittura teatrale, assieme agli Italiani Lodovico Antonio Muratori, Gianvincenzo Gravina e Benedetto Marcello.

Nota alla nota d’autore n. 20:

«Bisogna andare in questo palazzo magico
dove i bei versi, la danza, la musica
l’arte di ammaliare gli occhi con i colori
l’arte più felice di sedurre i cuori
di cento piaceri ne fanno uno solo.»

Voltaire, Le Mondain, vv. 94-98.

[commento_Conclusione.2] Racine: la tragedia Iphigénie di Racine fu rappresentata per la prima volta a Versailles il 18 agosto 1674.

Brumoy: Pierre Brumoy (Rouen, 1688 – Parigi, 1742) pubblicò nel 1730 a Parigi il Théâtre des Grecs, preceduto da un Discours sur le théâtre des grecs.

Nota alla nota d’autore n. 21:

Ifigenia in Aulide, libretto di Leopoldo Vallati e musica di Carl Heinrich Graun, fu rappresentata alla Hofoper di Berlino il 13 dicembre 1748.

Nota alla nota d’autore n. 22:

Aristotele, Poetica, cap. xv, «Dei caratteri della tragedia»: «Un esempio di perversità di carattere… di carattere incoerente ce lo dà Ifigenia in Aulide, perché la donna che supplica non assomiglia per niente a quella che vuole morire alla fine del dramma.»