(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 652
/ 174
(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 652

Cherea Francesco. Sotto questo nome si nasconde Francesco de’Nobili lucchese, cancelliere del signor Fracasso di Sanseverino, e il più grande tra’ recitatori di commedie classiche nella prima metà del xvi secolo.

Siccome narra il Sansovino nella descrizione di Venezia pag. 168, fu favorito da Papa Leone Decimo in Roma, dove tenne il primo luogo fra’ Recitanti in iscena : onde per ciò fece acquisto del cognome del Terenziano Cherea. Ma essendo quella città sotto Papa Clemente VII soggiaciuta a un lagrimevole saccheggiamento, egli di là si fuggi a Venezia, dove l’arte sua comica esercitando, grandemente piacque ; e fu inventore in quelle parti di recitar Commedie a suggetto.

Così il Quadrio (op. cit., vol. III, P. II, 237).

Ma alquanto monco ed erroneo appare tal giudizio dopo l’elaborato studio del Rossi (Lettere di Messer Andrea Calmo. Torino, Loescher, 1888), il quale, analizzando l’opera del Calmo (V.), anche viene, col concorso del D’Ancona e del Sanudo, a parlar distesamente del Cherea, avvalorando le sue parole di molti e importanti documenti.

Prima di essere a Roma il Cherea fu già a Venezia, ove lo vediamo la sera del 10 gennaio 1508 recitar nei Menechmi di Plauto a S. Canziano, e poco dopo nell’Asinaria : il 14 giugno 1512 in una Tragedia e Pastorale per le nozze di un Contarini ; e nel carnevale seguente in un’ecloga, in casa di Fracasso da Sanseverino alla Giudecca. Riappare a Venezia nel carnevale del 1522, e lo vediamo recitare il 2 febbraio una tragedia in casa Grimani alla presenza del vescovo d’Ivrea, il 9 detto una commedia nel Convento dei Crocicchieri, e il 12, nello stesso luogo, la Mandragola. E il 5 e il 16 gennaio dell’anno seguente lo vediamo sempre a’Crocicchieri prender parte a una bellissima commedia, over cosa d’amore…., poi il 3 gennaio 1525 all’Orba, in casa Querini Stampalia a S. Maria Formosa per l’anniversario delle nozze di Francesco Morosini con una Querini. Il 20 febbraio dello stesso anno fu a recitare in casa Molin, già Priuli, a Murano, e il 5 febbraio dell’anno seguente in casa Morosini a S. Apollinare, ove recitò i Menechmi di Plauto, e due giorni dopo in casa Trevisan alla Giudecca, dove si recitarono tre commedie di vario genere : la erudita dal Cherea, la villanesca dal Ruzzante (V. Beolco), la comica, forse improvvisa, dal Cimadori, il figlio di Zan Polo o Zuan Pollo (Gian Paolo), buffone. A questo punto si arrestan le notizie di recitazioni a Venezia in cui prese parte il Cherea ; ma sappiam poi dal diarista Sanudo che il Cherea, stretta amicizia con l’oratore ungaro, di passaggio a Venezia, aveva lasciato la città, nella quale aveva raccolto tanta messe di lodi, per recarsi in Ungheria, dov’era nel 1532, non sappiam bene se per ispasso, o ad esercitar l’arte sua.

Dal Conte Malaguzzi dell’Archivio di Stato di Modena mi vien comunicato il seguente brano di lettera, indirizzata da Alfonso Paolucci Alo Ill.mo et ex.mo s.r mio col.mo il s.r Duca de Ferrara, concernente il nostro artista e la morte del Sanseverino :

………………………..

Mi è sta anco decto esser morto il s.r Fracasso, et hauer lassato à cherea comico trece[nto] ducati ne la pocha roba sua : De nouo altro non cie : et a vostra Signoria Ill.ma deuotissimo me racomando p.° Junij M. D. xviiij.