(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 709-710
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(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 709-710

Costantini Costantino. Nato a Verona da famiglia agiata, si diede per tempo alla ricerca di varj secreti per la tintura delle stoffe in seta e drapperie in genere : ed essendo pervenuto a felici scoperte, aprì una manifattura colla quale s’acquistò in breve un gran nome. Ma innamoratosi di una commediante, per la quale si diede a spender da disperato, fu costretto, per seguirla, a lasciare il commercio, e ad imprendere l’arte comica, assieme alla moglie e ai due figli Angelo e Giovanni Battista. Fu colla famiglia e con quella donna in varie città d’Italia, fra le quali Modena, ov’ era già il 1668 con l’ Ippolita e la Cintia, e ove tornò poi il ’75, comico del Serenissimo Signor Duca, con la Flaminia e la Vittoria. Sotto il nome di Flaminia si nascondeva la Marzia Fiala, modenese, prima donna e moglie del Capitano Sbranaleoni, e sotto quello di Vittoria la bolognese Teodora Areliari. Non così agevole è l’identificare le due attrici del ’68, le quali potrebbero essere la Ippolita Gabbrielli e l’ Anna Maria Millita detta Cintia.

E giacchè siam sulla via delle ipotesi, anche potrebb’essere la Gabbrielli quella Ippolita, a cui è dedicato il sonetto dialettale, di cui il Bartoli non riferisce per pudore alcune parti, e la stessa per la quale lasciò il Costantini la patria. Stabilire cronologicamente la vita di lui è impresa malagevole per certe contradizioni che sono nelle date dei documenti. Egli fu a recitare l’estate del 1686 a Vicenza, raccomandato da S. A. al Conte Frignano Lessi, l’autunno dello stesso anno a Padova, raccomandato da S. A. al signor Marsilio Papafava ; e poco dopo a Venezia raccomandato sempre da S. A. all’abate Grimani. Il 13 maggio del 1688, il Duca di Modena scriveva al Conte Marco Verità a Verona, pregandolo di far partir subito per Modena Costantini e suo figlio Gio. Battista, e il 13 aprile del 1689 un tal dottore Pietro Francesco Torricelli fa istanza al Cardinal Cibo, perchè voglia ottener dal Duca di Modena la remissione dall’esilio, protestandosi innocente nell’impostura datagli, che habbi fatti attestati di percosse nella persona di Graddellino Commediante. Da una nota del Tralage sappiamo che il Costantini esordì al teatro italiano a Parigi nel 1687 nella parte di primo Zanni, sotto nome di Gradelino ; e secondo il parere del vecchio Riccoboni, riferisce il Gueullette che il Costantini, attore di assai pregio in Italia, dovette a Parigi lasciar le scene poco dopo il suo esordire. Il Gherardi nella prefazione alla sua Raccolta del Teatro Italiano, dice di non aver conosciuto che Gradelini e Pulcinelli che non piacquer mai ad alcuno ; e però non se ne trova traccia nelle scene della sua raccolta, e se li ha nominati nella prefazione, si è perchè essi sono stati alla Porta del Teatro italiano.

Il Costantini dunque, dopo la sua prima comparsa a Parigi, se ne tornò in Italia, ove si trattenne, pare, pochissimi anni per far ritorno alla Commedia italiana, che dovette abbandonare non già per avervi poco incontrato, ma a cagione di una canzonetta satirica da lui composta contro la Francia. Egli era buon musicista, e pare ch’egli avesse lo speciale incarico da’compagni di occuparsi della parte musicale nelle loro rappresentazioni. Ufficio che gli fu riaffidato al suo ritorno a Parigi, poichè riferisce il Campardon una querela colla data del 5 febbraio 1696 sporta dal Costantini a nome di tutta la Compagnia, perchè alcuni venditori ambulanti facevano smercio alla porta dell’Hôtel de Bourgogne delle arie che si cantavan sul lor teatro, composte dal musicista Gillier : arie, che per decreto del 17 dicembre 1694, non potevano essere stampate da chicchessia.