(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 877-878
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(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 877-878

Fiala Giuseppe Antonio, napolitano, comico di S. A. il Duca di Modena, fiorì nella seconda metà del secolo xvii, sotto il nome di Capitano Sbranaleoni. Ci appare la prima volta in una supplica da Verona del 10 agosto 1651 a un segretario del Duca, sottoscritta da alcuni comici della compagnia, perchè il Marchese Bentivoglio concedesse loro il teatro di Ferrara pel mese di ottobre, dovendo poi andare il novembre a Venezia, e facesse grazia d’introdurvi le dame a udirli. Curioso ne è il poscritto : e perchè ui sono molte porte nel suddetto Teatro e necessario che siano chiuse molte di lorro. La Compagnia era allora composta di Zanotti – Ottavio, Bendinelli – Valerio, Coli – Fichetto, Coris – Silvio, Albani – Pantalone, Locatelli – Trivellino, Fiala – Capitano, Isabella – Colombina (la Franchini ?), Nelli……

Nel ’64 lo vediamo nella lista della compagnia che desiderava unir Fabrizio (V.), al cui nome è riferita per intero ; in essa appare per la prima volta la moglie Marzia, seconda donna col nome di Flaminia, a vicenda con Lucinda (la Nadasti ?).

Il 14 agosto del ’74 si trovava a Napoli ; e dovendo d’ordine del Duca recarsi a Modena, implorava soccorso per sopperire alle ingenti spese di viaggio, dicendosi povero homo circondato di famiglia e vechio. Come gli andasse la piazza di Napoli sappiamo dalla seguente lettera, che la moglie scrisse al Duca, l’anno dopo che furon tornati da quel disastroso viaggio.

Ser.ma Altezza,

Martia Fialli Comica, detta Flaminia, humilissima, et denotissima serua di V. A. S.ma riuerrente gl’ espone, come l’Anno passato, doppo hauerli esebita la sua Compagnia, non trouò la sodisfatione di V. A. S. onde fu necessitata condursi in Napoli, oue essendo seguitata con lettere da Comici, hauena anche aggiustata cola vna Compagnia, e pure le fù interrotto, stante le lettere riceuute d’ordine di V. A. S. onde restò colà senza Compagnia, lontana da modona miglia 365 et ricevuto il Commando di douer venire a Modona, e non uenendo, perdita de beni, confiscatione di tutto, e perdita della vitta del Consorte, hauendo tra il viaggio fatton e tempo in Napoli ha dimorato, consumato quelle sostanze haueua, per incontrar le sodisfationi di V. A. S., ha impignato tutte le sue Gioie per ottanta doppie al Banco di S. Giacomo de Spagnoli, delle quali cinquanta, ne ha consumato nel viaggio, da Napoli a Modona in Letiche, Carrozze, spese cibarie, e condotta di sue Robe ; onde hora gl’è necessario che mandi il marito a Napoli, per riscuottere dette Gioie, e questa sara sopra spesa per più d’altre venti doppie. Onde genuflessa a Piedi di V. A. supplica la sua innata bontà, e Generosità di ristorarla del suo viaggio fatto per seruir V. A. S. non sapendo oue volgersi, carica di famiglia viuendo certa, che V. A. S. non vuole ueder la ruina, esterminio, e danno d’una sua obbligatissima serua supplicante, et attendendone gl’effetti della sua magnanima bonta, con ogni profonda humiltà, baccia la sua Ser.ma mano dalla quale attende la gratia, e soglieuo & Quam Deus &c.

Di fuori :

A. V. Ser.ma Per la Martia Fialli comica detta Flaminia.

Rescritto della Cancelleria :

Si riporti 1675 (di mano posteriore).

Della Compagnia del ’75 si è riferito l’elenco al nome di Areliari. Qui aggiungiamo che allora S. A. S. pagava per loro sussistenza ai comici, quando si trattenevano in Modena o in altra città senza recitare, lire 64 per ciascheduno. Il novembre del ’77 i Fiala erano a Venezia ; e da un documento del 1681 rileviamo che si pagavano loro sessanta ducatoni d’argento di parte intiera. Il 20 gennaio di quell’anno si attaccò di notte il fuoco al Teatro Valentino, che in poche ore fu distrutto, continuandosi però a recitare nella sala detta della Biada, ove d’ordine di S. A. eressero il palcoscenico e qualche palchetto. Il 1682 Egli si disfece della compagnia, dandole in dono 240 doppie in ragione di venti per ciascheduno (una doppia d’Italia valeva trentatrè lire) : ma la vediam ricostituita al suo soldo l’ ’86 con pochi mutamenti, alla quale con ordine al tesoriere Zerbini del 28 giugno, il Duca Francesco assegnò a titolo di sussistenza due doppie il mese per ciascuno, cominciando dal primo giorno di maggio. Il 19 maggio dell’87 furon date dieci doppie per ciascuno a Giuseppe e Marzia Fiala, a Gaetano Caccia e a Bernardo Narici ; e il 23, dodici doppie a Marzia Fiala per essere distribuite in ragione di sei a Gabionetto e sua moglie (?), quattro a Florindo (il Parrino) e due ad altro che serviva nella compagnia. Il giugno dello stesso anno troviamo il Fiala con la Compagnia a Cremona, e il dicembre a Lodi ; e sappiamo che di là doveva recarsi l’inverno a Pavia, ove col mezzo di commendatizie di Don Fernando Baldes, generale dell’artiglieria di S. M. Cesarea nello Stato di Milano, e di altri, eran già stati eretti in sala conveniente palcoscenico e palchetti ; quando, al momento di partire, gli fu ingiunto di aspettar l’ordine del Marchese Decio Fontanella, che probabilmente lo avrebbe fatto andare a Vicenza anzichè a Pavia. Della qual cosa egli e alcuni di compagnia (Gabrielli – Pantalone, Milanta – Dottore, Marchi – (?), e Narici – Orazio), mosser lagnanza al Duca di Modena con lettera da Lodi del 16 xbre ’87, invocando la grazia di recarsi alla Piazza stabilita. Con questa data cessa la comparsa del Fiala tra’comici di S. A. ; e sua moglie, che pure ha due lettere del ’92 e ’94, non ne fa più menzione. Se egli si diceva già vecchio venti anni addietro, molto probabilmente nel ’90 circa era già morto.