Finocchio. (V. Cimadori, Gambi, Zagnoli).
Fiore (Di) Domenico Antonio. Celebre comico napoletano, sotto la maschera di Pulcinella. Dice di lui Francesco Bartoli che « la sua prontezza nelle risposte, la sua pantomima naturale e graziosa, e una profonda intelligenza delle commedie improvvise, furono tutti meriti, che gli acquistarono fama e riputazione. » Domenicantonio di Fiore, nato il 1711, s’era dato giovanetto alle▶ scene. Recitava il ’38, già famoso, a’Fiorentini in compagnia del Tartaglia Cioffo (V.), il ’39 in un giardino fuori Porta Capuana, e il ’41 al S. Carlino. Lo vediamo poi al Nuovo il ’46, autor di libretti come il Bajazette e Giancocozza. Riferisco dalla citata opera del Di Giacomo le seguenti parole che ci dànno una chiara idea del povero artista e dell’ambiente in cui visse :
Domenicantonio di Fiore visse in tempi ne’ quali l’arte del comico, per singolare che fosse e mirabile, non arricchiva. Egli si dovette accontentar della fama e mori povero come i suoi compagni. Zingari della commedia dell’arte essi si sbandavano paurosamente, a quando a quando, come, nel verno, soffiasse sulla loro straccioneria la raffica della miseria, livida nemica di Talia ridente, oppur come – impensierito da’ reclami dei padri di famiglia che vedevano i lor figliuoli impegolati fra le attrici – il severo Tanucci fulminasse la banda comica con decreti di immediato scioglimento. Domenicantonio di Fiore conquistava, è vero, la celebrità, ma battagliava con la fame. Gli cascavan davanti gli amorosi, pallidi e allampanati, i suoi vecchi padri serii si trascinavan, moribondi, sul palcoscenico, Cola e Coviello ridevano giallo e la stretta sorveglianza degli Scrivani dell’ Udienza impostati, con tanto d’occhi aperti, sul palcoscenico, impediva ◀alle servette la pratica fruttuosa de’loro infiniti adoratori. Mala tempora pe’ comici di bassa levatura ; il di Fiore, straccione famoso, era un sole spogliato de’ suoi raggi. Ma ecco, dopo un secolo e mezzo, l’astro rifulge ; la ricerca paziente ripesca, tra vecchie carte muffite, una pietra preziosa e la disvela. Tardi, ma in tempo, il primo de’ Pulcinelli di San Carlino ottiene dalla storia resipiscente l’amica e pietosa rievocazione, che, liberandolo dalla tenebra, gli restituisce il posto di quel trono ch’egli occupò pel primo, e cosi gloriosamente, nella Reggia avventurosa e gioconda della risata.