(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 988-990
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(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 988-990

Garelli Giovan Battista, veneziano. Per quante ricerche fatte, non ho potuto avere di lui altre notizie fuorchè quelle pubblicate da Francesco Bartoli (op. cit.), e che val la pena io qui riferisca integralmente :

Celebre e stimatissimo Pantalone fu Gio. Batta. Garelli, che per la coppia delle parole concettose ed eleganti, venne a gran ragione denominato : il Pantalone eloquente. Ne’ dialoghi famigliari cogl’ innamorati e colle donne, sentivasi raziocinando persuaderli a non seguire gli stimoli dell’amore, quando non acconsentiva che un suo figlio, o una sua figlia in matrimonio s’accoppiasse con un oggetto a lui medesimo dispiacente. Ma per lo contrario se inclinava al pronto successo di tali nozze, faceva vedere co’ più bei colori le dolcezze di Cupido, e le felicità del matrimonio. Quando rappresentava un vecchio innamorato, mostravasi tutto grazioso verso l’amata donna, e con persuasive eleganti facevale comprendere che le nozze co’vecchi sono le più felici per una giovane sposa. Ne’ rimproveri, nelle invettive era risentito e sentenzioso ; e giocando la maschera del Traccagnino mostravasi lepido e negli scherzi facetissimo e vivace. Recitò per molti anni nel Teatro a S. Luca onorato d’applausi, favorito dalla nobiltà e ben veduto da tutto il popolo. Giunto alla vecchiaja (1735), nè potendo più resistere alle fatiche del teatro, pensò d’alienarsi dalla Professione, e di sostituire invece sua il comico Francesco Rubini, e fecelo in questo modo. Uscì egli in teatro vestito da campagna, avendo al fianco il Rubini smascherato, e coll’abito cittadinesco da Pantalone. Disse all’uditorio che la sua vecchiezza non permettevagli di farli una più lunga servitù, che avrialo servito con pari attenzione quel suo collega, e che lo raccomandava all’ amore de’suoi affezionatissimi veneziani. Quindi togliendosi la maschera ne copri la faccia al Rubini, e riverendo il popolo sull’istante partì. Qualche circostanza di questo fatto ci riserbiamo a narrarla sotto l’articolo del mentovato Rubini. Intanto solo soggiungeremo che il Garelli sopravvisse al suo distacco dalla Professione altri sei anni dimorando sempre in Venezia, e passò agli eterni riposi nell’anno 1740. Formerà le lodi di questo eccellente comico la lettera dedicatoria in quarta Rima Veneziana, che Antonio Franceschini (V.), detto Argante, volle presentargli in occasione di dare alle stampe la Tragicommedia col titolo : La clemenza nella vendetta, in altri luoghi da noi mentovata ; e come si disse sotto l’articolo del prenominato Franceschini.

Com pagno sviscerao, salute e bezzi

A vù che per tant’ anni se sta bon

de far el Vecchio en Scena con bravura
favorio cusì ben da la natura
per esser un famoso Pantalon ;
A vù che recitando in più Cittae
se sta gloria e lusor d’ogni Teatro,
che si ben xe sonà le vintiquatro,
sè ancora bon cavar de le risae ;
A vù che el tempo coi sò Carnevali
v’ha messo in tel catalogo dei Cuchi,
che al despetto de certi mamaluchi
ve conserverà el nome i vostri sali ;
Presento adesso un don che m’è sta fato,
e ve dedico i ferri de’ Bottega ;
basta una scena a metterve in Canzega,
e repararve i refoli del flato.
Una tragicommedia capricciosa
porta con gusto el vostro Nome in fronte,
fe’ come el Sol, che andando chiaro a monte
mostra sempre la fazza luminosa.
Se no podemo recitarla insieme
la vien da un vostro Allievo sostentada ;
in pochi dì d’autun l’è sta formada,
perchè semo in teatro le vendeme.
Per esserve distinto in l’arte nostra
v’avè tirà l’applauso universal,
e adesso spicca più l’original,
za che la bona copia è messa in mostra.
Vù sè l’esempio de quel bon mercante
che dopo aver tant’anni negozià,
credito, e cavedal ben segurà,
renonzia la Bottega al Laorante.
A un po’ de reposar l’età ve chiama,
per conservarve el resto de la vita ;
durerà senza fin la vostra dita,
e sempre piezo ve farà la fama.
Vegna, si sa vegnir, de’bei cervelli
a far un dì da Pantalon in Scena,
siben Talia che sgionfarà la vena,
no i poderà far gara col Garelli.
Ve tegna el Ciel in rodolo dei sani,
parandove del tempo la stocada,
e passando dal rio de la panada,
in cale abbiè a finir de Ca Centani.