(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 91-92
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(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 91-92

Mariotti Olinto. Fiorentino, primo attor giovine de'più intelligenti, nacque il 1850. Cominciò a recitare in compagnie di poco o niun conto, finchè, morto Giulio Rasi, andò a sostituirlo in Compagnia Morelli, acquistandosi in breve la stima e benevolenza de'pubblici più arcigni, per la svegliatezza della mente, lo slancio della passione, la interpretazione mai errata. Le due parti che tra l’ultime gli crebber fama, furono il Duca Valentino nei Borgia, e l’Ammiraglio Rotei nella Cleopatra di Pietro Cossa. Aveva sposato Laura Tessero, sorella minore di Adelaide, prima attrice giovane di qualche pregio, e morì, giovanissimo, compianto da tutta l’arte.

Di lui riferisco le parole di Yorik, come quelle che ci dàn chiaro il ritratto dell’artista e dell’uomo :

Aveva appena trent’anni, era pieno di vita e di speranza, forte, robusto, gagliardo, ricco d’ingegno, lieto della sua sorte, felice della simpatia, dell’affetto, della stima, in che lo tenevano i suoi concittadini. Era entrato di fresco nell’ arte, e non per la solita porta delle disillusioni e delle stanchezze. C'era venuto per vocazione vera, e ci aveva portato un animo generoso, una mente colta, un’istruzione non comune. Scriveva con garbo in prosa ed in verso ; aveva anche fra le sue carte qualche non infelice tentativo drammatico ; si era fatto largo nella schiera degli artisti per l’ingegno suo vivace, per la festività dello spirito, per l’arguzia della parola, per la bontà del cuore, per l’ardore infaticabile de'suoi studj continui. Festeggiato da per tutto, applaudito, incoraggiato, camminava a fronte alta, e con passo spedito verso un avvenire che non pareva troppo lontano.

E nel pieno fiore delle sue speranze mori a Matelica, la mattina del 27 settembre, alle ore tre, pronunziando a stento col labbro agonizzante il nome di personaggi drammatici che gli rammentavano i suoi più lusinghieri trionfi…. Rotei…. Valentino….

Cosi muojono gli artisti veri ! Il povero Olinto vivrà però lungamente ancora nella memoria degli amici fedeli, e nel compianto del pubblico italiano.

Paolo Ferrari dettò, in nome della vedova, la seguente iscrizione che trovasi nel monumentino erettogli in Firenze a San Miniato al Monte :

OLINTO MARIOTTI FIORENTINO
COLTIVÒ LE LETTERE SCRISSE PEL TEATRO
FU ARTISTA DRAMMATICO
APPLAUDITISSIMO
ALLE DIFFICOLTÀ DELLA VITA
OPPOSE ANIMO SALDO
VOLONTÀ PERTINACISSIMA
AVEVA VINTO
COMINCIAVA A GUSTARE LE GIOIE
DELL'ARTE DEGLI AMORI DELLA FAMIGLIA
QUANDO
TRENTENNE APPENA
IL DÌ XXVII SETTEMBRE MDCCCLXXIX
MORÌ
IO LAURA TESSERO VEDOVA DI LUI
GLI POSI QUESTO RICORDO
DEL MIO AMORE DEL MIO DOLORE
IL NOVEMBRE MDCCCLXXX

Marliani Giuseppe, piacentino. Trascrivo da Francesco Bartoli :

Fece egli in sua gioventù il Ballerino da corda in una Compagnia di saltatori diretta da Gaspare Raffi Romano, di cui sposò la Maddalena di lui sorella ; e vedesi ancora andare attorno una stampa in Rame con espressevi tutte le forze, ch'egli faceva, e con sotto questa iscrizione :

Giuseppe Marliani Ballerino da corda.

Fu il Marliani istruito nell’arte comica da Alessandro d’Afflisio Innamorato di merito ; e però in Venezia ballava di giorno co'suoi compagni e colla moglie, in un casotto nella Piazza di San Marco, e la sera recitava con gli stessi nel Teatro di San Moisè, esercitandosi nella maschera di Brighella.

Questi i principii di questo artista, che, passato poi nella Compagnia di Girolamo Medebach, col quale stette più anni, potè, al Sant’Angelo e al San Gio. Grisostomo mostrare più largamente i veri pregi ond’era ornato. Il Bartoli cita una commedia, particolare fatica di lui, nella quale sosteneva parecchi personaggi, parlava più dialetti, e faceva mille giuochi capricciosi. Nè solo all’improvviso fu attore pregiato, ma anche nelle cose studiate, in cui, deposta la maschera del Brighella, si mutava egregiamente in tiranno, come nell’Attila e nell’Ezzelino dell’abate Chiari. Passò vecchio, con la moglie, da quella del Medebach nella Compagnia della Battaglia, nella quale viveva ancora al 1781.

Sappiamo dal Bartoli essere stato un uomo de'più capricciosi ; giuocatore arrabbiato del Lotto, dilettante alchimista, era riuscito a comporre un metallo somigliante all’argento, di ben poco valore ; ma, soprattutto, uomo probo, e come tale amato, e stimato da tutta l’arte. (V. Medebach Teodora).