(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 118-120
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(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 118-120

Medebach Raffi Teodora. Moglie del precedente, e figlia di Gasparo e Lucia Raffi, conduttori di una Compagnia di ballerini da corda, nacque il 1723 circa a Lucca, di dove fu portata via a tredici giorni. Ecco come il Goldoni descrive la Compagnia Raffi nel XVII volume delle sue Commedie, edizione del Pasquali :

Erano già tre anni, che portavasi in Venezia regolarmente in tempo di carnovale Gasparo Raffi Romano, Capo de' ballerini di corda colla sua Compagnia, ch' era una delle più famose in tal genere. Eravi la bravissima Rosalia, sua cognata, moglie in allora di un saltatore tedesco, e passata ad esserlo in secondi voti, di Cesare Darbes, celebre pantalone (V.). La Teodora, figliuola del Raffi, moglie in appresso del Medebach, ballava sulla corda passabilmente, ma danzava a terra con somma grazia ; la Maddalena, che fu moglie in seguito di Giuseppe Marliani, era una copia fedele della Teodora, e il Marliani suddetto, che faceva il Pagliaccio, era un saltatore e danzatore di corda, il più bravo, il più comico, il più delizioso del mondo. Questa compagnia di quasi tutti congiunti era amata ed apprezzata in Venezia, non solo per la bravura, ed abilità in tal mestiere ; ma per l’onesta e saggia maniera di vivere sotto la buona direzione dell’ onestissimo Raffi, e l’ottima condotta della prudente, devota, e caritatevole signora Lucia sua consorte. Il Marliani, non so, se stanco di quel pericoloso mestiere, o eccitato dal genio comico, avea gran voglia di recitare delle Commedie. Capitò il secondo anno in Venezia il Medebach accennato ; e unitosi co' Ballatori suddetti, avendo egli cognizione bastante dell’ arte comica, gl’ instrui, forni loro i soggetti, e preso il picciolo Teatro di S. Moisè, colà, terminato il Casotto, recitavano delle Commedie, le quali sostenute principalmente dalle apparenze, dai giuochi, e dalle grazie del Marliani, che facea l’Arlecchino, non lasciarono di attirare buon numero di spettatori. La Teodora faceva la prima donna, e la Maddalena facea la servetta ; il Medebach era il primo amoroso, e qualche altro personaggio avean preso per eseguir le loro Commedie. Così principiò quella Compagnia, che poi si è resa famosa, e che trovai ben formata, ed in credito quattr'anni dopo a Livorno.

Alle attitudini per la scena congiungeva la Medebach – dice il Bartoli – una figura leggiadra, un volto tutto spirante grazia, e una voce dolcissima e chiara. Pare che il genere suo fosse più specialmente il patetico, dacchè il Goldoni scrisse per lei La figlia ubbidiente e La moglie saggia, e il Chiari La pastorella fedele, nella quale più specialmente si mostrò somma. Riferisco dal Bartoli :

Ella esprimeva assai bene il carattere di quella Pastorella innocente, innamorata del suo agnellino più che d’Ergasto ; umile e rispettosa col vecchio suo genitore ; fiera e risoluta col Castellano suo tentator disonesto ; e vivamente spiccava il salto lanciandosi nel fiume per sottrarsi all’ insidie del di lei seduttore. Moltissime sere fu replicata in Venezia nel 1754, ed infinite lodi furon date alla tenerissima Irene. Questa brava attrice, che molto lustro avrebbe recato a' Teatri italiani, divenne cagionevole nella salute affliggendola continuamente alcuni effetti convulsivi. Stava quasi sempre guardata in letto, e quando talvolta sentivasi un po' sollevata, lasciavasi vedere in Teatro. Ma crebbero in lei a dismisura i suoi incomodi, e gli oppiati rimedj che i medici le apprestavano, non fecero che abbreviarle la vita, onde rese l’ anima al suo Creatore in età di anni quaranta nel 1761.

La riputazione artistica della Medebach si stabilì con la Donna di garbo del Goldoni, recitata qualche sera dopo della Griselda, nella quale il pubblico avea già avuto modo di notar le qualità dell’ attrice. Da quella sera fu un successo ognor crescente. Dallo spoglio delle memorie goldoniane abbiamo che

Madama Medebach era un’ attrice eccellente ed attaccatissima alla sua professione, ma una donna soggetta a vapori. Era sovente ammalata, sovente credeva d’esserlo, e qualche volta non aveva che vapori di soio comando.

In questi ultimi casi bastava a propor di dare una bella parte da rappresentarsi ad un attrice subalterna, che l’ammalata tosto guariva.

Mi presi la libertà di farla rappresentar sulla scena da sè medesima. Se ne accorse alcun poco ; ma trovando bellissima la sua parte, se ne incaricò volentieri, e rappresentolla a perfezione.

A questi vapori che il Goldoni crede più immaginari che sinceri e che come tali dipinge Paolo Ferrari nella sua incomparabile commedia, la Medebach univa la gelosia di mestiere. I successi della Marliani, Corallina, specialmente nella Serva amorosa, furono un gran pruno nell’ occhio della direttrice, per la quale, a guarirla radicalmente, dovè il Goldoni scrivere La moglie saggia.

Ma egli errava certo nel suo giudizio. La Medebach, gelosa de' successi di Corallina, faceva un grande sforzo per vincere quel male che realmente l’ opprimeva, e che la condusse immaturamente al sepolcro. E la prova abbiamo in quest’ ultima citazione, la quale ci mostra chiaro come la povera donna non trovasse come prima nel suo coraggio la forza di lottare col male, e nella quale a me par di vedere un pizzico di crudeltà nell’ animo del Goldoni.

Madama Medebach era sempre ammalata. I suoi vapori divenivano sempre più nojosi e ridicoli : rideva e piangeva in una volta, mandava grida, faceva mille smorfie e mille contorsioni. La buona gente di sua famiglia, credendola affascinata, fece venir Esorcisti, e carica di reliquie, giuocava e scherzava con quei monumenti pii come una fanciulla di tre o quattro anni.

Vedendo la prima attrice fuor di stato d’ esporsi sopra la scena, all’ apertura del carnevale feci una Commedia per la cameriera o servetta. Madama Medebach si fece veder in piedi ed in buon essere il di di Natale ; ma quando seppe che si era affissata pel giorno appresso La Locandiera, commedia nuova fatta per Corallina, andò a rimettersi in letto con convulsioni di nuova invenzione, che facevano impazzire sua Madre, suo marito, i suoi parenti ed i suoi domestici.

Medebach Giovan Battista. Figlio dei precedenti, veneziano, fu attore e capocomico ; e fu la sua, la prima compagnia venale che, nel novembre del 1798, Tolentino ascoltasse a memoria d’ uomo. Pare anche fosse Tolentino, con questa compagnia, una delle prime città delle Marche a veder le donne sulla scena.

Sposò, il 6 dicembre 1786, Clemente Giovanna, figlia di Bartolommeo Paltrinieri del Finale di Modena, di cui si conserva nell’ Archivio di Stato di Modena l’ elenco de' mobili e oggetti da lei recati in dote. Il 6 di ottobre del 1790 gli furon sequestrati in Modena, mentre recitava al Teatro Rangoni, a istanza di Domenico Torricelli, oste, creditore, per cibarie somministrategli, di lire 104.15, i cassoni contenenti gli oggetti costituiti in dote dalla moglie, la quale con istanza del 13 ottobre, richiedeva la restituzione delle robe sequestrate, contro pagamento del debito : restituzione che non fu accordata, nè anche dopo rifatte le spese contumaciali se non, parzialmente, per il solo vestiario femminile. Infatti, la mattina del 13 dicembre 1790, tutti gli oggetti sequestrati, di lui, Medebach, furon messi all’ incanto, e venduti per lire 175.29. E a questa risoluzione fu spinto il dottor Bellagi, procuratore del Torricelli, stante – dice il testo – la notoria condotta del Medebach di aver praticato lo stesso con altri Locandieri, e somministranti vitto in altre città, senza che in quelle sia stato appurato anzi costretto non ostante a pagare, ecc. ecc.

Lo vediamo, assieme alla matrigna, la Scalabrini, ma non sappiam dire in quale anno, in Compagnia di Pietro Rosa.