(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 565-567
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(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 565-567

Taddei Rosa. Sorella del precedente, nata a Trento il 30 agosto 1799, si diede come lui all’arte dei parenti, giovanissima, e riuscì a soli diciassette anni egregia nelle parti amorose di prima donna, mutandosi poi in egregia prima donna tragica. Mostrò da bambina un particolare amore agli studj, che potè coltivare al fianco dello zio Emanuele Taddei, uomo per dottrina chiarissimo ; e, dotata di una memoria prodigiosa e di una mente eletta, si trovò, ancor giovine, ricca di una vastissima coltura storica e letteraria. Non mai lasciò i classici greci e latini, nè lasciò mai di esercitarsi in dettar poesie di ogni genere e di ogni metro. Recatosi il poeta improvvisatore Pistrucci a Viterbo, a darvi accademie alternate con le rappresentazioni della Compagnia Taddei, invitò una sera la Rosa a svolger con lui di su la scena l’ultimo tema datogli. Parve a' più una celia ; ma la giovane artista, che assisteva da un palco di proscenio, si levò incontanente ; e recatasi alla ribalta, improvvisò una sestina-fervorino, che le acquistò subito la benevolenza del pubblico, andatasi poi grado a grado mutando in entusiasmo, onde, a tenzone finita, ella fu accompagnata a casa con torce, in mezzo alle più pazze acclamazioni.

Da quella sera fu improvvisatrice famosa, e giunta a Roma, accolta e festeggiata da Iacopo Ferretti, tal fanatismo vi suscitò con le frequenti accademie, che fu ascritta col nome di Licori Partenopea tra gli Arcadi di Roma.

Raccomandandola il Perticari al Conte Gabrielli di Fano, scriveva : « Fa ragione che le nove muse vengano di persona a salutarti, perchè elle ti mandano la Rosina Taddei loro amica e compagna. Non vado più in parole, perchè so a che anima cortese io scriva, e perchè una bella giovanetta, che canta versi soavissimi, non ha bisogno di commendazione. » Francesco Re di Napoli la pensionò. Dopo dodici anni di casto amore, s’unì in matrimonio col comico Mozzidolfi, colto e integerrimo uomo, e morì in Roma il 3 marzo del 1869.

A dare un saggio dell’arte sua poetica, metto qui il principio e la fine dell’ode ch'ella dettò nel '64 per la malattia del fratello Luigi :

Sorgi, suonò di Naim in su le porte
l’Eterna voce onde l’inferno è vinto ;
e tosto dal feral sonno di morte
surse l’estinto.
Ed or la stessa sua voce sovrana,
all’ orecchio de' fisici eccellenti,
Destatelo, suonò con legge arcana
d’alti portenti :
e ispirati di Cristo alla parola,
sommessi a Lui che l’ Universo ha in pugno,
obbedian gli educati all’alta scuola
del gran Cotugno.
E sorgi, al fratel mio dicean concordi ;
Dio nella nostra la sua man ti porge ;
e i sensi, che all’udir pareano sordi,
scuote, e risorge.
…………..
Fratel, che tante lagrime mi costi,
solo un conforto hai tu nel tuo malore ;
che almen felice nel dolor tu fosti
fra tanto amore.
Deh ! Non sparger d’oblio sì dolce idea,
fin che ti basti la novella vita :
Dal giusto Dio che suscita e ricrea,
venne l’aita.
Ei fe' di tutti sperimento : e tutti
trovi degni di premio all’oprar loro ;
e lor darà centuplicati i frutti
dall’arche d’oro.
E poichè immenso don di sua pietade
ti pose il fido Beniamin d’appresso,
che, conforto a' tuoi mali, or la metade
è di te stesso ;
appena il potrai tu, fa ch'ei ti guidi
al tempio di Maria, madre di Cristo,
se delle offese membra ti confidi
riaver l’acquisto ;
e udrem, nuovo miracolo di Cielo,
la stessa di Gesù voce divina,
ripeterti col suon dell’ Evangelo :
Sorgi e Cammina.