Ughi Elisabetta, veneziana. Cominciò a recitare nella Compagnia di Pietro Ferrari, e tanto vi progredì che poco tempo dopo fu una egregia prima donna. Il Bartoli, al cui tempo (1781) ella fioriva, dice che « un nobile aspetto, un volto ornato di grazie, ed una rara biondissima chioma erano i pregevoli naturali suoi doni. Uno spirito lodevole, un’espressiva aggiustata, ed una sufficientissima intelligenza formavano i suoi meriti nell’arte del recitare. »
Applaudita dovunque, fu più volte lodata con poesie, tra cui il Bartoli riferisce il seguente sonetto :
Al merito impareggiabile della signora Elisabetta Ughi, prima donna, che nel Teatro delle Vigne si distingue nelle commedie e tragedie mirabilmente il carnovale 1781.
Vaga donna io vedea stretta in catenei bei lumi girar pietosi e lenti,e di tragico pianto e di lamentiudìa d’intorno risonar le scene.Poi sue luci tornar chiare e serene,ed al comico riso e ai dolci accentitutte starsi vedea le accolte gentidi maraviglia e di piacer ripiene.Con la Madre d’Amor dal Ciel disceseapplaudendo le grazie in lieto tuono,stavano l’aure ad ascoltarle intese.Davale Apollo il sacro lauro in dono,e le nostr'alme…. ah ! le nostr'alme acceseseguìano a vol de'nostri plausi il suono.