(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 632-633
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(1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 632-633

Verato Battista, ferrarese. Di lui dice il Quadrio (vol. V, pag. 237) : « Datosi alla professione comica, riuscì eccellente e famoso per modo, ch'egli fu senza dubbio il primo che al suo tempo praticasse le scene. La naturale facondia, il maestoso e vago sembiante, la chiara e sonora voce e la rara grazia nel porgere, tutto in lui concorreva ; onde, qualunque personaggio ei facesse in scena, o ridicolo o grave, tutto faceva a meraviglia. Scorse tutta l’Italia e gran parte della Francia, e ne'più famosi teatri fece chiarissime prove del suo valore. Ritornato poi a Ferrara venne a morte, e fu sepolto nella chiesa di Santo Spirito, e onorato di un nobile epitaffio fattogli da Torquato Tasso. Scrisse questo comico alcune regole per acconciamente rappresentare in teatro le azioni umane e le persone d’ogni sorta. »

Dei viaggi del Verato in Francia non si hanno, ch'io sappia, non che prove, traccie di sorta. Sappiamo che prese parte alla recitazione dello Sfortunato, pastorale di Agostino Argenti, data il maggio del 1567 a Ferrara ; alle rappresentazioni che si fecero in Ferrara il 1570 per le nozze di Lucrezia d’Este con Francesco Maria della Rovere, Principe d’Urbino, per le quali furon pagate lire marchesane 19.0.10 (V. Solerti, Il Teatro ferrarese) ; e alla recitazione del Sagrificio del Beccari, data in Sassuolo nel 1587 con prologo del Guarini, pel matrimonio di Pio di Savoja, Signor di Sassuolo, Modena, Vicenza, 1871 ; e che, morto il 1589, fu sepolto in Santa Monica di Ferrara.

Ecco l’epitaffio del Tasso, non scritto dopo la morte del Verato (il Tasso avea già lasciato Ferrara dell’ '86), ma mentr'era in vita, e a istanza sua, come si legge nella didascalia di un codice estense : Fatto ad instanza del Verato eccellente istrione :

Giace il Verato qui, che 'n real veste
superbo, od in servil abito accolto,
nel proprio aspetto, o sotto finto volto,
come volle, sembrò Davo o Tieste.
Se pianse, e risonò funebri e meste
voci, lagrimò seco il popol folto :
la dura cena e 'ndietro il sol rivolto
parve, ed in nubi ascoso atre e funeste.
Se rise, riser seco i bei notturni
teatri degli scherzi e delle frodi,
ed insieme ammiraro il mastro e l’arte :
or le scene bramar, bramar le carte
sembran l’alta sua voce e i dolci modi,
e sdegnar altri piè socchi e coturni.

Giovan Battista Guarini intitolò dal nome del Verato le sue difese del Pastor Fido contro Giason de Nores.