: Due fontane versanti nella platea le composizioni presenti allusive
alle
suddette fonti, e ai componimenti suddetti, che p
ve alle suddette fonti, e ai componimenti suddetti, che pure alludono
alle
Medesime, siccome all’arme de la serenissima Casa
lludono alle Medesime, siccome all’arme de la serenissima Casa d’Este
alle
stelle che la circondano, all’ecclissi del sole,
e stabilitosi a Torino, ov'era ancora il 1781, aggiunse nuove fortune
alle
già acquistate. Passò a seconde, poi, nuovamente
: cosi la sua mirabile artistica natura s’era venuta via via formando
alle
perfezioni di un’arte, che non già sostituiva al
inatezze e dalle delicatezze più squisite del gusto e della modernità
alle
energie, agli impeti, alle lagrime della passione
e più squisite del gusto e della modernità alle energie, agli impeti,
alle
lagrime della passione, alle grazie della comicit
lla modernità alle energie, agli impeti, alle lagrime della passione,
alle
grazie della comicità più festiva, ai fascini di
ana, e tutte tre facendo credere con i grandi successi fatti ottenere
alle
commedie di Gherardi Del Testa e di Achille Torel
aolo Ferrari, al medio evo di Giacosa, alla romanità di Pietro Cossa,
alle
galanterie di De Renzis, di Martini, di Castelnuo
a invece rappresentataci dalla Marini è altra donna. Forse meno ligia
alle
intenzioni di Scribe e Legouvé, forse mero fedele
va amorosa agli sfrenati e sfacciati ardori di Messalina, e da questi
alle
sospirate romanticherie del Cuore ed arte, poi a
Cecilia, al Falconiere, alla Donna e lo Scettico, al Fratello d’armi,
alle
Donne curiose, a tutto un repertorio de'più vasti
o e in prosa, Virginia Marini non sentiva il bisogno di correr dietro
alle
solleticanti e stimolanti sudicierie di una pocha
i, tutto il grande convenzionalismo dell’antica scuola, cedè il campo
alle
dizioni incolori nella lor naturalezza, alle move
ca scuola, cedè il campo alle dizioni incolori nella lor naturalezza,
alle
movenze studiate nella lor trascuratezza, a tutto
ovane e già forte artista passò dal repertorio regolare di compagnia,
alle
parti del grande repertorio, allettato, nel costa
inaspettati in Russia, in America, in Austria, in Polonia, ecc. Forse
alle
sue interpretazioni mancava .quello studio pazien
i mancava .quello studio paziente, analitico, profondo che accoppiato
alle
naturali attitudini, innalza l’artista alle sfere
, profondo che accoppiato alle naturali attitudini, innalza l’artista
alle
sfere più alte ; forse allo addentrarsi in esse p
odernandolo, rinnovandolo così materialmente come intellettualmente :
alle
bizzarrie a trasformazioni, ai lazzi improvvisi,
llettualmente : alle bizzarrie a trasformazioni, ai lazzi improvvisi,
alle
maschere, alle vecchie e grottesche tradizioni de
alle bizzarrie a trasformazioni, ai lazzi improvvisi, alle maschere,
alle
vecchie e grottesche tradizioni del celebre teatr
ta alla napoletana, nel leggendario teatrino, in cui, di conseguenza,
alle
sghignazzate della popolaglia era subito succedut
n particolare d’arte : Per quanto magra e sottile, è forte e resiste
alle
fatiche. Ma alle fatiche di petto, di voce. I suo
rte : Per quanto magra e sottile, è forte e resiste alle fatiche. Ma
alle
fatiche di petto, di voce. I suoi nervi li scuote
tempra nervosa d’artista, al suo carattere di moderna, in una parola
alle
convulsioni della sua anima. Studiando e agendo c
avere bevuto un’intera bottiglia di coca. A dieci anni fu in collegio
alle
Dorotee di Firenze, ove studiò a pena un po’ di m
ttà natale, sicuro di trovar nel seno della vecchia madre un conforto
alle
delusioni avute in quell’arte alla quale con ardo
dio a tutti i suoi sogni d’amore e di gloria ! Con quale furore balza
alle
rinnovate calunnie di Jago, lotta un’ultima volta
unnie di Jago, lotta un’ultima volta contro di lui, s’abbandona tutto
alle
sue furie, giura vendetta. Fu una scena meravigli
il Palazzo dei Foscari fu venduto al Governo, per soddisfare in parte
alle
legittime e illegittime esigenze dei creditori na
gnifico, dal quale, lui tuttavia padrone, Vittorio Emanuele assisteva
alle
Regate, domandò alla scena un qualche sollievo al
, confronta ed analizza i rapporti; la critica che ci rende sensibili
alle
bellezze e ai difetti e che, indicando gli errori
e ai difetti e che, indicando gli errori altrui, ci premunisce contro
alle
inavvertenze proprie, sono non men necessari ai p
re sensate, profonde e per’ogni verso filosofiche riflessioni intorno
alle
opere di Mengs avete fatto vedere che il talento
i avere, a fatto compiuto, il perdono del padre. Ma così non fu ; chè
alle
supplicazioni degli sposi, alle affettuose introm
rdono del padre. Ma così non fu ; chè alle supplicazioni degli sposi,
alle
affettuose intromissioni degli amici, egli ebbe a
mia compagnia qualche vostra produzione, che sarà certamente conforme
alle
rispettabili leggi, che vi compiaceste accennarmi
ll’ istruttiva vostra comunicativa ; desidero che corrisponda l’esito
alle
vostre ed alle mie brame : — a voi, per non aver
vostra comunicativa ; desidero che corrisponda l’esito alle vostre ed
alle
mie brame : — a voi, per non aver saputo offender
0 andò a Firenze, ove trovavasi ancora nel ’92 ?… Nelle prefazioni
alle
sue rappresentazioni teatrali stampate a Firenze
gl’ Infuocati, egli accenna all’ indole sua piuttosto viva :…. facile
alle
commozioni di ogni specie, ma più soddisfatto del
uerce, e corser latte i fiumi. Ignote voci fur pianti e querele, Come
alle
vaghe Pastorelle ignoti Di traditrice i nomi e di
elle Lettere sopra la Pittura dell’Algarotti, e nel Discorso premesso
alle
sue tragedie dal Bettinelli. Giambatista Aleotti
i aprì secondo la prima costruzione nel 1619, dedicandosi a Bellona e
alle
Muse, come leggesi nell’iscrizione latina soprapp
truzione fu nella nuova maniera con palchetti sostituiti modernamente
alle
antiche scalinate, cioè con più ordini di stanzin
essere rimandata alla scena. Non può negarsi che tali stanzini diano
alle
brigate che vi si chiudono, comodo di conversare,
pprese Moliere, si costruì il gran teatro di Parma, e si sostituirono
alle
antiche scalinate i palchetti negli altri teatri
n Lione. Colto, dopo un anno, dall’ardente febbre dell’arte, si diede
alle
scene, nonostante il formale divieto de’parenti,
nuel. Ma una malattia fierissima lo colse e lo allontanò dalle scene,
alle
quali è tornato oggi dopo un anno, salutato con g
di Roma. Sospettando del Buonamici, Tomeo lo fa arrestare e condurre
alle
carceri di S. Giacomo. Dice don Tommaso che egli
o dagli sbirri al concerto e alla recita, e riaccompagnato dal teatro
alle
carceri. Restituisce all’Impresario del Valle 20
i universitari, si diede, dopo ottime prove in quella filodrammatica,
alle
scene, dove, dotato di prestante figura e di voce
gato, e or capo egli stesso, percorrendo le varie città di provincia,
alle
quali ammanniva, entusiasticamente applaudito, i
olse, per togliersi dalle ristrettezze nelle quali vivevano, di darsi
alle
scene. Entrò col marito in un’ infima compagnia c
dalla Capitale, furono annunciati a suon di gran cassa, e fatti segno
alle
favorevoli dimostrazioni del pubblico, l’ uno per
porto qui il secondo de’ sonetti scritti prima di sposarsi e di darsi
alle
scene. Un pensiero talor alto mi mena a cercar d
to che il Maffei seguitasse la Compagnia, intervenendo in molte città
alle
recite della sua Merope. Nè io sarei alieno dal c
nerò, l’autore che ne aveva fatti tirare soli 100 esemplari, la diede
alle
fiamme : ma sei ne furon già sparsi antecedenteme
ni, e del seguirla che faceva il Maffei di città in città, assistendo
alle
rappresentazioni della Merope, la Fama (atto seco
comici in questo senso, cioè che intervenisse in varie città d’Italia
alle
recite della sua Merope, è cosa assai nota, e del
Asprucci Sebastiano. Romano. Si diede
alle
scene dopo aver fatto ottime prove tra’dilettanti
lauso universale. » Il commediografo Antonio Sografi nella Prefazione
alle
sue Inconvenienze teatrali (Padova, Bettoni, 1816
queste parole del Regli : Le parti passionate erano da lui preferite
alle
altre, e male non s’apponeva, poichè quando si eb
più nobili affetti, d’uopo è lasciarle libero il campo e abbandonarla
alle
sue inspirazioni. E più largamente il Colomberti
pitale del Portogallo nel 1793 siesi costruito un nuovo teatro aperto
alle
rappresentazioni dopo lo sgravamento della princi
ù vaste dell’Europa. Essa ha di più il vantaggio singolare di valersi
alle
occorrenze del gran giardino che le stà a livello
e del gran giardino che le stà a livello, e presta spazio conveniente
alle
vedute lontane, e alle apparenze di accampamenti,
le stà a livello, e presta spazio conveniente alle vedute lontane, e
alle
apparenze di accampamenti, e simili decorazioni.
e famiglie abitatrici di tali casettè avessero diritto di affacciarsi
alle
proprie finestre o logge o balconi, e godere dell
cortinas cedettero il luogo a diverse vedute ben dipinte convenienti
alle
azioni rappresentate; ed alla chitarra sparita da
de instruccion del Signorelli. Aggiugne che anche i meno affezionati
alle
commedie saben (sanno) ciò che ignora il Signorel
i a colpi di pugni? Era bagattella quel che soggiugne senza avvertire
alle
conseguenze delle sue parole? Vediamolo passando
fossero stati sconcerti e contese (perchè contava per nulla il venire
alle
mani); ed il più bello è che dell’unione delle ca
le varie cagioni della male intesa libertà del popolo che assisteva
alle
rappresentazioni teatrali? Quanti fanciulleschi s
mmenta di Ettore ucciso e da’ cavalli di Achille strascinato dintorno
alle
patrie mura. Il coro la consola celebrando insiem
mento il cavallo consecrato a Minerva. In mezzo ai cantici del coro e
alle
danze giulive esce Cassandra, verace sempre e no
rgli quello che sia per lo migliore; e intanto sacrificano al Xanto e
alle
Ninfe dell’Ida, invitandole a scendere dalla mont
e l’uccide. Le donne mettono grandissime stride; egli le fa condurre
alle
navi, ed esce per cercar Enea. Enea entra dall’al
rtire a qual segno sia indecente sulla scene simile argomento. Quanto
alle
regole sino al 1640 si disputava ancora se dovess
o d’ingegno e di sagacità, e studiando i tragici Italiani, si attenne
alle
regole prescritte dal verisimile quasi in tutto c
Madrid. L’illuminazione fecesi poscia con placche di latta appiccate
alle
tapezzerie; e perchè la luce percoteva di fianco
ta appiccate alle tapezzerie; e perchè la luce percoteva di fianco ed
alle
spalle i personaggi e gli mostrava adombrati e ne
la simultaneità della sciagura, oltre ogni modo acerbo fu, ripensando
alle
anime buone che si perdevano. Enrichetta Zerri
(Pomerol era Cesare Rossi) ? Passò col tempo, se bene ancore giovine,
alle
parti di seconda donna e di madre, colle quali tr
1750), si diede al dolce far niente, stabilendosi in Venezia, vivendo
alle
spalle di un pubblico non sempre il più edificato
iataggine singolare intromettersi nelle altrui conversazioni, sedersi
alle
altrui tavole, ciarlataneggiando, declamando, tal
te assai malferma, e ove si gloriava dell’assiduità di Giuseppe Verdi
alle
sue rappresentazioni. Il Corsini teneva molto all
di Giuseppe Verdi alle sue rappresentazioni. Il Corsini teneva molto
alle
lodi scritte delle persone preclare, e in un gran
zione. » Domenicantonio di Fiore, nato il 1711, s’era dato giovanetto
alle
scene. Recitava il ’38, già famoso, a’Fiorentini
ienza impostati, con tanto d’occhi aperti, sul palcoscenico, impediva
alle
servette la pratica fruttuosa de’loro infiniti ad
sbona. Sposatasi nel 1881 a un portoghese, lasciò il teatro per darsi
alle
gioie della famiglia…. Ma fu momento di transizio
iena di slancio, popolarissima. La mancanza di una figura rispondente
alle
esigenze dell’estetica teatrale, fu in larga scal
grado di riputazione che aveva acquistato coll’arte sua, accompagnata
alle
grazie della persona. Vestiva con tanta attillatu
ttillatura – dice Francesco Bartoli – che fu l’esempio del buon gusto
alle
donne in allora sue compagne. Nella lettera del
ippetto dei Rusteghi specialmente, palesò nuove e maggiori attitudini
alle
parti comiche ; tanto che, scritturato da Luigi D
co volgare ; ma in compenso : quale esuberanza di vita ! quanto amore
alle
parti che recitava ! e soprattutto : quali polmon
deve esser rimasto neppur l’odore. Se sei d’un paese, sei di Roma. E
alle
lettere del Modena faccio seguire un brano di Giu
o premesso al l’edizione Napoletana in sei volumi. Chi può ricusare
alle
matematiche pure tutta la riconoscenza pel ritrov
portarono i loro sguardi su tutta la natura, seppero anche discendere
alle
più minute osservazioni degli esseri che la compo
che lo sconcertano, l’armata sapienza delle leggi è quella che presta
alle
società l’opportuno soccorso per atterrire o dist
tti, a quali trascorrono gli uomini abbandonati a’ proprii appetiti e
alle
passioni eccessive. Ma sventuratamente sono i del
li statuti prescritti dal pubblico bene; corre perciò tutto il popolo
alle
biblioteche de’ filosofi? L’educazione domestica
i accorderà a queste ultime cure il benigno accoglimento che concesse
alle
primiere? Contento di aver quì accennato succinta
scriva che debbono fuggirsi le parole domestiche quando rassomigliano
alle
stranierea? Dal l’altra parte Saverio Bettinelli
ue debbesi moderatamente fare uso della severità de’ puristi’ intorno
alle
parole di straniera origine, o riceverne e conced
ecolo. Le pastorali uscite ne’ primi anni del secolo si avvicinano
alle
precedenti tanto ne’ pregi di semplicità e regola
pplausi dell’Europa e degli uomini di gusto e di buon senno, eccitano
alle
censure la vanità e l’invidia. Chi morde, chi imp
scaglia in pubblico o in segreto contro di esse; ma queste superiori
alle
bassezze della timida malignità e dell’arrogante
gni ch’io ti riveggia? Deh che nuovi portenti? Sul mio primo apparire
alle
tue case Tu mi accogliesti appena Con un cotal so
ni più vivaci, locuzione ricca di molte grazie naturali e conveniente
alle
persone imitate. L’azione che si finge accaduta n
ermano nel proposito di sposarsi come il padre di Gelopea condiscenda
alle
nozze. É ben leggiadra questa poesia; e non so al
singolarmente l’Italia, adulterato il gusto e lo stile teneva dietro
alle
stranezze di Lope de Vega e di Giambatista Marini
cazione rendono tanti spropositi tollerabili. Atila furioso non cede
alle
altre nelle scempiaggini e tutte le vince in atro
secondarlo. Marcella tenta la fuga, Alarico la trattiene, ma accorsi
alle
grida di lei alcuni banditi, Alarico fugge. Formi
a di unirsi all’Affricano. Alcuni capitani suoi vassalli che aspirano
alle
sue nozze, per turbare il trattato assaltano il c
dell’anno 2789 *. Al Capo I pag. 130, lin. 8, da apporsi in nota
alle
parole, ed avea stile e nota sublime (1). *. Al
ignore : quel figliuol prodigo appunto, che non si è ancora prostrato
alle
ginocchia di suo padre. G. Perchè adunque differi
tra i miei camerati, e il pubblico non isdegna di concorrere in folla
alle
rappresenrazioni, alle quali io prendo parte. Il
il pubblico non isdegna di concorrere in folla alle rappresenrazioni,
alle
quali io prendo parte. Il Medebac, nostro diretto
utto vostro comodo. Il Goldoni si schermì ancora, ma dovè poi cedere
alle
più che gentili insistenze del D’Arbes (gli aveva
r difetto può dirsi, che quello di un cuor troppo grande, e superiore
alle
forze sue…. », aggiunge : dopo lui non è rimasto
dell’anno 1816 fu colpita da tale malattia che la toglieva per sempre
alle
scene, relegandola collo sposo nella sua villa di
glia. E quella donna che aveva percorso la vita in mezzo ai trionfi e
alle
ricchezze, vedova sin dal 1828, indebitata fino a
a villa di Avesa, riferisce ne’ suoi scritti inediti, come, alludendo
alle
memorie artistiche che adornavano il suo salotto,
del valore di lei ; fra cui quella del Sografi, che nella prefazione
alle
sue Inconvenienze teatrali (Padova, Bettoni, 1816
egregia traduzione che col nostro mezzo comparisce ora la prima volta
alle
stampe. L’entusiasmo che destò in Padova la detta
legislazione, ma un passatempo ozioso, che non conduce agli onori, né
alle
ricchezze. Questo è di avvilir la dignità delle m
lealtà dell’amore, che nella prontezza dell’ingegno. Le donne, presso
alle
quali l’elogio fatto alla bellezza fu sempre l’om
ne prima d’ogni altro il suo piacere. Chiunque vorrà render giustizia
alle
donne non dovrà amarle giammai di buona fede, e c
iana di Milano si conserva un antichissimo codice, del quale ho avuta
alle
mani e riletta una esattissima copia. Esso ha per
i colorito poetico. Per lo più gli amanti esponevano la loro passione
alle
innamorate in istile di gazzetta, e si direbbe qu
esente da simile difetto; tanto più che le poesie amorose e gentili,
alle
quali s’applicava comunemente, ne rendevano la mo
canzonette che intuonavano gli amanti per dimostrar la loro passione
alle
donne amate. Abbiamo l’esempio sul principio del
nazion del talento. Ciò si vede dai nomi che diedero i primi Italiani
alle
stanze di siffate canzoni somiglianti a quelle de
dica Lo tuo fallir d’ogni torto tortoso. Non però che
alle
genti sia nascoso: Ma per farne cruccioso
ritorno della primavera erano soliti gli amanti a piantare in faccia
alle
finestre delle loro innamorate un piccolo arbosce
sotto le note parecchie composizioni, che divennero alla moda presso
alle
radunanze più colte e più gentili. Furono ancora
acifici coltivatori delle lettere che abitavano quel paese tanto caro
alle
muse si ricoverarono nella Italia portando seco i
lla musica per gl’intermezzi di canto e di suono, che si frapponevano
alle
loro farse o commedie. In alcune di esse ho vedut
[21] Nondimeno bisogna dir chel’Italia non avesse a que’ tempi presso
alle
altre nazioni acquistata quella celebrità nella m
ri, che i principi italiani bramosi d’accrescer lustro e magnificenza
alle
feste loro si prevalsero a ciò della unione delle
lla medesima corte. [32] Così di mano in mano crescendo dalle ballate
alle
canzoni, dalle canzoni alle maggiolate, canti car
ì di mano in mano crescendo dalle ballate alle canzoni, dalle canzoni
alle
maggiolate, canti carnascialeschi e madrigali, da
e madrigali, dai madrigali ai cori e agl’intermezzi, e da questi fino
alle
scene drammatiche, il lettore ha potuto vedere pe
ate di convenzione, in fuochi accesi nelle pubbliche piazze o innanzi
alle
case dei particolari, in anfiteatri o monumenti i
è preferibile all’amicizia, e le ragioni pubbliche debbono anteporsi
alle
private, così la sincera affezione che porto al S
eggiera, il palo congiunto e il disgiunto, che davano qualche accento
alle
sillabe, e alternando le brevi e le lunghe rendev
’uso dei giullari o giuocolieri. Dunque ec.» Ma molti principi presso
alle
altre nazioni fecero lo stesso. Radamanto, Minoss
saminato le ragioni dello stimabile autore vediamo ciò ch’egli oppone
alle
mie. I. «La fretta, che l’autore si è preso d’agg
are fosse conosciuto dai normanni, e dai goti, io lo dissi appoggiato
alle
rispettabili autorità d’Isaaco Wossio nei suo lib
ato Mallet, nella prefazione che il Denis gesuita tedesco ha premesso
alle
sue poesie stampate in Vienna nel 1772, in Sasson
a Runica d’Olao Wormio, nella dissertazione critica del Blair intorno
alle
poesie d’Ossian, e in più altri rinomati scrittor
’autorità riunita dei quali deve acquistare se non la credenza dovuta
alle
dimostrazioni (credenza, di cui non sono suscetti
erie di questo genere) almeno una qualche certezza superiore di molto
alle
magre e spigolate ragioni, con cui la poesia prov
Italia, l’esame fatto delle ragioni del Signor Abbate, e le repliche
alle
sue censure metteranno il pubblico in istato di g
onanze, alla varietà de’ modi, alla differenza e divisione de’ tuoni,
alle
regole del loro canto, al genere della loro melod
luto vedere le altre ragioni, che oltre l’unica da lui citata indicai
alle
pagine 146, 147 e 148 della prima edizione, e che
il primo a rendere omaggio), non mi permetteva di restar indifferente
alle
sue rispettabili obbiezioni. Del resto non dissim
genze del pubblico. E l’Amleto fu replicato senza incidenti, in mezzo
alle
urla frenetiche, spontanee di una folla elettrizz
ma, la parola è fredda, le dissertazioni si succedon disordinatamente
alle
dissertazioni, e lo spensierato Edmondo Kean, e i
ompagnia Iucchi, diretta da Giovanni Emanuel, e il '79, dato un addio
alle
scene, si ritirò nella sua Bologna, dove morì il
almente, ma ormai per consuetudine doveva ripeter lì per lì, in mezzo
alle
più matte risate di un pubblico stipato ? Se a Gi
e l’agosto del 1756, e fu barbiere, comico, e poeta. Nella prefazione
alle
sue Rime, scritta da Arpalo Argivo (Firenze, Piet
cinquanta fanno, nacque al mondo Domenico Somigli. Nacqui, e poscia
alle
Scuole fui mandato in quell’età che facile si pie
etto d’ingresso a 20 e a 10 centesimi, e magari in commestibili, come
alle
recite del Capitan Fracassa nel mirabile studio d
mericana, sin cinque rappresentazioni nella sola mattina, cominciando
alle
9, e rimandando il pubblico a ogni fin d’atto del
ngoni, il Vedova : a poco a poco dai villaggi della Svizzera si passò
alle
grandi città d’Italia, dal Sior Serafin Bonigolo
llo che mai non pensavate, e stupirete di aver finora fatta la guerra
alle
ombre infantate dalla vostra fantasia. Siete Voi
. Gl’ingegni non si disbrigarono da quei lacci per rimanersi soggetti
alle
sobrie leggi della Verisimiglianza, le quali sono
ssime stranezze Spagnuole, sono uno sfogo necessario alla plebaglia e
alle
femmine, che vogliono ridere sgangheratamente del
volti, di Brignole Sale, del Castelletti &c., le quali non cedono
alle
altre Erudite del Cinquecento. Vi furono alcune P
Or quì il Signor Lampillas che de’ fatti fa poco conto, e si attiene
alle
amate sue congetture, dice così: “E vorrà il Sign
e, che in quei tempi fosse sì delicato il gusto degl’Italiani avvezzi
alle
più ridicole arlecchinate, che dovessero schifare
lettuto bene a quelle vostre parole, a que’ tempi gl’Italiani avvezzi
alle
arlecchinate non potevano aver gusto delicato? Qu
. avea già, secondo il Wolfio1, inventato il Telescopio sì necessario
alle
celesti scoperte, o ne avea almeno preparata la c
va il solo senso comune de’ volgari? Gl’Italiani, dite, erano avvezzi
alle
più sconcie arlecchinate. Ah Signor Lampillas, di
re a’ vostri compatrioti, che se gl’Italiani fossero stati sì avvezzi
alle
arlecchinate, e se ne fossero tanto compiaciuti,
ituito al Grazioso? E se gl’Italiani per indole fossero così proclivi
alle
arlecchinate, avrebbero tante erudite Accademie a
un Padre o di un Fratello ne’ proprj appartamenti, vanno esse stesse
alle
Case, o Locande dove quelli dimorano medianto il
sentano al Popolo passioni violente, sfrenate, vergognose, insegnando
alle
Donne oneste, e alle incaute fanciulle il cammino
sioni violente, sfrenate, vergognose, insegnando alle Donne oneste, e
alle
incaute fanciulle il cammino della perdizione, e
A CHI AMA LA POESIA RAPPRESENTATIVA. Chi può ricusare
alle
matematiche pure tutta la riconoscenza pel ritrov
portarono i loro sguardi su tutta la natura, seppero anche discendere
alle
più minute osservazioni degli esseri che la compo
che lo sconcertano, l’armata sapienza delle leggi è quella che presta
alle
società l’opportuno soccorso per atterrire o dist
ti, a’ quali trascorrono gli uomini abbandonati a’ proprii appetiti e
alle
passioni eccessive. Ma sventuratamente sono i del
li statuti prescritti dal pubblico bene; corre perciò tutto il popolo
alle
biblioteche de’ filosofi? L’educazione domestica
accorderà a queste seconde cure il benigno compatimento che concesse
alle
primiere? Contento di aver quì accennato succin
he prescriva che si fuggano le parole domestiche quando rassomigliano
alle
straniere 8? Dall’altra parte il chiar. Bettinell
nque debbesi moderatamente far uso della severità de’ puristi intorno
alle
parole di straniera origine, o riceverne e conced
Fedelissima Città, supplicando espone a V. E. Rma, come desidera dare
alle
stampe un libro intitolato Discorso Storico-Criti
tra fedelissima Città supplicando espone alla M.V. come desidera dare
alle
stampe un libro intitolato Discorso Storico-Criti
di navicellai o scaricatori. Giovanni visse fino ai 16 anni in mezzo
alle
tradizioni marinaresche ed ebbe un fratello maggi
e, incoraggiato dagli applausi e dai consigli de’concittadini, esordì
alle
Logge di Firenze con Adelaide Ristori nel’70, in
n Lubiana. Liberato il 1837 per grazia sovrana, tornò per alcun tempo
alle
scene, che abbandonò poi definitivamente il 1844
imitazione dirette alla prima attrice italiana Anna Fiorilli-Pelandi,
alle
quali va innanzi una bella lettera di Iacopo Fere
etiam nel Teatro dei SS.ri Grimani adempito che habbino questi SS.ri
alle
debite convenienze coll’A. S. p le cose già passa
à recitare anco ne Teatri de SS.ri Grimani, adempito che habbino però
alle
convenienze di S. A. come sopra. Quarto, non vole
natura, non so se per nostra fortuna o per nostra disgrazia, ha dato
alle
donne sopra di noi, a sradicar un costume il qual
ne della musica è così viva ed intensa che mal potrebbe regger l’uomo
alle
squisitezze d’una melodia come è quella usata ne’
o assunto. Sarà la principale l’applicazione degli accennati principi
alle
diverse parti del melodramma. V’ha dei casi dove
odi colle mutazioni accidentali dei tuoni, in una parola attaccandosi
alle
regole che prescrive l’arte della declamazione. L
sione s’esprime per reticenze e dove l’alternativo silenzio frapposto
alle
parole è il miglior indizio possibile della dubbi
di ciascuna cantilena qualmente si convengono alla patria, alla età,
alle
circostanze e al grado attuale di passione del pe
he la collezione d’una moltitudine d’inflessioni e d’accenti scappati
alle
persone sensibili nei movimenti di qualche passio
conseguenza una discreta licenza negli ornamenti non supplisce in lei
alle
altre mancanze. Eccedente non per tanto fu la sev
i, l’anima concentrata nella sua irresolutezza non ha tempo di badare
alle
frascherie. [26] Terza. Non deve infiorar il prin
vizi, i quali nulla hanno di comune col movimento del basso. Passiamo
alle
arie. [45] Non negherò già che se il canto si pre
ocle si diverta per un quarto d’ora in mezzo ai trilli vezzosissimi e
alle
deliziose cadenze, le quali doveano pur convenire
pporto col suono grave e posato, col quale un uomo che fa riflessione
alle
funeste conseguente, che arreca l’abbandonarsi ag
golati suoi desideri, deve pronunziar le seguenti parole: «Siam navi
alle
onde algenti Lasciate in abbandono:
tutte le scale applicabili egualmente a parole ebraiche o latine che
alle
italiane? Dove all’aria stessa cioè alla stessa p
e che le arie cantate con le stranezze e le inverosimiglianze, contro
alle
quali vi scagliate sì fieramente, sono quelle app
contentano, e per questo solo vanno al teatro, appigliai eglino pure
alle
decisioni del volgo, che io non m’oppongo. Ma oh
ui sensazione e non colla propria? Come sperarle da un udienza che va
alle
rappresentazioni drammatiche collo spirito medesi
, come ancora delle virtù politiche in Atene, dall’aver tolto di mauo
alle
persone di miglior qualità le arti ginnastiche e
e per la compassione se fossimo stati presenti all’addio di Megacle e
alle
smanie di Timante, noi sentiam pure modular sul t
o. Quindi la sorpresa mista di sdegno colla quale uno straniero nuovo
alle
impressioni riguarda l’insulto che si vuol fare a
rebbe l’altro di potersi col suo mezzo trasmettere ai paesi lontani e
alle
future età il preciso grado del movimento con cui
n cui furono eseguite. Laffilard ne’ suoi Principi di Musica dedicati
alle
dame religiose avea posto alla testa di tutte le
ia, agisce sul morale degli uomini. II. «La musica può essere analoga
alle
parole ma in niun modo espressiva». S’ella può es
oga alle parole ma in niun modo espressiva». S’ella può esser analoga
alle
parole dunque può esser espressiva, giacché l’esp
è più imitativa, ma non può venir in paragone colla musica applicata
alle
parole, perché nella pantomima non accompagna se
stabilire che le tragedie o le commedie fossero in tutto somiglievoli
alle
nostre opere in musica. Ricorriamo non per tanto
ad concentum, e dai precetti premurosi che davano gli oratori intorno
alle
intonazioni della voce. E che questa non sia una
no familiare: «Comœdat sermocinatur, tragœdus vociferatur». E intorno
alle
commedie Elio Donato, grammatico, ne parla in gui
di canto, imperciocché ivi si tenevano le pubbliche sfide di musica,
alle
quali assisteva il fior della Grecia per ottenere
rando attorno alla scena, come si faceva cogl’inni di Pindaro attorno
alle
are dei numi. Ma benché il genere appartenesse a
primo attor giovine. L’essere in poco tempo saliti da umili compagnie
alle
più reputate è prova certa dei loro pregi. Lei, s
ria storica in un atto di Rochefort e Lemoine recitata lo stesso anno
alle
Varietà. L’amicizia del D’Alembert, oltre alle cu
ecitata lo stesso anno alle Varietà. L’amicizia del D’Alembert, oltre
alle
cure morali e materiali prodigate ad una sua figl
ia, 1887) fa le grandi maraviglie, leggendo come lo Spinelli aggiunga
alle
parole « madama Carlin »moglie di Carlin Bertinaz
e accade pur troppo, ad altri dei e semidei della scena : di recitare
alle
panche. La Commedia Italiana de’vecchi tempi non
l signor Zanuzzi con molta intelligenza ; si può ben metterla assieme
alle
migliori commedie d’intrigo antiche e moderne : i
a cagione di certe libertà che gli artisti s’aveano prese, mescolando
alle
scene tracciate alcune lepidezze del Cocu imagina
nata bagattella, che ’sta volta, con suo grande stupore, fu innalzata
alle
stelle sul teatro della Commedia italiana. Figura
to un successo buono schiettamente, il Des Boulmiers che aveva alzato
alle
stelle il Figlio d’ Arlecchino, non l’avrebbe tac
urope. Paris, Guerin, m.dcc.xxx.viii, farebbe supporre ch’egli, oltre
alle
parti di Arlecchino, altre ne sostenesse, fors’an
dell’arte, del pubblico, le nostre Compagnie dovran cedere di fronte
alle
Compagnie forestiere, gli artisti forestieri debb
le ad una povera comica obbligata ad un vestiario teatrale decente, e
alle
spese de’viaggi frequenti, ecc. ecc. Quanto al fi
on inaspettate certo, ma pur sempre dolorosissime. Si ricorse persino
alle
lettere anonime per denigrarne la fama di artista
darsi all’arte, dopo di aver fatto in famiglia la serva alla madre e
alle
sorelle, con un sentimento di guitteria della peg
de’ finanzieri ricchi sfondati, scagliano de’ borsoni di luigi d’oro
alle
Attrici, con maggior facilità che in Italia non s
riconoscerne il pregio, e rendergli, col resto degli uomini inclinati
alle
Lettere, la giustizia dovuta. Ma se i suoi giudiz
intenerirsi (e come a tempo!) al pari e più ancora degl’intelligenti,
alle
lagrime di Alzira, d’Ipermnestra, d’Ines de Castr
i Poesia. Ma come in questo articolo obbliare il tenero, il sensibile
alle
amicizie dalla sua verde età sino alla decrepitez
i quel Dotto. Socrate stesso non andava al teatro se non alcuna fiata
alle
nuove rappresentazioni di Euripide per l’amicizia
Newton, il Geometra, pel disuso, e per la contemplazione tutta volta
alle
scienze predilette, può dirsi, senza derogare al
uomini in somma, che pretese divinità. Ma lasciate le tesi, venghiamo
alle
ipotesi. In qual classe riporremo Rapin circa la
tutto pieno dell’amor della gloria, e virtuoso, e incapace di cedere
alle
insidie comunali donnesche, tanto più di arte man
sime Riflessioni, e che un cuore, che si è mostrato sì poco sensibile
alle
grazie, alle delicatezze, al calore, al patetico
oni, e che un cuore, che si è mostrato sì poco sensibile alle grazie,
alle
delicatezze, al calore, al patetico della maggior
e del l’Emisfero australe nel Mar Pacifico. Havvi nel mare del Sud
alle
vicinanze del l’isola degli Otaiti tralle altre u
in Wateeoo per onorare e divertire il nomato Inglese, e a’ concerti e
alle
danze accompagnate tal volta da musica vocale, s’
circolo intorno a’ musici givano esse cantando alcune ariette tenere,
alle
quali rispondeva il coro. Accompagnavano la voce
Ferrara, Bologna, Padova, e una sovvenzione in danaro, per far fronte
alle
spese, facendo osservare che pel viaggio in due s
lcune querele e dispute ch'egli ebbe, per le quali si ricorse perfino
alle
vie di fatto con la spada alla mano. Dei cinque f
soli si fecero comici : Gaetano e Carlo Virgilio. Agostino fu educato
alle
armi, e sappiamo da un sonetto del padre ch'egli
rché questa nuova maniera di signoreggiare negli animi si confà molto
alle
mire di quella Capitale del mondo cristiano, e pe
ingegni, quel genio medesimo fecesì che ben presto allignò per entro
alle
sue mura codesto nuovo genere di musica teatrale.
Filaschi, i Filarmonici, e soprattutto i Gelati e pel favore prestato
alle
cose musicali, di che ci è rimasta la testimonian
genza affinchè riuscissero sontuosissimi gli spettacoli che si davano
alle
loro corti, aveano di già appianata la via al mel
nuoli ciò ch’era Tespi fra i Greci. Nel suo tempo si cantavano dietro
alle
scene alcune vecchie cantilene nazionali chiamate
trali divertimenti, e dall’altra la preferenza data da Filippo Quarto
alle
commedie nazionali nelle quali furono insigni al
omovendo in particolar modo la musica militare come la più confacente
alle
sue mire. Il principe Federico d’Olstein-Gottorp,
uoi suonatori, e morì alla metà d’un concerto. 75. [NdA] Nel Prologo
alle
sue Commedie. 76. [NdA] Dopo la cultura stranier
Se i compositori che vennero dopo il Rinuccini avesser tenuto dietro
alle
pedate di quel grande ingegno, e con pari filosof
no facilmente potuto, dando la convenevol regolarità ed aggiustatezza
alle
lor favolose invenzioni, crear un nuovo sistema d
, benché siano mortali, non hanno perduto il privilegio d’intervenire
alle
più intime confidenze dei numi. La scena si rappr
lte erano d’argomento differente, e ciascuno formava un azione da se,
alle
volte s’univano cori qualche rapporto generale e
di alla natura del dramma, e frapposero quelli di genere boschereccio
alle
pastorali in musica, i seri al melodramma tragico
in regalo un orologio da saccoccia di questi che si chiamano mostre;
alle
volte la stessa cortegiana compariva nell’Areopag
secondo l’arrivo di Enea dopo sett’anni di navigazione e di travagli
alle
spiagge di Cartagine dove s’innamora di Didone; n
tori. Nella Ipermestra del Moniglia la castissima sposa, apostrofando
alle
labbra dello sposo, dice in piena udienza: «Bell
omato poeta. Egli è Ercole, che indirizza in questa guisa il discorso
alle
donne: «Donne, coi vostri vezzi Che non potete v
poeti che strofi, che arie s’appellano, e mischiando squarci di prosa
alle
scene in verso, confuse tutti gli ordini della po
a verità, ma, come può ben credersi, ambedui la sfuggono. Si presenta
alle
dame ma con eguale riuscita. La loro risposta è:
età, e maggiore in teatro, che i nostri sistemi di governo permettono
alle
donne, dal che nasce, che essendo elleno la parte
ento di gorgheggiar un arietta divenne una strada sicura per giugnere
alle
ricchezze ed agli onori, e ne fu dal popolo rigua
l’ombra che formavano i rami e le fronde soprapposte ai tabernacoli o
alle
tende fatte di tela, di lana, o di pelli per dife
ro essere una specie di tenda portatile che prontamente si rassettava
alle
occorrenze ad imitazione del primo semplice appar
do da lui appreso ad animarle con azione vivace e con tuono decente e
alle
cose accomodato. Ma veniamo alla struttura del te
’uopo alla rappresentazione. Il luogo spazioso e libero posto innanzi
alle
porte della scena (secondo Isidoro e Diomede) chi
e si occupava da’ musici. E quì termina la parte del teatro destinato
alle
operazioni degli attori e de’ musici e de’ baller
idio considerabile che esauriva l’erario pubblico, e pure non bastava
alle
spese necessarie. Ne’ Baccanali quando si esponev
ta e di buon gusto: dove la poesia drammatica si trascura, si pospone
alle
farse informi, e si avvilisce per le declamazioni
a, all’amor della musica congiunse la coltura delle lettere, ed oltre
alle
aringhe d’Isocrate, tradusse in latino le tragedi
l teatro di un popolo che ancor non poteva gloriarsi di aver prodotto
alle
scienze, alla politica, alla marina e al commerci
. Martino Sherlock stima il capo d’opera dell’eloquenza da preferirsi
alle
orazioni tutte di Omero, di Virgilio, di Demosten
piegandovi un patetico risentito e forte che accompagna lo spettacolo
alle
parole; e per questo merito, ad onta delle false
quell’Italia, che dopo la distruzione del Greco Impero tutta si diede
alle
greche lettere, e fu la prima a comunicarle al ri
erudito Alessandro Zorzi Veneziano impresse in Ferrara nel 1779, anno
alle
lettere fatale per la perdita fatta di questo dot
nza guida, senz’arte, senza regola per incognite strade; si smarrisce
alle
volte, ma lascia dietro di se tutto ciò che non è
ntavano il pubblico non andava più…. Così le produzioni si successero
alle
produzioni con rapidità inaudita, a segno che il
uale poi, passando di trasformazione in trasformazione, è venuto oggi
alle
faticose elucubrazioni del dramma filosofico, e a
lzamento materiale e morale, si tolse tragicamente la vita in Milano,
alle
2, 45 pom. di mercoledì, 31 gennaio 1883, empiend
entita tutti i pubblici d’Italia, ch’ egli aveva mosso per tanti anni
alle
più sane risate. L’infiacchimento e la sfiducia c
i da lui generati, troverebbero il lor posto accanto ai Don Abbondj e
alle
Perpetue. Si è notata in genere la fe
oglio insieme, ch’egli fa ogni tanto al futuro nipote che gli è quasi
alle
spalle ! E il Massinelli ! L’incomparabile,
operta fatta dal maestro delle buccie di salame ; e quel comico venir
alle
mani, e le risposte all’esame, e il dialogo impro
ienamente e deliziosamente. E ci avete divertito senza fare solletico
alle
nascoste prurigini della lascivia, senza averci t
ore di ricreazione. Balzò di punto in bianco dai silenzi del chiostro
alle
lusinghe della scena, in cui passò di compagnia i
E Francesco Righetti nel suo Teatro italiano, dopo di avere accennato
alle
invidie suscitate da lei nelle compagne d’arte, e
ella della Mirra, che ne fu la creazione più maravigliosa, approdando
alle
stesse conclusioni, e terminando poi con queste p
statica di Verona (allude al Collegio delle Orsoline), la immancabile
alle
messe meridiane della Consolata o di San Filippo,
tendere che il compositore, il musico, il poeta ed il ballerino diano
alle
rispettive lor facoltà la forma stessa che avevan
natura il vero, il grande, il patetico, il semplice per correr dietro
alle
bambocciate, alle caricature e a’ falsi ornamenti
grande, il patetico, il semplice per correr dietro alle bambocciate,
alle
caricature e a’ falsi ornamenti. Si lodano bensì
ebbe non tacciarsi d’ignoranza un grammatico che dasse maggior pregio
alle
illustrazioni di Servio o de la Cerda sulla Eneid
osì via discorrendo, egli è chiaro che se il compositore saprà donare
alle
parti che suonano cotali intervalli, un muoviment
nti che lo compongono, e l’effetto indi prodotto sarà più confaccente
alle
leggi dell’armonia, e per conseguenza più musical
o Boscovich applicò sì felicemente alla fisica, è non meno riferibile
alle
produzioni dell’arte che a quelle della natura. C
nuazione o conseguenza del senso anteriore. E quando pur si riferisca
alle
parole che vengono doppo, non dovrebbe premetters
volta nella musica drammatica136? Perché non dar luogo più frequente
alle
violette, le quali non avendo il suono così acuto
nella composizione d’un soggetto patetico, non servano ai caprici ed
alle
irregolarità d’un argomento giocoso, l’espression
ori d’impaccio? Oibò. La musica strumentale ricomincia a fine di dare
alle
parole tutta la varietà d’espressione ond’è susce
he giova quel tanto stritolarne i periodi sempre aggirandosi dintorno
alle
stesse parole? A che il ripigliar più volte i due
nzi ch’ei raggiri il suo pensiero, e a così dir, l’analizzi per entro
alle
differenti modulazioni che le somministra il suo
, ripiegarsi frequentemente sul suo dolore ritornando ad ogni momento
alle
medesime imagini, alla medesima espressione e all
do ad ogni momento alle medesime imagini, alla medesima espressione e
alle
doglianze stesse. Così nell’Avaro di Moliere allo
la necessità di rassegnarvisi. L’uomo austero ma sensibile mischierà
alle
significazioni del suo dispiacere pel male accadu
sulle parole d’un’aria non potrebbe senza guastarsi essere trasferita
alle
parole d’un’aria diversa; come il ritratto che ra
parlo io di sentimenti diversi? Poche sono le arie musicali moderne,
alle
quali (restando la composizione qual era) non pos
. Mancherà la sussistenza agli indigenti, i ponti ai fiumi, gli scoli
alle
campagne, gli spedali agli infermi, e i provvedim
gli scoli alle campagne, gli spedali agli infermi, e i provvedimenti
alle
calamità pubbliche, ma è fuor di dubbio che non m
il popolo avido di novità gli pospone, dopo averli più volte sentiti,
alle
bambocciate e alle caricature de’ compositori mod
novità gli pospone, dopo averli più volte sentiti, alle bambocciate e
alle
caricature de’ compositori moderni. Ognuno degli
etto della prima avviene che l’uomo, non sapendo stabilire dei limiti
alle
proprie facoltà e restando sempre con ciò che des
presemi con tutti i suoi vezzi, cerca nonostante di chiuder gli occhi
alle
vaghezze di lei, temendo che il mostrarsi sensibi
lle arti allorché queste essendo nella loro fanciullezza, e confidate
alle
mani di saggi regolatori hanno bisogno di pigliar
ccuratezza somma il rapporto delle parole colla modulazione, e dando
alle
sue composizioni un carattere tragico e profondo
n conto, da esclamar nella lettera di chiusa del libro secondo, vòlto
alle
povere commedie, ridotte a mal partito : « orsù,
cenza Armani (V.) : Dal pigro sonno, che con gli ozj suoi neghittoso
alle
fredde ombre ti rese, alma risorgi, e fa al mio c
eglio ciò conta che il vedere provetta attrice con tre dozzine d’anni
alle
spalle affibbiati rappresentarci talora l’ingenua
tta da Gaetano Bazzi, il quale subito pensò di sostituirle la Bettini
alle
stesse condizioni. Avuto sentore in arte del riti
la Bettini il posto di prima attrice assoluta nella propria Compagnia
alle
stesse condizioni che ha col Nardelli, e soggiung
ano, propone da Verona il 9 settembre 1840 la scrittura di Iª attrice
alle
identiche condizioni fattele dalla Compagnia Real
he la Compagnia Reale di Torino ha un provvedimento sovrano che manca
alle
altre Compagnie girovaghe e le 12,000 lire austri
fa provare d’ogni genere – cerca tutte le strade di andarsene, manca
alle
prove, non vuole recitare che le parti che le van
lano, 19 settembre 1841) per proporle di rimanere nella sua Compagnia
alle
stesse condizioni sinora accordatele. Soltanto so
il teatro italiano in quanto alla buona recitazione. Io chino il capo
alle
circostanze : fa ciò che credi, quello che il cuo
le sfumature dell’arte come noi le chiamiamo, per applaudire soltanto
alle
esagerazioni, contrarie il più delle volte al buo
ncora di potere concludere il contratto…. mentre quello nuziale è già
alle
viste. A questi assedii di proposte, di preghi
ocomero di Firenze, quale innamorato. Coll’avanzar dell’età, si diede
alle
parti gravi ch’egli recitò valorosamente ne’ varj
e a dire nettamente che essi non conobbero, ovvero (per non dar presa
alle
sottigliezze) non coltivarono gli spettacoli teat
ugne) arrivò tra Mori Spagnuoli all’eccesso, pel desiderio di piacere
alle
Donne e gli rese fecondi di tante festive invenzi
invenzioni festive, che rendevangli sicuri coll’esperienza di piacere
alle
Donne. Il lusso forse e la mollezza, prendono sem
della tragedia ; e se ne servì, nobilitandola a segno da sostituirla
alle
parti caratteristiche delle opere classiche, come
atro della Commenda, e restauratolo ed abbellitolo, lo andava cedendo
alle
varie compagnie, mettendo per condizione di contr
se non miseramente per merito della seconda moglie che mise un freno
alle
inconsulte dissipazioni, non certo quale avrebbe
trimonio con Giovanni Guidone, si allontanò per due anni dalle scene,
alle
quali tornò più entusiasta che mai, scritturata d
ai artista di teatro si è sentita così gagliarda e possente in faccia
alle
bufere della platea…. Pareva ch'ella godesse di t
faccia alle bufere della platea…. Pareva ch'ella godesse di trovarsi
alle
prese col mostro dalle cento teste, e assaporasse
’ Europa e gli encomj degli uomini di gusto e di buon senso, eccitano
alle
censure la vanità e l’invidia. Chi morde, chi imp
scaglia in pubblico o in segreto contro di esse; ma quelle superiori
alle
bassezze della timida malignità e dell’arrogante
ch’io ti riveggia? Deh che nuovi portenti? Sul mio primo apparire
alle
tue case Tu mi accogliesti appena Con un cota
vivaci, locuzione ricca di molte grazie naturali ed assai conveniente
alle
persone imitate. L’azione che si finge accaduta n
ermano nel proposito di sposarsi come il padre di Gelopea condifcenda
alle
nozze. E’ ben leggiadra questa poesia, e non so v
malinconia di scrivere, ma fortunatamente per lui non quella di dare
alle
stampe. Ho qui sott’ occhio un fastello di letter
iono l’austerità dei costumi e la nobiltà dei sentimenti. È certo che
alle
tasche del Belli facevano capo e madre e fratelli
e a’voti miei seconde, a voi mi porta salubre a ricercar dolce riposo
alle
mie lunghe tragiche fatiche. Oh meglio per lui l
inomanza lo zio, non poteva essere abbandonato dal nipote che si dava
alle
scene : quel nome era come un augurio…. pe ’l suo
menicano,fratello del Belloni. Alle suppliche della moglie atterrita,
alle
sue lagrime incessanti egli dovè cedere finalment
anche tra italiani, dalle altissime cime della tragedia potè scendere
alle
più basse della pochade, passando pel dramma mode
i permetterebbe…. Ma se il pubblico va' sta sera in visibilio dinanzi
alle
prodezze del suo beniamino improvvisate in Mia mo
, di veder le platee tra noi riboccanti di popolo sì all’Otello, come
alle
Tre mogli per un marito, gli fu lungo tempo conte
asformazione e di ingrandimento. Per tal guisa il pubblico era sempre
alle
prese con un forte e geniale artista, dicesse qua
o alto e generoso di cui gli deve saper grado ogni italiano. Di mezzo
alle
parole di gran lode, altre, naturalmente, se ne l
Paganini. Il Bartoli lo dice « fornito di qualche cognizione intorno
alle
lettere ; ed occorrendo sa recitare ancora in par
; e cogli assiomi latini, e con un sentenzioso studiato si rese utile
alle
comiche compagnie ; e procurò a sè medesimo e for
o Don Flavio Il gran giudizio di Carlo Magno Carlo Magno Spartaco
alle
mura di Roma Crasso Polinice Eteocle Rosmunda
ta. Ella potrà, Sig. Cons.re Commissario, quando lo creda, rivolgersi
alle
Autorità di quel paese per interessarle nella ult
ontratto, e recarsi in Vicenza, patria di lei ; donde poi si restituì
alle
scene, formando società con suo padre e Nicola Ve
’ Fiorentini di Napoli. Dopo un anno di riposo a Livorno, fe’ ritorno
alle
scene con Luigi Pezzana, e col Domeniconi stesso
tto il popolo. Giunto alla vecchiaja (1735), nè potendo più resistere
alle
fatiche del teatro, pensò d’alienarsi dalla Profe
ceschini (V.), detto Argante, volle presentargli in occasione di dare
alle
stampe la Tragicommedia col titolo : La clemenza
pari. « Volete proprio che io rinnovelli disperato dolor…. – prelude
alle
sue noterelle biografiche – rimontando ai tempi d
non è della più schietta acqua, chè la cara artista non può, dinanzi
alle
festose accoglienze del pubblico ininterrotte e i
iuola d’un sarto di Pavia, fu sposa del precedente, e da lui iniziata
alle
scene, in cui riuscì amorosa ingenua graziosa e g
e in questi giorni (1782), e che può occupare un degno posto in mezzo
alle
buone attrici. Ha recitato in Verona coll’accadem
scelta la parte del protagonista, che necessariamente doveva pendere
alle
goffaggini facete. Egli non bilanciò nè la spropo
tume imponente che ammiriamo nelle antiche scolture, ridotto con arte
alle
esigenze della scena : insomma si vedeva che avev
e, ma sempre indarno, le più vive premure perchè trovasse nel ritorno
alle
scene la distrazione indispensabile al suo dolore
ai figli e dagli amici di Venezia ; e dopo un anno, ceduto finalmente
alle
nuove istanze di Goldoni, si unì con lui pel trie
ra capocomica, in Italia e in Germania. Coll’avanzar degli anni passò
alle
parti di Madre applauditissima sempre. Secondo lo
mparino quelle delle due nazioni, si troverà, che le Spagnuole stanno
alle
Italiane a un di presso come il 2. sta al 18. Mal
no ragioni, o arzigogoli? Nè crediate che sia la stessa cosa riguardo
alle
Tragedie Spagnuole. E in che (direte) stà la diff
ttose, unendo quelle de’ due secoli trascorsi, non parmi che arrivino
alle
due dozzine, e in esse tutta si contiene la tragi
atica della città, non avendo più legami di sorta in patria, si diede
alle
scene in cui riuscì valente caratterista e valent
, generico primario. L'entrata, un anno per l’altro, fu dalle 80,000
alle
90,000 lire, e l’uscita dalle 50,000 alle 55,000
er l’altro, fu dalle 80,000 alle 90,000 lire, e l’uscita dalle 50,000
alle
55,000 ; e il biglietto serale allora era normalm
nini Onofrio. Milanese. Compiuti gli studi di lettere umane, si diede
alle
scene, recitandovi gl’innamorati col nome di Odoa
serene sull’ Arno, ove n’appar suo chiaro lume. Del Paganini il nome
alle
Tirrene sponde vivrà, che per nuovo costume senno
onie Dive bella gara tra voi, Cigni Canori. Vedo già risuonar d’Arno
alle
rive i nomi vostri, e a coronar d’allori il vostr
est’essere debole e meschino, gettato nello stato primitivo anteriore
alle
società famigliari, non che alle civili, ravviser
tato nello stato primitivo anteriore alle società famigliari, non che
alle
civili, ravviseremo in esso le pietre di Deucalio
si ne’ tugurj, delle lanose pelli onde copriva la sua nudità, passare
alle
delizie più ricercate della gola, alle soffici oz
copriva la sua nudità, passare alle delizie più ricercate della gola,
alle
soffici oziose piume, alla delicatezza delle sete
mi savii Lino, Museo, Orfeo trassero gli uomini dagli spechi solinghi
alle
città, gli additarono un Ente supremo autore del
terebbe in seguito qualche genere poetico più utile e più dilettevole
alle
società? Chi detto avrebbe che le favole e le gra
di erudirvi ne’ greci esemplari, per corrispondere coll’evento felice
alle
paterne provvide cure de’ grandi Cittadini che vi
Domandiamo ora che musica fu quella che si fece a questa pastorale ed
alle
altre che la seguirono? perchè quasi di tutte si
mente taciuto questo gran segreto di stato? Adunque la musica apposta
alle
pastorali fu solo in qualche squarcio, e singolar
olandosi agli onori che gli preparava quel principe a. Nè a’ dotti nè
alle
persone che leggono per divertimento può esser ig
o a quello di aprile se ne fecero in Verona due edizioni (se crediamo
alle
due diverse dedicatorie che vi si leggono) essend
ntimento dell’erudito Pier Jacopo Martelli, può andar subito appresso
alle
tre più famose l’Aminta e il Pastor fido e la Fil
a imprenderà a compire quattro canzonette colle circostanze richieste
alle
così fatte, le accrescerà bene il coro, ma le sce
, e non leverà, per non dannare affatto l’uso di tutti quei poeti che
alle
loro il fanno ; e fra tali poeti si vuol ripore l
il Visdomini fondatore dell’Accademia degl’Innominati di Parma, oltre
alle
tragedie già mentovate, compose l’Erminia pastora
ricco di tanti buoni drammi. L’azione passa tra pastori che aspirano
alle
nozze di Erminia, non conoscendola per quella che
tre all’essere assai ricca, ed al possedere non poche espressioni che
alle
nostre si confanno, essa ha qualche parola poetic
ammatici che mal conobbero, hanno procurato d’informarsi, se in mezzo
alle
stravaganze anche a’ nostri dì esposte sulle scen
comanda a’ contemporanei imparziali questo componimento, e l’avvicina
alle
buone pastorali italiane. Quanto dice Basilio e C
in quest’ultima città nel 1793 siesi costruito un nuovo teatro aperto
alle
rappresentazioni dopo lo sgravamento di S. A. la
elle scene ispane, si cangi come quì si scrive. **. Si continui sino
alle
parole, dell’espressioni religiose, della medesim
eligiose, della medesima pagina, indi si scriva. *. Si prosegua sino
alle
parole della pag. 80, lin. 5 tiranneggia i commed
sto del 1774 pubblicò per le stampe di quella R. Tipografia, e dedicò
alle
Dame e ai Cavalieri cagliaritani, Le contese dome
di un ragguardevole personaggio, dando in ancor giovane età un addio
alle
scene. (Cfr. C. Gozzi, op. cit., II, 228).
passando, dopo non molti anni, nello sviluppo precoce della persona,
alle
parti di seconda donna, che non abbandonò più.
: morì in Genova a soli 35 anni. Bacci Dario. Figlio di un impiegato
alle
poste, nacque in Firenze il 1818. Fu amoroso per
evano andarsene. Non sapendo il Cecchini dove dar di capo, si volgeva
alle
Compagnie di poco conto per veder di stanare qual
o rintracciar notizie de’ colori che il Sand assegna in modo assoluto
alle
sue figure. Nell’ Arlequin Lingère du Palais, del
ll’ Hôtel de Bourgogne il 4 ottobre 1682 ; e nell’ Industrie, prologo
alle
due operette Zemine et Almanzor e Les Routes du M
la cosa, Bissoni approfittando della commozione de’circostanti corre
alle
ginocchia del presunto padre, chiedendogli perdon
l Bel, che era un famoso disegnatore italiano. Questo costume, stando
alle
apparenze, era sul teatro innanzi a quello di Bel
timonianza del comico G. Bruni (V.), il quale dice nella introduzione
alle
Fatiche comiche (pag. 11-12), che il Valerini (V.
sandro Manzoni), e il vecchio padre Tommaso. Avanzato in età, ritornò
alle
parti di generico, e lo vediam tale il '68 nella
menticato, il grand’uomo nella piccola Pescara esalò l’ultimo respiro
alle
11,45 del 4 giugno 1896. Era nato a Livorno il
orno per andare a raggiungere a Foiano una compagnietta delle infime,
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cui recite si soleva dare come biglietto d’ingres
, salsiccie, e vino ; e in cui la paga degli attori variava dalle due
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quattro crazie al giorno. Per fortuna la quaresim
Rossi Parti di spettanza del signor Peracchi Caterina Howard Avviso
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mogli Cittadino di Gand Arturo Cola di Rienzo
uali ragioni, egli si crede in diritto o meglio in dovere, di passare
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minaccie, in caso di risposta negativa : ….. Se
uando il Re, veduto versar nell’orecchio del Re del dramma il veleno,
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parole di Amleto : Lo avvelena per carpirgli lo S
dor. Dai diarj del Sanuto, riferiti dal Rossi nella citata prefazione
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lettere del Calmo, rileviamo come il 7 febbraio d
oni stesse tutta nel ripetere le sentenze e gli apoftegmi che vediamo
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stampe col titolo di motti brighelleschi. « Il te
a. Avanzato in età e trascurato dalle buone compagnie, dovè ricorrere
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più meschine, cessando di vivere in Romagna nel 1
cò a Reggio…. una rappresentazione intitolata La Giuditta, che dedicò
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Dame e ai Cavalieri di quella città ; e una comme
e Velli, e le Varietà teatrali di Venezia così ne scrivono : « Datosi
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parti di tiranno, tanto seppe accoppiare il buon
ingegni ai severi studii, prestasse minor numero di buoni coltivatori
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amene lettere ed al teatro. Tuttavolta troviamo v
teressanti e patetiche tra lui, e la sua tenera consorte Damocrita, e
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di lui magnanime querele che palesano l’uomo gran
o del loro fratello un veleno, e lo tracannano a gara, indi ridottesi
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loro stanze si animano a combattere fra loro per
pagnano le Gemelle Capuane nel tomo II del Teatro Italiano? Seguirono
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nominate prime tragedie del secolo quelle del Gam
che in corte si trami la di lui morte. Mustafà sempre grande resiste
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istanze de’ suoi fedeli che l’esortano a schivare
l’acquisto… Per l’attonito sen scorre un tumulto Non più sentito, ed
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pigre mani Insegna un non so che di violento. Sì,
uoi lamenti, quando seco stessa trattenendosi si palesa più sensibile
alle
disgrazie benchè non meno magnanima. Vigoroso e s
io in vita impallidir per colpa. Non vedrà alcuno mai Questo mio capo
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corone avvezzo Ad inchinarsi ad altri che alla mo
ti incontri, e più vivacità nella favola. Posteriore di alquanti anni
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tragedie del Delfino fu il Corradino del lodato C
ova pianta. In questa guisa fece l’immortale Metastasio quando dietro
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orme singolarmente dell’Ariosto rinnovò tali gare
entre dunque gran parte dell’Europa adulterato il gusto teneva dietro
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stranezze di Lope de Vega, e di Giambatista Marin
rvando gli ordini in materia di Stampe, e presentando le solite Copie
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pubbliche Librerie di Venezia* e di Padova. Dat.
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