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1 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 273-274
dice, ma, certo non quella del Di Fiore, che nel 1745, un anno prima, cioè , di passare al Nuovo recitava a San Carlino. E a
spesso in quelle di Francesco Cerlone, potrebbe dimostrar questo, che cioè , avendolo il Cerlone conosciuto da Pulcinella nel
esti del S. Carlino. E le parole su per giù eran sempre queste : che, cioè , nella Cantina lo spettacolo era svariato e moral
2 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 164-168
per fertile, & abondante, la chiamai Felsina, quasi felix sinus, cioè luogo felice ; e perche gli abitatori di quella m
e vuol dir Bue, Non, che significa non, & Jam, che s’espone già ; cioè Bos non jam ; per mostrare, che non era già vn Bu
na, dalle parole, che seguitando Dafne diceua, fel sinas, fel sinas ; cioè , o Ninfa, sinas, lascia, dal verbo sinos, is, che
ubito in quel luogo vna Città, nominandola Bononia, quasi Bonum onus, cioè buono, e soave m’era stato il peso nel portar Ven
la che spalancata la mia larga bottega, chiamai quella Città Felsina, cioè tutta dolcezza, e senza alcuna sorte d’amaritudin
nte si piglia per ignorante ; dalla dittione non, e dal verbo hauere, cioè Bononia Bò non ha : è però meritamente è chiamata
ndo parlare. Et ideo la Città fu chiamata Bologna, quasi Bonus logos, cioè buon parlare, dalla parola Latina bonus, a, um, c
mnia in ea sunt, e Bologna in volgare, perchè la fama sua Boat longe, cioè rimbomba, e si fà sentire da lontano. O voletene
3 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO III. Opera musicale Spagnuola e Italiana e Teatri materiali. » pp. 89-108
i sempre le medesime sarsuole composte per lo più dal lodato La Cruz, cioè las Segadoras (mietitrici) de Vallegas, las Fonca
adotte e accomodate a foggia di sarsuole alcune opere buffe italiane, cioè rappresentandosi senza canto il recitativo e cant
ntire un’ aria, e 70 versi soli fanno nascere cinque pezzi di musica, cioè tre arie, una cavatina ed un recitativo obbligato
in fine che l’autore dovrebbe informarci perchè Briseida di Lirnesso cioè Frigia di nazione mostri tanto odio contro le pro
Il teatro spagnuolo ha un’ altra specie di rappresentazione musicale, cioè la tonadilla e la seguidilla, narrazioni fatte pe
. Sussistono quelli di Lisbona e di Codice. Madrid ha quattro teatri, cioè quello della Corte nel Ritiro, l’altro de los Cañ
avia le macchine che servirono per la rappresentazione della Nitteti, cioè un gran sole, la nave che si sommergeva, le macch
non impedire la vista a i corridoj, che riguardano al punto opposto, cioè alla cazuela 33. La capa parda ed il sombrero cha
pposto, cioè alla cazuela 33. La capa parda ed il sombrero chambergo, cioè senza allacciare, ancor di cara memoria a’ Madril
certi; ma il bello è che dell’unione delle casse reca questa ragione, cioè che il Governo volle con ciò rimediare alla prepo
Guarinos e de’ La Cruz) codesta profonda erudizione tutta chamberga, cioè che cade da tutti i lati, che cosa fa mai al caso
ea verificare le importanti particolarità istoriche da lui accennate ( cioè se il nastro della Ladvenant era di color di solf
4 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Latino e del Libro II — CAPO VI. Teatro Materiale. » pp. 32-37
in Tuscolo, ne montò la perdita a cento milioni di sesterzi in circa, cioè intorno a due milioni e ottocentomila ducati napo
inio, ove s’innalzò questo teatro Pompeano, se ne vedevano tre altri, cioè il teatro nominato Lapideo, quello detto di Corne
i, come dicemmo, si valevano dell’orchestra per una specie di attori, cioè pe’ musici e danzatori. In oltre il pulpito Roman
5 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO VI. Teatro Materiale. » pp. 243-247
in Tuscolo, ne montò la perdita a cento milioni di sesterzi in circa, cioè intorno a due milioni e ottocentomila ducati Napo
o Flaminio, ove era questo teatro Pompeano, se ne vedevano tre altri, cioè il teatro nominato Lapideo, quello detto di Corne
come si disse; si valevano dell’orchestra per una parte degli attori, cioè per gli musici e i danzatori. In oltre il pulpito
6 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO I. Su i Teatri Spagnuoli sotto i Romani. » pp. 2-8
a seguitare l’ Apologista nelle sue congetture sul Teatro Saguntino, cioè che i Saguntini presero i Giuochi Scenioi da’ Gre
nchè la larghezza fosse conforme a’ precetti dell’ Architetto Latino; cioè di tre palmi e un quarto. Io tralascio qualche al
e il Martì nel Teatro di Morviedro l’Orchestra costrutta alla Romana, cioè destinata a’ Senatori; là dove l’Orchestra Greca
i, la cui valuta si stimò che ascendesse a cento milioni di sesterzj, cioè a due milioni e mezzo di scudi Romani moderni, o
7 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO VI. Maschere materiali moderne. » pp. 265-269
laudiamo a ragione; perchè la più bella parte della rappresentazione, cioè il cambiare il volto a seconda degli affetti, mal
re col frammischiare con gli attori scoperti quegli altri mascherati, cioè i quattro poveri vergognosi perpetui, il Pantalon
8 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO III. Maschere materiali moderne. » pp. 263-266
laudiamo a ragione; perchè la più bella parte della rappresentazione, cioè il cambiare il volto a seconda degli affetti, mal
re col frammischiare con gli attori scoperti quegli altri mascherati, cioè i quattro poveri vergognosi perpetui, il Pantalon
9 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO VIII. Teatri materiali. » pp. 213-236
ano i nazionali, studiò più anni in Italia. Madrid ha quattro teatri, cioè quello della corte nel Ritiro, l’altro de los Cañ
enti le macchine che servirono per la rappresentazione della Nitteti, cioè un gran sole, la nave che si sommergeva, un gran
non impediscano la vista ai corridojo, che guardano al punto opposto, cioè alla cazuela. Il sig. abate Saverio Lampillas esg
ità senza verun fondamentoa. La capa parda ed il sombrero chambergo, cioè senza allacciarsi, ancor di cara memoria a’ Madri
uesta provvidenza del Governo dimostra appunto ciò che Huerta negava, cioè che ciascun partito avea una predilezione decisa
mala fede o mancanza di raziocinio? Venghiamo all’ultimo e VI Saben, cioè «che il sombrero chambergo non è in Ispagna più a
tello del sig. Vincenzo) codesta profonda erudizione tutta chamberga, cioè che cade da tutti i lati, che cosa mai fa al caso
10 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO II. Ritorno delle rappresentazioni teatrali dopo nate le lingue moderne. » pp. 80-124
ate, ma certo, veduto e confessato da classici scrittori transalpini, cioè quello di avere insegnato alle nazioni ad esser l
Provenzali più di una specie di mestiere. Dividevansi in Troubadores, cioè Trovatori detti dal trovar prontamente le rime e
i quelle persone decorate ed ingenue che coltivarono la Gaja Scienza, cioè la poesia tutta a que tempi rivolta a sviluppar c
atti seguenti. Alfredo gran re d’Inghilterra in un tempo di barbarie, cioè nell’878, volendo spiare la situazione dell’armat
lto, col quale tagliò a pezzi il nemico esercito. Sessanta anni dopo, cioè nel X secolo, Anlaff re di Danimarca collo stesso
nia, non avrebbe in essi dovuto esprimersi questa varietà essenziale, cioè , che le rappresentazioni da mute che si furono ne
e. Per altro non può negarsi quel che osserva il medesimo Tiraboschi, cioè che siffatti Misteri, ed i versi cantati su’ teat
quanto alla legislazione a’ tempi di Alarico, e ne’ secoli seguenti, cioè nel medio evo? Mal grado della universale barbari
i il Conrigio, Lindebrogio, Montesquieu. Avvenne a que’ tempi ancora, cioè sin dal 1001, che secondo Camillo Pellegrino un c
ò bastandogli attribuisce a’ Longobardi alcuna legge di altri popoli, cioè de’ Borgognoni. Ecco però la vera pena stabilita
pecuniaria? Più grave era la pena onde punivasi un ladro di un cane, cioè dovea pagare una somma nove volte maggiore di qu
licazione poi degli Statuti di essa seguì nel 1584 nella stessa Roma, cioè trecentoventi anni dopo dell’istituzione. Diciamo
ate di sofismi, e si fanno schernire come semieruditi e semifilosofi, cioè a dire nè eruditi nè filosofi. a. Con nostro si
11 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Osservazioni »
il povero galantuomo ad un peso, al quale si vede non essere avvezzo, cioè a quello di ragionare per principi, e che siccome
a le loro teorie musicali farà che non si possano comparare a priori, cioè esaminando i principi, sui quali è appoggiato l’u
ma non toglierà mai che si possano mettere in confronto a posteriori, cioè argomentando dagli effetti che produceva l’una, e
ie religiose in onore degli dei». Gli oracoli si rendevano in musica, cioè cantando in versi la profezia. I numi stessi eran
co, e dell’amfiteatro; luoghi quasi, direi, consecrati all’idolatria, cioè alla religione dominante del paese. Erano essi de
o stessi, non seguì il medesimo dei drammi greci quando migliorarono, cioè quando furono scritti a più personaggi? Mentre né
nnanzi. «Non seguì il medesimo de’ drammi greci, quando migliorarono, cioè quando furono scritti a più personaggi? Mentre né
ostra musica il Sig. Arteaga le rileva da due de’ suoi più bei pregi, cioè dalla sua ricchezza e dal contrappunto. Ma chi pu
antiche cantilene di chiesa, ho speso in tali ricerche sedici pagine, cioè dalla 184 fino alla 201 del secondo tomo, delle q
nto, l’uso moderato del quale non può esser che buono; ma abusandone, cioè volendo comporre a troppe parti unite, e per cons
tre cagioni più forti dimostrino la disuguaglianza delle due musiche, cioè i prodigi che faceva l’antica de’ quali è scarsa
a musica, che adesso non operi tanto, se i miracoli gli ha già fatti, cioè , se ha già umanizzata gran parte di mondo.» RISP
r Manfredini per applicar rettamente la stessa musica a varie parole, cioè che i versi sieno d’una stessa misura, e che il s
l semituono, come se questi due ultimi non fossero due altre seconde, cioè la maggiore e la minore, e come se anche quasi tu
seconde mineure». Lo dice lo stesso giornalista, «come se questi due ( cioè il tuono e il semituono) non fossero due altre se
precisa; ma abbiamo già detto che quando il contrappunto è moderato ( cioè quando le altre parti non confondano colle loro c
arte, e ch’è prodotto da una specie d’invidia pei loro contemporanei, cioè di lodare assai le cose antiche e sprezzar le mod
a tanto declamare e senza ripetere ciò ch’è stato già detto da altri ( cioè che vi sono molti guastamestieri che le regole no
ffetto immediato della curiosità. L’anima nostra è fatta per pensare, cioè per percepire e combinare l’idee. Tutti gli ogget
prospettiva. Quello che in generale può dirsi è che nelle mani loro ( cioè non de’ maestri accennati prima ma di questi seco
d altri nella summentovata nota13. del nostro libro Regole armoniche, cioè che la musica d’allora in poi avendo sempre guada
«Non ci sembra neppur ben provato ciò che asserisce il Sig. Arteaga, cioè : «L’amor del piacere che ricompensa gl’Italiani d
eatri e di spettacoli, abbonda ancora degli ornamenti più essenziali, cioè di Università, di Accademie, di Scuole, di Stampe
di ciò pianta fin da principio una proposizione in tutto differente, cioè che l’«abbondanza de’ teatri e la frequenta degli
fare tutto ciò colla prima proposizione che doveva dimostrarsi falsa cioè : l’«amor del piacere ha fatto nascere la frequent
quella del Tiraboschi. GIORNALISTA. [87] «Nei tre seguenti capitoli, cioè nel terzo, quarto, e quinto, che compiscono quest
futazione, e quale la cosa confutata? Io aveva detto, che «la musica, cioè non la musica in genere, ma la troppo sfarzosa e
r di parere uniforme il Sig. Arteaga al P. Martini e a qualcun altro, cioè che la musica non abbia un gusto fisso; che le co
ltro estratto incluso in questo giornale al N. VIII dell’anno scorso, cioè che quello ch’è veramente buono e bello in qualun
altrui nella summentovata nota 13. del nostro libro Regole armoniche, cioè che la musica d’allora in poi non è stata mai tan
ta la parte filosofica storica e critica della musica, i soli aspetti cioè sotto i quali venga riguardata quell’arte nell’op
12 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO VII. Opera musicale nazionale ed italiana. » pp. 195-212
asi sempre le medesime sarsuole composte per lo più da Ramòn La Cruz, cioè las Segadoras (mietritrici) de Vallegas, las Fonc
adotte e accomodate a foggia di sarsuole alcune opere buffe italiane, cioè rappresentandosi senza canto il recitativo e cant
, e poi settanta versi soli danno luogo a ben cinque pezzi di musica, cioè tre arie, una cavatina ed un recitativo obbligato
in fine che La Cruz dovrebbe informarci perchè Briseida di Lirnesso, cioè Frigia di nazione mostri tanto odio contro le pro
Il teatro spagnuolo ha un’ altra specie di rappresentazione musicale, cioè la tonadilla e la seguidilla narrazioni in musica
13 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article »
dove…. al tempo in cui il Bartoli dettava le sue notizie dei comici, cioè al 1780 circa, viveva ancora recitando.
14 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO PRIMO. Ritorno delle rappresentazioni teatrali dopo nate le lingue moderne. » pp. 2-31
ate; ma certo, veduto e confessato da classici scrittori transalpini, cioè quello di avere insegnato alle nazioni ad esser l
ni e i Danesi. Alfredo gran re d’Inghilterra in un tempo di barbarie, cioè nell’878, volendo spiare la situazione dell’armat
lto, col quale tagliò a pezzi il di lui esercito. Sessanta anni dopo, cioè nel X secolo, Anlaff re di Danimarca collo stesso
nia, non avrebbe in essi dovuto esprimersi questa varietà essenziale, cioè che le rappresentazioni da mute che furono nel XI
può negarsi quel che osserva il medesimo chiar. Cavalier Tiraboschi, cioè che siffatti misteri, ed i versi cantati su’ teat
ia quanto alla legislazione a’ tempi d’Alarico e ne’ secoli seguenti, cioè nel medio eve? Mal grado della universal barbarie
onrigio, il Lindebrogio, il Montesquieu. Avvenne a que’ tempi ancora, cioè sin dal 1001, che secondo Camillo Pellegrino un c
ò bastandogli attribuisce a’ Longobardi alcuna legge di altri popoli, cioè de’ Borgognoni. Ecco però la vera pena stabilita
a pecuniaria? Più grave era la pena onde punivasi un ladro d’un cane, cioè dovea pagare una summa nove volte maggiore di que
licazione poi degli Statuti di essa seguì nel 1584 nella stessa Roma, cioè trecentoventi anni dopo dell’istituzione. Diciamo
umi di sofismi, e si fanno schernire come semieruditi e semifilosofi, cioè a dire nè eruditi nè filosofi.
15 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 708
nel vol. XIII dell’ edizione Pasquali, dice di lui : Primo vecchio, cioè Pantalone, Andrea Cortini del Lago di Garda, il q
16 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
Monti Giuseppe. Bolognese. Era il secondo vecchio, cioè Dottore, della Compagnia di Giuseppe Imer, che po
17 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « NOTE DI D. CARLO VESPASIANO. » pp. 301-306
rra da tanti scrittori (V. il P. Coronelli Bibl. tom. III pag. 1317), cioè che Antonio di Nebrixa nato nell’Andalusia al 144
ggo però un altro possibile incomparabilmente più comune, e naturale, cioè , che il Nasarre ignorasse o dissimulasse la barba
citare), e spacciasse un fatto passato solo dentro del suo cervello, cioè che ne fosse sbucciato un autore spagnuolo che, u
18 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 158
imputare altro difetto che quello che deriva in lui da natura, quello cioè della pronuncia. ( ?… Era fiorentino). Egli sa pe
19 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO VI. Tragici Spagnuoli, secondo il Signor Lampillas, negletti, o censurati a torto dal Signorelli. » pp. 43-68
io a pruova ne produrrò alcun’ altra di quella del Ceruti. La fredda, cioè la riposata Critica, per veder bene, fa serenare
gedia del Cueva, per essere fantastico il carattere del Protagonista, cioè tratto dall’immaginazione del Poeta, e non accred
azioni principali, affermerei esser tre, non contando le subalterne: cioè 1. la Morte d’Isabella e Muley per l’amor lascivo
a di una Tragedia composta di tre, come il corpo favoloso di Gerione; cioè i Tramezzi e i Balli che s’interpongono fra atto
o. Ho ciò trovato nella confessione che fa l’ingenuo Signor Montiano, cioè che “in essa si accumulano tanti e tanti fatti ch
osservano le tre unità, non si vede offesa la più importante di esse, cioè quella di Azione dalla moltitudine e complicazion
l furore di Attila, può dissimularsi quel comun ricorso degl’ingegni ( cioè l’amore unico ordigno della favola), e ammettersi
las reglas en otras quien tan puntualmente las supo guardar en esta”, cioè nella quinta ch’è l’Elisa. Adunque questa sola è
erba dell’Elisa, le altre quattro Tragedie sono scritte alla moderna, cioè senza guardar le regole? Ascolti l’istesso Virues
re notare il Signor Lampillas il carico che dà il Montiano al Virues, cioè di aver contribuito a cangiar metodo con mezclar
20 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO V. La Drammatica nel secolo XV fa ulteriori progressi in Italia. » pp. 148-185
agedia, e col cantare il cantarne con vera musica ciò che và cantato, cioè i cori, la qual cosa direbbesi acconciamente e co
nelli mio amico, veggono l’opera in musica dovunque cantaronsi versi, cioè ne’ canti de’ pellegrini di Parigi, nelle sacre c
e, ed hanno bisogno di nuova luce istorica. Verso la fine del secolo, cioè nel 1492 Carlo Verardo da Cesena nato nel 1440 e
difficile compartirvele; ma allora sorgerebbe un dubbio inevitabile, cioè , come mai ninfe e pastori scorrendo per ogni band
erviamo di passaggio che il pensiero di adoperare ne’ drammi le arie, cioè le stanze anacreontiche che oggi formano il più m
el corso dell’atto; ed aggiungo che ciò accadde verso la fine del XV, cioè a dire un secolo e mezzo prima del Cicognini. Anc
to il travaglio intempestivo di correggermene; giacchè un anno prima, cioè nel 1784, quando usci il citato volume III delle
eri drammi Italiani rappresentati con plauso e per tali riconosciuti, cioè alla Catinia, al Cefalo, al Gaudio d’amore, alla
21 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Bologna del Monastero S. Mattia li 27 Gennaro 1689. » pp. 170-
ioli et al presente maggiormente sfortunato per quello che sono certa cioè della moglie che mesi souo uiue inferma et essend
22 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO II. Tragedia Cittadina, e Commedia Lagrimante. » pp. 112-127
ono questo genere comico lugubre con felicità in alcuni componimenti, cioè il primo nel Disertore che si è ripetuto in Franc
tetiche del rimanente. Sedaine non riescì ugualmente in altri drammi, cioè nel Filosofo senza saperlo, nella Scommessa, come
ltre due commedie lontane dalle tinte lugubri delle rappresentazioni, cioè il Barbiere di Siviglia, e la Giornata pazza, ovv
a il sig. di Voltaire con due buone favole malgrado di alcun difetto, cioè col Figliuolo prodigo rappresentato nel 1736, e c
23 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO PRIMO. Origine della Poesia Drammatica. » pp. 2-11
uale esso signoreggia e discorre, di modo che se l’urto fu piacevole, cioè se scosse con soavità la tela de’ nervi, l’intell
nde per bene le forme che la cagionarono: se la scossa fu dolorifica, cioè se con maggiore asprezza esse incresparono quella
etto? Si rammenta pure, benchè da prima con certo ribrezzo, del male, cioè delle forme che gli apportarono dolore; ma a poco
24 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO PRIMO. Origine della Poesia Drammatica. » pp. 2-9
uale esso signoreggia e discorre; di modo che se l’urto fu piacevole, cioè se scosse con soavità la tela de’ nervi, l’intell
nde per bene le forme che lo cagionarono: se la scossa fu dolorifica, cioè se con maggiore asprezza esse incresparono quella
to? Si rammenta pure, benchè da prima con qualche ribrezzo, del male, cioè delle forme che gli apportarono dolore; ma a poco
25 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO II. In quali cose si rassomigli ogni teatro. » pp. 10-16
tratto, ma successivamente si arricchisce. Egli si avvezza al facile, cioè ad osservare i particolari e a dipingerseli; e pr
chio e del nuovo continente trovansi si bene i semi della drammatica, cioè saltazione, canto, versi, ma non rappresentazione
trale. Ne segue parimente un’ altra filosofica, e sicura conseguenza, cioè che la poesia teatrale prende l’aspetto della cul
26 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 682-683
lio di lui ha saputo, come dicono i commedianti, giocar le Maschere ; cioè sostenere le scene giocose colle quattro Maschere
moglie Costanza in età di circa 35 anni, avvenuta il 17 ottobre 1736, cioè quasi un anno dopo l’intrigo. Della sua vita art
27 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO IV. Spettacoli scenici nella penisola di Spagna. » pp. 37-96
; ma le sue opere si pubblicarono quaranta anni dopo la di lui morte, cioè nel 1598 da Michele suo figlio che lasciato avea
opo della di lui morte, la sua tragedia dovè comporsi prima del 1558, cioè almeno dodici anni prima che Camoens tornasse in
si latini varie azioni tragiche e comiche impresse in Lione nel 1605, cioè un anno dopo la di lui morte avvenuta in Coimbra3
ostscenium degli antichi), e dietro di questa manta stavano i musici, cioè gli attori che da principio cantavano senza chita
Tralascisi poi che i personaggi usano in tal commedia quattro idiomi, cioè un latino scolastico, un italiano insipido, il ca
la vana jattanzia aggiunta a questa istoriella gratuita del Nasarre, cioè che il Naarro insegnò agl’ Italiani a scrivere co
chiamò commedie. Altre sei delle sue favole volle denominar tragedie, cioè el Duque de Viseo, Roma abrasada, el Castigo sin
ivarono la drammatica senza discostarsi da’ principj dell’Arte Nuevo, cioè lambiccandosi il cervello in lavori sregolatissim
cosa di poche altre tragedie accennate nel II Discorso del Montiano, cioè la Honra de Dido restaurada, la Destruicion de Co
igettate dalla poesia scenica, una machina inutile allo scioglimento, cioè lo spirito d’ Isabella che appare unicamente per
igrammi) poco doviziosi, che provvedonsi, o prendono a nolo un abito, cioè un’ opera, cui danno il loro nome, e credonsi gra
l’ impostori (aggiugne il lodato autore) volentieri, ma occultamente ( cioè senza citare saccheggiando i morti e i vivi e più
a dar precetti della vera commedia in Europa, s’egli nacque nel 1562, cioè ottantaquattro anni dopo la nascita del Trissino
tizia che Bernardino Daniello fece imprimere la sua Poetica nel 1536, cioè ventisei anni prima che fosse conceputo Lope de V
ovo di Ugento e poi di Cotrone Antonio Minturno fu stampata nel 1564, cioè due anni dopo che il Vega venne al mondo; che qua
na la Poetica di Lodovico Castelvetro, Lope contava appena otto anni, cioè neppure era pervenuto a que’ dieci, in cui vantav
fatta da Don Joseph Ortiz di Villena pubblicata in Saragoza nel 1644, cioè più di mezzo secolo dopo del fiorir di Lope; di c
28 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO IV. Spettacoli scenici nella penisola di Spagna. » pp. 137-226
le sue opere si pubblicarono quaranta anni dopo che cessò di vivere, cioè nel 1598 da Michele suo figlio che lasciato aveva
si latini varie azioni tragiche e comiche impresse in Lione nel 1605, cioè un anno dopo la di lui morte avvenuta in Coimbraa
postscenium degli antichi) e dietro di questa manta stavano i musici, cioè gli attori che da principio cantavano senza chita
Tralascisi poi che i personaggi usano in tal commedia quattro idiomi, cioè un latino scolastico, un italiano insipido, il ca
attanzia aggiunta a questa istoriella mendace e gratuita del Nasarre, cioè che il Naarro insegnò agl’Italiani a scrivere co
se si fosse anche ricordato di ciò che si narra da tanti scrittori c, cioè che Antonio di Nebrixa nato nell’Andalusia il 144
eggo però un altro possibile incomparabilmente più comune e naturale, cioè che il Nasarre ignorasse o dissimulasse la barbar
e citare) e spacciasse un fatto passato solo dentro del suo cervello, cioè che ne fosse sbucciato un autore spagnuolo che us
chiamò commedie. Altre sei delle sue favole volle denominar tragedie, cioè el Duque de Viseo, Roma abrasada, el Castigo sin
arono la drammatica senza discostarsi da’ principii dell’ Arte Nuevo, cioè lambiccandosi il cervello in lavori sregolatissim
cosa di poche altre tragedie accennate nel II discorso del Montiano, cioè la Honra de Dido restaurada, la Destruicion de Co
gottate dalla poesia scenica, una macchina inutile allo scioglimento, cioè lo spirito d’Isabella che appare unicamente per c
il primo a dar precetti della vera commedia, se egli nacque nel 1562, cioè ottantaquattro anni dopo la nascita del Trissino
tizia che Bernardino Daniello fece imprimere la sua Poetica nel 1536, cioè ventisei anni prima che fosse conceputo Lope de V
ovo di Ugento e poi di Cotrone Antonio Minturno fu stampata nel 1564, cioè due anni dopo che il Vega venne al mondo: che qua
na la Poetica di Lodovico Castelvetro, Lope contava appena otto anni, cioè neppure era pervenuto a que’ dieci, nel qual temp
n sus loas (che in questo luogo significano introduzioni drammatiche, cioè in dialogo) fatta da un don Joseph Oetiz de Ville
a da un don Joseph Oetiz de Villena pubblicata in Salamanca nel 1644, cioè (notino quest’epoca i signori Huertisti, se ve ne
29 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO II. In quali cose si rassomigli ogni Teatro. » pp. 12-22
tratto, ma successivamente si arricchisce. Egli si avvezza al facile, cioè ad osservare i particolari e a dipingerseli; e pr
chio e del nuovo continente trovansi sì bene i semi della drammatica, cioè saltazione, canto, versi ma non rappresentazione
atrale. Ne segue parimente un’ altra filosofica e sicura conseguenza, cioè che la poesia teatrale prende l’aspetto della col
30 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 679
7 dicembre 1727, e un altro, questo Gioacchino, il 2 maggio del 1728 ( cioè a dire dopo quattro mesi e mezzo), anzichè del 17
31 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VIII. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 269-289
done un frammento. Giulio Polluce nomina tre altre favole di Rintone, cioè due Ifigenie in Aulide e in Tauri ed il Telefo. I
Socrate, ed Eusebio di Cesarea afferma che viveva trecento anni dopo, cioè a’ tempi di Augusto. Non sarebbe (dice M. Le Fevr
a negli episodj, si appropriò certi attori più esperti nel declamare, cioè nel recitare i versi con azione naturale e con un
omimica portata dagli antichi all’ eccellenza. Avanti di quest’epoca, cioè avanti che la rappresentazione indirizzasse il ba
izj e Traci ed Arabi ed Americani, tutti hanno avuto il loro Androne, cioè uno che prima di ogni altro si avvisò di saltare
spasto soleva colle sue figurine (benchè con rincrescimento de’ buoni cioè de’ pochi) rappresentare alcune burlette o spezie
32 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO II. Teatro Alemanno. » pp. 232-252
udi al disegno di una riforma, ma se ne disapprovava il mezzo scelto, cioè l’esempio de’ Francesi. “Il nostro gusto e i nost
e fra noi in un’ opera buffa. Ma julle scene napoletane sin dal 1727 ( cioè quando Krüger non contava che cinque anni) compar
à che un autore di buone tragedie urbane riesca del pari nelle reali, cioè nella grand’arte de’ Sofocli e de’ Cornelj, per a
n prosa sul gusto Inglese si coronarono non ha molti anni in Amburgo, cioè i Gemelli di Klinker, e ’l Giulio di Taranto di L
anto difficile al Wieland autore del Mercurio tedesco. Ma il Postzug, cioè il Tiro a quattro commedia del medesimo Ayrenhoff
un buon padre di famiglia per farlo trionfare utilmente sulla scena; cioè l’obbligare, ad onta della propria nobiltà, il fi
33 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO III. La Poesia Drammatica ad imitazione della forma ricevuta dagli antichi rinasce in Italia nel secolo XIV. » pp. 125-139
ere che già nel 1300 scriveansi comunemente tra noi in versi volgari ( cioè facili ad esser compresi da’ volgari, benchè lati
tica giusta la forma degli antichi. Egli compose due tragedie latine, cioè l’Achilleis detta così da Achille che n’era il pe
re novellamente scoperto. Leggonsi però prima cinque versi narrativi, cioè detti dal poeta, e non da qualche attore, per li
34 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO II. La Poesia Drammatica ad imitazione della forma ricevuta dagli antichi rinasce in Italia nel secolo XIV. » pp. 32-40
ere che già nel 1300 scriveansi comunemente tra noi in versi volgari ( cioè facili ad esser compresi da’ volgari, benchè lati
tica giusta la forma degli antichi. Egli compose due tragedie latine, cioè l’Achilleis detta così da Achille che n’era il pe
e una preghiera al padre. Leggonsi però prima cinque versi narrativi, cioè detti dal poeta, e non da qualche attore; per li
35 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO VI. Tragedia Cittadina e Commedia Lagrimante. » pp. 134-143
di buon gusto, si discende ad un dramma senza contrasto riprensibile, cioè ad una commedia lagrimante, nella quale s’imbratt
ltre due commedie lontane dalle tinte lugubri delle rappresentazioni, cioè il Barbiere di Siviglia, e la Giornata pazza ovve
to ancora il Voltaire con due buone favole malgrado di alcun difetto, cioè col Figliuol Prodigo rappresentato nel 1736, e co
36 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO IV. La drammatica nel secolo XV fa ulteriori progressi in Italia. » pp. 47-73
agedia, e col cantare il cantarne con vera musica ciò che va cantato, cioè i cori, la qual cosa direbbesi acconciamente e co
e, ed hanno bisogno di nuova luce istorica. Verso la fine del secolo, cioè nel 1492 Carlo Verardo da Cesena nato nel 1440 e
fficile il compartirvele; ma allora sorgerebbe un dubbio inevitabile, cioè , come mai ninfe e pastori scorrendo per ogni band
ri drammi Italiani, rappresentati con plauso e per tali riconosciuti, cioè alla Catinia, al Cefalo, al Gaudio d’amore, alla
be nel XVI secolo? 60. Il pensiero di adoperare ne’ drammi le arie, cioè le stanze anacreontiche che oggi formano il più i
el corso dell’atto; ed aggiungo che ciò accadde verso la fine del XV, cioè a dire un secolo e mezzo prima del Cicognini. Anc
ravaglio di correggermene coll’ accusarmi da me stesso un anno prima, cioè nel 1784, quando uscì il nominato volume III dell
37 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Avvertimento al lettore per la presente edizione »
di far conoscere la rettorica e la filosofia dell’arte, quelle parti cioè le più trascurate dai moderni musici, ma le quali
38 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 358
omico. Di lui la Gazzetta di Genova del 18 settembre 1822, dell’anno, cioè , in cui egli entrò a far parte della Compagnia, s
39 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimoquarto »
e, nei loro drammi, della quale usanza invaghiti i maestri dozzinali ( cioè la maggior parte) trascurarono a poco a poco i re
tore del bello, il quale però ha i due capitali difetti di non essere cioè aggregato a veruna accademia musicale, e di dire
drammatico tre cose concorrono principalmente a produr l’espressione, cioè l’accento patetico della lingua, l’armonia, e la
il trionfo del sentimento. [10] Partendo da un principio inconcusso, cioè che nella musica drammatica tutto esser deve imit
ne: quindi la regola dettata dal buon senso e dalla esperienza d’usar cioè vicendevolmente della poesia e degli strumenti co
a l’accusa che vari scrittori fanno al canto moderno di non convenire cioè in alcune occasioni a quello stile sublime, a que
gli ornati per conciliar fra loro i due estremi difficili, di emendar cioè coll’arte i difetti della natura, e di non sostit
ia per la stessa cagione che non s’infiora l’esordio di una orazione, cioè perché ivi è più che altrove necessaria la sempli
itte dal buon senso tutte le cadenze eseguite nello stile di bravura, cioè quelle cadenze arbitrarie inventate all’unico fin
farmi impallidir.» e quel sentimento medesimo cantato alla moderna, cioè facendo che Messer Temistocle si diverta per un q
te a parole ebraiche o latine che alle italiane? Dove all’aria stessa cioè alla stessa passione che conserva la tinta e il c
erebbe ad una bottega da caffè, ad una conversazione o ad un ridotto, cioè per ispendervi quattr’ore in tutt’altro esercizio
uesta classe voglionsi aggiugnerc gli ippocriti di sentimento, quelli cioè che affettano di provar diletto nella musica per
le con quell’altro diletto più intimo che producono nell’uomo morale, cioè nell’uomo considerato come un essere capace di co
al Gregory 147 poi di nuovo in Italia dal più volte lodato Borsa 148, cioè che prendendo a legger Metastasio, a fatica si pu
alche lume sul quesito che ho udito farsi da molti onde tragga origin cioè la rapidità con cui si succedono i gusti nella mu
ere senza lo scioglimento di molte questioni preliminari. Converrebbe cioè prima di tutto sapere se vi sia un genere di musi
più della diversità delle opinioni in questo genere, il non rimanere cioè alla posterità un classico esemplare, che fìssi i
faciles ad sua verba manus.» ma che quel canto fosse come il nostro cioè così sminuzzato, raffinato e sottile, questo è ci
40 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 278
l tempo di Francesco Bartoli, editore delle più volte citate notizie, cioè circa il 1782. Abbiamo di lui un aneddoto nelle «
41 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO V. Produzioni comiche di Commediani di mestiere nel secolo XVI. » pp. 256-264
iamato il Ruzzante scrisse alcune commedie che s’impressero nel 1598, cioè lo Fiorina, l’Anconitana e la Piovana, le quali d
commedie ove acciabattò quanto aveva in iscena recitato come attore, cioè le rodomontate. Generalmente i pubblici commedian
42 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VIII. Teatro di Sofocle. » pp. 104-133
uali venti furono coronate; ma non ne sono a noi pervenute che sette, cioè Ajace, le Trachinie, Antigone, Elettra, Edipo re,
i Tebe. Egli si ritira colle figlie nel tempio delle Venerabili Dive, cioè delle Furie, la cui memoria di tanto orrore colma
ntovarle col loro vero nome, e per antifrasi le appellavano Eumenidi, cioè benevole, benigne da εὑμενέώ, benevolus sum. Il c
nando, e cantando l’azione della tragedia … Eschilo trovò il secondo, cioè un’altra maniera di contrafacitori… dividendo il
no … E Sofocle trovò il terzo, e divise la moltitudine in tre classi, cioè in ballatori, cantori e sonatori . Non vuole adun
a prima scena intervengono la Forza, la Violenza, Vulcano e Prometeo, cioè quattro personaggi. Conviene però avvertire che c
43 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 267
n attore ; e se non sta col padre, passa in podestà del marito, sposa cioè Germoglia che fa il primo attore ; nell’un caso o
44 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 634
ngiusti. Questa Compagnia ha un’ottima qualità complessiva, di tutti, cioè  : quella di recitar la commedia naturalmente, par
45 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo decimoterzo »
tica ciò che la filosofia pronunziava da lungo tempo come certissimo, cioè che le modificazioni del bello sono assai varie,
vizio non minore di questo è venuto di mano in mano prendendo piede, cioè la spessezza della note. Queste negli antichi spa
vare alcuni tratti dalle opere d’un compositore in oggi rinomatissimo cioè di Giambattista Borghi. Nel famoso recitativo d’E
role «Tolgan gli dei ec.», le quali esprimono un sentimento risoluto, cioè quello di non condannare il padre? E che dopo tal
er ischivarne il quale bisognerebbe posporre le note due parole dopo, cioè inanzi al “Ma chi?” perché facendosi ivi manifest
acendosi ivi manifestamente il passaggio da un movimento in un altro, cioè dall’orrore che ispira ad Ermelinda l’idea di dov
ro venuti altri danni egualmente grandi alla musica drammatica quello cioè di repetere mille volte le stesse parole invece d
onde non sussisterebbe più la legge fondamentale stabilita di sopra, cioè l’unità di soggetto e di melodia. Questa usanza i
patetico della lingua, che serve di fondamento alla musica imitativa, cioè i tuoni individuali di ciascuna passione. Avvegna
tà, e che a siffatto riguardo esse non parlino che un solo linguaggio cioè quello del piacere o del dolore; tuttavia nella m
eloquenza musicale. Non s’insegna loro la rettorica dell’arte, quella cioè che sollevando l’ingegno sopra la meccanica dispo
loro quei rami di filosofia applicabili all’uffizio del compositore, cioè la scienza dell’uomo sensibile, la cognizione del
rio proviene da due principi irremediabili ascosì nell’umano spirito, cioè dalla inquietudine e dalla vanità. Per un effetto
principio nell’armonia gli accordi più naturali e più semplici, tali cioè che nascano espontaneamente dall’argomento, e pos
dere la dovuta giustizia ai due famosi eredi dello spirito di Tartini cioè Pagin e Nardini, il primo dei quali si creò un su
oli saggi ci porge ancora in due pregevolissimi torinesi il Chiabrano cioè , violonista eccellente, e il Giardini, imitatore
46 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO V. Letteratura e Commedia Turca. » pp. 262-269
ta in Costantinopoli un’ accademia di marina chiamata Muhendis Khanè, cioè camera di geometria aperta verso il 1773. Il prim
l volgare soccorso di machine, magie e trasformazioni. Dura tre anni, cioè a dire incomparabilmente meno, non dico delle fav
47 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — (Sabato 7 giugno 1659).(Sabato 28 giugno 1659). » pp. 420-423
endo che fu per semplice error di proto stampato Fedeli e non Fedele, cioè Aurelia, comica fedele ; questo immaginando che i
prima, e Brigida Fedeli dopo ? Comunque sia, quel che più preme, che cioè l’Aurelia Fedeli e la Brigida Bianchi fosser la s
48 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 507
in tale ufficio a Modena il 1758, dove immaginò I fuochi teatrali, cioè  : Due fontane versanti nella platea le composizio
49 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO V. Sulle due Sofonisbe Italiane, e su due Traduzioni dal Greco di Fernan Perez de Oliva. » pp. 26-42
difetti; ma per trovarsene moltissimi ne’ migliori Tragici Spagnuoli, cioè nel Bermudez, nel Cueva, nel Virues, nell’Argenso
Lampillas, piena la mano di alcune autorità Italiane contro di essa, cioè dell’Ingegnieri, del Quadrio, e del Maffei. Io la
Vicentino fu il primo a scrivere una degna Tragedia in questa lingua, cioè in idioma Italiano. Nè poteva dire altrimenti chi
le, se non col prendere il partito accennato nella Storia de’ Teatri, cioè assegnando loro due epoche, o sia riconoscendo in
me Voi dite, senza forse ricordarvi della favola di Euripide, ma due, cioè la morte di Polissena, e la vendetta presa da Ecu
50 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XV. Satiri: Ilarodie: Magodie: Parodie: Mimi: Pantomimi. » pp. 171-200
done un frammento. Giulio Polluce nomina tre altre favole di Rintone, cioè due Ifigenie, in Aulide e in Tauri, ed il Telefo.
Socrate; ed Eusebio di Cesarea afferma che viveva trecento anni dopo, cioè a’ tempi di Augusto. Non sarebbe (dice m. Le Fevr
negli episodii, si appropriò certi attori più esperti nel declamare, cioè nel recitar versi con azione naturale e con un ca
tomimica portata dagli antichi all’eccellenza. Avanti di quest’epoca, cioè avanti che la rappresentazione indirizzasse il ba
zii e Traci ed Arabi ed Americani, tutti hanno avuto il loro Androne, cioè uno che prima di ogni altro si avvisò di saltare
51 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO III. Stato della Commedia Francese prima e dopo di Moliere. » pp. 36-58
Cornelio illustrate le scene con gli Orazj, col Cinna e col Poliuto, cioè nel 1641 o 1642. Questa commedia assai piacevole
. Volle indi scagionarsi di un sospetto insorto che poteva nuocergli, cioè che nelle imitazioni ridicole avesse satireggiato
menti Italiani, ne’ quali si dipinse il carattere di un falso divoto, cioè dalla commedia latina del Vercellese Mercurio Ron
Tre altri comici rinomati si vogliono nominar con onore dopo Moliere, cioè Regnard, Brueys e Dancourt. Giovanni Francesco Re
lta danzò Luigi XIII nel 1625. Più volte ballò in pubblico Luigi XIV, cioè nell’Ercole amante insieme colla regina, nella ma
52 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO X ed ultimo. Teatro Materiale, ove de’ più rinomati teatri, e della condizione degli attori Greci. » pp. 298-315
suo libro degli uomini insigni riferisce una cosa assai più notabile, cioè che in Isparta ogni vedova quanto si voglia nobil
ella Vita di Silla egli pur mentova un certo Metrobio attore Lisiodo, cioè che rappresentava solo parti di donne, a differen
ne comparire un’ altra165. Nell’alto della scena eravi il Θεολογειον, cioè il luogo onde parlavano le divinità. Nell’alto er
o cittadino potente e adulatore del popolo promulgò una strana legge, cioè che chiunque proponesse di trasportare ad uso di
53 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 863
ni domenica sera. Ognun de’Soci doveva confessarsi tre volte l’anno : cioè la Pasqua di Resurrezione, l’Assunzione e il Nata
54 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO II. LIBRO II » pp. 34-49
sc. 2, fa che Palestrione greco personaggio lo chiami poeta barbaro, cioè non greco, ma latino, la qual cosa non avrebbe po
ca, e non barbara. Adunque Nevio non ebbe la patria greca ma barbara, cioè straniera. Aulo Gellio nel rimproverare a Nevio i
ce che i suoi bei versi mostravano tutta la nativa alterigia Campana, cioè del proprio paese. E’ inutile accumulare argoment
55 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo duodecimo »
. [2] Bisogna richiamar in mente ciò che abbiam detto in altro luogo, cioè che nel risorgimento delle lettere in Italia, com
n altronde deriva se non se dalla più vicina imitazione della natura, cioè dalla espressione più esatta di quei toni natural
rno degli Anfizioni s’introdussero in Atene le gare fra i ceteratori, cioè fra i poeti che cantavano le proprie poesie accom
sé, nacque presso a’ Greci la scienza che i moderni chiamano musica, cioè quella combinazione artifiziosa di suoni che può
ato e più sublime era l’altro vantaggio che aveva il ritmo d’influire cioè sui costumi nazionali, e sulla pubblica educazion
nsazione o imagine, nascono all’opposto due linguaggi diversi, quello cioè del poeta e quello del musico, ciascuno dei quali
musica, si dice ancora della musica strumentale rispetto alla vocale, cioè che vicendevolmente si nuocono per voler ciascuna
? Che al più solo potranno averla nei concerti puramente strumentali, cioè nel genere meno perfetto della musica, siccome qu
Se si parla delle misure semplici, le quali non sono che due la dupla cioè , e la tripla, la prima non esprime che due soli t
seconda tre. Se si parla delle composte, queste non sono che quattro, cioè la quadrupla, ch’è una dupla doppia, la dodecupla
o, il trocheo e il tribraco; poiché misurandosi tutti tre ad un modo, cioè con una tripla, rimangono fra loro indistinti. né
parti principali che costituiscono la nostra armonia equitemporanea, cioè il basso, il tenore, il contralto e il soprano, i
va quantità delle sillabe senza badare agli accenti di puro rinforzo, cioè all’acutezza e gravità de’ suoni nella pronunzia.
mus». Ma dall’accennato testo pretende ricavare un moderno scrittore, cioè il padre Sacchi Barnabita nel capitolo secondo de
56 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO IV. Letteratura e Commedia Turca. » pp. 47-55
ta in Costantinopoli un’ accademia di marina chiamata Muhendis Khanè, cioè camera di geometria aperta verso il 1773. Il prim
lgar soccorso di macchine e di magie e trasformazioni. Dura tre anni, cioè a dire incomparabilmente meno, non dico delle fav
57 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 456-459
tazione in calce : S. A. S. ha ordinato che invece di Gaetano Caccia cioè Leandro, e di Galeazzo Savorini Dottore si paghin
mo ; di quella del sette nelle sue varie specie, espresse dal Donato, cioè  : Palliata, Togata, Atellana, Tabernatia, Mimo, R
58 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO XII. Confronto Apologetico della Opera Italiana, e della Commedia Spagnuola. » pp. 149-181
Ma già viene il Signor Lampillas colla mano armata di acute folgori, cioè de’ passi di alquanti eruditissimi Italiani, i qu
ri. La Tragedia Greca si cantava, e non si cantava, dice il Martelli, cioè non era un Canto deciso, come il Moderno, nè un p
che Metastasio è sicuramente un Poeta superiore a’ loro Poeti Lirici ( cioè Musicali) senza eccettuarne Quinault: che gl’Ital
tiene in tutte le sue Scritture l’opinione del Poeta Filosofo Orazio, cioè che Ficta voluptatis causa sint proxima veris,
is, Sentimento espresso con altri termini da un giudizioso Inglese, cioè che il Vero Poetico sia il Verisimile. Ed Aristot
olcemente i cuori umani . . . . racchiusero gl’insegnamenti in verso, cioè in discorso armonioso, e l’armonia del verso acco
pettatore, il quale col fatto convenga in non cercare un impossibile, cioè una cosa, che non può andare altramente di quello
bjetto del volgo, dove vada? Vado, risponderà ridendo, alla Commedia ( cioè ad una cosa che sa di esser finta): vado a vedere
tore di Urbino ne aggiungo un’ altra di uno non meno divino Artefice, cioè del fonte della Grazia pittoresca, Antonio Allegr
59 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « NOTE ED OSSERVAZIONI DI D. CARLO VESPASIANO in questa edizione accresciute. » pp. 313-326
precise parole: Non si può negare, che negli ultimi predetti secoli, cioè dopo il mille e cento di gran lunga abbondasse pi
inguevano con varj nomi secondo i loro varj mestieri, in Troubadores, cioè trovatori, così detti dal trovar prontamente le r
altro sesso, che aveano spirito, senso e talento per la gaja scienza, cioè per la scienza d’ amore e di poesia a que’ tempi
ico di ciarlatani si comprendevano a que’ tempi non solo gli scenici, cioè i mimi, buffoni ed istrioni ma eziandio i giullar
60 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO III. Se ne’ secoli XIV., e XV. gl’Italiani ebbero Poesie Sceniche. » pp. 14-19
fosse certo ciò che scrive l’Autore della Storia Critica de’ Teatri, cioè che la Poesia Drammatica a imitazione degli Antic
rito di mettere in iscena, al pari del Mussato, una storia nazionale, cioè la caduta di Antonio della Scala Signore di Veron
61 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Del teatro »
interior del teatro, a prescegliere si abbia il legno; quella materia cioè di che fannosi appunto gli strumenti da musica, s
nto di cosi raffinata invenzione, è facile a vedersi: la similitudine cioè , o l’analogia, che immaginarono doversi trovare t
stessa che usavano gli antichi a disporre nel loro teatro i gradini, cioè il semicerchio. Di tutte le figure di un perimetr
62 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO VI. Stato della Commedia Francese prima e dopo di Moliere. » pp. 212-244
Cornelio illustrate le scene con gli Orazii, col Cinna e col Poliuto, cioè nel 1641 e 1642. Questa commedia assai piacevole
. Volle indi scagionarsi di un sospetto insorto che poteva nuocergli, cioè che nelle imitazioni ridicole avesse satireggiato
menti italiani, ne’ quali si dipinse il carattere di un falso divoto, cioè dalla commedia latina di Mercurio Ronzio vercelle
re altri comici rinomati si vogliono mentovar con onore dopo Moliere, cioè Regnard, Brueys e Dancourt. Giovanni Francesco Re
una volta Luigi XIII nel 1625. Più volte ballò in pubblico Luigi XIV, cioè nell’Ercole amante insieme colla Regina, nella ma
63 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Latino e del Libro II — CAPO V » pp. 4-31
Dittatore L. Cornelio Silla venne Roscio onorato col l’anello d’oro, cioè fu ascritto all’ordine equestre. In fatti la disi
are in pubblico la pirrica) promettendogli cinquecentomila sezterzii, cioè intorno a quattordicimila ducati napolitani. Più
esse vedasi Alberto Fabrizio Biblioth. Lat. lib. IV. b. Dell’esodio, cioè di questa spezie di tramezzo fatto da’ mimi o lud
che non vennero compresi nel bando degl’Istrioni i Tragedi e Comedi, cioè coloro che recitavano e cantavano drammi regolati
64 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 83
veste su le scene, ei non somiglia a sè stesso che in una sola cosa, cioè in esser sempre eccellente. » Di lui abbiamo t
65 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO VII. ed ultimo. Vuoto della Storia teatrale. » pp. 248-280
, e l’ arte ne acquista perfezione; ma ciò s’intende quando la legge, cioè la ragione, gastiga i delitti, non già quando un’
ù deplorabile per l’umanità a cagione del concorso di tante calamità, cioè di guerre, d’incendii, di fame, di peste che all’
i non si trova se non quello che ebbero tutte le nazioni anche rozze, cioè musica, balli e travestimenti adoperati ne’ loro
e potuto, facendo parola di quanto noi abbiamo non ha guari riferito, cioè de’ giuochi teatrali dati in Cadice da Balbo, del
adoperando quasi sempre una molla per la loro nazione efficacissima, cioè la forza del fato e l’infallibilità degli oracoli
erno però su cui volgesi la tragedia Romana, è lo stesso della Greca, cioè il fatalismo, se tralle conosciute se n’ eccettui
66 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO I. Teatro Inglese. » pp. 189-231
atone in essa è mediocre; e la sua mediocrità deriva da due sorgenti, cioè da una languida e inutile congiura di due furbi c
erato con Siface che gli rassomiglia. L’atto poi termina all’inglese, cioè con una poetica comparazione, compresa nell’ orig
anguidi amori; ed ebbe maggiormente torto per la ragione che ne reca, cioè che l’amore di Marzia è degno di una vergine Roma
a storia teatrale contribuisce ai progressi del gusto nella gioventù, cioè le bellezze più che i difetti de’ componimenti, c
tato, forse per quello che nel medesimo dialogo di Platone s’insegna, cioè che vieta il sommo Imperante di sprigionar lo spi
li ultimi fogli periodici due tragedie quivi pur pubblicate nel 1788, cioè la Sorte di Sparta, ossia i Re Rivali, ed il Regg
ella del sig. Gay rappresentata nel 1728. Il titolo è Beggars’ Opera, cioè l’Opera del Mendico, e non già de’ Pezzenti, come
i attrici ma non così naturali ebbe la Gran-Brettagna. Dopo la Nelly, cioè Elena Guyn attrice comica sì cara al re Carlo II,
67 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 296
del Bartoli, poichè Domenico era già morto nella primavera del 1774, cioè quindici anni prima dell’incontro di questo col C
68 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO XV. ed ultimo. Conchiusione con pochi Avvisi amorevoli agli Apologisti. » pp. 214-236
, e mi correggeste gl’importantissimi errori di Critica, e di Storia, cioè l’aver chiamati Colloquj Pastorali tutte le favol
l letargo, è lo stesso che volerne essere a bello studio piaggiatore, cioè nemico tanto più pernicioso, quanto più occulto.
Pais, come altresì le Accademie, che riguardano al medesimo oggetto, cioè quella di Siviglia, di Barcellona, di Vagliadolid
delle celebri Città Italo-Greche ci rimase qualche cosa più preziosa, cioè a dire la memoria gratissima della dottrina di ta
ce sia fondazione Fenicia, per quel che dice Sallustio ne’ Frammenti, cioè che non la fondarono, ma le mutarono il nome di T
69 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo quinto »
za, potevano trasferiti alla musica moderna contribuir a migliorarla, cioè la dottrina dei generi e dei modi. A cotal impegn
di mestieri ripigliar da più alto la trattazione. [6] La consonanza, cioè quell’intervallo armonico, nel quale i due toni g
venne appigliarsi alla seconda. Questo fu d’introdurre le dissonanze, cioè quell’intervallo ove l’accordo di due suoni si tr
’ principali mezzi fu quello d’applicar l’armonia a parole cantabili, cioè a poesie appassionate ed affettuose. [14] Avvegna
fiore della toscana letteratura; l’occasione in cui fu rappresentata, cioè nello sposalizio di Maria Medici col re di Franci
al quale urtano sovente gli inventori in cotai generi, la mescolanza, cioè , dell’antica imitazione colle moderne usanze. La
ai leggiadra tratta dalla Flora d’Andrea Salvadori, stampata nel 1628 cioè anni vent’uno prima del Giasone. «I’era pargole
70 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO I. Stato della poesia scenica in Francia. » pp. 3-12
e nel 1547; e dieci anni dopo s’impresse in Parigi il suo Eptamerone, cioè sette giornate di novelle giocose ma soverchio li
e di talento, e tra esse, oltre al medesimo Jodelle, due altri poeti, cioè Remigio Belleau, e il nominato Giovanni De la Per
71 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO I. Teatro Alemanno. » pp. 4-31
l disegno di una riforma, ma molti ne disapprovavano il mezzo scelto, cioè l’esempio de’ Francesi. «Il nostro gusto e i nost
ie in prosa sul gusto inglese si coronarono verso il 1780 in Amburgo, cioè i Gemelli di Klinker , ed il Giulio di Taranto di
anto difficile al Wieland autore del Mercurio tedesco. Ma il Postzug, cioè il Tiro a quattro commedia del medesimo Ayrenhoff
un buon padre di famiglia per farlo trionfare utilmente sulla scena; cioè l’obbligare, ad onta della propria nobiltà, il fi
72 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 982-983
fazione al Tomo XIII delle sue opere (Ediz. Pasquali) : Primo Zanni, cioè Brighella, Pietro Gandini Veronese, comico di gra
73 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [I-H-K]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1060-1062
72, un anno avanti la pubblicazione delle rime del Vestamigli, quando cioè l’Isola si trovava a recitare a Bologna con Angio
74 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO III. Teatri Orientali. » pp. 17-27
uando risorsero? sotto qual cielo acquistarono la forma più perfetta, cioè più dilettevole e più instruttiva? Tutto ciò si d
e della giustizia, si eseguiva una musica chiamata Tchoung-hochao-yo, cioè che inspira concordia verace. Nel leggerglisi qua
75 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 743-748
o Locatelli sappiamo che la Compagnia era composta di nove persone, «  cioè due Innamorati, due Donne, la Rufiana, un Coviell
uolo vestita alla francese e tradotta in italiano per G. A. Z. D. O. ( cioè  : Giovan Andrea Zanotti detto Ottavio), dedicato
76 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « LIBRO VIII. Teatri settentrionali del XVIII secolo. — CAPO I. Teatro Inglese. » pp. 232-294
atone è in essa mediocre; e la sua mediocrità deriva da due sorgenti, cioè da una languida inutile congiura di due furbi che
erato con Siface che gli rassomiglia. L’atto poi termina all’inglese, cioè con una poetica comparazione compresa nell’origin
disapprovati. Ed ebbe maggiormente torto per la ragione che ne reca, cioè che l’amore di Marzia è degno di una vergine roma
a storia teatrale contribuisce ai progressi del gusto nella gioventù, cioè le bellezze più che i difetti de’ componimenti, c
tato, forse per quello che nel medesimo dialogo di Platone s’insegna, cioè che vieta il sommo Imperante di sprigionar lo spi
el secolo XVIII si lodano due tragedie pubblicate in Londra nel 1788, cioè la Sorte di Sparta, ossia i Re Rivali, ed il Regg
iddons e della Cibber diverse altre attrici stimabili. Dopo la Nelly, cioè Elena Guyn attrice comica sì cara al re Carlo II,
ella del sig. Gay rappresentata nel 1728. Il titolo è Beggars’ Opera, cioè l’Opera del Mendico, e non già de’ Pezzenti, come
77 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO II. Progressi della poesia comica nel medesimo secolo. » pp. 175-262
e del Machiavelli, si vedrà che furono scritte assai prima del 1520, cioè intorno al 1498 o poco più; e per conseguenza che
o Della commedia, e farle serbar l’ordine. 107 Ariosto da prima, cioè ne’ suoi verdi anni, cominciò a scrivere le sue f
ne particolari. Reca singolar diletto al filosofo che non arzigogola, cioè che ragiona con sicurezza di dati, il rintracciar
adusse in prosa Francese, e s’impresse in Parigi nel medesimo secolo, cioè assai prima che vi si conoscesse il teatro Spagnu
resto da Roma vengano quì . . . . perciocchè la terra che vedete quì ( cioè nella scena) è Roma, la quale già esser solea sì
del Castiglione conservate in Mantova, che ella fu in Roma nel 1514, cioè su i principj del pontificato di Leone X118. La t
bbero addurre in pruova; ma ci contenteremo di un solo dell’atto III, cioè di una parte del racconto che fa il servo al vecc
alternativamente. Vi si pongono alla berlina due personaggi ridicoli, cioè un Sanese scempiato che viene in Roma per farsi c
ata della Cattolica Fede) volle usare in tal commedia un nuovo metro, cioè uno sdrucciolo di sedici sillabe125, fatica e inv
pose in versi ch’è il Pellegrino impressa nel 1560, e sette in prosa, cioè l’Ermafrodito, il Ladro, il Marinajo, la Notte, i
chio Loredano, che dal 1587 al 1608 pubblicò sette commedie in prosa, cioè i Vani amori, la Malandrina, la Turca, l’Incendio
iamato il Ruzzante scrisse alcune commedie che s’impressero nel 1598, cioè la Fiorina, la Vaccaria, l’Anconitana e la Piovan
commedie, ove acciabattò quanto avea in iscena recitato come attore, cioè le rodomontate. Generalmente i pubblici commedian
paesi si sono infinite volte dipinte le donne con siffatto carattere, cioè distinte per grado e per virtù. Se M. Castilhon a
78 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO III. Teatro Olandese: Danese: Suedese: Polacco. » pp. 253-256
n musica dal Nauman, ed altre favole musicali imitate dalle francesi, cioè Procri e Cefalo, Anfione, Nettuno ed Anfitrite. I
79 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 786-787
bra a me che fra essi molti declamino, e due soli veramente parlino ; cioè Cesare Dondini e la Romagnoli. » Ed Ernesto Rossi
80 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO III. Commedie del secolo XVII. » pp. 292-313
Bulgarini pubblicata nel medesimo anno, e le commedie del Malavolti, cioè i Servi Nobili del 1605, l’Amor disperato del 161
eglio. Esse veramente non portano il nome dell’autore che le compose, cioè di Francesco d’Isa sacerdote erudito che dimorava
no fu ancora Lorenzo Stellati autore pregevole di altre due commedie, cioè del Furbo uscita in Napoli nel 1638, e del Ruffia
81 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO V. Primi passi del dramma musicale. » pp. 295-309
squisito gusto che abbia a’ nostri dì ragionato dell’opera in musica, cioè del conte Algarotti) di rimettere sul teatro mode
153. Così terminò il secolo XVI glorioso in tante guise per l’Italia: cioè per aver fatta risorgere felicemente in aureo sti
del suo poema della Musica pubblicato due anni dopo della mia Storia, cioè nel 1779; e benchè egli non si sia curato di cita
82 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO III. Spettacoli scenici in Inghilterra. » pp. 21-36
ben poco il cuore umano. Notate come il sangue di Cesare lo seguiva ( cioè seguiva il maledetto acciajo di Bruto) come sforz
ne impiega ben quaranta solo in esagerate lodi della sua innamorata, cioè di Shakespear. Non è maraviglia che nella medesim
greche lettere, e fu la prima a comunicarle al rimanente dell’Europa, cioè alla Spagna per mezzo del Poliziano ammaestrando
83 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimosesto »
ballo. Una dove l’uom non ha altro disegno che di ballar per ballare, cioè di eseguire certi salti regolati o per manifestar
alle leggi stesse alle quali soggiacciono tutte le arti d’imitazione, cioè di dare alla spezial materia che scelgono esse co
esigono le azioni drammatiche, e gli argomenti della oratoria. Debbe cioè apparire la danza una, varia, ordinata, convenien
za una, varia, ordinata, conveniente e patetica. Una, che rappresenti cioè un’unica azione principale senza divagarsi in epi
caratteri, il tempo, il luogo, e le circostanze171. Infine patetica, cioè che così acconciamente dipinga i movimenti propri
che in questi e simili casi la danza non è propriamente pantomimica, cioè rappresentativa d’una qualche azione determinata,
ssimo fatti; in cima il Nettuno col tridente ecc. dietro otto mostri, cioè quattro innanti, e quattro dappoi tanto ben fatti
feste teatrali rappresentate alla corte, in qualcheduna delle quali, cioè pel Trionfo d’Amore ballò il medesimo re Luigi de
i partigiani, era giunta presso ai Romani, a quel grado di perfezione cioè che nasce dall’eseguire col solo aiuto de’ gesti
oncetto mentale dell’uomo espresso al di fuori con due segni il gesto cioè , e la voce; ciascuno d’essi segni dee perder molt
o genitore? Come esporre alla vista ciò che accadde dietro alle scene cioè il biglietto trovato da Bruto sotto la statua di
necessario un qualunque compenso, e attesa l’indole degli spettatori, cioè di que’ sibariti in materia di gusto, che voglion
84 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO V. Tragedia Francese nel secolo XVIII. » pp. 75-133
te più della precedente del difetto generale delle tragedie francesi, cioè vi si scorge più copia delle stesse espressioni p
venevolezza ciò che dice la Reina nella scena quarta dell’atto primo, cioè che all’arrivo di Don Pietro in corte i di lui oc
ella scena quarta dell’atto II con tanta poca grazia e fuor di tempo, cioè mentre la reina è in procinto di tutta abbandonar
o ancor più feroce. Inimitabili sono le due scene di Bruto con Cesare cioè la quinta dell’atto II, in cui Cesare gli palesa
aometto tralle tragedie è quello, che fu tralle commedie il Tartuffo, cioè un capo d’opera ammirato per sentimento dagl’ imp
l’autore si prefisse il più bel fine a cui siesi elevata la tragedia, cioè mostrare quanto la forza della virtù della religi
ore. Rimane a parlare di un altro tragico Parigino de’ nostri giorni, cioè di M. de Belloy morto nel 1775. Benchè privo egli
come storico. La sua favola è posta in mezzo a due baluardi istorici, cioè a una prefazione e ad alcune note nel fine. Nell’
de’ Mori per iscuoterne il giogo? Ma sia pure l’ Avogadro un ribelle, cioè un suddito oppresso che non ha la virtù della tol
85 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Dei balli »
dai Francesi con che perfezionare la nostra opera; da quella nazione cioè che ha preso da esso noi la opera medesima.
86 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO II. Teatro Olandese: Danese: Suedese: Polacco. » pp. 32-37
usica dal Nauman, e con altre favole musicali imitate dalle francesi, cioè Procri e Cefalo, Anfione, Nettuno ed Anfitrite. I
87 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 28-29
i comici nell’ultimo atto della comedia uenerono un pocho alle mani, cioè Triuelino e Ottauio dentro pero, e dicono che fos
88 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « LETTERA » pp. 3-14
moltiplichiamo le nostre ciancie, purchè ci troviamo i nostri conti, cioè finchè io mi diverta nel mio ozio, ed Ella possa
za sotto il gran nome di Patria). La nostra pugna è per una Dulcinea, cioè per una divinità che noi stessi ci formammo dando
89 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO II. Prima Epoca del Teatro Latino. » pp. 16-128
colle lettere. I primi suoi maestri retori e poeti furono Semigreci, cioè Greci delle Calabrie, perchè i primi che v’introd
o sei anni dopo che Livio ebbe introdotta la poesia teatrale in Roma, cioè verso l’anno 519, Gneo Nevio poeta nato nella Cam
el Consolato di Publio Sempronio Tuditano e di Marco Cornelio Cetego, cioè l’anno di Roma 549, benchè Varrone stesso citato
mo, per quello di Ennio composto nel settantesimo anno della sua età, cioè in quello in cui fini di vivere. La sua Medea Esu
isa si lamenta nell’atto I: Τις αμυνει; ποια γεννα, Ποια δε πολις, cioè Chi mi difende? qual gente? qual città? Ennio n
αρ ἐκ τʹ αδοξοὺτω ίων, Χακ τὼν δοκουντων, ἀυτὸς ου ταυτον τε σθενει, cioè , Non ha la medesima forza il medesimo discorso p
imiglianza facendo che Alcmena nel tempo solo della rappresentazione, cioè in una notte e un giorno resti incinta e partoris
novità simile a quella che abbiamo osservata in alcune di Aristofane, cioè l’illusione distrutta dal medesimo poeta. Aristof
lior gusto quasi intatta la più utile investigazione de’ loro drammi, cioè quella de’ tratti più vivaci, de’ vaghi colori sc
lidisca e Pegnio; e la loro scena è vivace e propria di tali persone, cioè di una fante di un ruffiano e di un ragazzaccio m
s (at. II, sc. 2) fa che Palestrione Greco lo chiami Poeta Barbaro , cioè non Greco ma Latino, la qual cosa non avrebbe pot
a, e non barbara. Adunque Nevio non ebbe la patria Greca, ma barbara, cioè straniera. Aulo Gellio nel rimproverare a Nevio i
ce che i suoi bei versi mostravano tutta la nativa alterigia Campana, cioè del proprio paese. E’ inutile accumolare altri ar
90 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo primo »
i caratteri, ma che gli esprima cogli stromenti propri dell’arte sua, cioè col verso, e collo stile poetico; altrimenti s’av
usica imita la natura, ma la imita pei mezzi, che le si appartengono, cioè col canto e col suono: il qual linguaggio, attesa
la collocazione, la pronunzia, e il suono stesso de’ segni arbitrari, cioè delle parole l’immagine mentale da lui creata esp
che le somministra la poesia. Ed ecco un altro distintivo dell’opera cioè la simplicità, e la rapidità dell’argomento. [14]
inguaggio, che corrisponde al canto, debbe essere diverso dal comune, cioè , tale quale si converrebbe ad un uomo, che esprim
zione ci porta ad un altra cognizione non meno interessante, a quella cioè dei diversi generi di canto che corrispondono al
ora l’aria dovrà essere come una cscita, una scappata del sentimento, cioè quella riflessione ultima, in cui l’anima si trat
si affaccia un dubbio importante, che conviene dilucidare, il sapere cioè se alla interna costituzione del dramma convengan
91 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO I. Tragedie. » pp. 4-67
famelici, voler dar legge di tutto tutto ignorando. Sette anni dopo, cioè nel 1770 l’istesso Moratin fe rappresentare ed im
ella trincea del campo di San Roque sotto Gibilterra3. Due anni dopo, cioè nel 1773 Don Tommaso Sebastian y Latre Aragonese
he tanti dolori cagionò agli Achivi? Errò Stazio cantando la Tebaide, cioè le discordie fraterne ed il regno alternato comba
a egli stesso no se ha hecho bien cargo di ciò che io dissi e ripeto, cioè che esse converrebbero a’ Numantini usate a tempo
all’azione. Terma sacerdotessa dipinge a lungo quel che tutti sanno, cioè la strage che fa la fame ne’ Numantini ridotti, m
ella Judia de Toledo del poeta Diamante da noi mentovata nel tomo IV, cioè la morte data da’ Castigliani a una Ebrea Toledan
ro di casa, e spogliato da’ Mori di Spagna e da quattro re Cristiani, cioè di Leone, di Portogallo, di Aragona e di Navarra.
sagerarne i rapidi funesti effetti; ma aggiugnere che questo fulmine, cioè questa spada siasi spiccata dalle nubi, è falsità
a di correggere Sofocle per far che quedase con menos impropriedades, cioè che rimanesse spoglio della maggior parte delle i
nno speso onoratamente il loro ozio in comporre tragedie in italiano, cioè dell’ab. Don Giovanni Colomès Catalano, Don Emman
92 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 18-20
n raccomandato a prova nel suo tirocinio teatrale i due suoi maestri, cioè il proprio genitore, comico distinto a que’tempi,
93 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO I. Teatro Spagnuolo. » pp. 4-134
e più d’una del Montalbàn che si ripete quasi in ogni anno in Madrid, cioè la Lindona de Galicia, e los Amantes de Teruel.
o me l’hanno fatta conservare in teatro ad onta di tante stravaganze, cioè il carattere vendicativo di questa dama che parla
egno di miglior fortuna. Diego si avvisa d’implorare un altro favore, cioè di permettergli di sperare la mano della figliuol
il poeta; perchè in vece di prefiggersi l’insegnamento di una verità, cioè che le passioni sfrenate e la pazza gelosia cagio
sce, e si trovano nel medesimo luogo dove l’abbandonò la prima volta, cioè a vista di Benamexì città de’ Mori. Dispettoso l’
mettersi per ipotesi che gli amanti sieno un Perfetti e una Corilla, cioè verseggiatori estemporanei, è impossibile persuad
inserita nel suo Teatro Spagnuolo con altre due del medesimo autore, cioè col Parecido en la corte, e con No puede ser guar
ie applaudite, e solite anche al presente a rappresentarsi in Madrid, cioè el Montattes Juan Pasqual, ed el Sabio en su reti
ma s’intitola No ay plazo que no se compla, ni deuda que no se pague, cioè non vi è tempo prefisso che non arrivi, nè debito
dare questa massima: que no es ciencia que se studia la del reinar , cioè che l’arte di regnare non si studia, la quale è m
si. Adunque dalla favola di Candamo risulta uno sciocco insegnamento, cioè che l’arte del regnare non s’impara se non col so
ode, è che vi si mostra coll’esempio di Camillo questa verità morale, cioè che un principe buono, che voglia bene adempiere
Saverio Bettinelli, che volle scherzare con una asserzione non vera, cioè che essi nè anche sapevano ridere senza gravità
lo seccano bevendo, e con ciò, la puente de su misma sed fabrican , cioè si fabbricano un ponte colla propria sete, seccan
94 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO IV. Teatro Spagnuolo. » pp. 196-285
rtoghese poeta rinomato scrisse quattro commedie impresse in Lisbona, cioè due sull’Assedio di Diu, e due sulla Pastorella A
ne più d’una di Montalbàn che si ripete quasi in ogni anno in Madrid, cioè la Lindona de Galicia, e los Amantes de Teruel.
me l’hanno fatta conservare sul teatro ad onta di tante stravaganze, cioè il carattere vendicativo di questa dama che parla
egno di miglior fortuna. Diego si avvisa d’implorare un altro favore, cioè di permettergli di sperare la mano della figliuol
il poeta; perchè in vece di prefiggersi l’insegnamento di una verità, cioè che le passioni sfrenate e la pazza gelosia cagio
orotea trovandosi nel medesimo luogo dove l’abbandonò la prima volta, cioè a vista di Benamexi città de’ Mori. Dispettoso l’
a mettere per ipotesi che gli amanti sieno un Perfetti e una Corilla, cioè verseggiatori estemporanei, è impossibile persuad
inserita nel suo Teatro Spagnuolo con altre due del medesimo autore, cioè il Parecido en la Corte, e No puede ser guardar l
ie applaudite, e solite anche al presente a rappresentarsi in Madrid, cioè el Montañes Juan Pasqual, ed el Sabio en su retir
ma s’intitola No ay plazo que no se cumpla, ny deuda que no se pague, cioè non vi è tempo che non giunga nè debito che non s
a piace-volezza di questa ridicola favola. El Castigo de la miseria, cioè il castigo dell’avarizia, di Giovanni la Hoz lasc
ci. Adunque dalla favola di Candamo risulta uno sciocco insegnamento, cioè che l’arte del regnare non s’impara se non col ma
de, è che vi si mostra coll’ esempio di Camillo questa verità morale, cioè che un principe buono che voglia bene adempiere a
nda lo seccano bevendo, e con ciò la puente de su misma sed fabrican, cioè si fabbricano un ponte colla propria sete. 119.
95 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO XIII. » pp. 182-206
o come i Volgari sul Paolino, sul Koulicán, sulla Conquista del Perù; cioè a dire, che i Dotti accoppiano il gusto al discer
colui che scrisse nella Caverna di Salamina? Le Poesie delle Grazie, cioè a dire di Pietro Metastasio da circa sessant’anni
ad intendere a’ suoi compatrioti una cosa contraddetta dalla Storia, cioè che in tutte le Nazioni i Poeti scenici, al pari
bisognava che leggeste tutta, e col soccorso di qualche comentatore), cioè nel secolo di Augusto, non era volgo di gusto cor
uno sapesse dell’altro, e Racine e Corneille a un medesimo argomento, cioè alla Tragedia di Berenice. Veda dunque, che eravi
96 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 606-607
llo del Sig.r Duca Conti, et mi portarono versi p. doi altre machine, cioè il sole che p. non ueder il tradim.º che corse ne
97 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 999-1001
la Compagnia Reale Sarda ; Clelia e la Plutomania, il ’54-’55, quando cioè la Reale Sarda, non più sovvenuta dallo Stato, di
98 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XVII ultimo. Teatro Materiale, ove de’ più rinomati Teatri, e della condizione degli Attori Greci. » pp. 213-238
suo libro degli Uomini insigni riferisce una cosa assai più notabile, cioè che in Isparta ogni vedova quanto si voglia nobil
. E nella Vita di Silla mentova pure un certo Metrobio attore Lisiodo cioè che rappresentava parti di donne, a differenza de
o cittadino potente e adulatore del popolo promulgò una strana legge, cioè che chiunque proponesse di trasportare ad uso di
99 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO V. Continuazione del teatro Latino. » pp. 222-242
Dittatore L. Cornelio Silla venne Roscio onorato coll’ anello d’ oro, cioè fu ascritto all’ordine equestre. In fatti la disi
are in pubblico la pirrica) promettendogli cinquecentomila sesterzii, cioè intorno a quattordicimila ducati Napoletani. Più
. Di esse vedi il Fabrizio Bibliot. Lat. lib. IV. 131. Dell’ esodio, cioè di quella spezie di tramezzo fatto da’ mimi o lud
100 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO VIII. Degl’Inventori del Dramma Pastorale. » pp. 86-94
o si lascia dietro un nemico non meno forte del Cefalo, e dell’Orfeo, cioè l’Egle del Giraldi pubblicata nove anni prima del
Sarà così: ma non per la piacevole ragione asseritane dal Lampillas, cioè che poco dopo il Rueda morì. Forse non si può mor
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