re il suo, o i suoi personaggi nel Sior Serafin Bonigolo, ad esempio,
dai
Storti del Dolo, vestito tra l’antico e il modern
ori pregievoli come il Gandini, il Mingoni, il Vedova : a poco a poco
dai
villaggi della Svizzera si passò alle grandi citt
lmo Privato, vi è anch’oggi, e vi starà per un pezzo, amata e stimata
dai
compagni, dal pubblico, dalla stampa, per la dolc
la bontà dei costumi, per l’amore e il rispetto dell’arte. Nacquer
dai
coniugi Borisi Armando e Maria : quello, divenuto
ello in castello, da città in città, accompagnati dalle loro moglie e
dai
loro figliuoli, a imitazione degli antichi Rapsod
es”, o “Trovatori”, “Canterres” quelli che cantavano i versi composti
dai
primi, e “Giullares” ovvero siano “Giocolieri” co
, che venivano a loro servigio, cominciarono a farsi conoscere di qua
dai
monti, ove insieme colla maniera loro di poetare
e, che gli Italiani facevano uso della musica strumentale profana fin
dai
tempi della famosa Contessa Matilde. Ma la gloria
i, hassi ogni ragione di credere che siffatta usanza conosciuta fosse
dai
provenzali anche prima del 1100, sino alla qual e
tigio non si scorge d’imitazione. Niuna favola arabica posta in versi
dai
provenzali, niuna question filosofica, delle qual
o voluttuoso d’una bella quando sospira alla fragranza aromatica, che
dai
boschi della Idumea schiude il vento Imperador de
o Imperador dei deserti, l’arco iride ad un ponte levatoio fabbricato
dai
numi per mantener il commercio fra il cielo e la
gran difetto era quello d’essere troppo uniforme, e di sembrar fatta
dai
poeti sopra un unico getto. Gli argomenti delle l
ne rendevano la mollezza assai più scusabile. Pure volendo giudicare
dai
frammenti che ci restano, essi ci fanno vedere tu
di poesia, converrà dire che il ramo della ragione poetica coltivata
dai
provenzali, indi trasferito in Italia ne produces
’esaminare le varie forme che prese dalle circostanze, dalla voluttà,
dai
costumi. Cresciuta la lingua italiana, crebbe par
ione, che una libera ed espontanea emanazion del talento. Ciò si vede
dai
nomi che diedero i primi Italiani alle stanze di
Italia appresso ai principi, e tanta autorità ne acquistarono di qua
dai
monti massimamente nel perfezionar il contrappunt
Gaffurio e gli altri partigiani di Guido, fu alla perfine abbracciato
dai
più valenti Italiani46. Frate Pietro d’Uregna dim
ntovati che possono chiamarsi di prima classe, molti vi furono di qua
dai
monti peritissimi nell’uno e nell’altro genere. E
nte altre, delle quali parlano a lungo gli eruditi. Dagl’intermedi, e
dai
cori passò la musica ad accompagnar qualche scena
ni, dalle canzoni alle maggiolate, canti carnascialeschi e madrigali,
dai
madrigali ai cori e agl’intermezzi, e da questi f
Andres, e la giusta stima che ho de’ suoi talenti, non mi dispensano
dai
rispondere a quanto si è compiaciuto di scrivere
presi ad imitare da essi.» Quest’asserzione è positivamente smentita
dai
fatti. Non una, ma più volte si trova nelle poesi
» Con questa bella logica si potrebbe far venire la poesia provenzale
dai
Latini, dai Greci, dai Celti, dai Persiani o dai
bella logica si potrebbe far venire la poesia provenzale dai Latini,
dai
Greci, dai Celti, dai Persiani o dai Chinesi egua
ca si potrebbe far venire la poesia provenzale dai Latini, dai Greci,
dai
Celti, dai Persiani o dai Chinesi egualmente che
bbe far venire la poesia provenzale dai Latini, dai Greci, dai Celti,
dai
Persiani o dai Chinesi egualmente che dagli arabi
la poesia provenzale dai Latini, dai Greci, dai Celti, dai Persiani o
dai
Chinesi egualmente che dagli arabi, poiché essend
e fecero i Greci e i Latini, e se cotal misura e quantità fu ignorata
dai
provenzali, dunque non si può dire, che i versi d
co delle leggi e della religione indiana conservato con tanta gelosia
dai
Brachmman, o bramini era un articolo, che prescri
el regno rappresentando i loro rozzi spettacoli, e che protetti prima
dai
signori furono poi sotto Carlo Magno condannati d
sull’orizzonte nel mezzo giorno. Che in particolare fosse conosciuto
dai
normanni, e dai goti, io lo dissi appoggiato alle
nel mezzo giorno. Che in particolare fosse conosciuto dai normanni, e
dai
goti, io lo dissi appoggiato alle rispettabili au
me se gli Spagnuoli e i francesi non avesser preso strumenti musicali
dai
Greci, dai Latini e dai settentrionali dal paro c
pagnuoli e i francesi non avesser preso strumenti musicali dai Greci,
dai
Latini e dai settentrionali dal paro che dagli ar
francesi non avesser preso strumenti musicali dai Greci, dai Latini e
dai
settentrionali dal paro che dagli arabi. Peggio p
azione a me, che trovo introdotta la musica strumentale in Italia fin
dai
tempi della Contessa Matilde, cioè più d’un secol
ie.» 51. [NdA] L’accennato argomento era il tema solito a proporsi
dai
Greci nelle tenzoni o combattimenti poetico-music
ti, e nella quale scrisse anche il Molino alcune barzellette ispirate
dai
preparatori della battaglia di Lepanto. Dettò in
op. cit.). 11 Maggio 1567. S. E. ha fatto recitare oggi una comedia
dai
Gratiani. 18 » » Heri si fece nel palazzo del S
secolo scorso. Fu lodato e stimato non solamente dal pubblico, ma sì
dai
comici, e morì nel miglior tempo della sua vita a
a l’implacabil Nettuno, che scuotendo col tridente le mura, le faceva
dai
fondamenti crollare. S’Enea abbandona Didone è pe
musulmani dopo la morte loro, non altronde ebbero principio se non se
dai
voli dell’inquieta imaginazione avvivata dal desi
la custodia più gelosa di loro, e il combatter per esse, e il ritorle
dai
rapitori, e il farsi molti un punto d’onore caval
della propria fievolezza pregiassero molto i cavalieri prodi e leali,
dai
quali oltre l’istinto naturale del sesso, attende
, e dalla voga che avea preso nel popolo quel maraviglioso tramandato
dai
settentrionali, nacquero i romanzi in verso e in
eggono fellonie de’ malandrini severamente punite, provincie liberate
dai
tiranni e dai mostri, cortesie, e prodezze impare
e de’ malandrini severamente punite, provincie liberate dai tiranni e
dai
mostri, cortesie, e prodezze impareggiabili de’ p
aveala dettata in Atene il suo pittoresco e sublime autore, ma quale
dai
torbidi fonti della setta alessandrina a noi si d
el Creatore, comparve nei libri di que’ metafisici non diversi in ciò
dai
poeti un altro universo fantastico pieno di emana
se che si esporranno nel capitolo ottavo, rimase nella sua mediocrità
dai
tempi del Caccini e del Peri fino a più della met
cinque anni di sregolatezze ogni avere della povera vedova. Consunto
dai
vizj, morì improvvisamente a Trieste la primavera
estare una mensa lautamente imbandita ». Nell’Arlecchino perseguitato
dai
quattro elementi Giovanni Roffi rinnovò la comica
lla Filodrammatica del Teatro Nazionale, Alessandro Emanuel, ammirato
dai
pregi della bionda attrice, la scritturava per le
sò prima attrice assoluta nella Compagnia di Cesare Rossi, osteggiata
dai
più, che vedevano in lei nelle grazie del viso, l
cipio a un corso di recite con un prologo in versi (stampato in Siena
dai
torchi di Francesco Rossi), esaltante la città di
Santi Virginia. Nacque il 1836 a Senigallia
dai
coniugi Sassoli, poverissimi. Carlo e Margherita
a voce considerata in se stessa non è altro che l’aria sospinta in su
dai
polmoni, la quale introducendosi per canale, che
revoli, secondo che più o meno dura l’espirazione dell’aria, che esce
dai
polmoni. Attalchè tutte le regole che si danno pe
vate, che dalla continua osservazione di ciò che succede in natura, e
dai
diversi alzamenti, o abbassamenti di voce, dalla
a quai fonti siano derivati i successivi cangiamenti ad essa avvenuti
dai
Romani in quà, potrà egli a mio giudizio rinvenir
stata l’Italia né tutta intiera, né lungo tratto di tempo soggiogata
dai
barbari, la favella italiana ha potuto conservar
o non dee tutta ripetersi dal latino parlare o dal settentrionale, ma
dai
rottami ancora della lingua italica primitiva ant
della lingua italica primitiva anteriore alla latina, e che formavasi
dai
dialetti etrusco, indigene, osco, greco, sabino,
i dialetti etrusco, indigene, osco, greco, sabino, e tant’altri usati
dai
rispettivi popoli che abitavano questi paesi. Di
come Dante fu il primo ad aggiugner la robustezza purgando la dizione
dai
Gotici e Latini avanzi che vi rimanevano nelle ru
ntoppo; che le consonanti più ruvide, e meno musicali tanto adoperate
dai
Latini, dai Francesi e dai popoli settentrionali,
le consonanti più ruvide, e meno musicali tanto adoperate dai Latini,
dai
Francesi e dai popoli settentrionali, come sarebb
iù ruvide, e meno musicali tanto adoperate dai Latini, dai Francesi e
dai
popoli settentrionali, come sarebbero “f, p, t, c
, fu tra'partigiani del Menotti, e a Correggio fu minacciato di morte
dai
contadini reazionarj, dopo che Francesco IV d’Est
la strada ad altrui di avvezzar le orecchie, corrotte per tanti anni
dai
giuochi inetti di certi moderni comici, alla grav
fianco di tanto maestro, coprir degnamente il suo posto, festeggiata
dai
pubblici vari d’Italia e forestieri.
esi a sostituirlo, e quivi si trovava ancora nell’ '83, ammiratissimo
dai
comici e dal pubblico per la prontezza di spirito
e des farces et moralitez les plus exquises. Da un documento estratto
dai
Registri del Municipio, in data 12 dicembre 1530,
. Esuberante di vita, ricca d’ intelligenza, benevolmente accolta
dai
pubblici come una gentile promessa, ella avrebbe
Marianna, che da lui educata all’arte riuscì a farsi molto apprezzare
dai
vari pubblici sì nelle commedie e nei drammi, sì
rti di generico primario e di primo attore ebbe tanti schietti encomj
dai
giornali e dai pubblici nostri e forestieri, mett
primario e di primo attore ebbe tanti schietti encomj dai giornali e
dai
pubblici nostri e forestieri, metto qui una nota
59 il ruolo di caratterista in Compagnia Pezzana e Marchi, applaudito
dai
pubblici migliori. Scioltasi la compagnia, si scr
pugnale ch’ebbe, quattro dita più su del cuore, da mano sconosciuta,
dai
quali non si riebbe più mai compiutamente. Le pri
Napoli con la Sadowski e Majeroni, e il '68 con Zoppetti e Vitaliani,
dai
quali si sciolse per passare a seconde nozze col
le uscite di scena a improvvisazioni convenzionali, che gli fruttavan
dai
pubblici poco educati al bello frenetici applausi
morì, a Rovigno d’Istria, il 12 gennaio 1859, assistito amorosamente
dai
fratelli d’arte, e dal figlio Luigi. Parte del
rgis, ufficiale delle guardie, in mezzo a un cumulo di noje procurate
dai
rancori della famiglia di lui che non voleva quel
assoggettò ; e poco dopo, la notte del 26 agosto 1874, morì compianto
dai
parenti ed amici. L ’attore Carlo d’ Antoni detta
Arcelli Ferdinando. Nacque l’anno 1817
dai
Conti Arcelli di Piacenza. Per rovesci di fortuna
in Milano, verso il 1845, non ancor tócco i cinquant’anni, compianta
dai
pubblici e da’ fratelli d’arte che amavano in lei
ersona, di volto piacente, benchè di collo un po’ corto, dalla voce e
dai
capelli d’oro, adorna di abiti e di gemme come un
ri, con cui si recò a Parigi. Fu, ancora per un triennio, scritturato
dai
soci Fabbrici e Petrelli ; poi, sposata l’egregia
ta, Ottavio. Tornò a recitare in Provincia ; e finalmente, accasciato
dai
malanni, fe'l’ultimo ritorno a Parigi verso il 17
e, fattosi il marito a sua volta capocomico, rigenerato materialmente
dai
non pochi guadagni, e moralmente dall’amore e dal
demoniata donna morì alle 2 ½ del mattino del 1° maggio 1821, e si ha
dai
conti del Del Buono, il quale omai viveva con lei
ca, aspettare l’età maggiore ; giunta la quale, infatti, e realizzato
dai
parenti tutori ogni suo avere, si scritturò subit
viaggi, e morì celibe e povero nel 1872 a ottantadue anni, assistito
dai
fratelli. Felice fu capitano di mare, e viaggiò
l ’60 ; e insieme a Giulia vive oggi colà della pensione assegnatagli
dai
figli Francesco ed Arturo.
ce che ogni sera si facevan dimostrazioni di giubilo, si sventolavano
dai
palchi banderuole, s’intrecciavano pezzuole bianc
l Valle di Roma e al Manzoni di Milano la Fedora, e n’ebbe assai lodi
dai
critici maggiori quali D'Arcais e Ferrigni (Yoric
contraddizioni. Il Mercurio di Francia dell’agosto 1741, seguìto poi
dai
fratelli Parfait, dice ch'egli fu molto applaudit
za, tutta la dolcezza dell’indole sua, sa farsi ammirare e applaudire
dai
pubblici di ogni specie, al fianco della sua egre
Bernieri Teresa. Nacque a Correggio il 18 novembre 1827
dai
coniugi Andrea Bernieri e Martina Morselli, benes
e, alle quali è tornato oggi dopo un anno, salutato con gioia sincera
dai
compagni d’arte e dal pubblico.
di Eleonora Duse, a fianco della quale si fa specialmente apprezzare
dai
vari pubblici nostri e forastieri, sì nell’Armand
iossasco e Benevello, potè pel corso di oltre venti anni far ammirare
dai
più disparati gusti del pubblico italiano un vero
pio del secolo di una mediocre compagnia, e morto a Torino, sovvenuto
dai
fratelli ; Elisabetta (la madre ?) e Carlo, Nicol
oesia, la musica e gli spettacoli furono per molti secoli considerati
dai
Greci e dai Latini come oggetti di politica e di
sica e gli spettacoli furono per molti secoli considerati dai Greci e
dai
Latini come oggetti di politica e di religione. S
Xenchia. GIORNALISTA. [20] «Se poi talvolta sono malamente eseguiti
dai
guastamestieri (che abbondano in ogni professione
ndo l’estrattista se i nostri drammi sono talvolta malamente eseguiti
dai
“guastamestieri” gli è perché il poeta e il compo
Dunque quando “migliorarono” i drammi greci furono malamente eseguiti
dai
“guastamestieri”. Dunque quando “peggioravano” fu
i assicura che i grandi attori della Grecia fiorirono successivamente
dai
tempi d’Eschilo fino ai tempi di Filemone e di Me
a lira le muraglie di Tebe come dicesi d’Anfione, o il farsi ubbidire
dai
delfini, come si racconta da Arione. Ma non sono
quando i musici ubbidivano religiosamente alle leggi prescritte loro
dai
poeti. Non replicherò le pruove, che trovansi esp
estrina e Carissimi, due compositori che sono stati ricolmati di lodi
dai
più accreditati scrittori di musica non meno stan
ggiungere ancora che siffatta usanza troppo intemperantemente imitata
dai
seguaci di Metastasio ha recato ancora un gran da
é gli conoscon benissimo; e sanno ancora distinguere gli aurori buoni
dai
mediocri, e non li pongono tutti a sacco, come ha
iello ecc.? E se ognuno che coltiva una professione vuol distinguersi
dai
compagni, desidera di esser grande piuttosto coll
A. ha resa giustizia a una quantità di professori viventi separandoli
dai
mediocri torna da capo, sostiene che la maggior p
» RISPOSTA. [78] Il giornalista somiglia a quel Margita sì celebrato
dai
maestri di rettorica del secolo scorso, il quale,
la dovuta giustizia ad una quantità di professori viventi separandoli
dai
mediocri, sostengo poco dopo che «la maggior part
st’ultima proposizione cadesse su quegli stessi maestri ch’io separai
dai
mediocri, il giornalista avrebbe ragione di dire
erebbe risposta. Circa i guadagni e le perdite che ha fatto la musica
dai
tempi del Pergolesi e del Vinci insino a’ nostri
entre se il dramma sarà ben accompagnato dalla musica e bene eseguito
dai
professori, toccherà assai di più.» RISPOSTA. [9
mi di Metastasio fossero ben accompagnati dalla musica e ben eseguiti
dai
cantanti, senza dubbio ci moverebbono di più che
emplice, onde si forma la maggior parte del dramma, è così trascurato
dai
maestri e dai cantanti, che non può ned eccitare
si forma la maggior parte del dramma, è così trascurato dai maestri e
dai
cantanti, che non può ned eccitare la curiosità d
nza; giacché lo stato d’un’arte in un secolo, e presso ad una nazione
dai
più si misura, e non dai pochi. E siccome i Cheri
n’arte in un secolo, e presso ad una nazione dai più si misura, e non
dai
pochi. E siccome i Cherili, gli Iperboli, e i Car
o lo è presentemente.» Ora se la nostra musica “ha sempre guadagnato”
dai
tempi di Pergolese e di Leo infino al presente, e
nel suo Poëte sans fard contrappose i due seguenti epigrammi riferiti
dai
fratelli Parfait (op. cit.) : Sur le portrait de
e. Il costume di Mezzettino – dice Riccoboni – trae la sua origine
dai
disegni di Callot (V. il Mezzettino dei Balli di
, talor servo di Ottavio, e talora di Cintio. Maurizio Sand riferisce
dai
fratelli Parfait il seguente aneddoto, che traduc
, vostra io sono ; in questo suol nudrita, nei domestici esempi e più
dai
segni de’ vari effetti ch’ io leggeavi in volto,
aggi poetici (Firenze, Carli, 1813) alla Fiorilli e a Belli-Blanes, e
dai
quali tolgo la medaglia qui retro, son versi di T
a rosata Freme ed alzasi un grido ! oh ! Come poi, Se fuor discioglie
dai
purpurei labbri Accenti, che cercar le vie del co
ttorica e la filosofia dell’arte, quelle parti cioè le più trascurate
dai
moderni musici, ma le quali io giudico essere le
oda recitare il verso tragico cadenzato, come i sonetti si recitavano
dai
novizii di Parnaso, era una rediviva figlia di Ro
ia si recò più volte a Milano, ov’ebbe onori e applausi, come si vede
dai
seguenti passaporti comunicatimi gentilmente dal
., mostrò a quale altezza avrebbe potuto salire : s’ebbe onori e lodi
dai
critici migliori, e Paolo Ferrari, Filippi, Arbib
o pure aspettare in Bologna, a ciò possano tutti i compagni dipendere
dai
commandi dell’ A. Sua.
che oggi vive, cieco e vecchio, a Forlì, soccorso di quando in quando
dai
pietosi compagni d’arte.
di Virginia Marini, in Compagnia di Alamanno Morelli facendosi notare
dai
compagni e dal pubblico per la elettezza dei modi
, e specialmente L'Aulularia di Plauto, in cui fu riconosciuto, anche
dai
più severi, artista sommo. A proposito dell’inter
ondo per la grande spontaneità, acquistata su quelle scene, ricercato
dai
migliori capocomici. Fu parte integrante della Co
primo, del precedente, e buon caratterista anch'esso, fu scritturato
dai
migliori capocomici, insieme a sua figlia Elena,
colpito assieme a lei dal morbo inesorabile. Poveri artisti ! Lontani
dai
parenti vecchi, da' figli adorati, spinti quasi n
esentò Il Gran Los-Rios Assassino delle Alpi, con Pasquale spaventato
dai
Masnadieri (Pasquale era Giuseppe Guagni) e nella
rammarico. Nel secondo caso, che accadeva non di rado, era costretto
dai
moti nervosi o di mal celata insofferenza, o di a
o Dorati. Traeva, a rovescio di quel che si farebbe oggi, le commedie
dai
balli più applauditi di Gioja e Viganò, come il P
o artista, che fu il ’28 scritturata per un triennio qual prima donna
dai
soci Petrelli e Fabrici. Passò da questi con Romu
Robotti Antonietta, nata a Como il 1817
dai
conjugi Rocchi, fu raccolta, educata e amata qual
to a Venezia un Francesco Colleoni di Brescia, giovane elegantissimo,
dai
modi eletti, dalla fisionomia aperta, secondo amo
ondano, all’ecclissi del sole, ed ai segni del zodiaco, rappresentati
dai
fuochi sopraddetti, spieganti in generale le glor
i non trovata. Della morte di Bartolommeo Cavalieri ecco l’atto tolto
dai
Registri di S. Giovanni Laterano (1699-1787) in M
a Lucilla costante di Silvio Fiorillo, rappresentata a Milano il 1632
dai
Comici Accesi, fosse scritta per la Trenta, e da
ucati al mese, che è oggi a un dipresso quello di un generico. Uscito
dai
Fiorentini il '61, si scritturò con Alamanno More
iagurati, patriota caldissimo, nacque a Venezia il 5 ottobre del 1817
dai
coniugi Antonio, veronese, e Luisa Ciappi, senese
ge che attraversando un breve si, ma pericoloso canale irto di scogli
dai
due lati, avendo quasi la forma di un collo d’imb
i tutti i marinaj ; ed ognuno può immaginare il terrore e il tremito,
dai
quali tutti furono invasi, sentendo il legno cola
ella palestra per indurarsi alla fatica, nelle campagne per implorare
dai
numi l’abbondanza delle raccolte, fra le mura dom
ione sappia svegliar negli animi degli spettatori la novità che nasce
dai
diversi incidenti somministrati dall’argomento169
ere del cuore per darmi in contraccambio quello degli occhi? I Greci,
dai
quali gl’Italiani si vantano d’aver tratto il lor
le tragedie in iscene oin atti, nomi che noi abbiamo appresi soltanto
dai
latini autori. Ballavano essi, egli è vero, nella
a parte più interna del teatro si scopri. Sopra una gran nube portata
dai
venti si vide l’Apparenza vestita a colori cangia
fugge dall’isola di Calipso, fu il primo a introdurre l’usanza di qua
dai
monti, dove prese gran voga e trovò maestri bravi
are re dei Romani, il simulato rifiuto del lottatore, le trame ordite
dai
congiurati? Come far sentire la gradazione divers
llo di cui ne soggiungo in appresso la descrizione, il quale passando
dai
teatri di Francia in quelli d’Italia viene dai fa
one, il quale passando dai teatri di Francia in quelli d’Italia viene
dai
facoltativi considerato come il modello dei balle
va del mare. Ivi le fanciulle non più impaurite si lasciano ammansare
dai
rapitori, mangiano, beono, e si trastullano con l
fanno sì spesso e senza verun discernimento il ballo chiamato “alto”
dai
facoltativi, il quale per ogni buona ragione dovr
interesse.» Quindi è che gli eroi della favola o della storia imitati
dai
ballerini fanno presso a poco la stessa figura ch
a poco la stessa figura che i personaggi d’una tragedia rappresentata
dai
burattini, non comparendo meno sconcio né meno ri
ri a segno di costringerli (come lo dice un antico autore) ad alzarsi
dai
sedili, e abbandonar lo spettacolo subito che com
ti a misura che gli sente. Nella rappresentazione ella è circoscritta
dai
sensi, e per conseguenza non può spaziare al di l
Omero in più luoghi delle sue opere mi dipinge gli dei poco dissimili
dai
mortali, hanno eglino pelle, carne ed ossa come a
le bambocciate, alle caricature e a’ falsi ornamenti. Si lodano bensì
dai
maestri dozzinali, ma non si studiano, non s’imit
le, innanzi a cui spariscono i pregiudizi, come le nebbie dardegigate
dai
raggi del sole. [5] E incominciando dall’uso che
umentale, pare a me che la perfezione alla quale si è voluto condurre
dai
moderni da mezzo secolo in quà abbia contribuito
il Petrarca. [17] La quinta conseguenza è relativa al non osservarsi
dai
maestri colla dovuta accuratezza lo scambievole r
tà derivante dalla diversa giacitura e tensione che ricevono le corde
dai
tasti fino al ponticello, e da questo fino alla c
del recitativo semplice italiano è quello d’essere troppo trascurato
dai
maestri, i quali contenti d’accompagnare di quand
lla declamazione ordinaria e quello della melodia. Rare volte s’imita
dai
maestri il naturale andamento della voce, e la le
posta una lunga mossa di violini e di viole accompagnati dall’oboè e
dai
corni, la quale separa con un frapposto intervall
a né dalla particolare opinione di un qualche scrittore di musica, ma
dai
fonti inesauribili di quel vero comune a tutte le
[29] Mi dica ora di grazia un compositore di buon gusto non prevenuto
dai
pregiudizi dell’usanza, o da quelli dell’arte, ch
aramente vedere la poca filosofia colla quale vengono regolati di qua
dai
monti gli spettacoli quanta questa: che il caratt
vitto e spettacoli Panem et Circenses. Ogni anno s’eseguiscono di quà
dai
monti più d’un mezzo centinaio di rappresentazion
fetto contrario. Ognuno che coltiva una professione vuol distinguersi
dai
compagni. Desideroso di esser grande piuttosto co
altrui, cerca d’avanzarsi nella sua carriera per sentieri non battuti
dai
concorrenti. Quindi l’amore della singolarità, il
ella singolarità, il disprezzo per gli antichi metodi, il discostarsi
dai
maestri e il creder che hanno fatto meglio di lor
tti della morale, della legislazione e della politica, come si faceva
dai
Greci, né trovandosi oggimai animata da quello sp
ratteri di Ecuba, Oreste, Edipo, od Ajace. Ma per un difetto prodotto
dai
costumi ora dominanti fra noi, la poesia non osa
ppocrisia è per la virtù153. [9] Questo abuso è stato poi abbracciato
dai
compositori drammatici perché favoreggia mirabilm
mporta a lui della unità di pensiero e d’argomento tanto raccomandata
dai
gran maestri? Che della semplicicità de’ mezzi, d
discernere il falso dal vero, e più diffìcili a lasciarsi sorprendere
dai
prestigi della fantasia.
altresì ha gran luogo ne’ suoi componimenti, ma si trae per il comune
dai
fonti della storia, e i costumi e i riti de’ popo
i moderni italiani che vorrebbero trasferire alla poesia accompagnata
dai
suoni le leggi medesime di stile che voglionsi pe
o dal desiderio di vendicar i Mani de’ Greci trucidati in altri tempi
dai
persiani, lo che ad un atto di giustizia o di pat
che fosse spinto Alessandro, ma da macchinale furore eccitato in lui
dai
prestigi d’un musico e dalle istigazioni d’una co
auco descritta da Platone, la quale posta sul lido del mare era stata
dai
flutti talmente battuta e corrosa che non vi si s
ella mia perdita, così mi permetterete che vi dia alcuni suggerimenti
dai
quali non vi dovrete dipartire. «Non vorrei che i
li soltanto sappiamo che intrapreser l’arte dei genitori, come appare
dai
due documenti che qui riferisco : Ser.ma Altezza
a Venezia, si fece maestro di recitazione, finchè, vinto dagli anni e
dai
fastidi, abbandonò il mondo la mattina del 9 febb
si facevano nei teatri. Ora in niuno di cotai luoghi potea impararsi
dai
primi cristiani la musica, perché l’uno, e l’altr
no allora i cristiani una musica a lor modo inventare, perché essendo
dai
gentili ferocemente perseguitati, vedeansi astret
lchè, quando i cristiani divennero padroni de’ paesi dianzi posseduti
dai
gentili, si trovarono quasi affatto sprovveduti d
nto fermo, o vogliamo dire canto ecclesiastico usato nella chiesa fin
dai
primi secoli: lo che ei fece raccogliendo gli sca
nfessioni. San Gregorio papa, rigettando molte cantilene parte venute
dai
barbari, e parte licenziose che dalla musica effe
da lui, egli è certo che si trovano csempi dell’uno e dell’altro fin
dai
secoli nono e decimo,23 Si pretende ch’egli aggiu
omini: anzi, ponendo mente alle assurdità e ai vizi attribuiti a loro
dai
poeti , chiunque avea fior di senno dovea pregiar
altri che avevano la figura d’anime ignude, le quali erano tormentate
dai
primi con fuochi, ed altre pene orribili a sentir
Però il Pontefice Marcello Secondo avrebbe scacciata vergognosamente
dai
templi la musica come cosa profana, se il celebre
uovo nel pessimo; certo è che il cuore riacquistò i suoi diritti, che
dai
sensi gli erano stati ritolti, e che la musica da
onoscere che la sola maniera d’eternar il lor nome e di farsi adorare
dai
posteri è quella di rendersi veramente utili alla
arono alla francese, il qual costume durò per più di vent’anni di qua
dai
monti fino al principio del secolo presente, chec
che ebbe origine dal più grande armonista che mai ci sia stato di qua
dai
monti, spiccava principalmente nell’artifizio e m
poca quanto l’eccellenza e la copia de’ cantori, che fiorirono di qua
dai
monti. Infatti come sarebbe possibile, anzi a che
zio, di Francesco Feo, di Alessandro Scarlatti, e di Niccolò Porpora,
dai
quali uomini valentissimi non meno nella pratica
ità insomma, la rarità e il pregio delle quali viene stimato soltanto
dai
conoscitori, scrissero il nome di questa cantatri
e protetto, e mentre il nome di tanti figli dell’opulenza disprezzati
dai
saggi e ben degni di esserlo, mentre quello di ta
] Morì di trentatré anni. Alcuni affermano che di veleno preparatogli
dai
maestri di cappella suoi rivali. Quantunque ciò n
rti di primo attor giovine, fino a che, incoraggiato dagli applausi e
dai
consigli de’concittadini, esordì alle Logge di Fi
e ritentata la prova, passò progressivamente, nè con maggior fortuna,
dai
servi ai mami, ai secondi amorosi, ai brillanti,
i pregio, mortagli dopo brevissimo tempo. Pippo Bergonzoni, allettato
dai
grandi successi che ottenevan dovunque le fiabe m
na, Luigi Rocchetti e Luigi Parrini. Fu poi scritturato pel ’22 e ’23
dai
soci Assunta Perotti e Luigi Fini ; pel ’24, qual
Venturelli e da Natalina Salvatori il 18 agosto del 1816, come appare
dai
registri parrocchiali della chiesa prepositurale
orte di Finocchio a Lione, mentre era in viaggio per Parigi, l’abbiam
dai
fratelli Parfait per detta di Antonio Riccoboni,
e fu messo in carcere, poi assolto, per constatata provocazione, come
dai
due documenti che trovo nell’Archivio di Modena.
to attuale Servitore di Sua Altezza Ser.ma Francesco &. Partendo
dai
Nostri Stati per portarsi altrove Antonio Marches
do aggravarsi della malattia di lei, e dovè, scioltosi amichevolmente
dai
compagni, tornare in patria. Mortagli poco dopo l
rimi a introdurle in Italia, sappiamo ancora che erano conosciute fin
dai
tempi di Francesco I, il quale fece venir da Fire
festini la corte, ove gran nome s’acquistò il Baltassarini conosciuto
dai
Francesi col nome di Beaujoieux colle sue leggiad
r testimonianza non solo la memoria delle canzonette arabiche cantate
dai
mori, ma componimenti spagnuoli eziandio posti so
e ha la moscovitica di particolare, si è che la poesia veniva esclusa
dai
loro componimenti musicali, perocché i russi non
il primo della serie Biancolelli tradotta dal Gueullette e pubblicata
dai
fratelli Parfait, (Histoire de l’ancien Théâtre i
zioni teatrali, egli solo sarebbe bastato per far riempiere ogni sera
dai
più intelligenti dell’arte, non che dal popolo, i
45) col titolo di Primo medico di Verona, compianto da tutti, fuorchè
dai
medici. Il Vitali aveva in Compagnia un Casali e
e e delle compagne nelle ore di ricreazione. Balzò di punto in bianco
dai
silenzi del chiostro alle lusinghe della scena, i
del suo conversare, che la di lei casa era in ogni città frequentata
dai
più rinomati ingegni in Arti, Scienze, e Letterat
arte per alcun tempo : vi tornò fiorente ancora, e ancor bene accolta
dai
pubblici, ma conducendo sempre vita travagliosa a
ro francese ci guadagnerebbe qualche lavoro di Marivaux, ben recitato
dai
nostri artisti, e massacrato oggi da codesti buff
amente veduto in quello del dramma. Ma la nostra imitazion distaccata
dai
principi religiosi, naturali e politici che soste
’origine del teatro le azioni drammatiche furono talmente considerate
dai
Greci, che secondo la testimonianza del giudizios
in Roma, ed ascoltando ivi il famoso Miserere del Palestrina eseguito
dai
cantori della cappella pontifìcia senz’altro orna
nosciuta e barbara musica richiama alla vita il moribondo abbandonato
dai
medici. Le sue magiche intuonazioni hanno la virt
e adopera una musica che imita il canto dei diversi uccelli ingannati
dai
suoni omogenei che fa egli sentire nel silenzio d
tti dorico, ionico, eolico ed attico, che indifferentemente s’usavano
dai
loro scrittori, per mezzo dei quali le cose che n
ositori, e la scrupolosa esattezza altresì con cui venivano adoperate
dai
poeti secondo il diverso oggetto che prendevano a
curo giudizio122. [22] Ma da un complesso di ragioni indirette cavate
dai
fatti si diduce che i Greci mostraron nell’uso ch
ume fu tramandato a noi da quei poeti e musici antichi chiamati Bardi
dai
settentrionali, parola che, secondo lui, signific
nostra misura, ma per le ragioni allegate finora anche gli altri che
dai
grammatici vengono chiamati anfimacri, anfibrachi
ntorno alla misura del tempo nella poesia, che quanto ci vien narrato
dai
grammatici intorno al valore quantitativo delle s
e chiama siffatta invenzione «quella spezie di musica tanto biasimata
dai
filosofi, e in particolare da Aristotile nell’ott
edoni ; dopo il quale anno, probabilmente, morì in Piacenza prostrato
dai
rimorsi e dalla fame.
a passione, volle accompagnarlo : ma, creduta fuggiasca, fu inseguita
dai
parenti, e, raggiunta a Sarzana, ricondotta a Gen
aceva agire i pupi con commedie da lui stesso improvvisate. Destinato
dai
parenti alla musica, un bel giorno gettò in un fo
ima attrice giovine. Ma ragioni d’interesse lo tolsero dopo varj anni
dai
suoceri per fare una società con Antonio Feoli, c
cenda con Carlo Monti ed Eugenio Cazzola. Fu il ’60 con Prina e Asti,
dai
quali si sciolse per pagare alla patria il suo tr
alais (vol. I del Teatro di Gherardi) fu rappresentato la prima volta
dai
comici italiani del Re all’ Hôtel de Bourgogne il
el 1701. Esso fu il primo ad avvertir la marcia de’ nemici in Italia,
dai
quali ebbe poi manomesso ogni suo avere ; e il Ca
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