, appianata la via alla soluzione del problema proposto. Se la poesia
dee
secondare l’indole della musica, e se questa non
ggetti, che contengono passione, o pittura, dunque il dramma musicale
dee
principalmente versare circa argomenti, che abbon
ero morir di languore gli uditori. [11] Quindi l’andamento del dramma
dee
essere rapido: imperocché se il poeta si perde in
rietà d’inflessioni, che sono l’anima della musica imitativa. Però si
dee
schivare che s’introducano nei melodramma, oppure
tativo semplice adunque, che declamazion musicale piuttosto che canto
dee
propriamente chiamarsi, giacché della musica altr
iverso è quello che forma il recitativo obbligato, lo stile del quale
dee
conseguentemente essere vibrato, e interciso, che
rarsi nella difficile, e delicata carriera del teatro. [25] Lo stesso
dee
dirsi delle comparazioni. Mi sembra egualmente in
de’ suoi personaggi le similitudini, ma acciochè riescano verosimili,
dee
metterle come lo farebbe la natura, e non altrime
purché dia campo alla musica d’ottener compiutamente il suo fine, non
dee
imbarazzarsi gran fatto dei cicalecci dei critici
della tragedia. Abbiamo detto che la poesia debbe esser variata, che
dee
parimenti variarsi la musica in guisa che le situ
erto? A che gioverebbe la poesia piena di varietà, e d’interesse, che
dee
pur essere il principal fondamento? Si dirà forse
egualmente suscettibili del medesimo grado di passione, che la musica
dee
talvolta piegarsi all’uopo della poesia in attenz
roprio dell’opera, siccome non è improprio ogni soggetto favoloso. Si
dee
schivar in quello il lungo raggiramento: si può a
a d’usarlo con sobrietà, e di consultar prima la verosimiglianza. Non
dee
star attaccato alla unità di scena, ma non dee tr
a verosimiglianza. Non dee star attaccato alla unità di scena, ma non
dee
trascurarla a segno, che ad ogni scena vi sia un
quale si afferma: Montato il teatro nazionale su questi principj, si
dee
diminuire il prezzo, il più ch’è possibile, degli
ene assortiti, riescono sorprendenti e maravigliosi. In tali incontri
dee
ciascuno atteggiarsi secondo la sua passione e la
terpreti a’ barbari, che non intendevano la loro lingua. E perciò non
dee
far maraviglia se lo stesso Nerone dava tutta l’o
r più del genere semplice e famigliare. Secondo questi tre modelli si
dee
distinguere il carattere proprio della loro decla
overla e di migliorarla, secondo i principî ed il fine, che l’arte si
dee
proporre. E questi sforzi e tentativi, che si son
ne. E per conseguenza quest’azione e questa vita, che la declamazione
dee
loro comunicare, è il vero subbietto che noi pren
icato le consonanti. Or nessuno di questi elementi e de’ loro modi si
dee
trascurare o alterare sia parlando, o leggendo; e
raccoglie eziandio una specie di tempo, che l’arte di ben pronunziare
dee
pur calcolare e distinguere specialmente in certe
ungo tempo ed a capo di tali e tante vicende, questa pretesa analogia
dee
rimanere così sparuta e tenue, che niuna sensibil
più particolarmente la relazione ad un termine, a cui la voce vuole e
dee
corrispondere. Noi diciamo: Tu non sei in tuono,
he può determinare sicuramente il tuono che la voce ne’ vari incontri
dee
prendere? [2.19] Primieramente noi possiamo disti
il secondo è quello de’ periodi, il terzo delle parole. Ogni discorso
dee
avere il suo tuono proprio; ed, in questo senso,
o acconciamente si diversifichi da quello de’ periodi e delle parole,
dee
sempre servirgli di appoggio e di regola. E sotto
estemporaneamente e senza la menoma ombra di precedente apparecchio,
dee
convenevolmente far tutta sentire la forza del ve
far tutta sentire la forza del verso in cui parla. Perlocché egli non
dee
trascurare gli accenti, le pause e le cadenze che
l tipo di versificazione che alla tragica si conviene. Il declamatore
dee
dunque seguire ed esprimere lo stesso artificio,
ualcosa siccome il periodo secondo la natura delle parole e del senso
dee
pronunciarsi, i versi debbono declamarsi in manie
l verso si lasciano, per dir così, strascinare. [4.6] L’arte poetica
dee
dunque consistere nel congiungere e accavallare u
lor da rinnovelli ecc.; ma questa relazione grammaticale e logica non
dee
distruggere la relazione metrica e armonica che o
ca non dee distruggere la relazione metrica e armonica che ogni verso
dee
conservare. E sarà questa relazione più o meno se
vero tuono al discorso, al periodo, alla frase ed alla parola che si
dee
pronunciare, si può ritrarlo dalla interjezione s
ice esclamazione Ah! secondo il bisogno della passione, alla quale si
dee
servire, darebbe il tuono per così dire fondament
m videmur attingere. Hinc fletus et rigantes ora vivi. Perlocché non
dee
farci meraviglia, se Apulejo veggendo a Corinto u
operando fisicamente su gli organi interni ed esterni della persona,
dee
produrre dei moti corrispondenti; e questi come t
io e conveniente alla sua natura, al suo sviluppo, al suo grado, essa
dee
conforme a questo fine e tendere ed operare al di
ti a quest’uopo, e dipingerlo ed imitarlo con quei medesimi co’ quali
dee
fuggirlo o minacciarlo o assalirlo. In caso di co
la possiam badare ad imitare e dipingere l’uno e l’altra. E perciò si
dee
sempre trascegliere l’espressione più necessaria,
eno è frequentissimo nella pronunciazione successiva; e l’artista non
dee
trascurarlo per bene imitarlo opportunamente. [6
sone semplici e incolte, che sono i modelli più sinceri, in cui può e
dee
studiarsi la vera espressione delle passioni. [8.
one non ci presentano a contemplare? Quello che io dico della pittura
dee
dirsi egualmente della scultura. Molte statue, ba
nima sua. La favola di Pigmalione simboleggia l’effetto verissimo che
dee
produrre la contemplazione di sì maravigliosi mon
iovati per determinarne alcune espressioni. E l’artista diligente non
dee
cessare dal raccogliere e meditare tali osservazi
dipendenza e la ragione, l’artista li trasceglie per imitarli. Questi
dee
dunque avere un principîo e una regola per trasce
di questo assai più bello ed interessante; ed in questo mondo ideale
dee
pur cercare l’espressione, il suo tipo. [10.3] Pa
letti. Ma perché questo tipo abbia un termine più o men diffinito non
dee
allontanarsi dal tipo reale, se non quanto il com
massima illusione prodotta con l’espressione conveniente. Ella dunque
dee
trascegliere la illusione più dilettevole, e l’es
azione si confonde ed immedesima nell’esecuzione; e di essa può, anzi
dee
dirsi, che cerca o verifica il tipo medesimo che
ocale e strumentale, le dissonanze. Il perché se l’attore non può, né
dee
tutte imitare l’espressioni, che descrive il poet
uò, né dee tutte imitare l’espressioni, che descrive il poeta, può, e
dee
felicemente imitare molte di quelle che sfuggono
tituirsi. Io dico dunque che ogni artista, e l’attore principalmente,
dee
rispettare l’opinione e l’uso predominante della
, ut non nati secl ab aliquo eleo facti esse videantur. Or quanto più
dee
ciò dirsi degli attori? [11.3] Spesso con la più
ioni più forti. Dee in tali casi l’attore tutta sentirne la forza, ma
dee
avere, ad un tempo tutta l’arte di regolarla conv
ell’arte, soffocarla, ma non distruggerla per eccesso. L’arte insomma
dee
in certo modo creare e regolare la natura, e dopo
passioni, le sentenze, lo stile, e quindi la pronunzia che anch’essa
dee
darle la sua espressione conveniente. Tali sono l
circostanze del vero, onde ottenere quell’intento che la tragedia si
dee
proporre. [12.5] Da questo principîo importantis
ente tragico. La persona, il tuono, l’atteggiamento, l’incesso, tutto
dee
annunciare una condizione certamente non ordinari
zione tragica, non servono al vero, ma a quel verisimile, il cui tipo
dee
migliorare e abbellire il vero, non possono dar l
zi pregiudicare all’effetto che l’arte vuole produrre. Imperocché non
dee
l’attore mostrarsi fuor della scena qual su la sc
perocché non dee l’attore mostrarsi fuor della scena qual su la scena
dee
solamente apparire, se non vuol diminuire quel gr
solamente apparire, se non vuol diminuire quel grado d’illusione, che
dee
su la scena produrre. Lungi da siffatte caricatur
che dee su la scena produrre. Lungi da siffatte caricature, l’attore
dee
possedere un animo nobile, capace di fargli tutta
ll’importanza delle qualità corporali e morali dell’attore tragico si
dee
più particolarmente al tuono della voce applicare
determinare i principî onde essi abusano, e l’applicazione che se ne
dee
fare. Supponendo alcuni che la declamazione rappr
ltro verissimo, da cui partivano. Se qualunque specie di declamazione
dee
fondarsi principalmente sul tuono ordinario della
principalmente sul tuono ordinario della conversazione, questo tuono
dee
accomodarsi alle persone, alla circostanza, all’a
to della conversazione che si vuole imitare. Il perché tanta distanza
dee
passare fra il tuono ordinario ed il tragico, qua
tur, tragedus vociferatur. [13.2] Né questa specie di declamazione
dee
unicamente attribuirsi, secondo che Diderot opina
hi allo stile soltanto, e non già alla declamazione, che in ogni caso
dee
prendere anche il carattere e la forma di quello.
siccome tutti quelli che qualunque conversazione sostengono; e perciò
dee
sempre tener presente, che egli non legge, non in
do di dir quel che sente, e di sentir quel che dice. Per la qual cosa
dee
egli operare ad un tempo tutte le relazioni di qu
E questo è il genere drammatico. [13.7] Ma questo tuono medesimo si
dee
modificare secondo la condizione di ciascheduno,
pirci l’animo de’ sentimenti più generosi e delle passioni più forti;
dee
l’attore, che di queste si suppone altamente inva
e se il tuono di questi non suona mortale, neppure il tuono di quelli
dee
comparir volgare e plebeo: esso dee esser tale ch
rtale, neppure il tuono di quelli dee comparir volgare e plebeo: esso
dee
esser tale che corrisponda alla forza e alla dign
, modellandosi originalmente sul tuono della conversazione ordinaria,
dee
prendere il carattere della persona e delle passi
bbe esser perciò naturalmente nobile, dignitosa, autorevole; e quindi
dee
prendere un grado di estensione ed intensità, che
n è certamente ordinario. E, più che nell’esecuzione e nell’acutezza,
dee
nella gravità e nella forza consistere. E da ques
rciò furiosi, stravolti, ridicoli. Ed è questo il giusto contegno che
dee
prendere e conservare l’attore tragico. [13.10]
ndo ad un tempo i due estremi dell’ampolloso e del languido. L’attore
dee
quindi, il più che sa, avvicinarsi alle proporzio
o al massimo termine, ossia dallo stato più semplice al più violento,
dee
sempre conservare la sua qualità originaria e fon
tere di padre. L’amabilità nelle figlie, e l’amorevolezza nelle madri
dee
primeggiare, sempre che dalla fierezza non debba
a specie, procedono dalla natura, e non già dall’arte, che però può e
dee
svilupparli e perfezionarli. Come darsi altriment
l’unità del disegno e l’armonia del tutto risulta. Prima ciascuna non
dee
perdere di vista il genere tragico, e per quanto
sta il genere tragico, e per quanto questo si modifichi e si digradi,
dee
pur serbare in tutte le sue modificazioni e degra
, e sono più degni della commedia che della tragedia, ma questa colpa
dee
solo imputarsi ai poeti, che gli hanno sconvenevo
o specie, e ciò vuol dire che il carattere tragico e fondamentale non
dee
soffocare e confondere lo speciale, che nelle mod
odificazioni di quello consiste. Quindi è che nelle loro degradazioni
dee
ciascuno conservare il suo posto e il suo grado.
regolare, e quindi spiegare diversi gradi ed epoche distinte, in cui
dee
apparire più o meno risentito, a misura dell’età,
più questa risalta, quanto è maggiore la reazione e il contrasto che
dee
superare, e che giunge a superare di fatti. L’Alf
uole produrre. E nel notare e distinguere tali differenze e contrasti
dee
principalmente occuparsi l’attore che voglia osse
ressione conveniente a quelle parole, sentenze, frasi e discorsi, che
dee
l’attore pronunciare. [15.11] Per l’ordinario le
carattere individuale determinato dalla situazione e dall’epoca può e
dee
determinare siffatti accidenti. Quindi ogni qual
ferenti personaggi paressero o fossero simili le sentenze e le frasi,
dee
l’espressione distinguersi secondo la differenza
Allora facilmente emergono l’epoche, i momenti, gli incontri, in cui
dee
spiegarsi la sua maggiore o massima reazione, la
a di tali elementi, che richiedono la massima attenzione, ed a’ quali
dee
riservarsi principalmente l’espressione, perché d
o o straordinario di espressione, che con l’ordinario e col medio non
dee
confondersi. In questo modo, determinando i tratt
e i tratti più forti, più sublimi e più sorprendenti; e l’espressione
dee
contenersi ed ordinarsi in guisa che là tutta spi
e visage. [16.13] Spiegando la stessa analisi a minimi termini può e
dee
farsi allo stesso modo di una sola sentenza, o pe
più, fra le altre, determina il sentimento a cui serve. Ed in questa
dee
massimamente calcarsi l’espressione di tutto il p
azione principale, a cui il significato relativo di tutte le altre si
dee
riferire. [16.14] A due difetti contrari possono
te maneggiarsi nel seguito, o si trova oltremodo indebolita, allorché
dee
più fortemente annunziarsi. In questa maniera si
che progredendo nulla si raffreddi ed annoi; ma questo principîo non
dee
recar pregiudizio a quei momenti più interessanti
e come l’onda del mare riceve e ripete. Or qual sarà quella legge che
dee
governare la rapidità di questi passaggi in un mo
la seconda. E perciò si è detto ch’essa non può operare per salti, ma
dee
sempremai proceder per gradi, sia che progredisca
egge si disviluppa e progredisce la passione, e con la legge medesima
dee
pur seguirla l’espressione. E se questa trascuras
ente si toccano e si succedono. Or come l’associazione dell’uno può e
dee
associarsi e comporsi con quella dell’altro? O pe
unque ei sia, è uno di quelli che la favola rappresentano, e co’quali
dee
nel corso di essa interloquire e cooperare. Però,
ssa interloquire e cooperare. Però, riguardandolo come interlocutore,
dee
pur dare alla sua espressione alcune modificazion
de ed Elettra come con Egisto e Clitennestra. E lo stesso personaggio
dee
dare alla sua espressione caratteristica tante mo
stinzioni, e quindi il tuono ed il contegno conveniente, che l’attore
dee
tenere co’ rispettivi interlocutori, variano cost
di loro. [17.7] Determinata questa prima relazione, secondo la quale
dee
situarsi il guardo ordinario della scena, può e d
secondo la quale dee situarsi il guardo ordinario della scena, può e
dee
in progresso di tempo l’attore modificarne più o
are questo quadro secondo il movimento che lo sviluppo della passione
dee
comunicare alla figura e agli interlocutori, e qu
ne agli spettatori. [17.8] L’indole del dialogo e degli interlocutori
dee
pure determinare la positura particolare, che gli
n generale non debbe esser mimico, ma semplicemente accennante, può e
dee
ancora accomodarsi alla condizione e relazione de
ll’oratore secondo il genere di eloquenza e della pronunciazione, che
dee
spiegare. Tali sono le scene, in cui Semiramide d
iori ed inferiori interviene, il gesto come l’espressione in generale
dee
seguire la natura e la forza della passione, che
tutt’altra, e tale insomma, che non ama dispiegarsi, e che piuttosto
dee
mostrarsi ed esprimersi a quella maniera. [17.14]
ccade per l’ordinario all’organo della voce, allorché l’interlocutore
dee
nel corso del dialogo alternativamente parlare e
arlare, ancorché l’altro si taccia. E nell’uno e nell’altro caso egli
dee
prendere quel contegno, quella figura o quell’att
a voce apertamente spiegarsi. L’indole e lo sviluppamento del dialogo
dee
determinare questa specie di espressione, che mut
vie più l’interessa, nella fisonomia, nell’attitudine, e nell’andare
dee
tutto esprimere il suo desiderio e il suo intendi
e tutto esprimere il suo desiderio e il suo intendimento. Come dunque
dee
presentarsi? Che fare? Come disporsi a parlare? È
rsi? Che fare? Come disporsi a parlare? È questo il primo momento che
dee
fermare l’attenzione degli spettatori, e che per
l suo stato dalle nuove impressioni dissone o consone ch’egli riceve,
dee
pure alterarsi e modificarsi analogamente la sua
a sua fisonomia e nella sua attitudine, convenientemente alterate, si
dee
leggere tutto l’effetto o la reazione, che le nuo
tacere o a partire; e qualunque sia la deliberazione di questo, egli
dee
sempre indicarle con l’attitudine conveniente a c
o poter ritrarre questa regola generale, che cioè la persona che tace
dee
rimanere nell’attitudine di quel sentimento onde
me alle nuove impressioni, ch’ella successivamente riceve ascoltando,
dee
passare insensibilmente a quella che annunzi il s
ta. L’attore adunque dacché entra in iscena sino a tanto che ne parte
dee
sempre mostrarsi qual egli è, o quale debb’essere
l egli è, o quale debb’essere, e perciò sia ch’ei parli o che taccia,
dee
sempre mostrarsi animato di quell’interesse predo
la risposta, l’interlocutore si tace, o perché non osa, o perché non
dee
dire, e pur suo malgrado egli dice alla fine ciò
ene assortiti, riescono sorprendenti e maravigliosi. In tali incontri
dee
ciascuno atteggiarsi secondo la sua passione e la
hanno bisogno di molto artifizio perché si formi un bel tutto, tutto
dee
parere naturalmente avvenuto senza che l’affettat
orridita, che pare di rivedere quel ch’espone parlando. A questo modo
dee
pur Clitennestra narrare ad Elettra l’ombra di Ag
ciò che riguarda la decorazione tanto dell’attore quanto della scena
dee
anche esso considerarsi come parte più o men nece
per conseguenza all’effetto della declamazione. E di vero se l’attore
dee
fare tutti gli sforzi per convertirsi e quasi ide
a tutte le altre. La decorazione dunque della persona e della scena,
dee
concorrere anch’essa alla verità dell’espressione
ne ed al fine dell’arte. [20.2] E cominciando dalla persona, l’abito
dee
riguardarsi come la sua forma estrinseca e distin
ese, soffrirono ancora che ne fossero francesi le fogge. Ma la verità
dee
sempre signoreggiare, specialmente là dove gli us
’effetto che si propone l’imitazione di essa. [20.8] Questo principîo
dee
pur regolare la decorazione della persona. La nud
e distruggerebbero ogni effetto dell’espressione e dell’arte. Dunque
dee
mostrarsi della stessa verità quanto basti a farl
venevole. [20.9] Determinata la forma comune e propria della persona
dee
pur adattarsi non solo alla condizione particolar
ne e l’interesse degli spettatori? [20.10] Per la stessa ragione non
dee
neppur trascurarsi il carattere della scena, la q
corre dal suo canto a render vera e credibile l’espressione. La scena
dee
rappresentare il luogo, il tempo e le circostanze
a, sia per farsi meglio sentire. [20.13] Non v’ha dubbio che la voce
dee
pervenire sino all’estrema circonferenza del teat
ri che abbiam fatto finora debbono regolare lo studio che ogni attore
dee
fare della sua parte. E perché molte cose si tras
no servire a meglio determinarne la pratica. Dico dunque che la parte
dee
studiarsi, perché se ne comprenda tutto il valore
sioni massimamente si spiegano e si distinguono. Da questa lettura si
dee
ritrarre il vero da imitarsi; e perciò dovrebbe f
sua parte; e questo non debbe essere limitato alle sole parole, ch’ei
dee
recitare, ma a tutto il dialogo a cui esse appart
o tace ed ascolta, il suo studio debbe abbracciare non pur quello che
dee
sentire ed esprimere quando ei parla, ma quello a
lo che dee sentire ed esprimere quando ei parla, ma quello ancora che
dee
sentire ed esprimere quando tace. Ed in che modo
amente richiede, se l’attore non tenga presente e prontissimo ciò che
dee
dire ove parli, e ciò che dee fare ove taccia? Ol
on tenga presente e prontissimo ciò che dee dire ove parli, e ciò che
dee
fare ove taccia? Oltrecché la variazione opportun
igere la vera espressione della sua parte, o di smarrir le parole che
dee
il suggeritore imboccargli. [21.9] Io so che i c
Dovendo l’attore mandarsi a memoria non pur le parole ed i versi che
dee
recitare, ma tutti i modi e gli accidenti che all
e, in cui la persona in certe situazioni più rilevanti e pittoresche,
dee
singolarmente spiccare ed atteggiarsi a far grupp
l terrore e della compassione si diletta principalmente. Ora l’attore
dee
secondare, ed oso ancor dire, assicurare ed accre
il pubblico è inetto a tale da lasciarsi illudere, ed ammirarli, non
dee
il buono attore aspirare a questo genere di appla
un abuso che farebbe dell’attore un semplice ballerino. Il ballo non
dee
servirgli ad altro uso, che a rendergli il corpo
si voglia declamare, potrà allora esercitarsi colla pratica. E questa
dee
darsi sopra la scena. Il professor della scuola d
ata la parte si passa agli esperimenti su la scena. Qui il professore
dee
prima evitare quelle più sconce maniere a cui gli
e i tratti più forti, più sublimi e più sorprendenti; e l’espressione
dee
contenersi ed ordinarsi in guisa che là tutta spi
videntemente, e per la data della lettera e per l’indole dell’artista
dee
trattarsi di altra persona.
o non veduto o disprezzato dagl’istrioni musici; Qual differenza, non
dee
immaginarti che si troverebbe da chi potesse para
e del dotto abate Gimma. V. l’Italia Letterata del medesimo. 181. Si
dee
osservare che i soprannominati ed altri filosofi
même le Siècle de la philosophie; mais il le prépare et l’amène». Si
dee
anche considerare, che l’intelletto dell’uomo non
nel 1755 come una traduzione di quello di Tompson alunno di Adisson,
dee
collocarsi nella classe delle tragedie cittadine
auditi come il Disertore. Le Roi & le Fermier del medesimo autore
dee
collocarsi in una classe men tetra della commedia
ersi. In alcuni drammi di Diderot, di Beaumarchais e di qualche altro
dee
riconoscersi una specle di rappresentazione men l
dico essere le più essenziali fra tutte, poiché c’insegnano l’uso che
dee
farsi de’ mezzi particolari ad ottenere nella mag
oggi egli è sempre primo attor giovine ; come, secondo le moderne, si
dee
dire che primo attore egli è da un pezzo, almeno
è manifesto che l’opera s’inventò nella fine del secolo XVI, e che si
dee
riconoscere come inventore dell’opera buffa l’aut
oro svaporato cervellino mal sosterrebbe il travaglio di analizzar le
dee
che sono concorse alla formazione degli spettacol
manifesta un contrasto di calore e di brio che Aquilio comprende che
dee
contenere; e un Piccini, un Sacchini, un Gluck, s
ista là dove un critico gelato non vede che fredde massime! Ma se non
dee
cantarsi quest’immagine piena di affetti attivi,
ttuta dal punto d’onore. Morì in Milano nell’anno 1775. » A queste si
dee
aggiungere un libretto per musica L’Impresa d’ope
nel 1755 come una traduzione di quello di Tompson alunno di Adisson,
dee
collocarsi nella classe delle tragedie cittadine
Parigi salvato. Diede anche l’istesso autore le Roi et le Fermier che
dee
collocarsi in una classe men tetra della commedia
i. In alcuni drammi del Diderot e del Beaumarchais e di qualche altro
dee
riconoscersi una specie di rappresentazione men l
o più tardi in teatro, della esattezza e rapidità di esecuzione. Non
dee
far maraviglia che in queste pagine figuri un sem
sto diavolo in sottana : ma è certo che nell’una cosa o nell’altra si
dee
ricercar la causa della lor serbata unione. Nel p
poco vitio adoprar sempre un sol braccio, o una sola mano, ma che si
dee
hor l’ una, hor l’altra et hora tutte due muovere
ui si parla in scena, et se per sorte si parla solo fra sè stesso, si
dee
andar discorendo, se della sua donna si querella,
aggio si taccia subito, non impedendo il luoco a quello che cominciar
dee
a parlare e troncar qual si voglia bel discorso p
er non lasciar mutto colui, che di novo è giunto, havertendo però chi
dee
uscire di star sin tanto che conoschi esser giunt
l dir breve e compendioso è quello solo che piace, et ch’ osservar si
dee
, non repplicando le cose dette più volte per non
; ed a tal fine si danno varie instruzioni intorno al buon gusto, che
dee
regolarli, se ne compongono tanti, come per saggi
del Popolo quel conto, che ne tiene il Principe, il quale sebbene non
dee
locar tutta la sua fiducia nell’affetto ed inclin
’affetto ed inclinazione popolare, perchè gira ad ogni vento; pur non
dee
credere di regnar sicuramente senza esso . . . .
ssero nella Caverna di Salamina. Or non è questo il vero scopo, a cui
dee
aspirare il Poeta Drammatico? E che dunque va fan
nella propria nazione, e più tardi che si possa sorgavi (che al fine
dee
sorgervi) qualche riformatore simile a Corneille.
nno portando di paese in paese in Ispagna los Comicos de la Legua, si
dee
argomentare della Poesia Scenica Spagnuola? del g
colo. Lo stesso sig. ab. Bettinelli, per rendergli giustizia, ciò non
dee
ignorare; ma egli può noverarsi tra certi eruditi
palme nella scena comica, ed il Dancourt assai debole attore, che pur
dee
contarsi tra’ buoni autori; là dove contansi fuor
tto dell’uccisione di Ataulfo. Lascio poi che l’istruzione morale che
dee
prefiggersi un buon tragico, non si scorge in tal
i in tre soli versi sulla picciola bagattella del tirarsi a sorte chi
dee
morire, dovendosi occupare per cinque intere pagi
ste della savia e tenera Olvia. Dulcidio annunzia al figlio Aluro che
dee
morire essendo il di lui nome uscito dall’urna. P
i dire che vuol morire in di lui vece. Gareggiano su di ciò; ma tutto
dee
sospendersi, perchè Scipione viene a trattar di p
a sorella. Giugurta si ritira nè per altro motivo se non perchè Olvia
dee
dire a Terma una inutile bugia. Le dice dunque ch
reduta Giugurta. Olvia ferita grida, ai de mi; non importa; Aluro non
dee
conoscerla per altri che pel traditore Giugurta.
degli Ebrei. Ed in che si fida? Ne’ soldati entrati in Toledo? E non
dee
almeno sospettare che i nobili vantati da Garcia
eale lascia il fatto com’ è: la teatrale l’accomoda al fine. Il poeta
dee
maneggiarlo in guisa che il personaggio destinato
itamente non vi si distinguerebbero i versi. Circa la lingua tutto si
dee
perdonare a uno straniero che si studia di coltiv
buona scelta a chi n’ha di molti e cari. Ma perchè (potrà egli dire)
dee
preferirsi il verso sciolto o quello coll’assonan
n y Latre verseggiò di nuovo la Procne y Filomena del Roxas; nè vi si
dee
notare altra differenza se non che l’Aragonese in
n musica, perché ne riesca un tutto regolare ed armonico. E tanto pur
dee
bastare perché, col favore di qualche principe vi
lder ed altre favole che gli fecero onore fra’ suoi. Ma singolarmente
dee
la Danimarca pregiarsi della sig. Passow nata in
nuità legge inviolabile della natura e che l’arte, di lei imitatrice,
dee
fare in ogni cosa di non trasgredire. Ma lasciand
onia, che gli toccherà poi in sorte d’ascoltare sì lungo tempo, e che
dee
per conseguenza essere dal compositore sobriament
che mi prepara a sentire le amorose smanie d’Issipile, quello che mi
dee
strappare le lagrime per l’abbandono di Costanza
on mai interrotta continuità di declamazione, quel tuono musicale che
dee
modellarsi prima sulla spezie di canto suboscuro
ni sua parte lo stesso Gluck. Ma siccome l’utilità d’un ritrovato non
dee
misurarsi dall’abuso che se ne può fare da chi no
, cioè quello di non condannare il padre? E che dopo tale risoluzione
dee
subito passare senza fermarsi alla conseguenza “M
dannare un padre, a quello di dover sagrificare l’amante, l’orchestra
dee
rappresentare altresì l’irresolutezza nata dal co
rito dagli strumenti. Conseguentemente a siffatto carattere il motivo
dee
con tutta l’esattezza possibile corrispondere al
il musico non mi dica una cosa allorché il poeta m’inculca un’altra;
dee
contenere un unico e solo pensiero, il quale veng
uditori, agguisa di proemio, o preambolo, del sentimento generale che
dee
regnare nell’aria. Cessano gli stromenti, e la vo
re in varie guise le note. [46] Ma da siffatte cose fino a quelle che
dee
sapere un compositore corre una distanza infinita
irigendo la fantasia nella invenzione del motivo principale, il quale
dee
corrispondere al tuono che domina nella poesia, a
i sçu plaire, e Je vai revoir ma charmante maîtresse! Ecco quello che
dee
piacere in ogni tempo; ecco il linguaggio che giu
vaudevilles applauditi, di parodie e di opere buffe. L’attore Favart
dee
contarsi tra’ più fecondi e piacevoli scrittori d
co Cirenese autore degl’Inni ed Epigrammi e di altri pregiati lavori,
dee
contarsi tra coloro che fiorirono nella poesia ra
Callimaco drammi satirici, tragedie e commedie. Al medesimo poeta si
dee
la cura di descrivere i poeti drammatici secondo
, che non si trova nell’edizion veneta. *. Al Capo V, il cui titolo
dee
così scriversi, Tracce di rappresentazioni scenic
zza che si avvicina all’assoluta. Or non son questi gli esemplari che
dee
raccomandare il gusto? Vi sono poi certe farfacce
buona composizion musica per altro, avutosi riguardo all’effetto che
dee
produrre, non è il tutto; questo dipende in gran
dinario e difficile. Lo studio delle maggiori difficoltà della musica
dee
senza dubbio farsi anch’esso da’ giovani cantori,
la cura di tirar Gelopea al fenile di Alfeo per accertarsi che Filebo
dee
trovarvisi con altra ninfa. Nerino malvagio pover
diare l’onestà di quelle rigide seguaci di Diana; ed Alcippo scoperto
dee
soggiacere a questa pena. Tirsi il giudice più ze
la cura di tirar Gelopea al fenile d’Alfeo per accertarsi che Filebo
dee
trovarvisi con altra ninfa. Nerino malvagio, pove
isce insidiare l’onestà di quelle rigide seguaci di Diana; ed Alcippo
dee
soggiacere a questa pena. Tirsi, il giudice più z
vede ; et chi più v'alza al Ciel, chi più vi cede, più di ciò che far
dee
serua il decoro. Perchè non sol di Tullio organo
ndrebbe contro a un fine principalissimo a cui nel porre il teatro si
dee
aver l’occhio dall’architetto; e ciò è ch’esso ri
erta regola e misura. La grandezza del foro, dice ancora Vitruvio, si
dee
fare proporzionata alla quantità del popolo, acci
i hanno diritto alla stima pubblica, e che un sol genere di bello non
dee
, e non può donar la esclusiva agli altri. Quindi
i non per tanto a vestire or l’uno or l’altro tutti i personaggi. Non
dee
solamente cercare sterili fatti, ma l’ordine e il
mente cercare sterili fatti, ma l’ordine e il congegnamento tra essi:
dee
usar di stile conveniente al soggetto, ma senza t
o che le tragedie franzesi piacciono più delle vostre e la ragione vi
dee
ben essere, perché senza valente ragione egli è p
etta in curiosità l’auditore di ciò che avverrà, in guisa che, quanto
dee
poi avvenire, riesca nuovo ed inaspettato. [1.116
reconsulto. [1.123ED] La nazione spagnuola, a cui la tragedia moderna
dee
molto per l’invenzione di quei caratteri che voi
ttadini; ma non l’ha né può mai averlo nelle tragedie, il cui viluppo
dee
esser semplice e naturale, acciocché lo sviluppo
e una tragedia veramente perfetta un’azione, una di un giorno, non si
dee
rappresentar che in un luogo; ma questa unità non
morire. [2.109] Nel principio Oreste era in casa ed in letto, e qui
dee
entrare in casa, dunque era in strada. [2.110ED]
e quando conviene far parlare altra persona di cose che il primo non
dee
ascoltare, ed in ciò son bene inferiori ai Franze
ì piano che il popolo non l’ascolti; se il popolo, che è più lontano,
dee
udirlo, tanto l’udirà maggiormente l’attore che è
inconveniente. [3.26ED] Ben è vero che allora il discorso in disparte
dee
esser brevissimo, perché o fosse borbottare o fos
a, a cui vigorosamente resiste, ma questa sua resistenza non tanto si
dee
rifondere nella virtù del giovane casto, quanto n
italiano rimato lo è. [4.71ED] Subsumo. [4.72ED] La tragedia italiana
dee
comporsi in versi italiani, dunque dee comporsi i
[4.72ED] La tragedia italiana dee comporsi in versi italiani, dunque
dee
comporsi in versi rimati. [4.73ED] Questa seccagi
l’Impostore — ti ho detto altre volte che l’imitazione perché diletti
dee
contentarsi di una perfezione la quale non esca f
ezione la quale non esca fuori della sua sfera, e però in alcune cose
dee
convenire col vero e in alcune disconvenire. [4.1
bbe la comparazione. [4.108ED] Tale si è l’imitazione: in alcune cose
dee
convenire, in alcune disconvenire, altrimenti non
con la candeletta sul libro chi le suggerisce; sa che il recitamento
dee
essere in versi; sa che un’azione di un giorno no
loro. [4.172ED] Certo è che quanto ai vocaboli una lingua viva sempre
dee
crescere e la stessa Accademia della Crusca col s
la rima. [4.178ED] Imperocché per ciò ch’è concesso, ogni regola si
dee
prender in avvenire tanto nella prosa quanto nel
in questo secolo. Dunque dagli scrittori in verso di questo secolo si
dee
ricever la regola in avvenire. Nessuno scrittore
Ma bisogna supporre per fondamento che in questo vago spettacolo non
dee
negarsi la preminenza alla musica: ella è l’anima
lentieri. [5.119ED] Ben è però vero che per amore della repubblica ti
dee
piacer l’onestà: con questa l’affetto amoroso è u
recitativo ed in ariette o le diciam canzonette. [5.131ED] Ogni scena
dee
contenere o solo recitativo o sola arietta o per
la. [5.146ED] Gl’ingressi debbono chiudere ogni scena e un musico non
dee
mai partire senza un gorgheggiamento di canzonett
usica, essendo arte inventata per delizia e alleviamento degli animi,
dee
pure rimaner secondata da parole e da sentimenti,
altre si possano non abborrire per la purità e per lo spirito, né qui
dee
finire la tua disinvoltura. [5.187ED] La professi
delle sillabe: conto il conservare nelle parole quelle vocali, su cui
dee
passeggiare la voce del musico. [5.192ED] L’a pot
luogo di un’aria di sdegno, che vi era già collocata, un’altra vi si
dee
porre che era d’amore e che di sdegnose parole vu
ro al mastro di cappella. [5.197ED] Che se poi l’impresario, il quale
dee
pagarti la tua fatica (non arrossire, che questa
cché quando in essa parlano gli attori senza passione, allora la voce
dee
uscir sostenuta ed eguale, senza arrestarsi ne’ t
he tu mi adduci, per condurmi nel sentimento che l’armonia della voce
dee
in qualche maniera secondare il numero ancora del
era che nella maggior parte di ciò in cui spicca l’ingegno del poeta,
dee
spiccare la voce ancor dell’attore, e recitano es
azione passano il vero: torno a dire che nella rappresentazione tutto
dee
esser caricato, sì perché lo spazio fra gli attor
or borbottare. [6.77ED] Questo è un gravissimo error nell’attore, che
dee
in grazia degli uditori parlar sempre intelligibi
i men perfetti. [6.105ED] Questa bell’arte del rappresentar recitando
dee
senza dubbio aver le sue leggi, ma come che alcun
lcune ve ne siano universali ed inevitabili, che qualsivoglia nazione
dee
, quando è savia, accettare, ve n’ha però alcune p
la Crusca questo ed altri termini del teatro), egli è certo che né si
dee
vestir Agamemnone alla franzese né tampoco in far
si dee vestir Agamemnone alla franzese né tampoco in farsetto; ma vi
dee
essere un certo modo di mezzo che senza disgustar
di Gravina, Della tragedia, p. 542: «Ogni simile, perché sia simile,
dee
ancor esser diverso dalla cosa cui rassomiglia: a
se autore degl’inni ed epigrammi e di altri pregevoli lavori poetici,
dee
contarsi ben anche tra coloro che si distinsero n
iele Einsio pubblicò la tragedia degl’Innocenti. Ugone Grozio, cui si
dee
una dotta collezione di frammenti di antichi trag
iele Einsio pubblicò la tragedia degl’ Innocenti. Ugone Grozio cui si
dee
una dotta collezione di frammenti di antichi trag
orma regolare degli antichi da quelli stessi gran letterati, a’ quali
dee
l’Europa il rinascimento del gusto della lingua l
che colse le palme prime, ed il Dancourt assai debole attore, che pur
dee
contarsi tra’ buoni autori; là dove contansi fuor
, ora brillanti e piacevoli, ora tragiche e sublimi. Ivi l’attore non
dee
più recitare, ma modulare bensì le parole con pro
ecessari a produrre compiutamente il suo effetto, ivi l’artifizio non
dee
punto aver luogo. A conoscer poi quando la natura
sibile apparisca l’imitazione. Ma si ricordi bene ch’essa appunto non
dee
far altro che riempiere il vuoto, vale a dire cor
e l’artefice. [23] Dai principi accennati si ricava che il musico non
dee
ammetter in ogni luogo gli ornamenti, né in ogni
ne il discendere a qualche conseguenza di pratica. [24] Prima. Non si
dee
aggiugnere alcun abbellimento né dalla parte del
quella di amarsi e di godere s’appartiene ai secondi. [29] Sesta. Non
dee
il cantore frammetter gli ornamenti qualora l’and
d’un aria si è presentato adorno di certa classe di ornamenti, non si
dee
replicarlo di nuovo vestito in foggia diversa; pe
ce ogni mattina dalla sua capanna per additar al sole la carriera che
dee
percorrere in quel giorno; si vedrà che alla fine
giro di pochissimi anni dovrà cedere anch’esso ad un nuovo gusto che
dee
succedere sicuramente. Ed ecco un motivo di più d
o la varietà combinabile coll’intervallo armonico e colla lena di chi
dee
cantarlo; ora smozzando i versi nella metà affinc
tanta scioltezza e precisione dice qui il poeta cesareo. Lo stesso si
dee
dire delle discolpe della providenza inserite nel
di ciascuno de’ suoi componimenti il segreto ma costante rapporto che
dee
metter l’arte fra la musica e la prospettiva, o c
trambi. La tragedia è fatta per appagar la ragione e il cuore. Quindi
dee
principalmente badare al collegamento ed unità de
re non meno che alla ragione all’orecchio e all’immaginazione. Quindi
dee
render lo stile più lirico, frammetter gran illus
re di quella dell’Ariosto e di qualsivoglia altro poeta. L’Italia non
dee
considerarlo soltanto come scrittore eccellente d
gier.» [37] Così si vincono gli autori imitandoli. Una cosa che non
dee
tralasciarsi in favor suo, si è la preferenza che
n sentimento preciso su cui si forma poscia il motivo musicale, e che
dee
con ragione chiamarsi il capo d’opera del teatro
i. Am. Ferma. (Trattenendo Megacle che fugge. Per conseguenza Aristea
dee
fuggir parimente, ed esser trattenuta.) Arg. Sent
a, farebbero crollare quel buon senso e quella illuminata ragione che
dee
pur tutti guidare i lavori dell’ingegno. E qual d
dipingere e di commuovere; si studiò con maggior cura l’analogia, che
dee
sempre passare tra il senso delle parole e i suon
la musica italiana. Niuno meglio di lui ha saputo ottenere i fini che
dee
proporsi un compositore; niuno ha fatto miglior u
i. [12] Se non che il miglioramento dell’arte del suono in Italia non
dee
tutto ripetersi dalle accennate cagioni ma dalle
stro in Milano Francesco Brivio, e Francesco Redi in Firenze, che non
dee
confondersi coll’altro Redi parimenti Francesco,
ua venustà le rive della Senna e dello Scaldi. [24] Se non che non si
dee
credere che il buon gusto musicale quale è stato
tto dell’uccisione di Ataulfo. Lascio poi che l’istruzione morale che
dee
prefigersi un buon tragico non si scorge quale es
scelta a chi ne possiede di molti e cari. Ma perchè (potrà egli dire)
dee
preferirsi il verso sciolto o quello coll’assonan
re soli versi sulla picciola bagattella del tirarsi a sorte colui che
dee
morir prima; e si occupano per cinque pagine inte
ste della savia e tenera Olvia? Dulcidio annunzia al figlio Aluro che
dee
morire essendo il di lui nome uscito dall’urna. P
i dire che vuol morire in di lui vece. Gareggiano su di ciò; ma tutto
dee
sospendersi, perchè Scipione viene a trattar di p
atto come è, la teatrale l’accommoda al fine della tragedia. Il poeta
dee
maneggiarlo in guisa che il personaggio destinato
li è stato rubato da diversi tragici dozzinali. Certo La-Motte non lo
dee
a veruno, nè gli fu sugerito dalla storia della C
on vi si distinguerebbe il numero de’ versi. Circa la lingua tutto si
dee
perdonare a uno straniero che si studia di coltiv
lusso, e col lusso crescono nuovi bisogni e nuovi mali. Il teatro che
dee
considerarsi come uno de’ pubblici educatori, per
molta moderazione in permettere che il padre ripigliasse l’impero, e
dee
contarsi tra’ più grandi conquistatori, e tra’ pr
ono, il quale non esce assottigliato nella guisa che si richiede. Non
dee
averla nasale, perché facendosi una risuonanza tr
dell’arabo non piccola parte. Ora l’origine del moderno italiano non
dee
tutta ripetersi dal latino parlare o dal settentr
role, ed ecco il gran fonte onde scaturisce il modello, che il musico
dee
per ogni verso cercar d’imitare, e al quale la me
n sarebbe la più armoniosa, poiché la melodia per rendersi gradevole,
dee
non solamente esser dolce, ma esser ancora variat
dele, e far credere a Teseo che più non l’ami. Ati recitata nel 1676
dee
reputarsi una delle favole più interessanti del Q
lli tacciono per udire il gorgoglio delle acque. Il drammatico sagace
dee
sempre ciò mitigare almeno con un sembra. Rinaldo
fone qualche motto che muova a riso. Ma questo vero indiscreto non si
dee
imitar sulla scena; in prima perchè la parte più
, come in fatti avviene, dispiacere ancor nella scena, dove la natura
dee
comparire scelta e conveniente19. In secondo luog
edele e far credere a Teseo che più non l’ami. Ati recitata nel 1676
dee
reputarsi una delle favole più interessanti di Qu
ugelli tacciono per udire il gorgoglio delle acque. Il drammatico ciò
dee
sempre mitigare almeno con un sembra. Rinaldo si
molta moderazione in permettere che il padre ripigliasse l’impero, e
dee
contarsi tra’ grandi conquistatori e tra’ princip
mimi, la quale, intepidito che sarà il furore della moda capricciosa,
dee
guarir l’Italia dell’umore anticomico del Lillo e
è manifesto che l’opera s’inventò nella fine del secolo XVI, e che si
dee
riconoscere come inventore dell’opera buffa l’aut
ista là dove un critico gelato non vede che fredde massime! Ma se non
dee
cantarsi quest’immagine piena di affetti attivi,
i sçu plaire, e Je vai revoir ma charmante maîtresse! Ecco quello che
dee
piacere in ogni tempo; ecco il linguaggio che giu
buffi, di parodie, e di vaudeville tutti ben accolti. L’attore Favart
dee
contarsi tra’ più fecondi e piacevoli scrittori d
a vi è l’inconveniente che in ognuno si cala il sipario, e l’uditorio
dee
attendere che si pianti con gran lentezza la scen
. Laonde a questi due dotti uomini dirozzati ed ammaestrati in Italia
dee
la Spagna tutto l’onore di aver da’ suoi cacciata
’Amicizia, commedia che per le ragioni addotte da monsignor Fontanini
dee
essersi prodotta almeno nel 1494. Ma intanto che
esse, il favore che dispensava ai dotti, l’introduzione, che a lui si
dee
, della scenica poesia, coltivata con splendide te
. Si può notare eziandio che o la rappresentazione di questa tragedia
dee
durare alcuni giorni, o, come riflette il Metasta
rdia posta sulla cima di una torre a veder se risplenda la fiamma che
dee
di montagna in montagna da Troja ad Argo prevenir
le sparse parti della beltà per formarne la sua Venere. Questo esser
dee
l’uffizio della vera storia teatrale ragionata; e
guir? da qual sottrarmi? e poi, Vincete entrambi, E se alcun
dee
perir, pera . . . ma quale? Alceste . . .? Crit
ili spoglie, e domanda ad Ormindo il cammino della reggia ch’ella non
dee
ignorare. Viene con animo di dar la morte a Creon
ione, e che non lascia intravedere il frutto morale che il drammatico
dee
prefiggersi. Dione ha due favoriti, Callicrate pe
asi del tutto, di un figlio unico suo sostegno, perduto Ulisse; e che
dee
a lei importare l’origine della contesa in quel p
are l’origine della contesa in quel punto? È l’evento della pugna che
dee
occuparla tutta. Dopo di aver saputo da Mentore a
meno con colpi di scena che con quadri e situazioni patetiche. Se ne
dee
pur lodare, oltre del pregio dell’ invenzione, qu
, si dirà colle parole del Voltaire; ma noi siamo persuasi che l’arte
dee
scegliere fra gli eventi naturali quelli che non
o Nancy; ma per l’idea che può ricavarsene da’ fogli periodici, esser
dee
una vera tragedia cittadina, che non degenera pun
delle tragedie del Virues. La gran Semiramis a buona ragione non
dee
reputarsi una tragedia divisa in tre atti o giorn
no poeta di stile austero, mordace e forte ne’ motteggi, dal quale si
dee
riconoscere il lustro di quel genere di commedia
alia tali divertimenti ne’ teatri di qualunque specie si fossero, non
dee
dirsi che essi cominciassero nel 1304 allorchè ne
lia tali divertimenti ne’ teatri, di qualunque spezie si fussero, non
dee
dirsi che essi cominciassero nel 1304 allorchè ne
ignora Anna Fiorilli-Pellandi il prodigio della declamazione scenica,
dee
unicamente l’Italia la presente egregia traduzion
le gode fra mille pericoli e sospetti il possesso dell’amata, ciò che
dee
mantenere sempre viva la sua fiamma. Il signor di
erirlo. Ciò è senza ragione. La di lui candidezza che tutto confessa,
dee
almeno toglierle la sicurezza che esige la vendet
’accusa e vuol vendetta ed invita il figlio alla sua tomba; or questi
dee
saper qual sarà la vittima. Ma se Ninia può ignor
arne la verisìmiglianza non mancano esempi nella storia, e molto meno
dee
contrastarsi al poeta la facoltà di fingerne, pur
. Distruggi dunque (le dice) i miei sospetti. Io t’amo (risponde) ciò
dee
bastarti. Chi dunque (Montcassin) cagiona i nostr
. Vedi un frammento di una di lui lettera sulla considerazione che si
dee
à Letterati. a. Si legga il discorso ch’egli pr
utti sono del suo avviso; non solo pel genere di morte, ma perchè non
dee
parer bene in teatro che la punizione de’ due ama
i figli per assicurarsi il trono insieme col drudo. Il terror tragico
dee
prodursi per questo assassinamento ad oggetto di
e detestabili gli atroci delitti di sì malvagia donna. La compassione
dee
tutta eccitarsi pel gran marito che pieno di sinc
ciso è salvato da un guerriero ignoto; ne cerca contezza, e trova che
dee
la propria vita alla grata e virtuosa Ormesinda,
e dell’uffizio di re nell’asserire (scena sesta del I), Buon re non
dee
esaminar le leggi, Ma sol cieco eseguirle. Qu
no amante favorito di Geldippe figlia di Carlo viene a dirle che egli
dee
partire; che ella chiede dilazione di un giorno;
Te del sangue de’ suoi tinte le schiere Cacciar in fuga. Ma qui
dee
dire Te del sangue de’ suoi tinto le schiere
con la confidente Amelia, Corradino viene mesto e confuso per dir che
dee
partire, e Geldippe l’incoraggisce a parlare con
imento una deflorazione violenta. Alcuna tralle commedie del Federici
dee
riconoscersi per totalmente tragica, come lo Schi
ificj decorati, l’apparenza del rogo ardente sull’Oeta. Singolarmente
dee
notarvisi il decoro conservato ne’ caratteri di E
segno l’azione restare oziosa e sospesa? E pure così avviene. Elfrida
dee
esigere dal re, dal padre e dalle guardie tutto l
utile alla musica. Poteva p. e. esprimersi con calore il pensiero che
dee
occupare Adelvolto di aver egli formata l’infelic
esimo Calsabigi in disprezzo del Metastasio. Lasciam da parte che ciò
dee
parer prosa a chi la riconosce a simili segni nel
ero nelle Commedie . . . . ma non l’ha nelle Tragedie, il cui viluppo
dee
esser semplice, e naturale... Lodiamo dunque il g
6] Parte principalissima della musica drammatica è l’aria, che non si
dee
sotto silenzio trapassare. Il cavalier Planelli p
a ciascun s’appartiene nell’invenzione dell’opera seria, si vede che
dee
la città di Firenze il vanto riportarne principal
e fece la musica e la poesia, chiamato Orazio Vecchi, il quale non si
dee
confondere con Orfeo Vecchi, musico e maestro di
aco, affinchè l’anima sua rimanga nera e maledetta come l’inferno che
dee
ingojarla. Va dalla madre. Appartamento della re
buffone qualche motto che muova a riso. Ma questo vero indiscreto non
dee
sulla scena imitarsi; in prima perchè la parte pi
à come in fatti avviene, dispiacere ancor nella scena, dove la natura
dee
comparire scelta e conveniente b. In secondo luog
lla penultima sillaba de’ versi piani, e un altro che ogni verso aver
dee
presso alla metà sua, il quale ha tal forza che i
me quella che non è a finimento tristo obbligata, può (può, dico, non
dee
) avere un protagonista sovranamente virtuoso. Ciò
bbe gli uomini all’infelice stato d’inazione. Il poeta drammatico non
dee
spacciar troppe massime. Il suo dovere è di compo
recitativo, nulla restasse ad aggiugnere nelle arie? Ma il poeta non
dee
consumare nel recitativo gli estremi sforzi della
o stile alla musica stromentale, a cui appartiene, anzi queste ancora
dee
d’uno stile sì ricercato fare assegnato uso e dis
ocché l’accompagnamento degli stromenti d’una qualche maggior libertà
dee
godere. Colla scorta di tali princìpi si può anco
gli abbia diretti a questo fine. Or di tai passi il diligente maestro
dee
fare suoi repertori, o zibaldoni, non tanto per a
zione di questo stile sia nello stil medesimo cantata, il compositore
dee
in quella esprimer tutto, e nella abbandonare all
usto, appreso avrebbero in quel codice prezioso, che la sinfonia aver
dee
connessione col dramma, e segnatamente colla prim
é a questa spezie di gesto fu dato il nome d’affettivo, non perciò si
dee
credere, che le due antecedenti spezie non servan
mina della mamma nel dialetto del suo paese. [Sez.IV.2.2.3] II. Egli
dee
proferir netto e intieramente tutte le parole, e
opera in musica. Nel vestire un personaggio greco o romano, egli noti
dee
così scrupolosamente seguire quella maniera di ve
tile e graziose fantasia. [Sez.V.1.0.5] Inventato il modo dell’abito,
dee
l’artefice porre attenzione alla scelta del color
bito che questi cesseranno di muoversi. Quanto è poi all’armonia, che
dee
risultare da’ colori degli abiti e delle scene, è
e poste tra sé e ‘l suo oggetto. [Sez.V.2.1.5] Ma per altra parte non
dee
il pittor delle scene troppo scrupolosamente segu
ore, se ama d’acquistar lode d’ingegnose, e di valente nell’arte sua,
dee
contrassegnare quella campagna con tali particola
[Sez.V.4.4.1] L’esteriore d’un publico teatro di ragguardevole città
dee
spirare magnificenza e buon gusto; al qual oggett
e alla teoria della danza teatrale, donde, passando alla sua pratica,
dee
primieramente il maestro de’ balli badare a distr
ha mestieri di non comuni talenti. Il direttore dell’opera in musica
dee
regolare il poeta drammatico, i maestri della mus
[Sez.VII.2.0.1] Perché lo spettacolo sia ben eseguito, il direttore
dee
principalmente occuparsi della scelta degli artis
prima della metà del secolo sedicesimo. Senza che ogni altra ragione
dee
cedere a quella della publica costumatezza. [Sez
omposizione del quale entrano e virtù e difetti. Il direttore adunque
dee
conoscere quali sieno le virtù necessarie al gove
il peso della loro miseria? [Sez.VII.3.0.18] Non solamente il poeta
dee
rispettare alcuni difetti a cui soggiace l’umanit
ggiace l’umanità, ma sopra que’ vizi medesimi e quelle virtù, ch’egli
dee
prender di mira, non pretenderà di sguainarci add
nzi d’istruirlo che di dargli solazzo. Breve, il poeta drammatico non
dee
metter la morale in precetti ma in azione. [Sez.
ione, almen per quello che s’aspetta alla musica de gli strumenti, si
dee
piuttosto attribuire ad Orazio Vecchi cittadin mo
non del grave. Ma nel trascritto verso: «Anchorché s’agiti» l’accento
dee
retrocedere alla seconda sillaba e pronunziarsi ‘
l Cavaliere Riccardo Steele, il quale nel suo Tatler insegna, che «si
dee
scegliere per suggetto delle Opere Teatrali il vi
la cognizione de’ quali non è altrimenti necessaria al cantore. Né si
dee
far menzione di quella spezie di melodia o sensaz
avrà delle pericolose influenze su tutto il sistema. In primo, luogo
dee
ricondur sulle scene quel maraviglioso d’immagina
lla decorazione l’orditura, la verosimiglianza e il buon senso. Né si
dee
credere che finite appena le nozze avesse egli in
nocivi sono la materia propria della scena comica, che questa materia
dee
rappresentarsi abbellita da un colore alquanto ca
el sovrano cui avea servito colla penna e colla spada; Camoens, dico,
dee
contarsi tra’ benemeriti del patrio teatro pel su
cio, senza decenza nel costume. Gli argomenti sono di quel genere che
dee
bandirsi da ogni teatro culto. Ecco l’azione dell
. Laonde a questi due dotti uomini dirozzati ed ammaestrati in Italia
dee
la Spagna tutto l’onore di aver da’ suoi cacciata
i que’ che nascono in Madrid? Un’ Accademia composta di Spagnuoli non
dee
chiamarsi Spagnuola? Or che puerilità affastella
nti alcuna se ne mentova che a tal sacramento possa riferirsi. 2. Non
dee
tenersi per fondamento di esserne autore lo stess
scienza, e il deterioramento della riputazione presso il pubblico, si
dee
poi riflettere, che parlando in tempo, che gli av
. Da questo esempio in somma si vuol dedurre, che il buono Apologista
dee
favoreggiar la Patria nella Buona Causa, in vece
olla in Trento nel 1472.a Venne poi l’Orfeo del Poliziano, nel quale
dee
riconoscersi la prima pastorale tragica fra noi c
er egli letto in quel Codice Veranensis in vece di Vezanensis,siccome
dee
leggersi per quel che appare da una lettera del m
olla in Trento nel 147258. Venne poi l’Orfeo del Poliziano, nel quale
dee
riconoscersi la prima pastorale tragica fra noi c
r egli letto in quel codice Veranensis in vece di Vezanensis, siccome
dee
leggersi per quel che si vede in una lettera del
i trassero quasi tutti da Omero e da’ tragici più antichi. Molto meno
dee
egli appoggiarsi nell’abbondanza de’ difetti de’
picciole macchie, ma la massa intera del loro luminoso merito poetico
dee
tenersi avanti gli occhi nel ricordare i trapassa
fermare che l’Italia soffre tanta penuria di valenti comici, ch’ ella
dee
della morte del Blanes, come di non lieve perdita
gli sparsi pregi della beltà per formarne la sua Venere. Questo esser
dee
l’uffizio della vera storia teatrale ragionata ;
io seguir ? da qual sottrarmi ? e poi ; Vincete entrambi, E se alcun
dee
perir, pera… Ma quale ? Alceste… ? Critolao… ? No
i spoglie, e domanda ad Ormindo il cammino della reggia, che ella non
dee
ignorare. Viene con animo di dar la morte a Creon
one, e che non lascia intravvedere il frutto morale che il drammatico
dee
prefigersi. Dione ha due favoriti, Callicrate per
azione. Oltre a ciò gli eventi si enunciano con certa uniformità che
dee
ristuccare nella rappresentazione. Di più nella m
si del tutto, di un figlio unico suo sostegno, perduto Ulisse ; e che
dee
a lei importare l’origine della contesa in quel p
re l’origine della contesa in quel punto ? E l’evento della pugna che
dee
occuparla tutta. Dopo di aver saputo da Mentore a
sovrastare alla patria, l’altro grande nell’ opporsi col riguardo che
dee
all’ambizioso padre di Velante. Invito la giovent
i in questa tragedia. È giunto il punto, dice Arminio, in cui un solo
dee
regolare i Cherusci, ed egli sederà sul trono in
iso è salvato da un guerriero ignoto ; ne cerca contezza, e trova che
dee
la propria vita alla grata virtuosa Ormesinda, la
figli per assicurarsi il trono insieme col drudo. Il terrore tragico
dee
prodursi per questo assassinamento ad oggetto di
far detestare gli atroci delitti di sì malvagia donna. La compassione
dee
tutta eccitarsi pel gran marito che pieno di sinc
l latte Timbevvi io l’odio del patrizio nome. Serbalo caro : a lor si
dee
che sono A seconda dell’aura o lieta o avversa,
ra d’ambe A noi convien. Soggiugne a ciò l’erudito Brumoy: l’autore
dee
mai mostrarsi inteso di parlare in versi? Ma l’e
o sempre ingiusti, inurbani, e in niun modo tragici. Non per tanto si
dee
riflettere che Euripide era un gran maestro, nè a
tto (prosegue Le Batteux) vi si trova disposto come nella natura. Non
dee
lo spettatore affaticarsi, non esercitare il suo
nella natura si abbandona a se stesso e non ha più forza; e lo stesso
dee
seguire nelle opere del l’arte emule di quelle de
le gode fra mille pericoli e sospetti il possesso dell’amata, ciò che
dee
mantener sempre viva la sua fiamma. M. Crebillon
erirlo. Ciò è senza ragione. La di lui candidezza che tutto confessa,
dee
almeno toglierle la sicurezza che esige la vendet
accusa e vuol vendetta, ed invita il figlio alla sua tomba; or questi
dee
sapere qual sarà la vittima. Ma se Ninia può igno
31. V. un frammento di una di lui lettera sulla considerazione che si
dee
a’ letterati. 32. V. il di lui discorso premesso
erebbe sì viva e naturale, se non considerasse, che a quella cosa non
dee
badare? Se non m’inganno, io ve ’l farò toccar co
one inverisimile può produrla. Voi però affermate, che sendo tale non
dee
, nè può produrla. Dunque la partorisce un altro p
parte dal Signor Iriarte, e da me sopraccennati, la rappresentazione
dee
sempre essere imperfetta, e rimarrà sempre all’Ud
cene dipinte, e dice a se stesso, il poeta fa parlare Aquilio come si
dee
, come richiedesi al di lui stato? Del verso e del
e non vede altro che gravi riflessioni e fredde massime! Ma se non si
dee
cantar quest’immagine piena d’affetti vigorosi, e
taccia a torto e inurbanamente di puerilità un grand’uomo, cui tanto
dee
il teatro musicale, egli poi non ha totalmente to
. Si può notare eziandio che o la rappresentazione di questa tragedia
dee
durare alcuni giorni, o, come riflette Metastasio
rdia posta sulla cima di una torre a veder se risplenda la fiamma che
dee
di montagna in montagna da Troja ad Argo prevenir
lo teatro, ma dove gravemente decidevasi del destino della patria, ci
dee
far risalire sino al tempo eroico di Achille e di
d’ambe A noi convien. Soggiugne a ciò l’erudito Brumoy: l’autore
dee
mai mostrarsi inteso di parlare in versi? Ma l’es
no sempre ingiusti, inurbani e in niun modo tragici. Non per tanto si
dee
riflettere che Euripide era un gran maestro, nè a
gue il Signor Le Batteux) vi si trova disposto come nella natura. Non
dee
lo spettatore affaticarsi, non esercitare il suo
nella natura si abbandona a se stesso e non ha più forza, e lo stesso
dee
seguire nelle opere dell’arte emule di quelle del
non introdurre un amor galante in un argomento in cui l’ amor tragico
dee
regnar solo”. E quest’unico difetto trovava nella
primo a introdurlo nella tragedia con decenza e delicatezza; e quindi
dee
dirsi che da lui cominciasse la scena tragica ad
ersonaggi a favellare senza rendere le strade solitarie, la qual cosa
dee
osservarsi nella lettura di esse colla descrizion
cerre i tratti più espressivi dal vastissimo campo della natura, come
dee
fare il comico, che in calcare le orme del piccio
ti. Un parassito con danajo è indegno di portarne il nome. Egli esser
dee
puro cinico di setta: pochi mobili a lui bastano,
tà. Saturione si rattrista al’ vedere andare in fumo il banchetto, se
dee
dipendere da questo intrigo. Tossilo conchiude ch
s. Vanne dunque in casa, previeni la giovane, instruiscila di quanto
dee
dire, di chi si abbia a chiamar figlia, da chi de
Toss. Ottimamente. Prendi anche un vestito per mascherar colui che
dee
fingersi forestiere e vendere tua figlia. Satur.
l giovane Stratippocle. Oltre a ciò per procurargli quaranta mine che
dee
a un usurajo per aver comprata un’ altra donna, f
icolo, pag. 72, lin. 7, dopo le parole, se non che il proprio autore,
dee
cangiarsi ciò che segue nell’opera ne’ diciotto v
itica a non sofferire che gli odj sieno eterni. Nota XXVI. Si
dee
sapere, che fra gli altri ciarlatani, empirici ed
interprete de’ più forti. E se non ci appare artista completo, ciò si
dee
forse a una recitazione affaticata, direi quasi a
tista della Porta diede alla luce il suo Ulisse nel 1614, nella quale
dee
lodarsi la scelta del protagonista, la naturalezz
benchè di molte se ne veggano anche nella tragedia del Bonarelli. Non
dee
omettersi però, che per l’economia della favola l
al vero discopritore la gloria di dare il nome al Nuovo Mondo. Ma ciò
dee
privarlo del l’onore di essere stato uno de’ prim
al vero discopritore la gloria di dare il nome al Nuovo Mondo. Ma ciò
dee
privarlo dell’onore di essere stato uno de’ primi
di prodigi che produceva in Grecia l’antica. La qual meraviglia tanto
dee
crescere maggiormente quanto che la sfoggiata ric
cibiade: Non saprei trovarlo. Socrate: Provati un poco. Quali sono le
dee
che presiedono a quest’arte? Alcib. Intendi forse
va coltura; lo strumento adunque destinato a rappresentar le passioni
dee
per conseguenza rappresentare i suddetti cangiame
certezza del compositore nel numero delle note che a ciascuna sillaba
dee
corrispondere, e nei tempi che debbono impiegarsi
si risponderà col Voltaire ; ma noi sostenghiamo che l’arte sceglier
dee
fra gli eventi naturali quelli che non distruggon
on ho mai potuto vedere ; e solo da’ fogli periodici ricavo che esser
dee
una vera tragedia cittadina che forse non degener
ersonaggi a favellare senza rendere le strade solitarie, la qual cosa
dee
osservarsi nella lettura delle commedie Liveriane
er una particolar società di dilettanti. Tra le commedie di carattere
dee
contarsi come buona. Il Merlo al vischio. Questo
segno l’azione restare oziosa e sospesa ? E pur così avviene. Elfrida
dee
esigere dal re, dal padre, dalle guardie tutto l’
utile alla musica. Poteva p. e. esprimersi con calore il pensiero che
dee
angustiare Adelvolto per aver egli formata l’infe
disprezzo dell’ altissimo poeta Metastasio. Lasciam da parte che ciò
dee
parer prosa a chi la trova ne’ drammi del Romano
autori un patto tacito, per cui si accorda che un innocente accusato
dee
tenersi per colpevole, per andare avanti. Senza d
lasciano in calma, se non hai nè delirio nè trasporto, se in ciò che
dee
rapirti tu non trovi che del bello ; osi tu doman
za che si avvicina all’ assoluta. Or non son questi gli esemplari che
dee
raccomandare il gusto ? Visono poi certe farsacce
ti. Un parassito con danajo è indegno di portarne il nome. Egli esser
dee
puro cinico di setta; pochi mobili a lui bastano:
à. Saturione si rattrista al vedere andare in fummo il banchetto, se
dee
dipendere da questo intrigo. Tossilo conchiude ch
ce. Vanne dunque in casa, previeni la giovane, istruiscila di quanto
dee
dire, di chi si abbia a chiamar figliuola, da chi
Tossilo: Ottimamente. Prendi anche un vestito per mascherar colui che
dee
fingersi forestiere e vendere tua figlia. Alla st
l giovane Stratippocle. Oltre a ciò per procurargli quaranta mine che
dee
a un usurajo per aver comprata un’altra donna fa
tista della Porta diede alla luce il suo Ulisse nel 1614, nella quale
dee
lodarsi la scelta del protagonista, la naturalezz
benchè di molte se ne veggano anche nella tragedia del Bonarelli. Non
dee
omettersi però, che per l’economia della favola l
non introdurre un amor galante in un argomento in cui l’amor tragico
dee
regnar solo ». E quest’unico difetto trovava nell
introdurlo nella tragedia con decenza e delicatezza; per la qual cosa
dee
dirsi che da lui cominciasse la scena tragica ad
4 si mostra in qual maniera debba eseguirsi la disfida. Lo sfidatore
dee
dire al chiamato, sei un traditore, e ’l disfidat
n traditore, e ’l disfidato rispondere, tu ne menti; e questa disfida
dee
farsi per corte e alla presenza del re. Si proseg
i di una delle di lui commedie smarrite intitolata il Cocalo, da essa
dee
prendersi la vera sorgente ed il modello della co
n fine si risolvono in nulla22; e chi non conosce le greche tragedie,
dee
sulle di lui parole concepirne un’immagine totalm
si conviene allo stato mio»; al che il P. Brumoy soggiugne: «l’attore
dee
mai mostrarsi inteso di parlare in versi»? Ma l’e
rorompo in querele da forsennata. L’espressione dunque d’Ifigenia non
dee
tradursi letteralmente per l’istessa misura de’ v
in cambio di Admeto suo Marito, dagli stupidi ammiratori de’ moderni
dee
leggersi attentamente l’atto II per apprendere l’
el pubblico ? Io credo il pubblico ; il quale, o genialità o realità,
dee
volere soprattutto dell’arte pura. Tuttavia (e qu
ro gli spropositati groppi gongoreschi di matte metafore. La gioventù
dee
però esser prevenuta che Gongora non manca di mer
la finestra della prigione, e le dice che se non vuol essere ingrata,
dee
cercar nuova guisa di soddisfare al suo debito. L
ste, de que muy zelosa està. Ciascuna parola di questi quattro versi
dee
servire per prima parola di ogni verso del discor
ncessantemente da inculcarsi a’ poeti scenici, che il diletto non mai
dee
andar disgiunto dall’insegnamento. Ma ad onta di
dice, Es noche de Jueves santo, Que se hace prision en huerto. Non
dee
, però dissimularsi che nè gl’Impegni in sei ore,
sca; ma intanto non si sono recitati che foli dodici versi, ne’ quali
dee
supporsi trascorso il tempo richiesto al congress
bblìo l’accaduto, oggi però che è palese ch’ella abbia partorito, non
dee
riceverla, o nel riceverla dee riconoscere per su
è palese ch’ella abbia partorito, non dee riceverla, o nel riceverla
dee
riconoscere per suo un bambino che di lui non nac
a solita divisione degli atti dell’Eunuco. A suo credere l’atto I non
dee
terminare colle parole di Taide, Concedam hinc in
4 si mostra in qual maniera debba eseguirsi la disfida. Lo sfidatore
dee
dire al chiamato, sei un traditore; e il disfidat
n traditore; e il disfidato rispondere, tu ne menti; e questa disfida
dee
farsi per corte nella presenza del re. Si prosegu
, l’inferno di don Giovanni Tenorio tutto in un fascio? Ma tutto oggi
dee
sacrificarsi a’ ballerini. L’anno 1782 (ed è ques
lasciano in calma, se non hai nè delirio nè trasporto, se in ciò che
dee
rapirti, tu non trovi che del bello, osi tu doman
olti neccessari auuertimenti et ricordi. Sommario Di che qualita si
dee
elegere la comedia da recitarsi — Cauar le parti
egola particolare, dirò solo, generalmente parlando, che il recitante
dee
sempre portar la persona suelta, Et le membra sci
ci mostra. et generalmente dico ancora, che mentre si parla ; non si
dee
mai caminare, se gran necessità non ce ne sforza.
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