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1 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — [Epigrafo] »
li altri scrittori insigni, saremo egualmente privi della facoltà che essi ebbero nel giudicare. Imperocché è pur lecito il
urono eccellenti Apelle, Zeusi e Protogene, anche a coloro i quali ad essi non possono in verun patto agguagliarsi: né fu in
r loro sopra le opere di Fidia, di Policleto e di Mirone, tuttoché ad essi di gran lunga fossero addietro. Tralascio che spe
2 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 210
in lui le pretese e la baldanza, sì che l’artista celebre, creando ad essi ognor nuovi fastidi, fu da essi abbandonato. Si f
sì che l’artista celebre, creando ad essi ognor nuovi fastidi, fu da essi abbandonato. Si fece allora conduttor di compagni
3 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « LETTERA DELL’AUTORE ALL’EDITOR VENETO » pp. 1-9
di se stessi pieni così che ne riboccano per ogni verso, questa, com’ essi dicono, trita materia teatrale parrà frivola e pu
la mia storia, dirigendolo a chi ama la poesia rappresentativa. Sanno essi pur troppo di non doversi il buon teatro consider
recia p. e. niuno ignora omai che gli uomini più illustri o scrissero essi medesimi pel teatro, o ne promossero lo studio, o
vorito del re Filippo, e Aristodemo ambasciadore in Macedonia, furono essi stessi rappresentatori: il sobrio filosofo Plutar
letterarj, politici e morali, quanto un buon teatro; per la qual cosa essi adopreranno sempre gli ultimi loro sforzi per avv
4 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO II. Se i Mori Spagnuoli ebbero Poesia Scenica. » pp. 9-13
ice che ne avessero scritte. E ciò non equivale a dire nettamente che essi non conobbero, ovvero (per non dar presa alle sot
ciò non basta ad affermare che non ne avessero? E perchè ne avrebbero essi scritte, se il dotto Casiri ci dice nettamente, c
upperebbe il loro genio avverso agli spettacoli scenici. Ma quanti di essi si saranno curati di leggerla! Sa bene il Signor
altro di talento! Appunto per questo (vi rifletta bene l’Apologista) essi neglessero gli spettacoli scenici, perchè pieni e
5 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo III. Teatri orientali. » pp. 14-18
terra. Ma quali sono queste modificazioni? A qual punto d’eccellenza essi pervennero? Come caddero, e dove? Quando risorser
mpero vastissimo della China. Sembra che non interrottamente abbia in essi dominato ognora lo spirito religioso primitivo, d
apitani; da servi i servi. Quindi é che, qualunque ne sia la cagione, essi in tal modo avvivano la finzione con i veri color
i favola é divisa in più atti senza numero determinato, e ’l primo di essi ch’equivale a un prologo, chiamasi Sie-Tse, e tut
6 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1024-1026
ini : al nutrimento, vestiario e alloggio provvedeva la Corte. Uno di essi era designato quale Zane il saltatore, l’altro, c
suo ragazzo, e Silvestro, e Giovan Maria. Comprese le mogli di due di essi , di Giovan Maria, cioè, e di Venturino, e compres
eguito, fra le quali e i nostri saltatori e lo stesso Scolari : e con essi probabilmente se ne andò gran parte della vita ga
7 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 670-674
i costumi ! Le nostre commedie originali piacciono ai conoscitori, ma essi non vengono a sentirle. Le signore, senza le qual
eglio a compiangere degli autori, noi siamo responsabili e di ciò ch' essi ci fan dire, e del come noi lo diciamo. Siateci i
se un giorno il contento di meritare il vostro applauso. A ogni modo, essi non avran mai per voi maggior zelo e rispetto de'
8 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CONCHIUSIONE. Dell’antica storia teatrale. » pp. 239-246
o a divedere al filosofo investigatore in qual distanza dalla coltura essi trovinsi. Con più regolate e più magnifiche danze
to e l’infallibilità degli oracoli consacrati dalla religione. Posero essi in quel clima la meta alla gloria tragica che spi
sero essi in quel clima la meta alla gloria tragica che spirò pur con essi , ancor prima che la Grecia divenisse schiava. Fu
9 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO IV. Spettacoli scenici della Russia. » pp. 257-261
le che la sola natura e il bisogno suggerisce. In tale stato potevano essi conoscere altri spettacoli scenici che quelle pri
ercate ogni via perchè si sollevino dalla turba de’ versificatori, ed essi che sono l’anima delle scene, inspireranno il pro
ireranno il proprio entusiasmo agli attori, e questo spirito farà che essi rappresentino con tanta energia-naturalezza e sen
10 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 479
ta dal nome di Antonio Salsilli, che fu sempre e tuttavia si serba di essi amico fortissimo e strenuo difensore ; che vagheg
erba di essi amico fortissimo e strenuo difensore ; che vagheggiò per essi radicali riforme atte a levarne alto lo spirito,
11 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO III. Teatri Orientali. » pp. 17-27
terra. Ma quali sono queste modificazioni? a qual punto di eccellenza essi pervennero? come caddero, e dove? quando risorser
chissimo imperio della China. Sembra che non interrottamente abbia in essi dominato lo spirito religioso primitivo, da che s
pitani, da servi i servi. Quindi è che, siasene qualunque la cagione, essi in tal modo avvivano la finzione co’ veri colori
i favola è divisa in più atti senza numero determinato, e il primo di essi , che equivale a un prologo, chiamasi Sie-Tse, e t
12 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO IV. Numero delle Tragedie Spagnuole de’ Secoli XVI., e XVII. » pp. 20-25
ovvie le poche Tragedie Spagnuole per la loro rarità, donde potevano essi argomentare che nella Penisola si conoscesse tal
due soli, ma eccellenti, con poco senno da ciò si argomenterebbe che essi non hanno conosciuta l’Epica Poesia. L’orgoglio d
si dà il nome di Tragedie, a buona ragione non possiamo dire quali di essi fossero tali in effetto. Lope de Vega chiamò così
13 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo VII. Spettacoli scenici della Russia. » pp. 418-421
le che la sola natura e ’l bisogno suggerisce. In tale stato potevano essi conoscere altri spettacoli scenici, che quelle pr
perfezionare i poeti, i quali sono l’anima di tutto lo spettacolo, ed essi inspireranno il proprio entusiasmo agli attori, i
14 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »
temente. E sappiam che per quante richieste fatte da Luigi Riccoboni, essi divennero irreperibili, trafugati forse dalla gal
15 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 124
mente. Furono scritturati il '76 con Pietro Rossi, e nel '77 formaron essi stessi compagnia, che scorreva ancora nel 1781, m
16 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO VI. Teatri Materiali. » pp. 357-365
Ma se si riguarda al fine principale delle sceniche rappresentazioni, essi riescono a tutt’altro opportuni che a godere di u
nte al secolo XVII, a riserba di quello di San Benedetto. Ma niuno di essi sembra degno di sì cospicua città, la quale può g
proscenio per ogni lato ha due pilastri con una nicchia nel mezzo di essi colle figure di Pallade, e nel mezzo vi è scritto
17 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO IV. Stato presente degli spettacoli teatrali. » pp. 293-299
e più liete ancora. Se il Maffei non vinse i tragici più insigni, tra essi al certo degnamente si frammischia e passeggia on
il seggio di Moliere, a quanti ed a quanti comici della Senna non son essi superiori? Ma che prò! se la gallica peste lagrim
edianti Lombardi che la diffondono? se i novelli venuti in Parnaso ad essi consacrano il loro tragico cittadinesco e comico
18 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article »
azioni di tutti i comici, che dopo la morte di Collalto la condussero essi stessi dinanzi al Gentiluomo della Camera, e viva
19 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Dei balli »
e di Pilade e dei più nobili antichi pantomimi. In questa scuola sono essi veramente i maestri, né dovrà niuna nazione recar
ente i maestri, né dovrà niuna nazione recarsi ad onta di studiare da essi anche in tal genere di gentilezza. E noi singolar
20 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article »
i, ciarlatani, ecc., in tutti i suoi Stati, decretando che nessuno di essi potesse nè recitare comedie o cantare in banco, e
21 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « CORREZIONE AL TOMO IV. »
he non erano uomini interi, per li quali solea piacevoleggiarsi su di essi mentovandosi degli uovi. Un nuovo informo presone
22 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 941
a cui un Cristiano Briot, saltatore di corda, avevano deliberato e ad essi proposto di assassinare il Fracanzani, che assali
23 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO IV. Opera Musicale. » pp. 314-344
are con magnificenza da’ granduchi di Toscana. Alla buona riuscita di essi contribuì singolarmente la dolcissima voce e la m
a’ posti ragguardevoli  non solo nella decadenza dell’Impero molti di essi divennero consoli e generali, come i Narseti, i R
. I Ginesi soli par che avessero avuti musici castrati  ma sebbene di essi , come narrammo nel tomo I, si servissero ne’ musi
nciasse la castrazione ad usarsi per mestier musicale, trovandosi tra essi introdotta intorno al secolo XII. Ciò rilevasi da
ocea che la Spagna ugualmente partecipi di questa vergogna. Fu ciò in essi mala fede o ignoranza? Io nel fior degli anni mie
olti anni prima del 1640 (in cui scrisse Pietro della Valle che erano essi assai comuni sulle scene italiche) gli eunuchi si
e Europee, io qualche anno prima l’avea sperato sull’abominio che per essi avea mostrato nel suo regnato il Cattolico Re Car
24 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 601
mpaolo (Zan Polo) un Trapolino, ecc. ; ma secondo il Quadrio sarebber essi una stessa persona. Egli dice : Giovan Paolo Tra
25 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 277
agnati da un suonatore di tromba, di gran cassa e di chitarra, fu con essi in Portogallo ; d’onde, restituita in patria, fu
26 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XIV. Commedia Nuova. » pp. 151-170
valsero delle di lui fatiche per farsi luogo sulla scena, e composero essi pure alcune favole coltivando la commedia nuova;
osero essi pure alcune favole coltivando la commedia nuova; ed uno di essi spiccò singolarmente più nel rappresentare che ne
enandro si è L’uso ed il saccheggio fattone da’ poeti Latini. Oggi in essi se ne ammirano le invenzioni ma sfigurate come pe
commediografi, i quali ci avvertono nelle loro prefazioni di essersi essi trovati imbrogliati dopo di aver distesi due atti
ta, si recitarono prima privatamente? Ovvero altri scrittori prima di essi ne composero a tale uso? E questi come mai sono s
27 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO II. LIBRO II » pp. 34-49
dinota di essere stato da’ Toscani eretto posteriormente, quando già essi sapevano congiungere colla solidità il gusto di o
a fede a que’ Latini che ebbero sotto gli occhi le tragedie romane da essi esaltate, e che sapevano quel che si dicessero, e
di varj manoscritti che eranvi, molti comprandone a vil prezzo, e fra essi trovò tal commedia, che il Vossio chiama dramma p
. **. Al Capo IV, art. 1 pag. 176 in fine, dopo le parole, montarono essi medesimi sul pulpito a recitarla, si aggiunga ciò
28 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO III. Teatri Orientali. » pp. 23-39
terra. Ma quali sono queste modificazioni? a qual punto di eccellenza essi pervennero? come caddero e dove? quando risorsero
chissimo imperio della China. Sembra che non interrottamente abbia in essi dominato lo spirito religioso primitivo, da che f
pitani, da servi i servi. Quindi è che, siasene qualunque la cagione, essi in tal modo avvivano la finzione co’ veri colori
i favola è divisa in più atti senza numero determinato, e il primo di essi , che equivale a un prologo, chiamasi Sie-Tse, e t
29 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 865
per la quarta volta – a dilettare i Tolentinati coll’arte sua – e da essi ottenne – onori e plausi – se non adeguati al suo
30 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [I-H-K]. I COMICI ITALIANI — article »
e, sentito colà dalla Pellandi e dal Belli-Blanes, fu scritturato da essi pel 1813 come brillante assoluto. Si sposò in tal
31 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Del libretto »
i cavati dalla storia non cosi bene si confanno con la musica, che in essi ha meno del verisimile. Siccome può osservarsi tu
tenimenti, che ben si adattino con azioni tolte dalla storia. Debbono essi intrattenimenti fare unità col dramma, essere par
rano le nozze di Medoro e di Angelica, e fanno venire Orlando, che in essi si abbatte, in cognizione dell’estrema sua miseri
32 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 227
liori artisti che gli furon sempre affettuosi compagni. Alla stima di essi andò congiunta sempre quella del pubblico e della
33 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article »
formò solo una compagnia (1844) che gli procacciò lauti guadagni. Ma essi furon sempre inferiori alle ingenti spese ch’egli
34 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 184
la collera dei compagni contro il fuggitivo si spense sì facilmente : essi obbligarono l’ Andreini a redigere una lunga requ
35 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO X ed ultimo. Teatro Materiale, ove de’ più rinomati teatri, e della condizione degli attori Greci. » pp. 298-315
o di pelli per difendere gli attori dal sole e dalle piogge prima che essi fossero ammessi a rappresentare in città. I noti
te lavorati e collocati in alcune cellette sotto gli scaglioni. Erano essi fra loro accordati con musica ragione in guisa ch
rivolti verso la scena e sostenuti da cunei che si ponevano sotto di essi , perchè non toccassero le pareti. L’ultima gran c
concorso de’ Greci, aveano luogo gli spettacoli scenici. Colui che ad essi presedeva, riceveva un presente o sussidio consid
. IV, lett. X. 156. Il citato Tournefort t. IV, lett. XXII. 157. Di essi abbiamo più distintamente favellato nelle Vivende
36 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 159
ianto. Nè cred’io già che d’altri sensi impresso Sia il tuo bel cor ; essi (non l’abbi a sdegno) Fan testimon di tua bell’al
37 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Della musica »
anche dagli oltramontani coltivata a segno, che ben si può dire aver essi per qualche tempo dato la voce e fatto agl’Italia
le rivestì sopra tutto di belli e più copiosi accompagnamenti. Erano essi nondimeno dispensati con sobrietà, aperti, chiari
n grazia della musica e che non formano senso veruno, quanto non sono essi mai noiosi ed insoffribili? Le parole non si vogl
ero ridotti a dover comporre sopra parole dello stile dell’Achillino; essi ch’erano degni di rivestir di note i casti sospir
via da accordare col nostro canto le orecchie dei Francesi, ed era da essi loro rigettata l’oltramontana melodia, come vi fu
e la musica, quale noi la vorremmo nella nostra opera. Che già avendo essi scosso di per sé il giogo di alcuni vecchi pregiu
38 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Discorso preliminare premesso alla prima edizione »
o che farsi della propria esistenza) ecco il fine, al quale rivolgono essi la grand’arte di Sofocle e di Menandro. Uditori a
come se non esistesse. Se per disavventura delle lettere s’affibbiano essi la giornea d’Aristarco per giudicare, l’impegno l
e solamente cercare sterili fatti, ma l’ordine e il congegnamento tra essi : dee usar di stile conveniente al soggetto, ma se
ocaggine, si sforzano di consolar il loro amor proprio dispregiandole essi stessi, e cercando che vengano dispregiate dagli
h’io fossi stato più circospetto: cioè nella significazione che danno essi a tal parola, che non avessi osato, di profferir
soggettarmi ad uno spirito di partito ridicolo; in tal caso rimangano essi anticipatamente avvisati, che non ho scritto per
39 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO VII. Su i principali Requisiti per giudicar dritto de’ Componimenti Scenici, Mente rischiarata, e Cuore sensibile. » pp. 69-85
ensabili a giudicar dritto degli Scenici componimenti. Ma il primo di essi , se si scompagna dal secondo, giudicherà dell’art
, e Virgilio lo riscalda, e gli altri Poeti lo assiderano, tanto sono essi per lui languidi e freddi”. Confessi il Signor D
secondo abbonda di tanta soavità, grazia, e delicatezza: così che da essi prese l’Epico Latino non poco di quel fuoco, che
il Tasso e l’Ariesto, e il Camoens, e Dante, e il Petrarca, benchè in essi di bell’ardore si accendano tutti quelli, che amb
rsi appassionati nell’Agesilao, nell’Alessandro, negli Sciti? Intanto essi in tali favole sembrano meno eloquenti e meno app
, che loro assegna Plutarco, nè un’ Anima simile alla Umana, quale in essi ravvisavano gli antichi Egizj, e i Greci Pitagori
40 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO II. Tragedie latine d’oltramonti, Tragici Olandesi, e Teatro Alemanno. » pp. 135-142
ner dietro alla luce permanente de’ buoni esemplari imitati da Opitz, essi corsero appresso ad uno splendore efimero che gli
za di coloro che l’intrapresero, ovvero sia per l’indole dell’idioma, essi riuscirono così infelicemente, che atterriti dall
41 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 743-748
Parma, che pretendeva il pagamento di un debito di lire trecento che essi non riconoscevano, sapendo di dovergli solo il fi
no l’attrice Eularia (V. in Supplemento) e il nostro Zanotti. In un d’ essi Eularia è chiamata gloria della Compagnia del Zan
o figliuoli ! Lo afferma lo stesso Francesco Maria, che fu l’ultimo d’ essi . » Diciotto figliuoli !… Quando ? L' 84 lascia Pa
42 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Italiano del secolo XVI. e del Libro IV. — CAPO VIII ultimo. Primi passi del Dramma Musicale. » pp. 42-62
ee del Vecchi a lui ed a’ suoi dotti amici sopravvenissero, senza che essi nulla sapessero del Modanese: egli è certo che il
ltuariamente d’una in altra lingua, e che con tali preziosi materiali essi pronunziano con magistral franchezza che il cant
errane, e modo Frigio, Ipofrigio, Lidio, delle quali cose è forza che essi non abbiano mai avuta veruna idea. Diremo che il
e, renderebbe ridicolo lo scrittore, il pittore, ed il poeta, essendo essi obbligati ad imitare non a copiare il vero, in ma
loro posta per confinar la drammatica a questo vero immaginario, che essi dureranno la vana fatica delle Danaidi, e nol con
43 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 692
artisti, saliti a grado a grado in rinomanza, condussero e diressero essi stessi una compagnia ricca di ottimi elementi, de
44 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » p. 1034
rima metà del secolo scorso, ma non si può dire qual sia il nostro di essi . Dall’articolo del Bartoli non pare essere stato
45 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 
averci stancato le città la Compagnia del Duca di Parma aveva prima d’ essi recitato a Verona trenta commedie) dove dovevamo
46 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 278
mpagnia troppo ricca di attori pagati, e voleva disfarsi di alcuni di essi . Il Coralli, artista di non gran merito, pare, ma
47 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo duodecimo »
ella immensità dello spazio i pianeti d’intorno al corpo che serve ad essi di centro, la carriera delle arti ha un origine,
ovuto esser minore perché divisa. La seconda, che essendo ciascuno di essi rami rinato dipersè e cresciuto separatamente dag
bbe) a persone distinte per sapere, prudenza e buon senso, così hanno essi degenerato in quell’assurdità e stravaganza che s
mo un’armonia via più doviziosa e più raffinata di quella che avevano essi nel tempo in cui s’operavano effetti cotanto mara
e che a misura che i tuoni acquistano vaghezza e lavoro di note, vano essi deviando dal loro carattere imitativo; sendochè l
nir altra via che la novità e la stranezza. Quanto più moltiplicavano essi i capricci dell’arte tanto più si scostavano dall
ri, e sempre opportunamente variati; ci si fa vedere la scelta che di essi facevano i compositori, e la scrupolosa esattezza
imessero colla loro durazione, lentezza o velocità l’indole fisica di essi movimenti, dal che trassero origine i poetici pie
erna musica prende in significazione affatto diversa da quella che da essi ci vien tramandata. Non sappiamo con esattezza co
one che nelle altre cose. Siccome in tutte le belle arti riguardavano essi come oggetto principale l’imitazione della natura
della poesia italiana. Ma parlando in tal guisa qual idea si formano essi della imitazion poetica e musicale? Ignorano fors
e dividere l’attenzione dello spirito senza fissarla? Non s’accorgono essi che dove la lingua non ha una prosodia regolare e
minore, la seconda, il tuono e il semituono. La natura intrinseca di essi intervalli, e soprattutto di quelli che entrano o
solo, il disprezzo che ha per la capacità di tutti gli altri. Sentano essi adunque parlare due scrittori cogniti alla Europa
ca gli strumenti ci è del tutto ignota la maniera con cui collocavano essi le corde, se queste salissero per via di quarti d
a separare le lunghe dalle brevi, e a stabilire nella combinazione di essi l’indole e natura d’ogni metro? 126. [NdA] Diss
48 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO IX. Pregiudizj dell’Autore della Storia de’ Teatri, rilevati dall’Apologista. » pp. 95-111
lorito, dal piacevole, e dallo stile, e circa l’oscenità di alcuno di essi bastasse accennarla, come ho fatto io, ad esempio
reci, e Latini, che per la mollezza del tempo corrente, e per essersi essi allontanati dalle nostre usanze, venivano neglige
ltivare la Scenica Poesia scrivendo e rappresentando. Credeva, che se essi non recitavano l’eleganti Commedie surriferite, a
l sangue umano; nè dobbiamo fisicamente cavarci gli occhi, perchè per essi può entrar la morte: così pensava il Signorelli n
Latini, e che le stranezze di Lope si opponevano alla ragione, di cui essi , come Letterati instruiti, non ignoravano gl’inse
49 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Latino e del Libro II — CAPO V » pp. 4-31
le matrone Romane innamoravansi di tali istrioni ballerini, o perchè essi prendevano dominio su gl’imperadori e influivano
e per ordine della Sibilla (v. il libro XVIII, c. 29.). Divennero poi essi giuochi annuali l’anno 580 per un editto pubblica
nsule ludos Posthumio Laenas persoluere mihi. La stagione poi in cui essi celebravansi, era quella del piacere: Quaerere c
ertà e la lascivia di tali giuochi arrivò agli eccessi narrati, nè in essi si sofferse veruna rappresentazione seria e tragi
… Dignissima prorsus Florali matrona tubâ. Or qual meraviglia che in essi le mime comparissero tutte nude sulle scene? a.
50 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO V. Continuazione del teatro Latino. » pp. 222-242
le matrone Romane innamoravansi di tali istrioni ballerini, o perchè essi prendevano dominio sugl’ imperadori e influivano
l lib. XVIII, c. 29) per ordine della Sibilla; nè prima dell’anno 580 essi divennero annuali per un editto pubblicato nel co
le ludos Posthumio Lænas persoluere mihi. La stagione poi in cui essi celebravansi, era quella del piacere: Quærere
ertà e la lascivia di tali giuochi arrivò agli eccessi narrati, nè in essi si sofferse veruna rappresentazione seria nè trag
gnissima prorsus Florali matrona tubâ. Or qual maraviglia che in essi le mime comparissero nude sulle scene? 147. Mac
51 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO III. Spettacoli scenici della Russia. » pp. 38-46
le che la sola natura ed il bisogno sugerisce. In tale stato potevano essi conoscere altri spettacoli scenici, che quelle pr
instruirli della ragion poetica stella polare delle rappresentazioni; essi così formati sapranno l’arte di dipingere i carat
52 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo quarto »
enia di persone di cui si fa presentemente discorso. Si distinguevano essi con vari nomi secondo i vari mestieri. Quelli che
antichi, non salgono però ad un’epoca cotanto rimota, che conceda ad essi il diritto di primeggiare sugli altri popoli. Nul
rovandosi alcun monumento che risalga nelle altre nazioni europee, ad essi pure incontrastabil rimane la gloria di averla i
rancone vantano scrittori fondamentali di quella scienza, trattata da essi (in quanto lo permetteva la rozzezza de’ secoli)
bbiamo non poca ragione di credere che fossero affatto sconosciute ad essi . Gli esempi, che s’adducono non sono tratti da lo
n ravviso abbastanza quella prodigiosa influenza che si pretende aver essi acquistata sul gusto degli altri popoli. [8] Chiu
i più scusabile. Pure volendo giudicare dai frammenti che ci restano, essi ci fanno vedere tutto il contrario. La musica del
, Bacchio, e Plutarco furono letti, copiati, ricorretti, e alcuni fra essi interpretati, e tradotti dal Gogavino, da Carlo V
venir da Francia i cantori» 43, anzi i più bei madrigali di alcuni di essi francesi dimoranti allora in Italia si trovano ra
regolar il canto nella Cappella Pontificia45. I vantaggi che recarono essi alla musica non meno pratica che teorica sono tan
illustri scrittori suoi nazionali, i quali hanno siffatta gloria tra essi e gl’Italiani meritevolmente divisa50. [26] Il ri
ascoltarmi; gli ho presi senza la menoma resistenza, e ne fo copia di essi ad una principessa la più amabile del mondo dacch
cotali spettacoli altro non furono appunto che abbozzi, né alcuno di essi ci dà l’idea d’un dramma eroico cantato dal princ
re, che gli arabi anziché gli antichi siano stati presi ad imitare da essi .» Quest’asserzione è positivamente smentita dai f
ne’ primi tempi, e qualche poema ci resta tuttora composto da uno di essi . Fohi il primo, o tra i primi Imperatori della Ch
valevoli per niun popolo in particolare. Non so quanto solidi saranno essi riputati dagli altri; quanto a me non vi so trova
Guido Aretino vide forse i manoscritti di quei celebre musico? Furono essi trasportati da Babilonia o da Spagna nel monister
etico-musicali usati fra i ceteratori ne’ giuochi pitici. Si facevano essi colla cinnira o cetra strumento non conosciuto da
53 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « L’EDITORE A CHI LEGGE » pp. -
due tomi della patria edizione. Il Pepoli fece imprimere una parte di essi ne’ due suoi tometti che abbracciano il tomo prim
54 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 857
la quale, ingannato da’più scaltri di lui, perdè tutti li averi e con essi la ragione. Ristabilitosi poi, fu costretto a tor
55 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 293
allestimento scenico e il vestiario degli attori, è anche l’elenco di essi e de' personaggi che figuravano nell’Intermedio d
56 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 404
ola ella salì al grado di prima donna assoluta, e finalmente formaron essi compagnia, che durò fino al 1802, anno della mort
57 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 888
e mori povero come i suoi compagni. Zingari della commedia dell’arte essi si sbandavano paurosamente, a quando a quando, co
58 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LETTERA dell’autore all’editore. » pp. -
ostrato nel discorso seguente premesso a questa mia storia. Sanno ben essi di non doversi il Buon Teatro considerar come sem
rui vantaggio. Di fatti in Grecia gli uomini più illustri o composero essi stessi pel teatro, o ne promossero lo studio, o s
59 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo secondo »
o la possibilità di conoscerli, o rendendoci inutile la cognizione di essi dopo che si sono saputi. [2] Affinchè proceda con
uovo tratto di espressione nella melodia: terzo, dove la pronunzia di essi suoni sia più decisiva, e marcata, perché ivi avr
’avere dittonghi di suono indeterminato, e confuso, perché non avendo essi un valore determinato nella pronunzia, non posson
re un despotico giogo di tribunale e di lingua, per cui vien tolta ad essi la facoltà di prevalersi di tanti modi leggiadri
ca cercasi non tsnto la forza determini quanto la relazione che hanno essi col canto: per lo che voglionsi parole composte d
l’originaria dolcezza di suono in gran parte orientale, onde molti di essi popoli traevano principio, per quella ragione avv
ioni disagevoli, ne’ passaggi troppo confusi, e in altre cose. Lo che essi non avrebbero mai eseguito se il desiderio di cel
ti feroci proseliti della moda. Parlo del celebre Alambert, nel quale essi neppur sospettano, che si possano trovare le segu
60 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO V. Primi passi del dramma musicale. » pp. 295-309
ee del Vecchi a lui ed a’ suoi dotti amici sopravvenissero, senza che essi nulla sapessero del Modanese: egli è certo che il
ltuariamente d’una in altra lingua, e che con tali preziosi materiali essi pronunziano con magistral sicurezza, che il canto
ile) renderebbe ridicolo lo scultore, il pittore ed il poeta, essendo essi obbligati ad imitare, non a copiare il vero in ma
a loro posta per confinar la dramatica a questo vero immaginario, che essi dureranno la vana fatiga delle Danaidi, e nol con
61 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 863
ioè la Pasqua di Resurrezione, l’Assunzione e il Natale. Se alcuno di essi bestemmiasse e fosse inteso da’compagni, questi d
62 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Della maniera del cantare e del recitare »
so gli avesse mai presi in iscambio di Achille o di Ciro, che sono da essi rappresentati sulle scene, fanno ogni lor potere
di trarla d’inganno e di certificarla, come disse un bello umore, che essi pur sono in realtà il signor Petriccino, il signo
cantore sia cantare, non gorgheggiare ed arpeggiar le ariette. E per essi non rimane che, quando bene la musica fosse bella
63 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO VIII. Degl’Inventori del Dramma Pastorale. » pp. 86-94
ampillas, non avrà avanzata simil cosa senza documenti, vediamo quali essi siano. Incomincia dall’escludere i pretesi Drammi
ogista esclude il Cefalo, e l’Orfeo del XV. secolo? Perchè, risponde, essi non meritano il nome di Pastorali. Gli avete dunq
aver chiamati Colloqui Pastorali tutte le Favole del Lope, quando tra essi vi sono anche delle Commedie. Intanto in contraca
64 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimosesto »
incoli dell’amicizia. Negli affetti di spavento o di mestizia servono essi ad eccitar in nostro aiuto l’altrui commiserazion
ra noi le arti pantomimiche avendo mezzi più efficaci che non avevano essi per ben riuscirvi. La seconda può far temere una
acoli erano sul nascer loro non poteva continuarsi allorché divennero essi più lunghi e più complicati. Così tanto i Greci c
rammesso della danza. Nondimeno siccome i pregiudizi per quanto siano essi fissi e radicati altamente non distruggono punto
i, nomi che noi abbiamo appresi soltanto dai latini autori. Ballavano essi , egli è vero, nella tragedia e nella commedia, ma
e dei Greci intromettevano la danza insieme col coro, non lo facevano essi se non rapportandola all’azione principale, come
re, s’ammazzavano ad uno ad uno, ma non si vedevano morire. Dietro ad essi se n’entrò Jason, e subito uscì col vello d’oro a
nte gl’Italiani non devono escludersi dalla gloria che giustamente ad essi appartiene. Tre fra loro seppero acquistarsi un g
ornati in foggia che annunziava la sontuosità e la leggiadria. Erano essi preceduti e seguitati da un numero infinito di st
li altri compositori si distinse particolarmente Benserade. Formavano essi una spezie di dramma composto di parole e di danz
ivano veruna di quelle magnifiche promesse che m’erano state fatte da essi ; allora io conchiuderò (e conchiuderò con ragione
presso al di fuori con due segni il gesto cioè, e la voce; ciascuno d’ essi segni dee perder molto della sua influenzi a misu
imenti insegnato a frenare i gesti perché non ci tradiscano a dare ad essi un significato contrario a quello che vorrebbe la
n può se non che troppo difficilmente farci vedere la connessione fra essi . Come ci farà ella, per esempio, conoscere ciò ch
e altre membra, negli occhi e nella fisionomia lasciati per lo più da essi pressocchè inoperosi e negletti. Non così la inte
mma? Permettasi ai miei giusti timori la dura sentenza che m’ispirano essi . Se vogliamo conservare gli altri piaceri più del
65 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO III. Continuazione del teatro Italiano. Commedie: Opera in musica: Attori accademici ed istrioni e rappresentazioni regie: teatri materiali. » pp. 144-195
cedente, ma in questo pubblicate per le stampe, pochi emuli avrebbero essi da temere nella prima metà del secolo XVII. Noi n
ona in Turchia o in Affrica; ma si vuole avvertire che in quel secolo essi doveano interessare più che ora non fanno, perchè
are con magnificenza da’ granduchi di Toscana. Alla buona riuscita di essi contribuì singolarmente la dolcissima voce e la m
osti più ragguardevoli; non solo nella decadenza dell’impero molti di essi divennero consoli e generali, come i Narseti, i R
. I Cinesi soli par che avessero avuti musici castrati; ma sebbene di essi , come narrammo nel tomo I, si servissero ne’ musi
inciasse la castrazione ad usarsi per mestier musicale trovandosi fra essi introdotta intorno al secolo XII. Ciò rilevasi da
che molti anni prima del 1640 (in cui scrisse Pietro della Valle che essi erano assai comuni sulle scene Italiane) gli eunu
a se si riguarda al fine principale delle scheniche rappresentazioni, essi riescono a tutt’altro opportuni che a godere di u
te al secolo XVII (a riserba di quello di San Benedetto); ma niuno di essi sembra degno di sì cospicua città, la quale può g
proscenio per ogni lato ha due pilastri con una nicchia nel mezzo di essi colle figure di Pallade; e nel mezzo vi è scritto
occa che la Spagna ugualmente partecipi di questa vergogna. E’ ciò in essi mala fede o ignoranza? Io avea nel fior degli ann
66 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO V. Tracce di rappresentazioni sceniche in Ulietea. » pp. 42-43
guente alcuno del nostro equipaggio credette di veder rappresentar da essi una specie di dramma diviso in quattro parti. Non
67 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo terzo »
ero nella Musurgia, poiché oltre il parlar Guido nel suo Micrologo di essi punti e righe, come di cose note e non mai invent
elle chiese, sulle piazze e sulle campagne, la qual circostanza ebber essi comune ancora colla tragedia greca, che nacque, a
lle opinioni che conveniva istillare negli animi del popolo. Sapevano essi non pertanto trovar i mezzi più acconci a perfezi
tori degli spettacoli, non venivano eccettuati. Si riputava dotto fra essi chi sapeva leggere, e molti ignoravano persin la
estremi, rende inapplicabile qualunque teatrale imitazione. Sapevano essi dalla pubblica tradizione, che la natura loro non
mplice esposizione dei fatti per capire quanto la rappresentazione di essi divenga impropria sul teatro, ove la libertà dege
sservazione mirabilmente confermano. Giova fermarsi alquanto sopra di essi per conoscere i vari costumi de’ secoli, e fin do
fosse alla Madonna la festa della sua Concezione. «Diffatti (dicevano essi , appigliandosi a quella ragione, ch’è stata mai s
, e dalla Ipocrisia, e persino la Sinagoga col gentilesimo, che anche essi ragionano» 33. Tale fu ancora un altro spettacolo
68 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo nono »
re e la pietà non laceravano gli animi degli spettatori, si sentivano essi rapiti dall’ammirazione, il quale affetto sostitu
iflession gli portasse a così interessante scoperta, o si lasciassero essi condurre da quell’intimo sentimento del bello che
ne, a scegliere e regolare gli accordi secondo la relazione che hanno essi col tutto. Ludovico Viadana, inventando il basso
la rinfusa gli strumenti, né si credette che il numero e la scelta di essi nulla avesse che fare colla espressione, ma si pe
tto. Partendo dal principio della unità accennata di sopra, conobbero essi che essendo fatto non il canto per gli strumenti,
dovessero interpolare or qua or là per tutta l’orchestra, giacché da essi dipende la movenza, e l’andamento d’ogni buon’arm
ie della sua lingua col suono de’ ripercossi flutti, gli esercitavano essi facendoli cantare dirimpetto al sasso, il quale,
e. Questa volava indistintamente per tutti i tuoni per quanto fossero essi gravi, acuti, e profondi. Una fantasia creatrice
acchinisti bravissimi, che sortivano dal loro paese per procacciar ad essi un sì vario, sì gentile, e sì perfezionato dilett
69 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimosettimo, ed ultimo »
ergie di tai piedi o numeri, pure ho creduto di poter dare un’idea di essi ancor più precisa e più chiara trasferendoli alla
è la scelta e il giudizioso intreccio di tali piedi, e di tali numeri essi perverrebbero a fissare, e a determinare l’espres
a svegliare la loro emulazione mostrando il grado di perfezione a cui essi potrebbero inalzare la nostra lingua. La greca, c
rano dichiarati in favore di questa difettosa pronuncia, ad ogni modo essi hanno avuto de’ successori, coi quali vengo alle
della quantità prodigiosa de’ loro strumenti, e in un ci scopre come essi giunsero a formarsi delle proprietà e de’ modi un
più utile all’eloquenza e in cui mostrerò a qual grado di perfezione essi salirono. [8] Io applico alla melodia quel riposo
o io fo accorti i nostri compositori, come ciò verrebbe lor fatto, se essi s’avezzassero a cogliere per tal modo il caratter
a marcia de’ soldati; ma ciò non prova se non se l’impressione che in essi dovettero fare i suoni impetuosi e iterati del ri
la ragione furono sagrificati a que’ dell’orecchio, e d’allora in poi essi compiansero la perdita della musica antica. Imper
70 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO VII. Della vera commedia Francese e dell’Italiana in Francia. » pp. 144-176
con Dami suo nipote, al cui vero stupore creduto effetto dell’arte da essi posta in rappresentare una scena, Francaleu grida
e compiacevasi della buona condotta, dell’urbanità e del rispetto che essi mostravano per la nazione, e con pena gli vedeva
con pena gli vedeva partire. Ciò mosse alcuni Francesi a comporre per essi qualche favola nella propria favella in cui cerca
oesie che un attore che esagera le sue passioni, mentre non solamente essi alzano in armonioso tuono le voci ne’ grandi affa
passi e nell’enfasi de’ gran sentimenti; di modo che par che non solo essi vogliano rilevare la verità dell’affetto naturalm
e quando si accostano al proscenio. Senza tale affettazione, parlando essi secondo che esige la natura del dialogo stesso, l
i i Francesi di questo tempo. “L’arte della declamazione (dice uno di essi ironicamente) si è fra noi inalzata a un punto su
71 (1772) Dell’opera in musica 1772
ettacoli oggetti tenuissimi agli occhi del volgo, che non discerne in essi che il divertimento e ‘l solazzo: sono agli occhi
uomini di stato, i quali trascurano la direzione de’ publici piaceri: essi mostrano di non intendere l’uso di questa gran mo
dicar loro quanto degno di loro attenzione sarebbe questo suggetto da essi finor trascurato: … Fungar vice cotis, acutum Re
olpa della barbarie de’ tempi, qualche volta ancora sortirono. Furono essi generalmente cantati, siccome il Cionacci apertam
arono a inserir le arie ne’ melodrammi: poiché fin allora tutto fu in essi recitativo e la musica fu tutta in istile recitat
migante, l’agricoltore, il tessitore, il fabbro; e non ordinaria pena essi pruovano quando alcun accidente gli costringa a m
e e il tempo, il tuono e la rima delle loro sillabe. § II. Come da essi convenga derivar la bellezza de’ versi del melodr
altro verso che abbia due acuti, come un quinario e un quadrisillabo, essi produrranno col decasillabo lo stesso genere d’ar
1.2.25] La rapidità che ognun sente in questi versi, nasce da ciò che essi non hanno acuto né sulla seconda, né sulla terza
l’antica tragedia, faremo primieramente osservare che le mutazioni in essi ragionevolmente, e non per ignoranza o per capric
ella d’Oreste, d’Edipo ed a qualche altra. [Sez.II.3.0.3] Né poteano essi dar compenso a tali inconvenienti coll’introdurre
in mezzo alle sue virtù faccia comparire quelle debolezze, alle quali essi medesimi sono soggetti. Perché il carattere del p
ette il settenario all’endecasillabo, essendo tal mescolanza, secondo essi , poco accomodata alla tragica gravità. La più cor
n vo’ negare che più dignitoso riuscirebbe il melodramma, se tutto in essi fosse recitativo, come furono tutti i melodrammi
terzetti, quartetti ecc. ha religiosamente osservato un tal precetto: essi sono il più naturale, il più puro, il più semplic
E se niuno si trovi che a publico vantaggio modestamente gli rilevi, essi vengono ciecamente imitati come tante bellezze: d
are questo precetto senza grande scapito de’ poeti. Anzi è questo per essi uno de’ più utili ricordi, al quale, se accordass
ni, o deboli o forti, simile a quella de’ colori nella pittura. Ma di essi a me non occorre di ragionare particolarmente.
n oltre che ogni passione ha la sua fisonomia particolare; perciocché essi nervi, e in ispezie quelli del quinto paio, manda
de’ medesimi nervi diatetici, e in particolare delle diramazioni che essi mandano alle glandole lagrimali, a’ muscoli delle
e le viscere, là dove i bruti pochi ne hanno : mercecché non essendo essi capaci d’affetti, non hanno mestieri de’ nervi ch
medesimo, sono disposti a un determinato suono. Di qui siegue: i. che essi dovranno essere immediate e necessariamente mossi
ente mossi da una musica, che adoperi suoni consonanti a quelli a cui essi trovansi dalla natura disposti; II. che un modo m
desterà quella passione che corrisponde a quel dato moto prodotto in essi . [Sez.III.1.3.5] Tante sono le riflessioni natem
diatetici: perciocché quell’oscillazione, che un tuono avea sopra di essi cagionata, cominciata appena viene interrotta da
endo una tal musica vicino a stromenti che stiano in riposo, niuno di essi ne sarà scosso, né obbligato a risonare, come sic
no serviti ad umanare, diciam così, quegli animi ferini. Perciò fu di essi allegoricamente favoleggiato che al suono della l
e, né morale, che dalla musica non derivi. In effetti che non doveano essi attendere da un’arte destinata a sì nobil uso ? N
che la rende grata all’udito, quanto in quella che muove l’animo. Ed essi ne fecero un articolo sì essenziale dell’educazio
non tanto per adoperargli qualora gli fosser luogo, quanto perché di essi può valersi come di nozioni direttrici nell’inven
ata, non vi cacciassero, bene o male, quanto sanno. E siccome ognun d’ essi ha il proprio stile, avviene costantemente che un
resse nella lor gloria, sì francamente per loro vantaggio ragioni. Se essi sullo stile che fa la materia di questo paragrafo
ichi compositori, dalle quali dié loro Jacopo Peri sì belli esempi65, essi vi discernerebbero una certa grazia nativa e dili
ad assicurar costoro di questa lor temenza, volentieri intenderei da essi nel venire all’opera in musica qual piacere vi ce
[Sez.IV.1.0.4] Gli antichi erano ben persuasi di tal verità: appo di essi non v’era arte più necessaria della pronunziazion
. Né altri creda, che si riservasse tal arte pe’ rostri o pe’ teatri; essi la stimavano sì necessaria anche ne’ familiari tr
esse cattedre delle scienze, ove parrebbe men necessaria che altrove, essi richiedevano quest’arte; e di Teofrasto particola
che in tal materia scrissero Glauco di Teo, Quinto Roscio ed altri di essi , ma da ciò ancora che i due fulmini d’eloquenza,
he quanto meno interessanti sono gli attori, tanto più deve essere in essi perfetta la pronunziazione. Pure in oggi si prati
, o peggio, di soffiarsi il naso e di sputare. Deh quando giugneranno essi a sapere, che tutte queste libertà ch’è si danno
i ad accordare più attenzione che non fanno al gestir muto, col quale essi possono talvolta toccarci il cuore assai più prof
reda, che nulla resti da badare al cantante. Ciò che sono le note per essi , è la coregrafia pe’ ballerini, come ben notò l’A
ile che questi virtuosi avessero una volta fitto in capo, che ciò che essi cantano debb’essere inteso senza il menomo stento
he l’inverisimile, che nasce dall’addossare ad eunuchi parti da uomo: essi al più possono essere impiegati a rappresentar do
terno del teatro, ciò sarebbe come far di marmo un leuto, un violino: essi non renderebbero verun suono102. È vero che gli a
rimediare al danno, che da tai materie soffriva la voce degli autori, essi davano a costoro delle maschere fatte in modo che
teatro. Ma in quelli che non di pietra, ma di legno erano costruiti, essi non poneano si fatto ordigno, avendo sperimentato
an vasi di rame, formati con esattissime misure, affinché ciascuno di essi avesse il suo tuono particolare: e sì fatti vasi
tili quanto poc’anzi abbiamo detto che vogliono essere, o per dare ad essi qualche proporzione, si dovrà perdere molto luogo
engono per l’ordinario in negligente positura, le loro membra, sì che essi , quanto è in loro, estinguono quelle belle dispos
esca al lettore, ch’io mi richiami sì spesso al gusto de’ Greci. Sono essi , per consenso d’ognuno, i maestri delle belle art
o addietro finora. [Sez.VI.2.1.8] Quanto poi a’ nostri ballerini, se essi per lo più scelgono danze che niuna convenienza h
ere, entrano pienamente nel nostro avviso. Ecco ciò che scrive uno di essi , che più si è distinto a’ nostri giorni ne’ balli
oncorreranno alla sua esposizione, al suo nodo e al suo scioglimento, essi saranno freddi e spiacevoli. Ogni ballo dovrebbe
ell’agilità di lor gambe, i quali, a dirla, riescono essai meglio che essi nel ballo alto. §. III. Avvertenze intorno all
usica. Dipendendo però il buon successo d’uno spettacolo non tanto da essi , quanto dall’opera di quel magistrato a cui n’è c
gliono cagionare impressioni gagliardissime e universali. Quindi sono essi in ogni tempo stati gli arbitri de’ costumi delle
celta degli artisti che vi s’impiegano, ed aver poi l’occhio sopra di essi , affinché ciascuno faccia compiutamente il suo do
moltiplicità degli dei, e le ingiuriose favole che si spacciavano di essi , un solo Dio e perfettissimo ammetteano114. Quest
imenti, come affettano alcuni tragici; ma piuttosto la dipendenza che essi hanno dal sovrano arbitrio dell’autore della natu
nduta senza indugio al marito. Ma appena Elena comparisce in mezzo ad essi , Paride ha mille ragioni, Menelao ha torto a ripe
e equivoche o lascive, si dice che qualora osservino tali condizioni, essi non saranno in avvenire notati d’infamia118. Ma a
secrazione, onde, vedendo che non riscuotono che derisione, sembra ad essi di levarla del pari e lasciano volentieri rider d
egli spettatori, occupato dalla grandezza de’ tragici avvenimenti, ed essi ne sdegneranno, come sì sdegna contro un buffone
aver luogo, e questi sono i difetti naturali, poiché, non dipendendo essi dal nostro arbitrio, invano sarebbero perseguitat
atori destinati all’istituzione de’ loro concittadini, ma ciascuno di essi ha il suo proprio stile, dal quale non è lecito d
zza del teatro e si dovranno realizzare in modo che una volta toccati essi rendano i suoni del diatessaron, del diapente, vi
er di Biagio Contadino». V. il Cionacci. 24. Alcuni drammi ne fanno essi medesimi testimonianza. Verbigrazia in quello di
ministero delle passioni, con ciò non s’intende altrimenti negare che essi nelle funzioni vitali vengano ancora impiegati.
0. I nomi de’ due maestri di musica di Socrate gli abbiam da Laerzio; essi furono Damone e Lampone, famosi musici di que’ te
licenza de’ buffoni diede occasione all’editto e che questo riguardò essi soli, non già gli attori tragici e comici i quali
elleratezze. 3. ch’erano crudeli, ed osceni. Ben è vero, che talvolta essi parlavano in modo, ch’egli pare, che condannasser
uius finis est humanos mores nosse, atque descrivere. Oltre a che, se essi avessero riputati i Teatri intrinsecamente cattiv
il Teatro, cessarono anche i Dottori della Chiesa d’inveire contro di essi , cominciando per opposito ad annoverarlo infra i
72 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 185-186
one componenti le due compagnie dal numero delle persone sovvenute in essi documenti. Ma, mentre prima si dice di Soldino ta
73 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 218-219
conosconsi chiaramente gli affetti interni dell’animo, spiegando con essi valorosamente a meraviglia e il duolo e il gaudio
74 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo terzo — Capitolo decimoquarto »
una conseguenza la poca espressione nei movimenti, difetto che hanno essi comune con quasi tutti gli altri cantori. Occupat
a Eponina si sfiata per muoverlo a compassione. Quale idea si formano essi adunque del luogo dove si trovano, e dei personag
i ora con lunghe pause e marcate che aprano largo campo all’azione di essi , ora con quei segni inarticolati che sono la fave
al sangue, troncamente risponde: «Ei non ha figli.» [17] Ora, dicono essi , né il terribil silenzio di Didone e di Othello,
così necessari che disadorna e insoffribile riuscir dovesse senza di essi qualunque melodia; perciò parmi opportuno aggiugn
ogo gli ornamenti, né in ogni luogo schivarli. Dee ammetterli qualora essi realmente correggano i difetti della composizione
o le idee ne’ suoi primitivi elementi, da una banda non si vedrebbero essi aggirarsi tastoni dentro al buio di mille inconcl
iani se a nome della filosofia e del gusto francamente pronunzio aver essi , invece di giovare alla sua perfezione, guastata,
ie indeterminata di suoni, ma dalla determinazione bensì che ricevono essi suoni dalle parole, le quali, facendo vedere la d
li ad intendere che i soli Italiani hanno colpito nel segno, e che ad essi unicamente appartiene il conservar il deposito de
quello che rappresentano, cerca appunto nella diversa combinazione di essi quel piacere, che non può ricavare da una poco in
arinello, o di Buzzoleni da qualche composizion musicale publicata da essi . La mano del tempo, che stampa orme profonde di d
iamo adoperate dagli Antichi in un senso troppo generico applicandola essi ora a significar un qualunque lavoro poetico, ora
di, le dichiarazioni di guerra, e le concioni al popolo) che l’uso di essi nelle rappresentazioni drammatiche non può servir
cori si regolavano colle leggi della musica lirica, o per dir meglio, essi non erano che una spezie di componimento lirico c
75 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO VIII. Teatri materiali. » pp. 213-236
struirono edifizii chiusi addetti unicamente agli spettacoli scenici, essi presero la forma di quelle case e corti nella cos
presenta la Villa che tra noi si diceva Città, e dalle due strade ove essi sono dette del Principe, e della Cruz, chiamarons
a proporzionata agli spettacoli ai quali son destinati. L’apparato di essi sino al 1770 in circa consisteva in un proscenio
acciasse, dove abbia io detto il contrario. Avendo io scritto che di essi rimane oggi appena una fredda e serena parzialità
76 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Di Venezia, 21 marzo 1620.Venezia, 16 di giugno 1618. » pp. 513-520
vince nel cuore di Fiorinetta su tutti gli altri, per quanto sfoggio essi facciano delle loro ricchezze ; e tra' suoi Scena
on sono tanto prolissi da poterne trarre la minima idea del dialogo : essi spiegano soltanto ciò che l’attore deve fare in s
sue regole, enumerandone prima i personaggi, assegnando a ciascuno di essi le case, prima o seconda, di destra o sinistra, d
eri huomini usi a una fratellanza fra di loro, mai si ridurrebbon con essi in una servitù pacifica et quieta, et questi altr
77 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 691
o, l’ anno 1837. Passò poi al ruolo de’ fratelli, nel quale non fu ad essi inferiore ; e sposatosi colla comica Malvina Simo
78 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 709-710
della sua raccolta, e se li ha nominati nella prefazione, si è perchè essi sono stati alla Porta del Teatro italiano. Il Co
79 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VII. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 149-268
ntichi conosciamo introducevano i numi e gli eroi della mitologia, ma essi vi facevano però la meschina ridicola figura di s
bitazione, e lasciare agli uomini il pensiero di se stessi. Dove sono essi andati? dice Trigeo. Più in alto (risponde Mercur
uelli che gli porgono suppliche. Aggiugne che per la loro ostinazione essi non vedranno più la Pace, che dalla Guerra è stat
ti della commedia antica, non leggendosi favola veruna, ove contro di essi non si avventino strali di fuoco, e non si faccia
scena è tragica e graziosa. Tutto ciò che vedesi sul teatro, viene da essi adattato alla storia di Elena: il paese diventa E
a Santia che torni ad esser Ercole. Torna Eaco, e per sapere quale di essi due è il ladro e quale Ercole, immagina questo es
Eschilo ancora motteggia di quelli di Euripide; ed in qualunque cosa essi dicano, Bacco frammischia qualche facezia sullo s
tolto quella spezie di calzari di cera formati ai di lei piedi, e con essi ha misurato lo spazio corso nel salto. Strepsiade
n anche di andarli segnando a dito nell’uditorio, e dimostra di esser essi in così gran numero, che il Dritto stesso si conf
rui paesi per raccorne cariche e tesori. Mostra egli a’ volatili come essi sieno stati i primi regnatori delle regioni abita
ù grandi (proseguono) sono da noi compartiti a i mortali . . . Noi ad essi siamo Ammone, Delfo, Dodona, Febo, o Apolline . .
altri fuori di noi? Pist. Gli Uccelli sono presentemente dei, e ad essi , e non a Giove, si ha da sacrificare. Ir. O paz
elle che con un muro ha chiuso fuori gli dei. Nettuno gli ricorda che essi vengono per trattar di pace. Si propone in prima
gli spettatori della qualità della favola. Non aspettino (dice un di essi ) da noi gli spettatori nè il riso rubato da Megar
la città esercitando la loro carica, ed il figliuolo vuol provare che essi sono meri schiavi. Quest’ultimo riesce più felice
i Cleone per mezzo di un venditore di salcicce. Agoracrito è tale, ed essi gli persuadono che si addossi l’impresa di far fr
Da lungo tempo, e di giovarti struggomi. Ecco poi le offerte che essi gli fanno a gara: Salc. Oimè, tu siedi in quest
valsero delle di lui fatighe per farsi luogo sulla scena, e composero essi pure delle favole coltivando la commedia nuova; e
posero essi pure delle favole coltivando la commedia nuova; ed uno di essi spiccò singolarmente più nel rappresentare che ne
Menandro si è l’uso e il saccheggio fattone da’ poeti Latini. Oggi in essi se ne ammirano le invenzioni ma sfigurate come pe
iografi, i quali sogliono avvertirci in qualche prefazione di essersi essi trovati intrigati dopo di aver distesi due atti d
πος senza dubbio ha prodotto Ἵππεῖς, cavalieri, per lo nobile uso che essi fanno del cavallo. E se questa madre vuol chiamar
ta, si recitarono prima privatamente? ovvero altri scrittori prima di essi ne composero a tal uso? e questi come mai sono st
80 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo V. Teatro Francese nel medesimo Secolo XVIII. » pp. 355-388
lo d’Elettra mi sembrano il fianco debole di tal componimento, mentre essi con pena del leggitore lo distolgono da un oggett
e si é di fare i suoi personaggi troppo ragionatori, e di mostrare in essi assai frequentemente se stesso232. Nulla più noce
nto studio. Non piacquero gli ultimi due atti della Zulima, e infatti essi deludono le speranze concepute ne’ primi ec. ec.
te, al di cui vero stupore, da Francaleu creduto effetto dell’arte da essi posta in rappresentare una scena, grida attonito:
taire) quest’italiani a’ vostri insipidi commedianti francesi, perché essi rappresentano più naturalmente, e per conseguenza
che un attore, il quale esagera le sue passioni, mentre non solamente essi alzano in armonioso tuono le voci ne’ grandi affa
passi e nell’enfasi de’ gran sentimenti; di modo che par che non solo essi vogliono rilevare la verità dell’affetto naturalm
francesi ancora. «L’arte della declamazione (dice ironicamente un di essi ) si é fra noi alzata a un punto sublime. Una prin
81 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XII. Teatro di Aristofane. » pp. 16-140
abitazione, e lasciare agli nomini il pensiero di se stessi. Dovesono essi andati? dice Trigeo. Più in alto, risponde Mercur
uelli che gli porgono suppliche. Aggingne che per la loro ostinazione essi non vedranno più la pace che dalla Guerra è stata
ti della commedia antica, non leggendosi favola veruna, ove contro di essi non si avventino strali di fuoco, e non si faccia
ena tragica riesce graziosa. Tutto ciò che vedesi sul teatro viene da essi adattato alla storia di Elena. Il paese diventa E
a Santia che torni ad esser Ercole. Torna Eaco, e per sapere quale di essi due è il ladro e quale Ercole, immagina questo es
chilo ancora motteggia de’ prologhi di Euripide; ed in qualunque cosa essi dicono, Bacco frammischia qualche facezia sullo s
tolto quella specie di calzari di cera formati ai di lui piedi, e con essi ha misurato lo spazio corso nel salto. Strepsiade
rui paesi per raccorre cariche e tesori. Mostra egli a’ volatili come essi sieno stati i primi regnatori delle regioni abita
…. Tutti i beni più grandi sono da noi compartiti ai mortali.. Noi ad essi siamo Ammone, Delfo, Dodona, Febo e Apolline…. A
se altri fuori di noi? Pist. Gli Uccelli sono presentemente Dei, e ad essi , e non a Giove, si ha da sacrificare. Ir. O pazzo
ello che con un muro ha chiuso suori gli Dei. Nettuno gli ricorda che essi vengono per trattar di pace. Si propone in prima
li spettatori della qualità della favola. Non aspettino (dice un di essi ) da noi gli spettatori nè il riso rubato da Megar
la città esercitando la lopo carica, ed il figliuolo vuol provare che essi sono meri schiavi. Quest’ultimo riesce più felice
i Cleone per mezzo di un venditore di salcicce. Agoracrito è tale, ed essi gli persuadono che si addossi l’impresa di far fr
oti Da lungo tempo, e di giovarti struggomi. Ecco poi le offerte che essi gli fanno a gara: Salc. Oimè, tu siedi in queste
della Grecia». Il gran Platone, l’idolo de’ nostri filosofi, al quale essi cercano con tanti inutili sforzi di parer simili,
πος senza dubbio ha prodotto Ὶππεις, cavalieri, per lo nobile uso che essi fanno del cavallo. E se questa madre vuol chiamar
82 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « AVVISO. » pp. 310-312
sig. conte canonico Avogaro (Memorie del B Enrico P. I), perciochè in essi si legge che i canonici di quella chiesa doveano
83 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 152-154
niere ed Anziani. Oltre la lettera dedicatoria, il Montini diresse ad essi il seguente SONETTO Del Felsineo Leon regger il
84 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 592-594
dersi che gran parte de'costumi del Sand, e specialmente de'colori di essi , sieno immaginari, non essendo determinati da alc
85 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo sesto »
orte. Il legislatore deificato poi da’ suoi seguaci veniva onorato da essi col titolo di padre della strage, di nume delle b
reta comunicazione tra il mondo invisibile e il nostro, e della quale essi ne fossero esclusivamente i possessori. L’uno e l
co iddio, distrusse nella Scandinavia i deliri della idolatria, e con essi la potenza dei Rymers, che ne erano il principale
interessati scrittori danno ai costumi delle nazioni e de’ secoli che essi chiamano illuminati, sopra quei delle nazioni e d
e, l’anima di cosiffatti spettacoli a que’ tempi, perciò la musica ad essi congiunte fu creduta da tai cose esser inseparabi
86 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO IV. LIBRO V » pp. 67-93
sull’apparizione di una fantasima spaventevole. Esce un Morto, in cui essi ravvisano le sembianze del defunto re Amlet vesti
di non palesare a veruno l’apparenza di quella notte . . . Parte con essi dicendo fra se: “La natura è sconcertata . . . .
a di Elsingor. Essi in fatti sopraggiungono. Amlet parla ad alcuni di essi con famigliarità; vuol poi sentir declamare una s
anno seguito il lor camino verso Inghilterra; molto debbo dirti su di essi . Addio; tuo sempre Amlet”. Orazio parte co’ marin
particolare del proprio teatro, che prima non ebbero in verun conto, essi del Signorelli non saranno menzione, se non per d
87 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO XV. ed ultimo. Conchiusione con pochi Avvisi amorevoli agli Apologisti. » pp. 214-236
a un Villanello? E quando non fossero per voi di uso veruno, potranno essi per avventura giovare a qualche altro, che si sen
he si sentisse inclinato a scrivere Apologie. Felice se potrò far con essi , o che voi sempre con più vigore assaltiate, ed e
in tempo, che gli avversarj vivono, e mangiano, e beono, e agiscono, essi per diritto di difesa non ometteranno di notare l
non parmi da rivocarsi in dubbio, che avessero gli Spagnuoli dato in essi alcun passo, anche prima del dominio Romano nella
e il Signor D. Saverio Lampillas, che è certo, è incontrastabile, che essi vi vennero 1500. anni prima di Cristo1? Di poi da
88 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo quinto »
ò Vicentino de’ Vicentini, tentarono d’accomodar alla pratica moderna essi generi e modi, ma con evento poco felice, imperoc
eri animati. L’osservazione replicata di tal fenomeno fece considerar essi suoni come parti costitutive dell’armonia. Questo
ro consisteva nell’armonia complicatissima. Così era indifferente per essi qualunque cosa si mettesse sotto le note: prosa o
lle figure simboliche degli egizi, con più altre fantasie chiamate da essi “enimmi del canto” con vocabolo assai bene approp
onandosi di mano in mano se non in quanto alla fabbrica più esatta di essi almeno nella maggior destrezza nel suonarli. La s
dosi dividere il dramma in cinque atti, né somministrando materia per essi il troppo semplice argomento, l’autore non ha pot
ella sorte di voce, che da’ Greci e Latini al cantar fu assegnata, da essi appellata “diastematica” quasi trattenuta e sospe
89 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO I. Stato della poesia scenica in Francia. » pp. 65-76
Giacomo Bourgeois autori di alcune favole comiche già perdute; nè di essi altro ci rimane che il nome. La forma della comme
i nostri cinquecentisti. Il motto che siamo per farne farà vedere che essi appena ne trassero i nudi argomenti che abbigliar
90 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO I. Stato della poesia scenica in Francia. » pp. 3-12
como Bourgeois che composero alcune favole comiche già perdute; nè di essi ci rimane altro che il nome. La forma della comme
Peruse tradussero i nostri cinquecentisti. Io sono però d’avviso che essi appena ne trassero i nudi argomenti, che poi vest
91 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO II. Prima Epoca del Teatro Latino. » pp. 16-128
diverbii Fescennini ebbero bisogno dell’esempio degli Etruschi perchè essi passassero a conoscere e ad esercitar l’arte ludi
eti e de’ Lidii, da’ quali traevano l’origine gli Etruschi) riuscì ad essi molto grato, Ma confusa poscia quest’arte stessa
ria Tribù, non si escludevano dagli stipendii militarib. E finalmente essi ottennero il nome di veri attori personati, non p
no di coloro che inventano o precedono ogni altro in qualche impresa, essi insegnano a’ posteri ad inoltrarsi sulle loro tra
avole. Contemporaneo di Andronico e di Nevio fu Quinto Ennio poeta di essi più chiaro per sangue, per valore, per illustri a
di Andronico e l’introduzione de’ drammi simili a’ Greci, si erano ad essi cominciate a soggiugnere le farsette satiresche r
si provò a comporre i primi Sermoni latini simili agli Oraziani; e ad essi diede il nome di Satire; se non che sull’esempio
tro, come afferma Ateneo. Da loro frammenti non si ravvisa la via che essi tennero in costruire i loro Anfitrioni; ma è veri
costruire i loro Anfitrioni; ma è verisimile che come Plauto nel suo essi vi trattassero comicamente l’avventura di Giove c
sanno. Ciò che all’orecchio il Re da solo a sola Susurra alla Regina, essi pur sanno. Lodino a torto o a dritto, i panni add
Plauto per confrontarli colle sillabe di tutti i linguaggi a noi e ad essi medesimi sconosciuti, e adorando senza seguirle l
ridevoli conseguenze contro gli antichi. Egli non può ignorare che da essi non vuolsi apprendere il modo di sceneggiare che
nare la casa de’ mariti; e la loro fermezza è premiata col ritorno di essi già divenuti ricchi. Sembra che a Plauto non bast
ne la Beozia che si ascriveva ad Aquilio, la Nervolaria, e Fretum. Ma essi sondano il loro giudizio nel trovarsi in queste a
ggi, ed abbonderanno sempre simili Ennii critici di que’ medesimi che essi saccheggiano. b. Vedasene il giudizio che ne por
92 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IX. Teatro di Euripide. » pp. 134-207
rammodo grossolano. Si consolino intanto questi Greci Principi, c con essi Omero tacciato di non aver saputo descrivere i gi
Romani nel l’ascoltare Cicerone chiacchiarone che non la finisce mai; essi doveano (aggiugne) aver la testa d’une furieuse
l chiudere simili particolarità in un duetto o terzetto serio, perchè essi , a giudizio del celebre Gluck, abbisognano di pas
lo Scoliaste di Euripide sulla Medea. E per ischivar l’infamìa che ad essi ne ridondava, si avvisarono probabilmente di guad
ontaria. Interessante e tenero n’è l’ultimo congedo ch’ella prende da essi e da Iolao. Nel l’auto III un messo riferisce la
inazione degl’infermi che diventavano rappresentatori. In tal periodo essi non cessavano di recitar versi tragici, e special
e non pochi spettatori uscirono dal teatro febbricitanti. Ora avendo essi l’immaginazione piena della mentovata tragedia, a
due, e fra questi affermava non potersi di leggieri decidere qual di essi fosse meglio riescito ne’ due differenti sentieri
nno uso di nuovi ordigni per cattarsi l’attenzione de’ contemporanei, essi meritano tutta la Iode. Conveniamo adunque che so
e Supplici, dove avea già introdotto Teseo che guerreggia e vince per essi . a. Crudelitas fati tanto ingenio non debita ,
93 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO II. Commedie: Tramezzi. » pp. 68-88
e nomino i meschini autori per rispettar la nazione; ma probabilmente essi troveranno ricetto nella Biblioteca del Sampere p
il castigo dell’avido Don Martino, di Claudio e di Chiara. Tutto per essi è sconcerto, amarezza, disperazione, quando Agnes
ainetti, ossieno salse comiche sapessero i poeti dar la giusta forma, essi a poco a poco introdurrebbero la bella commedia d
do che muojono, ma subito l’istesso feritore ordina che si alzino, ed essi risuscitano insieme col trafitto Manolillo belli
94 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO III. LIBRO III » pp. 50-54
g. conte canonico Avogadro (Memorie del b. Errico P. 1) perciocchè in essi si legge che i canonici di quella chiesa doveano
95 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO VI. Maschere materiali moderne. » pp. 265-269
gli antichi tutti gli attori rappresentavano mascherati, essendo tra essi un delitto di mostrarsi al popolo con volto nudo;
96 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO III. Maschere materiali moderne. » pp. 263-266
gli antichi tutti gli attori rappresentavano mascherati, essendo tra essi un delitto il mostrarsi al popolo col volto nudo;
97 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo primo »
l’altrui timore…» sebbene la musica non ne renda il senso, poiché in essi nulla si trova d’immaginativo né d’affettuoso, pu
e si accoppia una poesia troppo carica d’incidenti, l’affollamento di essi fa che l’una non vada mai d’accordo coll’altra, e
ucono, non dovranno occupare se non un luogo subalterno, lasciando ad essi l’onore d’ottener posti più riguardevoli pella tr
trasporto, li rigettarebbe come inopportuni al suo scopo. Ma, poiché essi sono talvolta necessari allo sviluppo degli avven
e qualunque sentenza vorrebbero escludere dalle arie, «perché, dicono essi , della passione non è proprio il dommatizzare». C
ve, degli oggetti esteriori, lo costringono sovente a paragonarsi con essi , e a discoprirvi le relazioni segrete che passano
arsi? È possibile trovar i gesti e il linguaggio, che s’appartiene ad essi . Un vestiario, una conciatura di testa, che diven
avigliosi sottoposti a tanti difetti, ragion vuole, che si debbano ad essi preferire gli storici. né non è già vero, come pr
te ad usarsi nelle opere francesi, non è per questo, che non abbia in essi un gran luogo la prospettiva, rappresentando amen
98 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo VIII. Vuoto della Storia Teatrale. » pp. 172-179
allerini, si multiplicarono oltremodo. Fin dal regno di Tiberio erano essi sì numerosi, e riceveano paghe sì esorbitanti, ch
combattere gli sciti, n’é vinto, é ricondotto da un angelo contra di essi , é vittorioso, si battezza, e fa voto di castità;
99 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO III. La Poesia Drammatica ad imitazione della forma ricevuta dagli antichi rinasce in Italia nel secolo XIV. » pp. 125-139
rtimenti ne’ teatri di qualunque specie si fossero, non dee dirsi che essi cominciassero nel 1304 allorchè nella Toscana fec
I. Adeleita madre di Ezzelino e di Alberico palesa a’ figli di esser essi nati dal demonìo, e nell’accingersi a scoprire qu
100 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO III. Teatro Inglese. » pp. 143-156
dodici anni, altri sostenendo gli spettacoli scenici, altri contro di essi scagliandosi. I Puritani volevano estirparli. Pry
a, nè di forza, nè di calore, nè di piacevolezza. Si desidera però in essi scelta e venustà, e la decenza richiesta nella di
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