valor suo. che il Goldoni e il Chiari serisser più epere a posta per
lei
: quegli La serva amorosa. La donna di garbo. La
ndiera : questi La [illisible chars]amorosa. La [illisible chars]. Di
lei
, a proposito della Serva amorosa. Carlo Goldoni s
ppresentava le parti di serra, e quindi non mancai d’interessarmi per
lei
. Presi cura della sua persona, e composi una comm
lina ; ma appunto conoscendo io dove potea fare maggior risalto la di
lei
abilità, ho procurato vestirla d’una prontezza di
lei abilità, ho procurato vestirla d’una prontezza di spirito, che a
lei
suol essere famigliare, e mi è riuscito l’effetto
e fu nella sua fresca giovinezza, e le lodi — dice il Bartoli — che a
lei
si dànno in alcuni moderni romanzi sono degne di
Bartoli — che a lei si dànno in alcuni moderni romanzi sono degne di
lei
; ma meglio sarebbero state in una storia vera, d
Garavini-Luciani Margherita, bolognese, moglie del precedente. Di
lei
dice Gio. Batta. Andreini nella citata Ferza a pa
r quelle benedette prime parti che dovean fare una settimana per una,
lei
e l’Andreini. Avea un bello scrivere e raccomanda
a disporre la signora Flavia, a ciò la venga a questo servicio, et se
lei
si scusasse con dire che gli è malsana, ditegli c
itegli che li farete dare delle medicine soave, chè la guarirà, et se
lei
dicesse che non li piace le medicine per esser do
per esser dolce, ditegli che glie ne darete di brusche, essendo che a
lei
gli piace più il brusco che il dolce. Quell’ a me
fu dunque generosità per la morta ? E si riferirebbe per avventura a
lei
quel passo nella lettera di Drusiano Martinelli,
ella terra d’esilio, L'Orfanello suissera, drammi scritti a posta per
lei
dal fratello Luigi, non potè a meno di riconoscer
dal fratello Luigi, non potè a meno di riconoscere e di applaudire in
lei
quei tratti di grande attrice, che caratterizzano
grande attrice, che caratterizzano il vero genio. Un altro genere da
lei
insuperabilmente rappresentato era quello delle p
La famiglia indiana, la Lauretta di Gonzales, e varie altre erano da
lei
con tale innocenza rappresentate, e nel tempo ste
uo Teatro italiano, dopo di avere accennato alle invidie suscitate da
lei
nelle compagne d’arte, e di avere enumerati alcun
labbro, emettere quel suono di voce in una scena d’ironia al pari di
lei
? Della felicità sorprendente nelle transazioni,
a, in cui portò coll’arte e co' costumi l’amore del pubblico verso di
lei
al grado d’idolatria, e da cui si staccò nel '39,
picace e pronto. Tanta era l’attrattiva del suo conversare, che la di
lei
casa era in ogni città frequentata dai più rinoma
in Arti, Scienze, e Letteratura. L'arte che professava fu sempre per
lei
una seconda esistenza. Nè questa le impedì d’esse
nto di Torino un monumento che racchiuse, dopo varj anni, anche le di
lei
spoglie mortali. La madre morì d’anni 65 il dì 2
marmi. Madame di Staël, a una rappresentazione della Mirra in Milano,
lei
che all’ammirazione del teatro italiano non fu mo
il principio e la fine del sermone di Giuseppe Barbieri, Il Teatro, a
lei
dedicato, che è men facile a trovarsi : …………… Po
iunto di V.S., dimorante in questa Real Villa, giva indagando, per di
lei
incarico, se mai uscisse alcuna mia risposta al V
prelodato valentuomo, che io sin dal 1779. essendo stato in Genova di
lei
commensale, e dovendole il dono di alcuni libricc
stesso che mi lusingava di essere in certo modo in possesso della di
lei
buona grazia, mi vedea in una specie di obbligo,
questo mio dovere, anticipando colla presente le informazioni del di
lei
Congiunto, le quali certamente non possono essere
ro di me meritava che si disprezzasse come indegna di risposta? Il di
lei
Congiunto avrà immaginato che io meditassi un con
che, e Discorsi rendonsi chiare. Scriviamo pur noi non pertanto, se a
lei
così piaccia, per anni (dalla quale smania però m
ue la trovi, ma di amare la Spagna per scelta e per dimora al pari di
lei
che l’ama per obbligo naturale. “L’amate (mi pare
ivali, che spieghiamo in differenti maniere i nostri affetti. Detta a
lei
l’amore di fare de’ sogni piacevoli: a me di dar
o, nè volgari, come mostrerò nell’ultimo Articolo del mio Discorso. A
lei
, nel diffondersi nelle sue lodi, piacciono le ipe
piace quell’elogio, cui la verità, e l’Istoria è scorta e compagna. A
lei
essa par bella ancor nella guisa che si raffazzon
erà la nativa sua maschia venustà, e trarrà a se tutti gli sguardi. A
lei
forse piace nell’abito tenebroso e bizzarro, che
onvengono tutti gli Spagnuoli illuminati de’ tre ultimi secoli. Il di
lei
amore trascende fino ad idolatrarne le lentiggini
ilitasse sotto colui che compose dentro la Caverna di Salamina (che a
lei
fa tanto orrore), e che egli osasse penetrarvi an
per Giudice, il decidere, dopo aver letta la Storia de’ Teatri, il di
lei
VI. Volumetto, ed il mio presente Discorso, qual
un corso di rappresentazioni, recitando i seguenti versi dettati per
lei
da Melchior Cesarotti. Essi furon trovati da Guid
li e il vecchio Pellandi, ai quali subentrò nell’impresa il marito di
lei
, si recò al Teatro Nuovo di Firenze nel 1803, ov’
utore. Giunta alla frase : « Oh ! madre mia felice ! Almen concesso a
lei
sarà di morire al tuo fianco !… » il fanatismo si
endio, allor favoloso, di lire 11,500. Ma se bene si rinnovassero per
lei
i trionfi di Firenze, dopo il triennio non volle
eravigliosa. L’espressione del volto era tale, che poteva a voglia di
lei
mutarsi improvvisamente di mesta in gioconda, di
i nipoti. » E domandatole perchè non avesse in sua figlia lasciata di
lei
una ricordanza sulla scena, rispose : « E perchè
o obblio ! » Molte son le testimonianze che abbiamo del valore di
lei
; fra cui quella del Sografi, che nella prefazion
a di Carolina Internari : e della cura affettuosa ch’ella si prese di
lei
dal 1807 al 1810, abbiam testimonianza nelle biog
E il suol mordeano di Titano i figli. Oh ! Come lieto all’apparir di
Lei
Simile alla sorgente alba rosata Freme ed alzasi
ronda il pianto Su le intrecciate man, che si disnodano Al tacersi di
Lei
rompendo in vivo Suon di applausi echeggiante. A
no Al tacersi di Lei rompendo in vivo Suon di applausi echeggiante. A
Lei
bambina Melpomene e Talia segnava il Fato Educatr
tori, padre di Adelaide. In alcune parti di bimba scritte a posta per
lei
e per la Ristori, die’ prove non dubbie dell’alte
solo le fu larga di ammaestramenti ; ma visto il rapido progredir di
lei
, formò da sè compagnia e la scritturò quale altra
a già recitate in quella di Bellotti-Bon. I faentini ristamparon per
lei
, nel carnovale ’60-’61, il sonetto di Paolo Costa
rla grandissima, e forse la più grande, se natura avesse compartito a
lei
quelle doti di cui fu larga con altre. Artista sp
elazione. La sera, dopo la prima rappresentazione, Yorick scriveva di
lei
nella Nazione : La signora Checchi-Bozzo ci ri
chi-Bozzo ci riempi tutti di stupore. Nessuno si sarebbe aspettato da
lei
giovane, da lei nuova, da lei inesperta, tanta pe
mpi tutti di stupore. Nessuno si sarebbe aspettato da lei giovane, da
lei
nuova, da lei inesperta, tanta perfezione di giuo
tupore. Nessuno si sarebbe aspettato da lei giovane, da lei nuova, da
lei
inesperta, tanta perfezione di giuoco, tanto acum
(Un palcoscenico del Seicento. Roma, 1893). Le notizie che abbiamo di
lei
sono così intimamente legate a quelle del marito
. (V. l’Indice generale dei nomi). Qui metto solamente una lettera di
lei
al Ser.mo mio S.r et padron Col.mo il S.r Prencip
forzza maggiore di quella dell’A. V. S. mi gioua anche il credere che
lei
sia per superare ogni mal officio che fosse fatto
appresentava. Anche per quel che concerne il fisico apprendiamo esser
Lei
stata bionda e bellissima. — Orsa bella, e genti
i lustri dotta man forme si leggiadre et belle. Non son gli occhi di
lei
due chiare Stelle, anzi del maggior lume al pari
bito d’Iride (94) ; ne abbiamo del Crivellato sopra un bacio colto da
lei
in scena, per lo quale s’arrossì (65), dell’Acuto
lo quale s’arrossì (65), dell’Acuto, sopra l’archibugiata sparata da
lei
(48) ; un sonetto scrisse il Sofferente Incognito
licando alcuna delle poesie che dìano un’idea del valore artistico di
lei
, che, rispetto all’arte, ci par degna compagna de
no alla morte, che avvenne per idropisia l’8 novembre del 1854. Di
lei
dissero Cesare Scartabelli nella Polimazia, e Fra
vede più chiaramente dalle lettere sue al Niccolini e del Niccolini a
lei
. Queste pubblicate, parte da Atto Vannucci nel se
abile a recitar la tragedia, la vuol bandita dal repertorio, e lascia
lei
, scritturata prima attrice tragica, inoperosa, la
ant’anni di Storia del Teatro de' Fiorentini di Napoli, l’esordire di
lei
: L'ultima a presentarsi fu la signora Pelzet. E
to. L'Impresa per sostenerla le fece rappresentare alcune tragedie da
lei
scelte, come la Rosmunda, la Medea ; ma il confro
osa per molte sere ; le si fecero rappresentare varie parti nuove per
lei
e vecchie per il pubblico, non la si circondava d
e stessa e di Talia. LA ROSA DELL'AMICIZIA di Antonio Guadagnoli A
lei
, che Italia orna ed onora, ch'è la delizia, l’amo
scia s’apria, sacra a Melpomene, sacra a Talia. La vidi crescere, e a
lei
gradita di liete imagini spargo la vita ; per lei
vidi crescere, e a lei gradita di liete imagini spargo la vita ; per
lei
si veggano figlie d’amore mille risorgere ridenti
he ; e le commedie del Goldoni, e le tragedie del Ringhieri ebbero in
lei
una interprete valorosa. Da Venezia passò a Napol
anno dopo in seconde nozze l’artista Giacomo Modena, che trovossi con
lei
a Napoli, e che come lei n’era fuggito. Si uniron
e l’artista Giacomo Modena, che trovossi con lei a Napoli, e che come
lei
n’era fuggito. Si unirono in società il 1803 con
Paganini-Corona Anna. Francesco Bartoli ci lasciò di
lei
il seguente ritratto : Sortì dalla natura i più
spirante tutto brio, sono i bei vanti suoi. Ciò che poi fornisce i di
lei
meriti è un’intelligenza piena d’acume, l’investi
propria compagnia. Ecco un sonetto che riferisce il Bartoli a lode di
lei
, senza nome di autore, ma suo probabilmente. Al
or Francesco Desiderij suo famigliare facesse da padrone assoluto con
lei
e la madre (il padre era già morto) senza aver ri
eri, che più d’ogni altro cavaliere frequentava la sua casa, ajutando
lei
e la madre senza interesse alcuno, nelle necessit
concessa, quell’ autorità così grande che pretendeva hauere sopra di
lei
…. Il settembre dello stesso anno, entrata in tr
sposò Antonio Ricci, padovano, ballerino da corda, assai maggiore di
lei
. Andò con la madre Clarice e col marito a Venezia
ie del volto, la pronunzia dolcissima, lo spirito non comune fecer di
lei
un’artista di pregio ; sì che, passata con Girola
; sì che, passata con Girolamo Medebach, il Chiari ebbe a scriver per
lei
alcune parti, quali la Melania nella Pastorella f
Teatro italiano contemporaneo (Palermo, Lauriel, 1872) così parla di
lei
: La signorina Campi si è mostrata inarrivabile
rivelarcene delle altre che eravamo certi si sarebbero sviluppate in
lei
con una più lunga pratica dell’arte. Noi infatti
a speso un largo tesoro di grazia e di bellezza, è stata incarnata da
lei
senza mende, senza incertezze e con una ispirazio
re Camillo Piatti di Piacenza, rottasi la Pietriboni un braccio, andò
lei
a sostituirla, creando quasi d’improvviso e in mo
due anni esercitata in parti di bambina, credette, mercè la figura di
lei
slanciata, di affidarle quella di Francesca da Ri
vale vive istanze perchè vi tornasse ; ma, prima per le condizioni da
lei
fatte della scrittura, poi per la speranza del su
ria, e la salvazione del povero carcerato. Allora il Righetti, che in
lei
sola omai vedeva l’àncora di salvezza della naufr
Gandolfo rispondeva il 12 settembre del '47 : La ringrazio delle di
Lei
esibizioni ; ma avendo preso marito da qualche te
ttore, e si alleò a riuscir nell’impresa Pasquale Tessero, cognato di
lei
. E veramente quella scena che aveva date tante e
mi del pubblico non ebber confini. Fu allora che « come un baleno — è
lei
che lo dice — da un cantuccio della sua mente sca
gico. » Forza e vigore che anco i più restii trovaron a esuberanza in
lei
dopo la rappresentazione di Mirra di Vittorio Alf
a più onorata madre di famiglia, compiendo ogni suo dovere, che è per
lei
la felicità. Nelle parti odiose si trovan per lei
o dovere, che è per lei la felicità. Nelle parti odiose si trovan per
lei
delle scuse, e pare che il suo personaggio non po
Journal intime de la Comédie Française (Paris, Dentu, 1873), dice di
lei
: L'ornamento principale della Compagnia, Adelai
sci dal silenzio poetico, in cui sembrò essersi condannato, dettò per
lei
un’ ode, che la folla acclamò per due sere, riemp
rese le parti dell’attrice italiana, facendo uno strano parallelo tra
lei
e la Rachel, nel quale si sforzava di mostrare qu
o di poter qui legare in qualche modo il mio piccolo nome a quello di
lei
grandissimo e venerato. Ebbe tre fratelli che
e errore di stampa il nome di Delia nel libretto di poesie in lode di
lei
che andremo scorrendo, e che ha per titolo : LE
uando tutti eran certi omai della guarigione. Per la convalescenza di
lei
dettò Fidenzi il sonetto seguente : Post’avea gi
il varco. Ma'l Dio d’amore a l’uopo suo non parco di favor, disse a
lei
rivolto ; or quale sconsigliato furor, morte, t’a
onazzoni (pag. seg.) : Maggior beltà di Delia, io non scorgea, nè di
lei
rimirai cosa più eletta, m’era dolce il penar, ca
strale d’amor, face e saetta, mèta de' miei pensier giusta e perfetta
Lei
, non febo, per me luce spargea. Ond’or che vive i
andole un de'soliti sonetti, e condanando il Piazza di aver avuto per
lei
« parole puntate che dalla penna di pulito scritt
ommissione, che gonfiò la sua vanità. Fui accolta a braccia aperte da
lei
, che nelle parole e negli atti, non poteva essere
serve. Ognuna, che se le presentava, le accomodava, pareva fatta per
lei
, e non passava un giorno che la buona diventava c
acevasi cuocere in casa ; perocchè nessuno voleva più aver a fare con
lei
. Acconciavasi da sè non trovando un parrucchiere
, come se trattato si fosse d’un omicidio. Una lavandaja, accusata da
lei
d’averle rubata una camicia, e certe altre pezze,
Gavardini-Cottei-Galletto Margherita. Di
lei
scrive Antonio Piazza nel suo Teatro (Tom. II, pa
a parte di Madama Giuseppina nel Medico olandese di Carlo Goldoni, da
lei
recitata con molta grazia – dice il Bartoli – e s
ignissimi Veneziani. » Il Pantalone Bissoni poi, che faceva scena con
lei
, aggiunse un’arguta raccomandazione, chiamando la
uelle in dialetto veneziano. Quando la Manzoni lasciò il teatro, fu a
lei
affidato il ruolo di prima attrice assoluta. Fu p
viveva ancora il 1782 fuor della scena per la soverchia età. Anche di
lei
Carlo Gozzi fa menzione nel citato canto ditiramb
Gozzi e nelle sue Commedie tratte dallo spagnuolo furono scritte per
lei
. F. Bartoli ci fa sapere come « al suo valore non
oli ci fa sapere come « al suo valore non corrispondesse ancora il di
lei
personale, che per essere basso, e pingue di sove
irginia Marini : ma Francesco Pasta, solerte e avveduto capocomico, a
lei
la tolse, pagando di penale parecchie migliaia di
. Tra mezzo agl’inni iperbolici che si levaron d’ogni parte intorno a
lei
, si udì la voce di Edoardo Boutet, che la gentile
erche dell’effetto e dell’applauso. Quel bagagliume non la riguarda ;
lei
sente che il momento umano, della situazione e de
eti vanitosi che non hanno nè la ragione nè il sentimento dell’arte ;
lei
sente che i prontuari, le tradizioni, le pratiche
otente alito di vita della creatura fatta ad imagine e similitudine ;
lei
sente che l’applauso del pubblico, dal mormorio d
3 Tina Di Lorenzo ; e però cedo la parola a chi s’occupò dell’arte di
lei
in questi ultimi tempi. ……………………….. Ora, è una v
uove sensazioni esordienti e a nuove tendenze del pubblico. Perchè di
lei
, si può dire appunto quel che un critico francese
nova giovinezza di Tina Di Lorenzo. E in questo senso la bellezza di
lei
è anche arte – o per lo meno ha effetti di arte.
ente oggi talune parti, che un tempo non parevano troppo adattate per
lei
. Ma nonostante un progresso innegabile, fondalmen
sembra rimasto il suo temperamento drammatico, che è, volere o no, in
lei
come in ogni artista il riflesso fedele del tempe
a favola intitolata Proteo, un poeta anonimo tessè un ampio elogio di
lei
, nel 1725, al colmo della sua rinomanza ; elogio
onomia, portamento, e una grande conoscenza del cuore umano. Tutto in
lei
era natura, e l’arte che la perfezionava era semp
lei era natura, e l’arte che la perfezionava era sempre nascosta. Di
lei
si cantò : Toi que les Grâces ont formée, sois s
a sinistra, mascherata, in costume di Arlecchina, bella ; e accanto a
lei
il dottore col suo costume nero. A sinistra Silvi
rì la prima metà del secolo xvii col nome di Rosalba, e abbiamo su di
lei
il seguente aneddoto, che riferisco intero dal Pa
città da ogni inconveniente, fu preso in siffatto modo dall’ amore di
lei
, che in un eccesso di gelosia le sparò contro una
a Milano il 1632 dai Comici Accesi, fosse scritta per la Trenta, e da
lei
rappresentata.
o pasticcio del Bayard : Il nuovo Figaro e la Modista. La modista era
lei
, la Marini. La sala metteva paura. Il pubblico av
uno aveva mai sentito ripetere il nome. Quand’ecco arriva sulla scena
lei
con una scatola in mano, vestita proprio come una
e la musica di quella voce. Apriti cielo ! Fioccarono gli applausi, e
lei
, poveretta, non credeva a sé stessa ; subito Tomm
ie di una pochade per attirare e guadagnarsi il pubblico ; ma bastava
lei
, lei sola, circondata da una modesta schiera di c
una pochade per attirare e guadagnarsi il pubblico ; ma bastava lei,
lei
sola, circondata da una modesta schiera di compag
derna. Virginia Marini ha chiuso il vecchio periodo, che comprese con
lei
la Ristori, la Tessero, la Pezzana, la Marchi, la
Bartoli : Chiese il Vitalba al Fiorilli : Vuole principiare a parlar
lei
, o parlo io ? Il Fiorilli fingendo timidezza, fre
io ? Il Fiorilli fingendo timidezza, freddamente rispose : Parli pur
lei
, parli pur lei. Di fatti uscirono in Teatro, ed i
li fingendo timidezza, freddamente rispose : Parli pur lei, parli pur
lei
. Di fatti uscirono in Teatro, ed il Vitalba incom
di lui, prendendo marito. Fioriva al tempo del Bartoli (1781), che di
lei
così lasciò scritto : « Anche in Palermo fu lodat
'proprj studj non lascia di rendersi ben accetta universalmente a' di
lei
spettatori. »
lebre Bazzi, fu egregia prima attrice, poi madre e caratteristica. Di
lei
, quand’era in Compagnia Belloni, le Varietà teatr
d’una Società filodrammatica, ma che sarebbe stata troppa fortuna per
lei
: e infatti la Società si sciolse….
Luigi Pietracqua, il rinomato commediografo piemontese, dettava su di
lei
nel Birichin del 4 luglio 1896. Oh la deliziosa,
. Una vera rosa fiorita. E niente di studiato, niente di ricercato in
lei
. Se aveva da ridere, lo faceva di gran cuore, e l
geva liberamente, apertamente, sinceramente, sul serio, e a quelle di
lei
mescolava il pubblico le sue lagrime ch’era un gu
ta attrice le più sincere lodi pel suo valor teatrale, e più per i di
lei
irreprensibili costumi, spiegando a sua gloria il
del Cerlone, Le avventure di Donna Irene, sollevava, rappresentata da
lei
, all’entusiasmo. Nel carnovale del 1781 recitando
e e doglie e sfregi ? Itene ; in biasmo vostro il Mondo parla ; ma di
lei
, e de'suoi costumi egregi lode risuona, e ognun b
na Compagnia piemontese. A quindici si unisce alla zia e percorre con
lei
le grandi capitali di Europa, e dopo un anno ecco
bia per ciò : tornata in Italia, memore di quel che fu il maestro per
lei
, si unisce ancora a Toselli, interpretando' sta v
ttò nel Fanfulla domenicale del 31 gennaio '92, poco dopo la morte di
lei
, un articolo ricco di commovente entusiasmo, da c
u più la rappresentazione, no : fu tutto un dramma rubato alla vita !
Lei
più nulla aveva di donna ; era diventata una belv
ci trovammo abbracciati e piangenti, baciandoci come due innamorati !
Lei
gridava : « Ecco, ecco la mia arte…. ritorno giov
, che spiegavano la sua indigenza, erano però accomodati e portati da
lei
con tant’arte leggiadra, che non lasciava riflett
intento : nullameno perseverò nella protezione, poichè voleva fare di
lei
un’attrice completa ; toglierle tutte quelle ango
suo matrimonio col Bartoli, maniaco per la letteratura, più guitto di
lei
nel vestiario, macilento, che teneva il fiato co’
chiaro, un futuro di assoluta libertà. Lui dotto, o presunto dotto ;
lei
ignorante al sommo grado : immagini il lettore le
zione fissa a Parigi dov’ella doveva andare, Venezia era divenuta per
lei
una cloaca. Gli abitatori di Venezia, e dell’ Ita
cloaca. Gli abitatori di Venezia, e dell’ Italia tutta, non erano per
lei
che goffi, dozzinali, ignoranti, insopportabili.
lla commedia, e il piccolo Giornale de' teatri (Venezia, 1820) ha per
lei
parole di moltissima lode. Pare non fosse di rise
o della Raccolta Rasi]) accenna con poco rispetto alla prodigalità di
lei
. Sposò in seconde nozze certo Bonagamba, e abband
iuseppe Primoli (La Revue de Paris, I giugno ’97) che, a proposito di
lei
a punto, può ben chiamarsi il grande amba sciator
dale ; e là mangiasse, quasi di soppiatto, la metà della zuppa, che a
lei
serbavan l’affezione e la pietà materna. Aveva qu
in alcune parti per un suo singolar modo di recitare ; ma dominava in
lei
una specie di sfiaccolamento, che la mostrava ann
sformazione artistica della Duse. Veneratrice, più che ammiratrice di
lei
, anzichè piegare il capo sbaldanzita innanzi a ta
dovere d’imitarla. In che ? Naturalmente, non avendo nè l’ingegno di
lei
, nè, come lei, la volontà di darsi anima e corpo
arla. In che ? Naturalmente, non avendo nè l’ingegno di lei, nè, come
lei
, la volontà di darsi anima e corpo allo studio, f
trovava soggiogato, perchè sentiva di vivere, parlare e palpitare con
lei
. E finalmente : la grandezza grande della Duse er
per essere bambina…. creatura di pochi anni e di molto sorriso, come
lei
. È questa la sola cosa, nella mia vita, che non m
tando. Insomma, una grande pace nello spirito – un gran sorriso – per
Lei
– la piccina mia – e un benessere assoluto del mi
ammirazione e di gratitudine profonda per l’intelletto eccezionale di
lei
, che, più che interprete fedele, fu, nella Bagdad
sto sentimento di gratitudine che ha dovuto provare la Duse, quando a
lei
saliva il proromper continuo delle ovazioni.
pubblicò nel Corriere di Roma del 26 dicembre ’85, tutto in onore di
lei
, a illustrazione della Moglie di Claudio, degl ’I
e salutanti in coro, e i vescovi canuti ad un segnale curvi dinanzi a
lei
, mentre la nota de’liturgici canti empie le sale.
i sembrò veramente trasformata. Oh…. nella scena colla sorella, che a
lei
confessa il proprio amore per Max…, qual delizios
he le va data la maggior lode ; ed essi debbono a ogni modo vedere in
lei
un esempio salutare ; in lei che volendo, fermame
; ed essi debbono a ogni modo vedere in lei un esempio salutare ; in
lei
che volendo, fermamente volendo, s’è venuta forma
rincipi di Parma, ai quali dedicò una commedia d’origine spagnuola da
lei
tradotta in italiano, che porta per titolo : Di b
con molta bravura la parte d’un Capitano Generale in una commedia da
lei
rappresentata in Verona, mosse il Marchese Giovan
oui l’Autuno sarò prontiss.ma la prego à mandarmi le mie robbe mentre
lei
non hauesse qualche Città p. poter uiuere. So che
ie robbe mentre lei non hauesse qualche Città p. poter uiuere. So che
lei
mi compatirà perche le miserie dell’anno passato
Fr. Bartoli : Altra difficilemente si è veduta sostenere al pari di
lei
le tragiche rappresentazioni con tanta maestria e
a esprimere al vivo l’eroico carattere che rappresenta. Chi meglio di
lei
in Italia recitò la Semiramide del signor di Volt
i Luigi Millo, uno dei poeti della Compagnia, che fu l’unica parte da
lei
recitata nel corso di quell’anno, lasciando in og
ederici, e molte commedie del Goldoni, del Nota, del Giraud ebbero in
lei
un’interprete valorosa : e Vittorio Alfieri, udit
rla davvicino ; e le scrisse una lettera di lode, congratulandosi con
lei
del modo stupendo con che declamava i suoi versi,
crin corona ; Ma Melpomene allor : men chiaro suona forse il nome di
Lei
, se in regal vesta calza il coturno, e se feroce,
ura, donna dei tempi primitivi ! Quando io fui grande mi sembrava che
lei
fosse mia figlia, ed è perciò che credo d’averla
ta !… Quel poco di buono che ho moralmente e artisticamente lo devo a
lei
!… Qui io apro una parentesi : tra gli otto figl
lo dico io !). Che dolore per la povera vecchia ! Era su me sola che
lei
poteva fare assegnamento : si trovava presso una
ttore, che al finir della lettera s’è vista sparire l’imagine viva di
lei
, saltellante, birichina, arguta, senza fronzoli,
per piena che sia la scena, i sensi dello spettatore son vòlti su di
lei
. Egli la cerca, e, trovatala, non l’abbandona più
No, cara artista ; il pubblico reclama ancora più di un godimento da
Lei
! Ella rimarrà sulla breccia, a edificazione nost
agnia de’ Confidenti, pur diretta dallo Scala, e le notizie sicure di
lei
muovono appunto dal 1615, quando quell’ accolta d
mente di Battista e Valeria Austoni (V.), invidiosi degli applausi di
lei
; tanto che D. Giovanni, il quale da quel povero
vi si ribellava l’Antonazzoni, il quale se l’intendeva molto bene con
lei
. Di qui le ire della Lavinia ; ire di donna per l
to già di questo cuore grandissimo, e della borsa. Non poetar più per
lei
voglio. Siasi pur ella in Paradiso, e goda l’eter
. Flavio, hauendomelo V. E. in Venetia comandato, e sapendo quanto da
lei
sia amato, pregando lui che da mio cognato voless
V. E. assicurandoci di precipitarsi, non che correre dove il cenno di
lei
lo chiami. Cosi sono state e sono le cose, Ecc.mo
V. E. faccia che il Sig.r Flavio le scriva a nome suo e che venghi da
lei
a contentarsene, perchè non vorrei vivere in un c
he mai ho auto bon stomaco con la Nespola per l’interesse passato tra
lei
e mio marito, e sempre ho cercato di passarmela a
asce da giustissima causa, poichè quest’anno è nato tal disordine per
lei
, che è stato quasi la mia rovina, e della perdita
ò a V. E. mentre che viva, mi sarei partita subitto per non star dove
lei
; ma per non disgustar chi n’ è padrone e sig.re
omanderà, da questo m’acorgo che à gusto e che desidera di essere con
lei
, cioè con Nespola : ma che il Sig.r Flavio non te
ualche gran rovina ; però torno a suplicare V. E. che voglia proveder
lei
a quettar questi tumulti, e io con ogni humiltà m
etto qui sotto gli occhi del lettore alcuni brani di una pastorale di
lei
tuttavia inedita, che verremo al proposito della
i Milano. Ferrari, Marenco, Carrera, Salvestri scrissero commedie per
lei
. Non le s’insegnava nulla. Le si leggeva la comme
s’insegnava nulla. Le si leggeva la commedia, le si dava la parte, e
lei
studiava, imparava e creava. Le commedie metteva
nale del Dipartimento del Reno di Bologna del 14 aprile così parla di
lei
: …. Alla giovinetta Sig. Carolina Cavalletti ch
uello spontaneo trasporto, che è figlio della convinzione, scrisse di
lei
: Tessari Carolina era sorprendente per la robus
cchie dame adottavano le mode francesi dopo averle viste in teatro da
lei
, e la mandavano a interrogare dalle loro sarte, p
o era vastissimo. Bernardo Giulini-Golfi di Arezzo dettò in onore di
lei
il seguente sonetto : Il volto, ov’ hanno Ebe e
orino (tolgo la seguente cronologia artistica da un album in onore di
lei
– Roma, Voghera, 1900) il 20 agosto del 1866. Era
con lieve moto della mano diafana, dicendo poscia lentamente : « Ah !
Lei
è il signor tale ? sta bene : non dimenticherò l’
omuni con parola sobria, ma colorita e precisa, « Dove trova il tempo
lei
d’imparare tante cose ? » le domandò stupita. « I
veva alcun tempo fa Alberto Manzi — vedrebbe i pubblici entusiasti di
lei
, come sempre, quando ha voluto, li ha veduti : se
onna : …………………….. Sotto la scorta del Modena, che primo intravide in
lei
l’anima artistica, erasi collocata in breve nel n
rti che richiedono alterezza di contegno e finezza d’ironia, erano da
lei
rappresentate con tal verità e con tal brio, che
erità e con tal brio, che la donna faceva quasi sempre dimenticare in
lei
l’attrice. Iniziata alla scuola moderna che fugge
vi rispondeva con rara intelligenza d’artista. Può dirsi anzi che per
lei
il nostro teatro comico siasi arricchito di un in
pariva da ogni suo moto, da ogni più lieve girar d’occhi. Nè mancò in
lei
l’espressione di affetti più concitati e più cald
erba, e t’aman quanti alla fortuna acerba servono muti, ma non son di
lei
! E sin ne’crocchi ove il maligno stile in argute
ia inediti, e a me comunicati con gentilezza squisita dal fratello di
lei
Conte Giovanni Arrivabene, al quale debbo anche,
versi del Prati accennanti a punto alla sospirosa e lagrimosa vita di
lei
, martire egregia in tramutar di stato, e che so
elle intime confidenze dell’amica. Nè il grido trionfale che corse di
lei
a Cremona, a Milano, a Padova, a Venezia, a Tries
a parte di Ariodante. Sposò dopo alcuni anni Caterina, e fu assieme a
lei
prima con Gaetano Asprucci, poi in società con Lu
ià grande, pittore e scenografo reputato, abbandonando il teatro. Ma,
lei
morta, egli vi tornò, e lo troviam padre nobile i
Ipermestra del conte Girolamo Pompei e nell’Arsene del Bevilacqua, da
lei
create e più volte replicate all’Arena di Verona
er non essere gran cosa grata al Pubblico di Venezia, con tutto il di
lei
valore fu licenziata. Fu con Onofrio Paganini e c
cisa avversione che i parenti avevano al teatro ; ma i quali furono a
lei
di non poca utilità nell’arte comica, giacchè tro
ita Nuova, Moglie e buoi de’ paesi tuoi, e altre moltissime ebbero in
lei
un’interprete perfetta.
qualor tu sei alle tue suore intorno, di costei, che non so, quando a
lei
torno, se più bella o faconda il ciel la miri. Al
r dei lumi, languiscon l’alme e van le grazie ancelle, apprendendo da
lei
leggi e costumi ; A le mutanze sue leggiadre e be
resero piacevolissimo spettacolo sui teatri…. !! » Il Goldoni dice di
lei
nella Prefazione al Vol. XIII dell’ edizione Pasq
la voce e nell’ espressione che la faceano piacere e applaudire. Per
lei
ridusse in versi, modificandola, la Griselda trag
mmaso Degola (V.), e buona amica di Gustavo Modena, che nell’album di
lei
scriveva : Io nacqui morto, cara signora, e tale
ppe guidare il genio della nobilissima allieva, ed infondere nella di
lei
azione gran parte di quella perizia che la elevar
figlia Giannina, si adattò a' ruoli secondari pur di non separarsi da
lei
; e dopo alcune buone scritture, tornò a condur C
rsi da lei ; e dopo alcune buone scritture, tornò a condur Compagnia,
lei
prima attrice assoluta, ora solo, ed ora in socie
nne il suo amante…. (in accomandita col Vitalba) (V.) ; e scrisse per
lei
un intermezzo. Tutta questa scena d’amori, di gel
ma inutilmente : o rappresentar la parte come stava, o andarsene : e
lei
, furba, sbigottita dall’alternativa, si mostrò ra
vere recitato vari anni con poca fortuna, avanzando ella in età, e in
lei
scemando il valore, non trovò più chi la scrittur
l grido, che il De Lise, commediografo di buon nome, allora dettò per
lei
la Cieca di Sorrento, la Civetta punita, l’Orfane
della scena italiana. A dare una idea esatta del valore artistico di
lei
, e sopratutto del suo modo di recitare, basterebb
Compagnia stabile de’Fiorentini con Cesare Rossi e Andrea Maggi. Di
lei
, donna, sposa e madre, ogni più enfatico elogio s
della gloria, e mi bisogna spigolar dagli egregi che hanno scritto di
lei
. Sabatino Lopez : Il giorno della consacrazione
iva, non può tardar molto ; e sarà giustizia. Ancora poco tempo fa di
lei
si diceva : arriverà. Ora si dice : arriva. Fra p
se ne risente. Le sue lettere dicon questo spesso, che recitare è per
lei
una gran gioja, ma è anche un martirio. E se sape
nori della Corte, morisse a cagione della vita sregolata condotta con
lei
; e che il signor Le Féron, ufficiale delle guard
otta con lei ; e che il signor Le Féron, ufficiale delle guardie, con
lei
finisse ogni suo avere. Ebbe una sorella minore d
suo fosse più specialmente il patetico, dacchè il Goldoni scrisse per
lei
La figlia ubbidiente e La moglie saggia, e il Chi
cava il salto lanciandosi nel fiume per sottrarsi all’ insidie del di
lei
seduttore. Moltissime sere fu replicata in Venezi
ntivasi un po' sollevata, lasciavasi vedere in Teatro. Ma crebbero in
lei
a dismisura i suoi incomodi, e gli oppiati rimedj
a nell’ Archivio di Stato di Modena l’ elenco de' mobili e oggetti da
lei
recati in dote. Il 6 di ottobre del 1790 gli furo
ose all’improvviso era vivacissima, ed insieme con Silvio, che dal di
lei
nome fu cognominato della Diana, recitava delle S
iserbo, se personaggi di rango e teste coronate profusero a favore di
lei
l’immensità de’ loro tesori, scialacquati poi da
il Bartoli – creduta una bellezza, ma le arti del sesso formavano in
lei
un incanto, che fu poi scoperto fallace. » Ahimè
se ammirar più il suo ingegno o la sua bellezza, » e Panard dettò per
lei
i seguenti versi : Cet objet enchanteur qu’on do
rno a Corallina era una esagerazione, dacchè egli non seppe vedere in
lei
che de' bellissimi occhi, delle belle carni, e un
i Silly, di cui dicesi ch'ella portasse talvolta il titolo, s’ebbe da
lei
un figliuolo diventato cavaliere di Malta, e noto
ella Compagnia, (Milano, Malatesta, 1652), sono le lodi artistiche di
lei
, che sostenne la parte della protagonista, espres
in, le Perle in pianti. (V. Lidia Andreini). Il Bartoli riferisce di
lei
il seguente aneddoto : In occasione che questa C
ca recitava in Venezia con grido, vi fu un tale, che invaghito del di
lei
merito, pensò di acquistarsi qualche porzione del
dimostrazioni di gratitudine. Partito il suo lodatore, e capitato da
lei
Paolo Abriani, noto letterato, lessero unitamente
non faranno nulla per essere troppo caldo. Iddio però gli dia bene a
lei
e non si scordi di noi. In Ancona non fanno nient
lo riverisce rendendole gratie della memoria che si compiace tener di
lei
, assicurandolo che non fa altro che studiare da T
olla propria vita sotto gl’insegnamenti di Daniele del Puppo padre di
lei
, che vendeva un balsamo in Banco, e faceva anch’e
io per le parti di prima donna. Il Bartoli chiude i pochi cenni su di
lei
, tributandole molta lode per l’onesto suo contegn
e, ch'in gratia mia ella degnarà di far à detta Compagnia, io restarò
lei
singolarissimamente obligato ; Et ricordandole la
ente obligato ; Et ricordandole la continnuata mia deuotione uerso di
lei
, et il desiderio in ch'io uiuo tuttauia d’hauer i
al Duca di Modena). La Ponti fu anche scrittrice di versi, e si ha di
lei
un sonetto che precede il Postumio, Comedia del S
ale, come il Fiorilli, poteva dirsi veramente intima. Delle poesie di
lei
vider la luce alcune Poesie musicali composte in
osi escludere l’error del proto, il quale sarebbe stato continuato da
lei
e dal figlio di lei, che nelle sue liriche indiri
r del proto, il quale sarebbe stato continuato da lei e dal figlio di
lei
, che nelle sue liriche indirizza una poesia a Bri
8), il quale cita anche in appoggio il Baillet quasi contemporaneo di
lei
. Io son sempre per la prima ipotesi, aggiungendo
pietra bianca porta il semplice nome di Carolina Internari. Dire di
lei
come artista non è difficil cosa. Fu grande nel p
ngegni del suo tempo l’onoraron della loro amicizia, e nell’ album di
lei
, ch’è oggi alla Biblioteca Nazionale di Firenze,
lgono a orsi con la cuffia. » Il secondo, oltre all’avere scritto per
lei
la Rosmunda d’Inghilterra, mantenne una viva inti
vanni sappiamo che mantenne per oltre dieci anni e fino alla morte di
lei
(’35 o ’36) una povera vecchierella per nome Anni
a fu principale ornamento ? Quella Signora dalle Camelie, vissuta con
Lei
e con Gaspare Lavaggi di una vita nuova al pubbli
scatto improvviso, inatteso, l’arte suprema che avrebbe poi fatto di
lei
una delle più geniali attrici del nostro teatro d
a proposito di queste sorprese di effetti, Roberto Bracco racconta di
lei
che la Duse…. ma no : io voglio metter qui come c
e coscientemente iniquo, fu attratta un tempo dalla politica, che, in
lei
, soverchiò quasi l’arte. Scrisse in prosa con chi
67-’68, acclamata e festeggiata sempre da ogni specie di pubblico. Di
lei
mi scrisse Tommaso Salvini : Non aveva l’attraen
nde considerazione ; ed infatti, nessuna attrice, nè prima nè dopo di
lei
, interpretò con maggior giustezza d’espressione e
a quella Diana (V.) citata dal Bartoli, l’amante di Silvio che dal di
lei
nome fu detto Silvio della Diana. Ma per tale ide
veva mezza parte, nella Compagnia del Serenissimo di Modena ; e che a
lei
con regolamento dell’aprile 1681 furono assegnate
io di Achille Torelli, e specialmente di Fragilità che fu scritta per
lei
, fu a'bei tempi antiqui interpetre eccellente, un
to da ogni situazione la più semplice ; una piccola scena recitata da
lei
, assumeva proporzioni gigantesche ! Che deliziosa
i grazia, di gentilezza, che non vi fu, credo, compagno d’ arte che a
lei
non fosse come me affezionato e devoto, e come me
zia, l’ingenuità e la monellerìa. Così furon commedie predilette e da
lei
e dal suo pubblico Le prime armi di Richelieu, Il
Piede. Chi a tant’Armi, a tant’Arti oppor si pote ? Rendonsi l’alme a
Lei
spontanee prede, E al bel Giogo Servil s’offrono
sul Ren mirò felice Delfina de la scienza alta Eroina Onde vie più a
lei
bramar non lice. A te dell’Adria sol nobil reina
l fortezza, A Maestà 4 accoppiar tenero Amore. Usar in lui pietà, in
lei
rigore Affetto simulando, e in un grandezza. Imp
cose belle e gentili che improvvisò Felice Cavallotti sul feretro di
lei
, queste bellissime riferisco, le qualisintetizzan
ndarno, con tutti gli entusiasmi della giovinezza adorasti, perchè di
lei
, e della tua vita, non ti fosse ignota nessuna de
mostrasse sulla scena perchè il teatro si mettesse di buon umore. Con
lei
entrava nel dialogo una nuova, una speciale vivac
di Cletto Arrighi, e si rivelò nel famoso Barchett de Boffalora. Per
lei
la Palmira Spinazzi ebbe i trionfi che dovevano a
ico a V. S. e l’incomodo perche per esser Computisca in pochi momenti
lei
se ne sbrigha, et io aurò eterne le obbligazioni.
io sospiro li suoi si che ogni ordinario li scriverò sino à tanto che
lei
sij in stato di farmi auer sue ogni ordinario. I
er li morari la pregho auantaggiarmi s’e possibile non se ne seruendo
lei
, intendendomi sempre che per lei non intendo cres
rmi s’e possibile non se ne seruendo lei, intendendomi sempre che per
lei
non intendo crescerli cosa alcuna e lo fo padrone
onde prego V. S. uedere se pol auersi quando no la supplico al solito
lei
prouedermene, e non andrà come l’anno scorso, men
dieci doppie, che il Duca le faceva pagare come donativo. Nondimeno a
lei
non mancarono le tribolazioni de la scena che le
roni, colla quale s’era architettata una specie di congiura contro di
lei
, ora il marito Silvio rifiutandosi di imparar cos
Sposatosi a Marianna Torta, attrice della Compagnia Aliprandi, fu con
lei
scritturato da Alessandro Salvini ; e, sciolta po
vi aveva profuso tanta arte, tanta grandezza, gli venne a morire, e,
lei
dileguata, dileguò anche il bene che con la sua a
c. Fu la Biancolelli moglie esemplare : ed essendosi sparse contro di
lei
dicerie calunniose, per mostrare in che conto ell
, considerando che non potrei da parte mia differir di partecipar con
Lei
le sue angustie, et invero hauendo io da tanti an
condo marito, Luigi Pezzana, compianta da tutti i fratelli d’arte. Di
lei
scrisse Paolo Pola nella Galleria de' più rinomat
o al primo suo apparir sulla scena. Molte potranno correre a gara con
lei
nella difficile palestra dell’arte, niuna potrà p
o goldoniano non ebbe rivali, e ogni più piccola parte acquistava con
lei
grande importanza. Bella di volto e di persona, d
, un abbandono spontaneo di espressione, e di movimento, formavano in
lei
un insieme, che non poteva a meno di allettare gl
quale girò l’Italia, acclamatissima sempre. Leone Fortis scrisse per
lei
Cuore ed Arte, e io stesso l’ho sentita nell’ulti
rtista scandalosa la multa di dodici ducati. Ora accadde che, dati da
lei
allo stesso punto due baci la sera di poi, un bel
toccar l’anima, non pur degli uditori, ma degli artisti in scena con
lei
. Quand’era a’ Fiorentini di Napoli, nel ’65, Ales
ccostasse. Ho detto tragico-romantiche : nella tragedia classica a
lei
mancava la fibra. E se, desiderosa di assurgere a
li, pur troppo ad esse più specialmente dovè la immatura sua fine. Di
lei
così scrisse un acuto critico di arte, Enrico Pan
e lunghe e profonde e le sue grida appassionate rotte dal pianto ? In
lei
trovava sempre e di preferenza un’interpretazione
caratteri, la minuziosa analisi d’ogni profondo sentimento, aveva in
lei
una riproduttrice esatta e fedele. Gli occhi, com
anni di vita artistica, vol. I, 166). Fra le tante poesie scritte per
lei
scelgo il bel sonetto di Paolo Costa che le fu in
i gli atti Le diede e la favella onde fra noi siccome Dea si mostra ?
Lei
nova meraviglia il mondo appella, Talia fra mille
meraviglia il mondo appella, Talia fra mille a dito la dimostra, per
Lei
l’ausonia scena or si rabbella, per Lei, Muse, va
mille a dito la dimostra, per Lei l’ausonia scena or si rabbella, per
Lei
, Muse, va al ciel la gloria vostra. Quand’Ella ap
’obligo jnffinito ch’io tengo à V. S. Ill.ma per l’jnfiniti fauori da
lei
ricceuti, non essendole [ILLISIBLE] ueputo a far
o Ill.mo mont’Alto ; sò che oso troppo, e troppo ardisco à scriuere à
lei
che se impiega in altri negocij che in leggere co
sto (qual sempre gli fui) suisserato seruitore, è pregherò sempre per
lei
è per la sua felliccissima famiglia che jddio la
e a dovere Frittellino, comandandogli come a soggetto, il fratello di
lei
, per nome Nicola, buona schiuma, amico, dice il M
Solmi. « Maravigliò – scrive il Regli – per la stupenda esecuzione da
lei
data a quelle parti, in cui più le violenti passi
dovizie che le piovver più volte in ogni modo e da ogni parte. Di
lei
così scrive Ernesto Rossi nel vol. I delle sue Me
tona Giacinta. Sorella della precedente, recitò in sua compagnia e da
lei
separata le parti di donna seria. « Fu gradita –
ia Farusi, calzolai, nacque a Venezia nel 1709 circa. Innamoratosi di
lei
Gaetano Giuseppe Giacomo Casanova, artista del Te
per quante ricerche fatte, non siasi fin qui rinvenuto un ritratto di
lei
. Madre di due pittori di grido, è assai probabile
ggiadrissima e bravissima, aggiungendo al proposito della partenza di
lei
per la Russia (ivi, XXXVII), che la perdita più c
più forte e valorosa interprete dell’opera sua varia e copiosa. Di
lei
, scrive la Moda del 1841 : Sdegno, amore, gelosi
composizione o turbamento del volto, e la mutazione della voce che in
lei
succedono al disinganno, tutto questo ed altro an
etta del pubblico, veramente degna di accogliere la grande eredità da
lei
lasciata al celebre teatrino di Piazza Castello.
sangue. Vuolsi però notare che gli accidenti di Celia tirano verso di
lei
l’interesse della favola più di quello che vien c
atto I, quando la finta Clori gentilmente si lagna della freddezza di
lei
: Sdegni ch’io ti riveggia? Deh che nuovi portent
l Centauro e co’ due pastori; e de’ suoi strani amori e del veleno da
lei
preso si riempie la maggior parte de’ primi quatt
one fatta dall’innamorato Filebo delle bellezze di Gelopea, e de i di
lei
graziosi trastulli col merlo imitati da quelli va
ezza manifesta l’innocente suo disegno di acquistar la benevolenza di
lei
per poi scoprirsi ed ottenerla in consorte. Commu
angue. Si vuol però notare che gli accidenti di Celia tirano verso di
lei
l’interesse della favola più di quello che vien c
terza dell’atto I quando la finta Clori gentilmente si lagna della di
lei
freddezza: Sdegni ch’io ti riveggia? Deh che
l Centauro e co’ due pastori; e de’ suoi strani amori e del veleno da
lei
preso si riempie la maggior parte de’ primi quatt
ione fatta dall’innamorato Filebo delle bellezze di Gelopea, e dei di
lei
graziosi trastulli col merlo imitati da quelli va
i con candidezza manifesta l’innocente suo disegno di acquistar la di
lei
benevolenza, per poi scoprirsi ed ottenerla in co
ile lirico troppo ricercato, le quali si trovano nel II tomo delle di
lei
opere. Simone Machado anche Portoghese poeta rino
i quel conte presso la regina Elisabetta d’Inghilterra, e la morte da
lei
ordinatane e pianta. Giornata I. Bianca amante de
nava correvano sciolte in acqua, o se l’acqua congelata formava le di
lei
gambe, come ancora il bere ch’ella fece dell’acqu
parte quarantasei versi, mentre Bianca attende la risposta. In fine a
lei
si volge, e si determina ad invitare con una brev
lla potente inclinazione che glielo raccomanda. Essex da’ moti del di
lei
volto si accorge esser ella la donatrice della ba
Elisabetta si fa dall’amore abbassare sino al vassallo; egli inalza a
lei
le sue speranze; l’uno e l’ altro frena la lingua
rvo per curiosità la lettera scritta dal conte a Bianca; scopre il di
lei
delitto e l’innocenza del padrone, e la porta all
la regina per lo più sobrie e convenienti all’evento tragico ed al di
lei
carattere, mal grado di non pochi difetti, danno
a che ella avea gittata in mare per vendicarsi del principe Garzia di
lei
padre. Los Amantes de Teruel. In questa terra de
erdinando altro amante d’Isabella mal noto e mal gradito, ed Elena di
lei
cugina ed occulta amante di Diego formano gli ost
nni e mezzo nè le lettere di Diego giungano alla cugina, nè quelle di
lei
siano a Diego consegnate. In oltre per abbattere
lla prima di spirare fa della morte del suo amante al marito, e le di
lei
estreme querele mal corrispondono alla scena pate
onache nazionali Fermosa. Don Luis de Ulloa y Pereyra compose de i di
lei
fatti un poema di 76 ottave intitolato la Raquel
con Mennone indi con Nino re di Assiria. Nella seconda trattò del di
lei
regno dopo la morte di Nino, della maniera come t
figliuolo inetto per regnare colle di lui spoglie virili, e della di
lei
morte. Nell’una e nell’ altra è dipinto vivacemen
llo di Erode geloso ed amante. Nell’atto I Erode tenta dissipare i di
lei
timori riguardo al mostro, e perchè non abbia a t
ssesso ancor dopo che egli sarà morto, ed in una lettera ordina la di
lei
morte, e la manda a Tolomeo. Per un intrigo amoro
, e nobilmente dilegua anche ogni sospetto svegliato in Erode da i di
lei
ritratti. Erode vuol mostrare la sua gratitudine
sapere la sorgente, e Marianna gli rimprovera l’ ordine dato della di
lei
morte, mostrandogli il di lui foglio. Molti pensi
oglio. Molti pensieri patetici ed energici si trovano sparsi nelle di
lei
querele; ma sono frammischiati a varie impertinen
n potere della stessa Marianna. Egli in fatti entra di notte nelle di
lei
stanze con poco decoro della maestà e con rischio
ngelosir pur temi, Se mi vegga tornar teco a Granata, Io stessa a
lei
dirò che per errore Di sua casa salii, che vi r
torno I suoi dubbj a calmar, che di mio padre L’ira io fuggia, tu
lei
salvar credendo Salvasti me, ma che non v’è fra
rvitù vuoi pur ch’io viva, Dia legge a me chi innamorar te seppe.
Lei
servirò; nè più avvilir si puote Disingannato a
iberata dalle armi della regina Isabella, la quale informata delle di
lei
avventure, ed avuto in suo potere lo spietato Ari
avea di più salvata la vita. L’uomo ingrato in ricompensa, giunto con
lei
a salvamento nella Barbata, vendè la sua liberatr
a principessa da cui è occultamente amato. Egli ama una dama della di
lei
corte, e la principessa sa il di lui amore ma non
un uomo ed è da Flora nascosto. Ella intende poi che l’ucciso è il di
lei
cugino, nè perciò lascia di proteggerlo e salvarl
te parole a quelle della scena di Diana con Cintia in cui nasce il di
lei
impegno! Con quanta energia ella s’irrita alla fr
liquio e convenne che la Graziosa Apollonia supplisse sul fatto la di
lei
parte; nè poichè si riebbe dalla nuova infermità
to. Nel tempo stesso l’innamorato, il quale si era raffreddato nel di
lei
amore per un sospetto ingiusto, si trova disingan
è più abbondante, e forse rappresenta meglio il primo impeto della di
lei
passione; ma mi è sembrato ricercato soverchio ed
iti se il Cagnerì sia una nuvola nera che si abbassi al mare delle di
lei
lagrime per poi precipitare in diluvio che inondi
cava la ditta : Campana e Soci. Il Repertorio teatrale di Roma ha per
lei
parole di molta lode.
ncesco Fefferi, uno de’ principali attori della compagnia. Al nome di
lei
dice il Giornale de’ Teatri (Teatro app., Tom. II
vi formò società coll’attrice Luigia Petrelli, lasciando al marito di
lei
la direzione della compagnia. Cessata l’impresa,
la serva, e che fu nelle Compagnie di Venezia molto applaudita. Il di
lei
spirito fu veramente inimitabile, e prevalse a qu
mico, lasciolla vedova nel 1780. Il Bartoli non accenna punto alla di
lei
abilità. Sappiamo solo che recitava le parti di d
parti di primo Zanni, collo stesso nome di Finocchio, il Cimadori, e
lei
recitava le serve col nome di Pimpinella, titolo,
ossi, nacque il 1756. Dalle parole del Bartoli non risulterebbe esser
lei
stata un’attrice di pregi singolari. Recitava le
l grado di direttore, assenziente il Salvini, l’ebbe in isposa, e con
lei
si recò in Compagnia di Romualdo Mascherpa, prima
ovè sciogliere col Viti il contratto, e recarsi in Vicenza, patria di
lei
; donde poi si restituì alle scene, formando soci
della piccola attrice, educandola alla scuola del dolore. Il padre di
lei
, Antonio, oriundo romano, buon attore, formò una
nella Compagnia di Cesare Rossi, osteggiata dai più, che vedevano in
lei
nelle grazie del viso, la eterna ingenua, ma acco
a in Compagnia di Girolamo Brandi, l’addestrò nell’arte comica, e con
lei
passò il 1774 in Compagnia di Giuseppe Lapy al Sa
re nella Compagnia Pellandi, il 1795-96-97. Il giornale citato ha per
lei
queste parole : « Finetta nelle Lagrime d’una ved
la Compagnia Vitaliani, quale seconda donna e prima dopo la scelta di
lei
.
ata delle seconde nozze di Scaramuccia. Testimonianza dell’ingegno di
lei
è il seguente foglio volante che qui riproduco ri
Grani Serafina. Moglie del precedente. Di
lei
scrive Fr. Bartoli : « Educata sotto gl’insegname
arsa. » Entrò con lui in arte, sostenendovi le parti d’ingenua ; e di
lei
dice ancora il Bartoli che « nelle cose dove la t
atosi già in là cogli anni a una certa Giannuzzi, fu lungo tempo, con
lei
seconda donna di spalla, amministratore di Bellot
tina che recitava a Venezia le parti di servetta con molto plauso. Di
lei
non abbiamo altre notizie che queste lasciateci d
nto e l’esperienza di quella che avevaia preceduta, ma si vedevano in
lei
disposizioni felici, e non le mancava che tempo e
▲