sero il Sogno, e la Pastorella Regia di Giammaria Guicciardi impresse
nel
primo e nel secondo anno del secolo; la Dichiorgi
o, e la Pastorella Regia di Giammaria Guicciardi impresse nel primo e
nel
secondo anno del secolo; la Dichiorgia, o sia con
e dello sdegno dell’Aquilano Pompeo Interverio pubblicata in Vicenza
nel
1604; il Rapímento di Corilla di Francesco Vinta
n Vicenza nel 1604; il Rapímento di Corilla di Francesco Vinta uscita
nel
1605; il Filarmindo del conte Ridolfo Campeggi. A
olfo Campeggi. Alessandro Calderoni diede alla luce l’Esiglio amoroso
nel
medesimo anno 1607, in cui gli Accademici Intrepi
one in modo che non pajono accessorii. Pure in una parte del quarto e
nel
quinto intero torna l’interesse ad essere tutto p
ben colorito amor fanciullesco di costei e del suo Tirsi in Tracia; e
nel
racconto che se ne fa niun belletto nè arditezza
riconoscenza di Tirsi, e ne aumenta la vivacità il trasporto di Filli
nel
trovarlo infedele per le di lui medesime parole.
Tirsi infedele, perturbano sommamente l’azione, che viene nobilitata
nel
V atto col pericolo della vita di Tirsi, il quale
che gli donò l’arco incantato: e patetico l’equivoco preso da Alcippo
nel
IV atto, pensando aver trafitta la sua Meganira n
preso da Alcippo nel IV atto, pensando aver trafitta la sua Meganira
nel
provar l’arco. La Gelopea scritta in versi endeca
ritta in versi endecasillabi e settenarj liberi s’impresse in Venezia
nel
1607, e colle opere dell’autore nel 1610. Vi si v
narj liberi s’impresse in Venezia nel 1607, e colle opere dell’autore
nel
1610. Vi si vede più artifizio nel piano, viluppo
el 1607, e colle opere dell’autore nel 1610. Vi si vede più artifizio
nel
piano, viluppo più teatrale, caratteri più varj,
ssai conveniente alle persone imitate. L’azione che si finge accaduta
nel
Premontorio luogo amenissimo del borgo di San Pie
so sospetto della fede di Gelopea, e l’invita a scorgerne l’infedeltà
nel
medesimo fenile. Pregevole nell’atto III è la sce
di essere stati aggirati, ricuperano la tranquillità, e si confermano
nel
proposito di sposarsi come il padre di Gelopea co
svantaggio il confronto della Gelopea. L’Alcippo impressa in Venezia
nel
1615 gareggia per la semplicità colle stesse grec
ornamento lirico. Tra esse può registrarsi la Finta Fiammetta uscita
nel
1610 composta da Francesco Contarini che un’ altr
l 1610 composta da Francesco Contarini che un’ altra ne avea prodotta
nel
1595. Una Nuova Amarilli pubblicò il Gambaruti me
(Nota III). Giulio Cesare Cortese compose la Rosa favola boschereccia
nel
dialetto Napoletano pubblicata nel 162167. Filipp
ompose la Rosa favola boschereccia nel dialetto Napoletano pubblicata
nel
162167. Filippo Finella produsse in Napoli nel 16
Napoletano pubblicata nel 162167. Filippo Finella produsse in Napoli
nel
1625 e nel 1628 la Penelopea tragicommedia pastor
pubblicata nel 162167. Filippo Finella produsse in Napoli nel 1625 e
nel
1628 la Penelopea tragicommedia pastorale, e nel
in Napoli nel 1625 e nel 1628 la Penelopea tragicommedia pastorale, e
nel
1626 la Cintia. Domenico Basile fece una traduzio
menico Basile fece una traduzione Napoletana del Pastor fido impressa
nel
1628. Nel medesimo anno si pubblicò la boscherecc
lata Dardo Fatale da Giambatista Bregazzano, il quale diede alla luce
nel
1630 il Vendicato Sdegno favola pescatoria, e nel
ale diede alla luce nel 1630 il Vendicato Sdegno favola pescatoria, e
nel
1637 le Varie Fortune boschereccia. Altre tre pes
di questo secolo furono l’Aci di Scipione Manzano impresso in Venezia
nel
1600, l’Amaranta del Villifranchi del 1610, e la
i del 1610, e la Dori d’Isabetta Coreglia Lucchese stampata in Napoli
nel
1634. Il Messinese Scipione Errico compose una gr
rmonia d’amore impressa due volte in Messina e la terza volta in Roma
nel
1655. La rende pregevole l’ingegnosa semplicità d
mezzo di essi da personaggi, e soprattutto nell’atto V. Si registrano
nel
catalogo della biblioteca Imperiali due pastorali
prajo improvvisatore, il Siringo favola cacciatoria impressa in Siena
nel
1636, ed il Negoziante uscita in Venezia nel 1660
atoria impressa in Siena nel 1636, ed il Negoziante uscita in Venezia
nel
1660. Gian-Domenico Peri ne fu l’autore, il quale
tro maestro che il proprio genio e l’udito affinato dalla lettura che
nel
campo un altro caprajo faceva del Furioso e della
i nacque Don Vincenzo conte di S. Paolo in Puglia, che gli succedette
nel
ducato di Guastalla; ma tal componimento, per avv
Le altre due sono di Don Cesare Gonzaga II principe di Molfetta morto
nel
1632 in Vienna di età ancor fresca. L’una s’intit
67. Di questa favola mentovata dal Fontanini e dal Gravina esaltata
nel
lib. II della Ragion Poetica si fecero quattro im
e nella decimaquinta edizione di tutte le opere del Cortese in Napoli
nel
1666. De’ suoi pregi e di qualche difetto dello s
ienna scrisse di aver composta questa favoletta da recitare in musica
nel
passaggio della regina di Ungheria per Mantua. Ta
ero il Sogno e la Pastorella Regia di Giambatista Guicciardi impresse
nel
primo e secondo anno di esso; la Dichiorgia, ovve
e dello sdegno dell’aquilano Pompeo Interverio pubblicata in Vicenza
nel
1604; il Rapimento di Corilla di Francesco Vinta
n Vicenza nel 1604; il Rapimento di Corilla di Francesco Vinta uscita
nel
1605; il Filarmindo del conte Ridolfo Campeggi. A
enzione in modo che non pajono accessorii. Pure in una parte del IV e
nel
V intero torna l’interesse ad essere tutto per Fi
ben colorito amor fanciullesco di costei e del suo Tirsi in Tracia, e
nel
racconto che se ne fa, niun belletto, niuna ardit
iconoscenza di Tirsi, e ne aumenta la vivacità, il trasporto di Filli
nel
trovarlo infedele per le di lui medesimo parole.
Tirsi infedele, perturbano sommamente l’azione, che viene nobilitata
nel
V atto col pericolo della vita di Tirsi, il quale
a che gli donò l’arco incantato: patetico l’equivoco preso da Alcippo
nel
IV atto, pensando di aver trafitta la sua Meganir
eso da Alcippo nel IV atto, pensando di aver trafitta la sua Meganira
nel
provar l’arco. La Gelopea scritta in versi endeca
itta in versi endecasillabi e settenarii liberi s’impresse in Venezia
nel
1607, e colle opere dell’autore nel 1610. Si vede
arii liberi s’impresse in Venezia nel 1607, e colle opere dell’autore
nel
1610. Si vede in questa più artificio nel piano,
, e colle opere dell’autore nel 1610. Si vede in questa più artificio
nel
piano, viluppo più teatrale, caratteri più varii,
li e conveniente alle persone imitate. L’azione che si finge accaduta
nel
Premontorio luogo amenissimo del borgo di San Pie
so sospetto sulla fede di Gelopea, e l’invita a scorgerne l’infedeltà
nel
medesimo fenile. Pregevole nell’atto III è la sce
di essere stati aggirati, ricuperano la tranquillità, e si confermano
nel
proposito di sposarsi come il padre di Gelopea co
o sostenere il confronto della Gelopea. L’Alcippo impressa in Venezia
nel
1615 gareggia per la semplicità colle stesse grec
ornamento lirico. Tra esse può registrarsi la Finta Fiammetta uscita
nel
1610 composta da Francesco Contarini che un’altra
el 1610 composta da Francesco Contarini che un’altra ne avea prodotta
nel
1595. Una Nuova Amarilli pubblicò il Gambaruti me
da uccellatori, mietitori. e pescatori. Giulio Cesare Cortese compose
nel
dialetto napoletano la Rosa favola boschereccia p
ompose nel dialetto napoletano la Rosa favola boschereccia pubblicata
nel
1621. Viene questa favola mentovata dal Fontanini
favola mentovata dal Fontanini, ed esaltata da Gian Vincenzo Gravina
nel
libro secondo della Ragion Poetica. Se ne fecero
ica. Se ne fecero quattro edizioni sino al 1648, e comparve in Napoli
nel
1666 nell’edizione quinta di Napoli con tutte le
della Coltura delle Sicilie. Filippo Finella anche in Napoli produsse
nel
1625 e nel 1628 la Penelopea tragicommedia pastor
ra delle Sicilie. Filippo Finella anche in Napoli produsse nel 1625 e
nel
1628 la Penelopea tragicommedia pastorale, e nel
produsse nel 1625 e nel 1628 la Penelopea tragicommedia pastorale, e
nel
1626 la Cintia. Domenico Basile fece una traduzio
menico Basile fece una traduzione napoletana del Pastor fido impressa
nel
1628. Nel medesimo anno si pubblicò la boscherecc
lata Dardo fatale da Giambatista Braganzano, il quale diede alla luce
nel
1630 il Vendicato Sdegno favola pescatoria, e nel
ale diede alla luce nel 1630 il Vendicato Sdegno favola pescatoria, e
nel
1637 le Varie fortune boschereccia. Tre altre pes
di questo secolo furono l’Aci di Scipione Manzano impressa in Venezia
nel
1600, l’Amaranta del Villifranchi del 1610, e la
i del 1610, e la Dori d’Isabella Coreglia lucchese stampata in Napoli
nel
1634. Il messinese Scipione Errico compose una pa
sa l’Armonia d’Amore impressa due volte in Messina e la terza in Roma
nel
1655. La rende pregevole l’ingegnosa semplicità d
mezzo di essi da’ personaggi e soprattutto nell’atto V. Si registrano
nel
Catalogo della Biblioteca Imperiali due pastorali
prajo improvvisatore, il Siringo favola cacciatoria impressa in Siena
nel
1636, ed il Negoziante uscita in Venezia nel 1660
atoria impressa in Siena nel 1636, ed il Negoziante uscita in Venezia
nel
1660. Giandomenico Peri ne fu l’autore, il quale
tro maestro che il proprio genio e l’udito affinato dalla lettura che
nel
campo un altro caprajo faceva del Furioso e della
cui nacque Vincenzo conte di San Paolo in Puglia, che gli succedette
nel
ducato di Guastalla; ma tal componimento, per avv
ci. Le altre due sono di Cesare Gonzaga II principe di Molfetta morto
nel
1632 in Vienna di età ancor fresca. L’una s’intit
oni a Vienna di aver composto questa favoletta da recitare in musica
nel
passaggio della regina di Ungheria per Mantua a.
elio illustrate le scene con gli Orazj, col Cinna e col Poliuto, cioè
nel
1641 o 1642. Questa commedia assai piacevole di c
uale si cercava il ridicolo negli eventi immaginati con arte anzi che
nel
cuore umano che ne abbonda. Boisrobert, Scarron,
Poquelin detto Moliere a girar colla sua comitiva per le provincie, e
nel
1653 rappresentò in Lione, indi in Beziers, in Gr
soggetto da’ commedianti Italiani; e Niccolò Barbieri detto Beltrame
nel
1629 diede alla luce per le stampe la sua commedi
Quinault l’Amante Indiscreto ossia il Padrone Stordito rappresentata
nel
1654, indi allo Stordito di Moliere incomparabilm
ziosissimo attore comico conosciuto col nome di Scaramuccia, il quale
nel
mese di giugno del 1662 prese congedo dal pubblic
letterati pieni d’invidia più che di gusto e d’intelligenza, Moliere
nel
seguente anno se ne vendicò comicamente facendo r
vvisata di Versailles recitata nell’ottobre del 1663, e poi in Parigi
nel
seguente mese. Derise in essa gajamente il modo d
dolo sulla condotta della moglie col Ritratto del Pittore. Ma dopochè
nel
1664 ebbe egli dato al teatro la Princesse d’ Eli
Luigi XIV, il Convitato di pietra che scrisse in prosa in cinque atti
nel
1665 d’infelice riuscita15, e la farsa dell’Amor
nfelice riuscita15, e la farsa dell’Amor Medico in tre atti, produsse
nel
1666 il Misantropo che fu il primo capo d’opera d
vuol perdere la rendita di quarantamila lire, per lasciare a’ posteri
nel
suo processo un testimonio di una sentenza ingius
riprodusse e piacque. Una pastorale eroica, un’ altra comica cantata
nel
medesimo anno 1666, ed il Siciliano commedia-ball
l medesimo anno 1666, ed il Siciliano commedia-ballo 16 rappresentato
nel
1667, precederono un altro capo d’opera, il famos
lla comica poesia e delle scene francesi. L’interesse che si desidera
nel
Misantropo, comincia nel Tartuffo a sentirsi sin
scene francesi. L’interesse che si desidera nel Misantropo, comincia
nel
Tartuffo a sentirsi sin dalla prima scena della v
nell’atto III il personaggio di Tartuffo, e col disinganno di Orgone
nel
IV. Nel 1668 comparvero l’Anfitrione e l’Avaro co
ui Moliere raccolse tutti i divertimenti introdotti nella scena, uscì
nel
1670. La varietà degli oggetti che appagavano i s
ttacolo, di cui avea suggerito il piano lo stesso Luigi XIV, il quale
nel
primo tramezzo ballò da Nettuno, e nel sesto da A
lo stesso Luigi XIV, il quale nel primo tramezzo ballò da Nettuno, e
nel
sesto da Apollo; ma fu l’ ultima volta che questo
to da Apollo; ma fu l’ ultima volta che questo monarca che si trovava
nel
trentesimosecondo anno della sua età, comparve in
e scosso da alcuni versi del Brittannico di Racine (Nota V). La corte
nel
medesimo anno che applaudì gli Amanti magnifici,
nè di arte scarseggia la commedia delle Furberie di Scapino recitata
nel
1671, sebbene il sacco in cui si avvolge Scapino,
nere comico più basso. Psiche tragedia-ballo che si era rappresentata
nel
carnevale del 1670, si ripetè nel 1671. Essa fu n
edia-ballo che si era rappresentata nel carnevale del 1670, si ripetè
nel
1671. Essa fu notabile pel concorso degli autori
el 1671. Essa fu notabile pel concorso degli autori che vi lavorarono
nel
medesimo tempo, per eseguir con prontezza gli ord
illustri nomi! Le Donne Letterate altro capo d’opera venne alla luce
nel
1672. Vi si dipigne il falso bell’ ingegno, e la
e’ personaggi, e la commedia-balletto l’Ammalato immaginario recitata
nel
1673, ultimo frutto di questo raro ingegno. Alla
ncese, essendovi stato trasportato dal teatro moribondo. Moliere nato
nel
1628 con disposizioni naturali alla poesia comica
scena. Coltivò i suoi talenti colle lettere studiando per cinque anni
nel
collegio di Clermont, ed ascoltò le lezioni filos
o ove ponga mente a quella sagacità, che lo mena ad entrar da maestro
nel
mecanismo delle umane passioni? Ma la filosofia d
i Adelfi di Terenzio. Gli accidenti del velo nella medesima favola, e
nel
Siciliano, il Convitato di pietra, la Principessa
acevole commedia di Cirano di Bergerac, i Visionarj di Desmaret morto
nel
1676 commedia in quel tempo stimata inimitabile,
, e i Litiganti di Racine imitazione delle Vespe di Aristofane uscita
nel
1667, cui credesi di aver in qualche modo contrib
ti18. Dicasi pur anche alcuna cosa delle commedie di Quinault scritte
nel
fiorir di Moliere. Contando egli nel 1653 il dici
lle commedie di Quinault scritte nel fiorir di Moliere. Contando egli
nel
1653 il diciottesimo anno di sua età diede al tea
Riconobbero i Francesi nella di lui Commedia senza commedia recitata
nel
1655 gran fertilità d’ingegno. Vi si figura che a
gura che alcuni commedianti per mostrare i loro talenti rappresentino
nel
secondo atto una pastorale, nel terzo una commedi
mostrare i loro talenti rappresentino nel secondo atto una pastorale,
nel
terzo una commedia, nel quarto una tragedia della
rappresentino nel secondo atto una pastorale, nel terzo una commedia,
nel
quarto una tragedia della morte di Clorinda, nel
terzo una commedia, nel quarto una tragedia della morte di Clorinda,
nel
quinto una tragicommedia decorata sull’innamorame
moramento di Armida. La Mère coquette rappresentata con gran concorso
nel
1664 è la migliore delle sue commedie, ma troppo
egli prodotto i suoi capi d’opera. Egli in ciò s’ ingannò, come anche
nel
credere sì buona cotal favola. Non era uscito nel
ingannò, come anche nel credere sì buona cotal favola. Non era uscito
nel
1664 il Misantropo, ma le Preziose ridicole, la S
Regnard, Brueys e Dancourt. Giovanni Francesco Regnard nato in Parigi
nel
1674, secondo Voltaire, morì d’anni cinquantadue;
utore del Calendario degli Spettacoli vuole che sia mancato di vivere
nel
1710, e Palissot reca la di lui morte seguita nel
a mancato di vivere nel 1710, e Palissot reca la di lui morte seguita
nel
1709. Di genio allegro, giocondo e comico meritò,
riuscì dilettevole e verisimile. Davide Agostino Brueys, benchè morto
nel
1723, passò la maggior parte della sua età nel se
o Brueys, benchè morto nel 1723, passò la maggior parte della sua età
nel
secolo XVII, essendo nato in Aix nel 1640. Da teo
ò la maggior parte della sua età nel secolo XVII, essendo nato in Aix
nel
1640. Da teologo controversista divenne poeta com
l’antica farsa dell’Avvocato Patelin 19. Florent Carton Dancourt nato
nel
1661 o 1662 e morto nel 1725 o 1726, fu un commed
cato Patelin 19. Florent Carton Dancourt nato nel 1661 o 1662 e morto
nel
1725 o 1726, fu un commediante di mediocre abilit
iventa affettato per voler essere concettoso. Riusciva principalmente
nel
dipingere le donne intriganti e i cavalieri d’ind
da un’ altra più fortunata che alternava colla Compagnia Francese or
nel
teatro di Borgogna, or nel Picciolo-Borbone or ne
che alternava colla Compagnia Francese or nel teatro di Borgogna, or
nel
Picciolo-Borbone or nel Palazzo Reale. Sette anni
pagnia Francese or nel teatro di Borgogna, or nel Picciolo-Borbone or
nel
Palazzo Reale. Sette anni dopo la morte di Molier
te anni dopo la morte di Moliere si unirono le due Compagnie Francesi
nel
Palazzo di Guenègaud, ed il teatro di Borgogna ri
ate Nouvelles de Nouvelles di Vizè. 15. Numerando il sig. ab. Andres
nel
III tomo della sua opera su di ogni letteratura l
valletto di camera, v’introdusse questi balli comici. Uno se ne ballò
nel
1582 ch’egli compose per le nozze del duca di Joy
rattato del P. Menestrier. Ottavio Rinuccini migliorò questi balletti
nel
principio del secolo XVII. Ma non furono molto di
e poi diede il cardinale Richelieu, in cui una volta danzò Luigi XIII
nel
1625. Più volte ballò in pubblico Luigi XIV, cioè
a regina, nella mascherata in forma di balletto composta da Benserade
nel
1651, e ne’ balletti comici di Moliere sino all’a
CAPO IV. La drammatica
nel
secolo XV fa ulteriori progressi in Italia. Du
elle guerre de’ popoli culti, nelle quali la nazione che soffre, fida
nel
sovrano che vigila pel tutto, e conta ne’ casi av
i artisti e i letterati non intermettono i loro lavori. Arse l’Italia
nel
XV secolo di un alto incendio di guerra in più lu
to il Poliziano, e del regnicolo Giulio Pomponio Leto. Chi non sa che
nel
XV secolo foriero dell’aureo seguente divenne l’I
’Isacco composta in ottava rima fu la prima volta recitata in Firenze
nel
144944. Posteriore alle nominate ma appartenente
come ancora le favole drammatiche allegoriche recitate da’ Fiorentini
nel
1442 nell’ingresso trionfale di Alfonso I di Arag
per lo più alla presenza di Ferdinando I; e finalmente li gliuommere
nel
dialetto napoletano di Jacopo Sannazzaro e la far
appresentata in quella reggia in presenza di Alfonso duca di Calabria
nel
148946. In questo secolo ancora, e propriamente n
duca di Calabria nel 148946. In questo secolo ancora, e propriamente
nel
148947, da Bergonzo Botta gentiluomo Tortonese si
egni, troviamo una tragedia di Gregorio Corraro patrizio Veneto morto
nel
1464 composta in versi latini nell’età di soli an
secondo Lilio Gregorio Giraldi, moltissimi eruditi del XVI secolo, e
nel
nostro col marchese Maffei altri letterati raggua
altri letterati ragguardevoli. Si produsse la prima volta in Venezia
nel
1558, ed il Domenichi la tradusse in Italiano, sp
famoso condottiere conte Jacopo Piccinino, arrestato improvvisamente
nel
1464, e poi l’anno seguente ucciso per ordine di
inando re di Napoli. Vidi il codice Estense di tal tragedia in Modena
nel
fermarmivi per alcune ore nel 1779, ma non avendo
odice Estense di tal tragedia in Modena nel fermarmivi per alcune ore
nel
1779, ma non avendo l’agio necessario per leggerl
qualche volta s’indica l’ argomento della scena. Nell’atto I leggesi
nel
margine Rex Borsius loquitur; ed in fatti egli se
molto l’uno e l’altro cianciato termina l’ atto con un coro. Trattasi
nel
secondo de’ mali apparsi dopo la pace fatta, e gl
rnefice, esaminando se debba uccidersi il Piccinino tosto che fidando
nel
trattato venga in suo potere. Il carnefice insinu
hanno bisogno di nuova luce istorica. Verso la fine del secolo, cioè
nel
1492 Carlo Verardo da Cesena nato nel 1440 e mort
Verso la fine del secolo, cioè nel 1492 Carlo Verardo da Cesena nato
nel
1440 e morto nel 1500, che fu arcidiacono nella s
l secolo, cioè nel 1492 Carlo Verardo da Cesena nato nel 1440 e morto
nel
1500, che fu arcidiacono nella sua patria e camer
e’ di lui drammi in Roma per Magistrum Eucharium Silber, alias Franck
nel
1493 a’ 7 di maggio50. Vi si trova impresso il Fe
bile è compensata dall’unità dell’azione, che è condotta regolarmente
nel
giusto tempo con gravità, e con facilità e nitide
no in versi giambici. Anche si fece rappresentare dal cardinal Riario
nel
suo palazzo in un teatro erettovi espressamente,
ro erettovi espressamente, e fu ascoltata con grande applauso. Dicesi
nel
prologo: Requirat autem nullus hic comœdiæ L
maii. Leonardo Bruni che da Arezzo sua patria si disse Aretino, nato
nel
1369 e morto nel 1444, avea composta una commedia
runi che da Arezzo sua patria si disse Aretino, nato nel 1369 e morto
nel
1444, avea composta una commedia intitolata Polix
omposta una commedia intitolata Polixena stampata più volte in Lipsia
nel
principio del secolo XVI. Leon Batista Alberti na
del secolo XVI. Leon Batista Alberti nato secondo il Manni e il Lami
nel
1398, e secondo il Bocchi nel 1400, e secondo che
Alberti nato secondo il Manni e il Lami nel 1398, e secondo il Bocchi
nel
1400, e secondo che con maggior probabilità conge
1400, e secondo che con maggior probabilità congettura il Tiraboschi,
nel
1414, scrisse in prosa latina nell’età di venti a
ello da Este, non per tanto Aldo Manuzio il giovane volle pubblicarla
nel
1588 sotto il nome di Lepido comico poeta antico.
Plautino 53. Una ne presentò al nominato Leonello succeduto al padre
nel
1441, nella quale confabulavano le masserizie di
Catinia da Catinio protagonista della favola, e pubblicolla in Trento
nel
147258. Venne poi l’Orfeo del Poliziano, nel qual
e pubblicolla in Trento nel 147258. Venne poi l’Orfeo del Poliziano,
nel
quale dee riconoscersi la prima pastorale tragica
a, ove risedea Legato, portossi a Mantova sua patria, ov’era vescovo,
nel
1472, come col Bettinelli stabilisce il lodato P.
col Bettinelli stabilisce il lodato P. Affò, o almeno prima del 1483,
nel
quale anno morì il Cardinale, come bene osserva i
Cardinale, come bene osserva il Tiraboschi. Il Bibliotecario di Parma
nel
1776 fe pubblicarlo in Venezia, così intitolandol
giù nell’inferno, A provar se laggiù mercè s’impetra. Trattasi
nel
quarto di ciò che avvenne ad Orfeo nell’inferno.
ano negli atti precedenti, e l’ammazzamento del poeta amante eseguito
nel
quinto dalle Baccanti, esigono un’ apparenza dive
ar indietro, stende invano le braccia al marito, ed è tratta di nuovo
nel
regno della morte. Il Poliziano anche quì calcand
nese, ed in alcune Veneziane Gaudio d’amore; ed il di lei carattere è
nel
basso comico, seguendo la condizione de’ personag
Tito Livio Giacomo Nardi, secondo il Fontanini, al più tardi produsse
nel
1494 la sua commedia composta in vario metro inti
un dramma intorno alla vita di Costantino rappresentato a’ cardinali
nel
carnovale del 1484, nel quale sostenne il persona
vita di Costantino rappresentato a’ cardinali nel carnovale del 1484,
nel
quale sostenne il personaggio di Costantino un Ge
ato sempre l’imperadore. Con maggior magnificenza ancora cominciarono
nel
1486 a rappresentarsi in Ferrara feste e spettaco
splendido duca fe rappresentare in un gran teatro di legno innalzato
nel
cortile del suo palazzo la commedia de’ Menecmi d
a dir meglio azione sacra, intitolata Joseph impressa poi in Venezia
nel
1543, e nel 1555, e nel 1564 corretta da Gennaro
o azione sacra, intitolata Joseph impressa poi in Venezia nel 1543, e
nel
1555, e nel 1564 corretta da Gennaro Gisanelli. S
ra, intitolata Joseph impressa poi in Venezia nel 1543, e nel 1555, e
nel
1564 corretta da Gennaro Gisanelli. Sotto il mede
Panfila tragedia in terza rima ed in cinque atti stampata in Venezia
nel
150865. Pietro Domizio scrisse un’ altra tragedia
se un’ altra tragedia pel medesimo teatro, che dovette rappresentarsi
nel
149466. Per uso dello stesso teatro furono tradot
prima del 1494, anno in cui seguì la morte dell’autore, e se ne fece
nel
1500 una seconda edizione67. Non ci curiamo di re
n confronto una ventunesima parte di una novella in dialogo, che ebbe
nel
secolo vegnente per altra mano il compimento e ma
i Granata del Sannazzaro, nè le feste di Versailles date da Luigi XIV
nel
1664, nè le feste e mascherate degli Arabi in tan
ortò più tardi il nome di opera. 49. Nella Stor. de’ Teatri impressa
nel
1777 lo dicemmo nato in Vairano nel regno di Napo
. Nella Stor. de’ Teatri impressa nel 1777 lo dicemmo nato in Vairano
nel
regno di Napoli, fidando nel codice Estensé citat
essa nel 1777 lo dicemmo nato in Vairano nel regno di Napoli, fidando
nel
codice Estensé citato dal chiar. Tiraboschi. Ma q
Ammanati, la quale trovasi impressa tra quelle del medesimo cardinale
nel
1506 in Milano. Egli ivi s’intitola Laudivius Vez
mo a ciò che se ne dice in una lunga orazione recitata in di lui lode
nel
1437, e pubblicata dal Ludewig nelle Reliquiæ man
che mai non si rappresentò, che non è fatta per rappresentarsi, e che
nel
XV non si era ancora composta, perchè il primo au
primo autore Cotta non ne fece che un atto de’ ventuno che poi n’ebbe
nel
XVI secolo? 60. Il pensiero di adoperare ne’ dr
, il quale verso la metà del secolo XVII le frammischiò al recitativo
nel
suo Giasone. Ciò avea creduto il cavalier Planell
r le strofette anacreontiche del Notturno, confessare spontaneamente (
nel
III volume della Coltura delle Sicilie pubblicato
spontaneamente (nel III volume della Coltura delle Sicilie pubblicato
nel
1784) di essermi ingannato, avvenne che un modern
iette del Notturno interruppero il dramma, nè ciò fecero ne’ cori, ma
nel
corso dell’atto; ed aggiungo che ciò accadde vers
evar l’additato avviso del Planelli, del Tiraboschi e del Signorelli (
nel
t. I pag. 259 delle Rivoluz. del teatro music. It
Nel puro ardor della più bella stella ec. Egli però ciò scrisse
nel
1785; ed io gli avea tolto il travaglio di correg
lio di correggermene coll’ accusarmi da me stesso un anno prima, cioè
nel
1784, quando uscì il nominato volume III della mi
tolo Zeno t. III, p. 160. 65. Quadrio tomo IV. 66. V. il Tiraboschi
nel
tomo ultimo della sua Storia. 67. Il P. Bianchi
Fontanini, e solo fa menzione di una terza che se ne fece in Venezia
nel
1513, ed a questa seguì la quarta fatta nella med
ezia nel 1513, ed a questa seguì la quarta fatta nella medesima città
nel
1518. 68. Ne favella il Quadrio, ma ne dubita mo
CAPO V. La Drammatica
nel
secolo XV fa ulteriori progressi in Italia. Du
elle guerre de’ popoli culti, nelle quali la nazione che soffre, fida
nel
sovrano che vigila pel tutto, e conta ne’ casi av
rtisti e i letterati non intermettono i proprii lavori. Arse l’Italia
nel
XV secolo di un alto incendio di guerra in più lu
to il Poliziano, e del regnicolo Giulio Pomponio Leto. Chi non sa che
nel
XV secolo foriero dell’aureo seguente divenne l’I
’Isacco composta in ottava rima fu la prima volta recitata in Firenze
nel
1449b. Posteriore alle nominate ma appartenente a
nze sotto Lorenzo Medici si rappresentò il dramma San Lorenzo e Paolo
nel
1488 da’ figliuoli di Francesco Cibò nipote d’Inn
come ancora le favole drammatiche allegoriche recitate da’ Fiorentini
nel
1442 nell’ingresso trionfale di Alfonso I di Arag
per lo più alla presenza di Ferdinando I; e finalmente li Gliuommere
nel
dialetto napoletano di Jacobo Sannazzaro, e la fa
appresentata in quella reggia in presenza di Alfonso duca di Calabria
nel
1489a. In questo secolo ancora, e propriamente ne
o duca di Calabria nel 1489a. In questo secolo ancora, e propriamente
nel
1489b, da Bergonzo Botta gentiluomo Tortonese si
egni, troviamo una tragedia di Gregorio Corraro patrizio veneto morto
nel
1464 composta in versi latini nel l’età di soli a
gorio Corraro patrizio veneto morto nel 1464 composta in versi latini
nel
l’età di soli anni diciotto, intitolata Progne, a
secondo Lilio Gregorio Giraldi, moltissimi eruditi del XVI secolo, e
nel
nostro col Marchese Scipione Maffei altri lettera
altri letterati ragguardevoli. Si produsse la prima volta in Venezia
nel
1558, ed il Domenichi la tradusse in italiano, sp
l famoso condottiere conte Jacopo Piccinino arrestato improvvisamente
nel
1464, e poi l’anno seguente ucciso per ordine di
dinando redi Napoli. Vidi il Codice Estense di tal tragedia in Modena
nel
fermarmivi per alcune ore nel 1779, ma non avendo
odice Estense di tal tragedia in Modena nel fermarmivi per alcune ore
nel
1779, ma non avendo l’agio necessario per leggerl
molto l’uno e l’altro cianciato termina l’atto con un coro. Trattasi
nel
II atto de’ mali apparsi dopo la pace fatta , e
arnefice esaminando se debba uccidersi il Piccinino tosto che fidando
nel
trattato venga in suo potere. Il carnefice insinu
hanno bisogno di nuova luce istorica. Verso la fine del secolo, cioè
nel
1492 Carlo Verardo da Cesena nato nel 1440 e mort
Verso la fine del secolo, cioè nel 1492 Carlo Verardo da Cesena nato
nel
1440 e morto nel 1500, che fu arcidiacono nella s
l secolo, cioè nel 1492 Carlo Verardo da Cesena nato nel 1440 e morto
nel
1500, che fu arcidiacono nella sua patria e camer
i di lui drammi in Roma per Magistrum Eucharium Silber, alias Franck
nel
1493 a’ 7 di maggioa Vi si trova impresso il Fern
mescolanza è compensata dall’unità dell’azione condotta regolarmente
nel
giusto tempo con gravità e con facilità, e non se
ono in versi giambici. Si fece pure rappresentare dal cardinal Riario
nel
suo palazzo in un teatro erettovi espressamente,
atro erettovi espressamente, e si ascoltò con grande applauso. Dicesi
nel
prologo: Requirat autem nullus hic comoediae Leg
eonardo Bruni che da Arezzo sua patria portò il nome di Aretino, nato
nel
1369, e morto nel 1444, avea composta una commedi
da Arezzo sua patria portò il nome di Aretino, nato nel 1369, e morto
nel
1444, avea composta una commedia intitolata Polix
omposta una commedia intitolata Polixena stampata più volte in Lipsia
nel
principio del secolo XVI. Leon Batista Alberti na
del secolo XVI. Leon Batista Alberti nato, secondo il Manni e il Lami
nel
1398, e secondo il Bocchi nel 1400, e secondo che
lberti nato, secondo il Manni e il Lami nel 1398, e secondo il Bocchi
nel
1400, e secondo che con maggior probabilità conge
1400, e secondo che con maggior probabilità congettura il Tiraboschi
nel
1414, scrisse in prosa latina nell’età di venti a
nello da Este, non pertanto Aldo Manuzio il giovane volle pubblicarla
nel
1588 sotto il nome di Lepido comico poeta antico.
e plautino b Una ne presentò al nominato Leonello succeduto al padre
nel
1441, nella quale confabulavano le massarizie di
Catinia da Catinio protagonista della favola, e pubblicolla in Trento
nel
1472.a Venne poi l’Orfeo del Poliziano, nel qual
e pubblicolla in Trento nel 1472.a Venne poi l’Orfeo del Poliziano,
nel
quale dee riconoscersi la prima pastorale tragica
na ove risedea Legato, portossi a Mantova sua patria, ove era Vescovo
nel
1472, come col Bettinelli asserisce il lodato pad
l Bettinelli asserisce il lodato padre Affò, o almeno prima del 1483,
nel
quale anno morì il Cardinale, come osserva Girola
ardinale, come osserva Girolamo Tiraboschi. Il Bibliotecario di Parma
nel
1776 fe pubblicarlo in Venezia, così intitolandol
calar giù nell’inferno, A provar se laggiù mercè s’impetra. Trattasi
nel
quarto atto di ciò che avvenne ad Orfeo nell’infe
ano negli atti precedenti, e l’ammazzamento del poeta amante eseguito
nel
V dalle Baccanti, esiggono un’apparenza diversa d
ar indietro, stende invano le braccia al marito, ed è tratta di nuovo
nel
regno della morte. Il Poliziano calcando anche qu
a, non mai si rappresentò, non è fatta per rappresentarsi, non si era
nel
XV secolo ancora composta, perchè il primo di lei
tta non ne compose se non che un atto solo de’ ventuno ch’ n’ebbe poi
nel
secolo XVI? Conchiudiamo sull’Orfeo. I sentimenti
, il quale verso la metà del secolo XVII le frammischiò al recitativo
nel
suo Giasone. Ciò credemmo da prima il cavaliere A
aboschi, ed io nella Storia de’ Teatri che produssi in un solo volume
nel
1777. Volendo io però nel terzo volume della Colt
a de’ Teatri che produssi in un solo volume nel 1777. Volendo io però
nel
terzo volume della Coltura delle Sicilie pubblica
lendo io però nel terzo volume della Coltura delle Sicilie pubblicato
nel
1784, a cagione delle strofe del Notturno, confes
nterruppero il recitativo del dramma, nè ciò fecero ne’ soli cori, ma
nel
corso dell’atto; ed aggiungo che ciò accadde vers
uccini Nel puro ardor della più bella stella. Egli però ciò scrisse
nel
1785, ed io gli avea tolto il travaglio intempest
travaglio intempestivo di correggermene; giacchè un anno prima, cioè
nel
1784, quando usci il citato volume III delle mie
lanese, ed in alcune veneziane Gaudio d’amore. Il carattere di essa è
nel
basso comico, seguendo la condizione de’ personag
ito Livio, Giacomo Nardi, secondo il Fontanini, al più tardi produsse
nel
1494 la sua commedia composta in vario metro inti
un dramma intorno alla vita di Costantino rappresentato a’ cardinali
nel
carnovale del 1484, nel quale sostenne il persona
vita di Costantino rappresentato a’ cardinali nel carnovale del 1484,
nel
quale sostenne il personaggio di Costantino un Ge
e chiamato l’Imperadore. Con maggior magnificenza ancora cominciarono
nel
1486 a rappresentarsi in Ferrara feste e spettaco
splendido duca fe rappresentare in un gran teatro di legno innalzato
nel
cortile del suo palazzo la commedia de’ Menecmi d
a dir meglio, azione sacra intitolata Joseph impressa poi in Venezia
nel
1543 corretta da Gennaro Gisanelli. Sotto il mede
e la Panfila tragedia in terzarima in cinque atti stampata in Venezia
nel
1508a. Pietro Domizio scrisse un’altra tragedia p
isse un’altra tragedia pel medesimo teatro che dovette rappresentarsi
nel
1494b. Per uso dello stesso teatro furono tradott
prima del 1494, anno in cui seguì la morte dell’autore, e se ne fece
nel
1500 una seconda edizionea. Non ci curiamo di rif
ntunesima parte di una novella in dialogo come la Celestina (che ebbe
nel
secolo vegnente per altra mano il componimento e
di Granata del Sannazzaro, nè le feste di Versaillesdate da Luigi XIV
nel
1654, nè le feste e mascherate degli Arabi in tan
ortò più tardi il nome di Opera. a. Nella Storia de’ Teatri impressa
nel
1777, lo dissi nato in Vairano nel regno di Napol
. Nella Storia de’ Teatri impressa nel 1777, lo dissi nato in Vairano
nel
regno di Napoli, fidando nel Codice Estense citat
ressa nel 1777, lo dissi nato in Vairano nel regno di Napoli, fidando
nel
Codice Estense citato dal celebre Tiraboschi. Ma
Ammanati, la quale trovasi impressa tra quelle del medesimo cardinale
nel
1506 in Milano. Egli vi si nomina Laudivius Vezan
are dal p. Ireneo Affò, da cui mi fu in Parma cortesemente comunicato
nel
1779. a. Fu poeta, filosofo, istorico, giurecons
o, se crediamo a ciò che se ne dice in una orazione detta in sua lode
nel
1437 pubblicata dal Ludewig nelle Reliquiae Manus
adre Bianchi nulla seppe di queste due edizioni, delle quali si parla
nel
l’Eloq. Ital. del Fontanini; e solo fa menzione d
13 di Venezia, ed a questa seguì la quarta fatta nella medesima città
nel
1518. a. Ne favella il Quadrio, ma ne dubita mol
lio illustrate le scene con gli Orazii, col Cinna e col Poliuto, cioè
nel
1641 e 1642. Questa commedia assai piacevole di c
uale si cercava il ridicolo negli eventi immaginati con arte anzi che
nel
cuore umano che ne abbonda. Boisrobert, Scarron,
Poquelin detto Moliere a girar colla sua comitiva per le provincie, e
nel
1653 rappresentò in Lione, indi in Besiers, in Gr
soggetto da’ commedianti Italiani; e Niccolò Barbieri detto Beltrame
nel
1629 diede alla luce per le stampe la sua commedi
Quinault l’Amante Indiscreto, ossia il Padrone Stordito rappresentata
nel
1654, indi allo Stordito di Moliere incomparabilm
iscono con andarsene uniti. Il Riccoboni però ci assicura che Moliere
nel
Dispetto imitò anche un’altra commedia italiana d
ziosissimo attore comico conosciuto col nome di Scaramuccia, il quale
nel
mese di giugno del 1662 prese congedo dal pubblic
concorso se non colla comparsa della Scuola delle Donne rappresentata
nel
dicembre, che Moliere ricavò da una novelletta de
letterati pieni d’invidia, più che di gusto e d’intelligenza, Moliere
nel
seguente anno se ne vendicò comicamente facendo r
vvisata di Versailles recitata nell’ottobre del 1663, e poi in Parigi
nel
seguente mese. Derise in essa gajamente il modo d
olo sulla condotta della moglie col Ritratto del Pittore. Ma dopo che
nel
1664 ebbe egli dato al teatro la Princesse d’Elid
Luigi XIV, il Convitato di pietra che scrisse in prosa in cinque atti
nel
1665 d’infelice riuscitaa, e la farsa dell’Amor M
infelice riuscitaa, e la farsa dell’Amor Medico in tre atti, produsse
nel
1666 il Misantropo che fu il primo capo d’opera d
vuol perdere la rendita di quarantamila lire, per lasciare a’ posteri
nel
suo processo un testimonio di una sentenza ingius
i riprodusse e piacque. Una pastorale eroica, un’altra comica cantata
nel
medesimo anno 1666, ed il Siciliano commedia-ball
el medesimo anno 1666, ed il Siciliano commedia-ballo a rappresentato
nel
1667 precederono un altro capo d’opera, il famoso
a comica poesia e delle scene francesi. L’interesse che si desiderava
nel
Misantropo, comincia nel Tartuffo a sentirsi sin
cene francesi. L’interesse che si desiderava nel Misantropo, comincia
nel
Tartuffo a sentirsi sin dalla prima scena della v
nell’atto III il personaggio di Tartuffo, e col disinganno di Orgone
nel
IV. Nel 1668 comparvero l’Anfitrione e l’Avaro, c
ui Moliere raccolse tutti i divertimenti introdotti nella scena, uscì
nel
1670. La varietà degli oggetti che appagavano i s
ttacolo, di cui avea suggerito il piano l’istesso Luigi XIV, il quale
nel
primo tramezzo ballò da Nettuno, e di poi da Apol
poi da Apollo; ma fu l’ultima volta che questo monarca che si trovava
nel
trentesimosecondo anno della sua età, comparve in
de ses mains, A se donner lui-même en spectate aux Romains. La corte
nel
medesimo anno che applaudi gli Amanti magnifici,
nè di arte scarseggia la commedia delle Furberie di Scapino recitata
nel
1671, sebbene il sacco in cui si avvolge Scapino,
nere comico più basso. Psiche tragedia-ballo che si era rappresentata
nel
carnevale del 1670, si ripetè nel 1671. Essa fu n
edia-ballo che si era rappresentata nel carnevale del 1670, si ripetè
nel
1671. Essa fu notabile pel concorso degli autoric
nel 1671. Essa fu notabile pel concorso degli autoriche vi lavorarono
nel
medesimo tempo per eseguir con prontezza gli ordi
illustri nomi! Le Donne Letterate altro capo d’opera venne alla luce
nel
1672. Si dipinge in tal commedia il falso bell’in
i de’ personaggi, e la commedia-ballo l’Ammalato immaginario recitata
nel
1673, ultimo frutto di questo raro ingegno. Alla
cese, essendovi stato trasportato dal teatro moribondo. Moliere nato
nel
1628 con disposizioni naturali alla poesia comica
scena. Coltivò i suoi talenti colle lettere studiando per cinque anni
nel
Collegio di Clermont, ed ascoltò le lezioni filos
ove ponga mente a quella sagacità che lo scorge ad entrar da maestro
nel
mecanismo delle umane passioni? Ma la filosofia d
i Adelfi di Terenzio. Gli accidenti del velo della medesima favola, e
nel
Siciliano, il Convitato di pietra, la Principessa
dal Bernagasso degl’Italiani. Di ciò convengono il Baile a, il Leris
nel
Dizionario de’ Teatri di Parigi, e l’abate Dubos
cevole commedia di Cirano di Bergerac, i Visionarii di Desmaret morto
nel
1676 commedia in quel tempo stimata inimitabile,
, e i Litiganti di Racine imitazione delle Vespe di Aristofane uscita
nel
1667, cui credesi di avere in qualche nodo contri
atia. Dicasi pur anche alcuna cosa delle commedie di Quinault scritte
nel
fiorir di Moliere. Cortando egli nel 1653 il dici
lle commedie di Quinault scritte nel fiorir di Moliere. Cortando egli
nel
1653 il diciottesimo anno di sua età diede al tea
Riconobbero i Francesi nella di lui Commedia senza commedia recitata
nel
1655 gran fertilità d’ingegno. Vi si figura che a
gura che alcuni commedianti per mostrare i loro talenti rappresentino
nel
secondo atto una pastorale, nel terzo una commedi
mostrare i loro talenti rappresentino nel secondo atto una pastorale,
nel
terzo una commedia, nel quarto una tragedia de la
rappresentino nel secondo atto una pastorale, nel terzo una commedia,
nel
quarto una tragedia de la morte di Clorinda, nel
terzo una commedia, nel quarto una tragedia de la morte di Clorinda,
nel
quinto una tragicommedia decorata sull’innamorame
moramento di Armida. La Mère coquette rappresentata con gran concorso
nel
1664 è la migliore delle sue commedie, ma lontana
liere prodotto i suoi capi d’opera. Egli in ciò s’ingannò, come anche
nel
credere sì buona tal favola. Non era uscito nel 1
s’ingannò, come anche nel credere sì buona tal favola. Non era uscito
nel
1664 il Misantropo; ma le Preziose ridicole, la S
Regnard, Brueys e Dancourt. Giovanni Francesco Regnard nato in Parigi
nel
1674, secondo Voltaire, mori di anni cinquantadue
utore del Calendario degli spettacoli vuole che sia mancato di vivere
nel
1710, e Palissot reca la di lui morte seguita nel
a mancato di vivere nel 1710, e Palissot reca la di lui morte seguita
nel
1709. Di genio allegro, giocondo, comico, meritò,
iuscì dilettevole e verisimile. Davide Agostino Brueys, benchè morto
nel
1723, passò la maggior parte della sua età nel se
o Brueys, benchè morto nel 1723, passò la maggior parte della sua età
nel
secolo XVII, essendo nato in Aix nel 1640. Da teo
ò la maggior parte della sua età nel secolo XVII, essendo nato in Aix
nel
1640. Da teologo controversista divenne poeta com
e con Palaprat per alcun tempo con molta intimità e da lui fu ajutato
nel
comporre la nominata commedia. Diceva però con la
l’antica farsa dell’Avvocato Patelin a. Florent Carton Dancourt nato
nel
1661 o 1662 e morto nel 1725 o 1726 fu un commedi
cato Patelin a. Florent Carton Dancourt nato nel 1661 o 1662 e morto
nel
1725 o 1726 fu un commediante di mediocre abilità
diventa affettato per voler esser concettoso. Riusciva principalmente
nel
dipingere le donne intriganti e i cavalieri d’ind
da un’ altra più fortunata che alternava colla Compagnia Francese or
nel
teatro di Borgogna or nel Picciolo-Borbone or nel
a che alternava colla Compagnia Francese or nel teatro di Borgogna or
nel
Picciolo-Borbone or nel Palazzo-Reale. Sette anni
mpagnia Francese or nel teatro di Borgogna or nel Picciolo-Borbone or
nel
Palazzo-Reale. Sette anni dopo la morte di Molier
te anni dopo la morte di Moliere si unirono le due compagnie Francesi
nel
Palazzo di Guenègaud, ed il teatro di Borgogna ri
citate Nouvelles de Nouvelles di Vizè. a. Numerando Giovanni Andres
nel
tomo III della sua opera su di ogni letteratura l
valletto di camera, v’introdusse simili balli comici. Uno se ne ballò
nel
1582 ch’egli compose per le nozze del duca di Joy
rattato del p. Menestrier. Ottavio Rinuccini migliorò questi balletti
nel
principio del secolo XVII. Ma non furono per gust
diede poi il cardinal di Richelieu, in cui danzò una volta Luigi XIII
nel
1625. Più volte ballò in pubblico Luigi XIV, cioè
a Regina, nella mascherata in forma di balletto composta da Benserade
nel
1651, e ne’ balletti comici di Moliere sino all’a
che dopo il Cefalo del Correggio e l’Orfeo del Poliziano si scrissero
nel
Cinquecento, non meritavano di esser segno a tant
ipo e ad Ippolito? Il nolano Luigi Tansillo celebre poeta fu il primo
nel
secolo XVI a produrre una specie di pastorale, I
Garcia de Toledo a donna Antonia di Cardona in Messina si rappresentò
nel
1529 b, fu ben diffinito dall’abate Maurolico qua
sarebbe anteriore ai Due Pellegrini del Tansillo, essendosi impressa
nel
1526; ma l’azione si scioglie colla Luminaria che
è una continuazione o seconda parte che unita alla Cecaria s’impresse
nel
1535 in Venezia, dove sino al 1594 se ne ripetero
le del Giraldi Cintio che egli intitolò Satira. S’impresse in Ferrara
nel
1545, e si era rappresentata nel medesimo anno la
titolò Satira. S’impresse in Ferrara nel 1545, e si era rappresentata
nel
medesimo anno la prima volta in casa dell’autore
sba e che tuttavia resta la musica de’ cori della Canace . Quando
nel
teatro Olimpico di Vicenza si rappresentò l’Edipo
etta) era formato di quindici persone sette per parte ed il capo loro
nel
mezzo, il qual coro in piacevol parlare ed armoni
fizio suo . Delle commedie non che in versi, in prosa, si è osservato
nel
tomo precedente che la musica ne rallegrava gl’in
a posta inserito nell’azione perchè si cantasse. E se per queste cose
nel
pubblicarsi le pastorali per onorare i maestri vi
le pastorali assai impropriamente si chiameranno, come si chiamarono
nel
bel trattato dell’Opera in musica del cavaliere A
. Dall’altra parte convengono gli eruditi più accurati in riconoscere
nel
fiorentino Giacomo Peri l’inventore dello stile m
ro pregio? Il Sacrificio di Agostino Beccari ferrarese si rappresentò
nel
1554 in Ferrara due volte alla presenza del duca
resse l’anno seguente. Tre anni prima della morte dell’autore seguita
nel
1590 fu rappresentata due altre volte nelle nozze
e oratore grande scrisse l’Aretusa altra pastorale cantata ne’ cori,
nel
palazzo di Schivanoja l’anno 1563 alla presenza d
el duca Alfonso II e del cardinal Luigi di lui fratello, e s’impresse
nel
1564. La rappresentò messer Ludovico Betti: fece
stino Argenti rappresentata in Ferrara innanzi allo stesso Alfonso II
nel
1567, e stampata l’anno seguente. Eccoci all’epoc
ortale Torquato Tasso. La prima edizione fu quella di Aldo il giovane
nel
1581 colla dedicatoria dell’autore al principe di
Ferrante Gonzaga in data de’ 20 di dicembre 1580. Monsignor Fontanini
nel
suo Aminta difeso crede che la prima edizione fos
o Menagio a. La difesa dell’Aminta fatta dal Fontanini che s’impresse
nel
1700, fu composta per rispondere al discorso cens
colle note musicali del gesuita Erasmo Marotta da Randazza, che morì
nel
1641 in Palermo. La futilità delle critiche si m
o oltramonti. In Francia si tradusse in versi francesi la prima volta
nel
1584 da Pietro de Branch, e si pubblicò in Bourde
de Branch, e si pubblicò in Bourdeaux; in prosa si tradusse in Parigi
nel
1666, e poi nell’Aja nel 1679 e si ristampò nel 1
in Bourdeaux; in prosa si tradusse in Parigi nel 1666, e poi nell’Aja
nel
1679 e si ristampò nel 1681. Queste ed altre vers
si tradusse in Parigi nel 1666, e poi nell’Aja nel 1679 e si ristampò
nel
1681. Queste ed altre versioni francesi riusciron
ne fece in bei versi castigliani da Giovanni Jauregui uscita in Roma
nel
1607, ed in Siviglia nel 1618 a. In inglese fu tr
tigliani da Giovanni Jauregui uscita in Roma nel 1607, ed in Siviglia
nel
1618 a. In inglese fu tradotto l’Aminta, e stampa
lia nel 1618 a. In inglese fu tradotto l’Aminta, e stampato in Londra
nel
1628. In latino si traslatò ancora da Andrea Hilt
da Andrea Hiltebrando medico di Pomerania, e s’impresse in Francfort
nel
1615, e di nuovo nel 1623. Michele Schneiden ne f
o medico di Pomerania, e s’impresse in Francfort nel 1615, e di nuovo
nel
1623. Michele Schneiden ne fece una versione tede
ovo nel 1623. Michele Schneiden ne fece una versione tedesca stampata
nel
1642 in Amburgo. In lingua illirica fu anche tras
esentazione dell’Aminta secondo il marchese Manso, si fece in Ferrara
nel
1573 con lode e meraviglia universale con quattro
a liberata Silvia dalle mani del Satiro. Il riverente rispetto di lui
nel
disciorla, ne scopre la grandezza dell’amore. La
, Castro e Calderon; il che sempre più manifesta il torto del Linguet
nel
pretendere che le prime bellezze teatrali avesser
teatrali avessero i Francesi imparate dagli Spagnuoli. Antonio Ongaro
nel
1582 produsse una favola nel genere dell’Aminta,
imparate dagli Spagnuoli. Antonio Ongaro nel 1582 produsse una favola
nel
genere dell’Aminta, ma imitando i costumi pescato
o, intitolata il Pentimento amoroso. Ma questa si pubblicò in Venezia
nel
1583, ed io trovo, che nella stessa città se ne i
Venezia nel 1583, ed io trovo, che nella stessa città se ne impresse
nel
1581 un’altra di Alvise Pasqualigo detta gl’Intri
indi un’ altra pastorale intitolata Calisto pubblicata per le stampe
nel
1586. Contemporanea al Pentimento fu la Danza di
già rappresentata in Parma in presenza di Ranuccio Farnese giovanetto
nel
1583, quando fu dedicata alla nobile Camilla Lupi
le Camilla Lupi che vi sostenne la parte di Amarilli; e si stampò poi
nel
seguente anno in Venezia. L’intreccio è più compl
lle nozze di Carlo Emmanuele duca di Savoja con Caterina d’Austria fu
nel
1535 rappresentata in Torino la prima volta la ce
cavalier Giambatista Guarini intitolata il Pastor fido; ma s’impresse
nel
1590. Una delle più vive battaglie letterarie si
de’ pastori in questa favola ebbe anche fuori dell’Italie un censore
nel
Rapin, che misurava que’ pastori colla squadra de
ià perchè col Rapin c’incresca l’eleganza, ma perchè la vera passione
nel
genere drammatico si spiega con maggior semplicit
iega con maggior semplicità. Avvenne in somma al Pastor fido quel che
nel
secolo seguente seguì in Francia pel Cid di Pierr
isse ad ogni censura a. Un carattere diverso dall’Aminta è da notarsi
nel
Pastor fido. L’azione della prima pastorale è sem
mpassione, il Pastor fido giugne a quel grado di terrore che ci agita
nel
Cresfonte al pericolo del giovane vicino ed esser
astelletti romano essendo ancor giovine a scrisse l’Amarilli impressa
nel
1587 e ristampata in Viterbo nel 1620. Un pastore
iovine a scrisse l’Amarilli impressa nel 1587 e ristampata in Viterbo
nel
1620. Un pastorello di Candia ama una ninfa e cre
ci italiane, che applicatasi alla poesia ne diede alla luce un saggio
nel
1588 con una pastorale intitolata Mirtilla, la qu
etti favola boschereccia di Pietro Lupi pisano si pubblicò in Firenze
nel
1589. Un dialogo tra l’Amore e la Gelosia ne form
ratiana di un certo Accademico Infiammato uscita alla luce in Venezia
nel
1590 ripiena di sciapite buffonerie e di personag
narono l’ultimo lustro del secolo. La Cintia che s’impresse in Napoli
nel
1594 dal Carlino e dal Pace, e si ristampò dal Ma
n Napoli nel 1594 dal Carlino e dal Pace, e si ristampò dal Maccarano
nel
1631, che è l’edizione conosciuta dal Fontanini,
il finto Tirsi da Silvano è di partire da quelle selve, e le querele
nel
dovere lasciar quel luogo e la compagnia di Clizi
zzucchelli, la compose in età di venti anni, e fu stampata in Venezia
nel
1597, e poi anche nel 1598. In Milano nel 1597 se
in età di venti anni, e fu stampata in Venezia nel 1597, e poi anche
nel
1598. In Milano nel 1597 se ne fece una edizione
i, e fu stampata in Venezia nel 1597, e poi anche nel 1598. In Milano
nel
1597 se ne fece una edizione corretta dall’autore
e sue opere ingegnose che produsse. Alcuni anni prima e propriamente
nel
1590 il celebre Muzio Manfredi compose in Lombard
no convenienti a’ personaggi Assiri; diligenza che si vede trascurata
nel
grottesco vestito eroico degli attori tragici fra
sembri verisimile che il famoso Manfredi sì scrupoloso negli abiti e
nel
ballo, avrebbe inculcata al compositore di musica
boschereccia composta da Ferrante Gonzaga principe di Molfetta morto
nel
1630, la quale era vicina a terminarsi nella fine
ressione. a. Degli errori commessi dall’esgesuita Saverio Lampillas
nel
parlar di tal componimento, facemmo motto nel tom
suita Saverio Lampillas nel parlar di tal componimento, facemmo motto
nel
tomo IV delle Vicende della Coltura delle Due Sic
gesuita Saverio Bettinelli celebre poeta del secolo XVIII errò ancora
nel
credere che quella cena del 1529 fosse stata data
iffatte notizie potranno osservare le principali edizioni dell’Aminta
nel
catalogo dell’edizione Cominiana, che se ne fece
Poesia. a. La lingua castigliana riuscirà sempre più della francese
nel
trasportare le poesie italiane, perchè oltre all’
ora più, se più conosciuto e secondato si fosse dalla propria nazione
nel
disegno di arricchire, ed elevare la patria poesi
e d’Este, i quali l’impiegarono in affari importanti, morì in Venezia
nel
1613. a. Apollo dice di lui nel prologo: Un ch
affari importanti, morì in Venezia nel 1613. a. Apollo dice di lui
nel
prologo: Un che del Tebro in su la riva nacque;
nel prologo: Un che del Tebro in su la riva nacque; E di sua etade è
nel
più verde aprile! a. Questa valorosa attrice s
regina, e da’ più qualificati cortigiani, morì di un aborto in Lione
nel
1604 d’anni 42, e colla di lei morte decadde in F
era 301 a casal-di-Monferrato. a. Ne fanno menzione Angelo Ingegneri
nel
Discorso della Poesia Rappresentativa, ed il Manf
e dopo il Cefalo del Correggio e l’ Orfeo del Poliziano, si scrissero
nel
cinquecento, non meritavano di esser segno a tant
Don Garzia di Toledo a Don Antonia Cardona in Messina si rappresentò
nel
1529131, fu ben diffinito dall’Abate Maurolico qu
ria sarebbe anteriore al componimento del Tansillo essendosi impressa
nel
1526; ma l’azione si scioglie colla Luminaria che
na continuazione o seconda parte, che s’ impresse unita colla Cecaria
nel
1535 in Venezia, dove ancora se ne fecero altre q
gle del Giraldi Cintio ch’egli intitolò Satira. S’impresse in Ferrara
nel
1545, e si era rappresentata nel medesimo anno la
titolò Satira. S’impresse in Ferrara nel 1545, e si era rappresentata
nel
medesimo anno la prima volta in casa dell’autore
fonisba; e che tuttavia resta la musica de’ cori della Canace. Quando
nel
teatro Olimpico di Vicenza si rappresentò l’Edipo
tta) era formato di quindici persone sette per parte, ed il capo loro
nel
mezzo, il qual coro in piacevol parlare ed armoni
fficio suo. Delle commedie, non che in versi, in prosa si è osservato
nel
capo precedente che la musica ne rallegrava gl’ i
a posta inserito nell’azione perchè si cantasse. E se per queste cose
nel
pubblicarsi le pastorali, per onorare i maestri v
le pastorali assai impropriamente si chiameranno, come si chiamarono
nel
bel trattato dell’Opera in musica del Cav. Planel
. Dall’altra parte convengono gli eruditi più accurati in riconoscere
nel
Fiorentino Giacomo Peri l’inventore dello stile m
ro pregio? Il Sacrificio di Agostino Beccari Ferrarese si rappresentò
nel
1554 in Ferrara due volte alla presenza del duca
resse l’anno seguente. Tre anni prima della morte dell’autore seguita
nel
1590 fu rappresentata due altre volte nelle nozze
a e orator grande scrisse l’Aretusa altra pastorale cantata ne’ cori,
nel
palazzo di Schivanoja l’anno 1563 alla presenza d
el duca Alfonso II e del cardinal Luigi di lui fratello, e s’impresse
nel
1564. La rappresentò M. Ludovico Betti: fece la m
stino Argenti rappresentata in Ferrara innanzi allo stesso Alfonso II
nel
1567, e stampata l’anno seguente. Eccoci all’epoc
ortale Torquato Tasso. La prima edizione fu quella di Aldo il giovane
nel
1581 colla dedicatoria dell’autore a Don Ferrante
nor di Guastalla in data de’ 20 di dicembre 1580. Monsignor Fontanini
nel
suo Aminta Difeso crede che la prima edizione fos
Menagio133. La difesa dell’Aminta fatta dal Fontanini che s’ impresse
nel
1700, fu composta per rispondere al discorso cens
colle note musicali del gesuita Erasmo Marotta da Randazza, che morì
nel
1641 in Palermo. La futilità delle critiche si ma
o oltramonti. In Francia si tradusse in versi francesi la prima volta
nel
1584 da Pietro de Branch, e si pubblicò in Bourde
de Branch, e si pubblicò in Bourdeaux; in prosa si tradusse in Parigi
nel
1666, e poi nell’Aja nel 1679 che si ristampò nel
in Bourdeaux; in prosa si tradusse in Parigi nel 1666, e poi nell’Aja
nel
1679 che si ristampò nel 1681. Queste ed altre ve
tradusse in Parigi nel 1666, e poi nell’Aja nel 1679 che si ristampò
nel
1681. Queste ed altre versioni francesi riusciron
fece in bei versi castigliani da Don Giovanni Jauregui uscita in Roma
nel
1607, ed in Siviglia nel 1618134. In inglese fu t
iani da Don Giovanni Jauregui uscita in Roma nel 1607, ed in Siviglia
nel
1618134. In inglese fu tradotto l’Aminta e stampa
lia nel 1618134. In inglese fu tradotto l’Aminta e stampato in Londra
nel
1628. In latino si traslatò ancora da Andrea Hilt
da Andrea Hiltebrando medico di Pomerania, e s’impresse in Francfort
nel
1615, e di nuovo nel 1623. Michele Schneiden ne f
o medico di Pomerania, e s’impresse in Francfort nel 1615, e di nuovo
nel
1623. Michele Schneiden ne fece una versione tede
ovo nel 1623. Michele Schneiden ne fece una versione tedesca stampata
nel
1642 in Amburgo. In lingua illirica fu anche tras
sentazione dell’Aminta, secondo il marchese Manso, si fece in Ferrara
nel
1573 con lode e maraviglia universale con quattro
a liberata Silvia dalle mani del Satiro. Il di lui riverente rispetto
nel
disciorla ne scopre la grandezza dell’amore. La s
nde sommamente interessante l’atto III. Cresce sempre più l’interesse
nel
IV. Nella bellissima prima scena quando nasce l’a
, Castro e Calderon; il che sempre più manifesta il torto del Linguet
nel
pretendere che le prime bellezze teatrali avesser
teatrali avessero i Francesi imparate dagli Spagnuoli. Antonio Ongaro
nel
1582 produsse una favola nel genere dell’Aminta,
imparate dagli Spagnuoli. Antonio Ongaro nel 1582 produsse una favola
nel
genere dell’Aminta, ma imitando i costumi pescato
o, intitolata il Pentimento amoroso. Ma questa si pubblicò in Venezia
nel
1583, ed io trovo, che nella stessa città un’ alt
el 1583, ed io trovo, che nella stessa città un’ altra se ne impresse
nel
1581 di Aluise Pasqualigo detta gl’ Intricati, la
indi un’ altra pastorale intitolata Calisto pubblicata per le stampe
nel
1586. Contemporanea al Pentimento fu la Danza di
già rappresentata in Parma in presenza di Ranuccio Farnese giovanetto
nel
1583, quando fu dedicata alla nobile Camilla Lupi
le nozze di Carlo Emmanuele duca di Savoja con Caterina d’ Austria fu
nel
1585 rappresentata in Torino la prima volta la ce
cavalier Giambatista Guarini intitolata il Pastor fido; ma s’impresse
nel
1590. Una delle più vive battaglie letterarie si
de’ pastori in questa favola ebbe anche fuori dell’Italia un censore
nel
Rapin, che misurava que’ pastori colla squadra de
ià perchè col Rapin c’incresca l’eleganza, ma perchè la vera passione
nel
genere drammatico si spiega con maggior semplicit
iega con maggior semplicità. Avvenne in somma al Pastor fido quel che
nel
secolo seguente seguì in Francia pel Cid di Pietr
vvisse ad ogni censura. Un carattere diverso dall’Aminta è da notarsi
nel
Pastor fido. L’azione della prima pastorale è sem
mpassione; il Pastor fido giugne a quel grado di terrore che ci agita
nel
Cresfonte al pericolo del giovane vicino ad esser
stelletti Romano essendo ancor giovane140 scrisse l’Amarilli impressa
nel
1587 e ristampata in Viterbo nel 1620. Un pastore
ovane140 scrisse l’Amarilli impressa nel 1587 e ristampata in Viterbo
nel
1620. Un pastorello di Candia ama una ninfa e cre
ci Italiane, che applicatasi alla poesia ne diede alla luce un saggio
nel
1588 con una pastorale intitolata Mirtilla, la qu
etti favola boschereccia di Pietro Lupi Pisano si pubblicò in Firenze
nel
1589. Un dialogo tra l’Amore e la Gelosia ne form
ratiana di un certo Accademico Infiammato uscita alla luce in Venezia
nel
1590 ripiena di sciapite buffonerie e di personag
rono l’ultimo lustro del secolo. La Cintia, che s’ impresse in Napoli
nel
1594 dal Carlino e dal Pace, e si ristampò dal Ma
n Napoli nel 1594 dal Carlino e dal Pace, e si ristampò dal Maccarano
nel
1631, che è l’edizione conosciuta dal Fontanini,
finto Tirsi da Silvano è di partire da quelle selve, e le sue querele
nel
dovere lasciar quel luoco e la compagnia di Clizi
azzucchelli la compose in età di venti anni, e fu stampata in Venezia
nel
1597 e poi anche nel 1598. In Milano nel 1597 anc
e in età di venti anni, e fu stampata in Venezia nel 1597 e poi anche
nel
1598. In Milano nel 1597 ancora se ne fece un’ ed
ni, e fu stampata in Venezia nel 1597 e poi anche nel 1598. In Milano
nel
1597 ancora se ne fece un’ edizione corretta dall
te sue opere ingegnose che produsse. Alcuni anni prima e propriamente
nel
1590 il celebre Muzio Manfredi compose in Lombard
no convenienti a’ personaggi Assiri; diligenza che si vede trascurata
nel
grottesco vestito eroico degli attori tragici Fra
sembri verisimile che il famoso Manfredi sì scrupoloso negli abiti e
nel
ballo, avrebbe inculcata al compositore di musica
boschereccia composta da Ferrante Gonzaga principe di Molfetta morto
nel
1630, la quale era vicina a terminarsi nella fine
erarne l’impressione. 130. Degli errori commessi dal Sig. Lampillas
nel
voler parlare di questo componimento, si è fatto
Lampillas nel voler parlare di questo componimento, si è fatto motto
nel
tomo IV delle Vic. della Coltura delle Sic. pag.
della Coltura delle Sic. pag. 313. 131. L’Ab. Bettinelli errò ancora
nel
credere che questa cena del 1529 fosse stata data
iffatte notizie potranno osservare le principali edizioni dell’Aminta
nel
catalogo dell’edizione Cominiana che se ne fece i
oesia. 134. La lingua Castigliana riuscirà sempre più della Francese
nel
trasportare le poesie Italiane; perchè, oltre all
ù fosse stato pregiato e conosciuto e secondato dalla propria nazione
nel
disegno di arricchire ed elevare la patria poesia
Ercole d’Este che l’impiegarono in affari importanti, morì in Venezia
nel
1613. 140. Apollo dice di lui nel prologo, U
ffari importanti, morì in Venezia nel 1613. 140. Apollo dice di lui
nel
prologo, Un che del Tebro in su la riva nacque
prologo, Un che del Tebro in su la riva nacque, E di sua etate è
nel
più verde aprile. 141. Questa valorosa attri
a regina e da’ più qualificati corregiani, morì di un aborto in Lione
nel
1604 d’anni 42, e colla di lei morte decadde in F
301 a Casal di Monferrato. 145. Ne fanno menzione Angelo Ingegnieri
nel
Discorso della Poesia Rappresentativa, ed il loda
1628, nelle quali sostenne i personaggi principali con molta dignità
nel
Collegio di Guyenne il celebre Michele Montagna.
ci, scrisse il Giuseppe, o Sofamponea, ed il Cristo paziente stampate
nel
1648 in Amsterdam. Quanto ai componimenti nel nat
risto paziente stampate nel 1648 in Amsterdam. Quanto ai componimenti
nel
nativo idioma, benchè in Olanda altro non sia sta
ino a lui colà sconosciuta. Fu questi Martino Opitz di Boberfeld nato
nel
1597 e morto nel 1639. Mentre nel 1625 Pietro Cor
onosciuta. Fu questi Martino Opitz di Boberfeld nato nel 1597 e morto
nel
1639. Mentre nel 1625 Pietro Corneille produceva
sti Martino Opitz di Boberfeld nato nel 1597 e morto nel 1639. Mentre
nel
1625 Pietro Corneille produceva in Francia il suo
scenico, Opitz trasportò in tedesco le Troadi di Seneca. Tradusse poi
nel
1627 la Dafne del Rinuccini, nel 1633 imitò un’ a
co le Troadi di Seneca. Tradusse poi nel 1627 la Dafne del Rinuccini,
nel
1633 imitò un’ altra opera italiana intitolata Gi
ccini, nel 1633 imitò un’ altra opera italiana intitolata Giuditta, e
nel
1636 tradusse l’Antigone di Sofocle corredandola
ault nella dissertazione premessa al Teatro Alemanno uscito in Parigi
nel
1772, affermarono parimente che Opitz imitò la su
itz imitò la sua Giuditta da un’ opera italiana. Anche l’abate Arnaud
nel
Giornale Straniero parlando di un dramma di Weiss
l’abate Arnaud nel Giornale Straniero parlando di un dramma di Weiss
nel
1760 asserì che Opitz non scrisse componimento ve
al proprio fondo. Intanto l’abate Aurelio Giorgi-Bertòla es-olivetano
nel
capo III dell’Idea della Poesia Alemanna sostenne
ra il Marini. Compose cinque tragedie, Epicari, ed Agrippa pubblicate
nel
1665, Ibraim nel 1673, Sofonisba e Cleopatra nel
pose cinque tragedie, Epicari, ed Agrippa pubblicate nel 1665, Ibraim
nel
1673, Sofonisba e Cleopatra nel 1682, le quali pr
d Agrippa pubblicate nel 1665, Ibraim nel 1673, Sofonisba e Cleopatra
nel
1682, le quali presentano di quando in quando in
scrittori, Cristiano Weisse rettore del Collegio di Zittau precipitò
nel
basso e nel triviale. Le sue favole comiche e tra
Cristiano Weisse rettore del Collegio di Zittau precipitò nel basso e
nel
triviale. Le sue favole comiche e tragiche si rap
ti dopo la Dafne di Opitz, e l’Elena e Paride rappresentata in Dresda
nel
1650, s’itrodusse fra’ Tedeschi il gusto dell’ope
1628, nelle quali sostenne i personaggi principali con molta dignità
nel
collegio di Guyenne il celebre Michele Montagna.
ci, scrisse il Giuseppe, o Sofamponea, ed il Cristo paziente stampate
nel
1648 in Amsterdam. Quanto ai componimenti nel nat
risto paziente stampate nel 1648 in Amsterdam. Quanto ai componimenti
nel
nativo idioma, benchè in Olanda altro non sia sta
o al suo tempo sconosciuta. Fu questi Martino Opitz di Boberfeld nato
nel
1597 e morto nel 1639. Mentre nel 1625 Pietro Cor
onosciuta. Fu questi Martino Opitz di Boberfeld nato nel 1597 e morto
nel
1639. Mentre nel 1625 Pietro Cornelio produceva i
sti Martino Opitz di Boberfeld nato nel 1597 e morto nel 1639. Mentre
nel
1625 Pietro Cornelio produceva in Francia il suo
scenico, Opitz trasportò in tedesco le Troadi di Seneca. Tradusse poi
nel
1627 la Dafne del Rinuccini, nel 1633 imitò un’ a
co le Troadi di Seneca. Tradusse poi nel 1627 la Dafne del Rinuccini,
nel
1633 imitò un’ altr’opera italiana intitolata Giu
ni, nel 1633 imitò un’ altr’opera italiana intitolata Giuditta 123, e
nel
1636 tradusse l’Antigone di Sofocle corredandola
il Marini. Compose cinque tragedie, Epicari, ed Agrippina pubblicate
nel
1665, Ibraim nel 1673, e Sofonisba, e Cleopatra n
se cinque tragedie, Epicari, ed Agrippina pubblicate nel 1665, Ibraim
nel
1673, e Sofonisba, e Cleopatra nel 1682, le quali
ippina pubblicate nel 1665, Ibraim nel 1673, e Sofonisba, e Cleopatra
nel
1682, le quali presentano di quando in quando qua
scrittori, Cristiano Weisse rettore del collegio di Zittau precipitò
nel
basso e nel triviale. Le sue favole comiche e tra
Cristiano Weisse rettore del collegio di Zittau precipitò nel basso e
nel
triviale. Le sue favole comiche e tragiche si rap
ti dopo la Dafne di Opitz, e l’Elena e Paride rappresentata in Dresda
nel
1650 s’introdusse tra’ Tedeschi il gusto dell’ope
ault nella dissertazione premessa al Teatro Alemanno uscito in Parigi
nel
1772, Opitz imitò la sua Giuditta da un’ opera it
Giuditta da un’ opera italiana. Secondo ciò che affermò l’ab. Arnaud
nel
Giornale Straniero parlando d’un dramma di Weiss
rmò l’ab. Arnaud nel Giornale Straniero parlando d’un dramma di Weiss
nel
1760, Opitz non scrisse verun componimento scenic
enico tratto dal proprio fondo. Ma il noto ab. Aurelio Giorgi Bertòla
nel
capo III dell’Idea della poesia Alemanna afferma
e suoi progressi per mezzo di Lulli e Quinault. Aveano in Francia
nel
XVI secolo eccitato il gusto musicale i Concerti
la festa della Finta Pazza mentovata da Renaudot fatta rappresentare
nel
Picciolo-Borbone nel 1645 dal cardinal Mazzarini.
Pazza mentovata da Renaudot fatta rappresentare nel Picciolo-Borbone
nel
1645 dal cardinal Mazzarini. Due anni dopo egli s
del famoso Zarlino. S’imitò poi la magnificenza dell’opera di Venezia
nel
1650 coll’ Andromeda di P. Cornelio. Non fu che u
na mascherata in forma di balletto la Cassandra di Benserade eseguita
nel
1651 in cui ballò Luigi XIV. Faceva intanto il ma
XIV. Faceva intanto il marchese di Surdeac rappresentare a sue spese
nel
castello di Neoburgo in Normandia il Toson d’oro;
a pastorale posta in musica da Cambert cantata la prima volta in Issy
nel
1659. L’anno seguente il Mazzarini fe rappresenta
volta in Issy nel 1659. L’anno seguente il Mazzarini fe rappresentare
nel
Louvre l’Ercole amante in italiano che a’ Frances
rrin vide ravvivarsi le sue speranze di fondare un’ opera francese, e
nel
1661 compose l’Arianna ancor più infelicemente ve
al sovrano la facoltà di stabilire un’ opera francese, ed ottenutene
nel
1669 le lettere patenti si associò con Cambert pe
mbert per la musica e con Surdeac per le decorazioni, e per otto mesi
nel
1671 continuò a cantarsi in Parigi l’opera di Pom
riello Gilbert che compose le Pene e i Piaceri di Amore rappresentata
nel
1672 colla musica di Cambert. Questi furono i deb
dal Perrin con una somma considerevole la cessione del privilegio, e
nel
medesimo anno preso per socio il Vigarani machini
e di Amore e di Bacco opera composta di molti balletti. Morto Moliere
nel
1673 Lulli ottenne la sala del Palazzo Reale, dov
ario col fatto della moglie d’Admeto. Nella tragedia di Teseo cantata
nel
1675 è teatrale l’ angustia di Egle nella scena q
arire infedele e far credere a Teseo che più non l’ami. Ati recitata
nel
1676 dee reputarsi una delle favole più interessa
Sospiri? . . . piangi? La mia fiamma funesta Forse qualche pietà
nel
sen ti desta? Sangar. Ati, la sorte tua di pian
n Sacrificatore si dimostra poco sensibile a’ favori della fortuna, e
nel
sentire che Sangaride piange pel suo imminente im
s. Delicato nell’atto quarto è il lamento di Sangaride. Ella volle
nel
precedente atto manifestare a Cibele l’amore che
e Sangaride più non conoscendola. La dea crudele gli rende la ragione
nel
quinto atto, ed egli conosce l’eccesso ove ella l
stati meritamente comendati da Marmontel21. Nel Fetonte rappresentato
nel
1683, nell’Amadigi il cui soggetto fu dato al poe
3, nell’Amadigi il cui soggetto fu dato al poeta dallo stesso sovrano
nel
1684, e nel Tempio della Pace balletto e nell’Orl
igi il cui soggetto fu dato al poeta dallo stesso sovrano nel 1684, e
nel
Tempio della Pace balletto e nell’Orlando tragedi
l Tempio della Pace balletto e nell’Orlando tragedia che si cantarono
nel
1685, si ripetono le decorazioni delle altre favo
essante. Ma il capo d’opera del teatro lirico francese si rappresentò
nel
1686. L’ Armida tratta dal gran poema di Torquato
con un fiume che forma un’ isola, ora in un deserto oltre l’oceano, o
nel
palazzo incantato d’Armida. Con Idraotte, Rinaldo
orre rischio di coprir la favola di ridicolo. L’azione già intepidita
nel
III con gli esseri allegorici, in tutto l’atto IV
l’apertura, e Colasse compose il rimanente. Lulli morì di tal malatia
nel
1687 contando 54 anni di età. Quinault gli soprav
tà. Quinault gli sopravvisse un solo anno e cessò di vivere d’anni 53
nel
1688. Vivendo questi due genj insigni nel tempo s
e cessò di vivere d’anni 53 nel 1688. Vivendo questi due genj insigni
nel
tempo stesso, parve l’uno nato alla gloria dell’a
a storia ci dimostra che Lulli riconosceva la superiorità di Quinault
nel
verseggiare e nello scerre e disporre i suoi pian
cor quando non componeva sulle parole di Quinault, il che ben si vide
nel
mettere in musica tanto il Bellerofonte del Corne
ben si vide nel mettere in musica tanto il Bellerofonte del Cornelio
nel
1679, quanto l’Aci e Galatea del Campistron appla
nel 1679, quanto l’Aci e Galatea del Campistron applaudita sommamente
nel
1687 dopo la stessa Armida. Lulli anche prima di
Ecco in fatti ciò che narrasi del modo che tenevano Lulli e Quinault
nel
formare un’ opera23. Scelto che avea il sovrano u
iuscita; ma Lulli ugualmente che Moliere non ebbe un degno successore
nel
teatro lirico che ne compensasse la mancanza26.
ride est morte; il discorso di Plutone della Proserpina rappresentata
nel
1680, Les efforts d’un géant qu’on croyoit acc
fait le bien de tous &c.; e diede l’esempio di uno stile maschio
nel
discorso di Medusa del Perseo cantata nel 1682;
sempio di uno stile maschio nel discorso di Medusa del Perseo cantata
nel
1682; Je porte l’épouvante, & la mort en t
épouvante, & la mort en tous lieux &c. 22. Ciò manifestò
nel
consigliar Tommaso Corneille a regolarsi con Quin
ò manifestò nel consigliar Tommaso Corneille a regolarsi con Quinault
nel
tessere il suo Bellerofonte; ed anche nel mandarg
le a regolarsi con Quinault nel tessere il suo Bellerofonte; ed anche
nel
mandargli i suoi stessi versi de’ divertissemens,
etario del re, e l’ottenne in questa guisa. Ripetendosi a San Germano
nel
1681 le Bourgeois Gentilhomme, di cui Lulli avea
i presa quest’occasione ripigliò: Ma, Sire, io avea disegno di essere
nel
numero de’ vostri segretarj, ed ora essi non mi v
ia Menandro, Apollodoro, Terenzio, il Caro, l’Oddi, il cavalier Porta
nel
Moro e nella Sorella. Non sono le lagrime che ren
i Graffigny, Voltaire e Collet. Nivelle de la Chaussée nato in Parigi
nel
1691 e morto nel 1754 ha maneggiato questo genere
aire e Collet. Nivelle de la Chaussée nato in Parigi nel 1691 e morto
nel
1754 ha maneggiato questo genere qualche volta co
lle fate e delle trasformazioni. Francesca di Graffigny nata in Nansi
nel
1695 e morta in Parigi nel 1758 diede al pubblico
ioni. Francesca di Graffigny nata in Nansi nel 1695 e morta in Parigi
nel
1758 diede al pubblico Cenia sotto il titolo di p
e. Non mancando d’interesse ed essendo stata rappresentata assai bene
nel
1750, mal grado di essere sfornita di veri colori
mporre la sua Nanina commedia tenera in tre atti. Essa si rappresentò
nel
1748 la prima volta a Versailles; ma secondo il G
ontuttociò le passioni hanno maggior forza nella Pamela: il contrasto
nel
cuore di Milord dell’amore e della nobiltà più vi
i. Carlo Collè segretario e lettore del duca d’Orleans nato in Parigi
nel
1709 è uno de’ Francesi che hanno ritenuta la giu
date dal Palissot alla commedia Dupuis & Des Ronais rappresentata
nel
1763, possiamo noverarla tralle commedie tenere n
e il sig. Collé ha non di rado manifestato disprezzo. Questa favola è
nel
gusto delle commedie di Terenzio. I sentimenti so
ina e della commedia piangente. Egli nella sua dissertazione inserita
nel
tomo III della raccolta della sua Accademia della
troviamo tra’ buoni comici ne’ primi lustri del nostro Du Fresny nato
nel
1648 e morto nel 1724, il quale dopo aver lavorat
ni comici ne’ primi lustri del nostro Du Fresny nato nel 1648 e morto
nel
1724, il quale dopo aver lavorato per l’antico te
naggi palesando il poeta. Filippo Nericault Des Touches nato in Tours
nel
1680 e morto nel 1754, le cui commedie cominciaro
l poeta. Filippo Nericault Des Touches nato in Tours nel 1680 e morto
nel
1754, le cui commedie cominciarono a rappresentar
1680 e morto nel 1754, le cui commedie cominciarono a rappresentarsi
nel
1710, possiede arte e giudizio, ed anche spirito
di questo commediografo. Cristofano Bartolommeo Fagan nato in Parigi
nel
1702 e morto nel 1755 dotato di facilità e di nat
iografo. Cristofano Bartolommeo Fagan nato in Parigi nel 1702 e morto
nel
1755 dotato di facilità e di naturalezza nel gene
Parigi nel 1702 e morto nel 1755 dotato di facilità e di naturalezza
nel
genere comico, ma obbligato dalle sue strettezze
a di provincia ch’egli non conosce se non per le di lei poesie recate
nel
Mercurio. Egli prevede che da questo matrimonio n
loso disingannato rimasta al teatro; le Sage nato a Ruys in Brettagna
nel
1677 e morto nel 1747 autore della graziosa comme
rimasta al teatro; le Sage nato a Ruys in Brettagna nel 1677 e morto
nel
1747 autore della graziosa commedia di Turcaret,
a di Crispino rivale del padrone; Giambatista Rousseau nato in Parigi
nel
1669 e morto nel 1740, che pubblicò l’Adulatore,
ale del padrone; Giambatista Rousseau nato in Parigi nel 1669 e morto
nel
1740, che pubblicò l’Adulatore, ed il Capriccioso
al costume francese, pubblicò il Méchant buona commedia rappresentata
nel
1740 con molto applauso. Vi si dipinge un malvagi
lito nascondono il cuore più nero e l’empietà più raffinata. Voltaire
nel
Pauvre Diable poco bene affetto a Gresset pretend
ltima scena dell’atto IV contiene lo stesso artifizio usato da Elmira
nel
Tartuffo, benchè la copia venga dall’ originale s
io spirito in vece di farli porlare giusta i costumi e le condizioni,
nel
che segnalaronsi Moliere e Machiavelli. Voltaire,
lli. Voltaire, oltre alle riferite commedie tenere, altre ne produsse
nel
genere puramente comico. In versi alessandrini co
iva di azione. Scrisse ne’ medesimi versi la Donna ragionevole uscita
nel
1758, la quale può dirsi una galleria di bei ritr
nte si trattiene molto tempo sconosciuto nella propria casa. Pubblicò
nel
1762 in versi di dieci sillabe ottimi per la comm
Principessa di Navarra commedia balletto &c. Luigi di Boussy nato
nel
1694 e morto nel 1758 compose intorno a trenta co
varra commedia balletto &c. Luigi di Boussy nato nel 1694 e morto
nel
1758 compose intorno a trenta commedie fredde per
l Francese a Londra, il Chiacchierone. Pietro Marivaux nato in Parigi
nel
1688 e morto nel 1765 autore di romanzi e di comm
ra, il Chiacchierone. Pietro Marivaux nato in Parigi nel 1688 e morto
nel
1765 autore di romanzi e di commedie pare che riu
a singolarmente certo parlar gergone a lui proprio. Antonio Bret nato
nel
1717 scrittore della Vita di Ninon l’ Enclos si e
ato nel 1717 scrittore della Vita di Ninon l’ Enclos si esercitò pure
nel
genere comico. La Doppia Stravaganza commedia d’i
accolta dal pubblico appartiene al Parigino Claudio Pietro Patu nato
nel
1726 e morto immaturamente nel 1757. Egli traduss
e al Parigino Claudio Pietro Patu nato nel 1726 e morto immaturamente
nel
1757. Egli tradusse anche alcune farsette del tea
di piacevolezza nè di brio l’Impertinente commediola di Desmahys nato
nel
1761. La Madre gelosa commedia di tre atti in ver
atti in versi di M. Barthe dell’accademia di Marsiglia si rappresentò
nel
1771 e s’ impresse nell’anno seguente. Vi si disv
a che vi regna. Di questo genere sono le seguenti: l’Oracolo impressa
nel
1740, in cui intervengono tre personaggi, cioè un
ui carattere è un leggiadro tessuto di vezzi: le Grazie rappresentata
nel
1744 ed impressa l’anno che seguì, il cui soggett
alle Grazie secondo la vaga cantata del Metastasio recitata in Vienna
nel
1735: gli Uomini vivace azione drammatica allegor
el 1735: gli Uomini vivace azione drammatica allegorica rappresentata
nel
1753, in cui intervengono Mercurio, Prometeo, la
mmedie les Philosophes e l’Homme dangereux. Nella prima rappresentata
nel
1760 con amarezza e libertà Aristofanesca mottegg
Meraviglioso in tutto è il secol nostro. M. Dorat noto poeta morto
nel
1780 d’anni quarantasei coltivò anche la poesia d
ia drammatica per avventura poco propria de’ di lui talenti. Cominciò
nel
1760 con Zulica e Teagene tragedie d’infelice eve
a e Teagene tragedie d’infelice evento. Riuscì un poco più col Regolo
nel
1773, in cui imitò l’Attilio Regolo del Metastasi
a sua tragedia per conservarne almeno il titolo. Sofferse il pubblico
nel
1774 l’Adelaide. Pietro il Grande rappresentata n
ferse il pubblico nel 1774 l’Adelaide. Pietro il Grande rappresentata
nel
1779 fu mal ricevuta. Lasciò ancora Zoramide altr
ltra tragedia non rappresentata. Quanto al genere comico troviamo che
nel
1773 imitò il Desden con el Desdèn di Moreto nell
ero i Capricci, commedia di tre atti in versi rappresentata in Parigi
nel
1787, manifesta una mano di un giovane che potreb
yre colla Scuola de’ Padri in versi di cinque atti recitata in Parigi
nel
1787 può animare la gioventù a ricalcare le orme
atti non migliore imitazione delle Letterate rappresentata in Parigi
nel
1788; Moliere in casa di Ninon in prosa di mad. d
nel 1788; Moliere in casa di Ninon in prosa di mad. di Gouge impressa
nel
medesimo anno da’ gazzettieri enunciata col titol
X). Questi nuovi attori detti prima commedianti di S. A. e poi del re
nel
1723 ottennero una pensione di 15000 lire. Rappre
indi i componimenti francesi de’ loro predecessori; ma non ritornando
nel
lor teatro il concorso pensarono ad abbandonar Pa
nia Domenico Romagnesi, Riccoboni, Flaminia sua moglie e Colato morto
nel
1778 che rappresentava da pantalone. Di quest’ult
o, gl’ Intrighi d’Arlecchino, i Tre Gemelli Veneziani da me ascoltata
nel
dicembre del 1777 passando per Mompellier. Tra gl
o Carlino nella parte d’arlecchino, il quale cominciò a rappresentare
nel
1742, e la celebre attrice Carolina da alcuni ann
edianti nazionali l’affettazione e la durezza. “Io preferisco (dicesi
nel
libro l’Anno 2440) quest’Italiani a’ vostri insip
ural declamazione del celebre discepolo di Moliere Michele Baron nato
nel
1653 e morto nel 1729, e della mirabile attrice A
del celebre discepolo di Moliere Michele Baron nato nel 1653 e morto
nel
1729, e della mirabile attrice Adriana Le Couvreu
Adriana Le Couvreur, sia andata degenerando. In fatti il sig. Eximeno
nel
suo libro Origine e progressi della Musica afferm
stro Pier Jacopo Martelli. Ecco come egli ne ragiona con conoscimento
nel
Dialogo sopra la tragedia antica e moderna nella
re colui che ignora l’ arte di accomodarsi alla convenienza richiesta
nel
favellar con gli altri, alla decenza teatrale e a
a teatrale e al comodo dell’uditorio. Riprende in seguito il Martelli
nel
Bouhour il vizio frequente di voltar le spalle al
elli nel Bouhour il vizio frequente di voltar le spalle al compagno e
nel
Quinault di lui imitatore censura il soverchio vi
fra gli uomini si sono segnalati Du Fresne e le Kain morto in Parigi
nel
1778, e tralle donne, dopo l’insigne le Couvreur,
l’ha più volte encomiata, e le diresse anche un componimento poetico
nel
1761. Nella commedia italiana cui si trova aggreg
tti con ariette, ma di caratteri naturali che riscosse molto applauso
nel
1787. Confessano i Francesi di dovere le prime id
ssano i Francesi di dovere le prime idee delle vere bellezze musicali
nel
genere comico alla Serva Padrona dell’immortale m
a dell’immortale maestro Napoletano Pergolese, la quale colà si cantò
nel
1753. I Francesi che somministrarono opere musica
& Lucas, e dell’Isola deserta traduzione di quella di Metastasio
nel
1775 animata dalla musica del celebre nostro Sacc
esentata colla musica del medesimo eccellente maestro. Il sig. Mayeur
nel
corrente anno 1789 ha data una commedia istorica
ttere era stato prima di lui felicemente esposto sulle scene Italiane
nel
Geloso non geloso di Anton Brignole Sale. 50. La
CAPO VI. Teatri Materiali. Molti teatri si eressero in Italia
nel
secolo XVII da’ valorosi architetti ma i più con
va Giambatista Magnani l’architetto che vi fu impiegato, come leggesi
nel
trattatodel Teatro, e nelle Lettere sopra la Pitt
rattatodel Teatro, e nelle Lettere sopra la Pittura dell’Algarotti, e
nel
Discorso premesso alle sue tragedie dal Bettinell
nella militare, il fe costruire d’ ordine del duca Ranucio I Farnese
nel
1618. Si aprì secondo la prima costruzione nel 16
duca Ranucio I Farnese nel 1618. Si aprì secondo la prima costruzione
nel
1619, dedicandosi a Bellona e alle Muse, come leg
48 ha una scalinata di quattordici scaglioni ed un gran palco ducale
nel
mezzo. Sopra di essa si alzano due magnifiche log
lla città. Un arco accompagnato a due lunghe rette laterali terminate
nel
proscenio formano la figura mistilinea di tal tea
a moderna. Il proscenio per ogni lato ha due pilastri con una nicchia
nel
mezzo di essi colle figure di Pallade, e nel mezz
pilastri con una nicchia nel mezzo di essi colle figure di Pallade, e
nel
mezzo vi è scritto Theatrum Fortunae, Si osserva
pera di Carlo Fontana, e la sua figura inclina alla circolare, avendo
nel
maggior diametro piedi 52, e nel minore 48. Ila s
igura inclina alla circolare, avendo nel maggior diametro piedi 52, e
nel
minore 48. Ila sei ordini di palchetti ma (dic
ne di poterne fare neppure un cenno. Molti altri teatri si eressero
nel
medesimo secolo e quasi ogni città n’ebbe uno qua
i Modena detto della Spelta, su opera del cavalier Vigarani distrutto
nel
1767. Quello di Milano s’incendiò nel secolo XVII
del cavalier Vigarani distrutto nel 1767. Quello di Milano s’incendiò
nel
secolo XVIII innoltrato. Vi su un Teatro in Pavia
i rifabbricò verso il 1670. Il teatro di Marco Contarini in Piazzuola
nel
Padovano fu di tal vastità che nel 1680 si videro
ro di Marco Contarini in Piazzuola nel Padovano fu di tal vastità che
nel
1680 si videro in esso girar nella scena tirate d
ottarono le stravaganze, e si perderono non poche bellezze. Nel Rosa,
nel
Bernini, nel Viviani, nell’Agli, nel Ridolfi, nel
travaganze, e si perderono non poche bellezze. Nel Rosa, nel Bernini,
nel
Viviani, nell’Agli, nel Ridolfi, nel Dati si ebbe
no non poche bellezze. Nel Rosa, nel Bernini, nel Viviani, nell’Agli,
nel
Ridolfi, nel Dati si ebbero egregii attori accade
bellezze. Nel Rosa, nel Bernini, nel Viviani, nell’Agli, nel Ridolfi,
nel
Dati si ebbero egregii attori accademici si mand
il calcolo fattone da Giuseppe Notari citato dal cavalier Tiraboschi
nel
libro III del tomo VIII della Storia della Letter
i progressi per mezzo del Lulli, e del Quinault. Aveano in Francia
nel
XVI secolo eccitato il gusto musicale i Concerti
la festa della Finta Pazza mentovata da Renaudot, fatta rappresentare
nel
Picciolo-Borbone nel 1645 dal cardinal Mazzarini.
Pazza mentovata da Renaudot, fatta rappresentare nel Picciolo-Borbone
nel
1645 dal cardinal Mazzarini. Due anni dopo egli s
l riputato Zarlino. S’imitò poi la magnificenza dell’opera di Venezia
nel
1650 coll’Andromada di P. Cornelio. Fu una sempli
ce mascherata in forma di balletto la Cassandra di Benserade eseguita
nel
1651 in cui ballò Luigi XIV. Faceva intanto il Ma
XIV. Faceva intanto il Marchese di Surdeac rappresentare a sue spese
nel
Castello di Neoburgo in Normandia il Toson d’oro;
a pastorale posta in musica da Cambert cantata la prima volta in Issy
nel
1659. L’anno seguente il Mazzarini fe rappresenta
volta in Issy nel 1659. L’anno seguente il Mazzarini fe rappresentare
nel
Louvre l’Ercole amante in italiano che a’ Frances
ravvivarsi le sue speranze di fondare un’ opera musicale francese, e
nel
1661 compose l’Arianna ancor più infelicemente ve
al sovrano la facoltà di stabilire un’ opera francese, ed ottenutene
nel
1669 le lettere patenti si associò con Cambert pe
bert per la musica, e con Surdeac per le decorazioni, e per otto mesi
nel
1671 continuò a cantarsi in Parigi l’opera di Pom
briello Gilbert che compose le Pene e i Piaceri d’Amore rappresentata
nel
1672 colla musica del Cambert. Questi furono i de
dal Perrin con una summa considerevole la cessione del privilegio, e
nel
medesimo anno preso per socio il Vigarani macchin
di Amore e di Bacco, opera composta di molti balletti. Morto Moliere
nel
1673 Lulli ottenne la sala del Palazzo Reale, dov
o col fatto della moglie di Admeto. Nella tragedia del Teseo cantata
nel
1675 è teatrale l’angustia di Egle nella quarta s
rire infedele, e far credere a Teseo che più non l’ami. Ati recitata
nel
1676 dee reputarsi una delle favole più interessa
Oh Dio!Sospiri?… piangi?… La mia fiamma funesta Forse qualche pietà
nel
senti desta? Sangaride Ati, la sorte tua di piant
vienea. Delicato nell’atto IV è il lamento di Sangaride. Ella volle
nel
precedente atto manifestare a Cibele l’amore che
est morte ec; il discorso di Plutone nella Proserpina rappresentata
nel
1680, Les efforts d’un gèant qu’on croyoit accab
azione di Cerere, J’ai fait le bien de tous . Nel discorso di Medusa
nel
Perseo cantata nel 1682 diede l’esempio ancora d’
J’ai fait le bien de tous . Nel discorso di Medusa nel Perseo cantata
nel
1682 diede l’esempio ancora d’un maschio stile,
orte l’èpouvante et la mort en tous lieux. Nel Fetonte rappresentato
nel
1683, nell’Amadigi il cui soggetto fu dato al poe
3, nell’Amadigi il cui soggetto fu dato al poeta dallo stesso sovrano
nel
1684, e nel Tempio della Pace balletto, e nell’Or
igi il cui soggetto fu dato al poeta dallo stesso sovrano nel 1684, e
nel
Tempio della Pace balletto, e nell’Orlando traged
Pace balletto, e nell’Orlando tragedia, le quali favole si cantarono
nel
1685, si ripetono le decorazioni delle altre sue
nzione. Ma il capo d’opera del teatro lirico francese si rappresentò
nel
1686. L’Armida tratta dal gran poema epico di Tor
on un fiume che forma un’ isola, ora in un deserto, oltre l’oceano, o
nel
palazzo incantato di Armida. Con Idraotte, Rinald
il rimanente si pose in musica da Colasse. Lulli morì di tal malattia
nel
1687 contando 54 anni di età. Quinault gli soprav
. Quinault gli sopravvisse un solo anno, e cessò di vivere di anni 53
nel
1688. Vivendo questi due genii insigni nel tempo
cessò di vivere di anni 53 nel 1688. Vivendo questi due genii insigni
nel
tempo stesso, parve l’uno nato alla gloria dell’a
storia ci dimostra che Lulli riconosceva la superiorità del Quinault
nel
verseggiare e nello scerre e disporre i suoi pian
seggiare e nello scerre e disporre i suoi piani. E ciò egli manifestò
nel
consigliar Tommaso Corneille a regolarsi col Quin
i manifestò nel consigliar Tommaso Corneille a regolarsi col Quinault
nel
tessere il suo Bellerofonte; ed anche nell’inviar
ncor quando non componeva sulle parole di Quinault; e ciò ben si vide
nel
mettere in musica tanto il Bellerofonte del minor
i vide nel mettere in musica tanto il Bellerofonte del minor Cornelio
nel
1669, quanto l’Aci e Galatea del Campistron appla
nel 1669, quanto l’Aci e Galatea del Campistron applaudita sommamente
nel
1687 dopo la stessa Armida. Lulli anche prima di
Ecco in fatti ciò che narrasi del modo che tenevano Lulli e Quinault
nel
formare un’ operaa. Scelto che aveva il Sovrano u
scita; ma Lulli (ugualmente che Moliere) non ebbe un degno successore
nel
teatro lirico che ne compensasse la mancanza. Nar
retario del re e l’ottenne in questa guisa. Ripetendosi a San-Germano
nel
1681 le Bourgeois-Gentilhomme, di cui Lulli avea
presa quell’occasione ripigliò: "Ma Sire, io aveva disegno di essere
nel
numero de’ vostri segretarii, ed ora essi non mi
vano recarsi in italiano le comiche bellezze de’ migliori Francesi, e
nel
1704 pubblicò in Venezia i Litiganti, ossia il Gi
dice impazzito franca ed elegante versione de’ Plaideurs di Racine, e
nel
1711 impresse in Roma in tre atti il suo Don Pilo
irindina. Contemporaneamente l’erudito Niccolò Amenta Napoletano nato
nel
1659 e morto nel 1719 dal 1699 in poi fe recitare
oraneamente l’erudito Niccolò Amenta Napoletano nato nel 1659 e morto
nel
1719 dal 1699 in poi fe recitare ed imprimere le
ell’Isa. Esse non solo si recitarono con molto applauso in Napoli, ma
nel
resto dell’Italia, e si tradussero in diverse lin
Mastrilli duchessa di Marigliano col Prodigio della Bellezza impressa
nel
1703, il dottor Annibale de’ Filippi da Serino co
’ Filippi da Serino colla commedia de’ Due Bari pubblicata in Firenze
nel
1705, Pietro Piperni Beneventano colla Contadina
nel 1705, Pietro Piperni Beneventano colla Contadina Marchesa uscita
nel
1702, Niccolò Salerno col Gianni Barattiere data
a uscita nel 1702, Niccolò Salerno col Gianni Barattiere data in luce
nel
1717, mostrarono il valor comico de’ regnicoli an
e il dottor Jacopo Angelo Nelli le tre sue commedie impresse in Lucca
nel
1751, i Vecchi Rivali, la Moglie in calzoni, e la
elli il suo Filizio Medico commedia mentovata dal Maffei e pubblicata
nel
1729: in prosa compose il marchese Girolamo Teodo
i, o chi potrà seguirlo nell’imitare con indicibile verisimiglianza e
nel
decoro che caratterizza la sua commedia? chi nell
ssa: un abboccamento di due gran signori col seguito rispettivo, come
nel
Solitario: una scena detta del padiglione nell’Er
che ne correva, la maniera di sceneggiare Liveriana, e volle provarsi
nel
suo Filosofo Inglese a porre in vista più azioni
naturali e necessarie; e tutto ciò manca all’ imitazione che ne fece
nel
suo Filosofo. E che parte poteva prendere lo spet
? alla cena che fa il di lei marito sul balcone? Che verità si scorge
nel
situare tali personaggi, senza verun perchè e fuo
Politica del Regno di Napoli Carlo Pecchia compose l’Ippolito uscita
nel
1770, nella quale si ammira una mano maestra nel
se l’Ippolito uscita nel 1770, nella quale si ammira una mano maestra
nel
rilevare il mal costume e le massime perniciose c
comiche ne rendono ambiguo il genere. Francesco Grisellini Veneziano
nel
1754 diede alla luce una commedia in Roveredo che
di Danzica. Nel 1739 si pubblicò in Venezia e si reimpresse in Napoli
nel
1740 una favola curiosa, che mescola a molti trat
, o sia il Cruscante impazzito tragicommedia giocosa. Uscì in Firenze
nel
1760 i Letterati commedia nuova, nella quale un g
in questa guisa il Giornalista: Torc. Avreste difficoltà a metterlo
nel
vostro Giornale de’ Letterati? Fall. Che dite mai
ognizioni, e particolarmente diverse scienze utili all’umana società;
nel
foglio venturo si darà notizia delle sue opere st
lità solite di noi Giornalisti. Il chiaro Agatopisto Cromaziano volle
nel
1754 pubblicare in Faenza in varj sdruccioli i Fi
per ridersi de’ Filosofi d’ogni aria e d’ogni secolo, com’ egli dice
nel
Prologo, e soggiugne: Verran per ora Egizj, e
dizione abbondevolmente seminata nelle Annotazioni. Terenzio ha avuto
nel
nostro secolo un ottimo traduttore in mons. Nicco
quello che usarono gli Spagnuoli del XV secolo, che Antonio Minturno
nel
XVI propose agl’ Italiani, quando a gara si cerca
cene di Firenze, servì al bisogno ed al mal gusto corrente: entrò poi
nel
camin dritto sulle orme di Moliere: deviò in segu
vede nella Locandiera, nelle Donne Puntigliose, nella Vedova Scaltra,
nel
Moliere, nelle Donne Curiose, nella Serva amorosa
nella Serva amorosa, nella Figlia obediente, ne’ Puntigli domestici,
nel
Filosofo Inglese, nel Feudatario, nell’Avventurie
nella Figlia obediente, ne’ Puntigli domestici, nel Filosofo Inglese,
nel
Feudatario, nell’Avventuriere onorato, nel Ciarlo
ici, nel Filosofo Inglese, nel Feudatario, nell’Avventuriere onorato,
nel
Ciarlone imprudente &c. &c. Ma chi non ve
. Ma chi non vede il maestro nella Putta Onorata, nella Buona Moglie,
nel
Caffè, nel Cavaliere e la Dama, nella Pamela, nel
n vede il maestro nella Putta Onorata, nella Buona Moglie, nel Caffè,
nel
Cavaliere e la Dama, nella Pamela, nell’Amante Mi
ingiusta persecuzione cesse al tempo e cangiò cielo. L’accolse Parigi
nel
1761 ove tuttavia mena in tranquillità i dì che g
singhevoli che seducevano il popolo Veneziano, ed ebbero un imitatore
nel
sig. Giuseppe Foppa. Sembra che a toglier forza a
prima corona del 1774: la Marcia del sig. ab. Francesco Marrucchi che
nel
1775 ottenne la seconda corona: e la Faustina di
uanto è dalla sapienza e dalla veracità l’autor del Colpo d’occhio, è
nel
genere tenero concesso. al comico. L’autore scris
è nel genere tenero concesso. al comico. L’autore scrisse in seguito
nel
medesimo genere la sua Rachele ovvero la Tirannia
n conducono gli uomini a’ mattarelli, ve gli appressano almeno. Havvi
nel
tomo V altre due commedie di questo illustre auto
asi della Cantica: l’Antillide di Antonio Bravi pubblicata in Venezia
nel
1744, e poi in Verona riformata nel 1766: l’Amore
tonio Bravi pubblicata in Venezia nel 1744, e poi in Verona riformata
nel
1766: l’Amore eroico tra’ Pastori del cardinal Pi
l 1754: il Paradiso terrestre del conte ab. Giambatista Roberti morto
nel
1786. III. Teatri materiali. Tra’ primi t
i in questo secolo contasi quello di Mantua edifizio magnifico eretto
nel
1706 con disegni del rinomato architetto Francesc
a della scena. La lunghezza della platea è di 62 piedi e la larghezza
nel
proscenio di 50 in circa. Vi sono cinque ordini c
chetti. Uno de’ famosi teatri italiani è il Reale di Torino edificato
nel
1740 dal conte Benedetto Alfieri. La sua figura è
tto Alfieri. La sua figura è ovale, contiene sei ordini di palchetti,
nel
secondo de’ quali è il palco di S. M., e la plate
mo siasi restaurato sotto Clemente XII. Il teatro di Argentina eretto
nel
nostro secolo dal marchese Girolamo Teodoli ha se
hetti. La sua figura irregolare, cioè a ferro di cavallo, ha 51 piedi
nel
maggior diametro, e 46 nel minore. L’ antico teat
lare, cioè a ferro di cavallo, ha 51 piedi nel maggior diametro, e 46
nel
minore. L’ antico teatro di Marcello che in parte
cor terminato quello che sin dallo scorso anno 1789 si stà edificando
nel
sito detto Ponte Nuovo. Il più antico degli esist
ada di Toledo alle vicinanze della chiesa di Monte Calvario, fu opera
nel
suo genere mirabile del Napoletano Domenico Anton
idoi e nelle scale. Un miracolo opposto a quello del Vaccaro ha fatto
nel
1779 don Francesco Seguro architetto Siciliano, i
ro di San Carlo costruito col disegno del brigadiere Giovanni Metrano
nel
1737, edifizio magnifico in soli sei mesi fatto e
per l’attività di Angelo Carasale, dopo tanti teatri eretti in Europa
nel
nostro secolo conserva ancora sopra tutti il prim
di 67. Havvi sei ordini di comodi magnifici palchetti al numero di 28
nel
4 e 5 ordine, e di 26 ne’ tre primi, e nel bel me
palchetti al numero di 28 nel 4 e 5 ordine, e di 26 ne’ tre primi, e
nel
bel mezzo del secondo ordine si eleva il gran pal
iplicati dalle scintillanti gemme di tanta nobiltà, cangiano la notte
nel
più bel giorno, e l’uditorio in una dimora incant
i Circe o di Calipso superiore allo spettacolo del palco scenario. Ma
nel
tempo stesso le voci e le delicatezze musicali no
teatri antichi all’uso moderno accomodato in Vicenza 1762: l’Anonimo
nel
trattato Del Teatro impresso in Roma del 1772: il
nzo Lamberti nella Regolata Costruzione de’ Teatri stampata in Napoli
nel
1787. Chi di loro l’ha meglio risoluto? É permess
el teatro dell’ Anonimo? 62. V. il Giornale de’ Letterati d’Italia
nel
tom. VIII, e la Bibliotheque Italique VII. 63.
emica, e non si premiò favola veruna; l’autore stampò la sua Faustina
nel
1779. Nel prendere la volta verso Madrid passa pe
rso prima di stamparsi. Il celebre conte San Vitale primo tra’ uguali
nel
consesso vuole che non sia pregiudicato l’autore:
I. Tragedie Italiane del XVI secolo. La prima tragedia scritta
nel
nostro regolare idioma fu la Sofonisba di Galeott
Galeotto del Carretto de’ marchesi di Savona nato in Casal Monferrato
nel
secolo XV. L’autore nel 1502 la presentò ad Isabe
’ marchesi di Savona nato in Casal Monferrato nel secolo XV. L’autore
nel
1502 la presentò ad Isabella da Este Gonzaga marc
sì alcuni componimenti del principio del secolo descritti dal Quadrio
nel
tomo I. E che giova trattenersi sul Filolauro di
aturgia del l’Allacci si dica solacciosa commedia ? Essa fu impressa
nel
1520 in Bologna senza nome di autore, e contiene
ondo. La Sofonisba di Giovan Giorgio Trissino patrizío Vicentino nato
nel
1478 e morto in Roma nel 1550, assai più famosa d
van Giorgio Trissino patrizío Vicentino nato nel 1478 e morto in Roma
nel
1550, assai più famosa della precedente corse ind
lia liberata, poema ricco di varie bellezze Omeriche, afferma di aver
nel
comporre la sua tragedia tolto Sofocle per esempl
e per esemplare. Fu dedicata a Leone X e rappresentata magnificamente
nel
1514 in Vicenza ed anche in Roma, ma s’impresse l
te nel 1514 in Vicenza ed anche in Roma, ma s’impresse la prima volta
nel
1524. Non ha divisione di scene e di atti; ha il
te si sforza per vederlo l’ultima volta sul punto di spirare. Veggasi
nel
seguente frammento il colorito di questa scena la
a? Cor. Ahimè! che questa è pur troppo per tempo; Che ancor non siete
nel
vigesimo anno! Sof. Il bene esser non può troppo
e e s’imitò molte volte; di tal maniera che la Sofonisba oggi serbasi
nel
teatro tragico come un tesoro comune di sicuro ev
on i cori in versi Mellin de Saint Gelais, ed in versi Claudio Mermet
nel
medesimo secolo in cui si compose. Monchretien, M
onchretien, Montreux, Mairet e P. Corneille la tradussero e imitarono
nel
XVII: l’ha tradotta Millet, e l’ha imitata lo ste
ono nel XVII: l’ha tradotta Millet, e l’ha imitata lo stesso Voltaìre
nel
XVIIIa. Adunque la prima ìstruzione che ebbero i
etto delle Api, cugino germano del pontefice Leone X, nato in Firenze
nel
1475 e morto verso il 1526, corse poco dopo del T
dopo del Trissino il tragico aringo colla Rosmunda che fece recitare
nel
suo giardino in Firenze alla presenza di quel pon
recitare nel suo giardino in Firenze alla presenza di quel pontefice
nel
1516, e che si stampò poi in Siena nel 1525. In e
lla presenza di quel pontefice nel 1516, e che si stampò poi in Siena
nel
1525. In essa prese ad imitare l’Ecuba di Euripid
dopo due secoli per opera del marchese Maffei, che la fece imprimere
nel
1723 sull’esemplare posseduto prima dal Magliabec
ettanto note che a lui stesso; egli le narra ancora intempestivamente
nel
metter piede nella terra de’ barbari. Ma per tali
to in Salerno nell’acerba età di anni ventotto secondo il Crescimbeni
nel
1533, e secondo il Rolli ed altri con più probabi
33, e secondo il Rolli ed altri con più probabilità mancato in Napoli
nel
1527, parlandosi di lui come già morto in una let
, compose una tragedia impressa indi colle altre sue opere in Firenze
nel
1548, ed oggi registrata nel tomo III del Teatro
sa indi colle altre sue opere in Firenze nel 1548, ed oggi registrata
nel
tomo III del Teatro Italiano antico, stampata in
l Teatro Italiano antico, stampata in Livorno sotto la data di Londra
nel
1787, nella quale sí allontanò dagli argomenti gr
itenendone il titolo, l’Antigone di Sofocle, che si stampò in Venezia
nel
1532. Per testimonio degl’intelligenti non cede i
iniano. Dell’Edipo dell’Anguillara impresso e rappresentato in Padova
nel
1556 parla in una lettera citata dal Tiraboschi G
essendosene con somma pompa ed applauso ripetuta la rappresentazione
nel
1565 in Vicenza in un teatro di legno costruito e
one nel 1565 in Vicenza in un teatro di legno costruito espressamente
nel
palagio della Ragione dal celebre Palladio. Noi s
ssa gareggìa colle più celebri tragedie di quel tempo. Si rappresentò
nel
1585 con sontuosissimo apparato nel famoso Teatro
die di quel tempo. Si rappresentò nel 1585 con sontuosissimo apparato
nel
famoso Teatro Olimpico di Vicenza opera del prelo
Palladio; la quale per la morte di questo insigne architetto seguita
nel
1586 si terminò dallo Scamozzi. La parte di Edipo
to otto giorni dopo nato, il quale a quest’oggetto recossi in Vicenza
nel
carnovale del 1585, e morì poscia in Venezia nell
ano e l’oratore più eloquente della sua età, morto di anni ottantotto
nel
1588, compose la Canace tragedia pubblicata la pr
1588, compose la Canace tragedia pubblicata la prima volta in Venezia
nel
1546, che dovea rappresentarsi in Padova l’anno 1
le rime e i versi di cinque sillabe, ed all’ombra da prima introdotta
nel
prologo sostituire il personaggio di Venere. Vide
to e col pugnale alla mano dono di Eolo suo padre, e le di lei parole
nel
l’atto di trafiggersi sperando di sopravvivere ne
mente commuove e perturba. Giambatista Giraldi Cintio nato in Ferrara
nel
1504 e morto nel 1573 trasse da’ suoi medesimi Ec
perturba. Giambatista Giraldi Cintio nato in Ferrara nel 1504 e morto
nel
1573 trasse da’ suoi medesimi Ecatommiti più argo
si stima la migliore, si rappresentò alla presenza del duca Ercole II
nel
1541 in casa dell’autore, avendone apparecchiata
per ordine del duca nell’aprile del 1543 alla venuta di Paolo III; ma
nel
giorno destinato alla rappresentazione quest’infe
inio rimase disgraziatamente ucciso. L’Orbecche s’impresse in Venezia
nel
1543, nel 1551, e poi con tutte le altre nel 1583
e disgraziatamente ucciso. L’Orbecche s’impresse in Venezia nel 1543,
nel
1551, e poi con tutte le altre nel 1583. Come nel
he s’impresse in Venezia nel 1543, nel 1551, e poi con tutte le altre
nel
1583. Come nella Sofonisba la compassione è posta
tutte le altre nel 1583. Come nella Sofonisba la compassione è posta
nel
suo maggior lume, nel l’Orbecche si eccita il ter
83. Come nella Sofonisba la compassione è posta nel suo maggior lume,
nel
l’Orbecche si eccita il terrore co’ più vivi sang
le Furie e l’Ombra di Selina madre di Orbecche formano l’atto I, come
nel
Tieste l’Ombra di Tantalo e Megera. L’atto IV nel
mano l’atto I, come nel Tieste l’Ombra di Tantalo e Megera. L’atto IV
nel
quale Atreo ammazza i nipoti, e delle loro membra
uella del luogo ove segue la strage di Oronte e de’ figliuoli. Giace
nel
fondo di quest’alta torre In parte sì solinga e s
fice Paolo III sin dal l’anno 1546, s’impresse in Venezia pel Giolito
nel
1549. La Fama vi fa il prologo diffondendosi nell
ncipi, ed il Calepio osserva a ragione che Pietro Cornelio s’inganna
nel
dire che sieno invenzioni del suo secolo . Un cor
ttuta la misera Orazia per la notizia della morte dello sposo. Arriva
nel
III un servo che appende al tempio di Minerva le
ri e nelle passioni; ma ben si scorge ancora nell’Orazia più giudizio
nel
tener sempre l’occhio allo scopo principale della
esse e di passionea. Lodovico Dolce morto d’anni sessanta in Venezia
nel
1568 vi pubblicò più di una volta varie tragedie
a, Didone, Medea, Ifigenia, Ecuba. La sua Marianna si diede alla luce
nel
1565, e fu rappresentata con indicibile applauso
nel 1565, e fu rappresentata con indicibile applauso in quella città
nel
palazzo di Sebastiano Erizzo ad uno scelto uditor
di più di trecento gentiluomini; e quando volle ripetersi in Ferrara
nel
palazzo del duca, tale fu il concorso che non pot
uono troveremmo esaminando la Progne di Girolamo Parabosco pubblicata
nel
1548, la Cleopatra, la Scilla e la Romilda di Ces
eopatra, la Scilla e la Romilda di Cesare de’ Cesari uscite alla luce
nel
1550 e 1551, la Cleopatra del napoletano Alessand
, la Cleopatra del napoletano Alessandro Spinello stampata in Venezia
nel
1550, la Medea del Galladei impressa nel 1558, l’
Spinello stampata in Venezia nel 1550, la Medea del Galladei impressa
nel
1558, l’Altea di Niccolò Carbone comparsa in Napo
adei impressa nel 1558, l’Altea di Niccolò Carbone comparsa in Napoli
nel
1559, la Fedra di Francesco Bozza uscita nel 1578
rbone comparsa in Napoli nel 1559, la Fedra di Francesco Bozza uscita
nel
1578 oscurata poscia di gran lunga da quella del
seguente del Racine, e l’Atamanta di Girolamo Zoppio data al pubblico
nel
1579 di cui nell’epistola 50 del IV libro fa un b
Leonico intitolata il Soldato impressa in Venezia per Comin del Trino
nel
1550 scritta in versi sciolti. L’azione passa tra
si; ed in quel tempo non parvero degni della tragedia reale. In fatti
nel
parlarne il Crescimbeni nel tomo I, dice di non m
vero degni della tragedia reale. In fatti nel parlarne il Crescimbeni
nel
tomo I, dice di non meritare il nome di tragedia.
pregiarono, e che più tardi Inglesi, Francesi e Tedeschi hanno tanto
nel
secolo XVIII coltivata, e che ha trovato un apolo
ia, e non due. Quattro tragedie pubblicò Antonio Cavallerino modanese
nel
1582 e 1583, delle quali parlano l’Allacci ed Apo
rte delle Rime e Prose di Torquato Tasso raccolte per Aldo il giovine
nel
1582. Nell’edizione delle di lui opere fatta in V
2. Nell’edizione delle di lui opere fatta in Venezia da Stefano Monti
nel
1735 questo abbozzo vien chiamato tragedia non f
, e due altre di un secondo atto, le quali tutte si distribuirono poi
nel
primo e secondo atto della tragedia compiuta. I p
a. Eccone un esempio. Torrismondo nella perfetta oppresso da rimorsi,
nel
narrare al consigliere i suoi passati casi, e l’e
otivo a tanti disastri (ottimamente affermò il dotto Scipione Maffei
nel
II tomo del Teatro Italiano) non potendo essere p
u mosso nè dalla tragica maestà dello stile nè dal patetico che regna
nel
Torrismondo. Egli che tralle altre pregiudicate s
ogni altra cosa, che ne’ tempi della cavalleria non potevano regnare
nel
cuore umano passioni grandi atte a destar terrore
ili ecc. Ora niuno di tali eccessi avrebbe potuto il Rapin riprendere
nel
Torrismondo, e si rivolse a riprovare i costumi s
rse non se ne trovano le immagini nelle favolose storie di Turpino, e
nel
romanzo della Tavola Rotonda del re Artù, di cui
torneamenti, il primo de’ quali, secondo Bastiano Munster a, si tenne
nel
938? Allora che Rapin andava criticando l’Ariosto
sovvenne del combattimento di Guiglielmo duca di Normandia assediato
nel
1079 nel castello di Gerberoi? Non erano e in Ing
del combattimento di Guiglielmo duca di Normandia assediato nel 1079
nel
castello di Gerberoi? Non erano e in Inghilterra
terra e in Francia, come altrove, generali i costumi della cavalleria
nel
secolo XIII ancora? Non si ricordò Rapin della gi
o XIII ancora? Non si ricordò Rapin della giostra data nella Borgogna
nel
1272, nella quale dal principe di Châllons fu dis
al cartello di disfida mandato al re Filippo di Valois da Eduardo III
nel
secolo XIV? Non al combattimento del medesimo re
lisbury? Non al combattimento de’ trenta Brettoni con trenta Inglesi,
nel
quale Beaumanoir gridava, or si vedrà chi di noi
non continuarono e divennero frequentissime, specialmente in Francia
nel
secolo XV? Non fu allora che con buon senno disse
a morte sotto altro pretesto dalla vedova regina Caterina de’ Medici
nel
1574? Ora tutti questi combattimenti e queste dis
l 1574? Ora tutti questi combattimenti e queste disfide non seguirono
nel
secolo XVI, cioè in quel tempo in cui fu composto
e che più si avvicinavano alle idee famigliari a quelli che vivevano
nel
tempo stesso dell’autore; chi non vede quanto ess
ù atta a chiamare e tener ferma l’attenzione? Se dunque havvi de’ nei
nel
Torrismondo, essi certamente non provengono da i
izio contro del Torrismondo, si lusingò, in una sua orazione recitata
nel
gennajo del 1728 in Parigia, di poterne oscurar l
nella descrizione delle notturne inquietudini dell’innamorata Alvida
nel
l’atto I: … Oimè! giammai non chiudo Queste luci
muto e mesto Da la pietate, e da l’orror confuso Il suo dolor premea
nel
cor profondo; Poi disse: Alvida, tu sei morta, io
e con ogni picciolo cambiamento si guasterebbero; per non commuoversi
nel
leggerli (or che sarebbe rappresentandosi!); per
fece Carlo Vion parigino signor di Delibrai, che si stampò in Parigi
nel
1626, e si ristampò nel 1640 e nel 1646. Allora i
o signor di Delibrai, che si stampò in Parigi nel 1626, e si ristampò
nel
1640 e nel 1646. Allora i Cornelii non aveano anc
Delibrai, che si stampò in Parigi nel 1626, e si ristampò nel 1640 e
nel
1646. Allora i Cornelii non aveano ancora lette l
Tancredi di Federico Asinari nobile Astigiano conte di Camerano, nato
nel
1527 e morto nel 1576; la quale, come osserva Apo
ico Asinari nobile Astigiano conte di Camerano, nato nel 1527 e morto
nel
1576; la quale, come osserva Apostolo Zeno, falsa
editore fu attribuita a Torquato Tasso. Uscì la prima volta in Parigi
nel
1587 col titolo di Gismonda. Di poi col proprio t
ismonda. Di poi col proprio titolo di Tancredi si pubblicò in Bergamo
nel
1588, benchè col nome di Ottavio Asinari fratello
ta tragedia vennero manifestate dal Parisotti in un Discorso inserito
nel
tomo XXV della raccolta degli Opuscoli del Caloge
compose la sua tragedia che col medesimo titolo s’impresse in Padova
nel
1588; ma egli lasciò a una penna più felice e più
tà assai giovenile compose in versi sdruccioli l’Altea che s’impresse
nel
1556, e la Polissena, della quale non fa menzione
tanini. Scrisse poi l’Astianatte in miglior metro stampato in Venezia
nel
1589, che nel secolo XVIII s’inserì dal Maffei ne
e poi l’Astianatte in miglior metro stampato in Venezia nel 1589, che
nel
secolo XVIII s’inserì dal Maffei nel Teatro Itali
tampato in Venezia nel 1589, che nel secolo XVIII s’inserì dal Maffei
nel
Teatro Italiano. L’autore vi premise un argomento
stato pregio dell’opera. Nel rimanente si va dietro le orme di Seneca
nel
bellissimo atto III delle Troadi, ma col migliora
sponde al l’energia dell’originale. Allorchè si fa entrare Astianatte
nel
sepolcro, l’Andromaca del Grattarolo esprime i co
naturalezza, e forse con robustezza minore. Ma bisogna confessare che
nel
l’atto IV l’Italiano rimane ben al di sotto del L
i di Vicenza. Il Mondella scrisse l’Issipile che s’impresse in Verona
nel
1582. Il fatto storico di essa seguì nel 1570. Da
ile che s’impresse in Verona nel 1582. Il fatto storico di essa seguì
nel
1570. Dandolo difendendo Salamina nel regno di Ci
Il fatto storico di essa seguì nel 1570. Dandolo difendendo Salamina
nel
regno di Cipro tradito dal bassà Mustafà venne in
dalla medesima invasione di Cipro trasse il suo Antonio Bragadino che
nel
1585 la pubblicò dedicandola a Francesco M. II du
Questa tragedia che s’impresse in Bergamo per Comin Ventura in quarto
nel
1593 stando il Manfredi in Nansi, a giudizio di F
di Francesco Patrizii può servire di esempio a chi vuole esercitarsi
nel
genere tragico. Anche il dotto editore del Teatro
ente pretendere per lo stile. Riconosce parimente il conte di Calepio
nel
Nino di questa favola un carattere sommamente ido
a segno che novello Oreste diventa matricida, indi trafigge se stesso
nel
medesimo luogo ove giacciono immersi nel proprio
ida, indi trafigge se stesso nel medesimo luogo ove giacciono immersi
nel
proprio sangue Dirce e i figliuoli. Alla maniera
roe….. Tu che figlia di dea ti chiami e sei E dea sembri negli atti e
nel
sembiante, Se la tua gloria gira al par del Sole
la spinge a Dirce. Riflette poi che Imetra debba aver qualche secreto
nel
cuore contro al disegno delle sue nozze e di quel
e all’intenderlo si accende si una rabbia tremenda, ed in conseguenza
nel
l’atto III minaccia di trarre a Dirce di propria
col sembiante l’inganno, e riscuote applausi e ringraziamenti. Seneca
nel
Tieste e Giraldi nell’Orbecche usarono del medesi
isce in ciò assai più grande e più tragica di Atreo e Sulmone. Chiude
nel
più profondo dell’animo l’orrendo disegno; e tutt
a pur risoluto. Ma nell’atto V torna fuori senza avere nulla eseguito
nel
vuoto de i due atti. Il suo furore ha una specie
miei figliuoli e Dirce, Come viver poss’io cagion del tutto? Disse e
nel
volto diventò di neve, E volendo seguir, di voce
vea di migliore per additarlo alla gioventù, forse avrebbero impedita
nel
seguente secolo l’escursione e i progressi del ma
on Pedro Calderòn de la Barca si avvisarono di maneggiarlo in Ispagna
nel
secolo seguente, e nel nostro vi si sono appiglia
Barca si avvisarono di maneggiarlo in Ispagna nel secolo seguente, e
nel
nostro vi si sono appigliati il Crebillon ed il V
dobbiamo parimente un volumetto di Lettere famigliari da lui scritte
nel
1591 dimorando in Nansì, nelle quali trovasi cons
i, che con altre di lui produzioni pur manoscritte si trovava in Roma
nel
1756 in potere del commendatore Vettori parente d
a vera tragedia, cioè Jeste di Girolamo Giustiniano genovese impresso
nel
1583, e l’altro Jeste di Scipione Bargagli pubbli
nel 1583, e l’altro Jeste di Scipione Bargagli pubblicato in Venezia
nel
1600. Il nome di Giammaria Cecchi fa che rammenti
nelle nozze de’ Gran Duchi di Toscana, e stampata presso il Martelli
nel
1592. Alcune tragedie Cristiane perdute si vuole
e che scrivesse ancora il benedettino mantovano Teofilo Folengo morto
nel
1544, bizzarro ed ingegnoso autore delle Poesie m
anzesco l’Orlandino pubblicato col nome di Limerco Pitocco, del quale
nel
1773 fece in Parigi una elegante edizione, pochi
quenza Italiana l’edizione della Merope e del Tancredi fatta in Parma
nel
1597, e poi quella di tutte le cinque tragedie de
armis. Notabile sembrami parimente nell’atto V l’artificio del poeta
nel
rendere verisimile l’ardito colpo di Telefonte. P
del Tiranno i satelliti rimangonsi all’entrata del tempio, e Gabria,
nel
darne, e nel farne eseguire il comando, va esorta
i satelliti rimangonsi all’entrata del tempio, e Gabria, nel darne, e
nel
farne eseguire il comando, va esortando i fedeli
provviso colpo il capo fiede. Senza difesa far, senza parola Traboccò
nel
suo sangue singhiozzando. Non ho addotti gli squ
ci moderni poco diligenti osservatori. Per mezzo della nostra nazione
nel
Cinquecento divenne più ricco il teatro con gli a
le regole tra’ Francesi? Non pensò, ciò scrivendo, a quello che erano
nel
XVI secolo nella drammatica i snoi nazionali? Non
i snoi nazionali? Non fu egli stesso che disse. Pour les Français (
nel
XVI secolo) quels ètaient leurs livres et leurs s
ne cantare i soli cori, come si fece in Vicenza, in Roma, in Ferrara,
nel
rappresentarsi Sofonisba, Orbecche ec. Altro essi
la tragedia moderna non sia tale? E pure anche questo volle avanzare
nel
secolo XVIII l’avvocato Mattei ornamento del paes
le tragedie greche? Non furono i primi nostri scrittori, specialmente
nel
Cinquecento, quelli che mostrarono al l’Europa l’
eto ed altri simili drammi, ai desiderosi di titoli, potendosi vedere
nel
lodato Quadrio, nell’Allacci, ed in altri catalog
o Livio. Noi esaminammo questa singolare opposizione con gran diletto
nel
nostro Discorso Storico-Critico intorno al Lampil
co-Critico intorno al Lampillas nell’articolo V, pubblicato in Napoli
nel
1782, col quale rallegrammo i nostri leggitori a
tennero Guiglielmo Budeo, Fleury, Voltaire ec. e ciò che Carlo Duclos
nel
III vol. dell’Istoria di Luigi XI affermò: C’est
dasi la sezione I dell’opera del sig. Cooper Walker. a. Il Fontanini
nel
l’Eloquenza Italiana fa solo menzione dell’edizio
hi t. VII parte III. a. Ciò fu ancora avvertito dal conte di Calepio
nel
Paragone della tragica Poesia nel capo IV; art. I
cora avvertito dal conte di Calepio nel Paragone della tragica Poesia
nel
capo IV; art. II. a. Nel discorso che fa la Trag
e n’ebbe cariche onoratissime e premii considerabili. Morì in Amboise
nel
1556. a. Vuolsi ancor quì commendare la diligenz
a di Luigi da Porto (di cui parla il Crescimbeni) stampata in Venezia
nel
1535. Verisimilmente questa novella sugerì ad Art
el Tasso a Licino, ed un’ altra a Cristofano Tasso, le quali trovansi
nel
volume IX delle di lui Opere, l’una alla p. 270,
Senatore Pietro Vettori pubblicate da Angelo Maria Bandini in Livorno
nel
1756. a. Ne’ Discorsi Poetici. a. Nuovo sistem
lo XVII. Nelle commedie convien fare la medesima distinzione usata
nel
precedente secolo in erudite ed in piacevoli port
ustri del secolo uscirono da varie Accademie del XVI che continuarono
nel
seguente a fiorire come le Napoletane, le Toscane
ilettar la plebaglia quelle degl’Intronati di Siena, i quali dopo che
nel
principio del secolo ebbero dal governo la permis
ebbero dal governo la permissione di tornare agli antichi esercizii,
nel
1611 ne pubblicarono una collezione, dove si vegg
di Tropea, e le Spezzate Durezze di Ottavio Glorizio che s’impressero
nel
1605 in Messina, e si reimpressero qualche anno d
ppolaria del palermitano Luigi Eredia recitata ed impressa in Palermo
nel
1602: l’Ancora vaga commedia pubblicata nel 1604
ta ed impressa in Palermo nel 1602: l’Ancora vaga commedia pubblicata
nel
1604 e più volte ristampata in Venezia del cavali
mpianse con un sonetto il Marini: il Padre afflitto del Cenzio uscita
nel
1606, e il di lui Amico infedele del 1617. Non fu
e e facete la Pellegrina di Girolamo Bargagli senese uscita alla luce
nel
1611, gli Scambii di Belisario Bulgarini pubblica
ita alla luce nel 1611, gli Scambii di Belisario Bulgarini pubblicata
nel
medesimo anno, e le commedie del Malavolti, cioè
isimiglianza? Cede forse l’Idropica di Giambatista Guarini pubblicata
nel
1613 a veruna delle commedie erudite per rogolari
cavaliere napoletano Giambatista della Porta recitate in parte anche
nel
precedente, ma in questo pubblicate per le stampe
nè su di quelle che l’editore della di lui Penelope Pompeo Barbarito
nel
1591 promise di produrre, nè sulle favole notate
ga fama la celebre sua Notte b, onde solea ricrear la città di Napoli
nel
tempo stesso che colle opere scientifiche la rend
quattordeci che raccolte in quattro volumi si pubblicarono in Napoli
nel
1726 dal Muzio. Sono: la Trappolaria, la Tabernar
ario che ti ruba e ti rinnega. Seguì per lo più le orme di Plauto, ma
nel
viluppo lo sorpassa d’invenzione e di proprietà.
li Rivali; talvolta maneggiò la commedia tenera, come nella Sorella e
nel
Moro. Generalmente prese egli a perseguitare coll
e l’eterogeneo. Quei che pretendono che tutta l’arte comica consista
nel
solo ritrarre i costumi senza molto aver cura d’i
regola adottata dalla culta Europa, e talvolta violentando la verità
nel
condurre lo scioglimento. Il Porta lo fece suo pa
ella natura in mille guise? Secondo me l’arte di avviluppare consiste
nel
concatenare gli avvenimenti in maniera che vi si
tile lo caratterizzò egregiamente con questo esempio: cada una statua
nel
punto che passi sotto di essa l’uccisore di colui
formerà talmente un servo che rassembrerà un vecchio creduto morto e
nel
punto che si aspetta la promessa metamorfosi, per
ingannare un Capitano nell’Alvida, che con poche variazioni si trova
nel
Miles del comico Latino. Rancida parrebbe ancora
tore pregevole di altre due commedie, cioè del Furbo uscita in Napoli
nel
1638, e del Ruffiano impressa nel 1643 assai come
ie, cioè del Furbo uscita in Napoli nel 1638, e del Ruffiano impressa
nel
1643 assai comendate da Gio: Vincenzo Gravina. Le
ta in Rimini alla presenza del cardinal Gaetano e stampata in Palermo
nel
1641, e i Due Vecchi impressa colle altre dal Cia
nel 1641, e i Due Vecchi impressa colle altre dal Ciacconio in Napoli
nel
1644. Piacevole e senza inverisimiglianze grossol
è il Trimbella trasformato commedia in versi del Martellini stampata
nel
1618. Si recitò in Firenze nel medesimo anno in c
media in versi del Martellini stampata nel 1618. Si recitò in Firenze
nel
medesimo anno in cinque giorni con generale appla
ente si ritrae un uomo posseduto dalla gelosia, che per non incorrere
nel
ridicolo attaccato a’ gelosi, vorrebbe comparirne
i richiede dalle persone di gusto e qual si è eseguita poi in Francia
nel
Pregiudizio alla moda. Assai giocondamente il mes
ivolte di Parnaso per le nozze di Calliope, che s’impresse in Messina
nel
1620, ed altrove diverse volte. Compose anche l’A
ici del conte Prospero Bonarelli della Rovere si pubblicò in Macerata
nel
1642, e non è commedia da confondersi colle buffo
e, i Consei de Meneghin, ed il Falso Filosofo impresse poi in Venezia
nel
1708. Esse hanno molta grazia comica, specialment
da principio ma languido e freddo (di che vedasi ciò che si è detto
nel
precedente volume della nostra Storia) sbandi poi
che si è detto nel precedente volume della nostra Storia) sbandi poi
nel
passato secolo e nel principio del presente (par
recedente volume della nostra Storia) sbandi poi nel passato secolo e
nel
principio del presente (parla del decimottavo) o
ntemente l’una per l’altra. a. Di essa si fece un’edizione in foglio
nel
1726 colle annotazioni del dotto Anton Maria Salv
CAPO PRIMO. Risorge in Italia
nel
secolo XVI la tragedia Greca, ed il teatro materi
ragedia Greca, ed il teatro materiale degli antichi. Grandi furono
nel
precedente secolo gli sforzi degl’ Italiani in pr
temuti rivali di Apelle e di Fidia ne’ Raffaelli e ne’ Michelangeli;
nel
secolo XVI al fine non fu difficile il ravvisar l
ttere rappresentate le favole degli antichi, come il Penulo di Plauto
nel
1513 in occasione di essersi dichiarato cittadino
no de’ Medici fratello del pontefice, le Bacchidi del medesimo comico
nel
celebrarsi le nozze de’ Cesarini coi Colonnesi, i
no registrarla fralle molte latine degl’ Italiani, che lasciarla sola
nel
teatro Francese di questo secolo. Giano Anisio, o
dell’Accademia del Pontano compose la tragedia Protogonos pubblicata
nel
1536, sulla quale fe poscia il commento Orazio An
alla luce la sua tragedia intitolata Imber Aureus, che si reimpresse
nel
1530 in Norimberga, e si rappresentò ancora magni
Froschovero l’anno 1531 dirigendo il discorso alla gioventù raccolta
nel
collegio Tigurino. I contemporanei ed i posteri r
ada e s’introduce per la finestra. Giova udire il medesimo vago poeta
nel
rimanente: Crebrescit Imber diffluens mox Aure
sto e giudizio additeremo in ciascuna favola la maniera da lui tenuta
nel
tradurre i Greci. Nella Medea non potè Martirano
’ morti. Seguì l’ originale nell’economia della favola; ma si permise
nel
dialogo di dar talvolta nuovo ordine alle stesse
libet sibi vult melius esse quam alteri. I trasporti de’ re (dice
nel
greco la Nutrice) sono veementi e da lievi princi
che ha con Giasone, il racconto della morte del re e della figliuola,
nel
quale si è però il Cosentino nella conchiusione a
di notarsi singolarmente la scena del delirio di Fedra da noi recata
nel
romo quarto delle Vicende della Coltura delle Sic
nale esprimendone i concetti; ma negl’ incontri di Penteo con Bacco e
nel
di lui travestimento si contiene dentro i confini
a singolarmente notabile il coro dell’atto I da noi tradotto e recato
nel
IV t. delle Vicende della Coltura delle Sicilie.
ra delle Sicilie. Spicca parimente il di lui gusto nella scelta fatta
nel
voler tradurre l’ Elettra. Delle tre greche trage
degna di osservarsi la di lui maniera di tradurre con sobria libertà
nel
famoso lamento di Elettra avendo in mano l’urna d
delle pretese ceneri di Oreste, che noi pur traducemmo con esattezza
nel
IV volume delle Vicende della Coltura delle Sicil
al Caucaso di Eschilo, benchè con più libera imitazione, specialmente
nel
descriver che fa la situazione di Tifeo atterrato
ie Italiane. II. Tragedie Italiane. La prima tragedia scritta
nel
nostro volgare idioma fu la Sofonisba di Galeotto
Galeotto del Carretto de’ Marchesi di Savona nato in Casal Monferrato
nel
secolo XV. L’autore nel 1502 la presentò ad Isabe
’ Marchesi di Savona nato in Casal Monferrato nel secolo XV. L’autore
nel
1502 la presentò ad Isabella d’Este Gonzaga March
si alcuni componimenti del principio del secolo descritti dal Quadrio
nel
tomo I. E che giova trattenersi sul Filolauro di
ammaturgia dell’Allacci è detto solacciosa commedia? Essa fu impressa
nel
1520 in Bologna senza nome di autore, e contiene
ndo. La Sofonisba di Giovan Giorgio Trissino, patrizio Vicentino nato
nel
1478 e morto in Roma nel 1550, assai più famosa d
an Giorgio Trissino, patrizio Vicentino nato nel 1478 e morto in Roma
nel
1550, assai più famosa della precedente corse ind
lia liberata, poema ricco di varie bellezze Omeriche, afferma di aver
nel
comporre la sua tragedia tolto Sofocle per esempl
e per esemplare. Fu dedicata a Leone X e rappresentata magnificamente
nel
1514 in Vicenza ed anche in Roma, ma s’ impresse
e nel 1514 in Vicenza ed anche in Roma, ma s’ impresse la prima volta
nel
1524. Non ha divisione di scene nè di atti; ha il
te si sforza per vederlo l’ultima volta sul punto di spirare. Veggasi
nel
seguente frammento il colorito di questa scena la
Cor. Ahimè! che questa è pur troppo per tempo, Che ancor non siete
nel
vigesimo anno Sof. Il bene esser non può troppo
e s’ imitò molte volte; di tal maniera che la Sofonisba oggi serbasi
nel
teatro tragico come un tesoro comune di sicuro ev
on i cori in versi Mellin de Saint Gelais, ed in versi Claudio Mermet
nel
medesimo secolo in cui si compose: Monchretien, M
hretien, Montreux, Mairet e Pietro Cornelio la tradussero e imitarono
nel
XVII: l’ha tradotta Millet, ed imitata lo stesso
itarono nel XVII: l’ha tradotta Millet, ed imitata lo stesso Voltaire
nel
XVIII (Nota X). Adunque la prima istruzione che e
etto delle Api, cugino germano del pontefice Leone X, nato in Firenze
nel
1475 e morto verso il 1526, corse poco dopo del T
dopo del Trissino il tragico aringo colla Rosmunda che fece recitare
nel
suo giardino in Firenze alla presenza di quel pon
recitare nel suo giardino in Firenze alla presenza di quel pontefice
nel
1516, e che si stampò poi in Siena nel 1525. In e
lla presenza di quel pontefice nel 1516, e che si stampò poi in Siena
nel
1525. In essa prese ad imitare l’Ecuba di Euripid
dopo due secoli per opera del Marchese Maffei, che la fece imprimere
nel
1723 sull’esemplare posseduto prima dal Magliabec
re così note come a se stesso; egli le narra ancora intempestivamente
nel
metter piede nella terra de’ barbari. Ma per tali
o in Salerno nell’acerba età di anni ventotto, secondo il Crescimbeni
nel
1533, e secondo il Rolli ed altri con più probabi
33, e secondo il Rolli ed altri con più probabilità mancato in Napoli
nel
1527, parlandosi di lui come già morto in una let
, compose una tragedia impressa indi colle altre sue opere in Firenze
nel
1548, ed oggi registrata nel tomo III del Teatro
sa indi colle altre sue opere in Firenze nel 1548, ed oggi registrata
nel
tomo III del Teatro Italiano antico stampato in L
el Teatro Italiano antico stampato in Livorno sotto la data di Londra
nel
1787, nella quale si allontanò dagli argomenti gr
ritenendone il titolo l’Antigone di Sofocle, che si stampò in Venezia
nel
1532. Per testimonio degl’ intelligenti non cede
iniano. Dell’Edipo dell’Anguillara impresso e rappresentato in Padova
nel
1556 parla in una lettera citata dal Tiraboschi G
essendosene con somma pompa ed applauso ripetuta la rappresentazione
nel
1565 in Vicenza in un teatro di legno costruito e
one nel 1565 in Vicenza in un teatro di legno costruito espressamente
nel
palagio della Ragione dal celebre Palladio. Noi s
ssa gareggia colle più celebri tragedie di quel tempo. Si rappresentò
nel
1585 con sontuosissimo apparato nel famoso Teatro
die di quel tempo. Si rappresentò nel 1585 con sontuosissimo apparato
nel
famoso Teatro Olimpico di Vicenza opera del prelo
odato Palladio, che per la morte di questo insigne architetto seguita
nel
1586 si terminò dallo Scamozzi. La parte di Edipo
to otto giorni dopo nato, il quale a quest’oggetto recossi in Vicenza
nel
carnovale del 1585, e morì poscia in Venezia nell
vano e l’oratore più eloquente della sua età, morto d’anni ottantotto
nel
1588, compose la Canace tragedia pubblicata la pr
1588, compose la Canace tragedia pubblicata la prima volta in Venezia
nel
1546, che dovea rappresentarsi in Padova l’anno 1
le rime e i versi di cinque sillabe, ed all’ombra da prima introdotta
nel
prologo sostituire il personaggio di Venere. Vide
mente commuove e perturba. Giambatista Giraldi Cintio nato in Ferrara
nel
1504 e morto nel 1573 trasse da’ suoi medesimi Ec
perturba. Giambatista Giraldi Cintio nato in Ferrara nel 1504 e morto
nel
1573 trasse da’ suoi medesimi Ecatommiti più argo
si stima la migliore, si rappresentò alla presenza del Duca Ercole II
nel
1541 in casa dell’autore, avendone apparecchiata
per ordine del Duca nell’aprile del 1543 alla venuta di Paolo III; ma
nel
giorno destinato alla rappresentazione quest’infe
io rimase disgraziata mente ucciso. L’ Orbecche s’impresse in Venezia
nel
1543, nel 1551, e poi con tutte le altre nel 1583
disgraziata mente ucciso. L’ Orbecche s’impresse in Venezia nel 1543,
nel
1551, e poi con tutte le altre nel 1583. Come nel
he s’impresse in Venezia nel 1543, nel 1551, e poi con tutte le altre
nel
1583. Come nella Sofonisba la compassione è posta
tutte le altre nel 1583. Come nella Sofonisba la compassione è posta
nel
suo maggior lume, nell’Orbecche si eccita il terr
e Furie, e l’Ombra di Selina madre di Orbecche formano l’atto I, come
nel
Tieste l’Ombra di Tantalo e Megera. L’atto IV nel
mano l’atto I, come nel Tieste l’Ombra di Tantalo e Megera. L’atto IV
nel
quale Atreo ammazza i nipoti, e delle loro membra
lla del luogo ove segue la strage di Oronte e de’ figliuoli: Giace
nel
fondo di quest’alta torre In parte si solinga e
i e trionfare. Egli scrisse l’ Orazia impressa in Venezia dal Giolito
nel
1549, e dedicata al pontefice Paolo III sin dall’
incipi; ed il Calepio osserva a ragione che Pietro Cornelio s’inganna
nel
dire che sieno invenzione del suo secolo. Un coro
attuta la misera Orazia colla notizia della morte dello sposo. Arriva
nel
III un servo che appende al tempio di Minerva le
esse e di passione91. Lodovico Dolce morto d’anni sessanta in Venezia
nel
1568 vi pubblicò più d’una volta varie tragedie t
a, Didone, Medea, Ifigenia, Ecuba. La sua Marianna si diede alla luce
nel
1565, e fu rappresentata con indicibile applauso
nel 1565, e fu rappresentata con indicibile applauso in quella città
nel
palazzo di Sebastiano Erizzo a uno scelto uditori
di più di trecento gentiluomini; e quando volle ripetersi in Ferrara
nel
palazzo del Duca, tal fu il concorso, che non pot
uono troveremmo esaminando la Progne di Girolamo Parabosco pubblicata
nel
1548, la Cleopatra, la Scilla, e la Romilda di Ce
opatra, la Scilla, e la Romilda di Cesare de’ Cesari uscite alla luce
nel
1550 e 1551, la Cleopatra del Napoletano Alessand
, la Cleopatra del Napoletano Alessandro Spinello stampata in Venezia
nel
1550, la Medea del Galladei impressa nel 1558, l’
Spinello stampata in Venezia nel 1550, la Medea del Galladei impressa
nel
1558, l’Altea di Niccolò Carbone comparsa in Napo
adei impressa nel 1558, l’Altea di Niccolò Carbone comparsa in Napoli
nel
1559, la Fedra di Francesco Bozza uscita nel 1578
rbone comparsa in Napoli nel 1559, la Fedra di Francesco Bozza uscita
nel
1578 oscurata per altro di gran lunga da quella d
uscita nel 1578 oscurata per altro di gran lunga da quella del Racine
nel
secolo seguente, e l’ Atamante di Girolamo Zoppio
el secolo seguente, e l’ Atamante di Girolamo Zoppio data al pubblico
nel
1579, di cui nella 50 del IV libro delle sue Epis
Leonico intitolata il Soldato impressa in Venezia per Comin del Trino
nel
1550 scritta in versi sciolti. L’azione passa tra
iarono, e che poscia gl’ Inglesi, i Francesi e i Tedeschi hanno tanto
nel
nostro secolo coltivata, e che ha trovato un apol
nno tanto nel nostro secolo coltivata, e che ha trovato un apologista
nel
Signor Ab. Andres 92. Quattro tragedie pubblicò A
Ab. Andres 92. Quattro tragedie pubblicò Antonio Cavallerino Modanese
nel
1582 e 1583, delle quali parlano l’Allacci ed il
la II Parte delle Rime e Prose del Tasso raccolte per Aldo il giovane
nel
1582. Nell’edizione delle opere di Torquato fatte
ll’edizione delle opere di Torquato fatte in Venezia da Stefano Monti
nel
1735 quest’abbozzo vien chiamato tragedia non fin
e due altre di un secondo atto, le quali tutte si distribuiscono poi
nel
primo e nel secondo della tragedia compiuta. I pa
di un secondo atto, le quali tutte si distribuiscono poi nel primo e
nel
secondo della tragedia compiuta. I passi più bell
a. Eccone un esempio. Torrismondo nella perfetta oppresso da rimorsi,
nel
narrare al consigliere i suoi passati casi, e l’e
o a tanti disastri (ottimamente affermò il dottissimo Marchese Maffei
nel
II tomo del Teatro Italiano) non potendo essere p
rte. Anche il Conte di Calepio ottimo giudice in tali materie ravvisa
nel
Torrismondo un carattere compiutamente tragico e
mosso nè dalla tragica maestà dello stile, nè dal patetico che regna
nel
Torrismondo. Egli che tralle altre pregiudicate s
ogni altra cosa, che ne’ tempi della cavalleria non potevano regnare
nel
cuore umano passioni grandi atte a destar terrore
ili ecc. Ora niuno di tali eccessi avrebbe potuto il Rapin riprendere
nel
Torrismondo, e si rivolse a riprovare i costumi s
rse non se ne trovano le immagini nelle favolose storie di Turpino, e
nel
romanzo della Tavola Rotonda del re Artù, di cui
orneamenti, il primo de’ quali, secondo Bastiano Munster 94, si tenne
nel
938? Allora che Rapin andava criticando l’Ariosto
sovvenne del combattimento di Guiglielmo duca di Normandia assediato
nel
1079 nel castello di Gerberoi? Non erano e in Ing
del combattimento di Guiglielmo duca di Normandia assediato nel 1079
nel
castello di Gerberoi? Non erano e in Inghilterra
terra e in Francia, come altrove, generali i costumi della cavalleria
nel
secolo XIII ancora? Non si ricordò Rapin della gi
o XIII ancora? Non si ricordò Rapin della giostra data nella Borgogna
nel
1272, nella quale dal principe di Châlons fu disf
al cartello di disfida mandato al re Filippo di Valois da Eduardo III
nel
secolo XIV? Non al combattimento del medesimo re
de Brus? Non al combattimento de’ trenta Brettoni con trenta Inglesi,
nel
quale Beaumanoir gridava, or si vedrà chi di noi
non continuarono e divennero frequentissime, specialmente in Francia,
nel
secolo XV? Non fu allora che con buon senno disse
a morire sotto altro pretesto dalla vedova regina Caterina de’ Medici
nel
1574? Or tutti questi combattimenti e queste disf
el 1574? Or tutti questi combattimenti e queste disfide non seguirono
nel
secolo XVI, cioè in quel tempo in cui fu composto
a e che più si avvicinavano alle idee famigliari a quelli che viveano
nel
tempo stesso dell’autore, chi non vede quanto ell
izio contro del Torrismondo, si lusingò, in una sua orazione recitata
nel
gennajo dell’anno 1728 in Parigi96, di poterne os
o e mesto Da la pietate, e da l’orror confuso Il suo dolor premea
nel
cor profondo; Poi disse: Alvida, tu sei morta,
e con ogni picciolo cambiamento si guasterebbero; per non commuoversi
nel
leggerli (or che sarebbe rappresentandosi!); per
fece Carlo Vion Parigino signor di Delibrai, che si stampò in Parigi
nel
1626, e si ristampò nel 1640 e nel 1646. Allora i
o signor di Delibrai, che si stampò in Parigi nel 1626, e si ristampò
nel
1640 e nel 1646. Allora i Cornelii non aveano anc
Delibrai, che si stampò in Parigi nel 1626, e si ristampò nel 1640 e
nel
1646. Allora i Cornelii non aveano ancora lette l
Tancredi di Federico Asinari nobile Astigiano conte di Camerano, nato
nel
1527 e morto nel 1576, la quale come osserva il Z
ico Asinari nobile Astigiano conte di Camerano, nato nel 1527 e morto
nel
1576, la quale come osserva il Zeno, falsamente d
editore fu attribuita a Torquato Tasso. Uscì la prima volta in Parigi
nel
1587 col titolo di Gismonda. Di poi col proprio t
ismonda. Di poi col proprio titolo di Tancredi si pubblicò in Bergamo
nel
1588, benchè col nome di Ottavio Asinari fratello
ta tragedia vennero manifestate dal Parisotti in un discorso inserito
nel
tomo XXV della raccolta degli opuscoli del Caloge
compose la sua tragedia che col medesimo titolo s’impresse in Padova
nel
1588; ma egli lasciò a una penna più felice e più
tà assai giovanile compose in versi sdruccioli l’Altea che s’impresse
nel
1556, e la Polissena, della quale non fe menzione
ini. Scrisse di poi l’Astianatte in miglior metro stampato in Venezia
nel
1589, che nel nostro secolo s’inserì dal Maffei n
i poi l’Astianatte in miglior metro stampato in Venezia nel 1589, che
nel
nostro secolo s’inserì dal Maffei nel Teatro Ital
ampato in Venezia nel 1589, che nel nostro secolo s’inserì dal Maffei
nel
Teatro Italiano. L’autore vi premise un argomento
tato pregio dell’ opera. Nel rimanente si va dietro le orme di Seneca
nel
bellissimo atto III delle Troadi, ma col migliora
isponde all’energia dell’originale. Allorchè si fa entrare Astianatte
nel
sepolcro: l’Andromaca del Grattarolo esprime i co
uesta tragedia che s’ impresse in Bergamo per Comin Ventura in quarto
nel
1593 stando il Manfredi a Nansì, a giudizio di Fr
tamente pretendere per lo stile. Riconosce parimente il Conte Calepio
nel
Nino di questa favola un carattere sommamente ido
a segno che novello Oreste diventa matricida, indi trafigge se stesso
nel
medesimo luogo ove giacciono immersi nel proprio
ida, indi trafigge se stesso nel medesimo luogo ove giacciono immersi
nel
proprio sangue Dirce e i figliuoli. Alla maniera
. Tu che figlia di dea ti chiami e sei, E dea sembri negli atti e
nel
sembiante, Se la tua gloria gira al par del Sol
la spinge a Dirce. Riflette poi che Imetra debbe aver qualche secreto
nel
cuore contro al disegno delle sue nozze e di quel
quarta dell’atto II l’orrore che protesta di aver Nino per l’incesto,
nel
che si mette sempre più in vista il tragico contr
col sembiante l’inganno, e riscuote applausi e ringraziamenti. Seneca
nel
Tieste e Giraldi nell’Orbecche usarono il medesim
isce in ciò assai più grande e più tragica di Atreo e Sulmone. Chiude
nel
più profondo dell’animo l’orrendo disegno, e tutt
risoluto. Ma nell’atto V egli torna fuori senza avere nulla eseguito
nel
vuoto dell’uno atto e dell’altro. Il suo furore h
figliuoli e Dirce, Come viver poss’ io cagion del tutto? Disse, e
nel
volto diventò di neve, E volendo seguir, di voc
vea di migliore per additarlo alla gioventù, forse avrebbero impedita
nel
seguente secolo l’escursione e i progressi del ma
on Pedro Calderon de la Barca s’ avvisarono di maneggiarlo in Ispagna
nel
secolo seguente; e nel nostro vi si sono appiglia
Barca s’ avvisarono di maneggiarlo in Ispagna nel secolo seguente; e
nel
nostro vi si sono appigliati il Crebillon e ’l Vo
dobbiamo parimente un volumetto di Lettere famigliari da lui scritte
nel
1591 dimorando in Nansì, nelle quali trovasi cons
i, che con altre di lui produzioni pur manoscritte si trovava in Roma
nel
1756 in potere del commendatore Vettori parente d
a vera tragedia, cioè Jefte di Girolamo Giustiniano Genovese impresso
nel
1583, e l’altro Jefte di Scipione Bargagli pubbli
nel 1583, e l’altro Jefte di Scipione Bargagli pubblicato in Venezia
nel
1600. Il nome di Giammaria Cecchi fa che rammenti
ta nelle nozze de’ GranDuchi di Toscana e stampata presso il Martelli
nel
1592. Alcune tragedie Cristiane perdute si vuole
e che scrivesse ancora il Benedettino Mantovano Teofilo Folengo morto
nel
1544, bizzarro ed ingegnoso autore delle poesie m
anzesco l’Orlandino pubblicato col nome di Limerno Pitocco, del quale
nel
1773 fece in Parigi una elegantissima edizione, p
quenza Italiana l’edizione della Merope e del Tancredi fatta in Parma
nel
1598, e poi quella di tutte le cinque tragedie de
mis. Notabile sembrami parimente nell’atto V l’artificio del poeta
nel
rendere verisimile l’ardito colpo di Telefonte. P
no fa che i satelliti rimangansi all’entrata del tempio, e che Gabria
nel
darne e farne eseguir gli ordini vada esortando i
viso colpo il capo fiede. Senza difesa far, senza parola Traboccò
nel
suo sangue singhiozzando. Non ho addotti gli s
ctoria e ’l Tancredi, le quali per altro debbono esserci care essendo
nel
numero di quelle che si allontanano dagli argomen
le regole tra’ Francesi? Non pensò, ciò scrivendo, a quello che erano
nel
XVI secolo nella drammatica i suoi nazionali (Not
ne cantare i soli cori, come si fece in Vicenza, in Roma, in Ferrara,
nel
rappresentarsi Sofonisba, Orbecche ec.. Essi altr
la greca erudizione, che seppero allora mettere alla vista fin anche
nel
teatro materiale l’antico magistero. Qual vanto p
ustrata ornata di statue: la scena è di pietra a tre ordini, e mostra
nel
prospetto tre uscite, e due laterali. Sussiste an
he fabbricò Sabbioneta, uomo dottissimo e fautore de’ letterati, nato
nel
regno di Napoli in Fondi l’anno 1531 e morto nel
de’ letterati, nato nel regno di Napoli in Fondi l’anno 1531 e morto
nel
1591. Vide ancora la famosa città di Venezia eret
1531 e morto nel 1591. Vide ancora la famosa città di Venezia eretti
nel
medesimo secolo teatri semicircolari ideati su gl
o tragedia di M. Conte di Monte Vicentino stampata nella stessa città
nel
1565; ed in esso furono dipinti dodici gran quadr
re pittore Federico Zuccaro105. In Andria si costruì ancora un teatro
nel
1579; e il famoso cieco Luigi Groto che ivi sortì
. Di tali drammi non parla però con molta loda Lilio Gregorio Giraldi
nel
Dial. 1 De Poet. sui temp. 77. V. l’Epist. 50 d
eto ed altri simili drammi a i desiderosi di titoli, potendosi vedere
nel
Quadrio, nell’Allacci, ed in altri cataloghi più
to Livio. Noi esaminammo quest’opposizione singolare con gran diletto
nel
nostro Discorso Storico Critico intorno al Signor
t. VII, parte III. 89. Ciò fu ancora avvertito dal Conte di Calepio
nel
Paragone della tragica poesia nel capo IV, art. I
cora avvertito dal Conte di Calepio nel Paragone della tragica poesia
nel
capo IV, art. II. 90. Nel discorso che fa la Tra
V del capo I. 92. Della tragedia del Leonico favella il Crescimbeni
nel
tomo I, e dice di non meritare il nome di tragedi
l Tasso a Licino ed un’ altra al Signor Cristofano Tasso che trovansi
nel
vol. IX delle di lui Opere, l’ una alla p. 270, l
Senator Pietro Vettori pubblicate da Angelo Maria Bandini in Livorno
nel
1756. 103. Discorsi Poetici. 104. Nuovo sist
Majani Francesco. Nato a Bologna
nel
1718, abbandonò il mestiere del sarto per l’arte
ammatici della sua città. Recitò lungo tempo a Venezia e specialmente
nel
Teatro di San Luca, pel quale dettava il Goldoni
i le sue commedie. Creò degnamente il Majani le parti di protagonista
nel
Padre per amore e nel Medico olandese ; e aggiung
ò degnamente il Majani le parti di protagonista nel Padre per amore e
nel
Medico olandese ; e aggiunge il Bartoli che nel D
nel Padre per amore e nel Medico olandese ; e aggiunge il Bartoli che
nel
Disertor francese, sostenne tanto eccellentemente
tima delle quali fu quella di Onofrio Paganini, in cui morì a Bologna
nel
carnevale del '78. Carlo Goldoni fa cenno, nel XI
in cui morì a Bologna nel carnevale del '78. Carlo Goldoni fa cenno,
nel
XIV volume dell’edizione del Pasquali, della mogl
lto pregiato come inventore e costruttore di meccanismi scenici, e fu
nel
1487 « adoperato da Giovanni Bentivoglio nelle fe
del Marchese, e quanto lui appassionatissimo pel teatro, desiderando
nel
1488 celebrare il Corpus Domini con una rappresen
he se non voleva lui « fare demonstratione sive representation veruna
nel
corpo di Christo, doveva almeno rinvenire ale, ca
em ne favorisca delle parole ; » e in una prima festa drammatica data
nel
1501, nel suo reggimento di Gazzuolo, si valse de
risca delle parole ; » e in una prima festa drammatica data nel 1501,
nel
suo reggimento di Gazzuolo, si valse dell’Alberga
Albergati recitò la prima volta nell’Orfeo del Poliziano l’anno 1490,
nel
palazzo del Marchese Francesco in Marmirolo (A. D
ergati bolognese, che da oltre l’anno 1484 era già presso i Gonzaga e
nel
1495 il Marchese gli donava terreni nel vicariato
84 era già presso i Gonzaga e nel 1495 il Marchese gli donava terreni
nel
vicariato di Borgoforte, dono accresciutogli nel
e gli donava terreni nel vicariato di Borgoforte, dono accresciutogli
nel
1498. » Nè egli solo era al servizio del Marchese
tra Representazione, per lui e di sua famiglia composta tutta, perchè
nel
triunfale curro de la Pudicicia aveva quattro fig
Capo VI. Spettacoli Scenici Spagnuoli
nel
medesimo Secolo XVI. Meglio senza dubbio che n
l’Aulegrafia, l’Olisipo, e l’Eufrosina, la quale uscì la prima volta
nel
1566, e poi nel 1631 si tradusse in castigliano d
’Olisipo, e l’Eufrosina, la quale uscì la prima volta nel 1566, e poi
nel
1631 si tradusse in castigliano dal Ballesteros e
in castigliano dal Ballesteros e si pubblicò in Madrid. Un M. Perron
nel
1738 volendo pubblicare in Francia un teatro spag
fanciullezza e de’ primi avanzamenti di esso. Questo scrittore, nato
nel
1549 sotto l’imperador Carlo V sei anni prima che
rosina, Armedina, Medora, e i Disinganni, colloqui pastorali impressi
nel
1567 in Valenza. Succedette al Rueda un tal Nahar
edere in iscena i duelli, e le battaglie. Mentre tali cose avvenivano
nel
pubblico teatro, non mancò chi s’ingegnasse di fa
ommedia fu meglio trasportata in castigliano da Fernan Perez de Oliva
nel
1555. Il Soldato e i Menecmi, tradotti e imitati
Il Soldato e i Menecmi, tradotti e imitati con arte, si pubblicarono
nel
medesimo anno in Anversa; ma se ne ignora l’autor
e. Con poca intelligenza del latino tradusse Simone Aprile e pubblicò
nel
1577 le commedie di Terenzio, e n’é stato deriso
un epigramma dal poco fa mancato Iriarte. Cristofaro Castillejo morto
nel
1596 scrisse alcune commedie che io non ho potuto
, e ’l valenziano; e neppur mettiamo a conto, che l’eremita cinguetta
nel
suo barbaro latino con servi e donne, e tutti l’i
i dovremmo convenir con lui, a giudicarne dalle cose da lui ragionate
nel
Don Quixote con tanto senno intorno alle commedie
che la posterità ha trovate strane e difettose. Di più annunziò egli
nel
suo prologo, come scritte con arte, le otto ultim
anno prima di morire; e pur sono talmente cattive e spropositate, che
nel
1749, per procurar lo spaccio degli esemplari di
Vega Carpio, il quale sopravvisse diciannove anni a Cervantes, e morì
nel
1635 d’anni settantatré. L’antica e la moderna Eu
tempo di Carlo V, e fece un opuscolo sopra la nascita di Filippo II.
nel
1527, e che nel 1547 pubblicò una traduzione dell
V, e fece un opuscolo sopra la nascita di Filippo II. nel 1527, e che
nel
1547 pubblicò una traduzione della storia di Paol
olo Giovio intitolandola capricciosamente Palinodia, e finalmente che
nel
1551 fé imprimere il suo Giardino dell’Anima Cris
ma apportato in margine. Ad onta di tal’incertezza l’erudito Montiano
nel
secondo suo discorso sopra le tragedie vorrebbe c
l’italiani), «perché non vi é specie che ripugni all’esser nato Vasco
nel
1500», e in questo malfondato raziocinio fu segui
gamemnon dall’Elettra di Sofocle, le quali si pubblicarono in Cordova
nel
1585. Questo maestro de Oliva prima del 1533 stav
l mentovato compilatore ne dice col solito pudo ser, che forse nacque
nel
1497. Ciò concedendo ancora, il maestro Perez con
nimo Bermudez, il quale ancor vivea circa il 1589, pubblicò in Madrid
nel
1577 sotto il nome di Antonio di Silva due traged
diziosa e sincera. Tra le commedie di Giovanni de la Cueva, impresse
nel
1588, trovansi quattro tragedie, i Sette Infanti
gonista. Finalmente il buon poeta Luperzio Leonardo di Argensola nato
nel
1565, essendo nell’età di venti anni compose tre
ri, e la Filli tuttavia si occulta; ma le altre due si son pubblicate
nel
Parnaso Español, dove se ne dà un giudizio nobilm
così ereditaria in quella penisola, e vi si accrebbe tanto, che anche
nel
1473, come apparisce dal concilio che nel detto a
i accrebbe tanto, che anche nel 1473, come apparisce dal concilio che
nel
detto anno, per dar riparo a questo inconveniente
i poi alla direzione dell’università d’Alcalà di Henarez, ove si morì
nel
1522, e lasciò molte opere. Il medesimo anche si
se Ario Barbosa (V. Nicol. Anton. Bibliot. Spagnuol.), nato in Aveiro
nel
Portogallo il quale fu discepolo del Poliziano in
Portogallo fu maestro de’ due principi, e morì decrepito in casa sua
nel
1530 con lasciar varie opere. Laonde a questi due
sain, ou fort sincère». 172. Prima dell’età di Lope non si trovano
nel
teatro spagnuolo introdotte le feste teatrali des
o da Lope che molti ancora ne compose, per quel che attesta Montalbàn
nel
di lui elogio intitolato Fama Postuma. Nel XV sec
ando della serenata del marchese di Villena (di cui abbiamo ragionato
nel
capo III di quello Libro), che in vano Calderón s
oi si svilupparono meglio sul teatro e si conobbero col nome di autos
nel
secolo XVI. Forse l’istesse antiche rappresentazi
in versi intitolato, El Arte Nuevo de hacer Comédias en este tiempo,
nel
quale, invece di far «riflessioni piene del sugo
e i precetti alle proprie commedie applaudite dal volgo dell’età sua,
nel
comporre le quali, per non udire i clamori di Pla
conoscere e dar precetti della vera commedia in Europa, s’egli nacque
nel
1562, cioé anni ottantaquattro dopo la nascita de
? Non si ricordò che Bernardino Daniello fece imprimer la sua poetica
nel
1536, cioé 26 anni prima che fosse conceputo Lope
puto Lope de Vega? che l’Arte Poetica di Antonio Minturno fu stampata
nel
1564, cioé due anni dopo la nascita di Lope? che
stampata nel 1564, cioé due anni dopo la nascita di Lope? che quando
nel
1570 si pubblicò la prima volta in Vienna la Poet
secolo uscirono da varie accademie del XVI che continuarono a fiorire
nel
XVII secolo, come le Napoletane, le Toscane e le
ettar la plebaglia quelle degl’ Intronati di Siena, i quali, dopo che
nel
principio del secolo ebbero la permissione dal go
ero la permissione dal governo di tornare agli antichi loro esercizj,
nel
1611 ne pubblicarono una collezione, dove si vegg
di Tropea, e le Spezzate durezze di Ottavio Glorizio che s’impressero
nel
1605 in Messina, e si reimpressero qualche anno d
ppolaria del Palermitano Luigi Eredia recitata ed impressa in Palermo
nel
1602: l’Ancora vaga commedia pubblicata nel 1604
ta ed impressa in Palermo nel 1602: l’Ancora vaga commedia pubblicata
nel
1604 e più volte ristampata in Venezia del cavali
mpianse con un sonetto il Marini: il Padre afflitto del Cenzio uscita
nel
1606, e il di lui Amico infedele del 1617. Non fu
e e facete la Pellegrina di Girolamo Bargagli Sanese uscita alla luce
nel
1611, gli Scambj di Belisario Bulgarini pubblicat
cita alla luce nel 1611, gli Scambj di Belisario Bulgarini pubblicata
nel
medesimo anno, e le commedie del Malavolti, cioè
isimiglianze? Cede forse l’Idropica di Giambatista Guarini pubblicata
nel
1613 a veruna delle commedie erudite per regolari
cavaliere Napoletano Giambatista della Porta recitate in parte anche
nel
precedente, ma in questo pubblicate per le stampe
nè su di quelle che l’ editore della di lui Penelope Pompeo Barbarito
nel
1591 promise di produrre, nè sulle favole notate
a fama la celebre sua Notte 72, onde solea ricrear la città di Napoli
nel
tempo stesso che colle opere scientifiche la rend
ci che raccolte in quattro volumi si pubblicarono in Napoli dal Muzio
nel
172673. Il Porta conoscitore esperto de’ Greci e
ario che ti ruba e ti rinnega. Seguì per lo più le orme di Plauto, ma
nel
viluppo lo sorpassa d’ invenzione e di proprietà.
li Rivali; talvolta maneggiò la commedia tenera, come nella Sorella e
nel
Moro. Generalmente prese egli a perseguitare coll
e l’eterogeneo. Quei che pretendono che tutta l’arte comica consista
nel
solo ritrarre i costumi senza molto aver cura d’i
regola adottata dalla culta Europa, e talvolta violentando la verità
nel
condurre lo scioglimento. Il Porta lo fece suo pa
ella natura in mille guise? Secondo me l’arte di avviluppare consiste
nel
concatenare gli avvenimenti in maniera che vi si
otile lo caratterizzò egregiamente con quest’esempio: cada una statua
nel
punto che passi sotto di essa l’uccisore di colui
formerà talmente un servo che rassembrerà un vecchio creduto morto; e
nel
punto che si aspetta la promessa metamorfosi, per
ingannare un Capitano nell’ Alvida che con poche variazioni si trova
nel
Miles del comico latino. Rancida parrebbe ancora
tore pregevole di altre due commedie, cioè del Furbo uscita in Napoli
nel
1638, e del Ruffiano impressa nel 1643 assai come
ie, cioè del Furbo uscita in Napoli nel 1638, e del Ruffiano impressa
nel
1643 assai comendate dal Gravina. Le commedie del
ta in Rimini alla presenza del cardinal Gaetano e stampata in Palermo
nel
1641, e i Due Vecchi impressa colle altre dal Cia
nel 1641, e i Due Vecchi impressa colle altre dal Ciacconio in Napoli
nel
1644. Piacevole e senza inverisimiglianze grossol
è il Trimbella trasformato commedia in versi del Martellini stampata
nel
1618. Si recitò in Firenze nel medesimo anno in c
media in versi del Martellini stampata nel 1618. Si recitò in Firenze
nel
medesimo anno in cinque giorni con generale appla
ente si ritrae un uomo posseduto dalla gelosia, che per non incorrere
nel
ridicolo attaccato a’ gelosi vorrebbe comparirne
ivolte di Parnaso per le nozze di Calliope, che s’impresse in Messina
nel
1620 ed altrove diverse volte. Compose anche l’Al
ici del conte Prospero Bonarelli della Rovere si pubblicò in Macerata
nel
1642, e non è commedia da confondersi colle buffo
le, i Consei de Meneghin, e il Falso Filosofo impresse poi in Venezia
nel
1708. Esse hanno molta piacevolezza comica, speci
del Reggiano Benedetto Ferrari celebre sonatore di tiorba vi si cantò
nel
1637. Vi comparve anche il Pastore d’Anfriso, ed
ena musicale il cavalier Pippo Acciajoli77. Torino si contraddistinse
nel
1628 per la sontuosa rappresentazione del Vascell
una festa teatrale composta di danza, di musica e di machine eseguita
nel
1639 sotto il vicerè Ferrante Afan de Ribera nell
vicerè Ferrante Afan de Ribera nella sala del real palazzo di Napoli
nel
passar che vi fece l’infanta Maria sorella di Fil
o la Deidamia del Messinese Scipione Errico che si replicò in Venezia
nel
1644, ed il Pomo di Venere del Napoletano Antonio
l Pomo di Venere del Napoletano Antonio Basso rappresentato in Napoli
nel
1645, ed il Ciro di Giulio Cesare Sorrentino pur
hia l’altro suo dramma intitolato Amore sbandito pubblicato in Genova
nel
1622; ma si vuole avvertire che il tanto decantat
che intrecciò una danza guerriera. Altra breve festa fatta a Sassuolo
nel
dì natalizio di Francesco da Este duca di Modena
nte: Di rai più belli Cinto i capelli Il dio di Delo Rida
nel
cielo. A’ bei splendori Di nuovi fiori T
esie del Testi cominciarono ad imprimersi sin dal 1613, e terminarono
nel
1645 in vita dell’autore, ed in conseguenza prima
particolare coltivò l’opera Ottavio Tronsarelli pur Fiorentino morto
nel
1641. Riscosse molti elogj il di lui dramma intit
rgherita Costa pel canto e pel suo vergognoso traffico famosa. Davasi
nel
melodramma ad entrambe parte eguale perchè potess
on ne permise l’ esecuzione; e l’opera fu rappresentata da eunuchi 80
nel
palagio del marchese Evandro Conti a’ Monti, e se
e a dipignerne le scene. Ma questi eunuchi sostituiti alle cantatrici
nel
dramma del Tronsarelli ci richiamano alla memoria
che avessero avuti musici castrati; ma sebbene di essi, come narrammo
nel
tomo I, si servissero ne’ musicali trattenimenti
ebatur, sed ex iis qui non erant ejusmodi 87. Eranvi dunque in Grecia
nel
duodecimo secolo musici castrati: ma dal non trov
. Le nazioni settentrionali aliene da questo obbrobrio in ogni tempo,
nel
venire a dominare ne’ paesi occidentali del Roman
nne, siccome gli uomini fanno89. L’Italia poi che al dir del Maffei e
nel
bene e nel male suole andare innanzi ai concorren
e gli uomini fanno89. L’Italia poi che al dir del Maffei e nel bene e
nel
male suole andare innanzi ai concorrenti e sopras
uole andare innanzi ai concorrenti e soprastare, addottrinò così bene
nel
canto i suoi castrati, e tanti n’ebbe che potè fo
empo in cui salirono sulle scene. Il mentovato Modenese Orazio Vecchi
nel
voler far cantare l’Anfiparnaso si sarebbe ridott
Vecchi gli avrebbe ricusati? L’ultimo dramma del Rinuccini s’impresse
nel
1608; nè da più diligenti scrittori che del di lu
zza della voce. Sapplamo poi che il lodato Tronsarelli finì di vivere
nel
1641, e che la Catena di Adone si cantò qualche a
Ma questo letterato parlandoci di eunuchi sostituiti alle cantatrici
nel
dramma riferito non mostra che gli spettatori se
a natura, quanto mai sanno eseguire le non naturali de’ castrati. Noi
nel
nostro secolo ne abbiamo avuti luminosi esempj ne
mirarono singolarmente la Romana Caterina Martinella morta in Mantova
nel
1608, la Caccini, le Lulle Giulia e Vittoria, la
atto rappresentare con magnificenza reale. Nel suo Giasone pubblicato
nel
1649 interruppe il recitativo con quelle stanze a
lione 93. Egli fu poeta nella corte di Toscana, e morì all’improvviso
nel
settembre del 1700. I di lui melodrammi ebbero gr
ienna, ed Andrea Perrucci Siciliano autore della Stellidaura impressa
nel
1678 e cantata nella sala de’ vicerè in Napoli, e
nella sala de’ vicerè in Napoli, e dell’Epaminonda impresso e cantato
nel
1684. Laonde non ci tratterremo su tanti altri me
lle in Sciro del marchese Ippolito Ferrarese rappresentato in Venezia
nel
1663, nè sull’Attilio Regolo del Veneziano Matteo
nel 1663, nè sull’Attilio Regolo del Veneziano Matteo Noris impresso
nel
1693 in Firenze, i quali illustri nomi attendevan
conversione letteraria l’Amalasunta in Italia rappresentato in Parma
nel
1681. Nè passeremo oltre senza avere accennato ch
a poesia, come si vede nelle Pazzie per vendetta di Giuseppe Vallaro,
nel
Podestà di Coloniola, nelle Magie amorose del nom
e amorose del nominato Giulio Cesare Sorrentino vagamente decorato, e
nel
piacevole componimento allegorico di due parti la
scano compose le sue favole sul medesimo gusto. Lionardo de Lionardis
nel
1674 pubblicò il Finto Incanto, che è el Encanto
ncanto del medesimo Calderon. Il Canonico Carlo Celano nato in Napoli
nel
1617 e morto nel 1693, col nome di Ettore Calcolo
mo Calderon. Il Canonico Carlo Celano nato in Napoli nel 1617 e morto
nel
1693, col nome di Ettore Calcolona tradusse con l
Giuseppe di Vito Napoletano, Andrea Perrucci traduttore ed imitatore
nel
1678 del Convitato di pietra, ed Onofrio di Castr
lo a soggetto senza dialogo premeditato, come le cinquanta pubblicate
nel
1611 dal commediante Flaminio Scala. Ma l’Arlecch
ndeva rapidamente i suoi progressi. Laonde alla mancanza del concorso
nel
lor teatro pensarono i commedianti di riparare co
ademie letterarie de’ Rozzi e degl’ Intronati che tornarono a fiorire
nel
XVII secolo, quella brigata di nobili attori che
elebre cavalier Bernini nato in Napoli, e che fiorì in Roma dove morì
nel
1680, rappresentava egregiamente diversi comici c
amoso pittore e poeta satirico Napoletano Salvador Rosa morto in Roma
nel
1673, empì questa città non meno che Firenze di m
a copia e novità de’ sali, e per la naturalezza onde si fece ammirare
nel
carattere di Formica personaggio raggiratore come
eguito prese moglie e visse con decenza sino al 1685. Più ammirato fu
nel
medesimo Parigi l’ altro Napoletano Tiberio Fiori
esentazione di quest’originale Italiano”. Egli morì vecchio in Parigi
nel
1694, lasciando a un di lui figliuolo sacerdote i
i98. IV. Teatri materiali. Molti teatri si eressero in Italia
nel
XVII secolo da valorosi architetti; ma i più cons
va Giambatista Magnani l’architetto che vi fu impiegato, come leggesi
nel
trattato del Teatro, e nelle Lettere sopra la pit
attato del Teatro, e nelle Lettere sopra la pittura dell’Algarotti, e
nel
Discorso premesso alle sue tragedie dal chiar. Be
nella militare, il fe costruire d’ordine del duca Ranuccio I Farnese
nel
1618. Si aprì secondo la prima costruzione nel 16
uca Ranuccio I Farnese nel 1618. Si aprì secondo la prima costruzione
nel
1619, dedicandosi a Bellona e alle Muse, come leg
a 48 ha una scalinata di quattordici scaglioni e un gran palco ducale
nel
mezzo. Sopra di essa si alzano due magnifiche log
o di Fano. Un arco accompagnato a due lunghe rette laterali terminate
nel
proscenio formano la figura mistilinea di tal tea
a moderna; il proscenio per ogni lato ha due pilastri con una nicchia
nel
mezzo di essi colle figure di Pallade; e nel mezz
pilastri con una nicchia nel mezzo di essi colle figure di Pallade; e
nel
mezzo vi è scritto Theatrum Fortunæ. Si osserva d
pera di Carlo Fontana, e la sua figura inclina alla circolare, avendo
nel
maggior diametro piedi 52, e nel minore 48. Ha se
igura inclina alla circolare, avendo nel maggior diametro piedi 52, e
nel
minore 48. Ha sei ordini di palchetti; ma (dice l
ione di poterne fare neppure un cenno. Molti altri teatri si eressero
nel
medesimo secolo, e quasi ogni città n’ ebbe uno q
di Modena detto della Spelta, opera del cavalier Vigarani, distrutto
nel
1767: quello di Milano che s’incendiò pochi anni
na rifabbricato verso il 1670: quello di Marco Contarini in Piazzuola
nel
Padovano di tal vastità, che nel 1680 vi si vider
ello di Marco Contarini in Piazzuola nel Padovano di tal vastità, che
nel
1680 vi si videro girar nella scena tirate da sup
ottarono le stravaganze, e si perderono non poche bellezze. Nel Rosa,
nel
Viviani, nell’Agli, nel Ridolfi, nel Dati si ebbe
e si perderono non poche bellezze. Nel Rosa, nel Viviani, nell’Agli,
nel
Ridolfi, nel Dati si ebbero egregii attori accade
no non poche bellezze. Nel Rosa, nel Viviani, nell’Agli, nel Ridolfi,
nel
Dati si ebbero egregii attori accademici; si mand
nte l’una per l’altra. 75. Di essa si è fatta un’ edizione in foglio
nel
1726 colle annotazioni del dotto Anton Maria Salv
che è da vedersi però il precedente volume di quest’opera) shandì poi
nel
passato secolo e nel principio del presente ogni
il precedente volume di quest’opera) shandì poi nel passato secolo e
nel
principio del presente ogni legame di regolarità,
dersi Lorenzo Pignorio de Servis & eorum apud veteres ministeriis
nel
tomo III de’ Supplimenti di Giovanni Poleni alle
ipi di questa vergogna. E’ ciò in essi mala fede o ignoranza? Io avea
nel
fior degli anni miei inteso cantare per le chiese
scorso sulla Musica Italiana impresso colla Vita di Malherbe a Parigi
nel
1672. 92. Pinac. dell’Eritreo. 93. Vedi specia
fu il calcolo fattone da Giuseppe Notari citato dal chiar. Tiraboschi
nel
libro III del tomo VIII della sua Storia della Le
sublimi allori nell’erudizione e nell’eloquenza oratoria e poetica e
nel
formarsi un teatro regolare e ingegnoso, aspirò a
Anassimandri e Democriti, e n’ebbe una copiosa splendidissima schiera
nel
Porta, nel Galilei, nel Fontana, nel Borrelli, ne
i e Democriti, e n’ebbe una copiosa splendidissima schiera nel Porta,
nel
Galilei, nel Fontana, nel Borrelli, nel Cavalieri
, e n’ebbe una copiosa splendidissima schiera nel Porta, nel Galilei,
nel
Fontana, nel Borrelli, nel Cavalieri, nel Torrice
a copiosa splendidissima schiera nel Porta, nel Galilei, nel Fontana,
nel
Borrelli, nel Cavalieri, nel Torricelli, nel Vivi
ndidissima schiera nel Porta, nel Galilei, nel Fontana, nel Borrelli,
nel
Cavalieri, nel Torricelli, nel Viviani, nel Cassi
era nel Porta, nel Galilei, nel Fontana, nel Borrelli, nel Cavalieri,
nel
Torricelli, nel Viviani, nel Cassini, nel Castell
el Galilei, nel Fontana, nel Borrelli, nel Cavalieri, nel Torricelli,
nel
Viviani, nel Cassini, nel Castelli, nel Monforte,
el Fontana, nel Borrelli, nel Cavalieri, nel Torricelli, nel Viviani,
nel
Cassini, nel Castelli, nel Monforte, e in tanti a
el Borrelli, nel Cavalieri, nel Torricelli, nel Viviani, nel Cassini,
nel
Castelli, nel Monforte, e in tanti altri insigni
el Cavalieri, nel Torricelli, nel Viviani, nel Cassini, nel Castelli,
nel
Monforte, e in tanti altri insigni membri delle A
mi avvisi, compose verso la fine del XVI la sua Tomiri che s’impresse
nel
1607, regolare nella condotta e non ignobile nell
ondotta ed anche in parte per lo stile, la quale s’impresse in Napoli
nel
1603. Agostino Dolce fece imprimere nel 1605 la s
la quale s’impresse in Napoli nel 1603. Agostino Dolce fece imprimere
nel
1605 la sua Almida da me non veduta. Cataldo Moro
tra’ Minori Osservanti Riformati di San Francesco pubblicò in Bergamo
nel
1611 il Mortorio di Cristo con quattro tramezzi,
cristiano argomento, la Giustina in versi sciolti impressa in Milano
nel
1617, e l’Irene impressa in Napoli nel 1618 dedic
rsi sciolti impressa in Milano nel 1617, e l’Irene impressa in Napoli
nel
1618 dedicata alla città di Lecce58. Il conte Rid
18 dedicata alla città di Lecce58. Il conte Ridolfo Campeggi pubblicò
nel
1614 il Tancredi tragedia applaudita. Il cavalier
a. Il cavaliere Giambatista della Porta diede alla luce il suo Ulisse
nel
1614, nella quale dee lodarsi la scelta del prota
ne co’ Torrismondi e colle Semiramidi. Il suo Giorgio però s’impresse
nel
1611, e l’approvazione si ottenne nel 1610; anzi
Il suo Giorgio però s’impresse nel 1611, e l’approvazione si ottenne
nel
1610; anzi l’autore nel dedicarla a Ferrante Rovi
mpresse nel 1611, e l’approvazione si ottenne nel 1610; anzi l’autore
nel
dedicarla a Ferrante Rovito dice di averla compos
di più opere e traduttore de’ Caratteri di Teofrasto morto di anni 58
nel
1623 compose tre tragedie la Silandra, l’Alcippo
Forse in tal tragedia non sembrerà abbastanza verisimile che Gelendro
nel
giorno stesso che fa sì gran danno alla famiglia
dovè tornare indietro atterrito dalla gagliarda ripulsa che incontrò
nel
di lei coraggio, sia poi sì credulo che si faccia
o di figurare insieme col Torrismondo e colla Semiramide, come vedesi
nel
tomo II del Teatro Italiano? Seguirono alle nomin
el Chiabrera e dello Scamacca. Tiberio Gambaruti d’ Alessandria morto
nel
1623 pubblicò la Regina Teano: Filippo Finella fi
ubblicò la Regina Teano: Filippo Finella filosofo Napoletano pubblicò
nel
1617 la Cesonia e nel 1627 la Giudea distrutta da
o: Filippo Finella filosofo Napoletano pubblicò nel 1617 la Cesonia e
nel
1627 la Giudea distrutta da Vespasiano e Tito: Et
la sua tragedia la Carichia che uscì alla luce delle stampe in Napoli
nel
162759: il Luzzago pubblicò l’Edelfa nel 1627: il
luce delle stampe in Napoli nel 162759: il Luzzago pubblicò l’Edelfa
nel
1627: il Pistojese Francesco Bracciolini la Pente
orre Zoppio anche Bolognese fondatore dell’Accademia de’ Gelati morto
nel
1634, il quale mostrò troppo amore per le arguzie
commedia in versi di cinque, di sette e di nove sillabe, e s’impresse
nel
1598: ed il Pindaro di Savona Gabriele Chiabrera
Savona Gabriele Chiabrera pubblicò in Genova la sua tragedia Erminia
nel
1622, nella quale non rimane a veruno de’ precede
iani. Santa Sinforosa fu composta prima delle altre, e si rappresentò
nel
collegio Romano. Gian Vittorio Rossi conosciuto c
e conservò per molto tempo il nome di Sinforosa. Le altre due furono
nel
medesimo collegio con somma magnificenza e pari a
ure: ma il P. Galluzzi ne prese la difesa con certi Discorsi impressi
nel
1633 intitolati Rinnovazione dell’antica Tragedia
l conte Prospero Bonarelli gentiluomo Anconitano, la quale s’impresse
nel
1620, e fu dedicata a Cosimo II granduca di Tosca
impero; ma sventuratamente questo caro suo Selino si nasconde appunto
nel
da lei abborrito Mustafà; per la qual cosa ella d
imano avido di gloria e geloso della propria autorità e dell’ impero,
nel
cui animo facilmente allignano i sospetti, dipign
he sebbene sensibile alla sventura di Arena, ha pure il pubblico bene
nel
cuore, e mostra che se mancasse Arena (giacchè Li
r Merope, in tutto il dramma è sempre per Aristodemo. La riconoscenza
nel
Solimano avviene per l’arrivo improvviso di Aidin
er ordine dell’Ariano Leovigildo suo padre. S’impresse la prima volta
nel
1644, e poi di nuovo nel 1665 con un discorso in
vigildo suo padre. S’impresse la prima volta nel 1644, e poi di nuovo
nel
1665 con un discorso in sua difesa, nel quale ann
olta nel 1644, e poi di nuovo nel 1665 con un discorso in sua difesa,
nel
quale anno si recitò nel seminario Romano. Non ma
uovo nel 1665 con un discorso in sua difesa, nel quale anno si recitò
nel
seminario Romano. Non manca nè di regolarità nè d
onte Fulvio Testi, nato in Ferrara l’anno 1593 e trasportato a Modena
nel
1598, indi morto nella cittadella di tai città a’
sola d’ Alcina, e l’Arsinda non terminata. L’Isola d’ Alcina composta
nel
162663 è da comendarsi per la semplicità dell’azi
e il Paradiso perduto: il Radamisto di Antonio Bruno nato in Manduria
nel
regno di Napoli censore più volte e segretario de
Umoristi di Roma65: Ildegarde di monsignor Niccolò Lepori pubblicata
nel
XVII e reimpressa nel 1704 in Viterbo: la Belisa
ldegarde di monsignor Niccolò Lepori pubblicata nel XVII e reimpressa
nel
1704 in Viterbo: la Belisa tragedia di lieto fine
del cavaliere Napoletano Antonio Muscettola data alla luce in Genova
nel
1664, ed altamente comendata col nome di Oldauro
a nell’anno stesso in Lovano; e la di lui Rosminda impressa in Napoli
nel
1659 ed anche nella II parte delle sue poesie; ed
secolo col cardinal Delfino e col barone Caraccio. Fiorirono entrambi
nel
colmo della corruttela del gusto, entrambi se ne
de’ letterati del XVII. Finì di vivere il cardinale Giovanni Delfino
nel
1699, ed il barone di Corano Antonio Caraccio di
ni Delfino nel 1699, ed il barone di Corano Antonio Caraccio di Nardò
nel
1702. Scrisse il primo nella sua gioventù quattro
enerale applauso, e specialmente la prima, e s’ impressero in Utrecht
nel
1730 ed in Padova più correttamente nel 1733. Tut
a, e s’ impressero in Utrecht nel 1730 ed in Padova più correttamente
nel
1733. Tutti gli eruditi che hanno gusto tengono p
dino del lodato Caraccio, essendosi pubblicato la prima volta in Roma
nel
1694, cioè quattro anni dopo che ebbe dato fuori
del furto confessato da Sofronia per morire in di lei vece; il Porta
nel
suo Moro adoperò ingegnosamente l’artifizio e l’e
dell’Ariosto rinnovò tali gare e cangiamenti di nomi nell’Olimpiade e
nel
Ruggiero. Ma sono molti oggi, non dico i Metastas
più felici tragedie cristiane. 59. Vedasi di essa ciò che ne dicemmo
nel
tomo V p. 353 delle Vicende della Coltura delle S
CAPO I I. Tragedie reali. Risorgeva a gran passi
nel
cader del passato secolo il gusto della vera eloq
il gusto della vera eloquenza nelle contrade chiuse dalle Alpi; e già
nel
1690 de’ suoi allievi e proseliti potè in Roma fo
imento della tragedia italiana. L’onore di primo restauratore di essa
nel
nostro secolo debbesi senza dubbio al Bolognese P
ro secolo debbesi senza dubbio al Bolognese Pier Jacopo Martelli nato
nel
1665 e morto nel 1727 secondo l’epitafio fattogli
senza dubbio al Bolognese Pier Jacopo Martelli nato nel 1665 e morto
nel
1727 secondo l’epitafio fattogli dall’illustre ma
e più applaudite, come sono Perselide, Ifigenia in Tauri, Alceste, ma
nel
Procolo, nel Cicerone, nel Q. Fabio, nel Taimingi
ite, come sono Perselide, Ifigenia in Tauri, Alceste, ma nel Procolo,
nel
Cicerone, nel Q. Fabio, nel Taimingi &c. 37.
Perselide, Ifigenia in Tauri, Alceste, ma nel Procolo, nel Cicerone,
nel
Q. Fabio, nel Taimingi &c. 37. La semplicità
igenia in Tauri, Alceste, ma nel Procolo, nel Cicerone, nel Q. Fabio,
nel
Taimingi &c. 37. La semplicità della condotta
Tullio, Appio Claudio, Papiniano. La bella semplicità cui si attenne
nel
tesserle, piacque agli eruditi, e per questa part
r risalire i leggitori sino a’ costumi de’ remoti popoli della Grecia
nel
Palamede e nell’Andromeda; ma qual vantaggio pote
sue favole imitando l’arte di satireggiare di Euripide, specialmente
nel
Papiniano. Soprattutto si encomj col dotto critic
alla gioventù un solo scrittore per modello, alcuno non trovandosene
nel
suo genere sì compiuto che tutte contenga le perf
hese. Compose il primo cinque tragedie impresse in Napoli, cioè Bruto
nel
1723, Sofonisba e Virginia nel 1725, Sejano nel 1
ragedie impresse in Napoli, cioè Bruto nel 1723, Sofonisba e Virginia
nel
1725, Sejano nel 1729, ed Orazia che unita alle a
in Napoli, cioè Bruto nel 1723, Sofonisba e Virginia nel 1725, Sejano
nel
1729, ed Orazia che unita alle altre uscì nel 174
rginia nel 1725, Sejano nel 1729, ed Orazia che unita alle altre uscì
nel
1742. Vinse egli per gravità e per versificazione
, introduceva o faceva partire i personaggi senza perchè, trascorreva
nel
lirico, faceva versi stentati, imbrattava alcune
inusitate e scorrette. Più che altrove lo stile è affettato e lirico
nel
Sejano, le sentenze più ricercate che in Seneca,
e la descrizione delle arti degli ambasciadori nelle corti straniere:
nel
III l’ambasciata degnamente esposta da Celio: nel
le corti straniere: nel III l’ambasciata degnamente esposta da Celio:
nel
IV i gravi sentimenti di Furio che tenta di richi
Celio: nel IV i gravi sentimenti di Furio che tenta di richiamar Tito
nel
camin dritto: nel V i forti rimorsi di Tito diven
avi sentimenti di Furio che tenta di richiamar Tito nel camin dritto:
nel
V i forti rimorsi di Tito divenuto traditore, il
sino all’atto V tutto l’interesse, là dove l’Aretino che la fe morire
nel
III, lo divide fra lei ed il fratello. Rare volte
l’atto III, la notizia della pugna stabilita tra’ Curiazj e gli Orazj
nel
IV, di cui è conseguenza l’altra scena di Orazio
, al dire anche degli eruditi compilatori della Bibliotheque Italique
nel
tomo VII, i dotti vi presero tanto piacere a legg
Marchese, il quale dopo di aver governato da preside in Salerno entrò
nel
1740 tra’ Padri Gerolimini di Napoli e glorioso p
arcivescovato di Palermo e del vescovato di Lecce a lui offerti morì
nel
1753 ammirato per le sue virtù. Sin dalla prima g
olla scelta di ottimi argomenti per due sue favole impresse in Napoli
nel
1715, il Crispo e la Polissena. Non fu solo il Ma
ti. Meritò la di lui Polissena che da Pietro di Calepio si preferisse
nel
confronto a quella del La Fosse pel piano meglio
e cristiane impresse magnificamente in Napoli in due volumi in quarto
nel
1729. A ciascuna si premise un rame disegnato or
Manasse del Granelli egli ritrasse egregiamente un sovrano penitente
nel
suo Maurizio che accompagna degnamente l’Ermenegi
i? Irene torna coll’ infante; la madre vuole stringerselo al seno, ma
nel
fissarvi lo sguardo si avvede che non è il suo Er
rò che caratterizza singolarmente il suo pennello è il decoro serbato
nel
costume e la proprietà mirabile ne’ personaggi im
io Bruto recitata molte volte di seguito in Venezia con gran concorso
nel
teatro di San Samuele, oltre a i pregi generali d
olsero con sinceri encomj39. A chi è ignota la Merope del Maffei? Chi
nel
solo mentovarla non si sovviene di quel patetico
tere colle parole di Voltaire che i Francesi schivi non soffrirebbero
nel
lor teatro Ismene che parla della febbre di Merop
i essersi ornato delle sue principali bellezze seguendone le vestigia
nel
comporre la propria, manifestano vie più la prest
l Voltaire non ha difetti? Sovvenghiamoci di ciò che so n’è ragionato
nel
tomo precedente. I Francesi stessi ve ne riconobb
se Giampieri Cavazzoni Zanotti. La prima recitata con grande applauso
nel
1720 in Modena, in Ferrara, in Venezia, s’impress
uso nel 1720 in Modena, in Ferrara, in Venezia, s’impresse in Firenze
nel
1721 con una dissertazione dell’ab. Girolamo Leon
este . . .? Critolao . . .? No, Demonice. La Didone uscì in Verona
nel
1721, ma si dice nella dedicatoria alla marchesa
essersene prima fatta un’ altra edizione, ed in Bologna poi si stampò
nel
1724 colle rime dell’autore. Non cede questa trag
4 colle rime dell’autore. Non cede questa tragedia nella regolarità e
nel
colorito delle passioni alla Demodice; ma le sovr
esclusi i cori, e l’uso in seguito n’è passato quasi del tutto. Anche
nel
1721 s’impresse in Venezia l’Ezzelino del dottor
ta che sei versi soli recitati da Amabilia. Lo stesso autore pubblicò
nel
1725 Giocasta la giovane di scena mutabile, la cu
in Tebe, detta opera tragica, scritta in prosa e impressa in Venezia
nel
1722. Da tali favole trasse la sua tragedia il Ba
a tragedia il Baruffaldi, nè se ne infinse, ma ingenuamente l’accennò
nel
ragionamento che vi premise. Si osserva nella con
h’ella non dee ignorare. Viene con animo di dar la morte a Creonte, e
nel
darsi a conoscere ad Osmene manifesta il suo dise
è il di lei coraggio ed il disprezzo della morte in faccia di Creonte
nel
IV atto. Piace soprattutto nell’atto V la patetic
soprattutto nell’atto V la patetica separazione di Antigona e Osmene
nel
punto di esser ferita da Giocasta. Ella s’ intene
tile accoppia alla grandezza tragica verità e naturalezza senza cader
nel
basso. Ma, come bene osserva l’ab. Conti, si sfig
e nojose, la Temisto, la Penelope, e Salvio Ottone. Esse s’impressero
nel
1727 dal Comino in Padova, ma non parmi che siens
e al Salio ch’egli ne avesse disapprovato tacitamente ogni altra cosa
nel
Paragone della Poesia Tragica, e perciò nel 1738
citamente ogni altra cosa nel Paragone della Poesia Tragica, e perciò
nel
1738 produsse contro di quest’opera egregia il di
sempre eccellenti. Giovanni Leone Sempronj da Urbino produsse in Roma
nel
1724 la sua tragedia il Conte Ugolino. La Morte d
imere in Lucca il Diodati. Il marchese Gorini Corio stampò in Venezia
nel
1733 il suo Teatro Tragico e Comico col trattato
Vicentino scrisse la Congiura di Bruto figliuolo di Cesare pubblicata
nel
1733 in Vicenza, la quale secondo il conte Mazzuc
gedia. Il P. Giovanni Antonio Bianchi minore osservante nato in Lucca
nel
1686 e morto in Roma nel 1758, conosciuto per gli
onio Bianchi minore osservante nato in Lucca nel 1686 e morto in Roma
nel
1758, conosciuto per gli sforzi perduti contro la
e pel libro de’ vizj e de’ difetti del moderno teatro uscito in Roma
nel
1753, pubblicò sotto il nome Arcadico di Lauriso
n Roma nel 1753, pubblicò sotto il nome Arcadico di Lauriso Targiensé
nel
1761 in quattro volumi dodici tragedie regolari,
id, Gionata, Virginia. Recitavansi in un teatrino, che ancor sussiste
nel
convento di Orvieto, da’ suoi studenti con grandi
. Il P. Bonaventura Antonio Bravi Veronese pur minore osservante nato
nel
1693 e morto verso il 1773 diede alla luce cinque
l 1773 diede alla luce cinque tragedie. Il suo Orazio uscì in Venezia
nel
1742, e si ristampò in Verona nel 1762 con molte
edie. Il suo Orazio uscì in Venezia nel 1742, e si ristampò in Verona
nel
1762 con molte mutazioni e col titolo Orazio in C
mutazioni e col titolo Orazio in Campo; Sulmone pubblicata in Venezia
nel
1746 si reimpresse in Firenze nel 1756; Irene del
ampo; Sulmone pubblicata in Venezia nel 1746 si reimpresse in Firenze
nel
1756; Irene delusa uscì in Verona nel 1747; Costa
l 1746 si reimpresse in Firenze nel 1756; Irene delusa uscì in Verona
nel
1747; Costantino quivi parimente s’ impresse nel
elusa uscì in Verona nel 1747; Costantino quivi parimente s’ impresse
nel
1748, ed un altro Costantino differente dal primo
altro Costantino differente dal primo venne alla luce anche in Verona
nel
1752, e la seconda volta nel 1764. Il signor Bicc
al primo venne alla luce anche in Verona nel 1752, e la seconda volta
nel
1764. Il signor Bicchierai produsse in Firenze du
nor Bicchierai produsse in Firenze due tragedie regolari e giudiziose
nel
1767, la Virginia, e la Cleone precedute da alcun
tiche ricchezze, si vide obbligato ad imprimere il Demetrio in Padova
nel
1749 con correzione e magnificenza, dopo di esser
to nelle Novelle letterarie di Venezia del Berno librajo Veronese che
nel
1745 su di un esemplare non ritoccato nè concesso
so dall’ autore l’avea prodotto. In seguito s’impresse anche in Lucca
nel
1766 nella Biblioteca Teatrale. L’autore la chiam
el vero non è istorica, eccetto che nell’àncora naturalmente impressa
nel
corpo de’ Seleucidi42 dal Varano adoperata nel ri
naturalmente impressa nel corpo de’ Seleucidi42 dal Varano adoperata
nel
riconoscimento. Le scene sono tutte concatenate a
! Fui da’ nemici Salvato, fui nutrito, e dalla madre Son trafitto
nel
cor. Tu mi accusasti Che di Seleuco io meditai
figlio, e ne manda a sospendere l’esecuzione. L’agitazione di Seleuco
nel
dubbio che il soldato non giunga a tempo per impe
ivace de’ caratteri non discordano dal Demetrio tanto nell’Agnese che
nel
Giovanni di Giscala tiranno del tempio di Gerusal
ta al pontefice Benedetto XIV, e s’impresse splendidamente in Venezia
nel
1754, ornata in ciascun atto di alcune medaglie b
i della distruzione di Gerusalemme, ed a varie circostanze rammentate
nel
dramma. Notabile in esso è la dipintura della fer
Regolarità, interesse, giudizio nella traccia della favola, destrezza
nel
colorire i caratteri, gran sentimenti, nulla a lu
nza dello stile naturalmente bello e poetico, ricco nella frase, puro
nel
linguaggio, grande sempre, sempre elegante, e for
i teatri, fece che ne fossero escluse, e che si rappresentassero solo
nel
collegio di San Luigi di Bologna nel 1732 e ne’ d
, e che si rappresentassero solo nel collegio di San Luigi di Bologna
nel
1732 e ne’ due seguenti anni, e si ripetessero in
scolta, e danno luogo alla bella descrizione del pericolo di Evilmero
nel
bosco e del combattimento di Giosia colla fiera.
erace divinità; ma anche in ciò il Granelli fu preceduto dal Marchese
nel
suo Maurizio. L’agnizione di un figlio di Manasse
an parte del bello di questa tragedia. L’ artifizio usato felicemente
nel
supporre prima dell’azione dato in sogno il divin
e disviluppar questo nodo danno indizio di qualche intrinseco difetto
nel
piano. Previde il degno autore l’opposizione che
ra maggior luce dall’amico Eumene, non avrebbe egli mostrato costanza
nel
carattere e minorato il suo pericolo? Egli è vero
di Jefte, la grandezza de’ sentimenti di Seila, sostengono la favola
nel
medesimo vigore. Ma nel IV (quando dovrebbe cresc
de’ sentimenti di Seila, sostengono la favola nel medesimo vigore. Ma
nel
IV (quando dovrebbe crescere) già prende un aspet
e di Persia, le quali colla traduzione della Roma Salvata stamparonsi
nel
1771 in Bassano, ma si diedero al teatro in diver
assano, ma si diedero al teatro in diversi tempi, la prima in Bologna
nel
1747, e le altre in Parma tra il 1752 e 175746. L
nto più di quello del Gionata. Il fondo istorico dell’azione consiste
nel
perdono dato ad Atene da Demetrio, ma nel disvilu
torico dell’azione consiste nel perdono dato ad Atene da Demetrio, ma
nel
disviluppo prende la favola il portamento del Cin
, l’Areopago, Atene. Timandro non dovea fremere all’udirli? Ottimo
nel
principio dell’atto III è il contrasto che si amm
nzio, piacque ad un’ altra schiera di letterati di recare esattamente
nel
nostro idioma le più applaudite e felici tragedie
lla Biblioteca teatrale di Lucca l’anno 1762, e fra i di lui opuscoli
nel
178148. Non ha poco contribuito ad inspirar fra n
eal programma per tutto l’anno 1782, cinque sole meritarono la corona
nel
certame Parmense. Ottenne la prima nel concorso d
nque sole meritarono la corona nel certame Parmense. Ottenne la prima
nel
concorso del 1772 la Zelinda tragedia del conte C
tonio Magnocavallo di Casal-Monferrato. Non si premiò tragedia alcuna
nel
1773; ma nel seguente anno conseguì la prima coro
vallo di Casal-Monferrato. Non si premiò tragedia alcuna nel 1773; ma
nel
seguente anno conseguì la prima corona il Valsei,
vallo, il quale è pure autore di una Sofonisba pubblicata in Vercelli
nel
1782. Il più accigliato censore non negherà che t
giudizio composero le loro tragedie Carl’ Antonio Monti, che pubblicò
nel
1760 in Verona il Servio Tullio; il conte Gugliel
el 1760 in Verona il Servio Tullio; il conte Guglielmo Bevilacqua che
nel
1766 impresse Arsene ben condotta e ben verseggia
autore di Telane ed Ermelinda, di Ariarate, e de’ Longobardi impressa
nel
1769; il dottor Willi che scrisse Idomeneo; il si
Pompei che diede alle stampe un’ Ipermestra, e la Calliroe pubblicata
nel
1769; il conte Paradisi che compose gli Epitidi;
gli Epitidi; ed il cavaliere Durante Duranti che pubblicò in Brescia
nel
1768 la Virginia. Io non preferirei questa traged
roso. Virginio nell’atto III parla con eroica grandezza al Decemviro:
nel
V la di lui difesa contro l’impostura di Marco è
i difesa contro l’impostura di Marco è sobria e giudiziosa: patetiche
nel
medesimo sono l’espressioni di Virginia: buono il
’ personaggi che imita. Prima del Pindemonte avea in Lucca pubblicato
nel
1773 un altro Ulisse il dottore Francesco Frances
a il Coreso. Il di lui Ulisse destinato al concorso di Parma intimato
nel
1771 non si ristrigne, come quello del Pindemonte
suo figlio non conosciuto. Parve all’erudito autore, e se ne dichiarò
nel
discorso fatto all’Accademica Deputazione Parmens
i tragedia del conte Paolo Emilio Campi Modenese s’impresse in Modena
nel
1774, e si era rappresentata con grande applauso
presse in Modena nel 1774, e si era rappresentata con grande applauso
nel
teatro di corte la primavera dell’anno precedente
e scene dell’atto III sono impiegate negli amori di Cauno ed Idotea e
nel
disegno di Mileto su di costei dalla quale è odia
ama di nuovo verso di se l’ attenzione e l’interesse. Uscì in Bergamo
nel
1778 Calto tragedia del P. Giuseppe Maria Salvi s
raggi di luna cadente &c. proprie del Celtico Poeta, come si vede
nel
racconto che fa Calto della visione avuta. Ma nel
Poeta, come si vede nel racconto che fa Calto della visione avuta. Ma
nel
rimanente lo stile rassomiglia a quello delle nos
uoni, perchè le maniere e le formole de’ popoli cacciatori introdotti
nel
Calto dovrebbero esser sempre di molti gradi lont
icesi che abbia composte altre tragedie ancora) non avesse dimostrato
nel
Calto ingegno atto a riescire in questo genere, a
e degli esteri è una condanna del suo dramma. Si pubblicò in Bassano
nel
1779 Ugolino Conte de’ Gherardeschi tragedia senz
no. Niccolò Crescenzio regio professore di filosofia in Napoli che
nel
1727 produsse il Coriolano tragedia languida e re
cavaliere Scipione Cigala autore di una Cleopatra stampata in Napoli
nel
1736, mentovata nel supplemento della Drammaturgi
Cigala autore di una Cleopatra stampata in Napoli nel 1736, mentovata
nel
supplemento della Drammaturgia dell’Allacci e ono
to e poeta latino50: il P. Serafino Giustiniani Genovese che impresse
nel
1751 il Numitore riuscita sulle scene, mal grado
o autori di alquante tragedie regolari: il conte Alessandro Verri che
nel
1779 impresse in Livorno col modesto titolo di Te
ere Giovanni Greppi fervido e pronto d’ingegno ha prodotto in Venezia
nel
1787 due volumi di Capricci Teatrali, ne’ quali t
Giulio Sabino e la sua sposa ardiscano penetrare con poco scorgimento
nel
palazzo d’un imperadore Romano loro nemico, ed av
natore Marescalchi di Bologna diede alla luce delle stampe in Bassano
nel
1788 una tragedia di Antonio e Cleopatra, di cui
sseremo nonpertanto che la scena dell’atto IV di Cleopatra ed Ottavio
nel
tempio, in cui ella coll’ idea di adescarlo al su
elfino. Il nobile autore de’ Baccanali tragedia pubblicata in Venezia
nel
1788, colla regolarità della condotta, colla forz
za nelle circostanze, maggior cura in certe espressioni, più attività
nel
capo de’ ribelli nella tragedia de’ Coloni, megli
lle il sig. Borsa con Agamennone e Clitennestra pubblicata in Venezia
nel
1786 dare a un argomento mille volte trattato e b
. Il sig. Biamonti seguendo le tracce di Euripide ha prodotta in Roma
nel
1789 un’ Ifigenia in Tauri, uno de’ due argomenti
scioglimento naturale della favola senza l’intervento di una machina;
nel
che però non sembra ideato con tutta l’arte quest
però non sembra ideato con tutta l’arte questo comodo arrivo di Reso
nel
punto stesso che Oreste è per cadere sotto la sac
logna dobbiamo Carlo I Re d’Inghilterra tragedia pregevole pubblicata
nel
1783, in cui non si ripete qualche argomento grec
li. Ei presenta in un medesimo quadro Carlo magnanimo e sensibile che
nel
gran passaggio dal soglio al patibolo trafitto da
atrimonio con Elgiva sua cugina. In tal favola, che ha un coro mobile
nel
I, II e IV atto, e non nel terzo, è notabile la f
gina. In tal favola, che ha un coro mobile nel I, II e IV atto, e non
nel
terzo, è notabile la franca dipintura d’ un impos
risse Dara. Dalla storia Romana prese un argomento nuovo per la scena
nel
Sepolcro della libertà, ossia Filippi, cui i legg
favola inglese interrompono il buono effetto dell’italiana. L’autore
nel
tessere la sua tela non ha potuto nell’atto V ser
e autore immaginata l’interessante tragedia Romeo e Adelinda impressa
nel
V volume del suo Teatro nel 1788, e rappresentata
ssante tragedia Romeo e Adelinda impressa nel V volume del suo Teatro
nel
1788, e rappresentata con pieno applauso in Bolog
el suo Teatro nel 1788, e rappresentata con pieno applauso in Bologna
nel
palazzo del chiar. marchese Albergati che vi sost
istodemo, e Galeotto Manfredi Principe di Faenza. S’impresse la prima
nel
1786, e si recitò in Parma con pieno applauso in
Zanarini. L’argomento è quello stesso che Pausania suggerì al Dottori
nel
secolo passato; ma ciò che formò l’azione del pri
i appariscono e parlano realmente, come anche il genio di Marco Bruto
nel
Filippi del conte Pepoli: ma nell’Aristodemo, com
di Marco Bruto nel Filippi del conte Pepoli: ma nell’Aristodemo, come
nel
Serse del Bettinelli, il simolacro che adombra i
ermò il fattore di Colpi d’occhio che tal favola è piena di atrocità,
nel
che s’inganna o mentisce, mentre eccetto il suici
a favola che esprime con tanta forza il terrore tragico, come si vede
nel
terribil racconto della scena 4 dell’atto I, nel
ragico, come si vede nel terribil racconto della scena 4 dell’atto I,
nel
congedo di Cesira e Aristodemo della 3 dell’atto
era quel giorno, Che passò nella tomba. I suoi capelli Aggruppati
nel
sangue e nella polve A rovescio gli cadono sul
4. La condotta è regolare; interessanti ognuno per se e tutti insieme
nel
contrasto sono i caratteri di Manfredi, Elisa, Ma
I la 2 di Manfredi co’ suoi cortigiani, e la 3 di Ubaldo e Manfredi;
nel
II la 2 in cui si dipinge felicemente la tenerezz
edi; nel II la 2 in cui si dipinge felicemente la tenerezza di Elisa;
nel
III la riconciliazione di Matilde e Manfredi col
iazione di Matilde e Manfredi col congedo che viene a prendere Elisa;
nel
IV gli affetti del virtuoso Ubaldo che si allonta
nel IV gli affetti del virtuoso Ubaldo che si allontana dalla corte;
nel
V la tenerezza di Manfredi che ordina che si rich
pubblicate dall’impressore Graziosi di Venezia raccolte in tre volumi
nel
1785: Filippo, Polinice, Antigone, Virginia, Agam
a mancanza degli articoli più volte &c. Non saprei che desiderare
nel
rassomigliante ritratto del geloso inumano simula
moro, e ti perdono. Antigone. Di questa tragedia recitata in Roma
nel
1782 m’incresce singolarmente l’introduzione priv
primo monologo. Antigone si accinge contro del regio divieto ad andar
nel
campo per bruciare il corpo insepolto di Polinice
ella favola, l’ondeggiamento circospetto e picciolo del Popolo Romano
nel
giudizio, l’impunita tirannide minacciosa ancor d
nestra all’esecrabile assassinamento con latenti insinuazioni, mostra
nel
sig. Alfieri un filosofo teatrale che sa le vie o
a nel sig. Alfieri un filosofo teatrale che sa le vie onde si penetra
nel
fondo del cuor dell’uomo. Egisto inspira per grad
enta. Soprattutto nell’ atto V lodevolissimo è il trasporto di Oreste
nel
trucidar Egisto, col quale si colorisce egregiame
e sostituito alla gemma del Maffei. L’incontro di Polidoro con Egisto
nel
punto in cui è esposto al furore di Merope che lo
ai più l’imitar la scaltrezza filosofica dell’Alfieri nell’investigar
nel
cuore umano le arcane sorgenti degli affetti. Mil
ine e commedie lagrimanti. Non ha l’Italia ricusato di accogliere
nel
suo recinto di simili merci oltramontane, fossero
ute varie tragedie cittadine simili a quella del dottor Simoni uscita
nel
1787 Lucia e Melania, e più d’una commedia lagrim
el suo destino, e Nancy, ossia la Vanità dell’umana fermezza. Osservo
nel
Don Alonso molti requisiti che possono giustifica
che si oppone all’effetto della compassione che si vuole eccitare. Ma
nel
Gernand raffiguro una commedia lagrimante piena d
o’ secentisti, dalle cui macchie egli seppe preservarsi ancor vivendo
nel
loro secolo. Ma di ciò in altro tempo. 36. Scris
Messer Stucco a Messer Cattabrighe. Favellò contro del secondo spesso
nel
suo Dialogo sopra la Tragedia antica e moderna in
una testimonianza onorevole dell’ immortale Alessio Simmaco Mazzocchi
nel
capo I del dottissimo suo comentario dell’Anfitea
Dent Itali (diceva il P. La Sante in una orazione impressa in Parigi
nel
1728, in cui volea pur mostrare la superiorità de
ella porta della Cattedrale per onorarne la memoria. 42. V. Giustino
nel
libro XV delle sue Storie. 43. L’istesso suo deg
ndo la moda de’ nostri conosciuti plagiarj di mestiere. 46. L’autore
nel
Discorso del Teatro Italiano ci fa sapere che il
Italiano ci fa sapere che il Demetrio si rappresentò anche in Venezia
nel
1758, il Gionata altre volte ancora, ed il Serse
enezia nel 1758, il Gionata altre volte ancora, ed il Serse in Verona
nel
1767 da’ cavalieri e vi sostenne la prima parte i
che ripetono le altrui voci senza afferrarne le idee. 50. Si trova
nel
libro III de’ di lui versi latini impressi nel 17
e idee. 50. Si trova nel libro III de’ di lui versi latini impressi
nel
1742: Scipio hic est; non is quo victa est Afr
s. 51. Non si vogliono però obbliare le tragedie latine composte
nel
presente secolo per lo più da’ gesuiti, cioè: l’
’ gesuiti, cioè: l’ Ermenegildo di Marcantonio Ducci impresso in Roma
nel
1707; Stanislao Kostka di Giovanni Lascari quivi
Danimarca; le sei tragedie latine del dotto Carpani stampate in Roma
nel
1745; e l’Epaminonda di Giovanni Spinelli di Napo
anifestata la cagione? Certo è però che dopo l’ultima favola coronata
nel
concorso del 1778 (recitata poi nel 1781) S.A.R.
che dopo l’ultima favola coronata nel concorso del 1778 (recitata poi
nel
1781) S.A.R. degnò dichiararsi Capo di essa, e su
ono i Greci nell’adottarne le favole? L’ebbe il chiar. Bettinelli che
nel
Discorso del Teatro Italiano si pregiava di segui
oni, cioè la Merope del Maffei ridotta in prosa con pessimo consiglio
nel
1772, ed il di lui Teodosio pubblicato nel 1773 s
rosa con pessimo consiglio nel 1772, ed il di lui Teodosio pubblicato
nel
1773 scritto in prosa frammischiata di frequenti
? Finalmente tralasciamo il quarto Corradino non recitato ma stampato
nel
dicembre del 1789 dal noto avvocato don Francesco
ocato don Francesco Mario Pagano di Brienza: il di lui Gerbino uscito
nel
1787 recitato tre sere da’ comici Lombardi di Nap
ci affrettiamo a parlare di queste tre tragedie, sapendo che l’autore
nel
tempo della pubblicazione del Gerbino pensò ad ac
schinità del teatro francese. Giovanni Mairet nato in Besanzone
nel
gennajo del 1604, e quivi morto nel gennajo del 1
Giovanni Mairet nato in Besanzone nel gennajo del 1604, e quivi morto
nel
gennajo del 1686, studiando i tragici italiani, d
per tanto le tre unità1; ed il popolo nella rappresentanza seguitane
nel
1629, ad onta de’ difetti che vi notò, e della de
gedie non molto inferiori alla Sofonisba, le quali si rappresentarono
nel
1630, cioè la Cleopatra favola ben condotta, ed i
ZIONE V** Pratica di Giovanni Racine. Racine nato in Fertè-Milon
nel
dicembre del 1639 e morto in Parigi nell’aprile d
no; ed egli avea ragione. Quindi veniva la facilità mirabile che avea
nel
verseggiare (facilità ignorata dall’imperito cian
ine apprese tal pratica da Menandro, il quale (come abbiamo osservato
nel
tomo I di questa istoria) non cominciava a compor
DDIZIONE VI* Marianne di Tristano Eremita. Tristano Eremita nato
nel
1601 e morto nel 1635, mentre nell’inverno del 16
ianne di Tristano Eremita. Tristano Eremita nato nel 1601 e morto
nel
1635, mentre nell’inverno del 1636 si rappresenta
il commediante Mondori declamò con tal vigore ed energia, che offeso
nel
petto si rendette inabile a più comparire in teat
specialmente ne’ primi tre atti, un languore mortale. A un tratto poi
nel
quarto si enuncia la morte di Pisistrato, di cui
o ateniese: e svelare l’inutile arcano. Tutto potrebbe condonarsi, se
nel
dramma poi dominasse minor noja, freddezza, e lan
iscono con andarsene uniti. Il Riccoboni però ci assicura che Moliere
nel
Dispetto imitò anche un’ altra commedia italiana
ta che monta per una vite su di una finestra di una donna, ha dipinto
nel
secolo decimottavo anche il napoletano Pietro Tri
Ne convengono col Baile (Diz. Crit. art. Poquelin. Nota I.) Leris
nel
Dizionario de’ Teatri di Parigi, e l’ab. Dubos me
e La Grange-Chancel. Antonio La Fosse detto d’Aubigny nato in Parigi
nel
1653 e morto a’ 2 di novembre del 1708 corse la c
la lettura degli antichi Greci e Latini fe rappresentare ed imprimere
nel
1696 Polissena sua prima tragedia applaudita e ri
n saggio più vigoroso, più deciso de’ tragici suoi talenti, e svegliò
nel
pubblico e ne’ posteri viva brama, che egli avess
ra tragedia regolare sul fatto delle Danaidi. La Grange-Chancel nato
nel
1678 e morto nel 1758 scrisse varie tragedie in i
are sul fatto delle Danaidi. La Grange-Chancel nato nel 1678 e morto
nel
1758 scrisse varie tragedie in istile per altro d
pe da lui appropriata a’ personaggi della storia di Egitto. Si recitò
nel
1701. ADDIZIONE XII* Ifigenia in Tauride.
IONE XII* Ifigenia in Tauride. Intanto Guymond de la Touche nato
nel
1729 in Châteu-Roux nel Berri, e morto nel 1760 i
auride. Intanto Guymond de la Touche nato nel 1729 in Châteu-Roux
nel
Berri, e morto nel 1760 in Parigi compose una Ifi
Guymond de la Touche nato nel 1729 in Châteu-Roux nel Berri, e morto
nel
1760 in Parigi compose una Ifigenia in Tauride, n
avo del Piron: Zuma del Le Feuvre. Alessio Piron nato in Digione
nel
1689 e morto in Parigi nel gennajo del 1755, fral
Feuvre. Alessio Piron nato in Digione nel 1689 e morto in Parigi
nel
gennajo del 1755, fralle altre specie drammatiche
, coltivò la tragica poesia, e diede al teatro francese il Callistene
nel
1730, tragedia di semplice viluppo, che punto non
lle scene, e non vi tornò a comparire; il Gustavo Wasa più complicata
nel
1733, che ebbe venti rappresentazioni successive,
endosi sempre con ugual successo; ed il Fernando Cortes rappresentata
nel
1744 senza applauso. Il credito dunque di uno de’
iletto dell’uditorio, ed il trionfo della virtù, come appunto avviene
nel
Gustavo. Intorno al 1777 o 1798 si produsse con a
icomparire sempre con egual diletto, e vi si è rappresentata di nuovo
nel
1793. E’ una dipintura de’ costumi selvaggi e spa
IV* Beverlei del Saurin. Bernardo Giuseppe Saurin parigino nato
nel
maggio del 1706 e morto nel novembre del 1781, ol
Bernardo Giuseppe Saurin parigino nato nel maggio del 1706 e morto
nel
novembre del 1781, oltre delle riferite tragedie
non appartiene all’originale, che si recitò la prima volta in Londra
nel
1753. L’ab. Prevôt lo tradusse in francese intito
tradusse in francese intitolandolo le Joueur che si stampò in Parigi
nel
1762. Il Socrate &c. ADDIZIONE XV* Su i d
vagante Giornata pazza, ovvero il Matrimonio di Figaro, rappresentata
nel
1784, la quale dopo settantacinque rappresentazio
a i Figliuoli ingrati commedia, che poi intitolò la Scuola de’ Padri,
nel
1728, che non ebbe quel felice successo, che prom
e cadde affatto, ed appena potè il poeta consolarsi coll’applauso che
nel
medesimo teatro ottenne per la sua pastorale le C
ingegnosa, piacevole, spiritosa, e regolare, che appena rappresentata
nel
1738 con invidiabile applauso si noverò per una d
Commedie del Gresset. Glambatista Luigi Gresset nato in Amiens
nel
1709 e quivi morto a’ 16 di giugno del 1777, l’au
dal costume francese. Pubblicò la commedia del Mèchant rappresentata
nel
1740 con moltissimo applauso. Scriste poi altre d
a della favola. Questa commedia si è di nuovo rappresentata in Parigi
nel
1793. ADDIZIONE XX* Commedie piacevoli del Sa
a quindici anni fa in circa, vuolsi (se non s’ingannò chi vide Parigi
nel
1787, e e nel 1792, e mel riferì con asseveranza)
i fa in circa, vuolsi (se non s’ingannò chi vide Parigi nel 1787, e e
nel
1792, e mel riferì con asseveranza) che oggi sia
mitologico non soggetto a regolarità ed a verisimiglianza. In Francia
nel
XVII secolo ed in questo che cade hanno continuat
i Quinault, e l’ultima recita dell’Armida colla musica di Lulli seguì
nel
dicembre del 1764 col solito applauso e concorso;
di drammi musicali de’ nostri giorni. Egli seppe adattare alla musica
nel
1772 l’Ifigenia di Racine, e l’inviò al cav. Gluc
l’uditorio lo scioglimento. “Senza il soccorso delle macchine (dicesi
nel
Mercurio del maggio di quell’anno) senza l’interv
iandio i ritratti dipinti de’ più celebri drammatici della nazione; e
nel
Foyer architettato con magnificenza vi sono collo
ad esse opposte, e formano altrettanti portici aperti. Tre di questi
nel
mezzo comunicano alla principale scalinata, e i d
sto argomento, e si scriva la presente addizione. 1. Oltre a ciò che
nel
tomo precedente si è detto della Marianna del Dol
e da don Joseph suo fratello, e impresse in Madrid per Maria Quiñones
nel
medesimo anno 1636, non trovandosi tralle dodici
fosse approfittato o della Marianne di Hardy, rappresentata in Parigi
nel
1610, o di quella di Tristan, che fece recitare e
I. La Poesia Drammatica a imitazione degli antichi rinasce in Italia
nel
Secolo XIV. L’amor delle scienze e la delicate
arle. Ebbe appena Dante in Italia (come fece Omero in grecia ed Ennio
nel
Lazio) innalzata e arricchita la lingua italiana
no Mussato, nato all’anno 1261 come prova l’abate Tiraboschi, e morto
nel
1330, ci fa sapere che nel 1300 già comunemente s
261 come prova l’abate Tiraboschi, e morto nel 1330, ci fa sapere che
nel
1300 già comunemente si scriveano nell’Italia in
teatri123. Erano dunque già comuni in Italia i divertimenti teatrali
nel
1300, cioé prima del 1304 quando nella Toscana, e
li nel 1300, cioé prima del 1304 quando nella Toscana, e propriamente
nel
borgo San Priano si fece la rappresentazione sacr
ella di Roscio, a cui lo comparava per la dottrina e per l’eccellenza
nel
rappresentare127. Pier Paolo Vergerio il vecchio,
Petrarca, né un Vergerio. Essi ignoravano, dice M. De Fontenelle, che
nel
Mondo eranvi una volta stati greci e latini. Le l
venzali il pontefice Bonifacio VIII. Batista Parasols Limosino, morto
nel
1383, scrisse cinque tragedie contro Giovanna I c
esentazioni sacre in Alemagna. Varie cronache rapportate dal Menkenio
nel
tomo II e III degli scrittori delle cose germanic
ingia assistette a una rappresentazione delle dieci vergini mentovate
nel
vangelo, fatta pubblicamente da’ preti della citt
ate nel vangelo, fatta pubblicamente da’ preti della città d’Eisenach
nel
1322, quindici giorni dopo Pasqua. Anche in quest
e non soffrivano che altri se ne ingerisse. Gli studenti di San Paolo
nel
1378 presentarono una supplica a Riccardo II affi
om. IV lib. III cap. III § XXVII pag. 342, e 343. 124. Il Tiraboschi
nel
tomo IV lib. III cap. III § XXVI pag. 340 e seq.
ndo il passo di Giovanni Villani, non trova ombra di azion drammatica
nel
di lui racconto, ma bensì vi scorge un popolare s
, che le rappresentazioni de’ sacri misteri ed altre pie farse, fatte
nel
XIII e XIV secolo, fossero state quasi tutte mute
odoro, Terenzio, Annibal Caro, Sforza Oddi, e Giambatista della Porta
nel
Moro e nella Sorella. Non sono le lagrime che ren
e Collet. Nivelle de la Chaussèe nato in Parigi l’anno 1691 e morto
nel
1754 maneggiò questo genere qualche volta felicem
le fate e delle trasformazioni. Francesca di Graffigny nata in Nansi
nel
1695 e morta in Parigi nel 1758 diede al pubblico
oni. Francesca di Graffigny nata in Nansi nel 1695 e morta in Parigi
nel
1758 diede al pubblico Cenia sotto il titolo di p
e. Non mancando d’interesse ed essendo stata rappresentata assai bene
nel
1750, malgrado di essere sfornita di veri colori
mporre la sua Nanina commedia tenera in tre atti. Essa si rappresentò
nel
1748 la prima volta a Versailles; ma secondo il G
ontuttociò le passioni hanno maggior forza nella Pamela: il contrasto
nel
cuore di Milord dell’amore e della nobiltà più vi
Carlo Collèt segretario e lettore del duca d’Orleans nato in Parigi
nel
1709 è uno de’ Francesi che conservarono la giust
di date dal Palissot alla commedia Dupuis et des Ronais rappresentata
nel
1763, possiamo noverarla tralle commedie tenere n
il sig. Collè ha non di rado manifestato disprezzo».«Questa favola è
nel
gusto delle commedie di Terenzio, i sentimenti so
ittadina e della commedia piangente. Nella sua dissertazione inserita
nel
tomo III della Raccolta della sua Accademia della
troviamo tra’ buoni comici ne’ primi lustri del XVIII Du Fresny nato
nel
1648 e morto nel 1724, il quale dopo di aver lavo
oni comici ne’ primi lustri del XVIII Du Fresny nato nel 1648 e morto
nel
1724, il quale dopo di aver lavorato per l’antico
tati palesando il poeta. Filippo Nericault des Touches nato in Tours
nel
1680 e morto nel 1754 le cui commedie cominciaron
poeta. Filippo Nericault des Touches nato in Tours nel 1680 e morto
nel
1754 le cui commedie cominciarono a rappresentars
l 1680 e morto nel 1754 le cui commedie cominciarono a rappresentarsi
nel
1710, possiede arte e giudizio, ed anche spirito
commediografo pregevole. Cristofaro Bartolommeo Fagan nato in Parigi
nel
1702 e morto nel 1755 dotato di facilità e di nat
gevole. Cristofaro Bartolommeo Fagan nato in Parigi nel 1702 e morto
nel
1755 dotato di facilità e di naturalezza nel gene
Parigi nel 1702 e morto nel 1755 dotato di facilità e di naturalezza
nel
genere comico, ma dalle strettezze obligato a scr
on regolarità in ottimo stile, la sua riputazione maggiore. Avea però
nel
1728 prodotta la commedia i Figliuoli ingrati che
a di provincia ch’egli non conosce se non per le di lei poesie recate
nel
Mercurio. Egli prevede che da questo matrimonio n
loso disingannato rimasto al teatro. Le Sage nato a Ruys in Brettagna
nel
1677 e morto nel 1747 scrisse la graziosa commedi
rimasto al teatro. Le Sage nato a Ruys in Brettagna nel 1677 e morto
nel
1747 scrisse la graziosa commedia Turcaret, e la
vole Crispino rivale del padrone. Giambatista Rousseau nato in Parigi
nel
1669 e morto nel 1740 pubblicò l’Adulatore ed il
ale del padrone. Giambatista Rousseau nato in Parigi nel 1669 e morto
nel
1740 pubblicò l’Adulatore ed il Capriccioso, comm
atteri felicemente espressi. Giambatista Luigi Gresset nato in Amiens
nel
1709, e quivi morto a’ 16 di giugno del 1777 auto
al costume francese) pubblicò il Mechant buona commedia rappresentata
nel
1740 con molto applauso. Vi si dipinge un Malvagi
scondono un cuore il più nero e la più raffinata empietà. Il Voltaire
nel
Pauvre Diable poco bene affetto a Gresset pretend
ltima scena dell’atto IV contiene lo stesso artifizio usato da Elmira
nel
Tartuffo, benchè la copia venga dall’originale so
io spirito in vece di farli parlare giusta i costumi e le condizioni,
nel
che segnalaronsi Moliere e Machiavelli. Scrisse p
g. di Voltaire oltre alle riferite commedie tenere, altre ne produsse
nel
genere puramente comico. Compose in versi alessan
iva di azione. Scrisse ne’ medesimi versi la Donna ragionevole uscita
nel
1758, la quale può dirsi una galleria di bei ritr
nte si trattiene molto tempo sconosciuto nella propria casa. Pubblicò
nel
1762 in versi di dieci sillabe ottimi per la comm
la Principessa di Navarra commedia balletto ec. Luigi di Boussy nato
nel
1694 e morto nel 1758 compose intorno a trenta co
Navarra commedia balletto ec. Luigi di Boussy nato nel 1694 e morto
nel
1758 compose intorno a trenta commedie fredde per
go tempo ripetute con certo applauso. Pietro Marivaux nato in Parigi
nel
1688 e morto nel 1765 scrisse romanzi e commedie.
con certo applauso. Pietro Marivaux nato in Parigi nel 1688 e morto
nel
1765 scrisse romanzi e commedie. Egli non pareggi
all’interesse. Questa commedia si è di nuovo rappresentata in Parigi
nel
1793. Antonio Bret nato nel 1717 scrittore della
ia si è di nuovo rappresentata in Parigi nel 1793. Antonio Bret nato
nel
1717 scrittore della Vita di Ninon l’Enclos si es
nato nel 1717 scrittore della Vita di Ninon l’Enclos si esercitò pure
nel
genere comico. La Doppia stravaganza sua commedia
ia molto applaudita dal pubblico al parigino Claudio Pietro Patu nato
nel
1726, e morto immaturamente nel 1757. Egli tradus
al parigino Claudio Pietro Patu nato nel 1726, e morto immaturamente
nel
1757. Egli tradusse ancora alcune farse del teatr
on è priva di piacevolezza nè di brio l’Impertinente di Desmahys nato
nel
1761. La Madre gelosa commedia in tre atti, ed in
ed in versi di m. Barthe dell’Accademia di Marsiglia, si rappresentò
nel
1771, e s’impresse l’anno seguente. Vi si disvilu
a che vi regna. Di questo genere sono le seguenti: l’Oracolo impressa
nel
1740, in cui intervengono tre personaggi, cioè un
ui carattere è un tessuto leggiadro di vezzi: le Grazie rappresentata
nel
1744, ed impressa nel seguente anno, il cui sogge
uto leggiadro di vezzi: le Grazie rappresentata nel 1744, ed impressa
nel
seguente anno, il cui soggetto si trasse dall’ode
alle Grazie secondo la vaga cantata del Metastasio recitata in Vienna
nel
1735: gli Uomini vivace azione drammatica allegor
el 1735: gli Uomini vivace azione drammatica allegorica rappresentata
nel
1753, in cui intervengono Mercurio, Prometeo, la
medie les Philosophes, e l’Homme dangereux. Nella prima rappresentata
nel
1760 con amarezza e libertà aristofanesca mottegg
. Meraviglioso in tutto è il secol nostro. M. Dorat noto poeta morto
nel
1780 di anni quarantasei coltivò anche la poesia
esia drammatica per avventura poco propria de’ suoi talenti. Cominciò
nel
1760 con Zulica, e Teagene tragedie di niuna rius
e Teagene tragedie di niuna riuscita. Fu un poco più felice il Regolo
nel
1773, in cui imitò l’Attilio Regolo del Metastasi
ragedia, perchè se ne conservi almeno il titolo. Sofferse il pubblico
nel
1774 l’Adelaide. Mal ricevuto fu Pietro il Grande
o nel 1774 l’Adelaide. Mal ricevuto fu Pietro il Grande rappresentato
nel
1779. Lasciò anche Zoramide altra sua tragedia no
sua tragedia non rappresentata. Quanto al genere comico troviamo che
nel
1772 imitò il Desdèn con el desdèn di Agostino Mo
o i Capricci commedia in tre atti ed in versi rappresentata in Parigi
nel
1787, manifesta la mano di un giovane che potrebb
yre colla Scuola de’ Padri in versi di cinque atti recitata in Parigi
nel
1787 poteva animare la gioventù a ricalcare le or
tolata le Riputazioni in versi in cinque atti rappresentata in Parigi
nel
1788. Madama di Gouge scrisse in prosa una commed
eri col titolo di episodica Moliere in casa di Ninon, che s’ impresse
nel
medesimo anno, nella quale intervengono le person
in versi si lodò per la morale e per la buona dipintura de’ caratteri
nel
giornale di Buglione; ma non si replicò. La Morte
iccanti, fini, dilicati, riuscì compiutamente allorchè si rappresentò
nel
Teatro della Repubblica. Si desidera non pertanto
tanto in essa più interesse; e si osserva che il vizio fondamentale è
nel
carattere della giovanetta che, secondochè si esp
li godettero, o godono tuttavia qualche nome. Fabro d’Eglantine morto
nel
1800 si tenne per commediograso stimabile. Se ne
chè senza riuscita. L’indole e là penetrazione che giva sviluppandosi
nel
fanciullo, l’affezionò a lui, e si studiò al poss
nuto pel cammino di mezzogiorno, e domandando quanto tempo avea posto
nel
viaggio, disse Teodoro, che vi aveano spese molte
rancese, ossia la Giovanezza di Richelieu. Tralle commedie pubblicate
nel
corso della Repubblica Francese, e chiamate Repub
tanto pel teatro, visse stentatamente, e morì mancando del necessario
nel
1800. Luigi Benedetto Picard nato in Parigi nel
cando del necessario nel 1800. Luigi Benedetto Picard nato in Parigi
nel
1769, merita in preferenza di esser rammentato tr
ti; la picciola Città; i Provinciali in Parigi; M. Musard; l’Ingresso
nel
Mondo da me tradotta e pubblicata l’anno 1804 in
a. Questi nuovi attori detti prima commedianti di S. A., e poi del Re
nel
1723 ottennero una pensione di 15000 lire. Rappre
indi i componimenti francesi de’ loro predecessori; ma non ritornando
nel
lor teatro il concorso, pensarono ad abbandonar P
a compagnia si segnalò con qualche commedia Romagnesi, e Colato morto
nel
1778 che rappresentava da pantalone, a cui appart
o, gl’Intrighi d’Arlecchino, i Tre Gemelli Veneziani, da me ascoltata
nel
dicembre del 1777 in Mompelier, e della celebre a
tenga la commedia intitolata le Arti e l’Amicizia in un atto recitata
nel
1788, di cui per altro qualche giornalista giudic
edianti nazionali l’affettazione e la durezza. «Io preferisco (dicesi
nel
libro l’Anno 2440) quest’Italiani a’ vostri insip
del celebre discepolo di Moliere Michele Baron nato net 1653, e morto
nel
1729, e della mirabile attrice Adriana Le Couvreu
riana Le Couvreur, sia andata degenerando. In fatti il signor Eximeno
nel
suo libro Origine e progressi della Musica, affer
stro Pier Jacopo Martelli. Ecco come egli ne ragiona con conoscimento
nel
dialogo sopra la tragedia antica e moderna nella
ore colui che ignora l’arte di accomodarsi alla convenienza richiesta
nel
favellar con gli altri, alla decenza teatrale ed
a teatrale ed al comodo di chi ascolta. Riprende in oltre il Martelli
nel
Bouhour il vizio frequente di voltar le spalle al
lli nel Bouhour il vizio frequente di voltar le spalle al compagno, e
nel
Quinault di lui imitatore censura il soverchio vi
fra gli uomini si sono segnalati Du Fresne e le Kain morto in Parigi
nel
1778, e tralle donne, dopo la lodata insigne Le-C
l’ha più volte encomiata, e le diresse anche un componimento poetico
nel
1761. Nella mia dimora in Parigi l’anno 1800 e ne
tempo si ammiravano fioriva sopra tutto la Raucourt (venuta in Napoli
nel
luglio del 1809) nella tragedia. Nulla v’ha di pi
ne, sensibilità dignitosa, facilità di azione, continenza inimitabile
nel
presentarsi in iscena, grazia che tutte ne condis
ommedia romanzesca in tre atti con ariette che si recitò con applauso
nel
1787. Confessano i Francesi di dovere le prime id
di Metastasio che si animò colla musica dell’insigne nostro Sacchini
nel
1775, come ancora della traduzione dell’Olimpiade
itata colla musica del medesimo esimio nostro maestro. Il sig. Mayeur
nel
1789 diede una commedia istorica in tre atti con
corretta, e l’osservò prima un mio amico spagnuolo che visitò Parigi
nel
1787 e nel 1792, e poi io stesso nel 1800; ed i p
e l’osservò prima un mio amico spagnuolo che visitò Parigi nel 1787 e
nel
1792, e poi io stesso nel 1800; ed i personaggi v
mico spagnuolo che visitò Parigi nel 1787 e nel 1792, e poi io stesso
nel
1800; ed i personaggi vi si abbigliano con natura
eguita prima che io l’abbozzassi nella generale de’ teatri pubblicata
nel
1777, ed i buoni nazionali urbanamente me ne sepp
comunali altre se ne aggiugneranno non prima avvertite, procurandòsi
nel
tempo stesso coll’ usata imparzialità di delinear
ace e fertile fantasia, arguti, facondi e ricchi di lingua, essendosi
nel
XVI secolo moltissimo distinti nelle lettere, col
te da Fernando de Roxas29, che s’impresse la prima volta in Salamanca
nel
1500, e porta il titolo di tragicommedia, divisa
giustizia, e sono impiccati; Calisto stando con Melibea ode un romore
nel
giardino, accorre, cade dalla scala, e si ammazza
plare, non che ad un dissoluto, potrebbe accadere la stessa disgrazia
nel
discendere da una scala d’una Chiesa. Ultimamente
meritamente proibita la lettura. Nell’atto settimo Parmenone si giace
nel
letto con Areusa a persuasione della vecchia scel
a i suoi meriti ruffianeschi, e quando dipinge le ragazze innamorate:
nel
IV la di lei scaltrezza nell’ insinuarsi per tutt
i scaltrezza nell’ insinuarsi per tutte le vie nell’animo di Melibea:
nel
VII, nel XIV e nel XIX le già riferite scandalose
zza nell’ insinuarsi per tutte le vie nell’animo di Melibea: nel VII,
nel
XIV e nel XIX le già riferite scandalose situazio
insinuarsi per tutte le vie nell’animo di Melibea: nel VII, nel XIV e
nel
XIX le già riferite scandalose situazioni descrit
i si tradusse in Castigliano da Fernando Ballesteros y Saavedra morto
nel
1665, e s’impresse nel 163133. In tal componiment
liano da Fernando Ballesteros y Saavedra morto nel 1665, e s’impresse
nel
163133. In tal componimento in mezzo alla purezza
Tragicommedia di Lisandro e Roselia di un anonimo stampata in Madrid
nel
1542 è anche componimento che discende dalla Cele
loriana che tratta degli amori del Duca Floriano con Belisea impressa
nel
1544 in Medina. Per non tornare a parlar di simil
na, novella scenica detestabile per l’ oscenità, s’impresse in Lerida
nel
1612, ed in Madrid nel 1614. Tre altre ne compose
estabile per l’ oscenità, s’impresse in Lerida nel 1612, ed in Madrid
nel
1614. Tre altre ne compose il Portoghese Giorgio
migliore detta Comedia Eufrosina dopo altre edizioni uscì in Lisbona
nel
1616: la seconda chiamata Comedia Olisipo s’impre
mata Comedia Olisipo s’impresse nella medesima città la seconda volta
nel
1618: e la terza col titolo di Comedia Aulegrafia
edia Aulegrafia che contiene una descrizione della corte, si pubblicò
nel
1619. Ma componimenti proprj per la rappresentazi
Lasciò Gil due figliuoli ed una figliuola che gareggiarono col padre
nel
coltivar la poesia. Il primo di essi fu Gil Vicen
as composto nell’Indie, perfezionato in Europa quando vi fece ritorno
nel
1569, e pubblicato sette anni prima della di lui
leggesi nelle di lui opere. Il dottor Francesco de Sà de Miranda nato
nel
1495 e morto nel 1558 applaudito come il più insi
lui opere. Il dottor Francesco de Sà de Miranda nato nel 1495 e morto
nel
1558 applaudito come il più insigne poeta Portogh
pressione dicendovisi agora novamente impresa. Il soggetto si enuncia
nel
prologo che ne fa la Fama. Un Romano chiamato Pom
le sue opere si pubblicarono quaranta anni dopo la di lui morte, cioè
nel
1598 da Michele suo figlio che lasciato avea fanc
assione ne cantò; imperciocchè se le poesie del Ferreira s’impressero
nel
1598 quarant’anni dopo della di lui morte, la sua
oens tornasse in Europa col suo poema composto nell’Indie ed impresso
nel
1572. Dividesi la Castro in cinque atti, e vi si
he ne’ cori, usò in tutta la tragedia con senno il verso sciolto. Noi
nel
parlar poi delle due Nisi del Bermudez ne confron
to per la traduzione latina del Salterio di David uscita in Ingolstad
nel
1597 e poi in Napoli nel 1601, scrisse in versi l
na del Salterio di David uscita in Ingolstad nel 1597 e poi in Napoli
nel
1601, scrisse in versi latini varie azioni tragic
sse in versi latini varie azioni tragiche e comiche impresse in Lione
nel
1605, cioè un anno dopo la di lui morte avvenuta
a fanciullezza e de’ primi avanzamenti di esso. Questo scrittore nato
nel
1549 sotto l’imperador Carlo Quinto sei anni prim
dina, Medora e i Disinganni, le quali cose si pubblicarono in Valenza
nel
1567 dal librajo Giovanni de Timoneda che fu anch
nch’egli autore di alcune novelle e di tre commedie in prosa impresse
nel
1559. Le commedie del Rueda, dice Lope de Vega ne
el arte, siendo una accion y entre plebeya gente, rimasero indi
nel
teatro per intermezzi, dopo che vi s’introdussero
ri di sovrani e principesse. Al Rueda morto prima del 1567 succedette
nel
teatro un tal Naharro nato in Toledo, che rappres
ssero seco loro la confusione de’ generi. Mentre tali cose accadevano
nel
pubblico teatro, non mancò chi s’ingegnasse di tr
nate tre commedie scritte da uno o più anonimi ed impresse in Valenza
nel
1521, Comedia Tebaida, Comedia Hypolita e Comedia
in cui si trattano gli amori di Poliziano e Filomena uscita in Toledo
nel
1547. Probabilmente simili favole furono novelle
e in prosa da Fernan Perez de Oliva Cordovese impressa poi in Cordova
nel
1585 colle di lui opere. Pietro Simon Abril tradu
lle di lui opere. Pietro Simon Abril tradusse la Medea di Euripide, e
nel
1577 pubblicò la sua versione delle commedie di T
amma inserito nelle di lui opere postume. Cristofano Castillejo morto
nel
1596 scrisse alcune commedie rimaste inedite che
erisimiglianza nella favola, senz’arte nell’ intreccio, senza decenza
nel
costume. Gli argomenti sono di quel genere che de
o ed il valenziano; e neppur si metta a conto che l’eremita cinguetta
nel
suo barbaro latino con servi e donne, e tutti l’i
del Machiavelli, dell’Ariosto, del Bibiena, del Bentivoglio? Nè anche
nel
XIV secolo quando rappresentavasi in Italia l’Ezz
erità (come diremo) ha trovate cattive non che difettose. Di più egli
nel
suo prologo enunciò come scritte con arte le otto
blicate un anno prima di morire, e pur sono talmente spropositate che
nel
1749, per procurar lo spaccio degli esemplari di
le sopravvisse a Cervantes diciannove anni, e morì d’anni settantatre
nel
1635. L’antica e la moderna Europa non vide un po
da’ concilj e dagli sforzi de’ pontefici. Ma niuno indizio si ha che
nel
corso del XV secolo quelle farse spirituali avess
enuti nelle processioni non solo sonatori mascherati e danzantes (che
nel
tempo della mia dimora colà l’hanno sempre accomp
gevoli versi latini. Quattro commedie Italiane furono da lui tradotte
nel
medesimo linguaggio, le quali dopo la di lui mort
quali dopo la di lui morte si pubblicarono da Antonio di lui fratello
nel
1574 in Toledo. Il Nasarre che cercava fuori di L
li crede ancora che il Vega non ebbe idea della vera tragedia, e pure
nel
di lui Arte Nuevo si trovano ben distinti i compo
nto che avessero una volta esistito. Il solo Vasco stesso se ne vanta
nel
suo Giardino dell’anima cristiana. Dice che nella
gnora affatto. Se ne sa solo che viveva in tempo di Carlo Quinto: che
nel
1527 fece un opuscolo sulla nascita di Filippo II
uinto: che nel 1527 fece un opuscolo sulla nascita di Filippo II: che
nel
1547 pubblicò una traduzione della storia di Paol
vio De Turcarum rebus intitolandola capricciosamente Palinodia: e che
nel
1552 fe imprimere il riferito suo Giardino. Ad on
’ Italiani), “perchè non vi è specie che ripugni all’esser nato Vasco
nel
1500”51; ed in questo veramente erroneo raziocini
tasio che anteriore come Senocle o Hardy o Hann Sachs. Nè anche pongo
nel
teatro tragico Spagnuolo quelle mille tragedie de
to nazionale. Dicasi la stessa cosa di poche altre tragedie accennate
nel
II Discorso del Montiano, cioè la Honra de Dido r
na Ifigenia, il Martirio di San Lorenzo tragedia latina rappresentata
nel
1571 nel convento del Escuriale, due altre che se
ia, il Martirio di San Lorenzo tragedia latina rappresentata nel 1571
nel
convento del Escuriale, due altre che senza dirne
che di tanti altri, e delle commedie del Castro pubblicate in Valenza
nel
162154. Ma venghiamo alle dodici non immaginarie
n tratta dall’Elettra di Sofocle, le quali non si pubblicarono se non
nel
1585 in Cordova dal suo nipote Ambrogio Morales.
solo il mentovato Sedano ne dice col solito pudo ser che forse nacque
nel
1497. Ma ciò concedendo ancora il maestro Perez c
Giraldi assicura che il Trissino terminò di scrivere la sua tragedia
nel
1515; e così un poco anticipando la nascita del P
l’ha pure riconosciute per tali, oltre all’averle lo stesso Lampillas
nel
tomo II del suo Saggio chiamate ancora traduzioni
accorcia, contorce, e peggiora gli originali, siccome trovasi provato
nel
mio Discorso Storicocritico artic. V55. Il P. Gir
enicano e cattedratico di teologia in Salamanca, il quale ancor vivea
nel
1589, pubblicò in Madrid nel 1577 sotto il nome d
logia in Salamanca, il quale ancor vivea nel 1589, pubblicò in Madrid
nel
1577 sotto il nome di Antonio di Silva due traged
ne seppe la sorgente. Migliore ancora è la seconda dell’atto IV, che
nel
Ferreira a me sembra veramente tragica e ricca di
ttato ammazzamento della sua diletta sposa. La Nise Laureada consiste
nel
vano sollievo che sperò il principe Don Pietro as
no che que’ traditori si trovano ancora in Castiglia; or come possono
nel
medesimo dì trovarsi nell’atto IV in Lisbona, ess
a Mothe. Tralle commedie del Sivigliano Giovanni de la Cueva impresse
nel
1588 trovansi quattro altre tragedie, i Sette Inf
ma colla scelta che fece di alcune commedie assai deboli e difettose
nel
voler mentovare le migliori della nazione; là dov
a los Amantes composta da Andrès Rey de Artieda e impressa in Valenza
nel
1581, favellano l’Antonio, e Ximeno; ma i più dil
ali la conoscono soltanto per tradizione, nè sono io stato più felice
nel
ricercarla. Il buon poeta Luperzio Leonardo de Ar
ice nel ricercarla. Il buon poeta Luperzio Leonardo de Argensola nato
nel
1565, essendo nell’età di venti anni compose tre
giorni, e la Filli si occulta ancora; ma le altre due si pubblicarono
nel
VI tomo del Parnasso Spagnuolo, in cui se ne dà n
s fondati i suoi esagerati encomj. Reca stupore che uno scrittore che
nel
ragionar sulle composizioni drammatiche dimostrò
’autorità de’ medesimi eruditi nazionali, si ricava che gli Spagnuoli
nel
XVI secolo più di ogni altro popolo si appressaro
raldi, Alamanni, Tassi e Manfredi, possono pregiarsi di aver prodotti
nel
Vega, nel Castro, nel Sanchez, nel Mira de Mescua
manni, Tassi e Manfredi, possono pregiarsi di aver prodotti nel Vega,
nel
Castro, nel Sanchez, nel Mira de Mescua, più di u
e Manfredi, possono pregiarsi di aver prodotti nel Vega, nel Castro,
nel
Sanchez, nel Mira de Mescua, più di un Shakespear
possono pregiarsi di aver prodotti nel Vega, nel Castro, nel Sanchez,
nel
Mira de Mescua, più di un Shakespear, e nel Cueva
nel Castro, nel Sanchez, nel Mira de Mescua, più di un Shakespear, e
nel
Cueva, nel Ferreira e nel Perez, e nello stesso B
, nel Sanchez, nel Mira de Mescua, più di un Shakespear, e nel Cueva,
nel
Ferreira e nel Perez, e nello stesso Bermudez con
nel Mira de Mescua, più di un Shakespear, e nel Cueva, nel Ferreira e
nel
Perez, e nello stesso Bermudez convinto di vergog
n plagiario. 27. Trascrivo le sue medesime parole: Escribieron (dice
nel
Prologo alle commedie del Cervantes) Dialogos que
dizioni della Celestina. 32. Il Crescimbeni mentova questa versione
nel
I libro de’ suoi Comentarj, dando al traduttore i
Da me Alfonso Ordoñez nato Ispano. 33. M. Du Perron de Castera
nel
1738 volendo pubblicare in francese un teatro Spa
io si pretende che appartenesse a Don Luis Infante di Portogallo nato
nel
1506 e morto nel 1555. Veggasi la Biblioteca Lusi
e appartenesse a Don Luis Infante di Portogallo nato nel 1506 e morto
nel
1555. Veggasi la Biblioteca Lusitana del Barbosa,
a. Non può, non lice, e la sua furia cresce; Serpe il dolce velen
nel
petto acceso; Fugge gli uomini, il dì fugge ed
mirez, Rodriguez, Lopez, quasi de’ Ramiri, de’ Rodrighi, de’ Lopi. Ma
nel
Vega la voce Lope è nome, ed è singolare. 45. S
n Italia. S’inganna parimente quando afferma che Lope fu il primo che
nel
secolo XVI ebbe idea della vera commedia, e circa
ato discorso in versi el Arte Nuevo de hacer comedias en este tiempo,
nel
quale in vece di fare riflessioni piene del sugo
il primo a dar precetti della vera commedia in Europa, s’egli nacque
nel
1562, cioè ottantaquattro anni dopo la nascita de
tà aver notizia che Bernardino Daniello fece imprimere la sua Poetica
nel
1536, cioè ventisei anni prima che fosse conceput
a del vescovo di Ugento e poi di Cotrone Antonio Minturno fu stampata
nel
1564, cioè due anni dopo che il Vega venne al mon
a nel 1564, cioè due anni dopo che il Vega venne al mondo; che quando
nel
1570 si pubblicò la prima volta in Vienna la Poet
isimilmente passò dall’Eximeno all’Efemeridi letterarie di Roma, dove
nel
1782 al numero LII si vide intrusa questa foresti
a l’Accademia di Madrid che fioriva sin dal declinar del secolo XVI e
nel
cominciar del XVII con l’altra qui vi pur incomin
mplari dal librajo Antonio Baylo: il Signorelli partì da quella Corte
nel
1783: il Sig. Huerta uscì fuori colla grand’opera
mpreso in dieci foglietti di picciolo ottavo in gran carattere silvio
nel
1784. Quattro anni in circa ebbe egli dunque pres
che altro io feci nelle note su gli auti poste nella Storia prodotta
nel
1777? E quello che ora dico nel testo con più par
gli auti poste nella Storia prodotta nel 1777? E quello che ora dico
nel
testo con più parole, non era allora stato da me
dialogo) fatta da Don Joseph Ortiz di Villena pubblicata in Saragoza
nel
1644, cioè più di mezzo secolo dopo del fiorir di
gine di tali auti? Questo titolo non s’immaginò nè si fe pubblico che
nel
1616 (perchè in tale anno, e non nel 1615, si sta
s’immaginò nè si fe pubblico che nel 1616 (perchè in tale anno, e non
nel
1615, si stampò la II Parte del Don Quixote); ma
pigramma che chiama barbaro scritto dopo il 1552. Noi lo trascrivemmo
nel
1777, ed ora stimiamo meglio di ometterlo, potend
pagnuole cita quelle del Malara) è stato da me posto in tutto il lume
nel
Discorso Storico-critico art. VI, num. 1. 53. P.
V. 55. Il sig. Andres ha preteso che talora migliorano gli originali
nel
dialogo. Io riconosco nella locuzione usata dal P
pensieri falsi. Non ne ripeto quì i passi che ne ho recati in esempio
nel
citato Discorso alla pag. 39 e alle seguenti. Vol
sig. Lampillas. 56. Ecco buona parte di sì bella scena da me recata
nel
nostro volgare dall’originale Portoghese: Tutt
57. Non se n’avvide il Sig. Lampillas, ed a me convenne additarglieli
nel
VI articolo del precitato mio Discorso.
Capo II. Teatro Spagnuolo, Inglese, e Alemano
nel
medesimo Secolo XVII. Spagnuolo La ricche
pere: non separò li tragico dal comico: dove elevò lo stile, si perdé
nel
lirico, e per lo più stravagante: abbellì i vizi,
le di lui dame tante Pentesilee erranti. Ma Calderòn ci ha prevenuto
nel
comporre di pressoché un secolo e mezzo, ed era v
rele. Ma invano alzarono la voce Villegas, Antonio Lopez, Cascales, e
nel
secolo seguente Luzàn, Mayàns, Nasarre, e Montian
D. Agustin Moreto contiene un’azion regolare che passa in un giardino
nel
giro d’una notte; ma non si rappresenta, ed é res
to! Che delicato contrasto d’un orgoglio antico e di un amor nascente
nel
cuor di Diana! Che interesse nella favola progres
od otto, e pure sregolate, se ne trovano in questo. Cristoforo Virues
nel
1609 pubblicò cinque tragedie, la Gran Semiramis,
dell’ultima, non osservò regola veruna, siccome confessa il Montiano
nel
primo discorso sulle tragedie. Il Pompeyo di Cris
mo discorso sulle tragedie. Il Pompeyo di Cristoforo de Mesa impresso
nel
1618 comparisce in Lesbo, passa in Farsaglia, s’i
na traduzione della Troade di Seneca fatta da D. Joseph de Salas uscì
nel
1633 in Madrid, ed é tacciata di somma gonfiezza.
lli passar dal trono su di un palco; e lo stato che non avea sofferto
nel
re legittimo un’autorità soverchia, sotto nomi sp
da lui convocato, composto di suoi parziali, scelti fra ’l popolaccio
nel
1653, chiamato per derisione di Barebonne, cioé o
no nelle intermissioni delle pubbliche turbolenze. Ben Johnson, morto
nel
1637, passò per lo più eccellente comico de’ suoi
si l’eccellente attore e autore tragico e comico Tommaso Otwai, morto
nel
1685, il quale spiccò più nelle tragedie, e mostr
ia e una tragicommedia. Giovanni Dryden, nato d’una famiglia cospicua
nel
1631, il quale divenne cattolico sotto Giacomo II
ospicua nel 1631, il quale divenne cattolico sotto Giacomo II, e morì
nel
1701, fu autore di tanti componimenti drammatici
dell’arte, e niuno la trascurò tanto per fecondar il gusto introdotto
nel
suo paese. Per altro egli meritò gli elogi di Ale
i Alessandro Pope. Il traduttor di Giovenale, Tommaso Shadwell, morto
nel
1693, compose per lo teatro, dopo di aver letto M
a é posta in tutto il suo lume. Non meno dell’oscenità é rimarchevole
nel
teatro inglese l’arditezza della satira. Nell’Ava
nevra si conserva come una reliquia». Il cavaliere Van-Brough, morto
nel
1704, fu architetto grossolano e comico dilicato.
pregiate sono l’Amore in un Bosco, rappresentata sul teatro di Londra
nel
1762, il Gentiluomo maestro di Ballo, e l’Uomo Fr
una pensione. Wycherley fu marito della contessa di Drogheda, e morì
nel
1715. Non mancano, generalmente parlando, i surri
per cui Terenzio sovrasta a tutti i suoi posteri, l’unità di disegno
nel
tutto e la verità, l’esattezza, la precisione nel
della satira comica di Molière. Alemano. Comparve in Alemagna
nel
secolo XVII un ingegno, che imitando il nostro Pe
el secolo XVII un ingegno, che imitando il nostro Petrarca, introduce
nel
settentrione la buona poesia, e traducendo alcuni
mpo non ben conobbero. Fu questi Martino Opitz di Boberfeld, il quale
nel
1627, epoca della prima produzione teatrale di Pi
trale di Pietro Corneille, trasportò in tedesco le Troiane di Seneca:
nel
1627 tradusse l’opere del Rinuccini intitolata la
ne del matrimonio della sorella dell’elettore col Langravio di Hesse:
nel
1633 imitò un’altra opera italiana intitolata Giu
Hesse: nel 1633 imitò un’altra opera italiana intitolata Giuditta; e
nel
1636 tradusse l’Antigona di Sofocle. Tutti questi
stein. Egli compose cinque tragedie, Epicari, e Agrippina, pubblicate
nel
1665, Ibraim nel 1673, e Sofonisba, e Cleopatra n
se cinque tragedie, Epicari, e Agrippina, pubblicate nel 1665, Ibraim
nel
1673, e Sofonisba, e Cleopatra nel l682, le quali
ppina, pubblicate nel 1665, Ibraim nel 1673, e Sofonisba, e Cleopatra
nel
l682, le quali, benché piene di mostruosità, pres
ar argine Cristiano Weisse, rettore del collegio di Zittau, precipitò
nel
basso e nel triviale. Egli fé rappresentar le sue
istiano Weisse, rettore del collegio di Zittau, precipitò nel basso e
nel
triviale. Egli fé rappresentar le sue tragedie e
ne adunque il filosofo di Sans-souci, parlando dello stato delle arti
nel
Brandeburgo verso la fine del passato secolo e ’l
i dopo la Dafne di Opitz, e l’Elena e Paride, rappresentata in Dresda
nel
1650 s’introdusse il gusto dell’opera in Germania
Germania, ed ogni principe dell’imperio volle avere una sala d’opera
nel
luogo della sua residenza. Una se n’eresse ancora
seguita prima ch’io l’abbozzassi nella generale de’ Teatri pubblicata
nel
1777, ed i buoni nazionali urbanamente me ne sepp
vie e comunali altre se ne uniranno non prima avvertite, procurandosi
nel
tempo stesso coll’usata imparzialità di delineare
ce e fertile fantasia, arguti, facondi, e ricchi di lingua, essendosi
nel
XVI secolo moltissimo distinti nelle lettere, spe
rnando de Roxas b, che s’impressse la prima prima volta in Salamanca
nel
1500 (la qual notizia rilevasi dall’edizione fatt
nel 1500 (la qual notizia rilevasi dall’edizione fattasene in Valenza
nel
1529) e porta il titolo di tragicommedia divisa i
giustizia, e sono impiccati. Calisto stando con Melibea ode un romore
nel
giardino accorre, cade dalla scala, e si ammazza.
mplare non che ad un dissoluto, potrebbe accadere la stessa disgrazia
nel
discendere da una scala di una chiesa. Ultimament
lei nell’insinuarsi per tutte le vie nell’animo di Melibea. Nel VII,
nel
XIV e nel XIX le già riferite scandalose situazio
insinuarsi per tutte le vie nell’animo di Melibea. Nel VII, nel XIV e
nel
XIX le già riferite scandalose situazioni veggons
i si tradusse in castigliano da Fernando Ballesteros y Saavedra morto
nel
1665, e s’impresse nel 1631a. In tal componimento
liano da Fernando Ballesteros y Saavedra morto nel 1665, e s’impresse
nel
1631a. In tal componimento in mezzo alla purezza
tragicommedia di Lisandro e Roselia di un anonimo stampata in Madrid
nel
1542 è pure un componimento che discende dalla Ce
loriana che tratta degli amori del duca Floriano con Belisea impressa
nel
1544 in Medina. Per non tornare a parlar di simil
ina, novella scenica detestabile per l’oscenità, s’impresse in Lerida
nel
1612, ed in Madrid nel 1614. Tre altre ne compose
testabile per l’oscenità, s’impresse in Lerida nel 1612, ed in Madrid
nel
1614. Tre altre ne compose il portoghese Giorgio
migliore detta commedia Eufrosina dopo altre edizioni uscì in Lisbona
nel
1616; la seconda chiamata commedia Olisipo si pro
ta commedia Olisipo si produsse nella medesima città la seconda volta
nel
1618; e la terza col titolo comedia Aulegrafia, c
dia Aulegrafia, che contiene una descrizione della corte, si pubblicò
nel
1619. Ma componimenti proprii per la rappresentaz
Lasciò Gil due figliuoli ed una figliuola che gareggiarono col padre
nel
coltivar la poesia. Il primo di essi fu Gil Vicen
s composto nelle Indie, perfezionato in Europa quando vi fece ritorno
nel
1569, e pubblicato sette anni prima della di lui
leggesi nelle di lui opere. Il dottor Francesco de Sà de Miranda nato
nel
1495 e morto nel 1558 applaudito come il più insi
lui opere. Il dottor Francesco de Sà de Miranda nato nel 1495 e morto
nel
1558 applaudito come il più insigne poeta portogh
mpressione dicendosi agora novamente impressa. Il soggetto si enuncia
nel
prologo che fa la Fama. Un Romano chiamato Pompon
ue opere si pubblicarono quaranta anni dopo che cessò di vivere, cioè
nel
1598 da Michele suo figlio che lasciato aveva fan
assione ne cantò. Imperciocchè se le poesie del Ferreira s’impressero
nel
1598 quaranta anni dopo della di lui morte, la su
oens tornasse in Europa col suo poema composto nell’Indie ed impresso
nel
1572. Dividesi la Castro in cinque atti, e vi si
he ne’ cori, usò in tutta la tragedia con senno il verso sciolto. Noi
nel
parlar poi delle due Nise del Bermudez ne confron
to per la traduzione latina del Salterio di David uscita in Ingolstad
nel
1597, e poi in Napoli nel 1601, scrisse in versi
a del Salterio di David uscita in Ingolstad nel 1597, e poi in Napoli
nel
1601, scrisse in versi latini varie azioni tragic
sse in versi latini varie azioni tragiche e comiche impresse in Lione
nel
1605, cioè un anno dopo la di lui morte avvenuta
ella fanciullezza e de’ primi suoi avanzamenti. Questo scrittore nato
nel
1549 sotto l’Imperadore Carlo Quinto sei anni pri
dina, Medora e i Disinganni, le quali cose si pubblicarono in Valenza
nel
1567 dal librajo Giovanni di Timoneda che fu anch
nch’egli autore di alcune novelle e di tre commedie in prosa impresse
nel
1559. Le commedie del Rueda, dice Lope de Vega ne
erza el arte, Siendo una accion y entre plebeya gente, rimasero indi
nel
teatro per intermezzi, dopo che vi s’introdussero
ri di sovrani e principesse. Al Rueda morto prima del 1557 succedette
nel
teatro un tal Naharro nato in Toledo, che rappres
ssero seco loro la confusione de’ generi. Mentre tali cose accadevano
nel
pubblico teatro, non mancò chi s’ingegnasse di tr
ate tre commedie scritte da uno o più anonimi, ed impresse in Valenza
nel
1521, Comedia Tebaida, Comedia Hypolita e Comedia
in cui si trattano gli amori di Poliziano e Filomena uscita in Toledo
nel
1547. Probabilmente simili favole furono novelle
e in prosa da Fernan Perez de Oliva cordovese impressa poi in Cordova
nel
1585 colle di lui opere. Pietro Simon April tradu
lle di lui opere. Pietro Simon April tradusse la Medea di Euripide, e
nel
1577 pubblicò la sua versione delle commedie di T
amma inserito nelle di lui opere postume. Cristofano Castillejo morto
nel
1596 scrisse alcune commedie rimaste inedite che
erisimiglianza nella favola, senza arte nell’intreccio, senza decenza
nel
costume. Gli argomenti sono di quel genere che de
o ed il valenziano; e neppur si metta a conto che l’Eremita cinguetti
nel
suo barbaro latino con servi e donne, e tutti l’i
dell’Ariosto, del Machiavelli, del Bibiena, del Bentivoglio? Nè anche
nel
XIV secolo quando rappresentavasi in Italia l’Ezz
romante, la Calandra, il Geloso? Io non voglio omettere la nota I che
nel
1789 si appose nel IV volume della Storia mia de’
a, il Geloso? Io non voglio omettere la nota I che nel 1789 si appose
nel
IV volume della Storia mia de’ teatri che apparti
oranza divenne così grande in quella penisola, e tanto si distese che
nel
1473, come apparisce dal Concilio, che nel detto
la, e tanto si distese che nel 1473, come apparisce dal Concilio, che
nel
detto anno per ripararvi si tenne dal cardinal Ro
La stessa cosa si dice che fatto avesse Ario Barbosa b nato in Aveiro
nel
Portogallo, il quale fu discepolo del Poliziano i
Portogallo fu maestro de’ due principi, e morì decrepito in sua casa
nel
1530 con lasciar varie opere. Laonde a questi due
iverlo all’autor della nota? Poteva (dice poi il medesimo apologista)
nel
principio del XVI secolo uno spagnuolo insegnare
iani a scriver commedie , tuttochè uscisse da un paese barbaro ancora
nel
XV. Poteva, sì, accordiamolo; è ciò un possibile
maggior pregio, furono da lui nominate nella parte I del Don-Quixote
nel
cap. 48, e nell’Adjunta al Parnaso, e specialment
rità, come diremo, ha trovate cattive, non che difettose. Di più egli
nel
suo prologo enunciò come scritte con arte otto ul
licate un anno prima di morire, e pur sono talmente spropositate, che
nel
1749, per procurar lo spaccio degli esemplari di
e sopravvisse a Cervantes diciannove anni, e morì di anni settantatre
nel
1635. L’antica e la moderna Europa non vide un po
da’ Concilii e dagli sforzi de’ pontefici. Ma niuno indizio si ha che
nel
corso del XV secolo quelle farse spirituali avess
enuti nelle processioni non solo sonatori mascherati e danzantes (che
nel
tempo della mia dimora colà l’hanno sempre accomp
gevoli versi latini. Quattro commedie Italiane furono da lui tradotte
nel
medesimo idioma, le quali dopo la di lui morte si
quali dopo la di lui morte si pubblicarono da Antonio di lui fratello
nel
1574 in Toledo. Il Nasarre che cercava fuori di L
gli crede ancora che il Vega non ebbe idea della vera tragedia, e pur
nel
di lui Arte Nuevo si trovano ben distinti i compo
nto che avessero una volta esistito. Il solo Vasco stesso se ne vanta
nel
suo Giardino dell’anima Cristiana. Dice che nella
ra affatto. Solo ne sappiamo che viveva in tempi di Carlo Quinto: che
nel
1527 scrisse un opuscolo sulla nascita di Filippo
to: che nel 1527 scrisse un opuscolo sulla nascita di Filippo II: che
nel
1547 pubblicò una traduzione della storia di Paol
vio de Turcarum rebus intitolandola capricciosamente Palinodia: e che
nel
1552 fe imprimere il riferito suo Giardino. Ad on
egl’Italiani) perchè non vi è specie che ripugni all’esser nato Vasco
nel
1500 a; ed in questo veramente erroneo raziocin
sio, che anteriore come Senocle o Hardy o Hann Sachs. Nè anche pongo
nel
teatro tragico spagnuolo quelle mille tragedie de
o nazionale . Dicasi la stessa cosa di poche altre tragedie accennate
nel
II discorso del Montiano, cioè la Honra de Dido r
na Ifigenia, il Martirio di san Lorenzo tragedia latina rappresentata
nel
1551 nel convento dell’Escurial, due altre che se
ia, il Martirio di san Lorenzo tragedia latina rappresentata nel 1551
nel
convento dell’Escurial, due altre che senza dirne
che di tanti altri, e delle commedie del Castro pubblicate in Valenza
nel
1621a. Ma venghiamo alle dodici non immaginarie t
solo il medesimo Sedano ne dice col solito pudo ser che nacque forse
nel
1497. Ma ciò concedendo ancora il maestro Perez
Giraldi assicura che il Trissino terminò di scrivere la sua tragedia
nel
1515; e così anticipando un poco la nascita del P
l’ha pure riconosciute per tali, oltre all’averle lo stesso Lampillas
nel
tomo II del suo Saggio chiamate ancora traduzioni
raccorcia, contorce e peggiora gli originali, siccome trovasi provato
nel
mio Discorso Storico-critico articolo V. Ha però
ato signor Andres che il Perez in esse talora migliora gli originali
nel
dialogo . Io riconosco nelle traduzioni del Perez
ensieri falsi. Non ne ripeto qui i passi che ne ho addotti in esempio
nel
mentovato mio Discorso alla pag. 39 e alle seguen
menicano e catedratico di teologia in Salamanca, il quale ancor vivea
nel
1589, pubblicò in Madrid nel 1577 sotto il nome d
logia in Salamanca, il quale ancor vivea nel 1589, pubblicò in Madrid
nel
1577 sotto il nome di Antonio de Siloa due traged
ò, non ne seppe la sorgente. Migliore ancora è la seconda del IV, che
nel
Ferreira a me sembra veramente tragica e ricca di
ttato ammazzamento della sua diletta sposa. La Nise laureada consiste
nel
vano sollievo che sperò il principe don Pietro as
no che que’ traditori dimorano tuttavia in Castiglia, or come possono
nel
medesimo dì trovarsi nell’atto IV in Lisbona, ess
a Mothe. Tralle commedie del sivigliano Giovanni de la Cueva impresse
nel
1588 trovansi quattro altre tragedie, i Sette Inf
a los Amantes composta da Andrès Rey de Artieda e impressa in Valenza
nel
1581, favellano Nicolàs Antonio e l’ab. Eximeno;
ali la conoscono soltanto per tradizione, nè sono io stato più felice
nel
ricercarla. Il buon poeta Luperzio Leonardo de Ar
ice nel ricercarla. Il buon poeta Luperzio Leonardo de Argensola nato
nel
1565, essendo nell’età di venti anni compose tre
giorni, e la Filli si occulta ancora; ma le altre due si pubblicarono
nel
VI tomo del Parnasso Spagnuolo, in cui se ne dà u
fondati i suoi esagerati encomii. Reca stupore che uno scrittore che
nel
ragionar sulle composizioni drammatiche dimostrò
ene; ed il Lampillas non se ne avvide, ed a me convenne additarglieli
nel
citato Discorso Storico-critico. Ma se tanti e sì
tti e dall’autorità di eruditi nazionali, si ricava che gli Spagnuoli
nel
XVI secolo più di ogni altro popolo si appressaro
raldi, Alamanni, Tassi e Manfredi, possono pregiarsi di aver prodotti
nel
Vega, nel Castro, nel Sanchez, nel Mira de Mescua
manni, Tassi e Manfredi, possono pregiarsi di aver prodotti nel Vega,
nel
Castro, nel Sanchez, nel Mira de Mescua più di un
e Manfredi, possono pregiarsi di aver prodotti nel Vega, nel Castro,
nel
Sanchez, nel Mira de Mescua più di un Shakespear,
possono pregiarsi di aver prodotti nel Vega, nel Castro, nel Sanchez,
nel
Mira de Mescua più di un Shakespear, e nel Cueva,
, nel Castro, nel Sanchez, nel Mira de Mescua più di un Shakespear, e
nel
Cueva, nel Ferreira, nel Perez, e nello stesso Be
o, nel Sanchez, nel Mira de Mescua più di un Shakespear, e nel Cueva,
nel
Ferreira, nel Perez, e nello stesso Bermudez tutt
, nel Mira de Mescua più di un Shakespear, e nel Cueva, nel Ferreira,
nel
Perez, e nello stesso Bermudez tuttochè convinto
enza di ciò che ha meco praticato più di un plagiario, e come dicemmo
nel
tomo precedente (per non allontanarmi dagli Spagn
ente (per non allontanarmi dagli Spagnuoli) il signor Tommaso Yriarte
nel
poema della Musica. a. Trascrivo le medesime sue
lla Musica. a. Trascrivo le medesime sue parole. Escribieron (dice
nel
Prologo alle Commedie del Cervantes) Dialogos que
izio di non averla letta. a. Il Crescimbeni mentova questa versione
nel
I libro de’ suoi Comentarii dando al traduttore i
’uno e l’altro cognome gli appartenesse. a. M. Du Perron de Castera
nel
1738 volendo pubblicare in francese un teatro spa
o, si pretende che appartenesse a Don Luis Infante di Portogallo nato
nel
1506 e morto nel 1555. Veggasi la Biblioteca Lusi
e appartenesse a Don Luis Infante di Portogallo nato nel 1506 e morto
nel
1555. Veggasi la Biblioteca Lusitana del Barbosa,
tenta; Non può, non lice, e la sua furia cresce; Serpe il dolce velen
nel
petto acceso; Fugge gli uomini, il dì fugge ed ab
Spagne. S’inganna parimente quando afferma che Lope fu il primo che
nel
secolo XVI ebbe idea della vera commedia, e circa
suo discorso in versi El Arte Nuevo de hacer comedias en este tiempo,
nel
quale in vece di fare riflessi oni piene del sug
i fu egli il primo a dar precetti della vera commedia, se egli nacque
nel
1562, cioè ottantaquattro anni dopo la nascita de
te aver notizia che Bernardino Daniello fece imprimere la sua Poetica
nel
1536, cioè ventisei anni prima che fosse conceput
a del vescovo di Ugento e poi di Cotrone Antonio Minturno fu stampata
nel
1564, cioè due anni dopo che il Vega venne al mon
a nel 1564, cioè due anni dopo che il Vega venne al mondo: che quando
nel
1560 si pubblicò la prima volta in Vienna la Poet
pe contava appena otto anni, cioè neppure era pervenuto a que’ dieci,
nel
qual tempo vantavasi di aver conosciuti i precett
isimilmente passò dall’Eximeno all’Efemeridi letterarie di Roma, dove
nel
1782 al numero LII si vide intrusa questa foresti
mplari dal librajo Antonio Baylo: il Signorelli partì da quella corte
nel
1783: Huerta infantò la grand’opera del suo Prolo
mpreso in dieci foglietti di picciolo ottavo in gran carattere silvio
nel
1784. Quattro anni in circa ebbe egli dunque pres
o feci nelle Note su gli autos poste nella Storia de’ Teatri prodosta
nel
1777? E quello che ora io dico nel testo con più
e nella Storia de’ Teatri prodosta nel 1777? E quello che ora io dico
nel
testo con più parole, non era allora stato da me
logo) fatta da un don Joseph Oetiz de Villena pubblicata in Salamanca
nel
1644, cioè (notino quest’epoca i signori Huertist
rigine di tali auti ? Questo titolo non s’immaginò nè si pubblicò che
nel
1616 (perchè in tale anno, e non nel 1615, si sta
on s’immaginò nè si pubblicò che nel 1616 (perchè in tale anno, e non
nel
1615, si stampò la II parte del Don Quixote); ma
pigramma che chiama barbaro scritto dopo il 1552. Noi lo trascrivemmo
nel
1777 nella nostra storia in un volume, indi stima
pagnuole cita quelle del Malara) è stato da me posto in tutto il lume
nel
Discorso storico-critico art. VI, num. 1. b. Par
tico art. IV. a. Ecco buona parte di si patetica scena da me recata
nel
nostro volgare dall’originale portoghese. Castro
te ad ogni nemico domestico o straniero, delle quali e nella Spagna e
nel
regno di Napoli ed altrove scorgonsi tuttavia in
. Essendo in età di anni trenta calato questo gran principe in Italia
nel
773, sfornito de’ rudimenti gramaticali della lat
, della Germania e della Spagna. Il primo che in Francia tenne scuola
nel
di lui palagio, fu lo stesso Pietro Pisano. Altri
le arti. Uno spirito generoso d’indipendenza e di libertà fermentava
nel
cuor dell’ Italia con tal vigore, che prima di te
rcitando l’ arte istrionica e mascherandosi e cantando favole profane
nel
Santuario9. Teodoro Balsamone autore del XII seco
sti femminili e coprirsi con maschere, osserva che a suo tempo ancora
nel
natale di Cristo e nell’epifania i chierici si ma
chiesa. Mediante però la legge del pontefice Innocenzo III riportata
nel
citato capitolo del decretale si conseguì finalme
II riportata nel citato capitolo del decretale si conseguì finalmente
nel
principio del XIII secolo l’abolire questa contam
egl’ Innocenti, che era un tralcio di quella de’ pazzi e si celebrava
nel
dì de SS. Innocenti13. Posero in oltre i monaci d
ano in dialogo le vite de’ santi, come quella di S. Caterina recitata
nel
convento di S. Dionigi. Altri simili dialoghi sen
e’ poeti Provenzali del Nostradamus (Nota IV) ma quell’ Anselmo fiorì
nel
XIII secolo, essendo morto nel 1220. Non ostante
amus (Nota IV) ma quell’ Anselmo fiorì nel XIII secolo, essendo morto
nel
1220. Non ostante poi il titolo di tragedie e com
endo spiare la situazione dell’armata Danese che avea fatta irruzione
nel
suo reame, prese le vesti di un ministriere, e si
col quale tagliò a pezzi il di lui esercito. Sessanta anni dopo, cioè
nel
X secolo, Anlaff re di Danimarca collo stesso tra
he teatral monumento del secolo XIII. Nel 1230 si celebrò in Piacenza
nel
borgo e nella piazza di S. Antonino un giuoco, ch
zione, probità ed accuratezza ricavò da varie cronache, che in Padova
nel
Prato della Valle fecesi una rappresentazione spi
n Padova nel Prato della Valle fecesi una rappresentazione spirituale
nel
dì di Pasqua di Resurrezione del 1243 o 124418. P
rezione del 1243 o 124418. Pretese il Bumaldi che Fabrizio da Bologna
nel
1250 componesse volgari tragedie; ma ciò afferma
a Bologna nel 1250 componesse volgari tragedie; ma ciò afferma perchè
nel
libro di Dante della Volgare Eloquenza Fabrizio è
di tragedie19. Quel che però non ammette dubbio veruno, è che in Roma
nel
1264 fu istituita la Compagnia del Gonfalone, che
i della passione di Cristo trovasi fatta dal clero con molto applauso
nel
Friuli l’anno 1298 nel dì di pentecoste21. Il dot
sto trovasi fatta dal clero con molto applauso nel Friuli l’anno 1298
nel
dì di pentecoste21. Il dottissimo storico della L
giustamente sopra varie feste fatte per mezzo degli strioni e buffoni
nel
secolo XIII rammentate dal Muratori22, asserendo
bbe un giuoco. Ma ciò lasciando, la Compagnia del Gonfalone istituita
nel
XIII secolo per rappresentare i misteri, ne’ temp
a tenore del suo istituto. Nel XV secolo rappresentava pubblicamente
nel
coliseo di Roma la passione; e le parole del dram
come attesta Andrea Fulvio23. Verisimilmente ciò che continuò a farsi
nel
XV e XVI, praticossi nel XIV, e venne dal XIII qu
o23. Verisimilmente ciò che continuò a farsi nel XV e XVI, praticossi
nel
XIV, e venne dal XIII quando surse la Compagnia.
mpose indubitatamente il dramma del Dati, nell’imprimersi che si fece
nel
declinar del secolo XVI il libro degli statuti de
a varietà essenziale, cioè che le rappresentazioni da mute che furono
nel
XIII, passarono poscia ad animarsi con parole? Ap
ritu Antichristi recato dal Muratori24 e poi dal Tiraboschi25 e da me
nel
tomo precedente, fu senza contrasto azione dramma
itarsi. Qualche altra ne accenneremo appresso dell’Alemagna. Vedrassi
nel
seguente capo che in Francia sin dal tempo di Fil
canti e con parole. Alcuni squarci di simili misteri fatti in Napoli
nel
tempo degli Angioini recammo nel III volume delle
ci di simili misteri fatti in Napoli nel tempo degli Angioini recammo
nel
III volume delle Vicende della Coltura delle Sici
e latini potrà negarsi che si composero e recitaronsi nella Grecia e
nel
Lazio, e che rassomigliavano a quelli che ci rima
Letter. Ital. del Cavalier Tiraboschi è tutto il capo I del libro III
nel
tomo III, in cui trattasi ottimamente quest’argom
l Sig. Lampillas mostrare che gl’ Italiani di que’ miseri tempi erano
nel
latino idioma più barbari degli oltramontani, dov
ssero state per più secoli in vigore, della qual cosa non si fa motto
nel
Saggio Apologetico. Certamente il Signor di Monte
Juzgo recato in mezzo dal medesimo Lampillas. Questo che fu compilato
nel
regno di Sisenando, il quale avendo cacciato Svin
o nel regno di Sisenando, il quale avendo cacciato Svintila dal trono
nel
631, dominò sei anni, conteneva la pratica, lo st
trono nel 631, dominò sei anni, conteneva la pratica, lo stile tenuto
nel
giudicare ne’ secoli appunto ne’ quali l’ apologi
co; e di tali fatti può assicurarsi negli storici Spagnuoli, ed anche
nel
Compendio della Storia di Spagna del P. Duchesne
Inglese) erano concorse a conservare nella Spagna il governo feudale
nel
suo pieno vigore più lungo tempo che in Francia e
azione meno antica intitolata Fuero Real fatta da Alfonso IX, e veder
nel
prologo gli sconcerti de’ secoli ch’egli voleva i
ui protezione, ne accennerò almeno i titoli. Nella I Partita si vieta
nel
tit. 13 leg. 10 di seppellir ne’ cimiteri colui c
uesta disfida dee farsi per corte e alla presenza del re. Si prosegue
nel
tit. 4 a sviluppar la materia e a prescriverne le
tit. 4 a sviluppar la materia e a prescriverne le leggi; e finalmente
nel
tit. 11 si fa lo stesso. Ecco come nelle leggi Sp
anto alla legislazione a’ tempi d’Alarico e ne’ secoli seguenti, cioè
nel
medio eve? Mal grado della universal barbarie era
ettarvisi, il celebre editto di Rotari settimo re d’Italia pubblicato
nel
643, quello di Grimoaldo del 668, i capitoli di L
i de’ Borgognoni, de’ Longobardi, e de’ Visigoti. Le leggi (egli dice
nel
libro XXVIII, c. 2) di Gondebaldo per li Borgogno
delle leggi, sono piene di tinte rettoriche, vuote di senso, frivole
nel
fondo e gigantesche nello stile. Or faccia il Lam
squieu nello Spirito delle leggi lib. XXVIII c. 2. 7. V. il Muratori
nel
vol. II Antiquit. Ital. Medii Ævi. 8. V. la cita
te XV, XVI, XVII e XVIII. 9. V. il capitolo Cum decorem domus Domini
nel
Decretale di Gregorio IX. Vedi anche la Storia fi
llot da servire all’Istoria della Festa de’ Pazzi impresse in Losanna
nel
1751, o le opere di Pietro di Blois, di Thiers, d
si un’ imitazione de’ Saturnali de’ gentili. La libertà data a’ servi
nel
dicembre di motteggiare e far da padroni, si conc
trionfo un asino, e si cantava hè, sire âne, hè, hè. Secondo Raynaud
nel
dì di S. Stefano si cantava alla Messa una canzon
Messa una canzone detta prosa dell’asino, ed anche prosa de’ fatui, e
nel
dì di S. Giovanni un’ altra prosa detta del bue.
a la Francia, quest’altra festa di que’ secoli rozzi sussisteva anche
nel
secolo XVII in qualche provincia. Lagnavasi il Na
isteva anche nel secolo XVII in qualche provincia. Lagnavasi il Naudè
nel
1645 col Gassendi di essere ancora in osservanza
l Discorso aggiunto a una collezione di antiche poesie Inglesi uscita
nel
1765 in Londra, e annunziata nella Gazzetta Lette
nel 1765 in Londra, e annunziata nella Gazzetta Letteraria di Parigi
nel
mese di gennajo del 1766. 15. Nel citato Discors
87., e le di lui Lettere t. II. 19. Egli ne fu confutato dal Quadrio
nel
t. IV della sua Storia e ragione d’ogni poesia, e
uce del cinquecento che in Italia s’istituì tal Compagnia, ma sì bene
nel
XIII secolo. La pubblicazione poi degli Statuti d
ene nel XIII secolo. La pubblicazione poi degli Statuti di essa seguì
nel
1584 nella stessa Roma, cioè trecentoventi anni d
Capo III. La Poesia Drammatica
nel
Secolo XV fa maggiori progressi in Italia. In Fra
are per le cose operate o patite nella pace e nella guerra. Mirandole
nel
punto di vista che discopre i molti loro progress
punto che ne manifesta le politiche turbolenze e le guerre tollerate
nel
tempo stesso, si temerà pel destino delle arti, s
apportate da’ popoli colti. In queste la nazione che le soffre, fida
nel
sovrano che vigila per tutti, e conta ne’ casi av
ri. Arse l’Italia d’un grand’incendio di guerra in diversi suoi paesi
nel
secolo XV, ma le contese de’ pisani co’ fiorentin
. Sull’esempio del Muffato il patrizio veneto Gregorio Corraro, morto
nel
1464, compose in versi, latini nell’età di soli 1
e della poesia drammatica. Fu stampata per la prima volta in Venezia
nel
1558, e il Domenichi la tradusse in Italiano, spa
bisogno di nuova luce istorica. Verso la fine di quello secolo, cioé
nel
1492 Carlo Verardi da Cesena, arcidiacono nella s
di Frinico a darle nuova forma e nuovo lustro. La prima tragedia che
nel
risorgimento delle lettere venisse a luce in bell
ove risiedeva legato, portossi a Matova sua patria, ove era vescovo,
nel
1472, siccome con il dotto abate Bettinelli stabi
, che da Arezzo sua patria é comunemente detto Leonardo Aretino, nato
nel
1369, e morto nel 1444, fece una comedia latina,
a patria é comunemente detto Leonardo Aretino, nato nel 1369, e morto
nel
1444, fece una comedia latina, intitolata Polisse
na comedia latina, intitolata Polissena, stampata più volte in Lipsia
nel
principio del XVI secolo. Leon Battista Alberti,
n valentuomini de’ suoi tempi, nato secondo il Manni e ’l dottor Lami
nel
1398, secondo il Bocchi nel 1400, e, secondo che
i, nato secondo il Manni e ’l dottor Lami nel 1398, secondo il Bocchi
nel
1400, e, secondo che con maggior probabilità cong
400, e, secondo che con maggior probabilità congettura il Tiraboschi,
nel
1444, scrisse anche in latino nell’età di 20 anni
mecenati della letteratura, fu da Aldo Manuzio il giovane pubblicata
nel
1588 sotto il nome di Lepido comico poeta antico.
ce una traduzione italiana Modello Polentone, e pubblicolla in Trento
nel
1472 col titolo di Catinia da Catinio protagonist
o duca fece rappresentare in un gran teatro di legno, fatto innalzare
nel
cortile del suo palagio, la commedia dei Menecmi
a, o a dir meglio tragedia, intitolata Joseph, che fu poscia stampata
nel
1564. Antonio da Pistoia ancora scrisse due dramm
eatro149, pel quale altri celebri letterati furono eziandio impiegati
nel
tradurre alcune altre commedie di Plauto e di Ter
itta prima del 1494, in cui avvenne la morte dell’autore e se ne fece
nel
1500 una seconda edizione. Il rinomato traduttore
le ragioni addotte da monsignor Fontanini dee essersi prodotta almeno
nel
1494. Ma intanto che la drammatica poesia fioriva
anto reale prese forma di dramma rappresentando la Passione di Cristo
nel
Borgo di San Mauro. Argomento pel mondo cristiano
favor della corte, prendendo il titolo di Fratelli della Passione, e
nel
1402 ne ottennero da Carlo VI l’approvazione. Pos
parole del padre Eterno, vi si cantavano. In Portogallo si coltivava
nel
declinar di questo secolo la poesia latina, e Lui
furono per sempre escluse per un canone del concilio toledano tenuto
nel
1473. La diligenza del bibliotecario Nafarre trov
titolati, I. Giuoco di Carnevale; II. i sette Padroni; III. il Turco,
nel
quale il soldato viene in Norimberga a pacificare
el Collegio. Nel 1486 s’impresse in Ulm una traduzione dell’Eunuco, e
nel
1499 quella di tutte e sei le commedie di Terenzi
ttà principali. Allorché Carlo ultimo duca di Borgogna entrò in Lilla
nel
1468, i fiaminghi vi fecero rappresentar per mist
ani talenti.» 134. Quasi tutti gli autori originali trovati furano
nel
secolo XV dagl’italiani in Italia, od altrove. Tr
l dotto padre dell’oratorio D. Roberto di Sarno, e stampata in Napoli
nel
1761 presso i fratelli Simoni. 136. Leggasi il t
part. II pag. 183 seq. 141. In questo secolo ancora, e propriamente
nel
1489 da Bergonzo Botta, gentiluomo tortonese, in
a del Sannazzaro rappresentata in Napoli nella Sala di Castel Capoano
nel
1492 né le feste di Versailles date da Luigi XIV,
Castel Capoano nel 1492 né le feste di Versailles date da Luigi XIV,
nel
1664, né le feste mascherate degli arabi in tante
ontraffatte e scomposte, ma é stato diligentemente assai più regolato
nel
dialogo ed in cinque atti diviso, quale uscì dall
di letterarie di Roma num. XLI 12 ottobre 1776, e Girolamo Tiraboschi
nel
citato luogo. 144. V. Margarita Poet. part. V ca
lemano compilato da i signori Junker e Liebault, e stampato in Parigi
nel
1772 presso Costard. 152. Vedasi il libro V dell
o il celebre Addison si é ingegnato di unire alla forza la regolarità
nel
suo Catone, e vari altri eruditi l’hanno secondat
e socio ne’ travagli letterari di Swift, Pope, Richardson etc., morto
nel
1765, ha scritte tre buone tragedie, il Busiri, (
da M. de la Place) rappresentata con applauso sul teatro di DruryLane
nel
1719, la Vendetta uscita nel 1721 e i Fratelli tr
ata con applauso sul teatro di DruryLane nel 1719, la Vendetta uscita
nel
1721 e i Fratelli tragedia rappresentata nel 1753
1719, la Vendetta uscita nel 1721 e i Fratelli tragedia rappresentata
nel
1753, la quale si tiene per inferiore alla Vendet
r uscita da un uomo di sessantanove anni. Quest’insigne poeta é morto
nel
1765. Un’altra tragedia ha data alle scene ingles
memoria, eccita il fremito dell’umanità. Egli nacque da questo mostro
nel
1698, e morì in prigione nel 1743. La sua tragedi
ll’umanità. Egli nacque da questo mostro nel 1698, e morì in prigione
nel
1743. La sua tragedia di Tommaso Overbury fu da l
ragedia di Thompson, il cui argomento, tratto da una novella inserita
nel
pregiatissimo romanzo di Gil Blàs del sig. le Sag
Errico, e da don Ignazio Gajone nell’Arsinoe. Il sig. Thompson, nato
nel
1700 e morto nel 1748, autore del poema delle Qua
Ignazio Gajone nell’Arsinoe. Il sig. Thompson, nato nel 1700 e morto
nel
1748, autore del poema delle Quattro Stagioni, av
per altro motivo, non volle ascoltare Edoardo ed Eleonora pubblicata
nel
1739. Dennis, il famoso censore e nemico di Aless
tragico più pregiato in Inghilterra dopo Shakespear e Otwai, ha data
nel
1755 la Suocera ambiziosa, stimata una delle sue
degl’inglesi246. Giorgio Lillo, onorato gioielliere di Londra, morto
nel
1739, quantunque posseduto avesse un carattere do
ciuta per le favole del signor Congrève, morto di cinquantasette anni
nel
1729. Egli ne ha composte varie, esatte e spirito
omposte varie, esatte e spiritosa, e piene di caratteri assai di moda
nel
gran mondo, avendo coloriti con somma vivacità gl
co, filosofo e politico dell’istesso cognome. Nel 1755 si rappresentò
nel
teatro di Drury-Lane la Figlia ritrovata, commedi
o di Drury-Lane la Figlia ritrovata, commedia del sig. Edoardo Moore,
nel
di cui scioglimento, comune per altro e mille vol
utore della commedia intitolata la Maniera di fissarlo, rappresentata
nel
1761. Egli l’ha composta sui materiali di due com
ropria persona una dipintura curiosa di quelli che aspirano ad entrar
nel
parlamento. «Che non ho io fatto per voi? (dic’eg
iorgio Calman traduttor di Terenzio, si é rappresentata in Drury-Lane
nel
1763, ed é una di quelle che più sovente comparis
n parte dal romanzo M. Fielding. Si richiedeva però maggior destrezza
nel
prepararli, acciocché mostrassero di avvenire nat
Il Matrimonio Clandestino é un’altra commedia inglese rappresentata
nel
1766 con molto applauso249. Ella é parto del nomi
ratterizzano La Falsa Delicatezza, commedia di M. Kelly rappresentata
nel
1768, e dedicata al nominato famoso attore Garric
famoso tedesco Hendel ha cagionato in Inghilterra la rivoluzione che
nel
passato il Fiorentino Lulli cagionò in Francia. O
davano di giorno in giorno fin dal principio di questo secolo cadendo
nel
meritato dispregio, e già l’aggiustatezza e la ve
stato il Corneille della Germania, se la morte non l’avesse arrestato
nel
più bello della carriera, il barone di Cronegk ch
rtner, Bodmer, Wieland, e ’l valoroso maggiore Kleist morto in guerra
nel
1758 in servizio di S. M. Prussiana, che ultimame
a di dipingere i costumi correnti dal naturale. Ben colorito, p.e., é
nel
Biglietto del Lotto il carattere d’un sordido ava
rito, p.e., é nel Biglietto del Lotto il carattere d’un sordido avaro
nel
signor Damone. Molti tratti felici si trovano nel
te d’amore, di disinteresse, o tutto così a bell’agio come si sarebbe
nel
bel mezzo della commedia256. Ma il poeta che fa
veniva sulla voce, il pié mi manca, vacillo, son presso a precipitar
nel
fondo del abisso, ma mi sento trattenere da uno c
dal seno un pugnale che teneva nascosto, alza il braccio, e l’immerge
nel
mio petto, dicendomi: Io t’ho salvata per perdert
e premiare i migliori drammi de’ concorrenti da far poi rappresentare
nel
suo teatro. Il teatro di Danimarca che per tal me
veruna tragedia spagnuola a riserba di una traduzione del Cinna fatta
nel
1713 da D. Francesco Pizarro Piccolomini; perché
e stravolto, intitolata Tragedia Nuova alla moda Francese, e stampata
nel
1740 con indignazione di que’ pochissimi ch’ebber
e prime tragedie adunque di questo secolo sono la Virginia pubblicata
nel
1750, e l’Ataulso nel 1753. di D. Agustin de Mont
ue di questo secolo sono la Virginia pubblicata nel 1750, e l’Ataulso
nel
1753. di D. Agustin de Montiano, le quali non si
ratin compose dopo di Montiano due altre tragedie, la Lucrezia uscita
nel
1763, e l’Ormesinda rappresentata e impressa nel
, la Lucrezia uscita nel 1763, e l’Ormesinda rappresentata e impressa
nel
1770. Nella prima l’autore lotta coll’invincibil
un autore di un foglio periodico spagnuolo intitolato Aduana Critica
nel
II tomo impresso nel 1763, ignorando l’indole del
io periodico spagnuolo intitolato Aduana Critica nel II tomo impresso
nel
1763, ignorando l’indole della drammatica, ch’é d
i incontrastabili ch’egli é andato errato in quello che ha scelto. Ma
nel
presente caso é il critico, e non il poeta, che h
della tragedia intitolata D. Sancio Garzia, rappresentata e stampata
nel
1771. L’argomento é tragico, trattato con giudizi
increscere di replicarla. D. Tommaso Sebastian y Latre ha pubblicato
nel
1773 in un saggio teatrale una tragedia rappresen
pubblicato nel 1773 in un saggio teatrale una tragedia rappresentata
nel
medesimo anno, nella quale ha preteso rettificare
ietà. D. Tommaso Ayala, professor di poetica in Madrid, ha pubblicata
nel
1775 una tragedia intitolata Numanzia Distrutta.
Racine da lui ottimamente trasportata in versi castigliani e impressa
nel
1768. Altre tragedie inedite si trovano in Madrid
an Fernando, compose molti versi alessandrini, a imitazion di Berceo,
nel
dialetto di Galizia; che nel Cisne de Apolo, o si
rsi alessandrini, a imitazion di Berceo, nel dialetto di Galizia; che
nel
Cisne de Apolo, o sia arte poetica di Carvallo, i
zia; che nel Cisne de Apolo, o sia arte poetica di Carvallo, impresso
nel
1602, si novera questo verso di quattordici silla
altre, sregolate. Non senza garbo ha dipinti alcuni caratteri di moda
nel
Domine Lucas, nell’Honor dà entendimiento, e nel
ni caratteri di moda nel Domine Lucas, nell’Honor dà entendimiento, e
nel
Montañes en la Corte. Le sue commedie, e l’ultima
Moda, fatta dal giudizioso Don Ignazio Luzan, fu pubblicata in Madrid
nel
1751 sotto il nome del Pellegrino. Tutte le altre
a questi sainetti la propria forma, non introdurrebbero a poco a poco
nel
teatro castigliano la bella commedia di Menandro
bblici di Madrid, de’ quali l’ultimo chiuso da molti anni, fu rifatto
nel
1767 in nuova forma senza tavolato per la scena,
, e a livello del primo scaglione inferiore vi ha un’altro corridoio,
nel
quale vedesi pur la gente in parte seduta in una
la, e in parte all’in piedi affollata. Il rimanente assisite all’erta
nel
piano dopo la lunetta chiamato patio, cortile. Le
tri per le dame e altra gente agiata, l’ultimo de’ quali é interrotto
nel
mezzo da un gran palco chiamato tertulla, posto,
ralle più sensibili e vivaci attrici antiche e moderne, rappresentava
nel
teatro della Croce, e los Chorizos suoi fautori f
s suoi fautori furono da lei distinti con un nastro di color di solfo
nel
cappello, mentre los Polacos ne presero uno di co
la commedia francese e l’opera italiana. In Barcellona, in Cartagena,
nel
Ferol si rappresenta ancora l’opera italiana; e i
’hui». 250. Il lodato autore della gazzetta letteraria così scrisse
nel
mese di luglio 1765: «L’art dramatique est encore
et écrites sans esprit». 251. «M. Gottsched, professeur, (leggesi
nel
giornale straniero del mese di maggio 1760) fut l
servasi nelle due sue tragedie, Edoardo III, di cui havvi un estratto
nel
dianzi citato articolo del giornale straniero, e
oetastri troppo bassi e ampollosi, e della quale trovasi un bel sunto
nel
giornale straniero del mese di luglio 1762. 255.
e 1772 n° 9, ed ivi troverassi una picciola analisi di questo dramma,
nel
fine della quale M. Freron dice: «Le caracttére d
Morte di Adamo e al Salomone di Klopstock leggasi le Journal étranger
nel
volume di maggio 1761 e la Gazzette littéraire de
’Idili dello stesso Gessner, e pel suo mirabilissimo ingegno e valore
nel
gentil poetare non pur premeditato, ma estemporan
r la Storia della Poesia Spagnuola del fu dotto P. Sarmiento impresse
nel
1775 nel I tomo delle sue opere postume.
ia della Poesia Spagnuola del fu dotto P. Sarmiento impresse nel 1775
nel
I tomo delle sue opere postume.
Braccini Luigi. Nacque in Firenze
nel
1814. Entrò col Domeniconi in qualità di generico
al ruolo di secondo tiranno, fu molto applaudito nelle parti di Gomez
nel
Filippo e di Abner nel Saul di Alfieri, in quelle
anno, fu molto applaudito nelle parti di Gomez nel Filippo e di Abner
nel
Saul di Alfieri, in quelle di Lisandro nell’ Aris
l Saul di Alfieri, in quelle di Lisandro nell’ Aristodemo e di Ubaldo
nel
Galeotto Manfredi di Monti. Fu primo attore a vic
liteama di Firenze nella Compagnia Pezzana : vi rappresentava lo Zigo
nel
Goldoni di Ferrari. Fu poi col Domeniconi, colla
gnia di Luigi Pezzana, col quale stette tutto l’anno comico ’58. Morì
nel
1860 per aver bevuto in una sola volta, non sappi
Italiano. L’Italia che sulle tracce di Alcide cerco sempre l’onore
nel
superar le difficoltà, poichè ebbe colti. i primi
sublimi allori nell’erudizione e nell’eloquenza oratoria e poetica e
nel
formarsi un teatro regolare e ingegnoso, aspirò a
ti, Anassimandri e Democriti, e n’ebbe copiosa splendidissima schiera
nel
Porta, nel Galilei, nel Fontana, nel Borrelli, ne
andri e Democriti, e n’ebbe copiosa splendidissima schiera nel Porta,
nel
Galilei, nel Fontana, nel Borrelli, nel Cavalieri
riti, e n’ebbe copiosa splendidissima schiera nel Porta, nel Galilei,
nel
Fontana, nel Borrelli, nel Cavalieri, nel Torrice
e copiosa splendidissima schiera nel Porta, nel Galilei, nel Fontana,
nel
Borrelli, nel Cavalieri, nel Torricelli, nel Vivi
ndidissima schiera nel Porta, nel Galilei, nel Fontana, nel Borrelli,
nel
Cavalieri, nel Torricelli, nel Viviani, nel Cassi
era nel Porta, nel Galilei, nel Fontana, nel Borrelli, nel Cavalieri,
nel
Torricelli, nel Viviani, nel Cassini, nel Castell
el Galilei, nel Fontana, nel Borrelli, nel Cavalieri, nel Torricelli,
nel
Viviani, nel Cassini, nel Castelli, nel Monforte,
el Fontana, nel Borrelli, nel Cavalieri, nel Torricelli, nel Viviani,
nel
Cassini, nel Castelli, nel Monforte, e in tanti a
el Borrelli, nel Cavalieri, nel Torricelli, nel Viviani, nel Cassini,
nel
Castelli, nel Monforte, e in tanti altri insigni
el Cavalieri, nel Torricelli, nel Viviani, nel Cassini, nel Castelli,
nel
Monforte, e in tanti altri insigni membri delle A
mi avvisi, compose verso la fine del XVI la sua Tomiri che s’impresse
nel
1607, regolare nella condotta e non ignobile nell
condotta ed in certo modo per lo stile, la quale s’impresse in Napoli
nel
1603. Agostino Dolce fece imprimere nel 1605 la s
la quale s’impresse in Napoli nel 1603. Agostino Dolce fece imprimere
nel
1605 la sua Almida da me non veduta. Cataldo Moro
ra’ minori Osservanti Riformati di san Francesco, pubblicò in Bergamo
nel
1611 il Mortorio di Cristo con quattro tramezzi,
cristiano argomento, la Giustina in versi sciolti impressa in Milano
nel
1617, e l’Irene in Napoli nel 1618 dedicata alla
ina in versi sciolti impressa in Milano nel 1617, e l’Irene in Napoli
nel
1618 dedicata alla città di Lecce. Le colmò di lo
le più felici tragedie cristiane. Il conte Ridolfo Campeggi pubblicò
nel
1614 il Tancredi tragedia applaudita. Il cavalier
a. Il cavaliere Giambatista della Porta diede alla luce il suo Ulisse
nel
1614, nella quale dee lodarsi la scelta del prota
ne col Torrismondo e colla Semiramide. Il suo Giorgio però s’impresse
nel
1611, e l’approvazione si ottenne nel 1610; anzi
Il suo Giorgio però s’impresse nel 1611, e l’approvazione si ottenne
nel
1610; anzi l’autore nel dedicarla a Ferrante Rovi
mpresse nel 1611, e l’approvazione si ottenne nel 1610; anzi l’autore
nel
dedicarla a Ferrante Rovito dice di averla compos
più opere, e traduttore de’ Caratteri di Teofrasto, morto di anni 58
nel
1623, compose tre tragedie, la Silandra, l’Alcipp
orse in tal tragedia non sembrerà abbastanza verisimile, che Gelendro
nel
giorno stesso che cagiona la ruina della famiglia
dovè tornare indietro atterrito dalla gagliarda ripulsa che incontrò
nel
di lei coraggio, sia poi sì credulo, che si sacci
ol Torrismondo e colla Semiramide che accompagnano le Gemelle Capuane
nel
tomo II del Teatro Italiano? Seguirono alle nomin
l Gherardelli e dello Scamacca. Tiberio Gambaruti d’Alessandria morto
nel
1623 pubblicò la Regina Teano. Filippo Finella fi
ubblicò la Regina Teano. Filippo Finella filosofo napolitano produsse
nel
1617 la Cesonia e nel 1627 la Giudea distrutta da
o. Filippo Finella filosofo napolitano produsse nel 1617 la Cesonia e
nel
1627 la Giudea distrutta da Vespasiano e Tito. Et
la sua tragedia la Carichia che uscì alla luce delle stampe in Napoli
nel
1627. Noi ne dicemmo alcuna cosa anche nel tomo V
uce delle stampe in Napoli nel 1627. Noi ne dicemmo alcuna cosa anche
nel
tomo V delle Vicende della Coltura delle Sicilie.
orre Zoppio anche bolognese fondatore dell’Accademia de’ Gelati morto
nel
1634, il quale mostrò troppo amore per le arguzie
scritta in versi di cinque, di sette e di nove sillabe, e s’impresse
nel
1598. Il Pindaro di Savona Gabriele Chiabrera pub
avona Gabriele Chiabrera pubblicò in Genova la sua tragedia l’Erminia
nel
1622, nella quale non rimane a veruno de’ precede
ardelli scrisse una tragedia intitolata Costantino pubblicata in Roma
nel
1653. L’autore la difese contro la censura di Ago
Alpi. Santa Sinforosa fu composta prima delle altre, e si rappresentò
nel
Collegio Romano. Gian Vittorio Rossi conosciuto c
ò e conservò per molto tem- il nome di Sinforosa. Le altre due furono
nel
medesimo Collegio con somma magnificenza e pari a
; ma il padre Gallucci ne prese la difesa con certi Discorsi impressi
nel
1633 intitolati Rinnovazione dell’antica Tragedia
l conte Prospero Bonarelli gentiluomo anconitano, la quale s’impresse
nel
1620, e fu dedicata a Cosimo II gran duca di Tosc
imano avido di gloria e geloso della propria, autorità e dell’impero,
nel
cui animo facilmente allignano i sospetti, dipign
he sebbene sensibile alla sventura di Arena, ha pure il pubblico bene
nel
cuore, e mostra che se mancasse Arena (giacchè Li
r Merope, in tutto il dramma è sempre per Aristodemo. La riconoscenza
nel
Solimano avviene per l’arrivo improvviso di Aidin
er ordine dell’Ariano Leovigildo suo padre. S’impresse la prima volta
nel
1644, e poi di nuovo nel 1665 con un discorso in
vigildo suo padre. S’impresse la prima volta nel 1644, e poi di nuovo
nel
1665 con un discorso in sua difesa, nel quale ann
olta nel 1644, e poi di nuovo nel 1665 con un discorso in sua difesa,
nel
quale anno si recitò nel Seminario Romano. Non ma
uovo nel 1665 con un discorso in sua difesa, nel quale anno si recitò
nel
Seminario Romano. Non manca nè di nobiltà, nè di
nte Fulvio Testi, nato in Ferrara l’anno 1593, e trasportato a Modena
nel
1598, indi morto nella cittadella di quella città
’Isola d’Alcina, e l’Arsinda non terminata. L’Isola d’Alcina composta
nel
1626a è da comendarsi per la semplicità dell’azio
e il Paradiso perduto: il Radamisto di Antonio Bruno nato in Manduria
nel
regno di Napoli censore più volte e segretario de
i Umoristi di Romaa: Ildegarde di monsignor Niccolò Lepori pubblicata
nel
XVII secolo e reimpressa nel 1704 in Viterbo: la
e di monsignor Niccolò Lepori pubblicata nel XVII secolo e reimpressa
nel
1704 in Viterbo: la Belisa tragedia di lieto fine
del cavaliere napolitano Antonio Muscettola data alla luce in Genova
nel
1664 ed altamente comendata col nome di Oldauro S
a nell’anno stesso in Lovano; e la di lui Rosminda impressa in Napoli
nel
1659 ed anche nella parte II delle sue poesie; ed
secolo col cardinal Delfino e col barone Caraccio. Fiorirono entrambi
nel
colmo della corruttela del gusto, entrambi se ne
de’ letterati del XVII. Finì di vivere il cardinale Giovanni Delfino
nel
1699, ed il barone di Corano Antonio Caraccio di
ni Delfino nel 1699, ed il barone di Corano Antonio Caraccio di Nardò
nel
1702. Scrisse il primo nella sua gioventù quattro
generale applauso, e specialmente la prima, e s’impressero in Utrecht
nel
1730, ed in Padova nel 1733 più correttamente. Tu
ecialmente la prima, e s’impressero in Utrecht nel 1730, ed in Padova
nel
1733 più correttamente. Tutti gli eruditi che han
dino del lodato Caraccio, essendosi pubblicato la prima volta in Roma
nel
1694, cioè quattro anni dopo che ebbe dato fuori
del furto confessato da Sofronia per morire in di lei vece, il Porta
nel
suo Moro adoperò ingegnosamente l’artifizio, e l’
dell’Ariosto rinnovò tali gare e cangiamenti di nomi nell’Olimpiade e
nel
Rugiero. Ma sono molti oggi, non dico i Metastasi
rovato il sig. avvocato Pagano anche a produrre una scena somigliante
nel
suo Agamennone, ch’egli intitola Monodramma, benc
o Biancardi detto Lalli in Venezia, cantata colla musica del Ruggieri
nel
1711, e fu la prima vera commedia in musica vedut
geluso. Andrea Belmuro autore de’ due intermezzi recitati in Venezia
nel
1731, la Contadina, ed il Cavalier Bertone, posti
Il di lui Finto Fratello colla musica di Giovanni Fischetti si cantò
nel
1730: lo Frate ’nammorato nel 1732 colla musica s
a musica di Giovanni Fischetti si cantò nel 1730: lo Frate ’nammorato
nel
1732 colla musica squisitissima in tutte le sue p
er seppe il Lorenzi la maniera più idonea per riuscire, cioè eccedere
nel
comico popolare alternandolo con tragiche situazi
i, nell’Idolo Cinese, in cui un buffone Napoletano è creduto un idolo
nel
la China, nella Corsala del 1771, il sig. Lorenzi
Nella Gelosia per gelosia del 1770, nelle Trame zingaresche del 1772,
nel
Tamburo del 1773, nel Duello, nella Fuga, ne’ Tre
sia del 1770, nelle Trame zingaresche del 1772, nel Tamburo del 1773,
nel
Duello, nella Fuga, ne’ Tre Eugenj, nella Scuffia
nj, nella Scuffiara &c. si attenne più alla commedia. Ne incresce
nel
Furbo Mal accorto, come in qualche altra, l’abuso
ente la maggior parte delle opere del Lorenzi) sono in tutte le parti
nel
Socrate inarrivabili. L’autore dell’Ammalato Imma
ra eroica. L’opera eroica che può chiamarsi istorica incominciata
nel
secolo scorso, in cui ebbe una lunga fanciullezza
ncominciata nel secolo scorso, in cui ebbe una lunga fanciullezza, ha
nel
presente avuta la sua adolescenza e la virilità.
rima nella Dafni di Eustachio Manfredi, nell’Arsace di Antonio Salvi,
nel
Polifemo di Paolo Rolli, nel Farnace e nel Farasm
Manfredi, nell’Arsace di Antonio Salvi, nel Polifemo di Paolo Rolli,
nel
Farnace e nel Farasmane ed altre del Biancardi o
l’Arsace di Antonio Salvi, nel Polifemo di Paolo Rolli, nel Farnace e
nel
Farasmane ed altre del Biancardi o Lalli Napoleta
altre del Biancardi o Lalli Napoletano, e specialmente nell’Eraclea,
nel
Tito Sempronio Gracco, ne’ Decemviri, nel Turno A
specialmente nell’Eraclea, nel Tito Sempronio Gracco, ne’ Decemviri,
nel
Turno Aricino ed altri drammi del Romano Silvio S
ò senza dubbio col prelodato Apostolo Zeno Veneziano, e si perfezionò
nel
Metastasio. Il signore Zeno Poeta e Istorico Cesa
ù vivace. Ebbe più invenzione, più arte di teatro, più verità e forza
nel
maneggio delle passioni, più grandezza ne’ suoi e
o in greco suono divenne Metastasio e riempì l’Europa, nacque in Roma
nel
1698, passò parte della gioventù in Napoli eserci
in Roma nel 1698, passò parte della gioventù in Napoli esercitandosi
nel
foro, succedette ad Apostolo Zeno nel 1729 nell’o
ioventù in Napoli esercitandosi nel foro, succedette ad Apostolo Zeno
nel
1729 nell’onorevol carica di Poeta Cesareo, e car
ha inspirato in tutti i contemporanei la disperazione di appressarlo
nel
suo sistema, ed in alcuni il partito di torcere d
a che alla maniera di Sofocle migliori i grand’uomini dell’ antichità
nel
ritrarli, ovvero sia che gareggi di sublimità col
razia del Correggio e coll’ espressione di Raffaello? Chi non ravvisa
nel
Metastasio il gran maestro allorchè (nel tempo st
i Raffaello? Chi non ravvisa nel Metastasio il gran maestro allorchè (
nel
tempo stesso che si presta al duro impero dell’us
oso, non rappresenta appunto la bontà con qualche debolezza richiesta
nel
personaggio tragico70? Tito, Temistocle, Catone,
; ma chi può soffrire il paragone del colorito inimitabile di Mandane
nel
Ciro riconosciuto? chi fece Egisto più interessan
Ambigu, di cui si cibava il Badini? Una stravaganza eterogenea uscita
nel
1671 in tre atti, ognuno de’ quali contiene un ar
vero, osserviamo in qual maniera si condussero que’ due grand’ingegni
nel
maneggiare in generi diversi due congiure e due p
o è melodramma fatto per commuovere ed appagare i sensi. Per riuscire
nel
primo lavoro, si vale il buon poeta di un’ azione
vrebbe fatta un’ opera fredda di una buona tragedia75. Quindi profuse
nel
suo argomento maggior ricchezza d’invenzione, e q
rofuse nel suo argomento maggior ricchezza d’invenzione, e questa che
nel
Tito si scorge ad ogni passo, per gli nuovi colpi
i prodotti da’ contrasti di situazione, non poteva trovare l’Italiano
nel
tragico Francese, e trasse dal proprio fondo le f
e richiamato da un resto di virtù e dalla gratitudine a salvar Tito,
nel
tempo stesso che contro di lui conspira, corra a
o stato contro al suo benefattore, per vendicar la morte di un padre;
nel
che si scorge cert’aria di romanzo, perchè l’ aff
con senno, proprietà e grandezza ancora, e nulla è straordinario. Ma
nel
nostro melodramma che cosa produce lo scoprimento
; ma vuol parlargli, e quando Sesto si appressa, si sforza di mostrar
nel
volto la rigorosa maestà offesa. Sesto si avanza
vergogna, il rimorso, e lo spavento.) ec. Tali scene non si leggono
nel
Cinna, nè in altri drammi ch’io sappia. Bellezze
per sapere il segreto di Sesto: le angustie di questo infelice posto
nel
caso o di accusar Vitellia, o di commettere una n
udine verso il suo buon principe: l’ ammirabile combattimento di Tito
nel
soscrivere la sentenza nella scena 7 del III, che
ni più piene di sentimento e d’ affetto, non si troveranno facilmente
nel
Cornelio, nel Racine, nel Voltaire, nè in alcun a
i sentimento e d’ affetto, non si troveranno facilmente nel Cornelio,
nel
Racine, nel Voltaire, nè in alcun altro; e il sol
e d’ affetto, non si troveranno facilmente nel Cornelio, nel Racine,
nel
Voltaire, nè in alcun altro; e il solo Metastasio
ta per Pietroburgo, e Vittorio Amadeo Cigna Torinese che scrisse Enea
nel
Lazio ed altri melodrammi, a’ quali mancò buona p
illo, e l’Armida abbandonata dell’avvocato don Saverio de Rogatis che
nel
1770 si rappresentò in Napoli da Anna de Amicis e
era. Il sig. duca don Domenico Perrelli impresse in Napoli in un tomo
nel
1777 quattro melodrammi, la Circe, Cesare in Arme
i lui progressi nell’arte d’incatenar gli eventi con verisimiglianza,
nel
colorir gli affetti, e nell’esprimersi con nobilt
ostinato travaglio. Don Luigi Serio professore di Eloquenza italiana
nel
Liceo Napoletano e Poeta di Corte sin dal 1779 vo
Il suo Oreste colla musica del Napoletano Domenico Cimarosa comparve
nel
medesimo teatro nell’agosto del 1783. La sua vers
cene italiche ed imperfetta ancor nelle mani di Quinault. Come seguir
nel
suo sistema Metastasio e non rimanergli di grande
mposa favola di Psiche già sceneggiata da Moliere, e mostrò in Vienna
nel
1767 la sua di Amore e Psiche colla selva de’ des
sse e la possibile commozione in buono stile. Il prelodato sig. Serio
nel
1780 riprodusse sulle scene napoletane tale argom
maniera i progressi della drammatica, fe rappresentare splendidamente
nel
suo teatro Alessandro e Timoteo scritto con elega
l’impero de’ direttori de’ moderni pantomimi? Il sig. Calsabigi fermo
nel
proposito di raddrizzare il trono giacente dell’o
sig. conte Pepoli che lo segue e ne adora le vestigia, ha pubblicato
nel
1789 il suo Meleagro accompagnato da una lettera
alorosi ingegni che fra noi pur fioriscono, non avrai tu una compagna
nel
regno dell’armonia? Passiamo a fare un motto dell
a musica che la costituisce tale insieme colla poesia, hanno ricevuto
nel
nostro secolo da varj eccellenti artisti novello
il Disertore con lieto fine &c. In una lettera scritta da Vienna
nel
1759 a m. Arnaud lodavasi il ballo di Flora esegu
nini. Il Fiorentino Vestris tanto applaudito in Parigi si è segnalato
nel
serio e gentile, Viganò in Italia nel grottesco,
audito in Parigi si è segnalato nel serio e gentile, Viganò in Italia
nel
grottesco, il Napoletano Gennaro Magri in Venezia
orico-pratico del ballo in due volumi con trenta rami dato alla luce
nel
1779. Il più riscaldato, il più burbero, il più p
ca francese”. 67. V. la Lettera da lui scritta all’autore inserita
nel
Giorn. Encicl. di Vicenza del marzo 1789. 68. No
e prendersi l’inutil pena di darmene un carico? Ben vede il leggitore
nel
mio confronto che io col rilevar di proposito l’
fferenza nell’unità di luogo, nell’esito tristo o lieto della favola,
nel
carattere del protagonista, nel numero degli atti
ll’esito tristo o lieto della favola, nel carattere del protagonista,
nel
numero degli atti, e nel verso. Dissi allora, e l
ella favola, nel carattere del protagonista, nel numero degli atti, e
nel
verso. Dissi allora, e lo ripeto, che niuna di ta
oica e la tragedia; ma ci abbiamo riserbato di trattarne di proposito
nel
nostro. Sisiema Melodrammatico inedito sin dal 17
il cuore del sig. Andres che pure ha sì vaga ed elegante la penna? Ma
nel
giudicar di poesia drammatica la penna può suppli
sso in prosa che in versi. Francesco Maria d’Arnaud de Baculard nato
nel
1709 si esercitò in simil genere. Il suo Fajele c
ii e le teste de’ morti; nell’altro una religiosa disperata, la quale
nel
proprio confessore ravvisa l’antico suo amante ch
hi intere le patrie ricchezze. Bernardo Giuseppe Saurin parigino nato
nel
maggio del 1706 morto nel novembre del 1781, oltr
zze. Bernardo Giuseppe Saurin parigino nato nel maggio del 1706 morto
nel
novembre del 1781, oltre alle tragedie riferite t
non appartiene all’originale, che si recitò la prima volta in Londra
nel
1653. L’ab. Prêvot lo tradusse in francese intito
tradusse in francese intitolandolo le Joueur che si stampò in Parigi
nel
1762. Il Socrate dramma in prosa che Voltaire pub
in Parigi nel 1762. Il Socrate dramma in prosa che Voltaire pubblicò
nel
1755 come una traduzione di quello di Tompson alu
cia ha chiamati pessimi. Pinto è un suo dramma istorico rappresentato
nel
teatro Francese della Republica nel febbrajo del
suo dramma istorico rappresentato nel teatro Francese della Republica
nel
febbrajo del 1800, e si eseguì malissimo. L’autor
ere comico lugubre con felicità in alcuni componimenti, cioè il primo
nel
Disertore che si è ripetuto in Francia ed altrove
he del rimanente. Sedaine non riescì ugualmente in altri drammi, cioè
nel
Filosofo senza saperlo, nella Scommessa, come anc
drammi, cioè nel Filosofo senza saperlo, nella Scommessa, come ancora
nel
Maillard, o Parigi salvato. Diede anche l’istesso
n quello che intitolò Natalia, rappresentato la prima volta in Parigi
nel
1787, si notarono molti difetti ad onta dell’inte
a, riprovati da chi non ama la confusione de’ generi. Il sig. Louvais
nel
1773 publicò l’Adone scritto in prosa, e l’Orfano
done scritto in prosa, e l’Orfano Inglese ancor prima si era recitato
nel
1769 anche in prosa e riprovato. Il sig. Fenouill
ia tenera. Nel Padre di famiglia del primo, nell’Eugenia del secondo,
nel
Figliuol prodigo del Voltaire non si vedono morib
qualche particolarità. Dionigi Diderot filosofo di molto nome morto
nel
1787, vide il suo Padre di famiglia nel 1761 rapp
filosofo di molto nome morto nel 1787, vide il suo Padre di famiglia
nel
1761 rappresentato in Parigi con felice successo,
di varii difetti, vale assai più del Figlio naturale, benchè Diderot
nel
tempo che si valeva della favola italiana, volle
amarla farsa senza che ne avesse veruna caratteristica. Non si vedono
nel
Figlio naturale se non che situazioni semitragich
tale affettata nojosa saviezza in tutti i personaggi, e specialmente
nel
Figlio naturale, ed in Costanza, che farà sempre
trarie alla scena di Talia. Confesso che egli dovea meglio contenersi
nel
recinto prescritto alla commedia nel toccare le p
che egli dovea meglio contenersi nel recinto prescritto alla commedia
nel
toccare le passioni tenere; che nel piano si scor
recinto prescritto alla commedia nel toccare le passioni tenere; che
nel
piano si scorge qualche difetto di verisimiglianz
e malgrado di alcun difetto, cioè col Figliuolo prodigo rappresentato
nel
1736, e col Caffè, ovvero la Scozzese. Mirabile n
di Benedetto Ferrari reggiano celebre sonatore di tiorba vi si cantò
nel
1637. Vi comparve anche il Pastore d’Anfriso ed
cena musicale il cavalier Pippo Acciajolia. Torino si contraddistinse
nel
1628 per la sontuosa rappresentazione del Vascell
a festa teatrale composta di danza, di musica, e di macchine eseguita
nel
1639 sotto il vicerè Ferrante Afan de Ribera nell
vicerè Ferrante Afan de Ribera nella sala del real palazzo di Napoli,
nel
passar che vi fece l’infanta Maria sorella di Fil
o la Deidamia del messinese Scipione Errico che si replicò in Venezia
nel
1644, ed il Pomo di Venere del napolitano Antonio
l Pomo di Venere del napolitano Antonio Basso rappresentata in Napoli
nel
1645, ed il Ciro di Giulio Cesare Sorrentino pur
hia l’altro suo dramma intitolato Amore sbandito pubblicato in Genova
nel
1622 ma si vuole avvertire che il tanto decanta
e intrecciano una danza guerriera. Altra breve festa fatta a Sassuolo
nel
dì natalizio di Francesco da Este duca di Modena
te Di rai più belli Cinto i capelli Il Dio di Delo Ride
nel
cielo. A’ bei splendori Di nuovi fiori
esie del Testi cominciarono ad imprimersi sin dal 1613, e terminarono
nel
1645 in vita dell’autore ed in conseguenza prima
particolare coltivò l’opera Ottavio Tronsarelli pur fiorentino morto
nel
1641. Riscosse molti encomii il di lui dramma int
rgherita Costa pel canto e pel suo vergognoso traffico famosa. Davasi
nel
melodramma ad entrambe parte eguale perchè potess
non ne permise l’esecuzione e l’opera fu rappresentata da eunuchi a
nel
palagio del marchese Evandro Conti a’ Monti, e se
e a dipingerne le scene. Ma questi eunuchi sostituiti alle cantatrici
nel
dramma del Tronsarelli ci chiamano alla memoria u
che avessero avuti musici castrati ma sebbene di essi, come narrammo
nel
tomo I, si servissero ne’ musicali trattenimenti
ebatur, sed ex iis qui non erant ejusmodi a. Eranvi dunque in Grecia
nel
XII secolo musici castrati ma dal non trovarsene
. Le Nazioni settentrionali aliene da questo obbrobrio in ogni tempo,
nel
venire a dominare ne’ paesi occidentali del Roman
artecipi di questa vergogna. Fu ciò in essi mala fede o ignoranza? Io
nel
fior degli anni miei ascoltai cantare per le chie
id tra’ sacerdoti che vi uffiziano, si veggono (almeno vi si vedevano
nel
lungo mio soggiorno di diciotto anni colà) molti
i veri uomini fannoa? L’Italia poi che, al dir dell’erudito Maffei, e
nel
bene e nel male suole andare innanzi ai concorren
ni fannoa? L’Italia poi che, al dir dell’erudito Maffei, e nel bene e
nel
male suole andare innanzi ai concorrenti e sopras
uole andare innanzi ai concorrenti e soprastare, addottrinò così bene
nel
canto i suoi castrati, e tanti n’ebbe che potè fo
empo in cui salirono sulle scene. Il mentovato modanese Orazio Vecchi
nel
voler far cantare l’Anfiparnaso si sarebbe ridott
Vecchi gli avrebbe ricusati? L’ultimo dramma del Rinuccini s’impresse
nel
1608 nè da più diligenti scrittori che del tenta
zza della voce. Sappiamo poi che il lodato Tronsarelli finì di vivere
nel
1641, e che la Catena di Adone si cantò qualche a
Ma questo letterato parlandoci di eunuchi sostituiti alle cantatrici
nel
dramma riferito non mostra che gli spettatori se
a natura, quanto mai sanno eseguire le non naturali de’ castrati. Noi
nel
nostro secolo XVIII ne abbiamo avuti luminosi ese
mirarono singolarmente la romana Caterina Martinella morta in Mantova
nel
1608, la Caccini, le Lulle Giulia e Vittoria, la
atto rappresentare con magnificenza reale. Nel suo Giasone pubblicalo
nel
1649 interruppe il recitativo con quelle stanze a
l Testi, dal Salvadori e dal Rinuccini, c prima di tutti dal Notturno
nel
XV secolo. Ma una filza inutile di nomi di scritt
culione a Egli fu poeta nella corte di Toscana, e morì all’improvviso
nel
settembre del 1700. I di lui melodrammi ebbero al
ienna, ed Andrea Perruccì siciliano autore della Stellidaura impressa
nel
1678 e cantata nella sala de’ vicerè in Napoli e
nella sala de’ vicerè in Napoli e dell’Epaminonda impresso e cantato
nel
1684. Laonde non ci tratterremo su tanti altri me
lle in Sciro del marchese Ippolito ferrarese rappresentato in Venezia
nel
1663, nè sull’Attilio Regolo del veneziano Matteo
nel 1663, nè sull’Attilio Regolo del veneziano Matteo Noris impresso
nel
1693 in Firenze, i quali illustri nomi de’ tempi
conversione letteraria l’Amalasunta in Italia rappresentato in Parma
nel
1681. Nè passeremo oltre senza aver fatto motto d
a poesia, come si vede nelle Pazzie per vendetta di Giuseppe Vallaro,
nel
Podestà di Coloniola, nelle Magie amorose del nom
e amorose del nominato Giulio Cesare Sorrentino vagamente decorato, e
nel
piacevole componimento allegorico di due parti la
scorso sulla Musica Italiana impresso colla Vita di Malherbe a Parigi
nel
1672. a. Allorchè io nel 1789 produssi il tomo I
na impresso colla Vita di Malherbe a Parigi nel 1672. a. Allorchè io
nel
1789 produssi il tomo IV di questa Istoria Teatra
he anno prima l’avea sperato sull’abominio che per essi avea mostrato
nel
suo regnato il Cattolico Re Carlo III Borbone, Ma
te ad ogni nemico domestico o straniero, delle quali e nella Spagna e
nel
regno di Napoli ed altrove scorgonsi tuttavia in
. Essendo in età di anni trenta calato questo gran principe in Italia
nel
773 sfornito de’ rudimenti gramaticali della ling
della Germania, e della Spagna. Il primo che in Francia tenne scuola
nel
di lui palagio, fu lo stesso lodato Pietro Pisano
ti si attestavano con testimoni, ed appena sotto Carlo VII in Francia
nel
1454, si raccolsero in iscritto le costumanze fra
Ottone vescovo di Frisinga zio dell’imperadore Federigo I Barbarossa
nel
ritratto che dopo la mettà del XII secolo fece de
le arti. Uno spirito generoso d’indipendenza e di libertà fermentava
nel
cuor dell’Italia con tal vigore, che prima di ter
rcitando L’arte istrionica, e mascherandosi e cantando favole profane
nel
Santuarioa Teodoro Balsamone autore del XII secol
ti femminili, e coprirsi con maschere, osserva che a suo tempo ancora
nel
Natale di Cristo, e nell’Epifania i chierici si m
chiesa. Mediante però la legge del pontefice Innocenzo III riportata
nel
citato capitolo del Decretale, si conseguì finalm
I riportata nel citato capitolo del Decretale, si conseguì finalmente
nel
principio del XIII secolo che si abolisse simile
degl’Innocenti che era un tralcio di quella de’ Pazzi, e si celebrava
nel
dì de’ Santi Innocentia Posero in oltre i monaci
in dialogo le Vite de’ Santi, come quella di Santa Caterina recitata
nel
convento di san Dionigi. Altri simili dialoghi se
storia de’ Poeti Provenzali del Nostradamus a, ma quell’Anselmo fiorì
nel
XIII secolo essendo morto nel 1220. Non ostante p
l Nostradamus a, ma quell’Anselmo fiorì nel XIII secolo essendo morto
nel
1220. Non ostante poi il titolo di tragedie e com
mettà del secolo XII nella Provenza, Linguadocca, Guascona, Gujenna,
nel
Limosino, nel Poitù, nell’Alvernia, in somma in t
olo XII nella Provenza, Linguadocca, Guascona, Gujenna, nel Limosino,
nel
Poitù, nell’Alvernia, in somma in tutta la parte
endo spiare la situazione dell’armata Danese che avea fatta irruzione
nel
suo reame, si presentò al campo Danese. E benchè
col quale tagliò a pezzi il nemico esercito. Sessanta anni dopo, cioè
nel
X secolo, Anlaff re di Danimarca collo stesso tra
he teatral monumento del secolo XIII. Nel 1230 si celebrò in Piacenza
nel
borgo e nella piazza di s. Antonino un giuoco, ch
ione, probità ed accuratezza, ricavò da varie cronache, che in Padova
nel
Prato della Valle fecesi una rappresentazione spi
n Padova nel Prato della Valle fecesi una rappresentazione spirituale
nel
dì di Pasqua di Risurrezione del 1243 o 1244b. Pr
rrezione del 1243 o 1244b. Pretese il Bumaldi che Fabrizio da Bologna
nel
1250 componesse volgari tragedie, ma ciò affermò,
Bologna nel 1250 componesse volgari tragedie, ma ciò affermò, perchè
nel
libro di Dante della Volgare Eloquenza Fabrizio è
di tragediea. Quel che però non ammette dubbio veruno, è che in Roma
nel
1264 fu istituita la Compagnia del Gonfalone, che
i della Passione di Cristo trovasi fatta dal Clero con molto applauso
nel
Friuli l’anno 1298 nel dì di Pentecostea. Il dott
sto trovasi fatta dal Clero con molto applauso nel Friuli l’anno 1298
nel
dì di Pentecostea. Il dottissimo Storico della Le
stamente sopra varie feste per mezzo degli strioni e buffoni eseguite
nel
sccolo XIII rammentate dal Muratorib, asserendo n
un giuoco. Ma ciò tralasciando, la Compagnia del Gonfalone istituita
nel
XIII secolo per rappresentare i Misteri, ne’ temp
a tenere del suo istituto. Nel XV secolo rappresentava pubblicamente
nel
Coliseo di Roma la Passione; e le parole del dram
ccome attesta Andrea Fulvioa. Verisimilmente ciò che continuò a farsi
nel
XV e XVI, praticossi nel XIV, e venne dal XIII qu
ioa. Verisimilmente ciò che continuò a farsi nel XV e XVI, praticossi
nel
XIV, e venne dal XIII quando surse la Compagnia.
mpose indubitatamente il dramma del Dati, nell’imprimersi che si fece
nel
declinar del secolo XVI il libro degli Statuti de
rietà essenziale, cioè, che le rappresentazioni da mute che si furono
nel
XIII, passarono poscia ad animarsi con parole? Ap
ritu Antichristi recato dal Muratorib, e poi dal Tiraboschic, e da me
nel
tomo precedente, fu senza contrasto azione dramma
itarsi. Qualche altra ne accenneremo appresso dell’Alemagna. Vedrassi
nel
seguente capo che in Francia sin dal tempo di Fil
con canti e parole. Alcuni squarci di simili Misteri fatti in Napoli
nel
tempo degli Angioini recammo nel III volume delle
ci di simili Misteri fatti in Napoli nel tempo degli Angioini recammo
nel
III volume delle Vicende della Coltura delle Sici
latini potrà negarsi che si composero e si recitarono nella Grecia e
nel
Lazio, e che rassomigliarono a quelli che ci rima
tura Italiana del cavalier Tiraboschi è tutto il capo I del libro III
nel
tomo III, in cui trattasi ottimamente questo argo
l sig. Lampillas mostrare, che gl’Italiani di que’ miseri tempi erano
nel
latino idioma più barbari degli oltramontani, dov
ecato in mezzo dal medesimo Lampillas. Questo volume che fu compilato
nel
regno di Sisenando, il quale avendo cacciato Svin
o nel regno di Sisenando, il quale avendo cacciato Svintila dal trono
nel
631, dominò sei anni, conteneva la pratica, lo st
trono nel 631, dominò sei anni, conteneva la pratica, lo stile tenuto
nel
giudicare ne’ secoli appunto, ne’ quali l’apologi
co; e di tali fatti può assicurarsi negli storici Spagnuoli, ed anche
nel
Compendio della Storia di Spagna del p. Duchesne
obertson) erano concorse a conservate nella Spagna il governo feudale
nel
suo pieno vigore più lungo tempo che in Francia e
azione meno antica intitolata Fuero Real fatta da Alfonso IX, e veder
nel
prologo gli sconcerti de’ secoli ch’egli voleva i
ui protezione, ne accennerò almeno i titoli. Nella I Partita si vieta
nel
tit. 13, leg. 10 di seppellir ne’ cimiterii colui
questa disfida dee farsi per corte nella presenza del re. Si prosegue
nel
tit. IV a sviluppar la materia, e a prescriverne
t. IV a sviluppar la materia, e a prescriverne le leggi; e finalmente
nel
tit. XI si fa lo stesso. Ecco come nelle leggi sp
to alla legislazione a’ tempi di Alarico, e ne’ secoli seguenti, cioè
nel
medio evo? Mal grado della universale barbarie er
ttarvisi, il celebre editto di Rotari settimo re d’Italia, pubblicato
nel
643, quello di Grimoaldo del 668, i capitoli di L
de’ Borgognoni, de’ Longobardi, e de’ Visigoti. Le leggi (egli dice
nel
libro XVIII, c. 2) di Gondebaldo per li Borgognon
e delle leggi, sono piene di tinte rettoriche, vote di senso, frivole
nel
fondo, e gigantesche nello stile. Or faccia il L
squieu nello Spirito delle Leggi lib. XXVIII, c. 2. a. Vedi Muratori
nel
volume II Antiquit. Italic. Medii Aevi. b. De G
V, XVI, XVII, e XVIII. a. Vedi il Capitolo: Cum decorem domus Domini
nel
Decretale di Gregorio IX. Vedi anche la Storia fi
llot da servire all’Istoria della Festa de’ Pazzi impresse in Losanna
nel
1751, o le opere di Pietro di Blois, di Thiers, d
si una imitazione de’ Saturnali de’ Gentili. La libertà data a’ servi
nel
dicembre di motteggiare, e far da padroni, si con
ionfo un asino, e si cantava, hè, sire âne, hè, hè . Secondo Raynaud
nel
dì di santo Stefano si cantava alla Messa una can
Messa una canzone detta prosa dell’asino, ed anche prosa de’ fatui, e
nel
dì di san Giovanni un’altra prosa detta del bue
uminava la Francia, quest’altra festa di que’ rozzi secoli sussisteva
nel
secolo XVII in qualche provincia. La gnavasi il N
sussisteva nel secolo XVII in qualche provincia. La gnavasi il Naudè
nel
1645 col Gassendi di esser tutta via in osservanz
u medico, astrologo e profeta Narbonese che di anni 62 finì di vivere
nel
1568. Le Vite de’ Poeti Provenzali da lui scritte
ato i Maurini nella Storia della Linguadocca tom. Il e l’abate Goujet
nel
tom. VIII della Biblioteca Francese a. Vedi il
aggiunto a una collezione di antiche poesie Inglesi uscita in Londra
nel
1765, che fu pure annunziata nella Gazzetta Lette
nel 1765, che fu pure annunziata nella Gazzetta Letteraria di Parigi
nel
mese di gennajo del 1766. a. Vedi il volume II d
ontanini p. 487, e le di lui Lettere t. II. a. Lo confutò il Quadrio
nel
t. IV della Storia e ragione di ogni poesia; e pi
uce del Cinquecento che in Italia s’istituì tal Compagnia, ma sì bene
nel
secolo XIII. La pubblicazione poi degli Statuti d
ene nel secolo XIII. La pubblicazione poi degli Statuti di essa seguì
nel
1584 nella stessa Roma, cioè trecentoventi anni d
ti tratti dagli Statuti della Compagnia de’ Battuti di Trevigi eretta
nel
1261, e pubblicati dal più volte lodato signor co
e dall’allegoria e dalle favole un ammasso di prodigj e stravaganze,
nel
nostro secolo non ha calcato miglior sentiero. Il
che rendono invisibili le persone che pur si vedono, pugnali vibrati
nel
seno altrui che ammazzano chi li vibra, uomini mi
n certo M. de Leyre passato in Italia dimenticossi di quanto facevasi
nel
proprio paese e scrivea da Parma a Parigi che gl’
grin sovente deriso ma lodato pel suo Jeste, Fuselier e Cahusac morto
nel
1764 autore di Calliroe, e Bernard che compose le
seau provata in Lione felicemente col Pigmalione e ripetuta in Parigi
nel
1775 con tutto l’applauso. Per dare un saggio del
ancora le parodie de’ componimenti recitati nella Commedia Francese e
nel
Teatro Lirico, la qual cosa unita al concorso che
questo spettacolo fu totalmente abolito. Si riprodusse l’opera comica
nel
1724 e durò sino al 1745, dopo di che alla fiera
ppresentarono che pantomimi. M. Monnet ristabilì l’opera a S. Germano
nel
1752 con tutte le stravaganze e buffonerie e co’
n vaudevilles, hanno molto lavorato per l’opera comica. Pannard morto
nel
1764 scrisse un gran numero di componimenti in va
fecondi e piacevoli scrittori d’opere buffe. È riuscito singolarmente
nel
vaudeville, ma scrisse anche parodie e burlette c
ne compose pure alcune ben ricevute, e fralle altre Bastiano Bastiana
nel
1753, gli Ammaliati nel 1757, e Annetta e Lubino
en ricevute, e fralle altre Bastiano Bastiana nel 1753, gli Ammaliati
nel
1757, e Annetta e Lubino nel 1762. Reputo pregio
astiano Bastiana nel 1753, gli Ammaliati nel 1757, e Annetta e Lubino
nel
1762. Reputo pregio dell’opera abbandonare l’imme
magie, i delirj e le più scurrili stranezze sono cresciute soprammodo
nel
paese dove nacquero Fedra, Cinna e Zaira. Servano
Cinna e Zaira. Servano per pruova di ciò il Vello d’oro rappresentata
nel
1786 la piggiore delle cattive opere musicali, e
1786 la piggiore delle cattive opere musicali, e quelle rappresentate
nel
1787 come l’Alcindoro di Chabannes, il Re Teodoro
ni spettacolose, e l’Amfitrione in tre atti nato e morto in un giorno
nel
1788. III. Teatri materiali. In Francia s
ibro intitolato la Mimographe. Nel teatro dell’opera alzato in Parigi
nel
1769 co’ disegni di M. Moreau di figura ovale lun
scalinata dirimpetto alla scena. Nel palazzo di Versailles si edificò
nel
1770 da M. Gabriel un teatro di figura semicircol
che gira intorno e con una sola loggia. La corte occupa il parterre e
nel
mezzo siede il re. Ampliata Parigi nella parte de
ione di palchi similmente fornite di scalini. Questo edifizio (dicesi
nel
trattato Del Teatro) è ben provvisto di convenien
, ed ha la facciata retta a tre ordini di finestre con gran ringhiera
nel
mezzo e con balaustrata in cima arricchita di sta
CAPO VI. Teatro Inglese. Una potente convulsione
nel
cominciar del secolo XVII giva agitando gli umori
vassalli passar dal trono al palco, e lo stato che soffrir non volle
nel
re legittimo un’ autorità soverchia, si trovò eff
le pubbliche turbolenze. Beniamino Johnson nato verso il 1575 e morto
nel
1637, occupò il posto di poeta regio, benchè per
lle prime si tennero in gran pregio la Caduta di Sejano rappresentata
nel
1601 e la Congiura di Catilina pubblicata nel 160
di Sejano rappresentata nel 1601 e la Congiura di Catilina pubblicata
nel
1608; e tralle commedie si ammirarono il Chimista
degli antichi, e gli copiava con molta franchezza, il che si osserva
nel
Sejano e nel Catilina; ma secondò il carattere de
i, e gli copiava con molta franchezza, il che si osserva nel Sejano e
nel
Catilina; ma secondò il carattere degli spettator
ia, dove osservò lo spettacolo dell’opera in musica, volle introdurla
nel
teatro nazionale. A tal genere appartiene la Circ
si l’eccellente attore ed autore tragico e comico Tommaso Otwai morto
nel
1685 di anni 34. Passano per le migliori sue trag
rò la gran distanza svantaggiosa all’autore Inglese. Riuscì Otwai più
nel
tragico che nel comico; ma non fu meno irregolare
nza svantaggiosa all’autore Inglese. Riuscì Otwai più nel tragico che
nel
comico; ma non fu meno irregolare degli Spagnuoli
loro gli confuse. Anche Giovanni Dryden nato di una famiglia cospicua
nel
1631, il quale divenne Cattolico sotto Giacomo II
ospicua nel 1631, il quale divenne Cattolico sotto Giacomo II, e morì
nel
1701, ebbe il titolo di Racine dell’Inghilterra s
l Paradiso perduto. Il traduttore di Giovenale Tommaso Shadwell morto
nel
1693 compose pel teatro comico dopo di aver letto
aliere Van-Brough architetto grossolano e poeta comico delicato morto
nel
1704. Egli non meno che Congreve vollero opporsi
meno che Congreve vollero opporsi ma con poca riuscita al Collier che
nel
1698 produsse contro il teatro inglese il suo Qua
ommedie più pregiate sono l’Amore in un bosco rappresentata in Londra
nel
1672, il Gentiluomo maestro di ballo, e l’Uomo Fr
per cui Terenzio tanto sovrasta a’ suoi posteri; l’ unità di disegno
nel
tutto, e la verità e l’esattezza e la precisione
Moreto; e finalmente il gusto, l’amenità, la delicatezza inarrivabile
nel
ritrarre al vivo i caratteri e le ridicolezze cor
oliere il principato su i comici antichi e moderni. Noi ci accingiamo
nel
seguente libro a divisare in quale stato questo g
ranza divenne così grande in quella Penisola, e tanto si distese, che
nel
1473, come apparisce dal Concilio che nel detto a
la, e tanto si distese, che nel 1473, come apparisce dal Concilio che
nel
detto anno, per ripararvi si tenne dal cardinal R
poi alla direzione dell’Università di Alcalà di Henares, ove si morì
nel
1522, e lasciò molte opere. Il medesimo anche si
tto avesse Ario Barbosa (V. Nic. An tonio Bibl. Hisp.) nato in Aveiro
nel
Portogallo, il quale fu discepolo del Poliziano i
Portogallo fu Maestro de’ due Principi, e morì decrepito in sua casa
nel
1530 con lasciar varie opere. Laonde a questi due
re. Contro di questa mia nota volle scagliarsi l’apologista Lampillas
nel
tom. I della P. II del Saggio Apologetico, attrib
iverlo all’autor della Nota? Poteva (dice poi il medesimo apologista)
nel
principio del XVI secolo uno spagnuolo insegnare
iani a scrivere commedie, tuttochè uscisse da un paese barbaro ancora
nel
XV. Poteva, sì, accordiamolo; è ciò un possibile,
ia scientifica de’ Segreti della Natura fosse stata formata in Napoli
nel
secolo XVI (V. il dotto ab. Gimma nella sua Itali
quì menzione, perchè parecchi individui di essa col loro capo vissero
nel
XVII, e furono aggregati nell’Accademia de’ Lince
mia che durò per anni 27 sino alla morte del lodato Principe accaduta
nel
1630, veggasi Jani Planci Lynceorum Notitia preme
la nuova edizione del Fitobasano di Fabrizio Colonna fatta in Firenze
nel
1744 presso il Viviani. L’Accademia del Cimento c
gi, fu istituita l’anno 1657 dal Principe Leopoldo de Medici, e cessò
nel
1667. Quella degl’ Investiganti si formò in Napol
Bologna l’ anno 1690, e si convertì poi nella si famosa dell’Istituto
nel
1714. I principj dell’Accademia Senese de’ Fisioc
e primario di Medicina Teorica e di Botanica nell’Università di Siena
nel
mese di marzo dell’anno 1691. Quindi nell’anno 16
sanza delle antichissime commedie de’ Greci, inventò alcuni intermedj
nel
fine d’ogni atto, i quali contengono fragnolatori
istofano Amaduzzi ecc. L’autore delle Vicende della Coltura Siciliana
nel
sesto volume che si accinge a pubblicarne, tribut
CAPO V. Teatro Tragico Francese
nel
XVII secolo. Pietro Cornelio nato in Roano nel
ro Tragico Francese nel XVII secolo. Pietro Cornelio nato in Roano
nel
1606 il quale sin dal 1625 colla sua Melite comin
recetti e col proprio esempio. Il primo saggio che fe delle sue forze
nel
tragico, fu la Medea Egli amava con predilezione
ermò l’esgesuita Andres a, perchè la Sofonisba fu la prima in Francia
nel
decimosettimo secolo, come pure era stato un seco
edia spagnuola, e da questa principalmente si trasse la scena, in cui
nel
tempo stesso implorano dal sovrano Chimene giusti
i in potere de’ Mori, e non de’ Cristiani (che è il grande errore che
nel
Cid di Cornelio notò esultando colla solità insol
dell’Aretino. Così avesse il Cornelio seguito questo modello italiano
nel
punto di maggiore importanza, cioè nell’interessa
o contro di lui. Nella seduzione di Emilia, nella congiura di Cinna e
nel
perdono di Augusto, ci si presenta un saggio inge
emorande parole con quanto si contiene nell’indicata scena si trovano
nel
libro I cap. 9 de Clementia del filosofo Cordoves
obile Severo. Pregiavasi il Cornelio di aver procurato di far sentire
nel
suo Pompeo e ne’ pensieri e nelle frasi il genio
o impertinenti nella poesia teatrale. I critici giudiziosi riprendono
nel
Pompeo varie espressioni nella descrizione degli
me, elle est toute où je suis, che forse ebbe presente il Metastasio
nel
far dire a Catone, Son Roma i fidi miei, Roma so
ne eccellenti, si reputarono mediocri, ed insieme colla Medea caddero
nel
rappresentarsi, nè i posteri ne ristabilirono il
pel teatro, pure vi era stato di nuovo indotto, al fine da buon senno
nel
1675 dopo la rappresentazione del Surena, che non
esia drammatica. Questo padre e legislatore del teatro francese morto
nel
1684 in Parigi, merita di studiarsi da chi voglia
bilità. Riscalda ed avviva la stessa politica, come fece specialmente
nel
Sertorio e nell’Attila. Con un tratto di peunello
strisciano per l’atmosfera. Ma perchè la gioventù non creda che tutto
nel
suo stile sia oro puro, vuolsi avvertire ch’egli
sto delle arguzie viziose che dominava sotto il regno di Luigi XIII e
nel
principio di quello di Luigi XIV. Troppo abbonda
re che poche volte si mostrò indulgente verso il gran Cornelio, colse
nel
segno affermando che “ il di lui ingegno tutto ha
e vedute politiche di un tiranno, nell’ambizione di un conquistatore,
nel
patriotismo eroico di un Romano o di un Greco. Ma
to la dolorosa separazione di Tito e Berenice; parrà loro di trovarsi
nel
caso; al pari di quella tenera regina si sentiran
per avviso de’ più scorti critici, trionfano l’Ifigenia rappresentata
nel
1675, in cui con singolar diletto di chi non igno
unicamente a compiangere la figliuola di Agamennone; l’Atalia uscita
nel
1691, ove il poeta s’innalza e grandeggia imitand
o alcuna volta il linguaggio de’ profeti; il Britannico rappresentato
nel
1670, in cui si eccita il tragico terrore per le
ti esercizii disdicevoli alla maestà; e la Fedra comparsa sulle scene
nel
1677, la quale per tanti pregi contenderebbe a tu
di Siface e di Farace presso Racine, di Teseo e di Eraclio e di altri
nel
Corneille, della maggior parte de’ personaggi di
di Semiramide e Nino e Dircea in Muzio Manfredi, di Mustafà e Despina
nel
Bonarelli, di Bibli nel Campi. Al contrario spari
ircea in Muzio Manfredi, di Mustafà e Despina nel Bonarelli, di Bibli
nel
Campi. Al contrario sparisce ogni idea tragica al
difetti nelle altre sue favole, benchè alcuno se ne rinvengano anche
nel
Mitridate, nell’Andromaca e nell’Ifigenia. Nella
che lo condussero alla riva, rinculano spaventate . Ma senza tali nei
nel
Racine che studiava sì felicemente il cuore dell’
i di Fineo. Aggiungiamo su questo insigne tragico nato in Fertè-Milon
nel
dicembre del 1639 e morto in Parigi nell’aprile d
minata; e non avea torto. Da ciò veniva la facilità mirabile che avea
nel
verseggiare (ciochè è diametralmente opposto alle
di azzurre nuvolette. Il più volte mentovato avvocato Saverio Mattei
nel
Nuovo sistema d’interpretare i tragici greci osse
o scrittore che pure vi si occupò con applauso. Tristano Eremita nato
nel
1601 e morto nel 16.. rappresentandosi nell’inver
ure vi si occupò con applauso. Tristano Eremita nato nel 1601 e morto
nel
16.. rappresentandosi nell’inverno del 1636 il Ci
rte di Erode il commediante Mondori declamò con tal vigore che offeso
nel
petto si rendette inabile a più comparire in teat
ròn da Don Joseph suo fratello, impresse in Madrid per Maria Quiñones
nel
medesimo anno 1636, non trovandosi fralle dodici
si, approfittandosi o della Marianne di Hardy rappresentata in Parigi
nel
1610, o di quella di Tristano che fece recitare e
compose parimente varie tragedie fortunate. L’Arianna si rappresentò
nel
1672 nel tempo stesso che si recitava il Bajazett
parimente varie tragedie fortunate. L’Arianna si rappresentò nel 1672
nel
tempo stesso che si recitava il Bajazette del Rac
a. L’autore spese in comporla quaranta giorni; ma il tempo si consuma
nel
lavoro e nel maneggio della lima sullo stile, ed
pese in comporla quaranta giorni; ma il tempo si consuma nel lavoro e
nel
maneggio della lima sullo stile, ed è quello che
cui niuno de’ contemporanei fu comparabile. Cirano di Bergerac nato
nel
Perigord nel 1620 e morto nel 1655 fece una trage
’ contemporanei fu comparabile. Cirano di Bergerac nato nel Perigord
nel
1620 e morto nel 1655 fece una tragedia della Mor
u comparabile. Cirano di Bergerac nato nel Perigord nel 1620 e morto
nel
1655 fece una tragedia della Morte di Agrippina,
l 1620 e morto nel 1655 fece una tragedia della Morte di Agrippina, e
nel
personaggio di Sejano diede il primo esempio dell
nno portato al colmo questo difetto? Filippo Quinault nato in Parigi
nel
1634 e morto nel 1688, oltre alle opere musicali
lmo questo difetto? Filippo Quinault nato in Parigi nel 1634 e morto
nel
1688, oltre alle opere musicali e alle commedie,
i applausi Agrippa re di Alba, ovvero il Falso Tiberino rappresentata
nel
1660 per due mesi continui e rimasta su quelle sc
vacità ne’ colpi di teatroa. Le tragedie sono la Morte di Ciro uscita
nel
1656, in cui si veggono stranamente avviliti i ca
uazioni e ne’ consigli; Astrato re di Tiro rappresentata per tre mesi
nel
1663, e rimasto al teatro malgrado de’ motteggi d
tro malgrado de’ motteggi di Boileau; Bellorofonte tragedia fischiata
nel
1665 senza esser peggiore delle altre; e Pausania
ischiata nel 1665 senza esser peggiore delle altre; e Pausania uscita
nel
1666 che ebbe miglior fortuna. Invano si rilevere
Non per tanto Achinoa moglie di Saulle colle sue figliuole introdotte
nel
Gionata, e Maaca e Tamar nell’Assalonne, sono per
sono quelle del celebre Dionigi Petavio, di cui s’impresse in Parigi
nel
1620 il Sisara, e quattro anni dopo l’Usthazane,
luce la Solima e la santa Felicita di Niccolò Causin. Si pubblicarono
nel
1695 anche in Parigi le quattro tragedie di Franc
specialmente ne’ primi tre atti, un languore mortale. A un tratto poi
nel
IV si enuncia la morte di Pisistrato, di cui non
to Ateniese: e svelare l’inutile arcano. Tutto potrebbe condonarsi se
nel
dramma poi dominasse minor noja, freddezza e lang
te di aiuto alla Compagnia, recitando a tre anni, per la prima volta,
nel
Vagabondo e la sua famiglia di Augusto Bon, e dec
simi, e magari in commestibili, come alle recite del Capitan Fracassa
nel
mirabile studio di Teofilo Gauthier. Il primo att
suon di tamburo, poi correva a sostenere il suo, o i suoi personaggi
nel
Sior Serafin Bonigolo, ad esempio, dai Storti del
scer mai a quegli ottimi sciagurati il significato della parola forno
nel
gergo teatrale ; nè col forno nel significato suo
i il significato della parola forno nel gergo teatrale ; nè col forno
nel
significato suo proprio ebber mai troppa dimestic
Priuli sostenne, acclamatissimo, il personaggio del prete liberale. E
nel
Mondo illustrato del 14 settembre ’61, da cui tol
pregio e dan rilievo a tutte le altre doti. Morto il padre a Torino
nel
’64, ella con la madre e due sorelle restò col Mi
e due sorelle restò col Mingoni divenuto allora capocomico. Sposatasi
nel
’67 al conte Carlo Borisi istriano, attore di ass
ogni aspettazione dei capocomici, specialmente colla parte di Teresa
nel
dramma omonimo di Dumas e con quella della Marche
rte di Teresa nel dramma omonimo di Dumas e con quella della Marchesa
nel
Filippo di Scribe. Fece poi compagnia col marito,
i pel formale divieto che aveva, renitente alla leva, di metter piede
nel
suolo austriaco. Furono il ’76 per due anni con G
ardua in faccia al pubblico e alla stampa, specie negli Oci del cor e
nel
Moroso de la nona di Giacinto Gallina, pei quali
Capo III. Progressi Teatrali in Francia tardi, ma grandi
nel
medesimo Secolo XVII. Sino al 1640 in circa si
alle regole, erano neglette o ignorate in Francia. Corneille medesimo
nel
1634 diceva nella prefazione della Vedova, ch’egl
usar di tutta la libertà ordinaria del teatro francese. Un tal Durval
nel
1636 le metteva affatto in ridicolo. Non so adunq
va affatto in ridicolo. Non so adunque, perché Lope de Vega, che mori
nel
1635, al pari della censura d’Italia, per non ave
ita la virtuosa e sensibile Paolina, e l’appassionato e nobile Severo
nel
Poliuto. Che idea ammirabile ci dà ancora del gra
bilito il credito. Edipo, Sertorio, Sofonisba, e Surena rappresentata
nel
1675, quando Corneille rinunziò da buon senno al
n per tanto questo padre e legislatore del teatro francese, che morì,
nel
1684, ha pur troppo pagato il tributo al gusto de
usto delle arguzie viziose, dominante sotto il regno di Luigi XIII, e
nel
principio di quello di Luigi XIV, siccome hanno o
lle vedute politiche d’un tiranno, nell’ambizione d’un conquistatore,
nel
patriotismo d’un eroe romano; ma favelleranno con
con conoscimento e passione di ciò che rassomiglia a quel che sentono
nel
proprio cuore. Ogni giovanetta posta nelle circos
elle di Corneille, trionfano, a mio credere, l’Ifigenia rappresentata
nel
1675, l’Atalia nel 1691, il Britannico nel 1670,
trionfano, a mio credere, l’Ifigenia rappresentata nel 1675, l’Atalia
nel
1691, il Britannico nel 1670, e la Fedra nel 1677
, l’Ifigenia rappresentata nel 1675, l’Atalia nel 1691, il Britannico
nel
1670, e la Fedra nel 1677, la quale contenderebbe
ntata nel 1675, l’Atalia nel 1691, il Britannico nel 1670, e la Fedra
nel
1677, la quale contenderebbe a qualunque il primo
ell’eroe romano, e vi resta quella d’un marchesino francese. Si perde
nel
medesimo poeta l’idea di Sertorio gran capitano e
uistò un carattere tutto suo. La francese adunque e la greca tragedia
nel
medesimo genere ci presentano due spezie sì diffe
asciò la commedia nella fanciullezza. Il suo Mentitore, rappresensato
nel
1641, é una giudiziosa traduzione d’una commedia
minciò Molière a girar colla sua compagnia comica per le provincie, e
nel
1653 rappresentò in Lione, indi in Beziers, Greno
e i capi d’opera che andava producendo, resero famoso Molière. Nacque
nel
1620 con disposizioni naturali alla rappresentazi
onici. S’arricchì delle spoglie degli antichi e de’ moderni. Trovansi
nel
Cittadino Gentiluomo, e nel Tartuffo alcune scene
lie degli antichi e de’ moderni. Trovansi nel Cittadino Gentiluomo, e
nel
Tartuffo alcune scene tratte dalle Nuvole e dal P
Terenzio. Gli accidenti del velo nella medesima Scuola de’ Mariti, e
nel
Siciliano, il Convitato di Pietra, la Principessa
o dal teatro italiano. Varie scene e astuzie di Scapino e di Sbrigani
nel
Pourceaugnac son del Porta. Giorgio Dandino viene
altri gran tragici del secolo seguente; ma Molière é ancor solo. Morì
nel
1673 in casa sua, nella quale fu trasportato mori
parire, trarremo dalla folla la Mère Coquette di M. Quinault impressa
nel
1664, i Visionari di M. Desmaret, morto nel 1676
e di M. Quinault impressa nel 1664, i Visionari di M. Desmaret, morto
nel
1676 e i Litiganti di M. Racine pubblicati nel 16
di M. Desmaret, morto nel 1676 e i Litiganti di M. Racine pubblicati
nel
1668. M. Regnard, morto nel 1710, si dimostrò il
676 e i Litiganti di M. Racine pubblicati nel 1668. M. Regnard, morto
nel
1710, si dimostrò il miglior imitatore di Molière
Regnard, morto nel 1710, si dimostrò il miglior imitatore di Molière
nel
Giocatore, nel Distratto, e nel Legatario 201. M.
nel 1710, si dimostrò il miglior imitatore di Molière nel Giocatore,
nel
Distratto, e nel Legatario 201. M. Dancourt, mort
ostrò il miglior imitatore di Molière nel Giocatore, nel Distratto, e
nel
Legatario 201. M. Dancourt, morto nel 1725, fu un
nel Giocatore, nel Distratto, e nel Legatario 201. M. Dancourt, morto
nel
1725, fu un commediante di mediocre abilità, ma p
più fortuna, e rappresentò alternativamente colla compagnia francese
nel
Teatro di Borgogna, nel Piccolo Borbone, e nel Pa
ntò alternativamente colla compagnia francese nel Teatro di Borgogna,
nel
Piccolo Borbone, e nel Palazzo Reale. Ma sette an
lla compagnia francese nel Teatro di Borgogna, nel Piccolo Borbone, e
nel
Palazzo Reale. Ma sette anni dopo la morte di Mol
i dopo la morte di Molière, essendosi unite le due compagnie francesi
nel
Palazzo di Guénégaud, il Teatro di Borgogna restò
carattere dell’Arlecchino. L’opera italiana fu introdotta nella corte
nel
1647 dal cardinal Mazzarini. Egli fé venir da Fir
é venir da Firenze una compagnia di cantanti, i quali rappresentarono
nel
Teatro del Palazzo Reale in presenza del re il dr
in musica dallo Zarlino, e rappresentato la prima volta in Venezia. E
nel
matrimonio di S. M. l’istesso ministro fece rappr
nezia. E nel matrimonio di S. M. l’istesso ministro fece rappresentar
nel
Louvre Ercole Amante, che non piacque a’ Francesi
a nazionale, e compose un’opera pastorale intitolata Pomona, la quale
nel
1659 posta in musica da Cambert, fu ricevuta con
dal progetto di stabilire un’Accademia d’opera francese, e ottenutone
nel
1669 il permesso, si associò con Cambert per la m
col marchese di Surdéac per le decorazioni, e per otto mesi continui
nel
1671 fu rappresentata l’opera di Pomona. Ma il si
conda opera francese posta pure in musica dal Cambert e rappresentata
nel
1671. Quelli furono i principi del teatro lirico
coli e stravaganze, più mostruoso di quello che i Francesi riprendono
nel
teatro spagnuolo. Il palazzo del Sole, la regia d
le persone, che pur si veggono dallo spettatore, pugnali che vibrati
nel
seno altrui, danno la morte a chi li vibra, uomin
a da Beaulieu e da Salmon, e ne’ versi da Chesnaye, il quale li ballò
nel
1582206. Questi balletti furono migliorati nel pr
aye, il quale li ballò nel 1582206. Questi balletti furono migliorati
nel
principio del secolo, di cui stiamo parlando, dal
li che diede poi il cardinal de Richelieu. Luigi XIII danzò una volta
nel
1625 in un balletto, che non prometteva la delica
dire di fantasticar sulle nazioni. 185. V. les Anecdotes sur le Cid
nel
supplimento alla Gazzetta Letteraria dell’Europa
omme leur langue naturelle». E un altro letterato francese traducendo
nel
1762 un’oda pastorale di un cavalier italiano, di
mi-Dieux du Tibre et de la Seine. 188. V. il giornale di M. Freron
nel
mese di giugno 1769, ove trovasi questo giudizio
ts dont tu peignis Burrhus. 191. Nella sceltezza dell’elocuzione e
nel
grazioso verseggiare consiste quella bellezza che
é que le sujet en était malheureux». 197. Di Tommaso Corneille nato
nel
1625, e morto nel 1709, così giudica il prelodato
était malheureux». 197. Di Tommaso Corneille nato nel 1625, e morto
nel
1709, così giudica il prelodato signor Palissot:
egnard n’est point digne d’admirer Molière». 202. V. M. de Voltaire
nel
Saggio sulla Storia Generale tom. VII, cap. 197.
attato, les Beaux Arts réduits à un Principe, impresso la prima volta
nel
1746. 204. Tom. VII, cap. 204 del Saggio sulla S
lfi Giuseppe. Figlio di un suggeritore, lo vediamo per la prima volta
nel
1820 generico della Compagnia Andolfatti ; generi
a prima volta nel 1820 generico della Compagnia Andolfatti ; generico
nel
1827 della Compagnia di Romualdo Mascherpa, di cu
a, di cui era primo attore Luigi Domeniconi ; servitore giocoso (sic)
nel
1836 della Compagnia di Luigi Taddei ; poi caratt
poi caratterista e promiscuo, e capocomico in società colla Sadowski
nel
1853-54. Pel ’54-’55 egli formò due Compagnie, ad
ina di cui discorriamo più sotto, una Maria, la figlia, che trovavasi
nel
’20 col padre in Compagnia Andolfatti, scritturat
enerica il ’20 nella stessa Compagnia dell’Andolfatti ; la Giuseppina
nel
’36 in Compagnia Taddei, e la Giulietta nel ’56-’
ndolfatti ; la Giuseppina nel ’36 in Compagnia Taddei, e la Giulietta
nel
’56-’57, in Compagnia Lottini e Mazzola, detta Ca
Cristiano Weisse, andavano sin dal principo del secolo XVIII cadendo
nel
meritato disprezzo. La giustezza e la verità de’
ci degni di lode. Tale è in prima Giovanni Elia Schlegel benchè morto
nel
più bello della carriera. Suoi lavori scenici fur
re di massime filosofiche. Cristiano Gellert nato nell’alta Sassonia
nel
1713, e morto nel 1769 mostrò buon gusto in più o
sofiche. Cristiano Gellert nato nell’alta Sassonia nel 1713, e morto
nel
1769 mostrò buon gusto in più opere, e diede al t
ste di amore e disinteresse, e tutto così a bell’agio come si farebbe
nel
bel mezzo della favola. Giovanni Cristiano Krüge
Cristiano Krüger nato in Berlino, e morto in Amburgo di anni ventotto
nel
1750 costretto dalla povertà entrò nella compagni
ie e nelle Solitudini, ovvero un gran comico per la facilità che ebbe
nel
dipingere i caratteri, e per la grazia che riluce
azia che riluce in qualche sua favola; ma cessò di vivere acerbamente
nel
1756 in età di ventisei anni. Egli amava i buoni
indo e Sofronia non inferiore rimase non compiuta. Riusci similimente
nel
genere comico. Il suo Diffidente non iscarseggia
re in diffidenza. Questa commedia si trova tradotta dall’abate Arnaud
nel
Giornale straniero di Parigi nel mese di aprile 1
si trova tradotta dall’abate Arnaud nel Giornale straniero di Parigi
nel
mese di aprile 1762. Intorno al medesimo tempo fi
la Germania e ne’ paesi esteri. Tre autori tedeschi si distinsero più
nel
genere pastorale, Rost, Gessner e Gaërtner. Il pr
ero più nel genere pastorale, Rost, Gessner e Gaërtner. Il primo nato
nel
1711 in Lipsia scrisse diverse pastorali in un at
bastanza esatte e decenti. Il delicato Salomone Gessner nato a Zurigo
nel
1730, e morto prima del 1789, il quale in tante g
, risponde facendosi vedere la sua Dori. Cristiano Felice Weiss nato
nel
1726 ha mostrato nelle sue poesie di più di un ge
ergia non ha la virtù in bocca di Edmond! Quanta verità non si scorge
nel
virtuoso carattere di Edoardo depresso dall’autor
zia e la semplicità di Gessner. Weiss satireggiò i primi dipingendoli
nel
carattere del sig. Gergone, e ritrasse al vivo i
ministro Federigo Amadeo Klopstock autore del poema la Messiade nato
nel
1732 in Quedlinburgo. Egli compose quattro traged
moderni scrittori di favole romanzesche ed atroci. Uscì in Magdeburgo
nel
1764 il Salomone divisa in cinque atti, in cui si
ca, considerandoli come demonii che prendono forma umana. L’interesse
nel
Salomone scritto in versi alla foggia antica e no
ssioni che sa commuovere ancora col Salomone. L’arte stessa si scerne
nel
Davide, in cui si legge una robusta descrizione d
ommamente segnalato Amodeo Efraim Lessing imitatore degl’Inglesi nato
nel
1730 in Kamenz. Le sue favole lugubri a noi note
urbane, essendo scritta con precisione, discernimento ed intelligenza
nel
colorire i caratteri e le passioni. Ne recheremo
ve veniva la voce, il piè mi manca, vacillo, son presso a precipitare
nel
fondo dell’abisso, ma mi sento trattenere da uno
dal seno un pugnale che teneva nascosto, alza il braccio e l’immerge
nel
mio petto, dicendomi, io ti ho salvata per perder
quello di Milvoud del Barnwelt Inglese; ma perchè lasciarla impunita
nel
fine? Trovasi in generale nel drammi lugubri di L
t Inglese; ma perchè lasciarla impunita nel fine? Trovasi in generale
nel
drammi lugubri di Lessing invenzione, forza, pate
ragione di riprenderlo anche il sig. Bettinelli. L’abate Andres errò
nel
parlar di Lessing in diverse guise. In prima egli
lie private; ed in fine all’arduità di mostrarsi eloquente in versi e
nel
genere drammatico senza alterarne la natura. Atte
egna del pennello di Moliere. Giovanni Guglielmo di Gerstenberg nato
nel
1737 a Tundern, imitatore della maniera di Ossian
ondizione inferiore ch’egli avea renduta feconda. Giovanni Goete nato
nel
1749 in Francfort sul Meno, oltre ad alcune favol
gica rifutata dall’Italia. Federigo Augusto Werthy di Wietemberg nato
nel
1748 ha composte due opere musicali mitologiche,
ali mitologiche, Orfeo, e Deucalione, Cristoforo Martano Wieland nato
nel
1733 in Biberach, il quale prodotto avea prima la
sco pieghevole alla melodia tanto nella Talestri opera eroica, quanto
nel
Trionfo della fedeltà pastorale. Può anche contar
ini. Un paese sì vasto popolato e diviso in varii potentati, e dedito
nel
secolo XVIII a coltivar con tanto ardore la poesi
pace per le decorazioni, e per gli balli. Il ridotto del giuoco fatto
nel
recinto di tale edifizio comunica col teatro. Le
a compagnia de’ balli da Parigi. La prima opera che vi si rappresentò
nel
I di dicembre del 1742, fu Cleopatra colla musica
zzetta Letteraria dell’Europa. a. Se ne vegga la traduzione inserita
nel
tomo i del Teatro Tedesco di Huber e Lieubault.
CAPO II. Progressi della poesia comica
nel
medesimo secolo. All’edizione delle sue belle
del 1514 non erasi tuttavia recitata. Si rappresentò poi la Rosmunda
nel
1516, o 1517, secondo il Zeno, e fu la seconda tr
risorse la commedia nuova degli antichi. Questo poeta prodigioso nato
nel
1474 a corre le prime palme in tutti i generi che
le da se stessi. I Suppositi. Nell’edizione che se ne fece in Venezia
nel
1525, si vede questa favola preceduta da un prolo
zia nel 1525, si vede questa favola preceduta da un prologo in prosa,
nel
quale l’autore confessa di avere in essa seguitat
glimento; ma tali cose meglio si sentono nella lettura continuata che
nel
racconto. La Cassaria. Benchè in questa favola ri
spetto per gli antichi; ed allora che la ridusse in versi sdruccioli,
nel
prologo abbellito di vaghe e graziose dipinture s
gli debiti del marito della Lena, non abbia a pericolare. Ed appunto
nel
cacciarla fuori (standovi Flavio dentro) sopraggi
matrimonio di Flavio e Licinia. Non è questa una commedia nobile; ma
nel
genere inferiore ha tutte le grazie del viluppo e
vo, la pentola: O quando cerco al bujo, se più gocciola Di vino è
nel
boccale, allor dimenola. Cint. Te ne fai beffe?
e tinte sino al fondo dell’anima. Cesare dunque ad altro ebbe la mira
nel
richiedere in lui la forza comica; e certamente v
comica, questa vivacità piacevole dell’azione noi ravvisiamo appunto
nel
Negromante. Nulla v’ha di freddo, nulla di superf
ata in Roma a’ tempi di Leone X, che la richiese all’autore, il quale
nel
rimettergliela l’accompagnò con una lettera de’ 1
Essa parimente si tradusse in prosa Francese, e s’impresse in Parigi
nel
medesimo secolo, cioè assai prima che vi si conos
si teologi non pregiudicano a i veri e virtuosi che sono i più, e che
nel
consigliare non hanno la mira che alla giustizia)
a del cardinal Bernardo Dovizio da Bibbiena terra del Casentino, nato
nel
1470 e morto non senza sospetto di veleno l’anno
re inedite del Castiglione conservate in Mantova, che ella fu in Roma
nel
1514, cioè su i principj del pontificato di Leone
X118. La terza recita seguì in Mantova avanti alla medesima marchesa
nel
1521, siccome afferma il Signore Zeno coll’ autor
Zeno coll’ autorità di Mario Equicola. Fu poi rappresentata in Lione
nel
1548 in presenza del re Errico II e della regina
alderon. Si premette all’azione un prologo ed un argomento. Si espone
nel
primo la qualità della favola, ed in fine si dà u
e vendetta Italiana, non a torto però il dotto Lilio Gregorio Giraldi
nel
confessare che essa abbondi di sali e facezie, af
andro ci hanno colto Lidio e Fulvia insieme, non si vede chiaro, come
nel
tempo che si aspettano i di lei fratelli, sieno g
il celebre segretario Fiorentino Niccolò Machiavelli nato in Firenze
nel
1469 e morto nel 1547. Egli compose la Mandragola
tario Fiorentino Niccolò Machiavelli nato in Firenze nel 1469 e morto
nel
1547. Egli compose la Mandragola, la Clizia e l’A
o, intitolata il Pentimento amoroso. Ma questa si pubblicò in Venezia
nel
1583, ed io trovo, che nella stessa città un’ alt
el 1583, ed io trovo, che nella stessa città un’ altra se ne impresse
nel
1581 di Aluise Pasqualigo detta gl’ Intricati, la
indi un’ altra pastorale intitolata Calisto pubblicata per le stampe
nel
1586. Contemporanea al Pentimento fu la Danza di
già rappresentata in Parma in presenza di Ranuccio Farnese giovanetto
nel
1583, quando fu dedicata alla nobile Camilla Lupi
e in qual modo venne in casa la Clizia, dice: Quando dodici anni sono
nel
1494 passò il re Carlo per Firenze, che andava co
ma Ferrarese per domicilio, essendo stato d’anni sette e qualche mese
nel
1513 condotto dal padre alla corte del duca Ercol
uocero. Questo illustre letterato morto in Venezia d’anni sessantadue
nel
1572122, che nella satira e nella commedia si avv
anna mentovata dal Ghilini, le quali probabilmente si rappresentarono
nel
teatro ducale di Ferrara. Il Geloso e i Fantasmi
ducale di Ferrara. Il Geloso e i Fantasmi videro la luce delle stampe
nel
1545; ma de’ Romiti e dell’Arianna non ci è rimas
e. Il Geloso. Avrebbe mai il glorioso maestro della Poetica Francese,
nel
parlar della gelosia e vendetta delle commedie It
de’ servi, i quali non abbiamo potuto finora rinvenire nell’Ariosto,
nel
Bibbiena e nel Machiavelli, regneranno per avvent
uali non abbiamo potuto finora rinvenire nell’Ariosto, nel Bibbiena e
nel
Machiavelli, regneranno per avventura come nel pr
riosto, nel Bibbiena e nel Machiavelli, regneranno per avventura come
nel
proprio elemento in questa favola del Bentivoglio
ianissimo. L’argomento di questa favola è nuovo. L’autore stesso dice
nel
prologo che si è sforzato di comporre una commedi
, padron mio caro? Su su (disse ei tremando come foglia E pallido
nel
viso come un morto) Datemi le mie calce e ’l mio
o, il Filosofo, la Cortigiana, e la Talanta. Il Marescalco pubblicato
nel
1530 è una lunga commedia di cinque atti priva d’
un paggio vestito da femmina. Questa commedia, e l’Ippocrito impresso
nel
1542, e ’l Filosofo uscito nel 1549 furono da Jac
uesta commedia, e l’Ippocrito impresso nel 1542, e ’l Filosofo uscito
nel
1549 furono da Jacopo Doroneti pubblicate nel seg
2, e ’l Filosofo uscito nel 1549 furono da Jacopo Doroneti pubblicate
nel
seguente secolo sotto nome del celebre Tansillo c
erario che avea data alla luce la Talanta altra commedia dell’Aretino
nel
1604 col titolo di Ninetta, pubblicò anche la Cor
’Aretino nel 1604 col titolo di Ninetta, pubblicò anche la Cortigiana
nel
1628 col titolo dello Sciocco, attribuendole ambe
e moderne lingue. L’Arcivescovo di Patras Alessandro Piccolomini nato
nel
1508 da collocarsi tra gli uomini illustri del ci
re commedie in prosa. La prima intitolata l’Amor costante fu recitata
nel
1536 in presenza dell’ imperador Carlo V quando e
presenza dell’ imperador Carlo V quando entrò in Siena, e s’impresse
nel
1559. La seconda è l’Alessandro che si stampò nel
Siena, e s’impresse nel 1559. La seconda è l’Alessandro che si stampò
nel
1553. L’Ortenzio che fu la terza, si rappresentò
ro che si stampò nel 1553. L’Ortenzio che fu la terza, si rappresentò
nel
1560 entrando in Siena il duca Cosimo I, e si pub
imente impresse tralle sei degli Accademici Intronati di Siena uscite
nel
1611. Giovanni Imperiali nel Museo Istorico parla
gli Accademici Intronati di Siena uscite nel 1611. Giovanni Imperiali
nel
Museo Istorico parla delle due prime con molta lo
ncipe de’ poeti comici Italiani. Egli però seguì Plauto ed Aristofane
nel
far che gli attori s’indrizzino agli spettatori.
non m’impaccio con loro; cotesti vanno al Rampino. Lo stesso Fabrizio
nel
III dubitando d’una fante, dice: crede farmi star
prigioni di que’ cani, finiva tredici anni. Di quel sacco parlò pure
nel
Geloso il prelodato Bentivoglio, ed ancor l’Areti
crisse in versi che furono il Capitano uscita alla luce per le stampe
nel
1545, e il Marito nel 1560; le altre tre sono scr
rono il Capitano uscita alla luce per le stampe nel 1545, e il Marito
nel
1560; le altre tre sono scritte in buona prosa, i
; le altre tre sono scritte in buona prosa, il Ragazzo che s’impresse
nel
1541, il Ruffiano tratta dal Rudente di Plauto, e
tratta dal Rudente di Plauto, e la Fabrizia, le quali si pubblicarono
nel
1549. Nel 1548 videro la luce quattro altre buone
Scrisse anche il Gelli l’Errore altra commedia che non s’impresse che
nel
1603. Tralle migliori commedie in prosa di quel s
itar nell’Avaro ed in altre sue commedie. La protestazione ch’egli fa
nel
prologo della Sporta, mostra l’intelligenza ed il
etano. Questo piacevolissimo scrittore che morì d’anni sessantacinque
nel
1563, fu calzolajo, ma si distinse in Firenze per
ppresentata sin dal 1546 da alcuni gentiluomini Napoletani, mentovati
nel
I libro della Storia di Notar Castaldo, nella sal
ra, la Cesarea Gonzaga e la Trinuzia che si pubblicarono con applauso
nel
1550. Agnolo Firenzuola cittadino Fiorentino ed A
e in prosa due belle commedie i Lucidi impressa da’ Giunti di Firenze
nel
1549, e la Trinuzia uscita alla luce nel 1551. An
pressa da’ Giunti di Firenze nel 1549, e la Trinuzia uscita alla luce
nel
1551. Anton Francesco Grazzini detto il Lasca, un
elosia (che non è certamente quella de’ Fajeli) pubblicata in Firenze
nel
1551, e la Spiritata nel 1560, le quali insieme c
nte quella de’ Fajeli) pubblicata in Firenze nel 1551, e la Spiritata
nel
1560, le quali insieme colla Sibilla si ristampar
a nel 1560, le quali insieme colla Sibilla si ristamparono in Venezia
nel
1582. Giovammaria Cecchi, cui si confessano i Fio
patria uguale a Roma e ad Atene, oltre ad alcune pastorali, pubblicò
nel
1550 e nel 1561 varie commedie in prosa ed in ver
ale a Roma e ad Atene, oltre ad alcune pastorali, pubblicò nel 1550 e
nel
1561 varie commedie in prosa ed in versi, intitol
prosa, secondo Apostolo Zeno, licenziosa anzi che no, che si pubblicò
nel
1560. Il Capitano bizzarro commedia in terza rima
ma di Secondo Tarantino si recitò in Taranto, e s’impresse in Venezia
nel
1551. Giordano Bruno di Nola compose la commedia
o di Nola compose la commedia del Candelajo che si pubblicò in Parigi
nel
1582, vi si reimpresse nel 1589, e vi si tradusse
ia del Candelajo che si pubblicò in Parigi nel 1582, vi si reimpresse
nel
1589, e vi si tradusse nel secolo seguente pubbli
blicò in Parigi nel 1582, vi si reimpresse nel 1589, e vi si tradusse
nel
secolo seguente pubblicandosi col titolo Boniface
commedia in prosa del Guidani Leccese s’impresse in Venezia per Aldo
nel
1570. Il Trappa pure in prosa di Massimo Cameli A
appa pure in prosa di Massimo Cameli Aquilano si pubblicò nell’Aquila
nel
1566. La Virginia che il secondo Bernardo Accolti
che osservò il Zeno. La Flora di Luigi Alamanni s’impresse in Firenze
nel
1556 per cura di Andrea Lori che la fece recitare
ino da Cagli. Nel prologo degl’ Ingiusti Sdegni sua commedia impressa
nel
1553 havvi una descrizione lodevole della commedi
li la porta: Licinio è quì che come smarrito augello cerca di ridursi
nel
vostro nido, come aquila che stà per fissar l’occ
l’ Ingiusti Sdegni, e due altre uscite alla luce più tardi, l’Evagria
nel
1584, e i Falsi Sospetti nel 1588. Francesco d’Am
re uscite alla luce più tardi, l’Evagria nel 1584, e i Falsi Sospetti
nel
1588. Francesco d’Ambra gentiluomo Fiorentino mor
petti nel 1588. Francesco d’Ambra gentiluomo Fiorentino morto in Roma
nel
1558127 scrisse più commedie pregiate dagl’ intel
isse più commedie pregiate dagl’ intelligenti, e citate per la lingua
nel
Vocabolario della Crusca. Le più stimate sono: i
stimate sono: i Bernardi in versi sciolti che si produsse in Firenze
nel
1563 e 1564; la Cofanaria parimente in versi scio
de’ Medici e della regina Giovanna d’ Austria, e stampata in Firenze
nel
1561; ed il Furto scritta in prosa impressa nel 1
e stampata in Firenze nel 1561; ed il Furto scritta in prosa impressa
nel
1560, e poi più volte ristampata, la quale vivent
le vivente l’ autore si era rappresentata dagli accademici Fiorentini
nel
1544, ed appresso raccolse gli applausi più disti
rolamo Parabosco. Una ne compose in versi ch’è il Pellegrino impressa
nel
1560, e sette in prosa, cioè l’Ermafrodito, il La
in prosa noverate tralle migliori Italiane. Gl’ Inganni (tradotta poi
nel
seguente secolo dal principe de’ comici Francesi,
poi nel seguente secolo dal principe de’ comici Francesi, ed imitata
nel
nostro dal Napoletano Niccolò Amenta) si recitò c
o in Milano alla presenza di Filippo II allora principe delle Asturie
nel
1547, e s’impresse nel 1562. L’Interesse, la Came
za di Filippo II allora principe delle Asturie nel 1547, e s’impresse
nel
1562. L’Interesse, la Cameriera ed il Beffa si pu
ngeli; tutte queste commedie scritte parte in prosa, e parte in versi
nel
periodo di cui parliamo, si faranno leggere da ch
olo non declinò il gusto della buona commedia. S’ impresse in Venezia
nel
1582 la commedia intitolata gli Straccioni del co
ne la più gaja e fresca tintura de’ costumi della sua età. Scusandosi
nel
prologo di avere ideato senza esempio un argoment
solita sua maravigliosa eleganza e purezza e grazia del dire) e pose
nel
tempo stesso nella passione di Gisippo e Giuliett
m’è sempre in bocca. Tu vedi che la tua immagine mi stà continuamente
nel
cuore. Tu sai che d’altri che tuo non posso esser
dice o si risponde cosa che non sembri l’unica espressione richiesta
nel
caso. Ma la bella lettera poi spira tutto il pate
rugginito dalla pedantesca passione di far acquisto di libri stampati
nel
XV secolo, fossero poi anche scempj e fanciullesc
ostume si vorrebbero più castigate. Esse sono tre, il Tesoro impressa
nel
1583, l’Alteria nel 1587, e l’Emilia nel 1596, tu
più castigate. Esse sono tre, il Tesoro impressa nel 1583, l’Alteria
nel
1587, e l’Emilia nel 1596, tutte scritte in versi
sono tre, il Tesoro impressa nel 1583, l’Alteria nel 1587, e l’Emilia
nel
1596, tutte scritte in versi e collo spirito d’ar
a con senno la sua Donna costante dalla venuta di Aristide in Bologna
nel
giorno che è stata sepolta fintamente Elfenice e
due strofe. Nel terzo in fine dell’atto II si vede in un prato Cerere
nel
suo carro, e canta due ottave. Il quarto tramezzo
chi l’ha seguito. Questa commedia dedicata dall’autore a Carlo Pitti
nel
1578 s’impresse nel 1582, e nell’anno seguente si
uesta commedia dedicata dall’autore a Carlo Pitti nel 1578 s’impresse
nel
1582, e nell’anno seguente si pubblicò l’Amante F
della riferita. Il Vellettajo del Masucci in versi si diede alla luce
nel
1585: l’Amico fido del Bardi rappresentata in Fir
zze di Don Cesare d’Este e Donna Virginia de’ Medici uscì al pubblico
nel
medesimo anno: la Prigione di Borso Argenti in pr
ico nel medesimo anno: la Prigione di Borso Argenti in prosa impressa
nel
1587: la Vedova di Niccolò Buonaparte anche in pr
osa impressa nel 1587: la Vedova di Niccolò Buonaparte anche in prosa
nel
1592: il Fortunio del Giusti anche in prosa nel 1
aparte anche in prosa nel 1592: il Fortunio del Giusti anche in prosa
nel
1593. Il Perugino Sforza degli Oddi professor di
ed in Parma dove finì di vivere l’anno 1610 secondo Apostolo Zeno, o
nel
1611 come ci assicura il Bolsi presso il Tirabosc
tolata Erofilomachia, ovvero Duello d’Amore e d’Amicizia, si pubblicò
nel
1586, ma era stata composta nella giovanezza dell
lar piacere, e si ristampò più volte. La Prigione d’Amore si produsse
nel
1592, ed in essa, come nella precedente, vi è una
de’ caratteri e per l’intreccio, intitolata i Morti vivi, s’impresse
nel
1597. Anche queste commedie dell’Oddi son da ripo
ella dilicata classe delle commedie teneri simili all’Ecira, le quali
nel
nostro secolo vedremo oltramonte degenerare in ra
n Caprarola dagli Accademici di quella città il primo di di settembre
nel
1598 alla presenza del cardinal Odoardo Farnese g
Torquato Tasso e che s’ impresse in Viterbo presso Girolamo Discepolo
nel
1604. E’ una favola assai ravviluppata, piena per
a ragione che quest’ Accademico di Caprarola si dilettava di scrivere
nel
genere drammatico. Tuttavia non abbiamo sinora su
eva scrivere una parte in lingua napoletana il Tasso nato ed allevato
nel
regno sino al decimo anno della sua età, e che po
trattenne diversi mesi, che il Liberati il quale nè nacque nè dimorò
nel
regno di Napoli. Forse l’ultimo scrittore comico
l Falco commedie inedite di Giuseppe Feggiadro de’ Gallani si favella
nel
Compendio Istorico di Parma scritto dall’Edovari
o i Matrimonj recitata avanti al duca Pier Luigi Farnese, si fa motto
nel
citato ms. dell’Edovari: di un’ altra commedia la
re in una lettera il Parabosco. Egli scrisse alcune commedie in prosa
nel
suo grazioso dialetto nativo mescolato talvolta c
1549 al 1556. Il Lombardo altro attore di professione diede alla luce
nel
1583 l’Alchimista sua commedia lodata. Fabrizio F
ccodrillo Comico Confidente, diede alla luce in Parigi per l’Angelier
nel
1585 la commedia intitolata Angelica, che poi si
1585 la commedia intitolata Angelica, che poi si ristampò in Venezia
nel
1607 pel Bariletto. Il famoso attore Padovano Ang
Beolco chiamato il Ruzzante scrisse alcune commedie che s’impressero
nel
1598, cioè la Fiorina, la Vaccaria, l’Anconitana
te di buffoneria, e vi si faceva uso di maschere diverse, colle quali
nel
vestito, nelle caricature e nel linguaggio si esa
uso di maschere diverse, colle quali nel vestito, nelle caricature e
nel
linguaggio si esagerava la ridicolezza caratteris
citò dal principe Don Francesco figliuolo del Duca. 108. V. il Pigna
nel
lib. II de’ Romanzi. 109. Un sogno simile, se be
tata da Apostolo Zeno Annot. all’Eloq. Ital. 124. E’ stata inserita
nel
1786 nel tomo IV dell’ultima collezione del Teatr
postolo Zeno Annot. all’Eloq. Ital. 124. E’ stata inserita nel 1786
nel
tomo IV dell’ultima collezione del Teatro Italian
ue a lei l’esser cotanto bella, Un non ignobile letterato di Parma
nel
1780 ha voluto rinnovar questo metro ne’ suoi Tre
senza, citarlo, nell’opera intitolata. Del Teatro proscritta in Roma
nel
1771 e ristampata in Venezia nel 1773. L’autore a
olata. Del Teatro proscritta in Roma nel 1771 e ristampata in Venezia
nel
1773. L’autore anonimo (che si crede che fosse ce
CAPO V. La Drammatica oltre le alpi
nel
XV secolo non eccede le Farse e i Misteri. Men
orma di dramma il Canto Reale, rappresentandosi la Passione di Cristo
nel
borgo di San Mauro. Chi riflette alla vittoriosa
favore della Corte prendendo il titolo di Fratelli della Passione, e
nel
1402 ne ottennero da Carlo VI l’ approvazione. Po
la Pazienza di Giobbe. La Vita di S. Cristofano impressa in Grenoble
nel
1530 fu composizione del maestro Chevalet, il qua
nta, or cinquanta personaggi. Furonvi in Francia sotto Carlo VI morto
nel
1422, oltre a’ Fratelli della Passione, varie alt
l secolo ne furono escluse per un canone del Concilio Toledano tenuto
nel
1473. Per dar giusta ed istorica idea dello stato
Rodrigo Cotta appena scrisse un atto solo de’ ventuno che n’ebbe poi
nel
seguente secolo per altra mano. Lo spirito d’apol
ochi di carnovale, dialoghi che la gioventù mascherata giva recitando
nel
carnovale per le case. Essi piacquero oltremodo p
intitolati: I Giuoco di Carnovale, II i sette Padroni, III il Turco,
nel
quale il Soldano viene a Norimberga per pacificar
i sguardi alcun poco agli antichi, e tradussero Terenzio. Si conserva
nel
Collegio di Zwickau un estratto di due commedie T
gli scolari. Nel 1486 s’impresse in Ulm una traduzione dell’Eunuco, e
nel
1499 quella di tutte le commedie del comico latin
ni nelle città. Allorchè Carlo ultimo duca di Borgogna entrò in Lilla
nel
1468, i Fiaminghi rappresentarono per mistero sen
3. Continuarono in Inghilterra i misteri e le farse, come può vedersi
nel
Dizionario di Chambers. Tale è la storia teatrale
l’informe spettacolo scenico sacro: che quivi ancora, e non altrove,
nel
XIV secolo se ne tentò il risorgimento seguendo l
le comedie della Filologia del Petrarca e del Paolo del Vergerio: che
nel
XV che fu il secolo dell’ erudizione, in latino c
le Italiche contrade il vanto di non essere state da veruno prevenute
nel
dettar drammi volgari, la Catinia, l’Orfeo, il Ga
auto, il Giuseppe, la Panfila, il Timone: finalmente che gl’ Italiani
nel
XIV e XV secolo nel rinnovarsi il piacere della t
a Panfila, il Timone: finalmente che gl’ Italiani nel XIV e XV secolo
nel
rinnovarsi il piacere della tragedia non si valse
e per mancanza di gusto, di materiali e di principj? Ci si presenterà
nel
proseguimento della nostra storia la gloria dramm
luminosa, che la stessa Italia ne rimarrà quasi offuscata; ed allora
nel
riferirla ci faremo un pregio non solo di tributa
zione del Nasarre. 72. Dell’Encina si ha solamente impressa in Roma
nel
1521 la Tribagia o Via sagra de Hierusalèm compon
CAPO III. Teatro Inglese. Una potente convulsione
nel
cominciar del secolo XVII giva agitando gli umori
vassalli passar dal trono al palco, e lo stato che soffrir non volle
nel
re legittimo una soverchia autorità, si trovò eff
e pubbliche turbolenze. Beniamino Johnson nato verso il 1575 e morto
nel
1673, occupò il posto di poeta regio, benchè per
le prime si tennero in gran pregio la Caduta di Sejano rappresentata
nel
1601, e la Congiura di Catilina pubblicata nel 16
i Sejano rappresentata nel 1601, e la Congiura di Catilina pubblicata
nel
1608; e tralle commedie si ammirarono il Chimista
degli antichi, e gli copiava con molta franchezza, il che si osserva
nel
Sejano e nel Catilina; ma secondò il carattere de
i, e gli copiava con molta franchezza, il che si osserva nel Sejano e
nel
Catilina; ma secondò il carattere degli spettator
ia, dove osservò lo spettacolo dell’opera in musica, volle introdurla
nel
teatro nazionale. A tal genere appartiene la Circ
si l’eccellente attore ed autore tragico e comico Tommaso Otwai morto
nel
1685 d’anni trentaquattro. Passano per le miglior
ne mostrò la gran distanza svantaggiosa all’Inglese. Riuscì Otwai più
nel
tragico che nel comico; ma non fu meno irregolare
n distanza svantaggiosa all’Inglese. Riuscì Otwai più nel tragico che
nel
comico; ma non fu meno irregolare degli spagnuoli
loro gli confuse. Anche Giovanni Dryden nato di una famiglia cospicua
nel
1631, il quale divenne cattolico sotto Giacomo II
ospicua nel 1631, il quale divenne cattolico sotto Giacomo II, e morì
nel
1701, ebbe il titolo di Racine dell’Inghilterra s
l Paradiso perduto. Il traduttore di Giovenale Tommaso Shadwell morto
nel
1693 compose pel teatro comico dopo di aver letto
aliere Van-Broug architetto grossolano, e poeta comico delicato morto
nel
1704. Egli non meno che Congreve vollero opporsi,
no che Congreve vollero opporsi, ma con poca riuscita al Collier, che
nel
1698 produsse contro il teatro inglese il suo Qua
cheley più pregiate, sono l’Amore in un bosco rappresentata in Londra
nel
1627, il Gentiluomo maestro di ballo, e l’Uomo fr
, per cui Terenzio tanto sovrasta a’ suoi posteri, l’unità di disegno
nel
tutto, e la verità, l’esattezza, e la precisione
Moreto: finalmente il gusto, l’amenità, e l’inarrivabile delicatezza
nel
ritrarre al vivo i caratteri e le ridicolezze cor
pesso in prosa che in versi. Franceso Maria d’Arnaud de Baculard nato
nel
1709 si è esercitato in simil genere. Il suo Faje
rj e le teste de’ morti; nell’altro una religiosa disperata, la quale
nel
proprio confessore ravvisa l’antico suo amante ch
ricchezze. Il Socrate dramma in prosa che Voltaire diede al pubblico
nel
1755 come una traduzione di quello di Tompson alu
oltivato questo genere comicolugubre con singolare felicità, il primo
nel
Disertore, il secondo nell’Umanità, il terzo nell
eramente. Non eccedono la natura gli scherzi comici dell’uffizialetto
nel
Disertore, ma non si accordano colle situazioni p
In quello che intitolò Natalia rappresentato la prima volta in Parigi
nel
1787, si notano molti difetti, benchè non lasci d
è non lasci d’interessare. Altri drammi piangolosi non molto riusciti
nel
pubblico teatro, e meno nella lettura, per chi no
eri, si sono veduti sulle scene francesi. M. Louvais fe rappresentare
nel
1773 l’Adone scritto in prosa; l’Orfano Inglese p
73 l’Adone scritto in prosa; l’Orfano Inglese parimente in prosa uscì
nel
1769; M. Fenouillot dal 1767 sino al 1771 ha pubb
ia tenera. Nel Padre di famiglia del primo, nell’Eugenia del secondo,
nel
Figliuol prodigo del Voltaire non si vedono morib
e qualche particolarità. Dionigi Diderot filosofo di molto nome morto
nel
1787 vide il suo Padre di famiglia nel 1761 rappr
t filosofo di molto nome morto nel 1787 vide il suo Padre di famiglia
nel
1761 rappresentato in Parigi con felice successo
do di varj difetti vale assai più del Figlio naturale, benchè Diderot
nel
tempo che se ne valeva volle chiamarlo farsa senz
lle chiamarlo farsa senza averne veruna caratteristica. Non si vedono
nel
Figlio naturale se non che situazioni semitragich
a tale affettata nojosa saviezza in tutti i personaggi e specialmente
nel
Figlio naturale ed in Costanza, che farà sempre s
trarie alla scena di Talia. Confesso che egli dovea meglio contenersi
nel
recinto prescritto alla commedia nel toccare le p
che egli dovea meglio contenersi nel recinto prescritto alla commedia
nel
toccare le passioni tenere: che vi si scorge qual
passioni tenere: che vi si scorge qualche difetto di verisimiglianza
nel
piano: che i colpi teatrali di tutto l’atto IV pr
le malgrado di alcun difetto, cioè col Figliuol Prodigo rappresentato
nel
1736, e col Caffè ovvero la Scozzese. Mirabile ne
i Racine e di altri del XVII secolo. Pietro Cornelio nato in Roano
nel
1606, il quale sin dal 1625 colla sua Melite comi
recetti e col proprio esempio. Il primo saggio che fe delle sue forze
nel
tragico aringo, fu la Medea. Egli amava con predi
ome afferma l’ab. Andres3, perchè la Sofonisba fu la prima in Francia
nel
XVII, come in Italia era stata nel XVI secolo. Be
a Sofonisba fu la prima in Francia nel XVII, come in Italia era stata
nel
XVI secolo. Ben fu però la tragedia del Cid la pi
commedia spagnuola, onde principalmente fu tolta la scena nella quale
nel
tempo stesso implorano dal sovrano Chimene giusti
ia dell’Aretino. Così avesse Cornelio seguito questo modello italiano
nel
più importante punto, cioè nell’ interessar l’udi
o contro di lui! Nella seduzione di Emilia, nella congiura di Cinna e
nel
perdono di Augusto, qual saggio ingegnoso misto d
olina e dell’appassionato e nobile Severo. Pregiavasi Cornelio d’aver
nel
suo Pompeo procurato di far sentire ne’ pensieri
po impertinenti nella poesia tragica. I critici giudiziosi riprendono
nel
Pompeo molte espressioni nella descrizione degli
comede, il Sertorio, la Rodoguna. Presentò nella prima la magnanimità
nel
punto più vistoso. Nel Sertorio si prefisse di mo
incontrano, furono reputate mediocri, ed insieme colla Medea caddero
nel
rappresentarsi, nè i posteri ne ristabilirono il
eatro pur vi era stato indotto un’ altra volta, al fine da buon senno
nel
1675 dopo la rappresentazione del Surena, che non
esia drammatica. Questo padre e legislatore del teatro francese morto
nel
1684 in Parigi merita di studiarsi da chi voglia
bilità: riscalda ed avviva la stessa politica, come fece specialmente
nel
Sertorio e nell’Attila: con un tratto di pennello
trisciano per l’ atmosfera. Ma perchè la gioventù non creda che tutto
nel
di lui stile sia oro puro, vuolsi avvertire ch’eg
sto delle arguzie viziose che dominava sotto il regno di Luigi XIII e
nel
principio di quello di Luigi XIV. Troppo abbonda
re che poche volte si mostrò indulgente verso il gran Cornelio, colse
nel
segno affermando che “il di lui ingegno tutto ha
le vedute politiche d’un tiranno, nell’ambizione d’ un conquistatore,
nel
patriotismo eroico di un Romano o d’un Greco. Ma
ento la dolorosa divisione di Tito e Berenice; parrà loro di trovarsi
nel
caso; al pari di quella tenera regina si sentiran
per avviso de’ più scorti critici, trionfano l’Ifigenia rappresentata
nel
1675, in cui con singolar diletto da chi non igno
unicamente a compiangere la figliuola d’ Agamennone; l’Atalia uscita
nel
1691, ove il poeta s’ innalza e grandeggia imitan
o alcuna volta il linguaggio de’ profeti; il Britannico rappresentato
nel
1670, in cui si eccita il tragico terrore per le
rti esercizj disdicevoli alla maestà; e la Fedra comparsa sulle scene
nel
1677, la quale per tanti pregi contenderebbe a tu
ziandio, disperati, tragici sono gli amori di Torrismondo e di Alvida
nel
Tasso; di Semiramide, di Nino e Dircea nel Manfre
di Torrismondo e di Alvida nel Tasso; di Semiramide, di Nino e Dircea
nel
Manfredi; di Mustafà e Despina nel Bonarelli; di
o; di Semiramide, di Nino e Dircea nel Manfredi; di Mustafà e Despina
nel
Bonarelli; di Bibli nella tragedia del Campi. Al
i difetti nelle altre sue favole, benchè alcuno se ne rinvenga ancora
nel
Mitridate, nell’ Andromaca e nell’Ifigenia. Nella
re nuvolette7. Mentre i due lodati gran tragici fondavano la tragedia
nel
lor paese ora seguendo i Greci, gl’ Italiani e gl
Dolce, come accennammo, servì d’esempio a’ Francesi ed agli Spagnuoli
nel
portar sulla scena questo argomento. Tommaso Corn
ompose ancora varie tragedie fortunate. La sua Arianna si rappresentò
nel
1672 nel tempo stesso che si recitava il Bajazzet
cora varie tragedie fortunate. La sua Arianna si rappresentò nel 1672
nel
tempo stesso che si recitava il Bajazzette di Rac
a. L’autore spese in comporla quaranta giorni; ma il tempo si consuma
nel
maneggio della lima sullo stile, ed è quello che
e cui niuno de’ contemporanei fu comparabile. Cirano di Bergerac nato
nel
Perigord nel 1620 e morto nel 1655 fece una trage
e’ contemporanei fu comparabile. Cirano di Bergerac nato nel Perigord
nel
1620 e morto nel 1655 fece una tragedia della mor
fu comparabile. Cirano di Bergerac nato nel Perigord nel 1620 e morto
nel
1655 fece una tragedia della morte di Agrippina,
l 1620 e morto nel 1655 fece una tragedia della morte di Agrippina, e
nel
personaggio di Sejano diede il primo esempio dell
anno portato al colmo questo difetto? Filippo Quinault nato in Parigi
nel
1634 e morto nel 1688, oltre alle opere musicali
olmo questo difetto? Filippo Quinault nato in Parigi nel 1634 e morto
nel
1688, oltre alle opere musicali e alle commedie,
i applausi Agrippa re d’Alba, ovvero il Falso Tiberino, rappresentata
nel
1660 per due mesi continui e rimasta su quelle sc
acità ne’ colpi di teatro8. Le tragedie sono: la Morte di Ciro uscita
nel
1656, in cui si veggono stranamente avviliti i ca
uazioni e ne’ consigli; Astrato re di Tiro rappresentata per tre mesi
nel
1663 e rimasta al teatro malgrado de’ motteggi di
tro malgrado de’ motteggi di Boileau; Bellerofonte tragedia fischiata
nel
1665 senza esser peggiore delle altre; e Pausania
ischiata nel 1665 senza esser peggiore delle altre; e Pausania uscita
nel
1666 che ebbe miglior fortuna. Invano si rilevere
pertanto Achinoa moglie di Saulle colle due sue figliuole introdotte
nel
Gionata, e Maaca e Tamar nell’Assalonne, sono per
sono quelle del celebre Dionigi Petavio, di cui s’impresse in Parigi
nel
1620 il Sisara, e quattro anni dopo l’Usthazane,
luce la Solima e la Santa Felicita di Niccolò Causin. Si pubblicarono
nel
1695 anche in Parigi le quattro tragedie di Franc
il fu Garcia de la Huerta, veggasi da ciò che egli affermò di Racine
nel
suo gran papelon chiamato prologo. Racine, al suo
di lui prefazione al Britannico. 7. Il più volte lodato sig. Mattei
nel
Nuovo sistema d’interpretare i tragici Greci osse
torali e commedie su’ teatri d’Italia comparvero sin dal XV secolo, e
nel
XVI, prima che l’Alemagna conoscesse i drammi can
in tal periodo; e pure essi eccedono ancor più nella stravaganza che
nel
numero. Lo spirito di controversia che animava il
tardi si valsero di queste armi teatrali, avendo cominciato ad usarle
nel
secolo XVII colla Graziosa Commedia della vera an
a punirne l’autore, ma egli ebbe tempo di fuggirsi a Losana dove morì
nel
1552a. Forse il più ingegnoso autore scenico del
stinato re di Danimarca con una elegia che porta la data di Brunswich
nel
1589, indi al figliuolo Federigo. Nella Rebecca e
a riconciliazione d’Ildegarde e Carlo, ma che nell’avvilupparsi entra
nel
tragico. Nel Giulio redivivo, e negli Elveti Germ
olarità ed eleganza scritto in idioma alemanno. S’impresse in Ziwckau
nel
1536, e si reimpresse nel 1544. Vi si trovano int
o in idioma alemanno. S’impresse in Ziwckau nel 1536, e si reimpresse
nel
1544. Vi si trovano introdotti i cori, e vi si os
Calisto tragedia in diciannove atti di Sigismodo Grimm che s’impresse
nel
1520 in Ausbourg: la seconda è l’Aulularia di Pla
sse nel 1520 in Ausbourg: la seconda è l’Aulularia di Plauto stampata
nel
1535 in Magdebourg: la terza è l’Ifigenia in Auli
1535 in Magdebourg: la terza è l’Ifigenia in Aulide uscita alla luce
nel
1584, che porta il titolo di comicotragedia. a.
se di ripetere così da lungi i passi scenici degli Alemanni, allorchè
nel
Discorso premesso alla tradizione degl’Idilii di
racciare il tempo scorso da Opiz sino a’ nostri giorni . Ma dopo che
nel
1777 uscì la Storia critica de’ Teatri antichi e
ti che in essa si protersero, che poteva risalire un poco più. Quindi
nel
pubblicare l’anno 1779 l’Idea della Poesia Aleman
ia Storia teatrale in un volume non lasciai di registrare, e che indi
nel
produrla in sei volumi con nuove aggiunte riprodu
dussi. a. Si vegga il Teatro Alemanno compilato in Parigi e prodotto
nel
1772. a. Dizionario Critico art. Naogeorgus not
storali e commedie su’ teatri d’Italia comparvero sin dal XV secolo e
nel
XVI, prima che l’Alemagna conoscesse i drammi can
in tal periodo; e pure essi eccedono ancor più nella stravaganza che
nel
numero. Lo spirito di controversia che animava il
ù tardi si valsero di queste armi teatrali, avendo cominciato a farlo
nel
XVII secolo colla Graziosa Commedia della vera an
a punirne l’autore, ma egli ebbe tempo di fuggirsi a Losana dove morì
nel
155215. Forse il più ingegnoso autore scenico del
tragedie Venere e Didone. S’impressero in un volume da Bernardo Jobin
nel
1592, e furono dedicate prima a Cristiano IV dest
a riconciliazione d’Ildegarde e Carlo, ma che nell’avvilupparsi entra
nel
tragico. Nel Giulio redivivo e negli Elveti-Germa
larità ed eleganza scritto in idioma Alemanno. Fu impresso in Ziwckau
nel
1536 e reimpresso nel 1544. Vi si trovano introdo
itto in idioma Alemanno. Fu impresso in Ziwckau nel 1536 e reimpresso
nel
1544. Vi si trovano introdotti i cori, e vi è oss
listo tragedia in diciannove atti di Sigismondo Grimm che s’ impresse
nel
1520 in Ausbourg: la seconda è l’Aulularia di Pla
sse nel 1520 in Ausbourg: la seconda è l’Aulularia di Plauto stampata
nel
1535 in Magdebourg: la terza è l’Ifigenia in Auli
1535 in Magdebourg: la terza è l’Ifigenia in Aulide uscita alla luce
nel
1584, che porta il titolo di comicotragedia. 11
isse di ripetere così da lungi i passi scenici degli Alemanni, quando
nel
discorso premesso alla traduzione degl’ Idilj di
Opitz sino a’ nostri giorni. Uscita poi la Storia Critica de’ Teatri
nel
1777, in cui si parlava di poesia Alemanna e di t
in cui si parlava di poesia Alemanna e di teatro prima di Opitz, egli
nel
pubblicare l’anno 1779 l’Idea della poesia Aleman
riproduco. 12. V. il Teatro Alemanno compilato in Parigi e prodotto
nel
1772. 13. Dizion. Crit. art. Naogeorgus Nota A.
Chi può senza rossore Rammentar come visse allor che muore Metastasio
nel
Temistocle. Storia de’ teatri antichi e moder
condo decennio del secolo XIX. Non ha l’Italia ricusato di accogliere
nel
suo recinto di simili merci oltramontane, fossero
ute varie tragedie cittadine simili a quella del dottor Simoni uscita
nel
1787 intitolata Lucia e Melania, più di una comme
el suo destino, e Nancy ossia la Vanità dell’umana fermezza. Osservai
nel
Don Alonso molti requisiti che possono giustifica
si oppone all’effetto della compassione che si vorrebbe eccitare. Ma
nel
Gernand raffigurai una commedia lagrimante piena
quattro atti, ch’egli produsse in Venezia sul teatro e per le stampe
nel
1796. Noi ne parliamo in questo capitolo dove par
nuovo, e ne diede varie leggi da osservarvisi da chi volesse seguirlo
nel
Ladislao. Affinchè il leggitore che non Pha mai a
a giudicarne, ne ripeterò qui succiutamente l’analisi che ne produssi
nel
1798. L’azione di lieto fine passa in Buda sul Da
’autore salvata Adelarda, vuol che Sofia rimanga in potere di Otogare
nel
pericolo stesso della madre. Parmi che il Pepoli
arafrasi della Cantica. Antonio Bravi pubblicò in Venezia l’Antillide
nel
1744, e la riprodusse riformata in Verona nel 176
in Venezia l’Antillide nel 1744, e la riprodusse riformata in Verona
nel
1766. Il cardinale Ottoboni diede alla luce l’Amo
. Appartiene il Paradiso terrestre al conte Giambatista Roberti morto
nel
1786. Capo II Commedie. TOsto che si s
ano recarsi in italiano le comiche bellezze de’ migliori Francesi ; e
nel
1704 pubblicò in Venezia i Litiganti ossia il Giu
trice Dirindina. A quel tempo l’erudito Niccolò Amenta di Napoli nato
nel
1659 e morto nel 1719 fe recitare dal 1699 in poi
A quel tempo l’erudito Niccolò Amenta di Napoli nato nel 1659 e morto
nel
1719 fe recitare dal 1699 in poi, ed imprimere le
in inglese(a). Isabella Mastrilli duchessa di Marigliano fe imprimere
nel
1703 la sua commedia il Prodigio della bellezza :
a : il dottor Annibale de’ Filippi da Serino fe pubblicare in Firenze
nel
1705 la sua commedia i due Bari : Pietro Piperni
la sua commedia i due Bari : Pietro Piperni di Benevento diede fuori
nel
1702 la sua Contadina Marchesa. Niccolò Salerno f
02 la sua Contadina Marchesa. Niccolò Salerno fe uscire per le stampe
nel
1717 il Gianni Barattiere. Questi letterati sin d
trarono gusto ed intelligenza in tal genere di poesia. Ma inimitabile
nel
dialetto napoletano fu la grazia di Gennantonio F
fessione Notajo intorno all’epoca medesima compose altre due commedie
nel
dialetto napoletano, intitolate la Gnoccolara e N
e il dottor Jacopo Angelo Nelli le tre sue commedie impresse in Lucca
nel
1751, i Vecchi Rivali, la Moglie in calzoni e la
nelli il suo Filuzio Medico commedia mentovata dal Maffei e publicata
nel
1729. La Marchesa di Pratofalciato del marchese G
levato con grazia e maestria. L’imitazione de’ personaggi che parlano
nel
dialetto napoletano ha somma verità e piacevolezz
: un abboccamento di due signori grandi col seguito rispettivo, come
nel
Solitario : una scena detta del padiglione nell’E
a, la maniera di sceneggiare del Barone, e volle provarsi ad imitarla
nel
Filosofo Inglese, ponendo alla vista più colloqui
simili e necessarie, e tutto ciò mancò all’imitazione che volle farne
nel
suo Filosofo. E che parte poteva prendere lo spet
l 1770, il Fantasma che è una imitazione del Tamburro Notturno uscita
nel
1773, l’Alchimista, ed il Matrimonio per procura
uscita nel 1773, l’Alchimista, ed il Matrimonio per procura stampata
nel
1777. In queste regna un ridicolo di parole che s
amena letteratura felicemente, compose l’Ippolito commedia pubblicata
nel
1770, in cui si rileva con mano maestra il mal co
grazie comiche ne alterano il genere. Francesco Grisellini veneziano
nel
1754 pubblicò in Roveredo che nominò Libertapoli
i Danzica. Nel 1739 si pubblicò in Venezia, e si reimpresse in Napoli
nel
1740 una favola curiosa che mescola a molti tratt
, ossia il Cruscante impazzito tragicommedia giocosa, Uscì in Firenze
nel
1760 i Letterati commedia nuova, in cui un goffo
questa guisa il giornalista : « Torc. Avreste difficoltà a metterlo
nel
vostro Giornale de’Letterati ? » « Fall. Che dite
di noi giornalisti. Agatopisto Cromaziano, ossia il Buonafede volle
nel
1754 pubblicare in Faenza in versi sdruccioli i F
per ridersi de’filosofi di ogni aria e di ogni secolo, come egli dice
nel
prologo, e soggiugne : Verran per ora Egizii e B
zione, e tutta l’erudizione seminata nelle Annotazioni. Terenzio ebbe
nel
secolo XVIII un ottimo traduttore in monsignor Ni
quello che usarono gli Spagnuoli del XV secolo, che Antonio Minturno
nel
XVI propose agl’Italiani, allorchè i letterati a
a dal già lodato Placido Bordoni, ed a me cortesemente da lui rimessa
nel
1796(a). E notabile per una fedeltà signorile che
ene di Firenze, servì al bisogno, ed al mal gusto corrente. Entrò poi
nel
camin dritto sulle orme di Moliere ; deviò in seg
rgia nella Locandiera, nelle Donne puntigliose, nella Vedova scaltra,
nel
Moliere, nelle Donne curiose, nella Serva amorosa
nella Serva amorosa, nella Figlia obediente, ne’ Puntigli domestici,
nel
Filosofo Inglese, nel Feudatario, nell’Avventurie
nella Figlia obediente, ne’ Puntigli domestici, nel Filosofo Inglese,
nel
Feudatario, nell’Avventuriere onorato, nel Ciarlo
ici, nel Filosofo Inglese, nel Feudatario, nell’Avventuriere onorato,
nel
Ciarlone imprudente, ed in altre. Ma chi non vede
. Ma chi non vede il maestro nella Putta onorata, nella Buona Moglie,
nel
Caffe, nel Cavaliere e la Dama, nella Pamela, nel
n vede il maestro nella Putta onorata, nella Buona Moglie, nel Caffe,
nel
Cavaliere e la Dama, nella Pamela, nell’Amante mi
ingiusta persecuzione cedè al tempo, e cangiò cielo. L’accolse Parigi
nel
1761, e quivi ebbe agio di ritornare alla commedi
no sempre gli uomini ai mattarelli, ve gli appressano almeno. Trovasi
nel
tomo V che non vidi altre due commedie, il Bel Ci
prima corona del 1774 : la Marcia dell’ abate Francesco Marrucchi che
nel
1775 ottenne la seconda corona : e la Faustina di
pienza e dalla veracità il fattor Verace di Colpi d’occhio cisposo, è
nel
genere tenero concesso al comico. L’autore in seg
ase la Tirannia domestica inedita sino al 1793 quando si è pubblicata
nel
terzo volume de’nominati nostri Opuscoli. Il matr
io morir ? Rachele Non mai. Anzi quei dì che la mia pena interna, Che
nel
sen chiuderò torre mi debbe, Implorerò dal ciel c
genio sopravviva Alla perdita tua. Rachele Saprà Rachele, S’è ver che
nel
tuo petto ancor comanda… Ma par che a questa part
atin. Il Signorelli segue l’originale, usando solo di qualche libertà
nel
rilevare vie più i piacevoli caratteri di Donna R
Torino del 1793 e 1794 s’impressero in sei volumi, e si reimpressero
nel
1794 in Firenze. Non pare che il maggior trionfo
versi ; ma vi si scorgono varii intoppi nella traccia, ne’caratteri e
nel
piano. Le favole ripiene di apparenze sono : 1 il
Fiorentini in Napoli, che fu solennemente fischiata. S’impresse indi
nel
1792 pel Raimondi con doppio epigrafe di due pass
ubblico che la derise. Il conte Alessandro Savioli produsse in Trento
nel
1790 il Pregiudizio della Nobiltà commedia in tre
nel 1790 il Pregiudizio della Nobiltà commedia in tre atti mentovata
nel
giornale della Letteratura Italiana di Mantova. I
tro la scorta di Talia. Il Giraud fe imprimere in Roma presso Beurliè
nel
1808 in quattro volumi in ottavo le sue commedie
ogni favola. Ogni tomo contiene due commedie ed una farsa. Trovansi
nel
I l’Ajo nell’ imbarazzo in tre atti recitata in R
in Roma, il Pronosticante fanatico in tre atti ancora quivi recitata
nel
1808, e la Conversazione al bujo in un atto solo
recitata nel 1808, e la Conversazione al bujo in un atto solo seritta
nel
1804 per alcuni dilettanti. La continuata riuscit
o di nozze. Nulla ha di nuovo, ma non laseia di far ridere. Uscirono
nel
tomo secondo le Gelosie per equivoco, l’Ingenua i
comico intelligente parvero troppi per tre soli atti, e l’autore che
nel
1799 così divisa l’avea, la prolongò sino a cinqu
uovo il piano tornò a riscriverla in tre, e così comparve sulle scene
nel
1807, e fu applaudita. L’Ingenua in periglio divi
ivisa in cinque atti, si recitò la prima volta in Modena con successo
nel
1807, in Bologna però ed altrove fu accolta meno
giovine nobile ad abbandonar la moglie con una calunuia, ed a tirare
nel
proprio feudo un villano con dichiararlo suo Inte
erto comico che piace, un colorito che interessa ; ma qualche durezza
nel
corso dell’azione la soggetta a critiche talvolta
zione si acceleri troppo per farsene vedere lo scioglimento. Trovansi
nel
tomo III l’Innocente in periglio, la Capricciosa
farsa il Merlo al vischio. La prima in cinque atti acclamata in Roma,
nel
1807 non piacque altrove. Il titolo non manifesta
autore,sono in contrasto le lagrime e le risa, essendo stata scritta
nel
furore della lettura de’ drammi sentimentali. La
a colla prudenza e la dolcezza. Si recitò con applauso la prima volta
nel
1808 in Roma. Ma la seconda recitata in Roma pur
o la prima volta nel 1808 in Roma. Ma la seconda recitata in Roma pur
nel
medesimo anno è una favola lugubre che l’istesso
dalle riferite commedie che l’Italia in questi ultimi tempi possiede
nel
conte Giraud uno scrittore comico non volgare e d
coloriti, gli argomenti sempre interessanti. Avvicinandosi al Goldoni
nel
ritrarre i costumi correnti e le passioni e le ri
renti e le passioni e le ridicolezze della vita privata, non cade mai
nel
dialogo in tirate istrioniche. Sorpassa il Federi
i, e con alcune bassezze e sudicerie. Può vedersene la versificazione
nel
passo che soggiungo, in cui Gabria parla agli alt
rni de’ nobili, de’ pretesi ottimati e de’ plebei ricchi e insolenti,
nel
dipingere le contese de’ Patrizii e de’ plebei di
do però si tratta di mangiare a spese de’ Persiani, sono intemperanti
nel
bere e nel mangiare, e rubano due poculi di argen
tratta di mangiare a spese de’ Persiani, sono intemperanti nel bere e
nel
mangiare, e rubano due poculi di argento. Eschine
tto IV dopo un pettegolezzo di Statira e Rossane, siegue il banchetto
nel
quale esse non intervengono. È ammesso anche Cala
diversi. Spiega in altro l’ Alfieri e per lui l’editore il fine avuto
nel
comporle, dicendo di aver preso unicamente a dèri
esta infine appiccicherà al suo busto ogni più iniqua testa. Mischach
nel
quarto atto fa l’evocazione de’ morti per prender
, ed ottiene parimente sede negli Elisii. Ciò nell’atto II. Si vedono
nel
III i campi Elisii, dove vengono anche due mogli
a con Omero ; e la loro conferenza forma un bel contrasto di modestia
nel
Greco e d’arroganza artificiosa nell’Arabo. Mercu
di ogni altro giudizio propone dì fare colla sua verga una finestrina
nel
cuore de’giudicandi onde apparisca l’intimo e la
de apparisca l’intimo e la sorgente delle azioni. Fatta la finestrina
nel
seno di Maometto, se ne osserva tutto il sudicium
li diede ad intendere essere un paraninfo celeste. Si fa la finestina
nel
petto di Cadigia sua fida moglie, e si vede che e
turnisco e Lunatina, ed esposti alla pruova della finestrina, si vede
nel
gigantone vanità somma ed un impaziente brama di
ni che ama la giovanetta e n’è amato, va tastando l’acqua per leggere
nel
suo cuore. Tramezzino prete maestro di Lucrezina
le femmine in convento ; libertà piena alla signora di ricever tutti
nel
suo appartamento in ogni ora ; avrà tre cameriere
I primi passi al mal costume, fu bene’accolta in Torino, ed in Milano
nel
1807 quando si rappresentò la prima volta. Appart
tti napoletano, il quali oltre dell’intendere l’arte rappresentativa,
nel
corso drammatico del passato anno ottenne la prim
ti. Capo III Teatri Materiali. TRa’ primi teatri costruiti
nel
secolo XVIII contasi quello di Mantova magnificam
uiti nel secolo XVIII contasi quello di Mantova magnificamente eretto
nel
1706 con disegni del rinomato architetto Francesc
ior sito da godere la rappresentazione. Il teatro inalzato in Venezia
nel
secolo XVIII è quello di San-Benedetto, al cui in
a della scena. La lunghezza della platea è di piedi 62 e la larghezza
nel
proscenio di 50 in circa. Vi sono cinque ordini c
lchetti. Uno de’famosi teatri Italiani è il Reale di Torino edificato
nel
1740 dal conte Benedetto Alfieri. La figura è ova
detto Alfieri. La figura è ovale, e contiene sei ordini di palchetti,
nel
secondo de’quali era il palco del Sovrano, e la p
Romani. Esistono in Napoli diversi teatri tuttochè siensi convertiti
nel
secolo XVIII quello di San-Bartolommeo in una chi
strada Toledo alle vicinanze della chiesa di Monte Calvario, fu opera
nel
suo genere mirabile del napolitano Domenico Anton
fu detto : andate a vedere ed udire, e tacerete. Anche questo teatro
nel
secolo innoltrato si abbellì e si miglforè nelle
le seale e ne’corridoi. Un miracolo opposto a quello del Vaccaro fece
nel
1779 l’architetto Siciliano Francesco Seguro inna
o circostanze più propizie per segnalarsi ? L’ultimo teatro edificato
nel
secolo XVIII, e forse il migliore de’piccioli tea
se il migliore de’piccioli teatri napoletani, è quello che si costruì
nel
sito detto Ponte nuovo terminato nel 1791 che ebb
oletani, è quello che si costruì nel sito detto Ponte nuovo terminato
nel
1791 che ebbe il nome di San-Ferdinando. Camillo
scano Domenico Chelli lo dipinse. La figura della platea è ellittica,
nel
maggior diametro ha palmi quaranta di larghezza,
tto di San-Carlo costruito co’disegni del brigadiere Giovanni Medrano
nel
1737. Edificio magnifico eretto in soli sei mesi
tività di Angelo Carasale, dopo tanti gran teatri innalzati in Europa
nel
secolo XVIII, conserva ancora sopra tutti il prim
67. Vi sono sei ordini di comodi magnifici palchetti al numero di 28
nel
quarto e quinto ordine, e di 26 ne’ tre primi, e
al numero di 28 nel quarto e quinto ordine, e di 26 ne’ tre primi, e
nel
bel mezzo del secondo ordine si eleva il gran pal
i dalle scintillanti gemme che adornano tante dame, cangiano la notte
nel
più bel giorno, e l’uditorio in una dimora incant
i Circe o di Calìpso superiore allo spettacolo del palco scenario. Ma
nel
tempo stesso le voci e le delicatezze musicali no
te Enea Arnaldi vicentino nell’ Idea del Teatro pubblicata in Vicenza
nel
1762, un Anonimo nel trattato del Teatro impresso
tino nell’ Idea del Teatro pubblicata in Vicenza nel 1762, un Anonimo
nel
trattato del Teatro impresso in Roma nel 1772, e
Vicenza nel 1762, un Anonimo nel trattato del Teatro impresso in Roma
nel
1772, e Vincenzo Lamberti nella Regolata costruzi
nzo Lamberti nella Regolata costruzione de’ Teatri stampata in Napoli
nel
1787. Chi di loro meglio giunse a risolverlo ? E
eteo. In buono stile si vedono sentimenti appassionati, singolarmente
nel
monologo di Prometeo e nell’ultima sua disperazio
no Biancardi detto Lalli in Venezia cantata colla musica del Ruggieri
nel
1711, e fu la prima vera commedia in musica vedut
rea Belmuro autore de’ due intermezzi recitati felicemente in Venezia
nel
1731 la Contadina ed il Cavalier Bertone posti in
e dà motivo alla musica, fu animato dalle note di Giovanni Fischetti
nel
1730 ; lo Frate Nnammorato nel medesimo genere ne
imato dalle note di Giovanni Fischetti nel 1730 ; lo Frate Nnammorato
nel
medesimo genere nel 1732 riscosse l’ammirazione d
Giovanni Fischetti nel 1730 ; lo Frate Nnammorato nel medesimo genere
nel
1732 riscosse l’ammirazione degl’intelligenti col
’Alessandro del 1742 del medesimo Leo ; la Lionora che si rappresentò
nel
medesimo anno colla musica del Ciampi per le part
ra la Vennegna cantata la prima volta colla musica di Gaetano Latilla
nel
teatro detto della Lava e poi più volte replicata
rimente cantata colla musica di Domenico Fischetti, che si ripetè poi
nel
teatro de’ Fiorentini nel 1754 col titolo le Chia
ca di Domenico Fischetti, che si ripetè poi nel teatro de’ Fiorentini
nel
1754 col titolo le Chiajese Cantarine, ma con alc
er seppe il Lorenzi la maniera più idonea per riuscire, cioè eccedere
nel
comico popolare alternandolo con quasi tragiche s
lla Gelosia per gelosia del 1770 ; nelle Trame Zingaresche del 1772 ;
nel
Tamburo notturno del 1773 ; nel Duello ; nella Fu
; nelle Trame Zingaresche del 1772 ; nel Tamburo notturno del 1773 ;
nel
Duello ; nella Fuga ; ne’ Tre Eugenii, nella Scuf
fiara ecc., calcò più le tracce della naturalezza comica. Ne incresce
nel
Furbo mal accorto ed in alcune altre l’abuso dell
sica la maggior parte delle opere del Lorenzi) sono in tutte le parti
nel
Socrate inarrivabili. L’autore inimitabile dell’
uscita fu piena, e si recitò per moltissime sere con gran concorso, e
nel
1796 si ripetè col medesimo diletto e con frequen
letto e con frequenza di ascoltatori. Quest’abile scrittore è mancato
nel
1807 avendo oltrepassati gli anni ottantasei dell
eroica. L’Opera eroica che può chiamarsi istorica che incominciò
nel
secolo XVII, in cui ebbe una lunga fanciullezza,
incominciò nel secolo XVII, in cui ebbe una lunga fanciullezza, ebbe
nel
secolo XVIII una felice adolescenza ed una applau
ima nella Dafni di Eustachio Manfredi, nell’ Arsace di Antonio Salvi,
nel
Polifemo di Paolo Rolli, nel Farnace e nel Farasm
Manfredi, nell’ Arsace di Antonio Salvi, nel Polifemo di Paolo Rolli,
nel
Farnace e nel Farasmane ed altre del Biancardi o
’ Arsace di Antonio Salvi, nel Polifemo di Paolo Rolli, nel Farnace e
nel
Farasmane ed altre del Biancardi o Lalli napoleta
altre del Biancardi o Lalli napoletano, e specialmente nell’Eraclea,
nel
Tito Sempronio Gracco, ne’Decemviri, nel Turno Ar
e specialmente nell’Eraclea, nel Tito Sempronio Gracco, ne’Decemviri,
nel
Turno Aricino ed altri drammi del romano Silvio S
vace. Ebbe più invenzione, più arte di teatro, più verità e più forza
nel
maneggio delle passioni, più grandezza ne’suoi er
cangiato in greco suono divenne Metastasio, e riempì l’Europa, nacque
nel
1698, e passò parte della gioventù in Napoli eser
nacque nel 1698, e passò parte della gioventù in Napoli esercitandosi
nel
foro. Succedette ad Apostolo Zeno nel 1729 nell’o
ioventù in Napoli esercitandosi nel foro. Succedette ad Apostolo Zeno
nel
1729 nell’onorevol carica di Poeta Cesareo, e car
lente che ha ispirato ne’contemporanei la disperazione di appressarlo
nel
suo sistema, ed in taluno il partito di torcere d
a che alla maniera di Sofocle migliori i grandi uomini dell’antichità
nel
ritrarli, ovvero sia che gareggi di sublimità col
ffaello ? Difficile sarebbe (dice il dotto Carmmignani(a) determinare
nel
melodramma di Metastasio le ragioni per le quali
. Si vuole esser dotato di gusto fine, di acuto aguardo per ravvisare
nel
Metastasio il gran maestro, allorchè (nel tempo s
acuto aguardo per ravvisare nel Metastasio il gran maestro, allorchè (
nel
tempo stesso che prestasi al duro impero dell’uso
uoso, non rappresenta appunto la bontà conqualche debolezza richiesta
nel
personaggio tragico ? Or perchè il Bettinelli der
. Ma chi può soffrire il paragone del colorito inimitabile di Mandane
nel
Ciro riconosciuto ? Chi fece Egisto più interessa
a il più meschino nomo che professa lettere, non cercherà gran poesia
nel
teatro, dove non si richiede, a meno che comprend
Ambigu di cui si cibava il Badini ? Una stravaganza eterogenea uscita
nel
1671 in tre atti, ognuno de’ quali contiene un ar
ero, osserviamo in qual maniera si condussero que’ due grandi ingegni
nel
maneggiare in generi diversi due congiure e due p
o è melodramma fatto per commuovere ed appagare i sensi. Per riuscire
nel
primo disegno Cornelio si vale di un’azione impor
ragedia fatto un’opera fredda e nojosa(a) Profuse perciò Metastasio
nel
suo argomento maggior ricchezza d’invenzione che
ta aspiri a una vendetta non di un padre, quale è l’oggetto di Emilia
nel
Cinna, ma di un’ attiva ambizione delusa nella sp
e richiamato da un resto di virtù e dalla gratitudine a salvar Tito,
nel
tempo stesso che contro di lui cospira, corra a d
lo stato contro del suo benefattore, per vendicar la morte del padre,
nel
che si scorge cert’aria di romanzo, perchè l’affe
; ma vuol parlargli, e quando Sesto si appressa, si sforza di mostrar
nel
volto la rigorosa maestà offesa. Sesto si avanza
o La vergogna, il rimorso e lo spavento !) Tali scene non si leggono
nel
Cinna nè in altri drammi ch’io sappia. Bellezze o
per sapere il segreto di Sesto : le angustie di questo infelice posto
nel
caso o di accusar Vitellia o di commettere una nu
udine verso il suo buon principe : l’ammirabile combattimento di Tito
nel
soscrivere la sentenza nella scena settimà del II
io e che perciò non ne compresero l’arduità ; quanto quegli altri che
nel
provarvisi rimasero indietro spossati e senza mot
, Lascio quel che si è altrove citato di Gian Giacomo Rousseau quando
nel
dare idea della voce Genie favella di Metastasio
ioni più piene di sentimenti ed affetti, non si troveranno facilmente
nel
Cornelio, nel Racine, nel Voltaire… e il solo Met
di sentimenti ed affetti, non si troveranno facilmente nel Cornelio,
nel
Racine, nel Voltaire… e il solo Metastasio potrà…
ti ed affetti, non si troveranno facilmente nel Cornelio, nel Racine,
nel
Voltaire… e il solo Metastasio potrà… far fronte
riale di Pietroburgo, e Vittorio Amadeo Cigna torinese autore di Enea
nel
Lazio e di altri melodrammi. Mancò veramente ad e
uca Morvillo, ed i melodrammi di Domenico Perrelli impressi in Napoli
nel
1777, e poi reimpressi, la Circe, Cesare in Armen
, Lisimaco, Adolfo. L’Armida abbandonata del De Rogatis rappresentata
nel
1770 in Napoli riuscì nel teatro di San-Carlo per
da abbandonata del De Rogatis rappresentata nel 1770 in Napoli riuscì
nel
teatro di San-Carlo per le decorazioni e per la m
figenia in Aulide collo scioglimento naturale del Racine che si cantò
nel
teatro di San-Carlo colla musica del valenziano V
o, che suppongo ançor vivente in Modica sua patria. Il primo si cantò
nel
teatro reale in Napoli, e piacque ; intesi che il
terzo non si è mai rappresentato. Trovasi il Socrate impresso in Roma
nel
1790 nel tomo IV del Saggio Poetico del Galfo. Il
si è mai rappresentato. Trovasi il Socrate impresso in Roma nel 1790
nel
tomo IV del Saggio Poetico del Galfo. Il Metastas
giche in siffatto argomento. Il conte della Torre Cesare Gaetani nato
nel
1718, s’egli pur vive, in Siracusa sua patria con
i pur vive, in Siracusa sua patria conterà oggi anni 95 di sua età, e
nel
1794 non avea tolto congedo dalle muse sceniche,
o congedo dalle muse sceniche, e pubblicò le Nozze di Ruth cantata, e
nel
1795 il Giudizio di Salomone, entrambe per l’anni
rmonia musicale. Nel volume terzo dell’edizione nitida che se ne fece
nel
1796 trovansi varie cantante, ed un oratorio per
ta pel solito omaggio di fiori e di frutta che si presentò a’ sovrani
nel
primo di maggio del 1775, in cui si trova un bell
à per saggio dello stile : Ma che… s’oscura il giorno !… S’addensano
nel
ciel nubi improvvise ! Fischian orridi i venti !…
lo placato e sol contento di cingersi la fronde dell’amata pianta. Ma
nel
declinar del secolo XVIII di molto erano cresciut
che ed imperfetta ancor nelle mani del dilicato Quinault. Come seguir
nel
suo sistema Pietro Metastasio, e non rimanergli d
a di Amore e Psiche gia sceneggiata dal Moliere, e mostrata in Vienna
nel
1767, un nuovo spettacolo di Amore e Psiche colla
acoli, coll’ Acheronte colla caverna d’ Averno. Il nomato Luigi Serio
nel
1780 la riprodusse in Napoli spogliata di tali de
nare l’opera istorica e secondare i disegni del Calsabigi. Fermo egli
nel
proposito di raddrizzare il trono giacente dell’
e Pepoli che lo seguiva a quel tempo e ne adorava i dettati, pubblicò
nel
1789 il suo Meleagro accompagnato da una lettera
omo ragionevole ; ma l’uomo ragionevole egli non dovea trovare se non
nel
Calsabigi, ed il Meleagro al pari delle Danaidi s
etuo corteggio delle opere mitologiche si rimasero a rodere se stesse
nel
gabinetto de’loro campioni. Dopo gli ultimi vani
giusta le insinuazioni di Gian Giacomo Rousseau. Convertito il Pepoli
nel
1790 fece imprimere in Venezia la Morte di Ercole
iamò tragedie in musica, Elfrida ed Elvira che potè far rappresentare
nel
real teatro di Napoli nel 1793 e 1794. Questo let
lfrida ed Elvira che potè far rappresentare nel real teatro di Napoli
nel
1793 e 1794. Questo letterato che in Vienna ed in
do l’ Arteaga. La gioventù vedrà volentieri i progressi che egli fece
nel
seguire il sistema istorico di colui ch’egli malt
rida (Elfthryth) figlia del ricco conte di Devon, e pensò di sposarla
nel
caso che sì bella fosse qual si decantava ; e per
orni d’ Elfrida al core… Elfr. Torni del padre al core… Evel. Torni
nel
nostro core… Osm. Torni d’un padre al core… a 4
he oggi astringa la poesia a tradir se stessa e la verità ; ma dunque
nel
sistema musicale presente vi sono pure ostacoli a
ne Atelvolto nella scena quarta e s’incontra con Elfrida, e prima che
nel
recitativo si snervi la passione dopo cinque soli
dopo otto versi recitati dal re che parte, egli ritorna senza perchè
nel
medesimo luogo prima di parlare colla sposa. Il p
ad Adelvolto, se il cielo abborre i rei, e ne fa vendetta, io lascerò
nel
tuo scempio un tremendo Della giustizia sua cel
to più capace di vere espressioni, in cambio di quell’eterno amplesso
nel
marmo e di quell’urna che vale la stessa cosa esa
he Adelvolto avea un pugnale ascoso, che gridò, Elfrida, se l’immerse
nel
seno, e spirò. Elfrida vuol seguirlo, Orgando la
gnese dal Colomès ? Finse ignorare che il Pagano la trascrisso ancora
nel
Gerbino ? Or come la chiama nova l’anno 1793 nell
? L’altra tragedia in musica del Calsabigi è l’Elvira che si recitò
nel
carnevale del 1794. Il pubblico disaprovò quest’
dizione dell’autore, e recando in note le variazioni che vi si fecero
nel
rappresentarsi. Si aggira su gli eventi de’bassi
ipe moro, cui Elvira ha segretamente data fede di sposa. Intervengono
nel
dramma quattro personaggi e tre confidenti. Atto
irici e certe ariette bellissime ma disdicevoli alla verità richiesta
nel
linguaggio drammatico ; or si concederanno le add
o tragico. Egli è stato mandato avanti da Adallano per esplorar tutto
nel
giardino. Elvira mostra impazienza amorosa, ma un
e amica, il mio contento ; e poi ? e poi si allontanano e si perdono
nel
boschetto, per dar luogo ai confidenti di seguita
iscena. Aggiorna e si muta la scena, e l’istesso Ricimero che parlava
nel
giardino, si trova in discorso inoltrato con Odor
colla franchezza della verità che basterebbe a dissipare ogni dubbio
nel
padre, put chè non avesse cattivo concetto della
a con modestia. Tutto ciò che canta Odorico ed Elvira si vuol leggere
nel
dramma per ammirarsene l’eleganza, la forza, e la
olce e preciso, seguir le vestigia de’ grandi ; ma bisognava adorarle
nel
tempo stesso nel calcarle, in vece di mordere il
eguir le vestigia de’ grandi ; ma bisognava adorarle nel tempo stesso
nel
calcarle, in vece di mordere il piede che le stam
tomati imitano l’uomo e non lo sono. Atto II. Odorico volendo leggere
nel
cuore di Elvira le dice con maniere di padre, che
ncontrino a dire e a sospendere i loro sentimenti nella guisa esposta
nel
duettino : Elv. No, mai non frangerà Sdegno, no
a maschera (e nulla più di maschera) delle nozze di Marzia con Arbace
nel
Catone. Ma qual distanza infinita trall’importanz
noltrando in ciel ! pronostico puro di campagna, perchè essendo sera
nel
nostro emisfero, non si vede in Granata il sole n
la realità del basso mondo. Ella dice allo spettro : Tu non ci sei (
nel
mondo) e va bene ciò ; ma che luogo può avere in
li, inetti e comici ; quello di Odorico ineguale, un poco finto anche
nel
volersi mostrar tenero ; Elvira ed Adallano innam
delle note eccellenti del cav. Paisiello. Chi avrebbe mai creduto che
nel
cader del secolo XVIII le scene di Napoli dovesse
Domenico Ravizza scrittore di varii Oratorii sacri impressi in Napoli
nel
1786, i quali senza esitanza son da registrarsi d
: Sisara, Adamo, la Peste d’Israele, il Martirio di san Pietro, Mosè
nel
Roveto, Gedeone, Tobia, Ezechiele, Daniele, il Pa
eta esimio Bernardo Maria Valera cappuccino di Lanciano, che si legge
nel
I tomo delle di lui Poesie impresse in Napoli nel
ciano, che si legge nel I tomo delle di lui Poesie impresse in Napoli
nel
1759. Anche il lodato di lui figliuolo Vincenzo p
asto l’anno 1760 si cantò l’azione sacra intitolata Abigaille, che fu
nel
medesimo anno impressa in Chieti. Otto anni dopo
la rappresentazione de’ Pitagorici del riputato poeta Vincenzo Monti
nel
marzo del 1808, festa teatrale tragica di un atto
teatrale tragica di un atto animata dalle note del non meno illustre
nel
suo genere Giovanni Paisiello Tarentino maestro n
dell’Opera, e la Musica che la costituisce tale insieme colla Poesia,
nel
XVIII secolo hanno ricevuto da varii eccellenti a
tra, il Disertore con lieto fine ec. In una lettera scritta da Vienna
nel
1759 a m. Arnard lodavasi il ballo di Flora esegu
aganini. Il Fiorentino Vestris singolarmente si è segnalato in Parigi
nel
serio e gentile, e Viganò in Italia nel grottesco
ente si è segnalato in Parigi nel serio e gentile, e Viganò in Italia
nel
grottesco. Gennaro Magri napoletano per leggiadri
o del ballo in due volumi con trenta rami egli produsse per le stampe
nel
1779. Prima dell’efimera repubblica napoletana, e
onioso Back, del fecondo e vivace Mayer, e del Vogler che si distinse
nel
Demofoonte. Ma gli spagnuoli che ebbero già un Ra
presentar sulle scene nell’atto primo un eroe nascente in Bisnagar e
nel
terzo canuto nel Senegal ? Chi proteggerebbe simi
scene nell’atto primo un eroe nascente in Bisnagar e nel terzo canuto
nel
Senegal ? Chi proteggerebbe simili scempiatagini
i appressino ? Una manifesta decadenza osservava sono alquanti lustri
nel
teatro di Londra il dotto abate Arnaud. » Non vi
sentata chi avrebbe sperato che si ripetesse seguitamente sette volte
nel
teatro del Principe con applauso e con profitto d
l Lorenzi, si videro con rincrescimento tornar fra noi le Opere buffe
nel
primo decennio del corrente secolo in braccio ai
r artificio di favola, nè per grazia di stile. Lo Scavamento recitato
nel
teatro de’ Fiorentini l’anno 1810 si ripetè più d
odigi della melodia. (a). Vedi il Giornale de’ Letterati d’Italia
nel
tom. VIII, e la Bibliotheque Italique tom. VII.
Sistema melotrammatico, come dicemmo, in mia casa, stando io lontano,
nel
1799. (a). Ad altro io non aspiravo (dice nelle
occhio sulla letteratura italiana ch’egli vede a suo modo, ci obbligò
nel
1790 a narrare ciò che abbiam taciuto tanti anni,
mica, e non si premiò favola veruna ; l’autore stampò la sua Faustina
nel
1779. Nel prendere da Napoli la volta verso Madri
corso prima di stamparsi. Il riputato conte San-Vitale primo tra’pari
nel
consesso vuole che non sia pregiudicato l’autore
’Falloppa e de’Nicasii Melverme. (a). Trovasi tal commedia impressa
nel
IV volumetto de’ riferiti nostri Opuscoli Varii p
pressa nel IV volumetto de’ riferiti nostri Opuscoli Varii pubblicato
nel
1795. Qualche commedia di Picard e del lodato Mor
adotta dal medesimo trovasi nell’ Anno Teatrale pubblicato in Venezia
nel
secolo XIX. Ma non mai l’autore ha permesso che s
mpose la sua tragedia Regulus. (a). Questi sensi da me si espressero
nel
1777 quando pubblicai la Storia de teatri in un s
do pubblicai la Storia de teatri in un solo volume, e questi rinnovai
nel
1790 nell’imprimere il sesto volume della stessa
e all’oggetto di P. Cornelio più non faceva d’uopo di quanto si trova
nel
Cinna ? Prego il riputato esgesuita Andres a ripr
renza nell’ unità del luogo, nell’ esito tristo o lieto della favola,
nel
numero de gli atti e nel verso. Dissi ê ripeto ch
go, nell’ esito tristo o lieto della favola, nel numero de gli atti e
nel
verso. Dissi ê ripeto che niuna di tali cose mett
mpera sarà il cuore dell’Andres che pure ha si elegante la penna ? Ma
nel
giudicar di poesia drammatica la penna può suppli
ell’ edizione dell’ Elvira a spese dell’ autore, si evitò alla meglio
nel
rappresentarsi. Nell’ edizione dell’ impresario R
(a). Terzo cambiamento de l’autore. Vide forse con rincrescimento che
nel
rappresentarsi si tralasciò nella scena 6 un altr
di recitativo di Elvira all’aria indicata Ah qual contrasto avrò. Ma
nel
recitativo si diceva bene ciò che nell’aria si ri
: Eterna guerra e di morte e di vita agiterà l’anima mia : si diceva
nel
recitativo ; si stimò che bastasse, e si tolse l’
al luogo antico. Tre pezzi di musica recitati dalle medesime persone
nel
punto che l’azione è vicina a risolversi colla ve
Capo IV. Risorge in Italia
nel
Secolo XVI la tragedia Greca e la Commedia Nuova,
radere il suolo e imprimer orme incerte e poco più che fanciullesche
nel
sentiero delle lettere. Che secolo maraviglioso q
i Galeotto Carretto de’ marchesi di Savona, nato in Casal-Monferrato,
nel
secolo XV. L’Autore nel 1502 la presentò a Isabel
marchesi di Savona, nato in Casal-Monferrato, nel secolo XV. L’Autore
nel
1502 la presentò a Isabella di Mantua; e alcuni a
rossolani. Ma la Sofonisba di Giovan Giorgio Trissino Vicentino, nato
nel
1478, assai più famosa corse indi a poco per le m
Trissino fino colla vaga Rosmonda, la quale si rappresentò in Firenze
nel
1516, e fu pubblicata in Siena nel 1525. Scrisse
la quale si rappresentò in Firenze nel 1516, e fu pubblicata in Siena
nel
1525. Scrisse egli ancora l’Oreste, migliore dell
iore della Rosmonda, ma uscì solo alla luce della stampa l’anno 1723.
nel
Teatro Italiano compilato dal Maffei. Nella prima
ara l’Edipo. L’altro Edipo di Orsatto Giustiniani, di sopra mentovato
nel
libro I, rappresentato nel 1585 in sul teatro di
di Orsatto Giustiniani, di sopra mentovato nel libro I, rappresentato
nel
1585 in sul teatro di Vicenza, opera del famoso a
iccò sopra tutti Torquato Tasso col Torrismondo pubblicato in Bergamo
nel
1587. Carlo ne fece una traduzione francese uscit
gamo nel 1587. Carlo ne fece una traduzione francese uscita in Parigi
nel
1620, ristampata indi nel 1640, e di nuovo nel 16
ce una traduzione francese uscita in Parigi nel 1620, ristampata indi
nel
1640, e di nuovo nel 1646. Quella tragedia é degn
ncese uscita in Parigi nel 1620, ristampata indi nel 1640, e di nuovo
nel
1646. Quella tragedia é degna dell’ingegno del gr
elle scarse mal digerite notizie che ne reca, se non si fosse immerso
nel
laborioso studio del Mercurio di Francia; e pur v
erverà ad ogni passo, leggendo seguitamente il Torrismondo. E tale fu
nel
secolo XVI la tragedia italiana, cioé un ritratto
del XVI secolo, che i soprallodati peregrini ingegni italiani, benché
nel
farla risorgere seguissero, e forse con cura anch
na ragione, che non sia tragedia la moderna? Ci dice il signor Mattei
nel
suo Nuovo Sistema d’interpretare i Tragici greci
ando Furioso risorse la commedia nuova. Quest’ingegno prodigioso nato
nel
1474 a coglier le prime palme in tutti i generi p
nte, e la Scolastica, adoperandovi il verso endecasillabo sdrucciolo,
nel
quale molti Letterati raffigurano l’immagine dell
della Scolastica rimasta imperfetta per la morte di Lodovico avvenuta
nel
1533. ……………… Quando apparve in sonnio Il fratell
itò i Cattivi di Plauto e l’Eunuco di Terenzio, s’impresse in Venezia
nel
1525 con un prologo in prosa; e insieme colle alt
prosa; e insieme colle altre quattro, che sono originali, si ristampò
nel
1562. L’Ariosto prese per esemplari le commedie l
taliani, gli spagnuoli, e i francesi stessi hanno preceduto a Molière
nel
dipingere i nobili ridicoli. Un sogno simile ha f
rico o in altro genere di poesia elevata e sonora, Vedasene un saggio
nel
seguente squarcio del prologo della Cassaria, dov
fu la Calandra del cardinal Bernardo Dovizio da Bibbiena, pubblicata
nel
1524, e rappresentata poi in Lione in presenza d’
ò Secco, di cui quella intitolata gl’Inganni si rappresentò in Milano
nel
1547 in presenza di Filippo II principe delle Ast
Harpe, modernissimo scrittore di alcune tragedie già obbliate, diceva
nel
Mercurio di Francia del mese di marzo 1772, che «
, e fra essi si trovava più d’un commediografo spiritoso. Il Lombardi
nel
1583 produsse una commedia lodata, intitolata l’A
e triviali, e vi si iacea uso di maschere diverse, ognuna delle quali
nel
vestito, nelle caricature, e nel linguaggio esage
maschere diverse, ognuna delle quali nel vestito, nelle caricature, e
nel
linguaggio esagerava la ridicolezza caratteristic
lo un furbo, Pascariello un vecchio goffo, sconnesso, e inconcludente
nel
parlare, tutti tre personaggi napoletani, Pulcine
Le favole pastorali che dopo il Cefalo del Correggio furono composte
nel
cinquecento, sono un nuovo genere drammatico inve
nventato dagl’Italiani, quando non se ne voglia ravvisare un’immagine
nel
Ciclopo d’Euripide. Ne produssero un gran numero
l’anno 1553, ed indi messo in musica da Alfonso dalla Viola ferrarese
nel
1555, il celebre letterato, poeta e orator grande
ppresentata e cantata ne’ cori in presenza del duca Alsonfo II d’Este
nel
1563, e Agostino Argenti collo Sfortunato, pure r
più, se fosse stato dalla propria nazione più conosciuto, e fecondato
nel
disegno d’arricchire e nobilitar la poesia castig
Amoroso di Luigi Groto, il famoso cieco d’Adria, comparve in pubblico
nel
1583 dopo l’Aminta, e prima del Pastor Fido. Né m
i Laura Guidiccioni, dama Lucchese, rappresentata avanti al gran duca
nel
1590, ai cui cori fece la musica Emilio del Caval
si avvisò il primo di sperimentar quell’unione in tutto un dramma, e
nel
1597 fece rappresentar in musica agl’istrioni il
i regolari, la Dafne, l’Euridice, e l’Arianna. La Dafne rappresentata
nel
1507 avanti la gran duchessa di Toscana in casa d
IV, furono poste in musica da Giacomo Peri, e s’impressero in Firenze
nel
1600. L’Arianna posta in musica da Claudio Montev
e nel 1600. L’Arianna posta in musica da Claudio Monteverde, si cantò
nel
matrimonio del principe di Mantua coll’infanta di
cantò nel matrimonio del principe di Mantua coll’infanta di Savoia, e
nel
1608 s’impresse ancora in Firenze. I pedantini e
cori in verso, fatta da Mellin de Saint Gelais, e stampata in Parigi
nel
1560; l’altra in versi fatta da Claudio Mermet, e
l 1560; l’altra in versi fatta da Claudio Mermet, e impressa in Lione
nel
1585. Ad esempio del Trissino maneggiarono poi ne
ggiarono poi nella Francia l’istesso suggetto Antonio di Montchretien
nel
1600, Niccola di Montreux nel 1601, Giovanni Mair
stesso suggetto Antonio di Montchretien nel 1600, Niccola di Montreux
nel
1601, Giovanni Mairet nel 1635 e Pietro Corneille
Montchretien nel 1600, Niccola di Montreux nel 1601, Giovanni Mairet
nel
1635 e Pietro Corneille nel 1663. La Sofonisba di
ola di Montreux nel 1601, Giovanni Mairet nel 1635 e Pietro Corneille
nel
1663. La Sofonisba di questi due ultimi drammatic
scovo, abbia servito di modello a’ primi francesi che si esercitarono
nel
genere tragico, diciamolo qui di rimbecco e per i
scienze tutte. Veggasi Guglielmo Budeo in Philolog. pag. 137, Fleury
nel
metodo degli studi, il sig. di Voltaire, ed altri
o non dispregevole operetta intitolata Del Teatro, proscritta in Roma
nel
1771; e ristampata in Venezia nel 1773 presso Gia
lata Del Teatro, proscritta in Roma nel 1771; e ristampata in Venezia
nel
1773 presso Giambatista Pasquali. L’autore anonim
on senno, perciò si veggono in Francia moltissimi infarinati, superbi
nel
loro patrio sapere, parlar alla cieca e pazzescam
no, maestro delle tre lingue sorelle, italiana, spagnuola e francese,
nel
Real Collegio della Nunziatella di Napoli, e auto
ssa con tale asserzione, e perciò ne ha sentito un sì vivo dolore che
nel
Mercurio di Francia di questo mese di marzo 1772,
Thebis, ideo pingues Thebani» asserisce Cicerone de Fato, e lo ripete
nel
libro II de Natura Deorum. «Quaedam gentes (scris
salvo appena due o tre, iddio par che abbia voluto, per farli cadere
nel
disprezzo, torre quel gran dono fatto all’uomo, c
iuttosto traditore di Svetonio, Monzù de la Harpe, reca poco appresso
nel
sopraccitato articolo del suo Mercurio questa rid
. I Poet. cap. 7, ma molto festiva e motteggevole, come é stato detto
nel
primo libro pag. 166. Si può anche qui notare, ch
ine si sono in ogni tempo sopra quei di altre nazioni contraddistinti
nel
contraffare a meraviglia in sul teatro gli altrui
a meraviglia in sul teatro gli altrui difetti e ridicoli. Stazio, che
nel
libro III Carm. V delle sue amene selve novera fr
teatro, in cui rappresentavansi le commedie di Menandro, descrivendo
nel
libro II Carm. I le doti dell’animo e del corpo,
ia, allievo di Atedio Migliore, ne celebra eziandio la grande abilità
nel
recitar con grazia i drammi del mentovato comico
Torquato Tasso suo amico dice, che questo grande ingegno «in Ferrara
nel
verno dell’anno 1573 compose e fé rappresentare l
rasmo Marotta gesuita siciliano da Randazza, il quale morì in Palermo
nel
1641, e con tale ornamento fu stampato, come acce
tuttavia la sua vera e perfetta forma, come di proposito ho trattato
nel
mio Sistema drammatico inedito. 165. «Pour bie
nto comunicativo, veicolo di circolazione delle idee3. Nato a Venezia
nel
1712 da una famiglia di ricchi mercanti, Algarott
a Parigi e vide la luce a Milano (con la falsa indicazione di Napoli)
nel
1737; messo all’indice, fu ripubblicato con il ti
ice, fu ripubblicato con il titolo Dialoghi sopra l’ottica newtoniana
nel
1752. La fisica e l’ottica di Newton erano spiega
curare la salute malferma, visse tra Venezia e Bologna e morì a Pisa
nel
1764. Gli anni che seguirono il ritorno in Italia
erano l’esito delle molteplici attività cui si era dedicato Algarotti
nel
corso dei suoi soggiorni all’estero. Vedono la lu
rte di Augusto III di Sassonia, egli si occupò delle rappresentazioni
nel
locale teatro d’opera. Le prime due edizioni del
iscorso sul dramma per musica era al centro di un dibattito europeo6,
nel
quale erano coinvolti in Francia esponenti di pri
un’impronta saggistica; rientra piuttosto, come nota Annalisa Bini8,
nel
genere del pamphlet, cui è riconducibile, anche s
re da Ranieri Calzabigi che nell’edizione pubblicata proprio a Parigi
nel
1755 delle opere di Metastasio10 elogiava l’autor
iffusione europea dell’opera italiana e da un’accettazione del genere
nel
sistema complessivo della cultura letteraria. Il
con la cultura francese, l’eredità della poesia secentista11. Proprio
nel
1700 il secolo esordiva con la decisa censura di
ogni intento educativo della poesia. Anche Lodovico Antonio Muratori
nel
Della perfetta poesia italiana (1706) affrontava
l classicismo primosettecentesco attribuiva al teatro; gli faceva eco
nel
condannare l’opera nel Della tragedia (1715) Gian
ecentesco attribuiva al teatro; gli faceva eco nel condannare l’opera
nel
Della tragedia (1715) Gianvincenzo Gravina che no
a la difesa della centralità della poesia con cui Algarotti esordisce
nel
suo Discorso, facendone l’argomento perno attorno
tento non è quello di trovare una collocazione alla poesia per musica
nel
sistema dei generi letterari, ma di riformare dal
all’interno il dramma per musica rivalutando la componente letteraria
nel
confronto con le altre parti dello spettacolo ope
troppo debitore a un meraviglioso mitologico che richiederebbe, come
nel
Seicento, troppo dispendio di macchinari e sugger
to con la pratica diretta di gestione teatrale acquisita da Algarotti
nel
corso del soggiorno prussiano e infatti gli esemp
plari di drammi pubblicati alla fine del testo. Algarotti entra anche
nel
dettaglio della composizione musicale e arriva a
el Saggio fu inviata a Metastasio, che ebbe una reazione emblematica,
nel
rilevare e commentare esplicitamente soltanto la
ch’io secondassi la mia propensione22. La terza edizione, pubblicata
nel
1757 sempre dall’editore Pasquali di Venezia23, r
redazione del 1755; anche la conclusione che è profondamente cambiata
nel
passaggio dalla prima alla seconda redazione rima
rimane qui sostanzialmente invariata. La quarta redazione, pubblicata
nel
1763, segue anni molto intensi per il dibattito s
Metastasio, uscite nello stesso anno del Saggio. Calzabigi concordava
nel
considerare i drammi di Metastasio delle «perfett
apporto tra le arie e i cori e il rifiuto dell’unità di luogo. Deciso
nel
contrastare l’opera francese, nel clima della que
rifiuto dell’unità di luogo. Deciso nel contrastare l’opera francese,
nel
clima della querelle des bouffons, per l’eccesso
ra i drammi per musica, di Giammaria Ortes, apparse anonime a Venezia
nel
1757 presso lo stesso editore Pasquali che26 avev
due anni prima, le prime due redazioni del Saggio di Algarotti e che
nel
1757 pubblica la terza redazione del Saggio. Orte
pubblico più che da astratti disegni riformistici. Come avviene anche
nel
saggio di Algarotti, anche qui Ortes unisce disco
al favoloso. Altri due testi, sempre di portata europea, intervengono
nel
dibattito negli anni successivi. Il primo è la Le
proprio dalla Dissertazione di Calzabigi, pubblicata anche a puntate
nel
«Journal étranger»30, e riconosce la necessità di
ger»30, e riconosce la necessità di una riforma dell’opera che agisca
nel
concreto, nelle scelte tematiche (con risultati a
pra la ragione del canto e sua composizione 31. Martinelli interviene
nel
dibattito sostenendo che «ove non è poesia non pu
i consapevoli di un’arte che deve avere «piena cognizione» e «entrare
nel
midollo33» delle passioni. La ricchezza di pubbli
, intende dare maggiore respiro e prestigio al suo testo e collocarlo
nel
dibattito europeo. La nuova edizione del Saggio,
uelle curate dall’autore, fu pubblicata da Marco Coltellini a Livorno
nel
1763. Coltellini è a sua volta un librettista e q
a prassi di collaborazione con i sovrani ampliamente messa in pratica
nel
Settecento anche da Voltaire e Diderot. La dedica
a il teatro allo scopo di educare il popolo alla virtù, come avveniva
nel
teatro antico. Le riserve nei confronti del teatr
cui tutto deve essere ricondotto; prospettiva molto più realizzabile
nel
teatro di corte piuttosto che nel teatro impresar
prospettiva molto più realizzabile nel teatro di corte piuttosto che
nel
teatro impresariale secondo Algarotti. Il tema de
e effettivamente nella questione e di attribuirsi un ruolo di rilievo
nel
contesto del dibattito internazionale. A questo s
A questo scopo Algarotti utilizza due strategie; da un lato considera
nel
dettaglio le singole problematiche articolate nei
oblemi della rappresentazione operistica, promuove un genere al quale
nel
Settecento è affidata la fortuna europea della li
ti pubblicò cinque edizioni del Saggio, dalla prima, uscita a Venezia
nel
1755, fino alla quinta pubblicata a Livorno nel 1
ima, uscita a Venezia nel 1755, fino alla quinta pubblicata a Livorno
nel
1764. Il testo risulta, dalla prima alla quinta e
nate di pubblicazione. La prima delle due edizioni del 1755, conclusa
nel
1754, fu pubblicata all’inizio di una raccolta ch
testo fin da questa edizione. La seconda redazione, pubblicata sempre
nel
1755, è riprodotta in fac simile nel volume curat
nda redazione, pubblicata sempre nel 1755, è riprodotta in fac simile
nel
volume curato da Annalisa Bini e presentata come
iferimenti legati in modo specifico all’esperienza berlinese; il tono
nel
complesso è più curato, meno colloquiale, ma nell
ati pubblicati diversi interventi sul melodramma e intende collocarsi
nel
dibattito contemporaneo, rivolgendosi a un pubbli
francese, che spiegano e approfondiscono alcuni riferimenti presenti
nel
testo. 1. U. Foscolo, Le ultime lettere di Ja
audi, 1995. 2. A. Franceschetti, «La fortuna di Francesco Algarotti
nel
tardo Settecento e nell’Ottocento», in Nel terzo
esi europei in ogni ambito del sapere e che le osservazioni contenute
nel
Discorso, volte a migliorare lo spettacolo teatra
volte a migliorare lo spettacolo teatrale, sono già state realizzate
nel
teatro di Berlino. 8. F. Algarotti, Saggio sopr
e fantasmi, Torino, EDT, 1988, pp. 1-75; E. Fubini, Musica e cultura
nel
Settecento europeo, Torino, EDT, 1986, pp. 19-21.
ique. 15. Cfr. per questi aspetti A. L. Bellina, «Cinque argomenti
nel
Saggio sull’opera», in Nel terzo centenario della
CAPO VI. La Drammatica oltre le Alpi
nel
XV secolo non oltrepassa le Farse e i Misteri.
orma di dramma il Canto Reale, rappresentandosi la Passione di Cristo
nel
borgo di san Mauro. Chi riflette alla vittoriosa
favore della Corte prendendo il titolo di Fratelli della Passione, e
nel
1402 ne ottennero da Carlo VI l’approvazione. Pos
re or cento or settanta or cinquanta personaggi. Sotto Carlo VI morto
nel
1422 furonvi in Francia, oltre a’ Fratelli della
l secolo ne furono escluse per un canone del Concilio Toledano tenuto
nel
1473. Per dar giusta ed istorica idea dello stato
tore Rodrigo Cotta appena scrisse un atto solo de’ ventuno che n’ebbe
nel
seguente secolo per altra manoa. Lo spirito di ap
tati i giuochi di carnovale, dialoghi che la gioventù mascherata giva
nel
carnovale recitando per le case. Essi piacquero o
osì intitolati: 1 Giuoco di carnovale, 2 i Sette Padroni, 3 il Turco,
nel
quale il Soldano viene a Norimberga per pacificar
li sguardi alcun poco agli antichi e tradussero Terenzio. Si conserva
nel
Collegio di Zwickau un estratto di due commedie T
gli scolari. Nel 1486 s’impresse in Ulm una traduzione dell’Eunuco, e
nel
1499 quella di tutte le commedie del comico Latin
ni nelle città. Allorchè Carlo ultimo duca di Borgogna entrò in Lilla
nel
1468, i Fiaminghi rappresentarono per mistero sen
l’informe spettacolo scenico sacro: che quivi ancora, e non altrove,
nel
XIV secolo se ne tentò il risorgimento seguendo l
e commedie della Filologia del Petrarca e del Paolo del Vergerio: che
nel
XV, il secolo dell’erudizione, continuarono a scr
le italiche contrade il vanto di non essere state da veruno prevenute
nel
dettar drammi volgari, la Catinia, l’Orfeo, il Ga
lauto, il Giuseppe, la Panfila, il Timone: finalmente che gl’Italiani
nel
XIV e XV secolo nel rinnovarsi il piacere della t
la Panfila, il Timone: finalmente che gl’Italiani nel XIV e XV secolo
nel
rinnovarsi il piacere della tragedia non si valse
per mancanza di gusto, di materiali e di principii? Ci si presenterà
nel
proseguimento della nostra storia la gloria dramm
luminosa, che la stessa Italia ne rimarrà quasi offuscata, ed allora
nel
riferirla ci faremo un pregio non solo di tributa
azione del Nasarre. b. Dell’Encina si ha solamente impressa in Roma
nel
1521 la Tribagia o Via sagra de Hierusalèm compon
a Giovanni di Mena. Lo stesso Fernando de Roxas che la terminò, dice
nel
prologo di non sa pere tra il Cotta ed il Mena ch
Capo I. Teatro Italiano
nel
Secolo XVII. Colti nel precedente secolo i pi
Capo I. Teatro Italiano nel Secolo XVII. Colti
nel
precedente secolo i più sublimi allori nell’erudi
’eloquenza oratoria e poetica, soleva l’Italia ancor più alte le mire
nel
XVII, e volgesi curiosa a contemplar il vago e mi
te in venticinque atti, che si recitarono in Firenze in cinque giorni
nel
1618, e la Tancia, semplice; ma graziosa commedia
re ne’ teatri veneziani, fu quello intitolato la Divisione del Mondo,
nel
quale le decorazioni magnifiche e pompose chiamar
lla buona musica il vero linguaggio delle passioni, col quale parlasi
nel
medesimo tempo al cuore e allo spirito, occupava
iche, le quali appena comparse sulle scene, rapidamente si perdettero
nel
nulla. Si possono a stento eccettuar da questi gr
rita però attenzione particolare il Giasone del Cicognini (pubblicato
nel
1649) «il quale, come osserva il signor cavalier
ato, le fecero presto andare in disuso, e ricondussero la desolazione
nel
teatro de’ commedianti. Durar non poteva in verun
ia scientifica dei segreti della natura fosse stata formata in Napoli
nel
secolo XVI (come afferma il dotto abate Gimma nel
ene qui menzione, perché parecchi membri di essa col lor capo vissero
nel
XVII, e furono aggregati nell’Accademia de’ Lince
raro immortale esempio», secondo che ci dice il signor abate Amaduzzi
nel
Discorso filosofico sul fine ed utilità dell’Acca
alla nuova edizione del Fitobasano di Fabio Colonna, fatta in Firenze
nel
1744 presso il Viviani. 176. L’Accademia del Cim
i, fu istituita l’anno 1657 dal principe Leopoldo de’ Medici, e cessò
nel
1667. 177. L’Accademia degl’Investiganti fu form
lognese nacque l’anno 1690, e si convertì poi in quella dell’Istituto
nel
1714. 179. I principi dell’Accademia Senese de’
primario di medicina teorica e di botanica nell’Università di Siena,
nel
mese di marzo dell’anno 1691. Quindi nell’anno 16
81. Si dee osservare che i soprannominati ed altri filosofi italiani,
nel
consultar il gran libro della natura furono i pri
che ha per divisa, «invenit et perfecit», dice il signor di Voltaire
nel
suo Candido: «Ah, voilà quatre-vingt volumes de r
CAP. IV. Progressi della poesia comica
nel
medesimo secolo XVI quando fiorirono gli scrittor
del 1514 non erasi tuttavia recitata. Si rappresentò poi la Rosmunda
nel
1516 o 1517, secondo il Zeno, e fu la seconda tra
risorse la Commedia Nuova degli antichi. Questo poeta prodigioso nato
nel
1474 a corre le prime palme in tutti i generi che
, da se stessi. I Suppositi. Nell’edizione che se ne fece in Venezia
nel
1525 si vede questa favola preceduta da un prolog
ezia nel 1525 si vede questa favola preceduta da un prologo in prosa,
nel
quale l’autore confessa di avere in essa seguitat
glimento; ma tali cose meglio si sentono nella lettura continuata che
nel
racconto. La Cassaria. Benchè in questa favola ri
spetto per gli antichi; ed allora che la ridusse in versi sdruccioli,
nel
prologo abbellito di vaghe e graziose dipinture s
ni debbono leggersi i ritratti della vanità ed incostanza delle donne
nel
l’adornarsi, ove ravvisasi un’elegante parafrasi
e pe’ debiti del marito della Lena non abbia a pericolare. Ed appunto
nel
cacciarla fuori (standovi dentro Flavio) sopraggi
matrimonio di Flavio e Licinia. Non è questa una commedia nobile; ma
nel
genere inferiore ha tutte le grazie del viluppo,
ne levo la pentola, O quando cerco al bujo, se più gocciola Di vino è
nel
boccale, allor dimenola. Cint. Te ne fai beffe, e
e tinte sino al fondo dell’anima. Cesare dunque ad altro ebbe la mira
nel
richiedere in lui la forza comica; e certamente v
comica, questa vivacità piacevole dell’azione noi ravvisiamo appunto
nel
Negromante. Nulla v’ha di freddo, nulla di superf
ata in Roma a’ tempi di Leone X, che la richiese all’autore, il quale
nel
rimettergliela l’accompagnò con una lettera de’ 1
Essa, parimente si tradusse in prosa francese, e s’impresse in Parigi
nel
medesimo secolo, cioè assai prima che vi si conos
uon teologo (i falsi teologhi non pregiudicano ai veri e virtuosi che
nel
consigliare hanno soltanto la mira al giusto) l’e
del cardinal Berardino Dovizio da Bibbiena terra del Casentino, nato
nel
1470 e morto non senza sospetto di veleno l’anno
lle lettere del Castiglione conservate in Mantova che ella fu in Roma
nel
1514, cioè su i principii del pontificato di Leon
one Xa. La terza volta seguì in Mantova avanti alla medesima marchesa
nel
1521, siccome afferma il signore Zeno coll’autori
e Zeno coll’autorità di Mario Equicola. Fu poi rappresentata in Lione
nel
1548 in presenza del re Errico II e della regina
alderon. Si premette all’azione un prologo ed un argomento. Si espone
nel
primo la qualità della favola, ed in fine si dà u
e vendetta Italiana, non a torto però il dotto Lilio Gregorio Giraldi
nel
confessare che abbondi di sali e facezie, affermò
landro ci hanno colto Lidio e Fulvia insieme, non si vede chiaro come
nel
tempo che si aspettano i fratelli di lei, sieno g
il celebre Segretario Fiorentino Niccolò Machiavelli nato in Firenze
nel
1469, e morto nel 1547. Egli compose la Mandragol
ario Fiorentino Niccolò Machiavelli nato in Firenze nel 1469, e morto
nel
1547. Egli compose la Mandragola, la Clizia, e l’
tanto che valentuomini di prima nota Italiani e Oltramontani ammirano
nel
Machiavelli, oltre all eleganza del dire, vivacit
in qual modo venne in casa la Clizia, dice: Quando dodici anni sono
nel
1494 passò il re Carlo per Firenze, che andava co
e per domicilio Ferrarese, essendo stato di anni sette e qualche mese
nel
1513 condotto del padre alla corte del duca Ercol
uocero. Questo illustre latterato morto in Venezia d’anni sessantadue
nel
1572 a, che nella satira e nella commedia si avvi
anna mentovata dal Ghilini, le quali probabilmente si rappresentarono
nel
teatro ducale di Ferrara. Il Geloso le i Fantasmi
ucale di Ferrara. Il Geloso le i Fantasmi videro la luce delle stampe
nel
1545; ma de’ Romiti e dell’Arianna è rimasto a no
solo nome. Il Geloso. Avrebbe mai il precettore di Poetica Francese,
nel
parlar della gelosia e vendetta delle commedie it
riosto, del Bibbiena e del Machiavelli, regneranno per avventura come
nel
proprio elemento in questa favola del Bentivoglio
ianissimo. L’argomento di questa favola è nuovo. L’autore stesso dice
nel
prologo che si è sforzato di comporre una commedi
duol, padron mio caro? Su su (disse ei tremando come foglia E pallido
nel
viso come un morto) Datemi le mie calce e il mio
o, il Filosofo, la Cortigiana, e la Talanta. Il Marescalco pubblicato
nel
1530 è una lunga commedia di cinque atti priva d’
un paggio vestito da femmina. Questa commedia, e l’Ippocrito impresso
nel
1542, ed il Filosofo uscito nel 1549, furono da J
esta commedia, e l’Ippocrito impresso nel 1542, ed il Filosofo uscito
nel
1549, furono da Jacopo Doroneti pubblicate nel se
ed il Filosofo uscito nel 1549, furono da Jacopo Doroneti pubblicate
nel
seguente secolo sotto nome del celebre poeta Tans
rario che avea data alla luce la Talanta altra commedia del l’Aretino
nel
1604 col titolo di Ninetta, pubblicò anche la Cor
’Aretino nel 1604 col titolo di Ninetta, pubblicò anche la Cortigiana
nel
1628 col titolo dello Sciocco, attribuendole ambe
moderne lingue a. L’arcivescovo di Patras Alessandro Piccolomini nato
nel
1508, da collocarsi tra gli uomini illustri del C
tre commedie in prosa. La prima intitolata l’Amor costante si recitò
nel
1536 in presenza dell’imperador Carlo V quando en
n presenza dell’imperador Carlo V quando entrò in Siena, e s’impresse
nel
1559. La seconda è l’Alessandro che si stampò nel
Siena, e s’impresse nel 1559. La seconda è l’Alessandro che si stampò
nel
1553. L’Ortenzio che fu la terza si rappresentò n
dro che si stampò nel 1553. L’Ortenzio che fu la terza si rappresentò
nel
1560 entrando in Siena il duca Cosimo I, e si pub
imente impresse tralle sei degli Accademici Intronati di Siena uscite
nel
1611. Giovanni Imperiali nel Museo Istorico parla
gli Accademici Intronati di Siena uscite nel 1611. Giovanni Imperiali
nel
Museo Istorico parla delle due prime con molta lo
incipe de poeti comici Italiani. Egli però seguì Plauto ed Aristofane
nel
far dagli attori volgere il parlare agli spettato
on m’impaccio con loro; cotesti vanno al Rampino. Lo stesso Fabrizio
nel
III dubitando d’una fante, dice: Crede farmi sta
prigioni di que’ cani, finiva tredici anni. Di quel sacco parlò pure
nel
Geloso il Bentivoglio, e l’Aretino nella Cortigia
Lodovico Dolce. Due ne scrisse in versi, il Capitano uscita alla luce
nel
1545, e il Marito nel 1560; le altre tre sono in
scrisse in versi, il Capitano uscita alla luce nel 1545, e il Marito
nel
1560; le altre tre sono in buona prosa, il Ragazz
nel 1560; le altre tre sono in buona prosa, il Ragazzo che s’impresse
nel
1541, il Ruffiano tratta dal Rudente di Plauto, e
fiano tratta dal Rudente di Plauto, e la Fabrizia che si pubblicarono
nel
1549. Nel 1548 comparvero in diverse città quattr
isse anche il Gelli l’Errore altra commedia che non s’impresse se non
nel
1603. Tralle migliori commedie di quel tempo si n
tar nell’Avaro ed in altre sue commedie. La protestazione che egli fa
nel
prologo della Sporta, mostra l’intelligenza ed il
ri; e le di lui belle commedie non si leggono come se scritte fossero
nel
linguaggio Tibetano. Questo piacevolissimo scritt
etano. Questo piacevolissimo scrittore che morì d’anni sessantacinque
nel
1563, fu calzolajo, ma si distinse in Firenze per
edia di Antonio Mariconda cavaliere napolitano che sebbene s’impresse
nel
1548 era stata rappresentata sin dal 1546 da alcu
appresentata sin dal 1546 da alcuni gentiluomini napoletani mentovati
nel
libro I della storia di notar Castaldo, nella sa
ara, la Cesarea Gonzaga, la Trinuzia che si pubblicarono con applauso
nel
1550. Agnolo Firenzuola cittadino fiorentino abat
in prosa due belle commedie, i Lucidi impressa da’ Giunti di Firenze
nel
1549, e la Trinuzia uscita alla luce nel 1551. An
pressa da’ Giunti di Firenze nel 1549, e la Trinuzia uscita alla luce
nel
1551. Antonio Francesco Grazzini detto il Lasca,
all’atroce vendicativo furor geloso de’Fajeli) pubblicata in Firenze
nel
1551, e la Spiritata nel 1560, le quali insieme c
uror geloso de’Fajeli) pubblicata in Firenze nel 1551, e la Spiritata
nel
1560, le quali insieme colla Sibilla si ristampar
a nel 1560, le quali insieme colla Sibilla si ristamparono in Venezia
nel
1585. Giovanmaria Cecchi cui si confessano i Fior
essano i Fiorentini assai tenuti, oltre ad alcune pastorali, pubblicò
nel
1550 e nel 1562 varie commedie in prosa ed in ver
orentini assai tenuti, oltre ad alcune pastorali, pubblicò nel 1550 e
nel
1562 varie commedie in prosa ed in versi, intitol
prosa, secondo Apostolo Zeno, licenziosa anzi che no, che si pubblicò
nel
1560. Il Capitano bizzarro commedia in terza rima
ma di Secondo Tarentino si recitò in Taranto, e s’impresse in Venezia
nel
1551. Giordano Bruno di Nola compose la commedia
o di Nola compose la commedia del Candelajo che si pubblicò in Parigi
nel
1582, e vi si reimpresse nel 1589, e poi nel seco
del Candelajo che si pubblicò in Parigi nel 1582, e vi si reimpresse
nel
1589, e poi nel secolo seguente quivi ancora si t
he si pubblicò in Parigi nel 1582, e vi si reimpresse nel 1589, e poi
nel
secolo seguente quivi ancora si tradusse e si pub
commedia in prosa del Guidani leccese s’impresse in Venezia per Aldo
nel
1570. Il Trappa pure in prosa di Massimo Cameli a
appa pure in prosa di Massimo Cameli aquilano si pubblicò nell’Aquila
nel
1566. La Virginia che il secondo Bernardo Accolti
servò prima il Zeno. La Flora di Luigi Alamanni s’impresse in Firenze
nel
1556 per cura di Andrea Lori che la fece recitare
Pino da Cagli. Nel prologo degl’Ingiusti Sdegni sua commedia impressa
nel
1553 havvi una descrizione lodevole della commedi
li la porta: Licinio è quì che come smarrito augello cerca diridursi
nel
vostro nido, come aquila che stà per fissar l’occ
gl’Ingiusti Sdegni: e due altre uscite alla luce più tardi, l’Evagria
nel
1584, e i Falsi Sospetti nel 1588. Francesco d’Am
re uscite alla luce più tardi, l’Evagria nel 1584, e i Falsi Sospetti
nel
1588. Francesco d’Ambra gentiluomo fiorentino mor
petti nel 1588. Francesco d’Ambra gentiluomo fiorentino morto in Roma
nel
1558ascrisse più commedie pregiate dagl’ intellig
isse più commedie pregiate dagl’ intelligenti, e per la lingua citate
nel
Vocabolario della Crusca. Le più stimate sono: i
stimate sono: i Bernardi in versi sciolti che si produsse in Firenze
nel
1563 e 1564, la Cofanaria parimente in versi scio
esco de’ Medici e della regina Giovanna d’Austria stampata in Firenze
nel
1561, ed il Furto scritta in prosa impressa nel 1
a stampata in Firenze nel 1561, ed il Furto scritta in prosa impressa
nel
1560 e poi più volte ristampata, la quale vivente
uale vivente l’autore si era rappresentata dagl’Accademici Fiorentini
nel
1544, e quindi raccolse gl’applausi più distinti
olamo Parabosco, Una ne compose in versi che è il Pellegrino impressa
nel
1570, e sette in prosa, cioè l’Ermafrodito, il La
in prosa noverate tralle migliori italiane. G l’Inganni (tradotta poi
nel
seguente secolo dal principe de’ comici francesi,
poi nel seguente secolo dal principe de’ comici francesi, ed imitata
nel
XVIII dal napoletano Niccolò Amenta) si recitò co
o in Milano alla presenza di Filippo II allora principe delle Asturie
nel
1547, e s’impresse nel 1562. L’Interesse, la Came
za di Filippo II allora principe delle Asturie nel 1547, e s’impresse
nel
1562. L’Interesse, la Cameriera ed il Beffa si pu
Angeli; tutte queste commedie scritte parte in prosa e parte in versi
nel
periodo di cui parliamo, si faranno leggere senza
colo non declinò il gusto della buona commedia. S’impresse in Venezia
nel
1581 la commedia intitolata gli Straccioni del co
ne la più gaja e fresca tintura de’ costumi della sua età. Scusandosi
nel
prologo di avere ideato senza esempio un argoment
arte la sua maravigliosa eleganza e purezza e grazia del dire) e pose
nel
tempo stesso nella passione di Gisippo e Giuliett
m’è sempre in bocca. Tu vedi che la tua immagine mi stà continuamente
nel
cuor. Tu sai che d’altri che tuo non poso essere,
dice o si risponde cosa che non sembri l’unica espressione richiesta
nel
caso. Ma la bella lettera poi spira tutto il pate
rruginito dalla pedantesca passione di far acquisto di libri stampati
nel
XV secolo, fossero poi anche scempi e fanciullesc
ostume si vorrebbero più castigate. Esse sono tre, il Tesoro impressa
nel
1583, l’Alteria nel 1587, e l’Emilia nel 1596, tu
più castigate. Esse sono tre, il Tesoro impressa nel 1583, l’Alteria
nel
1587, e l’Emilia nel 1596, tutte scritte in versi
sono tre, il Tesoro impressa nel 1583, l’Alteria nel 1587, e l’Emilia
nel
1596, tutte scritte in versi, e con lo spirito di
seppellire per morta; indi tratta dalla sepoltura si veste da uomo, e
nel
l’accingersi a partir per Lione dove sapeva che d
a con senno la sua Donna costante dalla venuta di Aristide in Bologna
nel
giorno che è stata sepolta fintamente Elfenice, e
due strofe. Nel terzo in fine dell’atto II si vede in un prato Cerere
nel
suo carro, e canta due ottave. Il quarto tramezzo
uito dal Planelli. Questa Commedia dall’autore dedicata a Carlo Pitti
nel
1578, s’impresse nel 1582, e nell’anno seguente s
esta Commedia dall’autore dedicata a Carlo Pitti nel 1578, s’impresse
nel
1582, e nell’anno seguente si pubblicò l’Amante
della riferita. Il Vellettajo del Masucci in versi si diede alla luce
nel
1585: l’Amico fido del Bardi rappresentata in Fir
zze di don Cesare d’Este e donna Virginia de’ Medici uscì al pubblico
nel
medesimo anno: la Prigione di Borso Argenti in pr
ico nel medesimo anno: la Prigione di Borso Argenti in prosa impressa
nel
1587: la Vedova di Niccolò Bonaparte anche in pro
rosa impressa nel 1587: la Vedova di Niccolò Bonaparte anche in prosa
nel
1592: il Fortunio del Giusti parimente in prosa n
te anche in prosa nel 1592: il Fortunio del Giusti parimente in prosa
nel
1593. Il perugino Sforza degli Oddi professor di
in Padova ed in Parma (dove morì l’anno 1610 secondo Apostolo Zeno, o
nel
1611 come ci assicura il Bolsi presso il Tirabosc
itolata Crofilomachia ovvero Duello d’Amore e d’Amicizia, si pubblicò
nel
1586, ma era stata composta nella giovanezza dell
lar piacere, e si ristampò più volte. La Prigione d’Amore si produsse
nel
1592, ed in essa, come nella precedente, vi è una
a de’ caratteri e dell’intreccio, intitolata i Morti vivi, s’impresse
nel
1597. Anche queste commedie dell’Oddi son da ripo
ella dilicata classe delle commedie tenere simili all’Ecira, le quali
nel
nostro secolo vedremo oltramonte degenerare in ra
ò in Caprarola dagli Accademici di quella città il primo di settembre
nel
1598 alla presenza del cardinal Odoardo Farnese g
Torquato Tasso: e che s’impresse in Viterbo presso Girolamo Discepolo
nel
1604. E una favola assai avviluppata, piena per a
la ragione che quest’Accademico di Caprarola si dilettava di scrivere
nel
genere drammatico. Tuttavia non abbiamo sinora su
l Falco commedie inedite di Giuseppe Feggiadro de’ Gallani si favella
nel
Compendio Istorico di Parma scritto dal l’Edovari
i Matrimonii recitata avanti al Duca Pier Luigi Farnese, si fa motto
nel
citato ms. dell’Edovari. Di un’altra commedia lat
citò dal principe don Francesco figliuolo del duca. a. Vedi il Pigna
nel
libro II de’ Romanzi. a. Si è stimato notar ciò
ndi fralle altre opere poetiche del medesimo Francese anche in Parigi
nel
1573 in ottavo. a. Nelle dichiarazioni apposte a
oventù contro i principii di una critica falsa. a. E’ stata inserita
nel
1786 nel tomo IV dell’ultima collezione del Teatr
ntro i principii di una critica falsa. a. E’ stata inserita nel 1786
nel
tomo IV dell’ultima collezione del Teatro Italian
cque a lei l’esser coranta bella. Un non ignobile letterato di Parma
nel
1780 ha voluto rinnovar questo metro ne’ suoi Tre
di colui senza citarlo nell’opera detta del Teatro proscritta in Roma
nel
1771 e ristampata in Venezia nel 1773. L’autore a
detta del Teatro proscritta in Roma nel 1771 e ristampata in Venezia
nel
1773. L’autore anonimo (che si crede che fosse Fr
quentati. Di moltissimi altri teatri rimangonci anche oggi gli avanzi
nel
rimanente dell’Italia. Oltre a quello di Padova,
i ammira e si conserva col nome di Arena. Vestigii di teatro veggonsi
nel
Piceno dove era Alia rovinata dal Goto Alarico, d
atro fabbricato di mattoni. Oltre Terracina, seguitando la Via Appia,
nel
luogo dove fu Longola città descritta da Dionigi
Murviedro le rovine del teatro Saguntino, essendo questa città eretta
nel
regno di Valenza sulle ceneri dell’antica Sagunto
ingiuriose contro il re Agamennone. Assai di rado egli fecesi vedere
nel
teatro dopo che una volta a richiesta del popolo
iù illustri e le matrone più nobili facevano a gara nell’arricchirla,
nel
trattarla con somma famigliarità e nell’amarla fo
ì caro il pantomimo Batillo, che lo creò edituo del suo tempio eretto
nel
proprio palazzo, siccome apparisce dall’ iscrizio
etto nel proprio palazzo, siccome apparisce dall’ iscrizione scolpita
nel
di lui sarcofago recata dal Fabretto e dal Ficoro
ttere aspramente, insultando frattanto al di lui dolore, con dire che
nel
tuono lamentevole ancora spiccava la dolcezza del
tori delle provincie; uno ne pose nell’ordine de’ cavalieri, un altro
nel
senatorio; un altro che da giovane avea rappresen
a alla morte e all’infamia del supplizio senza delitto178? Osservammo
nel
tomo precedente, che la legge or dirige or aguzza
dal Vossio appellata dramma prosaico 182. Essa fu impressa in Parigi
nel
1564 appo Roberto Stefano con dotte annotazioni d
e s’inserì poi nella bella edizione di Plauto di Filippo Pareo uscita
nel
1619. Se ne ignora l’autore, e il dottissimo Fabr
no chiamati186. Ma non troviamo scrittori drammatici. Non ne troviamo
nel
VII, VIII e IX secolo, ne’ quali sparì dal cospet
tichi abitatori. In Francia appena si ripeterono le sconcezze mimiche
nel
barlume che vi fe rilucere Carlo Magno187. Non em
’Episania che duravano, per testimonianza di Teodoro Balsamone, anche
nel
XII secolo190; e i cantambanchi e buffoni che int
e nozze di Bonifazio Marchese di Toscana con Beatrice di Lorena fatte
nel
1037191: alquanti anni prima di terminare il XII
interitu Antichristi, composto e forse rappresentato nella Germania,
nel
quale intervengono il Papa, l’ Imperadore, i Sovr
às de Nasarre letterato Spagnuolo in una sua dissertazione pubblicata
nel
1749, faceva sperare monumenti drammatici nella l
e il peso di un poema grande e seguito come il drammatico. Certamente
nel
Saggio della Poesia Araba del Signor Casiri inser
o parte in versi e parte in prosa, è di Mohamad Ben Mohamad Albalisi,
nel
quale trattengonsi a darsi vicendevolmente il gia
que Nasarre, e seco trasse Velazquez che gli credè buonamente. Costui
nel
libretto delle Origini della Poesia Castigliana a
le radici degli alberi, e privansi per sempre de’ loro frutti. TAL fu
nel
mondo conosciuto l’antico stato degli spettacoli
li e delle vicende di tanti regni, giugne alla posterità che l’ammira
nel
Prometeo, ne’ Sette a Tebe, ne’ Persi. Sofocle si
scurano mai. Questi tre rari ingegni spiegavano tutta la loro energia
nel
delineare con maestria singolare le umane passion
loro energia nel delineare con maestria singolare le umane passioni,
nel
dipignere con naturalezza e verità i costumi, nel
le umane passioni, nel dipignere con naturalezza e verità i costumi,
nel
trionfare per una inimitabile semplicità di azion
era fiorente democrazia, appunto perchè osò intrepidamente inoltrarsi
nel
politico gabinetto e convertir la scena comica in
istofane. Non fu tragico Anassandride, come lo stimò il Signor Andres
nel
parlar rapidamente di ogni letteratura, ma comico
, ma comico della commedia mezzana, secondo Ateneo, ed in essa, e non
nel
teatro tragico, introdusse le deflorazioni e le a
i mascherati di modo che lo stesso vizioso deriso, senza riconoscersi
nel
ritratto, rideva del proprio difetto. Dopo il Coc
o? Cadde colla Grecia stessa la sua bella commedia per rinascere indi
nel
Lazio per mano di un Affricano. Gli Etruschi e i
roade di Seneca, e all’Agave di Stazio. La grandezza eroica campeggia
nel
loro stile con carattere particolare, meno attacc
o sulle scene profanate. Così la vera drammatica senza perfezzionarsi
nel
Lazio fu distrutta dalle depravazioni mimiche, ed
ere amphitheatri ruina perierant. In V. Tib. c. 40. 160. V. Erodiano
nel
libro III. 161. Il medesimo Erodiano nel libro V
b. c. 40. 160. V. Erodiano nel libro III. 161. Il medesimo Erodiano
nel
libro V. 162. Non si è finora mentovato verun te
ato da autori auteriori all’Era Cristiana (di che vedasi Pietro Bayle
nel
Dizionario art. Ezechiel), il quale compose una t
no di dignità fra questo legislatore e capo degli Ebrei e la Divinità
nel
roveto ardente, e finalmente in un racconto fatto
pettacolo teatrale, come altrove accadde ad altre feste. 163. Tacito
nel
XIV degli Annali. 164. Così racconta Asinio Poll
Annali. 164. Così racconta Asinio Pollione nella lettera 32 inserita
nel
VII libro delle Famigliari di Cicerone. 165. Ved
n V. Calig. c. 33. 176. Lo stesso in V. Vitel. c. 12. 177. Erodiano
nel
libro V. 178. Libere e delicate sono le amene l
più ospitale e dolce nido. Ottimamente ad altro proposito cantò Pope
nel
IV canto del suo Saggio di Critica volgarizzato d
izione rapportata dal Grutero, dal Muratori, dal Tiraboschi, e da noi
nel
tomo I delle Vic. della Coltura p. 289. 180. Ved
pilatori del Giornale de’ Letterati stampato in Pisa ci fecero sapere
nel
volume pubblicato nel 1779, questo Delirus vien c
de’ Letterati stampato in Pisa ci fecero sapere nel volume pubblicato
nel
1779, questo Delirus vien chiamato commedia da M.
ubblicato nel 1779, questo Delirus vien chiamato commedia da M. Roubo
nel
trattato De la Construction des Théâtres impresso
Roubo nel trattato De la Construction des Théâtres impresso in Parigi
nel
1777; e si vuole che fosse rappresentata in un te
ritta da Alcuino all’Ab. di Corbè Adelardo e riterita dal P. Mabillon
nel
tomo II degli Annali Benedettini lib. XXVI, num.
orzione gli altri teatri Greci. Delo presenta a’ nostri giorni ancora
nel
pendio di una collina a cui si appoggia, e intorn
città Greche vantarono famosi teatri. Considerando, come praticammo
nel
teatro formale, la Sicilia come diramazione della
a, che egli appellò il più bello della Siciliaa. Leandro Alberti vide
nel
sito, ove era Acradina e Tica, alcuni pochi rotta
Acradina e Tica, alcuni pochi rottami di tal superbo teatro tagliato
nel
sassob. Il Conte della Torre Cesare Gaetani ne di
, i sonti, i laghi, le campagne adjacenti, ed era lavorato e incavato
nel
macigno naturale. Di figura semicircolare arriva
uaste in modo che non si curarono mai. Riescì al lodato Conte Gaetani
nel
1756 di scoprire nella parte opposta in faccia al
o Fella e di Pietro Polidoro se ne fa menzione; aggiungendo che anche
nel
secolo XVI n’esistevano varii rottami. Tralle rui
duto che gli Spartani mancassero di spettacoli scenici, ed ha indotti
nel
medesimo errore altri scrittori nè volgari. Quel
e al secondo giorno delle feste Giacintie, che celebravansi ogni anno
nel
mese di agosto in Laconia ad onor di Apollo e del
ttato sul genere di commedia usato dalla sua nazione. Cornelio Nipote
nel
proemio del suo libro degli Uomini insigni riferi
lia nobile compariva sulle scene prezzolata. Il dotto marchese Maffei
nel
trattato scritto contro le stravaganze del p. Con
lia di ciò che asserì Cornelio, non parendogli probabile che Plutarco
nel
parlare degl’Istituti Laconici avesse tralasciata
rodo. Eschine celebre oratore fu prima attore teatrale, e si distinse
nel
rappresentare il personaggio di Enomao, benchè no
e porte della scena, secondo Isidoro e Diomede, chiamavasi Proscenio,
nel
cui mezzo benchè alquanto più basso alzavasi il P
mimi che non usavano nè coturni nè socchi. Al di sotto del pulpito e
nel
bel mezzo del teatro era l’orchestra destinata al
scalinate conteneva uno spazio, che dall’andarsi sempre ristringendo
nel
calar giù presentava la figura di un cuneo e seco
a de’ circoli concentrici in una superficie piana, ma bensì gli forma
nel
mezzo dell’aria in tutti i sensi come in una supe
ca teatrale. a. Trovansene ne’ libri dell’Architettura di Vitruvio;
nel
Gallucei della Tragedia, e Commedia; nel Calliach
ll’Architettura di Vitruvio; nel Gallucei della Tragedia, e Commedia;
nel
Calliachio de’ Giuochi Scenici; nel Mazzocchi del
lucei della Tragedia, e Commedia; nel Calliachio de’ Giuochi Scenici;
nel
Mazzocchi dell’Anfiteatro e Teatro Campano; nel B
de’ Giuochi Scenici; nel Mazzocchi dell’Anfiteatro e Teatro Campano;
nel
Bulengero del Teatro; nel Dizionario del Pitisco;
Mazzocchi dell’Anfiteatro e Teatro Campano; nel Bulengero del Teatro;
nel
Dizionario del Pitisco; nel tomo VI del Quadrio;
Teatro Campano; nel Bulengero del Teatro; nel Dizionario del Pitisco;
nel
tomo VI del Quadrio; nel Cavalier Fontana dell’An
gero del Teatro; nel Dizionario del Pitisco; nel tomo VI del Quadrio;
nel
Cavalier Fontana dell’Anfiteatro Flavio; nella di
tana dell’Anfiteatro Flavio; nella dissertazione del Boindin inserita
nel
tomo I delle Memorie dell’Accademia delle Iscrizi
ere di Parigi. a. Vitruvio nella prefazione al libro VII. a. Spon
nel
Viaggio d’Italia, di Dalmazia, di Grecia e del Le
che Plutarco nella Vita di Timoleone, e Giustino parlando di Agatocle
nel
libro XXII. b. Descrizione della Sicilia. c.
che dal nomato Conte Gaetani ebbe la pianta del teatro, per inserirla
nel
di lui Stato presente de’ Monumenti antichi Sicil
ichi Siciliani del 1767. La rapportò poscia il principe di Torremuzza
nel
1784 fralle Iscrizioni di Sicilia. b. Medaglie
hina chiamata Εξοστρα ed altrimente Εννυκλημα da Esichio e da Polluce
nel
lib. IV. a. Archit. lib. V, cap. 3. a. De Amp
a. Di questa legge parla Demostene nella III Filippica. a. Giustino
nel
libro VI.
Chi può senza rossore Rammentar come visse allor che muore Metastasio
nel
Temistocle. Storia critica de’ teatri Antichi
i del XIX Capo I Tragedie Reali R isorgeva a gran passi
nel
cader del secolo XVII il gusto della vera eloquen
l gusto della vera eloquenza nelle contrade chiuse dalle Alpi ; e già
nel
1690 de’ suoi allievi e proseliti potè in Roma fo
oggetti alle macchie secentiste. L’onore di primo ristauratore d’essa
nel
secolo XVIII debbesi senza dubbio al bolognese Pi
olo XVIII debbesi senza dubbio al bolognese Pier Jacopo Martelli nato
nel
1665 e morto nel 1727 secondo l’epitafio che ne f
senza dubbio al bolognese Pier Jacopo Martelli nato nel 1665 e morto
nel
1727 secondo l’epitafio che ne fece l’illustre ma
’ Alceste di Euripide. Gl’ Italiani del secolo XVI aveano trasportati
nel
nostro idioma i greci argomenti con troppa scrupo
Tullio, Appio Claudio, Papiniano. La bella semplicità cui si attenne
nel
tesserle, piacque agli eruditi, e per questa part
r risalire i leggitori sino a’ costumi de’ remoti popoli della Grecia
nel
Palamede e nell’ Andromeda ; ma qual vantaggio re
sue favole imitando l’arte di satireggiare di Euripide, specialmente
nel
Papiniano. Sopratutto sì encomii col dotto critic
un solo scrittore per modello per la difficoltà di trovarsene alcuno
nel
suo genere sì compiuto che tutte contenga le perf
hese. Compose il primo cinque tragedie impresse in Napoli, cioè Bruto
nel
1723, Sofonisba e Virginia nel 1725, Sejano nel 1
ragedie impresse in Napoli, cioè Bruto nel 1723, Sofonisba e Virginia
nel
1725, Sejano nel 1729, ed Orazia che si pubblicò
in Napoli, cioè Bruto nel 1723, Sofonisba e Virginia nel 1725, Sejano
nel
1729, ed Orazia che si pubblicò unita con le altr
l 1725, Sejano nel 1729, ed Orazia che si pubblicò unita con le altre
nel
1752. Vinse egli per gravità, e per versificazion
, introduceva o faceva partire i personaggi senza perchè, trascorreva
nel
lirico, verseggiava con istento, imbrattava alcun
inusitate e scorrette. Più che altrove lo stile è affettato e lirico
nel
Sejano, le sentenze più ricercate che non sono in
la descrizione delle arti degli ambasciadori nelle corti straniere :
nel
III l’ambasciata degnamente esposta da Celio : ne
corti straniere : nel III l’ambasciata degnamente esposta da Celio :
nel
IV i gravi sentimenti di Furio che tenta di richi
elio : nel IV i gravi sentimenti di Furio che tenta di richiamar Tito
nel
camin dritto : nel V i forti rimorsi di Tito dive
vi sentimenti di Furio che tenta di richiamar Tito nel camin dritto :
nel
V i forti rimorsi di Tito divenuto traditore, il
to l’interesse sino all’ atto V ; là dove l’Aretino, che la fa morire
nel
III, lo divide fra lei ed il fratello. Rare volte
di Orazio, la notizia della pugna stabilita tra i Curiazii ed Orazii
nel
IV, di cui è conseguenza l’altra scena di Orazio
e al dire anche degli eruditi compilatori della Bibliotheque Italique
nel
tomo VII, i dotti vi presero tanto piacere a legg
tragedie di Saverio Pansuti fe l’immortale Alessio Simmaco Mazzocchi
nel
capo I del dottissimo commentario dell’ Anfiteatr
Marchese, il quale dopo di aver governato da preside in Salerno entrò
nel
1740 tra’ Padri dell’ Oratorio detti G rolimini d
rcivescovato di Salerno, e del vescovato di Lecce a lui offerti, morì
nel
1753 ammirato per le sue virtù. Sin dalla prima g
olla scelta di ottimi argomenti per due sue favole impresse in Napoli
nel
1715, il Crispo e la Polissena. Non fu solo il Ma
i. Meritò la di lui Polissena, che da Pietro di Calepio si preferisse
nel
confronto a quella del La Fosse pel piano meglio
e cristiane impresse magnificamente in Napoli in due volumi in quarto
nel
1729. A ciascuna si premise un rame disegnato o d
del Granelli ritrasse il Marchese egregiamente un principe penitente
nel
Maurizio che accompagna degnamente l’Ermenegildo.
? Irene torna coll’infante ; la madre vuole stringerselo al seno, ma
nel
fissarvi lo sguardo si avvede che non è il suo pi
atto da Arpago del proprio figlio per salvar la vita al picciolo Ciro
nel
melodramma del gran Metastasio. Ed è in questo de
rò che caratterizza singolarmente il suo pennello è il decoro serbato
nel
costume e la proprietà mirabile ne’personaggi imi
io Bruto recitata molte volte di seguito in Venezia con gran concorso
nel
teatro di San-Samuele, oltre a i pregi generali d
ero con sinceri encomii(a). A chi è ignota la Merope del Maffei ? Chi
nel
mentovarla non si sovviene di quel patetico anima
i essersi ornato delle sue principali bellezze seguendone le vestigia
nel
comporre la propria Merope, manifestano vie più l
si combattono ! Se Euripide tutti precedette i tragici che conosciamo
nel
maneggiar tal favola, perchè sdegnare di attribui
ra’raggi dell’immortalità. Merita somma lode l’avventurosa Verona che
nel
vestibolo dell’Accademia Filarmonica fece innalza
a Didone del bolognese Giampieri Cavazzoni Zanotti. La prima recitata
nel
1720 in Modena con applauso grande, in Ferrara ug
so grande, in Ferrara ugualmente ed in Venezia, s’impresse in Firenze
nel
1721 con una dissertazione dell’abate Girolamo Le
uale ? Alceste… ? Critolao… ? No, Demodice. La Didone uscì in Verona
nel
1721, ma nella dedicatoria alla marchesa Isotta N
monte si dice di essersene fatta prima un’altra edizione, ed appresso
nel
1724 si stampò di nuovo con tutte le rime dell’au
utte le rime dell’autore. Non cede questa tragedia nella regolarità e
nel
colorito delle passioni alla Demodice ; ma le sov
esclusi i cori, e l’uso in seguito n’è passato quasi del tutto. Anche
nel
1721 s’impresse in Venezia l’Ezzelino del dottor
se non sei versi soli recitati da Amabilia. Lo stesso autore pubblicò
nel
1725 Giocasta la giovane di scena mutabile. L’inv
na in Tebe detta opera tragica scritta in prosa e impressa in Venezia
nel
1722. Da tali favole tirò la sua tragedia il Baru
a tragedia il Baruffaldi, nè se ne infinse, ma ingenuamente l’accennò
nel
ragionamento che vi premise. Si osserva nella con
e ella non dee ignorare. Viene con animo di dar la morte a Creonte, e
nel
darsi a conoscere ad Osmene manifesta il suo dise
de il di lei coraggio ed il disprezzo della morte in faccia a Creonte
nel
IV atto. Piace soprattutto nell’ atto V la pateti
oprattutto nell’ atto V la patetica separazione di Antigona ed Osmene
nel
punto di esser ferita da Giocasta. Ella s’intener
tile accoppia alla grandezza tragica verità e naturalezza senza cader
nel
basso. Ma, come bene osserva l’abate Conti, si sf
edde e nojose, la Temisto, la Penelope, e Salvio Ottone. S’impressero
nel
1727 dal Comíno in Padova, ma non si rappresentar
al Salio che egli ne avesse disapprovato tacitamente ogni altra cosa
nel
Paragone della Poesia Tragica, e perciò nel 1738
citamente ogni altra cosa nel Paragone della Poesia Tragica, e perciò
nel
1738 produsse contro di questa opera egregía l’ E
i, si produssero. Giovanni Leone Sempronii da Urbino pubblicò in Roma
nel
1724 la sua tragedia il Conte Ugolino. La Morte d
ale compilata dal Diodati. Il marchese Gorini Corio stampò in Venezia
nel
1733 il suo Teatro Tragico e Comico col trattato
crisse la Congiura di Bruto figliuolo di Cesare pubblicata in Vicenza
nel
1733, la quale secondo il conte Mazzucchelli fu l
le tragedia. Giovanni Antonio Bianchi minore osservante nato in Lucca
nel
1686 e morto in Roma nel 1758, conosciuto per gli
onio Bianchi minore osservante nato in Lucca nel 1686 e morto in Roma
nel
1758, conosciuto per gli sforzi perduti contro la
mo lerno teatro, pubblicò sotto il nome arcadico di Lauriso Targiense
nel
1761 in quattro volumi dodici tragedie regolari,
avansi in un teatrino, che sussisteva ancora verso la fine del secolo
nel
convenuto di Orvieto da’ suoi studenti con grandi
Parma. Bonaventura Antonio Bravi Veronese pur minore osservante nato
nel
1693 e morto verso il 1773 diede alla luce cinque
l 1773 diede alla luce cinque tragedie. Il suo Orazio usci in Venezia
nel
1642 e si ristampò in Verona nel 1762 con molte m
gedie. Il suo Orazio usci in Venezia nel 1642 e si ristampò in Verona
nel
1762 con molte mutazioni e col titolo Orazio in c
mutazioni e col titolo Orazio in campo. Sulmone pubblicata in Venezia
nel
1746 si reimpresse in Firenze nel 1756. Usc in Ve
ampo. Sulmone pubblicata in Venezia nel 1746 si reimpresse in Firenze
nel
1756. Usc in Verona nel 1747 Irene delusa. Quivi
in Venezia nel 1746 si reimpresse in Firenze nel 1756. Usc in Verona
nel
1747 Irene delusa. Quivi pur s’impresse il Costan
c in Verona nel 1747 Irene delusa. Quivi pur s’impresse il Costantino
nel
1748, ed un altro Costantino diverso dal primo ve
un altro Costantino diverso dal primo venne pure alla luce in Verona
nel
1752, e la seconda volta nel 1764. Il signor Bicc
dal primo venne pure alla luce in Verona nel 1752, e la seconda volta
nel
1764. Il signor Bicchierai produsse in Firenze du
1764. Il signor Bicchierai produsse in Firenze due tragadie regolari
nel
1767, la Virginia e la Cleone precedute da alcune
e Opere Poetiche del Varano pubblicate nella reale stamperia di Parma
nel
1789(a). L’autore che forse pensava di seppellirl
etiche richezze, si vide obbligato ad imprimere il Demetrio in Padova
nel
1749 con correzione e magnificenza, dopo di esser
to nelle Novelle Letterarie di Venezia del Berno librajo veronese che
nel
1745 su di un esemplare nè riveduto nè concesso d
rodotto. In seguito s’inserì anche nella nominata Biblioteca teatrale
nel
1766 in Lucca. L’autore la chiamava impresa della
l vero non è istorica, eccetto che nell’ àncora naturalmente impressa
nel
corpo de’Seleucidi(a) dal Varano adoperata nello
ffrir ! Fuida’nemici Salvato, fui nutrito, e dalla madre Son trafitto
nel
cor. Tu mi accusasti Che di Seleuco io meditai la
figlio, e ne manda a sospendere l’esecuzione. L’agitazione di Seleuco
nel
dubbio che il soldato non giunga a tempo per impe
ito de’caratteri non discordano dal Demetrio tanto nell’Agnese quanto
nel
Giovanni di Giscala tiranno del tempio di Gerusal
ta al pontefice Benedetto XIV, e s’impresse splendidamente in Veuezia
nel
1754 ornata in ciascun atto di alcune medaglie ba
i della distruzione di Gerusalemme, ed a varie circostanze rammentate
nel
dramma. Notabile in esso è la dipintura della fer
ildo, col Maurizio, col Giulio Cesare, e col Demetrio. Il sig. Andres
nel
mentovar con onore i componimenti di lui, e dell’
Regolarità, interesse, giudizio nella traccia della favola, destrezza
nel
colorire i caratteri, sentimenti grandi, nulla a
nza dello stile naturalmente bello e poetico, ricco nella frase, puro
nel
linguaggio, grande sempre, sempre elegante, e for
i teatri, fèce che ne fossero escluse, e che si rappresentassero solo
nel
Collegio di San Luigi di Bologna nel 1732, e ne’d
, e che si rappresentassero solo nel Collegio di San Luigi di Bologna
nel
1732, e ne’due seguenti anni, e si ripetessero in
scolta, e danno luogo alla bella descrizione del pericolo di Evilmero
nel
bosco, e del combattimento di Giosia colla fiera.
anche in ciò il Granelli fu preceduto dal marchese Annibale Marchese
nel
suo Maurizio. L’agnizione di un figlio di Manasse
ran parte del bello di questa tragedia. L’artifizio usato felicemente
nel
supporre prima dell’azione dato in sogno il divin
disviluppar questo nodo, danno indizio di qualche intrinseco difetto
nel
piano. Previde il degno autore l’opposizione che
li scansata la taccia di troppo facile e credulo, e mostrato costanza
nel
carattere, e secondata la prudenza indispensabile
Dopo ciò vedrà il leggitore se ebbe ragione il Bettinelli di ammirare
nel
Dione l’ultimo sforzo d’ingegno nell’invenzione,
e di Jefte, la grandezza de’sentimenti di Seila, sostengono la favola
nel
medesimo vigore. Ma nel quarto (quando dovrebbe c
de’sentimenti di Seila, sostengono la favola nel medesimo vigore. Ma
nel
quarto (quando dovrebbe crescere) già prende un a
signor Bettinelli, fa mestieri mentovare le tragedie latine composte
nel
secolo XVIII per lo più da’ gesuiti. Marcantonio
VIII per lo più da’ gesuiti. Marcantonio Ducci fece imprimere in Roma
nel
1707 l’Ermenegildo ; Giovanni Lascari nel 1709 St
ucci fece imprimere in Roma nel 1707 l’Ermenegildo ; Giovanni Lascari
nel
1709 Stanislao Koska ; monsignor Gian Lorenzo Luc
edie scritte in italiano. Sei ne produsse in Roma il dotto p. Carpani
nel
1745. Il p. Giovanni Spinelli di Napoli de’princi
tino alcuni melodrammi tragici elegantissimi. La sua Jaele s’impresse
nel
1701, Atalia nel 1703, Sedecia, e la Madre de’ Ma
rammi tragici elegantissimi. La sua Jaele s’impresse nel 1701, Atalia
nel
1703, Sedecia, e la Madre de’ Macabei nel 1704,Ta
s’impresse nel 1701, Atalia nel 1703, Sedecia, e la Madre de’ Macabei
nel
1704,Tamar vendicata nel 1706, Santa Maria Maddal
ia nel 1703, Sedecia, e la Madre de’ Macabei nel 1704,Tamar vendicata
nel
1706, Santa Maria Maddalena de Pazzis in latino e
ta nel 1706, Santa Maria Maddalena de Pazzis in latino ed in italiano
nel
1707, e Bersabea nel 1708, e trasportò anche in l
ria Maddalena de Pazzis in latino ed in italiano nel 1707, e Bersabea
nel
1708, e trasportò anche in latino i melodrammi de
e di Persia, le quali colla traduzione della Roma Salvata stamparonsi
nel
1771 in Bassano, ma si diedero al teatro in diver
assano, ma si diedero al teatro in diversi tempi, la prima in Bologna
nel
1747, e le altre in Parma tra il 1752 e 1757. L’a
gna nel 1747, e le altre in Parma tra il 1752 e 1757. L’autore stesso
nel
Discorso del Teatro Italiano ci fa sapere che il
Italiano ci fa sapere che il Demetrio si rappresentò anche in Venezia
nel
1758, il Gionata altre volte ancora, ed il Serse
enezia nel 1758, il Gionata altre volte ancora, ed il Serse in Verona
nel
1767 da’ cavalieri, e vi sostenne la prima parte
anto su di quello del Gionata. Il fondo istorico dell’azione consiste
nel
perdono dato ad Atene da Demetrio ; ma nel disvil
orico dell’azione consiste nel perdono dato ad Atene da Demetrio ; ma
nel
disviluppo prende la favola il portamento del Cin
l’ Areopago, Atene. Timandro non doveva fremere all’udirli ? Ottimo
nel
principio dell’ atto III è il contrasto che si am
; piacque ad un’altra schiera di letterati di recare eccellentemente
nel
nostro idioma quasi tutto il teatro tragico franc
Biblioteca teatrale di Lucca l’anno 1762, indi fra i di lui opuscoli
nel
1781. Egli formò anche delle Troadi e dell’Ecuba
questa istoria, per l’opera che fece imprimere in tre tomi in Milano
nel
1803 col titolo Delle migliori Tragedie Greche e
iene l’Appolito di Euripide e la Fedra di Giovanni Racine trasportate
nel
nostro idioma e comparate. Il secondo presenta la
ebbe il nominato autore e prima di lui il Maffei, indi il Metastasio
nel
Ciro, e l’Alfieri nella sua Merope, che tutti vol
iplomatica addossatagli dal Governo lo menò all’Università di Bologna
nel
1805. Capo II Certame Drammatico in Parma :
eal programma per tutto l’anno 1782, cinque sole meritarono la corona
nel
certame parmense. Ottenne la prima nel concorso d
nque sole meritarono la corona nel certame parmense. Ottenne la prima
nel
concorso del 1772 la Zelinda tragedia del conte C
tonio Magnocavallo di Casal Monferrato. Non si premiò tragedia alcuna
nel
1773. L’anno seguente conseguì la prima corona il
vallo, il quale è pure autore di una Sofonisba pubblicata in Vercelli
nel
1782. Il più accigliato censore non negherà che t
giudizio, composero le loro tragedie Carlo Antonio Monti che pubblico
nel
1760 in Verona il Servio Tullio, il conte Gugliel
el 1760 in Verona il Servio Tullio, il conte Guglielmo Bevilacqua che
nel
1766 fe imprimere la sua Arsene ben condotta e be
dia Telane ed Ermelinda, di Ariarate, e de’ Longobardi che s’impresse
nel
1769 ; il signor Girolamo Pompei che diede alle s
o Pompei che diede alle stampe un’Ipermestra e la Calliroe pubblicata
nel
1769 ; il dottor Villi che serisse Idomeneo ; il
gli Epitidi, ed il cavaliere Durante Duranti che pubblicò in Brescia
nel
1768 la Virginia. Io non preferirei quest’ultima
oso. Virginio nell’atto III parla con eroica grandezza al Decemviro :
nel
V la di lui difesa contro l’ impostura di Marco è
difesa contro l’ impostura di Marco è sobria e giudiziosa : patetiche
nel
medesimo atto sono l’espressioni di Virginia : bu
ne’ personaggi che imita. Ma l’istesso riputato autore ha pubblicata
nel
1804 in Filadelfia presso Klert l’Arminio che mer
i di Roma. La tragedia è preceduta da un prologo di Melpomene scritto
nel
1797. Ella rammenta i felici eventi sortiti in Gr
rò nelle foreste di Pimpla seco recando la sacra face che avea accesa
nel
petto di Sofocle. Attese che la notte boreale ced
tragedia punto non si smentisce. Preso dall’ amor di regnare traspare
nel
grande l’uomo qual si conobbe in Giulio Cesare ;
e Telgaste lontano da ogni mollezza elegiaca. Rileva l’amor di patria
nel
giovine Baldèro senza renderlo feroce e spietato.
re uccide se stesso. Questa tragedia sveglia dolci speranze in Italia
nel
secolo XIX, e mostra sempre più che il sig. Andre
e Telgaste dipinge eccellentemente due eroi discordi ne’ disegni pari
nel
valore, l’uno grande coll’ eccezione di voler sov
tandosi in questi due virtuosi personaggi l’amor di figlia e di sposa
nel
l’una, e l’amor di sposo e di patria nell’ altro.
al tragico teatro Italiano. Prima d’Ippolito Pindemonte avea in Lucca
nel
1773 pubblicata una tragedia di Ulisse il dottor
i tragedia del Conte Paolo Emilio Campi modanese s’impresse in Modena
nel
1774, e si era rappresentata con grande applauso
presse in Modena nel 1774, e si era rappresentata con grande applauso
nel
teatro di corte la primavera dell’ anno precedent
scene dell’atto III sono impiegate negli amori di Cauno ed Idotea, e
nel
disegno di Mileto su di costei che l’odia. L’atto
ama di nuovo presso di se l’attenzione e l’interesse. Uscì in Bergamo
nel
1778 Calto tragedia del sommasco Giuseppe Maria S
di raggi di luna cadente ec. proprie del Celtico poeta, come si vede
nel
racconto che fa Calto di una sua visione. Ma nel
poeta, come si vede nel racconto che fa Calto di una sua visione. Ma
nel
rimanente lo stile rassomiglia a quello delle tra
oni ; perchè le maniere e le formole de’ popoli cacciatori introdotti
nel
Calto dovrebbero esser sempre per molti gradi lon
dicesi di aver composte altre tragedie ancora) non avesse dimostrato
nel
Calto ingegno ben disposto a riuscire in questo g
e degli esteri è una condanna de’ suoi lavori. Si pubblicò in Bassano
nel
1779 Ugolino Conte de’ Gerardeschi tragedia senza
perdouo. Niccolò Grescenzio region professore di filosofa in Napoli
nel
1727 produsse il Coriolano tragedia languida e re
ui Cleopatra decus. Il p. Serafini Giustiniani genovese fe imprimere
nel
1751 il Numitore che riuscì sulle scene, mal grad
mal grado della trascuraggine dello stile. Il conte Alessandro Verri
nel
1779 fe stampare in Livorno col modesto titolo di
vanni Greppi bolognese fervido e pronto d’ingegno produsse in Venezia
nel
1787 due volumi di Capricci teatrali, ne’ quali t
iulio Sabino, e la sua sposa ardiscano penetrare con poco scorgimento
nel
palazzo di un imperadore loro nemico, ed avventur
del Regno d’Italia in Parigi, diede alla luce delle stampe in Bassano
nel
1788 una tragedia Antonio e Cleopatra, di cui lod
eremo non pertanto che la scena dell’ atto IV di Cleopatra ed Ottavio
nel
tempio, in cui ella coll’ idea di adescarlo al su
le raccomandano al pubblico. Il breve viaggio che egli fece in Napoli
nel
giugno del 1796, mi partori insperatamente col pi
notizia che ne avanzai nelle Addizioni alla presente storia impresse
nel
1798. L’autor filosofo ha saputo rintracciar nuov
il bello ed in Roma da Clemente V, ed in Vienna dal Concilio generale
nel
1312 ; e dall’altra parte reputati innocenti e st
n qual guisa fu liberato, e con sua meraviglia trova Anagilda immersa
nel
più gran dolore. Torna Enrico che ha saputo esser
Anagilda al campo. Fernando colla spada sguainata vuole impedirlo, e
nel
dirizzarsi a Rodrigo lo riconosce per suo padre,
Rodrigo lo riconosce per suo padre, si confonde, si umilia, pugnando
nel
suo cuore il rispetto di figlio coll’amor di mari
onimenti impressi, benchè non sieno abbastanza noti al pubblico. Usci
nel
1798 l’Elettra di Sofocle tradotta e pubblicata i
e la Merope del Maffei fu ridotta in prosa dal medico Michele Sarconi
nel
1772. Non si può dire quale indignazione prese ta
zio che ne fece. Egli scrisse ancora il Teodosio il Grande pubblicato
nel
1773. È un infelice guazzabuglio scenico scritto
azioni che accadono in luoghi differenti. Colla falsa data di Londra
nel
1790 comparve in Napoli Corradino tragedia senza
fu mostrata dal riputato Vincenzo Monti, ne abbozzai un estratto, ma
nel
passare in Italia non avendolo conservato, mai pi
rradino ch’ egli accarezzò, e riconobbe per sue. Gerbino si pubblicò
nel
1787, e si recitò tre sere da’ commedianti Lombar
o si pubblicò nel 1787, e si recitò tre sere da’ commedianti Lombardi
nel
teatro de’ Fiorentini di Napoli. Il soggetto è tu
ciò poco differisce dagli Esuli Tebani, giacchè vi si desidera decoro
nel
costume che couvenga alla nazione moresca, econom
d’Inghilterra, Carlo figlio di Filippo II di Spagna ecc. Si aggiunge
nel
Discorso che i Greci ciò dimostrarono con esempi
ia debba essenzialmente esser nazionale nella Poetica di Aristotile o
nel
suo comentatore Eustazio, o in Teofrasto, o in De
tenenti all’ erudito barone Francesco Bernardino Cicala nato in Lecce
nel
1766 ; che in Arcadia porta il nome di Melindo Al
i recitata in Napoli, in Bologna ed in Palermo, ed impressa in Napoli
nel
1789, e riprodotta nel 1798. La regolarità la dis
n Bologna ed in Palermo, ed impressa in Napoli nel 1789, e riprodotta
nel
1798. La regolarità la distingue, lo stile è nobi
etide rassomigliano a Polifonte, Merope ed Egisto. L’Ermione impressa
nel
1798 sembra che pure racchiuda in un argomento tr
ro diversi componimenti applauditi. I Baccanali pubblicati in Venezia
nel
1788 per la regolarità della condotta e per la fo
de’ caratteri e per diversi tratti robusti fè concepire alte speranze
nel
declinat del secolo XVIII. Vigoroso nell’ atto I
za nelle circostanze, maggior cura in certe espressioni, più attività
nel
capo de’ ribelli ne’Coloni, più accreditata ne’Ba
a. Volle il Borsa con Agamenuone e Clitennestra pubblicata in Venezia
nel
1786 dare a quest’ argomento cento volte trattato
Università di Bologna seguendo le tracce di Euripide produsse in Roma
nel
1789 un’Ifigenia in Tauri, uno de’ due argomenti
china. Sembra però che la venuta di Reso si faccia cadere comodamente
nel
punto che Oreste è per cadere sotto la sacra bipe
rmonica quanto richiede il genere. Capo III Co. PRoseguono
nel
cader del XVIII secolo i progressi del teatro tra
o Carlo I Re d’Inghilterra, tragedia comendabile uscita per le stampe
nel
1783, in cui non si ripete qualche argomento grec
Egli presenta in un medesimo quadro Carlo magnanimo e sensibile, che
nel
gran passaggio dal soglio al patibolo trafitto da
matrimonio con Elgiva sua cugina. In tal favola che ha un coro mobile
nel
primo e nel secondo, e nel quarto atto, e non nel
on Elgiva sua cugina. In tal favola che ha un coro mobile nel primo e
nel
secondo, e nel quarto atto, e non nel terzo, è no
ugina. In tal favola che ha un coro mobile nel primo e nel secondo, e
nel
quarto atto, e non nel terzo, è notabile la franc
e ha un coro mobile nel primo e nel secondo, e nel quarto atto, e non
nel
terzo, è notabile la franca dipintura di un impos
on Errico, per li quali si serba l’interesse della favola. Vedesi ciò
nel
patetico congedo che prende Zulfa dal marito nell
oprisse Dara. Dalla storia romana prese un argomento nuovo pel teatro
nel
Sepolcro della libertà, ossia Filippi, cui il leg
glese, interrompono il buon effetto della tragedia italiana. L’autore
nel
tessere la sua tela non ha potuto nell’ atto V se
vernarla, il Pepoli immaginò la tragedia di Romeo e Adelinda impressa
nel
volume V del suo Teatro nel 1788 e rappresentata
la tragedia di Romeo e Adelinda impressa nel volume V del suo Teatro
nel
1788 e rappresentata con pieno applauso in Bologn
del suo Teatro nel 1788 e rappresentata con pieno applauso in Bologna
nel
palazzo del marchese Francesco Albergati che vi s
scritto, ed ebbe il piacere che si rappresentasse con molto applauso
nel
1789 in Torino. La diede indi alla luce per la st
89 in Torino. La diede indi alla luce per la stamperia reale di Parma
nel
1791 preceduta da una lettera di Ranieri di Calsa
o stile sobrio e naturale, sublime ove l’azione l’esiga, appassionato
nel
conflitto degli affetti, semplice quando la favol
salvezza sua e di Uberto. Ma la virtù e costanza di lui lo fa cadere
nel
più profondo abbattimento al considerare ch’ella,
erare ch’ella, lui fedele, non se ne può disgiungere e che egli fermo
nel
proposito di tacere rimane esposto a tutta l’indi
la favola e nello stile, è Carlo ed Isabella rappresentata in Bologna
nel
1791, indi uscita per le stampe Bodoniane l’anno
ne, la quale mi fu dall’autore rimessa per compiacenza inedita ancora
nel
1791. Essa nel 1794 s’impresse in Venezia con una
fu dall’autore rimessa per compiacenza inedita ancora nel 1791. Essa
nel
1794 s’impresse in Venezia con una mia lettera ch
odemo, il Galeotto Manfredi, ed il Cajo Gracco. Aristodemo s’impresse
nel
1786, e si recitò in Parma con pieno applauso per
manifestò la cagione ? Certo è però che dopo l’ultima favola coronata
nel
concorso del 1778, recitata poi nel 1781, quel Pr
che dopo l’ultima favola coronata nel concorso del 1778, recitata poi
nel
1781, quel Principe si dichiarò successore del de
lorabili infarinati calunniatori. L’argomento dell’Aristodemo scritto
nel
secolo XVII da Carlo Dottori sul racconto di Paus
riscono e parlano realmente, e così parimente il genio di Marco Bruto
nel
Filippi del Pepoli. Ma nell’Aristodemo del Monti
di Marco Bruto nel Filippi del Pepoli. Ma nell’Aristodemo del Monti e
nel
Serse del Bettinelli, il simulacro che infantano
na favola che con tanta forza eccita il tragico terrore, come si vede
nel
terribil racconto della scena quarta dell’atto I
, come si vede nel terribil racconto della scena quarta dell’atto I ;
nel
congedo di Cesira ed Aristodemo della terza dell’
fredi del medesimo autore insieme colla precedente s’impresse in Roma
nel
1788. L’azione consiste nella morte di questo pri
eleganza, con versificazione ottima, con intelligenza del cuore umano
nel
dipingersene i caratteri. La verità e la forza on
di Manfredi trafitto a torto, e di Matilde che ne conosce l’innocenza
nel
punto che egli spira. Per saggio dello stile rech
un asilo contro la prepotenza de’Nobili. Le aringhe successive fatte
nel
Foro da Cajo e da Opilio sono di tanta energia ed
e quattro in Siena. Dieci egli ne pubblicò pel Graziosi in tre volumi
nel
1785 ; e le riprodusse nella bella edizione di Pa
tre volumi nel 1785 ; e le riprodusse nella bella edizione di Parigi
nel
1788 con aggiungerne altre nove inedite. Eccone i
ono i Greci e ne adottarono le favole ? L’ebbe Saverio Bettinelli che
nel
Discorso del Teatro Italiano si pregio d’aver nel
naggi non senza offesa della verità nè senza rincrescimento alternano
nel
corso di cinque atti. L’illusione manca del neces
sembrano i difetti e i pregi generali delle tragedie Alferiane uscite
nel
1785 da Venezia. Scendiamo a qualche particolarit
e ; la non rara mancanza degli articoli ec. Non saprei che desiderare
nel
rassomigliante ritratto del geloso inumano simula
Romano, quale vien delineato da Tacito. I suoi artificii per leggere
nel
cuor d’Isabella l’amore ch’ella nutre pel figlio,
errore che risveglia ? Antigone. Di questa tragedia recitata in Roma
nel
1782 a me incresce singolarmente l’introduzione p
primo monologo. Antigone contro del regio divieto si accinge ad andar
nel
campo per bruciare il corpo insepolto di Polinice
r superbi, ora umili, e infami sempre. Il trasporto d’Icilio penetra
nel
fondo del cuore di Virginio : Icilio Ah ! schiav
dotta della favola, l’ondeggiamento circospetto e picciolo del popolo
nel
giudizio, e l’impunita tirannide minacciosa ancor
resentazioni, se non l’esempio che ne diede l’antichità. Ma siamo noi
nel
medesimo caso della tragedia de’ Greci ? Il fatal
rimedio, il sangue di Atride. Il tornar indietro Egisto ed insistere
nel
primo colore era inutile. Non restavagli che oppo
venta. Sopratutto lodevolissimo nell’ atto V è il trasporto di Oreste
nel
trucidar Egisto, col quale egregiamente si colori
mbio amichevole di nomi rare volte non riesce insipido, cioè soltanto
nel
caso che l’ uno è libero e fuor di pericolo, e l’
, e merita che si conosca dagl’ intelligenti ; Torquato inventò tutto
nel
Torrismondo, e diede in esso un esimio modello de
nella reggia. Passiamo alle altre. Ottavia. Quale scopo ebbe Alfieri
nel
tessere questa tragedia ? Dipingere (egli dice(a)
colorito egregiamente nell’ incontro dell’ atto II cou Polifonte ; ma
nel
suo bel racconto la circostanza con mie man sua d
e sostituito alla gemma del Maffei. L’incontro di Polidoro con Egisto
nel
punto in cui è esposto al furore di Merope che lo
de è l’imitar la scaltrezza filosofica dell’ Alfieri nell’ investigar
nel
cuore umano le arcane sorgenti degli affetti. Mil
fessor Carmignani, che il consiglio di Raimondo, Salviati e Guglielmo
nel
finir dell’ atto IV sembri un consesso di tigri,
o tragico ; ed i congiurati soggiacciono, e Lorenzo trionfa. L’autore
nel
dar perere su di questa favola ravvisa per attivi
l terzo ed il quinto atto, ed osserva certa inazione ne’ due primi, e
nel
quarto. L’amor dell’arte lo rende rigido censore
gliar pietà una scelleraggine, in cui l’ottimo precipita ad un tratto
nel
più vile abominevole esecrando misfatto. Nel legg
..morto. Agide dedicata con lettera curiosa a Carlo I d’Inghilterra
nel
1786 ha pregi secondo me degni del genere. Robust
i proprii nobili sensi patriotici e le insidiose mire del suo collega
nel
regno, disviluppano a meraviglia l’eroismo sparta
Ciò far voll’io, tu’l compi, e a me ne involi La gloria eterna. III
nel
IV la scena terza del giudizio di Agide. Egli dis
edii più attivi di quelli che a se Mirra stessa impone per seppellire
nel
fondo più cupo del cuore la sua passione fatale,
to al punto in cui le passioni più non possono superarsi. Chi sa ? Se
nel
suo piano entrata fosse l’irresistibile violenza
o splendore il carattere dell’ intrepido Marco Bruto, come si osserva
nel
Marco Bruto tragedia per altro pur pregevole di A
tro di rendere a Roma la libertà. Bruto nell’ atto V prende la parola
nel
Senato, e dice che Cesare è venuto per mostrare c
i, non oltrepassando allora l’anno diciassettesimo compose un Tieste,
nel
quale va ben vicino all’ amico nella sublimità de
’ imitarne lo stile non poche volte inarmonico. Gl’Italiani a me noti
nel
cominciare il secolo XIX, ammirano i pregi dell’
eatro già detto Patriotico ed ultimamente Filarmonico, che s’impresse
nel
1804. Posso attestare come testimone oculare che
scepoli, che vogliono per lui domandare l’onore del Pritaneo. Resiste
nel
secondo alle amorevoli avvertenze dell’ arconte P
ate all’ opposto segna egli stesso il foglio della domanda. Si oppone
nel
terzo atto ai discepoli per salvar la vita al tra
attentato de’ nemici. Affrettandosi l’ azione sempre più al suo fine,
nel
IV Policrate intento a salvarlo manifesta al Cons
a che il Popolo ha dichiarato Socrate innocente e degno di ammettersi
nel
Pritaneo, ed ha condannati a perpetuo esiglio l’a
le in Bitiniaè l’ altra tragedia di Luigi Scevola impressa in Brescia
nel
1805, e colà rappresentata. Notabile in questa è
i Nicomede figlio di Prusia re di Bitinia. Questo re debole, ma fermo
nel
voler serbare l’accordato asilo al duce Cartagine
un nuovo impulso per coltivare la poesia rappresentativa. Il Governo
nel
passato anno 1813 aprì un Certame Drammatico ecci
Messer Stucco a Messer Cattabrighe. Favellò contro del Gravina spesso
nel
Dialogo sopra la Tragedia antica e moderna intito
dell’ Italia per essersi occupato a rischiararne le memorie teatrali,
nel
parlar con lode del Martelli dice nella sezione I
con una dissertazione preliminare su di quell’eccellente componimento
nel
1739. (a). Dent Itali (diceva il p. La Sante in
Dent Itali (diceva il p. La Sante in una orazione impressa in Parigi
nel
1728, in cui voleva pur mostrare la superiorità d
iere, e come letterato insigne » ec. (a). Cooper Walker che la vide
nel
1792, la riferisce nella Sezione III della sua op
letterato. (a). Un’altra ne lasciò inedita intitolata Saaba scritta
nel
1783. Inedito è pure un suo melodramma intitolato
nedito è pure un suo melodramma intitolato Geta. (a). Vedi Giustino
nel
libro XV delle sue Storie. (a). Se ne riprese n
gli amici e dall’Italia nella prima metà dell’anno 1814. a. Si trova
nel
libro III de’ suoi versi latini impressi nel 1742
’anno 1814. a. Si trova nel libro III de’ suoi versi latini impressi
nel
1742. (a). Queste due eccellenti tragedie dall’
to sapere altro. Delle due tragedie del Bordoni seppi dal sig. Zanoni
nel
1810 che l’ebbe egli da quel commedianto che le i
e l’Ormesinda sia stata da non molto impressa. (a). Così ne parlammo
nel
1798 nelle Addizioni, Ho di poi inteso che si app
lisi che ne feci trovasi nelle Addizionì fatte alla Storia de’ Teatri
nel
1798. Se l’opera morì nascendo, a che riprodurne
tto questo argomento intitolando la sua tragedia Don Carlos enunciata
nel
numero 100 del Mercurio del 1793. Visi aggiugne p
te rappresentar dal commediante Calderòn il personaggio di Filippo II
nel
componimento intitolato el Segundo Seneca de Espa
al principe don Carlos suo figliuolo ? (a). Si trova anche inserita
nel
tomo IV a c. 97 de’miei Oi. (a). Ma che ne diss
agionamento sopra le Tragedie di Vittorio Alfieri impresso in Mantova
nel
1806. (c). Nella risposta al Cesarotti. (a). No
lata Salto di Leucade composta dal Pindemonte, ed impressa in Venezia
nel
1800. Ciò appunto ha fatto ultimamente non so qua
l’epilogo che l’istesso celebre Autore fece del suo Salto di Leucade
nel
seguente Sonetto : « Leucade io veggo. In questo
Capo V. Stato de’ Teatri in Francia, Inghilterra, e Alemagna
nel
medesimo Secolo XVI. Francia Seguitavano
t si rappresentarono in Parigi nell’Hôtel de Flandres, e s’impressero
nel
1541 in tre volumi. Vi si veggono varie combricco
iù in palco, e si applicarono a instruire alcuni nuovi attori, finché
nel
1588 cederono il teatro a un’altra compagnia che
in Francia il gusto e la magnificenza delle feste e degli spettacoli,
nel
1561 ne fé rappresentar diversi in Fontainebleau,
r composte le prime tragedie e commedie francesi. Questo Jodelle morì
nel
1573 d’anni 41, e secondo Pasquier, non mancava d
gognosa fertilità ne scarabocchiava una in otto giorni. Sconobbe egli
nel
comporre le regole e la decenza. Donne violate, c
re, e se ne occulta il meno che sia possibile. Qual teatro in Francia
nel
secolo XVI a fronte dell’italiano! Inghilterra
di difetti innumerabili e di bellezze inimitabili. Brilla soprattutto
nel
colorir con forza ed evidenza i caratteri de’ gra
ia passano per le più belle tragedie di Shakespear. Abbiamo osservato
nel
teatro italiano l’esattezza, e lo studio che pose
usare in un medesimo componimento il verso e la prosa. Morì d’anni 55
nel
1616, e per onorarne la memoria, gli fu eretto un
o, che osserva il compilatore del teatro alemano pubblicato in Parigi
nel
1772, in mezzo a tante goffaggini e bassezze che
metter sulla scena le dispute teologiche, avendo incominciato a farlo
nel
secolo seguente colla Graziosa Commedia della ver
che l’autore ne fosse gastigato, ma egli ebbe tempo di fuggir via; e
nel
1552 morì in Lausana170. Il componimento che in q
atti composto da Paolo Rebhun, curato d’Oelsnitz, impresso in Ziwckau
nel
1536 e reimpresso nel 1544. Lo sceneggiamento n’é
Rebhun, curato d’Oelsnitz, impresso in Ziwckau nel 1536 e reimpresso
nel
1544. Lo sceneggiamento n’é sopra tutti quelli di
annove atti, fatta dal dottor Sigismondo Grimm, impressa in Augsbourg
nel
1520, Celestina é il titolo originale di questa n
e teatrale: la seconda é l’Aulularia di Plauto, impressa in Magdeburg
nel
1535; e la terza é l’Ifigenia in Aulide d’Euripid
burg nel 1535; e la terza é l’Ifigenia in Aulide d’Euripide, impressa
nel
1584, alla quale il traduttore ha voluto dare il
68. Perroniana p. 259. Edit. Amstelod. 1740. 169. V. Abate Brantome
nel
Discorso su Carlo IX, tom. IV. 170. Vedi il XIII
ze di Cristiano Weisse, andavano sin dal principio del secolo cadendo
nel
meritato disprezzo. La giustezza e la verità de’
ci degni di lode. Tale in prima è Giovanni Elia Schlegel benchè morto
nel
più bello della carriera. Suoi lavori scenici fur
gio di massime filosofiche. Cristiano Gellert nato nell’Alta Sassonia
nel
1713 e morto nel 1769 mostrò buon gusto in più op
losofiche. Cristiano Gellert nato nell’Alta Sassonia nel 1713 e morto
nel
1769 mostrò buon gusto in più opere e diede al te
te di amore e disinteresse, e tutto così a bell’ agio come si farebbe
nel
mezzo della favola. Giovanni Cristiano Krüger nat
Cristiano Krüger nato in Berlino e morto in Amburgo di anni ventotto
nel
1750 costretto dalla povertà entrò nella compagni
ie e nelle Solitudini, ovvero un gran comico per la facilità che ebbe
nel
dipingere i caratteri e per la grazia che riluce
azia che riluce in qualche sua favola; ma cessò di vivere acerbamente
nel
1756 in età di 26 anni. Egli amava i buoni dramma
o e Sofronia non inferiore rimase non perfezionata. Riuscì similmente
nel
genere comico. Il suo Diffidente non iscarseggia
pre naturali nell’espressioni. Il suo Deista riscosse grandi applausi
nel
proprio paese e tra gli esteri. Tre autori Tedesc
prio paese e tra gli esteri. Tre autori Tedeschi si sono più distinti
nel
genere pastorale. Rost, Gessner e Gaërtner. Il pr
istinti nel genere pastorale. Rost, Gessner e Gaërtner. Il primo nato
nel
1711 in Lipsia scrisse diverse pastorali in un at
idera esattezza e decenza. Il delicato Salomone Gessner nato a Zurigo
nel
1730 e morto non ha guari, il quale in tante guis
o, risponde facendosi vedere la sua Dori. Cristiano Felice Weiss nato
nel
1726 nelle sue poesie di più di un genere ha most
ergia non ha la virtù in bocca di Edmond! Quanta verità non si scorge
nel
virtuoso carattere di Edoardo depresso dall’autor
zia e la semplicità di Gessner. Weiss satireggiò i primi dipingendoli
nel
carattere del signor Gergone, e ritrasse al vivo
ministro Federigo Amadeo Klopstock autore del poema la Messiade nato
nel
1732 in Quedlinburgo. Egli ne ha composte quattro
moderni scrittori di favole romanzesche ed atroci. Uscì in Magdeburgo
nel
1764 il Salomone divisa in cinque atti, in cui si
passioni che ci commuove ancor col Salomone. L’arte stessa si scerne
nel
Davide, in cui leggesi una robusta descrizione de
mmamente segnalato Amadeo Efraim Lessing imitatore degl’ Inglesi nato
nel
1730 in Kamenz. Le sue favole lugubri a noi note
e, essendo scritta con precisione, discernimento e somma intelligenza
nel
colorire i caratteri e le passioni. Eccone uno sq
ve veniva la voce, il piè mi manca, vacillo, son presso a precipitare
nel
fondo dell’abisso, ma mi fento trattenere da uno
dal seno un pugnale che teneva nascosto, alza il braccio e l’immerge
nel
mio petto, dicendomi, io t’ho salvata per perdert
quello di Milvoud del Barnwelt Inglese; ma perchè lasciarla impunita
nel
fine? Trovasi in generale ne’ drammi lugubri di L
ù che le famiglie private, ed a quella di essere eloquente in versi e
nel
genere drammatico senza alterarne la natura, egli
degna del pennello di Moliere. Giovanni Guglielmo di Gerstenberg nato
nel
1737 a Tundern, imitatore della maniera di Ossian
dizione inferiore, ch’ egli avea renduta feconda. Giovanni Goete nato
nel
1749 in Francfort sul Meno, oltre ad alcune favol
ta dall’Italia. Federigo Augusto Werthy del ducato di Wirtemberg nato
nel
1748 ha composto due opere musicali mitologiche,
ali mitologiche, Orfeo, e Deucalione. Cristoforo Martino Wieland nato
nel
1733 in Biberach che avea composto anche Giovanna
sco pieghevole alla melodia tanto nella Talestri opera eroica, quanto
nel
Trionfo della fedeltà pastorale. Può anche contar
iscena varj balli di azioni compiute, ed ebbe in ciò un abile seguace
nel
toscano Angiolini. Un paese sì vasto, sì popolato
apace per le decorazioni e per gli balli. Il ridotto del giuoco fatto
nel
recinto di quest’edifizio comunica col teatro. Le
a compagnia de’ balli da Parigi. La prima opera che vi si rappresentò
nel
1 di dicembre del 1742, fu Cleopatra colla musica
radotto dal dotto ab. Arnaud. 68. Se ne vegga la traduzione inserita
nel
tomo I del Teatro Tedesco di Huber e Lieubault.
la greca erudizione, che seppero allora mettere alla vista fin anche
nel
teatro materiale l’antico magistero. Qual vanto p
ustrata ornata di statue: la scena è di pietra a tre ordini, e mostra
nel
prospetto tre uscite e due laterali. Sussiste anc
fabbricare Sabbionetta, uomo dottissimo e fautore de’ letterati, nato
nel
Regno di Napoli in Fondi l’anno 1531 e morto nel
de’ letterati, nato nel Regno di Napoli in Fondi l’anno 1531 e morto
nel
1591. Vide ancora la famosa città di Venezia eret
1531 e morto nel 1591. Vide ancora la famosa città di Venezia eretti
nel
medesimo secolo teatri semicircolari ideati su gl
tragedia di M. Conte di Monte Vicentino, stampata nella stessa città
nel
1565; ed in esso si dipinsero dodici gran quadri
quel secolo Federico Zuccaroa. In Andria si costruì ancora un teatro
nel
1579; ed il famoso cieco Luigi Groto che colà sor
famiglia milanese, fu educata al Collegio delle Orsoline, da cui uscì
nel
1859, per entrare in quello Coudert. Trasferito i
rima attrice assoluta colle sue creazioni di bimba, quali la Carolina
nel
Codicillo dello Zio Venanzio di Ferrari, la Ivonn
è chi la uguagliasse. Al proposito di quest’ultimi, Luigi Capuana,
nel
suo Teatro italiano contemporaneo (Palermo, Lauri
i tutte le sue eccellenti qualità che noi già conoscevamo, ma è stata
nel
caso di rivelarcene delle altre che eravamo certi
a nell’atto primo ; donna esitante, ignara di ciò che realmente prova
nel
suo petto, e sbalordita della mutazione che intra
ravede dover fra poco accadere nella sua esistenza all’atto secondo ;
nel
quinto la gioja di sapersi madre la fa quasi rito
hi li ha visti può richiamare alla vita. Nè si potrebbe dir meglio :
nel
girar de’ grandi occhi neri, nel muover della boc
a vita. Nè si potrebbe dir meglio : nel girar de’ grandi occhi neri,
nel
muover della bocca breve, in una certa aggraziata
vittorie inglesi contro la Francia in Canada, nelle Indie e sui mari
nel
corso della guerra dei Sette anni. Federigo: Fed
1966. [commento_Introduzione.3] corago: colui che dirigeva il coro
nel
teatro greco. edile: carica preposta all’organiz
ro greco. edile: carica preposta all’organizzazione degli spettacoli
nel
teatro romano. al buon volere fosse giunta la po
nze, 1494) scrisse l’azione teatrale la Favola di Orfeo rappresentata
nel
1480 a Mantova presso la corte ducale. Bergonzo
04) fu un nobile pavese al servizio di Ludovico il Moro che organizzò
nel
1489 nella sua residenza di Tortona, in occasione
e, maestro di cappella della basilica di San Marco dal 1565 e compose
nel
1574, in occasione del viaggio a Venezia del re d
è l’Orfeo di Francesco Buti, intonato da Luigi Rossi e rappresentato
nel
1647 a Parigi nel Théâtre du Palais-Royal. alleg
cesco Buti, intonato da Luigi Rossi e rappresentato nel 1647 a Parigi
nel
Théâtre du Palais-Royal. allegavano: si accordav
per entrare si pagava un biglietto. Il primo fu inaugurato a Venezia
nel
1637. Centoventi: si tratta di Caterina Angiola
t e Jean-Baptiste Lully rappresentata per la prima volta a Versailles
nel
1685; all’inizio del quarto atto viene inserito u
ll’inizio del quarto atto viene inserito un divertissement pastorale,
nel
corso del quale Orlando apprende che Angelica è f
è il primo dramma serio scritto da Metastasio, rappresentato a Napoli
nel
1724; l’Achille in Sciro fu invece composto dal p
in Sciro fu invece composto dal poeta cesareo per la reggia viennese
nel
1736. cavati: ricavati. Montezuma: è il titolo
era intonata da Karl Heinrich Graun per il teatro di corte di Berlino
nel
1755 su testo francese di Federico II di Prussia
[commento_2.2] che… cantano: una delle critiche che venivano mosse
nel
Settecento all’opera riguardava l’incongruenza de
ntestato per il primo finale del Catone in Utica rappresentato a Roma
nel
1728 in cui Catone si uccideva in scena; in segui
nci fu rappresentata per la prima volta a Roma, al Teatro delle Dame,
nel
1726. [commento_2.6] Scarlatti: Alessandro Scar
ato in un oratorio dedicato a San Michele. [commento_2.7] passaggi:
nel
canto del XVIII secolo indicano un esercizio di a
la responsabilità della strage di San Bartolomeo (23-24 agosto 1572)
nel
corso della quale vennero uccisi migliaia di ugon
pagnia itinerante di Eustachio Bambini all’Académie royale de musique
nel
1752 e fu al centro, insieme alle altre opere buf
i si hanno scarsi dati anagrafici, furono importanti cantanti vissuti
nel
secolo XVII. Nota alla nota d’autore n. 10: «Dob
under General Heads della Royal Society, poi pubblicato in tre volumi
nel
1705. Nota alla nota d’autore n. 11: Orazio, Epis
Perù, capitale dell’impero degli Incas. degradato: termine qui usato
nel
significato pittorico di sfumato e visto in prosp
tragedia Eumenidi di Eschilo, le Erinni o Eumenidi sono protagoniste
nel
primo epusodio della danza infernale contro Orest
pantomimi vissuti nella Roma di Augusto: Pylades di Cilicia eccelleva
nel
tragico e Batillo, originario di Alessandria d’Eg
eccelleva nel tragico e Batillo, originario di Alessandria d’Egitto,
nel
comico. [commento_4.3] Iomelli: il compositore
ésée, et secourue par Bacchus fu rappresentato alla Comédie-Italienne
nel
1747, a cura del coreografo e danzatore Jean-Bapt
libri tre (1642), ampliato poi con l’aggiunta di altri quattro libri
nel
1654. Nota alla nota d’autore n. 13: «Uno dei no
primo libro d’architettura, pubblicato in edizione bilingue a Parigi
nel
1545, con il privilegio del Re e diviso in Primo
fu un importante architetto e scenografo attivo in Italia e in Europa
nel
corso del Settecento. pittore di quadratura: aut
quadratura prospettica; il cosiddetto quadraturismo si diffuse molto
nel
corso del XVI secolo. Tralli: antica città dell’
scene che servono alle due opere che si rappresentano l’anno corrente
nel
R. Teatro di Torino, inv. da Ferd. Bibiena e dipi
istiano VI di Danimarca; il Voyage d’Égypte et de Nubie fu pubblicato
nel
1755 a Copenhagen presso l’Accademia reale danese
burg, 1723 – Londra, 1796) fu un architetto e decoratore di giardini;
nel
corso dei suoi viaggi in Cina ebbe modo di studia
ete di assi. teatro Formagliari: il teatro Formagliari fu inaugurato
nel
1636 nel palazzo di proprietà della famiglia Guas
si. teatro Formagliari: il teatro Formagliari fu inaugurato nel 1636
nel
palazzo di proprietà della famiglia Guastavillani
e architetto, autore di macchine che producevano effetti spettacolari
nel
teatro barocco. Progettò assieme a Ferdinando Gal
a Ferdinando Galli Bibbiena il teatro della Fortuna inaugurato a Fano
nel
1677; trascorse un lungo periodo in Francia, tra
ro d’opera di Berlino (Hofoper), voluto da Federico II, fu inaugurato
nel
dicembre 1742. Conclusione [commento_Concl
to 1674. Brumoy: Pierre Brumoy (Rouen, 1688 – Parigi, 1742) pubblicò
nel
1730 a Parigi il Théâtre des Grecs, preceduto da
ca ad imitazione della forma ricevuta dagli antichi rinasce in Italia
nel
secolo XIV. Mentrechè risorgeva dentro le Alpi
stato nella moderna Italia quello che furono Omero in Grecia ed Ennio
nel
Lazio, giva sublimandosi e perfezionandosi, e con
uropa per mezzo degli stessi Italiani. E ciò fra noi venne a produrre
nel
XIV secolo poesie teatrali latine ad esempio dell
ali latine ad esempio delle antiche, le quali precedettero quelle che
nel
XV si scrissero in volgare. I teatri d’Italia ris
i cantati sin dal secolo precedente. Albertino Mussato Padovano, nato
nel
1261, e morto nel 1330, ci fa sapere che già nel
secolo precedente. Albertino Mussato Padovano, nato nel 1261, e morto
nel
1330, ci fa sapere che già nel 1300 scriveansi co
ssato Padovano, nato nel 1261, e morto nel 1330, ci fa sapere che già
nel
1300 scriveansi comunemente tra noi in versi volg
una cronaca manoscritta di autore anonimo che può credersi compilata
nel
XII secolo da cronache anteriori, si descrive l’a
di qualunque specie si fossero, non dee dirsi che essi cominciassero
nel
1304 allorchè nella Toscana fecesi la festa, in c
ma se si riguardi ai tempi, alla barbarie e allo stato delle lettere
nel
rimanente dell’Europa, recherà meraviglia e dilet
esse molto lontano da quello del Petrarcaa. Furono esse però scritte
nel
XIV secolo, e si aggirano l’una sulle vicende di
dea, l’altra sull’espugnazione di Cesena fatta dal Cardinale Albornoz
nel
1357, la quale viene puittosto attribuita al dott
ella di Roscio, a cui lo comparava per la dottrina e per l’eccellenza
nel
rappresentarea. Basta questo racconto de’ pregi d
d istorici del suo tempo, nato in Capo d’Istria circa il 1349 e morto
nel
1431 in Ungheria presso l’imperador Sigismondo. L
mmedia scritta in terzarima mista ad altre maniere di versi, stampata
nel
1523; ma non apparisce su qual fondamento l’asser
e apologetica. Ma il sig. Lampillas volle negare apologeticamente che
nel
XIV secolo si fossero scritti in Italia componime
sig. Lampillas aggiugnere ora a quanto in tal proposito a lui scrissi
nel
mio Discorso Storico-critico, l’autorità del di l
esse lettere su argomenti d’arte, capocomico famoso, a cui fecer capo
nel
loro inizio artisti sommi ed egregi, quali la Ris
, quali di Filippo, di Agamennone, di Egisto, ecc. Fattosi capocomico
nel
'19, trovò la maschera del Meneghino, resa popola
. Quindi i trionfi del Moncalvo non ebber più tregua. Fu in Piemonte,
nel
Genovesato, negli Stati Estensi, nelle Romagne, e
del sorriso che chiami sulle mie labbra, della serenità che trasfondi
nel
mio cuore. O sia che servitore in Venezia tu ti a
più affilata del rasoio, o sia che scudiere in Benevento tu t’involga
nel
concistoro delle streghe, sempre spontaneo, sempr
cui tolgo le presenti parole, aggiunge : « ed io credo fosse proprio
nel
vero, perocchè egli fosse la sintesi fedele del c
i, la prima, figlia di Francesco e di Teresa Proverbio, nata a Milano
nel
1785, e quivi morta nel 1843, con cui condusse vi
rancesco e di Teresa Proverbio, nata a Milano nel 1785, e quivi morta
nel
1843, con cui condusse vita tormentosa ; e Giovan
tosa ; e Giovanna Roveda di Carlo e Maddalena Rossetti, nata a Torino
nel
1805, con cui visse amorosamente, e che a lui sop
dalla quale apprendiamo com’egli recitasse in italiano il D. Ippolito
nel
Filosofo celibe del Nota, riscuotendovi gli unive
gosto 1859. Di lui si hanno alcune notiziole biografiche, pubblicate
nel
'58, delle quali principalmente si servì il Berto
pubblicate nel '58, delle quali principalmente si servì il Bertolotti
nel
distender la vita dell’ artista (Milano, Ricordi)
ri con quali forti ingiurie l’uno contro l’altro essi si scagliassero
nel
Pritaneo a’ tempi di Filippo, di Alessandro ed an
che i Greci profferivano ne’ tempi della loro maggior coltura, nè già
nel
solo teatro, ma dove gravemente decidevasi del de
osservato ne’ moderni tempi di quello che convenisse a’ tragici Greci
nel
copiare Teseo ed Agamennone. Del rimanente nell’A
spezialmente in quella di Ulisse, tante villanie obbrobriose quante
nel
Paragone della Poesia Tragica ne rimprovera a Sof
este inviata al padre nell’atto terzo. Ma Ilo l’ha egli stesso veduto
nel
promontorio Ceneo, ed è venuto a narrarlo in Trac
rato comportabile per qualche circostanza allora nota ed oggi involta
nel
l’oscurità di tanti secoli, o se avesse creduto f
colane: O multa dictu gravia, perpessu aspera etc. del quale Ovidio
nel
nono delle Metamorfosi fece una bellissima imitaz
atello Polinice mal grado del vigoroso divieto di Creonte. E notabile
nel
l’atto secondo la scena delle due sorelle Antigon
tto il patetico di una passione grande e lo rendette più interessante
nel
Demofoonte, quando Timante e Dircea si disputano
ante e Dircea si disputano a gara la reità principale della seduzione
nel
vietato imeneo. Antigone n’è sepolta viva, Emone
pera, e per supporre la tragedia ancora avvolta nelle fasce infantili
nel
tempo che si producevano simili componimenti che
i vasti se ne contino. Dopo un contrasto di Edipo e Creonte, Giocasta
nel
l’atto terzo cercando di consolare il consorte co
are come qui Giocasta si studia di torre ogni credito agli oracoli; e
nel
l’atto quarto Edipo al l’udir che Polibo suo cred
nseguenza l’inutilità di consultare l’oracolo di Apollo. Ma frattanto
nel
rimanente della tragedia si dimostra appunto la f
. Che riconoscenza poi mirabilmente condotta per tutte le circostanze
nel
l’atto quarto, e di qual veramente tragica catast
volta che i tuoi raggi io miria Ma quanto è tragico e spaventevole
nel
l’atto quinto il racconto della morte di Giocasta
gedia antica, e della costante regolarità ed aggiustatezza di Sofocle
nel
l’economia del l’azione. Tutto in tal favola è gr
non vedrebbero con piacere sulle scene Filottete zoppicante e disteso
nel
l’atto II colle convulsioni: ma egli si mostrava
i Filottete al proprio arco ed al fragore del mare che sentiva stando
nel
l’antro di Lenno. Ma sì lieve neo, se vogliasi ta
do la persecuzione di Creonte re di Tebe. Egli si ritira colle figlie
nel
tempio delle Venerabili Dive, cioè delle Furie, l
ui figlie rifuggite al loro tempio non incorressero in qualche errore
nel
venerarle. Or perchè quest’opportuno episodio par
atore stesso dichiarato insanoa. Questo gran tragico, secondo Luciano
nel
catalogo de’ Macrobii, morì strangolato con un gr
di Pericle nella guerra che fecero gli Ateniesi contro quelli di Samo
nel
terzo o quarto anno del l’olimpiade LXXXIV. a.
che altra cosa rimaneva al Coro? In oltre lo stesso Castelvetro dice
nel
c. 86 che quando si ballava, si cantava e si son
si è detto, sarebbe smentita da quelle che ce ne rimangono; perocchè
nel
solo Prometeo alla prima scena intervengono la Fo
rdine o la qualità degli attori, i quali, secondo la fama o il merito
nel
rappresentare dividevansi in primi, secondi e ter
are dividevansi in primi, secondi e terzi. In fatti Aristotile stesso
nel
luogo citato dice che Eschilo fu il primo a far r
un attore scenico di terze parti, siccome accenna il suo grande emulo
nel
l’aringa per la Corona. Eschilo adunque aggiugnen
ccedevano il numero di tre, almeno in tempo di Marziale, giacchè egli
nel
sesto epigramma del 6 libro diceva a Luperoo, Co
co pittore teatrale Apatario, il quale dipinse acconciamente la scena
nel
teatro di Tralles. Ciò che di lui si dice indica
e. Ma quì non ardirei affermare di essersi cambiato il luogo, potendo
nel
vasto teatro greco ben concepirsi un luogo stabil
isibile in tutta l’azione agli spettatori. Le scene formate in Napoli
nel
teatrino del real Palazzo sotto Carlo III Borbone
enniamo soltanto la memorabile patetica supplica di Priamo ad Achille
nel
24 del l’Iliade per ricuperare e seppellire il co
ita era per gli antichi il più importante oggetto la sepoltura; e noi
nel
censuarli non dobbiamo dimenticarci delle loro op
In tradurre questo passo ho soltanto posposta l’apostrofe Ω φως, che
nel
l’originale va innanzi al l’epilogo de i delitti
uto al l’originale l’incomparabile Metastasio traducendo questo passo
nel
l’Estratto della Poetica d’Aristotile cap. 5, ben
i atori ; poichè, al finire del disastroso capocomicato di suo padre,
nel
’59, egli, cavallo da tiro e da soma, alternava l
ssi artista egregio sotto ogni rispetto ; e la proteiformità mostrata
nel
tempo non avventurato della sua giovinezza, passa
on poco giovamento in quello della sua maggior riputazione artistica,
nel
quale seppe farsi applaudire da ogni pubblico d’I
laupin ne’ Buoni villici, come colla compassata rigidità del Metzburg
nel
Ridicolo ; così nel Tatà dell’Andreina, come nel
lici, come colla compassata rigidità del Metzburg nel Ridicolo ; così
nel
Tatà dell’Andreina, come nel Prospero delle Zampe
igidità del Metzburg nel Ridicolo ; così nel Tatà dell’Andreina, come
nel
Prospero delle Zampe di mosca. Ebbe poi un’attitu
une farse, come p. es. Scarpa grossa e Cervello sottile, riproducendo
nel
volger di mezz’ ora vari tipi disparatissimi : e
i era al soldo di Medebach. Furon scritte per lui le parti di Leandro
nel
Teatro comico, nella Gastalda, e in qualche altra
nel Teatro comico, nella Gastalda, e in qualche altra commedia. Passò
nel
1753 al Teatro S. Luca, e ci fa sapere il Bartoli
bblico il Goldoni nella introduzione a quelle recite autunnali, che è
nel
tomo quinto del Nuovo teatro comico (Venezia, Pit
unta, senese, con la quale fu a Napoli, d’onde tornò poi in Lombardia
nel
'68, scritturato nella Compagnia di Pietro Rossi.
ompagnia di Pietro Rossi. L'anno seguente, fattosi capocomico, uccise
nel
teatro di Reggio l’apparatore Spisani, e fu messo
usa colla decretata dichiarazione, che attese le circostanze concorse
nel
predetto Omicidio, e particolarmente la qualità d
uccesso negl’interessi suoi, e morì del '74 a Grosseto. Viveva ancora
nel
1782 la moglie « la quale – dice il Bartoli – ad
lotta. Figlia del precedente e di Elisabetta Baldesi, nacque a Pescia
nel
1796. Messa nel collegio delle Orsoline di Verona
l precedente e di Elisabetta Baldesi, nacque a Pescia nel 1796. Messa
nel
collegio delle Orsoline di Verona, si vuole che f
scritturata prima attrice dal capocomico Lorenzo Pani, sino al '14 ;
nel
quale anno appunto, essendo a spasso in Firenze g
zales, e varie altre erano da lei con tale innocenza rappresentate, e
nel
tempo stesso con una verità si grande da far supp
ero ; e se questa somma attrice fu a tante superiore nella commedia e
nel
dramma, con non minore maestria seppe innalzarsi
tante altre le procuraron sempre nuovi trionfi. E Francesco Righetti
nel
suo Teatro italiano, dopo di avere accennato alle
nia al pari di lei ? Della felicità sorprendente nelle transazioni, e
nel
passaggio d’un affetto all’altro, della dizione s
re del pubblico verso di lei al grado d’idolatria, e da cui si staccò
nel
'39, per ridursi a vita privata, e non tornar più
ta a scopo di beneficenza. Morì nubile di paralisi al cuore in Torino
nel
1861. Nubile ! A proposito del sagrificio ch'ella
la sua genitrice ; e quando la morte glie la tolse, le fece innalzare
nel
Campo Santo di Torino un monumento che racchiuse,
Marchionni Sanese | dalla figlia Carlotta | cui raddoppiò gli affanni
nel
mancar della madre | amata sopra tutte le cose um
omba di sua madre Sì ; vidi anch'io quell’urna e quelle forme sculte
nel
marmo, e che tu piangi estinte : E volto a quella
Il Teatro, a lei dedicato, che è men facile a trovarsi : …………… Pochi
nel
genial comico ludo surgono ad alta meta insigni a
l genial comico ludo surgono ad alta meta insigni attori ; e Tu forse
nel
tragico lamento unica sei, che l’anime distempri
ra in parte altr'uom da quel ch'i' sono ; » tutto m’avesse a ribollir
nel
petto, e traboccarmi in lagrime dagli occhi ; e m
di assai pregio per le parti di primo attor tragico. Nell’Aristodemo,
nel
Filippo e nel Creonte dell’Antigone di Alfieri, c
o per le parti di primo attor tragico. Nell’Aristodemo, nel Filippo e
nel
Creonte dell’Antigone di Alfieri, come nel Marc’A
’Aristodemo, nel Filippo e nel Creonte dell’Antigone di Alfieri, come
nel
Marc’Antonio dell’Ottavia di Kotzebue, fu reputat
ll’Ottavia di Kotzebue, fu reputato artista grande, e grandissimo poi
nel
Filippo in cui si lasciava addietro, a detta degl
per natura malinconico ed avverso alla mollezza cercò negli orrori e
nel
silenzio di una caverna nel l’isola di Salaminaa
vverso alla mollezza cercò negli orrori e nel silenzio di una caverna
nel
l’isola di Salaminaa tutto l’agio per insinuarsi
rcitarsi nello studio delle tragedie di Euripide, pervennero al colmo
nel
l’arte loro; per la qual cosa Gian Vincenzo Gravi
senza fondamento, da Aristotile nella Poetica, un poco di negligenza
nel
condurre e disporre le sue favole; ciocchè pruova
pplauso, e la posterità più sagace le ha successivamente ammirate; ma
nel
certame drammatico cinque sole di esse riportaron
di Elettra? Chiamar Clitennestra nella propria casa perchè l’assista
nel
finto parto imminente. Era però verisimile che un
minente. Era però verisimile che una madre la quale lasciavala perire
nel
l’indigenza, volesse appunto in quella occasione
ci, ma è vicino ad esser punito per l’uccisione della madre. Si legge
nel
l’atto primo un breve dialogo di Elena e di Elett
lontani di molto dal gusto moderno. Ma la scena di Elettra con Oreste
nel
l’atto quarto sommamente tenera merita di essere
a particolare. Vi trionfa per ogni parte la meravigliosa sua maestria
nel
trattar gli affetti che destano compassione. Chi
a giudizio gusto e sensibilità noterà il dilicato contrasto che fanno
nel
l’atto terzo le innocenti naturali domande d’Ifig
risposte equivoche e patetiche di Agamennone, la di lei sincera gioja
nel
l’abbracciare il padre, ed il profondo dolore di
iegarsi e cangiar consiglio, per questo bellissimo discerso il dovea,
nel
quale la figliuola gli mette innanzi le più tener
a appresi, quella a cui tu prima Figlia dicesti; guardami, son io. Me
nel
tuo grembo pria d’ogni altro assisa Scherzar vede
eca è figurata, e ve ne ha delle simili altrove. Euripide stesso dice
nel
l’Ecuba, incomincio il canto delle baccanti , ci
ffatte cose accennate in note marginali, dovette allora far comparire
nel
volto d’Ifigenia la riflessione del pubblico inte
olto. Timante quel Greco pittore tanto vantato da Cicerone trasportò
nel
suo famoso quadro questa felice situazione. Volle
Il Carmeli conservando la divisione in cinque atti non solo racchiude
nel
quinto soverchie cose, ma lascia pochissimi versi
titolata Elena si tratta di Elena virtuosa in Egitto, secondo ciò che
nel
secondo libro delle sue istorie ne racconta Erodo
oronato produsse al poeta la corona tragica sotto l’Arconte Epamenone
nel
terzo anno della guerra del Peloponneso, avendo E
o della di lui morte è vagamente ornato ma con sobrietà e naturalezza
nel
Greco, e soverchio pomposo e poetico nel tragico
a con sobrietà e naturalezza nel Greco, e soverchio pomposo e poetico
nel
tragico Francese. Osserva il lodato Brumoy che al
gomento è il vero modo di pesarne il merito rispettivo, e di studiare
nel
tempo stesso l’arte drammatica con fondamento. In
ento. In simil guisa si rileva l’artificio usato da diversi scrittori
nel
maneggiare le passioni, materia essenziale della
l l’arte emule di quelle della natura.» Entra poscia l’erudito autore
nel
confronto delle due eccellenti tragedie. Rende eg
fessa innauzi a tutti gli spettatori, sposa del padre al figliuolo, e
nel
primo istante che si crede morto il marito.» «Eur
e stesso; ecco la tragedia di Racine.» «Altrettanti quadri si trovano
nel
l’Ippolito; ma quanto più sostenuti, quanto più a
i compassione in Euripide, debole qualche volta, qualche volta ozioso
nel
poeta Francese!» Termina Le Batteux questo giudiz
il consolato di Papirio Cursore. Aggiugniamo qualche sentenza sparsa
nel
Saggio sul Gusto di Cartaud de la Vilade, affinch
o di Cartaud de la Vilade, affinchè il leggitore, dopo avere ammirato
nel
surriferito bel parallelo un prezioso monumento d
josità, mostruosità e disordini. Egli ammirava la pazienza de’ Romani
nel
l’ascoltare Cicerone chiacchiarone che non la fin
ssa singolarmente eccellente la scena di Ulisse con Ecuba e Polissena
nel
l’atto primo, dove coloro che intendono ed amano
il cuore per la pietà. Nel patetico racconto della morte di Polissena
nel
l’atto secondo si ammirano varii tratti pittoresc
ci, come il nobile contegno di Polissena, che non vuole esser toccata
nel
l’attendere il colpo; il coraggio che mostra nel
vuole esser toccata nel l’attendere il colpo; il coraggio che mostra
nel
lacerar la veste ed esporre il petto nudo alle fe
o dal Dolce, cui appartengono anche i versi precedenti: Cadd’ ella e
nel
cader mirabilmente Serbò degna onestà di real don
estive. Serpeggia per tutto il dramma una forza tragica terribile; ma
nel
l’atto terzo si tratta della morte di Polidoro, p
artificio per ciò che la musica riguarda. Egli stesso non fece di più
nel
tradurre questa medesima scena in maniera, com’eg
Non crederei che il signor Saverio peritissimo nella greca lingua, e
nel
modo d’interpretarla, si fosse fatto ingannare da
um Marinus illum fluctus aestu ejecerat. Hec. Hei mihi ec. Tutto ciò
nel
l’originale è parlante, e (secondochè oggidì si m
al Racine più delicato, e diventato ognor più vero, attivo e vigoroso
nel
l’ambiziosa Vitellia del Metastasio. Non sono più
bievoli di Andromaca ed Ermione presso Euripide. Osservisi ancora che
nel
l’atto quarto Ermione ed Oreste fuggono da Ftia p
ione ed Oreste fuggono da Ftia per andare a Delfo ad uccider Pirro, e
nel
quinto si narra in Ftia questa uccisione già avve
ol destino delle prigioniere fatte in Troja. Le profezie di Cassandra
nel
l’atto secondo, e l’addio che ella dà alla madre
ono degne di osservarsi, e rassomigliano in parte a quelle di Eschilo
nel
l’Agamennone. Squarcia poi i cuori ancor meno sen
one. Squarcia poi i cuori ancor meno sensibili il dolore di Andromaca
nel
l’atto terzo al vedersi strappar dalle braccia As
tratti patetici proprii di Euripide; ma in contracambio ha molta arte
nel
dialogo e aggiustatezza nella distribuzione del l
lo stratagemma di Ulisse che con Diomede ammazza questo re di Grecia
nel
campo Trojano. Nel l’atto quarto comparisce Miner
a maestrevole dipintura de’ due fratelli ugualmente fieri ed accaniti
nel
l’odio reciproco, ma di carattere diversi, e per
o è pieno di donne che portano rami di olivo: Adrasto red’ Argo resta
nel
vestibolo colla testa velata circondato da’ figli
do a’ confini di Atene mandano un araldo a richiederli a Demofonte, e
nel
caso di negativa ad intimargli la guerra. L’arald
e di persone straniere a versare il sangue di una propria figlia. Ode
nel
l’atto II questo nuovo sconcerto la vergine Macar
ore delle bellezze degli antichi, si vale di questa scena di Euripide
nel
l’Achille in Sciro, ma sulle tracce di Virgilio r
acemente alla situazione di Achille ozioso in quella reggia. Notabile
nel
medesimo atto I è la scena di Creusa e Ione che n
di Creusa e Ione che non si conoscono. Il ragionamento di Ione a Suto
nel
l’atto II è ben vago e naturale, e dal Racine è s
uto nel l’atto II è ben vago e naturale, e dal Racine è stato imitato
nel
l’Atalia e dal Metastasio nel Gioas. Così non v’
naturale, e dal Racine è stato imitato nel l’Atalia e dal Metastasio
nel
Gioas. Così non v’ ha bellezza in Euripide che qu
zione. Interessa ancora per la vivacità il riconoscimento che avviene
nel
V; ma le domande di Ione intorno al suo nascere m
ramano la morte, è molto vaga, e Metastasio ha saputo approfittarsene
nel
Ciro riconosciuto, dandole nuovo interesse e fors
fatto in pezzi dalla madre e dalle di lei sorelle descritta da Ovidio
nel
III delle Metamorfosi, e forse trattata anche da
rico, e alle antiche tragedie che trattavano soltanto di Bacco. Havvi
nel
l’atto IV una scena totalmente comica trall’infel
ra. Molti tratti allusivi agli effetti del vino si veggono ne’ cori e
nel
rito delle Orgie di Bacco. È terribile il raccont
solo che di simil genere a noi sia pervenuto; ma di esso favelleremo
nel
trattar de’ Satiri. Della Danae, del Cresfonte,
tri mentovati da Stefano Bizantino alla voce Άβδηρα e da Pietro Bayle
nel
Dizionario Critico. L’autore di tante belle trage
ore delle lettere e di chi le coltivava, dopo di aver secolui cenato,
nel
ritornarsene a casa venne assalito e lacerato da
che pel favore onde il regnante l’onorava. Morì Euripide delle ferite
nel
l’olimpiade XCIIIa. Archelao sentì tale intenso d
nì la gloria della poesia tragica de’ Greci. Discordarono gli antichi
nel
dar la preferenza ad uno de’ tre lodati gran trag
ellezza de’ versi e per la filosofia onde gli nobilitava. Quintiliano
nel
libro X c. i posponeva Eschilo di lunga mano agli
uno sostiene che ciascuno de’ tre possedeva alcun pregio particolare,
nel
quale non venne dagli altri superato. Prima di pa
. Trattanto il sig. Casthilon moderno scrittore francese in un libro,
nel
quale si propose d’investigare le cagioni fisiche
iti: conveniamo ancora che qualche volta hanno uguagliati gli antichi
nel
colorire egregiamente le passioni, e che spessiss
lorire egregiamente le passioni, e che spessissimo gli hanno superati
nel
l’esporre, nel preparare i caratteri, nel legar l
ente le passioni, e che spessissimo gli hanno superati nel l’esporre,
nel
preparare i caratteri, nel legar le scene, nell’i
ssissimo gli hanno superati nel l’esporre, nel preparare i caratteri,
nel
legar le scene, nell’introdurre e far partire con
ersonaggi: conveniamo in somma del merito degli antichi e de’ moderni
nel
proprio genere. Ma lasciamo oramai le puerili que
avrebbero esse sortito sulle scene di Atene; pur dovremmo esser cauti
nel
pronunziare sulla preferenza. E decideremo ora? O
. Vedi Aulo Gellio lib. XV, cap. 20 a. Una situazione simile trovasi
nel
l’Isacco del Metastasio, quando quest’innocente c
su tal punto, ci rimettiamo alle diligenze praticate dal dotto Brumoy
nel
tomo Il del Teatro Greco p. 556, dal Fabricio nel
a narrazione premessa alla sua versione del Reso. a. Vedi Aristotile
nel
II de’ libri Rettorici cap. 23 a. Storia Varia
e quasi letteralmente in versi martelliani per la spigliatezza, che è
nel
1° libro di monologhi. Delle corbellature della P
ua e del Vitalba, omai fatte pubbliche, Goldoni si vendicò aspramente
nel
Convitato di Pietra, mettendovi un pastore e una
secondo e la scelleratezza del terzo. La Passalacqua, riconosciutasi
nel
personaggio, andò a lagnarsene dal Direttore e da
piacere del Goldoni, fosse licenziata. Nel 1744, trovandosi a Venezia
nel
Teatro di S. Luca, al servizio dei fratelli Vendr
enezia passò a Modena nella primavera del medesimo anno ; e da Modena
nel
regno di Napoli, in Sicilia e altrove. Benedetto
, pag. 422) riporta l’elenco della Compagnia dei comici lombardi, che
nel
giugno del’47 Domenico Giannelli, il quale faceva
assalacqua fuorchè il soprannome di Elisabetta D’Afflisio. A Palermo,
nel
Teatro di S. Cecilia, cadde nell’eseguire un volo
mente era sua ava quella Elisabetta D’Afflisio che recitava a Venezia
nel
1644 le parti di servetta e di contadina sotto il
Gavardini-Cottei-Galletto Margherita. Di lei scrive Antonio Piazza
nel
suo Teatro (Tom. II, pag. 20) : « la seconda donn
a’ più nauseati. Bravissima per certi caratteri, si poteva stabilire
nel
suo mestiero una riputazione onorevole, se conten
mestiero una riputazione onorevole, se contenta d’aver posto il piede
nel
Socco ridevole, non avesse avuta la smania di cal
il Bartoli si oppone a tale giudizio, dicendo ch’ ella fu somma anche
nel
tragico, e che se avesse avuto la fortuna di nasc
to accettò, la fece esordire colla piccola parte di Madama Giuseppina
nel
Medico olandese di Carlo Goldoni, da lei recitata
Goldoni, in cui fu ancor più applaudita. In breve sostituì la Faluggi
nel
posto di prima donna assoluta ; e, prima a Pisa,
dazione, chiamando la Gavardina una tenera pianticella, che coltivata
nel
bel terreno dell’ adriache scene, ed innaffiata d
ed emula della valorosa Caterina Manzoni. Il Bartoli cita la Rosalia
nel
Jeneval di Mercier, tradotto dalla Caminer fra le
dall’allegoria e dalle favole un ammasso di prodigi e di stravaganze,
nel
secolo XVIII non calcò miglior sentiero. Il palaz
che rendono invisibili le persone che pur si vedono, pugnali vibrati
nel
seno altrui che ammazzano chi li vibra, uomini mi
certo sig. de Leyre passato in Italia dimenticossi di quanto facevasi
nel
proprio paese, e scriveva da Parma a Parigi che g
rin sovente deriso, ma lodato pel suo Jeste, Fuselier e Cahusac morto
nel
1764 autore di Calliroe, e Bernard che compose le
eau provata in Lione felicemente col Pigmalione, e ripetuta in Parigi
nel
1775 con tutto l’applauso. Per dare un saggio del
ute eroiche e comiche. Verso gli ultimi tempi del precedente secolo e
nel
formarsi la Repubblica Francese e nel suo cangiam
i tempi del precedente secolo e nel formarsi la Repubblica Francese e
nel
suo cangiamento in un vasto Impero, non sono manc
uanto a ciò che intendesi per opera comica, ossia buffa, ecco ciò che
nel
secolo XVIII precedette all’epoca della Repubblic
ate da balletti, ed alcune parodie de’ componimenti che si recitavano
nel
Teatro Francese, e nel Teatro Lirico. Simili dile
une parodie de’ componimenti che si recitavano nel Teatro Francese, e
nel
Teatro Lirico. Simili dilettevoli rappresentazion
no le Sage, Colle, Fuselier, Roy, Ornerai, Crolet, Vadè. Panard morto
nel
1764 scrisse un gran numero di componimenti buffi
orì, altre ne compose bene ricevute, e fralle altre Bastiano Bastiana
nel
1753, gli Ammaliati nel 1757, ed Annetta e Lubino
ne ricevute, e fralle altre Bastiano Bastiana nel 1753, gli Ammaliati
nel
1757, ed Annetta e Lubino nel 1762. Ma generalmen
stiano Bastiana nel 1753, gli Ammaliati nel 1757, ed Annetta e Lubino
nel
1762. Ma generalmente però fuvvi intorno a quel t
magie, i delirii, e le stranezze le più scurrili crebbero soprammodo
nel
paese dove nacquero Fedra, Cinna e Zaira. Serva p
, Cinna e Zaira. Serva per pruova di ciò il Vello d’oro rappresentato
nel
1786 la piggiore tralle cattive opere musicali, e
alle cattive opere musicali, e l’Alcindoro di Chabannes rappresentato
nel
1787, ed il Re Teodoro a Venezia del sig. Moline
ni spettacolose, e l’Anfitrione in tre atti nato e morto in un giorno
nel
1788. Dopo simili mostruosità furonvi dall’epoca
e Zoe loriceve con tutti i segni di viva affezione, e lo fa occultare
nel
suo gabinetto all’arrivo di Dulinval, cui già la
utore inetto e per la timidezza di un rivale. L’anno stesso si rimise
nel
medesimo teatro Annetta e Lubino opera pastorale
di semplicità graziosa e di melodia. Si sono parimente rappresentate
nel
medesimo teatro ed in altri di Parigi con varia f
rancidi stemperati in tre atti compongono quest’opera comica recitata
nel
teatro così detto l’anno 1800. La Fille en lotter
non meno varia fortuna; ma ad accezione di alcune che ne accenneremo
nel
parlar del Vaudeville e de’ teatri materiali fran
o al paragone di quanto si è mai prodotto in simil genere». Si recitò
nel
medesimo teatro a que’ dì il Dancourt che riscoss
mplice, l’azione naturale; convenevole lo stile. Passa per eccellente
nel
suo genere le Portrait de Fielding, Madama Deshou
r, la Nièce curieuse, l’Entrevue, e le Rendez-vous de Maurice, ebbero
nel
proprio teatro mediocre riuscita. Ne tralascio un
intera marmorea del Voltaire. Nel teatro dell’Opera alzato in Parigi
nel
1769 co’ disegni dell’architetto Moreau di figura
scalinata dirimpetto alla scena. Nel palazzo di Versailles si edificò
nel
1770 dall’architetto Gabriel un teatro di figura
orte nella passata dinastia occupava il parterre, ed il sovrano sedea
nel
mezzo. Ampliata Parigi nella parte detta i Baloar
ccennerò una parte di quel che vidi rappresentarvisi nella mia dimora
nel
1800. Nel teatro de la Gaitè si recitavano compon
giovane, imitazione stravagante di Shakespear. Si vedeva a quel tempo
nel
teatro delle Vittorie nazionali Adela e Leonora,
e conjugale, ed il Diavolo color di rosa. Nel teatro Montausier che è
nel
recinto del Palais-Royal, si rappresentavano mal
rancesi dove compariscono componimenti recitati e musicali. Si eresse
nel
1756 sui disegni dell’architetto Soufflot. Di fig
ne di palchi similmente forniti di scalini. Questo edifizio (dicesi
nel
trattato del Teatro) è ben provvisto di convenien
, ed ha la facciata retta a tre ordini di finestre con gran ringhiera
nel
mezzo, e con balaustrata in cima arricchita di st
ad esse opposte, e formano altrettanti portici aperti. Tre di questi
nel
mezzo comunicano colla principale scalinata, e i
mitologico non soggetto a regolarità ed a verisimiglianza. In Francia
nel
XVII secolo e nel seguente hanno continuato a com
getto a regolarità ed a verisimiglianza. In Francia nel XVII secolo e
nel
seguente hanno continuato a comparire i drammi di
. Quinault, e l’ultima recita dell’Armida colla musica di Lulli segui
nel
dicembre del 1764 col solito applauso e concorso;
degli ultimi tempi del XVIII secolo. Egli seppe adattare alla musica
nel
1772 l’Ifigenia di Racine e l’inviò al maestro Gl
l’uditorio lo scioglimento. «Senza il soccorso delle macchine (dicesi
nel
Mercurio del maggio di quell’anno) senza l’interv
ca ad imitazione della forma ricevuta dagli antichi rinasce in Italia
nel
secolo XIV. Mentrechè risorgeva dentro le alpi
stato nella moderna Italia quello che furono Omero in Grecia ed Ennio
nel
Lazio, giva sublimandosi e perfezionandosi, e con
uropa per mezzo degli stessi Italiani. E ciò fra noi venne a produrre
nel
XIV secolo poesie teatrali latine ad esempio dell
ali latine ad esempio delle antiche, le quali precedettero quelle che
nel
XV si scrissero in volgare. I teatri d’Italia ris
i cantati sin dal secolo precedente. Albertino Mussato Padovano, nato
nel
1261 e morto nel 1330, ci fa sapere che già nel 1
secolo precedente. Albertino Mussato Padovano, nato nel 1261 e morto
nel
1330, ci fa sapere che già nel 1300 scriveansi co
ussato Padovano, nato nel 1261 e morto nel 1330, ci fa sapere che già
nel
1300 scriveansi comunemente tra noi in versi volg
di qualunque spezie si fussero, non dee dirsi che essi cominciassero
nel
1304 allorchè nella Toscana fecesi la festa, in c
ma se si riguardi a’ tempi, alla barbarie e allo stato delle lettere
nel
rimanente dell’Europa, recherà maraviglia e dilet
esse molto lontano da quello del Petrarca33. Furono esse però scritte
nel
XIV secolo, e s’ aggiravano l’una sulle vicende d
dea, l’altra sull’espugnazione di Cesena fatta dal Cardinale Albornoz
nel
1357, la quale viene piuttosto attribuita al dott
ella di Roscio, a cui lo comparava per la dottrina e per l’eccellenza
nel
rappresentare34. Basta questo racconto de’ pregi
e storici del suo tempo, nato in Capo d’Istria circa il 1349 e morto
nel
1431 in Ungheria presso l’imperador Sigismondo. L
dia scritta in terza rima mista ad altre maniere di versi, e stampata
nel
1523: ma non apparisce su qual fondamento l’asser
e apologetica. Ma il Sig. Lampillas volle negare apologeticamente che
nel
XIV secolo si fossero scritti in Italia componime
Sig. Lampillas aggiugnere ora a quanto in tal proposito a lui scrissi
nel
mio Discorso Storico-critico, l’autorità del di l
ssai dappresso al punto della perfezione, una folla di loro imitatori
nel
seguirli sempre senza raggiungergli ne ripetevano
avvilirla colla galanteria, avea cominciata una Ifigenia in Tauride,
nel
cui piano non entravano amori. Ma egli lasciò le
ragedia senza appressarsi ai modelli grandi. Giovanni Campistron nato
nel
1656, e morto nel 1723 scrisse diverse tragedie c
essarsi ai modelli grandi. Giovanni Campistron nato nel 1656, e morto
nel
1723 scrisse diverse tragedie che non cedono per
e la Grange Chancel. Antonio La Fosse detto d’Aubigny nato in Parigi
nel
1653, e morto a’ 2 di novembre del 1708, corse la
languore, e pieno com’era della lettura degli antichi Greci e Latini,
nel
1696 se rappresentare ed imprimere la prima sua t
saggio più vigoroso e più deciso de’ tragici suoi talenti, e svegliò
nel
pubblico, e ne’ posteri viva brama che egli avess
utto il vantaggio che presenta tale argomento. La Grange Chancel nato
nel
1678, e morto nel 1758 scrisse varie tragedie in
che presenta tale argomento. La Grange Chancel nato nel 1678, e morto
nel
1758 scrisse varie tragedie in istile debole e tr
da lui appropriato a’ personaggi della storia dell’Egitto. Si recitò
nel
1701. Il Voltaire riconosce nell’Amasi più arte e
più arte ed interesse, che nella Merope di Jean la Chapelle recitata
nel
1683, e non meno deturpato da un amore non tragic
merito disuguale, e difetti contrarii. Antonio Hudard La-Motte nato
nel
1672, e morto nel 1731 era veramente uomo d’ingeg
e difetti contrarii. Antonio Hudard La-Motte nato nel 1672, e morto
nel
1731 era veramente uomo d’ingegno, erudito, e non
el tempo della rappresentazione con quello degli evenimenti. Lo stile
nel
Romolo si risente più che nella precedente del di
Non è poi verisimile che Tazio vegga di lontano scintillare i pugnali
nel
volersi trucidar Romolo, troppo spazio dovendo co
ice da parte di avere scritto il biglietto, manifesta mancanza d’arte
nel
poeta, ed oltre a ciò con poca verisimiglianza e
oi la riconoscenza rende meno meravigliosa la rivoluzione, ed incorre
nel
difetto del Voltaire. Nè anche si riconosce come
n testimonio glorioso nell’approvazione che ne diede m. de Fontenelle
nel
1732 quando si volle imprimere, j’en ai jugè com
mprimere, j’en ai jugè comme le public . Non saprei dire se La Motte
nel
comporla avesse avuto presente qualche modello in
Il signor di Crebillon nato in Digione l’anno 1674 e morto in Parigi
nel
1762, è il primo tragico francese che in questo s
torto da Federigo II re di Prussia in una lettera scritta al Voltaire
nel
febbrajo del 1749 venga tutta la tragedia ripresa
vola è un carattere incerto, e più d’uno lo reputerà stolto o maligno
nel
giudicar suo fratello. Stolto o maligno parimente
nni ottantuno. L’altro insigne tragico di cui può vantarsi la Francia
nel
nostro secolo, è il celebre Francesco Maria Aroue
iamo di ripetere nojosamente o quanto l’autore scrisse in più lettere
nel
1719 criticando l’Edipo di Sofocle, quello del Co
alanteria di Filottete colla vecchia Giocasta. La Marianna pubblicata
nel
1723 ebbe alla prima un successo poco felice. Il
a fine la rappresentazione. L’uditorio ravvisò non so che di ridicolo
nel
veleno presentato a Marianna in una coppa. Nel se
teatrale è parimente la scena seconda dell’atto V, in cui ella posta
nel
maggior rischio della sua vita sdegna di seguir V
e vuol salvarla. Giunio Bruto rappresentata la prima volta in Parigi
nel
1730 fu composta in Londra, e dedicata a milord B
rza dell’atto V Bruto manda i Padri Coscritti e Valerio in Senato; ma
nel
corto intervallo, in cui si recitano 14 versi, il
quale meglio si diffini da se stesso. C’est l’auteur (di se diceva
nel
discorso premesso all’Alzira) de quelques pièces
giaco del Racine, non nell’aspro ed inelegante del Crebillon; ma cade
nel
brillante e nell’epico fuor di proposito. La Mort
ma ugualmente senza snervarlo con amori come era avvenuto in Francia
nel
principio del secolo. Voltaire colà lo ricondusse
dimorare sempre alla vista del popolo Romano. Zaira uscita alla luce
nel
1732 fu scritta interamente in ventidue giorni, e
stessa il proprio figlio. Ma la sana critica non lascia di desiderare
nel
bel componimento francese qualche altra perfezion
uelli di Narba e d’Ismenia nell’atto III, nè il parlar da parte usato
nel
calore del maggior pericolo, come fa lo stesso Na
on può godere di sì interessante situazione, nè esser commosso quanto
nel
teatro greco e nella Merope del Maffei per affret
’ popoli, non si smentisce apertamente e si dimostra inetto e stupido
nel
voler ch’ella passi nel tempio insieme col figlio
ce apertamente e si dimostra inetto e stupido nel voler ch’ella passi
nel
tempio insieme col figlio, per costringerla alle
, est l’èsclave où le maître. Ma Polifonte dovea dopo ciò persistere
nel
matto suo disegno? dovea conchiudere, t’aspetto a
ui parzialità per la Merope Volteriana, non potè lasciar di dire che
nel
miglior punto della passione rimane una fantasima
abile il carattere del ben dipinto impostore. Coloro che hanno veduto
nel
Maometto mille difetti mentre i Parigini si affol
re quanto la forza della virtù della religione Cristiana che consiste
nel
perdonare ed amare l’inimico, sovrasti a tutte le
sti a tutte le virtù del gentilesimo. Quest’eroismo Cristiano trionfa
nel
perdono che dà il moribondo Gusmano all’idolatra
ccia or la ripone. Vivete senza odiarmi. La Semiramide rappresentata
nel
1748 non ismentisce la forza e la maestà dello st
Nino molte e rilevanti opposizioni. In prima un’ ombra che apparisce
nel
più chiaro giorno alla presenza de’ principi, de’
ra, or non bastava di far loro sapere l’arcano? Il poeta si è perduto
nel
suo piano, e dà la più atroce idea della divinità
bbe mostrarsi evidente la necessità che obbliga Semiramide ad entrare
nel
mausoleo. Non ha ella altri mezzi più certi e più
ce pienamente l’effetto che si cerca. Lo sforzo dell’ingegno consiste
nel
ben concatenare i pensieri co’ fatti in guisa che
ll’Atreo apprestò ancora la materia alla di lui Roma salvata recitata
nel
1752, all’Oreste, ed a’ Pelopidi. Trasse anche Vo
ranze che sorgono da i precedenti. L’Orfano della China rappresentata
nel
1755 non è la stessa azione dell’Eroe Cinese del
autela, benchè inutile, il tacere che fa Amenaide il nome di Tancredi
nel
biglietto che la rende colpevole; ma la dichiaraz
co’ più patetici colori nella morte dell’eroe. Sabatier des Castres
nel
libro de’ Tre secoli decide che Alzira, Maometto,
enzogne e tratti maligni sulle opere acclamate di coloro che non sono
nel
numero de’ loro benefattori. Una folla di bastard
di battere alla meglio il dritto sentiero. Guymond de la Touche nato
nel
1729 in Chateu-Roux nel Berrì e morto nel 1760 in
il dritto sentiero. Guymond de la Touche nato nel 1729 in Chateu-Roux
nel
Berrì e morto nel 1760 in Parigi, compose una Ifi
. Guymond de la Touche nato nel 1729 in Chateu-Roux nel Berrì e morto
nel
1760 in Parigi, compose una Ifigenia in Tauride,
iero furibondo che non respira che vendetta, si cangia repentinamente
nel
V e diventa eroico e virtuoso. L’autore ebbro del
nti accumolati in un dì senza verisimiglianza, nè Filottete publicata
nel
1786 imitata dalla tragedia di Sofocle, quasi vol
scrisse le Amazoni che si trova nelle di lei opere impresse in Parigi
nel
1788, se non si vede sulle scene. Ma Place traspo
terre, e Adele de’ Ponthieu. La sola sua Venezia salvata riuscì assai
nel
rapprensentarsi e rimase al teatro. Il commediant
nel rapprensentarsi e rimase al teatro. Il commediante Ma Noue morto
nel
1761 scrisse Maometto II che rimase al teatro. Vo
un madrigale in occasione del suo Fanatismo. Poinsinet nato in Parigi
nel
1735 tradusse varii poeti Greci, e specialmente A
Giovanni Racine. Il marchese Le Franc de Pompignan nato in Montalbano
nel
1709 si esercitò in più di un genere poetico, ed
Ferney non accordò la sua protezione. Alessio Piron nato in Digione
nel
1689 e morto in Parigi nel gennajo del 1755 frall
protezione. Alessio Piron nato in Digione nel 1689 e morto in Parigi
nel
gennajo del 1755 fralle altre specie drammatiche
ecie drammatiche coltivò la tragedia, e diede al teatro il Callistene
nel
1730 tragedia di semplice viluppo che punto non r
vi tornò a comparire. Più complicato fu il suo Gustavo Wasa composto
nel
1733 che ebbe venti rappresentazioni successive e
vi si ripete sempre con pari successo. Fernando Cortes si rappresentò
nel
1744 senza applauso. Il credito dunque che godè P
diletto dell’uditorio ed il trionfo della virtù, come appunto avviene
nel
Gustavo. Intorno al 1777 o 1778 si produsse con a
si è veduta ricomparire sempre con diletto, e si rappresentò di nuovo
nel
1793. È una dipintura de’ constumi selvaggi e spa
ar parola de’ tragici componimenti prodotti sulle scene della Francia
nel
formarsi la Repubblica Francese, convien parlare
e di un altro tragico nato in Parigi, cioè del signor di Belloy morto
nel
1775. Benchè privo egli si dimostri di certe qual
o, avea ben false idee dell’eroismo e della virtù. Ma se egli travide
nel
dipingere gli eroi ed i virtuosi, non si mostrò p
no l’esito di una mina, di cui si parla sin dall’atto I, da scoppiare
nel
V. Infallibile, al lor credere, è la riuscita di
scoppiata la mina, si dice di Avogadro e del Disertore morti entrambi
nel
sotterraneo. L’un et l’autre à la fois loin du p
ue baluardi istorici, cioè a una prefazione e ad alcune note stampate
nel
fine. Nell’una e nelle altre egli pretende giusti
ero? Non fuggirono i Francesi sopraffatti in Brescia, e si raccolsero
nel
castello? Non sempre la ritirata è viltà (lâchetè
i lui della storia, narrò ciò che si trova dagli storici riferito. Fu
nel
secondo giorno a ² il conte Luigi Avogadro, mentr
? Di qual diritto’ poi questo picciolo scarabbocchiatore di carta osò
nel
suo garbuglio tragico trattare il pontefice Giuli
e l’energia dello’ stile. Se si comparino le dipinture de’ caratteri
nel
poema epico del Voltaire, si trovano fuor di dubb
pieno di terrore ma che nella tragedia accenna ogni istante di cader
nel
languore veleno del teatro. Il cardinal di Lorena
to, ma Carlo non è posseduto dal fanatismo di Seide. Questo cardinale
nel
tempo della tremenda esecuzione si trovava in Rom
nza del popolo e de’ sacerdoti. Madama Raucourt e Talma si distinsero
nel
rappresentar Medea e Teseo. Sul teatro de’ Trouba
s compose a que’ dì una tragedia intitolata Montmorenci che si recitò
nel
mese Pratile nel Teatro della Repubblica. Ha il m
dì una tragedia intitolata Montmorenci che si recitò nel mese Pratile
nel
Teatro della Repubblica. Ha il merito di essere u
cò sul cominciar del 1800; Cajo Mario a Minturno di tre atti recitata
nel
maggio del 1791, che più non si rivide; e Bianca
più non si rivide; e Bianca e Montcassin di cinque atti rappresentata
nel
1799. Quanto alla prima rende vie più manifesta l
una per premiarlo dichiarandolo patrizio e senator veneto. Si propone
nel
tempo stesso una legge che stabilisce che qualunq
o per malizia abbia commercio con gli ambasciadori esteri, o si trovi
nel
recinto delle loro case, sia reo di morte. La leg
ngustie ed i suoi dubbii. Contarini dice, io gli farò svanire; venite
nel
bel mezzo della notte nell’antica cappella del mi
rticolare della casa di Contarini con altare, in cui una porta aperta
nel
mezzo lascia vedere una sala con finestre che dan
n un bigliettino un momento di udienza secreta. Bianca glie l’accorda
nel
luogo indicato, stimandolo opportuno (in caso che
esto? Quello del Consiglio de’ Tre, gli dice Pisani; quì pronuncia, e
nel
fondo punisce. Montcassin e Pisani si ritirano, e
rime est evident, le reste est mon secret. Conferma quanto è scritto
nel
processo verbale, e sottoscrive. È condotto dietr
vuole che prosegua. Bianca riferisce che Montcassin è venuto la notte
nel
palazzo da lei introdotto, e che ella giurò innan
toria veneta. Si ha da essa che una gentil donna per nome Teresa nata
nel
1601 fu moglie di un nobile de’ Contarini uomo zo
Venezia. Ma è permesso in un fatto recentissimo falsificare la storia
nel
più essenziale, cioè nell’essere e nel carattere
ntissimo falsificare la storia nel più essenziale, cioè nell’essere e
nel
carattere del protagonista? E qual vantaggio ne r
orioso e necessario il silenzio del Foscarini, non si può riconoscere
nel
Montcassin di Arnault. Quanto poi allo stile, i l
us français quand il faisait des vers. a. Voltaire afferma ch’egli
nel
medesimo anno ne mandò fuori due, l’uno in versi
Vedi il libro di m. Gaillard Melange Litteraire impresso in Amsterdam
nel
1756. a. Verdizzotti vol. II de’ Fatti Veneti da
mura furono in regno i figliuoli della famiglia del Balso già estinta
nel
principe Pirro, la cui unica figliuola Isabella f
ncrescevole aspetto di un gran voto della storia teatrale. Esso seguì
nel
lungo periodo interposto dalla corruzione della p
quentati. Di moltissimi altri teatri rimangonci anche oggi gli avanzi
nel
rimanente dell’Italia. Oltre a quello di Padova,
si ammira e si conserva col nome d’Arena. Vestigii di teatro veggonsi
nel
Piceno dove era Alia rovinata dal Goto Alarico, d
la parte di oriente. Oltre Terracina ancora, seguitando la Via Appia,
nel
luogo dove fu Longola città descritta da Dionigi
no di dignità fra questo legislatore e capo degli Ebrei e la Divinità
nel
roveto ardente, e finalmente in un racconto fatto
ove ad altre feste accadde. Oltre delle regioni Europee già nominate,
nel
rimanente dove giunsero le vincitrici armi di Rom
Murviedro le rovine del teatro Saguntino, essendo questa città eretta
nel
regno di Valenza sulle ceneri dell’antica Sagunto
ingiuriose contro il re Agamennone. Assai di rado egli fecesi vedere
nel
teatro dopo che una volta a richiesta del popolo
ù illustri, e le matrone più nobili facevano a gara nell’arricchirla,
nel
trattarla con somma famigliarità, e nell’amarla f
ì caro il pantomimo Batillo, che lo creò edituo del suo tempio eretto
nel
proprio palazzo, siccome apparisce dall’iscrizion
retto nel proprio palazzo, siccome apparisce dall’iscrizione scolpita
nel
di lui sarcofago recata dal Fabretto e dal Ficoro
ttere aspramente, insultando frattanto al di lui dolore, con dire che
nel
tuono lamentevole ancora spiccava la dolcezza del
i delle provincie; ne collocò uno nell’ordine de’ cavalieri; un altro
nel
senatorio; ed uno che da giovine avea rappresenta
Romano dopo la Grecia. Se non tutta l’eccellenza drammatica rinacque
nel
Lazio, una gran parte in Italia ne risorse. Ma gl
Troade di Seneca e all’Agave di Stazio. La grandezza eroica campeggia
nel
loro stile con carattere particolare, meno attacc
vo sulle scene profanate. Cosi la vera drammatica senza perfezionarsi
nel
Lazio fu distrutta dalle depravazioni mimiche, ed
si il Dizionario critico di Pietro Bayle artic. Ezechiel. a. Tacito
nel
XIV degli Annali. b. Così racconta Asinio Pollio
i Annali. b. Così racconta Asinio Pollione nella lettera 32 inserita
nel
VII libro delle Famigliari di Cicerone. a. Trova
33. b. Lo stesso biografo nella Vita di Vitellia c. 12. c. Erodiano
nel
libro V.
durre veruna novità! Ma quell’abitatore d’Icaria, che ne sorprese uno
nel
suo podere, fu per sicurezza della sua vigna cons
un sacrifizio e un convito rinnovato ogni anno in tempo di vendemmia,
nel
quale la licenza del tripudio e l’ubbriachezza sv
comico poeta. Apollofane da Suida vien detto, antico poeta comico, e
nel
l’Antologia tragico. Cefisodoro, Forono, Egesippo
on attigit. Gli Episodii così purificati da ogni mescolanza comica,
nel
passare nel l’olimpiade LXVII in mano di Frinico
Gli Episodii così purificati da ogni mescolanza comica, nel passare
nel
l’olimpiade LXVII in mano di Frinico discepolo di
he meritò di essere introdotto in Atene. Cherilo l’ateniese che fiorì
nel
l’olimpiade LXIV, avea trovata la maschera ed abo
i rappresentò con tanto brio che scosse gli spettatori di un modo che
nel
medesimo teatro fu creato capitano; giudicando as
e l’ab. Vatry nelle sue erudite Ricerche sul l’origine della Tragedia
nel
tomo XV delle Memorie dell’Accademia delle Iscriz
et plaustris vexisse poemata Thespis. b. In fatti Arione che fiorì
nel
l’olimpiade XXXVIII fu uno di quelli che precedet
erso tragico, ed introdusse in iscena i satiri. Ne favella il Patrizi
nel
libro I delle Poetica nella Deca istoriale, che l
ta III del I tomo della presente Storia de’ Teatri impresso in Napoli
nel
1787. c. Vedi la di lui raccolta dei Frammenti d
degli ultimi tempi della Commedia Antica, il quale cominciò a fiorire
nel
l’olimpiade LXXXVI.
ie. Quanto più siamo persuasi dell’acutezza dell’ingegno spagnuolo
nel
trovar nelle cose il ridicolo, e dell’eccellenza
ia ci reca il vedere in quelle contrade sì negletta la buona commedia
nel
secolo XVIII, in cui anche nel settentrione vanno
contrade sì negletta la buona commedia nel secolo XVIII, in cui anche
nel
settentrione vanno sorgendo buoni imitatori di Te
l Domine Lucas è tolto da una commedia di Lope de Vega che ebbe luogo
nel
Teatro Spagnuolo del Linguet. Ma la favola del Ca
fu l’autore di una buona Poetica Spagnuola Ignazio Luzàn. Diede egli
nel
1751 alla luce in Madrid sotto il nome del Pelleg
to Nicolàs Fernandez de Moratin mentovato fra’ tragici si provò anche
nel
genere comico, e nel 1762 impresse la sua Petimet
de Moratin mentovato fra’ tragici si provò anche nel genere comico, e
nel
1762 impresse la sua Petimetra, nella quale, ad o
i locuzione, ma parvemi priva di energia e d’interesse nella favola e
nel
costume. Nel Saggio teatrale del sig. Sebastian y
a; ma gli mancò la necessaria sagacità nella scelta de’ più teatrali,
nel
dar loro la dovuta graduazione, nell’incatenarli
ione, nell’incatenarli ad una azione vivace propria della commedia, e
nel
prestarle interesse e calore. Tutte le altre favo
e alla Storia de’ Teatri in sei volumi, ed alle Addizioni che vi feci
nel
1798. Los Menestrales (gli artigiani) commedia d
e di Candido Maria de Trigueros si rappresentò e s’impresse in Madrid
nel
1784 in occasione della pace conchiusa coll’Inghi
espressione, ricco e copioso d’immagini e di maniere poetiche ammesse
nel
dramma pastorale, appassionato ne’ punti principa
muove e penetra nell’intimo dell’animo di chi legge o ascolta. Cresce
nel
IV il movimento pel festivo e lauto apparecchio d
ñorita Malcriada impresse nelle opere dell’autore, indi separatamente
nel
1788, due lodevoli argomenti felicemente scelti p
felicemente scelti per istruire e dilettare. Si rappresentò la prima
nel
1788 in Madrid nel Coral del Principe, e piacque.
per istruire e dilettare. Si rappresentò la prima nel 1788 in Madrid
nel
Coral del Principe, e piacque. La dipintura di un
rapalon che è un ritratto degli antichi sicofanti. La favola consiste
nel
discoprimento e nella punizione di donna Monica e
i coll’assonante. Taluno troverà soverchie le operazioni della favola
nel
periodo che si racchiude dall’ora di sesta all’an
uivale al Fausto della prima commedia; don Basilio che fa riconoscere
nel
finto marchese un vero truffatore di mestiere, co
nere de’ caratteri di Pepita, di Ambrosia, di Gonzalo e del marchese,
nel
qual personaggio con molta grazia si mette in rid
francesi, del cui carattere in Italia diede l’esempio Scipione Maffei
nel
suo Raguet, ed in Ispagna il riputato Isla, autor
ii coll’assonante erano composte sin dal 1786, ma la prima s’impresse
nel
1790 quando si rappresentò con piena approvazione
rima s’impresse nel 1790 quando si rappresentò con piena approvazione
nel
teatro detto del Principe. La seconda a me per am
essa dall’autore manoscritta, non so quando rappresentata, s’impresse
nel
1804 col nome arcadico dell’autore Inarco Melenio
co Melenio. La terza in due atti ed in prosa si rappresentò in Madrid
nel
medesimo teatro a’ 7 del febbrajo del 1792 quando
ultima in due atti ed in versi si pubblicò col medesimo nome arcadico
nel
1803. Sono state tutte e quattro da me rendute it
consentire che ella vada a chiudersi in un ritiro. Questa commedia è
nel
buon genere tenero, ed insinua la giusta avversio
re comico è la scena in cui Isabella ode il tiro di leva del vascello
nel
quale è ito ad imbarcarsi l’amante; finalmente ti
zione nella dolcezza ma con più senno indulgente, e più felice ancora
nel
frutto delle sue cure paterne, educa la sua Agnes
vole economia lasciano alla bacchettona il posto di figura principale
nel
quadro ossia nell’azione che consiste nel discopr
posto di figura principale nel quadro ossia nell’azione che consiste
nel
discoprimento della di lei falsa virtù e santità,
precedente, pure ne addurrò quì lo squarcio che ne pubblicai in versi
nel
1790 nel sesto volume di quest’opera: Vada (dic
e, pure ne addurrò quì lo squarcio che ne pubblicai in versi nel 1790
nel
sesto volume di quest’opera: Vada (dice della f
ranneggiava i commedianti nazionali. Dopo di avere l’ingegnoso autore
nel
1789 data la caccia a’ poetastri con un piacevole
colo intitolato la Derrota de los Pedantes (la sconfitta de’ pedanti)
nel
quale gli spaventa, gli schernisce, gli dipinge g
go Commedia nueba, ove espone una fedel dipintura (a quel che si dice
nel
prologo) dello stato attuale del teatro spagnuolo
ne pedantaccio arrogante non men povero di lui. Nè l’uno nè l’altro è
nel
caso di effettuare tali nozze non avendo danari p
una commedia che ha data al teatro, e col prezzo di essa promessogli
nel
caso che la commedia riesca accetta al pubblico,
rla in case particolari, dalle quali passò a rappresentarsi in Cadice
nel
pubblico teatro mutilata e deformata. La geniale
oleva che si escludesse da ogni buon teatro. Può vedersene un esempio
nel
sainete intitolato la Tragedia de Manolillo, in c
camicia e lacero dopo di aver compito il decennio della sua condanna
nel
presidio di Ceuta. L’azione consiste nella morte
vero, egli ha rannicchiate, poste in iscorcio disgraziato e dimezzate
nel
più bello le di lui favole, a somiglianza di quel
più volte testimonio; ma sento che egli ha continuato sino alla morte
nel
medesimo gusto. Ecco quanto un degno poeta spagnu
gli stesso ridicolamente millanta, ha di U. S. trionfato, come scrive
nel
Prologo del suo Teatro) ultimamente ha composta u
go del suo Teatro) ultimamente ha composta una Loa che si rappresenta
nel
Teatro del Principe, di cui a’ miei dì non penso
prima donna e prima amorosa. Fu sempre in ottime compagnie, fra cui,
nel
’53, in quella condotta e diretta da Antonio Feol
Nel ’56 era la prima attrice della Compagnia di Antonio Stacchini, e
nel
’57-58 della Compagnia Ligure, la seconda di prop
proprietà di Giuseppe Trivelli, e diretta dallo stesso Stacchini. Fu
nel
’66 con Colomberti e Casilini, poi con Cesare Vit
CCIOLO AJUDI che nell’arte drammatica potentissima somma sublime vaga
nel
riso terribile nell’ira pietosa nel pianto soavem
a potentissima somma sublime vaga nel riso terribile nell’ira pietosa
nel
pianto soavemente a voler suo ogni animo rapiva c
o de’ ritratti dell’artista. E questa manifestazione di stima, strana
nel
suo riprodursi, mi fa pensare a quell’artista che
Albani Antonia. Nacque a Brescia
nel
1730 circa. Fu prima attrice discreta in varie Co
ali. Fu poi prima attrice dei comici lombardi ai Fiorentini di Napoli
nel
1776. Vedova nel 1782, recitava nel Napoletano. L
attrice dei comici lombardi ai Fiorentini di Napoli nel 1776. Vedova
nel
1782, recitava nel Napoletano. L’Albani fu moglie
lombardi ai Fiorentini di Napoli nel 1776. Vedova nel 1782, recitava
nel
Napoletano. L’Albani fu moglie di un certo Panazz
CAPO V. Produzioni comiche di Commediani di mestiere
nel
secolo XVI. Un secolo dotto fa risplendere di
o da una lettera del Parabosco. Egli scrisse alcune commedie in prosa
nel
suo grazioso dialetto nativo mescolato talvolta c
1549 al 1556. Il Lombardo altro attore di professione diede alla luce
nel
1583 l’Alchimista sua commedia lodata. Fabrizio F
itan Coccodrillo comico Confidente, pubblicò in Parigi per l’Angelier
nel
1585 la commedia intitolata l’Angelica, che si ri
585 la commedia intitolata l’Angelica, che si ristampò poi in Venezia
nel
1607 pel Bariletto. Il famoso attore padovano Ang
Beolco chiamato il Ruzzante scrisse alcune commedie che s’impressero
nel
1598, cioè lo Fiorina, l’Anconitana e la Piovana,
te di buffoneria, e vi si faceva uso di maschere diverse, colle quali
nel
vestito, nelle caricature e nel linguaggio si esa
uso di maschere diverse, colle quali nel vestito, nelle caricature e
nel
linguaggio si esagerava la ridicolezza caratteris
le non entrassero gli stessi poeti, confondendosi gli uni negli altri
nel
libero popolo Ateniese sempre che gli autori non
e di bellezze e di mostruosità, non trovano competitori nell’Adisson,
nel
Van-Broug, nel Wicherley, in Gai, in Stèele? Garr
di mostruosità, non trovano competitori nell’Adisson, nel Van-Broug,
nel
Wicherley, in Gai, in Stèele? Garrick che fu l’Es
nto si dolse, che aggravato dal male morì nell’istesso anno. Il Gozzi
nel
suo ditirambo pel Truffaldino Sacchi lo ricorda c
che andò ad avvertire il pubblico del cambiamento dello spettacolo. E
nel
capitolo XXXVIII, a proposito della rappresentazi
al Casali lo abbiamo nella prefazione del vol. XIII (ediz. Pasquali),
nel
quale è anche descritta la persona di lui. Quest’
ui. Quest’onorato galantuomo, provveduto d’intelligenza e di capacità
nel
mestiere, di bella statura e di buona voce, parla
avuto buona disposizione per la parte dell’amoroso. Una certa serietà
nel
sembiante, una certa durezza nella persona, un’in
Tragedie riusciva mirabilmente, e sopratutto nelle parti gravi, come
nel
Catone del Metastasio, nel Bruto dell’abate Conti
ente, e sopratutto nelle parti gravi, come nel Catone del Metastasio,
nel
Bruto dell’abate Conti, nella parte di Giustinian
el Metastasio, nel Bruto dell’abate Conti, nella parte di Giustiniano
nel
mio Belisario, ed in altre simili. Del resto poi
a famosa Compagnia dei Gelosi, magnificata da Francesco Andreini (V.)
nel
Rag. XIV delle Bravure, le parti di serva col nom
o Negromante dello Scala (V. op. cit.) ella si traveste da Mercurio ;
nel
Ritratto fra i personaggi è Lesbino paggio, poi S
nel Ritratto fra i personaggi è Lesbino paggio, poi Silvia milanese ;
nel
resto ella è quasi sempre serva, talvolta ostessa
li, non so la fonte di tal notizia, dice che del 1580 la Roncagli era
nel
fiore della sua giovinezza.
. Quanto più siamo persuasi della sagacità dell’ingegno spagnuolo
nel
trovar nelle cose il ridicolo, come altresì dell’
contrade sì negletta la buona commedia in questo secolo, in cui anco
nel
settentrione vanno sorgendo buoni imitatori di Te
l Domine Lucas è tolto da una commedia di Lope de Vega che ebbe luogo
nel
Teatro Spagnuolo del Linguet; ma la favola del Ca
fu l’autore di una buona Poetica Spagnuola Ignazio Luzàn. Diede egli
nel
1751 alla luce in Madrid sotto il nome del Pelleg
o Nicolàs Fernandez de Moratin già lodato fra’ tragici si provò anche
nel
genere comico, e nel 1762 impresse la sua Petimet
e Moratin già lodato fra’ tragici si provò anche nel genere comico, e
nel
1762 impresse la sua Petimetra, nella quale, ad o
lingua pura, e della di lui natural vivacità e grazia, riuscì debole
nel
dipingere la sua Doña Geronima e sforzato ne’ mot
i locuzione, ma parvemi priva di energia e d’interesse nella favola e
nel
costume. Nel Saggio teatrale del sig. Sebastian y
o, ma gli mancò la necessaria sagacità nella scelta de’ più teatrali,
nel
dar loro la dovuta graduazione, nell’ incatenarli
loro la dovuta graduazione, nell’ incatenarli ad un’ azione vivace, e
nel
prestare alla sua commedia interesse e calore24.
e ci rendono preziose le stravaganze del passato secolo. E quando mai
nel
tempo del Calderone venne fuori una favola più mo
786 non hanno veduta la luce delle stampe; due altre si sono impresse
nel
1786 e 1788. Appartengono le inedite a Don Leandr
oni a consentire che vada a chiudersi in un ritiro. Questa commedia è
nel
buon genere tenero ed insinua l’avversione alle n
’effetto; per quella in cui Isabella ode il tiro di leva del vascello
nel
quale è imbarcato l’amante; e finalmente per l’ar
zione nella dolcezza ma con più senno indulgente, e più felice ancora
nel
frutto delle sue cure paterne, educa la sua Agnes
vole economia lasciano alla bacchettona il posto di figura principale
nel
quadro ossia nell’azione che consiste nel discopr
posto di figura principale nel quadro ossia nell’azione che consiste
nel
discoprimento della di lei falsa virtù e santità,
ta Mal-criada, impresse nelle opere dell’ autore, e poi separatamente
nel
1788, argomenti felicemente scelti per instruire
e scelti per instruire e dilettare. La prima si rappresentò in Madrid
nel
Coral del Principe nel 1788, e piacque. La dipint
e dilettare. La prima si rappresentò in Madrid nel Coral del Principe
nel
1788, e piacque. La dipintura di un giovane educa
ltimo atto, è un ritratto degli antichi sicofanti. La favola consiste
nel
discoprimento e nella punizione di D. Monica e ne
coll’ assonante. Alcuno troverà soverchie le operazioni della favola
nel
periodo che si racchiude dall’ ora di sesta all’a
fetti, equivale all’ innamorato Fausto: D. Basilio che fa riconoscere
nel
finto Marchese un vero truffatore di mestiere, co
ture de’ caratteri di Pepita, D. Ambrosia, D. Gonzalo e del Marchese,
nel
quale con molta grazia si mette in ridicolo il ra
voleva che si escludesse da un buon teatro. Può vedersene un esempio
nel
sainete intitolato la Tragedia de Manolillo, in c
amicia e mal vestito dopo aver compito il decennio della sua condanna
nel
presidio di Ceuta. L’azione consiste nella morte
vero, egli ha rannicchiate, poste in iscorcio disgraziato e dimezzate
nel
più bello le di lui favole, a somiglianza di quel
sono io stesso stato più volte testimonio; ma sento ch’egli continua
nel
medesimo gusto. Ecco quanto un degno poeta Spagnu
secondo che egli stesso ridicolamente millanta, ha di V.S. trionfato
nel
Prologo del suo Teatro) ultimamente ha composta u
go del suo Teatro) ultimamente ha composta una Loa che si rappresenta
nel
teatro del Principe, di cui a’ miei dì non penso
Capo V Teatro Francese
nel
medesimo Secolo XVIII. Ne’ primi lustri del co
iù d’una volta superiore ai precedenti. M. Crébillon, nato in Digione
nel
1674, e morto in Parigi nel 1761, non poche volte
precedenti. M. Crébillon, nato in Digione nel 1674, e morto in Parigi
nel
1761, non poche volte si esprime con una robustez
stoica presa per eroismo da’ romanzieri e da’ tragici dozzinali. Fin
nel
severo Bruto ha conservato il padre: Proculus, à
tto di più d’un tragico. Nell’Edipo, sua prima tragedia rappresentata
nel
1718 avendo l’autore 24 anni, non evitò il gelo d
nel 1718 avendo l’autore 24 anni, non evitò il gelo dominante allora
nel
genere tragico degli amori subalterni, e l’istess
ria della vecchia Giocasta con Filottete. La Semiramide rappresentata
nel
1748, benché meno complicata di quella di Crébill
748, benché meno complicata di quella di Crébillon uscita al pubblico
nel
1717, fu censurata per l’intervento dell’ombra di
alla persiana! Oltracciò da qual necessità obbligata Semiramide entra
nel
Mausoleo? Non ha essa altri mezzi e più certi e p
rsuade, e non produce l’effetto bramato dal poeta. L’ingegno consiste
nel
concatenar sì aggiustatamente i pensamenti de’ pe
di questo secolo Dufresny, Destouches, Fagan, e Piron. Il primo, nato
nel
1648, e morto nel 1724, dopo d’aver travagliato p
ufresny, Destouches, Fagan, e Piron. Il primo, nato nel 1648, e morto
nel
1724, dopo d’aver travagliato per l’antico teatro
aggi236. M. Destouches, le cui commedie cominciarono a rappresentarsi
nel
1710, possiede arte e giudizio, e spirito comico,
de arte e giudizio, e spirito comico, e ritrae gli uomini al naturale
nel
Dissipatore, nel Vanaglorioso e c. benché nell’Uo
o, e spirito comico, e ritrae gli uomini al naturale nel Dissipatore,
nel
Vanaglorioso e c. benché nell’Uomo singolare copi
, o da qualche originale particolare nulla importante pel pubblico; e
nel
Filosofo maritato e nell’Irresoluto avrebbe Moliè
i e chiari, e per conseguenza piacevoli237. M. Fagan, nato in Parigi
nel
1702, e morto nel 1755, avea nel genere comico, s
conseguenza piacevoli237. M. Fagan, nato in Parigi nel 1702, e morto
nel
1755, avea nel genere comico, secondo che ci atte
cevoli237. M. Fagan, nato in Parigi nel 1702, e morto nel 1755, avea
nel
genere comico, secondo che ci attesta M. Palissot
r due altre, cioé l’Inquiet, e les Originaux. M. Piron, nato in Dijon
nel
1669, fé rappresentare nel 1725 la sua ottima com
, e les Originaux. M. Piron, nato in Dijon nel 1669, fé rappresentare
nel
1725 la sua ottima commedia intitolata la Metroma
oldoni nella commedia de’ Poeti. M. le Sage, nato a Ruys in Brettagna
nel
1677, e morto a Boulogne sur-mer nel 1747, diede
e Sage, nato a Ruys in Brettagna nel 1677, e morto a Boulogne sur-mer
nel
1747, diede al teatro francese l’eccellente comme
di Crispin rival de son Maître. Giambatista Rousseau, nato in Parigi
nel
1669 e morto nel 1740, compose anche due commedie
de son Maître. Giambatista Rousseau, nato in Parigi nel 1669 e morto
nel
1740, compose anche due commedie, le Flatteur e l
o questi soprallodati autori comici M. de la Chaussée, nato in Parigi
nel
1691, e morto nel 1754, ha maneggiato un genere d
ati autori comici M. de la Chaussée, nato in Parigi nel 1691, e morto
nel
1754, ha maneggiato un genere di commedia tenera
el 1691, e morto nel 1754, ha maneggiato un genere di commedia tenera
nel
pregiudizio alla moda, qual genere, se si fosse c
i senza giustizia proscritto dal giudizioso abate Sabatier de Castres
nel
suo Dizionario di Letteratura tom. I pag. 266 seq
mirabile, verseggiata eccellentemente, e rappresentata la prima volta
nel
1740. Per un atto intero, prima che si vegga, Cle
a alla viziosa ommedia lagrimevole241. M. de Voltaire é mal riuscito
nel
genere comico, tutto che fiavisi provato tante vo
li occhi della gioventù il seguente squarcio della medesima commedia,
nel
quale con una felicissima ironia si numerano le p
riferiti pochi tratti naturali e felici, e fuggirà d’imitar l’autore
nel
carattere d’un padre di famiglia, che piange a tu
ssettata ristucchevole saviezza in tutti i personaggi, e specialmente
nel
figlio naturale e in Costanza, che farà sempre sb
je le suis aussi etc.» Questa locuzione conviene alla commedia, ed é
nel
tempo stesso naturale e piena di calore. Tutto po
tezza dell’esclamazione di Clarendon, «Elle me pardonne», colla quale
nel
fine previene le parole di Eugenia già intenerita
spettatori, e diffondersi per la società. Carlo Collé, nato in Parigi
nel
1709, segretario ordinario e lettore del duca d’O
nario e lettore del duca d’Orleans, é autore di un Teatro di Società «
nel
quale (secondo che ci attesta il signor Palissot,
estato il suo disprezzo. Dupuis et Desronais é veramente una commedia
nel
gusto di quelle di Terenzio. I sentimenti ne sono
ll’autore stesso245. Per l’opera comica hanno lavorato Le-Sage, morto
nel
1747, Pannard morto nel 1760, Fuselier, Collé, Pi
l’opera comica hanno lavorato Le-Sage, morto nel 1747, Pannard morto
nel
1760, Fuselier, Collé, Piron, Orneval, Carolet, e
o il titolo di Commedianti del Re e una pensione di quindicimila lire
nel
1723. I componimenti da loro rappresentati ne’ pr
a commedia che partecipava della francese e dell’italiana istrionica;
nel
qual genere tra’ francesi si sono contraddistinti
urdo». Con giusta ragione afferma dunque il signor D. Antonio Eximeno
nel
suo libro dell’Origine e delle Regole della Music
uo libro dell’Origine e delle Regole della Musica etc. uscito in Roma
nel
1774, che «nonostante la riforma del teatro franc
bolognese Pier Jacopo Martelli, il quale ne ragiona con conoscimento
nel
suo Dialogo sopra la tragedia Antica e Moderna. «
agnar ciascuna parola con un atto che la denoti; ma di ciò e di altro
nel
mio Sistema Drammatico. «Sogliono, continua il Ma
palle all’attore mentre gli sta parlando; vizio frequente di Bouhour»
nel
quale, e nel di lui imitatore Quinault, censura i
ore mentre gli sta parlando; vizio frequente di Bouhour» nel quale, e
nel
di lui imitatore Quinault, censura il soverchio v
Gennaro Duca di Belforte. 230. Gli autori delle memorie di Trevoux
nel
mese di luglio del 1748 dissero: «Il semble qu’en
ri ch’essi adoprando vanno con tanta cura e frequenza, peccano spesso
nel
costume, nei caratteri, e nel verisimile. Leggasi
tanta cura e frequenza, peccano spesso nel costume, nei caratteri, e
nel
verisimile. Leggasi il Trattato della perfetta tr
hese Gorini Corio al suo Teatro Tragico e Comico, stampato in Venezia
nel
1732. 233. Il signor Palissot parlando del Conte
mmedia spagnuola di D. Juan de Mathos de Fragoso, intitolata Il Savio
nel
suo Ritiro, la quale, come prova l’avvocato Lingu
lata Il Savio nel suo Ritiro, la quale, come prova l’avvocato Linguet
nel
suo Teatro Spagnuolo tradotto in francese e stamp
et nel suo Teatro Spagnuolo tradotto in francese e stampato in Parigi
nel
1771, é superiore alle cennate tre copie. 245.
lti in un sol quadro somministrati dalla storia verace che nulla vela
nel
suo corso con maligna reticenza. L’uomo da pertut
li e delle vicende de’ regni, è pervenuto alla posterità che l’ammira
nel
Prometeo, ne’ Persi, ne’ Sette a Tebe. Sofocle su
scurano mai. Questi tre rari ingegni spiegavano tutta la loro energia
nel
delineare con maestria singolare le umane passion
loro energia nel delineare con maestria singolare le umane passioni,
nel
dipignere con verità e naturalezza i costumi, nel
le umane passioni, nel dipignere con verità e naturalezza i costumi,
nel
trionfare per una inimitabile semplicità di azion
a fiorente democrazia appunto perchè osò intrepidamente d’innoltrarsi
nel
politico gabinetto, e convertir la scena comica i
fane. Non fu tragico Anassandride, come lo reputò lo spagnuolo Andres
nel
parlar rapidamente di ogni letteratura, ma comico
a, ma comico della commedia mezzana secondo Ateneo, ed in essa, e non
nel
teatro tragico, introdusse le deflorazioni e le a
i mascherati di modo che lo stesso vizioso deriso, senza riconoscersi
nel
ritratto, rideva del proprio difetto. Dopo il Coc
o? Cadde nella Grecia stessa la sua bella commedia per rinascere indi
nel
Lazio mercè dell’ingegno di un Affricano. a. Ci
no alla antica Italia, trovansene di molte satiresche; e che i Romani
nel
copiare i Teatri Greci materiali, secondo Vitruvi
ere sylvis Audeat, & blando te oblectet ludicra risu. Intanto
nel
secolo XV. era nato nell’Italia ancora nell’Orfeo
rne pesta nelle loro contrade. Prese indi forma migliore la Pastorale
nel
XVI. fralle mani del Beccari, e si perfezionò fra
Lampillas, cioè che poco dopo il Rueda morì. Forse non si può morire
nel
più bello del fiorire? Non potendo l’Apologista p
te; e che in fine si ritirò vestendo l’abito de’ Cisterciensi, e morì
nel
1596.1. Se dovea egli fiorire ne’ primi anni del
sia dell’ingegno, il dimostrò a quel tempo, egli è forza che nascesse
nel
XV., nè verso gli ultimi anni, perchè l’esercizio
ente invincibile. Lo Stampatore Valenziano Giovanni Timoneda impresse
nel
1567. le Commedie, e i Colloquj del Rueda: ma Tim
ma Timoneda era amico del Rueda, e impresse in Siviglia qualche opera
nel
1511.; dunque allora fioriva Lope de Rueda. Non è
Ammetto intanto la correzione già da me stesso fatta anticipatamente
nel
mio Libro dell’enorme equivoco di aver chiamati C
trando la loro laboriosissima vita; e il suo Libro impresso in Madrid
nel
1583., nel 1603., e nel 1614., ed anche in Lerida
oro laboriosissima vita; e il suo Libro impresso in Madrid nel 1583.,
nel
1603., e nel 1614., ed anche in Lerida, s’intitol
ssima vita; e il suo Libro impresso in Madrid nel 1583., nel 1603., e
nel
1614., ed anche in Lerida, s’intitolò El Viage en
i un Agostino de Roxas, più di un’opera col medesimo titolo, impressa
nel
medesimo Madrid, nel medesimo tempo: veda se può
s, più di un’opera col medesimo titolo, impressa nel medesimo Madrid,
nel
medesimo tempo: veda se può dire, che il testo de
’inventore della Pastorale. Un altro ne riconosce il Signor Lampillas
nel
nobile Poeta Garcilasso de la Vega. Questo felice
samente Dramma l’Albanio, in cui non v’ha operazione alcuna compiuta,
nel
che è posta l’essenza del Dramma, come è chiaro d
intera del loro luminoso merito poetico dee tenersi avanti gli occhi
nel
ricordare i trapassati valentuomini. Non è però c
a Nazione Spagnuola, avesse motu proprio a stimare, e nominar Dramma (
nel
rigore di tal voce) un’ Ecloga?
CAPO V. Tragedia Francese
nel
secolo XVIII. Decadendo l’arte de’ Sofocli in
avvilirla colla galanteria, avea cominciata un’ Ifigenia in Tauride,
nel
cui piano non entravano amori. Ma egli lasciò le
tragedia senza appressarsi a’ gran modelli. Giovanni Campistron nato
nel
1656 e morto nel 1723 scrisse diverse tragedie, c
ppressarsi a’ gran modelli. Giovanni Campistron nato nel 1656 e morto
nel
1723 scrisse diverse tragedie, che non cedono per
compose anche una Polissena tragedia regolare: La Grange Chancel nato
nel
1678 e morto nel 1758 che scrisse varie tragedie
Polissena tragedia regolare: La Grange Chancel nato nel 1678 e morto
nel
1758 che scrisse varie tragedie in istile trascur
e debole con viluppo romanzesco e tralle altre un Amasi rappresentato
nel
1701, argomento della Merope trasportato nell’Egi
e, merito disuguale e difetti contrarj. Antonio Houdard La Motte nato
nel
1672 e morto nel 1731 era veramente uomo d’ ingeg
le e difetti contrarj. Antonio Houdard La Motte nato nel 1672 e morto
nel
1731 era veramente uomo d’ ingegno, erudito, e no
Non è poi verisimile che Tazio vegga di lontano scintillare i pugnali
nel
volersi trucidar Romolo, troppo spazio dovendo co
ce da parte di avere scritto il biglietto, manifesta mancanza di arte
nel
poeta, ed oltre a ciò con poca verisimiglianza e
oi la riconoscenza rende meno maravigliosa la rivoluzione, ed incorre
nel
difetto del Voltaire. Nè anche si riconosce come
testimonio glorioso nell’ approvazione che ne diede M. de Fontenelle
nel
1732 quando si volle imprimere, j’en ai jugé comm
imprimere, j’en ai jugé comme le public. Non saprei dire se La Motte
nel
comporla avesse avuto presente qualche modello in
ed Inès ne hanno uno particolare non pur diverso ma opposto che solo
nel
fine si ricongiunge. Contro il tragico artificio
ua fiamma. M. Crebillon nato in Digione l’anno 1674 e morto in Parigi
nel
1762 è il primo tragico Francese che in questo se
torto da Federigo II re di Prussia in una lettera scritta a Voltaire
nel
febbrajo del 1749 venga tutta la tragedia ripresa
ola è un carattere incerto, e più di uno lo reputerà stolto o maligno
nel
giudicar suo Fratello. Stolto o maligno parimente
nni ottantuno. L’altro insigne tragico di cui può vantarsi la Francia
nel
nostro secolo, è il celebre Francesco Maria Aroue
riera32. Non ancora avea letto l’Edipo di Cornelio33, contando appena
nel
1718 anni diciannove della sua età34, quando scri
iamo di ripetere nojosamente o quanto l’autore scrisse in più lettere
nel
1719 criticando l’Edipo di Sofocle, quello di Cor
alanteria di Filottete colla vecchia Giocasta. La Marianna pubblicata
nel
1723 ebbe alla prima un successo poco felice. Il
a fine la rappresentazione. L’uditorio ravvisò non so che di ridicolo
nel
veleno presentato a Marianna in una coppa. L’auto
e di ridicolo nel veleno presentato a Marianna in una coppa. L’autore
nel
seguente anno cangiò questo genere di morte in qu
teatrale è parimente la scena seconda dell’atto V, in cui ella posta
nel
maggior rischio della sua vita sdegna di seguir V
e vuol salvarla. Giunio Bruto rappresentata la prima volta in Parigi
nel
1730 fu composta in Londra e dedicata a milord Bo
rza dell’atto V Bruto manda i Padri Coscritti e Valerio in Senato; ma
nel
corto intervallo, in cui si recitano quattordici
egiaco del Racine, non nell’aspro e inelegante del Crebillon; ma cade
nel
brillante e nell’epico fuor di proposito. La Mort
ma ugualmente senza snervarlo con amori, come era avvenuto in Francia
nel
principio del secolo. Voltaire lo ricondusse alla
dimorare sempre alla vista del popolo Romano. Zaira uscita alla luce
nel
1732 fu scritta interamente in ventidue giorni, e
roprio figlio al tiranno. Ma la sana critica non lascia di desiderare
nel
bel componimento francese qualche altra perfezion
uelli di Narba e d’Ismenia nell’atto III, nè il parlar da parte usato
nel
calore del maggior pericolo, come fa lo stesso Na
on può godere di sì interessante situazione, nè esser commosso quanto
nel
teatro greco e nella Merope del Maffei, per affre
’ popoli, non si smentisce apertamente e si dimostra inetto e stupido
nel
voler ch’ella passi nel tempio insieme col figlio
ce apertamente e si dimostra inetto e stupido nel voler ch’ella passi
nel
tempio insieme col figlio per costringerla alle a
est l’esclave ou le maître. Ma Polifonte dovea dopo ciò persistere
nel
matto suo disegno? dovea conchiudere: t’aspetto a
lui parzialità per la Merope Volteriana non potè lasciar di dire che
nel
miglior punto della passione rimane una fantasima
tabile il carattere del ben dipinto impostore. Ma coloro che vedevano
nel
Maometto mille difetti mentre i Parigini si affol
re quanto la forza della virtù della religione Cristiana che consiste
nel
perdonare ed amare l’inimico, sovrasti a tutte le
sti a tutte le virtù del gentilesimo. Quest’eroismo Cristiano trionfa
nel
perdono che dà il moribondo Gusmano all’idolatra
a or la ripone, Vivete senza odiarmi. La Semiramide rappresentata
nel
1748 non ismentisce la forza e la maestà dello st
Nino molte e rilevanti opposizioni. In prima un’ ombra che apparisce
nel
più chiaro giorno alla presenza de’ principi, de’
ra; or non bastava di far loro sapere l’arcano? Il poeta si è perduto
nel
suo piano, e dà la più atroce idea della divinità
bbe mostrarsi evidente la necessità che obbliga Semiramide ad entrare
nel
mausoleo. Non ha ella altri mezzi più certi e più
suade e non produce tutto l’ effetto. Lo sforzo dell’ingegno consiste
nel
ben concatenare i pensieri co’ fatti in guisa che
’ Atreo apprestò ancora la materia alla di lui Roma salvata, recitata
nel
1752, all’Oreste, a’ Pelopidi. Trasse anche Volta
ze che fanno nascere i precedenti. L’Orfano della China rappresentata
nel
1755 non è la stessa azione dell’Eroe Cinese del
autela, benchè inutile, il tacere che fa Amenaide il nome di Tancredi
nel
biglietto che la rende colpevole; ma la dichiaraz
più patetici colori nella morte dell’eroe. L’ab. Sabatier des Castres
nel
libro de’ Tre Secoli decide che Alzira, Maometto,
enzogne e tratti maligni sulle opere acclamate di coloro che non sono
nel
numero de’ loro benefattori. Una folla di bastard
occare il cuore spaventano e fanno inorridire. La Grange-Chancel nato
nel
1678 e morto nel 1758 molte tragedie scrisse in i
paventano e fanno inorridire. La Grange-Chancel nato nel 1678 e morto
nel
1758 molte tragedie scrisse in istile trascurato
he l’ Amasi che è l’argomento della Merope. Guymond de la Touche nato
nel
1729 e morto nel 1760 compose una Ifigenia in Tau
l’argomento della Merope. Guymond de la Touche nato nel 1729 e morto
nel
1760 compose una Ifigenia in Tauride che rimase a
mulati in un giorno senza verisimiglianza, nè il Filottete pubblicata
nel
1786 imitata dalla tragedia di Sofocle quasi rive
rodusse le Amazoni che si trova colle di lei opere impresse in Parigi
nel
1788. La Place ha tradotto molte favole inglesi,
ta riuscì molto sulle scene e vi rimase. Il commediante La Noue morto
nel
1761 scrisse il Maometto II che rimase al teatro,
un madrigale in occasione del suo Maometto. Poinsinet nato in Parigi
nel
1735 scrittore erudito, che ha tradotti varj poet
icità del Racine. Il marchese Le Franc de Pompignan nato a Montalbano
nel
1709 si esercitò in più di un genere, ed oltre al
altro tragico Parigino de’ nostri giorni, cioè di M. de Belloy morto
nel
1775. Benchè privo egli si dimostri di certe qual
o, avea ben false idee dell’eroismo e della virtù. Ma se egli travide
nel
dipingere gli eroi ed i virtuosi, non si mostrò p
no l’esito di una mina, di cui si parla sin dall’atto I, da scoppiare
nel
V. Infallibile, al lor credere, è la riuscita di
i scoppiata la mina si dice di Avogaro e del Disertore morti entrambi
nel
sotterraneo, L’un & l’autre à la fois loin
mezzo a due baluardi istorici, cioè a una prefazione e ad alcune note
nel
fine. Nell’una e nelle altre egli pretende giusti
iero? Non fuggirono i Francesi sopraffatti in Brescia e si raccolsero
nel
castello? Non sempre la ritirata è viltà, lâcheté
oy? Di qual diritto poi questo picciolo scarabocchiatore di carta osò
nel
suo garbuglio tragico trattare il pontefice Giuli
i più arte e interesse, che nella Merope di Jean la Chapelle recitata
nel
1683 e non meno deturpata dall’amore. La Chapelle
us Français quand il faisait des vers. 30. Voltaire afferma ch’egli
nel
medesimo anno ne produsse due uno in versi che si
rittore si diffinì meglio da se stesso. C’ est l’auteur (di se diceva
nel
discorso premesso all’ Alzira) de quelques pièces
. V. il libro di M. Gaillard Mélange Litteraire impresso in Amsterdam
nel
1756. 45. Fu nel secondo giorno il conte Luigi
Gaillard Mélange Litteraire impresso in Amsterdam nel 1756. 45. Fu
nel
secondo giorno il conte Luigi Avogadro, mentre in
tamura furono in regno i signori della famiglia del Balso già estinta
nel
principe Pirro, la cui unica figliuola Isabella f
crilegj commessivi, potendo vedersi nella storia del cardinal Bembo e
nel
Verdizzotti.
i fatti e le prodezze di Manoli Blessi strathioto, ci dice di lui che
nel
recitar commedie passò così avanti, da poter esse
attaglia di Lepanto. Dettò in veneziano alcune Rime, tuttavia inedite
nel
codice Marciano It. IX 173, e in lingua italiana
Graziano nella Compagnia de’Comici Gelosi che si recarono in Francia
nel
1572, sostituito nel 1578 da Ludovico De Bianchi
gnia de’Comici Gelosi che si recarono in Francia nel 1572, sostituito
nel
1578 da Ludovico De Bianchi ; e potrebbe anch’ess
a fatto recitare oggi una comedia dai Gratiani. 18 » » Heri si fece
nel
palazzo del Sig. Cesare Ecc.mo una comedia de’Gra
arla il Quadrio, e che cominciò a fiorire verso il 1560. « Il Ghilini
nel
suo Teatro – dice esso Quadrio – per occasione di
recitasse, come si ricava da una lettera dello stesso Capaccio posta
nel
Libro I del suo Segretario. »
Zanone Zanoni (nell’ediz. de'Motti brighelleschi, pubblicata a Torino
nel
1807 dal figliuolo Alfonso è Zannoni coll’n doppi
Gerolamo Medebach, e passando poi con Antonio Sacco, del quale sposò
nel
1750 la sorella maggiore Adriana, vedova di Rodri
più tardi con la Battaglia insieme a Giacomo Modena. L'arte sua somma
nel
rappresentare il suo personaggio, la facondia del
che con mio cognato le scritture non vagliono un fil di paglia. Anche
nel
noto ditirambo de'partigiani di Truffaldino lo Za
Sacchi, rappresentava cotesto vecchio con quella perfetta imitazione
nel
vestito, nella voce, negl’intercalari, nel gesto,
quella perfetta imitazione nel vestito, nella voce, negl’intercalari,
nel
gesto, e nella positura, che suol far sempre ne'
n morte, perchè el lassa quei, che da lu derivan, nei boni costumi, e
nel
ben star tutto el pagamento di quei debiti, che l
e per la serva L'è un gallo spasemado, che vorria far do chichirichi
nel
pollaro amoroso della vostra grazia. Circa furbe
iri ; la raccomanderò ai vento dei strattagemmi, per far che la colga
nel
segno dell’ardente suo desiderio. E via di quest
ata dallo Zannoni anche una commedia : La Patria, recitata in Ferrara
nel
carnovale del 1747 dalla Compagnia Medebach, nell
recite tra il 22 e il 6 giugno 1747. Tra le varie commedie ricordate
nel
Diario, di codesta Patria non è traccia alcuna. Q
e al mondo sotto brutto auspicio. Il primo brighella apparso a Parigi
nel
1671, faceva rabbia, tanto era detestabile ; lui
dena Luigia, figlia di Giuseppe Bernaroli e di Angela Vignoli, nacque
nel
1772 in Corsica. Sin da bambina mostrò forti atti
tt’anni diventò la prima donna assoluta della Compagnia di suo padre,
nel
qual ruolo ebbe applausi e onori e guadagni, spec
ricacciata da’ moti rivoluzionari. Cominciò il 1800, applauditissima,
nel
Teatro Nuovo di Firenze, e lo finì in Compagnia d
il 1807, a Napoli, ove rimasero cinque anni. Furono al Valle di Roma
nel
1812 e in altre città principali, e nel 1813 Luig
anni. Furono al Valle di Roma nel 1812 e in altre città principali, e
nel
1813 Luigia, a soli quarant’anni, diede il suo ad
i Giovan Battista, veneziano, attore tragico di sommo valore. Assunse
nel
1838 la direzione dell’Impresa dei Fiorentini, la
ssari e Visetti) andò con prospere sorti fino alla quaresima del '51,
nel
qual anno il Prepiani morì per infiammazione visc
se attrice : egli certo non ne parlò mai. L'attore Francesco Righetti
nel
citato Teatro Italiano, tesse di lui, tragico, l’
lui, tragico, l’elogio seguente : Oh ! Come trovai sublime Prepiani
nel
Catone di Metastasio in cui sosteneva la parte de
dal calore, dalla mimica di questo attore, si fu nella parte di Giuda
nel
Giuseppe riconosciuto, mediocrissimo dramma trado
olo dal Baschet, dall’ Ottonelli, dal Bertolotti e dal Belgrano che :
nel
1610 dirigeva a Genova una accolta di nobili dile
o che : nel 1610 dirigeva a Genova una accolta di nobili dilettanti ;
nel
1620 si trovava a Milano, e probabilmente si recò
anti ; nel 1620 si trovava a Milano, e probabilmente si recò a Parigi
nel
1621 ; nel 1640 era a Firenze. (V. Ranieri e Vale
1620 si trovava a Milano, e probabilmente si recò a Parigi nel 1621 ;
nel
1640 era a Firenze. (V. Ranieri e Valerini).
erseggiatori anche estemporanei, tra’ quali vuolsi che siesi distinto
nel
secolo XVII il poeta Poot, recitarono ancora favo
egiarsi la Danimarca della signora Passow nata in Copenaghen, e morta
nel
1757. Era ella stata celebre attrice del teatro n
nel 1757. Era ella stata celebre attrice del teatro nazionale, e poi
nel
1753 divenne moglie di un tenente del re che nel
tro nazionale, e poi nel 1753 divenne moglie di un tenente del re che
nel
1731 era stato capitano della compagnia dell’Indi
ima opera musicale danese rappresentata a spese di alcuni particolari
nel
1757 in Copenaghen colla mira di dimostrare che l
primi tentativi vennero in qualche modo superati da Olao Dahlin nato
nel
1708, che alcune ne scrisse meno imperfette. La n
la verità de’ caratteri, e il dialogo e lo stile. La Sposa per vanità
nel
bisogno, ed il Giovane castigato sono due commedi
teraria dell’Europa nell’aprile del 1764. b. Giornale Enciclopedico
nel
luglio del 1783.
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