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1 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO II. Pastorali Italiane. » pp. 131-143
sero il Sogno, e la Pastorella Regia di Giammaria Guicciardi impresse nel primo e nel secondo anno del secolo; la Dichiorgi
o, e la Pastorella Regia di Giammaria Guicciardi impresse nel primo e nel secondo anno del secolo; la Dichiorgia, o sia con
e dello sdegno dell’Aquilano Pompeo Interverio pubblicata in Vicenza nel 1604; il Rapímento di Corilla di Francesco Vinta
n Vicenza nel 1604; il Rapímento di Corilla di Francesco Vinta uscita nel 1605; il Filarmindo del conte Ridolfo Campeggi. A
olfo Campeggi. Alessandro Calderoni diede alla luce l’Esiglio amoroso nel medesimo anno 1607, in cui gli Accademici Intrepi
one in modo che non pajono accessorii. Pure in una parte del quarto e nel quinto intero torna l’interesse ad essere tutto p
ben colorito amor fanciullesco di costei e del suo Tirsi in Tracia; e nel racconto che se ne fa niun belletto nè arditezza
riconoscenza di Tirsi, e ne aumenta la vivacità il trasporto di Filli nel trovarlo infedele per le di lui medesime parole.
Tirsi infedele, perturbano sommamente l’azione, che viene nobilitata nel V atto col pericolo della vita di Tirsi, il quale
che gli donò l’arco incantato: e patetico l’equivoco preso da Alcippo nel IV atto, pensando aver trafitta la sua Meganira n
preso da Alcippo nel IV atto, pensando aver trafitta la sua Meganira nel provar l’arco. La Gelopea scritta in versi endeca
ritta in versi endecasillabi e settenarj liberi s’impresse in Venezia nel 1607, e colle opere dell’autore nel 1610. Vi si v
narj liberi s’impresse in Venezia nel 1607, e colle opere dell’autore nel 1610. Vi si vede più artifizio nel piano, viluppo
el 1607, e colle opere dell’autore nel 1610. Vi si vede più artifizio nel piano, viluppo più teatrale, caratteri più varj,
ssai conveniente alle persone imitate. L’azione che si finge accaduta nel Premontorio luogo amenissimo del borgo di San Pie
so sospetto della fede di Gelopea, e l’invita a scorgerne l’infedeltà nel medesimo fenile. Pregevole nell’atto III è la sce
di essere stati aggirati, ricuperano la tranquillità, e si confermano nel proposito di sposarsi come il padre di Gelopea co
svantaggio il confronto della Gelopea. L’Alcippo impressa in Venezia nel 1615 gareggia per la semplicità colle stesse grec
ornamento lirico. Tra esse può registrarsi la Finta Fiammetta uscita nel 1610 composta da Francesco Contarini che un’ altr
l 1610 composta da Francesco Contarini che un’ altra ne avea prodotta nel 1595. Una Nuova Amarilli pubblicò il Gambaruti me
(Nota III). Giulio Cesare Cortese compose la Rosa favola boschereccia nel dialetto Napoletano pubblicata nel 162167. Filipp
ompose la Rosa favola boschereccia nel dialetto Napoletano pubblicata nel 162167. Filippo Finella produsse in Napoli nel 16
Napoletano pubblicata nel 162167. Filippo Finella produsse in Napoli nel 1625 e nel 1628 la Penelopea tragicommedia pastor
pubblicata nel 162167. Filippo Finella produsse in Napoli nel 1625 e nel 1628 la Penelopea tragicommedia pastorale, e nel
in Napoli nel 1625 e nel 1628 la Penelopea tragicommedia pastorale, e nel 1626 la Cintia. Domenico Basile fece una traduzio
menico Basile fece una traduzione Napoletana del Pastor fido impressa nel 1628. Nel medesimo anno si pubblicò la boscherecc
lata Dardo Fatale da Giambatista Bregazzano, il quale diede alla luce nel 1630 il Vendicato Sdegno favola pescatoria, e nel
ale diede alla luce nel 1630 il Vendicato Sdegno favola pescatoria, e nel 1637 le Varie Fortune boschereccia. Altre tre pes
di questo secolo furono l’Aci di Scipione Manzano impresso in Venezia nel 1600, l’Amaranta del Villifranchi del 1610, e la
i del 1610, e la Dori d’Isabetta Coreglia Lucchese stampata in Napoli nel 1634. Il Messinese Scipione Errico compose una gr
rmonia d’amore impressa due volte in Messina e la terza volta in Roma nel 1655. La rende pregevole l’ingegnosa semplicità d
mezzo di essi da personaggi, e soprattutto nell’atto V. Si registrano nel catalogo della biblioteca Imperiali due pastorali
prajo improvvisatore, il Siringo favola cacciatoria impressa in Siena nel 1636, ed il Negoziante uscita in Venezia nel 1660
atoria impressa in Siena nel 1636, ed il Negoziante uscita in Venezia nel 1660. Gian-Domenico Peri ne fu l’autore, il quale
tro maestro che il proprio genio e l’udito affinato dalla lettura che nel campo un altro caprajo faceva del Furioso e della
i nacque Don Vincenzo conte di S. Paolo in Puglia, che gli succedette nel ducato di Guastalla; ma tal componimento, per avv
Le altre due sono di Don Cesare Gonzaga II principe di Molfetta morto nel 1632 in Vienna di età ancor fresca. L’una s’intit
67. Di questa favola mentovata dal Fontanini e dal Gravina esaltata nel lib. II della Ragion Poetica si fecero quattro im
e nella decimaquinta edizione di tutte le opere del Cortese in Napoli nel 1666. De’ suoi pregi e di qualche difetto dello s
ienna scrisse di aver composta questa favoletta da recitare in musica nel passaggio della regina di Ungheria per Mantua. Ta
2 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO II. Pastorali Italiane del XVII secolo. » pp. 274-291
ero il Sogno e la Pastorella Regia di Giambatista Guicciardi impresse nel primo e secondo anno di esso; la Dichiorgia, ovve
e dello sdegno dell’aquilano Pompeo Interverio pubblicata in Vicenza nel 1604; il Rapimento di Corilla di Francesco Vinta
n Vicenza nel 1604; il Rapimento di Corilla di Francesco Vinta uscita nel 1605; il Filarmindo del conte Ridolfo Campeggi. A
enzione in modo che non pajono accessorii. Pure in una parte del IV e nel V intero torna l’interesse ad essere tutto per Fi
ben colorito amor fanciullesco di costei e del suo Tirsi in Tracia, e nel racconto che se ne fa, niun belletto, niuna ardit
iconoscenza di Tirsi, e ne aumenta la vivacità, il trasporto di Filli nel trovarlo infedele per le di lui medesimo parole.
Tirsi infedele, perturbano sommamente l’azione, che viene nobilitata nel V atto col pericolo della vita di Tirsi, il quale
a che gli donò l’arco incantato: patetico l’equivoco preso da Alcippo nel IV atto, pensando di aver trafitta la sua Meganir
eso da Alcippo nel IV atto, pensando di aver trafitta la sua Meganira nel provar l’arco. La Gelopea scritta in versi endeca
itta in versi endecasillabi e settenarii liberi s’impresse in Venezia nel 1607, e colle opere dell’autore nel 1610. Si vede
arii liberi s’impresse in Venezia nel 1607, e colle opere dell’autore nel 1610. Si vede in questa più artificio nel piano,
, e colle opere dell’autore nel 1610. Si vede in questa più artificio nel piano, viluppo più teatrale, caratteri più varii,
li e conveniente alle persone imitate. L’azione che si finge accaduta nel Premontorio luogo amenissimo del borgo di San Pie
so sospetto sulla fede di Gelopea, e l’invita a scorgerne l’infedeltà nel medesimo fenile. Pregevole nell’atto III è la sce
di essere stati aggirati, ricuperano la tranquillità, e si confermano nel proposito di sposarsi come il padre di Gelopea co
o sostenere il confronto della Gelopea. L’Alcippo impressa in Venezia nel 1615 gareggia per la semplicità colle stesse grec
ornamento lirico. Tra esse può registrarsi la Finta Fiammetta uscita nel 1610 composta da Francesco Contarini che un’altra
el 1610 composta da Francesco Contarini che un’altra ne avea prodotta nel 1595. Una Nuova Amarilli pubblicò il Gambaruti me
da uccellatori, mietitori. e pescatori. Giulio Cesare Cortese compose nel dialetto napoletano la Rosa favola boschereccia p
ompose nel dialetto napoletano la Rosa favola boschereccia pubblicata nel 1621. Viene questa favola mentovata dal Fontanini
favola mentovata dal Fontanini, ed esaltata da Gian Vincenzo Gravina nel libro secondo della Ragion Poetica. Se ne fecero
ica. Se ne fecero quattro edizioni sino al 1648, e comparve in Napoli nel 1666 nell’edizione quinta di Napoli con tutte le
della Coltura delle Sicilie. Filippo Finella anche in Napoli produsse nel 1625 e nel 1628 la Penelopea tragicommedia pastor
ra delle Sicilie. Filippo Finella anche in Napoli produsse nel 1625 e nel 1628 la Penelopea tragicommedia pastorale, e nel
produsse nel 1625 e nel 1628 la Penelopea tragicommedia pastorale, e nel 1626 la Cintia. Domenico Basile fece una traduzio
menico Basile fece una traduzione napoletana del Pastor fido impressa nel 1628. Nel medesimo anno si pubblicò la boscherecc
lata Dardo fatale da Giambatista Braganzano, il quale diede alla luce nel 1630 il Vendicato Sdegno favola pescatoria, e nel
ale diede alla luce nel 1630 il Vendicato Sdegno favola pescatoria, e nel 1637 le Varie fortune boschereccia. Tre altre pes
di questo secolo furono l’Aci di Scipione Manzano impressa in Venezia nel 1600, l’Amaranta del Villifranchi del 1610, e la
i del 1610, e la Dori d’Isabella Coreglia lucchese stampata in Napoli nel 1634. Il messinese Scipione Errico compose una pa
sa l’Armonia d’Amore impressa due volte in Messina e la terza in Roma nel 1655. La rende pregevole l’ingegnosa semplicità d
mezzo di essi da’ personaggi e soprattutto nell’atto V. Si registrano nel Catalogo della Biblioteca Imperiali due pastorali
prajo improvvisatore, il Siringo favola cacciatoria impressa in Siena nel 1636, ed il Negoziante uscita in Venezia nel 1660
atoria impressa in Siena nel 1636, ed il Negoziante uscita in Venezia nel 1660. Giandomenico Peri ne fu l’autore, il quale
tro maestro che il proprio genio e l’udito affinato dalla lettura che nel campo un altro caprajo faceva del Furioso e della
cui nacque Vincenzo conte di San Paolo in Puglia, che gli succedette nel ducato di Guastalla; ma tal componimento, per avv
ci. Le altre due sono di Cesare Gonzaga II principe di Molfetta morto nel 1632 in Vienna di età ancor fresca. L’una s’intit
oni a Vienna di aver composto questa favoletta da recitare in musica nel passaggio della regina di Ungheria per Mantua a.
3 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO III. Stato della Commedia Francese prima e dopo di Moliere. » pp. 36-58
elio illustrate le scene con gli Orazj, col Cinna e col Poliuto, cioè nel 1641 o 1642. Questa commedia assai piacevole di c
uale si cercava il ridicolo negli eventi immaginati con arte anzi che nel cuore umano che ne abbonda. Boisrobert, Scarron,
Poquelin detto Moliere a girar colla sua comitiva per le provincie, e nel 1653 rappresentò in Lione, indi in Beziers, in Gr
soggetto da’ commedianti Italiani; e Niccolò Barbieri detto Beltrame nel 1629 diede alla luce per le stampe la sua commedi
Quinault l’Amante Indiscreto ossia il Padrone Stordito rappresentata nel 1654, indi allo Stordito di Moliere incomparabilm
ziosissimo attore comico conosciuto col nome di Scaramuccia, il quale nel mese di giugno del 1662 prese congedo dal pubblic
letterati pieni d’invidia più che di gusto e d’intelligenza, Moliere nel seguente anno se ne vendicò comicamente facendo r
vvisata di Versailles recitata nell’ottobre del 1663, e poi in Parigi nel seguente mese. Derise in essa gajamente il modo d
dolo sulla condotta della moglie col Ritratto del Pittore. Ma dopochè nel 1664 ebbe egli dato al teatro la Princesse d’ Eli
Luigi XIV, il Convitato di pietra che scrisse in prosa in cinque atti nel 1665 d’infelice riuscita15, e la farsa dell’Amor
nfelice riuscita15, e la farsa dell’Amor Medico in tre atti, produsse nel 1666 il Misantropo che fu il primo capo d’opera d
vuol perdere la rendita di quarantamila lire, per lasciare a’ posteri nel suo processo un testimonio di una sentenza ingius
riprodusse e piacque. Una pastorale eroica, un’ altra comica cantata nel medesimo anno 1666, ed il Siciliano commedia-ball
l medesimo anno 1666, ed il Siciliano commedia-ballo 16 rappresentato nel 1667, precederono un altro capo d’opera, il famos
lla comica poesia e delle scene francesi. L’interesse che si desidera nel Misantropo, comincia nel Tartuffo a sentirsi sin
scene francesi. L’interesse che si desidera nel Misantropo, comincia nel Tartuffo a sentirsi sin dalla prima scena della v
nell’atto III il personaggio di Tartuffo, e col disinganno di Orgone nel IV. Nel 1668 comparvero l’Anfitrione e l’Avaro co
ui Moliere raccolse tutti i divertimenti introdotti nella scena, uscì nel 1670. La varietà degli oggetti che appagavano i s
ttacolo, di cui avea suggerito il piano lo stesso Luigi XIV, il quale nel primo tramezzo ballò da Nettuno, e nel sesto da A
lo stesso Luigi XIV, il quale nel primo tramezzo ballò da Nettuno, e nel sesto da Apollo; ma fu l’ ultima volta che questo
to da Apollo; ma fu l’ ultima volta che questo monarca che si trovava nel trentesimosecondo anno della sua età, comparve in
e scosso da alcuni versi del Brittannico di Racine (Nota V). La corte nel medesimo anno che applaudì gli Amanti magnifici,
nè di arte scarseggia la commedia delle Furberie di Scapino recitata nel 1671, sebbene il sacco in cui si avvolge Scapino,
nere comico più basso. Psiche tragedia-ballo che si era rappresentata nel carnevale del 1670, si ripetè nel 1671. Essa fu n
edia-ballo che si era rappresentata nel carnevale del 1670, si ripetè nel 1671. Essa fu notabile pel concorso degli autori
el 1671. Essa fu notabile pel concorso degli autori che vi lavorarono nel medesimo tempo, per eseguir con prontezza gli ord
illustri nomi! Le Donne Letterate altro capo d’opera venne alla luce nel 1672. Vi si dipigne il falso bell’ ingegno, e la
e’ personaggi, e la commedia-balletto l’Ammalato immaginario recitata nel 1673, ultimo frutto di questo raro ingegno. Alla
ncese, essendovi stato trasportato dal teatro moribondo. Moliere nato nel 1628 con disposizioni naturali alla poesia comica
scena. Coltivò i suoi talenti colle lettere studiando per cinque anni nel collegio di Clermont, ed ascoltò le lezioni filos
o ove ponga mente a quella sagacità, che lo mena ad entrar da maestro nel mecanismo delle umane passioni? Ma la filosofia d
i Adelfi di Terenzio. Gli accidenti del velo nella medesima favola, e nel Siciliano, il Convitato di pietra, la Principessa
acevole commedia di Cirano di Bergerac, i Visionarj di Desmaret morto nel 1676 commedia in quel tempo stimata inimitabile,
, e i Litiganti di Racine imitazione delle Vespe di Aristofane uscita nel 1667, cui credesi di aver in qualche modo contrib
ti18. Dicasi pur anche alcuna cosa delle commedie di Quinault scritte nel fiorir di Moliere. Contando egli nel 1653 il dici
lle commedie di Quinault scritte nel fiorir di Moliere. Contando egli nel 1653 il diciottesimo anno di sua età diede al tea
Riconobbero i Francesi nella di lui Commedia senza commedia recitata nel 1655 gran fertilità d’ingegno. Vi si figura che a
gura che alcuni commedianti per mostrare i loro talenti rappresentino nel secondo atto una pastorale, nel terzo una commedi
mostrare i loro talenti rappresentino nel secondo atto una pastorale, nel terzo una commedia, nel quarto una tragedia della
rappresentino nel secondo atto una pastorale, nel terzo una commedia, nel quarto una tragedia della morte di Clorinda, nel
terzo una commedia, nel quarto una tragedia della morte di Clorinda, nel quinto una tragicommedia decorata sull’innamorame
moramento di Armida. La Mère coquette rappresentata con gran concorso nel 1664 è la migliore delle sue commedie, ma troppo
egli prodotto i suoi capi d’opera. Egli in ciò s’ ingannò, come anche nel credere sì buona cotal favola. Non era uscito nel
ingannò, come anche nel credere sì buona cotal favola. Non era uscito nel 1664 il Misantropo, ma le Preziose ridicole, la S
Regnard, Brueys e Dancourt. Giovanni Francesco Regnard nato in Parigi nel 1674, secondo Voltaire, morì d’anni cinquantadue;
utore del Calendario degli Spettacoli vuole che sia mancato di vivere nel 1710, e Palissot reca la di lui morte seguita nel
a mancato di vivere nel 1710, e Palissot reca la di lui morte seguita nel 1709. Di genio allegro, giocondo e comico meritò,
riuscì dilettevole e verisimile. Davide Agostino Brueys, benchè morto nel 1723, passò la maggior parte della sua età nel se
o Brueys, benchè morto nel 1723, passò la maggior parte della sua età nel secolo XVII, essendo nato in Aix nel 1640. Da teo
ò la maggior parte della sua età nel secolo XVII, essendo nato in Aix nel 1640. Da teologo controversista divenne poeta com
l’antica farsa dell’Avvocato Patelin 19. Florent Carton Dancourt nato nel 1661 o 1662 e morto nel 1725 o 1726, fu un commed
cato Patelin 19. Florent Carton Dancourt nato nel 1661 o 1662 e morto nel 1725 o 1726, fu un commediante di mediocre abilit
iventa affettato per voler essere concettoso. Riusciva principalmente nel dipingere le donne intriganti e i cavalieri d’ind
da un’ altra più fortunata che alternava colla Compagnia Francese or nel teatro di Borgogna, or nel Picciolo-Borbone or ne
che alternava colla Compagnia Francese or nel teatro di Borgogna, or nel Picciolo-Borbone or nel Palazzo Reale. Sette anni
pagnia Francese or nel teatro di Borgogna, or nel Picciolo-Borbone or nel Palazzo Reale. Sette anni dopo la morte di Molier
te anni dopo la morte di Moliere si unirono le due Compagnie Francesi nel Palazzo di Guenègaud, ed il teatro di Borgogna ri
ate Nouvelles de Nouvelles di Vizè. 15. Numerando il sig. ab. Andres nel III tomo della sua opera su di ogni letteratura l
valletto di camera, v’introdusse questi balli comici. Uno se ne ballò nel 1582 ch’egli compose per le nozze del duca di Joy
rattato del P. Menestrier. Ottavio Rinuccini migliorò questi balletti nel principio del secolo XVII. Ma non furono molto di
e poi diede il cardinale Richelieu, in cui una volta danzò Luigi XIII nel 1625. Più volte ballò in pubblico Luigi XIV, cioè
a regina, nella mascherata in forma di balletto composta da Benserade nel 1651, e ne’ balletti comici di Moliere sino all’a
4 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO IV. La drammatica nel secolo XV fa ulteriori progressi in Italia. » pp. 47-73
CAPO IV. La drammatica nel secolo XV fa ulteriori progressi in Italia. Du
elle guerre de’ popoli culti, nelle quali la nazione che soffre, fida nel sovrano che vigila pel tutto, e conta ne’ casi av
i artisti e i letterati non intermettono i loro lavori. Arse l’Italia nel XV secolo di un alto incendio di guerra in più lu
to il Poliziano, e del regnicolo Giulio Pomponio Leto. Chi non sa che nel XV secolo foriero dell’aureo seguente divenne l’I
’Isacco composta in ottava rima fu la prima volta recitata in Firenze nel 144944. Posteriore alle nominate ma appartenente
come ancora le favole drammatiche allegoriche recitate da’ Fiorentini nel 1442 nell’ingresso trionfale di Alfonso I di Arag
per lo più alla presenza di Ferdinando I; e finalmente li gliuommere nel dialetto napoletano di Jacopo Sannazzaro e la far
appresentata in quella reggia in presenza di Alfonso duca di Calabria nel 148946. In questo secolo ancora, e propriamente n
duca di Calabria nel 148946. In questo secolo ancora, e propriamente nel 148947, da Bergonzo Botta gentiluomo Tortonese si
egni, troviamo una tragedia di Gregorio Corraro patrizio Veneto morto nel 1464 composta in versi latini nell’età di soli an
secondo Lilio Gregorio Giraldi, moltissimi eruditi del XVI secolo, e nel nostro col marchese Maffei altri letterati raggua
altri letterati ragguardevoli. Si produsse la prima volta in Venezia nel 1558, ed il Domenichi la tradusse in Italiano, sp
famoso condottiere conte Jacopo Piccinino, arrestato improvvisamente nel 1464, e poi l’anno seguente ucciso per ordine di
inando re di Napoli. Vidi il codice Estense di tal tragedia in Modena nel fermarmivi per alcune ore nel 1779, ma non avendo
odice Estense di tal tragedia in Modena nel fermarmivi per alcune ore nel 1779, ma non avendo l’agio necessario per leggerl
qualche volta s’indica l’ argomento della scena. Nell’atto I leggesi nel margine Rex Borsius loquitur; ed in fatti egli se
molto l’uno e l’altro cianciato termina l’ atto con un coro. Trattasi nel secondo de’ mali apparsi dopo la pace fatta, e gl
rnefice, esaminando se debba uccidersi il Piccinino tosto che fidando nel trattato venga in suo potere. Il carnefice insinu
hanno bisogno di nuova luce istorica. Verso la fine del secolo, cioè nel 1492 Carlo Verardo da Cesena nato nel 1440 e mort
Verso la fine del secolo, cioè nel 1492 Carlo Verardo da Cesena nato nel 1440 e morto nel 1500, che fu arcidiacono nella s
l secolo, cioè nel 1492 Carlo Verardo da Cesena nato nel 1440 e morto nel 1500, che fu arcidiacono nella sua patria e camer
e’ di lui drammi in Roma per Magistrum Eucharium Silber, alias Franck nel 1493 a’ 7 di maggio50. Vi si trova impresso il Fe
bile è compensata dall’unità dell’azione, che è condotta regolarmente nel giusto tempo con gravità, e con facilità e nitide
no in versi giambici. Anche si fece rappresentare dal cardinal Riario nel suo palazzo in un teatro erettovi espressamente,
ro erettovi espressamente, e fu ascoltata con grande applauso. Dicesi nel prologo: Requirat autem nullus hic comœdiæ L
maii. Leonardo Bruni che da Arezzo sua patria si disse Aretino, nato nel 1369 e morto nel 1444, avea composta una commedia
runi che da Arezzo sua patria si disse Aretino, nato nel 1369 e morto nel 1444, avea composta una commedia intitolata Polix
omposta una commedia intitolata Polixena stampata più volte in Lipsia nel principio del secolo XVI. Leon Batista Alberti na
del secolo XVI. Leon Batista Alberti nato secondo il Manni e il Lami nel 1398, e secondo il Bocchi nel 1400, e secondo che
Alberti nato secondo il Manni e il Lami nel 1398, e secondo il Bocchi nel 1400, e secondo che con maggior probabilità conge
1400, e secondo che con maggior probabilità congettura il Tiraboschi, nel 1414, scrisse in prosa latina nell’età di venti a
ello da Este, non per tanto Aldo Manuzio il giovane volle pubblicarla nel 1588 sotto il nome di Lepido comico poeta antico.
Plautino 53. Una ne presentò al nominato Leonello succeduto al padre nel 1441, nella quale confabulavano le masserizie di
Catinia da Catinio protagonista della favola, e pubblicolla in Trento nel 147258. Venne poi l’Orfeo del Poliziano, nel qual
e pubblicolla in Trento nel 147258. Venne poi l’Orfeo del Poliziano, nel quale dee riconoscersi la prima pastorale tragica
a, ove risedea Legato, portossi a Mantova sua patria, ov’era vescovo, nel 1472, come col Bettinelli stabilisce il lodato P.
col Bettinelli stabilisce il lodato P. Affò, o almeno prima del 1483, nel quale anno morì il Cardinale, come bene osserva i
Cardinale, come bene osserva il Tiraboschi. Il Bibliotecario di Parma nel 1776 fe pubblicarlo in Venezia, così intitolandol
giù nell’inferno, A provar se laggiù mercè s’impetra. Trattasi nel quarto di ciò che avvenne ad Orfeo nell’inferno.
ano negli atti precedenti, e l’ammazzamento del poeta amante eseguito nel quinto dalle Baccanti, esigono un’ apparenza dive
ar indietro, stende invano le braccia al marito, ed è tratta di nuovo nel regno della morte. Il Poliziano anche quì calcand
nese, ed in alcune Veneziane Gaudio d’amore; ed il di lei carattere è nel basso comico, seguendo la condizione de’ personag
Tito Livio Giacomo Nardi, secondo il Fontanini, al più tardi produsse nel 1494 la sua commedia composta in vario metro inti
un dramma intorno alla vita di Costantino rappresentato a’ cardinali nel carnovale del 1484, nel quale sostenne il persona
vita di Costantino rappresentato a’ cardinali nel carnovale del 1484, nel quale sostenne il personaggio di Costantino un Ge
ato sempre l’imperadore. Con maggior magnificenza ancora cominciarono nel 1486 a rappresentarsi in Ferrara feste e spettaco
splendido duca fe rappresentare in un gran teatro di legno innalzato nel cortile del suo palazzo la commedia de’ Menecmi d
a dir meglio azione sacra, intitolata Joseph impressa poi in Venezia nel 1543, e nel 1555, e nel 1564 corretta da Gennaro
o azione sacra, intitolata Joseph impressa poi in Venezia nel 1543, e nel 1555, e nel 1564 corretta da Gennaro Gisanelli. S
ra, intitolata Joseph impressa poi in Venezia nel 1543, e nel 1555, e nel 1564 corretta da Gennaro Gisanelli. Sotto il mede
Panfila tragedia in terza rima ed in cinque atti stampata in Venezia nel 150865. Pietro Domizio scrisse un’ altra tragedia
se un’ altra tragedia pel medesimo teatro, che dovette rappresentarsi nel 149466. Per uso dello stesso teatro furono tradot
prima del 1494, anno in cui seguì la morte dell’autore, e se ne fece nel 1500 una seconda edizione67. Non ci curiamo di re
n confronto una ventunesima parte di una novella in dialogo, che ebbe nel secolo vegnente per altra mano il compimento e ma
i Granata del Sannazzaro, nè le feste di Versailles date da Luigi XIV nel 1664, nè le feste e mascherate degli Arabi in tan
ortò più tardi il nome di opera. 49. Nella Stor. de’ Teatri impressa nel 1777 lo dicemmo nato in Vairano nel regno di Napo
. Nella Stor. de’ Teatri impressa nel 1777 lo dicemmo nato in Vairano nel regno di Napoli, fidando nel codice Estensé citat
essa nel 1777 lo dicemmo nato in Vairano nel regno di Napoli, fidando nel codice Estensé citato dal chiar. Tiraboschi. Ma q
Ammanati, la quale trovasi impressa tra quelle del medesimo cardinale nel 1506 in Milano. Egli ivi s’intitola Laudivius Vez
mo a ciò che se ne dice in una lunga orazione recitata in di lui lode nel 1437, e pubblicata dal Ludewig nelle Reliquiæ man
che mai non si rappresentò, che non è fatta per rappresentarsi, e che nel XV non si era ancora composta, perchè il primo au
primo autore Cotta non ne fece che un atto de’ ventuno che poi n’ebbe nel XVI secolo? 60. Il pensiero di adoperare ne’ dr
, il quale verso la metà del secolo XVII le frammischiò al recitativo nel suo Giasone. Ciò avea creduto il cavalier Planell
r le strofette anacreontiche del Notturno, confessare spontaneamente ( nel III volume della Coltura delle Sicilie pubblicato
spontaneamente (nel III volume della Coltura delle Sicilie pubblicato nel 1784) di essermi ingannato, avvenne che un modern
iette del Notturno interruppero il dramma, nè ciò fecero ne’ cori, ma nel corso dell’atto; ed aggiungo che ciò accadde vers
evar l’additato avviso del Planelli, del Tiraboschi e del Signorelli ( nel t. I pag. 259 delle Rivoluz. del teatro music. It
Nel puro ardor della più bella stella ec. Egli però ciò scrisse nel 1785; ed io gli avea tolto il travaglio di correg
lio di correggermene coll’ accusarmi da me stesso un anno prima, cioè nel 1784, quando uscì il nominato volume III della mi
tolo Zeno t. III, p. 160. 65. Quadrio tomo IV. 66. V. il Tiraboschi nel tomo ultimo della sua Storia. 67. Il P. Bianchi
Fontanini, e solo fa menzione di una terza che se ne fece in Venezia nel 1513, ed a questa seguì la quarta fatta nella med
ezia nel 1513, ed a questa seguì la quarta fatta nella medesima città nel 1518. 68. Ne favella il Quadrio, ma ne dubita mo
5 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO V. La Drammatica nel secolo XV fa ulteriori progressi in Italia. » pp. 148-185
CAPO V. La Drammatica nel secolo XV fa ulteriori progressi in Italia. Du
elle guerre de’ popoli culti, nelle quali la nazione che soffre, fida nel sovrano che vigila pel tutto, e conta ne’ casi av
rtisti e i letterati non intermettono i proprii lavori. Arse l’Italia nel XV secolo di un alto incendio di guerra in più lu
to il Poliziano, e del regnicolo Giulio Pomponio Leto. Chi non sa che nel XV secolo foriero dell’aureo seguente divenne l’I
’Isacco composta in ottava rima fu la prima volta recitata in Firenze nel 1449b. Posteriore alle nominate ma appartenente a
nze sotto Lorenzo Medici si rappresentò il dramma San Lorenzo e Paolo nel 1488 da’ figliuoli di Francesco Cibò nipote d’Inn
come ancora le favole drammatiche allegoriche recitate da’ Fiorentini nel 1442 nell’ingresso trionfale di Alfonso I di Arag
per lo più alla presenza di Ferdinando I; e finalmente li Gliuommere nel dialetto napoletano di Jacobo Sannazzaro, e la fa
appresentata in quella reggia in presenza di Alfonso duca di Calabria nel 1489a. In questo secolo ancora, e propriamente ne
o duca di Calabria nel 1489a. In questo secolo ancora, e propriamente nel 1489b, da Bergonzo Botta gentiluomo Tortonese si
egni, troviamo una tragedia di Gregorio Corraro patrizio veneto morto nel 1464 composta in versi latini nel l’età di soli a
gorio Corraro patrizio veneto morto nel 1464 composta in versi latini nel l’età di soli anni diciotto, intitolata Progne, a
secondo Lilio Gregorio Giraldi, moltissimi eruditi del XVI secolo, e nel nostro col Marchese Scipione Maffei altri lettera
altri letterati ragguardevoli. Si produsse la prima volta in Venezia nel 1558, ed il Domenichi la tradusse in italiano, sp
l famoso condottiere conte Jacopo Piccinino arrestato improvvisamente nel 1464, e poi l’anno seguente ucciso per ordine di
dinando redi Napoli. Vidi il Codice Estense di tal tragedia in Modena nel fermarmivi per alcune ore nel 1779, ma non avendo
odice Estense di tal tragedia in Modena nel fermarmivi per alcune ore nel 1779, ma non avendo l’agio necessario per leggerl
molto l’uno e l’altro cianciato termina l’atto con un coro. Trattasi nel II atto de’ mali apparsi dopo la pace fatta , e
arnefice esaminando se debba uccidersi il Piccinino tosto che fidando nel trattato venga in suo potere. Il carnefice insinu
hanno bisogno di nuova luce istorica. Verso la fine del secolo, cioè nel 1492 Carlo Verardo da Cesena nato nel 1440 e mort
Verso la fine del secolo, cioè nel 1492 Carlo Verardo da Cesena nato nel 1440 e morto nel 1500, che fu arcidiacono nella s
l secolo, cioè nel 1492 Carlo Verardo da Cesena nato nel 1440 e morto nel 1500, che fu arcidiacono nella sua patria e camer
i di lui drammi in Roma per Magistrum Eucharium Silber, alias Franck nel 1493 a’ 7 di maggioa Vi si trova impresso il Fern
mescolanza è compensata dall’unità dell’azione condotta regolarmente nel giusto tempo con gravità e con facilità, e non se
ono in versi giambici. Si fece pure rappresentare dal cardinal Riario nel suo palazzo in un teatro erettovi espressamente,
atro erettovi espressamente, e si ascoltò con grande applauso. Dicesi nel prologo: Requirat autem nullus hic comoediae Leg
eonardo Bruni che da Arezzo sua patria portò il nome di Aretino, nato nel 1369, e morto nel 1444, avea composta una commedi
da Arezzo sua patria portò il nome di Aretino, nato nel 1369, e morto nel 1444, avea composta una commedia intitolata Polix
omposta una commedia intitolata Polixena stampata più volte in Lipsia nel principio del secolo XVI. Leon Batista Alberti na
del secolo XVI. Leon Batista Alberti nato, secondo il Manni e il Lami nel 1398, e secondo il Bocchi nel 1400, e secondo che
lberti nato, secondo il Manni e il Lami nel 1398, e secondo il Bocchi nel 1400, e secondo che con maggior probabilità conge
1400, e secondo che con maggior probabilità congettura il Tiraboschi nel 1414, scrisse in prosa latina nell’età di venti a
nello da Este, non pertanto Aldo Manuzio il giovane volle pubblicarla nel 1588 sotto il nome di Lepido comico poeta antico.
e plautino b Una ne presentò al nominato Leonello succeduto al padre nel 1441, nella quale confabulavano le massarizie di
Catinia da Catinio protagonista della favola, e pubblicolla in Trento nel 1472.a Venne poi l’Orfeo del Poliziano, nel qual
e pubblicolla in Trento nel 1472.a Venne poi l’Orfeo del Poliziano, nel quale dee riconoscersi la prima pastorale tragica
na ove risedea Legato, portossi a Mantova sua patria, ove era Vescovo nel 1472, come col Bettinelli asserisce il lodato pad
l Bettinelli asserisce il lodato padre Affò, o almeno prima del 1483, nel quale anno morì il Cardinale, come osserva Girola
ardinale, come osserva Girolamo Tiraboschi. Il Bibliotecario di Parma nel 1776 fe pubblicarlo in Venezia, così intitolandol
calar giù nell’inferno, A provar se laggiù mercè s’impetra. Trattasi nel quarto atto di ciò che avvenne ad Orfeo nell’infe
ano negli atti precedenti, e l’ammazzamento del poeta amante eseguito nel V dalle Baccanti, esiggono un’apparenza diversa d
ar indietro, stende invano le braccia al marito, ed è tratta di nuovo nel regno della morte. Il Poliziano calcando anche qu
a, non mai si rappresentò, non è fatta per rappresentarsi, non si era nel XV secolo ancora composta, perchè il primo di lei
tta non ne compose se non che un atto solo de’ ventuno ch’ n’ebbe poi nel secolo XVI? Conchiudiamo sull’Orfeo. I sentimenti
, il quale verso la metà del secolo XVII le frammischiò al recitativo nel suo Giasone. Ciò credemmo da prima il cavaliere A
aboschi, ed io nella Storia de’ Teatri che produssi in un solo volume nel 1777. Volendo io però nel terzo volume della Colt
a de’ Teatri che produssi in un solo volume nel 1777. Volendo io però nel terzo volume della Coltura delle Sicilie pubblica
lendo io però nel terzo volume della Coltura delle Sicilie pubblicato nel 1784, a cagione delle strofe del Notturno, confes
nterruppero il recitativo del dramma, nè ciò fecero ne’ soli cori, ma nel corso dell’atto; ed aggiungo che ciò accadde vers
uccini Nel puro ardor della più bella stella. Egli però ciò scrisse nel 1785, ed io gli avea tolto il travaglio intempest
travaglio intempestivo di correggermene; giacchè un anno prima, cioè nel 1784, quando usci il citato volume III delle mie
lanese, ed in alcune veneziane Gaudio d’amore. Il carattere di essa è nel basso comico, seguendo la condizione de’ personag
ito Livio, Giacomo Nardi, secondo il Fontanini, al più tardi produsse nel 1494 la sua commedia composta in vario metro inti
un dramma intorno alla vita di Costantino rappresentato a’ cardinali nel carnovale del 1484, nel quale sostenne il persona
vita di Costantino rappresentato a’ cardinali nel carnovale del 1484, nel quale sostenne il personaggio di Costantino un Ge
e chiamato l’Imperadore. Con maggior magnificenza ancora cominciarono nel 1486 a rappresentarsi in Ferrara feste e spettaco
splendido duca fe rappresentare in un gran teatro di legno innalzato nel cortile del suo palazzo la commedia de’ Menecmi d
a dir meglio, azione sacra intitolata Joseph impressa poi in Venezia nel 1543 corretta da Gennaro Gisanelli. Sotto il mede
e la Panfila tragedia in terzarima in cinque atti stampata in Venezia nel 1508a. Pietro Domizio scrisse un’altra tragedia p
isse un’altra tragedia pel medesimo teatro che dovette rappresentarsi nel 1494b. Per uso dello stesso teatro furono tradott
prima del 1494, anno in cui seguì la morte dell’autore, e se ne fece nel 1500 una seconda edizionea. Non ci curiamo di rif
ntunesima parte di una novella in dialogo come la Celestina (che ebbe nel secolo vegnente per altra mano il componimento e
di Granata del Sannazzaro, nè le feste di Versaillesdate da Luigi XIV nel 1654, nè le feste e mascherate degli Arabi in tan
ortò più tardi il nome di Opera. a. Nella Storia de’ Teatri impressa nel 1777, lo dissi nato in Vairano nel regno di Napol
. Nella Storia de’ Teatri impressa nel 1777, lo dissi nato in Vairano nel regno di Napoli, fidando nel Codice Estense citat
ressa nel 1777, lo dissi nato in Vairano nel regno di Napoli, fidando nel Codice Estense citato dal celebre Tiraboschi. Ma
Ammanati, la quale trovasi impressa tra quelle del medesimo cardinale nel 1506 in Milano. Egli vi si nomina Laudivius Vezan
are dal p. Ireneo Affò, da cui mi fu in Parma cortesemente comunicato nel 1779. a. Fu poeta, filosofo, istorico, giurecons
o, se crediamo a ciò che se ne dice in una orazione detta in sua lode nel 1437 pubblicata dal Ludewig nelle Reliquiae Manus
adre Bianchi nulla seppe di queste due edizioni, delle quali si parla nel l’Eloq. Ital. del Fontanini; e solo fa menzione d
13 di Venezia, ed a questa seguì la quarta fatta nella medesima città nel 1518. a. Ne favella il Quadrio, ma ne dubita mol
6 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO VI. Stato della Commedia Francese prima e dopo di Moliere. » pp. 212-244
lio illustrate le scene con gli Orazii, col Cinna e col Poliuto, cioè nel 1641 e 1642. Questa commedia assai piacevole di c
uale si cercava il ridicolo negli eventi immaginati con arte anzi che nel cuore umano che ne abbonda. Boisrobert, Scarron,
Poquelin detto Moliere a girar colla sua comitiva per le provincie, e nel 1653 rappresentò in Lione, indi in Besiers, in Gr
soggetto da’ commedianti Italiani; e Niccolò Barbieri detto Beltrame nel 1629 diede alla luce per le stampe la sua commedi
Quinault l’Amante Indiscreto, ossia il Padrone Stordito rappresentata nel 1654, indi allo Stordito di Moliere incomparabilm
iscono con andarsene uniti. Il Riccoboni però ci assicura che Moliere nel Dispetto imitò anche un’altra commedia italiana d
ziosissimo attore comico conosciuto col nome di Scaramuccia, il quale nel mese di giugno del 1662 prese congedo dal pubblic
concorso se non colla comparsa della Scuola delle Donne rappresentata nel dicembre, che Moliere ricavò da una novelletta de
letterati pieni d’invidia, più che di gusto e d’intelligenza, Moliere nel seguente anno se ne vendicò comicamente facendo r
vvisata di Versailles recitata nell’ottobre del 1663, e poi in Parigi nel seguente mese. Derise in essa gajamente il modo d
olo sulla condotta della moglie col Ritratto del Pittore. Ma dopo che nel 1664 ebbe egli dato al teatro la Princesse d’Elid
Luigi XIV, il Convitato di pietra che scrisse in prosa in cinque atti nel 1665 d’infelice riuscitaa, e la farsa dell’Amor M
infelice riuscitaa, e la farsa dell’Amor Medico in tre atti, produsse nel 1666 il Misantropo che fu il primo capo d’opera d
vuol perdere la rendita di quarantamila lire, per lasciare a’ posteri nel suo processo un testimonio di una sentenza ingius
i riprodusse e piacque. Una pastorale eroica, un’altra comica cantata nel medesimo anno 1666, ed il Siciliano commedia-ball
el medesimo anno 1666, ed il Siciliano commedia-ballo a rappresentato nel 1667 precederono un altro capo d’opera, il famoso
a comica poesia e delle scene francesi. L’interesse che si desiderava nel Misantropo, comincia nel Tartuffo a sentirsi sin
cene francesi. L’interesse che si desiderava nel Misantropo, comincia nel Tartuffo a sentirsi sin dalla prima scena della v
nell’atto III il personaggio di Tartuffo, e col disinganno di Orgone nel IV. Nel 1668 comparvero l’Anfitrione e l’Avaro, c
ui Moliere raccolse tutti i divertimenti introdotti nella scena, uscì nel 1670. La varietà degli oggetti che appagavano i s
ttacolo, di cui avea suggerito il piano l’istesso Luigi XIV, il quale nel primo tramezzo ballò da Nettuno, e di poi da Apol
poi da Apollo; ma fu l’ultima volta che questo monarca che si trovava nel trentesimosecondo anno della sua età, comparve in
de ses mains, A se donner lui-même en spectate aux Romains. La corte nel medesimo anno che applaudi gli Amanti magnifici,
nè di arte scarseggia la commedia delle Furberie di Scapino recitata nel 1671, sebbene il sacco in cui si avvolge Scapino,
nere comico più basso. Psiche tragedia-ballo che si era rappresentata nel carnevale del 1670, si ripetè nel 1671. Essa fu n
edia-ballo che si era rappresentata nel carnevale del 1670, si ripetè nel 1671. Essa fu notabile pel concorso degli autoric
nel 1671. Essa fu notabile pel concorso degli autoriche vi lavorarono nel medesimo tempo per eseguir con prontezza gli ordi
illustri nomi! Le Donne Letterate altro capo d’opera venne alla luce nel 1672. Si dipinge in tal commedia il falso bell’in
i de’ personaggi, e la commedia-ballo l’Ammalato immaginario recitata nel 1673, ultimo frutto di questo raro ingegno. Alla
cese, essendovi stato trasportato dal teatro moribondo. Moliere nato nel 1628 con disposizioni naturali alla poesia comica
scena. Coltivò i suoi talenti colle lettere studiando per cinque anni nel Collegio di Clermont, ed ascoltò le lezioni filos
ove ponga mente a quella sagacità che lo scorge ad entrar da maestro nel mecanismo delle umane passioni? Ma la filosofia d
i Adelfi di Terenzio. Gli accidenti del velo della medesima favola, e nel Siciliano, il Convitato di pietra, la Principessa
dal Bernagasso degl’Italiani. Di ciò convengono il Baile a, il Leris nel Dizionario de’ Teatri di Parigi, e l’abate Dubos
cevole commedia di Cirano di Bergerac, i Visionarii di Desmaret morto nel 1676 commedia in quel tempo stimata inimitabile,
, e i Litiganti di Racine imitazione delle Vespe di Aristofane uscita nel 1667, cui credesi di avere in qualche nodo contri
atia. Dicasi pur anche alcuna cosa delle commedie di Quinault scritte nel fiorir di Moliere. Cortando egli nel 1653 il dici
lle commedie di Quinault scritte nel fiorir di Moliere. Cortando egli nel 1653 il diciottesimo anno di sua età diede al tea
Riconobbero i Francesi nella di lui Commedia senza commedia recitata nel 1655 gran fertilità d’ingegno. Vi si figura che a
gura che alcuni commedianti per mostrare i loro talenti rappresentino nel secondo atto una pastorale, nel terzo una commedi
mostrare i loro talenti rappresentino nel secondo atto una pastorale, nel terzo una commedia, nel quarto una tragedia de la
rappresentino nel secondo atto una pastorale, nel terzo una commedia, nel quarto una tragedia de la morte di Clorinda, nel
terzo una commedia, nel quarto una tragedia de la morte di Clorinda, nel quinto una tragicommedia decorata sull’innamorame
moramento di Armida. La Mère coquette rappresentata con gran concorso nel 1664 è la migliore delle sue commedie, ma lontana
liere prodotto i suoi capi d’opera. Egli in ciò s’ingannò, come anche nel credere sì buona tal favola. Non era uscito nel 1
s’ingannò, come anche nel credere sì buona tal favola. Non era uscito nel 1664 il Misantropo; ma le Preziose ridicole, la S
Regnard, Brueys e Dancourt. Giovanni Francesco Regnard nato in Parigi nel 1674, secondo Voltaire, mori di anni cinquantadue
utore del Calendario degli spettacoli vuole che sia mancato di vivere nel 1710, e Palissot reca la di lui morte seguita nel
a mancato di vivere nel 1710, e Palissot reca la di lui morte seguita nel 1709. Di genio allegro, giocondo, comico, meritò,
iuscì dilettevole e verisimile. Davide Agostino Brueys, benchè morto nel 1723, passò la maggior parte della sua età nel se
o Brueys, benchè morto nel 1723, passò la maggior parte della sua età nel secolo XVII, essendo nato in Aix nel 1640. Da teo
ò la maggior parte della sua età nel secolo XVII, essendo nato in Aix nel 1640. Da teologo controversista divenne poeta com
e con Palaprat per alcun tempo con molta intimità e da lui fu ajutato nel comporre la nominata commedia. Diceva però con la
l’antica farsa dell’Avvocato Patelin a. Florent Carton Dancourt nato nel 1661 o 1662 e morto nel 1725 o 1726 fu un commedi
cato Patelin a. Florent Carton Dancourt nato nel 1661 o 1662 e morto nel 1725 o 1726 fu un commediante di mediocre abilità
diventa affettato per voler esser concettoso. Riusciva principalmente nel dipingere le donne intriganti e i cavalieri d’ind
da un’ altra più fortunata che alternava colla Compagnia Francese or nel teatro di Borgogna or nel Picciolo-Borbone or nel
a che alternava colla Compagnia Francese or nel teatro di Borgogna or nel Picciolo-Borbone or nel Palazzo-Reale. Sette anni
mpagnia Francese or nel teatro di Borgogna or nel Picciolo-Borbone or nel Palazzo-Reale. Sette anni dopo la morte di Molier
te anni dopo la morte di Moliere si unirono le due compagnie Francesi nel Palazzo di Guenègaud, ed il teatro di Borgogna ri
citate Nouvelles de Nouvelles di Vizè. a. Numerando Giovanni Andres nel tomo III della sua opera su di ogni letteratura l
valletto di camera, v’introdusse simili balli comici. Uno se ne ballò nel 1582 ch’egli compose per le nozze del duca di Joy
rattato del p. Menestrier. Ottavio Rinuccini migliorò questi balletti nel principio del secolo XVII. Ma non furono per gust
diede poi il cardinal di Richelieu, in cui danzò una volta Luigi XIII nel 1625. Più volte ballò in pubblico Luigi XIV, cioè
a Regina, nella mascherata in forma di balletto composta da Benserade nel 1651, e ne’ balletti comici di Moliere sino all’a
7 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Italiano del secolo XVI. e del Libro IV. — CAPO VII. Pastorali. » pp. 4-41
che dopo il Cefalo del Correggio e l’Orfeo del Poliziano si scrissero nel Cinquecento, non meritavano di esser segno a tant
ipo e ad Ippolito? Il nolano Luigi Tansillo celebre poeta fu il primo nel secolo XVI a produrre una specie di pastorale, I
Garcia de Toledo a donna Antonia di Cardona in Messina si rappresentò nel 1529 b, fu ben diffinito dall’abate Maurolico qua
sarebbe anteriore ai Due Pellegrini del Tansillo, essendosi impressa nel 1526; ma l’azione si scioglie colla Luminaria che
è una continuazione o seconda parte che unita alla Cecaria s’impresse nel 1535 in Venezia, dove sino al 1594 se ne ripetero
le del Giraldi Cintio che egli intitolò Satira. S’impresse in Ferrara nel 1545, e si era rappresentata nel medesimo anno la
titolò Satira. S’impresse in Ferrara nel 1545, e si era rappresentata nel medesimo anno la prima volta in casa dell’autore
sba e che tuttavia resta la musica de’ cori della Canace . Quando nel teatro Olimpico di Vicenza si rappresentò l’Edipo
etta) era formato di quindici persone sette per parte ed il capo loro nel mezzo, il qual coro in piacevol parlare ed armoni
fizio suo . Delle commedie non che in versi, in prosa, si è osservato nel tomo precedente che la musica ne rallegrava gl’in
a posta inserito nell’azione perchè si cantasse. E se per queste cose nel pubblicarsi le pastorali per onorare i maestri vi
le pastorali assai impropriamente si chiameranno, come si chiamarono nel bel trattato dell’Opera in musica del cavaliere A
. Dall’altra parte convengono gli eruditi più accurati in riconoscere nel fiorentino Giacomo Peri l’inventore dello stile m
ro pregio? Il Sacrificio di Agostino Beccari ferrarese si rappresentò nel 1554 in Ferrara due volte alla presenza del duca
resse l’anno seguente. Tre anni prima della morte dell’autore seguita nel 1590 fu rappresentata due altre volte nelle nozze
e oratore grande scrisse l’Aretusa altra pastorale cantata ne’ cori, nel palazzo di Schivanoja l’anno 1563 alla presenza d
el duca Alfonso II e del cardinal Luigi di lui fratello, e s’impresse nel 1564. La rappresentò messer Ludovico Betti: fece
stino Argenti rappresentata in Ferrara innanzi allo stesso Alfonso II nel 1567, e stampata l’anno seguente. Eccoci all’epoc
ortale Torquato Tasso. La prima edizione fu quella di Aldo il giovane nel 1581 colla dedicatoria dell’autore al principe di
Ferrante Gonzaga in data de’ 20 di dicembre 1580. Monsignor Fontanini nel suo Aminta difeso crede che la prima edizione fos
o Menagio a. La difesa dell’Aminta fatta dal Fontanini che s’impresse nel 1700, fu composta per rispondere al discorso cens
colle note musicali del gesuita Erasmo Marotta da Randazza, che morì nel 1641 in Palermo. La futilità delle critiche si m
o oltramonti. In Francia si tradusse in versi francesi la prima volta nel 1584 da Pietro de Branch, e si pubblicò in Bourde
de Branch, e si pubblicò in Bourdeaux; in prosa si tradusse in Parigi nel 1666, e poi nell’Aja nel 1679 e si ristampò nel 1
in Bourdeaux; in prosa si tradusse in Parigi nel 1666, e poi nell’Aja nel 1679 e si ristampò nel 1681. Queste ed altre vers
si tradusse in Parigi nel 1666, e poi nell’Aja nel 1679 e si ristampò nel 1681. Queste ed altre versioni francesi riusciron
ne fece in bei versi castigliani da Giovanni Jauregui uscita in Roma nel 1607, ed in Siviglia nel 1618 a. In inglese fu tr
tigliani da Giovanni Jauregui uscita in Roma nel 1607, ed in Siviglia nel 1618 a. In inglese fu tradotto l’Aminta, e stampa
lia nel 1618 a. In inglese fu tradotto l’Aminta, e stampato in Londra nel 1628. In latino si traslatò ancora da Andrea Hilt
da Andrea Hiltebrando medico di Pomerania, e s’impresse in Francfort nel 1615, e di nuovo nel 1623. Michele Schneiden ne f
o medico di Pomerania, e s’impresse in Francfort nel 1615, e di nuovo nel 1623. Michele Schneiden ne fece una versione tede
ovo nel 1623. Michele Schneiden ne fece una versione tedesca stampata nel 1642 in Amburgo. In lingua illirica fu anche tras
esentazione dell’Aminta secondo il marchese Manso, si fece in Ferrara nel 1573 con lode e meraviglia universale con quattro
a liberata Silvia dalle mani del Satiro. Il riverente rispetto di lui nel disciorla, ne scopre la grandezza dell’amore. La
, Castro e Calderon; il che sempre più manifesta il torto del Linguet nel pretendere che le prime bellezze teatrali avesser
teatrali avessero i Francesi imparate dagli Spagnuoli. Antonio Ongaro nel 1582 produsse una favola nel genere dell’Aminta,
imparate dagli Spagnuoli. Antonio Ongaro nel 1582 produsse una favola nel genere dell’Aminta, ma imitando i costumi pescato
o, intitolata il Pentimento amoroso. Ma questa si pubblicò in Venezia nel 1583, ed io trovo, che nella stessa città se ne i
Venezia nel 1583, ed io trovo, che nella stessa città se ne impresse nel 1581 un’altra di Alvise Pasqualigo detta gl’Intri
indi un’ altra pastorale intitolata Calisto pubblicata per le stampe nel 1586. Contemporanea al Pentimento fu la Danza di
già rappresentata in Parma in presenza di Ranuccio Farnese giovanetto nel 1583, quando fu dedicata alla nobile Camilla Lupi
le Camilla Lupi che vi sostenne la parte di Amarilli; e si stampò poi nel seguente anno in Venezia. L’intreccio è più compl
lle nozze di Carlo Emmanuele duca di Savoja con Caterina d’Austria fu nel 1535 rappresentata in Torino la prima volta la ce
cavalier Giambatista Guarini intitolata il Pastor fido; ma s’impresse nel 1590. Una delle più vive battaglie letterarie si
de’ pastori in questa favola ebbe anche fuori dell’Italie un censore nel Rapin, che misurava que’ pastori colla squadra de
ià perchè col Rapin c’incresca l’eleganza, ma perchè la vera passione nel genere drammatico si spiega con maggior semplicit
iega con maggior semplicità. Avvenne in somma al Pastor fido quel che nel secolo seguente seguì in Francia pel Cid di Pierr
isse ad ogni censura a. Un carattere diverso dall’Aminta è da notarsi nel Pastor fido. L’azione della prima pastorale è sem
mpassione, il Pastor fido giugne a quel grado di terrore che ci agita nel Cresfonte al pericolo del giovane vicino ed esser
astelletti romano essendo ancor giovine a scrisse l’Amarilli impressa nel 1587 e ristampata in Viterbo nel 1620. Un pastore
iovine a scrisse l’Amarilli impressa nel 1587 e ristampata in Viterbo nel 1620. Un pastorello di Candia ama una ninfa e cre
ci italiane, che applicatasi alla poesia ne diede alla luce un saggio nel 1588 con una pastorale intitolata Mirtilla, la qu
etti favola boschereccia di Pietro Lupi pisano si pubblicò in Firenze nel 1589. Un dialogo tra l’Amore e la Gelosia ne form
ratiana di un certo Accademico Infiammato uscita alla luce in Venezia nel 1590 ripiena di sciapite buffonerie e di personag
narono l’ultimo lustro del secolo. La Cintia che s’impresse in Napoli nel 1594 dal Carlino e dal Pace, e si ristampò dal Ma
n Napoli nel 1594 dal Carlino e dal Pace, e si ristampò dal Maccarano nel 1631, che è l’edizione conosciuta dal Fontanini,
il finto Tirsi da Silvano è di partire da quelle selve, e le querele nel dovere lasciar quel luogo e la compagnia di Clizi
zzucchelli, la compose in età di venti anni, e fu stampata in Venezia nel 1597, e poi anche nel 1598. In Milano nel 1597 se
in età di venti anni, e fu stampata in Venezia nel 1597, e poi anche nel 1598. In Milano nel 1597 se ne fece una edizione
i, e fu stampata in Venezia nel 1597, e poi anche nel 1598. In Milano nel 1597 se ne fece una edizione corretta dall’autore
e sue opere ingegnose che produsse. Alcuni anni prima e propriamente nel 1590 il celebre Muzio Manfredi compose in Lombard
no convenienti a’ personaggi Assiri; diligenza che si vede trascurata nel grottesco vestito eroico degli attori tragici fra
sembri verisimile che il famoso Manfredi sì scrupoloso negli abiti e nel ballo, avrebbe inculcata al compositore di musica
boschereccia composta da Ferrante Gonzaga principe di Molfetta morto nel 1630, la quale era vicina a terminarsi nella fine
ressione. a. Degli errori commessi dall’esgesuita Saverio Lampillas nel parlar di tal componimento, facemmo motto nel tom
suita Saverio Lampillas nel parlar di tal componimento, facemmo motto nel tomo IV delle Vicende della Coltura delle Due Sic
gesuita Saverio Bettinelli celebre poeta del secolo XVIII errò ancora nel credere che quella cena del 1529 fosse stata data
iffatte notizie potranno osservare le principali edizioni dell’Aminta nel catalogo dell’edizione Cominiana, che se ne fece
Poesia. a. La lingua castigliana riuscirà sempre più della francese nel trasportare le poesie italiane, perchè oltre all’
ora più, se più conosciuto e secondato si fosse dalla propria nazione nel disegno di arricchire, ed elevare la patria poesi
e d’Este, i quali l’impiegarono in affari importanti, morì in Venezia nel 1613. a. Apollo dice di lui nel prologo: Un ch
affari importanti, morì in Venezia nel 1613. a. Apollo dice di lui nel prologo: Un che del Tebro in su la riva nacque;
nel prologo: Un che del Tebro in su la riva nacque; E di sua etade è nel più verde aprile! a. Questa valorosa attrice s
regina, e da’ più qualificati cortigiani, morì di un aborto in Lione nel 1604 d’anni 42, e colla di lei morte decadde in F
era 301 a casal-di-Monferrato. a. Ne fanno menzione Angelo Ingegneri nel Discorso della Poesia Rappresentativa, ed il Manf
8 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO IV. Pastorali del Cinquecento. » pp. 267-294
e dopo il Cefalo del Correggio e l’ Orfeo del Poliziano, si scrissero nel cinquecento, non meritavano di esser segno a tant
Don Garzia di Toledo a Don Antonia Cardona in Messina si rappresentò nel 1529131, fu ben diffinito dall’Abate Maurolico qu
ria sarebbe anteriore al componimento del Tansillo essendosi impressa nel 1526; ma l’azione si scioglie colla Luminaria che
na continuazione o seconda parte, che s’ impresse unita colla Cecaria nel 1535 in Venezia, dove ancora se ne fecero altre q
gle del Giraldi Cintio ch’egli intitolò Satira. S’impresse in Ferrara nel 1545, e si era rappresentata nel medesimo anno la
titolò Satira. S’impresse in Ferrara nel 1545, e si era rappresentata nel medesimo anno la prima volta in casa dell’autore
fonisba; e che tuttavia resta la musica de’ cori della Canace. Quando nel teatro Olimpico di Vicenza si rappresentò l’Edipo
tta) era formato di quindici persone sette per parte, ed il capo loro nel mezzo, il qual coro in piacevol parlare ed armoni
fficio suo. Delle commedie, non che in versi, in prosa si è osservato nel capo precedente che la musica ne rallegrava gl’ i
a posta inserito nell’azione perchè si cantasse. E se per queste cose nel pubblicarsi le pastorali, per onorare i maestri v
le pastorali assai impropriamente si chiameranno, come si chiamarono nel bel trattato dell’Opera in musica del Cav. Planel
. Dall’altra parte convengono gli eruditi più accurati in riconoscere nel Fiorentino Giacomo Peri l’inventore dello stile m
ro pregio? Il Sacrificio di Agostino Beccari Ferrarese si rappresentò nel 1554 in Ferrara due volte alla presenza del duca
resse l’anno seguente. Tre anni prima della morte dell’autore seguita nel 1590 fu rappresentata due altre volte nelle nozze
a e orator grande scrisse l’Aretusa altra pastorale cantata ne’ cori, nel palazzo di Schivanoja l’anno 1563 alla presenza d
el duca Alfonso II e del cardinal Luigi di lui fratello, e s’impresse nel 1564. La rappresentò M. Ludovico Betti: fece la m
stino Argenti rappresentata in Ferrara innanzi allo stesso Alfonso II nel 1567, e stampata l’anno seguente. Eccoci all’epoc
ortale Torquato Tasso. La prima edizione fu quella di Aldo il giovane nel 1581 colla dedicatoria dell’autore a Don Ferrante
nor di Guastalla in data de’ 20 di dicembre 1580. Monsignor Fontanini nel suo Aminta Difeso crede che la prima edizione fos
Menagio133. La difesa dell’Aminta fatta dal Fontanini che s’ impresse nel 1700, fu composta per rispondere al discorso cens
colle note musicali del gesuita Erasmo Marotta da Randazza, che morì nel 1641 in Palermo. La futilità delle critiche si ma
o oltramonti. In Francia si tradusse in versi francesi la prima volta nel 1584 da Pietro de Branch, e si pubblicò in Bourde
de Branch, e si pubblicò in Bourdeaux; in prosa si tradusse in Parigi nel 1666, e poi nell’Aja nel 1679 che si ristampò nel
in Bourdeaux; in prosa si tradusse in Parigi nel 1666, e poi nell’Aja nel 1679 che si ristampò nel 1681. Queste ed altre ve
tradusse in Parigi nel 1666, e poi nell’Aja nel 1679 che si ristampò nel 1681. Queste ed altre versioni francesi riusciron
fece in bei versi castigliani da Don Giovanni Jauregui uscita in Roma nel 1607, ed in Siviglia nel 1618134. In inglese fu t
iani da Don Giovanni Jauregui uscita in Roma nel 1607, ed in Siviglia nel 1618134. In inglese fu tradotto l’Aminta e stampa
lia nel 1618134. In inglese fu tradotto l’Aminta e stampato in Londra nel 1628. In latino si traslatò ancora da Andrea Hilt
da Andrea Hiltebrando medico di Pomerania, e s’impresse in Francfort nel 1615, e di nuovo nel 1623. Michele Schneiden ne f
o medico di Pomerania, e s’impresse in Francfort nel 1615, e di nuovo nel 1623. Michele Schneiden ne fece una versione tede
ovo nel 1623. Michele Schneiden ne fece una versione tedesca stampata nel 1642 in Amburgo. In lingua illirica fu anche tras
sentazione dell’Aminta, secondo il marchese Manso, si fece in Ferrara nel 1573 con lode e maraviglia universale con quattro
a liberata Silvia dalle mani del Satiro. Il di lui riverente rispetto nel disciorla ne scopre la grandezza dell’amore. La s
nde sommamente interessante l’atto III. Cresce sempre più l’interesse nel IV. Nella bellissima prima scena quando nasce l’a
, Castro e Calderon; il che sempre più manifesta il torto del Linguet nel pretendere che le prime bellezze teatrali avesser
teatrali avessero i Francesi imparate dagli Spagnuoli. Antonio Ongaro nel 1582 produsse una favola nel genere dell’Aminta,
imparate dagli Spagnuoli. Antonio Ongaro nel 1582 produsse una favola nel genere dell’Aminta, ma imitando i costumi pescato
o, intitolata il Pentimento amoroso. Ma questa si pubblicò in Venezia nel 1583, ed io trovo, che nella stessa città un’ alt
el 1583, ed io trovo, che nella stessa città un’ altra se ne impresse nel 1581 di Aluise Pasqualigo detta gl’ Intricati, la
indi un’ altra pastorale intitolata Calisto pubblicata per le stampe nel 1586. Contemporanea al Pentimento fu la Danza di
già rappresentata in Parma in presenza di Ranuccio Farnese giovanetto nel 1583, quando fu dedicata alla nobile Camilla Lupi
le nozze di Carlo Emmanuele duca di Savoja con Caterina d’ Austria fu nel 1585 rappresentata in Torino la prima volta la ce
cavalier Giambatista Guarini intitolata il Pastor fido; ma s’impresse nel 1590. Una delle più vive battaglie letterarie si
de’ pastori in questa favola ebbe anche fuori dell’Italia un censore nel Rapin, che misurava que’ pastori colla squadra de
ià perchè col Rapin c’incresca l’eleganza, ma perchè la vera passione nel genere drammatico si spiega con maggior semplicit
iega con maggior semplicità. Avvenne in somma al Pastor fido quel che nel secolo seguente seguì in Francia pel Cid di Pietr
vvisse ad ogni censura. Un carattere diverso dall’Aminta è da notarsi nel Pastor fido. L’azione della prima pastorale è sem
mpassione; il Pastor fido giugne a quel grado di terrore che ci agita nel Cresfonte al pericolo del giovane vicino ad esser
stelletti Romano essendo ancor giovane140 scrisse l’Amarilli impressa nel 1587 e ristampata in Viterbo nel 1620. Un pastore
ovane140 scrisse l’Amarilli impressa nel 1587 e ristampata in Viterbo nel 1620. Un pastorello di Candia ama una ninfa e cre
ci Italiane, che applicatasi alla poesia ne diede alla luce un saggio nel 1588 con una pastorale intitolata Mirtilla, la qu
etti favola boschereccia di Pietro Lupi Pisano si pubblicò in Firenze nel 1589. Un dialogo tra l’Amore e la Gelosia ne form
ratiana di un certo Accademico Infiammato uscita alla luce in Venezia nel 1590 ripiena di sciapite buffonerie e di personag
rono l’ultimo lustro del secolo. La Cintia, che s’ impresse in Napoli nel 1594 dal Carlino e dal Pace, e si ristampò dal Ma
n Napoli nel 1594 dal Carlino e dal Pace, e si ristampò dal Maccarano nel 1631, che è l’edizione conosciuta dal Fontanini,
finto Tirsi da Silvano è di partire da quelle selve, e le sue querele nel dovere lasciar quel luoco e la compagnia di Clizi
azzucchelli la compose in età di venti anni, e fu stampata in Venezia nel 1597 e poi anche nel 1598. In Milano nel 1597 anc
e in età di venti anni, e fu stampata in Venezia nel 1597 e poi anche nel 1598. In Milano nel 1597 ancora se ne fece un’ ed
ni, e fu stampata in Venezia nel 1597 e poi anche nel 1598. In Milano nel 1597 ancora se ne fece un’ edizione corretta dall
te sue opere ingegnose che produsse. Alcuni anni prima e propriamente nel 1590 il celebre Muzio Manfredi compose in Lombard
no convenienti a’ personaggi Assiri; diligenza che si vede trascurata nel grottesco vestito eroico degli attori tragici Fra
sembri verisimile che il famoso Manfredi sì scrupoloso negli abiti e nel ballo, avrebbe inculcata al compositore di musica
boschereccia composta da Ferrante Gonzaga principe di Molfetta morto nel 1630, la quale era vicina a terminarsi nella fine
erarne l’impressione. 130. Degli errori commessi dal Sig. Lampillas nel voler parlare di questo componimento, si è fatto
Lampillas nel voler parlare di questo componimento, si è fatto motto nel tomo IV delle Vic. della Coltura delle Sic. pag. 
della Coltura delle Sic. pag. 313. 131. L’Ab. Bettinelli errò ancora nel credere che questa cena del 1529 fosse stata data
iffatte notizie potranno osservare le principali edizioni dell’Aminta nel catalogo dell’edizione Cominiana che se ne fece i
oesia. 134. La lingua Castigliana riuscirà sempre più della Francese nel trasportare le poesie Italiane; perchè, oltre all
ù fosse stato pregiato e conosciuto e secondato dalla propria nazione nel disegno di arricchire ed elevare la patria poesia
Ercole d’Este che l’impiegarono in affari importanti, morì in Venezia nel 1613. 140. Apollo dice di lui nel prologo, U
ffari importanti, morì in Venezia nel 1613. 140. Apollo dice di lui nel prologo, Un che del Tebro in su la riva nacque
prologo, Un che del Tebro in su la riva nacque, E di sua etate è nel più verde aprile. 141. Questa valorosa attri
a regina e da’ più qualificati corregiani, morì di un aborto in Lione nel 1604 d’anni 42, e colla di lei morte decadde in F
 301 a Casal di Monferrato. 145. Ne fanno menzione Angelo Ingegnieri nel Discorso della Poesia Rappresentativa, ed il loda
9 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO II. Tragedie latine d’oltramonti, Tragici Olandesi, e Teatro Alemanno. » pp. 135-142
1628, nelle quali sostenne i personaggi principali con molta dignità nel Collegio di Guyenne il celebre Michele Montagna.
ci, scrisse il Giuseppe, o Sofamponea, ed il Cristo paziente stampate nel 1648 in Amsterdam. Quanto ai componimenti nel nat
risto paziente stampate nel 1648 in Amsterdam. Quanto ai componimenti nel nativo idioma, benchè in Olanda altro non sia sta
ino a lui colà sconosciuta. Fu questi Martino Opitz di Boberfeld nato nel 1597 e morto nel 1639. Mentre nel 1625 Pietro Cor
onosciuta. Fu questi Martino Opitz di Boberfeld nato nel 1597 e morto nel 1639. Mentre nel 1625 Pietro Corneille produceva
sti Martino Opitz di Boberfeld nato nel 1597 e morto nel 1639. Mentre nel 1625 Pietro Corneille produceva in Francia il suo
scenico, Opitz trasportò in tedesco le Troadi di Seneca. Tradusse poi nel 1627 la Dafne del Rinuccini, nel 1633 imitò un’ a
co le Troadi di Seneca. Tradusse poi nel 1627 la Dafne del Rinuccini, nel 1633 imitò un’ altra opera italiana intitolata Gi
ccini, nel 1633 imitò un’ altra opera italiana intitolata Giuditta, e nel 1636 tradusse l’Antigone di Sofocle corredandola
ault nella dissertazione premessa al Teatro Alemanno uscito in Parigi nel 1772, affermarono parimente che Opitz imitò la su
itz imitò la sua Giuditta da un’ opera italiana. Anche l’abate Arnaud nel Giornale Straniero parlando di un dramma di Weiss
l’abate Arnaud nel Giornale Straniero parlando di un dramma di Weiss nel 1760 asserì che Opitz non scrisse componimento ve
al proprio fondo. Intanto l’abate Aurelio Giorgi-Bertòla es-olivetano nel capo III dell’Idea della Poesia Alemanna sostenne
ra il Marini. Compose cinque tragedie, Epicari, ed Agrippa pubblicate nel 1665, Ibraim nel 1673, Sofonisba e Cleopatra nel
pose cinque tragedie, Epicari, ed Agrippa pubblicate nel 1665, Ibraim nel 1673, Sofonisba e Cleopatra nel 1682, le quali pr
d Agrippa pubblicate nel 1665, Ibraim nel 1673, Sofonisba e Cleopatra nel 1682, le quali presentano di quando in quando in
scrittori, Cristiano Weisse rettore del Collegio di Zittau precipitò nel basso e nel triviale. Le sue favole comiche e tra
Cristiano Weisse rettore del Collegio di Zittau precipitò nel basso e nel triviale. Le sue favole comiche e tragiche si rap
ti dopo la Dafne di Opitz, e l’Elena e Paride rappresentata in Dresda nel 1650, s’itrodusse fra’ Tedeschi il gusto dell’ope
10 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO V. Tragedie Latine d’Oltramonti: Tragici Olandesi: Teatro Alemanno. » pp. 286-290
1628, nelle quali sostenne i personaggi principali con molta dignità nel collegio di Guyenne il celebre Michele Montagna.
ci, scrisse il Giuseppe, o Sofamponea, ed il Cristo paziente stampate nel 1648 in Amsterdam. Quanto ai componimenti nel nat
risto paziente stampate nel 1648 in Amsterdam. Quanto ai componimenti nel nativo idioma, benchè in Olanda altro non sia sta
o al suo tempo sconosciuta. Fu questi Martino Opitz di Boberfeld nato nel 1597 e morto nel 1639. Mentre nel 1625 Pietro Cor
onosciuta. Fu questi Martino Opitz di Boberfeld nato nel 1597 e morto nel 1639. Mentre nel 1625 Pietro Cornelio produceva i
sti Martino Opitz di Boberfeld nato nel 1597 e morto nel 1639. Mentre nel 1625 Pietro Cornelio produceva in Francia il suo
scenico, Opitz trasportò in tedesco le Troadi di Seneca. Tradusse poi nel 1627 la Dafne del Rinuccini, nel 1633 imitò un’ a
co le Troadi di Seneca. Tradusse poi nel 1627 la Dafne del Rinuccini, nel 1633 imitò un’ altr’opera italiana intitolata Giu
ni, nel 1633 imitò un’ altr’opera italiana intitolata Giuditta 123, e nel 1636 tradusse l’Antigone di Sofocle corredandola
il Marini. Compose cinque tragedie, Epicari, ed Agrippina pubblicate nel 1665, Ibraim nel 1673, e Sofonisba, e Cleopatra n
se cinque tragedie, Epicari, ed Agrippina pubblicate nel 1665, Ibraim nel 1673, e Sofonisba, e Cleopatra nel 1682, le quali
ippina pubblicate nel 1665, Ibraim nel 1673, e Sofonisba, e Cleopatra nel 1682, le quali presentano di quando in quando qua
scrittori, Cristiano Weisse rettore del collegio di Zittau precipitò nel basso e nel triviale. Le sue favole comiche e tra
Cristiano Weisse rettore del collegio di Zittau precipitò nel basso e nel triviale. Le sue favole comiche e tragiche si rap
ti dopo la Dafne di Opitz, e l’Elena e Paride rappresentata in Dresda nel 1650 s’introdusse tra’ Tedeschi il gusto dell’ope
ault nella dissertazione premessa al Teatro Alemanno uscito in Parigi nel 1772, Opitz imitò la sua Giuditta da un’ opera it
Giuditta da un’ opera italiana. Secondo ciò che affermò l’ab. Arnaud nel Giornale Straniero parlando d’un dramma di Weiss
rmò l’ab. Arnaud nel Giornale Straniero parlando d’un dramma di Weiss nel 1760, Opitz non scrisse verun componimento scenic
enico tratto dal proprio fondo. Ma il noto ab. Aurelio Giorgi Bertòla nel capo III dell’Idea della poesia Alemanna afferma
11 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO IV. Teatro Lirico Francese, e suoi progressi per mezzo di Lulli e Quinault. » pp. 59-74
e suoi progressi per mezzo di Lulli e Quinault. Aveano in Francia nel XVI secolo eccitato il gusto musicale i Concerti
la festa della Finta Pazza mentovata da Renaudot fatta rappresentare nel Picciolo-Borbone nel 1645 dal cardinal Mazzarini.
Pazza mentovata da Renaudot fatta rappresentare nel Picciolo-Borbone nel 1645 dal cardinal Mazzarini. Due anni dopo egli s
del famoso Zarlino. S’imitò poi la magnificenza dell’opera di Venezia nel 1650 coll’ Andromeda di P. Cornelio. Non fu che u
na mascherata in forma di balletto la Cassandra di Benserade eseguita nel 1651 in cui ballò Luigi XIV. Faceva intanto il ma
 XIV. Faceva intanto il marchese di Surdeac rappresentare a sue spese nel castello di Neoburgo in Normandia il Toson d’oro;
a pastorale posta in musica da Cambert cantata la prima volta in Issy nel 1659. L’anno seguente il Mazzarini fe rappresenta
volta in Issy nel 1659. L’anno seguente il Mazzarini fe rappresentare nel Louvre l’Ercole amante in italiano che a’ Frances
rrin vide ravvivarsi le sue speranze di fondare un’ opera francese, e nel 1661 compose l’Arianna ancor più infelicemente ve
al sovrano la facoltà di stabilire un’ opera francese, ed ottenutene nel 1669 le lettere patenti si associò con Cambert pe
mbert per la musica e con Surdeac per le decorazioni, e per otto mesi nel 1671 continuò a cantarsi in Parigi l’opera di Pom
riello Gilbert che compose le Pene e i Piaceri di Amore rappresentata nel 1672 colla musica di Cambert. Questi furono i deb
dal Perrin con una somma considerevole la cessione del privilegio, e nel medesimo anno preso per socio il Vigarani machini
e di Amore e di Bacco opera composta di molti balletti. Morto Moliere nel 1673 Lulli ottenne la sala del Palazzo Reale, dov
ario col fatto della moglie d’Admeto. Nella tragedia di Teseo cantata nel 1675 è teatrale l’ angustia di Egle nella scena q
arire infedele e far credere a Teseo che più non l’ami. Ati recitata nel 1676 dee reputarsi una delle favole più interessa
Sospiri? . . . piangi? La mia fiamma funesta Forse qualche pietà nel sen ti desta? Sangar. Ati, la sorte tua di pian
n Sacrificatore si dimostra poco sensibile a’ favori della fortuna, e nel sentire che Sangaride piange pel suo imminente im
s. Delicato nell’atto quarto è il lamento di Sangaride. Ella volle nel precedente atto manifestare a Cibele l’amore che
e Sangaride più non conoscendola. La dea crudele gli rende la ragione nel quinto atto, ed egli conosce l’eccesso ove ella l
stati meritamente comendati da Marmontel21. Nel Fetonte rappresentato nel 1683, nell’Amadigi il cui soggetto fu dato al poe
3, nell’Amadigi il cui soggetto fu dato al poeta dallo stesso sovrano nel 1684, e nel Tempio della Pace balletto e nell’Orl
igi il cui soggetto fu dato al poeta dallo stesso sovrano nel 1684, e nel Tempio della Pace balletto e nell’Orlando tragedi
l Tempio della Pace balletto e nell’Orlando tragedia che si cantarono nel 1685, si ripetono le decorazioni delle altre favo
essante. Ma il capo d’opera del teatro lirico francese si rappresentò nel 1686. L’ Armida tratta dal gran poema di Torquato
con un fiume che forma un’ isola, ora in un deserto oltre l’oceano, o nel palazzo incantato d’Armida. Con Idraotte, Rinaldo
orre rischio di coprir la favola di ridicolo. L’azione già intepidita nel III con gli esseri allegorici, in tutto l’atto IV
l’apertura, e Colasse compose il rimanente. Lulli morì di tal malatia nel 1687 contando 54 anni di età. Quinault gli soprav
tà. Quinault gli sopravvisse un solo anno e cessò di vivere d’anni 53 nel 1688. Vivendo questi due genj insigni nel tempo s
e cessò di vivere d’anni 53 nel 1688. Vivendo questi due genj insigni nel tempo stesso, parve l’uno nato alla gloria dell’a
a storia ci dimostra che Lulli riconosceva la superiorità di Quinault nel verseggiare e nello scerre e disporre i suoi pian
cor quando non componeva sulle parole di Quinault, il che ben si vide nel mettere in musica tanto il Bellerofonte del Corne
ben si vide nel mettere in musica tanto il Bellerofonte del Cornelio nel 1679, quanto l’Aci e Galatea del Campistron appla
nel 1679, quanto l’Aci e Galatea del Campistron applaudita sommamente nel 1687 dopo la stessa Armida. Lulli anche prima di
Ecco in fatti ciò che narrasi del modo che tenevano Lulli e Quinault nel formare un’ opera23. Scelto che avea il sovrano u
iuscita; ma Lulli ugualmente che Moliere non ebbe un degno successore nel teatro lirico che ne compensasse la mancanza26.
ride est morte; il discorso di Plutone della Proserpina rappresentata nel 1680, Les efforts d’un géant qu’on croyoit acc
fait le bien de tous &c.; e diede l’esempio di uno stile maschio nel discorso di Medusa del Perseo cantata nel 1682;
sempio di uno stile maschio nel discorso di Medusa del Perseo cantata nel 1682; Je porte l’épouvante, & la mort en t
épouvante, & la mort en tous lieux &c. 22. Ciò manifestò nel consigliar Tommaso Corneille a regolarsi con Quin
ò manifestò nel consigliar Tommaso Corneille a regolarsi con Quinault nel tessere il suo Bellerofonte; ed anche nel mandarg
le a regolarsi con Quinault nel tessere il suo Bellerofonte; ed anche nel mandargli i suoi stessi versi de’ divertissemens,
etario del re, e l’ottenne in questa guisa. Ripetendosi a San Germano nel 1681 le Bourgeois Gentilhomme, di cui Lulli avea
i presa quest’occasione ripigliò: Ma, Sire, io avea disegno di essere nel numero de’ vostri segretarj, ed ora essi non mi v
12 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO VII. Della vera commedia Francese e dell’Italiana in Francia. » pp. 144-176
ia Menandro, Apollodoro, Terenzio, il Caro, l’Oddi, il cavalier Porta nel Moro e nella Sorella. Non sono le lagrime che ren
i Graffigny, Voltaire e Collet. Nivelle de la Chaussée nato in Parigi nel 1691 e morto nel 1754 ha maneggiato questo genere
aire e Collet. Nivelle de la Chaussée nato in Parigi nel 1691 e morto nel 1754 ha maneggiato questo genere qualche volta co
lle fate e delle trasformazioni. Francesca di Graffigny nata in Nansi nel 1695 e morta in Parigi nel 1758 diede al pubblico
ioni. Francesca di Graffigny nata in Nansi nel 1695 e morta in Parigi nel 1758 diede al pubblico Cenia sotto il titolo di p
e. Non mancando d’interesse ed essendo stata rappresentata assai bene nel 1750, mal grado di essere sfornita di veri colori
mporre la sua Nanina commedia tenera in tre atti. Essa si rappresentò nel 1748 la prima volta a Versailles; ma secondo il G
ontuttociò le passioni hanno maggior forza nella Pamela: il contrasto nel cuore di Milord dell’amore e della nobiltà più vi
i. Carlo Collè segretario e lettore del duca d’Orleans nato in Parigi nel 1709 è uno de’ Francesi che hanno ritenuta la giu
date dal Palissot alla commedia Dupuis & Des Ronais rappresentata nel 1763, possiamo noverarla tralle commedie tenere n
e il sig. Collé ha non di rado manifestato disprezzo. Questa favola è nel gusto delle commedie di Terenzio. I sentimenti so
ina e della commedia piangente. Egli nella sua dissertazione inserita nel tomo III della raccolta della sua Accademia della
troviamo tra’ buoni comici ne’ primi lustri del nostro Du Fresny nato nel 1648 e morto nel 1724, il quale dopo aver lavorat
ni comici ne’ primi lustri del nostro Du Fresny nato nel 1648 e morto nel 1724, il quale dopo aver lavorato per l’antico te
naggi palesando il poeta. Filippo Nericault Des Touches nato in Tours nel 1680 e morto nel 1754, le cui commedie cominciaro
l poeta. Filippo Nericault Des Touches nato in Tours nel 1680 e morto nel 1754, le cui commedie cominciarono a rappresentar
1680 e morto nel 1754, le cui commedie cominciarono a rappresentarsi nel 1710, possiede arte e giudizio, ed anche spirito
di questo commediografo. Cristofano Bartolommeo Fagan nato in Parigi nel 1702 e morto nel 1755 dotato di facilità e di nat
iografo. Cristofano Bartolommeo Fagan nato in Parigi nel 1702 e morto nel 1755 dotato di facilità e di naturalezza nel gene
Parigi nel 1702 e morto nel 1755 dotato di facilità e di naturalezza nel genere comico, ma obbligato dalle sue strettezze
a di provincia ch’egli non conosce se non per le di lei poesie recate nel Mercurio. Egli prevede che da questo matrimonio n
loso disingannato rimasta al teatro; le Sage nato a Ruys in Brettagna nel 1677 e morto nel 1747 autore della graziosa comme
rimasta al teatro; le Sage nato a Ruys in Brettagna nel 1677 e morto nel 1747 autore della graziosa commedia di Turcaret,
a di Crispino rivale del padrone; Giambatista Rousseau nato in Parigi nel 1669 e morto nel 1740, che pubblicò l’Adulatore,
ale del padrone; Giambatista Rousseau nato in Parigi nel 1669 e morto nel 1740, che pubblicò l’Adulatore, ed il Capriccioso
al costume francese, pubblicò il Méchant buona commedia rappresentata nel 1740 con molto applauso. Vi si dipinge un malvagi
lito nascondono il cuore più nero e l’empietà più raffinata. Voltaire nel Pauvre Diable poco bene affetto a Gresset pretend
ltima scena dell’atto IV contiene lo stesso artifizio usato da Elmira nel Tartuffo, benchè la copia venga dall’ originale s
io spirito in vece di farli porlare giusta i costumi e le condizioni, nel che segnalaronsi Moliere e Machiavelli. Voltaire,
lli. Voltaire, oltre alle riferite commedie tenere, altre ne produsse nel genere puramente comico. In versi alessandrini co
iva di azione. Scrisse ne’ medesimi versi la Donna ragionevole uscita nel 1758, la quale può dirsi una galleria di bei ritr
nte si trattiene molto tempo sconosciuto nella propria casa. Pubblicò nel 1762 in versi di dieci sillabe ottimi per la comm
Principessa di Navarra commedia balletto &c. Luigi di Boussy nato nel 1694 e morto nel 1758 compose intorno a trenta co
varra commedia balletto &c. Luigi di Boussy nato nel 1694 e morto nel 1758 compose intorno a trenta commedie fredde per
l Francese a Londra, il Chiacchierone. Pietro Marivaux nato in Parigi nel 1688 e morto nel 1765 autore di romanzi e di comm
ra, il Chiacchierone. Pietro Marivaux nato in Parigi nel 1688 e morto nel 1765 autore di romanzi e di commedie pare che riu
a singolarmente certo parlar gergone a lui proprio. Antonio Bret nato nel 1717 scrittore della Vita di Ninon l’ Enclos si e
ato nel 1717 scrittore della Vita di Ninon l’ Enclos si esercitò pure nel genere comico. La Doppia Stravaganza commedia d’i
accolta dal pubblico appartiene al Parigino Claudio Pietro Patu nato nel 1726 e morto immaturamente nel 1757. Egli traduss
e al Parigino Claudio Pietro Patu nato nel 1726 e morto immaturamente nel 1757. Egli tradusse anche alcune farsette del tea
di piacevolezza nè di brio l’Impertinente commediola di Desmahys nato nel 1761. La Madre gelosa commedia di tre atti in ver
atti in versi di M. Barthe dell’accademia di Marsiglia si rappresentò nel 1771 e s’ impresse nell’anno seguente. Vi si disv
a che vi regna. Di questo genere sono le seguenti: l’Oracolo impressa nel 1740, in cui intervengono tre personaggi, cioè un
ui carattere è un leggiadro tessuto di vezzi: le Grazie rappresentata nel 1744 ed impressa l’anno che seguì, il cui soggett
alle Grazie secondo la vaga cantata del Metastasio recitata in Vienna nel 1735: gli Uomini vivace azione drammatica allegor
el 1735: gli Uomini vivace azione drammatica allegorica rappresentata nel 1753, in cui intervengono Mercurio, Prometeo, la
mmedie les Philosophes e l’Homme dangereux. Nella prima rappresentata nel 1760 con amarezza e libertà Aristofanesca mottegg
Meraviglioso in tutto è il secol nostro. M. Dorat noto poeta morto nel 1780 d’anni quarantasei coltivò anche la poesia d
ia drammatica per avventura poco propria de’ di lui talenti. Cominciò nel 1760 con Zulica e Teagene tragedie d’infelice eve
a e Teagene tragedie d’infelice evento. Riuscì un poco più col Regolo nel 1773, in cui imitò l’Attilio Regolo del Metastasi
a sua tragedia per conservarne almeno il titolo. Sofferse il pubblico nel 1774 l’Adelaide. Pietro il Grande rappresentata n
ferse il pubblico nel 1774 l’Adelaide. Pietro il Grande rappresentata nel 1779 fu mal ricevuta. Lasciò ancora Zoramide altr
ltra tragedia non rappresentata. Quanto al genere comico troviamo che nel 1773 imitò il Desden con el Desdèn di Moreto nell
ero i Capricci, commedia di tre atti in versi rappresentata in Parigi nel 1787, manifesta una mano di un giovane che potreb
yre colla Scuola de’ Padri in versi di cinque atti recitata in Parigi nel 1787 può animare la gioventù a ricalcare le orme
atti non migliore imitazione delle Letterate rappresentata in Parigi nel 1788; Moliere in casa di Ninon in prosa di mad. d
nel 1788; Moliere in casa di Ninon in prosa di mad. di Gouge impressa nel medesimo anno da’ gazzettieri enunciata col titol
X). Questi nuovi attori detti prima commedianti di S. A. e poi del re nel 1723 ottennero una pensione di 15000 lire. Rappre
indi i componimenti francesi de’ loro predecessori; ma non ritornando nel lor teatro il concorso pensarono ad abbandonar Pa
nia Domenico Romagnesi, Riccoboni, Flaminia sua moglie e Colato morto nel 1778 che rappresentava da pantalone. Di quest’ult
o, gl’ Intrighi d’Arlecchino, i Tre Gemelli Veneziani da me ascoltata nel dicembre del 1777 passando per Mompellier. Tra gl
o Carlino nella parte d’arlecchino, il quale cominciò a rappresentare nel 1742, e la celebre attrice Carolina da alcuni ann
edianti nazionali l’affettazione e la durezza. “Io preferisco (dicesi nel libro l’Anno 2440) quest’Italiani a’ vostri insip
ural declamazione del celebre discepolo di Moliere Michele Baron nato nel 1653 e morto nel 1729, e della mirabile attrice A
del celebre discepolo di Moliere Michele Baron nato nel 1653 e morto nel 1729, e della mirabile attrice Adriana Le Couvreu
Adriana Le Couvreur, sia andata degenerando. In fatti il sig. Eximeno nel suo libro Origine e progressi della Musica afferm
stro Pier Jacopo Martelli. Ecco come egli ne ragiona con conoscimento nel Dialogo sopra la tragedia antica e moderna nella
re colui che ignora l’ arte di accomodarsi alla convenienza richiesta nel favellar con gli altri, alla decenza teatrale e a
a teatrale e al comodo dell’uditorio. Riprende in seguito il Martelli nel Bouhour il vizio frequente di voltar le spalle al
elli nel Bouhour il vizio frequente di voltar le spalle al compagno e nel Quinault di lui imitatore censura il soverchio vi
fra gli uomini si sono segnalati Du Fresne e le Kain morto in Parigi nel 1778, e tralle donne, dopo l’insigne le Couvreur,
l’ha più volte encomiata, e le diresse anche un componimento poetico nel 1761. Nella commedia italiana cui si trova aggreg
tti con ariette, ma di caratteri naturali che riscosse molto applauso nel 1787. Confessano i Francesi di dovere le prime id
ssano i Francesi di dovere le prime idee delle vere bellezze musicali nel genere comico alla Serva Padrona dell’immortale m
a dell’immortale maestro Napoletano Pergolese, la quale colà si cantò nel 1753. I Francesi che somministrarono opere musica
& Lucas, e dell’Isola deserta traduzione di quella di Metastasio nel 1775 animata dalla musica del celebre nostro Sacc
esentata colla musica del medesimo eccellente maestro. Il sig. Mayeur nel corrente anno 1789 ha data una commedia istorica
ttere era stato prima di lui felicemente esposto sulle scene Italiane nel Geloso non geloso di Anton Brignole Sale. 50. La
13 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO VI. Teatri Materiali. » pp. 357-365
CAPO VI. Teatri Materiali. Molti teatri si eressero in Italia nel secolo XVII da’ valorosi architetti  ma i più con
va Giambatista Magnani l’architetto che vi fu impiegato, come leggesi nel trattatodel Teatro, e nelle Lettere sopra la Pitt
rattatodel Teatro, e nelle Lettere sopra la Pittura dell’Algarotti, e nel Discorso premesso alle sue tragedie dal Bettinell
nella militare, il fe costruire d’ ordine del duca Ranucio I Farnese nel 1618. Si aprì secondo la prima costruzione nel 16
duca Ranucio I Farnese nel 1618. Si aprì secondo la prima costruzione nel 1619, dedicandosi a Bellona e alle Muse, come leg
48 ha una scalinata di quattordici scaglioni ed un gran palco ducale nel mezzo. Sopra di essa si alzano due magnifiche log
lla città. Un arco accompagnato a due lunghe rette laterali terminate nel proscenio formano la figura mistilinea di tal tea
a moderna. Il proscenio per ogni lato ha due pilastri con una nicchia nel mezzo di essi colle figure di Pallade, e nel mezz
pilastri con una nicchia nel mezzo di essi colle figure di Pallade, e nel mezzo vi è scritto Theatrum Fortunae, Si osserva
pera di Carlo Fontana, e la sua figura inclina alla circolare, avendo nel maggior diametro piedi 52, e nel minore 48. Ila s
igura inclina alla circolare, avendo nel maggior diametro piedi 52, e nel minore 48. Ila sei ordini di palchetti  ma (dic
ne di poterne fare neppure un cenno. Molti altri teatri si eressero nel medesimo secolo e quasi ogni città n’ebbe uno qua
i Modena detto della Spelta, su opera del cavalier Vigarani distrutto nel 1767. Quello di Milano s’incendiò nel secolo XVII
del cavalier Vigarani distrutto nel 1767. Quello di Milano s’incendiò nel secolo XVIII innoltrato. Vi su un Teatro in Pavia
i rifabbricò verso il 1670. Il teatro di Marco Contarini in Piazzuola nel Padovano fu di tal vastità che nel 1680 si videro
ro di Marco Contarini in Piazzuola nel Padovano fu di tal vastità che nel 1680 si videro in esso girar nella scena tirate d
ottarono le stravaganze, e si perderono non poche bellezze. Nel Rosa, nel Bernini, nel Viviani, nell’Agli, nel Ridolfi, nel
travaganze, e si perderono non poche bellezze. Nel Rosa, nel Bernini, nel Viviani, nell’Agli, nel Ridolfi, nel Dati si ebbe
no non poche bellezze. Nel Rosa, nel Bernini, nel Viviani, nell’Agli, nel Ridolfi, nel Dati si ebbero egregii attori accade
bellezze. Nel Rosa, nel Bernini, nel Viviani, nell’Agli, nel Ridolfi, nel Dati si ebbero egregii attori accademici  si mand
il calcolo fattone da Giuseppe Notari citato dal cavalier Tiraboschi nel libro III del tomo VIII della Storia della Letter
14 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO VII. Teatro Lirico Francese, e suoi progressi per mezzo del Lulli, e del Quinault. » pp. 245-266
i progressi per mezzo del Lulli, e del Quinault. Aveano in Francia nel XVI secolo eccitato il gusto musicale i Concerti
la festa della Finta Pazza mentovata da Renaudot, fatta rappresentare nel Picciolo-Borbone nel 1645 dal cardinal Mazzarini.
Pazza mentovata da Renaudot, fatta rappresentare nel Picciolo-Borbone nel 1645 dal cardinal Mazzarini. Due anni dopo egli s
l riputato Zarlino. S’imitò poi la magnificenza dell’opera di Venezia nel 1650 coll’Andromada di P. Cornelio. Fu una sempli
ce mascherata in forma di balletto la Cassandra di Benserade eseguita nel 1651 in cui ballò Luigi XIV. Faceva intanto il Ma
XIV. Faceva intanto il Marchese di Surdeac rappresentare a sue spese nel Castello di Neoburgo in Normandia il Toson d’oro;
a pastorale posta in musica da Cambert cantata la prima volta in Issy nel 1659. L’anno seguente il Mazzarini fe rappresenta
volta in Issy nel 1659. L’anno seguente il Mazzarini fe rappresentare nel Louvre l’Ercole amante in italiano che a’ Frances
ravvivarsi le sue speranze di fondare un’ opera musicale francese, e nel 1661 compose l’Arianna ancor più infelicemente ve
al sovrano la facoltà di stabilire un’ opera francese, ed ottenutene nel 1669 le lettere patenti si associò con Cambert pe
bert per la musica, e con Surdeac per le decorazioni, e per otto mesi nel 1671 continuò a cantarsi in Parigi l’opera di Pom
briello Gilbert che compose le Pene e i Piaceri d’Amore rappresentata nel 1672 colla musica del Cambert. Questi furono i de
dal Perrin con una summa considerevole la cessione del privilegio, e nel medesimo anno preso per socio il Vigarani macchin
di Amore e di Bacco, opera composta di molti balletti. Morto Moliere nel 1673 Lulli ottenne la sala del Palazzo Reale, dov
o col fatto della moglie di Admeto. Nella tragedia del Teseo cantata nel 1675 è teatrale l’angustia di Egle nella quarta s
rire infedele, e far credere a Teseo che più non l’ami. Ati recitata nel 1676 dee reputarsi una delle favole più interessa
Oh Dio!Sospiri?… piangi?… La mia fiamma funesta Forse qualche pietà nel senti desta? Sangaride Ati, la sorte tua di piant
vienea. Delicato nell’atto IV è il lamento di Sangaride. Ella volle nel precedente atto manifestare a Cibele l’amore che
est morte ec; il discorso di Plutone nella Proserpina rappresentata nel 1680, Les efforts d’un gèant qu’on croyoit accab
azione di Cerere, J’ai fait le bien de tous . Nel discorso di Medusa nel Perseo cantata nel 1682 diede l’esempio ancora d’
J’ai fait le bien de tous . Nel discorso di Medusa nel Perseo cantata nel 1682 diede l’esempio ancora d’un maschio stile,
orte l’èpouvante et la mort en tous lieux. Nel Fetonte rappresentato nel 1683, nell’Amadigi il cui soggetto fu dato al poe
3, nell’Amadigi il cui soggetto fu dato al poeta dallo stesso sovrano nel 1684, e nel Tempio della Pace balletto, e nell’Or
igi il cui soggetto fu dato al poeta dallo stesso sovrano nel 1684, e nel Tempio della Pace balletto, e nell’Orlando traged
Pace balletto, e nell’Orlando tragedia, le quali favole si cantarono nel 1685, si ripetono le decorazioni delle altre sue
nzione. Ma il capo d’opera del teatro lirico francese si rappresentò nel 1686. L’Armida tratta dal gran poema epico di Tor
on un fiume che forma un’ isola, ora in un deserto, oltre l’oceano, o nel palazzo incantato di Armida. Con Idraotte, Rinald
il rimanente si pose in musica da Colasse. Lulli morì di tal malattia nel 1687 contando 54 anni di età. Quinault gli soprav
. Quinault gli sopravvisse un solo anno, e cessò di vivere di anni 53 nel 1688. Vivendo questi due genii insigni nel tempo
cessò di vivere di anni 53 nel 1688. Vivendo questi due genii insigni nel tempo stesso, parve l’uno nato alla gloria dell’a
storia ci dimostra che Lulli riconosceva la superiorità del Quinault nel verseggiare e nello scerre e disporre i suoi pian
seggiare e nello scerre e disporre i suoi piani. E ciò egli manifestò nel consigliar Tommaso Corneille a regolarsi col Quin
i manifestò nel consigliar Tommaso Corneille a regolarsi col Quinault nel tessere il suo Bellerofonte; ed anche nell’inviar
ncor quando non componeva sulle parole di Quinault; e ciò ben si vide nel mettere in musica tanto il Bellerofonte del minor
i vide nel mettere in musica tanto il Bellerofonte del minor Cornelio nel 1669, quanto l’Aci e Galatea del Campistron appla
nel 1669, quanto l’Aci e Galatea del Campistron applaudita sommamente nel 1687 dopo la stessa Armida. Lulli anche prima di
Ecco in fatti ciò che narrasi del modo che tenevano Lulli e Quinault nel formare un’ operaa. Scelto che aveva il Sovrano u
scita; ma Lulli (ugualmente che Moliere) non ebbe un degno successore nel teatro lirico che ne compensasse la mancanza. Nar
retario del re e l’ottenne in questa guisa. Ripetendosi a San-Germano nel 1681 le Bourgeois-Gentilhomme, di cui Lulli avea
presa quell’occasione ripigliò: "Ma Sire, io aveva disegno di essere nel numero de’ vostri segretarii, ed ora essi non mi
15 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO II. Commedie: Pastorali: Teatri materiali. » pp. 224-253
vano recarsi in italiano le comiche bellezze de’ migliori Francesi, e nel 1704 pubblicò in Venezia i Litiganti, ossia il Gi
dice impazzito franca ed elegante versione de’ Plaideurs di Racine, e nel 1711 impresse in Roma in tre atti il suo Don Pilo
irindina. Contemporaneamente l’erudito Niccolò Amenta Napoletano nato nel 1659 e morto nel 1719 dal 1699 in poi fe recitare
oraneamente l’erudito Niccolò Amenta Napoletano nato nel 1659 e morto nel 1719 dal 1699 in poi fe recitare ed imprimere le
ell’Isa. Esse non solo si recitarono con molto applauso in Napoli, ma nel resto dell’Italia, e si tradussero in diverse lin
Mastrilli duchessa di Marigliano col Prodigio della Bellezza impressa nel 1703, il dottor Annibale de’ Filippi da Serino co
’ Filippi da Serino colla commedia de’ Due Bari pubblicata in Firenze nel 1705, Pietro Piperni Beneventano colla Contadina
nel 1705, Pietro Piperni Beneventano colla Contadina Marchesa uscita nel 1702, Niccolò Salerno col Gianni Barattiere data
a uscita nel 1702, Niccolò Salerno col Gianni Barattiere data in luce nel 1717, mostrarono il valor comico de’ regnicoli an
e il dottor Jacopo Angelo Nelli le tre sue commedie impresse in Lucca nel 1751, i Vecchi Rivali, la Moglie in calzoni, e la
elli il suo Filizio Medico commedia mentovata dal Maffei e pubblicata nel 1729: in prosa compose il marchese Girolamo Teodo
i, o chi potrà seguirlo nell’imitare con indicibile verisimiglianza e nel decoro che caratterizza la sua commedia? chi nell
ssa: un abboccamento di due gran signori col seguito rispettivo, come nel Solitario: una scena detta del padiglione nell’Er
che ne correva, la maniera di sceneggiare Liveriana, e volle provarsi nel suo Filosofo Inglese a porre in vista più azioni
naturali e necessarie; e tutto ciò manca all’ imitazione che ne fece nel suo Filosofo. E che parte poteva prendere lo spet
? alla cena che fa il di lei marito sul balcone? Che verità si scorge nel situare tali personaggi, senza verun perchè e fuo
Politica del Regno di Napoli Carlo Pecchia compose l’Ippolito uscita nel 1770, nella quale si ammira una mano maestra nel
se l’Ippolito uscita nel 1770, nella quale si ammira una mano maestra nel rilevare il mal costume e le massime perniciose c
comiche ne rendono ambiguo il genere. Francesco Grisellini Veneziano nel 1754 diede alla luce una commedia in Roveredo che
di Danzica. Nel 1739 si pubblicò in Venezia e si reimpresse in Napoli nel 1740 una favola curiosa, che mescola a molti trat
, o sia il Cruscante impazzito tragicommedia giocosa. Uscì in Firenze nel 1760 i Letterati commedia nuova, nella quale un g
in questa guisa il Giornalista: Torc. Avreste difficoltà a metterlo nel vostro Giornale de’ Letterati? Fall. Che dite mai
ognizioni, e particolarmente diverse scienze utili all’umana società; nel foglio venturo si darà notizia delle sue opere st
lità solite di noi Giornalisti. Il chiaro Agatopisto Cromaziano volle nel 1754 pubblicare in Faenza in varj sdruccioli i Fi
per ridersi de’ Filosofi d’ogni aria e d’ogni secolo, com’ egli dice nel Prologo, e soggiugne: Verran per ora Egizj, e
dizione abbondevolmente seminata nelle Annotazioni. Terenzio ha avuto nel nostro secolo un ottimo traduttore in mons. Nicco
quello che usarono gli Spagnuoli del XV secolo, che Antonio Minturno nel XVI propose agl’ Italiani, quando a gara si cerca
cene di Firenze, servì al bisogno ed al mal gusto corrente: entrò poi nel camin dritto sulle orme di Moliere: deviò in segu
vede nella Locandiera, nelle Donne Puntigliose, nella Vedova Scaltra, nel Moliere, nelle Donne Curiose, nella Serva amorosa
nella Serva amorosa, nella Figlia obediente, ne’ Puntigli domestici, nel Filosofo Inglese, nel Feudatario, nell’Avventurie
nella Figlia obediente, ne’ Puntigli domestici, nel Filosofo Inglese, nel Feudatario, nell’Avventuriere onorato, nel Ciarlo
ici, nel Filosofo Inglese, nel Feudatario, nell’Avventuriere onorato, nel Ciarlone imprudente &c. &c. Ma chi non ve
. Ma chi non vede il maestro nella Putta Onorata, nella Buona Moglie, nel Caffè, nel Cavaliere e la Dama, nella Pamela, nel
n vede il maestro nella Putta Onorata, nella Buona Moglie, nel Caffè, nel Cavaliere e la Dama, nella Pamela, nell’Amante Mi
ingiusta persecuzione cesse al tempo e cangiò cielo. L’accolse Parigi nel 1761 ove tuttavia mena in tranquillità i dì che g
singhevoli che seducevano il popolo Veneziano, ed ebbero un imitatore nel sig. Giuseppe Foppa. Sembra che a toglier forza a
prima corona del 1774: la Marcia del sig. ab. Francesco Marrucchi che nel 1775 ottenne la seconda corona: e la Faustina di
uanto è dalla sapienza e dalla veracità l’autor del Colpo d’occhio, è nel genere tenero concesso. al comico. L’autore scris
è nel genere tenero concesso. al comico. L’autore scrisse in seguito nel medesimo genere la sua Rachele ovvero la Tirannia
n conducono gli uomini a’ mattarelli, ve gli appressano almeno. Havvi nel tomo V altre due commedie di questo illustre auto
asi della Cantica: l’Antillide di Antonio Bravi pubblicata in Venezia nel 1744, e poi in Verona riformata nel 1766: l’Amore
tonio Bravi pubblicata in Venezia nel 1744, e poi in Verona riformata nel 1766: l’Amore eroico tra’ Pastori del cardinal Pi
l 1754: il Paradiso terrestre del conte ab. Giambatista Roberti morto nel 1786. III. Teatri materiali. Tra’ primi t
i in questo secolo contasi quello di Mantua edifizio magnifico eretto nel 1706 con disegni del rinomato architetto Francesc
a della scena. La lunghezza della platea è di 62 piedi e la larghezza nel proscenio di 50 in circa. Vi sono cinque ordini c
chetti. Uno de’ famosi teatri italiani è il Reale di Torino edificato nel 1740 dal conte Benedetto Alfieri. La sua figura è
tto Alfieri. La sua figura è ovale, contiene sei ordini di palchetti, nel secondo de’ quali è il palco di S. M., e la plate
mo siasi restaurato sotto Clemente XII. Il teatro di Argentina eretto nel nostro secolo dal marchese Girolamo Teodoli ha se
hetti. La sua figura irregolare, cioè a ferro di cavallo, ha 51 piedi nel maggior diametro, e 46 nel minore. L’ antico teat
lare, cioè a ferro di cavallo, ha 51 piedi nel maggior diametro, e 46 nel minore. L’ antico teatro di Marcello che in parte
cor terminato quello che sin dallo scorso anno 1789 si stà edificando nel sito detto Ponte Nuovo. Il più antico degli esist
ada di Toledo alle vicinanze della chiesa di Monte Calvario, fu opera nel suo genere mirabile del Napoletano Domenico Anton
idoi e nelle scale. Un miracolo opposto a quello del Vaccaro ha fatto nel 1779 don Francesco Seguro architetto Siciliano, i
ro di San Carlo costruito col disegno del brigadiere Giovanni Metrano nel 1737, edifizio magnifico in soli sei mesi fatto e
per l’attività di Angelo Carasale, dopo tanti teatri eretti in Europa nel nostro secolo conserva ancora sopra tutti il prim
di 67. Havvi sei ordini di comodi magnifici palchetti al numero di 28 nel 4 e 5 ordine, e di 26 ne’ tre primi, e nel bel me
palchetti al numero di 28 nel 4 e 5 ordine, e di 26 ne’ tre primi, e nel bel mezzo del secondo ordine si eleva il gran pal
iplicati dalle scintillanti gemme di tanta nobiltà, cangiano la notte nel più bel giorno, e l’uditorio in una dimora incant
i Circe o di Calipso superiore allo spettacolo del palco scenario. Ma nel tempo stesso le voci e le delicatezze musicali no
teatri antichi all’uso moderno accomodato in Vicenza 1762: l’Anonimo nel trattato Del Teatro impresso in Roma del 1772: il
nzo Lamberti nella Regolata Costruzione de’ Teatri stampata in Napoli nel 1787. Chi di loro l’ha meglio risoluto? É permess
el teatro dell’ Anonimo? 62. V. il Giornale de’ Letterati d’Italia nel tom. VIII, e la Bibliotheque Italique VII. 63.
emica, e non si premiò favola veruna; l’autore stampò la sua Faustina nel 1779. Nel prendere la volta verso Madrid passa pe
rso prima di stamparsi. Il celebre conte San Vitale primo tra’ uguali nel consesso vuole che non sia pregiudicato l’autore:
16 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO II. Tragedie Italiane del XVI secolo. » pp. 28-131
I. Tragedie Italiane del XVI secolo. La prima tragedia scritta nel nostro regolare idioma fu la Sofonisba di Galeott
Galeotto del Carretto de’ marchesi di Savona nato in Casal Monferrato nel secolo XV. L’autore nel 1502 la presentò ad Isabe
’ marchesi di Savona nato in Casal Monferrato nel secolo XV. L’autore nel 1502 la presentò ad Isabella da Este Gonzaga marc
sì alcuni componimenti del principio del secolo descritti dal Quadrio nel tomo I. E che giova trattenersi sul Filolauro di
aturgia del l’Allacci si dica solacciosa commedia ? Essa fu impressa nel 1520 in Bologna senza nome di autore, e contiene
ondo. La Sofonisba di Giovan Giorgio Trissino patrizío Vicentino nato nel 1478 e morto in Roma nel 1550, assai più famosa d
van Giorgio Trissino patrizío Vicentino nato nel 1478 e morto in Roma nel 1550, assai più famosa della precedente corse ind
lia liberata, poema ricco di varie bellezze Omeriche, afferma di aver nel comporre la sua tragedia tolto Sofocle per esempl
e per esemplare. Fu dedicata a Leone X e rappresentata magnificamente nel 1514 in Vicenza ed anche in Roma, ma s’impresse l
te nel 1514 in Vicenza ed anche in Roma, ma s’impresse la prima volta nel 1524. Non ha divisione di scene e di atti; ha il
te si sforza per vederlo l’ultima volta sul punto di spirare. Veggasi nel seguente frammento il colorito di questa scena la
a? Cor. Ahimè! che questa è pur troppo per tempo; Che ancor non siete nel vigesimo anno! Sof. Il bene esser non può troppo
e e s’imitò molte volte; di tal maniera che la Sofonisba oggi serbasi nel teatro tragico come un tesoro comune di sicuro ev
on i cori in versi Mellin de Saint Gelais, ed in versi Claudio Mermet nel medesimo secolo in cui si compose. Monchretien, M
onchretien, Montreux, Mairet e P. Corneille la tradussero e imitarono nel XVII: l’ha tradotta Millet, e l’ha imitata lo ste
ono nel XVII: l’ha tradotta Millet, e l’ha imitata lo stesso Voltaìre nel XVIIIa. Adunque la prima ìstruzione che ebbero i
etto delle Api, cugino germano del pontefice Leone X, nato in Firenze nel 1475 e morto verso il 1526, corse poco dopo del T
dopo del Trissino il tragico aringo colla Rosmunda che fece recitare nel suo giardino in Firenze alla presenza di quel pon
recitare nel suo giardino in Firenze alla presenza di quel pontefice nel 1516, e che si stampò poi in Siena nel 1525. In e
lla presenza di quel pontefice nel 1516, e che si stampò poi in Siena nel 1525. In essa prese ad imitare l’Ecuba di Euripid
dopo due secoli per opera del marchese Maffei, che la fece imprimere nel 1723 sull’esemplare posseduto prima dal Magliabec
ettanto note che a lui stesso; egli le narra ancora intempestivamente nel metter piede nella terra de’ barbari. Ma per tali
to in Salerno nell’acerba età di anni ventotto secondo il Crescimbeni nel 1533, e secondo il Rolli ed altri con più probabi
33, e secondo il Rolli ed altri con più probabilità mancato in Napoli nel 1527, parlandosi di lui come già morto in una let
, compose una tragedia impressa indi colle altre sue opere in Firenze nel 1548, ed oggi registrata nel tomo III del Teatro
sa indi colle altre sue opere in Firenze nel 1548, ed oggi registrata nel tomo III del Teatro Italiano antico, stampata in
l Teatro Italiano antico, stampata in Livorno sotto la data di Londra nel 1787, nella quale sí allontanò dagli argomenti gr
itenendone il titolo, l’Antigone di Sofocle, che si stampò in Venezia nel 1532. Per testimonio degl’intelligenti non cede i
iniano. Dell’Edipo dell’Anguillara impresso e rappresentato in Padova nel 1556 parla in una lettera citata dal Tiraboschi G
essendosene con somma pompa ed applauso ripetuta la rappresentazione nel 1565 in Vicenza in un teatro di legno costruito e
one nel 1565 in Vicenza in un teatro di legno costruito espressamente nel palagio della Ragione dal celebre Palladio. Noi s
ssa gareggìa colle più celebri tragedie di quel tempo. Si rappresentò nel 1585 con sontuosissimo apparato nel famoso Teatro
die di quel tempo. Si rappresentò nel 1585 con sontuosissimo apparato nel famoso Teatro Olimpico di Vicenza opera del prelo
Palladio; la quale per la morte di questo insigne architetto seguita nel 1586 si terminò dallo Scamozzi. La parte di Edipo
to otto giorni dopo nato, il quale a quest’oggetto recossi in Vicenza nel carnovale del 1585, e morì poscia in Venezia nell
ano e l’oratore più eloquente della sua età, morto di anni ottantotto nel 1588, compose la Canace tragedia pubblicata la pr
1588, compose la Canace tragedia pubblicata la prima volta in Venezia nel 1546, che dovea rappresentarsi in Padova l’anno 1
le rime e i versi di cinque sillabe, ed all’ombra da prima introdotta nel prologo sostituire il personaggio di Venere. Vide
to e col pugnale alla mano dono di Eolo suo padre, e le di lei parole nel l’atto di trafiggersi sperando di sopravvivere ne
mente commuove e perturba. Giambatista Giraldi Cintio nato in Ferrara nel 1504 e morto nel 1573 trasse da’ suoi medesimi Ec
perturba. Giambatista Giraldi Cintio nato in Ferrara nel 1504 e morto nel 1573 trasse da’ suoi medesimi Ecatommiti più argo
si stima la migliore, si rappresentò alla presenza del duca Ercole II nel 1541 in casa dell’autore, avendone apparecchiata
per ordine del duca nell’aprile del 1543 alla venuta di Paolo III; ma nel giorno destinato alla rappresentazione quest’infe
inio rimase disgraziatamente ucciso. L’Orbecche s’impresse in Venezia nel 1543, nel 1551, e poi con tutte le altre nel 1583
e disgraziatamente ucciso. L’Orbecche s’impresse in Venezia nel 1543, nel 1551, e poi con tutte le altre nel 1583. Come nel
he s’impresse in Venezia nel 1543, nel 1551, e poi con tutte le altre nel 1583. Come nella Sofonisba la compassione è posta
tutte le altre nel 1583. Come nella Sofonisba la compassione è posta nel suo maggior lume, nel l’Orbecche si eccita il ter
83. Come nella Sofonisba la compassione è posta nel suo maggior lume, nel l’Orbecche si eccita il terrore co’ più vivi sang
le Furie e l’Ombra di Selina madre di Orbecche formano l’atto I, come nel Tieste l’Ombra di Tantalo e Megera. L’atto IV nel
mano l’atto I, come nel Tieste l’Ombra di Tantalo e Megera. L’atto IV nel quale Atreo ammazza i nipoti, e delle loro membra
uella del luogo ove segue la strage di Oronte e de’ figliuoli. Giace nel fondo di quest’alta torre In parte sì solinga e s
fice Paolo III sin dal l’anno 1546, s’impresse in Venezia pel Giolito nel 1549. La Fama vi fa il prologo diffondendosi nell
ncipi, ed il Calepio osserva a ragione che Pietro Cornelio s’inganna nel dire che sieno invenzioni del suo secolo . Un cor
ttuta la misera Orazia per la notizia della morte dello sposo. Arriva nel III un servo che appende al tempio di Minerva le
ri e nelle passioni; ma ben si scorge ancora nell’Orazia più giudizio nel tener sempre l’occhio allo scopo principale della
esse e di passionea. Lodovico Dolce morto d’anni sessanta in Venezia nel 1568 vi pubblicò più di una volta varie tragedie
a, Didone, Medea, Ifigenia, Ecuba. La sua Marianna si diede alla luce nel 1565, e fu rappresentata con indicibile applauso
nel 1565, e fu rappresentata con indicibile applauso in quella città nel palazzo di Sebastiano Erizzo ad uno scelto uditor
di più di trecento gentiluomini; e quando volle ripetersi in Ferrara nel palazzo del duca, tale fu il concorso che non pot
uono troveremmo esaminando la Progne di Girolamo Parabosco pubblicata nel 1548, la Cleopatra, la Scilla e la Romilda di Ces
eopatra, la Scilla e la Romilda di Cesare de’ Cesari uscite alla luce nel 1550 e 1551, la Cleopatra del napoletano Alessand
, la Cleopatra del napoletano Alessandro Spinello stampata in Venezia nel 1550, la Medea del Galladei impressa nel 1558, l’
Spinello stampata in Venezia nel 1550, la Medea del Galladei impressa nel 1558, l’Altea di Niccolò Carbone comparsa in Napo
adei impressa nel 1558, l’Altea di Niccolò Carbone comparsa in Napoli nel 1559, la Fedra di Francesco Bozza uscita nel 1578
rbone comparsa in Napoli nel 1559, la Fedra di Francesco Bozza uscita nel 1578 oscurata poscia di gran lunga da quella del
seguente del Racine, e l’Atamanta di Girolamo Zoppio data al pubblico nel 1579 di cui nell’epistola 50 del IV libro fa un b
Leonico intitolata il Soldato impressa in Venezia per Comin del Trino nel 1550 scritta in versi sciolti. L’azione passa tra
si; ed in quel tempo non parvero degni della tragedia reale. In fatti nel parlarne il Crescimbeni nel tomo I, dice di non m
vero degni della tragedia reale. In fatti nel parlarne il Crescimbeni nel tomo I, dice di non meritare il nome di tragedia.
pregiarono, e che più tardi Inglesi, Francesi e Tedeschi hanno tanto nel secolo XVIII coltivata, e che ha trovato un apolo
ia, e non due. Quattro tragedie pubblicò Antonio Cavallerino modanese nel 1582 e 1583, delle quali parlano l’Allacci ed Apo
rte delle Rime e Prose di Torquato Tasso raccolte per Aldo il giovine nel 1582. Nell’edizione delle di lui opere fatta in V
2. Nell’edizione delle di lui opere fatta in Venezia da Stefano Monti nel 1735 questo abbozzo vien chiamato tragedia non f
, e due altre di un secondo atto, le quali tutte si distribuirono poi nel primo e secondo atto della tragedia compiuta. I p
a. Eccone un esempio. Torrismondo nella perfetta oppresso da rimorsi, nel narrare al consigliere i suoi passati casi, e l’e
otivo a tanti disastri (ottimamente affermò il dotto Scipione Maffei nel II tomo del Teatro Italiano) non potendo essere p
u mosso nè dalla tragica maestà dello stile nè dal patetico che regna nel Torrismondo. Egli che tralle altre pregiudicate s
ogni altra cosa, che ne’ tempi della cavalleria non potevano regnare nel cuore umano passioni grandi atte a destar terrore
ili ecc. Ora niuno di tali eccessi avrebbe potuto il Rapin riprendere nel Torrismondo, e si rivolse a riprovare i costumi s
rse non se ne trovano le immagini nelle favolose storie di Turpino, e nel romanzo della Tavola Rotonda del re Artù, di cui
torneamenti, il primo de’ quali, secondo Bastiano Munster a, si tenne nel 938? Allora che Rapin andava criticando l’Ariosto
sovvenne del combattimento di Guiglielmo duca di Normandia assediato nel 1079 nel castello di Gerberoi? Non erano e in Ing
del combattimento di Guiglielmo duca di Normandia assediato nel 1079 nel castello di Gerberoi? Non erano e in Inghilterra
terra e in Francia, come altrove, generali i costumi della cavalleria nel secolo XIII ancora? Non si ricordò Rapin della gi
o XIII ancora? Non si ricordò Rapin della giostra data nella Borgogna nel 1272, nella quale dal principe di Châllons fu dis
al cartello di disfida mandato al re Filippo di Valois da Eduardo III nel secolo XIV? Non al combattimento del medesimo re
lisbury? Non al combattimento de’ trenta Brettoni con trenta Inglesi, nel quale Beaumanoir gridava, or si vedrà chi di noi
non continuarono e divennero frequentissime, specialmente in Francia nel secolo XV? Non fu allora che con buon senno disse
a morte sotto altro pretesto dalla vedova regina Caterina de’ Medici nel 1574? Ora tutti questi combattimenti e queste dis
l 1574? Ora tutti questi combattimenti e queste disfide non seguirono nel secolo XVI, cioè in quel tempo in cui fu composto
e che più si avvicinavano alle idee famigliari a quelli che vivevano nel tempo stesso dell’autore; chi non vede quanto ess
ù atta a chiamare e tener ferma l’attenzione? Se dunque havvi de’ nei nel Torrismondo, essi certamente non provengono da i
izio contro del Torrismondo, si lusingò, in una sua orazione recitata nel gennajo del 1728 in Parigia, di poterne oscurar l
nella descrizione delle notturne inquietudini dell’innamorata Alvida nel l’atto I: … Oimè! giammai non chiudo Queste luci
muto e mesto Da la pietate, e da l’orror confuso Il suo dolor premea nel cor profondo; Poi disse: Alvida, tu sei morta, io
e con ogni picciolo cambiamento si guasterebbero; per non commuoversi nel leggerli (or che sarebbe rappresentandosi!); per
fece Carlo Vion parigino signor di Delibrai, che si stampò in Parigi nel 1626, e si ristampò nel 1640 e nel 1646. Allora i
o signor di Delibrai, che si stampò in Parigi nel 1626, e si ristampò nel 1640 e nel 1646. Allora i Cornelii non aveano anc
Delibrai, che si stampò in Parigi nel 1626, e si ristampò nel 1640 e nel 1646. Allora i Cornelii non aveano ancora lette l
Tancredi di Federico Asinari nobile Astigiano conte di Camerano, nato nel 1527 e morto nel 1576; la quale, come osserva Apo
ico Asinari nobile Astigiano conte di Camerano, nato nel 1527 e morto nel 1576; la quale, come osserva Apostolo Zeno, falsa
editore fu attribuita a Torquato Tasso. Uscì la prima volta in Parigi nel 1587 col titolo di Gismonda. Di poi col proprio t
ismonda. Di poi col proprio titolo di Tancredi si pubblicò in Bergamo nel 1588, benchè col nome di Ottavio Asinari fratello
ta tragedia vennero manifestate dal Parisotti in un Discorso inserito nel tomo XXV della raccolta degli Opuscoli del Caloge
compose la sua tragedia che col medesimo titolo s’impresse in Padova nel 1588; ma egli lasciò a una penna più felice e più
tà assai giovenile compose in versi sdruccioli l’Altea che s’impresse nel 1556, e la Polissena, della quale non fa menzione
tanini. Scrisse poi l’Astianatte in miglior metro stampato in Venezia nel 1589, che nel secolo XVIII s’inserì dal Maffei ne
e poi l’Astianatte in miglior metro stampato in Venezia nel 1589, che nel secolo XVIII s’inserì dal Maffei nel Teatro Itali
tampato in Venezia nel 1589, che nel secolo XVIII s’inserì dal Maffei nel Teatro Italiano. L’autore vi premise un argomento
stato pregio dell’opera. Nel rimanente si va dietro le orme di Seneca nel bellissimo atto III delle Troadi, ma col migliora
sponde al l’energia dell’originale. Allorchè si fa entrare Astianatte nel sepolcro, l’Andromaca del Grattarolo esprime i co
naturalezza, e forse con robustezza minore. Ma bisogna confessare che nel l’atto IV l’Italiano rimane ben al di sotto del L
i di Vicenza. Il Mondella scrisse l’Issipile che s’impresse in Verona nel 1582. Il fatto storico di essa seguì nel 1570. Da
ile che s’impresse in Verona nel 1582. Il fatto storico di essa seguì nel 1570. Dandolo difendendo Salamina nel regno di Ci
Il fatto storico di essa seguì nel 1570. Dandolo difendendo Salamina nel regno di Cipro tradito dal bassà Mustafà venne in
dalla medesima invasione di Cipro trasse il suo Antonio Bragadino che nel 1585 la pubblicò dedicandola a Francesco M. II du
Questa tragedia che s’impresse in Bergamo per Comin Ventura in quarto nel 1593 stando il Manfredi in Nansi, a giudizio di F
di Francesco Patrizii può servire di esempio a chi vuole esercitarsi nel genere tragico. Anche il dotto editore del Teatro
ente pretendere per lo stile. Riconosce parimente il conte di Calepio nel Nino di questa favola un carattere sommamente ido
a segno che novello Oreste diventa matricida, indi trafigge se stesso nel medesimo luogo ove giacciono immersi nel proprio
ida, indi trafigge se stesso nel medesimo luogo ove giacciono immersi nel proprio sangue Dirce e i figliuoli. Alla maniera
roe….. Tu che figlia di dea ti chiami e sei E dea sembri negli atti e nel sembiante, Se la tua gloria gira al par del Sole
la spinge a Dirce. Riflette poi che Imetra debba aver qualche secreto nel cuore contro al disegno delle sue nozze e di quel
e all’intenderlo si accende si una rabbia tremenda, ed in conseguenza nel l’atto III minaccia di trarre a Dirce di propria
col sembiante l’inganno, e riscuote applausi e ringraziamenti. Seneca nel Tieste e Giraldi nell’Orbecche usarono del medesi
isce in ciò assai più grande e più tragica di Atreo e Sulmone. Chiude nel più profondo dell’animo l’orrendo disegno; e tutt
a pur risoluto. Ma nell’atto V torna fuori senza avere nulla eseguito nel vuoto de i due atti. Il suo furore ha una specie
miei figliuoli e Dirce, Come viver poss’io cagion del tutto? Disse e nel volto diventò di neve, E volendo seguir, di voce
vea di migliore per additarlo alla gioventù, forse avrebbero impedita nel seguente secolo l’escursione e i progressi del ma
on Pedro Calderòn de la Barca si avvisarono di maneggiarlo in Ispagna nel secolo seguente, e nel nostro vi si sono appiglia
Barca si avvisarono di maneggiarlo in Ispagna nel secolo seguente, e nel nostro vi si sono appigliati il Crebillon ed il V
dobbiamo parimente un volumetto di Lettere famigliari da lui scritte nel 1591 dimorando in Nansì, nelle quali trovasi cons
i, che con altre di lui produzioni pur manoscritte si trovava in Roma nel 1756 in potere del commendatore Vettori parente d
a vera tragedia, cioè Jeste di Girolamo Giustiniano genovese impresso nel 1583, e l’altro Jeste di Scipione Bargagli pubbli
nel 1583, e l’altro Jeste di Scipione Bargagli pubblicato in Venezia nel 1600. Il nome di Giammaria Cecchi fa che rammenti
nelle nozze de’ Gran Duchi di Toscana, e stampata presso il Martelli nel 1592. Alcune tragedie Cristiane perdute si vuole
e che scrivesse ancora il benedettino mantovano Teofilo Folengo morto nel 1544, bizzarro ed ingegnoso autore delle Poesie m
anzesco l’Orlandino pubblicato col nome di Limerco Pitocco, del quale nel 1773 fece in Parigi una elegante edizione, pochi
quenza Italiana l’edizione della Merope e del Tancredi fatta in Parma nel 1597, e poi quella di tutte le cinque tragedie de
armis. Notabile sembrami parimente nell’atto V l’artificio del poeta nel rendere verisimile l’ardito colpo di Telefonte. P
del Tiranno i satelliti rimangonsi all’entrata del tempio, e Gabria, nel darne, e nel farne eseguire il comando, va esorta
i satelliti rimangonsi all’entrata del tempio, e Gabria, nel darne, e nel farne eseguire il comando, va esortando i fedeli
provviso colpo il capo fiede. Senza difesa far, senza parola Traboccò nel suo sangue singhiozzando. Non ho addotti gli squ
ci moderni poco diligenti osservatori. Per mezzo della nostra nazione nel Cinquecento divenne più ricco il teatro con gli a
le regole tra’ Francesi? Non pensò, ciò scrivendo, a quello che erano nel XVI secolo nella drammatica i snoi nazionali? Non
i snoi nazionali? Non fu egli stesso che disse. Pour les Français ( nel XVI secolo) quels ètaient leurs livres et leurs s
ne cantare i soli cori, come si fece in Vicenza, in Roma, in Ferrara, nel rappresentarsi Sofonisba, Orbecche ec. Altro essi
la tragedia moderna non sia tale? E pure anche questo volle avanzare nel secolo XVIII l’avvocato Mattei ornamento del paes
le tragedie greche? Non furono i primi nostri scrittori, specialmente nel Cinquecento, quelli che mostrarono al l’Europa l’
eto ed altri simili drammi, ai desiderosi di titoli, potendosi vedere nel lodato Quadrio, nell’Allacci, ed in altri catalog
o Livio. Noi esaminammo questa singolare opposizione con gran diletto nel nostro Discorso Storico-Critico intorno al Lampil
co-Critico intorno al Lampillas nell’articolo V, pubblicato in Napoli nel 1782, col quale rallegrammo i nostri leggitori a
tennero Guiglielmo Budeo, Fleury, Voltaire ec. e ciò che Carlo Duclos nel III vol. dell’Istoria di Luigi XI affermò: C’est
dasi la sezione I dell’opera del sig. Cooper Walker. a. Il Fontanini nel l’Eloquenza Italiana fa solo menzione dell’edizio
hi t. VII parte III. a. Ciò fu ancora avvertito dal conte di Calepio nel Paragone della tragica Poesia nel capo IV; art. I
cora avvertito dal conte di Calepio nel Paragone della tragica Poesia nel capo IV; art. II. a. Nel discorso che fa la Trag
e n’ebbe cariche onoratissime e premii considerabili. Morì in Amboise nel 1556. a. Vuolsi ancor quì commendare la diligenz
a di Luigi da Porto (di cui parla il Crescimbeni) stampata in Venezia nel 1535. Verisimilmente questa novella sugerì ad Art
el Tasso a Licino, ed un’ altra a Cristofano Tasso, le quali trovansi nel volume IX delle di lui Opere, l’una alla p. 270,
Senatore Pietro Vettori pubblicate da Angelo Maria Bandini in Livorno nel 1756. a. Ne’ Discorsi Poetici. a. Nuovo sistem
17 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO III. Commedie del secolo XVII. » pp. 292-313
lo XVII. Nelle commedie convien fare la medesima distinzione usata nel precedente secolo in erudite ed in piacevoli port
ustri del secolo uscirono da varie Accademie del XVI che continuarono nel seguente a fiorire come le Napoletane, le Toscane
ilettar la plebaglia quelle degl’Intronati di Siena, i quali dopo che nel principio del secolo ebbero dal governo la permis
ebbero dal governo la permissione di tornare agli antichi esercizii, nel 1611 ne pubblicarono una collezione, dove si vegg
di Tropea, e le Spezzate Durezze di Ottavio Glorizio che s’impressero nel 1605 in Messina, e si reimpressero qualche anno d
ppolaria del palermitano Luigi Eredia recitata ed impressa in Palermo nel 1602: l’Ancora vaga commedia pubblicata nel 1604
ta ed impressa in Palermo nel 1602: l’Ancora vaga commedia pubblicata nel 1604 e più volte ristampata in Venezia del cavali
mpianse con un sonetto il Marini: il Padre afflitto del Cenzio uscita nel 1606, e il di lui Amico infedele del 1617. Non fu
e e facete la Pellegrina di Girolamo Bargagli senese uscita alla luce nel 1611, gli Scambii di Belisario Bulgarini pubblica
ita alla luce nel 1611, gli Scambii di Belisario Bulgarini pubblicata nel medesimo anno, e le commedie del Malavolti, cioè
isimiglianza? Cede forse l’Idropica di Giambatista Guarini pubblicata nel 1613 a veruna delle commedie erudite per rogolari
cavaliere napoletano Giambatista della Porta recitate in parte anche nel precedente, ma in questo pubblicate per le stampe
nè su di quelle che l’editore della di lui Penelope Pompeo Barbarito nel 1591 promise di produrre, nè sulle favole notate
ga fama la celebre sua Notte b, onde solea ricrear la città di Napoli nel tempo stesso che colle opere scientifiche la rend
quattordeci che raccolte in quattro volumi si pubblicarono in Napoli nel 1726 dal Muzio. Sono: la Trappolaria, la Tabernar
ario che ti ruba e ti rinnega. Seguì per lo più le orme di Plauto, ma nel viluppo lo sorpassa d’invenzione e di proprietà.
li Rivali; talvolta maneggiò la commedia tenera, come nella Sorella e nel Moro. Generalmente prese egli a perseguitare coll
e l’eterogeneo. Quei che pretendono che tutta l’arte comica consista nel solo ritrarre i costumi senza molto aver cura d’i
regola adottata dalla culta Europa, e talvolta violentando la verità nel condurre lo scioglimento. Il Porta lo fece suo pa
ella natura in mille guise? Secondo me l’arte di avviluppare consiste nel concatenare gli avvenimenti in maniera che vi si
tile lo caratterizzò egregiamente con questo esempio: cada una statua nel punto che passi sotto di essa l’uccisore di colui
formerà talmente un servo che rassembrerà un vecchio creduto morto  e nel punto che si aspetta la promessa metamorfosi, per
ingannare un Capitano nell’Alvida, che con poche variazioni si trova nel Miles del comico Latino. Rancida parrebbe ancora
tore pregevole di altre due commedie, cioè del Furbo uscita in Napoli nel 1638, e del Ruffiano impressa nel 1643 assai come
ie, cioè del Furbo uscita in Napoli nel 1638, e del Ruffiano impressa nel 1643 assai comendate da Gio: Vincenzo Gravina. Le
ta in Rimini alla presenza del cardinal Gaetano e stampata in Palermo nel 1641, e i Due Vecchi impressa colle altre dal Cia
nel 1641, e i Due Vecchi impressa colle altre dal Ciacconio in Napoli nel 1644. Piacevole e senza inverisimiglianze grossol
è il Trimbella trasformato commedia in versi del Martellini stampata nel 1618. Si recitò in Firenze nel medesimo anno in c
media in versi del Martellini stampata nel 1618. Si recitò in Firenze nel medesimo anno in cinque giorni con generale appla
ente si ritrae un uomo posseduto dalla gelosia, che per non incorrere nel ridicolo attaccato a’ gelosi, vorrebbe comparirne
i richiede dalle persone di gusto e qual si è eseguita poi in Francia nel Pregiudizio alla moda. Assai giocondamente il mes
ivolte di Parnaso per le nozze di Calliope, che s’impresse in Messina nel 1620, ed altrove diverse volte. Compose anche l’A
ici del conte Prospero Bonarelli della Rovere si pubblicò in Macerata nel 1642, e non è commedia da confondersi colle buffo
e, i Consei de Meneghin, ed il Falso Filosofo impresse poi in Venezia nel 1708. Esse hanno molta grazia comica, specialment
da principio ma languido e freddo (di che vedasi ciò che si è detto nel precedente volume della nostra Storia) sbandi poi
che si è detto nel precedente volume della nostra Storia) sbandi poi nel passato secolo e nel principio del presente (par
recedente volume della nostra Storia) sbandi poi nel passato secolo e nel principio del presente (parla del decimottavo) o
ntemente l’una per l’altra. a. Di essa si fece un’edizione in foglio nel 1726 colle annotazioni del dotto Anton Maria Salv
18 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO PRIMO. Risorge in Italia nel secolo XVI la tragedia Greca, ed il teatro materiale degli antichi. » pp. 86-174
CAPO PRIMO. Risorge in Italia nel secolo XVI la tragedia Greca, ed il teatro materi
ragedia Greca, ed il teatro materiale degli antichi. Grandi furono nel precedente secolo gli sforzi degl’ Italiani in pr
temuti rivali di Apelle e di Fidia ne’ Raffaelli e ne’ Michelangeli; nel secolo XVI al fine non fu difficile il ravvisar l
ttere rappresentate le favole degli antichi, come il Penulo di Plauto nel 1513 in occasione di essersi dichiarato cittadino
no de’ Medici fratello del pontefice, le Bacchidi del medesimo comico nel celebrarsi le nozze de’ Cesarini coi Colonnesi, i
no registrarla fralle molte latine degl’ Italiani, che lasciarla sola nel teatro Francese di questo secolo. Giano Anisio, o
dell’Accademia del Pontano compose la tragedia Protogonos pubblicata nel 1536, sulla quale fe poscia il commento Orazio An
alla luce la sua tragedia intitolata Imber Aureus, che si reimpresse nel 1530 in Norimberga, e si rappresentò ancora magni
Froschovero l’anno 1531 dirigendo il discorso alla gioventù raccolta nel collegio Tigurino. I contemporanei ed i posteri r
ada e s’introduce per la finestra. Giova udire il medesimo vago poeta nel rimanente: Crebrescit Imber diffluens mox Aure
sto e giudizio additeremo in ciascuna favola la maniera da lui tenuta nel tradurre i Greci. Nella Medea non potè Martirano
’ morti. Seguì l’ originale nell’economia della favola; ma si permise nel dialogo di dar talvolta nuovo ordine alle stesse
libet sibi vult melius esse quam alteri. I trasporti de’ re (dice nel greco la Nutrice) sono veementi e da lievi princi
che ha con Giasone, il racconto della morte del re e della figliuola, nel quale si è però il Cosentino nella conchiusione a
di notarsi singolarmente la scena del delirio di Fedra da noi recata nel romo quarto delle Vicende della Coltura delle Sic
nale esprimendone i concetti; ma negl’ incontri di Penteo con Bacco e nel di lui travestimento si contiene dentro i confini
a singolarmente notabile il coro dell’atto I da noi tradotto e recato nel IV t. delle Vicende della Coltura delle Sicilie.
ra delle Sicilie. Spicca parimente il di lui gusto nella scelta fatta nel voler tradurre l’ Elettra. Delle tre greche trage
degna di osservarsi la di lui maniera di tradurre con sobria libertà nel famoso lamento di Elettra avendo in mano l’urna d
delle pretese ceneri di Oreste, che noi pur traducemmo con esattezza nel IV volume delle Vicende della Coltura delle Sicil
al Caucaso di Eschilo, benchè con più libera imitazione, specialmente nel descriver che fa la situazione di Tifeo atterrato
ie Italiane. II. Tragedie Italiane. La prima tragedia scritta nel nostro volgare idioma fu la Sofonisba di Galeotto
Galeotto del Carretto de’ Marchesi di Savona nato in Casal Monferrato nel secolo XV. L’autore nel 1502 la presentò ad Isabe
’ Marchesi di Savona nato in Casal Monferrato nel secolo XV. L’autore nel 1502 la presentò ad Isabella d’Este Gonzaga March
si alcuni componimenti del principio del secolo descritti dal Quadrio nel tomo I. E che giova trattenersi sul Filolauro di
ammaturgia dell’Allacci è detto solacciosa commedia? Essa fu impressa nel 1520 in Bologna senza nome di autore, e contiene
ndo. La Sofonisba di Giovan Giorgio Trissino, patrizio Vicentino nato nel 1478 e morto in Roma nel 1550, assai più famosa d
an Giorgio Trissino, patrizio Vicentino nato nel 1478 e morto in Roma nel 1550, assai più famosa della precedente corse ind
lia liberata, poema ricco di varie bellezze Omeriche, afferma di aver nel comporre la sua tragedia tolto Sofocle per esempl
e per esemplare. Fu dedicata a Leone X e rappresentata magnificamente nel 1514 in Vicenza ed anche in Roma, ma s’ impresse
e nel 1514 in Vicenza ed anche in Roma, ma s’ impresse la prima volta nel 1524. Non ha divisione di scene nè di atti; ha il
te si sforza per vederlo l’ultima volta sul punto di spirare. Veggasi nel seguente frammento il colorito di questa scena la
Cor. Ahimè! che questa è pur troppo per tempo, Che ancor non siete nel vigesimo anno Sof. Il bene esser non può troppo
e s’ imitò molte volte; di tal maniera che la Sofonisba oggi serbasi nel teatro tragico come un tesoro comune di sicuro ev
on i cori in versi Mellin de Saint Gelais, ed in versi Claudio Mermet nel medesimo secolo in cui si compose: Monchretien, M
hretien, Montreux, Mairet e Pietro Cornelio la tradussero e imitarono nel XVII: l’ha tradotta Millet, ed imitata lo stesso
itarono nel XVII: l’ha tradotta Millet, ed imitata lo stesso Voltaire nel XVIII (Nota X). Adunque la prima istruzione che e
etto delle Api, cugino germano del pontefice Leone X, nato in Firenze nel 1475 e morto verso il 1526, corse poco dopo del T
dopo del Trissino il tragico aringo colla Rosmunda che fece recitare nel suo giardino in Firenze alla presenza di quel pon
recitare nel suo giardino in Firenze alla presenza di quel pontefice nel 1516, e che si stampò poi in Siena nel 1525. In e
lla presenza di quel pontefice nel 1516, e che si stampò poi in Siena nel 1525. In essa prese ad imitare l’Ecuba di Euripid
dopo due secoli per opera del Marchese Maffei, che la fece imprimere nel 1723 sull’esemplare posseduto prima dal Magliabec
re così note come a se stesso; egli le narra ancora intempestivamente nel metter piede nella terra de’ barbari. Ma per tali
o in Salerno nell’acerba età di anni ventotto, secondo il Crescimbeni nel 1533, e secondo il Rolli ed altri con più probabi
33, e secondo il Rolli ed altri con più probabilità mancato in Napoli nel 1527, parlandosi di lui come già morto in una let
, compose una tragedia impressa indi colle altre sue opere in Firenze nel 1548, ed oggi registrata nel tomo III del Teatro
sa indi colle altre sue opere in Firenze nel 1548, ed oggi registrata nel tomo III del Teatro Italiano antico stampato in L
el Teatro Italiano antico stampato in Livorno sotto la data di Londra nel 1787, nella quale si allontanò dagli argomenti gr
ritenendone il titolo l’Antigone di Sofocle, che si stampò in Venezia nel 1532. Per testimonio degl’ intelligenti non cede
iniano. Dell’Edipo dell’Anguillara impresso e rappresentato in Padova nel 1556 parla in una lettera citata dal Tiraboschi G
essendosene con somma pompa ed applauso ripetuta la rappresentazione nel 1565 in Vicenza in un teatro di legno costruito e
one nel 1565 in Vicenza in un teatro di legno costruito espressamente nel palagio della Ragione dal celebre Palladio. Noi s
ssa gareggia colle più celebri tragedie di quel tempo. Si rappresentò nel 1585 con sontuosissimo apparato nel famoso Teatro
die di quel tempo. Si rappresentò nel 1585 con sontuosissimo apparato nel famoso Teatro Olimpico di Vicenza opera del prelo
odato Palladio, che per la morte di questo insigne architetto seguita nel 1586 si terminò dallo Scamozzi. La parte di Edipo
to otto giorni dopo nato, il quale a quest’oggetto recossi in Vicenza nel carnovale del 1585, e morì poscia in Venezia nell
vano e l’oratore più eloquente della sua età, morto d’anni ottantotto nel 1588, compose la Canace tragedia pubblicata la pr
1588, compose la Canace tragedia pubblicata la prima volta in Venezia nel 1546, che dovea rappresentarsi in Padova l’anno 1
le rime e i versi di cinque sillabe, ed all’ombra da prima introdotta nel prologo sostituire il personaggio di Venere. Vide
mente commuove e perturba. Giambatista Giraldi Cintio nato in Ferrara nel 1504 e morto nel 1573 trasse da’ suoi medesimi Ec
perturba. Giambatista Giraldi Cintio nato in Ferrara nel 1504 e morto nel 1573 trasse da’ suoi medesimi Ecatommiti più argo
si stima la migliore, si rappresentò alla presenza del Duca Ercole II nel 1541 in casa dell’autore, avendone apparecchiata
per ordine del Duca nell’aprile del 1543 alla venuta di Paolo III; ma nel giorno destinato alla rappresentazione quest’infe
io rimase disgraziata mente ucciso. L’ Orbecche s’impresse in Venezia nel 1543, nel 1551, e poi con tutte le altre nel 1583
disgraziata mente ucciso. L’ Orbecche s’impresse in Venezia nel 1543, nel 1551, e poi con tutte le altre nel 1583. Come nel
he s’impresse in Venezia nel 1543, nel 1551, e poi con tutte le altre nel 1583. Come nella Sofonisba la compassione è posta
tutte le altre nel 1583. Come nella Sofonisba la compassione è posta nel suo maggior lume, nell’Orbecche si eccita il terr
e Furie, e l’Ombra di Selina madre di Orbecche formano l’atto I, come nel Tieste l’Ombra di Tantalo e Megera. L’atto IV nel
mano l’atto I, come nel Tieste l’Ombra di Tantalo e Megera. L’atto IV nel quale Atreo ammazza i nipoti, e delle loro membra
lla del luogo ove segue la strage di Oronte e de’ figliuoli: Giace nel fondo di quest’alta torre In parte si solinga e
i e trionfare. Egli scrisse l’ Orazia impressa in Venezia dal Giolito nel 1549, e dedicata al pontefice Paolo III sin dall’
incipi; ed il Calepio osserva a ragione che Pietro Cornelio s’inganna nel dire che sieno invenzione del suo secolo. Un coro
attuta la misera Orazia colla notizia della morte dello sposo. Arriva nel III un servo che appende al tempio di Minerva le
esse e di passione91. Lodovico Dolce morto d’anni sessanta in Venezia nel 1568 vi pubblicò più d’una volta varie tragedie t
a, Didone, Medea, Ifigenia, Ecuba. La sua Marianna si diede alla luce nel 1565, e fu rappresentata con indicibile applauso
nel 1565, e fu rappresentata con indicibile applauso in quella città nel palazzo di Sebastiano Erizzo a uno scelto uditori
di più di trecento gentiluomini; e quando volle ripetersi in Ferrara nel palazzo del Duca, tal fu il concorso, che non pot
uono troveremmo esaminando la Progne di Girolamo Parabosco pubblicata nel 1548, la Cleopatra, la Scilla, e la Romilda di Ce
opatra, la Scilla, e la Romilda di Cesare de’ Cesari uscite alla luce nel 1550 e 1551, la Cleopatra del Napoletano Alessand
, la Cleopatra del Napoletano Alessandro Spinello stampata in Venezia nel 1550, la Medea del Galladei impressa nel 1558, l’
Spinello stampata in Venezia nel 1550, la Medea del Galladei impressa nel 1558, l’Altea di Niccolò Carbone comparsa in Napo
adei impressa nel 1558, l’Altea di Niccolò Carbone comparsa in Napoli nel 1559, la Fedra di Francesco Bozza uscita nel 1578
rbone comparsa in Napoli nel 1559, la Fedra di Francesco Bozza uscita nel 1578 oscurata per altro di gran lunga da quella d
uscita nel 1578 oscurata per altro di gran lunga da quella del Racine nel secolo seguente, e l’ Atamante di Girolamo Zoppio
el secolo seguente, e l’ Atamante di Girolamo Zoppio data al pubblico nel 1579, di cui nella 50 del IV libro delle sue Epis
Leonico intitolata il Soldato impressa in Venezia per Comin del Trino nel 1550 scritta in versi sciolti. L’azione passa tra
iarono, e che poscia gl’ Inglesi, i Francesi e i Tedeschi hanno tanto nel nostro secolo coltivata, e che ha trovato un apol
nno tanto nel nostro secolo coltivata, e che ha trovato un apologista nel Signor Ab. Andres 92. Quattro tragedie pubblicò A
Ab. Andres 92. Quattro tragedie pubblicò Antonio Cavallerino Modanese nel 1582 e 1583, delle quali parlano l’Allacci ed il
la II Parte delle Rime e Prose del Tasso raccolte per Aldo il giovane nel 1582. Nell’edizione delle opere di Torquato fatte
ll’edizione delle opere di Torquato fatte in Venezia da Stefano Monti nel 1735 quest’abbozzo vien chiamato tragedia non fin
e due altre di un secondo atto, le quali tutte si distribuiscono poi nel primo e nel secondo della tragedia compiuta. I pa
di un secondo atto, le quali tutte si distribuiscono poi nel primo e nel secondo della tragedia compiuta. I passi più bell
a. Eccone un esempio. Torrismondo nella perfetta oppresso da rimorsi, nel narrare al consigliere i suoi passati casi, e l’e
o a tanti disastri (ottimamente affermò il dottissimo Marchese Maffei nel II tomo del Teatro Italiano) non potendo essere p
rte. Anche il Conte di Calepio ottimo giudice in tali materie ravvisa nel Torrismondo un carattere compiutamente tragico e
mosso nè dalla tragica maestà dello stile, nè dal patetico che regna nel Torrismondo. Egli che tralle altre pregiudicate s
ogni altra cosa, che ne’ tempi della cavalleria non potevano regnare nel cuore umano passioni grandi atte a destar terrore
ili ecc. Ora niuno di tali eccessi avrebbe potuto il Rapin riprendere nel Torrismondo, e si rivolse a riprovare i costumi s
rse non se ne trovano le immagini nelle favolose storie di Turpino, e nel romanzo della Tavola Rotonda del re Artù, di cui
orneamenti, il primo de’ quali, secondo Bastiano Munster 94, si tenne nel 938? Allora che Rapin andava criticando l’Ariosto
sovvenne del combattimento di Guiglielmo duca di Normandia assediato nel 1079 nel castello di Gerberoi? Non erano e in Ing
del combattimento di Guiglielmo duca di Normandia assediato nel 1079 nel castello di Gerberoi? Non erano e in Inghilterra
terra e in Francia, come altrove, generali i costumi della cavalleria nel secolo XIII ancora? Non si ricordò Rapin della gi
o XIII ancora? Non si ricordò Rapin della giostra data nella Borgogna nel 1272, nella quale dal principe di Châlons fu disf
al cartello di disfida mandato al re Filippo di Valois da Eduardo III nel secolo XIV? Non al combattimento del medesimo re
de Brus? Non al combattimento de’ trenta Brettoni con trenta Inglesi, nel quale Beaumanoir gridava, or si vedrà chi di noi
non continuarono e divennero frequentissime, specialmente in Francia, nel secolo XV? Non fu allora che con buon senno disse
a morire sotto altro pretesto dalla vedova regina Caterina de’ Medici nel 1574? Or tutti questi combattimenti e queste disf
el 1574? Or tutti questi combattimenti e queste disfide non seguirono nel secolo XVI, cioè in quel tempo in cui fu composto
a e che più si avvicinavano alle idee famigliari a quelli che viveano nel tempo stesso dell’autore, chi non vede quanto ell
izio contro del Torrismondo, si lusingò, in una sua orazione recitata nel gennajo dell’anno 1728 in Parigi96, di poterne os
o e mesto Da la pietate, e da l’orror confuso Il suo dolor premea nel cor profondo; Poi disse: Alvida, tu sei morta,
e con ogni picciolo cambiamento si guasterebbero; per non commuoversi nel leggerli (or che sarebbe rappresentandosi!); per
fece Carlo Vion Parigino signor di Delibrai, che si stampò in Parigi nel 1626, e si ristampò nel 1640 e nel 1646. Allora i
o signor di Delibrai, che si stampò in Parigi nel 1626, e si ristampò nel 1640 e nel 1646. Allora i Cornelii non aveano anc
Delibrai, che si stampò in Parigi nel 1626, e si ristampò nel 1640 e nel 1646. Allora i Cornelii non aveano ancora lette l
Tancredi di Federico Asinari nobile Astigiano conte di Camerano, nato nel 1527 e morto nel 1576, la quale come osserva il Z
ico Asinari nobile Astigiano conte di Camerano, nato nel 1527 e morto nel 1576, la quale come osserva il Zeno, falsamente d
editore fu attribuita a Torquato Tasso. Uscì la prima volta in Parigi nel 1587 col titolo di Gismonda. Di poi col proprio t
ismonda. Di poi col proprio titolo di Tancredi si pubblicò in Bergamo nel 1588, benchè col nome di Ottavio Asinari fratello
ta tragedia vennero manifestate dal Parisotti in un discorso inserito nel tomo XXV della raccolta degli opuscoli del Caloge
compose la sua tragedia che col medesimo titolo s’impresse in Padova nel 1588; ma egli lasciò a una penna più felice e più
tà assai giovanile compose in versi sdruccioli l’Altea che s’impresse nel 1556, e la Polissena, della quale non fe menzione
ini. Scrisse di poi l’Astianatte in miglior metro stampato in Venezia nel 1589, che nel nostro secolo s’inserì dal Maffei n
i poi l’Astianatte in miglior metro stampato in Venezia nel 1589, che nel nostro secolo s’inserì dal Maffei nel Teatro Ital
ampato in Venezia nel 1589, che nel nostro secolo s’inserì dal Maffei nel Teatro Italiano. L’autore vi premise un argomento
tato pregio dell’ opera. Nel rimanente si va dietro le orme di Seneca nel bellissimo atto III delle Troadi, ma col migliora
isponde all’energia dell’originale. Allorchè si fa entrare Astianatte nel sepolcro: l’Andromaca del Grattarolo esprime i co
uesta tragedia che s’ impresse in Bergamo per Comin Ventura in quarto nel 1593 stando il Manfredi a Nansì, a giudizio di Fr
tamente pretendere per lo stile. Riconosce parimente il Conte Calepio nel Nino di questa favola un carattere sommamente ido
a segno che novello Oreste diventa matricida, indi trafigge se stesso nel medesimo luogo ove giacciono immersi nel proprio
ida, indi trafigge se stesso nel medesimo luogo ove giacciono immersi nel proprio sangue Dirce e i figliuoli. Alla maniera
. Tu che figlia di dea ti chiami e sei, E dea sembri negli atti e nel sembiante, Se la tua gloria gira al par del Sol
la spinge a Dirce. Riflette poi che Imetra debbe aver qualche secreto nel cuore contro al disegno delle sue nozze e di quel
quarta dell’atto II l’orrore che protesta di aver Nino per l’incesto, nel che si mette sempre più in vista il tragico contr
col sembiante l’inganno, e riscuote applausi e ringraziamenti. Seneca nel Tieste e Giraldi nell’Orbecche usarono il medesim
isce in ciò assai più grande e più tragica di Atreo e Sulmone. Chiude nel più profondo dell’animo l’orrendo disegno, e tutt
risoluto. Ma nell’atto V egli torna fuori senza avere nulla eseguito nel vuoto dell’uno atto e dell’altro. Il suo furore h
figliuoli e Dirce, Come viver poss’ io cagion del tutto? Disse, e nel volto diventò di neve, E volendo seguir, di voc
vea di migliore per additarlo alla gioventù, forse avrebbero impedita nel seguente secolo l’escursione e i progressi del ma
on Pedro Calderon de la Barca s’ avvisarono di maneggiarlo in Ispagna nel secolo seguente; e nel nostro vi si sono appiglia
Barca s’ avvisarono di maneggiarlo in Ispagna nel secolo seguente; e nel nostro vi si sono appigliati il Crebillon e ’l Vo
dobbiamo parimente un volumetto di Lettere famigliari da lui scritte nel 1591 dimorando in Nansì, nelle quali trovasi cons
i, che con altre di lui produzioni pur manoscritte si trovava in Roma nel 1756 in potere del commendatore Vettori parente d
a vera tragedia, cioè Jefte di Girolamo Giustiniano Genovese impresso nel 1583, e l’altro Jefte di Scipione Bargagli pubbli
nel 1583, e l’altro Jefte di Scipione Bargagli pubblicato in Venezia nel 1600. Il nome di Giammaria Cecchi fa che rammenti
ta nelle nozze de’ GranDuchi di Toscana e stampata presso il Martelli nel 1592. Alcune tragedie Cristiane perdute si vuole
e che scrivesse ancora il Benedettino Mantovano Teofilo Folengo morto nel 1544, bizzarro ed ingegnoso autore delle poesie m
anzesco l’Orlandino pubblicato col nome di Limerno Pitocco, del quale nel 1773 fece in Parigi una elegantissima edizione, p
quenza Italiana l’edizione della Merope e del Tancredi fatta in Parma nel 1598, e poi quella di tutte le cinque tragedie de
mis. Notabile sembrami parimente nell’atto V l’artificio del poeta nel rendere verisimile l’ardito colpo di Telefonte. P
no fa che i satelliti rimangansi all’entrata del tempio, e che Gabria nel darne e farne eseguir gli ordini vada esortando i
viso colpo il capo fiede. Senza difesa far, senza parola Traboccò nel suo sangue singhiozzando. Non ho addotti gli s
ctoria e ’l Tancredi, le quali per altro debbono esserci care essendo nel numero di quelle che si allontanano dagli argomen
le regole tra’ Francesi? Non pensò, ciò scrivendo, a quello che erano nel XVI secolo nella drammatica i suoi nazionali (Not
ne cantare i soli cori, come si fece in Vicenza, in Roma, in Ferrara, nel rappresentarsi Sofonisba, Orbecche ec.. Essi altr
la greca erudizione, che seppero allora mettere alla vista fin anche nel teatro materiale l’antico magistero. Qual vanto p
ustrata ornata di statue: la scena è di pietra a tre ordini, e mostra nel prospetto tre uscite, e due laterali. Sussiste an
he fabbricò Sabbioneta, uomo dottissimo e fautore de’ letterati, nato nel regno di Napoli in Fondi l’anno 1531 e morto nel
de’ letterati, nato nel regno di Napoli in Fondi l’anno 1531 e morto nel 1591. Vide ancora la famosa città di Venezia eret
1531 e morto nel 1591. Vide ancora la famosa città di Venezia eretti nel medesimo secolo teatri semicircolari ideati su gl
o tragedia di M. Conte di Monte Vicentino stampata nella stessa città nel 1565; ed in esso furono dipinti dodici gran quadr
re pittore Federico Zuccaro105. In Andria si costruì ancora un teatro nel 1579; e il famoso cieco Luigi Groto che ivi sortì
. Di tali drammi non parla però con molta loda Lilio Gregorio Giraldi nel Dial. 1 De Poet. sui temp. 77. V. l’Epist. 50 d
eto ed altri simili drammi a i desiderosi di titoli, potendosi vedere nel Quadrio, nell’Allacci, ed in altri cataloghi più
to Livio. Noi esaminammo quest’opposizione singolare con gran diletto nel nostro Discorso Storico Critico intorno al Signor
t. VII, parte III. 89. Ciò fu ancora avvertito dal Conte di Calepio nel Paragone della tragica poesia nel capo IV, art. I
cora avvertito dal Conte di Calepio nel Paragone della tragica poesia nel capo IV, art. II. 90. Nel discorso che fa la Tra
V del capo I. 92. Della tragedia del Leonico favella il Crescimbeni nel tomo I, e dice di non meritare il nome di tragedi
l Tasso a Licino ed un’ altra al Signor Cristofano Tasso che trovansi nel vol. IX delle di lui Opere, l’ una alla p. 270, l
Senator Pietro Vettori pubblicate da Angelo Maria Bandini in Livorno nel 1756. 103. Discorsi Poetici. 104. Nuovo sist
19 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 55
Majani Francesco. Nato a Bologna nel 1718, abbandonò il mestiere del sarto per l’arte
ammatici della sua città. Recitò lungo tempo a Venezia e specialmente nel Teatro di San Luca, pel quale dettava il Goldoni
i le sue commedie. Creò degnamente il Majani le parti di protagonista nel Padre per amore e nel Medico olandese ; e aggiung
ò degnamente il Majani le parti di protagonista nel Padre per amore e nel Medico olandese ; e aggiunge il Bartoli che nel D
nel Padre per amore e nel Medico olandese ; e aggiunge il Bartoli che nel Disertor francese, sostenne tanto eccellentemente
tima delle quali fu quella di Onofrio Paganini, in cui morì a Bologna nel carnevale del '78. Carlo Goldoni fa cenno, nel XI
in cui morì a Bologna nel carnevale del '78. Carlo Goldoni fa cenno, nel XIV volume dell’edizione del Pasquali, della mogl
20 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 14
lto pregiato come inventore e costruttore di meccanismi scenici, e fu nel 1487 « adoperato da Giovanni Bentivoglio nelle fe
del Marchese, e quanto lui appassionatissimo pel teatro, desiderando nel 1488 celebrare il Corpus Domini con una rappresen
he se non voleva lui « fare demonstratione sive representation veruna nel corpo di Christo, doveva almeno rinvenire ale, ca
em ne favorisca delle parole ; » e in una prima festa drammatica data nel 1501, nel suo reggimento di Gazzuolo, si valse de
risca delle parole ; » e in una prima festa drammatica data nel 1501, nel suo reggimento di Gazzuolo, si valse dell’Alberga
Albergati recitò la prima volta nell’Orfeo del Poliziano l’anno 1490, nel palazzo del Marchese Francesco in Marmirolo (A. D
ergati bolognese, che da oltre l’anno 1484 era già presso i Gonzaga e nel 1495 il Marchese gli donava terreni nel vicariato
84 era già presso i Gonzaga e nel 1495 il Marchese gli donava terreni nel vicariato di Borgoforte, dono accresciutogli nel
e gli donava terreni nel vicariato di Borgoforte, dono accresciutogli nel 1498. » Nè egli solo era al servizio del Marchese
tra Representazione, per lui e di sua famiglia composta tutta, perchè nel triunfale curro de la Pudicicia aveva quattro fig
21 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo VI. Spettacoli Scenici Spagnuoli nel medesimo Secolo XVI. » pp. 252-267
Capo VI. Spettacoli Scenici Spagnuoli nel medesimo Secolo XVI. Meglio senza dubbio che n
l’Aulegrafia, l’Olisipo, e l’Eufrosina, la quale uscì la prima volta nel 1566, e poi nel 1631 si tradusse in castigliano d
’Olisipo, e l’Eufrosina, la quale uscì la prima volta nel 1566, e poi nel 1631 si tradusse in castigliano dal Ballesteros e
in castigliano dal Ballesteros e si pubblicò in Madrid. Un M. Perron nel 1738 volendo pubblicare in Francia un teatro spag
fanciullezza e de’ primi avanzamenti di esso. Questo scrittore, nato nel 1549 sotto l’imperador Carlo V sei anni prima che
rosina, Armedina, Medora, e i Disinganni, colloqui pastorali impressi nel 1567 in Valenza. Succedette al Rueda un tal Nahar
edere in iscena i duelli, e le battaglie. Mentre tali cose avvenivano nel pubblico teatro, non mancò chi s’ingegnasse di fa
ommedia fu meglio trasportata in castigliano da Fernan Perez de Oliva nel 1555. Il Soldato e i Menecmi, tradotti e imitati
Il Soldato e i Menecmi, tradotti e imitati con arte, si pubblicarono nel medesimo anno in Anversa; ma se ne ignora l’autor
e. Con poca intelligenza del latino tradusse Simone Aprile e pubblicò nel 1577 le commedie di Terenzio, e n’é stato deriso
un epigramma dal poco fa mancato Iriarte. Cristofaro Castillejo morto nel 1596 scrisse alcune commedie che io non ho potuto
, e ’l valenziano; e neppur mettiamo a conto, che l’eremita cinguetta nel suo barbaro latino con servi e donne, e tutti l’i
i dovremmo convenir con lui, a giudicarne dalle cose da lui ragionate nel Don Quixote con tanto senno intorno alle commedie
che la posterità ha trovate strane e difettose. Di più annunziò egli nel suo prologo, come scritte con arte, le otto ultim
anno prima di morire; e pur sono talmente cattive e spropositate, che nel 1749, per procurar lo spaccio degli esemplari di
Vega Carpio, il quale sopravvisse diciannove anni a Cervantes, e morì nel 1635 d’anni settantatré. L’antica e la moderna Eu
tempo di Carlo V, e fece un opuscolo sopra la nascita di Filippo II. nel 1527, e che nel 1547 pubblicò una traduzione dell
V, e fece un opuscolo sopra la nascita di Filippo II. nel 1527, e che nel 1547 pubblicò una traduzione della storia di Paol
olo Giovio intitolandola capricciosamente Palinodia, e finalmente che nel 1551 fé imprimere il suo Giardino dell’Anima Cris
ma apportato in margine. Ad onta di tal’incertezza l’erudito Montiano nel secondo suo discorso sopra le tragedie vorrebbe c
l’italiani), «perché non vi é specie che ripugni all’esser nato Vasco nel 1500», e in questo malfondato raziocinio fu segui
gamemnon dall’Elettra di Sofocle, le quali si pubblicarono in Cordova nel 1585. Questo maestro de Oliva prima del 1533 stav
l mentovato compilatore ne dice col solito pudo ser, che forse nacque nel 1497. Ciò concedendo ancora, il maestro Perez con
nimo Bermudez, il quale ancor vivea circa il 1589, pubblicò in Madrid nel 1577 sotto il nome di Antonio di Silva due traged
diziosa e sincera. Tra le commedie di Giovanni de la Cueva, impresse nel 1588, trovansi quattro tragedie, i Sette Infanti
gonista. Finalmente il buon poeta Luperzio Leonardo di Argensola nato nel 1565, essendo nell’età di venti anni compose tre
ri, e la Filli tuttavia si occulta; ma le altre due si son pubblicate nel Parnaso Español, dove se ne dà un giudizio nobilm
così ereditaria in quella penisola, e vi si accrebbe tanto, che anche nel 1473, come apparisce dal concilio che nel detto a
i accrebbe tanto, che anche nel 1473, come apparisce dal concilio che nel detto anno, per dar riparo a questo inconveniente
i poi alla direzione dell’università d’Alcalà di Henarez, ove si morì nel 1522, e lasciò molte opere. Il medesimo anche si
se Ario Barbosa (V. Nicol. Anton. Bibliot. Spagnuol.), nato in Aveiro nel Portogallo il quale fu discepolo del Poliziano in
Portogallo fu maestro de’ due principi, e morì decrepito in casa sua nel 1530 con lasciar varie opere. Laonde a questi due
sain, ou fort sincère». 172. Prima dell’età di Lope non si trovano nel teatro spagnuolo introdotte le feste teatrali des
o da Lope che molti ancora ne compose, per quel che attesta Montalbàn nel di lui elogio intitolato Fama Postuma. Nel XV sec
ando della serenata del marchese di Villena (di cui abbiamo ragionato nel capo III di quello Libro), che in vano Calderón s
oi si svilupparono meglio sul teatro e si conobbero col nome di autos nel secolo XVI. Forse l’istesse antiche rappresentazi
in versi intitolato, El Arte Nuevo de hacer Comédias en este tiempo, nel quale, invece di far «riflessioni piene del sugo
e i precetti alle proprie commedie applaudite dal volgo dell’età sua, nel comporre le quali, per non udire i clamori di Pla
conoscere e dar precetti della vera commedia in Europa, s’egli nacque nel 1562, cioé anni ottantaquattro dopo la nascita de
? Non si ricordò che Bernardino Daniello fece imprimer la sua poetica nel 1536, cioé 26 anni prima che fosse conceputo Lope
puto Lope de Vega? che l’Arte Poetica di Antonio Minturno fu stampata nel 1564, cioé due anni dopo la nascita di Lope? che
stampata nel 1564, cioé due anni dopo la nascita di Lope? che quando nel 1570 si pubblicò la prima volta in Vienna la Poet
22 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO III. Continuazione del teatro Italiano. Commedie: Opera in musica: Attori accademici ed istrioni e rappresentazioni regie: teatri materiali. » pp. 144-195
secolo uscirono da varie accademie del XVI che continuarono a fiorire nel XVII secolo, come le Napoletane, le Toscane e le
ettar la plebaglia quelle degl’ Intronati di Siena, i quali, dopo che nel principio del secolo ebbero la permissione dal go
ero la permissione dal governo di tornare agli antichi loro esercizj, nel 1611 ne pubblicarono una collezione, dove si vegg
di Tropea, e le Spezzate durezze di Ottavio Glorizio che s’impressero nel 1605 in Messina, e si reimpressero qualche anno d
ppolaria del Palermitano Luigi Eredia recitata ed impressa in Palermo nel 1602: l’Ancora vaga commedia pubblicata nel 1604
ta ed impressa in Palermo nel 1602: l’Ancora vaga commedia pubblicata nel 1604 e più volte ristampata in Venezia del cavali
mpianse con un sonetto il Marini: il Padre afflitto del Cenzio uscita nel 1606, e il di lui Amico infedele del 1617. Non fu
e e facete la Pellegrina di Girolamo Bargagli Sanese uscita alla luce nel 1611, gli Scambj di Belisario Bulgarini pubblicat
cita alla luce nel 1611, gli Scambj di Belisario Bulgarini pubblicata nel medesimo anno, e le commedie del Malavolti, cioè
isimiglianze? Cede forse l’Idropica di Giambatista Guarini pubblicata nel 1613 a veruna delle commedie erudite per regolari
cavaliere Napoletano Giambatista della Porta recitate in parte anche nel precedente, ma in questo pubblicate per le stampe
nè su di quelle che l’ editore della di lui Penelope Pompeo Barbarito nel 1591 promise di produrre, nè sulle favole notate
a fama la celebre sua Notte 72, onde solea ricrear la città di Napoli nel tempo stesso che colle opere scientifiche la rend
ci che raccolte in quattro volumi si pubblicarono in Napoli dal Muzio nel 172673. Il Porta conoscitore esperto de’ Greci e
ario che ti ruba e ti rinnega. Seguì per lo più le orme di Plauto, ma nel viluppo lo sorpassa d’ invenzione e di proprietà.
li Rivali; talvolta maneggiò la commedia tenera, come nella Sorella e nel Moro. Generalmente prese egli a perseguitare coll
e l’eterogeneo. Quei che pretendono che tutta l’arte comica consista nel solo ritrarre i costumi senza molto aver cura d’i
regola adottata dalla culta Europa, e talvolta violentando la verità nel condurre lo scioglimento. Il Porta lo fece suo pa
ella natura in mille guise? Secondo me l’arte di avviluppare consiste nel concatenare gli avvenimenti in maniera che vi si
otile lo caratterizzò egregiamente con quest’esempio: cada una statua nel punto che passi sotto di essa l’uccisore di colui
formerà talmente un servo che rassembrerà un vecchio creduto morto; e nel punto che si aspetta la promessa metamorfosi, per
ingannare un Capitano nell’ Alvida che con poche variazioni si trova nel Miles del comico latino. Rancida parrebbe ancora
tore pregevole di altre due commedie, cioè del Furbo uscita in Napoli nel 1638, e del Ruffiano impressa nel 1643 assai come
ie, cioè del Furbo uscita in Napoli nel 1638, e del Ruffiano impressa nel 1643 assai comendate dal Gravina. Le commedie del
ta in Rimini alla presenza del cardinal Gaetano e stampata in Palermo nel 1641, e i Due Vecchi impressa colle altre dal Cia
nel 1641, e i Due Vecchi impressa colle altre dal Ciacconio in Napoli nel 1644. Piacevole e senza inverisimiglianze grossol
è il Trimbella trasformato commedia in versi del Martellini stampata nel 1618. Si recitò in Firenze nel medesimo anno in c
media in versi del Martellini stampata nel 1618. Si recitò in Firenze nel medesimo anno in cinque giorni con generale appla
ente si ritrae un uomo posseduto dalla gelosia, che per non incorrere nel ridicolo attaccato a’ gelosi vorrebbe comparirne
ivolte di Parnaso per le nozze di Calliope, che s’impresse in Messina nel 1620 ed altrove diverse volte. Compose anche l’Al
ici del conte Prospero Bonarelli della Rovere si pubblicò in Macerata nel 1642, e non è commedia da confondersi colle buffo
le, i Consei de Meneghin, e il Falso Filosofo impresse poi in Venezia nel 1708. Esse hanno molta piacevolezza comica, speci
del Reggiano Benedetto Ferrari celebre sonatore di tiorba vi si cantò nel 1637. Vi comparve anche il Pastore d’Anfriso, ed
ena musicale il cavalier Pippo Acciajoli77. Torino si contraddistinse nel 1628 per la sontuosa rappresentazione del Vascell
una festa teatrale composta di danza, di musica e di machine eseguita nel 1639 sotto il vicerè Ferrante Afan de Ribera nell
vicerè Ferrante Afan de Ribera nella sala del real palazzo di Napoli nel passar che vi fece l’infanta Maria sorella di Fil
o la Deidamia del Messinese Scipione Errico che si replicò in Venezia nel 1644, ed il Pomo di Venere del Napoletano Antonio
l Pomo di Venere del Napoletano Antonio Basso rappresentato in Napoli nel 1645, ed il Ciro di Giulio Cesare Sorrentino pur
hia l’altro suo dramma intitolato Amore sbandito pubblicato in Genova nel 1622; ma si vuole avvertire che il tanto decantat
che intrecciò una danza guerriera. Altra breve festa fatta a Sassuolo nel dì natalizio di Francesco da Este duca di Modena
nte: Di rai più belli   Cinto i capelli   Il dio di Delo   Rida nel cielo.   A’ bei splendori   Di nuovi fiori   T
esie del Testi cominciarono ad imprimersi sin dal 1613, e terminarono nel 1645 in vita dell’autore, ed in conseguenza prima
particolare coltivò l’opera Ottavio Tronsarelli pur Fiorentino morto nel 1641. Riscosse molti elogj il di lui dramma intit
rgherita Costa pel canto e pel suo vergognoso traffico famosa. Davasi nel melodramma ad entrambe parte eguale perchè potess
on ne permise l’ esecuzione; e l’opera fu rappresentata da eunuchi 80 nel palagio del marchese Evandro Conti a’ Monti, e se
e a dipignerne le scene. Ma questi eunuchi sostituiti alle cantatrici nel dramma del Tronsarelli ci richiamano alla memoria
che avessero avuti musici castrati; ma sebbene di essi, come narrammo nel tomo I, si servissero ne’ musicali trattenimenti
ebatur, sed ex iis qui non erant ejusmodi 87. Eranvi dunque in Grecia nel duodecimo secolo musici castrati: ma dal non trov
. Le nazioni settentrionali aliene da questo obbrobrio in ogni tempo, nel venire a dominare ne’ paesi occidentali del Roman
nne, siccome gli uomini fanno89. L’Italia poi che al dir del Maffei e nel bene e nel male suole andare innanzi ai concorren
e gli uomini fanno89. L’Italia poi che al dir del Maffei e nel bene e nel male suole andare innanzi ai concorrenti e sopras
uole andare innanzi ai concorrenti e soprastare, addottrinò così bene nel canto i suoi castrati, e tanti n’ebbe che potè fo
empo in cui salirono sulle scene. Il mentovato Modenese Orazio Vecchi nel voler far cantare l’Anfiparnaso si sarebbe ridott
Vecchi gli avrebbe ricusati? L’ultimo dramma del Rinuccini s’impresse nel 1608; nè da più diligenti scrittori che del di lu
zza della voce. Sapplamo poi che il lodato Tronsarelli finì di vivere nel 1641, e che la Catena di Adone si cantò qualche a
Ma questo letterato parlandoci di eunuchi sostituiti alle cantatrici nel dramma riferito non mostra che gli spettatori se
a natura, quanto mai sanno eseguire le non naturali de’ castrati. Noi nel nostro secolo ne abbiamo avuti luminosi esempj ne
mirarono singolarmente la Romana Caterina Martinella morta in Mantova nel 1608, la Caccini, le Lulle Giulia e Vittoria, la
atto rappresentare con magnificenza reale. Nel suo Giasone pubblicato nel 1649 interruppe il recitativo con quelle stanze a
lione 93. Egli fu poeta nella corte di Toscana, e morì all’improvviso nel settembre del 1700. I di lui melodrammi ebbero gr
ienna, ed Andrea Perrucci Siciliano autore della Stellidaura impressa nel 1678 e cantata nella sala de’ vicerè in Napoli, e
nella sala de’ vicerè in Napoli, e dell’Epaminonda impresso e cantato nel 1684. Laonde non ci tratterremo su tanti altri me
lle in Sciro del marchese Ippolito Ferrarese rappresentato in Venezia nel 1663, nè sull’Attilio Regolo del Veneziano Matteo
nel 1663, nè sull’Attilio Regolo del Veneziano Matteo Noris impresso nel 1693 in Firenze, i quali illustri nomi attendevan
conversione letteraria l’Amalasunta in Italia rappresentato in Parma nel 1681. Nè passeremo oltre senza avere accennato ch
a poesia, come si vede nelle Pazzie per vendetta di Giuseppe Vallaro, nel Podestà di Coloniola, nelle Magie amorose del nom
e amorose del nominato Giulio Cesare Sorrentino vagamente decorato, e nel piacevole componimento allegorico di due parti la
scano compose le sue favole sul medesimo gusto. Lionardo de Lionardis nel 1674 pubblicò il Finto Incanto, che è el Encanto
ncanto del medesimo Calderon. Il Canonico Carlo Celano nato in Napoli nel 1617 e morto nel 1693, col nome di Ettore Calcolo
mo Calderon. Il Canonico Carlo Celano nato in Napoli nel 1617 e morto nel 1693, col nome di Ettore Calcolona tradusse con l
Giuseppe di Vito Napoletano, Andrea Perrucci traduttore ed imitatore nel 1678 del Convitato di pietra, ed Onofrio di Castr
lo a soggetto senza dialogo premeditato, come le cinquanta pubblicate nel 1611 dal commediante Flaminio Scala. Ma l’Arlecch
ndeva rapidamente i suoi progressi. Laonde alla mancanza del concorso nel lor teatro pensarono i commedianti di riparare co
ademie letterarie de’ Rozzi e degl’ Intronati che tornarono a fiorire nel XVII secolo, quella brigata di nobili attori che
elebre cavalier Bernini nato in Napoli, e che fiorì in Roma dove morì nel 1680, rappresentava egregiamente diversi comici c
amoso pittore e poeta satirico Napoletano Salvador Rosa morto in Roma nel 1673, empì questa città non meno che Firenze di m
a copia e novità de’ sali, e per la naturalezza onde si fece ammirare nel carattere di Formica personaggio raggiratore come
eguito prese moglie e visse con decenza sino al 1685. Più ammirato fu nel medesimo Parigi l’ altro Napoletano Tiberio Fiori
esentazione di quest’originale Italiano”. Egli morì vecchio in Parigi nel 1694, lasciando a un di lui figliuolo sacerdote i
i98. IV. Teatri materiali. Molti teatri si eressero in Italia nel XVII secolo da valorosi architetti; ma i più cons
va Giambatista Magnani l’architetto che vi fu impiegato, come leggesi nel trattato del Teatro, e nelle Lettere sopra la pit
attato del Teatro, e nelle Lettere sopra la pittura dell’Algarotti, e nel Discorso premesso alle sue tragedie dal chiar. Be
nella militare, il fe costruire d’ordine del duca Ranuccio I Farnese nel 1618. Si aprì secondo la prima costruzione nel 16
uca Ranuccio I Farnese nel 1618. Si aprì secondo la prima costruzione nel 1619, dedicandosi a Bellona e alle Muse, come leg
a 48 ha una scalinata di quattordici scaglioni e un gran palco ducale nel mezzo. Sopra di essa si alzano due magnifiche log
o di Fano. Un arco accompagnato a due lunghe rette laterali terminate nel proscenio formano la figura mistilinea di tal tea
a moderna; il proscenio per ogni lato ha due pilastri con una nicchia nel mezzo di essi colle figure di Pallade; e nel mezz
pilastri con una nicchia nel mezzo di essi colle figure di Pallade; e nel mezzo vi è scritto Theatrum Fortunæ. Si osserva d
pera di Carlo Fontana, e la sua figura inclina alla circolare, avendo nel maggior diametro piedi 52, e nel minore 48. Ha se
igura inclina alla circolare, avendo nel maggior diametro piedi 52, e nel minore 48. Ha sei ordini di palchetti; ma (dice l
ione di poterne fare neppure un cenno. Molti altri teatri si eressero nel medesimo secolo, e quasi ogni città n’ ebbe uno q
di Modena detto della Spelta, opera del cavalier Vigarani, distrutto nel 1767: quello di Milano che s’incendiò pochi anni
na rifabbricato verso il 1670: quello di Marco Contarini in Piazzuola nel Padovano di tal vastità, che nel 1680 vi si vider
ello di Marco Contarini in Piazzuola nel Padovano di tal vastità, che nel 1680 vi si videro girar nella scena tirate da sup
ottarono le stravaganze, e si perderono non poche bellezze. Nel Rosa, nel Viviani, nell’Agli, nel Ridolfi, nel Dati si ebbe
e si perderono non poche bellezze. Nel Rosa, nel Viviani, nell’Agli, nel Ridolfi, nel Dati si ebbero egregii attori accade
no non poche bellezze. Nel Rosa, nel Viviani, nell’Agli, nel Ridolfi, nel Dati si ebbero egregii attori accademici; si mand
nte l’una per l’altra. 75. Di essa si è fatta un’ edizione in foglio nel 1726 colle annotazioni del dotto Anton Maria Salv
che è da vedersi però il precedente volume di quest’opera) shandì poi nel passato secolo e nel principio del presente ogni
il precedente volume di quest’opera) shandì poi nel passato secolo e nel principio del presente ogni legame di regolarità,
dersi Lorenzo Pignorio de Servis & eorum apud veteres ministeriis nel tomo III de’ Supplimenti di Giovanni Poleni alle
ipi di questa vergogna. E’ ciò in essi mala fede o ignoranza? Io avea nel fior degli anni miei inteso cantare per le chiese
scorso sulla Musica Italiana impresso colla Vita di Malherbe a Parigi nel 1672. 92. Pinac. dell’Eritreo. 93. Vedi specia
fu il calcolo fattone da Giuseppe Notari citato dal chiar. Tiraboschi nel libro III del tomo VIII della sua Storia della Le
23 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO I. Teatro tragico Italiano. » pp. 98-130
sublimi allori nell’erudizione e nell’eloquenza oratoria e poetica e nel formarsi un teatro regolare e ingegnoso, aspirò a
Anassimandri e Democriti, e n’ebbe una copiosa splendidissima schiera nel Porta, nel Galilei, nel Fontana, nel Borrelli, ne
i e Democriti, e n’ebbe una copiosa splendidissima schiera nel Porta, nel Galilei, nel Fontana, nel Borrelli, nel Cavalieri
, e n’ebbe una copiosa splendidissima schiera nel Porta, nel Galilei, nel Fontana, nel Borrelli, nel Cavalieri, nel Torrice
a copiosa splendidissima schiera nel Porta, nel Galilei, nel Fontana, nel Borrelli, nel Cavalieri, nel Torricelli, nel Vivi
ndidissima schiera nel Porta, nel Galilei, nel Fontana, nel Borrelli, nel Cavalieri, nel Torricelli, nel Viviani, nel Cassi
era nel Porta, nel Galilei, nel Fontana, nel Borrelli, nel Cavalieri, nel Torricelli, nel Viviani, nel Cassini, nel Castell
el Galilei, nel Fontana, nel Borrelli, nel Cavalieri, nel Torricelli, nel Viviani, nel Cassini, nel Castelli, nel Monforte,
el Fontana, nel Borrelli, nel Cavalieri, nel Torricelli, nel Viviani, nel Cassini, nel Castelli, nel Monforte, e in tanti a
el Borrelli, nel Cavalieri, nel Torricelli, nel Viviani, nel Cassini, nel Castelli, nel Monforte, e in tanti altri insigni
el Cavalieri, nel Torricelli, nel Viviani, nel Cassini, nel Castelli, nel Monforte, e in tanti altri insigni membri delle A
mi avvisi, compose verso la fine del XVI la sua Tomiri che s’impresse nel 1607, regolare nella condotta e non ignobile nell
ondotta ed anche in parte per lo stile, la quale s’impresse in Napoli nel 1603. Agostino Dolce fece imprimere nel 1605 la s
la quale s’impresse in Napoli nel 1603. Agostino Dolce fece imprimere nel 1605 la sua Almida da me non veduta. Cataldo Moro
tra’ Minori Osservanti Riformati di San Francesco pubblicò in Bergamo nel 1611 il Mortorio di Cristo con quattro tramezzi,
cristiano argomento, la Giustina in versi sciolti impressa in Milano nel 1617, e l’Irene impressa in Napoli nel 1618 dedic
rsi sciolti impressa in Milano nel 1617, e l’Irene impressa in Napoli nel 1618 dedicata alla città di Lecce58. Il conte Rid
18 dedicata alla città di Lecce58. Il conte Ridolfo Campeggi pubblicò nel 1614 il Tancredi tragedia applaudita. Il cavalier
a. Il cavaliere Giambatista della Porta diede alla luce il suo Ulisse nel 1614, nella quale dee lodarsi la scelta del prota
ne co’ Torrismondi e colle Semiramidi. Il suo Giorgio però s’impresse nel 1611, e l’approvazione si ottenne nel 1610; anzi
Il suo Giorgio però s’impresse nel 1611, e l’approvazione si ottenne nel 1610; anzi l’autore nel dedicarla a Ferrante Rovi
mpresse nel 1611, e l’approvazione si ottenne nel 1610; anzi l’autore nel dedicarla a Ferrante Rovito dice di averla compos
di più opere e traduttore de’ Caratteri di Teofrasto morto di anni 58 nel 1623 compose tre tragedie la Silandra, l’Alcippo
Forse in tal tragedia non sembrerà abbastanza verisimile che Gelendro nel giorno stesso che fa sì gran danno alla famiglia
dovè tornare indietro atterrito dalla gagliarda ripulsa che incontrò nel di lei coraggio, sia poi sì credulo che si faccia
o di figurare insieme col Torrismondo e colla Semiramide, come vedesi nel tomo II del Teatro Italiano? Seguirono alle nomin
el Chiabrera e dello Scamacca. Tiberio Gambaruti d’ Alessandria morto nel 1623 pubblicò la Regina Teano: Filippo Finella fi
ubblicò la Regina Teano: Filippo Finella filosofo Napoletano pubblicò nel 1617 la Cesonia e nel 1627 la Giudea distrutta da
o: Filippo Finella filosofo Napoletano pubblicò nel 1617 la Cesonia e nel 1627 la Giudea distrutta da Vespasiano e Tito: Et
la sua tragedia la Carichia che uscì alla luce delle stampe in Napoli nel 162759: il Luzzago pubblicò l’Edelfa nel 1627: il
luce delle stampe in Napoli nel 162759: il Luzzago pubblicò l’Edelfa nel 1627: il Pistojese Francesco Bracciolini la Pente
orre Zoppio anche Bolognese fondatore dell’Accademia de’ Gelati morto nel 1634, il quale mostrò troppo amore per le arguzie
commedia in versi di cinque, di sette e di nove sillabe, e s’impresse nel 1598: ed il Pindaro di Savona Gabriele Chiabrera
Savona Gabriele Chiabrera pubblicò in Genova la sua tragedia Erminia nel 1622, nella quale non rimane a veruno de’ precede
iani. Santa Sinforosa fu composta prima delle altre, e si rappresentò nel collegio Romano. Gian Vittorio Rossi conosciuto c
e conservò per molto tempo il nome di Sinforosa. Le altre due furono nel medesimo collegio con somma magnificenza e pari a
ure: ma il P. Galluzzi ne prese la difesa con certi Discorsi impressi nel 1633 intitolati Rinnovazione dell’antica Tragedia
l conte Prospero Bonarelli gentiluomo Anconitano, la quale s’impresse nel 1620, e fu dedicata a Cosimo II granduca di Tosca
impero; ma sventuratamente questo caro suo Selino si nasconde appunto nel da lei abborrito Mustafà; per la qual cosa ella d
imano avido di gloria e geloso della propria autorità e dell’ impero, nel cui animo facilmente allignano i sospetti, dipign
he sebbene sensibile alla sventura di Arena, ha pure il pubblico bene nel cuore, e mostra che se mancasse Arena (giacchè Li
r Merope, in tutto il dramma è sempre per Aristodemo. La riconoscenza nel Solimano avviene per l’arrivo improvviso di Aidin
er ordine dell’Ariano Leovigildo suo padre. S’impresse la prima volta nel 1644, e poi di nuovo nel 1665 con un discorso in
vigildo suo padre. S’impresse la prima volta nel 1644, e poi di nuovo nel 1665 con un discorso in sua difesa, nel quale ann
olta nel 1644, e poi di nuovo nel 1665 con un discorso in sua difesa, nel quale anno si recitò nel seminario Romano. Non ma
uovo nel 1665 con un discorso in sua difesa, nel quale anno si recitò nel seminario Romano. Non manca nè di regolarità nè d
onte Fulvio Testi, nato in Ferrara l’anno 1593 e trasportato a Modena nel 1598, indi morto nella cittadella di tai città a’
sola d’ Alcina, e l’Arsinda non terminata. L’Isola d’ Alcina composta nel 162663 è da comendarsi per la semplicità dell’azi
e il Paradiso perduto: il Radamisto di Antonio Bruno nato in Manduria nel regno di Napoli censore più volte e segretario de
Umoristi di Roma65: Ildegarde di monsignor Niccolò Lepori pubblicata nel XVII e reimpressa nel 1704 in Viterbo: la Belisa
ldegarde di monsignor Niccolò Lepori pubblicata nel XVII e reimpressa nel 1704 in Viterbo: la Belisa tragedia di lieto fine
del cavaliere Napoletano Antonio Muscettola data alla luce in Genova nel 1664, ed altamente comendata col nome di Oldauro
a nell’anno stesso in Lovano; e la di lui Rosminda impressa in Napoli nel 1659 ed anche nella II parte delle sue poesie; ed
secolo col cardinal Delfino e col barone Caraccio. Fiorirono entrambi nel colmo della corruttela del gusto, entrambi se ne
de’ letterati del XVII. Finì di vivere il cardinale Giovanni Delfino nel 1699, ed il barone di Corano Antonio Caraccio di
ni Delfino nel 1699, ed il barone di Corano Antonio Caraccio di Nardò nel 1702. Scrisse il primo nella sua gioventù quattro
enerale applauso, e specialmente la prima, e s’ impressero in Utrecht nel 1730 ed in Padova più correttamente nel 1733. Tut
a, e s’ impressero in Utrecht nel 1730 ed in Padova più correttamente nel 1733. Tutti gli eruditi che hanno gusto tengono p
dino del lodato Caraccio, essendosi pubblicato la prima volta in Roma nel 1694, cioè quattro anni dopo che ebbe dato fuori
del furto confessato da Sofronia per morire in di lei vece; il Porta nel suo Moro adoperò ingegnosamente l’artifizio e l’e
dell’Ariosto rinnovò tali gare e cangiamenti di nomi nell’Olimpiade e nel Ruggiero. Ma sono molti oggi, non dico i Metastas
più felici tragedie cristiane. 59. Vedasi di essa ciò che ne dicemmo nel tomo V p. 353 delle Vicende della Coltura delle S
24 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO I » pp. 116-223
CAPO I I. Tragedie reali. Risorgeva a gran passi nel cader del passato secolo il gusto della vera eloq
il gusto della vera eloquenza nelle contrade chiuse dalle Alpi; e già nel 1690 de’ suoi allievi e proseliti potè in Roma fo
imento della tragedia italiana. L’onore di primo restauratore di essa nel nostro secolo debbesi senza dubbio al Bolognese P
ro secolo debbesi senza dubbio al Bolognese Pier Jacopo Martelli nato nel 1665 e morto nel 1727 secondo l’epitafio fattogli
senza dubbio al Bolognese Pier Jacopo Martelli nato nel 1665 e morto nel 1727 secondo l’epitafio fattogli dall’illustre ma
e più applaudite, come sono Perselide, Ifigenia in Tauri, Alceste, ma nel Procolo, nel Cicerone, nel Q. Fabio, nel Taimingi
ite, come sono Perselide, Ifigenia in Tauri, Alceste, ma nel Procolo, nel Cicerone, nel Q. Fabio, nel Taimingi &c. 37.
Perselide, Ifigenia in Tauri, Alceste, ma nel Procolo, nel Cicerone, nel Q. Fabio, nel Taimingi &c. 37. La semplicità
igenia in Tauri, Alceste, ma nel Procolo, nel Cicerone, nel Q. Fabio, nel Taimingi &c. 37. La semplicità della condotta
Tullio, Appio Claudio, Papiniano. La bella semplicità cui si attenne nel tesserle, piacque agli eruditi, e per questa part
r risalire i leggitori sino a’ costumi de’ remoti popoli della Grecia nel Palamede e nell’Andromeda; ma qual vantaggio pote
sue favole imitando l’arte di satireggiare di Euripide, specialmente nel Papiniano. Soprattutto si encomj col dotto critic
alla gioventù un solo scrittore per modello, alcuno non trovandosene nel suo genere sì compiuto che tutte contenga le perf
hese. Compose il primo cinque tragedie impresse in Napoli, cioè Bruto nel 1723, Sofonisba e Virginia nel 1725, Sejano nel 1
ragedie impresse in Napoli, cioè Bruto nel 1723, Sofonisba e Virginia nel 1725, Sejano nel 1729, ed Orazia che unita alle a
in Napoli, cioè Bruto nel 1723, Sofonisba e Virginia nel 1725, Sejano nel 1729, ed Orazia che unita alle altre uscì nel 174
rginia nel 1725, Sejano nel 1729, ed Orazia che unita alle altre uscì nel 1742. Vinse egli per gravità e per versificazione
, introduceva o faceva partire i personaggi senza perchè, trascorreva nel lirico, faceva versi stentati, imbrattava alcune
inusitate e scorrette. Più che altrove lo stile è affettato e lirico nel Sejano, le sentenze più ricercate che in Seneca,
e la descrizione delle arti degli ambasciadori nelle corti straniere: nel III l’ambasciata degnamente esposta da Celio: nel
le corti straniere: nel III l’ambasciata degnamente esposta da Celio: nel IV i gravi sentimenti di Furio che tenta di richi
Celio: nel IV i gravi sentimenti di Furio che tenta di richiamar Tito nel camin dritto: nel V i forti rimorsi di Tito diven
avi sentimenti di Furio che tenta di richiamar Tito nel camin dritto: nel V i forti rimorsi di Tito divenuto traditore, il
sino all’atto V tutto l’interesse, là dove l’Aretino che la fe morire nel III, lo divide fra lei ed il fratello. Rare volte
l’atto III, la notizia della pugna stabilita tra’ Curiazj e gli Orazj nel IV, di cui è conseguenza l’altra scena di Orazio
, al dire anche degli eruditi compilatori della Bibliotheque Italique nel tomo VII, i dotti vi presero tanto piacere a legg
Marchese, il quale dopo di aver governato da preside in Salerno entrò nel 1740 tra’ Padri Gerolimini di Napoli e glorioso p
arcivescovato di Palermo e del vescovato di Lecce a lui offerti morì nel 1753 ammirato per le sue virtù. Sin dalla prima g
olla scelta di ottimi argomenti per due sue favole impresse in Napoli nel 1715, il Crispo e la Polissena. Non fu solo il Ma
ti. Meritò la di lui Polissena che da Pietro di Calepio si preferisse nel confronto a quella del La Fosse pel piano meglio
e cristiane impresse magnificamente in Napoli in due volumi in quarto nel 1729. A ciascuna si premise un rame disegnato or
Manasse del Granelli egli ritrasse egregiamente un sovrano penitente nel suo Maurizio che accompagna degnamente l’Ermenegi
i? Irene torna coll’ infante; la madre vuole stringerselo al seno, ma nel fissarvi lo sguardo si avvede che non è il suo Er
rò che caratterizza singolarmente il suo pennello è il decoro serbato nel costume e la proprietà mirabile ne’ personaggi im
io Bruto recitata molte volte di seguito in Venezia con gran concorso nel teatro di San Samuele, oltre a i pregi generali d
olsero con sinceri encomj39. A chi è ignota la Merope del Maffei? Chi nel solo mentovarla non si sovviene di quel patetico
tere colle parole di Voltaire che i Francesi schivi non soffrirebbero nel lor teatro Ismene che parla della febbre di Merop
i essersi ornato delle sue principali bellezze seguendone le vestigia nel comporre la propria, manifestano vie più la prest
l Voltaire non ha difetti? Sovvenghiamoci di ciò che so n’è ragionato nel tomo precedente. I Francesi stessi ve ne riconobb
se Giampieri Cavazzoni Zanotti. La prima recitata con grande applauso nel 1720 in Modena, in Ferrara, in Venezia, s’impress
uso nel 1720 in Modena, in Ferrara, in Venezia, s’impresse in Firenze nel 1721 con una dissertazione dell’ab. Girolamo Leon
este . . .? Critolao . . .? No, Demonice. La Didone uscì in Verona nel 1721, ma si dice nella dedicatoria alla marchesa
essersene prima fatta un’ altra edizione, ed in Bologna poi si stampò nel 1724 colle rime dell’autore. Non cede questa trag
4 colle rime dell’autore. Non cede questa tragedia nella regolarità e nel colorito delle passioni alla Demodice; ma le sovr
esclusi i cori, e l’uso in seguito n’è passato quasi del tutto. Anche nel 1721 s’impresse in Venezia l’Ezzelino del dottor
ta che sei versi soli recitati da Amabilia. Lo stesso autore pubblicò nel 1725 Giocasta la giovane di scena mutabile, la cu
in Tebe, detta opera tragica, scritta in prosa e impressa in Venezia nel 1722. Da tali favole trasse la sua tragedia il Ba
a tragedia il Baruffaldi, nè se ne infinse, ma ingenuamente l’accennò nel ragionamento che vi premise. Si osserva nella con
h’ella non dee ignorare. Viene con animo di dar la morte a Creonte, e nel darsi a conoscere ad Osmene manifesta il suo dise
è il di lei coraggio ed il disprezzo della morte in faccia di Creonte nel IV atto. Piace soprattutto nell’atto V la patetic
soprattutto nell’atto V la patetica separazione di Antigona e Osmene nel punto di esser ferita da Giocasta. Ella s’ intene
tile accoppia alla grandezza tragica verità e naturalezza senza cader nel basso. Ma, come bene osserva l’ab. Conti, si sfig
e nojose, la Temisto, la Penelope, e Salvio Ottone. Esse s’impressero nel 1727 dal Comino in Padova, ma non parmi che siens
e al Salio ch’egli ne avesse disapprovato tacitamente ogni altra cosa nel Paragone della Poesia Tragica, e perciò nel 1738
citamente ogni altra cosa nel Paragone della Poesia Tragica, e perciò nel 1738 produsse contro di quest’opera egregia il di
sempre eccellenti. Giovanni Leone Sempronj da Urbino produsse in Roma nel 1724 la sua tragedia il Conte Ugolino. La Morte d
imere in Lucca il Diodati. Il marchese Gorini Corio stampò in Venezia nel 1733 il suo Teatro Tragico e Comico col trattato
Vicentino scrisse la Congiura di Bruto figliuolo di Cesare pubblicata nel 1733 in Vicenza, la quale secondo il conte Mazzuc
gedia. Il P. Giovanni Antonio Bianchi minore osservante nato in Lucca nel 1686 e morto in Roma nel 1758, conosciuto per gli
onio Bianchi minore osservante nato in Lucca nel 1686 e morto in Roma nel 1758, conosciuto per gli sforzi perduti contro la
e pel libro de’ vizj e de’ difetti del moderno teatro uscito in Roma nel 1753, pubblicò sotto il nome Arcadico di Lauriso
n Roma nel 1753, pubblicò sotto il nome Arcadico di Lauriso Targiensé nel 1761 in quattro volumi dodici tragedie regolari,
id, Gionata, Virginia. Recitavansi in un teatrino, che ancor sussiste nel convento di Orvieto, da’ suoi studenti con grandi
. Il P. Bonaventura Antonio Bravi Veronese pur minore osservante nato nel 1693 e morto verso il 1773 diede alla luce cinque
l 1773 diede alla luce cinque tragedie. Il suo Orazio uscì in Venezia nel 1742, e si ristampò in Verona nel 1762 con molte
edie. Il suo Orazio uscì in Venezia nel 1742, e si ristampò in Verona nel 1762 con molte mutazioni e col titolo Orazio in C
mutazioni e col titolo Orazio in Campo; Sulmone pubblicata in Venezia nel 1746 si reimpresse in Firenze nel 1756; Irene del
ampo; Sulmone pubblicata in Venezia nel 1746 si reimpresse in Firenze nel 1756; Irene delusa uscì in Verona nel 1747; Costa
l 1746 si reimpresse in Firenze nel 1756; Irene delusa uscì in Verona nel 1747; Costantino quivi parimente s’ impresse nel
elusa uscì in Verona nel 1747; Costantino quivi parimente s’ impresse nel 1748, ed un altro Costantino differente dal primo
altro Costantino differente dal primo venne alla luce anche in Verona nel 1752, e la seconda volta nel 1764. Il signor Bicc
al primo venne alla luce anche in Verona nel 1752, e la seconda volta nel 1764. Il signor Bicchierai produsse in Firenze du
nor Bicchierai produsse in Firenze due tragedie regolari e giudiziose nel 1767, la Virginia, e la Cleone precedute da alcun
tiche ricchezze, si vide obbligato ad imprimere il Demetrio in Padova nel 1749 con correzione e magnificenza, dopo di esser
to nelle Novelle letterarie di Venezia del Berno librajo Veronese che nel 1745 su di un esemplare non ritoccato nè concesso
so dall’ autore l’avea prodotto. In seguito s’impresse anche in Lucca nel 1766 nella Biblioteca Teatrale. L’autore la chiam
el vero non è istorica, eccetto che nell’àncora naturalmente impressa nel corpo de’ Seleucidi42 dal Varano adoperata nel ri
naturalmente impressa nel corpo de’ Seleucidi42 dal Varano adoperata nel riconoscimento. Le scene sono tutte concatenate a
! Fui da’ nemici Salvato, fui nutrito, e dalla madre Son trafitto nel cor. Tu mi accusasti Che di Seleuco io meditai
figlio, e ne manda a sospendere l’esecuzione. L’agitazione di Seleuco nel dubbio che il soldato non giunga a tempo per impe
ivace de’ caratteri non discordano dal Demetrio tanto nell’Agnese che nel Giovanni di Giscala tiranno del tempio di Gerusal
ta al pontefice Benedetto XIV, e s’impresse splendidamente in Venezia nel 1754, ornata in ciascun atto di alcune medaglie b
i della distruzione di Gerusalemme, ed a varie circostanze rammentate nel dramma. Notabile in esso è la dipintura della fer
Regolarità, interesse, giudizio nella traccia della favola, destrezza nel colorire i caratteri, gran sentimenti, nulla a lu
nza dello stile naturalmente bello e poetico, ricco nella frase, puro nel linguaggio, grande sempre, sempre elegante, e for
i teatri, fece che ne fossero escluse, e che si rappresentassero solo nel collegio di San Luigi di Bologna nel 1732 e ne’ d
, e che si rappresentassero solo nel collegio di San Luigi di Bologna nel 1732 e ne’ due seguenti anni, e si ripetessero in
scolta, e danno luogo alla bella descrizione del pericolo di Evilmero nel bosco e del combattimento di Giosia colla fiera.
erace divinità; ma anche in ciò il Granelli fu preceduto dal Marchese nel suo Maurizio. L’agnizione di un figlio di Manasse
an parte del bello di questa tragedia. L’ artifizio usato felicemente nel supporre prima dell’azione dato in sogno il divin
e disviluppar questo nodo danno indizio di qualche intrinseco difetto nel piano. Previde il degno autore l’opposizione che
ra maggior luce dall’amico Eumene, non avrebbe egli mostrato costanza nel carattere e minorato il suo pericolo? Egli è vero
di Jefte, la grandezza de’ sentimenti di Seila, sostengono la favola nel medesimo vigore. Ma nel IV (quando dovrebbe cresc
de’ sentimenti di Seila, sostengono la favola nel medesimo vigore. Ma nel IV (quando dovrebbe crescere) già prende un aspet
e di Persia, le quali colla traduzione della Roma Salvata stamparonsi nel 1771 in Bassano, ma si diedero al teatro in diver
assano, ma si diedero al teatro in diversi tempi, la prima in Bologna nel 1747, e le altre in Parma tra il 1752 e 175746. L
nto più di quello del Gionata. Il fondo istorico dell’azione consiste nel perdono dato ad Atene da Demetrio, ma nel disvilu
torico dell’azione consiste nel perdono dato ad Atene da Demetrio, ma nel disviluppo prende la favola il portamento del Cin
, l’Areopago, Atene. Timandro non dovea fremere all’udirli? Ottimo nel principio dell’atto III è il contrasto che si amm
nzio, piacque ad un’ altra schiera di letterati di recare esattamente nel nostro idioma le più applaudite e felici tragedie
lla Biblioteca teatrale di Lucca l’anno 1762, e fra i di lui opuscoli nel 178148. Non ha poco contribuito ad inspirar fra n
eal programma per tutto l’anno 1782, cinque sole meritarono la corona nel certame Parmense. Ottenne la prima nel concorso d
nque sole meritarono la corona nel certame Parmense. Ottenne la prima nel concorso del 1772 la Zelinda tragedia del conte C
tonio Magnocavallo di Casal-Monferrato. Non si premiò tragedia alcuna nel 1773; ma nel seguente anno conseguì la prima coro
vallo di Casal-Monferrato. Non si premiò tragedia alcuna nel 1773; ma nel seguente anno conseguì la prima corona il Valsei,
vallo, il quale è pure autore di una Sofonisba pubblicata in Vercelli nel 1782. Il più accigliato censore non negherà che t
giudizio composero le loro tragedie Carl’ Antonio Monti, che pubblicò nel 1760 in Verona il Servio Tullio; il conte Gugliel
el 1760 in Verona il Servio Tullio; il conte Guglielmo Bevilacqua che nel 1766 impresse Arsene ben condotta e ben verseggia
autore di Telane ed Ermelinda, di Ariarate, e de’ Longobardi impressa nel 1769; il dottor Willi che scrisse Idomeneo; il si
Pompei che diede alle stampe un’ Ipermestra, e la Calliroe pubblicata nel 1769; il conte Paradisi che compose gli Epitidi;
gli Epitidi; ed il cavaliere Durante Duranti che pubblicò in Brescia nel 1768 la Virginia. Io non preferirei questa traged
roso. Virginio nell’atto III parla con eroica grandezza al Decemviro: nel V la di lui difesa contro l’impostura di Marco è
i difesa contro l’impostura di Marco è sobria e giudiziosa: patetiche nel medesimo sono l’espressioni di Virginia: buono il
’ personaggi che imita. Prima del Pindemonte avea in Lucca pubblicato nel 1773 un altro Ulisse il dottore Francesco Frances
a il Coreso. Il di lui Ulisse destinato al concorso di Parma intimato nel 1771 non si ristrigne, come quello del Pindemonte
suo figlio non conosciuto. Parve all’erudito autore, e se ne dichiarò nel discorso fatto all’Accademica Deputazione Parmens
i tragedia del conte Paolo Emilio Campi Modenese s’impresse in Modena nel 1774, e si era rappresentata con grande applauso
presse in Modena nel 1774, e si era rappresentata con grande applauso nel teatro di corte la primavera dell’anno precedente
e scene dell’atto III sono impiegate negli amori di Cauno ed Idotea e nel disegno di Mileto su di costei dalla quale è odia
ama di nuovo verso di se l’ attenzione e l’interesse. Uscì in Bergamo nel 1778 Calto tragedia del P. Giuseppe Maria Salvi s
raggi di luna cadente &c. proprie del Celtico Poeta, come si vede nel racconto che fa Calto della visione avuta. Ma nel
Poeta, come si vede nel racconto che fa Calto della visione avuta. Ma nel rimanente lo stile rassomiglia a quello delle nos
uoni, perchè le maniere e le formole de’ popoli cacciatori introdotti nel Calto dovrebbero esser sempre di molti gradi lont
icesi che abbia composte altre tragedie ancora) non avesse dimostrato nel Calto ingegno atto a riescire in questo genere, a
e degli esteri è una condanna del suo dramma. Si pubblicò in Bassano nel 1779 Ugolino Conte de’ Gherardeschi tragedia senz
no. Niccolò Crescenzio regio professore di filosofia in Napoli che nel 1727 produsse il Coriolano tragedia languida e re
cavaliere Scipione Cigala autore di una Cleopatra stampata in Napoli nel 1736, mentovata nel supplemento della Drammaturgi
Cigala autore di una Cleopatra stampata in Napoli nel 1736, mentovata nel supplemento della Drammaturgia dell’Allacci e ono
to e poeta latino50: il P. Serafino Giustiniani Genovese che impresse nel 1751 il Numitore riuscita sulle scene, mal grado
o autori di alquante tragedie regolari: il conte Alessandro Verri che nel 1779 impresse in Livorno col modesto titolo di Te
ere Giovanni Greppi fervido e pronto d’ingegno ha prodotto in Venezia nel 1787 due volumi di Capricci Teatrali, ne’ quali t
Giulio Sabino e la sua sposa ardiscano penetrare con poco scorgimento nel palazzo d’un imperadore Romano loro nemico, ed av
natore Marescalchi di Bologna diede alla luce delle stampe in Bassano nel 1788 una tragedia di Antonio e Cleopatra, di cui
sseremo nonpertanto che la scena dell’atto IV di Cleopatra ed Ottavio nel tempio, in cui ella coll’ idea di adescarlo al su
elfino. Il nobile autore de’ Baccanali tragedia pubblicata in Venezia nel 1788, colla regolarità della condotta, colla forz
za nelle circostanze, maggior cura in certe espressioni, più attività nel capo de’ ribelli nella tragedia de’ Coloni, megli
lle il sig. Borsa con Agamennone e Clitennestra pubblicata in Venezia nel 1786 dare a un argomento mille volte trattato e b
. Il sig. Biamonti seguendo le tracce di Euripide ha prodotta in Roma nel 1789 un’ Ifigenia in Tauri, uno de’ due argomenti
scioglimento naturale della favola senza l’intervento di una machina; nel che però non sembra ideato con tutta l’arte quest
però non sembra ideato con tutta l’arte questo comodo arrivo di Reso nel punto stesso che Oreste è per cadere sotto la sac
logna dobbiamo Carlo I Re d’Inghilterra tragedia pregevole pubblicata nel 1783, in cui non si ripete qualche argomento grec
li. Ei presenta in un medesimo quadro Carlo magnanimo e sensibile che nel gran passaggio dal soglio al patibolo trafitto da
atrimonio con Elgiva sua cugina. In tal favola, che ha un coro mobile nel I, II e IV atto, e non nel terzo, è notabile la f
gina. In tal favola, che ha un coro mobile nel I, II e IV atto, e non nel terzo, è notabile la franca dipintura d’ un impos
risse Dara. Dalla storia Romana prese un argomento nuovo per la scena nel Sepolcro della libertà, ossia Filippi, cui i legg
favola inglese interrompono il buono effetto dell’italiana. L’autore nel tessere la sua tela non ha potuto nell’atto V ser
e autore immaginata l’interessante tragedia Romeo e Adelinda impressa nel V volume del suo Teatro nel 1788, e rappresentata
ssante tragedia Romeo e Adelinda impressa nel V volume del suo Teatro nel 1788, e rappresentata con pieno applauso in Bolog
el suo Teatro nel 1788, e rappresentata con pieno applauso in Bologna nel palazzo del chiar. marchese Albergati che vi sost
istodemo, e Galeotto Manfredi Principe di Faenza. S’impresse la prima nel 1786, e si recitò in Parma con pieno applauso in
Zanarini. L’argomento è quello stesso che Pausania suggerì al Dottori nel secolo passato; ma ciò che formò l’azione del pri
i appariscono e parlano realmente, come anche il genio di Marco Bruto nel Filippi del conte Pepoli: ma nell’Aristodemo, com
di Marco Bruto nel Filippi del conte Pepoli: ma nell’Aristodemo, come nel Serse del Bettinelli, il simolacro che adombra i
ermò il fattore di Colpi d’occhio che tal favola è piena di atrocità, nel che s’inganna o mentisce, mentre eccetto il suici
a favola che esprime con tanta forza il terrore tragico, come si vede nel terribil racconto della scena 4 dell’atto I, nel
ragico, come si vede nel terribil racconto della scena 4 dell’atto I, nel congedo di Cesira e Aristodemo della 3 dell’atto
era quel giorno, Che passò nella tomba. I suoi capelli Aggruppati nel sangue e nella polve A rovescio gli cadono sul
4. La condotta è regolare; interessanti ognuno per se e tutti insieme nel contrasto sono i caratteri di Manfredi, Elisa, Ma
I la 2 di Manfredi co’ suoi cortigiani, e la 3 di Ubaldo e Manfredi; nel II la 2 in cui si dipinge felicemente la tenerezz
edi; nel II la 2 in cui si dipinge felicemente la tenerezza di Elisa; nel III la riconciliazione di Matilde e Manfredi col
iazione di Matilde e Manfredi col congedo che viene a prendere Elisa; nel IV gli affetti del virtuoso Ubaldo che si allonta
nel IV gli affetti del virtuoso Ubaldo che si allontana dalla corte; nel V la tenerezza di Manfredi che ordina che si rich
pubblicate dall’impressore Graziosi di Venezia raccolte in tre volumi nel 1785: Filippo, Polinice, Antigone, Virginia, Agam
a mancanza degli articoli più volte &c. Non saprei che desiderare nel rassomigliante ritratto del geloso inumano simula
moro, e ti perdono. Antigone. Di questa tragedia recitata in Roma nel 1782 m’incresce singolarmente l’introduzione priv
primo monologo. Antigone si accinge contro del regio divieto ad andar nel campo per bruciare il corpo insepolto di Polinice
ella favola, l’ondeggiamento circospetto e picciolo del Popolo Romano nel giudizio, l’impunita tirannide minacciosa ancor d
nestra all’esecrabile assassinamento con latenti insinuazioni, mostra nel sig. Alfieri un filosofo teatrale che sa le vie o
a nel sig. Alfieri un filosofo teatrale che sa le vie onde si penetra nel fondo del cuor dell’uomo. Egisto inspira per grad
enta. Soprattutto nell’ atto V lodevolissimo è il trasporto di Oreste nel trucidar Egisto, col quale si colorisce egregiame
e sostituito alla gemma del Maffei. L’incontro di Polidoro con Egisto nel punto in cui è esposto al furore di Merope che lo
ai più l’imitar la scaltrezza filosofica dell’Alfieri nell’investigar nel cuore umano le arcane sorgenti degli affetti. Mil
ine e commedie lagrimanti. Non ha l’Italia ricusato di accogliere nel suo recinto di simili merci oltramontane, fossero
ute varie tragedie cittadine simili a quella del dottor Simoni uscita nel 1787 Lucia e Melania, e più d’una commedia lagrim
el suo destino, e Nancy, ossia la Vanità dell’umana fermezza. Osservo nel Don Alonso molti requisiti che possono giustifica
che si oppone all’effetto della compassione che si vuole eccitare. Ma nel Gernand raffiguro una commedia lagrimante piena d
o’ secentisti, dalle cui macchie egli seppe preservarsi ancor vivendo nel loro secolo. Ma di ciò in altro tempo. 36. Scris
Messer Stucco a Messer Cattabrighe. Favellò contro del secondo spesso nel suo Dialogo sopra la Tragedia antica e moderna in
una testimonianza onorevole dell’ immortale Alessio Simmaco Mazzocchi nel capo I del dottissimo suo comentario dell’Anfitea
Dent Itali (diceva il P. La Sante in una orazione impressa in Parigi nel 1728, in cui volea pur mostrare la superiorità de
ella porta della Cattedrale per onorarne la memoria. 42. V. Giustino nel libro XV delle sue Storie. 43. L’istesso suo deg
ndo la moda de’ nostri conosciuti plagiarj di mestiere. 46. L’autore nel Discorso del Teatro Italiano ci fa sapere che il
Italiano ci fa sapere che il Demetrio si rappresentò anche in Venezia nel 1758, il Gionata altre volte ancora, ed il Serse
enezia nel 1758, il Gionata altre volte ancora, ed il Serse in Verona nel 1767 da’ cavalieri e vi sostenne la prima parte i
che ripetono le altrui voci senza afferrarne le idee. 50. Si trova nel libro III de’ di lui versi latini impressi nel 17
e idee. 50. Si trova nel libro III de’ di lui versi latini impressi nel 1742: Scipio hic est; non is quo victa est Afr
s. 51. Non si vogliono però obbliare le tragedie latine composte nel presente secolo per lo più da’ gesuiti, cioè: l’
’ gesuiti, cioè: l’ Ermenegildo di Marcantonio Ducci impresso in Roma nel 1707; Stanislao Kostka di Giovanni Lascari quivi
Danimarca; le sei tragedie latine del dotto Carpani stampate in Roma nel 1745; e l’Epaminonda di Giovanni Spinelli di Napo
anifestata la cagione? Certo è però che dopo l’ultima favola coronata nel concorso del 1778 (recitata poi nel 1781) S.A.R.
che dopo l’ultima favola coronata nel concorso del 1778 (recitata poi nel 1781) S.A.R. degnò dichiararsi Capo di essa, e su
ono i Greci nell’adottarne le favole? L’ebbe il chiar. Bettinelli che nel Discorso del Teatro Italiano si pregiava di segui
oni, cioè la Merope del Maffei ridotta in prosa con pessimo consiglio nel 1772, ed il di lui Teodosio pubblicato nel 1773 s
rosa con pessimo consiglio nel 1772, ed il di lui Teodosio pubblicato nel 1773 scritto in prosa frammischiata di frequenti
? Finalmente tralasciamo il quarto Corradino non recitato ma stampato nel dicembre del 1789 dal noto avvocato don Francesco
ocato don Francesco Mario Pagano di Brienza: il di lui Gerbino uscito nel 1787 recitato tre sere da’ comici Lombardi di Nap
ci affrettiamo a parlare di queste tre tragedie, sapendo che l’autore nel tempo della pubblicazione del Gerbino pensò ad ac
25 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO V. LIBRO VII » pp. 107-140
schinità del teatro francese. Giovanni Mairet nato in Besanzone nel gennajo del 1604, e quivi morto nel gennajo del 1
Giovanni Mairet nato in Besanzone nel gennajo del 1604, e quivi morto nel gennajo del 1686, studiando i tragici italiani, d
per tanto le tre unità1; ed il popolo nella rappresentanza seguitane nel 1629, ad onta de’ difetti che vi notò, e della de
gedie non molto inferiori alla Sofonisba, le quali si rappresentarono nel 1630, cioè la Cleopatra favola ben condotta, ed i
ZIONE V** Pratica di Giovanni Racine. Racine nato in Fertè-Milon nel dicembre del 1639 e morto in Parigi nell’aprile d
no; ed egli avea ragione. Quindi veniva la facilità mirabile che avea nel verseggiare (facilità ignorata dall’imperito cian
ine apprese tal pratica da Menandro, il quale (come abbiamo osservato nel tomo I di questa istoria) non cominciava a compor
DDIZIONE VI* Marianne di Tristano Eremita. Tristano Eremita nato nel 1601 e morto nel 1635, mentre nell’inverno del 16
ianne di Tristano Eremita. Tristano Eremita nato nel 1601 e morto nel 1635, mentre nell’inverno del 1636 si rappresenta
il commediante Mondori declamò con tal vigore ed energia, che offeso nel petto si rendette inabile a più comparire in teat
specialmente ne’ primi tre atti, un languore mortale. A un tratto poi nel quarto si enuncia la morte di Pisistrato, di cui
o ateniese: e svelare l’inutile arcano. Tutto potrebbe condonarsi, se nel dramma poi dominasse minor noja, freddezza, e lan
iscono con andarsene uniti. Il Riccoboni però ci assicura che Moliere nel Dispetto imitò anche un’ altra commedia italiana
ta che monta per una vite su di una finestra di una donna, ha dipinto nel secolo decimottavo anche il napoletano Pietro Tri
Ne convengono col Baile (Diz. Crit. art. Poquelin. Nota I.) Leris nel Dizionario de’ Teatri di Parigi, e l’ab. Dubos me
e La Grange-Chancel. Antonio La Fosse detto d’Aubigny nato in Parigi nel 1653 e morto a’ 2 di novembre del 1708 corse la c
la lettura degli antichi Greci e Latini fe rappresentare ed imprimere nel 1696 Polissena sua prima tragedia applaudita e ri
n saggio più vigoroso, più deciso de’ tragici suoi talenti, e svegliò nel pubblico e ne’ posteri viva brama, che egli avess
ra tragedia regolare sul fatto delle Danaidi. La Grange-Chancel nato nel 1678 e morto nel 1758 scrisse varie tragedie in i
are sul fatto delle Danaidi. La Grange-Chancel nato nel 1678 e morto nel 1758 scrisse varie tragedie in istile per altro d
pe da lui appropriata a’ personaggi della storia di Egitto. Si recitò nel 1701. ADDIZIONE XII* Ifigenia in Tauride.
IONE XII* Ifigenia in Tauride. Intanto Guymond de la Touche nato nel 1729 in Châteu-Roux nel Berri, e morto nel 1760 i
auride. Intanto Guymond de la Touche nato nel 1729 in Châteu-Roux nel Berri, e morto nel 1760 in Parigi compose una Ifi
Guymond de la Touche nato nel 1729 in Châteu-Roux nel Berri, e morto nel 1760 in Parigi compose una Ifigenia in Tauride, n
avo del Piron: Zuma del Le Feuvre. Alessio Piron nato in Digione nel 1689 e morto in Parigi nel gennajo del 1755, fral
Feuvre. Alessio Piron nato in Digione nel 1689 e morto in Parigi nel gennajo del 1755, fralle altre specie drammatiche
, coltivò la tragica poesia, e diede al teatro francese il Callistene nel 1730, tragedia di semplice viluppo, che punto non
lle scene, e non vi tornò a comparire; il Gustavo Wasa più complicata nel 1733, che ebbe venti rappresentazioni successive,
endosi sempre con ugual successo; ed il Fernando Cortes rappresentata nel 1744 senza applauso. Il credito dunque di uno de’
iletto dell’uditorio, ed il trionfo della virtù, come appunto avviene nel Gustavo. Intorno al 1777 o 1798 si produsse con a
icomparire sempre con egual diletto, e vi si è rappresentata di nuovo nel 1793. E’ una dipintura de’ costumi selvaggi e spa
IV* Beverlei del Saurin. Bernardo Giuseppe Saurin parigino nato nel maggio del 1706 e morto nel novembre del 1781, ol
Bernardo Giuseppe Saurin parigino nato nel maggio del 1706 e morto nel novembre del 1781, oltre delle riferite tragedie
non appartiene all’originale, che si recitò la prima volta in Londra nel 1753. L’ab. Prevôt lo tradusse in francese intito
tradusse in francese intitolandolo le Joueur che si stampò in Parigi nel 1762. Il Socrate &c. ADDIZIONE XV* Su i d
vagante Giornata pazza, ovvero il Matrimonio di Figaro, rappresentata nel 1784, la quale dopo settantacinque rappresentazio
a i Figliuoli ingrati commedia, che poi intitolò la Scuola de’ Padri, nel 1728, che non ebbe quel felice successo, che prom
e cadde affatto, ed appena potè il poeta consolarsi coll’applauso che nel medesimo teatro ottenne per la sua pastorale le C
ingegnosa, piacevole, spiritosa, e regolare, che appena rappresentata nel 1738 con invidiabile applauso si noverò per una d
Commedie del Gresset. Glambatista Luigi Gresset nato in Amiens nel 1709 e quivi morto a’ 16 di giugno del 1777, l’au
dal costume francese. Pubblicò la commedia del Mèchant rappresentata nel 1740 con moltissimo applauso. Scriste poi altre d
a della favola. Questa commedia si è di nuovo rappresentata in Parigi nel 1793. ADDIZIONE XX* Commedie piacevoli del Sa
a quindici anni fa in circa, vuolsi (se non s’ingannò chi vide Parigi nel 1787, e e nel 1792, e mel riferì con asseveranza)
i fa in circa, vuolsi (se non s’ingannò chi vide Parigi nel 1787, e e nel 1792, e mel riferì con asseveranza) che oggi sia
mitologico non soggetto a regolarità ed a verisimiglianza. In Francia nel XVII secolo ed in questo che cade hanno continuat
i Quinault, e l’ultima recita dell’Armida colla musica di Lulli seguì nel dicembre del 1764 col solito applauso e concorso;
di drammi musicali de’ nostri giorni. Egli seppe adattare alla musica nel 1772 l’Ifigenia di Racine, e l’inviò al cav. Gluc
l’uditorio lo scioglimento. “Senza il soccorso delle macchine (dicesi nel Mercurio del maggio di quell’anno) senza l’interv
iandio i ritratti dipinti de’ più celebri drammatici della nazione; e nel Foyer architettato con magnificenza vi sono collo
ad esse opposte, e formano altrettanti portici aperti. Tre di questi nel mezzo comunicano alla principale scalinata, e i d
sto argomento, e si scriva la presente addizione. 1. Oltre a ciò che nel tomo precedente si è detto della Marianna del Dol
e da don Joseph suo fratello, e impresse in Madrid per Maria Quiñones nel medesimo anno 1636, non trovandosi tralle dodici
fosse approfittato o della Marianne di Hardy, rappresentata in Parigi nel 1610, o di quella di Tristan, che fece recitare e
26 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo II. La Poesia Drammatica a imitazione degli antichi rinasce in Italia nel Secolo XIV. » pp. 188-193
I. La Poesia Drammatica a imitazione degli antichi rinasce in Italia nel Secolo XIV. L’amor delle scienze e la delicate
arle. Ebbe appena Dante in Italia (come fece Omero in grecia ed Ennio nel Lazio) innalzata e arricchita la lingua italiana
no Mussato, nato all’anno 1261 come prova l’abate Tiraboschi, e morto nel 1330, ci fa sapere che nel 1300 già comunemente s
261 come prova l’abate Tiraboschi, e morto nel 1330, ci fa sapere che nel 1300 già comunemente si scriveano nell’Italia in
teatri123. Erano dunque già comuni in Italia i divertimenti teatrali nel 1300, cioé prima del 1304 quando nella Toscana, e
li nel 1300, cioé prima del 1304 quando nella Toscana, e propriamente nel borgo San Priano si fece la rappresentazione sacr
ella di Roscio, a cui lo comparava per la dottrina e per l’eccellenza nel rappresentare127. Pier Paolo Vergerio il vecchio,
Petrarca, né un Vergerio. Essi ignoravano, dice M. De Fontenelle, che nel Mondo eranvi una volta stati greci e latini. Le l
venzali il pontefice Bonifacio VIII. Batista Parasols Limosino, morto nel 1383, scrisse cinque tragedie contro Giovanna I c
esentazioni sacre in Alemagna. Varie cronache rapportate dal Menkenio nel tomo II e III degli scrittori delle cose germanic
ingia assistette a una rappresentazione delle dieci vergini mentovate nel vangelo, fatta pubblicamente da’ preti della citt
ate nel vangelo, fatta pubblicamente da’ preti della città d’Eisenach nel 1322, quindici giorni dopo Pasqua. Anche in quest
e non soffrivano che altri se ne ingerisse. Gli studenti di San Paolo nel 1378 presentarono una supplica a Riccardo II affi
om. IV lib. III cap. III § XXVII pag. 342, e 343. 124. Il Tiraboschi nel tomo IV lib. III cap. III § XXVI pag. 340 e seq.
ndo il passo di Giovanni Villani, non trova ombra di azion drammatica nel di lui racconto, ma bensì vi scorge un popolare s
, che le rappresentazioni de’ sacri misteri ed altre pie farse, fatte nel XIII e XIV secolo, fossero state quasi tutte mute
27 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO III. Della vera Commedia Francese e della Italiana in Francia. » pp. 128-191
odoro, Terenzio, Annibal Caro, Sforza Oddi, e Giambatista della Porta nel Moro e nella Sorella. Non sono le lagrime che ren
e Collet. Nivelle de la Chaussèe nato in Parigi l’anno 1691 e morto nel 1754 maneggiò questo genere qualche volta felicem
le fate e delle trasformazioni. Francesca di Graffigny nata in Nansi nel 1695 e morta in Parigi nel 1758 diede al pubblico
oni. Francesca di Graffigny nata in Nansi nel 1695 e morta in Parigi nel 1758 diede al pubblico Cenia sotto il titolo di p
e. Non mancando d’interesse ed essendo stata rappresentata assai bene nel 1750, malgrado di essere sfornita di veri colori
mporre la sua Nanina commedia tenera in tre atti. Essa si rappresentò nel 1748 la prima volta a Versailles; ma secondo il G
ontuttociò le passioni hanno maggior forza nella Pamela: il contrasto nel cuore di Milord dell’amore e della nobiltà più vi
Carlo Collèt segretario e lettore del duca d’Orleans nato in Parigi nel 1709 è uno de’ Francesi che conservarono la giust
di date dal Palissot alla commedia Dupuis et des Ronais rappresentata nel 1763, possiamo noverarla tralle commedie tenere n
il sig. Collè ha non di rado manifestato disprezzo».«Questa favola è nel gusto delle commedie di Terenzio, i sentimenti so
ittadina e della commedia piangente. Nella sua dissertazione inserita nel tomo III della Raccolta della sua Accademia della
troviamo tra’ buoni comici ne’ primi lustri del XVIII Du Fresny nato nel 1648 e morto nel 1724, il quale dopo di aver lavo
oni comici ne’ primi lustri del XVIII Du Fresny nato nel 1648 e morto nel 1724, il quale dopo di aver lavorato per l’antico
tati palesando il poeta. Filippo Nericault des Touches nato in Tours nel 1680 e morto nel 1754 le cui commedie cominciaron
poeta. Filippo Nericault des Touches nato in Tours nel 1680 e morto nel 1754 le cui commedie cominciarono a rappresentars
l 1680 e morto nel 1754 le cui commedie cominciarono a rappresentarsi nel 1710, possiede arte e giudizio, ed anche spirito
commediografo pregevole. Cristofaro Bartolommeo Fagan nato in Parigi nel 1702 e morto nel 1755 dotato di facilità e di nat
gevole. Cristofaro Bartolommeo Fagan nato in Parigi nel 1702 e morto nel 1755 dotato di facilità e di naturalezza nel gene
Parigi nel 1702 e morto nel 1755 dotato di facilità e di naturalezza nel genere comico, ma dalle strettezze obligato a scr
on regolarità in ottimo stile, la sua riputazione maggiore. Avea però nel 1728 prodotta la commedia i Figliuoli ingrati che
a di provincia ch’egli non conosce se non per le di lei poesie recate nel Mercurio. Egli prevede che da questo matrimonio n
loso disingannato rimasto al teatro. Le Sage nato a Ruys in Brettagna nel 1677 e morto nel 1747 scrisse la graziosa commedi
rimasto al teatro. Le Sage nato a Ruys in Brettagna nel 1677 e morto nel 1747 scrisse la graziosa commedia Turcaret, e la
vole Crispino rivale del padrone. Giambatista Rousseau nato in Parigi nel 1669 e morto nel 1740 pubblicò l’Adulatore ed il
ale del padrone. Giambatista Rousseau nato in Parigi nel 1669 e morto nel 1740 pubblicò l’Adulatore ed il Capriccioso, comm
atteri felicemente espressi. Giambatista Luigi Gresset nato in Amiens nel 1709, e quivi morto a’ 16 di giugno del 1777 auto
al costume francese) pubblicò il Mechant buona commedia rappresentata nel 1740 con molto applauso. Vi si dipinge un Malvagi
scondono un cuore il più nero e la più raffinata empietà. Il Voltaire nel Pauvre Diable poco bene affetto a Gresset pretend
ltima scena dell’atto IV contiene lo stesso artifizio usato da Elmira nel Tartuffo, benchè la copia venga dall’originale so
io spirito in vece di farli parlare giusta i costumi e le condizioni, nel che segnalaronsi Moliere e Machiavelli. Scrisse p
g. di Voltaire oltre alle riferite commedie tenere, altre ne produsse nel genere puramente comico. Compose in versi alessan
iva di azione. Scrisse ne’ medesimi versi la Donna ragionevole uscita nel 1758, la quale può dirsi una galleria di bei ritr
nte si trattiene molto tempo sconosciuto nella propria casa. Pubblicò nel 1762 in versi di dieci sillabe ottimi per la comm
la Principessa di Navarra commedia balletto ec. Luigi di Boussy nato nel 1694 e morto nel 1758 compose intorno a trenta co
Navarra commedia balletto ec. Luigi di Boussy nato nel 1694 e morto nel 1758 compose intorno a trenta commedie fredde per
go tempo ripetute con certo applauso. Pietro Marivaux nato in Parigi nel 1688 e morto nel 1765 scrisse romanzi e commedie.
con certo applauso. Pietro Marivaux nato in Parigi nel 1688 e morto nel 1765 scrisse romanzi e commedie. Egli non pareggi
all’interesse. Questa commedia si è di nuovo rappresentata in Parigi nel 1793. Antonio Bret nato nel 1717 scrittore della
ia si è di nuovo rappresentata in Parigi nel 1793. Antonio Bret nato nel 1717 scrittore della Vita di Ninon l’Enclos si es
nato nel 1717 scrittore della Vita di Ninon l’Enclos si esercitò pure nel genere comico. La Doppia stravaganza sua commedia
ia molto applaudita dal pubblico al parigino Claudio Pietro Patu nato nel 1726, e morto immaturamente nel 1757. Egli tradus
al parigino Claudio Pietro Patu nato nel 1726, e morto immaturamente nel 1757. Egli tradusse ancora alcune farse del teatr
on è priva di piacevolezza nè di brio l’Impertinente di Desmahys nato nel 1761. La Madre gelosa commedia in tre atti, ed in
ed in versi di m. Barthe dell’Accademia di Marsiglia, si rappresentò nel 1771, e s’impresse l’anno seguente. Vi si disvilu
a che vi regna. Di questo genere sono le seguenti: l’Oracolo impressa nel 1740, in cui intervengono tre personaggi, cioè un
ui carattere è un tessuto leggiadro di vezzi: le Grazie rappresentata nel 1744, ed impressa nel seguente anno, il cui sogge
uto leggiadro di vezzi: le Grazie rappresentata nel 1744, ed impressa nel seguente anno, il cui soggetto si trasse dall’ode
alle Grazie secondo la vaga cantata del Metastasio recitata in Vienna nel 1735: gli Uomini vivace azione drammatica allegor
el 1735: gli Uomini vivace azione drammatica allegorica rappresentata nel 1753, in cui intervengono Mercurio, Prometeo, la
medie les Philosophes, e l’Homme dangereux. Nella prima rappresentata nel 1760 con amarezza e libertà aristofanesca mottegg
. Meraviglioso in tutto è il secol nostro. M. Dorat noto poeta morto nel 1780 di anni quarantasei coltivò anche la poesia
esia drammatica per avventura poco propria de’ suoi talenti. Cominciò nel 1760 con Zulica, e Teagene tragedie di niuna rius
e Teagene tragedie di niuna riuscita. Fu un poco più felice il Regolo nel 1773, in cui imitò l’Attilio Regolo del Metastasi
ragedia, perchè se ne conservi almeno il titolo. Sofferse il pubblico nel 1774 l’Adelaide. Mal ricevuto fu Pietro il Grande
o nel 1774 l’Adelaide. Mal ricevuto fu Pietro il Grande rappresentato nel 1779. Lasciò anche Zoramide altra sua tragedia no
sua tragedia non rappresentata. Quanto al genere comico troviamo che nel 1772 imitò il Desdèn con el desdèn di Agostino Mo
o i Capricci commedia in tre atti ed in versi rappresentata in Parigi nel 1787, manifesta la mano di un giovane che potrebb
yre colla Scuola de’ Padri in versi di cinque atti recitata in Parigi nel 1787 poteva animare la gioventù a ricalcare le or
tolata le Riputazioni in versi in cinque atti rappresentata in Parigi nel 1788. Madama di Gouge scrisse in prosa una commed
eri col titolo di episodica Moliere in casa di Ninon, che s’ impresse nel medesimo anno, nella quale intervengono le person
in versi si lodò per la morale e per la buona dipintura de’ caratteri nel giornale di Buglione; ma non si replicò. La Morte
iccanti, fini, dilicati, riuscì compiutamente allorchè si rappresentò nel Teatro della Repubblica. Si desidera non pertanto
tanto in essa più interesse; e si osserva che il vizio fondamentale è nel carattere della giovanetta che, secondochè si esp
li godettero, o godono tuttavia qualche nome. Fabro d’Eglantine morto nel 1800 si tenne per commediograso stimabile. Se ne
chè senza riuscita. L’indole e là penetrazione che giva sviluppandosi nel fanciullo, l’affezionò a lui, e si studiò al poss
nuto pel cammino di mezzogiorno, e domandando quanto tempo avea posto nel viaggio, disse Teodoro, che vi aveano spese molte
rancese, ossia la Giovanezza di Richelieu. Tralle commedie pubblicate nel corso della Repubblica Francese, e chiamate Repub
tanto pel teatro, visse stentatamente, e morì mancando del necessario nel 1800. Luigi Benedetto Picard nato in Parigi nel
cando del necessario nel 1800. Luigi Benedetto Picard nato in Parigi nel 1769, merita in preferenza di esser rammentato tr
ti; la picciola Città; i Provinciali in Parigi; M. Musard; l’Ingresso nel Mondo da me tradotta e pubblicata l’anno 1804 in
a. Questi nuovi attori detti prima commedianti di S. A., e poi del Re nel 1723 ottennero una pensione di 15000 lire. Rappre
indi i componimenti francesi de’ loro predecessori; ma non ritornando nel lor teatro il concorso, pensarono ad abbandonar P
a compagnia si segnalò con qualche commedia Romagnesi, e Colato morto nel 1778 che rappresentava da pantalone, a cui appart
o, gl’Intrighi d’Arlecchino, i Tre Gemelli Veneziani, da me ascoltata nel dicembre del 1777 in Mompelier, e della celebre a
tenga la commedia intitolata le Arti e l’Amicizia in un atto recitata nel 1788, di cui per altro qualche giornalista giudic
edianti nazionali l’affettazione e la durezza. «Io preferisco (dicesi nel libro l’Anno 2440) quest’Italiani a’ vostri insip
del celebre discepolo di Moliere Michele Baron nato net 1653, e morto nel 1729, e della mirabile attrice Adriana Le Couvreu
riana Le Couvreur, sia andata degenerando. In fatti il signor Eximeno nel suo libro Origine e progressi della Musica, affer
stro Pier Jacopo Martelli. Ecco come egli ne ragiona con conoscimento nel dialogo sopra la tragedia antica e moderna nella
ore colui che ignora l’arte di accomodarsi alla convenienza richiesta nel favellar con gli altri, alla decenza teatrale ed
a teatrale ed al comodo di chi ascolta. Riprende in oltre il Martelli nel Bouhour il vizio frequente di voltar le spalle al
lli nel Bouhour il vizio frequente di voltar le spalle al compagno, e nel Quinault di lui imitatore censura il soverchio vi
fra gli uomini si sono segnalati Du Fresne e le Kain morto in Parigi nel 1778, e tralle donne, dopo la lodata insigne Le-C
l’ha più volte encomiata, e le diresse anche un componimento poetico nel 1761. Nella mia dimora in Parigi l’anno 1800 e ne
tempo si ammiravano fioriva sopra tutto la Raucourt (venuta in Napoli nel luglio del 1809) nella tragedia. Nulla v’ha di pi
ne, sensibilità dignitosa, facilità di azione, continenza inimitabile nel presentarsi in iscena, grazia che tutte ne condis
ommedia romanzesca in tre atti con ariette che si recitò con applauso nel 1787. Confessano i Francesi di dovere le prime id
di Metastasio che si animò colla musica dell’insigne nostro Sacchini nel 1775, come ancora della traduzione dell’Olimpiade
itata colla musica del medesimo esimio nostro maestro. Il sig. Mayeur nel 1789 diede una commedia istorica in tre atti con
corretta, e l’osservò prima un mio amico spagnuolo che visitò Parigi nel 1787 e nel 1792, e poi io stesso nel 1800; ed i p
e l’osservò prima un mio amico spagnuolo che visitò Parigi nel 1787 e nel 1792, e poi io stesso nel 1800; ed i personaggi v
mico spagnuolo che visitò Parigi nel 1787 e nel 1792, e poi io stesso nel 1800; ed i personaggi vi si abbigliano con natura
28 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO IV. Spettacoli scenici nella penisola di Spagna. » pp. 37-96
eguita prima che io l’abbozzassi nella generale de’ teatri pubblicata nel 1777, ed i buoni nazionali urbanamente me ne sepp
comunali altre se ne aggiugneranno non prima avvertite, procurandòsi nel tempo stesso coll’ usata imparzialità di delinear
ace e fertile fantasia, arguti, facondi e ricchi di lingua, essendosi nel XVI secolo moltissimo distinti nelle lettere, col
te da Fernando de Roxas29, che s’impresse la prima volta in Salamanca nel 1500, e porta il titolo di tragicommedia, divisa
giustizia, e sono impiccati; Calisto stando con Melibea ode un romore nel giardino, accorre, cade dalla scala, e si ammazza
plare, non che ad un dissoluto, potrebbe accadere la stessa disgrazia nel discendere da una scala d’una Chiesa. Ultimamente
meritamente proibita la lettura. Nell’atto settimo Parmenone si giace nel letto con Areusa a persuasione della vecchia scel
a i suoi meriti ruffianeschi, e quando dipinge le ragazze innamorate: nel IV la di lei scaltrezza nell’ insinuarsi per tutt
i scaltrezza nell’ insinuarsi per tutte le vie nell’animo di Melibea: nel VII, nel XIV e nel XIX le già riferite scandalose
zza nell’ insinuarsi per tutte le vie nell’animo di Melibea: nel VII, nel XIV e nel XIX le già riferite scandalose situazio
insinuarsi per tutte le vie nell’animo di Melibea: nel VII, nel XIV e nel XIX le già riferite scandalose situazioni descrit
i si tradusse in Castigliano da Fernando Ballesteros y Saavedra morto nel 1665, e s’impresse nel 163133. In tal componiment
liano da Fernando Ballesteros y Saavedra morto nel 1665, e s’impresse nel 163133. In tal componimento in mezzo alla purezza
Tragicommedia di Lisandro e Roselia di un anonimo stampata in Madrid nel 1542 è anche componimento che discende dalla Cele
loriana che tratta degli amori del Duca Floriano con Belisea impressa nel 1544 in Medina. Per non tornare a parlar di simil
na, novella scenica detestabile per l’ oscenità, s’impresse in Lerida nel 1612, ed in Madrid nel 1614. Tre altre ne compose
estabile per l’ oscenità, s’impresse in Lerida nel 1612, ed in Madrid nel 1614. Tre altre ne compose il Portoghese Giorgio
migliore detta Comedia Eufrosina dopo altre edizioni uscì in Lisbona nel 1616: la seconda chiamata Comedia Olisipo s’impre
mata Comedia Olisipo s’impresse nella medesima città la seconda volta nel 1618: e la terza col titolo di Comedia Aulegrafia
edia Aulegrafia che contiene una descrizione della corte, si pubblicò nel 1619. Ma componimenti proprj per la rappresentazi
Lasciò Gil due figliuoli ed una figliuola che gareggiarono col padre nel coltivar la poesia. Il primo di essi fu Gil Vicen
as composto nell’Indie, perfezionato in Europa quando vi fece ritorno nel 1569, e pubblicato sette anni prima della di lui
leggesi nelle di lui opere. Il dottor Francesco de Sà de Miranda nato nel 1495 e morto nel 1558 applaudito come il più insi
lui opere. Il dottor Francesco de Sà de Miranda nato nel 1495 e morto nel 1558 applaudito come il più insigne poeta Portogh
pressione dicendovisi agora novamente impresa. Il soggetto si enuncia nel prologo che ne fa la Fama. Un Romano chiamato Pom
le sue opere si pubblicarono quaranta anni dopo la di lui morte, cioè nel 1598 da Michele suo figlio che lasciato avea fanc
assione ne cantò; imperciocchè se le poesie del Ferreira s’impressero nel 1598 quarant’anni dopo della di lui morte, la sua
oens tornasse in Europa col suo poema composto nell’Indie ed impresso nel 1572. Dividesi la Castro in cinque atti, e vi si
he ne’ cori, usò in tutta la tragedia con senno il verso sciolto. Noi nel parlar poi delle due Nisi del Bermudez ne confron
to per la traduzione latina del Salterio di David uscita in Ingolstad nel 1597 e poi in Napoli nel 1601, scrisse in versi l
na del Salterio di David uscita in Ingolstad nel 1597 e poi in Napoli nel 1601, scrisse in versi latini varie azioni tragic
sse in versi latini varie azioni tragiche e comiche impresse in Lione nel 1605, cioè un anno dopo la di lui morte avvenuta
a fanciullezza e de’ primi avanzamenti di esso. Questo scrittore nato nel 1549 sotto l’imperador Carlo Quinto sei anni prim
dina, Medora e i Disinganni, le quali cose si pubblicarono in Valenza nel 1567 dal librajo Giovanni de Timoneda che fu anch
nch’egli autore di alcune novelle e di tre commedie in prosa impresse nel 1559. Le commedie del Rueda, dice Lope de Vega ne
el arte, siendo una accion y entre plebeya gente, rimasero indi nel teatro per intermezzi, dopo che vi s’introdussero
ri di sovrani e principesse. Al Rueda morto prima del 1567 succedette nel teatro un tal Naharro nato in Toledo, che rappres
ssero seco loro la confusione de’ generi. Mentre tali cose accadevano nel pubblico teatro, non mancò chi s’ingegnasse di tr
nate tre commedie scritte da uno o più anonimi ed impresse in Valenza nel 1521, Comedia Tebaida, Comedia Hypolita e Comedia
in cui si trattano gli amori di Poliziano e Filomena uscita in Toledo nel 1547. Probabilmente simili favole furono novelle
e in prosa da Fernan Perez de Oliva Cordovese impressa poi in Cordova nel 1585 colle di lui opere. Pietro Simon Abril tradu
lle di lui opere. Pietro Simon Abril tradusse la Medea di Euripide, e nel 1577 pubblicò la sua versione delle commedie di T
amma inserito nelle di lui opere postume. Cristofano Castillejo morto nel 1596 scrisse alcune commedie rimaste inedite che
erisimiglianza nella favola, senz’arte nell’ intreccio, senza decenza nel costume. Gli argomenti sono di quel genere che de
o ed il valenziano; e neppur si metta a conto che l’eremita cinguetta nel suo barbaro latino con servi e donne, e tutti l’i
del Machiavelli, dell’Ariosto, del Bibiena, del Bentivoglio? Nè anche nel XIV secolo quando rappresentavasi in Italia l’Ezz
erità (come diremo) ha trovate cattive non che difettose. Di più egli nel suo prologo enunciò come scritte con arte le otto
blicate un anno prima di morire, e pur sono talmente spropositate che nel 1749, per procurar lo spaccio degli esemplari di
le sopravvisse a Cervantes diciannove anni, e morì d’anni settantatre nel 1635. L’antica e la moderna Europa non vide un po
da’ concilj e dagli sforzi de’ pontefici. Ma niuno indizio si ha che nel corso del XV secolo quelle farse spirituali avess
enuti nelle processioni non solo sonatori mascherati e danzantes (che nel tempo della mia dimora colà l’hanno sempre accomp
gevoli versi latini. Quattro commedie Italiane furono da lui tradotte nel medesimo linguaggio, le quali dopo la di lui mort
quali dopo la di lui morte si pubblicarono da Antonio di lui fratello nel 1574 in Toledo. Il Nasarre che cercava fuori di L
li crede ancora che il Vega non ebbe idea della vera tragedia, e pure nel di lui Arte Nuevo si trovano ben distinti i compo
nto che avessero una volta esistito. Il solo Vasco stesso se ne vanta nel suo Giardino dell’anima cristiana. Dice che nella
gnora affatto. Se ne sa solo che viveva in tempo di Carlo Quinto: che nel 1527 fece un opuscolo sulla nascita di Filippo II
uinto: che nel 1527 fece un opuscolo sulla nascita di Filippo II: che nel 1547 pubblicò una traduzione della storia di Paol
vio De Turcarum rebus intitolandola capricciosamente Palinodia: e che nel 1552 fe imprimere il riferito suo Giardino. Ad on
’ Italiani), “perchè non vi è specie che ripugni all’esser nato Vasco nel 1500”51; ed in questo veramente erroneo raziocini
tasio che anteriore come Senocle o Hardy o Hann Sachs. Nè anche pongo nel teatro tragico Spagnuolo quelle mille tragedie de
to nazionale. Dicasi la stessa cosa di poche altre tragedie accennate nel II Discorso del Montiano, cioè la Honra de Dido r
na Ifigenia, il Martirio di San Lorenzo tragedia latina rappresentata nel 1571 nel convento del Escuriale, due altre che se
ia, il Martirio di San Lorenzo tragedia latina rappresentata nel 1571 nel convento del Escuriale, due altre che senza dirne
che di tanti altri, e delle commedie del Castro pubblicate in Valenza nel 162154. Ma venghiamo alle dodici non immaginarie
n tratta dall’Elettra di Sofocle, le quali non si pubblicarono se non nel 1585 in Cordova dal suo nipote Ambrogio Morales.
solo il mentovato Sedano ne dice col solito pudo ser che forse nacque nel 1497. Ma ciò concedendo ancora il maestro Perez c
Giraldi assicura che il Trissino terminò di scrivere la sua tragedia nel 1515; e così un poco anticipando la nascita del P
l’ha pure riconosciute per tali, oltre all’averle lo stesso Lampillas nel tomo II del suo Saggio chiamate ancora traduzioni
accorcia, contorce, e peggiora gli originali, siccome trovasi provato nel mio Discorso Storicocritico artic. V55. Il P. Gir
enicano e cattedratico di teologia in Salamanca, il quale ancor vivea nel 1589, pubblicò in Madrid nel 1577 sotto il nome d
logia in Salamanca, il quale ancor vivea nel 1589, pubblicò in Madrid nel 1577 sotto il nome di Antonio di Silva due traged
ne seppe la sorgente. Migliore ancora è la seconda dell’atto IV, che nel Ferreira a me sembra veramente tragica e ricca di
ttato ammazzamento della sua diletta sposa. La Nise Laureada consiste nel vano sollievo che sperò il principe Don Pietro as
no che que’ traditori si trovano ancora in Castiglia; or come possono nel medesimo dì trovarsi nell’atto IV in Lisbona, ess
a Mothe. Tralle commedie del Sivigliano Giovanni de la Cueva impresse nel 1588 trovansi quattro altre tragedie, i Sette Inf
ma colla scelta che fece di alcune commedie assai deboli e difettose nel voler mentovare le migliori della nazione; là dov
a los Amantes composta da Andrès Rey de Artieda e impressa in Valenza nel 1581, favellano l’Antonio, e Ximeno; ma i più dil
ali la conoscono soltanto per tradizione, nè sono io stato più felice nel ricercarla. Il buon poeta Luperzio Leonardo de Ar
ice nel ricercarla. Il buon poeta Luperzio Leonardo de Argensola nato nel 1565, essendo nell’età di venti anni compose tre
giorni, e la Filli si occulta ancora; ma le altre due si pubblicarono nel VI tomo del Parnasso Spagnuolo, in cui se ne dà n
s fondati i suoi esagerati encomj. Reca stupore che uno scrittore che nel ragionar sulle composizioni drammatiche dimostrò
’autorità de’ medesimi eruditi nazionali, si ricava che gli Spagnuoli nel XVI secolo più di ogni altro popolo si appressaro
raldi, Alamanni, Tassi e Manfredi, possono pregiarsi di aver prodotti nel Vega, nel Castro, nel Sanchez, nel Mira de Mescua
manni, Tassi e Manfredi, possono pregiarsi di aver prodotti nel Vega, nel Castro, nel Sanchez, nel Mira de Mescua, più di u
e Manfredi, possono pregiarsi di aver prodotti nel Vega, nel Castro, nel Sanchez, nel Mira de Mescua, più di un Shakespear
possono pregiarsi di aver prodotti nel Vega, nel Castro, nel Sanchez, nel Mira de Mescua, più di un Shakespear, e nel Cueva
nel Castro, nel Sanchez, nel Mira de Mescua, più di un Shakespear, e nel Cueva, nel Ferreira e nel Perez, e nello stesso B
, nel Sanchez, nel Mira de Mescua, più di un Shakespear, e nel Cueva, nel Ferreira e nel Perez, e nello stesso Bermudez con
nel Mira de Mescua, più di un Shakespear, e nel Cueva, nel Ferreira e nel Perez, e nello stesso Bermudez convinto di vergog
n plagiario. 27. Trascrivo le sue medesime parole: Escribieron (dice nel Prologo alle commedie del Cervantes) Dialogos que
dizioni della Celestina. 32. Il Crescimbeni mentova questa versione nel I libro de’ suoi Comentarj, dando al traduttore i
Da me Alfonso Ordoñez nato Ispano. 33. M. Du Perron de Castera nel 1738 volendo pubblicare in francese un teatro Spa
io si pretende che appartenesse a Don Luis Infante di Portogallo nato nel 1506 e morto nel 1555. Veggasi la Biblioteca Lusi
e appartenesse a Don Luis Infante di Portogallo nato nel 1506 e morto nel 1555. Veggasi la Biblioteca Lusitana del Barbosa,
a. Non può, non lice, e la sua furia cresce; Serpe il dolce velen nel petto acceso; Fugge gli uomini, il dì fugge ed
mirez, Rodriguez, Lopez, quasi de’ Ramiri, de’ Rodrighi, de’ Lopi. Ma nel Vega la voce Lope è nome, ed è singolare. 45. S
n Italia. S’inganna parimente quando afferma che Lope fu il primo che nel secolo XVI ebbe idea della vera commedia, e circa
ato discorso in versi el Arte Nuevo de hacer comedias en este tiempo, nel quale in vece di fare riflessioni piene del sugo
il primo a dar precetti della vera commedia in Europa, s’egli nacque nel 1562, cioè ottantaquattro anni dopo la nascita de
tà aver notizia che Bernardino Daniello fece imprimere la sua Poetica nel 1536, cioè ventisei anni prima che fosse conceput
a del vescovo di Ugento e poi di Cotrone Antonio Minturno fu stampata nel 1564, cioè due anni dopo che il Vega venne al mon
a nel 1564, cioè due anni dopo che il Vega venne al mondo; che quando nel 1570 si pubblicò la prima volta in Vienna la Poet
isimilmente passò dall’Eximeno all’Efemeridi letterarie di Roma, dove nel 1782 al numero LII si vide intrusa questa foresti
a l’Accademia di Madrid che fioriva sin dal declinar del secolo XVI e nel cominciar del XVII con l’altra qui vi pur incomin
mplari dal librajo Antonio Baylo: il Signorelli partì da quella Corte nel 1783: il Sig. Huerta uscì fuori colla grand’opera
mpreso in dieci foglietti di picciolo ottavo in gran carattere silvio nel 1784. Quattro anni in circa ebbe egli dunque pres
che altro io feci nelle note su gli auti poste nella Storia prodotta nel 1777? E quello che ora dico nel testo con più par
gli auti poste nella Storia prodotta nel 1777? E quello che ora dico nel testo con più parole, non era allora stato da me
dialogo) fatta da Don Joseph Ortiz di Villena pubblicata in Saragoza nel 1644, cioè più di mezzo secolo dopo del fiorir di
gine di tali auti? Questo titolo non s’immaginò nè si fe pubblico che nel 1616 (perchè in tale anno, e non nel 1615, si sta
s’immaginò nè si fe pubblico che nel 1616 (perchè in tale anno, e non nel 1615, si stampò la II Parte del Don Quixote); ma
pigramma che chiama barbaro scritto dopo il 1552. Noi lo trascrivemmo nel 1777, ed ora stimiamo meglio di ometterlo, potend
pagnuole cita quelle del Malara) è stato da me posto in tutto il lume nel Discorso Storico-critico art. VI, num. 1. 53. P.
V. 55. Il sig. Andres ha preteso che talora migliorano gli originali nel dialogo. Io riconosco nella locuzione usata dal P
pensieri falsi. Non ne ripeto quì i passi che ne ho recati in esempio nel citato Discorso alla pag. 39 e alle seguenti. Vol
sig. Lampillas. 56. Ecco buona parte di sì bella scena da me recata nel nostro volgare dall’originale Portoghese: Tutt
57. Non se n’avvide il Sig. Lampillas, ed a me convenne additarglieli nel VI articolo del precitato mio Discorso.
29 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo II. Teatro Spagnuolo, Inglese, e Alemano nel medesimo Secolo XVII. » pp. 276-290
Capo II. Teatro Spagnuolo, Inglese, e Alemano nel medesimo Secolo XVII. Spagnuolo La ricche
pere: non separò li tragico dal comico: dove elevò lo stile, si perdé nel lirico, e per lo più stravagante: abbellì i vizi,
le di lui dame tante Pentesilee erranti. Ma Calderòn ci ha prevenuto nel comporre di pressoché un secolo e mezzo, ed era v
rele. Ma invano alzarono la voce Villegas, Antonio Lopez, Cascales, e nel secolo seguente Luzàn, Mayàns, Nasarre, e Montian
D. Agustin Moreto contiene un’azion regolare che passa in un giardino nel giro d’una notte; ma non si rappresenta, ed é res
to! Che delicato contrasto d’un orgoglio antico e di un amor nascente nel cuor di Diana! Che interesse nella favola progres
od otto, e pure sregolate, se ne trovano in questo. Cristoforo Virues nel 1609 pubblicò cinque tragedie, la Gran Semiramis,
dell’ultima, non osservò regola veruna, siccome confessa il Montiano nel primo discorso sulle tragedie. Il Pompeyo di Cris
mo discorso sulle tragedie. Il Pompeyo di Cristoforo de Mesa impresso nel 1618 comparisce in Lesbo, passa in Farsaglia, s’i
na traduzione della Troade di Seneca fatta da D. Joseph de Salas uscì nel 1633 in Madrid, ed é tacciata di somma gonfiezza.
lli passar dal trono su di un palco; e lo stato che non avea sofferto nel re legittimo un’autorità soverchia, sotto nomi sp
da lui convocato, composto di suoi parziali, scelti fra ’l popolaccio nel 1653, chiamato per derisione di Barebonne, cioé o
no nelle intermissioni delle pubbliche turbolenze. Ben Johnson, morto nel 1637, passò per lo più eccellente comico de’ suoi
si l’eccellente attore e autore tragico e comico Tommaso Otwai, morto nel 1685, il quale spiccò più nelle tragedie, e mostr
ia e una tragicommedia. Giovanni Dryden, nato d’una famiglia cospicua nel 1631, il quale divenne cattolico sotto Giacomo II
ospicua nel 1631, il quale divenne cattolico sotto Giacomo II, e morì nel 1701, fu autore di tanti componimenti drammatici
dell’arte, e niuno la trascurò tanto per fecondar il gusto introdotto nel suo paese. Per altro egli meritò gli elogi di Ale
i Alessandro Pope. Il traduttor di Giovenale, Tommaso Shadwell, morto nel 1693, compose per lo teatro, dopo di aver letto M
a é posta in tutto il suo lume. Non meno dell’oscenità é rimarchevole nel teatro inglese l’arditezza della satira. Nell’Ava
nevra si conserva come una reliquia». Il cavaliere Van-Brough, morto nel 1704, fu architetto grossolano e comico dilicato.
pregiate sono l’Amore in un Bosco, rappresentata sul teatro di Londra nel 1762, il Gentiluomo maestro di Ballo, e l’Uomo Fr
una pensione. Wycherley fu marito della contessa di Drogheda, e morì nel 1715. Non mancano, generalmente parlando, i surri
per cui Terenzio sovrasta a tutti i suoi posteri, l’unità di disegno nel tutto e la verità, l’esattezza, la precisione nel
della satira comica di Molière. Alemano. Comparve in Alemagna nel secolo XVII un ingegno, che imitando il nostro Pe
el secolo XVII un ingegno, che imitando il nostro Petrarca, introduce nel settentrione la buona poesia, e traducendo alcuni
mpo non ben conobbero. Fu questi Martino Opitz di Boberfeld, il quale nel 1627, epoca della prima produzione teatrale di Pi
trale di Pietro Corneille, trasportò in tedesco le Troiane di Seneca: nel 1627 tradusse l’opere del Rinuccini intitolata la
ne del matrimonio della sorella dell’elettore col Langravio di Hesse: nel 1633 imitò un’altra opera italiana intitolata Giu
Hesse: nel 1633 imitò un’altra opera italiana intitolata Giuditta; e nel 1636 tradusse l’Antigona di Sofocle. Tutti questi
stein. Egli compose cinque tragedie, Epicari, e Agrippina, pubblicate nel 1665, Ibraim nel 1673, e Sofonisba, e Cleopatra n
se cinque tragedie, Epicari, e Agrippina, pubblicate nel 1665, Ibraim nel 1673, e Sofonisba, e Cleopatra nel l682, le quali
ppina, pubblicate nel 1665, Ibraim nel 1673, e Sofonisba, e Cleopatra nel l682, le quali, benché piene di mostruosità, pres
ar argine Cristiano Weisse, rettore del collegio di Zittau, precipitò nel basso e nel triviale. Egli fé rappresentar le sue
istiano Weisse, rettore del collegio di Zittau, precipitò nel basso e nel triviale. Egli fé rappresentar le sue tragedie e
ne adunque il filosofo di Sans-souci, parlando dello stato delle arti nel Brandeburgo verso la fine del passato secolo e ’l
i dopo la Dafne di Opitz, e l’Elena e Paride, rappresentata in Dresda nel 1650 s’introdusse il gusto dell’opera in Germania
Germania, ed ogni principe dell’imperio volle avere una sala d’opera nel luogo della sua residenza. Una se n’eresse ancora
30 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO IV. Spettacoli scenici nella penisola di Spagna. » pp. 137-226
seguita prima ch’io l’abbozzassi nella generale de’ Teatri pubblicata nel 1777, ed i buoni nazionali urbanamente me ne sepp
vie e comunali altre se ne uniranno non prima avvertite, procurandosi nel tempo stesso coll’usata imparzialità di delineare
ce e fertile fantasia, arguti, facondi, e ricchi di lingua, essendosi nel XVI secolo moltissimo distinti nelle lettere, spe
rnando de Roxas b, che s’impressse la prima prima volta in Salamanca nel 1500 (la qual notizia rilevasi dall’edizione fatt
nel 1500 (la qual notizia rilevasi dall’edizione fattasene in Valenza nel 1529) e porta il titolo di tragicommedia divisa i
giustizia, e sono impiccati. Calisto stando con Melibea ode un romore nel giardino accorre, cade dalla scala, e si ammazza.
mplare non che ad un dissoluto, potrebbe accadere la stessa disgrazia nel discendere da una scala di una chiesa. Ultimament
lei nell’insinuarsi per tutte le vie nell’animo di Melibea. Nel VII, nel  XIV e nel XIX le già riferite scandalose situazio
insinuarsi per tutte le vie nell’animo di Melibea. Nel VII, nel XIV e nel  XIX le già riferite scandalose situazioni veggons
i si tradusse in castigliano da Fernando Ballesteros y Saavedra morto nel 1665, e s’impresse nel 1631a. In tal componimento
liano da Fernando Ballesteros y Saavedra morto nel 1665, e s’impresse nel 1631a. In tal componimento in mezzo alla purezza
tragicommedia di Lisandro e Roselia di un anonimo stampata in Madrid nel 1542 è pure un componimento che discende dalla Ce
loriana che tratta degli amori del duca Floriano con Belisea impressa nel 1544 in Medina. Per non tornare a parlar di simil
ina, novella scenica detestabile per l’oscenità, s’impresse in Lerida nel 1612, ed in Madrid nel 1614. Tre altre ne compose
testabile per l’oscenità, s’impresse in Lerida nel 1612, ed in Madrid nel 1614. Tre altre ne compose il portoghese Giorgio
migliore detta commedia Eufrosina dopo altre edizioni uscì in Lisbona nel 1616; la seconda chiamata commedia Olisipo si pro
ta commedia Olisipo si produsse nella medesima città la seconda volta nel 1618; e la terza col titolo comedia Aulegrafia, c
dia Aulegrafia, che contiene una descrizione della corte, si pubblicò nel 1619. Ma componimenti proprii per la rappresentaz
Lasciò Gil due figliuoli ed una figliuola che gareggiarono col padre nel coltivar la poesia. Il primo di essi fu Gil Vicen
s composto nelle Indie, perfezionato in Europa quando vi fece ritorno nel 1569, e pubblicato sette anni prima della di lui
leggesi nelle di lui opere. Il dottor Francesco de Sà de Miranda nato nel 1495 e morto nel 1558 applaudito come il più insi
lui opere. Il dottor Francesco de Sà de Miranda nato nel 1495 e morto nel 1558 applaudito come il più insigne poeta portogh
mpressione dicendosi agora novamente impressa. Il soggetto si enuncia nel prologo che fa la Fama. Un Romano chiamato Pompon
ue opere si pubblicarono quaranta anni dopo che cessò di vivere, cioè nel 1598 da Michele suo figlio che lasciato aveva fan
assione ne cantò. Imperciocchè se le poesie del Ferreira s’impressero nel 1598 quaranta anni dopo della di lui morte, la su
oens tornasse in Europa col suo poema composto nell’Indie ed impresso nel 1572. Dividesi la Castro in cinque atti, e vi si
he ne’ cori, usò in tutta la tragedia con senno il verso sciolto. Noi nel parlar poi delle due Nise del Bermudez ne confron
to per la traduzione latina del Salterio di David uscita in Ingolstad nel 1597, e poi in Napoli nel 1601, scrisse in versi
a del Salterio di David uscita in Ingolstad nel 1597, e poi in Napoli nel 1601, scrisse in versi latini varie azioni tragic
sse in versi latini varie azioni tragiche e comiche impresse in Lione nel 1605, cioè un anno dopo la di lui morte avvenuta
ella fanciullezza e de’ primi suoi avanzamenti. Questo scrittore nato nel 1549 sotto l’Imperadore Carlo Quinto sei anni pri
dina, Medora e i Disinganni, le quali cose si pubblicarono in Valenza nel 1567 dal librajo Giovanni di Timoneda che fu anch
nch’egli autore di alcune novelle e di tre commedie in prosa impresse nel 1559. Le commedie del Rueda, dice Lope de Vega ne
erza el arte, Siendo una accion y entre plebeya gente, rimasero indi nel teatro per intermezzi, dopo che vi s’introdussero
ri di sovrani e principesse. Al Rueda morto prima del 1557 succedette nel teatro un tal Naharro nato in Toledo, che rappres
ssero seco loro la confusione de’ generi. Mentre tali cose accadevano nel pubblico teatro, non mancò chi s’ingegnasse di tr
ate tre commedie scritte da uno o più anonimi, ed impresse in Valenza nel 1521, Comedia Tebaida, Comedia Hypolita e Comedia
in cui si trattano gli amori di Poliziano e Filomena uscita in Toledo nel 1547. Probabilmente simili favole furono novelle
e in prosa da Fernan Perez de Oliva cordovese impressa poi in Cordova nel 1585 colle di lui opere. Pietro Simon April tradu
lle di lui opere. Pietro Simon April tradusse la Medea di Euripide, e nel 1577 pubblicò la sua versione delle commedie di T
amma inserito nelle di lui opere postume. Cristofano Castillejo morto nel 1596 scrisse alcune commedie rimaste inedite che
erisimiglianza nella favola, senza arte nell’intreccio, senza decenza nel costume. Gli argomenti sono di quel genere che de
o ed il valenziano; e neppur si metta a conto che l’Eremita cinguetti nel suo barbaro latino con servi e donne, e tutti l’i
dell’Ariosto, del Machiavelli, del Bibiena, del Bentivoglio? Nè anche nel  XIV secolo quando rappresentavasi in Italia l’Ezz
romante, la Calandra, il Geloso? Io non voglio omettere la nota I che nel 1789 si appose nel IV volume della Storia mia de’
a, il Geloso? Io non voglio omettere la nota I che nel 1789 si appose nel IV volume della Storia mia de’ teatri che apparti
oranza divenne così grande in quella penisola, e tanto si distese che nel 1473, come apparisce dal Concilio, che nel detto
la, e tanto si distese che nel 1473, come apparisce dal Concilio, che nel detto anno per ripararvi si tenne dal cardinal Ro
La stessa cosa si dice che fatto avesse Ario Barbosa b nato in Aveiro nel Portogallo, il quale fu discepolo del Poliziano i
Portogallo fu maestro de’ due principi, e morì decrepito in sua casa nel 1530 con lasciar varie opere. Laonde a questi due
iverlo all’autor della nota? Poteva (dice poi il medesimo apologista) nel principio del XVI secolo uno spagnuolo insegnare
iani a scriver commedie , tuttochè uscisse da un paese barbaro ancora nel XV. Poteva, sì, accordiamolo; è ciò un possibile
maggior pregio, furono da lui nominate nella parte I del Don-Quixote nel cap. 48, e nell’Adjunta al Parnaso, e specialment
rità, come diremo, ha trovate cattive, non che difettose. Di più egli nel suo prologo enunciò come scritte con arte otto ul
licate un anno prima di morire, e pur sono talmente spropositate, che nel 1749, per procurar lo spaccio degli esemplari di
e sopravvisse a Cervantes diciannove anni, e morì di anni settantatre nel 1635. L’antica e la moderna Europa non vide un po
da’ Concilii e dagli sforzi de’ pontefici. Ma niuno indizio si ha che nel corso del XV secolo quelle farse spirituali avess
enuti nelle processioni non solo sonatori mascherati e danzantes (che nel tempo della mia dimora colà l’hanno sempre accomp
gevoli versi latini. Quattro commedie Italiane furono da lui tradotte nel medesimo idioma, le quali dopo la di lui morte si
quali dopo la di lui morte si pubblicarono da Antonio di lui fratello nel 1574 in Toledo. Il Nasarre che cercava fuori di L
gli crede ancora che il Vega non ebbe idea della vera tragedia, e pur nel di lui Arte Nuevo si trovano ben distinti i compo
nto che avessero una volta esistito. Il solo Vasco stesso se ne vanta nel suo Giardino dell’anima Cristiana. Dice che nella
ra affatto. Solo ne sappiamo che viveva in tempi di Carlo Quinto: che nel 1527 scrisse un opuscolo sulla nascita di Filippo
to: che nel 1527 scrisse un opuscolo sulla nascita di Filippo II: che nel 1547 pubblicò una traduzione della storia di Paol
vio de Turcarum rebus intitolandola capricciosamente Palinodia: e che nel 1552 fe imprimere il riferito suo Giardino. Ad on
egl’Italiani) perchè non vi è specie che ripugni all’esser nato Vasco nel 1500 a; ed in questo veramente erroneo raziocin
sio, che anteriore come Senocle o Hardy o Hann Sachs. Nè anche pongo nel teatro tragico spagnuolo quelle mille tragedie de
o nazionale . Dicasi la stessa cosa di poche altre tragedie accennate nel II discorso del Montiano, cioè la Honra de Dido r
na Ifigenia, il Martirio di san Lorenzo tragedia latina rappresentata nel 1551 nel convento dell’Escurial, due altre che se
ia, il Martirio di san Lorenzo tragedia latina rappresentata nel 1551 nel convento dell’Escurial, due altre che senza dirne
che di tanti altri, e delle commedie del Castro pubblicate in Valenza nel 1621a. Ma venghiamo alle dodici non immaginarie t
solo il medesimo Sedano ne dice col solito pudo ser che nacque forse nel 1497. Ma ciò concedendo ancora il maestro Perez
Giraldi assicura che il Trissino terminò di scrivere la sua tragedia nel 1515; e così anticipando un poco la nascita del P
l’ha pure riconosciute per tali, oltre all’averle lo stesso Lampillas nel tomo II del suo Saggio chiamate ancora traduzioni
raccorcia, contorce e peggiora gli originali, siccome trovasi provato nel mio Discorso Storico-critico articolo V. Ha però
ato signor Andres che il Perez in esse talora migliora gli originali nel dialogo . Io riconosco nelle traduzioni del Perez
ensieri falsi. Non ne ripeto qui i passi che ne ho addotti in esempio nel mentovato mio Discorso alla pag. 39 e alle seguen
menicano e catedratico di teologia in Salamanca, il quale ancor vivea nel 1589, pubblicò in Madrid nel 1577 sotto il nome d
logia in Salamanca, il quale ancor vivea nel 1589, pubblicò in Madrid nel 1577 sotto il nome di Antonio de Siloa due traged
ò, non ne seppe la sorgente. Migliore ancora è la seconda del IV, che nel Ferreira a me sembra veramente tragica e ricca di
ttato ammazzamento della sua diletta sposa. La Nise laureada consiste nel vano sollievo che sperò il principe don Pietro as
no che que’ traditori dimorano tuttavia in Castiglia, or come possono nel medesimo dì trovarsi nell’atto IV in Lisbona, ess
a Mothe. Tralle commedie del sivigliano Giovanni de la Cueva impresse nel 1588 trovansi quattro altre tragedie, i Sette Inf
a los Amantes composta da Andrès Rey de Artieda e impressa in Valenza nel 1581, favellano Nicolàs Antonio e l’ab. Eximeno;
ali la conoscono soltanto per tradizione, nè sono io stato più felice nel ricercarla. Il buon poeta Luperzio Leonardo de Ar
ice nel ricercarla. Il buon poeta Luperzio Leonardo de Argensola nato nel 1565, essendo nell’età di venti anni compose tre
giorni, e la Filli si occulta ancora; ma le altre due si pubblicarono nel VI tomo del Parnasso Spagnuolo, in cui se ne dà u
fondati i suoi esagerati encomii. Reca stupore che uno scrittore che nel ragionar sulle composizioni drammatiche dimostrò
ene; ed il Lampillas non se ne avvide, ed a me convenne additarglieli nel citato Discorso Storico-critico. Ma se tanti e sì
tti e dall’autorità di eruditi nazionali, si ricava che gli Spagnuoli nel XVI secolo più di ogni altro popolo si appressaro
raldi, Alamanni, Tassi e Manfredi, possono pregiarsi di aver prodotti nel Vega, nel Castro, nel Sanchez, nel Mira de Mescua
manni, Tassi e Manfredi, possono pregiarsi di aver prodotti nel Vega, nel Castro, nel Sanchez, nel Mira de Mescua più di un
e Manfredi, possono pregiarsi di aver prodotti nel Vega, nel Castro, nel Sanchez, nel Mira de Mescua più di un Shakespear,
possono pregiarsi di aver prodotti nel Vega, nel Castro, nel Sanchez, nel Mira de Mescua più di un Shakespear, e nel Cueva,
, nel Castro, nel Sanchez, nel Mira de Mescua più di un Shakespear, e nel Cueva, nel Ferreira, nel Perez, e nello stesso Be
o, nel Sanchez, nel Mira de Mescua più di un Shakespear, e nel Cueva, nel Ferreira, nel Perez, e nello stesso Bermudez tutt
, nel Mira de Mescua più di un Shakespear, e nel Cueva, nel Ferreira, nel Perez, e nello stesso Bermudez tuttochè convinto
enza di ciò che ha meco praticato più di un plagiario, e come dicemmo nel tomo precedente (per non allontanarmi dagli Spagn
ente (per non allontanarmi dagli Spagnuoli) il signor Tommaso Yriarte nel poema della Musica. a. Trascrivo le medesime sue
lla Musica. a. Trascrivo le medesime sue parole. Escribieron (dice nel Prologo alle Commedie del Cervantes) Dialogos que
izio di non averla letta. a. Il Crescimbeni mentova questa versione nel I libro de’ suoi Comentarii dando al traduttore i
’uno e l’altro cognome gli appartenesse. a. M. Du Perron de Castera nel 1738 volendo pubblicare in francese un teatro spa
o, si pretende che appartenesse a Don Luis Infante di Portogallo nato nel 1506 e morto nel 1555. Veggasi la Biblioteca Lusi
e appartenesse a Don Luis Infante di Portogallo nato nel 1506 e morto nel 1555. Veggasi la Biblioteca Lusitana del Barbosa,
tenta; Non può, non lice, e la sua furia cresce; Serpe il dolce velen nel petto acceso; Fugge gli uomini, il dì fugge ed ab
Spagne. S’inganna parimente quando afferma che Lope fu il primo che nel secolo XVI ebbe idea della vera commedia, e circa
suo discorso in versi El Arte Nuevo de hacer comedias en este tiempo, nel quale in vece di fare riflessi oni piene del sug
i fu egli il primo a dar precetti della vera commedia, se egli nacque nel 1562, cioè ottantaquattro anni dopo la nascita de
te aver notizia che Bernardino Daniello fece imprimere la sua Poetica nel 1536, cioè ventisei anni prima che fosse conceput
a del vescovo di Ugento e poi di Cotrone Antonio Minturno fu stampata nel 1564, cioè due anni dopo che il Vega venne al mon
a nel 1564, cioè due anni dopo che il Vega venne al mondo: che quando nel 1560 si pubblicò la prima volta in Vienna la Poet
pe contava appena otto anni, cioè neppure era pervenuto a que’ dieci, nel qual tempo vantavasi di aver conosciuti i precett
isimilmente passò dall’Eximeno all’Efemeridi letterarie di Roma, dove nel 1782 al numero LII si vide intrusa questa foresti
mplari dal librajo Antonio Baylo: il Signorelli partì da quella corte nel 1783: Huerta infantò la grand’opera del suo Prolo
mpreso in dieci foglietti di picciolo ottavo in gran carattere silvio nel 1784. Quattro anni in circa ebbe egli dunque pres
o feci nelle Note su gli autos poste nella Storia de’ Teatri prodosta nel 1777? E quello che ora io dico nel testo con più
e nella Storia de’ Teatri prodosta nel 1777? E quello che ora io dico nel testo con più parole, non era allora stato da me
logo) fatta da un don Joseph Oetiz de Villena pubblicata in Salamanca nel 1644, cioè (notino quest’epoca i signori Huertist
rigine di tali auti ? Questo titolo non s’immaginò nè si pubblicò che nel 1616 (perchè in tale anno, e non nel 1615, si sta
on s’immaginò nè si pubblicò che nel 1616 (perchè in tale anno, e non nel 1615, si stampò la II parte del Don Quixote); ma
pigramma che chiama barbaro scritto dopo il 1552. Noi lo trascrivemmo nel 1777 nella nostra storia in un volume, indi stima
pagnuole cita quelle del Malara) è stato da me posto in tutto il lume nel Discorso storico-critico art. VI, num. 1. b. Par
tico art. IV. a. Ecco buona parte di si patetica scena da me recata nel nostro volgare dall’originale portoghese. Castro
31 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO PRIMO. Ritorno delle rappresentazioni teatrali dopo nate le lingue moderne. » pp. 2-31
te ad ogni nemico domestico o straniero, delle quali e nella Spagna e nel regno di Napoli ed altrove scorgonsi tuttavia in
. Essendo in età di anni trenta calato questo gran principe in Italia nel 773, sfornito de’ rudimenti gramaticali della lat
, della Germania e della Spagna. Il primo che in Francia tenne scuola nel di lui palagio, fu lo stesso Pietro Pisano. Altri
le arti. Uno spirito generoso d’indipendenza e di libertà fermentava nel cuor dell’ Italia con tal vigore, che prima di te
rcitando l’ arte istrionica e mascherandosi e cantando favole profane nel Santuario9. Teodoro Balsamone autore del XII seco
sti femminili e coprirsi con maschere, osserva che a suo tempo ancora nel natale di Cristo e nell’epifania i chierici si ma
chiesa. Mediante però la legge del pontefice Innocenzo III riportata nel citato capitolo del decretale si conseguì finalme
II riportata nel citato capitolo del decretale si conseguì finalmente nel principio del XIII secolo l’abolire questa contam
egl’ Innocenti, che era un tralcio di quella de’ pazzi e si celebrava nel dì de SS. Innocenti13. Posero in oltre i monaci d
ano in dialogo le vite de’ santi, come quella di S. Caterina recitata nel convento di S. Dionigi. Altri simili dialoghi sen
e’ poeti Provenzali del Nostradamus (Nota IV) ma quell’ Anselmo fiorì nel XIII secolo, essendo morto nel 1220. Non ostante
amus (Nota IV) ma quell’ Anselmo fiorì nel XIII secolo, essendo morto nel 1220. Non ostante poi il titolo di tragedie e com
endo spiare la situazione dell’armata Danese che avea fatta irruzione nel suo reame, prese le vesti di un ministriere, e si
col quale tagliò a pezzi il di lui esercito. Sessanta anni dopo, cioè nel X secolo, Anlaff re di Danimarca collo stesso tra
he teatral monumento del secolo XIII. Nel 1230 si celebrò in Piacenza nel borgo e nella piazza di S. Antonino un giuoco, ch
zione, probità ed accuratezza ricavò da varie cronache, che in Padova nel Prato della Valle fecesi una rappresentazione spi
n Padova nel Prato della Valle fecesi una rappresentazione spirituale nel dì di Pasqua di Resurrezione del 1243 o 124418. P
rezione del 1243 o 124418. Pretese il Bumaldi che Fabrizio da Bologna nel 1250 componesse volgari tragedie; ma ciò afferma
a Bologna nel 1250 componesse volgari tragedie; ma ciò afferma perchè nel libro di Dante della Volgare Eloquenza Fabrizio è
di tragedie19. Quel che però non ammette dubbio veruno, è che in Roma nel 1264 fu istituita la Compagnia del Gonfalone, che
i della passione di Cristo trovasi fatta dal clero con molto applauso nel Friuli l’anno 1298 nel dì di pentecoste21. Il dot
sto trovasi fatta dal clero con molto applauso nel Friuli l’anno 1298 nel dì di pentecoste21. Il dottissimo storico della L
giustamente sopra varie feste fatte per mezzo degli strioni e buffoni nel secolo XIII rammentate dal Muratori22, asserendo
bbe un giuoco. Ma ciò lasciando, la Compagnia del Gonfalone istituita nel XIII secolo per rappresentare i misteri, ne’ temp
a tenore del suo istituto. Nel XV secolo rappresentava pubblicamente nel coliseo di Roma la passione; e le parole del dram
come attesta Andrea Fulvio23. Verisimilmente ciò che continuò a farsi nel XV e XVI, praticossi nel XIV, e venne dal XIII qu
o23. Verisimilmente ciò che continuò a farsi nel XV e XVI, praticossi nel XIV, e venne dal XIII quando surse la Compagnia.
mpose indubitatamente il dramma del Dati, nell’imprimersi che si fece nel declinar del secolo XVI il libro degli statuti de
a varietà essenziale, cioè che le rappresentazioni da mute che furono nel XIII, passarono poscia ad animarsi con parole? Ap
ritu Antichristi recato dal Muratori24 e poi dal Tiraboschi25 e da me nel tomo precedente, fu senza contrasto azione dramma
itarsi. Qualche altra ne accenneremo appresso dell’Alemagna. Vedrassi nel seguente capo che in Francia sin dal tempo di Fil
canti e con parole. Alcuni squarci di simili misteri fatti in Napoli nel tempo degli Angioini recammo nel III volume delle
ci di simili misteri fatti in Napoli nel tempo degli Angioini recammo nel III volume delle Vicende della Coltura delle Sici
e latini potrà negarsi che si composero e recitaronsi nella Grecia e nel Lazio, e che rassomigliavano a quelli che ci rima
Letter. Ital. del Cavalier Tiraboschi è tutto il capo I del libro III nel tomo III, in cui trattasi ottimamente quest’argom
l Sig. Lampillas mostrare che gl’ Italiani di que’ miseri tempi erano nel latino idioma più barbari degli oltramontani, dov
ssero state per più secoli in vigore, della qual cosa non si fa motto nel Saggio Apologetico. Certamente il Signor di Monte
Juzgo recato in mezzo dal medesimo Lampillas. Questo che fu compilato nel regno di Sisenando, il quale avendo cacciato Svin
o nel regno di Sisenando, il quale avendo cacciato Svintila dal trono nel 631, dominò sei anni, conteneva la pratica, lo st
trono nel 631, dominò sei anni, conteneva la pratica, lo stile tenuto nel giudicare ne’ secoli appunto ne’ quali l’ apologi
co; e di tali fatti può assicurarsi negli storici Spagnuoli, ed anche nel Compendio della Storia di Spagna del P. Duchesne
Inglese) erano concorse a conservare nella Spagna il governo feudale nel suo pieno vigore più lungo tempo che in Francia e
azione meno antica intitolata Fuero Real fatta da Alfonso IX, e veder nel prologo gli sconcerti de’ secoli ch’egli voleva i
ui protezione, ne accennerò almeno i titoli. Nella I Partita si vieta nel tit. 13 leg. 10 di seppellir ne’ cimiteri colui c
uesta disfida dee farsi per corte e alla presenza del re. Si prosegue nel tit. 4 a sviluppar la materia e a prescriverne le
tit. 4 a sviluppar la materia e a prescriverne le leggi; e finalmente nel tit. 11 si fa lo stesso. Ecco come nelle leggi Sp
anto alla legislazione a’ tempi d’Alarico e ne’ secoli seguenti, cioè nel medio eve? Mal grado della universal barbarie era
ettarvisi, il celebre editto di Rotari settimo re d’Italia pubblicato nel 643, quello di Grimoaldo del 668, i capitoli di L
i de’ Borgognoni, de’ Longobardi, e de’ Visigoti. Le leggi (egli dice nel libro XXVIII, c. 2) di Gondebaldo per li Borgogno
delle leggi, sono piene di tinte rettoriche, vuote di senso, frivole nel fondo e gigantesche nello stile. Or faccia il Lam
squieu nello Spirito delle leggi lib. XXVIII c. 2. 7. V. il Muratori nel vol. II Antiquit. Ital. Medii Ævi. 8. V. la cita
te XV, XVI, XVII e XVIII. 9. V. il capitolo Cum decorem domus Domini nel Decretale di Gregorio IX. Vedi anche la Storia fi
llot da servire all’Istoria della Festa de’ Pazzi impresse in Losanna nel 1751, o le opere di Pietro di Blois, di Thiers, d
si un’ imitazione de’ Saturnali de’ gentili. La libertà data a’ servi nel dicembre di motteggiare e far da padroni, si conc
trionfo un asino, e si cantava hè, sire âne, hè, hè. Secondo Raynaud nel dì di S. Stefano si cantava alla Messa una canzon
Messa una canzone detta prosa dell’asino, ed anche prosa de’ fatui, e nel dì di S. Giovanni un’ altra prosa detta del bue.
a la Francia, quest’altra festa di que’ secoli rozzi sussisteva anche nel secolo XVII in qualche provincia. Lagnavasi il Na
isteva anche nel secolo XVII in qualche provincia. Lagnavasi il Naudè nel 1645 col Gassendi di essere ancora in osservanza
l Discorso aggiunto a una collezione di antiche poesie Inglesi uscita nel 1765 in Londra, e annunziata nella Gazzetta Lette
nel 1765 in Londra, e annunziata nella Gazzetta Letteraria di Parigi nel mese di gennajo del 1766. 15. Nel citato Discors
87., e le di lui Lettere t. II. 19. Egli ne fu confutato dal Quadrio nel t. IV della sua Storia e ragione d’ogni poesia, e
uce del cinquecento che in Italia s’istituì tal Compagnia, ma sì bene nel XIII secolo. La pubblicazione poi degli Statuti d
ene nel XIII secolo. La pubblicazione poi degli Statuti di essa seguì nel 1584 nella stessa Roma, cioè trecentoventi anni d
32 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo III. La Poesia Drammatica nel Secolo XV fa maggiori progressi in Italia. In Francia cominciano i Misteri. » pp. 194-209
Capo III. La Poesia Drammatica nel Secolo XV fa maggiori progressi in Italia. In Fra
are per le cose operate o patite nella pace e nella guerra. Mirandole nel punto di vista che discopre i molti loro progress
punto che ne manifesta le politiche turbolenze e le guerre tollerate nel tempo stesso, si temerà pel destino delle arti, s
apportate da’ popoli colti. In queste la nazione che le soffre, fida nel sovrano che vigila per tutti, e conta ne’ casi av
ri. Arse l’Italia d’un grand’incendio di guerra in diversi suoi paesi nel secolo XV, ma le contese de’ pisani co’ fiorentin
. Sull’esempio del Muffato il patrizio veneto Gregorio Corraro, morto nel 1464, compose in versi, latini nell’età di soli 1
e della poesia drammatica. Fu stampata per la prima volta in Venezia nel 1558, e il Domenichi la tradusse in Italiano, spa
bisogno di nuova luce istorica. Verso la fine di quello secolo, cioé nel 1492 Carlo Verardi da Cesena, arcidiacono nella s
di Frinico a darle nuova forma e nuovo lustro. La prima tragedia che nel risorgimento delle lettere venisse a luce in bell
ove risiedeva legato, portossi a Matova sua patria, ove era vescovo, nel 1472, siccome con il dotto abate Bettinelli stabi
, che da Arezzo sua patria é comunemente detto Leonardo Aretino, nato nel 1369, e morto nel 1444, fece una comedia latina,
a patria é comunemente detto Leonardo Aretino, nato nel 1369, e morto nel 1444, fece una comedia latina, intitolata Polisse
na comedia latina, intitolata Polissena, stampata più volte in Lipsia nel principio del XVI secolo. Leon Battista Alberti,
n valentuomini de’ suoi tempi, nato secondo il Manni e ’l dottor Lami nel 1398, secondo il Bocchi nel 1400, e, secondo che
i, nato secondo il Manni e ’l dottor Lami nel 1398, secondo il Bocchi nel 1400, e, secondo che con maggior probabilità cong
400, e, secondo che con maggior probabilità congettura il Tiraboschi, nel 1444, scrisse anche in latino nell’età di 20 anni
mecenati della letteratura, fu da Aldo Manuzio il giovane pubblicata nel 1588 sotto il nome di Lepido comico poeta antico.
ce una traduzione italiana Modello Polentone, e pubblicolla in Trento nel 1472 col titolo di Catinia da Catinio protagonist
o duca fece rappresentare in un gran teatro di legno, fatto innalzare nel cortile del suo palagio, la commedia dei Menecmi
a, o a dir meglio tragedia, intitolata Joseph, che fu poscia stampata nel 1564. Antonio da Pistoia ancora scrisse due dramm
eatro149, pel quale altri celebri letterati furono eziandio impiegati nel tradurre alcune altre commedie di Plauto e di Ter
itta prima del 1494, in cui avvenne la morte dell’autore e se ne fece nel 1500 una seconda edizione. Il rinomato traduttore
le ragioni addotte da monsignor Fontanini dee essersi prodotta almeno nel 1494. Ma intanto che la drammatica poesia fioriva
anto reale prese forma di dramma rappresentando la Passione di Cristo nel Borgo di San Mauro. Argomento pel mondo cristiano
favor della corte, prendendo il titolo di Fratelli della Passione, e nel 1402 ne ottennero da Carlo VI l’approvazione. Pos
parole del padre Eterno, vi si cantavano. In Portogallo si coltivava nel declinar di questo secolo la poesia latina, e Lui
furono per sempre escluse per un canone del concilio toledano tenuto nel 1473. La diligenza del bibliotecario Nafarre trov
titolati, I. Giuoco di Carnevale; II. i sette Padroni; III. il Turco, nel quale il soldato viene in Norimberga a pacificare
el Collegio. Nel 1486 s’impresse in Ulm una traduzione dell’Eunuco, e nel 1499 quella di tutte e sei le commedie di Terenzi
ttà principali. Allorché Carlo ultimo duca di Borgogna entrò in Lilla nel 1468, i fiaminghi vi fecero rappresentar per mist
ani talenti.» 134. Quasi tutti gli autori originali trovati furano nel secolo XV dagl’italiani in Italia, od altrove. Tr
l dotto padre dell’oratorio D. Roberto di Sarno, e stampata in Napoli nel 1761 presso i fratelli Simoni. 136. Leggasi il t
part. II pag. 183 seq. 141. In questo secolo ancora, e propriamente nel 1489 da Bergonzo Botta, gentiluomo tortonese, in
a del Sannazzaro rappresentata in Napoli nella Sala di Castel Capoano nel 1492 né le feste di Versailles date da Luigi XIV,
Castel Capoano nel 1492 né le feste di Versailles date da Luigi XIV, nel 1664, né le feste mascherate degli arabi in tante
ontraffatte e scomposte, ma é stato diligentemente assai più regolato nel dialogo ed in cinque atti diviso, quale uscì dall
di letterarie di Roma num. XLI 12 ottobre 1776, e Girolamo Tiraboschi nel citato luogo. 144. V. Margarita Poet. part. V ca
lemano compilato da i signori Junker e Liebault, e stampato in Parigi nel 1772 presso Costard. 152. Vedasi il libro V dell
33 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo VI. Teatro inglese, alemano, e spagnuolo del medesimo nostro secolo. » pp. 389-417
o il celebre Addison si é ingegnato di unire alla forza la regolarità nel suo Catone, e vari altri eruditi l’hanno secondat
e socio ne’ travagli letterari di Swift, Pope, Richardson etc., morto nel 1765, ha scritte tre buone tragedie, il Busiri, (
da M. de la Place) rappresentata con applauso sul teatro di DruryLane nel 1719, la Vendetta uscita nel 1721 e i Fratelli tr
ata con applauso sul teatro di DruryLane nel 1719, la Vendetta uscita nel 1721 e i Fratelli tragedia rappresentata nel 1753
1719, la Vendetta uscita nel 1721 e i Fratelli tragedia rappresentata nel 1753, la quale si tiene per inferiore alla Vendet
r uscita da un uomo di sessantanove anni. Quest’insigne poeta é morto nel 1765. Un’altra tragedia ha data alle scene ingles
memoria, eccita il fremito dell’umanità. Egli nacque da questo mostro nel 1698, e morì in prigione nel 1743. La sua tragedi
ll’umanità. Egli nacque da questo mostro nel 1698, e morì in prigione nel 1743. La sua tragedia di Tommaso Overbury fu da l
ragedia di Thompson, il cui argomento, tratto da una novella inserita nel pregiatissimo romanzo di Gil Blàs del sig. le Sag
Errico, e da don Ignazio Gajone nell’Arsinoe. Il sig. Thompson, nato nel 1700 e morto nel 1748, autore del poema delle Qua
Ignazio Gajone nell’Arsinoe. Il sig. Thompson, nato nel 1700 e morto nel 1748, autore del poema delle Quattro Stagioni, av
per altro motivo, non volle ascoltare Edoardo ed Eleonora pubblicata nel 1739. Dennis, il famoso censore e nemico di Aless
tragico più pregiato in Inghilterra dopo Shakespear e Otwai, ha data nel 1755 la Suocera ambiziosa, stimata una delle sue
degl’inglesi246. Giorgio Lillo, onorato gioielliere di Londra, morto nel 1739, quantunque posseduto avesse un carattere do
ciuta per le favole del signor Congrève, morto di cinquantasette anni nel 1729. Egli ne ha composte varie, esatte e spirito
omposte varie, esatte e spiritosa, e piene di caratteri assai di moda nel gran mondo, avendo coloriti con somma vivacità gl
co, filosofo e politico dell’istesso cognome. Nel 1755 si rappresentò nel teatro di Drury-Lane la Figlia ritrovata, commedi
o di Drury-Lane la Figlia ritrovata, commedia del sig. Edoardo Moore, nel di cui scioglimento, comune per altro e mille vol
utore della commedia intitolata la Maniera di fissarlo, rappresentata nel 1761. Egli l’ha composta sui materiali di due com
ropria persona una dipintura curiosa di quelli che aspirano ad entrar nel parlamento. «Che non ho io fatto per voi? (dic’eg
iorgio Calman traduttor di Terenzio, si é rappresentata in Drury-Lane nel 1763, ed é una di quelle che più sovente comparis
n parte dal romanzo M. Fielding. Si richiedeva però maggior destrezza nel prepararli, acciocché mostrassero di avvenire nat
Il Matrimonio Clandestino é un’altra commedia inglese rappresentata nel 1766 con molto applauso249. Ella é parto del nomi
ratterizzano La Falsa Delicatezza, commedia di M. Kelly rappresentata nel 1768, e dedicata al nominato famoso attore Garric
famoso tedesco Hendel ha cagionato in Inghilterra la rivoluzione che nel passato il Fiorentino Lulli cagionò in Francia. O
davano di giorno in giorno fin dal principio di questo secolo cadendo nel meritato dispregio, e già l’aggiustatezza e la ve
stato il Corneille della Germania, se la morte non l’avesse arrestato nel più bello della carriera, il barone di Cronegk ch
rtner, Bodmer, Wieland, e ’l valoroso maggiore Kleist morto in guerra nel 1758 in servizio di S. M. Prussiana, che ultimame
a di dipingere i costumi correnti dal naturale. Ben colorito, p.e., é nel Biglietto del Lotto il carattere d’un sordido ava
rito, p.e., é nel Biglietto del Lotto il carattere d’un sordido avaro nel signor Damone. Molti tratti felici si trovano nel
te d’amore, di disinteresse, o tutto così a bell’agio come si sarebbe nel bel mezzo della commedia256. Ma il poeta che fa
veniva sulla voce, il pié mi manca, vacillo, son presso a precipitar nel fondo del abisso, ma mi sento trattenere da uno c
dal seno un pugnale che teneva nascosto, alza il braccio, e l’immerge nel mio petto, dicendomi: Io t’ho salvata per perdert
e premiare i migliori drammi de’ concorrenti da far poi rappresentare nel suo teatro. Il teatro di Danimarca che per tal me
veruna tragedia spagnuola a riserba di una traduzione del Cinna fatta nel 1713 da D. Francesco Pizarro Piccolomini; perché
e stravolto, intitolata Tragedia Nuova alla moda Francese, e stampata nel 1740 con indignazione di que’ pochissimi ch’ebber
e prime tragedie adunque di questo secolo sono la Virginia pubblicata nel 1750, e l’Ataulso nel 1753. di D. Agustin de Mont
ue di questo secolo sono la Virginia pubblicata nel 1750, e l’Ataulso nel 1753. di D. Agustin de Montiano, le quali non si
ratin compose dopo di Montiano due altre tragedie, la Lucrezia uscita nel 1763, e l’Ormesinda rappresentata e impressa nel
, la Lucrezia uscita nel 1763, e l’Ormesinda rappresentata e impressa nel 1770. Nella prima l’autore lotta coll’invincibil
un autore di un foglio periodico spagnuolo intitolato Aduana Critica nel II tomo impresso nel 1763, ignorando l’indole del
io periodico spagnuolo intitolato Aduana Critica nel II tomo impresso nel 1763, ignorando l’indole della drammatica, ch’é d
i incontrastabili ch’egli é andato errato in quello che ha scelto. Ma nel presente caso é il critico, e non il poeta, che h
della tragedia intitolata D. Sancio Garzia, rappresentata e stampata nel 1771. L’argomento é tragico, trattato con giudizi
increscere di replicarla. D. Tommaso Sebastian y Latre ha pubblicato nel 1773 in un saggio teatrale una tragedia rappresen
pubblicato nel 1773 in un saggio teatrale una tragedia rappresentata nel medesimo anno, nella quale ha preteso rettificare
ietà. D. Tommaso Ayala, professor di poetica in Madrid, ha pubblicata nel 1775 una tragedia intitolata Numanzia Distrutta.
Racine da lui ottimamente trasportata in versi castigliani e impressa nel 1768. Altre tragedie inedite si trovano in Madrid
an Fernando, compose molti versi alessandrini, a imitazion di Berceo, nel dialetto di Galizia; che nel Cisne de Apolo, o si
rsi alessandrini, a imitazion di Berceo, nel dialetto di Galizia; che nel Cisne de Apolo, o sia arte poetica di Carvallo, i
zia; che nel Cisne de Apolo, o sia arte poetica di Carvallo, impresso nel 1602, si novera questo verso di quattordici silla
altre, sregolate. Non senza garbo ha dipinti alcuni caratteri di moda nel Domine Lucas, nell’Honor dà entendimiento, e nel
ni caratteri di moda nel Domine Lucas, nell’Honor dà entendimiento, e nel Montañes en la Corte. Le sue commedie, e l’ultima
Moda, fatta dal giudizioso Don Ignazio Luzan, fu pubblicata in Madrid nel 1751 sotto il nome del Pellegrino. Tutte le altre
a questi sainetti la propria forma, non introdurrebbero a poco a poco nel teatro castigliano la bella commedia di Menandro
bblici di Madrid, de’ quali l’ultimo chiuso da molti anni, fu rifatto nel 1767 in nuova forma senza tavolato per la scena,
, e a livello del primo scaglione inferiore vi ha un’altro corridoio, nel quale vedesi pur la gente in parte seduta in una
la, e in parte all’in piedi affollata. Il rimanente assisite all’erta nel piano dopo la lunetta chiamato patio, cortile. Le
tri per le dame e altra gente agiata, l’ultimo de’ quali é interrotto nel mezzo da un gran palco chiamato tertulla, posto,
ralle più sensibili e vivaci attrici antiche e moderne, rappresentava nel teatro della Croce, e los Chorizos suoi fautori f
s suoi fautori furono da lei distinti con un nastro di color di solfo nel cappello, mentre los Polacos ne presero uno di co
la commedia francese e l’opera italiana. In Barcellona, in Cartagena, nel Ferol si rappresenta ancora l’opera italiana; e i
’hui». 250. Il lodato autore della gazzetta letteraria così scrisse nel mese di luglio 1765: «L’art dramatique est encore
et écrites sans esprit». 251. «M. Gottsched, professeur, (leggesi nel giornale straniero del mese di maggio 1760) fut l
servasi nelle due sue tragedie, Edoardo III, di cui havvi un estratto nel dianzi citato articolo del giornale straniero, e
oetastri troppo bassi e ampollosi, e della quale trovasi un bel sunto nel giornale straniero del mese di luglio 1762. 255.
e 1772 n° 9, ed ivi troverassi una picciola analisi di questo dramma, nel fine della quale M. Freron dice: «Le caracttére d
Morte di Adamo e al Salomone di Klopstock leggasi le Journal étranger nel volume di maggio 1761 e la Gazzette littéraire de
’Idili dello stesso Gessner, e pel suo mirabilissimo ingegno e valore nel gentil poetare non pur premeditato, ma estemporan
r la Storia della Poesia Spagnuola del fu dotto P. Sarmiento impresse nel 1775 nel I tomo delle sue opere postume.
ia della Poesia Spagnuola del fu dotto P. Sarmiento impresse nel 1775 nel I tomo delle sue opere postume.
34 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 503
Braccini Luigi. Nacque in Firenze nel 1814. Entrò col Domeniconi in qualità di generico
al ruolo di secondo tiranno, fu molto applaudito nelle parti di Gomez nel Filippo e di Abner nel Saul di Alfieri, in quelle
anno, fu molto applaudito nelle parti di Gomez nel Filippo e di Abner nel Saul di Alfieri, in quelle di Lisandro nell’ Aris
l Saul di Alfieri, in quelle di Lisandro nell’ Aristodemo e di Ubaldo nel Galeotto Manfredi di Monti. Fu primo attore a vic
liteama di Firenze nella Compagnia Pezzana : vi rappresentava lo Zigo nel Goldoni di Ferrari. Fu poi col Domeniconi, colla
gnia di Luigi Pezzana, col quale stette tutto l’anno comico ’58. Morì nel 1860 per aver bevuto in una sola volta, non sappi
35 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO I. Teatro Tragico Italiano. » pp. 228-273
Italiano. L’Italia che sulle tracce di Alcide cerco sempre l’onore nel superar le difficoltà, poichè ebbe colti. i primi
sublimi allori nell’erudizione e nell’eloquenza oratoria e poetica e nel formarsi un teatro regolare e ingegnoso, aspirò a
ti, Anassimandri e Democriti, e n’ebbe copiosa splendidissima schiera nel Porta, nel Galilei, nel Fontana, nel Borrelli, ne
andri e Democriti, e n’ebbe copiosa splendidissima schiera nel Porta, nel Galilei, nel Fontana, nel Borrelli, nel Cavalieri
riti, e n’ebbe copiosa splendidissima schiera nel Porta, nel Galilei, nel Fontana, nel Borrelli, nel Cavalieri, nel Torrice
e copiosa splendidissima schiera nel Porta, nel Galilei, nel Fontana, nel Borrelli, nel Cavalieri, nel Torricelli, nel Vivi
ndidissima schiera nel Porta, nel Galilei, nel Fontana, nel Borrelli, nel Cavalieri, nel Torricelli, nel Viviani, nel Cassi
era nel Porta, nel Galilei, nel Fontana, nel Borrelli, nel Cavalieri, nel Torricelli, nel Viviani, nel Cassini, nel Castell
el Galilei, nel Fontana, nel Borrelli, nel Cavalieri, nel Torricelli, nel Viviani, nel Cassini, nel Castelli, nel Monforte,
el Fontana, nel Borrelli, nel Cavalieri, nel Torricelli, nel Viviani, nel Cassini, nel Castelli, nel Monforte, e in tanti a
el Borrelli, nel Cavalieri, nel Torricelli, nel Viviani, nel Cassini, nel Castelli, nel Monforte, e in tanti altri insigni
el Cavalieri, nel Torricelli, nel Viviani, nel Cassini, nel Castelli, nel Monforte, e in tanti altri insigni membri delle A
mi avvisi, compose verso la fine del XVI la sua Tomiri che s’impresse nel 1607, regolare nella condotta e non ignobile nell
condotta ed in certo modo per lo stile, la quale s’impresse in Napoli nel 1603. Agostino Dolce fece imprimere nel 1605 la s
la quale s’impresse in Napoli nel 1603. Agostino Dolce fece imprimere nel 1605 la sua Almida da me non veduta. Cataldo Moro
ra’ minori Osservanti Riformati di san Francesco, pubblicò in Bergamo nel 1611 il Mortorio di Cristo con quattro tramezzi,
cristiano argomento, la Giustina in versi sciolti impressa in Milano nel 1617, e l’Irene in Napoli nel 1618 dedicata alla
ina in versi sciolti impressa in Milano nel 1617, e l’Irene in Napoli nel 1618 dedicata alla città di Lecce. Le colmò di lo
le più felici tragedie cristiane. Il conte Ridolfo Campeggi pubblicò nel 1614 il Tancredi tragedia applaudita. Il cavalier
a. Il cavaliere Giambatista della Porta diede alla luce il suo Ulisse nel 1614, nella quale dee lodarsi la scelta del prota
ne col Torrismondo e colla Semiramide. Il suo Giorgio però s’impresse nel 1611, e l’approvazione si ottenne nel 1610; anzi
Il suo Giorgio però s’impresse nel 1611, e l’approvazione si ottenne nel 1610; anzi l’autore nel dedicarla a Ferrante Rovi
mpresse nel 1611, e l’approvazione si ottenne nel 1610; anzi l’autore nel dedicarla a Ferrante Rovito dice di averla compos
più opere, e traduttore de’ Caratteri di Teofrasto, morto di anni 58 nel 1623, compose tre tragedie, la Silandra, l’Alcipp
orse in tal tragedia non sembrerà abbastanza verisimile, che Gelendro nel giorno stesso che cagiona la ruina della famiglia
dovè tornare indietro atterrito dalla gagliarda ripulsa che incontrò nel di lei coraggio, sia poi sì credulo, che si sacci
ol Torrismondo e colla Semiramide che accompagnano le Gemelle Capuane nel tomo II del Teatro Italiano? Seguirono alle nomin
l Gherardelli e dello Scamacca. Tiberio Gambaruti d’Alessandria morto nel 1623 pubblicò la Regina Teano. Filippo Finella fi
ubblicò la Regina Teano. Filippo Finella filosofo napolitano produsse nel 1617 la Cesonia e nel 1627 la Giudea distrutta da
o. Filippo Finella filosofo napolitano produsse nel 1617 la Cesonia e nel 1627 la Giudea distrutta da Vespasiano e Tito. Et
la sua tragedia la Carichia che uscì alla luce delle stampe in Napoli nel 1627. Noi ne dicemmo alcuna cosa anche nel tomo V
uce delle stampe in Napoli nel 1627. Noi ne dicemmo alcuna cosa anche nel tomo V delle Vicende della Coltura delle Sicilie.
orre Zoppio anche bolognese fondatore dell’Accademia de’ Gelati morto nel 1634, il quale mostrò troppo amore per le arguzie
scritta in versi di cinque, di sette e di nove sillabe, e s’impresse nel 1598. Il Pindaro di Savona Gabriele Chiabrera pub
avona Gabriele Chiabrera pubblicò in Genova la sua tragedia l’Erminia nel 1622, nella quale non rimane a veruno de’ precede
ardelli scrisse una tragedia intitolata Costantino pubblicata in Roma nel 1653. L’autore la difese contro la censura di Ago
Alpi. Santa Sinforosa fu composta prima delle altre, e si rappresentò nel Collegio Romano. Gian Vittorio Rossi conosciuto c
ò e conservò per molto tem- il nome di Sinforosa. Le altre due furono nel medesimo Collegio con somma magnificenza e pari a
; ma il padre Gallucci ne prese la difesa con certi Discorsi impressi nel 1633 intitolati Rinnovazione dell’antica Tragedia
l conte Prospero Bonarelli gentiluomo anconitano, la quale s’impresse nel 1620, e fu dedicata a Cosimo II gran duca di Tosc
imano avido di gloria e geloso della propria, autorità e dell’impero, nel cui animo facilmente allignano i sospetti, dipign
he sebbene sensibile alla sventura di Arena, ha pure il pubblico bene nel cuore, e mostra che se mancasse Arena (giacchè Li
r Merope, in tutto il dramma è sempre per Aristodemo. La riconoscenza nel Solimano avviene per l’arrivo improvviso di Aidin
er ordine dell’Ariano Leovigildo suo padre. S’impresse la prima volta nel 1644, e poi di nuovo nel 1665 con un discorso in
vigildo suo padre. S’impresse la prima volta nel 1644, e poi di nuovo nel 1665 con un discorso in sua difesa, nel quale ann
olta nel 1644, e poi di nuovo nel 1665 con un discorso in sua difesa, nel quale anno si recitò nel Seminario Romano. Non ma
uovo nel 1665 con un discorso in sua difesa, nel quale anno si recitò nel Seminario Romano. Non manca nè di nobiltà, nè di
nte Fulvio Testi, nato in Ferrara l’anno 1593, e trasportato a Modena nel 1598, indi morto nella cittadella di quella città
’Isola d’Alcina, e l’Arsinda non terminata. L’Isola d’Alcina composta nel 1626a è da comendarsi per la semplicità dell’azio
e il Paradiso perduto: il Radamisto di Antonio Bruno nato in Manduria nel regno di Napoli censore più volte e segretario de
i Umoristi di Romaa: Ildegarde di monsignor Niccolò Lepori pubblicata nel XVII secolo e reimpressa nel 1704 in Viterbo: la
e di monsignor Niccolò Lepori pubblicata nel XVII secolo e reimpressa nel 1704 in Viterbo: la Belisa tragedia di lieto fine
del cavaliere napolitano Antonio Muscettola data alla luce in Genova nel 1664 ed altamente comendata col nome di Oldauro S
a nell’anno stesso in Lovano; e la di lui Rosminda impressa in Napoli nel 1659 ed anche nella parte II delle sue poesie; ed
secolo col cardinal Delfino e col barone Caraccio. Fiorirono entrambi nel colmo della corruttela del gusto, entrambi se ne
de’ letterati del XVII. Finì di vivere il cardinale Giovanni Delfino nel 1699, ed il barone di Corano Antonio Caraccio di
ni Delfino nel 1699, ed il barone di Corano Antonio Caraccio di Nardò nel 1702. Scrisse il primo nella sua gioventù quattro
generale applauso, e specialmente la prima, e s’impressero in Utrecht nel 1730, ed in Padova nel 1733 più correttamente. Tu
ecialmente la prima, e s’impressero in Utrecht nel 1730, ed in Padova nel 1733 più correttamente. Tutti gli eruditi che han
dino del lodato Caraccio, essendosi pubblicato la prima volta in Roma nel 1694, cioè quattro anni dopo che ebbe dato fuori
del furto confessato da Sofronia per morire in di lei vece, il Porta nel suo Moro adoperò ingegnosamente l’artifizio, e l’
dell’Ariosto rinnovò tali gare e cangiamenti di nomi nell’Olimpiade e nel Rugiero. Ma sono molti oggi, non dico i Metastasi
36 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO III. Melodrammi. » pp. 254-292
rovato il sig. avvocato Pagano anche a produrre una scena somigliante nel suo Agamennone, ch’egli intitola Monodramma, benc
o Biancardi detto Lalli in Venezia, cantata colla musica del Ruggieri nel 1711, e fu la prima vera commedia in musica vedut
geluso. Andrea Belmuro autore de’ due intermezzi recitati in Venezia nel 1731, la Contadina, ed il Cavalier Bertone, posti
Il di lui Finto Fratello colla musica di Giovanni Fischetti si cantò nel 1730: lo Frate ’nammorato nel 1732 colla musica s
a musica di Giovanni Fischetti si cantò nel 1730: lo Frate ’nammorato nel 1732 colla musica squisitissima in tutte le sue p
er seppe il Lorenzi la maniera più idonea per riuscire, cioè eccedere nel comico popolare alternandolo con tragiche situazi
i, nell’Idolo Cinese, in cui un buffone Napoletano è creduto un idolo nel la China, nella Corsala del 1771, il sig. Lorenzi
Nella Gelosia per gelosia del 1770, nelle Trame zingaresche del 1772, nel Tamburo del 1773, nel Duello, nella Fuga, ne’ Tre
sia del 1770, nelle Trame zingaresche del 1772, nel Tamburo del 1773, nel Duello, nella Fuga, ne’ Tre Eugenj, nella Scuffia
nj, nella Scuffiara &c. si attenne più alla commedia. Ne incresce nel Furbo Mal accorto, come in qualche altra, l’abuso
ente la maggior parte delle opere del Lorenzi) sono in tutte le parti nel Socrate inarrivabili. L’autore dell’Ammalato Imma
ra eroica. L’opera eroica che può chiamarsi istorica incominciata nel secolo scorso, in cui ebbe una lunga fanciullezza
ncominciata nel secolo scorso, in cui ebbe una lunga fanciullezza, ha nel presente avuta la sua adolescenza e la virilità.
rima nella Dafni di Eustachio Manfredi, nell’Arsace di Antonio Salvi, nel Polifemo di Paolo Rolli, nel Farnace e nel Farasm
Manfredi, nell’Arsace di Antonio Salvi, nel Polifemo di Paolo Rolli, nel Farnace e nel Farasmane ed altre del Biancardi o
l’Arsace di Antonio Salvi, nel Polifemo di Paolo Rolli, nel Farnace e nel Farasmane ed altre del Biancardi o Lalli Napoleta
altre del Biancardi o Lalli Napoletano, e specialmente nell’Eraclea, nel Tito Sempronio Gracco, ne’ Decemviri, nel Turno A
specialmente nell’Eraclea, nel Tito Sempronio Gracco, ne’ Decemviri, nel Turno Aricino ed altri drammi del Romano Silvio S
ò senza dubbio col prelodato Apostolo Zeno Veneziano, e si perfezionò nel Metastasio. Il signore Zeno Poeta e Istorico Cesa
ù vivace. Ebbe più invenzione, più arte di teatro, più verità e forza nel maneggio delle passioni, più grandezza ne’ suoi e
o in greco suono divenne Metastasio e riempì l’Europa, nacque in Roma nel 1698, passò parte della gioventù in Napoli eserci
in Roma nel 1698, passò parte della gioventù in Napoli esercitandosi nel foro, succedette ad Apostolo Zeno nel 1729 nell’o
ioventù in Napoli esercitandosi nel foro, succedette ad Apostolo Zeno nel 1729 nell’onorevol carica di Poeta Cesareo, e car
ha inspirato in tutti i contemporanei la disperazione di appressarlo nel suo sistema, ed in alcuni il partito di torcere d
a che alla maniera di Sofocle migliori i grand’uomini dell’ antichità nel ritrarli, ovvero sia che gareggi di sublimità col
razia del Correggio e coll’ espressione di Raffaello? Chi non ravvisa nel Metastasio il gran maestro allorchè (nel tempo st
i Raffaello? Chi non ravvisa nel Metastasio il gran maestro allorchè ( nel tempo stesso che si presta al duro impero dell’us
oso, non rappresenta appunto la bontà con qualche debolezza richiesta nel personaggio tragico70? Tito, Temistocle, Catone,
; ma chi può soffrire il paragone del colorito inimitabile di Mandane nel Ciro riconosciuto? chi fece Egisto più interessan
Ambigu, di cui si cibava il Badini? Una stravaganza eterogenea uscita nel 1671 in tre atti, ognuno de’ quali contiene un ar
vero, osserviamo in qual maniera si condussero que’ due grand’ingegni nel maneggiare in generi diversi due congiure e due p
o è melodramma fatto per commuovere ed appagare i sensi. Per riuscire nel primo lavoro, si vale il buon poeta di un’ azione
vrebbe fatta un’ opera fredda di una buona tragedia75. Quindi profuse nel suo argomento maggior ricchezza d’invenzione, e q
rofuse nel suo argomento maggior ricchezza d’invenzione, e questa che nel Tito si scorge ad ogni passo, per gli nuovi colpi
i prodotti da’ contrasti di situazione, non poteva trovare l’Italiano nel tragico Francese, e trasse dal proprio fondo le f
e richiamato da un resto di virtù e dalla gratitudine a salvar Tito, nel tempo stesso che contro di lui conspira, corra a
o stato contro al suo benefattore, per vendicar la morte di un padre; nel che si scorge cert’aria di romanzo, perchè l’ aff
con senno, proprietà e grandezza ancora, e nulla è straordinario. Ma nel nostro melodramma che cosa produce lo scoprimento
; ma vuol parlargli, e quando Sesto si appressa, si sforza di mostrar nel volto la rigorosa maestà offesa. Sesto si avanza
vergogna, il rimorso, e lo spavento.) ec. Tali scene non si leggono nel Cinna, nè in altri drammi ch’io sappia. Bellezze
per sapere il segreto di Sesto: le angustie di questo infelice posto nel caso o di accusar Vitellia, o di commettere una n
udine verso il suo buon principe: l’ ammirabile combattimento di Tito nel soscrivere la sentenza nella scena 7 del III, che
ni più piene di sentimento e d’ affetto, non si troveranno facilmente nel Cornelio, nel Racine, nel Voltaire, nè in alcun a
i sentimento e d’ affetto, non si troveranno facilmente nel Cornelio, nel Racine, nel Voltaire, nè in alcun altro; e il sol
e d’ affetto, non si troveranno facilmente nel Cornelio, nel Racine, nel Voltaire, nè in alcun altro; e il solo Metastasio
ta per Pietroburgo, e Vittorio Amadeo Cigna Torinese che scrisse Enea nel Lazio ed altri melodrammi, a’ quali mancò buona p
illo, e l’Armida abbandonata dell’avvocato don Saverio de Rogatis che nel 1770 si rappresentò in Napoli da Anna de Amicis e
era. Il sig. duca don Domenico Perrelli impresse in Napoli in un tomo nel 1777 quattro melodrammi, la Circe, Cesare in Arme
i lui progressi nell’arte d’incatenar gli eventi con verisimiglianza, nel colorir gli affetti, e nell’esprimersi con nobilt
ostinato travaglio. Don Luigi Serio professore di Eloquenza italiana nel Liceo Napoletano e Poeta di Corte sin dal 1779 vo
Il suo Oreste colla musica del Napoletano Domenico Cimarosa comparve nel medesimo teatro nell’agosto del 1783. La sua vers
cene italiche ed imperfetta ancor nelle mani di Quinault. Come seguir nel suo sistema Metastasio e non rimanergli di grande
mposa favola di Psiche già sceneggiata da Moliere, e mostrò in Vienna nel 1767 la sua di Amore e Psiche colla selva de’ des
sse e la possibile commozione in buono stile. Il prelodato sig. Serio nel 1780 riprodusse sulle scene napoletane tale argom
maniera i progressi della drammatica, fe rappresentare splendidamente nel suo teatro Alessandro e Timoteo scritto con elega
l’impero de’ direttori de’ moderni pantomimi? Il sig. Calsabigi fermo nel proposito di raddrizzare il trono giacente dell’o
sig. conte Pepoli che lo segue e ne adora le vestigia, ha pubblicato nel 1789 il suo Meleagro accompagnato da una lettera
alorosi ingegni che fra noi pur fioriscono, non avrai tu una compagna nel regno dell’armonia? Passiamo a fare un motto dell
a musica che la costituisce tale insieme colla poesia, hanno ricevuto nel nostro secolo da varj eccellenti artisti novello
il Disertore con lieto fine &c. In una lettera scritta da Vienna nel 1759 a m. Arnaud lodavasi il ballo di Flora esegu
nini. Il Fiorentino Vestris tanto applaudito in Parigi si è segnalato nel serio e gentile, Viganò in Italia nel grottesco,
audito in Parigi si è segnalato nel serio e gentile, Viganò in Italia nel grottesco, il Napoletano Gennaro Magri in Venezia
orico-pratico del ballo in due volumi con trenta rami dato alla luce nel 1779. Il più riscaldato, il più burbero, il più p
ca francese”. 67. V. la Lettera da lui scritta all’autore inserita nel Giorn. Encicl. di Vicenza del marzo 1789. 68. No
e prendersi l’inutil pena di darmene un carico? Ben vede il leggitore nel mio confronto che io col rilevar di proposito l’
fferenza nell’unità di luogo, nell’esito tristo o lieto della favola, nel carattere del protagonista, nel numero degli atti
ll’esito tristo o lieto della favola, nel carattere del protagonista, nel numero degli atti, e nel verso. Dissi allora, e l
ella favola, nel carattere del protagonista, nel numero degli atti, e nel verso. Dissi allora, e lo ripeto, che niuna di ta
oica e la tragedia; ma ci abbiamo riserbato di trattarne di proposito nel nostro. Sisiema Melodrammatico inedito sin dal 17
il cuore del sig. Andres che pure ha sì vaga ed elegante la penna? Ma nel giudicar di poesia drammatica la penna può suppli
37 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO II. Tragedia Cittadina, e Commedia Lagrimante. » pp. 112-127
sso in prosa che in versi. Francesco Maria d’Arnaud de Baculard nato nel 1709 si esercitò in simil genere. Il suo Fajele c
ii e le teste de’ morti; nell’altro una religiosa disperata, la quale nel proprio confessore ravvisa l’antico suo amante ch
hi intere le patrie ricchezze. Bernardo Giuseppe Saurin parigino nato nel maggio del 1706 morto nel novembre del 1781, oltr
zze. Bernardo Giuseppe Saurin parigino nato nel maggio del 1706 morto nel novembre del 1781, oltre alle tragedie riferite t
non appartiene all’originale, che si recitò la prima volta in Londra nel 1653. L’ab. Prêvot lo tradusse in francese intito
tradusse in francese intitolandolo le Joueur che si stampò in Parigi nel 1762. Il Socrate dramma in prosa che Voltaire pub
in Parigi nel 1762. Il Socrate dramma in prosa che Voltaire pubblicò nel 1755 come una traduzione di quello di Tompson alu
cia ha chiamati pessimi. Pinto è un suo dramma istorico rappresentato nel teatro Francese della Republica nel febbrajo del
suo dramma istorico rappresentato nel teatro Francese della Republica nel febbrajo del 1800, e si eseguì malissimo. L’autor
ere comico lugubre con felicità in alcuni componimenti, cioè il primo nel Disertore che si è ripetuto in Francia ed altrove
he del rimanente. Sedaine non riescì ugualmente in altri drammi, cioè nel Filosofo senza saperlo, nella Scommessa, come anc
drammi, cioè nel Filosofo senza saperlo, nella Scommessa, come ancora nel Maillard, o Parigi salvato. Diede anche l’istesso
n quello che intitolò Natalia, rappresentato la prima volta in Parigi nel 1787, si notarono molti difetti ad onta dell’inte
a, riprovati da chi non ama la confusione de’ generi. Il sig. Louvais nel 1773 publicò l’Adone scritto in prosa, e l’Orfano
done scritto in prosa, e l’Orfano Inglese ancor prima si era recitato nel 1769 anche in prosa e riprovato. Il sig. Fenouill
ia tenera. Nel Padre di famiglia del primo, nell’Eugenia del secondo, nel Figliuol prodigo del Voltaire non si vedono morib
qualche particolarità. Dionigi Diderot filosofo di molto nome morto nel 1787, vide il suo Padre di famiglia nel 1761 rapp
filosofo di molto nome morto nel 1787, vide il suo Padre di famiglia nel 1761 rappresentato in Parigi con felice successo,
di varii difetti, vale assai più del Figlio naturale, benchè Diderot nel tempo che si valeva della favola italiana, volle
amarla farsa senza che ne avesse veruna caratteristica. Non si vedono nel Figlio naturale se non che situazioni semitragich
tale affettata nojosa saviezza in tutti i personaggi, e specialmente nel Figlio naturale, ed in Costanza, che farà sempre
trarie alla scena di Talia. Confesso che egli dovea meglio contenersi nel recinto prescritto alla commedia nel toccare le p
che egli dovea meglio contenersi nel recinto prescritto alla commedia nel toccare le passioni tenere; che nel piano si scor
recinto prescritto alla commedia nel toccare le passioni tenere; che nel piano si scorge qualche difetto di verisimiglianz
e malgrado di alcun difetto, cioè col Figliuolo prodigo rappresentato nel 1736, e col Caffè, ovvero la Scozzese. Mirabile n
38 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO IV. Opera Musicale. » pp. 314-344
di Benedetto Ferrari reggiano celebre sonatore di tiorba vi si cantò nel 1637. Vi comparve anche il Pastore d’Anfriso  ed
cena musicale il cavalier Pippo Acciajolia. Torino si contraddistinse nel 1628 per la sontuosa rappresentazione del Vascell
a festa teatrale composta di danza, di musica, e di macchine eseguita nel 1639 sotto il vicerè Ferrante Afan de Ribera nell
vicerè Ferrante Afan de Ribera nella sala del real palazzo di Napoli, nel passar che vi fece l’infanta Maria sorella di Fil
o la Deidamia del messinese Scipione Errico che si replicò in Venezia nel 1644, ed il Pomo di Venere del napolitano Antonio
l Pomo di Venere del napolitano Antonio Basso rappresentata in Napoli nel 1645, ed il Ciro di Giulio Cesare Sorrentino pur
hia l’altro suo dramma intitolato Amore sbandito pubblicato in Genova nel 1622   ma si vuole avvertire che il tanto decanta
e intrecciano una danza guerriera. Altra breve festa fatta a Sassuolo nel dì natalizio di Francesco da Este duca di Modena
te  Di rai più belli     Cinto i capelli     Il Dio di Delo     Ride nel cielo.     A’ bei splendori     Di nuovi fiori   
esie del Testi cominciarono ad imprimersi sin dal 1613, e terminarono nel 1645 in vita dell’autore  ed in conseguenza prima
particolare coltivò l’opera Ottavio Tronsarelli pur fiorentino morto nel 1641. Riscosse molti encomii il di lui dramma int
rgherita Costa pel canto e pel suo vergognoso traffico famosa. Davasi nel melodramma ad entrambe parte eguale perchè potess
non ne permise l’esecuzione  e l’opera fu rappresentata da eunuchi a nel palagio del marchese Evandro Conti a’ Monti, e se
e a dipingerne le scene. Ma questi eunuchi sostituiti alle cantatrici nel dramma del Tronsarelli ci chiamano alla memoria u
che avessero avuti musici castrati  ma sebbene di essi, come narrammo nel tomo I, si servissero ne’ musicali trattenimenti
ebatur, sed ex iis qui non erant ejusmodi a. Eranvi dunque in Grecia nel XII secolo musici castrati  ma dal non trovarsene
. Le Nazioni settentrionali aliene da questo obbrobrio in ogni tempo, nel venire a dominare ne’ paesi occidentali del Roman
artecipi di questa vergogna. Fu ciò in essi mala fede o ignoranza? Io nel fior degli anni miei ascoltai cantare per le chie
id tra’ sacerdoti che vi uffiziano, si veggono (almeno vi si vedevano nel lungo mio soggiorno di diciotto anni colà) molti
i veri uomini fannoa? L’Italia poi che, al dir dell’erudito Maffei, e nel bene e nel male suole andare innanzi ai concorren
ni fannoa? L’Italia poi che, al dir dell’erudito Maffei, e nel bene e nel male suole andare innanzi ai concorrenti e sopras
uole andare innanzi ai concorrenti e soprastare, addottrinò così bene nel canto i suoi castrati, e tanti n’ebbe che potè fo
empo in cui salirono sulle scene. Il mentovato modanese Orazio Vecchi nel voler far cantare l’Anfiparnaso si sarebbe ridott
Vecchi gli avrebbe ricusati? L’ultimo dramma del Rinuccini s’impresse nel 1608  nè da più diligenti scrittori che del tenta
zza della voce. Sappiamo poi che il lodato Tronsarelli finì di vivere nel 1641, e che la Catena di Adone si cantò qualche a
Ma questo letterato parlandoci di eunuchi sostituiti alle cantatrici nel dramma riferito non mostra che gli spettatori se
a natura, quanto mai sanno eseguire le non naturali de’ castrati. Noi nel nostro secolo XVIII ne abbiamo avuti luminosi ese
mirarono singolarmente la romana Caterina Martinella morta in Mantova nel 1608, la Caccini, le Lulle Giulia e Vittoria, la
atto rappresentare con magnificenza reale. Nel suo Giasone pubblicalo nel 1649 interruppe il recitativo con quelle stanze a
l Testi, dal Salvadori e dal Rinuccini, c prima di tutti dal Notturno nel  XV secolo. Ma una filza inutile di nomi di scritt
culione a Egli fu poeta nella corte di Toscana, e morì all’improvviso nel settembre del 1700. I di lui melodrammi ebbero al
ienna, ed Andrea Perruccì siciliano autore della Stellidaura impressa nel 1678 e cantata nella sala de’ vicerè in Napoli e
nella sala de’ vicerè in Napoli e dell’Epaminonda impresso e cantato nel 1684. Laonde non ci tratterremo su tanti altri me
lle in Sciro del marchese Ippolito ferrarese rappresentato in Venezia nel 1663, nè sull’Attilio Regolo del veneziano Matteo
nel 1663, nè sull’Attilio Regolo del veneziano Matteo Noris impresso nel 1693 in Firenze, i quali illustri nomi de’ tempi
conversione letteraria l’Amalasunta in Italia rappresentato in Parma nel 1681. Nè passeremo oltre senza aver fatto motto d
a poesia, come si vede nelle Pazzie per vendetta di Giuseppe Vallaro, nel Podestà di Coloniola, nelle Magie amorose del nom
e amorose del nominato Giulio Cesare Sorrentino vagamente decorato, e nel piacevole componimento allegorico di due parti la
scorso sulla Musica Italiana impresso colla Vita di Malherbe a Parigi nel 1672. a. Allorchè io nel 1789 produssi il tomo I
na impresso colla Vita di Malherbe a Parigi nel 1672. a. Allorchè io nel 1789 produssi il tomo IV di questa Istoria Teatra
he anno prima l’avea sperato sull’abominio che per essi avea mostrato nel suo regnato il Cattolico Re Carlo III Borbone, Ma
39 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO II. Ritorno delle rappresentazioni teatrali dopo nate le lingue moderne. » pp. 80-124
te ad ogni nemico domestico o straniero, delle quali e nella Spagna e nel regno di Napoli ed altrove scorgonsi tuttavia in
. Essendo in età di anni trenta calato questo gran principe in Italia nel 773 sfornito de’ rudimenti gramaticali della ling
della Germania, e della Spagna. Il primo che in Francia tenne scuola nel di lui palagio, fu lo stesso lodato Pietro Pisano
ti si attestavano con testimoni, ed appena sotto Carlo VII in Francia nel 1454, si raccolsero in iscritto le costumanze fra
Ottone vescovo di Frisinga zio dell’imperadore Federigo I Barbarossa nel ritratto che dopo la mettà del XII secolo fece de
le arti. Uno spirito generoso d’indipendenza e di libertà fermentava nel cuor dell’Italia con tal vigore, che prima di ter
rcitando L’arte istrionica, e mascherandosi e cantando favole profane nel Santuarioa Teodoro Balsamone autore del XII secol
ti femminili, e coprirsi con maschere, osserva che a suo tempo ancora nel Natale di Cristo, e nell’Epifania i chierici si m
chiesa. Mediante però la legge del pontefice Innocenzo III riportata nel citato capitolo del Decretale, si conseguì finalm
I riportata nel citato capitolo del Decretale, si conseguì finalmente nel principio del XIII secolo che si abolisse simile
degl’Innocenti che era un tralcio di quella de’ Pazzi, e si celebrava nel dì de’ Santi Innocentia Posero in oltre i monaci
in dialogo le Vite de’ Santi, come quella di Santa Caterina recitata nel convento di san Dionigi. Altri simili dialoghi se
storia de’ Poeti Provenzali del Nostradamus a, ma quell’Anselmo fiorì nel XIII secolo essendo morto nel 1220. Non ostante p
l Nostradamus a, ma quell’Anselmo fiorì nel XIII secolo essendo morto nel 1220. Non ostante poi il titolo di tragedie e com
mettà del secolo XII nella Provenza, Linguadocca, Guascona, Gujenna, nel Limosino, nel Poitù, nell’Alvernia, in somma in t
olo XII nella Provenza, Linguadocca, Guascona, Gujenna, nel Limosino, nel Poitù, nell’Alvernia, in somma in tutta la parte
endo spiare la situazione dell’armata Danese che avea fatta irruzione nel suo reame, si presentò al campo Danese. E benchè
col quale tagliò a pezzi il nemico esercito. Sessanta anni dopo, cioè nel X secolo, Anlaff re di Danimarca collo stesso tra
he teatral monumento del secolo XIII. Nel 1230 si celebrò in Piacenza nel borgo e nella piazza di s. Antonino un giuoco, ch
ione, probità ed accuratezza, ricavò da varie cronache, che in Padova nel Prato della Valle fecesi una rappresentazione spi
n Padova nel Prato della Valle fecesi una rappresentazione spirituale nel dì di Pasqua di Risurrezione del 1243 o 1244b. Pr
rrezione del 1243 o 1244b. Pretese il Bumaldi che Fabrizio da Bologna nel 1250 componesse volgari tragedie, ma ciò affermò,
Bologna nel 1250 componesse volgari tragedie, ma ciò affermò, perchè nel libro di Dante della Volgare Eloquenza Fabrizio è
di tragediea. Quel che però non ammette dubbio veruno, è che in Roma nel 1264 fu istituita la Compagnia del Gonfalone, che
i della Passione di Cristo trovasi fatta dal Clero con molto applauso nel Friuli l’anno 1298 nel dì di Pentecostea. Il dott
sto trovasi fatta dal Clero con molto applauso nel Friuli l’anno 1298 nel dì di Pentecostea. Il dottissimo Storico della Le
stamente sopra varie feste per mezzo degli strioni e buffoni eseguite nel sccolo XIII rammentate dal Muratorib, asserendo n
un giuoco. Ma ciò tralasciando, la Compagnia del Gonfalone istituita nel XIII secolo per rappresentare i Misteri, ne’ temp
a tenere del suo istituto. Nel XV secolo rappresentava pubblicamente nel Coliseo di Roma la Passione; e le parole del dram
ccome attesta Andrea Fulvioa. Verisimilmente ciò che continuò a farsi nel XV e XVI, praticossi nel XIV, e venne dal XIII qu
ioa. Verisimilmente ciò che continuò a farsi nel XV e XVI, praticossi nel XIV, e venne dal XIII quando surse la Compagnia.
mpose indubitatamente il dramma del Dati, nell’imprimersi che si fece nel declinar del secolo XVI il libro degli Statuti de
rietà essenziale, cioè, che le rappresentazioni da mute che si furono nel XIII, passarono poscia ad animarsi con parole? Ap
ritu Antichristi recato dal Muratorib, e poi dal Tiraboschic, e da me nel tomo precedente, fu senza contrasto azione dramma
itarsi. Qualche altra ne accenneremo appresso dell’Alemagna. Vedrassi nel seguente capo che in Francia sin dal tempo di Fil
con canti e parole. Alcuni squarci di simili Misteri fatti in Napoli nel tempo degli Angioini recammo nel III volume delle
ci di simili Misteri fatti in Napoli nel tempo degli Angioini recammo nel III volume delle Vicende della Coltura delle Sici
latini potrà negarsi che si composero e si recitarono nella Grecia e nel Lazio, e che rassomigliarono a quelli che ci rima
tura Italiana del cavalier Tiraboschi è tutto il capo I del libro III nel tomo III, in cui trattasi ottimamente questo argo
l sig. Lampillas mostrare, che gl’Italiani di que’ miseri tempi erano nel latino idioma più barbari degli oltramontani, dov
ecato in mezzo dal medesimo Lampillas. Questo volume che fu compilato nel regno di Sisenando, il quale avendo cacciato Svin
o nel regno di Sisenando, il quale avendo cacciato Svintila dal trono nel 631, dominò sei anni, conteneva la pratica, lo st
trono nel 631, dominò sei anni, conteneva la pratica, lo stile tenuto nel giudicare ne’ secoli appunto, ne’ quali l’apologi
co; e di tali fatti può assicurarsi negli storici Spagnuoli, ed anche nel Compendio della Storia di Spagna del p. Duchesne
obertson) erano concorse a conservate nella Spagna il governo feudale nel suo pieno vigore più lungo tempo che in Francia e
azione meno antica intitolata Fuero Real fatta da Alfonso IX, e veder nel prologo gli sconcerti de’ secoli ch’egli voleva i
ui protezione, ne accennerò almeno i titoli. Nella I Partita si vieta nel tit. 13, leg. 10 di seppellir ne’ cimiterii colui
questa disfida dee farsi per corte nella presenza del re. Si prosegue nel tit. IV a sviluppar la materia, e a prescriverne
t. IV a sviluppar la materia, e a prescriverne le leggi; e finalmente nel tit. XI si fa lo stesso. Ecco come nelle leggi sp
to alla legislazione a’ tempi di Alarico, e ne’ secoli seguenti, cioè nel medio evo? Mal grado della universale barbarie er
ttarvisi, il celebre editto di Rotari settimo re d’Italia, pubblicato nel 643, quello di Grimoaldo del 668, i capitoli di L
de’ Borgognoni, de’ Longobardi, e de’ Visigoti. Le leggi (egli dice nel libro XVIII, c. 2) di Gondebaldo per li Borgognon
e delle leggi, sono piene di tinte rettoriche, vote di senso, frivole nel fondo, e gigantesche nello stile. Or faccia il L
squieu nello Spirito delle Leggi lib. XXVIII, c. 2. a. Vedi Muratori nel volume II Antiquit. Italic. Medii Aevi. b. De G
V, XVI, XVII, e XVIII. a. Vedi il Capitolo: Cum decorem domus Domini nel Decretale di Gregorio IX. Vedi anche la Storia fi
llot da servire all’Istoria della Festa de’ Pazzi impresse in Losanna nel 1751, o le opere di Pietro di Blois, di Thiers, d
si una imitazione de’ Saturnali de’ Gentili. La libertà data a’ servi nel dicembre di motteggiare, e far da padroni, si con
ionfo un asino, e si cantava, hè, sire âne, hè, hè . Secondo Raynaud nel dì di santo Stefano si cantava alla Messa una can
Messa una canzone detta prosa dell’asino, ed anche prosa de’ fatui, e nel dì di san Giovanni un’altra prosa detta del bue
uminava la Francia, quest’altra festa di que’ rozzi secoli sussisteva nel secolo XVII in qualche provincia. La gnavasi il N
sussisteva nel secolo XVII in qualche provincia. La gnavasi il Naudè nel 1645 col Gassendi di esser tutta via in osservanz
u medico, astrologo e profeta Narbonese che di anni 62 finì di vivere nel 1568. Le Vite de’ Poeti Provenzali da lui scritte
ato i Maurini nella Storia della Linguadocca tom. Il e l’abate Goujet nel tom. VIII della Biblioteca Francese a. Vedi il
aggiunto a una collezione di antiche poesie Inglesi uscita in Londra nel 1765, che fu pure annunziata nella Gazzetta Lette
nel 1765, che fu pure annunziata nella Gazzetta Letteraria di Parigi nel mese di gennajo del 1766. a. Vedi il volume II d
ontanini p. 487, e le di lui Lettere t. II. a. Lo confutò il Quadrio nel t. IV della Storia e ragione di ogni poesia; e pi
uce del Cinquecento che in Italia s’istituì tal Compagnia, ma sì bene nel secolo XIII. La pubblicazione poi degli Statuti d
ene nel secolo XIII. La pubblicazione poi degli Statuti di essa seguì nel 1584 nella stessa Roma, cioè trecentoventi anni d
ti tratti dagli Statuti della Compagnia de’ Battuti di Trevigi eretta nel 1261, e pubblicati dal più volte lodato signor co
40 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO VIII. Teatro Lirico: Opera Comica: Teatri materiali. » pp. 177-187
e dall’allegoria e dalle favole un ammasso di prodigj e stravaganze, nel nostro secolo non ha calcato miglior sentiero. Il
che rendono invisibili le persone che pur si vedono, pugnali vibrati nel seno altrui che ammazzano chi li vibra, uomini mi
n certo M. de Leyre passato in Italia dimenticossi di quanto facevasi nel proprio paese e scrivea da Parma a Parigi che gl’
grin sovente deriso ma lodato pel suo Jeste, Fuselier e Cahusac morto nel 1764 autore di Calliroe, e Bernard che compose le
seau provata in Lione felicemente col Pigmalione e ripetuta in Parigi nel 1775 con tutto l’applauso. Per dare un saggio del
ancora le parodie de’ componimenti recitati nella Commedia Francese e nel Teatro Lirico, la qual cosa unita al concorso che
questo spettacolo fu totalmente abolito. Si riprodusse l’opera comica nel 1724 e durò sino al 1745, dopo di che alla fiera
ppresentarono che pantomimi. M. Monnet ristabilì l’opera a S. Germano nel 1752 con tutte le stravaganze e buffonerie e co’
n vaudevilles, hanno molto lavorato per l’opera comica. Pannard morto nel 1764 scrisse un gran numero di componimenti in va
fecondi e piacevoli scrittori d’opere buffe. È riuscito singolarmente nel vaudeville, ma scrisse anche parodie e burlette c
ne compose pure alcune ben ricevute, e fralle altre Bastiano Bastiana nel 1753, gli Ammaliati nel 1757, e Annetta e Lubino
en ricevute, e fralle altre Bastiano Bastiana nel 1753, gli Ammaliati nel 1757, e Annetta e Lubino nel 1762. Reputo pregio
astiano Bastiana nel 1753, gli Ammaliati nel 1757, e Annetta e Lubino nel 1762. Reputo pregio dell’opera abbandonare l’imme
magie, i delirj e le più scurrili stranezze sono cresciute soprammodo nel paese dove nacquero Fedra, Cinna e Zaira. Servano
Cinna e Zaira. Servano per pruova di ciò il Vello d’oro rappresentata nel 1786 la piggiore delle cattive opere musicali, e
1786 la piggiore delle cattive opere musicali, e quelle rappresentate nel 1787 come l’Alcindoro di Chabannes, il Re Teodoro
ni spettacolose, e l’Amfitrione in tre atti nato e morto in un giorno nel 1788. III. Teatri materiali. In Francia s
ibro intitolato la Mimographe. Nel teatro dell’opera alzato in Parigi nel 1769 co’ disegni di M. Moreau di figura ovale lun
scalinata dirimpetto alla scena. Nel palazzo di Versailles si edificò nel 1770 da M. Gabriel un teatro di figura semicircol
che gira intorno e con una sola loggia. La corte occupa il parterre e nel mezzo siede il re. Ampliata Parigi nella parte de
ione di palchi similmente fornite di scalini. Questo edifizio (dicesi nel trattato Del Teatro) è ben provvisto di convenien
, ed ha la facciata retta a tre ordini di finestre con gran ringhiera nel mezzo e con balaustrata in cima arricchita di sta
41 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO VI. Teatro Inglese. » pp. 291-300
CAPO VI. Teatro Inglese. Una potente convulsione nel cominciar del secolo XVII giva agitando gli umori
vassalli passar dal trono al palco, e lo stato che soffrir non volle nel re legittimo un’ autorità soverchia, si trovò eff
le pubbliche turbolenze. Beniamino Johnson nato verso il 1575 e morto nel 1637, occupò il posto di poeta regio, benchè per
lle prime si tennero in gran pregio la Caduta di Sejano rappresentata nel 1601 e la Congiura di Catilina pubblicata nel 160
di Sejano rappresentata nel 1601 e la Congiura di Catilina pubblicata nel 1608; e tralle commedie si ammirarono il Chimista
degli antichi, e gli copiava con molta franchezza, il che si osserva nel Sejano e nel Catilina; ma secondò il carattere de
i, e gli copiava con molta franchezza, il che si osserva nel Sejano e nel Catilina; ma secondò il carattere degli spettator
ia, dove osservò lo spettacolo dell’opera in musica, volle introdurla nel teatro nazionale. A tal genere appartiene la Circ
si l’eccellente attore ed autore tragico e comico Tommaso Otwai morto nel 1685 di anni 34. Passano per le migliori sue trag
rò la gran distanza svantaggiosa all’autore Inglese. Riuscì Otwai più nel tragico che nel comico; ma non fu meno irregolare
nza svantaggiosa all’autore Inglese. Riuscì Otwai più nel tragico che nel comico; ma non fu meno irregolare degli Spagnuoli
loro gli confuse. Anche Giovanni Dryden nato di una famiglia cospicua nel 1631, il quale divenne Cattolico sotto Giacomo II
ospicua nel 1631, il quale divenne Cattolico sotto Giacomo II, e morì nel 1701, ebbe il titolo di Racine dell’Inghilterra s
l Paradiso perduto. Il traduttore di Giovenale Tommaso Shadwell morto nel 1693 compose pel teatro comico dopo di aver letto
aliere Van-Brough architetto grossolano e poeta comico delicato morto nel 1704. Egli non meno che Congreve vollero opporsi
meno che Congreve vollero opporsi ma con poca riuscita al Collier che nel 1698 produsse contro il teatro inglese il suo Qua
ommedie più pregiate sono l’Amore in un bosco rappresentata in Londra nel 1672, il Gentiluomo maestro di ballo, e l’Uomo Fr
per cui Terenzio tanto sovrasta a’ suoi posteri; l’ unità di disegno nel tutto, e la verità e l’esattezza e la precisione
Moreto; e finalmente il gusto, l’amenità, la delicatezza inarrivabile nel ritrarre al vivo i caratteri e le ridicolezze cor
oliere il principato su i comici antichi e moderni. Noi ci accingiamo nel seguente libro a divisare in quale stato questo g
42 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « NOTE DI D. CARLO VESPASIANO. » pp. 301-306
ranza divenne così grande in quella Penisola, e tanto si distese, che nel 1473, come apparisce dal Concilio che nel detto a
la, e tanto si distese, che nel 1473, come apparisce dal Concilio che nel detto anno, per ripararvi si tenne dal cardinal R
poi alla direzione dell’Università di Alcalà di Henares, ove si morì nel 1522, e lasciò molte opere. Il medesimo anche si
tto avesse Ario Barbosa (V. Nic. An tonio Bibl. Hisp.) nato in Aveiro nel Portogallo, il quale fu discepolo del Poliziano i
Portogallo fu Maestro de’ due Principi, e morì decrepito in sua casa nel 1530 con lasciar varie opere. Laonde a questi due
re. Contro di questa mia nota volle scagliarsi l’apologista Lampillas nel tom. I della P. II del Saggio Apologetico, attrib
iverlo all’autor della Nota? Poteva (dice poi il medesimo apologista) nel principio del XVI secolo uno spagnuolo insegnare
iani a scrivere commedie, tuttochè uscisse da un paese barbaro ancora nel XV. Poteva, sì, accordiamolo; è ciò un possibile,
ia scientifica de’ Segreti della Natura fosse stata formata in Napoli nel secolo XVI (V. il dotto ab. Gimma nella sua Itali
quì menzione, perchè parecchi individui di essa col loro capo vissero nel XVII, e furono aggregati nell’Accademia de’ Lince
mia che durò per anni 27 sino alla morte del lodato Principe accaduta nel 1630, veggasi Jani Planci Lynceorum Notitia preme
la nuova edizione del Fitobasano di Fabrizio Colonna fatta in Firenze nel 1744 presso il Viviani. L’Accademia del Cimento c
gi, fu istituita l’anno 1657 dal Principe Leopoldo de Medici, e cessò nel 1667. Quella degl’ Investiganti si formò in Napol
Bologna l’ anno 1690, e si convertì poi nella si famosa dell’Istituto nel 1714. I principj dell’Accademia Senese de’ Fisioc
e primario di Medicina Teorica e di Botanica nell’Università di Siena nel mese di marzo dell’anno 1691. Quindi nell’anno 16
sanza delle antichissime commedie de’ Greci, inventò alcuni intermedj nel fine d’ogni atto, i quali contengono fragnolatori
istofano Amaduzzi ecc. L’autore delle Vicende della Coltura Siciliana nel sesto volume che si accinge a pubblicarne, tribut
43 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO V. Teatro Tragico Francese nel XVII secolo. » pp. 166-211
CAPO V. Teatro Tragico Francese nel XVII secolo. Pietro Cornelio nato in Roano nel
ro Tragico Francese nel XVII secolo. Pietro Cornelio nato in Roano nel 1606 il quale sin dal 1625 colla sua Melite comin
recetti e col proprio esempio. Il primo saggio che fe delle sue forze nel tragico, fu la Medea Egli amava con predilezione
ermò l’esgesuita Andres a, perchè la Sofonisba fu la prima in Francia nel decimosettimo secolo, come pure era stato un seco
edia spagnuola, e da questa principalmente si trasse la scena, in cui nel tempo stesso implorano dal sovrano Chimene giusti
i in potere de’ Mori, e non de’ Cristiani (che è il grande errore che nel Cid di Cornelio notò esultando colla solità insol
dell’Aretino. Così avesse il Cornelio seguito questo modello italiano nel punto di maggiore importanza, cioè nell’interessa
o contro di lui. Nella seduzione di Emilia, nella congiura di Cinna e nel perdono di Augusto, ci si presenta un saggio inge
emorande parole con quanto si contiene nell’indicata scena si trovano nel libro I cap. 9 de Clementia del filosofo Cordoves
obile Severo. Pregiavasi il Cornelio di aver procurato di far sentire nel suo Pompeo e ne’ pensieri e nelle frasi il genio
o impertinenti nella poesia teatrale. I critici giudiziosi riprendono nel Pompeo varie espressioni nella descrizione degli
me, elle est toute où je suis, che forse ebbe presente il Metastasio nel far dire a Catone, Son Roma i fidi miei, Roma so
ne eccellenti, si reputarono mediocri, ed insieme colla Medea caddero nel rappresentarsi, nè i posteri ne ristabilirono il
pel teatro, pure vi era stato di nuovo indotto, al fine da buon senno nel 1675 dopo la rappresentazione del Surena, che non
esia drammatica. Questo padre e legislatore del teatro francese morto nel 1684 in Parigi, merita di studiarsi da chi voglia
bilità. Riscalda ed avviva la stessa politica, come fece specialmente nel Sertorio e nell’Attila. Con un tratto di peunello
strisciano per l’atmosfera. Ma perchè la gioventù non creda che tutto nel suo stile sia oro puro, vuolsi avvertire ch’egli
sto delle arguzie viziose che dominava sotto il regno di Luigi XIII e nel principio di quello di Luigi XIV. Troppo abbonda
re che poche volte si mostrò indulgente verso il gran Cornelio, colse nel segno affermando che “ il di lui ingegno tutto ha
e vedute politiche di un tiranno, nell’ambizione di un conquistatore, nel patriotismo eroico di un Romano o di un Greco. Ma
to la dolorosa separazione di Tito e Berenice; parrà loro di trovarsi nel caso; al pari di quella tenera regina si sentiran
per avviso de’ più scorti critici, trionfano l’Ifigenia rappresentata nel 1675, in cui con singolar diletto di chi non igno
unicamente a compiangere la figliuola di Agamennone; l’Atalia uscita nel 1691, ove il poeta s’innalza e grandeggia imitand
o alcuna volta il linguaggio de’ profeti; il Britannico rappresentato nel 1670, in cui si eccita il tragico terrore per le
ti esercizii disdicevoli alla maestà; e la Fedra comparsa sulle scene nel 1677, la quale per tanti pregi contenderebbe a tu
di Siface e di Farace presso Racine, di Teseo e di Eraclio e di altri nel Corneille, della maggior parte de’ personaggi di
di Semiramide e Nino e Dircea in Muzio Manfredi, di Mustafà e Despina nel Bonarelli, di Bibli nel Campi. Al contrario spari
ircea in Muzio Manfredi, di Mustafà e Despina nel Bonarelli, di Bibli nel Campi. Al contrario sparisce ogni idea tragica al
difetti nelle altre sue favole, benchè alcuno se ne rinvengano anche nel Mitridate, nell’Andromaca e nell’Ifigenia. Nella
che lo condussero alla riva, rinculano spaventate . Ma senza tali nei nel Racine che studiava sì felicemente il cuore dell’
i di Fineo. Aggiungiamo su questo insigne tragico nato in Fertè-Milon nel dicembre del 1639 e morto in Parigi nell’aprile d
minata; e non avea torto. Da ciò veniva la facilità mirabile che avea nel verseggiare (ciochè è diametralmente opposto alle
di azzurre nuvolette. Il più volte mentovato avvocato Saverio Mattei nel Nuovo sistema d’interpretare i tragici greci osse
o scrittore che pure vi si occupò con applauso. Tristano Eremita nato nel 1601 e morto nel 16.. rappresentandosi nell’inver
ure vi si occupò con applauso. Tristano Eremita nato nel 1601 e morto nel 16.. rappresentandosi nell’inverno del 1636 il Ci
rte di Erode il commediante Mondori declamò con tal vigore che offeso nel petto si rendette inabile a più comparire in teat
ròn da Don Joseph suo fratello, impresse in Madrid per Maria Quiñones nel medesimo anno 1636, non trovandosi fralle dodici
si, approfittandosi o della Marianne di Hardy rappresentata in Parigi nel 1610, o di quella di Tristano che fece recitare e
compose parimente varie tragedie fortunate. L’Arianna si rappresentò nel 1672 nel tempo stesso che si recitava il Bajazett
parimente varie tragedie fortunate. L’Arianna si rappresentò nel 1672 nel tempo stesso che si recitava il Bajazette del Rac
a. L’autore spese in comporla quaranta giorni; ma il tempo si consuma nel lavoro e nel maneggio della lima sullo stile, ed
pese in comporla quaranta giorni; ma il tempo si consuma nel lavoro e nel maneggio della lima sullo stile, ed è quello che
cui niuno de’ contemporanei fu comparabile. Cirano di Bergerac nato nel Perigord nel 1620 e morto nel 1655 fece una trage
’ contemporanei fu comparabile. Cirano di Bergerac nato nel Perigord nel 1620 e morto nel 1655 fece una tragedia della Mor
u comparabile. Cirano di Bergerac nato nel Perigord nel 1620 e morto nel 1655 fece una tragedia della Morte di Agrippina,
l 1620 e morto nel 1655 fece una tragedia della Morte di Agrippina, e nel personaggio di Sejano diede il primo esempio dell
nno portato al colmo questo difetto? Filippo Quinault nato in Parigi nel 1634 e morto nel 1688, oltre alle opere musicali
lmo questo difetto? Filippo Quinault nato in Parigi nel 1634 e morto nel 1688, oltre alle opere musicali e alle commedie,
i applausi Agrippa re di Alba, ovvero il Falso Tiberino rappresentata nel 1660 per due mesi continui e rimasta su quelle sc
vacità ne’ colpi di teatroa. Le tragedie sono la Morte di Ciro uscita nel 1656, in cui si veggono stranamente avviliti i ca
uazioni e ne’ consigli; Astrato re di Tiro rappresentata per tre mesi nel 1663, e rimasto al teatro malgrado de’ motteggi d
tro malgrado de’ motteggi di Boileau; Bellorofonte tragedia fischiata nel 1665 senza esser peggiore delle altre; e Pausania
ischiata nel 1665 senza esser peggiore delle altre; e Pausania uscita nel 1666 che ebbe miglior fortuna. Invano si rilevere
Non per tanto Achinoa moglie di Saulle colle sue figliuole introdotte nel Gionata, e Maaca e Tamar nell’Assalonne, sono per
sono quelle del celebre Dionigi Petavio, di cui s’impresse in Parigi nel 1620 il Sisara, e quattro anni dopo l’Usthazane,
luce la Solima e la santa Felicita di Niccolò Causin. Si pubblicarono nel 1695 anche in Parigi le quattro tragedie di Franc
specialmente ne’ primi tre atti, un languore mortale. A un tratto poi nel IV si enuncia la morte di Pisistrato, di cui non
to Ateniese: e svelare l’inutile arcano. Tutto potrebbe condonarsi se nel dramma poi dominasse minor noja, freddezza e lang
44 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 492-494
te di aiuto alla Compagnia, recitando a tre anni, per la prima volta, nel Vagabondo e la sua famiglia di Augusto Bon, e dec
simi, e magari in commestibili, come alle recite del Capitan Fracassa nel mirabile studio di Teofilo Gauthier. Il primo att
suon di tamburo, poi correva a sostenere il suo, o i suoi personaggi nel Sior Serafin Bonigolo, ad esempio, dai Storti del
scer mai a quegli ottimi sciagurati il significato della parola forno nel gergo teatrale ; nè col forno nel significato suo
i il significato della parola forno nel gergo teatrale ; nè col forno nel significato suo proprio ebber mai troppa dimestic
Priuli sostenne, acclamatissimo, il personaggio del prete liberale. E nel Mondo illustrato del 14 settembre ’61, da cui tol
pregio e dan rilievo a tutte le altre doti. Morto il padre a Torino nel ’64, ella con la madre e due sorelle restò col Mi
e due sorelle restò col Mingoni divenuto allora capocomico. Sposatasi nel ’67 al conte Carlo Borisi istriano, attore di ass
ogni aspettazione dei capocomici, specialmente colla parte di Teresa nel dramma omonimo di Dumas e con quella della Marche
rte di Teresa nel dramma omonimo di Dumas e con quella della Marchesa nel Filippo di Scribe. Fece poi compagnia col marito,
i pel formale divieto che aveva, renitente alla leva, di metter piede nel suolo austriaco. Furono il ’76 per due anni con G
ardua in faccia al pubblico e alla stampa, specie negli Oci del cor e nel Moroso de la nona di Giacinto Gallina, pei quali
45 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo III. Progressi Teatrali in Francia tardi, ma grandi nel medesimo Secolo XVII. » pp. 291-315
Capo III. Progressi Teatrali in Francia tardi, ma grandi nel medesimo Secolo XVII. Sino al 1640 in circa si
alle regole, erano neglette o ignorate in Francia. Corneille medesimo nel 1634 diceva nella prefazione della Vedova, ch’egl
usar di tutta la libertà ordinaria del teatro francese. Un tal Durval nel 1636 le metteva affatto in ridicolo. Non so adunq
va affatto in ridicolo. Non so adunque, perché Lope de Vega, che mori nel 1635, al pari della censura d’Italia, per non ave
ita la virtuosa e sensibile Paolina, e l’appassionato e nobile Severo nel Poliuto. Che idea ammirabile ci dà ancora del gra
bilito il credito. Edipo, Sertorio, Sofonisba, e Surena rappresentata nel 1675, quando Corneille rinunziò da buon senno al
n per tanto questo padre e legislatore del teatro francese, che morì, nel 1684, ha pur troppo pagato il tributo al gusto de
usto delle arguzie viziose, dominante sotto il regno di Luigi XIII, e nel principio di quello di Luigi XIV, siccome hanno o
lle vedute politiche d’un tiranno, nell’ambizione d’un conquistatore, nel patriotismo d’un eroe romano; ma favelleranno con
con conoscimento e passione di ciò che rassomiglia a quel che sentono nel proprio cuore. Ogni giovanetta posta nelle circos
elle di Corneille, trionfano, a mio credere, l’Ifigenia rappresentata nel 1675, l’Atalia nel 1691, il Britannico nel 1670,
trionfano, a mio credere, l’Ifigenia rappresentata nel 1675, l’Atalia nel 1691, il Britannico nel 1670, e la Fedra nel 1677
, l’Ifigenia rappresentata nel 1675, l’Atalia nel 1691, il Britannico nel 1670, e la Fedra nel 1677, la quale contenderebbe
ntata nel 1675, l’Atalia nel 1691, il Britannico nel 1670, e la Fedra nel 1677, la quale contenderebbe a qualunque il primo
ell’eroe romano, e vi resta quella d’un marchesino francese. Si perde nel medesimo poeta l’idea di Sertorio gran capitano e
uistò un carattere tutto suo. La francese adunque e la greca tragedia nel medesimo genere ci presentano due spezie sì diffe
asciò la commedia nella fanciullezza. Il suo Mentitore, rappresensato nel 1641, é una giudiziosa traduzione d’una commedia
minciò Molière a girar colla sua compagnia comica per le provincie, e nel 1653 rappresentò in Lione, indi in Beziers, Greno
e i capi d’opera che andava producendo, resero famoso Molière. Nacque nel 1620 con disposizioni naturali alla rappresentazi
onici. S’arricchì delle spoglie degli antichi e de’ moderni. Trovansi nel Cittadino Gentiluomo, e nel Tartuffo alcune scene
lie degli antichi e de’ moderni. Trovansi nel Cittadino Gentiluomo, e nel Tartuffo alcune scene tratte dalle Nuvole e dal P
Terenzio. Gli accidenti del velo nella medesima Scuola de’ Mariti, e nel Siciliano, il Convitato di Pietra, la Principessa
o dal teatro italiano. Varie scene e astuzie di Scapino e di Sbrigani nel Pourceaugnac son del Porta. Giorgio Dandino viene
altri gran tragici del secolo seguente; ma Molière é ancor solo. Morì nel 1673 in casa sua, nella quale fu trasportato mori
parire, trarremo dalla folla la Mère Coquette di M. Quinault impressa nel 1664, i Visionari di M. Desmaret, morto nel 1676
e di M. Quinault impressa nel 1664, i Visionari di M. Desmaret, morto nel 1676 e i Litiganti di M. Racine pubblicati nel 16
di M. Desmaret, morto nel 1676 e i Litiganti di M. Racine pubblicati nel 1668. M. Regnard, morto nel 1710, si dimostrò il
676 e i Litiganti di M. Racine pubblicati nel 1668. M. Regnard, morto nel 1710, si dimostrò il miglior imitatore di Molière
 Regnard, morto nel 1710, si dimostrò il miglior imitatore di Molière nel Giocatore, nel Distratto, e nel Legatario 201. M.
nel 1710, si dimostrò il miglior imitatore di Molière nel Giocatore, nel Distratto, e nel Legatario 201. M. Dancourt, mort
ostrò il miglior imitatore di Molière nel Giocatore, nel Distratto, e nel Legatario 201. M. Dancourt, morto nel 1725, fu un
nel Giocatore, nel Distratto, e nel Legatario 201. M. Dancourt, morto nel 1725, fu un commediante di mediocre abilità, ma p
più fortuna, e rappresentò alternativamente colla compagnia francese nel Teatro di Borgogna, nel Piccolo Borbone, e nel Pa
ntò alternativamente colla compagnia francese nel Teatro di Borgogna, nel Piccolo Borbone, e nel Palazzo Reale. Ma sette an
lla compagnia francese nel Teatro di Borgogna, nel Piccolo Borbone, e nel Palazzo Reale. Ma sette anni dopo la morte di Mol
i dopo la morte di Molière, essendosi unite le due compagnie francesi nel Palazzo di Guénégaud, il Teatro di Borgogna restò
carattere dell’Arlecchino. L’opera italiana fu introdotta nella corte nel 1647 dal cardinal Mazzarini. Egli fé venir da Fir
é venir da Firenze una compagnia di cantanti, i quali rappresentarono nel Teatro del Palazzo Reale in presenza del re il dr
in musica dallo Zarlino, e rappresentato la prima volta in Venezia. E nel matrimonio di S. M. l’istesso ministro fece rappr
nezia. E nel matrimonio di S. M. l’istesso ministro fece rappresentar nel Louvre Ercole Amante, che non piacque a’ Francesi
a nazionale, e compose un’opera pastorale intitolata Pomona, la quale nel 1659 posta in musica da Cambert, fu ricevuta con
dal progetto di stabilire un’Accademia d’opera francese, e ottenutone nel 1669 il permesso, si associò con Cambert per la m
col marchese di Surdéac per le decorazioni, e per otto mesi continui nel 1671 fu rappresentata l’opera di Pomona. Ma il si
conda opera francese posta pure in musica dal Cambert e rappresentata nel 1671. Quelli furono i principi del teatro lirico
coli e stravaganze, più mostruoso di quello che i Francesi riprendono nel teatro spagnuolo. Il palazzo del Sole, la regia d
le persone, che pur si veggono dallo spettatore, pugnali che vibrati nel seno altrui, danno la morte a chi li vibra, uomin
a da Beaulieu e da Salmon, e ne’ versi da Chesnaye, il quale li ballò nel 1582206. Questi balletti furono migliorati nel pr
aye, il quale li ballò nel 1582206. Questi balletti furono migliorati nel principio del secolo, di cui stiamo parlando, dal
li che diede poi il cardinal de Richelieu. Luigi XIII danzò una volta nel 1625 in un balletto, che non prometteva la delica
dire di fantasticar sulle nazioni. 185. V. les Anecdotes sur le Cid nel supplimento alla Gazzetta Letteraria dell’Europa
omme leur langue naturelle». E un altro letterato francese traducendo nel 1762 un’oda pastorale di un cavalier italiano, di
mi-Dieux du Tibre et de la Seine. 188. V. il giornale di M. Freron nel mese di giugno 1769, ove trovasi questo giudizio
ts dont tu peignis Burrhus. 191. Nella sceltezza dell’elocuzione e nel grazioso verseggiare consiste quella bellezza che
é que le sujet en était malheureux». 197. Di Tommaso Corneille nato nel 1625, e morto nel 1709, così giudica il prelodato
était malheureux». 197. Di Tommaso Corneille nato nel 1625, e morto nel 1709, così giudica il prelodato signor Palissot:
egnard n’est point digne d’admirer Molière». 202. V. M. de Voltaire nel Saggio sulla Storia Generale tom. VII, cap. 197.
attato, les Beaux Arts réduits à un Principe, impresso la prima volta nel 1746. 204. Tom. VII, cap. 204 del Saggio sulla S
46 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 233
lfi Giuseppe. Figlio di un suggeritore, lo vediamo per la prima volta nel 1820 generico della Compagnia Andolfatti ; generi
a prima volta nel 1820 generico della Compagnia Andolfatti ; generico nel 1827 della Compagnia di Romualdo Mascherpa, di cu
a, di cui era primo attore Luigi Domeniconi ; servitore giocoso (sic) nel 1836 della Compagnia di Luigi Taddei ; poi caratt
poi caratterista e promiscuo, e capocomico in società colla Sadowski nel 1853-54. Pel ’54-’55 egli formò due Compagnie, ad
ina di cui discorriamo più sotto, una Maria, la figlia, che trovavasi nel ’20 col padre in Compagnia Andolfatti, scritturat
enerica il ’20 nella stessa Compagnia dell’Andolfatti ; la Giuseppina nel ’36 in Compagnia Taddei, e la Giulietta nel ’56-’
ndolfatti ; la Giuseppina nel ’36 in Compagnia Taddei, e la Giulietta nel ’56-’57, in Compagnia Lottini e Mazzola, detta Ca
47 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO I. Teatro Alemanno. » pp. 4-31
Cristiano Weisse, andavano sin dal principo del secolo XVIII cadendo nel meritato disprezzo. La giustezza e la verità de’
ci degni di lode. Tale è in prima Giovanni Elia Schlegel benchè morto nel più bello della carriera. Suoi lavori scenici fur
re di massime filosofiche. Cristiano Gellert nato nell’alta Sassonia nel 1713, e morto nel 1769 mostrò buon gusto in più o
sofiche. Cristiano Gellert nato nell’alta Sassonia nel 1713, e morto nel 1769 mostrò buon gusto in più opere, e diede al t
ste di amore e disinteresse, e tutto così a bell’agio come si farebbe nel bel mezzo della favola. Giovanni Cristiano Krüge
Cristiano Krüger nato in Berlino, e morto in Amburgo di anni ventotto nel 1750 costretto dalla povertà entrò nella compagni
ie e nelle Solitudini, ovvero un gran comico per la facilità che ebbe nel dipingere i caratteri, e per la grazia che riluce
azia che riluce in qualche sua favola; ma cessò di vivere acerbamente nel 1756 in età di ventisei anni. Egli amava i buoni
indo e Sofronia non inferiore rimase non compiuta. Riusci similimente nel genere comico. Il suo Diffidente non iscarseggia
re in diffidenza. Questa commedia si trova tradotta dall’abate Arnaud nel Giornale straniero di Parigi nel mese di aprile 1
si trova tradotta dall’abate Arnaud nel Giornale straniero di Parigi nel mese di aprile 1762. Intorno al medesimo tempo fi
la Germania e ne’ paesi esteri. Tre autori tedeschi si distinsero più nel genere pastorale, Rost, Gessner e Gaërtner. Il pr
ero più nel genere pastorale, Rost, Gessner e Gaërtner. Il primo nato nel 1711 in Lipsia scrisse diverse pastorali in un at
bastanza esatte e decenti. Il delicato Salomone Gessner nato a Zurigo nel 1730, e morto prima del 1789, il quale in tante g
, risponde facendosi vedere la sua Dori. Cristiano Felice Weiss nato nel 1726 ha mostrato nelle sue poesie di più di un ge
ergia non ha la virtù in bocca di Edmond! Quanta verità non si scorge nel virtuoso carattere di Edoardo depresso dall’autor
zia e la semplicità di Gessner. Weiss satireggiò i primi dipingendoli nel carattere del sig. Gergone, e ritrasse al vivo i
ministro Federigo Amadeo Klopstock autore del poema la Messiade nato nel 1732 in Quedlinburgo. Egli compose quattro traged
moderni scrittori di favole romanzesche ed atroci. Uscì in Magdeburgo nel 1764 il Salomone divisa in cinque atti, in cui si
ca, considerandoli come demonii che prendono forma umana. L’interesse nel Salomone scritto in versi alla foggia antica e no
ssioni che sa commuovere ancora col Salomone. L’arte stessa si scerne nel Davide, in cui si legge una robusta descrizione d
ommamente segnalato Amodeo Efraim Lessing imitatore degl’Inglesi nato nel 1730 in Kamenz. Le sue favole lugubri a noi note
urbane, essendo scritta con precisione, discernimento ed intelligenza nel colorire i caratteri e le passioni. Ne recheremo
ve veniva la voce, il piè mi manca, vacillo, son presso a precipitare nel fondo dell’abisso, ma mi sento trattenere da uno
dal seno un pugnale che teneva nascosto, alza il braccio e l’immerge nel mio petto, dicendomi, io ti ho salvata per perder
quello di Milvoud del Barnwelt Inglese; ma perchè lasciarla impunita nel fine? Trovasi in generale nel drammi lugubri di L
t Inglese; ma perchè lasciarla impunita nel fine? Trovasi in generale nel drammi lugubri di Lessing invenzione, forza, pate
ragione di riprenderlo anche il sig. Bettinelli. L’abate Andres errò nel parlar di Lessing in diverse guise. In prima egli
lie private; ed in fine all’arduità di mostrarsi eloquente in versi e nel genere drammatico senza alterarne la natura. Atte
egna del pennello di Moliere. Giovanni Guglielmo di Gerstenberg nato nel 1737 a Tundern, imitatore della maniera di Ossian
ondizione inferiore ch’egli avea renduta feconda. Giovanni Goete nato nel 1749 in Francfort sul Meno, oltre ad alcune favol
gica rifutata dall’Italia. Federigo Augusto Werthy di Wietemberg nato nel 1748 ha composte due opere musicali mitologiche,
ali mitologiche, Orfeo, e Deucalione, Cristoforo Martano Wieland nato nel 1733 in Biberach, il quale prodotto avea prima la
sco pieghevole alla melodia tanto nella Talestri opera eroica, quanto nel Trionfo della fedeltà pastorale. Può anche contar
ini. Un paese sì vasto popolato e diviso in varii potentati, e dedito nel secolo XVIII a coltivar con tanto ardore la poesi
pace per le decorazioni, e per gli balli. Il ridotto del giuoco fatto nel recinto di tale edifizio comunica col teatro. Le
a compagnia de’ balli da Parigi. La prima opera che vi si rappresentò nel I di dicembre del 1742, fu Cleopatra colla musica
zzetta Letteraria dell’Europa. a. Se ne vegga la traduzione inserita nel tomo i del Teatro Tedesco di Huber e Lieubault.
48 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO II. Progressi della poesia comica nel medesimo secolo. » pp. 175-262
CAPO II. Progressi della poesia comica nel medesimo secolo. All’edizione delle sue belle
del 1514 non erasi tuttavia recitata. Si rappresentò poi la Rosmunda nel 1516, o 1517, secondo il Zeno, e fu la seconda tr
risorse la commedia nuova degli antichi. Questo poeta prodigioso nato nel 1474 a corre le prime palme in tutti i generi che
le da se stessi. I Suppositi. Nell’edizione che se ne fece in Venezia nel 1525, si vede questa favola preceduta da un prolo
zia nel 1525, si vede questa favola preceduta da un prologo in prosa, nel quale l’autore confessa di avere in essa seguitat
glimento; ma tali cose meglio si sentono nella lettura continuata che nel racconto. La Cassaria. Benchè in questa favola ri
spetto per gli antichi; ed allora che la ridusse in versi sdruccioli, nel prologo abbellito di vaghe e graziose dipinture s
gli debiti del marito della Lena, non abbia a pericolare. Ed appunto nel cacciarla fuori (standovi Flavio dentro) sopraggi
matrimonio di Flavio e Licinia. Non è questa una commedia nobile; ma nel genere inferiore ha tutte le grazie del viluppo e
vo, la pentola: O quando cerco al bujo, se più gocciola Di vino è nel boccale, allor dimenola. Cint. Te ne fai beffe?
e tinte sino al fondo dell’anima. Cesare dunque ad altro ebbe la mira nel richiedere in lui la forza comica; e certamente v
comica, questa vivacità piacevole dell’azione noi ravvisiamo appunto nel Negromante. Nulla v’ha di freddo, nulla di superf
ata in Roma a’ tempi di Leone X, che la richiese all’autore, il quale nel rimettergliela l’accompagnò con una lettera de’ 1
Essa parimente si tradusse in prosa Francese, e s’impresse in Parigi nel medesimo secolo, cioè assai prima che vi si conos
si teologi non pregiudicano a i veri e virtuosi che sono i più, e che nel consigliare non hanno la mira che alla giustizia)
a del cardinal Bernardo Dovizio da Bibbiena terra del Casentino, nato nel 1470 e morto non senza sospetto di veleno l’anno
re inedite del Castiglione conservate in Mantova, che ella fu in Roma nel 1514, cioè su i principj del pontificato di Leone
X118. La terza recita seguì in Mantova avanti alla medesima marchesa nel 1521, siccome afferma il Signore Zeno coll’ autor
Zeno coll’ autorità di Mario Equicola. Fu poi rappresentata in Lione nel 1548 in presenza del re Errico II e della regina
alderon. Si premette all’azione un prologo ed un argomento. Si espone nel primo la qualità della favola, ed in fine si dà u
e vendetta Italiana, non a torto però il dotto Lilio Gregorio Giraldi nel confessare che essa abbondi di sali e facezie, af
andro ci hanno colto Lidio e Fulvia insieme, non si vede chiaro, come nel tempo che si aspettano i di lei fratelli, sieno g
il celebre segretario Fiorentino Niccolò Machiavelli nato in Firenze nel 1469 e morto nel 1547. Egli compose la Mandragola
tario Fiorentino Niccolò Machiavelli nato in Firenze nel 1469 e morto nel 1547. Egli compose la Mandragola, la Clizia e l’A
o, intitolata il Pentimento amoroso. Ma questa si pubblicò in Venezia nel 1583, ed io trovo, che nella stessa città un’ alt
el 1583, ed io trovo, che nella stessa città un’ altra se ne impresse nel 1581 di Aluise Pasqualigo detta gl’ Intricati, la
indi un’ altra pastorale intitolata Calisto pubblicata per le stampe nel 1586. Contemporanea al Pentimento fu la Danza di
già rappresentata in Parma in presenza di Ranuccio Farnese giovanetto nel 1583, quando fu dedicata alla nobile Camilla Lupi
e in qual modo venne in casa la Clizia, dice: Quando dodici anni sono nel 1494 passò il re Carlo per Firenze, che andava co
ma Ferrarese per domicilio, essendo stato d’anni sette e qualche mese nel 1513 condotto dal padre alla corte del duca Ercol
uocero. Questo illustre letterato morto in Venezia d’anni sessantadue nel 1572122, che nella satira e nella commedia si avv
anna mentovata dal Ghilini, le quali probabilmente si rappresentarono nel teatro ducale di Ferrara. Il Geloso e i Fantasmi
ducale di Ferrara. Il Geloso e i Fantasmi videro la luce delle stampe nel 1545; ma de’ Romiti e dell’Arianna non ci è rimas
e. Il Geloso. Avrebbe mai il glorioso maestro della Poetica Francese, nel parlar della gelosia e vendetta delle commedie It
de’ servi, i quali non abbiamo potuto finora rinvenire nell’Ariosto, nel Bibbiena e nel Machiavelli, regneranno per avvent
uali non abbiamo potuto finora rinvenire nell’Ariosto, nel Bibbiena e nel Machiavelli, regneranno per avventura come nel pr
riosto, nel Bibbiena e nel Machiavelli, regneranno per avventura come nel proprio elemento in questa favola del Bentivoglio
ianissimo. L’argomento di questa favola è nuovo. L’autore stesso dice nel prologo che si è sforzato di comporre una commedi
, padron mio caro? Su su (disse ei tremando come foglia E pallido nel viso come un morto) Datemi le mie calce e ’l mio
o, il Filosofo, la Cortigiana, e la Talanta. Il Marescalco pubblicato nel 1530 è una lunga commedia di cinque atti priva d’
un paggio vestito da femmina. Questa commedia, e l’Ippocrito impresso nel 1542, e ’l Filosofo uscito nel 1549 furono da Jac
uesta commedia, e l’Ippocrito impresso nel 1542, e ’l Filosofo uscito nel 1549 furono da Jacopo Doroneti pubblicate nel seg
2, e ’l Filosofo uscito nel 1549 furono da Jacopo Doroneti pubblicate nel seguente secolo sotto nome del celebre Tansillo c
erario che avea data alla luce la Talanta altra commedia dell’Aretino nel 1604 col titolo di Ninetta, pubblicò anche la Cor
’Aretino nel 1604 col titolo di Ninetta, pubblicò anche la Cortigiana nel 1628 col titolo dello Sciocco, attribuendole ambe
e moderne lingue. L’Arcivescovo di Patras Alessandro Piccolomini nato nel 1508 da collocarsi tra gli uomini illustri del ci
re commedie in prosa. La prima intitolata l’Amor costante fu recitata nel 1536 in presenza dell’ imperador Carlo V quando e
presenza dell’ imperador Carlo V quando entrò in Siena, e s’impresse nel 1559. La seconda è l’Alessandro che si stampò nel
Siena, e s’impresse nel 1559. La seconda è l’Alessandro che si stampò nel 1553. L’Ortenzio che fu la terza, si rappresentò
ro che si stampò nel 1553. L’Ortenzio che fu la terza, si rappresentò nel 1560 entrando in Siena il duca Cosimo I, e si pub
imente impresse tralle sei degli Accademici Intronati di Siena uscite nel 1611. Giovanni Imperiali nel Museo Istorico parla
gli Accademici Intronati di Siena uscite nel 1611. Giovanni Imperiali nel Museo Istorico parla delle due prime con molta lo
ncipe de’ poeti comici Italiani. Egli però seguì Plauto ed Aristofane nel far che gli attori s’indrizzino agli spettatori.
non m’impaccio con loro; cotesti vanno al Rampino. Lo stesso Fabrizio nel III dubitando d’una fante, dice: crede farmi star
prigioni di que’ cani, finiva tredici anni. Di quel sacco parlò pure nel Geloso il prelodato Bentivoglio, ed ancor l’Areti
crisse in versi che furono il Capitano uscita alla luce per le stampe nel 1545, e il Marito nel 1560; le altre tre sono scr
rono il Capitano uscita alla luce per le stampe nel 1545, e il Marito nel 1560; le altre tre sono scritte in buona prosa, i
; le altre tre sono scritte in buona prosa, il Ragazzo che s’impresse nel 1541, il Ruffiano tratta dal Rudente di Plauto, e
tratta dal Rudente di Plauto, e la Fabrizia, le quali si pubblicarono nel 1549. Nel 1548 videro la luce quattro altre buone
Scrisse anche il Gelli l’Errore altra commedia che non s’impresse che nel 1603. Tralle migliori commedie in prosa di quel s
itar nell’Avaro ed in altre sue commedie. La protestazione ch’egli fa nel prologo della Sporta, mostra l’intelligenza ed il
etano. Questo piacevolissimo scrittore che morì d’anni sessantacinque nel 1563, fu calzolajo, ma si distinse in Firenze per
ppresentata sin dal 1546 da alcuni gentiluomini Napoletani, mentovati nel I libro della Storia di Notar Castaldo, nella sal
ra, la Cesarea Gonzaga e la Trinuzia che si pubblicarono con applauso nel 1550. Agnolo Firenzuola cittadino Fiorentino ed A
e in prosa due belle commedie i Lucidi impressa da’ Giunti di Firenze nel 1549, e la Trinuzia uscita alla luce nel 1551. An
pressa da’ Giunti di Firenze nel 1549, e la Trinuzia uscita alla luce nel 1551. Anton Francesco Grazzini detto il Lasca, un
elosia (che non è certamente quella de’ Fajeli) pubblicata in Firenze nel 1551, e la Spiritata nel 1560, le quali insieme c
nte quella de’ Fajeli) pubblicata in Firenze nel 1551, e la Spiritata nel 1560, le quali insieme colla Sibilla si ristampar
a nel 1560, le quali insieme colla Sibilla si ristamparono in Venezia nel 1582. Giovammaria Cecchi, cui si confessano i Fio
patria uguale a Roma e ad Atene, oltre ad alcune pastorali, pubblicò nel 1550 e nel 1561 varie commedie in prosa ed in ver
ale a Roma e ad Atene, oltre ad alcune pastorali, pubblicò nel 1550 e nel 1561 varie commedie in prosa ed in versi, intitol
prosa, secondo Apostolo Zeno, licenziosa anzi che no, che si pubblicò nel 1560. Il Capitano bizzarro commedia in terza rima
ma di Secondo Tarantino si recitò in Taranto, e s’impresse in Venezia nel 1551. Giordano Bruno di Nola compose la commedia
o di Nola compose la commedia del Candelajo che si pubblicò in Parigi nel 1582, vi si reimpresse nel 1589, e vi si tradusse
ia del Candelajo che si pubblicò in Parigi nel 1582, vi si reimpresse nel 1589, e vi si tradusse nel secolo seguente pubbli
blicò in Parigi nel 1582, vi si reimpresse nel 1589, e vi si tradusse nel secolo seguente pubblicandosi col titolo Boniface
commedia in prosa del Guidani Leccese s’impresse in Venezia per Aldo nel 1570. Il Trappa pure in prosa di Massimo Cameli A
appa pure in prosa di Massimo Cameli Aquilano si pubblicò nell’Aquila nel 1566. La Virginia che il secondo Bernardo Accolti
che osservò il Zeno. La Flora di Luigi Alamanni s’impresse in Firenze nel 1556 per cura di Andrea Lori che la fece recitare
ino da Cagli. Nel prologo degl’ Ingiusti Sdegni sua commedia impressa nel 1553 havvi una descrizione lodevole della commedi
li la porta: Licinio è quì che come smarrito augello cerca di ridursi nel vostro nido, come aquila che stà per fissar l’occ
l’ Ingiusti Sdegni, e due altre uscite alla luce più tardi, l’Evagria nel 1584, e i Falsi Sospetti nel 1588. Francesco d’Am
re uscite alla luce più tardi, l’Evagria nel 1584, e i Falsi Sospetti nel 1588. Francesco d’Ambra gentiluomo Fiorentino mor
petti nel 1588. Francesco d’Ambra gentiluomo Fiorentino morto in Roma nel 1558127 scrisse più commedie pregiate dagl’ intel
isse più commedie pregiate dagl’ intelligenti, e citate per la lingua nel Vocabolario della Crusca. Le più stimate sono: i
stimate sono: i Bernardi in versi sciolti che si produsse in Firenze nel 1563 e 1564; la Cofanaria parimente in versi scio
de’ Medici e della regina Giovanna d’ Austria, e stampata in Firenze nel 1561; ed il Furto scritta in prosa impressa nel 1
e stampata in Firenze nel 1561; ed il Furto scritta in prosa impressa nel 1560, e poi più volte ristampata, la quale vivent
le vivente l’ autore si era rappresentata dagli accademici Fiorentini nel 1544, ed appresso raccolse gli applausi più disti
rolamo Parabosco. Una ne compose in versi ch’è il Pellegrino impressa nel 1560, e sette in prosa, cioè l’Ermafrodito, il La
in prosa noverate tralle migliori Italiane. Gl’ Inganni (tradotta poi nel seguente secolo dal principe de’ comici Francesi,
poi nel seguente secolo dal principe de’ comici Francesi, ed imitata nel nostro dal Napoletano Niccolò Amenta) si recitò c
o in Milano alla presenza di Filippo II allora principe delle Asturie nel 1547, e s’impresse nel 1562. L’Interesse, la Came
za di Filippo II allora principe delle Asturie nel 1547, e s’impresse nel 1562. L’Interesse, la Cameriera ed il Beffa si pu
ngeli; tutte queste commedie scritte parte in prosa, e parte in versi nel periodo di cui parliamo, si faranno leggere da ch
olo non declinò il gusto della buona commedia. S’ impresse in Venezia nel 1582 la commedia intitolata gli Straccioni del co
ne la più gaja e fresca tintura de’ costumi della sua età. Scusandosi nel prologo di avere ideato senza esempio un argoment
solita sua maravigliosa eleganza e purezza e grazia del dire) e pose nel tempo stesso nella passione di Gisippo e Giuliett
m’è sempre in bocca. Tu vedi che la tua immagine mi stà continuamente nel cuore. Tu sai che d’altri che tuo non posso esser
dice o si risponde cosa che non sembri l’unica espressione richiesta nel caso. Ma la bella lettera poi spira tutto il pate
rugginito dalla pedantesca passione di far acquisto di libri stampati nel XV secolo, fossero poi anche scempj e fanciullesc
ostume si vorrebbero più castigate. Esse sono tre, il Tesoro impressa nel 1583, l’Alteria nel 1587, e l’Emilia nel 1596, tu
più castigate. Esse sono tre, il Tesoro impressa nel 1583, l’Alteria nel 1587, e l’Emilia nel 1596, tutte scritte in versi
sono tre, il Tesoro impressa nel 1583, l’Alteria nel 1587, e l’Emilia nel 1596, tutte scritte in versi e collo spirito d’ar
a con senno la sua Donna costante dalla venuta di Aristide in Bologna nel giorno che è stata sepolta fintamente Elfenice e
due strofe. Nel terzo in fine dell’atto II si vede in un prato Cerere nel suo carro, e canta due ottave. Il quarto tramezzo
chi l’ha seguito. Questa commedia dedicata dall’autore a Carlo Pitti nel 1578 s’impresse nel 1582, e nell’anno seguente si
uesta commedia dedicata dall’autore a Carlo Pitti nel 1578 s’impresse nel 1582, e nell’anno seguente si pubblicò l’Amante F
della riferita. Il Vellettajo del Masucci in versi si diede alla luce nel 1585: l’Amico fido del Bardi rappresentata in Fir
zze di Don Cesare d’Este e Donna Virginia de’ Medici uscì al pubblico nel medesimo anno: la Prigione di Borso Argenti in pr
ico nel medesimo anno: la Prigione di Borso Argenti in prosa impressa nel 1587: la Vedova di Niccolò Buonaparte anche in pr
osa impressa nel 1587: la Vedova di Niccolò Buonaparte anche in prosa nel 1592: il Fortunio del Giusti anche in prosa nel 1
aparte anche in prosa nel 1592: il Fortunio del Giusti anche in prosa nel 1593. Il Perugino Sforza degli Oddi professor di
ed in Parma dove finì di vivere l’anno 1610 secondo Apostolo Zeno, o nel 1611 come ci assicura il Bolsi presso il Tirabosc
tolata Erofilomachia, ovvero Duello d’Amore e d’Amicizia, si pubblicò nel 1586, ma era stata composta nella giovanezza dell
lar piacere, e si ristampò più volte. La Prigione d’Amore si produsse nel 1592, ed in essa, come nella precedente, vi è una
de’ caratteri e per l’intreccio, intitolata i Morti vivi, s’impresse nel 1597. Anche queste commedie dell’Oddi son da ripo
ella dilicata classe delle commedie teneri simili all’Ecira, le quali nel nostro secolo vedremo oltramonte degenerare in ra
n Caprarola dagli Accademici di quella città il primo di di settembre nel 1598 alla presenza del cardinal Odoardo Farnese g
Torquato Tasso e che s’ impresse in Viterbo presso Girolamo Discepolo nel 1604. E’ una favola assai ravviluppata, piena per
a ragione che quest’ Accademico di Caprarola si dilettava di scrivere nel genere drammatico. Tuttavia non abbiamo sinora su
eva scrivere una parte in lingua napoletana il Tasso nato ed allevato nel regno sino al decimo anno della sua età, e che po
trattenne diversi mesi, che il Liberati il quale nè nacque nè dimorò nel regno di Napoli. Forse l’ultimo scrittore comico
l Falco commedie inedite di Giuseppe Feggiadro de’ Gallani si favella nel Compendio Istorico di Parma scritto dall’Edovari
o i Matrimonj recitata avanti al duca Pier Luigi Farnese, si fa motto nel citato ms. dell’Edovari: di un’ altra commedia la
re in una lettera il Parabosco. Egli scrisse alcune commedie in prosa nel suo grazioso dialetto nativo mescolato talvolta c
1549 al 1556. Il Lombardo altro attore di professione diede alla luce nel 1583 l’Alchimista sua commedia lodata. Fabrizio F
ccodrillo Comico Confidente, diede alla luce in Parigi per l’Angelier nel 1585 la commedia intitolata Angelica, che poi si
1585 la commedia intitolata Angelica, che poi si ristampò in Venezia nel 1607 pel Bariletto. Il famoso attore Padovano Ang
Beolco chiamato il Ruzzante scrisse alcune commedie che s’impressero nel 1598, cioè la Fiorina, la Vaccaria, l’Anconitana
te di buffoneria, e vi si faceva uso di maschere diverse, colle quali nel vestito, nelle caricature e nel linguaggio si esa
uso di maschere diverse, colle quali nel vestito, nelle caricature e nel linguaggio si esagerava la ridicolezza caratteris
citò dal principe Don Francesco figliuolo del Duca. 108. V. il Pigna nel lib. II de’ Romanzi. 109. Un sogno simile, se be
tata da Apostolo Zeno Annot. all’Eloq. Ital. 124. E’ stata inserita nel 1786 nel tomo IV dell’ultima collezione del Teatr
postolo Zeno Annot. all’Eloq. Ital. 124. E’ stata inserita nel 1786 nel tomo IV dell’ultima collezione del Teatro Italian
ue a lei l’esser cotanto bella, Un non ignobile letterato di Parma nel 1780 ha voluto rinnovar questo metro ne’ suoi Tre
senza, citarlo, nell’opera intitolata. Del Teatro proscritta in Roma nel 1771 e ristampata in Venezia nel 1773. L’autore a
olata. Del Teatro proscritta in Roma nel 1771 e ristampata in Venezia nel 1773. L’autore anonimo (che si crede che fosse ce
49 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO V. La Drammatica oltre le alpi nel XV secolo non eccede le Farse e i Misteri. » pp. 74-84
CAPO V. La Drammatica oltre le alpi nel XV secolo non eccede le Farse e i Misteri. Men
orma di dramma il Canto Reale, rappresentandosi la Passione di Cristo nel borgo di San Mauro. Chi riflette alla vittoriosa
favore della Corte prendendo il titolo di Fratelli della Passione, e nel 1402 ne ottennero da Carlo VI l’ approvazione. Po
la Pazienza di Giobbe. La Vita di S. Cristofano impressa in Grenoble nel 1530 fu composizione del maestro Chevalet, il qua
nta, or cinquanta personaggi. Furonvi in Francia sotto Carlo VI morto nel 1422, oltre a’ Fratelli della Passione, varie alt
l secolo ne furono escluse per un canone del Concilio Toledano tenuto nel 1473. Per dar giusta ed istorica idea dello stato
Rodrigo Cotta appena scrisse un atto solo de’ ventuno che n’ebbe poi nel seguente secolo per altra mano. Lo spirito d’apol
ochi di carnovale, dialoghi che la gioventù mascherata giva recitando nel carnovale per le case. Essi piacquero oltremodo p
intitolati: I Giuoco di Carnovale, II i sette Padroni, III il Turco, nel quale il Soldano viene a Norimberga per pacificar
i sguardi alcun poco agli antichi, e tradussero Terenzio. Si conserva nel Collegio di Zwickau un estratto di due commedie T
gli scolari. Nel 1486 s’impresse in Ulm una traduzione dell’Eunuco, e nel 1499 quella di tutte le commedie del comico latin
ni nelle città. Allorchè Carlo ultimo duca di Borgogna entrò in Lilla nel 1468, i Fiaminghi rappresentarono per mistero sen
3. Continuarono in Inghilterra i misteri e le farse, come può vedersi nel Dizionario di Chambers. Tale è la storia teatrale
l’informe spettacolo scenico sacro: che quivi ancora, e non altrove, nel XIV secolo se ne tentò il risorgimento seguendo l
le comedie della Filologia del Petrarca e del Paolo del Vergerio: che nel XV che fu il secolo dell’ erudizione, in latino c
le Italiche contrade il vanto di non essere state da veruno prevenute nel dettar drammi volgari, la Catinia, l’Orfeo, il Ga
auto, il Giuseppe, la Panfila, il Timone: finalmente che gl’ Italiani nel XIV e XV secolo nel rinnovarsi il piacere della t
a Panfila, il Timone: finalmente che gl’ Italiani nel XIV e XV secolo nel rinnovarsi il piacere della tragedia non si valse
e per mancanza di gusto, di materiali e di principj? Ci si presenterà nel proseguimento della nostra storia la gloria dramm
luminosa, che la stessa Italia ne rimarrà quasi offuscata; ed allora nel riferirla ci faremo un pregio non solo di tributa
zione del Nasarre. 72. Dell’Encina si ha solamente impressa in Roma nel 1521 la Tribagia o Via sagra de Hierusalèm compon
50 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO III. Teatro Inglese. » pp. 143-156
CAPO III. Teatro Inglese. Una potente convulsione nel cominciar del secolo XVII giva agitando gli umori
vassalli passar dal trono al palco, e lo stato che soffrir non volle nel re legittimo una soverchia autorità, si trovò eff
e pubbliche turbolenze. Beniamino Johnson nato verso il 1575 e morto nel 1673, occupò il posto di poeta regio, benchè per
le prime si tennero in gran pregio la Caduta di Sejano rappresentata nel 1601, e la Congiura di Catilina pubblicata nel 16
i Sejano rappresentata nel 1601, e la Congiura di Catilina pubblicata nel 1608; e tralle commedie si ammirarono il Chimista
degli antichi, e gli copiava con molta franchezza, il che si osserva nel Sejano e nel Catilina; ma secondò il carattere de
i, e gli copiava con molta franchezza, il che si osserva nel Sejano e nel Catilina; ma secondò il carattere degli spettator
ia, dove osservò lo spettacolo dell’opera in musica, volle introdurla nel teatro nazionale. A tal genere appartiene la Circ
si l’eccellente attore ed autore tragico e comico Tommaso Otwai morto nel 1685 d’anni trentaquattro. Passano per le miglior
ne mostrò la gran distanza svantaggiosa all’Inglese. Riuscì Otwai più nel tragico che nel comico; ma non fu meno irregolare
n distanza svantaggiosa all’Inglese. Riuscì Otwai più nel tragico che nel comico; ma non fu meno irregolare degli spagnuoli
loro gli confuse. Anche Giovanni Dryden nato di una famiglia cospicua nel 1631, il quale divenne cattolico sotto Giacomo II
ospicua nel 1631, il quale divenne cattolico sotto Giacomo II, e morì nel 1701, ebbe il titolo di Racine dell’Inghilterra s
l Paradiso perduto. Il traduttore di Giovenale Tommaso Shadwell morto nel 1693 compose pel teatro comico dopo di aver letto
aliere Van-Broug architetto grossolano, e poeta comico delicato morto nel 1704. Egli non meno che Congreve vollero opporsi,
no che Congreve vollero opporsi, ma con poca riuscita al Collier, che nel 1698 produsse contro il teatro inglese il suo Qua
cheley più pregiate, sono l’Amore in un bosco rappresentata in Londra nel 1627, il Gentiluomo maestro di ballo, e l’Uomo fr
, per cui Terenzio tanto sovrasta a’ suoi posteri, l’unità di disegno nel tutto, e la verità, l’esattezza, e la precisione
Moreto: finalmente il gusto, l’amenità, e l’inarrivabile delicatezza nel ritrarre al vivo i caratteri e le ridicolezze cor
51 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO VI. Tragedia Cittadina e Commedia Lagrimante. » pp. 134-143
pesso in prosa che in versi. Franceso Maria d’Arnaud de Baculard nato nel 1709 si è esercitato in simil genere. Il suo Faje
rj e le teste de’ morti; nell’altro una religiosa disperata, la quale nel proprio confessore ravvisa l’antico suo amante ch
ricchezze. Il Socrate dramma in prosa che Voltaire diede al pubblico nel 1755 come una traduzione di quello di Tompson alu
oltivato questo genere comicolugubre con singolare felicità, il primo nel Disertore, il secondo nell’Umanità, il terzo nell
eramente. Non eccedono la natura gli scherzi comici dell’uffizialetto nel Disertore, ma non si accordano colle situazioni p
In quello che intitolò Natalia rappresentato la prima volta in Parigi nel 1787, si notano molti difetti, benchè non lasci d
è non lasci d’interessare. Altri drammi piangolosi non molto riusciti nel pubblico teatro, e meno nella lettura, per chi no
eri, si sono veduti sulle scene francesi. M. Louvais fe rappresentare nel 1773 l’Adone scritto in prosa; l’Orfano Inglese p
73 l’Adone scritto in prosa; l’Orfano Inglese parimente in prosa uscì nel 1769; M. Fenouillot dal 1767 sino al 1771 ha pubb
ia tenera. Nel Padre di famiglia del primo, nell’Eugenia del secondo, nel Figliuol prodigo del Voltaire non si vedono morib
e qualche particolarità. Dionigi Diderot filosofo di molto nome morto nel 1787 vide il suo Padre di famiglia nel 1761 rappr
t filosofo di molto nome morto nel 1787 vide il suo Padre di famiglia nel 1761 rappresentato in Parigi con felice successo
do di varj difetti vale assai più del Figlio naturale, benchè Diderot nel tempo che se ne valeva volle chiamarlo farsa senz
lle chiamarlo farsa senza averne veruna caratteristica. Non si vedono nel Figlio naturale se non che situazioni semitragich
a tale affettata nojosa saviezza in tutti i personaggi e specialmente nel Figlio naturale ed in Costanza, che farà sempre s
trarie alla scena di Talia. Confesso che egli dovea meglio contenersi nel recinto prescritto alla commedia nel toccare le p
che egli dovea meglio contenersi nel recinto prescritto alla commedia nel toccare le passioni tenere: che vi si scorge qual
passioni tenere: che vi si scorge qualche difetto di verisimiglianza nel piano: che i colpi teatrali di tutto l’atto IV pr
le malgrado di alcun difetto, cioè col Figliuol Prodigo rappresentato nel 1736, e col Caffè ovvero la Scozzese. Mirabile ne
52 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO II. Tragedie di Pietro Cornelio, di Racine e di altri del XVII secolo. » pp. 8-35
i Racine e di altri del XVII secolo. Pietro Cornelio nato in Roano nel 1606, il quale sin dal 1625 colla sua Melite comi
recetti e col proprio esempio. Il primo saggio che fe delle sue forze nel tragico aringo, fu la Medea. Egli amava con predi
ome afferma l’ab. Andres3, perchè la Sofonisba fu la prima in Francia nel XVII, come in Italia era stata nel XVI secolo. Be
a Sofonisba fu la prima in Francia nel XVII, come in Italia era stata nel XVI secolo. Ben fu però la tragedia del Cid la pi
commedia spagnuola, onde principalmente fu tolta la scena nella quale nel tempo stesso implorano dal sovrano Chimene giusti
ia dell’Aretino. Così avesse Cornelio seguito questo modello italiano nel più importante punto, cioè nell’ interessar l’udi
o contro di lui! Nella seduzione di Emilia, nella congiura di Cinna e nel perdono di Augusto, qual saggio ingegnoso misto d
olina e dell’appassionato e nobile Severo. Pregiavasi Cornelio d’aver nel suo Pompeo procurato di far sentire ne’ pensieri
po impertinenti nella poesia tragica. I critici giudiziosi riprendono nel Pompeo molte espressioni nella descrizione degli
comede, il Sertorio, la Rodoguna. Presentò nella prima la magnanimità nel punto più vistoso. Nel Sertorio si prefisse di mo
incontrano, furono reputate mediocri, ed insieme colla Medea caddero nel rappresentarsi, nè i posteri ne ristabilirono il
eatro pur vi era stato indotto un’ altra volta, al fine da buon senno nel 1675 dopo la rappresentazione del Surena, che non
esia drammatica. Questo padre e legislatore del teatro francese morto nel 1684 in Parigi merita di studiarsi da chi voglia
bilità: riscalda ed avviva la stessa politica, come fece specialmente nel Sertorio e nell’Attila: con un tratto di pennello
trisciano per l’ atmosfera. Ma perchè la gioventù non creda che tutto nel di lui stile sia oro puro, vuolsi avvertire ch’eg
sto delle arguzie viziose che dominava sotto il regno di Luigi XIII e nel principio di quello di Luigi XIV. Troppo abbonda
re che poche volte si mostrò indulgente verso il gran Cornelio, colse nel segno affermando che “il di lui ingegno tutto ha
le vedute politiche d’un tiranno, nell’ambizione d’ un conquistatore, nel patriotismo eroico di un Romano o d’un Greco. Ma
ento la dolorosa divisione di Tito e Berenice; parrà loro di trovarsi nel caso; al pari di quella tenera regina si sentiran
per avviso de’ più scorti critici, trionfano l’Ifigenia rappresentata nel 1675, in cui con singolar diletto da chi non igno
unicamente a compiangere la figliuola d’ Agamennone; l’Atalia uscita nel 1691, ove il poeta s’ innalza e grandeggia imitan
o alcuna volta il linguaggio de’ profeti; il Britannico rappresentato nel 1670, in cui si eccita il tragico terrore per le
rti esercizj disdicevoli alla maestà; e la Fedra comparsa sulle scene nel 1677, la quale per tanti pregi contenderebbe a tu
ziandio, disperati, tragici sono gli amori di Torrismondo e di Alvida nel Tasso; di Semiramide, di Nino e Dircea nel Manfre
di Torrismondo e di Alvida nel Tasso; di Semiramide, di Nino e Dircea nel Manfredi; di Mustafà e Despina nel Bonarelli; di
o; di Semiramide, di Nino e Dircea nel Manfredi; di Mustafà e Despina nel Bonarelli; di Bibli nella tragedia del Campi. Al
i difetti nelle altre sue favole, benchè alcuno se ne rinvenga ancora nel Mitridate, nell’ Andromaca e nell’Ifigenia. Nella
re nuvolette7. Mentre i due lodati gran tragici fondavano la tragedia nel lor paese ora seguendo i Greci, gl’ Italiani e gl
Dolce, come accennammo, servì d’esempio a’ Francesi ed agli Spagnuoli nel portar sulla scena questo argomento. Tommaso Corn
ompose ancora varie tragedie fortunate. La sua Arianna si rappresentò nel 1672 nel tempo stesso che si recitava il Bajazzet
cora varie tragedie fortunate. La sua Arianna si rappresentò nel 1672 nel tempo stesso che si recitava il Bajazzette di Rac
a. L’autore spese in comporla quaranta giorni; ma il tempo si consuma nel maneggio della lima sullo stile, ed è quello che
e cui niuno de’ contemporanei fu comparabile. Cirano di Bergerac nato nel Perigord nel 1620 e morto nel 1655 fece una trage
e’ contemporanei fu comparabile. Cirano di Bergerac nato nel Perigord nel 1620 e morto nel 1655 fece una tragedia della mor
fu comparabile. Cirano di Bergerac nato nel Perigord nel 1620 e morto nel 1655 fece una tragedia della morte di Agrippina,
l 1620 e morto nel 1655 fece una tragedia della morte di Agrippina, e nel personaggio di Sejano diede il primo esempio dell
anno portato al colmo questo difetto? Filippo Quinault nato in Parigi nel 1634 e morto nel 1688, oltre alle opere musicali
olmo questo difetto? Filippo Quinault nato in Parigi nel 1634 e morto nel 1688, oltre alle opere musicali e alle commedie,
i applausi Agrippa re d’Alba, ovvero il Falso Tiberino, rappresentata nel 1660 per due mesi continui e rimasta su quelle sc
acità ne’ colpi di teatro8. Le tragedie sono: la Morte di Ciro uscita nel 1656, in cui si veggono stranamente avviliti i ca
uazioni e ne’ consigli; Astrato re di Tiro rappresentata per tre mesi nel 1663 e rimasta al teatro malgrado de’ motteggi di
tro malgrado de’ motteggi di Boileau; Bellerofonte tragedia fischiata nel 1665 senza esser peggiore delle altre; e Pausania
ischiata nel 1665 senza esser peggiore delle altre; e Pausania uscita nel 1666 che ebbe miglior fortuna. Invano si rilevere
pertanto Achinoa moglie di Saulle colle due sue figliuole introdotte nel Gionata, e Maaca e Tamar nell’Assalonne, sono per
sono quelle del celebre Dionigi Petavio, di cui s’impresse in Parigi nel 1620 il Sisara, e quattro anni dopo l’Usthazane,
luce la Solima e la Santa Felicita di Niccolò Causin. Si pubblicarono nel 1695 anche in Parigi le quattro tragedie di Franc
il fu Garcia de la Huerta, veggasi da ciò che egli affermò di Racine nel suo gran papelon chiamato prologo. Racine, al suo
di lui prefazione al Britannico. 7. Il più volte lodato sig. Mattei nel Nuovo sistema d’interpretare i tragici Greci osse
53 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO II. Spettacoli teatrali in Alemagna. » pp. 77-87
torali e commedie su’ teatri d’Italia comparvero sin dal XV secolo, e nel XVI, prima che l’Alemagna conoscesse i drammi can
in tal periodo; e pure essi eccedono ancor più nella stravaganza che nel numero. Lo spirito di controversia che animava il
tardi si valsero di queste armi teatrali, avendo cominciato ad usarle nel secolo XVII colla Graziosa Commedia della vera an
a punirne l’autore, ma egli ebbe tempo di fuggirsi a Losana dove morì nel 1552a. Forse il più ingegnoso autore scenico del
stinato re di Danimarca con una elegia che porta la data di Brunswich nel 1589, indi al figliuolo Federigo. Nella Rebecca e
a riconciliazione d’Ildegarde e Carlo, ma che nell’avvilupparsi entra nel tragico. Nel Giulio redivivo, e negli Elveti Germ
olarità ed eleganza scritto in idioma alemanno. S’impresse in Ziwckau nel 1536, e si reimpresse nel 1544. Vi si trovano int
o in idioma alemanno. S’impresse in Ziwckau nel 1536, e si reimpresse nel 1544. Vi si trovano introdotti i cori, e vi si os
Calisto tragedia in diciannove atti di Sigismodo Grimm che s’impresse nel 1520 in Ausbourg: la seconda è l’Aulularia di Pla
sse nel 1520 in Ausbourg: la seconda è l’Aulularia di Plauto stampata nel 1535 in Magdebourg: la terza è l’Ifigenia in Auli
1535 in Magdebourg: la terza è l’Ifigenia in Aulide uscita alla luce nel 1584, che porta il titolo di comicotragedia. a.
se di ripetere così da lungi i passi scenici degli Alemanni, allorchè nel Discorso premesso alla tradizione degl’Idilii di
racciare il tempo scorso da Opiz sino a’ nostri giorni . Ma dopo che nel 1777 uscì la Storia critica de’ Teatri antichi e
ti che in essa si protersero, che poteva risalire un poco più. Quindi nel pubblicare l’anno 1779 l’Idea della Poesia Aleman
ia Storia teatrale in un volume non lasciai di registrare, e che indi nel produrla in sei volumi con nuove aggiunte riprodu
dussi. a. Si vegga il Teatro Alemanno compilato in Parigi e prodotto nel 1772. a. Dizionario Critico art. Naogeorgus not
54 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO II. Spettacoli teatrali in Alemagna. » pp. 13-20
storali e commedie su’ teatri d’Italia comparvero sin dal XV secolo e nel XVI, prima che l’Alemagna conoscesse i drammi can
in tal periodo; e pure essi eccedono ancor più nella stravaganza che nel numero. Lo spirito di controversia che animava il
ù tardi si valsero di queste armi teatrali, avendo cominciato a farlo nel XVII secolo colla Graziosa Commedia della vera an
a punirne l’autore, ma egli ebbe tempo di fuggirsi a Losana dove morì nel 155215. Forse il più ingegnoso autore scenico del
tragedie Venere e Didone. S’impressero in un volume da Bernardo Jobin nel 1592, e furono dedicate prima a Cristiano IV dest
a riconciliazione d’Ildegarde e Carlo, ma che nell’avvilupparsi entra nel tragico. Nel Giulio redivivo e negli Elveti-Germa
larità ed eleganza scritto in idioma Alemanno. Fu impresso in Ziwckau nel 1536 e reimpresso nel 1544. Vi si trovano introdo
itto in idioma Alemanno. Fu impresso in Ziwckau nel 1536 e reimpresso nel 1544. Vi si trovano introdotti i cori, e vi è oss
listo tragedia in diciannove atti di Sigismondo Grimm che s’ impresse nel 1520 in Ausbourg: la seconda è l’Aulularia di Pla
sse nel 1520 in Ausbourg: la seconda è l’Aulularia di Plauto stampata nel 1535 in Magdebourg: la terza è l’Ifigenia in Auli
1535 in Magdebourg: la terza è l’Ifigenia in Aulide uscita alla luce nel 1584, che porta il titolo di comicotragedia. 11
isse di ripetere così da lungi i passi scenici degli Alemanni, quando nel discorso premesso alla traduzione degl’ Idilj di
Opitz sino a’ nostri giorni. Uscita poi la Storia Critica de’ Teatri nel 1777, in cui si parlava di poesia Alemanna e di t
in cui si parlava di poesia Alemanna e di teatro prima di Opitz, egli nel pubblicare l’anno 1779 l’Idea della poesia Aleman
riproduco. 12. V. il Teatro Alemanno compilato in Parigi e prodotto nel 1772. 13. Dizion. Crit. art. Naogeorgus Nota A.
55 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi [3e éd.]. Tomo X, parte 2 pp. 2-245
Chi può senza rossore Rammentar come visse allor che muore Metastasio nel Temistocle. Storia de’ teatri antichi e moder
condo decennio del secolo XIX. Non ha l’Italia ricusato di accogliere nel suo recinto di simili merci oltramontane, fossero
ute varie tragedie cittadine simili a quella del dottor Simoni uscita nel 1787 intitolata Lucia e Melania, più di una comme
el suo destino, e Nancy ossia la Vanità dell’umana fermezza. Osservai nel Don Alonso molti requisiti che possono giustifica
si oppone all’effetto della compassione che si vorrebbe eccitare. Ma nel Gernand raffigurai una commedia lagrimante piena
quattro atti, ch’egli produsse in Venezia sul teatro e per le stampe nel 1796. Noi ne parliamo in questo capitolo dove par
nuovo, e ne diede varie leggi da osservarvisi da chi volesse seguirlo nel Ladislao. Affinchè il leggitore che non Pha mai a
a giudicarne, ne ripeterò qui succiutamente l’analisi che ne produssi nel 1798. L’azione di lieto fine passa in Buda sul Da
’autore salvata Adelarda, vuol che Sofia rimanga in potere di Otogare nel pericolo stesso della madre. Parmi che il Pepoli
arafrasi della Cantica. Antonio Bravi pubblicò in Venezia l’Antillide nel 1744, e la riprodusse riformata in Verona nel 176
in Venezia l’Antillide nel 1744, e la riprodusse riformata in Verona nel 1766. Il cardinale Ottoboni diede alla luce l’Amo
. Appartiene il Paradiso terrestre al conte Giambatista Roberti morto nel 1786. Capo II Commedie. TOsto che si s
ano recarsi in italiano le comiche bellezze de’ migliori Francesi ; e nel 1704 pubblicò in Venezia i Litiganti ossia il Giu
trice Dirindina. A quel tempo l’erudito Niccolò Amenta di Napoli nato nel 1659 e morto nel 1719 fe recitare dal 1699 in poi
A quel tempo l’erudito Niccolò Amenta di Napoli nato nel 1659 e morto nel 1719 fe recitare dal 1699 in poi, ed imprimere le
in inglese(a). Isabella Mastrilli duchessa di Marigliano fe imprimere nel 1703 la sua commedia il Prodigio della bellezza :
a : il dottor Annibale de’ Filippi da Serino fe pubblicare in Firenze nel 1705 la sua commedia i due Bari : Pietro Piperni
la sua commedia i due Bari : Pietro Piperni di Benevento diede fuori nel 1702 la sua Contadina Marchesa. Niccolò Salerno f
02 la sua Contadina Marchesa. Niccolò Salerno fe uscire per le stampe nel 1717 il Gianni Barattiere. Questi letterati sin d
trarono gusto ed intelligenza in tal genere di poesia. Ma inimitabile nel dialetto napoletano fu la grazia di Gennantonio F
fessione Notajo intorno all’epoca medesima compose altre due commedie nel dialetto napoletano, intitolate la Gnoccolara e N
e il dottor Jacopo Angelo Nelli le tre sue commedie impresse in Lucca nel 1751, i Vecchi Rivali, la Moglie in calzoni e la
nelli il suo Filuzio Medico commedia mentovata dal Maffei e publicata nel 1729. La Marchesa di Pratofalciato del marchese G
levato con grazia e maestria. L’imitazione de’ personaggi che parlano nel dialetto napoletano ha somma verità e piacevolezz
 : un abboccamento di due signori grandi col seguito rispettivo, come nel Solitario : una scena detta del padiglione nell’E
a, la maniera di sceneggiare del Barone, e volle provarsi ad imitarla nel Filosofo Inglese, ponendo alla vista più colloqui
simili e necessarie, e tutto ciò mancò all’imitazione che volle farne nel suo Filosofo. E che parte poteva prendere lo spet
l 1770, il Fantasma che è una imitazione del Tamburro Notturno uscita nel 1773, l’Alchimista, ed il Matrimonio per procura
uscita nel 1773, l’Alchimista, ed il Matrimonio per procura stampata nel 1777. In queste regna un ridicolo di parole che s
amena letteratura felicemente, compose l’Ippolito commedia pubblicata nel 1770, in cui si rileva con mano maestra il mal co
grazie comiche ne alterano il genere. Francesco Grisellini veneziano nel 1754 pubblicò in Roveredo che nominò Libertapoli
i Danzica. Nel 1739 si pubblicò in Venezia, e si reimpresse in Napoli nel 1740 una favola curiosa che mescola a molti tratt
, ossia il Cruscante impazzito tragicommedia giocosa, Uscì in Firenze nel 1760 i Letterati commedia nuova, in cui un goffo
questa guisa il giornalista : « Torc. Avreste difficoltà a metterlo nel vostro Giornale de’Letterati ? » « Fall. Che dite
di noi giornalisti. Agatopisto Cromaziano, ossia il Buonafede volle nel 1754 pubblicare in Faenza in versi sdruccioli i F
per ridersi de’filosofi di ogni aria e di ogni secolo, come egli dice nel prologo, e soggiugne : Verran per ora Egizii e B
zione, e tutta l’erudizione seminata nelle Annotazioni. Terenzio ebbe nel secolo XVIII un ottimo traduttore in monsignor Ni
quello che usarono gli Spagnuoli del XV secolo, che Antonio Minturno nel XVI propose agl’Italiani, allorchè i letterati a
a dal già lodato Placido Bordoni, ed a me cortesemente da lui rimessa nel 1796(a). E notabile per una fedeltà signorile che
ene di Firenze, servì al bisogno, ed al mal gusto corrente. Entrò poi nel camin dritto sulle orme di Moliere ; deviò in seg
rgia nella Locandiera, nelle Donne puntigliose, nella Vedova scaltra, nel Moliere, nelle Donne curiose, nella Serva amorosa
nella Serva amorosa, nella Figlia obediente, ne’ Puntigli domestici, nel Filosofo Inglese, nel Feudatario, nell’Avventurie
nella Figlia obediente, ne’ Puntigli domestici, nel Filosofo Inglese, nel Feudatario, nell’Avventuriere onorato, nel Ciarlo
ici, nel Filosofo Inglese, nel Feudatario, nell’Avventuriere onorato, nel Ciarlone imprudente, ed in altre. Ma chi non vede
. Ma chi non vede il maestro nella Putta onorata, nella Buona Moglie, nel Caffe, nel Cavaliere e la Dama, nella Pamela, nel
n vede il maestro nella Putta onorata, nella Buona Moglie, nel Caffe, nel Cavaliere e la Dama, nella Pamela, nell’Amante mi
ingiusta persecuzione cedè al tempo, e cangiò cielo. L’accolse Parigi nel 1761, e quivi ebbe agio di ritornare alla commedi
no sempre gli uomini ai mattarelli, ve gli appressano almeno. Trovasi nel tomo V che non vidi altre due commedie, il Bel Ci
prima corona del 1774 : la Marcia dell’ abate Francesco Marrucchi che nel 1775 ottenne la seconda corona : e la Faustina di
pienza e dalla veracità il fattor Verace di Colpi d’occhio cisposo, è nel genere tenero concesso al comico. L’autore in seg
ase la Tirannia domestica inedita sino al 1793 quando si è pubblicata nel terzo volume de’nominati nostri Opuscoli. Il matr
io morir ? Rachele Non mai. Anzi quei dì che la mia pena interna, Che nel sen chiuderò torre mi debbe, Implorerò dal ciel c
genio sopravviva Alla perdita tua. Rachele Saprà Rachele, S’è ver che nel tuo petto ancor comanda… Ma par che a questa part
atin. Il Signorelli segue l’originale, usando solo di qualche libertà nel rilevare vie più i piacevoli caratteri di Donna R
Torino del 1793 e 1794 s’impressero in sei volumi, e si reimpressero nel 1794 in Firenze. Non pare che il maggior trionfo
versi ; ma vi si scorgono varii intoppi nella traccia, ne’caratteri e nel piano. Le favole ripiene di apparenze sono : 1 il
Fiorentini in Napoli, che fu solennemente fischiata. S’impresse indi nel 1792 pel Raimondi con doppio epigrafe di due pass
ubblico che la derise. Il conte Alessandro Savioli produsse in Trento nel 1790 il Pregiudizio della Nobiltà commedia in tre
nel 1790 il Pregiudizio della Nobiltà commedia in tre atti mentovata nel giornale della Letteratura Italiana di Mantova. I
tro la scorta di Talia. Il Giraud fe imprimere in Roma presso Beurliè nel 1808 in quattro volumi in ottavo le sue commedie
ogni favola. Ogni tomo contiene due commedie ed una farsa. Trovansi nel I l’Ajo nell’ imbarazzo in tre atti recitata in R
in Roma, il Pronosticante fanatico in tre atti ancora quivi recitata nel 1808, e la Conversazione al bujo in un atto solo
recitata nel 1808, e la Conversazione al bujo in un atto solo seritta nel 1804 per alcuni dilettanti. La continuata riuscit
o di nozze. Nulla ha di nuovo, ma non laseia di far ridere. Uscirono nel tomo secondo le Gelosie per equivoco, l’Ingenua i
comico intelligente parvero troppi per tre soli atti, e l’autore che nel 1799 così divisa l’avea, la prolongò sino a cinqu
uovo il piano tornò a riscriverla in tre, e così comparve sulle scene nel 1807, e fu applaudita. L’Ingenua in periglio divi
ivisa in cinque atti, si recitò la prima volta in Modena con successo nel 1807, in Bologna però ed altrove fu accolta meno
giovine nobile ad abbandonar la moglie con una calunuia, ed a tirare nel proprio feudo un villano con dichiararlo suo Inte
erto comico che piace, un colorito che interessa ; ma qualche durezza nel corso dell’azione la soggetta a critiche talvolta
zione si acceleri troppo per farsene vedere lo scioglimento. Trovansi nel tomo III l’Innocente in periglio, la Capricciosa
farsa il Merlo al vischio. La prima in cinque atti acclamata in Roma, nel 1807 non piacque altrove. Il titolo non manifesta
autore,sono in contrasto le lagrime e le risa, essendo stata scritta nel furore della lettura de’ drammi sentimentali. La
a colla prudenza e la dolcezza. Si recitò con applauso la prima volta nel 1808 in Roma. Ma la seconda recitata in Roma pur
o la prima volta nel 1808 in Roma. Ma la seconda recitata in Roma pur nel medesimo anno è una favola lugubre che l’istesso
dalle riferite commedie che l’Italia in questi ultimi tempi possiede nel conte Giraud uno scrittore comico non volgare e d
coloriti, gli argomenti sempre interessanti. Avvicinandosi al Goldoni nel ritrarre i costumi correnti e le passioni e le ri
renti e le passioni e le ridicolezze della vita privata, non cade mai nel dialogo in tirate istrioniche. Sorpassa il Federi
i, e con alcune bassezze e sudicerie. Può vedersene la versificazione nel passo che soggiungo, in cui Gabria parla agli alt
rni de’ nobili, de’ pretesi ottimati e de’ plebei ricchi e insolenti, nel dipingere le contese de’ Patrizii e de’ plebei di
do però si tratta di mangiare a spese de’ Persiani, sono intemperanti nel bere e nel mangiare, e rubano due poculi di argen
tratta di mangiare a spese de’ Persiani, sono intemperanti nel bere e nel mangiare, e rubano due poculi di argento. Eschine
tto IV dopo un pettegolezzo di Statira e Rossane, siegue il banchetto nel quale esse non intervengono. È ammesso anche Cala
diversi. Spiega in altro l’ Alfieri e per lui l’editore il fine avuto nel comporle, dicendo di aver preso unicamente a dèri
esta infine appiccicherà al suo busto ogni più iniqua testa. Mischach nel quarto atto fa l’evocazione de’ morti per prender
, ed ottiene parimente sede negli Elisii. Ciò nell’atto II. Si vedono nel III i campi Elisii, dove vengono anche due mogli
a con Omero ; e la loro conferenza forma un bel contrasto di modestia nel Greco e d’arroganza artificiosa nell’Arabo. Mercu
di ogni altro giudizio propone dì fare colla sua verga una finestrina nel cuore de’giudicandi onde apparisca l’intimo e la
de apparisca l’intimo e la sorgente delle azioni. Fatta la finestrina nel seno di Maometto, se ne osserva tutto il sudicium
li diede ad intendere essere un paraninfo celeste. Si fa la finestina nel petto di Cadigia sua fida moglie, e si vede che e
turnisco e Lunatina, ed esposti alla pruova della finestrina, si vede nel gigantone vanità somma ed un impaziente brama di
ni che ama la giovanetta e n’è amato, va tastando l’acqua per leggere nel suo cuore. Tramezzino prete maestro di Lucrezina
le femmine in convento ; libertà piena alla signora di ricever tutti nel suo appartamento in ogni ora ; avrà tre cameriere
I primi passi al mal costume, fu bene’accolta in Torino, ed in Milano nel 1807 quando si rappresentò la prima volta. Appart
tti napoletano, il quali oltre dell’intendere l’arte rappresentativa, nel corso drammatico del passato anno ottenne la prim
ti. Capo III Teatri Materiali. TRa’ primi teatri costruiti nel secolo XVIII contasi quello di Mantova magnificam
uiti nel secolo XVIII contasi quello di Mantova magnificamente eretto nel 1706 con disegni del rinomato architetto Francesc
ior sito da godere la rappresentazione. Il teatro inalzato in Venezia nel secolo XVIII è quello di San-Benedetto, al cui in
a della scena. La lunghezza della platea è di piedi 62 e la larghezza nel proscenio di 50 in circa. Vi sono cinque ordini c
lchetti. Uno de’famosi teatri Italiani è il Reale di Torino edificato nel 1740 dal conte Benedetto Alfieri. La figura è ova
detto Alfieri. La figura è ovale, e contiene sei ordini di palchetti, nel secondo de’quali era il palco del Sovrano, e la p
Romani. Esistono in Napoli diversi teatri tuttochè siensi convertiti nel secolo XVIII quello di San-Bartolommeo in una chi
strada Toledo alle vicinanze della chiesa di Monte Calvario, fu opera nel suo genere mirabile del napolitano Domenico Anton
fu detto : andate a vedere ed udire, e tacerete. Anche questo teatro nel secolo innoltrato si abbellì e si miglforè nelle
le seale e ne’corridoi. Un miracolo opposto a quello del Vaccaro fece nel 1779 l’architetto Siciliano Francesco Seguro inna
o circostanze più propizie per segnalarsi ? L’ultimo teatro edificato nel secolo XVIII, e forse il migliore de’piccioli tea
se il migliore de’piccioli teatri napoletani, è quello che si costruì nel sito detto Ponte nuovo terminato nel 1791 che ebb
oletani, è quello che si costruì nel sito detto Ponte nuovo terminato nel 1791 che ebbe il nome di San-Ferdinando. Camillo
scano Domenico Chelli lo dipinse. La figura della platea è ellittica, nel maggior diametro ha palmi quaranta di larghezza,
tto di San-Carlo costruito co’disegni del brigadiere Giovanni Medrano nel 1737. Edificio magnifico eretto in soli sei mesi
tività di Angelo Carasale, dopo tanti gran teatri innalzati in Europa nel secolo XVIII, conserva ancora sopra tutti il prim
67. Vi sono sei ordini di comodi magnifici palchetti al numero di 28 nel quarto e quinto ordine, e di 26 ne’ tre primi, e
al numero di 28 nel quarto e quinto ordine, e di 26 ne’ tre primi, e nel bel mezzo del secondo ordine si eleva il gran pal
i dalle scintillanti gemme che adornano tante dame, cangiano la notte nel più bel giorno, e l’uditorio in una dimora incant
i Circe o di Calìpso superiore allo spettacolo del palco scenario. Ma nel tempo stesso le voci e le delicatezze musicali no
te Enea Arnaldi vicentino nell’ Idea del Teatro pubblicata in Vicenza nel 1762, un Anonimo nel trattato del Teatro impresso
tino nell’ Idea del Teatro pubblicata in Vicenza nel 1762, un Anonimo nel trattato del Teatro impresso in Roma nel 1772, e
Vicenza nel 1762, un Anonimo nel trattato del Teatro impresso in Roma nel 1772, e Vincenzo Lamberti nella Regolata costruzi
nzo Lamberti nella Regolata costruzione de’ Teatri stampata in Napoli nel 1787. Chi di loro meglio giunse a risolverlo ? E
eteo. In buono stile si vedono sentimenti appassionati, singolarmente nel monologo di Prometeo e nell’ultima sua disperazio
no Biancardi detto Lalli in Venezia cantata colla musica del Ruggieri nel 1711, e fu la prima vera commedia in musica vedut
rea Belmuro autore de’ due intermezzi recitati felicemente in Venezia nel 1731 la Contadina ed il Cavalier Bertone posti in
e dà motivo alla musica, fu animato dalle note di Giovanni Fischetti nel 1730 ; lo Frate Nnammorato nel medesimo genere ne
imato dalle note di Giovanni Fischetti nel 1730 ; lo Frate Nnammorato nel medesimo genere nel 1732 riscosse l’ammirazione d
Giovanni Fischetti nel 1730 ; lo Frate Nnammorato nel medesimo genere nel 1732 riscosse l’ammirazione degl’intelligenti col
’Alessandro del 1742 del medesimo Leo ; la Lionora che si rappresentò nel medesimo anno colla musica del Ciampi per le part
ra la Vennegna cantata la prima volta colla musica di Gaetano Latilla nel teatro detto della Lava e poi più volte replicata
rimente cantata colla musica di Domenico Fischetti, che si ripetè poi nel teatro de’ Fiorentini nel 1754 col titolo le Chia
ca di Domenico Fischetti, che si ripetè poi nel teatro de’ Fiorentini nel 1754 col titolo le Chiajese Cantarine, ma con alc
er seppe il Lorenzi la maniera più idonea per riuscire, cioè eccedere nel comico popolare alternandolo con quasi tragiche s
lla Gelosia per gelosia del 1770 ; nelle Trame Zingaresche del 1772 ; nel Tamburo notturno del 1773 ; nel Duello ; nella Fu
 ; nelle Trame Zingaresche del 1772 ; nel Tamburo notturno del 1773 ; nel Duello ; nella Fuga ; ne’ Tre Eugenii, nella Scuf
fiara ecc., calcò più le tracce della naturalezza comica. Ne incresce nel Furbo mal accorto ed in alcune altre l’abuso dell
sica la maggior parte delle opere del Lorenzi) sono in tutte le parti nel Socrate inarrivabili. L’autore inimitabile dell’
uscita fu piena, e si recitò per moltissime sere con gran concorso, e nel 1796 si ripetè col medesimo diletto e con frequen
letto e con frequenza di ascoltatori. Quest’abile scrittore è mancato nel 1807 avendo oltrepassati gli anni ottantasei dell
eroica. L’Opera eroica che può chiamarsi istorica che incominciò nel secolo XVII, in cui ebbe una lunga fanciullezza,
incominciò nel secolo XVII, in cui ebbe una lunga fanciullezza, ebbe nel secolo XVIII una felice adolescenza ed una applau
ima nella Dafni di Eustachio Manfredi, nell’ Arsace di Antonio Salvi, nel Polifemo di Paolo Rolli, nel Farnace e nel Farasm
Manfredi, nell’ Arsace di Antonio Salvi, nel Polifemo di Paolo Rolli, nel Farnace e nel Farasmane ed altre del Biancardi o
’ Arsace di Antonio Salvi, nel Polifemo di Paolo Rolli, nel Farnace e nel Farasmane ed altre del Biancardi o Lalli napoleta
altre del Biancardi o Lalli napoletano, e specialmente nell’Eraclea, nel Tito Sempronio Gracco, ne’Decemviri, nel Turno Ar
e specialmente nell’Eraclea, nel Tito Sempronio Gracco, ne’Decemviri, nel Turno Aricino ed altri drammi del romano Silvio S
vace. Ebbe più invenzione, più arte di teatro, più verità e più forza nel maneggio delle passioni, più grandezza ne’suoi er
cangiato in greco suono divenne Metastasio, e riempì l’Europa, nacque nel 1698, e passò parte della gioventù in Napoli eser
nacque nel 1698, e passò parte della gioventù in Napoli esercitandosi nel foro. Succedette ad Apostolo Zeno nel 1729 nell’o
ioventù in Napoli esercitandosi nel foro. Succedette ad Apostolo Zeno nel 1729 nell’onorevol carica di Poeta Cesareo, e car
lente che ha ispirato ne’contemporanei la disperazione di appressarlo nel suo sistema, ed in taluno il partito di torcere d
a che alla maniera di Sofocle migliori i grandi uomini dell’antichità nel ritrarli, ovvero sia che gareggi di sublimità col
ffaello ? Difficile sarebbe (dice il dotto Carmmignani(a) determinare nel melodramma di Metastasio le ragioni per le quali
. Si vuole esser dotato di gusto fine, di acuto aguardo per ravvisare nel Metastasio il gran maestro, allorchè (nel tempo s
acuto aguardo per ravvisare nel Metastasio il gran maestro, allorchè ( nel tempo stesso che prestasi al duro impero dell’uso
uoso, non rappresenta appunto la bontà conqualche debolezza richiesta nel personaggio tragico ? Or perchè il Bettinelli der
. Ma chi può soffrire il paragone del colorito inimitabile di Mandane nel Ciro riconosciuto ? Chi fece Egisto più interessa
a il più meschino nomo che professa lettere, non cercherà gran poesia nel teatro, dove non si richiede, a meno che comprend
Ambigu di cui si cibava il Badini ? Una stravaganza eterogenea uscita nel 1671 in tre atti, ognuno de’ quali contiene un ar
ero, osserviamo in qual maniera si condussero que’ due grandi ingegni nel maneggiare in generi diversi due congiure e due p
o è melodramma fatto per commuovere ed appagare i sensi. Per riuscire nel primo disegno Cornelio si vale di un’azione impor
ragedia fatto un’opera fredda e nojosa(a) Profuse perciò Metastasio nel suo argomento maggior ricchezza d’invenzione che
ta aspiri a una vendetta non di un padre, quale è l’oggetto di Emilia nel Cinna, ma di un’ attiva ambizione delusa nella sp
e richiamato da un resto di virtù e dalla gratitudine a salvar Tito, nel tempo stesso che contro di lui cospira, corra a d
lo stato contro del suo benefattore, per vendicar la morte del padre, nel che si scorge cert’aria di romanzo, perchè l’affe
; ma vuol parlargli, e quando Sesto si appressa, si sforza di mostrar nel volto la rigorosa maestà offesa. Sesto si avanza
o La vergogna, il rimorso e lo spavento !) Tali scene non si leggono nel Cinna nè in altri drammi ch’io sappia. Bellezze o
per sapere il segreto di Sesto : le angustie di questo infelice posto nel caso o di accusar Vitellia o di commettere una nu
udine verso il suo buon principe : l’ammirabile combattimento di Tito nel soscrivere la sentenza nella scena settimà del II
io e che perciò non ne compresero l’arduità ; quanto quegli altri che nel provarvisi rimasero indietro spossati e senza mot
, Lascio quel che si è altrove citato di Gian Giacomo Rousseau quando nel dare idea della voce Genie favella di Metastasio
ioni più piene di sentimenti ed affetti, non si troveranno facilmente nel Cornelio, nel Racine, nel Voltaire… e il solo Met
di sentimenti ed affetti, non si troveranno facilmente nel Cornelio, nel Racine, nel Voltaire… e il solo Metastasio potrà…
ti ed affetti, non si troveranno facilmente nel Cornelio, nel Racine, nel Voltaire… e il solo Metastasio potrà… far fronte
riale di Pietroburgo, e Vittorio Amadeo Cigna torinese autore di Enea nel Lazio e di altri melodrammi. Mancò veramente ad e
uca Morvillo, ed i melodrammi di Domenico Perrelli impressi in Napoli nel 1777, e poi reimpressi, la Circe, Cesare in Armen
, Lisimaco, Adolfo. L’Armida abbandonata del De Rogatis rappresentata nel 1770 in Napoli riuscì nel teatro di San-Carlo per
da abbandonata del De Rogatis rappresentata nel 1770 in Napoli riuscì nel teatro di San-Carlo per le decorazioni e per la m
figenia in Aulide collo scioglimento naturale del Racine che si cantò nel teatro di San-Carlo colla musica del valenziano V
o, che suppongo ançor vivente in Modica sua patria. Il primo si cantò nel teatro reale in Napoli, e piacque ; intesi che il
terzo non si è mai rappresentato. Trovasi il Socrate impresso in Roma nel 1790 nel tomo IV del Saggio Poetico del Galfo. Il
si è mai rappresentato. Trovasi il Socrate impresso in Roma nel 1790 nel tomo IV del Saggio Poetico del Galfo. Il Metastas
giche in siffatto argomento. Il conte della Torre Cesare Gaetani nato nel 1718, s’egli pur vive, in Siracusa sua patria con
i pur vive, in Siracusa sua patria conterà oggi anni 95 di sua età, e nel 1794 non avea tolto congedo dalle muse sceniche,
o congedo dalle muse sceniche, e pubblicò le Nozze di Ruth cantata, e nel 1795 il Giudizio di Salomone, entrambe per l’anni
rmonia musicale. Nel volume terzo dell’edizione nitida che se ne fece nel 1796 trovansi varie cantante, ed un oratorio per
ta pel solito omaggio di fiori e di frutta che si presentò a’ sovrani nel primo di maggio del 1775, in cui si trova un bell
à per saggio dello stile : Ma che… s’oscura il giorno !… S’addensano nel ciel nubi improvvise ! Fischian orridi i venti !…
lo placato e sol contento di cingersi la fronde dell’amata pianta. Ma nel declinar del secolo XVIII di molto erano cresciut
che ed imperfetta ancor nelle mani del dilicato Quinault. Come seguir nel suo sistema Pietro Metastasio, e non rimanergli d
a di Amore e Psiche gia sceneggiata dal Moliere, e mostrata in Vienna nel 1767, un nuovo spettacolo di Amore e Psiche colla
acoli, coll’ Acheronte colla caverna d’ Averno. Il nomato Luigi Serio nel 1780 la riprodusse in Napoli spogliata di tali de
nare l’opera istorica e secondare i disegni del Calsabigi. Fermo egli nel proposito di raddrizzare il trono giacente dell’
e Pepoli che lo seguiva a quel tempo e ne adorava i dettati, pubblicò nel 1789 il suo Meleagro accompagnato da una lettera
omo ragionevole ; ma l’uomo ragionevole egli non dovea trovare se non nel Calsabigi, ed il Meleagro al pari delle Danaidi s
etuo corteggio delle opere mitologiche si rimasero a rodere se stesse nel gabinetto de’loro campioni. Dopo gli ultimi vani
giusta le insinuazioni di Gian Giacomo Rousseau. Convertito il Pepoli nel 1790 fece imprimere in Venezia la Morte di Ercole
iamò tragedie in musica, Elfrida ed Elvira che potè far rappresentare nel real teatro di Napoli nel 1793 e 1794. Questo let
lfrida ed Elvira che potè far rappresentare nel real teatro di Napoli nel 1793 e 1794. Questo letterato che in Vienna ed in
do l’ Arteaga. La gioventù vedrà volentieri i progressi che egli fece nel seguire il sistema istorico di colui ch’egli malt
rida (Elfthryth) figlia del ricco conte di Devon, e pensò di sposarla nel caso che sì bella fosse qual si decantava ; e per
orni d’ Elfrida al core… Elfr. Torni del padre al core… Evel. Torni nel nostro core… Osm. Torni d’un padre al core… a 4
he oggi astringa la poesia a tradir se stessa e la verità ; ma dunque nel sistema musicale presente vi sono pure ostacoli a
ne Atelvolto nella scena quarta e s’incontra con Elfrida, e prima che nel recitativo si snervi la passione dopo cinque soli
dopo otto versi recitati dal re che parte, egli ritorna senza perchè nel medesimo luogo prima di parlare colla sposa. Il p
ad Adelvolto, se il cielo abborre i rei, e ne fa vendetta, io lascerò nel tuo scempio un tremendo Della giustizia sua cel
to più capace di vere espressioni, in cambio di quell’eterno amplesso nel marmo e di quell’urna che vale la stessa cosa esa
he Adelvolto avea un pugnale ascoso, che gridò, Elfrida, se l’immerse nel seno, e spirò. Elfrida vuol seguirlo, Orgando la
gnese dal Colomès ? Finse ignorare che il Pagano la trascrisso ancora nel Gerbino ? Or come la chiama nova l’anno 1793 nell
 ? L’altra tragedia in musica del Calsabigi è l’Elvira che si recitò nel carnevale del 1794. Il pubblico disaprovò quest’
dizione dell’autore, e recando in note le variazioni che vi si fecero nel rappresentarsi. Si aggira su gli eventi de’bassi
ipe moro, cui Elvira ha segretamente data fede di sposa. Intervengono nel dramma quattro personaggi e tre confidenti. Atto
irici e certe ariette bellissime ma disdicevoli alla verità richiesta nel linguaggio drammatico ; or si concederanno le add
o tragico. Egli è stato mandato avanti da Adallano per esplorar tutto nel giardino. Elvira mostra impazienza amorosa, ma un
e amica, il mio contento ; e poi ? e poi si allontanano e si perdono nel boschetto, per dar luogo ai confidenti di seguita
iscena. Aggiorna e si muta la scena, e l’istesso Ricimero che parlava nel giardino, si trova in discorso inoltrato con Odor
colla franchezza della verità che basterebbe a dissipare ogni dubbio nel padre, put chè non avesse cattivo concetto della
a con modestia. Tutto ciò che canta Odorico ed Elvira si vuol leggere nel dramma per ammirarsene l’eleganza, la forza, e la
olce e preciso, seguir le vestigia de’ grandi ; ma bisognava adorarle nel tempo stesso nel calcarle, in vece di mordere il
eguir le vestigia de’ grandi ; ma bisognava adorarle nel tempo stesso nel calcarle, in vece di mordere il piede che le stam
tomati imitano l’uomo e non lo sono. Atto II. Odorico volendo leggere nel cuore di Elvira le dice con maniere di padre, che
ncontrino a dire e a sospendere i loro sentimenti nella guisa esposta nel duettino : Elv. No, mai non frangerà Sdegno, no
a maschera (e nulla più di maschera) delle nozze di Marzia con Arbace nel Catone. Ma qual distanza infinita trall’importanz
noltrando in ciel ! pronostico puro di campagna, perchè essendo sera nel nostro emisfero, non si vede in Granata il sole n
la realità del basso mondo. Ella dice allo spettro : Tu non ci sei ( nel mondo) e va bene ciò ; ma che luogo può avere in
li, inetti e comici ; quello di Odorico ineguale, un poco finto anche nel volersi mostrar tenero ; Elvira ed Adallano innam
delle note eccellenti del cav. Paisiello. Chi avrebbe mai creduto che nel cader del secolo XVIII le scene di Napoli dovesse
Domenico Ravizza scrittore di varii Oratorii sacri impressi in Napoli nel 1786, i quali senza esitanza son da registrarsi d
 : Sisara, Adamo, la Peste d’Israele, il Martirio di san Pietro, Mosè nel Roveto, Gedeone, Tobia, Ezechiele, Daniele, il Pa
eta esimio Bernardo Maria Valera cappuccino di Lanciano, che si legge nel I tomo delle di lui Poesie impresse in Napoli nel
ciano, che si legge nel I tomo delle di lui Poesie impresse in Napoli nel 1759. Anche il lodato di lui figliuolo Vincenzo p
asto l’anno 1760 si cantò l’azione sacra intitolata Abigaille, che fu nel medesimo anno impressa in Chieti. Otto anni dopo
la rappresentazione de’ Pitagorici del riputato poeta Vincenzo Monti nel marzo del 1808, festa teatrale tragica di un atto
teatrale tragica di un atto animata dalle note del non meno illustre nel suo genere Giovanni Paisiello Tarentino maestro n
dell’Opera, e la Musica che la costituisce tale insieme colla Poesia, nel XVIII secolo hanno ricevuto da varii eccellenti a
tra, il Disertore con lieto fine ec. In una lettera scritta da Vienna nel 1759 a m. Arnard lodavasi il ballo di Flora esegu
aganini. Il Fiorentino Vestris singolarmente si è segnalato in Parigi nel serio e gentile, e Viganò in Italia nel grottesco
ente si è segnalato in Parigi nel serio e gentile, e Viganò in Italia nel grottesco. Gennaro Magri napoletano per leggiadri
o del ballo in due volumi con trenta rami egli produsse per le stampe nel 1779. Prima dell’efimera repubblica napoletana, e
onioso Back, del fecondo e vivace Mayer, e del Vogler che si distinse nel Demofoonte. Ma gli spagnuoli che ebbero già un Ra
presentar sulle scene nell’atto primo un eroe nascente in Bisnagar e nel terzo canuto nel Senegal ? Chi proteggerebbe simi
scene nell’atto primo un eroe nascente in Bisnagar e nel terzo canuto nel Senegal ? Chi proteggerebbe simili scempiatagini
i appressino ? Una manifesta decadenza osservava sono alquanti lustri nel teatro di Londra il dotto abate Arnaud. » Non vi
sentata chi avrebbe sperato che si ripetesse seguitamente sette volte nel teatro del Principe con applauso e con profitto d
l Lorenzi, si videro con rincrescimento tornar fra noi le Opere buffe nel primo decennio del corrente secolo in braccio ai
r artificio di favola, nè per grazia di stile. Lo Scavamento recitato nel teatro de’ Fiorentini l’anno 1810 si ripetè più d
odigi della melodia. (a). Vedi il Giornale de’ Letterati d’Italia nel tom. VIII, e la Bibliotheque Italique tom. VII.
Sistema melotrammatico, come dicemmo, in mia casa, stando io lontano, nel 1799. (a). Ad altro io non aspiravo (dice nelle
occhio sulla letteratura italiana ch’egli vede a suo modo, ci obbligò nel 1790 a narrare ciò che abbiam taciuto tanti anni,
mica, e non si premiò favola veruna ; l’autore stampò la sua Faustina nel 1779. Nel prendere da Napoli la volta verso Madri
corso prima di stamparsi. Il riputato conte San-Vitale primo tra’pari nel consesso vuole che non sia pregiudicato l’autore 
’Falloppa e de’Nicasii Melverme. (a). Trovasi tal commedia impressa nel IV volumetto de’ riferiti nostri Opuscoli Varii p
pressa nel IV volumetto de’ riferiti nostri Opuscoli Varii pubblicato nel 1795. Qualche commedia di Picard e del lodato Mor
adotta dal medesimo trovasi nell’ Anno Teatrale pubblicato in Venezia nel secolo XIX. Ma non mai l’autore ha permesso che s
mpose la sua tragedia Regulus. (a). Questi sensi da me si espressero nel 1777 quando pubblicai la Storia de teatri in un s
do pubblicai la Storia de teatri in un solo volume, e questi rinnovai nel 1790 nell’imprimere il sesto volume della stessa
e all’oggetto di P. Cornelio più non faceva d’uopo di quanto si trova nel Cinna ? Prego il riputato esgesuita Andres a ripr
renza nell’ unità del luogo, nell’ esito tristo o lieto della favola, nel numero de gli atti e nel verso. Dissi ê ripeto ch
go, nell’ esito tristo o lieto della favola, nel numero de gli atti e nel verso. Dissi ê ripeto che niuna di tali cose mett
mpera sarà il cuore dell’Andres che pure ha si elegante la penna ? Ma nel giudicar di poesia drammatica la penna può suppli
ell’ edizione dell’ Elvira a spese dell’ autore, si evitò alla meglio nel rappresentarsi. Nell’ edizione dell’ impresario R
(a). Terzo cambiamento de l’autore. Vide forse con rincrescimento che nel rappresentarsi si tralasciò nella scena 6 un altr
di recitativo di Elvira all’aria indicata Ah qual contrasto avrò. Ma nel recitativo si diceva bene ciò che nell’aria si ri
 : Eterna guerra e di morte e di vita agiterà l’anima mia : si diceva nel recitativo ; si stimò che bastasse, e si tolse l’
al luogo antico. Tre pezzi di musica recitati dalle medesime persone nel punto che l’azione è vicina a risolversi colla ve
56 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo IV. Risorge in Italia nel Secolo XVI la tragedia Greca e la Commedia Nuova, e s’inventa il Dramma Musicale. » pp. 210-241
Capo IV. Risorge in Italia nel Secolo XVI la tragedia Greca e la Commedia Nuova,
radere il suolo e imprimer orme incerte e poco più che fanciullesche nel sentiero delle lettere. Che secolo maraviglioso q
i Galeotto Carretto de’ marchesi di Savona, nato in Casal-Monferrato, nel secolo XV. L’Autore nel 1502 la presentò a Isabel
marchesi di Savona, nato in Casal-Monferrato, nel secolo XV. L’Autore nel 1502 la presentò a Isabella di Mantua; e alcuni a
rossolani. Ma la Sofonisba di Giovan Giorgio Trissino Vicentino, nato nel 1478, assai più famosa corse indi a poco per le m
Trissino fino colla vaga Rosmonda, la quale si rappresentò in Firenze nel 1516, e fu pubblicata in Siena nel 1525. Scrisse
la quale si rappresentò in Firenze nel 1516, e fu pubblicata in Siena nel 1525. Scrisse egli ancora l’Oreste, migliore dell
iore della Rosmonda, ma uscì solo alla luce della stampa l’anno 1723. nel Teatro Italiano compilato dal Maffei. Nella prima
ara l’Edipo. L’altro Edipo di Orsatto Giustiniani, di sopra mentovato nel libro I, rappresentato nel 1585 in sul teatro di
di Orsatto Giustiniani, di sopra mentovato nel libro I, rappresentato nel 1585 in sul teatro di Vicenza, opera del famoso a
iccò sopra tutti Torquato Tasso col Torrismondo pubblicato in Bergamo nel 1587. Carlo ne fece una traduzione francese uscit
gamo nel 1587. Carlo ne fece una traduzione francese uscita in Parigi nel 1620, ristampata indi nel 1640, e di nuovo nel 16
ce una traduzione francese uscita in Parigi nel 1620, ristampata indi nel 1640, e di nuovo nel 1646. Quella tragedia é degn
ncese uscita in Parigi nel 1620, ristampata indi nel 1640, e di nuovo nel 1646. Quella tragedia é degna dell’ingegno del gr
elle scarse mal digerite notizie che ne reca, se non si fosse immerso nel laborioso studio del Mercurio di Francia; e pur v
erverà ad ogni passo, leggendo seguitamente il Torrismondo. E tale fu nel secolo XVI la tragedia italiana, cioé un ritratto
del XVI secolo, che i soprallodati peregrini ingegni italiani, benché nel farla risorgere seguissero, e forse con cura anch
na ragione, che non sia tragedia la moderna? Ci dice il signor Mattei nel suo Nuovo Sistema d’interpretare i Tragici greci
ando Furioso risorse la commedia nuova. Quest’ingegno prodigioso nato nel 1474 a coglier le prime palme in tutti i generi p
nte, e la Scolastica, adoperandovi il verso endecasillabo sdrucciolo, nel quale molti Letterati raffigurano l’immagine dell
della Scolastica rimasta imperfetta per la morte di Lodovico avvenuta nel 1533. ……………… Quando apparve in sonnio Il fratell
itò i Cattivi di Plauto e l’Eunuco di Terenzio, s’impresse in Venezia nel 1525 con un prologo in prosa; e insieme colle alt
prosa; e insieme colle altre quattro, che sono originali, si ristampò nel 1562. L’Ariosto prese per esemplari le commedie l
taliani, gli spagnuoli, e i francesi stessi hanno preceduto a Molière nel dipingere i nobili ridicoli. Un sogno simile ha f
rico o in altro genere di poesia elevata e sonora, Vedasene un saggio nel seguente squarcio del prologo della Cassaria, dov
fu la Calandra del cardinal Bernardo Dovizio da Bibbiena, pubblicata nel 1524, e rappresentata poi in Lione in presenza d’
ò Secco, di cui quella intitolata gl’Inganni si rappresentò in Milano nel 1547 in presenza di Filippo II principe delle Ast
Harpe, modernissimo scrittore di alcune tragedie già obbliate, diceva nel Mercurio di Francia del mese di marzo 1772, che «
, e fra essi si trovava più d’un commediografo spiritoso. Il Lombardi nel 1583 produsse una commedia lodata, intitolata l’A
e triviali, e vi si iacea uso di maschere diverse, ognuna delle quali nel vestito, nelle caricature, e nel linguaggio esage
maschere diverse, ognuna delle quali nel vestito, nelle caricature, e nel linguaggio esagerava la ridicolezza caratteristic
lo un furbo, Pascariello un vecchio goffo, sconnesso, e inconcludente nel parlare, tutti tre personaggi napoletani, Pulcine
Le favole pastorali che dopo il Cefalo del Correggio furono composte nel cinquecento, sono un nuovo genere drammatico inve
nventato dagl’Italiani, quando non se ne voglia ravvisare un’immagine nel Ciclopo d’Euripide. Ne produssero un gran numero
l’anno 1553, ed indi messo in musica da Alfonso dalla Viola ferrarese nel 1555, il celebre letterato, poeta e orator grande
ppresentata e cantata ne’ cori in presenza del duca Alsonfo II d’Este nel 1563, e Agostino Argenti collo Sfortunato, pure r
più, se fosse stato dalla propria nazione più conosciuto, e fecondato nel disegno d’arricchire e nobilitar la poesia castig
Amoroso di Luigi Groto, il famoso cieco d’Adria, comparve in pubblico nel 1583 dopo l’Aminta, e prima del Pastor Fido. Né m
i Laura Guidiccioni, dama Lucchese, rappresentata avanti al gran duca nel 1590, ai cui cori fece la musica Emilio del Caval
si avvisò il primo di sperimentar quell’unione in tutto un dramma, e nel 1597 fece rappresentar in musica agl’istrioni il
i regolari, la Dafne, l’Euridice, e l’Arianna. La Dafne rappresentata nel 1507 avanti la gran duchessa di Toscana in casa d
IV, furono poste in musica da Giacomo Peri, e s’impressero in Firenze nel 1600. L’Arianna posta in musica da Claudio Montev
e nel 1600. L’Arianna posta in musica da Claudio Monteverde, si cantò nel matrimonio del principe di Mantua coll’infanta di
cantò nel matrimonio del principe di Mantua coll’infanta di Savoia, e nel 1608 s’impresse ancora in Firenze. I pedantini e
cori in verso, fatta da Mellin de Saint Gelais, e stampata in Parigi nel 1560; l’altra in versi fatta da Claudio Mermet, e
l 1560; l’altra in versi fatta da Claudio Mermet, e impressa in Lione nel 1585. Ad esempio del Trissino maneggiarono poi ne
ggiarono poi nella Francia l’istesso suggetto Antonio di Montchretien nel 1600, Niccola di Montreux nel 1601, Giovanni Mair
stesso suggetto Antonio di Montchretien nel 1600, Niccola di Montreux nel 1601, Giovanni Mairet nel 1635 e Pietro Corneille
Montchretien nel 1600, Niccola di Montreux nel 1601, Giovanni Mairet nel 1635 e Pietro Corneille nel 1663. La Sofonisba di
ola di Montreux nel 1601, Giovanni Mairet nel 1635 e Pietro Corneille nel 1663. La Sofonisba di questi due ultimi drammatic
scovo, abbia servito di modello a’ primi francesi che si esercitarono nel genere tragico, diciamolo qui di rimbecco e per i
scienze tutte. Veggasi Guglielmo Budeo in Philolog. pag. 137, Fleury nel metodo degli studi, il sig. di Voltaire, ed altri
o non dispregevole operetta intitolata Del Teatro, proscritta in Roma nel 1771; e ristampata in Venezia nel 1773 presso Gia
lata Del Teatro, proscritta in Roma nel 1771; e ristampata in Venezia nel 1773 presso Giambatista Pasquali. L’autore anonim
on senno, perciò si veggono in Francia moltissimi infarinati, superbi nel loro patrio sapere, parlar alla cieca e pazzescam
no, maestro delle tre lingue sorelle, italiana, spagnuola e francese, nel Real Collegio della Nunziatella di Napoli, e auto
ssa con tale asserzione, e perciò ne ha sentito un sì vivo dolore che nel Mercurio di Francia di questo mese di marzo 1772,
Thebis, ideo pingues Thebani» asserisce Cicerone de Fato, e lo ripete nel libro II de Natura Deorum. «Quaedam gentes (scris
salvo appena due o tre, iddio par che abbia voluto, per farli cadere nel disprezzo, torre quel gran dono fatto all’uomo, c
iuttosto traditore di Svetonio, Monzù de la Harpe, reca poco appresso nel sopraccitato articolo del suo Mercurio questa rid
. I Poet. cap. 7, ma molto festiva e motteggevole, come é stato detto nel primo libro pag. 166. Si può anche qui notare, ch
ine si sono in ogni tempo sopra quei di altre nazioni contraddistinti nel contraffare a meraviglia in sul teatro gli altrui
a meraviglia in sul teatro gli altrui difetti e ridicoli. Stazio, che nel libro III Carm. V delle sue amene selve novera fr
teatro, in cui rappresentavansi le commedie di Menandro, descrivendo nel libro II Carm. I le doti dell’animo e del corpo,
ia, allievo di Atedio Migliore, ne celebra eziandio la grande abilità nel recitar con grazia i drammi del mentovato comico
Torquato Tasso suo amico dice, che questo grande ingegno «in Ferrara nel verno dell’anno 1573 compose e fé rappresentare l
rasmo Marotta gesuita siciliano da Randazza, il quale morì in Palermo nel 1641, e con tale ornamento fu stampato, come acce
tuttavia la sua vera e perfetta forma, come di proposito ho trattato nel mio Sistema drammatico inedito. 165. «Pour bie
57 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Introduzione »
nto comunicativo, veicolo di circolazione delle idee3. Nato a Venezia nel 1712 da una famiglia di ricchi mercanti, Algarott
a Parigi e vide la luce a Milano (con la falsa indicazione di Napoli) nel 1737; messo all’indice, fu ripubblicato con il ti
ice, fu ripubblicato con il titolo Dialoghi sopra l’ottica newtoniana nel 1752. La fisica e l’ottica di Newton erano spiega
curare la salute malferma, visse tra Venezia e Bologna e morì a Pisa nel 1764. Gli anni che seguirono il ritorno in Italia
erano l’esito delle molteplici attività cui si era dedicato Algarotti nel corso dei suoi soggiorni all’estero. Vedono la lu
rte di Augusto III di Sassonia, egli si occupò delle rappresentazioni nel locale teatro d’opera. Le prime due edizioni del
iscorso sul dramma per musica era al centro di un dibattito europeo6, nel quale erano coinvolti in Francia esponenti di pri
un’impronta saggistica; rientra piuttosto, come nota Annalisa Bini8, nel genere del pamphlet, cui è riconducibile, anche s
re da Ranieri Calzabigi che nell’edizione pubblicata proprio a Parigi nel 1755 delle opere di Metastasio10 elogiava l’autor
iffusione europea dell’opera italiana e da un’accettazione del genere nel sistema complessivo della cultura letteraria. Il
con la cultura francese, l’eredità della poesia secentista11. Proprio nel 1700 il secolo esordiva con la decisa censura di
ogni intento educativo della poesia. Anche Lodovico Antonio Muratori nel Della perfetta poesia italiana (1706) affrontava
l classicismo primosettecentesco attribuiva al teatro; gli faceva eco nel condannare l’opera nel Della tragedia (1715) Gian
ecentesco attribuiva al teatro; gli faceva eco nel condannare l’opera nel Della tragedia (1715) Gianvincenzo Gravina che no
a la difesa della centralità della poesia con cui Algarotti esordisce nel suo Discorso, facendone l’argomento perno attorno
tento non è quello di trovare una collocazione alla poesia per musica nel sistema dei generi letterari, ma di riformare dal
all’interno il dramma per musica rivalutando la componente letteraria nel confronto con le altre parti dello spettacolo ope
troppo debitore a un meraviglioso mitologico che richiederebbe, come nel Seicento, troppo dispendio di macchinari e sugger
to con la pratica diretta di gestione teatrale acquisita da Algarotti nel corso del soggiorno prussiano e infatti gli esemp
plari di drammi pubblicati alla fine del testo. Algarotti entra anche nel dettaglio della composizione musicale e arriva a
el Saggio fu inviata a Metastasio, che ebbe una reazione emblematica, nel rilevare e commentare esplicitamente soltanto la
ch’io secondassi la mia propensione22. La terza edizione, pubblicata nel 1757 sempre dall’editore Pasquali di Venezia23, r
redazione del 1755; anche la conclusione che è profondamente cambiata nel passaggio dalla prima alla seconda redazione rima
rimane qui sostanzialmente invariata. La quarta redazione, pubblicata nel 1763, segue anni molto intensi per il dibattito s
Metastasio, uscite nello stesso anno del Saggio. Calzabigi concordava nel considerare i drammi di Metastasio delle «perfett
apporto tra le arie e i cori e il rifiuto dell’unità di luogo. Deciso nel contrastare l’opera francese, nel clima della que
rifiuto dell’unità di luogo. Deciso nel contrastare l’opera francese, nel clima della querelle des bouffons, per l’eccesso
ra i drammi per musica, di Giammaria Ortes, apparse anonime a Venezia nel 1757 presso lo stesso editore Pasquali che26 avev
due anni prima, le prime due redazioni del Saggio di Algarotti e che nel 1757 pubblica la terza redazione del Saggio. Orte
pubblico più che da astratti disegni riformistici. Come avviene anche nel saggio di Algarotti, anche qui Ortes unisce disco
al favoloso. Altri due testi, sempre di portata europea, intervengono nel dibattito negli anni successivi. Il primo è la Le
proprio dalla Dissertazione di Calzabigi, pubblicata anche a puntate nel «Journal étranger»30, e riconosce la necessità di
ger»30, e riconosce la necessità di una riforma dell’opera che agisca nel concreto, nelle scelte tematiche (con risultati a
pra la ragione del canto e sua composizione 31. Martinelli interviene nel dibattito sostenendo che «ove non è poesia non pu
i consapevoli di un’arte che deve avere «piena cognizione» e «entrare nel midollo33» delle passioni. La ricchezza di pubbli
, intende dare maggiore respiro e prestigio al suo testo e collocarlo nel dibattito europeo. La nuova edizione del Saggio,
uelle curate dall’autore, fu pubblicata da Marco Coltellini a Livorno nel 1763. Coltellini è a sua volta un librettista e q
a prassi di collaborazione con i sovrani ampliamente messa in pratica nel Settecento anche da Voltaire e Diderot. La dedica
a il teatro allo scopo di educare il popolo alla virtù, come avveniva nel teatro antico. Le riserve nei confronti del teatr
cui tutto deve essere ricondotto; prospettiva molto più realizzabile nel teatro di corte piuttosto che nel teatro impresar
prospettiva molto più realizzabile nel teatro di corte piuttosto che nel teatro impresariale secondo Algarotti. Il tema de
e effettivamente nella questione e di attribuirsi un ruolo di rilievo nel contesto del dibattito internazionale. A questo s
A questo scopo Algarotti utilizza due strategie; da un lato considera nel dettaglio le singole problematiche articolate nei
oblemi della rappresentazione operistica, promuove un genere al quale nel Settecento è affidata la fortuna europea della li
ti pubblicò cinque edizioni del Saggio, dalla prima, uscita a Venezia nel 1755, fino alla quinta pubblicata a Livorno nel 1
ima, uscita a Venezia nel 1755, fino alla quinta pubblicata a Livorno nel 1764. Il testo risulta, dalla prima alla quinta e
nate di pubblicazione. La prima delle due edizioni del 1755, conclusa nel 1754, fu pubblicata all’inizio di una raccolta ch
testo fin da questa edizione. La seconda redazione, pubblicata sempre nel 1755, è riprodotta in fac simile nel volume curat
nda redazione, pubblicata sempre nel 1755, è riprodotta in fac simile nel volume curato da Annalisa Bini e presentata come
iferimenti legati in modo specifico all’esperienza berlinese; il tono nel complesso è più curato, meno colloquiale, ma nell
ati pubblicati diversi interventi sul melodramma e intende collocarsi nel dibattito contemporaneo, rivolgendosi a un pubbli
francese, che spiegano e approfondiscono alcuni riferimenti presenti nel testo. 1. U. Foscolo, Le ultime lettere di Ja
audi, 1995. 2. A. Franceschetti, «La fortuna di Francesco Algarotti nel tardo Settecento e nell’Ottocento», in Nel terzo
esi europei in ogni ambito del sapere e che le osservazioni contenute nel Discorso, volte a migliorare lo spettacolo teatra
volte a migliorare lo spettacolo teatrale, sono già state realizzate nel teatro di Berlino. 8. F. Algarotti, Saggio sopr
e fantasmi, Torino, EDT, 1988, pp. 1-75; E. Fubini, Musica e cultura nel Settecento europeo, Torino, EDT, 1986, pp. 19-21.
ique. 15. Cfr. per questi aspetti A. L. Bellina, «Cinque argomenti nel Saggio sull’opera», in Nel terzo centenario della
58 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO VI. La Drammatica oltre le Alpi nel XV secolo non oltrepassa le Farse e i Misteri. » pp. 186-200
CAPO VI. La Drammatica oltre le Alpi nel XV secolo non oltrepassa le Farse e i Misteri.
orma di dramma il Canto Reale, rappresentandosi la Passione di Cristo nel borgo di san Mauro. Chi riflette alla vittoriosa
favore della Corte prendendo il titolo di Fratelli della Passione, e nel 1402 ne ottennero da Carlo VI l’approvazione. Pos
re or cento or settanta or cinquanta personaggi. Sotto Carlo VI morto nel 1422 furonvi in Francia, oltre a’ Fratelli della
l secolo ne furono escluse per un canone del Concilio Toledano tenuto nel 1473. Per dar giusta ed istorica idea dello stato
tore Rodrigo Cotta appena scrisse un atto solo de’ ventuno che n’ebbe nel seguente secolo per altra manoa. Lo spirito di ap
tati i giuochi di carnovale, dialoghi che la gioventù mascherata giva nel carnovale recitando per le case. Essi piacquero o
osì intitolati: 1 Giuoco di carnovale, 2 i Sette Padroni, 3 il Turco, nel quale il Soldano viene a Norimberga per pacificar
li sguardi alcun poco agli antichi e tradussero Terenzio. Si conserva nel Collegio di Zwickau un estratto di due commedie T
gli scolari. Nel 1486 s’impresse in Ulm una traduzione dell’Eunuco, e nel 1499 quella di tutte le commedie del comico Latin
ni nelle città. Allorchè Carlo ultimo duca di Borgogna entrò in Lilla nel 1468, i Fiaminghi rappresentarono per mistero sen
l’informe spettacolo scenico sacro: che quivi ancora, e non altrove, nel XIV secolo se ne tentò il risorgimento seguendo l
e commedie della Filologia del Petrarca e del Paolo del Vergerio: che nel XV, il secolo dell’erudizione, continuarono a scr
le italiche contrade il vanto di non essere state da veruno prevenute nel dettar drammi volgari, la Catinia, l’Orfeo, il Ga
lauto, il Giuseppe, la Panfila, il Timone: finalmente che gl’Italiani nel XIV e XV secolo nel rinnovarsi il piacere della t
la Panfila, il Timone: finalmente che gl’Italiani nel XIV e XV secolo nel rinnovarsi il piacere della tragedia non si valse
per mancanza di gusto, di materiali e di principii? Ci si presenterà nel proseguimento della nostra storia la gloria dramm
luminosa, che la stessa Italia ne rimarrà quasi offuscata, ed allora nel riferirla ci faremo un pregio non solo di tributa
azione del Nasarre. b. Dell’Encina si ha solamente impressa in Roma nel 1521 la Tribagia o Via sagra de Hierusalèm compon
a Giovanni di Mena. Lo stesso Fernando de Roxas che la terminò, dice nel prologo di non sa pere tra il Cotta ed il Mena ch
59 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo I. Teatro Italiano nel Secolo XVII. » pp. 268-275
Capo I. Teatro Italiano nel Secolo XVII. Colti nel precedente secolo i pi
Capo I. Teatro Italiano nel Secolo XVII. Colti nel precedente secolo i più sublimi allori nell’erudi
’eloquenza oratoria e poetica, soleva l’Italia ancor più alte le mire nel XVII, e volgesi curiosa a contemplar il vago e mi
te in venticinque atti, che si recitarono in Firenze in cinque giorni nel 1618, e la Tancia, semplice; ma graziosa commedia
re ne’ teatri veneziani, fu quello intitolato la Divisione del Mondo, nel quale le decorazioni magnifiche e pompose chiamar
lla buona musica il vero linguaggio delle passioni, col quale parlasi nel medesimo tempo al cuore e allo spirito, occupava
iche, le quali appena comparse sulle scene, rapidamente si perdettero nel nulla. Si possono a stento eccettuar da questi gr
rita però attenzione particolare il Giasone del Cicognini (pubblicato nel 1649) «il quale, come osserva il signor cavalier
ato, le fecero presto andare in disuso, e ricondussero la desolazione nel teatro de’ commedianti. Durar non poteva in verun
ia scientifica dei segreti della natura fosse stata formata in Napoli nel secolo XVI (come afferma il dotto abate Gimma nel
ene qui menzione, perché parecchi membri di essa col lor capo vissero nel XVII, e furono aggregati nell’Accademia de’ Lince
raro immortale esempio», secondo che ci dice il signor abate Amaduzzi nel Discorso filosofico sul fine ed utilità dell’Acca
alla nuova edizione del Fitobasano di Fabio Colonna, fatta in Firenze nel 1744 presso il Viviani. 176. L’Accademia del Cim
i, fu istituita l’anno 1657 dal principe Leopoldo de’ Medici, e cessò nel 1667. 177. L’Accademia degl’Investiganti fu form
lognese nacque l’anno 1690, e si convertì poi in quella dell’Istituto nel 1714. 179. I principi dell’Accademia Senese de’
primario di medicina teorica e di botanica nell’Università di Siena, nel mese di marzo dell’anno 1691. Quindi nell’anno 16
81. Si dee osservare che i soprannominati ed altri filosofi italiani, nel consultar il gran libro della natura furono i pri
che ha per divisa, «invenit et perfecit», dice il signor di Voltaire nel suo Candido: «Ah, voilà quatre-vingt volumes de r
60 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAP. IV. Progressi della poesia comica nel medesimo secolo XVI quando fiorirono gli scrittori producendo le Commedie dette Erudite. » pp. 136-255
CAP. IV. Progressi della poesia comica nel medesimo secolo XVI quando fiorirono gli scrittor
del 1514 non erasi tuttavia recitata. Si rappresentò poi la Rosmunda nel 1516 o 1517, secondo il Zeno, e fu la seconda tra
risorse la Commedia Nuova degli antichi. Questo poeta prodigioso nato nel 1474 a corre le prime palme in tutti i generi che
, da se stessi. I Suppositi. Nell’edizione che se ne fece in Venezia nel 1525 si vede questa favola preceduta da un prolog
ezia nel 1525 si vede questa favola preceduta da un prologo in prosa, nel quale l’autore confessa di avere in essa seguitat
glimento; ma tali cose meglio si sentono nella lettura continuata che nel racconto. La Cassaria. Benchè in questa favola ri
spetto per gli antichi; ed allora che la ridusse in versi sdruccioli, nel prologo abbellito di vaghe e graziose dipinture s
ni debbono leggersi i ritratti della vanità ed incostanza delle donne nel l’adornarsi, ove ravvisasi un’elegante parafrasi
e pe’ debiti del marito della Lena non abbia a pericolare. Ed appunto nel cacciarla fuori (standovi dentro Flavio) sopraggi
matrimonio di Flavio e Licinia. Non è questa una commedia nobile; ma nel genere inferiore ha tutte le grazie del viluppo,
ne levo la pentola, O quando cerco al bujo, se più gocciola Di vino è nel boccale, allor dimenola. Cint. Te ne fai beffe, e
e tinte sino al fondo dell’anima. Cesare dunque ad altro ebbe la mira nel richiedere in lui la forza comica; e certamente v
comica, questa vivacità piacevole dell’azione noi ravvisiamo appunto nel Negromante. Nulla v’ha di freddo, nulla di superf
ata in Roma a’ tempi di Leone X, che la richiese all’autore, il quale nel rimettergliela l’accompagnò con una lettera de’ 1
Essa, parimente si tradusse in prosa francese, e s’impresse in Parigi nel medesimo secolo, cioè assai prima che vi si conos
uon teologo (i falsi teologhi non pregiudicano ai veri e virtuosi che nel consigliare hanno soltanto la mira al giusto) l’e
del cardinal Berardino Dovizio da Bibbiena terra del Casentino, nato nel 1470 e morto non senza sospetto di veleno l’anno
lle lettere del Castiglione conservate in Mantova che ella fu in Roma nel 1514, cioè su i principii del pontificato di Leon
one Xa. La terza volta seguì in Mantova avanti alla medesima marchesa nel 1521, siccome afferma il signore Zeno coll’autori
e Zeno coll’autorità di Mario Equicola. Fu poi rappresentata in Lione nel 1548 in presenza del re Errico II e della regina
alderon. Si premette all’azione un prologo ed un argomento. Si espone nel primo la qualità della favola, ed in fine si dà u
e vendetta Italiana, non a torto però il dotto Lilio Gregorio Giraldi nel confessare che abbondi di sali e facezie, affermò
landro ci hanno colto Lidio e Fulvia insieme, non si vede chiaro come nel tempo che si aspettano i fratelli di lei, sieno g
il celebre Segretario Fiorentino Niccolò Machiavelli nato in Firenze nel 1469, e morto nel 1547. Egli compose la Mandragol
ario Fiorentino Niccolò Machiavelli nato in Firenze nel 1469, e morto nel 1547. Egli compose la Mandragola, la Clizia, e l’
tanto che valentuomini di prima nota Italiani e Oltramontani ammirano nel Machiavelli, oltre all eleganza del dire, vivacit
in qual modo venne in casa la Clizia, dice: Quando dodici anni sono nel 1494 passò il re Carlo per Firenze, che andava co
e per domicilio Ferrarese, essendo stato di anni sette e qualche mese nel 1513 condotto del padre alla corte del duca Ercol
uocero. Questo illustre latterato morto in Venezia d’anni sessantadue nel 1572 a, che nella satira e nella commedia si avvi
anna mentovata dal Ghilini, le quali probabilmente si rappresentarono nel teatro ducale di Ferrara. Il Geloso le i Fantasmi
ucale di Ferrara. Il Geloso le i Fantasmi videro la luce delle stampe nel 1545; ma de’ Romiti e dell’Arianna è rimasto a no
solo nome. Il Geloso. Avrebbe mai il precettore di Poetica Francese, nel parlar della gelosia e vendetta delle commedie it
riosto, del Bibbiena e del Machiavelli, regneranno per avventura come nel proprio elemento in questa favola del Bentivoglio
ianissimo. L’argomento di questa favola è nuovo. L’autore stesso dice nel prologo che si è sforzato di comporre una commedi
duol, padron mio caro? Su su (disse ei tremando come foglia E pallido nel viso come un morto) Datemi le mie calce e il mio
o, il Filosofo, la Cortigiana, e la Talanta. Il Marescalco pubblicato nel 1530 è una lunga commedia di cinque atti priva d’
un paggio vestito da femmina. Questa commedia, e l’Ippocrito impresso nel 1542, ed il Filosofo uscito nel 1549, furono da J
esta commedia, e l’Ippocrito impresso nel 1542, ed il Filosofo uscito nel 1549, furono da Jacopo Doroneti pubblicate nel se
ed il Filosofo uscito nel 1549, furono da Jacopo Doroneti pubblicate nel seguente secolo sotto nome del celebre poeta Tans
rario che avea data alla luce la Talanta altra commedia del l’Aretino nel 1604 col titolo di Ninetta, pubblicò anche la Cor
’Aretino nel 1604 col titolo di Ninetta, pubblicò anche la Cortigiana nel 1628 col titolo dello Sciocco, attribuendole ambe
moderne lingue a. L’arcivescovo di Patras Alessandro Piccolomini nato nel 1508, da collocarsi tra gli uomini illustri del C
tre commedie in prosa. La prima intitolata l’Amor costante si recitò nel 1536 in presenza dell’imperador Carlo V quando en
n presenza dell’imperador Carlo V quando entrò in Siena, e s’impresse nel 1559. La seconda è l’Alessandro che si stampò nel
Siena, e s’impresse nel 1559. La seconda è l’Alessandro che si stampò nel 1553. L’Ortenzio che fu la terza si rappresentò n
dro che si stampò nel 1553. L’Ortenzio che fu la terza si rappresentò nel 1560 entrando in Siena il duca Cosimo I, e si pub
imente impresse tralle sei degli Accademici Intronati di Siena uscite nel 1611. Giovanni Imperiali nel Museo Istorico parla
gli Accademici Intronati di Siena uscite nel 1611. Giovanni Imperiali nel Museo Istorico parla delle due prime con molta lo
incipe de poeti comici Italiani. Egli però seguì Plauto ed Aristofane nel far dagli attori volgere il parlare agli spettato
on m’impaccio con loro; cotesti vanno al Rampino. Lo stesso Fabrizio nel III dubitando d’una fante, dice: Crede farmi sta
prigioni di que’ cani, finiva tredici anni. Di quel sacco parlò pure nel Geloso il Bentivoglio, e l’Aretino nella Cortigia
Lodovico Dolce. Due ne scrisse in versi, il Capitano uscita alla luce nel 1545, e il Marito nel 1560; le altre tre sono in
scrisse in versi, il Capitano uscita alla luce nel 1545, e il Marito nel 1560; le altre tre sono in buona prosa, il Ragazz
nel 1560; le altre tre sono in buona prosa, il Ragazzo che s’impresse nel 1541, il Ruffiano tratta dal Rudente di Plauto, e
fiano tratta dal Rudente di Plauto, e la Fabrizia che si pubblicarono nel 1549. Nel 1548 comparvero in diverse città quattr
isse anche il Gelli l’Errore altra commedia che non s’impresse se non nel 1603. Tralle migliori commedie di quel tempo si n
tar nell’Avaro ed in altre sue commedie. La protestazione che egli fa nel prologo della Sporta, mostra l’intelligenza ed il
ri; e le di lui belle commedie non si leggono come se scritte fossero nel linguaggio Tibetano. Questo piacevolissimo scritt
etano. Questo piacevolissimo scrittore che morì d’anni sessantacinque nel 1563, fu calzolajo, ma si distinse in Firenze per
edia di Antonio Mariconda cavaliere napolitano che sebbene s’impresse nel 1548 era stata rappresentata sin dal 1546 da alcu
appresentata sin dal 1546 da alcuni gentiluomini napoletani mentovati nel libro I della storia di notar Castaldo, nella sa
ara, la Cesarea Gonzaga, la Trinuzia che si pubblicarono con applauso nel 1550. Agnolo Firenzuola cittadino fiorentino abat
in prosa due belle commedie, i Lucidi impressa da’ Giunti di Firenze nel 1549, e la Trinuzia uscita alla luce nel 1551. An
pressa da’ Giunti di Firenze nel 1549, e la Trinuzia uscita alla luce nel 1551. Antonio Francesco Grazzini detto il Lasca,
all’atroce vendicativo furor geloso de’Fajeli) pubblicata in Firenze nel 1551, e la Spiritata nel 1560, le quali insieme c
uror geloso de’Fajeli) pubblicata in Firenze nel 1551, e la Spiritata nel 1560, le quali insieme colla Sibilla si ristampar
a nel 1560, le quali insieme colla Sibilla si ristamparono in Venezia nel 1585. Giovanmaria Cecchi cui si confessano i Fior
essano i Fiorentini assai tenuti, oltre ad alcune pastorali, pubblicò nel 1550 e nel 1562 varie commedie in prosa ed in ver
orentini assai tenuti, oltre ad alcune pastorali, pubblicò nel 1550 e nel 1562 varie commedie in prosa ed in versi, intitol
prosa, secondo Apostolo Zeno, licenziosa anzi che no, che si pubblicò nel 1560. Il Capitano bizzarro commedia in terza rima
ma di Secondo Tarentino si recitò in Taranto, e s’impresse in Venezia nel 1551. Giordano Bruno di Nola compose la commedia
o di Nola compose la commedia del Candelajo che si pubblicò in Parigi nel 1582, e vi si reimpresse nel 1589, e poi nel seco
del Candelajo che si pubblicò in Parigi nel 1582, e vi si reimpresse nel 1589, e poi nel secolo seguente quivi ancora si t
he si pubblicò in Parigi nel 1582, e vi si reimpresse nel 1589, e poi nel secolo seguente quivi ancora si tradusse e si pub
commedia in prosa del Guidani leccese s’impresse in Venezia per Aldo nel 1570. Il Trappa pure in prosa di Massimo Cameli a
appa pure in prosa di Massimo Cameli aquilano si pubblicò nell’Aquila nel 1566. La Virginia che il secondo Bernardo Accolti
servò prima il Zeno. La Flora di Luigi Alamanni s’impresse in Firenze nel 1556 per cura di Andrea Lori che la fece recitare
Pino da Cagli. Nel prologo degl’Ingiusti Sdegni sua commedia impressa nel 1553 havvi una descrizione lodevole della commedi
li la porta: Licinio è quì che come smarrito augello cerca diridursi nel vostro nido, come aquila che stà per fissar l’occ
gl’Ingiusti Sdegni: e due altre uscite alla luce più tardi, l’Evagria nel 1584, e i Falsi Sospetti nel 1588. Francesco d’Am
re uscite alla luce più tardi, l’Evagria nel 1584, e i Falsi Sospetti nel 1588. Francesco d’Ambra gentiluomo fiorentino mor
petti nel 1588. Francesco d’Ambra gentiluomo fiorentino morto in Roma nel 1558ascrisse più commedie pregiate dagl’ intellig
isse più commedie pregiate dagl’ intelligenti, e per la lingua citate nel Vocabolario della Crusca. Le più stimate sono: i
stimate sono: i Bernardi in versi sciolti che si produsse in Firenze nel 1563 e 1564, la Cofanaria parimente in versi scio
esco de’ Medici e della regina Giovanna d’Austria stampata in Firenze nel 1561, ed il Furto scritta in prosa impressa nel 1
a stampata in Firenze nel 1561, ed il Furto scritta in prosa impressa nel 1560 e poi più volte ristampata, la quale vivente
uale vivente l’autore si era rappresentata dagl’Accademici Fiorentini nel 1544, e quindi raccolse gl’applausi più distinti
olamo Parabosco, Una ne compose in versi che è il Pellegrino impressa nel 1570, e sette in prosa, cioè l’Ermafrodito, il La
in prosa noverate tralle migliori italiane. G l’Inganni (tradotta poi nel seguente secolo dal principe de’ comici francesi,
poi nel seguente secolo dal principe de’ comici francesi, ed imitata nel XVIII dal napoletano Niccolò Amenta) si recitò co
o in Milano alla presenza di Filippo II allora principe delle Asturie nel 1547, e s’impresse nel 1562. L’Interesse, la Came
za di Filippo II allora principe delle Asturie nel 1547, e s’impresse nel 1562. L’Interesse, la Cameriera ed il Beffa si pu
Angeli; tutte queste commedie scritte parte in prosa e parte in versi nel periodo di cui parliamo, si faranno leggere senza
colo non declinò il gusto della buona commedia. S’impresse in Venezia nel 1581 la commedia intitolata gli Straccioni del co
ne la più gaja e fresca tintura de’ costumi della sua età. Scusandosi nel prologo di avere ideato senza esempio un argoment
arte la sua maravigliosa eleganza e purezza e grazia del dire) e pose nel tempo stesso nella passione di Gisippo e Giuliett
m’è sempre in bocca. Tu vedi che la tua immagine mi stà continuamente nel cuor. Tu sai che d’altri che tuo non poso essere,
dice o si risponde cosa che non sembri l’unica espressione richiesta nel caso. Ma la bella lettera poi spira tutto il pate
rruginito dalla pedantesca passione di far acquisto di libri stampati nel XV secolo, fossero poi anche scempi e fanciullesc
ostume si vorrebbero più castigate. Esse sono tre, il Tesoro impressa nel 1583, l’Alteria nel 1587, e l’Emilia nel 1596, tu
più castigate. Esse sono tre, il Tesoro impressa nel 1583, l’Alteria nel 1587, e l’Emilia nel 1596, tutte scritte in versi
sono tre, il Tesoro impressa nel 1583, l’Alteria nel 1587, e l’Emilia nel 1596, tutte scritte in versi, e con lo spirito di
seppellire per morta; indi tratta dalla sepoltura si veste da uomo, e nel l’accingersi a partir per Lione dove sapeva che d
a con senno la sua Donna costante dalla venuta di Aristide in Bologna nel giorno che è stata sepolta fintamente Elfenice, e
due strofe. Nel terzo in fine dell’atto II si vede in un prato Cerere nel suo carro, e canta due ottave. Il quarto tramezzo
uito dal Planelli. Questa Commedia dall’autore dedicata a Carlo Pitti nel 1578, s’impresse nel 1582, e nell’anno seguente s
esta Commedia dall’autore dedicata a Carlo Pitti nel 1578, s’impresse nel 1582, e nell’anno seguente si pubblicò l’Amante
della riferita. Il Vellettajo del Masucci in versi si diede alla luce nel 1585: l’Amico fido del Bardi rappresentata in Fir
zze di don Cesare d’Este e donna Virginia de’ Medici uscì al pubblico nel medesimo anno: la Prigione di Borso Argenti in pr
ico nel medesimo anno: la Prigione di Borso Argenti in prosa impressa nel 1587: la Vedova di Niccolò Bonaparte anche in pro
rosa impressa nel 1587: la Vedova di Niccolò Bonaparte anche in prosa nel 1592: il Fortunio del Giusti parimente in prosa n
te anche in prosa nel 1592: il Fortunio del Giusti parimente in prosa nel 1593. Il perugino Sforza degli Oddi professor di
in Padova ed in Parma (dove morì l’anno 1610 secondo Apostolo Zeno, o nel 1611 come ci assicura il Bolsi presso il Tirabosc
itolata Crofilomachia ovvero Duello d’Amore e d’Amicizia, si pubblicò nel 1586, ma era stata composta nella giovanezza dell
lar piacere, e si ristampò più volte. La Prigione d’Amore si produsse nel 1592, ed in essa, come nella precedente, vi è una
a de’ caratteri e dell’intreccio, intitolata i Morti vivi, s’impresse nel 1597. Anche queste commedie dell’Oddi son da ripo
ella dilicata classe delle commedie tenere simili all’Ecira, le quali nel nostro secolo vedremo oltramonte degenerare in ra
ò in Caprarola dagli Accademici di quella città il primo di settembre nel 1598 alla presenza del cardinal Odoardo Farnese g
Torquato Tasso: e che s’impresse in Viterbo presso Girolamo Discepolo nel 1604. E una favola assai avviluppata, piena per a
la ragione che quest’Accademico di Caprarola si dilettava di scrivere nel genere drammatico. Tuttavia non abbiamo sinora su
l Falco commedie inedite di Giuseppe Feggiadro de’ Gallani si favella nel Compendio Istorico di Parma scritto dal l’Edovari
i Matrimonii recitata avanti al Duca Pier Luigi Farnese, si fa motto nel citato ms. dell’Edovari. Di un’altra commedia lat
citò dal principe don Francesco figliuolo del duca. a. Vedi il Pigna nel libro II de’ Romanzi. a. Si è stimato notar ciò
ndi fralle altre opere poetiche del medesimo Francese anche in Parigi nel 1573 in ottavo. a. Nelle dichiarazioni apposte a
oventù contro i principii di una critica falsa. a. E’ stata inserita nel 1786 nel tomo IV dell’ultima collezione del Teatr
ntro i principii di una critica falsa. a. E’ stata inserita nel 1786 nel tomo IV dell’ultima collezione del Teatro Italian
cque a lei l’esser coranta bella. Un non ignobile letterato di Parma nel 1780 ha voluto rinnovar questo metro ne’ suoi Tre
di colui senza citarlo nell’opera detta del Teatro proscritta in Roma nel 1771 e ristampata in Venezia nel 1773. L’autore a
detta del Teatro proscritta in Roma nel 1771 e ristampata in Venezia nel 1773. L’autore anonimo (che si crede che fosse Fr
61 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO VII. ed ultimo. Vuoto della Storia teatrale. » pp. 248-280
quentati. Di moltissimi altri teatri rimangonci anche oggi gli avanzi nel rimanente dell’Italia. Oltre a quello di Padova,
i ammira e si conserva col nome di Arena. Vestigii di teatro veggonsi nel Piceno dove era Alia rovinata dal Goto Alarico, d
atro fabbricato di mattoni. Oltre Terracina, seguitando la Via Appia, nel luogo dove fu Longola città descritta da Dionigi
Murviedro le rovine del teatro Saguntino, essendo questa città eretta nel regno di Valenza sulle ceneri dell’antica Sagunto
ingiuriose contro il re Agamennone. Assai di rado egli fecesi vedere nel teatro dopo che una volta a richiesta del popolo
iù illustri e le matrone più nobili facevano a gara nell’arricchirla, nel trattarla con somma famigliarità e nell’amarla fo
ì caro il pantomimo Batillo, che lo creò edituo del suo tempio eretto nel proprio palazzo, siccome apparisce dall’ iscrizio
etto nel proprio palazzo, siccome apparisce dall’ iscrizione scolpita nel di lui sarcofago recata dal Fabretto e dal Ficoro
ttere aspramente, insultando frattanto al di lui dolore, con dire che nel tuono lamentevole ancora spiccava la dolcezza del
tori delle provincie; uno ne pose nell’ordine de’ cavalieri, un altro nel senatorio; un altro che da giovane avea rappresen
a alla morte e all’infamia del supplizio senza delitto178? Osservammo nel tomo precedente, che la legge or dirige or aguzza
dal Vossio appellata dramma prosaico 182. Essa fu impressa in Parigi nel 1564 appo Roberto Stefano con dotte annotazioni d
e s’inserì poi nella bella edizione di Plauto di Filippo Pareo uscita nel 1619. Se ne ignora l’autore, e il dottissimo Fabr
no chiamati186. Ma non troviamo scrittori drammatici. Non ne troviamo nel VII, VIII e IX secolo, ne’ quali sparì dal cospet
tichi abitatori. In Francia appena si ripeterono le sconcezze mimiche nel barlume che vi fe rilucere Carlo Magno187. Non em
’Episania che duravano, per testimonianza di Teodoro Balsamone, anche nel XII secolo190; e i cantambanchi e buffoni che int
e nozze di Bonifazio Marchese di Toscana con Beatrice di Lorena fatte nel 1037191: alquanti anni prima di terminare il XII
interitu Antichristi, composto e forse rappresentato nella Germania, nel quale intervengono il Papa, l’ Imperadore, i Sovr
às de Nasarre letterato Spagnuolo in una sua dissertazione pubblicata nel 1749, faceva sperare monumenti drammatici nella l
e il peso di un poema grande e seguito come il drammatico. Certamente nel Saggio della Poesia Araba del Signor Casiri inser
o parte in versi e parte in prosa, è di Mohamad Ben Mohamad Albalisi, nel quale trattengonsi a darsi vicendevolmente il gia
que Nasarre, e seco trasse Velazquez che gli credè buonamente. Costui nel libretto delle Origini della Poesia Castigliana a
le radici degli alberi, e privansi per sempre de’ loro frutti. TAL fu nel mondo conosciuto l’antico stato degli spettacoli
li e delle vicende di tanti regni, giugne alla posterità che l’ammira nel Prometeo, ne’ Sette a Tebe, ne’ Persi. Sofocle si
scurano mai. Questi tre rari ingegni spiegavano tutta la loro energia nel delineare con maestria singolare le umane passion
loro energia nel delineare con maestria singolare le umane passioni, nel dipignere con naturalezza e verità i costumi, nel
le umane passioni, nel dipignere con naturalezza e verità i costumi, nel trionfare per una inimitabile semplicità di azion
era fiorente democrazia, appunto perchè osò intrepidamente inoltrarsi nel politico gabinetto e convertir la scena comica in
istofane. Non fu tragico Anassandride, come lo stimò il Signor Andres nel parlar rapidamente di ogni letteratura, ma comico
, ma comico della commedia mezzana, secondo Ateneo, ed in essa, e non nel teatro tragico, introdusse le deflorazioni e le a
i mascherati di modo che lo stesso vizioso deriso, senza riconoscersi nel ritratto, rideva del proprio difetto. Dopo il Coc
o? Cadde colla Grecia stessa la sua bella commedia per rinascere indi nel Lazio per mano di un Affricano. Gli Etruschi e i
roade di Seneca, e all’Agave di Stazio. La grandezza eroica campeggia nel loro stile con carattere particolare, meno attacc
o sulle scene profanate. Così la vera drammatica senza perfezzionarsi nel Lazio fu distrutta dalle depravazioni mimiche, ed
ere amphitheatri ruina perierant. In V. Tib. c. 40. 160. V. Erodiano nel libro III. 161. Il medesimo Erodiano nel libro V
b. c. 40. 160. V. Erodiano nel libro III. 161. Il medesimo Erodiano nel libro V. 162. Non si è finora mentovato verun te
ato da autori auteriori all’Era Cristiana (di che vedasi Pietro Bayle nel Dizionario art. Ezechiel), il quale compose una t
no di dignità fra questo legislatore e capo degli Ebrei e la Divinità nel roveto ardente, e finalmente in un racconto fatto
pettacolo teatrale, come altrove accadde ad altre feste. 163. Tacito nel XIV degli Annali. 164. Così racconta Asinio Poll
Annali. 164. Così racconta Asinio Pollione nella lettera 32 inserita nel VII libro delle Famigliari di Cicerone. 165. Ved
n V. Calig. c. 33. 176. Lo stesso in V. Vitel. c. 12. 177. Erodiano nel libro V. 178. Libere e delicate sono le amene l
più ospitale e dolce nido. Ottimamente ad altro proposito cantò Pope nel IV canto del suo Saggio di Critica volgarizzato d
izione rapportata dal Grutero, dal Muratori, dal Tiraboschi, e da noi nel tomo I delle Vic. della Coltura p. 289. 180. Ved
pilatori del Giornale de’ Letterati stampato in Pisa ci fecero sapere nel volume pubblicato nel 1779, questo Delirus vien c
de’ Letterati stampato in Pisa ci fecero sapere nel volume pubblicato nel 1779, questo Delirus vien chiamato commedia da M.
ubblicato nel 1779, questo Delirus vien chiamato commedia da M. Roubo nel trattato De la Construction des Théâtres impresso
Roubo nel trattato De la Construction des Théâtres impresso in Parigi nel 1777; e si vuole che fosse rappresentata in un te
ritta da Alcuino all’Ab. di Corbè Adelardo e riterita dal P. Mabillon nel tomo II degli Annali Benedettini lib. XXVI, num. 
62 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XVII ultimo. Teatro Materiale, ove de’ più rinomati Teatri, e della condizione degli Attori Greci. » pp. 213-238
orzione gli altri teatri Greci. Delo presenta a’ nostri giorni ancora nel pendio di una collina a cui si appoggia, e intorn
città Greche vantarono famosi teatri. Considerando, come praticammo nel teatro formale, la Sicilia come diramazione della
a, che egli appellò il più bello della Siciliaa. Leandro Alberti vide nel sito, ove era Acradina e Tica, alcuni pochi rotta
Acradina e Tica, alcuni pochi rottami di tal superbo teatro tagliato nel sassob. Il Conte della Torre Cesare Gaetani ne di
, i sonti, i laghi, le campagne adjacenti, ed era lavorato e incavato nel macigno naturale. Di figura semicircolare arriva
uaste in modo che non si curarono mai. Riescì al lodato Conte Gaetani nel 1756 di scoprire nella parte opposta in faccia al
o Fella e di Pietro Polidoro se ne fa menzione; aggiungendo che anche nel secolo XVI n’esistevano varii rottami. Tralle rui
duto che gli Spartani mancassero di spettacoli scenici, ed ha indotti nel medesimo errore altri scrittori nè volgari. Quel
e al secondo giorno delle feste Giacintie, che celebravansi ogni anno nel mese di agosto in Laconia ad onor di Apollo e del
ttato sul genere di commedia usato dalla sua nazione. Cornelio Nipote nel proemio del suo libro degli Uomini insigni riferi
lia nobile compariva sulle scene prezzolata. Il dotto marchese Maffei nel trattato scritto contro le stravaganze del p. Con
lia di ciò che asserì Cornelio, non parendogli probabile che Plutarco nel parlare degl’Istituti Laconici avesse tralasciata
rodo. Eschine celebre oratore fu prima attore teatrale, e si distinse nel rappresentare il personaggio di Enomao, benchè no
e porte della scena, secondo Isidoro e Diomede, chiamavasi Proscenio, nel cui mezzo benchè alquanto più basso alzavasi il P
mimi che non usavano nè coturni nè socchi. Al di sotto del pulpito e nel bel mezzo del teatro era l’orchestra destinata al
scalinate conteneva uno spazio, che dall’andarsi sempre ristringendo nel calar giù presentava la figura di un cuneo e seco
a de’ circoli concentrici in una superficie piana, ma bensì gli forma nel mezzo dell’aria in tutti i sensi come in una supe
ca teatrale. a. Trovansene ne’ libri dell’Architettura di Vitruvio; nel Gallucei della Tragedia, e Commedia; nel Calliach
ll’Architettura di Vitruvio; nel Gallucei della Tragedia, e Commedia; nel Calliachio de’ Giuochi Scenici; nel Mazzocchi del
lucei della Tragedia, e Commedia; nel Calliachio de’ Giuochi Scenici; nel Mazzocchi dell’Anfiteatro e Teatro Campano; nel B
de’ Giuochi Scenici; nel Mazzocchi dell’Anfiteatro e Teatro Campano; nel Bulengero del Teatro; nel Dizionario del Pitisco;
Mazzocchi dell’Anfiteatro e Teatro Campano; nel Bulengero del Teatro; nel Dizionario del Pitisco; nel tomo VI del Quadrio;
Teatro Campano; nel Bulengero del Teatro; nel Dizionario del Pitisco; nel tomo VI del Quadrio; nel Cavalier Fontana dell’An
gero del Teatro; nel Dizionario del Pitisco; nel tomo VI del Quadrio; nel Cavalier Fontana dell’Anfiteatro Flavio; nella di
tana dell’Anfiteatro Flavio; nella dissertazione del Boindin inserita nel tomo I delle Memorie dell’Accademia delle Iscrizi
ere di Parigi. a. Vitruvio nella prefazione al libro VII. a. Spon nel Viaggio d’Italia, di Dalmazia, di Grecia e del Le
che Plutarco nella Vita di Timoleone, e Giustino parlando di Agatocle nel libro XXII. b. Descrizione della Sicilia. c.
che dal nomato Conte Gaetani ebbe la pianta del teatro, per inserirla nel di lui Stato presente de’ Monumenti antichi Sicil
ichi Siciliani del 1767. La rapportò poscia il principe di Torremuzza nel 1784 fralle Iscrizioni di Sicilia. b. Medaglie
hina chiamata Εξοστρα ed altrimente Εννυκλημα da Esichio e da Polluce nel lib. IV. a. Archit. lib. V, cap. 3. a. De Amp
a. Di questa legge parla Demostene nella III Filippica. a. Giustino nel libro VI.
63 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi [3e éd.]. Tomo X, parte 1 pp. 2-271
Chi può senza rossore Rammentar come visse allor che muore Metastasio nel Temistocle. Storia critica de’ teatri Antichi
i del XIX Capo I Tragedie Reali R isorgeva a gran passi nel cader del secolo XVII il gusto della vera eloquen
l gusto della vera eloquenza nelle contrade chiuse dalle Alpi ; e già nel 1690 de’ suoi allievi e proseliti potè in Roma fo
oggetti alle macchie secentiste. L’onore di primo ristauratore d’essa nel secolo XVIII debbesi senza dubbio al bolognese Pi
olo XVIII debbesi senza dubbio al bolognese Pier Jacopo Martelli nato nel 1665 e morto nel 1727 secondo l’epitafio che ne f
senza dubbio al bolognese Pier Jacopo Martelli nato nel 1665 e morto nel 1727 secondo l’epitafio che ne fece l’illustre ma
’ Alceste di Euripide. Gl’ Italiani del secolo XVI aveano trasportati nel nostro idioma i greci argomenti con troppa scrupo
Tullio, Appio Claudio, Papiniano. La bella semplicità cui si attenne nel tesserle, piacque agli eruditi, e per questa part
r risalire i leggitori sino a’ costumi de’ remoti popoli della Grecia nel Palamede e nell’ Andromeda ; ma qual vantaggio re
sue favole imitando l’arte di satireggiare di Euripide, specialmente nel Papiniano. Sopratutto sì encomii col dotto critic
un solo scrittore per modello per la difficoltà di trovarsene alcuno nel suo genere sì compiuto che tutte contenga le perf
hese. Compose il primo cinque tragedie impresse in Napoli, cioè Bruto nel 1723, Sofonisba e Virginia nel 1725, Sejano nel 1
ragedie impresse in Napoli, cioè Bruto nel 1723, Sofonisba e Virginia nel 1725, Sejano nel 1729, ed Orazia che si pubblicò
in Napoli, cioè Bruto nel 1723, Sofonisba e Virginia nel 1725, Sejano nel 1729, ed Orazia che si pubblicò unita con le altr
l 1725, Sejano nel 1729, ed Orazia che si pubblicò unita con le altre nel 1752. Vinse egli per gravità, e per versificazion
, introduceva o faceva partire i personaggi senza perchè, trascorreva nel lirico, verseggiava con istento, imbrattava alcun
inusitate e scorrette. Più che altrove lo stile è affettato e lirico nel Sejano, le sentenze più ricercate che non sono in
la descrizione delle arti degli ambasciadori nelle corti straniere : nel III l’ambasciata degnamente esposta da Celio : ne
corti straniere : nel III l’ambasciata degnamente esposta da Celio : nel IV i gravi sentimenti di Furio che tenta di richi
elio : nel IV i gravi sentimenti di Furio che tenta di richiamar Tito nel camin dritto : nel V i forti rimorsi di Tito dive
vi sentimenti di Furio che tenta di richiamar Tito nel camin dritto : nel V i forti rimorsi di Tito divenuto traditore, il
to l’interesse sino all’ atto V ; là dove l’Aretino, che la fa morire nel III, lo divide fra lei ed il fratello. Rare volte
di Orazio, la notizia della pugna stabilita tra i Curiazii ed Orazii nel IV, di cui è conseguenza l’altra scena di Orazio
e al dire anche degli eruditi compilatori della Bibliotheque Italique nel tomo VII, i dotti vi presero tanto piacere a legg
tragedie di Saverio Pansuti fe l’immortale Alessio Simmaco Mazzocchi nel capo I del dottissimo commentario dell’ Anfiteatr
Marchese, il quale dopo di aver governato da preside in Salerno entrò nel 1740 tra’ Padri dell’ Oratorio detti G rolimini d
rcivescovato di Salerno, e del vescovato di Lecce a lui offerti, morì nel 1753 ammirato per le sue virtù. Sin dalla prima g
olla scelta di ottimi argomenti per due sue favole impresse in Napoli nel 1715, il Crispo e la Polissena. Non fu solo il Ma
i. Meritò la di lui Polissena, che da Pietro di Calepio si preferisse nel confronto a quella del La Fosse pel piano meglio
e cristiane impresse magnificamente in Napoli in due volumi in quarto nel 1729. A ciascuna si premise un rame disegnato o d
del Granelli ritrasse il Marchese egregiamente un principe penitente nel Maurizio che accompagna degnamente l’Ermenegildo.
 ? Irene torna coll’infante ; la madre vuole stringerselo al seno, ma nel fissarvi lo sguardo si avvede che non è il suo pi
atto da Arpago del proprio figlio per salvar la vita al picciolo Ciro nel melodramma del gran Metastasio. Ed è in questo de
rò che caratterizza singolarmente il suo pennello è il decoro serbato nel costume e la proprietà mirabile ne’personaggi imi
io Bruto recitata molte volte di seguito in Venezia con gran concorso nel teatro di San-Samuele, oltre a i pregi generali d
ero con sinceri encomii(a). A chi è ignota la Merope del Maffei ? Chi nel mentovarla non si sovviene di quel patetico anima
i essersi ornato delle sue principali bellezze seguendone le vestigia nel comporre la propria Merope, manifestano vie più l
si combattono ! Se Euripide tutti precedette i tragici che conosciamo nel maneggiar tal favola, perchè sdegnare di attribui
ra’raggi dell’immortalità. Merita somma lode l’avventurosa Verona che nel vestibolo dell’Accademia Filarmonica fece innalza
a Didone del bolognese Giampieri Cavazzoni Zanotti. La prima recitata nel 1720 in Modena con applauso grande, in Ferrara ug
so grande, in Ferrara ugualmente ed in Venezia, s’impresse in Firenze nel 1721 con una dissertazione dell’abate Girolamo Le
uale ? Alceste… ? Critolao… ? No, Demodice. La Didone uscì in Verona nel 1721, ma nella dedicatoria alla marchesa Isotta N
monte si dice di essersene fatta prima un’altra edizione, ed appresso nel 1724 si stampò di nuovo con tutte le rime dell’au
utte le rime dell’autore. Non cede questa tragedia nella regolarità e nel colorito delle passioni alla Demodice ; ma le sov
esclusi i cori, e l’uso in seguito n’è passato quasi del tutto. Anche nel 1721 s’impresse in Venezia l’Ezzelino del dottor
se non sei versi soli recitati da Amabilia. Lo stesso autore pubblicò nel 1725 Giocasta la giovane di scena mutabile. L’inv
na in Tebe detta opera tragica scritta in prosa e impressa in Venezia nel 1722. Da tali favole tirò la sua tragedia il Baru
a tragedia il Baruffaldi, nè se ne infinse, ma ingenuamente l’accennò nel ragionamento che vi premise. Si osserva nella con
e ella non dee ignorare. Viene con animo di dar la morte a Creonte, e nel darsi a conoscere ad Osmene manifesta il suo dise
de il di lei coraggio ed il disprezzo della morte in faccia a Creonte nel IV atto. Piace soprattutto nell’ atto V la pateti
oprattutto nell’ atto V la patetica separazione di Antigona ed Osmene nel punto di esser ferita da Giocasta. Ella s’intener
tile accoppia alla grandezza tragica verità e naturalezza senza cader nel basso. Ma, come bene osserva l’abate Conti, si sf
edde e nojose, la Temisto, la Penelope, e Salvio Ottone. S’impressero nel 1727 dal Comíno in Padova, ma non si rappresentar
al Salio che egli ne avesse disapprovato tacitamente ogni altra cosa nel Paragone della Poesia Tragica, e perciò nel 1738
citamente ogni altra cosa nel Paragone della Poesia Tragica, e perciò nel 1738 produsse contro di questa opera egregía l’ E
i, si produssero. Giovanni Leone Sempronii da Urbino pubblicò in Roma nel 1724 la sua tragedia il Conte Ugolino. La Morte d
ale compilata dal Diodati. Il marchese Gorini Corio stampò in Venezia nel 1733 il suo Teatro Tragico e Comico col trattato
crisse la Congiura di Bruto figliuolo di Cesare pubblicata in Vicenza nel 1733, la quale secondo il conte Mazzucchelli fu l
le tragedia. Giovanni Antonio Bianchi minore osservante nato in Lucca nel 1686 e morto in Roma nel 1758, conosciuto per gli
onio Bianchi minore osservante nato in Lucca nel 1686 e morto in Roma nel 1758, conosciuto per gli sforzi perduti contro la
mo lerno teatro, pubblicò sotto il nome arcadico di Lauriso Targiense nel 1761 in quattro volumi dodici tragedie regolari,
avansi in un teatrino, che sussisteva ancora verso la fine del secolo nel convenuto di Orvieto da’ suoi studenti con grandi
Parma. Bonaventura Antonio Bravi Veronese pur minore osservante nato nel 1693 e morto verso il 1773 diede alla luce cinque
l 1773 diede alla luce cinque tragedie. Il suo Orazio usci in Venezia nel 1642 e si ristampò in Verona nel 1762 con molte m
gedie. Il suo Orazio usci in Venezia nel 1642 e si ristampò in Verona nel 1762 con molte mutazioni e col titolo Orazio in c
mutazioni e col titolo Orazio in campo. Sulmone pubblicata in Venezia nel 1746 si reimpresse in Firenze nel 1756. Usc in Ve
ampo. Sulmone pubblicata in Venezia nel 1746 si reimpresse in Firenze nel 1756. Usc in Verona nel 1747 Irene delusa. Quivi
in Venezia nel 1746 si reimpresse in Firenze nel 1756. Usc in Verona nel 1747 Irene delusa. Quivi pur s’impresse il Costan
c in Verona nel 1747 Irene delusa. Quivi pur s’impresse il Costantino nel 1748, ed un altro Costantino diverso dal primo ve
un altro Costantino diverso dal primo venne pure alla luce in Verona nel 1752, e la seconda volta nel 1764. Il signor Bicc
dal primo venne pure alla luce in Verona nel 1752, e la seconda volta nel 1764. Il signor Bicchierai produsse in Firenze du
1764. Il signor Bicchierai produsse in Firenze due tragadie regolari nel 1767, la Virginia e la Cleone precedute da alcune
e Opere Poetiche del Varano pubblicate nella reale stamperia di Parma nel 1789(a). L’autore che forse pensava di seppellirl
etiche richezze, si vide obbligato ad imprimere il Demetrio in Padova nel 1749 con correzione e magnificenza, dopo di esser
to nelle Novelle Letterarie di Venezia del Berno librajo veronese che nel 1745 su di un esemplare nè riveduto nè concesso d
rodotto. In seguito s’inserì anche nella nominata Biblioteca teatrale nel 1766 in Lucca. L’autore la chiamava impresa della
l vero non è istorica, eccetto che nell’ àncora naturalmente impressa nel corpo de’Seleucidi(a) dal Varano adoperata nello
ffrir ! Fuida’nemici Salvato, fui nutrito, e dalla madre Son trafitto nel cor. Tu mi accusasti Che di Seleuco io meditai la
figlio, e ne manda a sospendere l’esecuzione. L’agitazione di Seleuco nel dubbio che il soldato non giunga a tempo per impe
ito de’caratteri non discordano dal Demetrio tanto nell’Agnese quanto nel Giovanni di Giscala tiranno del tempio di Gerusal
ta al pontefice Benedetto XIV, e s’impresse splendidamente in Veuezia nel 1754 ornata in ciascun atto di alcune medaglie ba
i della distruzione di Gerusalemme, ed a varie circostanze rammentate nel dramma. Notabile in esso è la dipintura della fer
ildo, col Maurizio, col Giulio Cesare, e col Demetrio. Il sig. Andres nel mentovar con onore i componimenti di lui, e dell’
Regolarità, interesse, giudizio nella traccia della favola, destrezza nel colorire i caratteri, sentimenti grandi, nulla a
nza dello stile naturalmente bello e poetico, ricco nella frase, puro nel linguaggio, grande sempre, sempre elegante, e for
i teatri, fèce che ne fossero escluse, e che si rappresentassero solo nel Collegio di San Luigi di Bologna nel 1732, e ne’d
, e che si rappresentassero solo nel Collegio di San Luigi di Bologna nel 1732, e ne’due seguenti anni, e si ripetessero in
scolta, e danno luogo alla bella descrizione del pericolo di Evilmero nel bosco, e del combattimento di Giosia colla fiera.
anche in ciò il Granelli fu preceduto dal marchese Annibale Marchese nel suo Maurizio. L’agnizione di un figlio di Manasse
ran parte del bello di questa tragedia. L’artifizio usato felicemente nel supporre prima dell’azione dato in sogno il divin
disviluppar questo nodo, danno indizio di qualche intrinseco difetto nel piano. Previde il degno autore l’opposizione che
li scansata la taccia di troppo facile e credulo, e mostrato costanza nel carattere, e secondata la prudenza indispensabile
Dopo ciò vedrà il leggitore se ebbe ragione il Bettinelli di ammirare nel Dione l’ultimo sforzo d’ingegno nell’invenzione,
e di Jefte, la grandezza de’sentimenti di Seila, sostengono la favola nel medesimo vigore. Ma nel quarto (quando dovrebbe c
de’sentimenti di Seila, sostengono la favola nel medesimo vigore. Ma nel quarto (quando dovrebbe crescere) già prende un a
signor Bettinelli, fa mestieri mentovare le tragedie latine composte nel secolo XVIII per lo più da’ gesuiti. Marcantonio
VIII per lo più da’ gesuiti. Marcantonio Ducci fece imprimere in Roma nel 1707 l’Ermenegildo ; Giovanni Lascari nel 1709 St
ucci fece imprimere in Roma nel 1707 l’Ermenegildo ; Giovanni Lascari nel 1709 Stanislao Koska ; monsignor Gian Lorenzo Luc
edie scritte in italiano. Sei ne produsse in Roma il dotto p. Carpani nel 1745. Il p. Giovanni Spinelli di Napoli de’princi
tino alcuni melodrammi tragici elegantissimi. La sua Jaele s’impresse nel 1701, Atalia nel 1703, Sedecia, e la Madre de’ Ma
rammi tragici elegantissimi. La sua Jaele s’impresse nel 1701, Atalia nel 1703, Sedecia, e la Madre de’ Macabei nel 1704,Ta
s’impresse nel 1701, Atalia nel 1703, Sedecia, e la Madre de’ Macabei nel 1704,Tamar vendicata nel 1706, Santa Maria Maddal
ia nel 1703, Sedecia, e la Madre de’ Macabei nel 1704,Tamar vendicata nel 1706, Santa Maria Maddalena de Pazzis in latino e
ta nel 1706, Santa Maria Maddalena de Pazzis in latino ed in italiano nel 1707, e Bersabea nel 1708, e trasportò anche in l
ria Maddalena de Pazzis in latino ed in italiano nel 1707, e Bersabea nel 1708, e trasportò anche in latino i melodrammi de
e di Persia, le quali colla traduzione della Roma Salvata stamparonsi nel 1771 in Bassano, ma si diedero al teatro in diver
assano, ma si diedero al teatro in diversi tempi, la prima in Bologna nel 1747, e le altre in Parma tra il 1752 e 1757. L’a
gna nel 1747, e le altre in Parma tra il 1752 e 1757. L’autore stesso nel Discorso del Teatro Italiano ci fa sapere che il
Italiano ci fa sapere che il Demetrio si rappresentò anche in Venezia nel 1758, il Gionata altre volte ancora, ed il Serse
enezia nel 1758, il Gionata altre volte ancora, ed il Serse in Verona nel 1767 da’ cavalieri, e vi sostenne la prima parte
anto su di quello del Gionata. Il fondo istorico dell’azione consiste nel perdono dato ad Atene da Demetrio ; ma nel disvil
orico dell’azione consiste nel perdono dato ad Atene da Demetrio ; ma nel disviluppo prende la favola il portamento del Cin
l’ Areopago, Atene. Timandro non doveva fremere all’udirli ? Ottimo nel principio dell’ atto III è il contrasto che si am
 ; piacque ad un’altra schiera di letterati di recare eccellentemente nel nostro idioma quasi tutto il teatro tragico franc
Biblioteca teatrale di Lucca l’anno 1762, indi fra i di lui opuscoli nel 1781. Egli formò anche delle Troadi e dell’Ecuba
questa istoria, per l’opera che fece imprimere in tre tomi in Milano nel 1803 col titolo Delle migliori Tragedie Greche e
iene l’Appolito di Euripide e la Fedra di Giovanni Racine trasportate nel nostro idioma e comparate. Il secondo presenta la
ebbe il nominato autore e prima di lui il Maffei, indi il Metastasio nel Ciro, e l’Alfieri nella sua Merope, che tutti vol
iplomatica addossatagli dal Governo lo menò all’Università di Bologna nel 1805. Capo II Certame Drammatico in Parma :
eal programma per tutto l’anno 1782, cinque sole meritarono la corona nel certame parmense. Ottenne la prima nel concorso d
nque sole meritarono la corona nel certame parmense. Ottenne la prima nel concorso del 1772 la Zelinda tragedia del conte C
tonio Magnocavallo di Casal Monferrato. Non si premiò tragedia alcuna nel 1773. L’anno seguente conseguì la prima corona il
vallo, il quale è pure autore di una Sofonisba pubblicata in Vercelli nel 1782. Il più accigliato censore non negherà che t
giudizio, composero le loro tragedie Carlo Antonio Monti che pubblico nel 1760 in Verona il Servio Tullio, il conte Gugliel
el 1760 in Verona il Servio Tullio, il conte Guglielmo Bevilacqua che nel 1766 fe imprimere la sua Arsene ben condotta e be
dia Telane ed Ermelinda, di Ariarate, e de’ Longobardi che s’impresse nel 1769 ; il signor Girolamo Pompei che diede alle s
o Pompei che diede alle stampe un’Ipermestra e la Calliroe pubblicata nel 1769 ; il dottor Villi che serisse Idomeneo ; il
gli Epitidi, ed il cavaliere Durante Duranti che pubblicò in Brescia nel 1768 la Virginia. Io non preferirei quest’ultima
oso. Virginio nell’atto III parla con eroica grandezza al Decemviro : nel V la di lui difesa contro l’ impostura di Marco è
difesa contro l’ impostura di Marco è sobria e giudiziosa : patetiche nel medesimo atto sono l’espressioni di Virginia : bu
ne’ personaggi che imita. Ma l’istesso riputato autore ha pubblicata nel 1804 in Filadelfia presso Klert l’Arminio che mer
i di Roma. La tragedia è preceduta da un prologo di Melpomene scritto nel 1797. Ella rammenta i felici eventi sortiti in Gr
rò nelle foreste di Pimpla seco recando la sacra face che avea accesa nel petto di Sofocle. Attese che la notte boreale ced
tragedia punto non si smentisce. Preso dall’ amor di regnare traspare nel grande l’uomo qual si conobbe in Giulio Cesare ;
e Telgaste lontano da ogni mollezza elegiaca. Rileva l’amor di patria nel giovine Baldèro senza renderlo feroce e spietato.
re uccide se stesso. Questa tragedia sveglia dolci speranze in Italia nel secolo XIX, e mostra sempre più che il sig. Andre
e Telgaste dipinge eccellentemente due eroi discordi ne’ disegni pari nel valore, l’uno grande coll’ eccezione di voler sov
tandosi in questi due virtuosi personaggi l’amor di figlia e di sposa nel l’una, e l’amor di sposo e di patria nell’ altro.
al tragico teatro Italiano. Prima d’Ippolito Pindemonte avea in Lucca nel 1773 pubblicata una tragedia di Ulisse il dottor
i tragedia del Conte Paolo Emilio Campi modanese s’impresse in Modena nel 1774, e si era rappresentata con grande applauso
presse in Modena nel 1774, e si era rappresentata con grande applauso nel teatro di corte la primavera dell’ anno precedent
scene dell’atto III sono impiegate negli amori di Cauno ed Idotea, e nel disegno di Mileto su di costei che l’odia. L’atto
ama di nuovo presso di se l’attenzione e l’interesse. Uscì in Bergamo nel 1778 Calto tragedia del sommasco Giuseppe Maria S
di raggi di luna cadente ec. proprie del Celtico poeta, come si vede nel racconto che fa Calto di una sua visione. Ma nel
poeta, come si vede nel racconto che fa Calto di una sua visione. Ma nel rimanente lo stile rassomiglia a quello delle tra
oni ; perchè le maniere e le formole de’ popoli cacciatori introdotti nel Calto dovrebbero esser sempre per molti gradi lon
dicesi di aver composte altre tragedie ancora) non avesse dimostrato nel Calto ingegno ben disposto a riuscire in questo g
e degli esteri è una condanna de’ suoi lavori. Si pubblicò in Bassano nel 1779 Ugolino Conte de’ Gerardeschi tragedia senza
perdouo. Niccolò Grescenzio region professore di filosofa in Napoli nel 1727 produsse il Coriolano tragedia languida e re
ui Cleopatra decus. Il p. Serafini Giustiniani genovese fe imprimere nel 1751 il Numitore che riuscì sulle scene, mal grad
mal grado della trascuraggine dello stile. Il conte Alessandro Verri nel 1779 fe stampare in Livorno col modesto titolo di
vanni Greppi bolognese fervido e pronto d’ingegno produsse in Venezia nel 1787 due volumi di Capricci teatrali, ne’ quali t
iulio Sabino, e la sua sposa ardiscano penetrare con poco scorgimento nel palazzo di un imperadore loro nemico, ed avventur
del Regno d’Italia in Parigi, diede alla luce delle stampe in Bassano nel 1788 una tragedia Antonio e Cleopatra, di cui lod
eremo non pertanto che la scena dell’ atto IV di Cleopatra ed Ottavio nel tempio, in cui ella coll’ idea di adescarlo al su
le raccomandano al pubblico. Il breve viaggio che egli fece in Napoli nel giugno del 1796, mi partori insperatamente col pi
notizia che ne avanzai nelle Addizioni alla presente storia impresse nel 1798. L’autor filosofo ha saputo rintracciar nuov
il bello ed in Roma da Clemente V, ed in Vienna dal Concilio generale nel 1312 ; e dall’altra parte reputati innocenti e st
n qual guisa fu liberato, e con sua meraviglia trova Anagilda immersa nel più gran dolore. Torna Enrico che ha saputo esser
Anagilda al campo. Fernando colla spada sguainata vuole impedirlo, e nel dirizzarsi a Rodrigo lo riconosce per suo padre,
Rodrigo lo riconosce per suo padre, si confonde, si umilia, pugnando nel suo cuore il rispetto di figlio coll’amor di mari
onimenti impressi, benchè non sieno abbastanza noti al pubblico. Usci nel 1798 l’Elettra di Sofocle tradotta e pubblicata i
e la Merope del Maffei fu ridotta in prosa dal medico Michele Sarconi nel 1772. Non si può dire quale indignazione prese ta
zio che ne fece. Egli scrisse ancora il Teodosio il Grande pubblicato nel 1773. È un infelice guazzabuglio scenico scritto
azioni che accadono in luoghi differenti. Colla falsa data di Londra nel 1790 comparve in Napoli Corradino tragedia senza
fu mostrata dal riputato Vincenzo Monti, ne abbozzai un estratto, ma nel passare in Italia non avendolo conservato, mai pi
rradino ch’ egli accarezzò, e riconobbe per sue. Gerbino si pubblicò nel 1787, e si recitò tre sere da’ commedianti Lombar
o si pubblicò nel 1787, e si recitò tre sere da’ commedianti Lombardi nel teatro de’ Fiorentini di Napoli. Il soggetto è tu
ciò poco differisce dagli Esuli Tebani, giacchè vi si desidera decoro nel costume che couvenga alla nazione moresca, econom
d’Inghilterra, Carlo figlio di Filippo II di Spagna ecc. Si aggiunge nel Discorso che i Greci ciò dimostrarono con esempi
ia debba essenzialmente esser nazionale nella Poetica di Aristotile o nel suo comentatore Eustazio, o in Teofrasto, o in De
tenenti all’ erudito barone Francesco Bernardino Cicala nato in Lecce nel 1766 ; che in Arcadia porta il nome di Melindo Al
i recitata in Napoli, in Bologna ed in Palermo, ed impressa in Napoli nel 1789, e riprodotta nel 1798. La regolarità la dis
n Bologna ed in Palermo, ed impressa in Napoli nel 1789, e riprodotta nel 1798. La regolarità la distingue, lo stile è nobi
etide rassomigliano a Polifonte, Merope ed Egisto. L’Ermione impressa nel 1798 sembra che pure racchiuda in un argomento tr
ro diversi componimenti applauditi. I Baccanali pubblicati in Venezia nel 1788 per la regolarità della condotta e per la fo
de’ caratteri e per diversi tratti robusti fè concepire alte speranze nel declinat del secolo XVIII. Vigoroso nell’ atto I
za nelle circostanze, maggior cura in certe espressioni, più attività nel capo de’ ribelli ne’Coloni, più accreditata ne’Ba
a. Volle il Borsa con Agamenuone e Clitennestra pubblicata in Venezia nel 1786 dare a quest’ argomento cento volte trattato
Università di Bologna seguendo le tracce di Euripide produsse in Roma nel 1789 un’Ifigenia in Tauri, uno de’ due argomenti
china. Sembra però che la venuta di Reso si faccia cadere comodamente nel punto che Oreste è per cadere sotto la sacra bipe
rmonica quanto richiede il genere. Capo III Co. PRoseguono nel cader del XVIII secolo i progressi del teatro tra
o Carlo I Re d’Inghilterra, tragedia comendabile uscita per le stampe nel 1783, in cui non si ripete qualche argomento grec
Egli presenta in un medesimo quadro Carlo magnanimo e sensibile, che nel gran passaggio dal soglio al patibolo trafitto da
matrimonio con Elgiva sua cugina. In tal favola che ha un coro mobile nel primo e nel secondo, e nel quarto atto, e non nel
on Elgiva sua cugina. In tal favola che ha un coro mobile nel primo e nel secondo, e nel quarto atto, e non nel terzo, è no
ugina. In tal favola che ha un coro mobile nel primo e nel secondo, e nel quarto atto, e non nel terzo, è notabile la franc
e ha un coro mobile nel primo e nel secondo, e nel quarto atto, e non nel terzo, è notabile la franca dipintura di un impos
on Errico, per li quali si serba l’interesse della favola. Vedesi ciò nel patetico congedo che prende Zulfa dal marito nell
oprisse Dara. Dalla storia romana prese un argomento nuovo pel teatro nel Sepolcro della libertà, ossia Filippi, cui il leg
glese, interrompono il buon effetto della tragedia italiana. L’autore nel tessere la sua tela non ha potuto nell’ atto V se
vernarla, il Pepoli immaginò la tragedia di Romeo e Adelinda impressa nel volume V del suo Teatro nel 1788 e rappresentata
la tragedia di Romeo e Adelinda impressa nel volume V del suo Teatro nel 1788 e rappresentata con pieno applauso in Bologn
del suo Teatro nel 1788 e rappresentata con pieno applauso in Bologna nel palazzo del marchese Francesco Albergati che vi s
scritto, ed ebbe il piacere che si rappresentasse con molto applauso nel 1789 in Torino. La diede indi alla luce per la st
89 in Torino. La diede indi alla luce per la stamperia reale di Parma nel 1791 preceduta da una lettera di Ranieri di Calsa
o stile sobrio e naturale, sublime ove l’azione l’esiga, appassionato nel conflitto degli affetti, semplice quando la favol
salvezza sua e di Uberto. Ma la virtù e costanza di lui lo fa cadere nel più profondo abbattimento al considerare ch’ella,
erare ch’ella, lui fedele, non se ne può disgiungere e che egli fermo nel proposito di tacere rimane esposto a tutta l’indi
la favola e nello stile, è Carlo ed Isabella rappresentata in Bologna nel 1791, indi uscita per le stampe Bodoniane l’anno
ne, la quale mi fu dall’autore rimessa per compiacenza inedita ancora nel 1791. Essa nel 1794 s’impresse in Venezia con una
fu dall’autore rimessa per compiacenza inedita ancora nel 1791. Essa nel 1794 s’impresse in Venezia con una mia lettera ch
odemo, il Galeotto Manfredi, ed il Cajo Gracco. Aristodemo s’impresse nel 1786, e si recitò in Parma con pieno applauso per
manifestò la cagione ? Certo è però che dopo l’ultima favola coronata nel concorso del 1778, recitata poi nel 1781, quel Pr
che dopo l’ultima favola coronata nel concorso del 1778, recitata poi nel 1781, quel Principe si dichiarò successore del de
lorabili infarinati calunniatori. L’argomento dell’Aristodemo scritto nel secolo XVII da Carlo Dottori sul racconto di Paus
riscono e parlano realmente, e così parimente il genio di Marco Bruto nel Filippi del Pepoli. Ma nell’Aristodemo del Monti
di Marco Bruto nel Filippi del Pepoli. Ma nell’Aristodemo del Monti e nel Serse del Bettinelli, il simulacro che infantano
na favola che con tanta forza eccita il tragico terrore, come si vede nel terribil racconto della scena quarta dell’atto I 
, come si vede nel terribil racconto della scena quarta dell’atto I ; nel congedo di Cesira ed Aristodemo della terza dell’
fredi del medesimo autore insieme colla precedente s’impresse in Roma nel 1788. L’azione consiste nella morte di questo pri
eleganza, con versificazione ottima, con intelligenza del cuore umano nel dipingersene i caratteri. La verità e la forza on
di Manfredi trafitto a torto, e di Matilde che ne conosce l’innocenza nel punto che egli spira. Per saggio dello stile rech
un asilo contro la prepotenza de’Nobili. Le aringhe successive fatte nel Foro da Cajo e da Opilio sono di tanta energia ed
e quattro in Siena. Dieci egli ne pubblicò pel Graziosi in tre volumi nel 1785 ; e le riprodusse nella bella edizione di Pa
tre volumi nel 1785 ; e le riprodusse nella bella edizione di Parigi nel 1788 con aggiungerne altre nove inedite. Eccone i
ono i Greci e ne adottarono le favole ? L’ebbe Saverio Bettinelli che nel Discorso del Teatro Italiano si pregio d’aver nel
naggi non senza offesa della verità nè senza rincrescimento alternano nel corso di cinque atti. L’illusione manca del neces
sembrano i difetti e i pregi generali delle tragedie Alferiane uscite nel 1785 da Venezia. Scendiamo a qualche particolarit
e ; la non rara mancanza degli articoli ec. Non saprei che desiderare nel rassomigliante ritratto del geloso inumano simula
Romano, quale vien delineato da Tacito. I suoi artificii per leggere nel cuor d’Isabella l’amore ch’ella nutre pel figlio,
errore che risveglia ? Antigone. Di questa tragedia recitata in Roma nel 1782 a me incresce singolarmente l’introduzione p
primo monologo. Antigone contro del regio divieto si accinge ad andar nel campo per bruciare il corpo insepolto di Polinice
r superbi, ora umili, e infami sempre. Il trasporto d’Icilio penetra nel fondo del cuore di Virginio : Icilio Ah ! schiav
dotta della favola, l’ondeggiamento circospetto e picciolo del popolo nel giudizio, e l’impunita tirannide minacciosa ancor
resentazioni, se non l’esempio che ne diede l’antichità. Ma siamo noi nel medesimo caso della tragedia de’ Greci ? Il fatal
rimedio, il sangue di Atride. Il tornar indietro Egisto ed insistere nel primo colore era inutile. Non restavagli che oppo
venta. Sopratutto lodevolissimo nell’ atto V è il trasporto di Oreste nel trucidar Egisto, col quale egregiamente si colori
mbio amichevole di nomi rare volte non riesce insipido, cioè soltanto nel caso che l’ uno è libero e fuor di pericolo, e l’
, e merita che si conosca dagl’ intelligenti ; Torquato inventò tutto nel Torrismondo, e diede in esso un esimio modello de
nella reggia. Passiamo alle altre. Ottavia. Quale scopo ebbe Alfieri nel tessere questa tragedia ? Dipingere (egli dice(a)
colorito egregiamente nell’ incontro dell’ atto II cou Polifonte ; ma nel suo bel racconto la circostanza con mie man sua d
e sostituito alla gemma del Maffei. L’incontro di Polidoro con Egisto nel punto in cui è esposto al furore di Merope che lo
de è l’imitar la scaltrezza filosofica dell’ Alfieri nell’ investigar nel cuore umano le arcane sorgenti degli affetti. Mil
fessor Carmignani, che il consiglio di Raimondo, Salviati e Guglielmo nel finir dell’ atto IV sembri un consesso di tigri,
o tragico ; ed i congiurati soggiacciono, e Lorenzo trionfa. L’autore nel dar perere su di questa favola ravvisa per attivi
l terzo ed il quinto atto, ed osserva certa inazione ne’ due primi, e nel quarto. L’amor dell’arte lo rende rigido censore
gliar pietà una scelleraggine, in cui l’ottimo precipita ad un tratto nel più vile abominevole esecrando misfatto. Nel legg
..morto. Agide dedicata con lettera curiosa a Carlo I d’Inghilterra nel 1786 ha pregi secondo me degni del genere. Robust
i proprii nobili sensi patriotici e le insidiose mire del suo collega nel regno, disviluppano a meraviglia l’eroismo sparta
Ciò far voll’io, tu’l compi, e a me ne involi La gloria eterna. III nel IV la scena terza del giudizio di Agide. Egli dis
edii più attivi di quelli che a se Mirra stessa impone per seppellire nel fondo più cupo del cuore la sua passione fatale,
to al punto in cui le passioni più non possono superarsi. Chi sa ? Se nel suo piano entrata fosse l’irresistibile violenza
o splendore il carattere dell’ intrepido Marco Bruto, come si osserva nel Marco Bruto tragedia per altro pur pregevole di A
tro di rendere a Roma la libertà. Bruto nell’ atto V prende la parola nel Senato, e dice che Cesare è venuto per mostrare c
i, non oltrepassando allora l’anno diciassettesimo compose un Tieste, nel quale va ben vicino all’ amico nella sublimità de
’ imitarne lo stile non poche volte inarmonico. Gl’Italiani a me noti nel cominciare il secolo XIX, ammirano i pregi dell’
eatro già detto Patriotico ed ultimamente Filarmonico, che s’impresse nel 1804. Posso attestare come testimone oculare che
scepoli, che vogliono per lui domandare l’onore del Pritaneo. Resiste nel secondo alle amorevoli avvertenze dell’ arconte P
ate all’ opposto segna egli stesso il foglio della domanda. Si oppone nel terzo atto ai discepoli per salvar la vita al tra
attentato de’ nemici. Affrettandosi l’ azione sempre più al suo fine, nel IV Policrate intento a salvarlo manifesta al Cons
a che il Popolo ha dichiarato Socrate innocente e degno di ammettersi nel Pritaneo, ed ha condannati a perpetuo esiglio l’a
le in Bitiniaè l’ altra tragedia di Luigi Scevola impressa in Brescia nel 1805, e colà rappresentata. Notabile in questa è
i Nicomede figlio di Prusia re di Bitinia. Questo re debole, ma fermo nel voler serbare l’accordato asilo al duce Cartagine
un nuovo impulso per coltivare la poesia rappresentativa. Il Governo nel passato anno 1813 aprì un Certame Drammatico ecci
Messer Stucco a Messer Cattabrighe. Favellò contro del Gravina spesso nel Dialogo sopra la Tragedia antica e moderna intito
dell’ Italia per essersi occupato a rischiararne le memorie teatrali, nel parlar con lode del Martelli dice nella sezione I
con una dissertazione preliminare su di quell’eccellente componimento nel 1739. (a). Dent Itali (diceva il p. La Sante in
Dent Itali (diceva il p. La Sante in una orazione impressa in Parigi nel 1728, in cui voleva pur mostrare la superiorità d
iere, e come letterato insigne » ec. (a). Cooper Walker che la vide nel 1792, la riferisce nella Sezione III della sua op
letterato. (a). Un’altra ne lasciò inedita intitolata Saaba scritta nel 1783. Inedito è pure un suo melodramma intitolato
nedito è pure un suo melodramma intitolato Geta. (a). Vedi Giustino nel libro XV delle sue Storie. (a). Se ne riprese n
gli amici e dall’Italia nella prima metà dell’anno 1814. a. Si trova nel libro III de’ suoi versi latini impressi nel 1742
’anno 1814. a. Si trova nel libro III de’ suoi versi latini impressi nel 1742. (a). Queste due eccellenti tragedie dall’
to sapere altro. Delle due tragedie del Bordoni seppi dal sig. Zanoni nel  1810 che l’ebbe egli da quel commedianto che le i
e l’Ormesinda sia stata da non molto impressa. (a). Così ne parlammo nel 1798 nelle Addizioni, Ho di poi inteso che si app
lisi che ne feci trovasi nelle Addizionì fatte alla Storia de’ Teatri nel 1798. Se l’opera morì nascendo, a che riprodurne
tto questo argomento intitolando la sua tragedia Don Carlos enunciata nel numero 100 del Mercurio del 1793. Visi aggiugne p
te rappresentar dal commediante Calderòn il personaggio di Filippo II nel componimento intitolato el Segundo Seneca de Espa
al principe don Carlos suo figliuolo ? (a). Si trova anche inserita nel tomo IV a c. 97 de’miei Oi. (a). Ma che ne diss
agionamento sopra le Tragedie di Vittorio Alfieri impresso in Mantova nel 1806. (c). Nella risposta al Cesarotti. (a). No
lata Salto di Leucade composta dal Pindemonte, ed impressa in Venezia nel 1800. Ciò appunto ha fatto ultimamente non so qua
l’epilogo che l’istesso celebre Autore fece del suo Salto di Leucade nel seguente Sonetto : « Leucade io veggo. In questo
64 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo V. Stato de’ Teatri in Francia, Inghilterra, e Alemagna nel medesimo Secolo XVI. » pp. 242-251
Capo V. Stato de’ Teatri in Francia, Inghilterra, e Alemagna nel medesimo Secolo XVI. Francia Seguitavano
t si rappresentarono in Parigi nell’Hôtel de Flandres, e s’impressero nel 1541 in tre volumi. Vi si veggono varie combricco
iù in palco, e si applicarono a instruire alcuni nuovi attori, finché nel 1588 cederono il teatro a un’altra compagnia che
in Francia il gusto e la magnificenza delle feste e degli spettacoli, nel 1561 ne fé rappresentar diversi in Fontainebleau,
r composte le prime tragedie e commedie francesi. Questo Jodelle morì nel 1573 d’anni 41, e secondo Pasquier, non mancava d
gognosa fertilità ne scarabocchiava una in otto giorni. Sconobbe egli nel comporre le regole e la decenza. Donne violate, c
re, e se ne occulta il meno che sia possibile. Qual teatro in Francia nel secolo XVI a fronte dell’italiano! Inghilterra
di difetti innumerabili e di bellezze inimitabili. Brilla soprattutto nel colorir con forza ed evidenza i caratteri de’ gra
ia passano per le più belle tragedie di Shakespear. Abbiamo osservato nel teatro italiano l’esattezza, e lo studio che pose
usare in un medesimo componimento il verso e la prosa. Morì d’anni 55 nel 1616, e per onorarne la memoria, gli fu eretto un
o, che osserva il compilatore del teatro alemano pubblicato in Parigi nel 1772, in mezzo a tante goffaggini e bassezze che
metter sulla scena le dispute teologiche, avendo incominciato a farlo nel secolo seguente colla Graziosa Commedia della ver
che l’autore ne fosse gastigato, ma egli ebbe tempo di fuggir via; e nel 1552 morì in Lausana170. Il componimento che in q
atti composto da Paolo Rebhun, curato d’Oelsnitz, impresso in Ziwckau nel 1536 e reimpresso nel 1544. Lo sceneggiamento n’é
Rebhun, curato d’Oelsnitz, impresso in Ziwckau nel 1536 e reimpresso nel 1544. Lo sceneggiamento n’é sopra tutti quelli di
annove atti, fatta dal dottor Sigismondo Grimm, impressa in Augsbourg nel 1520, Celestina é il titolo originale di questa n
e teatrale: la seconda é l’Aulularia di Plauto, impressa in Magdeburg nel 1535; e la terza é l’Ifigenia in Aulide d’Euripid
burg nel 1535; e la terza é l’Ifigenia in Aulide d’Euripide, impressa nel 1584, alla quale il traduttore ha voluto dare il
68. Perroniana p. 259. Edit. Amstelod. 1740. 169. V. Abate Brantome nel Discorso su Carlo IX, tom. IV. 170. Vedi il XIII
65 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO II. Teatro Alemanno. » pp. 232-252
ze di Cristiano Weisse, andavano sin dal principio del secolo cadendo nel meritato disprezzo. La giustezza e la verità de’
ci degni di lode. Tale in prima è Giovanni Elia Schlegel benchè morto nel più bello della carriera. Suoi lavori scenici fur
gio di massime filosofiche. Cristiano Gellert nato nell’Alta Sassonia nel 1713 e morto nel 1769 mostrò buon gusto in più op
losofiche. Cristiano Gellert nato nell’Alta Sassonia nel 1713 e morto nel 1769 mostrò buon gusto in più opere e diede al te
te di amore e disinteresse, e tutto così a bell’ agio come si farebbe nel mezzo della favola. Giovanni Cristiano Krüger nat
Cristiano Krüger nato in Berlino e morto in Amburgo di anni ventotto nel 1750 costretto dalla povertà entrò nella compagni
ie e nelle Solitudini, ovvero un gran comico per la facilità che ebbe nel dipingere i caratteri e per la grazia che riluce
azia che riluce in qualche sua favola; ma cessò di vivere acerbamente nel 1756 in età di 26 anni. Egli amava i buoni dramma
o e Sofronia non inferiore rimase non perfezionata. Riuscì similmente nel genere comico. Il suo Diffidente non iscarseggia
pre naturali nell’espressioni. Il suo Deista riscosse grandi applausi nel proprio paese e tra gli esteri. Tre autori Tedesc
prio paese e tra gli esteri. Tre autori Tedeschi si sono più distinti nel genere pastorale. Rost, Gessner e Gaërtner. Il pr
istinti nel genere pastorale. Rost, Gessner e Gaërtner. Il primo nato nel 1711 in Lipsia scrisse diverse pastorali in un at
idera esattezza e decenza. Il delicato Salomone Gessner nato a Zurigo nel 1730 e morto non ha guari, il quale in tante guis
o, risponde facendosi vedere la sua Dori. Cristiano Felice Weiss nato nel 1726 nelle sue poesie di più di un genere ha most
ergia non ha la virtù in bocca di Edmond! Quanta verità non si scorge nel virtuoso carattere di Edoardo depresso dall’autor
zia e la semplicità di Gessner. Weiss satireggiò i primi dipingendoli nel carattere del signor Gergone, e ritrasse al vivo
ministro Federigo Amadeo Klopstock autore del poema la Messiade nato nel 1732 in Quedlinburgo. Egli ne ha composte quattro
moderni scrittori di favole romanzesche ed atroci. Uscì in Magdeburgo nel 1764 il Salomone divisa in cinque atti, in cui si
passioni che ci commuove ancor col Salomone. L’arte stessa si scerne nel Davide, in cui leggesi una robusta descrizione de
mmamente segnalato Amadeo Efraim Lessing imitatore degl’ Inglesi nato nel 1730 in Kamenz. Le sue favole lugubri a noi note
e, essendo scritta con precisione, discernimento e somma intelligenza nel colorire i caratteri e le passioni. Eccone uno sq
ve veniva la voce, il piè mi manca, vacillo, son presso a precipitare nel fondo dell’abisso, ma mi fento trattenere da uno
dal seno un pugnale che teneva nascosto, alza il braccio e l’immerge nel mio petto, dicendomi, io t’ho salvata per perdert
quello di Milvoud del Barnwelt Inglese; ma perchè lasciarla impunita nel fine? Trovasi in generale ne’ drammi lugubri di L
ù che le famiglie private, ed a quella di essere eloquente in versi e nel genere drammatico senza alterarne la natura, egli
degna del pennello di Moliere. Giovanni Guglielmo di Gerstenberg nato nel 1737 a Tundern, imitatore della maniera di Ossian
dizione inferiore, ch’ egli avea renduta feconda. Giovanni Goete nato nel 1749 in Francfort sul Meno, oltre ad alcune favol
ta dall’Italia. Federigo Augusto Werthy del ducato di Wirtemberg nato nel 1748 ha composto due opere musicali mitologiche,
ali mitologiche, Orfeo, e Deucalione. Cristoforo Martino Wieland nato nel 1733 in Biberach che avea composto anche Giovanna
sco pieghevole alla melodia tanto nella Talestri opera eroica, quanto nel Trionfo della fedeltà pastorale. Può anche contar
iscena varj balli di azioni compiute, ed ebbe in ciò un abile seguace nel toscano Angiolini. Un paese sì vasto, sì popolato
apace per le decorazioni e per gli balli. Il ridotto del giuoco fatto nel recinto di quest’edifizio comunica col teatro. Le
a compagnia de’ balli da Parigi. La prima opera che vi si rappresentò nel 1 di dicembre del 1742, fu Cleopatra colla musica
radotto dal dotto ab. Arnaud. 68. Se ne vegga la traduzione inserita nel tomo I del Teatro Tedesco di Huber e Lieubault.
66 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAP. III. Teatri materiali. » pp. 132-135
la greca erudizione, che seppero allora mettere alla vista fin anche nel teatro materiale l’antico magistero. Qual vanto p
ustrata ornata di statue: la scena è di pietra a tre ordini, e mostra nel prospetto tre uscite e due laterali. Sussiste anc
fabbricare Sabbionetta, uomo dottissimo e fautore de’ letterati, nato nel Regno di Napoli in Fondi l’anno 1531 e morto nel
de’ letterati, nato nel Regno di Napoli in Fondi l’anno 1531 e morto nel 1591. Vide ancora la famosa città di Venezia eret
1531 e morto nel 1591. Vide ancora la famosa città di Venezia eretti nel medesimo secolo teatri semicircolari ideati su gl
tragedia di M. Conte di Monte Vicentino, stampata nella stessa città nel 1565; ed in esso si dipinsero dodici gran quadri
quel secolo Federico Zuccaroa. In Andria si costruì ancora un teatro nel 1579; ed il famoso cieco Luigi Groto che colà sor
67 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 562-563
famiglia milanese, fu educata al Collegio delle Orsoline, da cui uscì nel 1859, per entrare in quello Coudert. Trasferito i
rima attrice assoluta colle sue creazioni di bimba, quali la Carolina nel Codicillo dello Zio Venanzio di Ferrari, la Ivonn
è chi la uguagliasse. Al proposito di quest’ultimi, Luigi Capuana, nel suo Teatro italiano contemporaneo (Palermo, Lauri
i tutte le sue eccellenti qualità che noi già conoscevamo, ma è stata nel caso di rivelarcene delle altre che eravamo certi
a nell’atto primo ; donna esitante, ignara di ciò che realmente prova nel suo petto, e sbalordita della mutazione che intra
ravede dover fra poco accadere nella sua esistenza all’atto secondo ; nel quinto la gioja di sapersi madre la fa quasi rito
hi li ha visti può richiamare alla vita. Nè si potrebbe dir meglio : nel girar de’ grandi occhi neri, nel muover della boc
a vita. Nè si potrebbe dir meglio : nel girar de’ grandi occhi neri, nel muover della bocca breve, in una certa aggraziata
68 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Commento »
vittorie inglesi contro la Francia in Canada, nelle Indie e sui mari nel corso della guerra dei Sette anni. Federigo: Fed
1966. [commento_Introduzione.3] corago: colui che dirigeva il coro nel teatro greco. edile: carica preposta all’organiz
ro greco. edile: carica preposta all’organizzazione degli spettacoli nel teatro romano. al buon volere fosse giunta la po
nze, 1494) scrisse l’azione teatrale la Favola di Orfeo rappresentata nel 1480 a Mantova presso la corte ducale. Bergonzo
04) fu un nobile pavese al servizio di Ludovico il Moro che organizzò nel 1489 nella sua residenza di Tortona, in occasione
e, maestro di cappella della basilica di San Marco dal 1565 e compose nel 1574, in occasione del viaggio a Venezia del re d
è l’Orfeo di Francesco Buti, intonato da Luigi Rossi e rappresentato nel 1647 a Parigi nel Théâtre du Palais-Royal. alleg
cesco Buti, intonato da Luigi Rossi e rappresentato nel 1647 a Parigi nel Théâtre du Palais-Royal. allegavano: si accordav
per entrare si pagava un biglietto. Il primo fu inaugurato a Venezia nel 1637. Centoventi: si tratta di Caterina Angiola
t e Jean-Baptiste Lully rappresentata per la prima volta a Versailles nel 1685; all’inizio del quarto atto viene inserito u
ll’inizio del quarto atto viene inserito un divertissement pastorale, nel corso del quale Orlando apprende che Angelica è f
è il primo dramma serio scritto da Metastasio, rappresentato a Napoli nel 1724; l’Achille in Sciro fu invece composto dal p
in Sciro fu invece composto dal poeta cesareo per la reggia viennese nel 1736. cavati: ricavati. Montezuma: è il titolo
era intonata da Karl Heinrich Graun per il teatro di corte di Berlino nel 1755 su testo francese di Federico II di Prussia
[commento_2.2] che… cantano: una delle critiche che venivano mosse nel Settecento all’opera riguardava l’incongruenza de
ntestato per il primo finale del Catone in Utica rappresentato a Roma nel 1728 in cui Catone si uccideva in scena; in segui
nci fu rappresentata per la prima volta a Roma, al Teatro delle Dame, nel 1726. [commento_2.6] Scarlatti: Alessandro Scar
ato in un oratorio dedicato a San Michele. [commento_2.7] passaggi: nel canto del XVIII secolo indicano un esercizio di a
la responsabilità della strage di San Bartolomeo (23-24 agosto 1572) nel corso della quale vennero uccisi migliaia di ugon
pagnia itinerante di Eustachio Bambini all’Académie royale de musique nel 1752 e fu al centro, insieme alle altre opere buf
i si hanno scarsi dati anagrafici, furono importanti cantanti vissuti nel secolo XVII. Nota alla nota d’autore n. 10: «Dob
under General Heads della Royal Society, poi pubblicato in tre volumi nel 1705. Nota alla nota d’autore n. 11: Orazio, Epis
Perù, capitale dell’impero degli Incas. degradato: termine qui usato nel significato pittorico di sfumato e visto in prosp
tragedia Eumenidi di Eschilo, le Erinni o Eumenidi sono protagoniste nel primo epusodio della danza infernale contro Orest
pantomimi vissuti nella Roma di Augusto: Pylades di Cilicia eccelleva nel tragico e Batillo, originario di Alessandria d’Eg
eccelleva nel tragico e Batillo, originario di Alessandria d’Egitto, nel comico. [commento_4.3] Iomelli: il compositore
ésée, et secourue par Bacchus fu rappresentato alla Comédie-Italienne nel 1747, a cura del coreografo e danzatore Jean-Bapt
libri tre (1642), ampliato poi con l’aggiunta di altri quattro libri nel 1654. Nota alla nota d’autore n. 13: «Uno dei no
primo libro d’architettura, pubblicato in edizione bilingue a Parigi nel 1545, con il privilegio del Re e diviso in Primo
fu un importante architetto e scenografo attivo in Italia e in Europa nel corso del Settecento. pittore di quadratura: aut
quadratura prospettica; il cosiddetto quadraturismo si diffuse molto nel corso del XVI secolo. Tralli: antica città dell’
scene che servono alle due opere che si rappresentano l’anno corrente nel R. Teatro di Torino, inv. da Ferd. Bibiena e dipi
istiano VI di Danimarca; il Voyage d’Égypte et de Nubie fu pubblicato nel 1755 a Copenhagen presso l’Accademia reale danese
burg, 1723 – Londra, 1796) fu un architetto e decoratore di giardini; nel corso dei suoi viaggi in Cina ebbe modo di studia
ete di assi. teatro Formagliari: il teatro Formagliari fu inaugurato nel 1636 nel palazzo di proprietà della famiglia Guas
si. teatro Formagliari: il teatro Formagliari fu inaugurato nel 1636 nel palazzo di proprietà della famiglia Guastavillani
e architetto, autore di macchine che producevano effetti spettacolari nel teatro barocco. Progettò assieme a Ferdinando Gal
a Ferdinando Galli Bibbiena il teatro della Fortuna inaugurato a Fano nel 1677; trascorse un lungo periodo in Francia, tra
ro d’opera di Berlino (Hofoper), voluto da Federico II, fu inaugurato nel dicembre 1742. Conclusione [commento_Concl
to 1674. Brumoy: Pierre Brumoy (Rouen, 1688 – Parigi, 1742) pubblicò nel 1730 a Parigi il Théâtre des Grecs, preceduto da
69 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO III. La Poesia Drammatica ad imitazione della forma ricevuta dagli antichi rinasce in Italia nel secolo XIV. » pp. 125-139
ca ad imitazione della forma ricevuta dagli antichi rinasce in Italia nel secolo XIV. Mentrechè risorgeva dentro le Alpi
stato nella moderna Italia quello che furono Omero in Grecia ed Ennio nel Lazio, giva sublimandosi e perfezionandosi, e con
uropa per mezzo degli stessi Italiani. E ciò fra noi venne a produrre nel XIV secolo poesie teatrali latine ad esempio dell
ali latine ad esempio delle antiche, le quali precedettero quelle che nel XV si scrissero in volgare. I teatri d’Italia ris
i cantati sin dal secolo precedente. Albertino Mussato Padovano, nato nel 1261, e morto nel 1330, ci fa sapere che già nel
secolo precedente. Albertino Mussato Padovano, nato nel 1261, e morto nel 1330, ci fa sapere che già nel 1300 scriveansi co
ssato Padovano, nato nel 1261, e morto nel 1330, ci fa sapere che già nel 1300 scriveansi comunemente tra noi in versi volg
una cronaca manoscritta di autore anonimo che può credersi compilata nel XII secolo da cronache anteriori, si descrive l’a
di qualunque specie si fossero, non dee dirsi che essi cominciassero nel 1304 allorchè nella Toscana fecesi la festa, in c
ma se si riguardi ai tempi, alla barbarie e allo stato delle lettere nel rimanente dell’Europa, recherà meraviglia e dilet
esse molto lontano da quello del Petrarcaa. Furono esse però scritte nel  XIV secolo, e si aggirano l’una sulle vicende di
dea, l’altra sull’espugnazione di Cesena fatta dal Cardinale Albornoz nel 1357, la quale viene puittosto attribuita al dott
ella di Roscio, a cui lo comparava per la dottrina e per l’eccellenza nel rappresentarea. Basta questo racconto de’ pregi d
d istorici del suo tempo, nato in Capo d’Istria circa il 1349 e morto nel 1431 in Ungheria presso l’imperador Sigismondo. L
mmedia scritta in terzarima mista ad altre maniere di versi, stampata nel  1523; ma non apparisce su qual fondamento l’asser
e apologetica. Ma il sig. Lampillas volle negare apologeticamente che nel XIV secolo si fossero scritti in Italia componime
sig. Lampillas aggiugnere ora a quanto in tal proposito a lui scrissi nel mio Discorso Storico-critico, l’autorità del di l
70 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 142-145
esse lettere su argomenti d’arte, capocomico famoso, a cui fecer capo nel loro inizio artisti sommi ed egregi, quali la Ris
, quali di Filippo, di Agamennone, di Egisto, ecc. Fattosi capocomico nel '19, trovò la maschera del Meneghino, resa popola
. Quindi i trionfi del Moncalvo non ebber più tregua. Fu in Piemonte, nel Genovesato, negli Stati Estensi, nelle Romagne, e
del sorriso che chiami sulle mie labbra, della serenità che trasfondi nel mio cuore. O sia che servitore in Venezia tu ti a
più affilata del rasoio, o sia che scudiere in Benevento tu t’involga nel concistoro delle streghe, sempre spontaneo, sempr
cui tolgo le presenti parole, aggiunge : « ed io credo fosse proprio nel vero, perocchè egli fosse la sintesi fedele del c
i, la prima, figlia di Francesco e di Teresa Proverbio, nata a Milano nel 1785, e quivi morta nel 1843, con cui condusse vi
rancesco e di Teresa Proverbio, nata a Milano nel 1785, e quivi morta nel 1843, con cui condusse vita tormentosa ; e Giovan
tosa ; e Giovanna Roveda di Carlo e Maddalena Rossetti, nata a Torino nel 1805, con cui visse amorosamente, e che a lui sop
dalla quale apprendiamo com’egli recitasse in italiano il D. Ippolito nel Filosofo celibe del Nota, riscuotendovi gli unive
gosto 1859. Di lui si hanno alcune notiziole biografiche, pubblicate nel '58, delle quali principalmente si servì il Berto
pubblicate nel '58, delle quali principalmente si servì il Bertolotti nel distender la vita dell’ artista (Milano, Ricordi)
71 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VIII. Teatro di Sofocle. » pp. 104-133
ri con quali forti ingiurie l’uno contro l’altro essi si scagliassero nel Pritaneo a’ tempi di Filippo, di Alessandro ed an
che i Greci profferivano ne’ tempi della loro maggior coltura, nè già nel solo teatro, ma dove gravemente decidevasi del de
osservato ne’ moderni tempi di quello che convenisse a’ tragici Greci nel copiare Teseo ed Agamennone. Del rimanente nell’A
spezialmente in quella di Ulisse, tante villanie obbrobriose quante nel Paragone della Poesia Tragica ne rimprovera a Sof
este inviata al padre nell’atto terzo. Ma Ilo l’ha egli stesso veduto nel promontorio Ceneo, ed è venuto a narrarlo in Trac
rato comportabile per qualche circostanza allora nota ed oggi involta nel l’oscurità di tanti secoli, o se avesse creduto f
colane: O multa dictu gravia, perpessu aspera etc. del quale Ovidio nel nono delle Metamorfosi fece una bellissima imitaz
atello Polinice mal grado del vigoroso divieto di Creonte. E notabile nel l’atto secondo la scena delle due sorelle Antigon
tto il patetico di una passione grande e lo rendette più interessante nel Demofoonte, quando Timante e Dircea si disputano
ante e Dircea si disputano a gara la reità principale della seduzione nel vietato imeneo. Antigone n’è sepolta viva, Emone
pera, e per supporre la tragedia ancora avvolta nelle fasce infantili nel tempo che si producevano simili componimenti che
i vasti se ne contino. Dopo un contrasto di Edipo e Creonte, Giocasta nel l’atto terzo cercando di consolare il consorte co
are come qui Giocasta si studia di torre ogni credito agli oracoli; e nel l’atto quarto Edipo al l’udir che Polibo suo cred
nseguenza l’inutilità di consultare l’oracolo di Apollo. Ma frattanto nel rimanente della tragedia si dimostra appunto la f
. Che riconoscenza poi mirabilmente condotta per tutte le circostanze nel l’atto quarto, e di qual veramente tragica catast
volta che i tuoi raggi io miria Ma quanto è tragico e spaventevole nel l’atto quinto il racconto della morte di Giocasta
gedia antica, e della costante regolarità ed aggiustatezza di Sofocle nel l’economia del l’azione. Tutto in tal favola è gr
non vedrebbero con piacere sulle scene Filottete zoppicante e disteso nel l’atto II colle convulsioni: ma egli si mostrava
i Filottete al proprio arco ed al fragore del mare che sentiva stando nel l’antro di Lenno. Ma sì lieve neo, se vogliasi ta
do la persecuzione di Creonte re di Tebe. Egli si ritira colle figlie nel tempio delle Venerabili Dive, cioè delle Furie, l
ui figlie rifuggite al loro tempio non incorressero in qualche errore nel venerarle. Or perchè quest’opportuno episodio par
atore stesso dichiarato insanoa. Questo gran tragico, secondo Luciano nel catalogo de’ Macrobii, morì strangolato con un gr
di Pericle nella guerra che fecero gli Ateniesi contro quelli di Samo nel terzo o quarto anno del l’olimpiade LXXXIV. a.
che altra cosa rimaneva al Coro? In oltre lo stesso Castelvetro dice nel c. 86 che quando si ballava, si cantava e si son
si è detto, sarebbe smentita da quelle che ce ne rimangono; perocchè nel solo Prometeo alla prima scena intervengono la Fo
rdine o la qualità degli attori, i quali, secondo la fama o il merito nel rappresentare dividevansi in primi, secondi e ter
are dividevansi in primi, secondi e terzi. In fatti Aristotile stesso nel luogo citato dice che Eschilo fu il primo a far r
un attore scenico di terze parti, siccome accenna il suo grande emulo nel l’aringa per la Corona. Eschilo adunque aggiugnen
ccedevano il numero di tre, almeno in tempo di Marziale, giacchè egli nel sesto epigramma del 6 libro diceva a Luperoo, Co
co pittore teatrale Apatario, il quale dipinse acconciamente la scena nel teatro di Tralles. Ciò che di lui si dice indica
e. Ma quì non ardirei affermare di essersi cambiato il luogo, potendo nel vasto teatro greco ben concepirsi un luogo stabil
isibile in tutta l’azione agli spettatori. Le scene formate in Napoli nel teatrino del real Palazzo sotto Carlo III Borbone
enniamo soltanto la memorabile patetica supplica di Priamo ad Achille nel 24 del l’Iliade per ricuperare e seppellire il co
ita era per gli antichi il più importante oggetto la sepoltura; e noi nel censuarli non dobbiamo dimenticarci delle loro op
In tradurre questo passo ho soltanto posposta l’apostrofe Ω φως, che nel l’originale va innanzi al l’epilogo de i delitti
uto al l’originale l’incomparabile Metastasio traducendo questo passo nel l’Estratto della Poetica d’Aristotile cap. 5, ben
72 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 298-299
i atori ; poichè, al finire del disastroso capocomicato di suo padre, nel ’59, egli, cavallo da tiro e da soma, alternava l
ssi artista egregio sotto ogni rispetto ; e la proteiformità mostrata nel tempo non avventurato della sua giovinezza, passa
on poco giovamento in quello della sua maggior riputazione artistica, nel quale seppe farsi applaudire da ogni pubblico d’I
laupin ne’ Buoni villici, come colla compassata rigidità del Metzburg nel Ridicolo ; così nel Tatà dell’Andreina, come nel
lici, come colla compassata rigidità del Metzburg nel Ridicolo ; così nel Tatà dell’Andreina, come nel Prospero delle Zampe
igidità del Metzburg nel Ridicolo ; così nel Tatà dell’Andreina, come nel Prospero delle Zampe di mosca. Ebbe poi un’attitu
une farse, come p. es. Scarpa grossa e Cervello sottile, riproducendo nel volger di mezz’ ora vari tipi disparatissimi : e
73 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Tavola di Stato – 13 dicembre 1769.Tavola di Stato – 7 febbraio 1770, » pp. 5-6
i era al soldo di Medebach. Furon scritte per lui le parti di Leandro nel Teatro comico, nella Gastalda, e in qualche altra
nel Teatro comico, nella Gastalda, e in qualche altra commedia. Passò nel 1753 al Teatro S. Luca, e ci fa sapere il Bartoli
bblico il Goldoni nella introduzione a quelle recite autunnali, che è nel tomo quinto del Nuovo teatro comico (Venezia, Pit
unta, senese, con la quale fu a Napoli, d’onde tornò poi in Lombardia nel '68, scritturato nella Compagnia di Pietro Rossi.
ompagnia di Pietro Rossi. L'anno seguente, fattosi capocomico, uccise nel teatro di Reggio l’apparatore Spisani, e fu messo
usa colla decretata dichiarazione, che attese le circostanze concorse nel predetto Omicidio, e particolarmente la qualità d
uccesso negl’interessi suoi, e morì del '74 a Grosseto. Viveva ancora nel 1782 la moglie « la quale – dice il Bartoli – ad
74 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — (Ferdinando Martini, Al teatro. Firenze, Bemporad, 1895). » pp. 78-82
lotta. Figlia del precedente e di Elisabetta Baldesi, nacque a Pescia nel 1796. Messa nel collegio delle Orsoline di Verona
l precedente e di Elisabetta Baldesi, nacque a Pescia nel 1796. Messa nel collegio delle Orsoline di Verona, si vuole che f
scritturata prima attrice dal capocomico Lorenzo Pani, sino al '14 ; nel quale anno appunto, essendo a spasso in Firenze g
zales, e varie altre erano da lei con tale innocenza rappresentate, e nel tempo stesso con una verità si grande da far supp
ero ; e se questa somma attrice fu a tante superiore nella commedia e nel dramma, con non minore maestria seppe innalzarsi
tante altre le procuraron sempre nuovi trionfi. E Francesco Righetti nel suo Teatro italiano, dopo di avere accennato alle
nia al pari di lei ? Della felicità sorprendente nelle transazioni, e nel passaggio d’un affetto all’altro, della dizione s
re del pubblico verso di lei al grado d’idolatria, e da cui si staccò nel '39, per ridursi a vita privata, e non tornar più
ta a scopo di beneficenza. Morì nubile di paralisi al cuore in Torino nel 1861. Nubile ! A proposito del sagrificio ch'ella
la sua genitrice ; e quando la morte glie la tolse, le fece innalzare nel Campo Santo di Torino un monumento che racchiuse,
Marchionni Sanese | dalla figlia Carlotta | cui raddoppiò gli affanni nel mancar della madre | amata sopra tutte le cose um
omba di sua madre Sì ; vidi anch'io quell’urna e quelle forme sculte nel marmo, e che tu piangi estinte : E volto a quella
Il Teatro, a lei dedicato, che è men facile a trovarsi : …………… Pochi nel genial comico ludo surgono ad alta meta insigni a
l genial comico ludo surgono ad alta meta insigni attori ; e Tu forse nel tragico lamento unica sei, che l’anime distempri
ra in parte altr'uom da quel ch'i' sono ; » tutto m’avesse a ribollir nel petto, e traboccarmi in lagrime dagli occhi ; e m
75 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article »
di assai pregio per le parti di primo attor tragico. Nell’Aristodemo, nel Filippo e nel Creonte dell’Antigone di Alfieri, c
o per le parti di primo attor tragico. Nell’Aristodemo, nel Filippo e nel Creonte dell’Antigone di Alfieri, come nel Marc’A
’Aristodemo, nel Filippo e nel Creonte dell’Antigone di Alfieri, come nel Marc’Antonio dell’Ottavia di Kotzebue, fu reputat
ll’Ottavia di Kotzebue, fu reputato artista grande, e grandissimo poi nel Filippo in cui si lasciava addietro, a detta degl
76 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IX. Teatro di Euripide. » pp. 134-207
per natura malinconico ed avverso alla mollezza cercò negli orrori e nel silenzio di una caverna nel l’isola di Salaminaa
vverso alla mollezza cercò negli orrori e nel silenzio di una caverna nel l’isola di Salaminaa tutto l’agio per insinuarsi
rcitarsi nello studio delle tragedie di Euripide, pervennero al colmo nel l’arte loro; per la qual cosa Gian Vincenzo Gravi
senza fondamento, da Aristotile nella Poetica, un poco di negligenza nel condurre e disporre le sue favole; ciocchè pruova
pplauso, e la posterità più sagace le ha successivamente ammirate; ma nel certame drammatico cinque sole di esse riportaron
di Elettra? Chiamar Clitennestra nella propria casa perchè l’assista nel finto parto imminente. Era però verisimile che un
minente. Era però verisimile che una madre la quale lasciavala perire nel l’indigenza, volesse appunto in quella occasione
ci, ma è vicino ad esser punito per l’uccisione della madre. Si legge nel l’atto primo un breve dialogo di Elena e di Elett
lontani di molto dal gusto moderno. Ma la scena di Elettra con Oreste nel l’atto quarto sommamente tenera merita di essere
a particolare. Vi trionfa per ogni parte la meravigliosa sua maestria nel trattar gli affetti che destano compassione. Chi
a giudizio gusto e sensibilità noterà il dilicato contrasto che fanno nel l’atto terzo le innocenti naturali domande d’Ifig
risposte equivoche e patetiche di Agamennone, la di lei sincera gioja nel l’abbracciare il padre, ed il profondo dolore di
iegarsi e cangiar consiglio, per questo bellissimo discerso il dovea, nel quale la figliuola gli mette innanzi le più tener
a appresi, quella a cui tu prima Figlia dicesti; guardami, son io. Me nel tuo grembo pria d’ogni altro assisa Scherzar vede
eca è figurata, e ve ne ha delle simili altrove. Euripide stesso dice nel l’Ecuba, incomincio il canto delle baccanti , ci
ffatte cose accennate in note marginali, dovette allora far comparire nel volto d’Ifigenia la riflessione del pubblico inte
olto. Timante quel Greco pittore tanto vantato da Cicerone trasportò nel suo famoso quadro questa felice situazione. Volle
Il Carmeli conservando la divisione in cinque atti non solo racchiude nel quinto soverchie cose, ma lascia pochissimi versi
titolata Elena si tratta di Elena virtuosa in Egitto, secondo ciò che nel secondo libro delle sue istorie ne racconta Erodo
oronato produsse al poeta la corona tragica sotto l’Arconte Epamenone nel terzo anno della guerra del Peloponneso, avendo E
o della di lui morte è vagamente ornato ma con sobrietà e naturalezza nel Greco, e soverchio pomposo e poetico nel tragico
a con sobrietà e naturalezza nel Greco, e soverchio pomposo e poetico nel tragico Francese. Osserva il lodato Brumoy che al
gomento è il vero modo di pesarne il merito rispettivo, e di studiare nel tempo stesso l’arte drammatica con fondamento. In
ento. In simil guisa si rileva l’artificio usato da diversi scrittori nel maneggiare le passioni, materia essenziale della
l l’arte emule di quelle della natura.» Entra poscia l’erudito autore nel confronto delle due eccellenti tragedie. Rende eg
fessa innauzi a tutti gli spettatori, sposa del padre al figliuolo, e nel primo istante che si crede morto il marito.» «Eur
e stesso; ecco la tragedia di Racine.» «Altrettanti quadri si trovano nel l’Ippolito; ma quanto più sostenuti, quanto più a
i compassione in Euripide, debole qualche volta, qualche volta ozioso nel poeta Francese!» Termina Le Batteux questo giudiz
il consolato di Papirio Cursore. Aggiugniamo qualche sentenza sparsa nel Saggio sul Gusto di Cartaud de la Vilade, affinch
o di Cartaud de la Vilade, affinchè il leggitore, dopo avere ammirato nel surriferito bel parallelo un prezioso monumento d
josità, mostruosità e disordini. Egli ammirava la pazienza de’ Romani nel l’ascoltare Cicerone chiacchiarone che non la fin
ssa singolarmente eccellente la scena di Ulisse con Ecuba e Polissena nel l’atto primo, dove coloro che intendono ed amano
il cuore per la pietà. Nel patetico racconto della morte di Polissena nel l’atto secondo si ammirano varii tratti pittoresc
ci, come il nobile contegno di Polissena, che non vuole esser toccata nel l’attendere il colpo; il coraggio che mostra nel
vuole esser toccata nel l’attendere il colpo; il coraggio che mostra nel lacerar la veste ed esporre il petto nudo alle fe
o dal Dolce, cui appartengono anche i versi precedenti: Cadd’ ella e nel cader mirabilmente Serbò degna onestà di real don
estive. Serpeggia per tutto il dramma una forza tragica terribile; ma nel l’atto terzo si tratta della morte di Polidoro, p
artificio per ciò che la musica riguarda. Egli stesso non fece di più nel tradurre questa medesima scena in maniera, com’eg
Non crederei che il signor Saverio peritissimo nella greca lingua, e nel modo d’interpretarla, si fosse fatto ingannare da
um Marinus illum fluctus aestu ejecerat. Hec. Hei mihi ec. Tutto ciò nel l’originale è parlante, e (secondochè oggidì si m
al Racine più delicato, e diventato ognor più vero, attivo e vigoroso nel l’ambiziosa Vitellia del Metastasio. Non sono più
bievoli di Andromaca ed Ermione presso Euripide. Osservisi ancora che nel l’atto quarto Ermione ed Oreste fuggono da Ftia p
ione ed Oreste fuggono da Ftia per andare a Delfo ad uccider Pirro, e nel quinto si narra in Ftia questa uccisione già avve
ol destino delle prigioniere fatte in Troja. Le profezie di Cassandra nel l’atto secondo, e l’addio che ella dà alla madre
ono degne di osservarsi, e rassomigliano in parte a quelle di Eschilo nel l’Agamennone. Squarcia poi i cuori ancor meno sen
one. Squarcia poi i cuori ancor meno sensibili il dolore di Andromaca nel l’atto terzo al vedersi strappar dalle braccia As
tratti patetici proprii di Euripide; ma in contracambio ha molta arte nel dialogo e aggiustatezza nella distribuzione del l
lo stratagemma di Ulisse che con Diomede ammazza questo re di Grecia nel campo Trojano. Nel l’atto quarto comparisce Miner
a maestrevole dipintura de’ due fratelli ugualmente fieri ed accaniti nel l’odio reciproco, ma di carattere diversi, e per
o è pieno di donne che portano rami di olivo: Adrasto red’ Argo resta nel vestibolo colla testa velata circondato da’ figli
do a’ confini di Atene mandano un araldo a richiederli a Demofonte, e nel caso di negativa ad intimargli la guerra. L’arald
e di persone straniere a versare il sangue di una propria figlia. Ode nel l’atto II questo nuovo sconcerto la vergine Macar
ore delle bellezze degli antichi, si vale di questa scena di Euripide nel l’Achille in Sciro, ma sulle tracce di Virgilio r
acemente alla situazione di Achille ozioso in quella reggia. Notabile nel medesimo atto I è la scena di Creusa e Ione che n
di Creusa e Ione che non si conoscono. Il ragionamento di Ione a Suto nel l’atto II è ben vago e naturale, e dal Racine è s
uto nel l’atto II è ben vago e naturale, e dal Racine è stato imitato nel l’Atalia e dal Metastasio nel Gioas. Così non v’
naturale, e dal Racine è stato imitato nel l’Atalia e dal Metastasio nel Gioas. Così non v’ ha bellezza in Euripide che qu
zione. Interessa ancora per la vivacità il riconoscimento che avviene nel V; ma le domande di Ione intorno al suo nascere m
ramano la morte, è molto vaga, e Metastasio ha saputo approfittarsene nel Ciro riconosciuto, dandole nuovo interesse e fors
fatto in pezzi dalla madre e dalle di lei sorelle descritta da Ovidio nel III delle Metamorfosi, e forse trattata anche da
rico, e alle antiche tragedie che trattavano soltanto di Bacco. Havvi nel l’atto IV una scena totalmente comica trall’infel
ra. Molti tratti allusivi agli effetti del vino si veggono ne’ cori e nel rito delle Orgie di Bacco. È terribile il raccont
solo che di simil genere a noi sia pervenuto; ma di esso favelleremo nel trattar de’ Satiri. Della Danae, del Cresfonte,
tri mentovati da Stefano Bizantino alla voce Άβδηρα e da Pietro Bayle nel Dizionario Critico. L’autore di tante belle trage
ore delle lettere e di chi le coltivava, dopo di aver secolui cenato, nel ritornarsene a casa venne assalito e lacerato da
che pel favore onde il regnante l’onorava. Morì Euripide delle ferite nel l’olimpiade XCIIIa. Archelao sentì tale intenso d
nì la gloria della poesia tragica de’ Greci. Discordarono gli antichi nel dar la preferenza ad uno de’ tre lodati gran trag
ellezza de’ versi e per la filosofia onde gli nobilitava. Quintiliano nel libro X c. i posponeva Eschilo di lunga mano agli
uno sostiene che ciascuno de’ tre possedeva alcun pregio particolare, nel quale non venne dagli altri superato. Prima di pa
. Trattanto il sig. Casthilon moderno scrittore francese in un libro, nel quale si propose d’investigare le cagioni fisiche
iti: conveniamo ancora che qualche volta hanno uguagliati gli antichi nel colorire egregiamente le passioni, e che spessiss
lorire egregiamente le passioni, e che spessissimo gli hanno superati nel l’esporre, nel preparare i caratteri, nel legar l
ente le passioni, e che spessissimo gli hanno superati nel l’esporre, nel preparare i caratteri, nel legar le scene, nell’i
ssissimo gli hanno superati nel l’esporre, nel preparare i caratteri, nel legar le scene, nell’introdurre e far partire con
ersonaggi: conveniamo in somma del merito degli antichi e de’ moderni nel proprio genere. Ma lasciamo oramai le puerili que
avrebbero esse sortito sulle scene di Atene; pur dovremmo esser cauti nel pronunziare sulla preferenza. E decideremo ora? O
. Vedi Aulo Gellio lib. XV, cap. 20 a. Una situazione simile trovasi nel l’Isacco del Metastasio, quando quest’innocente c
su tal punto, ci rimettiamo alle diligenze praticate dal dotto Brumoy nel tomo Il del Teatro Greco p. 556, dal Fabricio nel
a narrazione premessa alla sua versione del Reso. a. Vedi Aristotile nel II de’ libri Rettorici cap. 23 a. Storia Varia
77 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — 1748, 10, Dicembre » pp. 9-10
e quasi letteralmente in versi martelliani per la spigliatezza, che è nel 1° libro di monologhi. Delle corbellature della P
ua e del Vitalba, omai fatte pubbliche, Goldoni si vendicò aspramente nel Convitato di Pietra, mettendovi un pastore e una
secondo e la scelleratezza del terzo. La Passalacqua, riconosciutasi nel personaggio, andò a lagnarsene dal Direttore e da
piacere del Goldoni, fosse licenziata. Nel 1744, trovandosi a Venezia nel Teatro di S. Luca, al servizio dei fratelli Vendr
enezia passò a Modena nella primavera del medesimo anno ; e da Modena nel regno di Napoli, in Sicilia e altrove. Benedetto
, pag. 422) riporta l’elenco della Compagnia dei comici lombardi, che nel giugno del’47 Domenico Giannelli, il quale faceva
assalacqua fuorchè il soprannome di Elisabetta D’Afflisio. A Palermo, nel Teatro di S. Cecilia, cadde nell’eseguire un volo
mente era sua ava quella Elisabetta D’Afflisio che recitava a Venezia nel 1644 le parti di servetta e di contadina sotto il
78 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1005-1006
Gavardini-Cottei-Galletto Margherita. Di lei scrive Antonio Piazza nel suo Teatro (Tom. II, pag. 20) : « la seconda donn
a’ più nauseati. Bravissima per certi caratteri, si poteva stabilire nel suo mestiero una riputazione onorevole, se conten
mestiero una riputazione onorevole, se contenta d’aver posto il piede nel Socco ridevole, non avesse avuta la smania di cal
il Bartoli si oppone a tale giudizio, dicendo ch’ ella fu somma anche nel tragico, e che se avesse avuto la fortuna di nasc
to accettò, la fece esordire colla piccola parte di Madama Giuseppina nel Medico olandese di Carlo Goldoni, da lei recitata
Goldoni, in cui fu ancor più applaudita. In breve sostituì la Faluggi nel posto di prima donna assoluta ; e, prima a Pisa,
dazione, chiamando la Gavardina una tenera pianticella, che coltivata nel bel terreno dell’ adriache scene, ed innaffiata d
ed emula della valorosa Caterina Manzoni. Il Bartoli cita la Rosalia nel Jeneval di Mercier, tradotto dalla Caminer fra le
79 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO VII [IV]. Teatro Lirico: Opera Comica: Vaudeville. » pp. 192-230
dall’allegoria e dalle favole un ammasso di prodigi e di stravaganze, nel secolo XVIII non calcò miglior sentiero. Il palaz
che rendono invisibili le persone che pur si vedono, pugnali vibrati nel seno altrui che ammazzano chi li vibra, uomini mi
certo sig. de Leyre passato in Italia dimenticossi di quanto facevasi nel proprio paese, e scriveva da Parma a Parigi che g
rin sovente deriso, ma lodato pel suo Jeste, Fuselier e Cahusac morto nel 1764 autore di Calliroe, e Bernard che compose le
eau provata in Lione felicemente col Pigmalione, e ripetuta in Parigi nel 1775 con tutto l’applauso. Per dare un saggio del
ute eroiche e comiche. Verso gli ultimi tempi del precedente secolo e nel formarsi la Repubblica Francese e nel suo cangiam
i tempi del precedente secolo e nel formarsi la Repubblica Francese e nel suo cangiamento in un vasto Impero, non sono manc
uanto a ciò che intendesi per opera comica, ossia buffa, ecco ciò che nel secolo XVIII precedette all’epoca della Repubblic
ate da balletti, ed alcune parodie de’ componimenti che si recitavano nel Teatro Francese, e nel Teatro Lirico. Simili dile
une parodie de’ componimenti che si recitavano nel Teatro Francese, e nel Teatro Lirico. Simili dilettevoli rappresentazion
no le Sage, Colle, Fuselier, Roy, Ornerai, Crolet, Vadè. Panard morto nel 1764 scrisse un gran numero di componimenti buffi
orì, altre ne compose bene ricevute, e fralle altre Bastiano Bastiana nel 1753, gli Ammaliati nel 1757, ed Annetta e Lubino
ne ricevute, e fralle altre Bastiano Bastiana nel 1753, gli Ammaliati nel 1757, ed Annetta e Lubino nel 1762. Ma generalmen
stiano Bastiana nel 1753, gli Ammaliati nel 1757, ed Annetta e Lubino nel 1762. Ma generalmente però fuvvi intorno a quel t
magie, i delirii, e le stranezze le più scurrili crebbero soprammodo nel paese dove nacquero Fedra, Cinna e Zaira. Serva p
, Cinna e Zaira. Serva per pruova di ciò il Vello d’oro rappresentato nel 1786 la piggiore tralle cattive opere musicali, e
alle cattive opere musicali, e l’Alcindoro di Chabannes rappresentato nel 1787, ed il Re Teodoro a Venezia del sig. Moline
ni spettacolose, e l’Anfitrione in tre atti nato e morto in un giorno nel 1788. Dopo simili mostruosità furonvi dall’epoca
e Zoe loriceve con tutti i segni di viva affezione, e lo fa occultare nel suo gabinetto all’arrivo di Dulinval, cui già la
utore inetto e per la timidezza di un rivale. L’anno stesso si rimise nel medesimo teatro Annetta e Lubino opera pastorale
di semplicità graziosa e di melodia. Si sono parimente rappresentate nel medesimo teatro ed in altri di Parigi con varia f
rancidi stemperati in tre atti compongono quest’opera comica recitata nel teatro così detto l’anno 1800. La Fille en lotter
non meno varia fortuna; ma ad accezione di alcune che ne accenneremo nel parlar del Vaudeville e de’ teatri materiali fran
o al paragone di quanto si è mai prodotto in simil genere». Si recitò nel medesimo teatro a que’ dì il Dancourt che riscoss
mplice, l’azione naturale; convenevole lo stile. Passa per eccellente nel suo genere le Portrait de Fielding, Madama Deshou
r, la Nièce curieuse, l’Entrevue, e le Rendez-vous de Maurice, ebbero nel proprio teatro mediocre riuscita. Ne tralascio un
intera marmorea del Voltaire. Nel teatro dell’Opera alzato in Parigi nel 1769 co’ disegni dell’architetto Moreau di figura
scalinata dirimpetto alla scena. Nel palazzo di Versailles si edificò nel 1770 dall’architetto Gabriel un teatro di figura
orte nella passata dinastia occupava il parterre, ed il sovrano sedea nel mezzo. Ampliata Parigi nella parte detta i Baloar
ccennerò una parte di quel che vidi rappresentarvisi nella mia dimora nel 1800. Nel teatro de la Gaitè si recitavano compon
giovane, imitazione stravagante di Shakespear. Si vedeva a quel tempo nel teatro delle Vittorie nazionali Adela e Leonora,
e conjugale, ed il Diavolo color di rosa. Nel teatro Montausier che è nel recinto del Palais-Royal, si rappresentavano mal
rancesi dove compariscono componimenti recitati e musicali. Si eresse nel 1756 sui disegni dell’architetto Soufflot. Di fig
ne di palchi similmente forniti di scalini. Questo edifizio (dicesi nel trattato del Teatro) è ben provvisto di convenien
, ed ha la facciata retta a tre ordini di finestre con gran ringhiera nel mezzo, e con balaustrata in cima arricchita di st
ad esse opposte, e formano altrettanti portici aperti. Tre di questi nel mezzo comunicano colla principale scalinata, e i
mitologico non soggetto a regolarità ed a verisimiglianza. In Francia nel XVII secolo e nel seguente hanno continuato a com
getto a regolarità ed a verisimiglianza. In Francia nel XVII secolo e nel seguente hanno continuato a comparire i drammi di
. Quinault, e l’ultima recita dell’Armida colla musica di Lulli segui nel dicembre del 1764 col solito applauso e concorso;
degli ultimi tempi del XVIII secolo. Egli seppe adattare alla musica nel 1772 l’Ifigenia di Racine e l’inviò al maestro Gl
l’uditorio lo scioglimento. «Senza il soccorso delle macchine (dicesi nel Mercurio del maggio di quell’anno) senza l’interv
80 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO II. La Poesia Drammatica ad imitazione della forma ricevuta dagli antichi rinasce in Italia nel secolo XIV. » pp. 32-40
ca ad imitazione della forma ricevuta dagli antichi rinasce in Italia nel secolo XIV. Mentrechè risorgeva dentro le alpi
stato nella moderna Italia quello che furono Omero in Grecia ed Ennio nel Lazio, giva sublimandosi e perfezionandosi, e con
uropa per mezzo degli stessi Italiani. E ciò fra noi venne a produrre nel XIV secolo poesie teatrali latine ad esempio dell
ali latine ad esempio delle antiche, le quali precedettero quelle che nel XV si scrissero in volgare. I teatri d’Italia ris
i cantati sin dal secolo precedente. Albertino Mussato Padovano, nato nel 1261 e morto nel 1330, ci fa sapere che già nel 1
secolo precedente. Albertino Mussato Padovano, nato nel 1261 e morto nel 1330, ci fa sapere che già nel 1300 scriveansi co
ussato Padovano, nato nel 1261 e morto nel 1330, ci fa sapere che già nel 1300 scriveansi comunemente tra noi in versi volg
di qualunque spezie si fussero, non dee dirsi che essi cominciassero nel 1304 allorchè nella Toscana fecesi la festa, in c
ma se si riguardi a’ tempi, alla barbarie e allo stato delle lettere nel rimanente dell’Europa, recherà maraviglia e dilet
esse molto lontano da quello del Petrarca33. Furono esse però scritte nel XIV secolo, e s’ aggiravano l’una sulle vicende d
dea, l’altra sull’espugnazione di Cesena fatta dal Cardinale Albornoz nel 1357, la quale viene piuttosto attribuita al dott
ella di Roscio, a cui lo comparava per la dottrina e per l’eccellenza nel rappresentare34. Basta questo racconto de’ pregi
e storici del suo tempo, nato in Capo d’Istria circa il 1349 e morto nel 1431 in Ungheria presso l’imperador Sigismondo. L
dia scritta in terza rima mista ad altre maniere di versi, e stampata nel 1523: ma non apparisce su qual fondamento l’asser
e apologetica. Ma il Sig. Lampillas volle negare apologeticamente che nel XIV secolo si fossero scritti in Italia componime
Sig. Lampillas aggiugnere ora a quanto in tal proposito a lui scrissi nel mio Discorso Storico-critico, l’autorità del di l
81 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO I. Teatro Francese Tragico. » pp. 4-111
ssai dappresso al punto della perfezione, una folla di loro imitatori nel seguirli sempre senza raggiungergli ne ripetevano
avvilirla colla galanteria, avea cominciata una Ifigenia in Tauride, nel cui piano non entravano amori. Ma egli lasciò le
ragedia senza appressarsi ai modelli grandi. Giovanni Campistron nato nel 1656, e morto nel 1723 scrisse diverse tragedie c
essarsi ai modelli grandi. Giovanni Campistron nato nel 1656, e morto nel 1723 scrisse diverse tragedie che non cedono per
e la Grange Chancel. Antonio La Fosse detto d’Aubigny nato in Parigi nel 1653, e morto a’ 2 di novembre del 1708, corse la
languore, e pieno com’era della lettura degli antichi Greci e Latini, nel 1696 se rappresentare ed imprimere la prima sua t
saggio più vigoroso e più deciso de’ tragici suoi talenti, e svegliò nel pubblico, e ne’ posteri viva brama che egli avess
utto il vantaggio che presenta tale argomento. La Grange Chancel nato nel 1678, e morto nel 1758 scrisse varie tragedie in
che presenta tale argomento. La Grange Chancel nato nel 1678, e morto nel 1758 scrisse varie tragedie in istile debole e tr
da lui appropriato a’ personaggi della storia dell’Egitto. Si recitò nel 1701. Il Voltaire riconosce nell’Amasi più arte e
più arte ed interesse, che nella Merope di Jean la Chapelle recitata nel 1683, e non meno deturpato da un amore non tragic
merito disuguale, e difetti contrarii. Antonio Hudard La-Motte nato nel 1672, e morto nel 1731 era veramente uomo d’ingeg
e difetti contrarii. Antonio Hudard La-Motte nato nel 1672, e morto nel 1731 era veramente uomo d’ingegno, erudito, e non
el tempo della rappresentazione con quello degli evenimenti. Lo stile nel Romolo si risente più che nella precedente del di
Non è poi verisimile che Tazio vegga di lontano scintillare i pugnali nel volersi trucidar Romolo, troppo spazio dovendo co
ice da parte di avere scritto il biglietto, manifesta mancanza d’arte nel poeta, ed oltre a ciò con poca verisimiglianza e
oi la riconoscenza rende meno meravigliosa la rivoluzione, ed incorre nel difetto del Voltaire. Nè anche si riconosce come
n testimonio glorioso nell’approvazione che ne diede m. de Fontenelle nel 1732 quando si volle imprimere, j’en ai jugè com
mprimere, j’en ai jugè comme le public . Non saprei dire se La Motte nel comporla avesse avuto presente qualche modello in
Il signor di Crebillon nato in Digione l’anno 1674 e morto in Parigi nel 1762, è il primo tragico francese che in questo s
torto da Federigo II re di Prussia in una lettera scritta al Voltaire nel febbrajo del 1749 venga tutta la tragedia ripresa
vola è un carattere incerto, e più d’uno lo reputerà stolto o maligno nel giudicar suo fratello. Stolto o maligno parimente
nni ottantuno. L’altro insigne tragico di cui può vantarsi la Francia nel nostro secolo, è il celebre Francesco Maria Aroue
iamo di ripetere nojosamente o quanto l’autore scrisse in più lettere nel 1719 criticando l’Edipo di Sofocle, quello del Co
alanteria di Filottete colla vecchia Giocasta. La Marianna pubblicata nel 1723 ebbe alla prima un successo poco felice. Il
a fine la rappresentazione. L’uditorio ravvisò non so che di ridicolo nel veleno presentato a Marianna in una coppa. Nel se
teatrale è parimente la scena seconda dell’atto V, in cui ella posta nel maggior rischio della sua vita sdegna di seguir V
e vuol salvarla. Giunio Bruto rappresentata la prima volta in Parigi nel 1730 fu composta in Londra, e dedicata a milord B
rza dell’atto V Bruto manda i Padri Coscritti e Valerio in Senato; ma nel corto intervallo, in cui si recitano 14 versi, il
quale meglio si diffini da se stesso. C’est l’auteur (di se diceva nel discorso premesso all’Alzira) de quelques pièces
giaco del Racine, non nell’aspro ed inelegante del Crebillon; ma cade nel brillante e nell’epico fuor di proposito. La Mort
ma ugualmente senza snervarlo con amori come era avvenuto in Francia nel principio del secolo. Voltaire colà lo ricondusse
dimorare sempre alla vista del popolo Romano. Zaira uscita alla luce nel 1732 fu scritta interamente in ventidue giorni, e
stessa il proprio figlio. Ma la sana critica non lascia di desiderare nel bel componimento francese qualche altra perfezion
uelli di Narba e d’Ismenia nell’atto III, nè il parlar da parte usato nel calore del maggior pericolo, come fa lo stesso Na
on può godere di sì interessante situazione, nè esser commosso quanto nel teatro greco e nella Merope del Maffei per affret
’ popoli, non si smentisce apertamente e si dimostra inetto e stupido nel voler ch’ella passi nel tempio insieme col figlio
ce apertamente e si dimostra inetto e stupido nel voler ch’ella passi nel tempio insieme col figlio, per costringerla alle
, est l’èsclave où le maître. Ma Polifonte dovea dopo ciò persistere nel matto suo disegno? dovea conchiudere, t’aspetto a
ui parzialità per la Merope Volteriana, non potè lasciar di dire che nel miglior punto della passione rimane una fantasima
abile il carattere del ben dipinto impostore. Coloro che hanno veduto nel Maometto mille difetti mentre i Parigini si affol
re quanto la forza della virtù della religione Cristiana che consiste nel perdonare ed amare l’inimico, sovrasti a tutte le
sti a tutte le virtù del gentilesimo. Quest’eroismo Cristiano trionfa nel perdono che dà il moribondo Gusmano all’idolatra
ccia or la ripone. Vivete senza odiarmi. La Semiramide rappresentata nel 1748 non ismentisce la forza e la maestà dello st
Nino molte e rilevanti opposizioni. In prima un’ ombra che apparisce nel più chiaro giorno alla presenza de’ principi, de’
ra, or non bastava di far loro sapere l’arcano? Il poeta si è perduto nel suo piano, e dà la più atroce idea della divinità
bbe mostrarsi evidente la necessità che obbliga Semiramide ad entrare nel mausoleo. Non ha ella altri mezzi più certi e più
ce pienamente l’effetto che si cerca. Lo sforzo dell’ingegno consiste nel ben concatenare i pensieri co’ fatti in guisa che
ll’Atreo apprestò ancora la materia alla di lui Roma salvata recitata nel 1752, all’Oreste, ed a’ Pelopidi. Trasse anche Vo
ranze che sorgono da i precedenti. L’Orfano della China rappresentata nel 1755 non è la stessa azione dell’Eroe Cinese del
autela, benchè inutile, il tacere che fa Amenaide il nome di Tancredi nel biglietto che la rende colpevole; ma la dichiaraz
co’ più patetici colori nella morte dell’eroe. Sabatier des Castres nel libro de’ Tre secoli decide che Alzira, Maometto,
enzogne e tratti maligni sulle opere acclamate di coloro che non sono nel numero de’ loro benefattori. Una folla di bastard
di battere alla meglio il dritto sentiero. Guymond de la Touche nato nel 1729 in Chateu-Roux nel Berrì e morto nel 1760 in
il dritto sentiero. Guymond de la Touche nato nel 1729 in Chateu-Roux nel Berrì e morto nel 1760 in Parigi, compose una Ifi
. Guymond de la Touche nato nel 1729 in Chateu-Roux nel Berrì e morto nel 1760 in Parigi, compose una Ifigenia in Tauride,
iero furibondo che non respira che vendetta, si cangia repentinamente nel V e diventa eroico e virtuoso. L’autore ebbro del
nti accumolati in un dì senza verisimiglianza, nè Filottete publicata nel 1786 imitata dalla tragedia di Sofocle, quasi vol
scrisse le Amazoni che si trova nelle di lei opere impresse in Parigi nel 1788, se non si vede sulle scene. Ma Place traspo
terre, e Adele de’ Ponthieu. La sola sua Venezia salvata riuscì assai nel rapprensentarsi e rimase al teatro. Il commediant
nel rapprensentarsi e rimase al teatro. Il commediante Ma Noue morto nel 1761 scrisse Maometto II che rimase al teatro. Vo
un madrigale in occasione del suo Fanatismo. Poinsinet nato in Parigi nel 1735 tradusse varii poeti Greci, e specialmente A
Giovanni Racine. Il marchese Le Franc de Pompignan nato in Montalbano nel 1709 si esercitò in più di un genere poetico, ed
Ferney non accordò la sua protezione. Alessio Piron nato in Digione nel 1689 e morto in Parigi nel gennajo del 1755 frall
protezione. Alessio Piron nato in Digione nel 1689 e morto in Parigi nel gennajo del 1755 fralle altre specie drammatiche
ecie drammatiche coltivò la tragedia, e diede al teatro il Callistene nel 1730 tragedia di semplice viluppo che punto non r
vi tornò a comparire. Più complicato fu il suo Gustavo Wasa composto nel 1733 che ebbe venti rappresentazioni successive e
vi si ripete sempre con pari successo. Fernando Cortes si rappresentò nel 1744 senza applauso. Il credito dunque che godè P
diletto dell’uditorio ed il trionfo della virtù, come appunto avviene nel Gustavo. Intorno al 1777 o 1778 si produsse con a
si è veduta ricomparire sempre con diletto, e si rappresentò di nuovo nel 1793. È una dipintura de’ constumi selvaggi e spa
ar parola de’ tragici componimenti prodotti sulle scene della Francia nel formarsi la Repubblica Francese, convien parlare
e di un altro tragico nato in Parigi, cioè del signor di Belloy morto nel 1775. Benchè privo egli si dimostri di certe qual
o, avea ben false idee dell’eroismo e della virtù. Ma se egli travide nel dipingere gli eroi ed i virtuosi, non si mostrò p
no l’esito di una mina, di cui si parla sin dall’atto I, da scoppiare nel V. Infallibile, al lor credere, è la riuscita di
scoppiata la mina, si dice di Avogadro e del Disertore morti entrambi nel sotterraneo. L’un et l’autre à la fois loin du p
ue baluardi istorici, cioè a una prefazione e ad alcune note stampate nel fine. Nell’una e nelle altre egli pretende giusti
ero? Non fuggirono i Francesi sopraffatti in Brescia, e si raccolsero nel castello? Non sempre la ritirata è viltà (lâchetè
i lui della storia, narrò ciò che si trova dagli storici riferito. Fu nel secondo giorno a ² il conte Luigi Avogadro, mentr
? Di qual diritto’ poi questo picciolo scarabbocchiatore di carta osò nel suo garbuglio tragico trattare il pontefice Giuli
e l’energia dello’ stile. Se si comparino le dipinture de’ caratteri nel poema epico del Voltaire, si trovano fuor di dubb
pieno di terrore ma che nella tragedia accenna ogni istante di cader nel languore veleno del teatro. Il cardinal di Lorena
to, ma Carlo non è posseduto dal fanatismo di Seide. Questo cardinale nel tempo della tremenda esecuzione si trovava in Rom
nza del popolo e de’ sacerdoti. Madama Raucourt e Talma si distinsero nel rappresentar Medea e Teseo. Sul teatro de’ Trouba
s compose a que’ dì una tragedia intitolata Montmorenci che si recitò nel mese Pratile nel Teatro della Repubblica. Ha il m
dì una tragedia intitolata Montmorenci che si recitò nel mese Pratile nel Teatro della Repubblica. Ha il merito di essere u
cò sul cominciar del 1800; Cajo Mario a Minturno di tre atti recitata nel maggio del 1791, che più non si rivide; e Bianca
più non si rivide; e Bianca e Montcassin di cinque atti rappresentata nel 1799. Quanto alla prima rende vie più manifesta l
una per premiarlo dichiarandolo patrizio e senator veneto. Si propone nel tempo stesso una legge che stabilisce che qualunq
o per malizia abbia commercio con gli ambasciadori esteri, o si trovi nel recinto delle loro case, sia reo di morte. La leg
ngustie ed i suoi dubbii. Contarini dice, io gli farò svanire; venite nel bel mezzo della notte nell’antica cappella del mi
rticolare della casa di Contarini con altare, in cui una porta aperta nel mezzo lascia vedere una sala con finestre che dan
n un bigliettino un momento di udienza secreta. Bianca glie l’accorda nel luogo indicato, stimandolo opportuno (in caso che
esto? Quello del Consiglio de’ Tre, gli dice Pisani; quì pronuncia, e nel fondo punisce. Montcassin e Pisani si ritirano, e
rime est evident, le reste est mon secret. Conferma quanto è scritto nel processo verbale, e sottoscrive. È condotto dietr
vuole che prosegua. Bianca riferisce che Montcassin è venuto la notte nel palazzo da lei introdotto, e che ella giurò innan
toria veneta. Si ha da essa che una gentil donna per nome Teresa nata nel 1601 fu moglie di un nobile de’ Contarini uomo zo
Venezia. Ma è permesso in un fatto recentissimo falsificare la storia nel più essenziale, cioè nell’essere e nel carattere
ntissimo falsificare la storia nel più essenziale, cioè nell’essere e nel carattere del protagonista? E qual vantaggio ne r
orioso e necessario il silenzio del Foscarini, non si può riconoscere nel Montcassin di Arnault. Quanto poi allo stile, i l
us français quand il faisait des vers. a. Voltaire afferma ch’egli nel medesimo anno ne mandò fuori due, l’uno in versi
Vedi il libro di m. Gaillard Melange Litteraire impresso in Amsterdam nel 1756. a. Verdizzotti vol. II de’ Fatti Veneti da
mura furono in regno i figliuoli della famiglia del Balso già estinta nel principe Pirro, la cui unica figliuola Isabella f
82 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Latino e del Libro II — CAPO VII. Copia di Teatri per l’Impero: magnificenza e profusione eccessiva negli spettacoli sceneci. » pp. 38-55
ncrescevole aspetto di un gran voto della storia teatrale. Esso seguì nel lungo periodo interposto dalla corruzione della p
quentati. Di moltissimi altri teatri rimangonci anche oggi gli avanzi nel rimanente dell’Italia. Oltre a quello di Padova,
si ammira e si conserva col nome d’Arena. Vestigii di teatro veggonsi nel Piceno dove era Alia rovinata dal Goto Alarico, d
la parte di oriente. Oltre Terracina ancora, seguitando la Via Appia, nel luogo dove fu Longola città descritta da Dionigi
no di dignità fra questo legislatore e capo degli Ebrei e la Divinità nel roveto ardente, e finalmente in un racconto fatto
ove ad altre feste accadde. Oltre delle regioni Europee già nominate, nel rimanente dove giunsero le vincitrici armi di Rom
Murviedro le rovine del teatro Saguntino, essendo questa città eretta nel regno di Valenza sulle ceneri dell’antica Sagunto
ingiuriose contro il re Agamennone. Assai di rado egli fecesi vedere nel teatro dopo che una volta a richiesta del popolo
ù illustri, e le matrone più nobili facevano a gara nell’arricchirla, nel trattarla con somma famigliarità, e nell’amarla f
ì caro il pantomimo Batillo, che lo creò edituo del suo tempio eretto nel proprio palazzo, siccome apparisce dall’iscrizion
retto nel proprio palazzo, siccome apparisce dall’iscrizione scolpita nel di lui sarcofago recata dal Fabretto e dal Ficoro
ttere aspramente, insultando frattanto al di lui dolore, con dire che nel tuono lamentevole ancora spiccava la dolcezza del
i delle provincie; ne collocò uno nell’ordine de’ cavalieri; un altro nel senatorio; ed uno che da giovine avea rappresenta
Romano dopo la Grecia. Se non tutta l’eccellenza drammatica rinacque nel Lazio, una gran parte in Italia ne risorse. Ma gl
Troade di Seneca e all’Agave di Stazio. La grandezza eroica campeggia nel loro stile con carattere particolare, meno attacc
vo sulle scene profanate. Cosi la vera drammatica senza perfezionarsi nel Lazio fu distrutta dalle depravazioni mimiche, ed
si il Dizionario critico di Pietro Bayle artic. Ezechiel. a. Tacito nel XIV degli Annali. b. Così racconta Asinio Pollio
i Annali. b. Così racconta Asinio Pollione nella lettera 32 inserita nel VII libro delle Famigliari di Cicerone. a. Trova
33. b. Lo stesso biografo nella Vita di Vitellia c. 12. c. Erodiano nel libro V.
83 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VI. Teatro Greco. » pp. 66-74
durre veruna novità! Ma quell’abitatore d’Icaria, che ne sorprese uno nel suo podere, fu per sicurezza della sua vigna cons
un sacrifizio e un convito rinnovato ogni anno in tempo di vendemmia, nel quale la licenza del tripudio e l’ubbriachezza sv
comico poeta. Apollofane da Suida vien detto, antico poeta comico, e nel l’Antologia tragico. Cefisodoro, Forono, Egesippo
on attigit. Gli Episodii così purificati da ogni mescolanza comica, nel passare nel l’olimpiade LXVII in mano di Frinico
Gli Episodii così purificati da ogni mescolanza comica, nel passare nel l’olimpiade LXVII in mano di Frinico discepolo di
he meritò di essere introdotto in Atene. Cherilo l’ateniese che fiorì nel l’olimpiade LXIV, avea trovata la maschera ed abo
i rappresentò con tanto brio che scosse gli spettatori di un modo che nel medesimo teatro fu creato capitano; giudicando as
e l’ab. Vatry nelle sue erudite Ricerche sul l’origine della Tragedia nel tomo XV delle Memorie dell’Accademia delle Iscriz
et plaustris vexisse poemata Thespis. b. In fatti Arione che fiorì nel l’olimpiade XXXVIII fu uno di quelli che precedet
erso tragico, ed introdusse in iscena i satiri. Ne favella il Patrizi nel libro I delle Poetica nella Deca istoriale, che l
ta III del I tomo della presente Storia de’ Teatri impresso in Napoli nel 1787. c. Vedi la di lui raccolta dei Frammenti d
degli ultimi tempi della Commedia Antica, il quale cominciò a fiorire nel l’olimpiade LXXXVI.
84 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO VI. Teatro Spagnuolo Comico e Tramezzi. » pp. 149-194
ie. Quanto più siamo persuasi dell’acutezza dell’ingegno spagnuolo nel trovar nelle cose il ridicolo, e dell’eccellenza
ia ci reca il vedere in quelle contrade sì negletta la buona commedia nel secolo XVIII, in cui anche nel settentrione vanno
contrade sì negletta la buona commedia nel secolo XVIII, in cui anche nel settentrione vanno sorgendo buoni imitatori di Te
l Domine Lucas è tolto da una commedia di Lope de Vega che ebbe luogo nel Teatro Spagnuolo del Linguet. Ma la favola del Ca
fu l’autore di una buona Poetica Spagnuola Ignazio Luzàn. Diede egli nel 1751 alla luce in Madrid sotto il nome del Pelleg
to Nicolàs Fernandez de Moratin mentovato fra’ tragici si provò anche nel genere comico, e nel 1762 impresse la sua Petimet
de Moratin mentovato fra’ tragici si provò anche nel genere comico, e nel 1762 impresse la sua Petimetra, nella quale, ad o
i locuzione, ma parvemi priva di energia e d’interesse nella favola e nel costume. Nel Saggio teatrale del sig. Sebastian y
a; ma gli mancò la necessaria sagacità nella scelta de’ più teatrali, nel dar loro la dovuta graduazione, nell’incatenarli
ione, nell’incatenarli ad una azione vivace propria della commedia, e nel prestarle interesse e calore. Tutte le altre favo
e alla Storia de’ Teatri in sei volumi, ed alle Addizioni che vi feci nel 1798. Los Menestrales (gli artigiani) commedia d
e di Candido Maria de Trigueros si rappresentò e s’impresse in Madrid nel 1784 in occasione della pace conchiusa coll’Inghi
espressione, ricco e copioso d’immagini e di maniere poetiche ammesse nel dramma pastorale, appassionato ne’ punti principa
muove e penetra nell’intimo dell’animo di chi legge o ascolta. Cresce nel IV il movimento pel festivo e lauto apparecchio d
ñorita Malcriada impresse nelle opere dell’autore, indi separatamente nel 1788, due lodevoli argomenti felicemente scelti p
felicemente scelti per istruire e dilettare. Si rappresentò la prima nel 1788 in Madrid nel Coral del Principe, e piacque.
per istruire e dilettare. Si rappresentò la prima nel 1788 in Madrid nel Coral del Principe, e piacque. La dipintura di un
rapalon che è un ritratto degli antichi sicofanti. La favola consiste nel discoprimento e nella punizione di donna Monica e
i coll’assonante. Taluno troverà soverchie le operazioni della favola nel periodo che si racchiude dall’ora di sesta all’an
uivale al Fausto della prima commedia; don Basilio che fa riconoscere nel finto marchese un vero truffatore di mestiere, co
nere de’ caratteri di Pepita, di Ambrosia, di Gonzalo e del marchese, nel qual personaggio con molta grazia si mette in rid
francesi, del cui carattere in Italia diede l’esempio Scipione Maffei nel suo Raguet, ed in Ispagna il riputato Isla, autor
ii coll’assonante erano composte sin dal 1786, ma la prima s’impresse nel 1790 quando si rappresentò con piena approvazione
rima s’impresse nel 1790 quando si rappresentò con piena approvazione nel teatro detto del Principe. La seconda a me per am
essa dall’autore manoscritta, non so quando rappresentata, s’impresse nel 1804 col nome arcadico dell’autore Inarco Melenio
co Melenio. La terza in due atti ed in prosa si rappresentò in Madrid nel medesimo teatro a’ 7 del febbrajo del 1792 quando
ultima in due atti ed in versi si pubblicò col medesimo nome arcadico nel 1803. Sono state tutte e quattro da me rendute it
consentire che ella vada a chiudersi in un ritiro. Questa commedia è nel buon genere tenero, ed insinua la giusta avversio
re comico è la scena in cui Isabella ode il tiro di leva del vascello nel quale è ito ad imbarcarsi l’amante; finalmente ti
zione nella dolcezza ma con più senno indulgente, e più felice ancora nel frutto delle sue cure paterne, educa la sua Agnes
vole economia lasciano alla bacchettona il posto di figura principale nel quadro ossia nell’azione che consiste nel discopr
posto di figura principale nel quadro ossia nell’azione che consiste nel discoprimento della di lei falsa virtù e santità,
precedente, pure ne addurrò quì lo squarcio che ne pubblicai in versi nel 1790 nel sesto volume di quest’opera: Vada (dic
e, pure ne addurrò quì lo squarcio che ne pubblicai in versi nel 1790 nel sesto volume di quest’opera: Vada (dice della f
ranneggiava i commedianti nazionali. Dopo di avere l’ingegnoso autore nel 1789 data la caccia a’ poetastri con un piacevole
colo intitolato la Derrota de los Pedantes (la sconfitta de’ pedanti) nel quale gli spaventa, gli schernisce, gli dipinge g
go Commedia nueba, ove espone una fedel dipintura (a quel che si dice nel prologo) dello stato attuale del teatro spagnuolo
ne pedantaccio arrogante non men povero di lui. Nè l’uno nè l’altro è nel caso di effettuare tali nozze non avendo danari p
una commedia che ha data al teatro, e col prezzo di essa promessogli nel caso che la commedia riesca accetta al pubblico,
rla in case particolari, dalle quali passò a rappresentarsi in Cadice nel pubblico teatro mutilata e deformata. La geniale
oleva che si escludesse da ogni buon teatro. Può vedersene un esempio nel sainete intitolato la Tragedia de Manolillo, in c
camicia e lacero dopo di aver compito il decennio della sua condanna nel presidio di Ceuta. L’azione consiste nella morte
vero, egli ha rannicchiate, poste in iscorcio disgraziato e dimezzate nel più bello le di lui favole, a somiglianza di quel
più volte testimonio; ma sento che egli ha continuato sino alla morte nel medesimo gusto. Ecco quanto un degno poeta spagnu
gli stesso ridicolamente millanta, ha di U. S. trionfato, come scrive nel Prologo del suo Teatro) ultimamente ha composta u
go del suo Teatro) ultimamente ha composta una Loa che si rappresenta nel Teatro del Principe, di cui a’ miei dì non penso
85 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 588-589
prima donna e prima amorosa. Fu sempre in ottime compagnie, fra cui, nel ’53, in quella condotta e diretta da Antonio Feol
Nel ’56 era la prima attrice della Compagnia di Antonio Stacchini, e nel ’57-58 della Compagnia Ligure, la seconda di prop
proprietà di Giuseppe Trivelli, e diretta dallo stesso Stacchini. Fu nel ’66 con Colomberti e Casilini, poi con Cesare Vit
CCIOLO AJUDI che nell’arte drammatica potentissima somma sublime vaga nel riso terribile nell’ira pietosa nel pianto soavem
a potentissima somma sublime vaga nel riso terribile nell’ira pietosa nel pianto soavemente a voler suo ogni animo rapiva c
o de’ ritratti dell’artista. E questa manifestazione di stima, strana nel suo riprodursi, mi fa pensare a quell’artista che
86 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article »
Albani Antonia. Nacque a Brescia nel 1730 circa. Fu prima attrice discreta in varie Co
ali. Fu poi prima attrice dei comici lombardi ai Fiorentini di Napoli nel 1776. Vedova nel 1782, recitava nel Napoletano. L
attrice dei comici lombardi ai Fiorentini di Napoli nel 1776. Vedova nel 1782, recitava nel Napoletano. L’Albani fu moglie
lombardi ai Fiorentini di Napoli nel 1776. Vedova nel 1782, recitava nel Napoletano. L’Albani fu moglie di un certo Panazz
87 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO V. Produzioni comiche di Commediani di mestiere nel secolo XVI. » pp. 256-264
CAPO V. Produzioni comiche di Commediani di mestiere nel secolo XVI. Un secolo dotto fa risplendere di
o da una lettera del Parabosco. Egli scrisse alcune commedie in prosa nel suo grazioso dialetto nativo mescolato talvolta c
1549 al 1556. Il Lombardo altro attore di professione diede alla luce nel 1583 l’Alchimista sua commedia lodata. Fabrizio F
itan Coccodrillo comico Confidente, pubblicò in Parigi per l’Angelier nel 1585 la commedia intitolata l’Angelica, che si ri
585 la commedia intitolata l’Angelica, che si ristampò poi in Venezia nel 1607 pel Bariletto. Il famoso attore padovano Ang
Beolco chiamato il Ruzzante scrisse alcune commedie che s’impressero nel 1598, cioè lo Fiorina, l’Anconitana e la Piovana,
te di buffoneria, e vi si faceva uso di maschere diverse, colle quali nel vestito, nelle caricature e nel linguaggio si esa
uso di maschere diverse, colle quali nel vestito, nelle caricature e nel linguaggio si esagerava la ridicolezza caratteris
le non entrassero gli stessi poeti, confondendosi gli uni negli altri nel libero popolo Ateniese sempre che gli autori non
e di bellezze e di mostruosità, non trovano competitori nell’Adisson, nel Van-Broug, nel Wicherley, in Gai, in Stèele? Garr
di mostruosità, non trovano competitori nell’Adisson, nel Van-Broug, nel Wicherley, in Gai, in Stèele? Garrick che fu l’Es
88 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 597-599
nto si dolse, che aggravato dal male morì nell’istesso anno. Il Gozzi nel suo ditirambo pel Truffaldino Sacchi lo ricorda c
che andò ad avvertire il pubblico del cambiamento dello spettacolo. E nel capitolo XXXVIII, a proposito della rappresentazi
al Casali lo abbiamo nella prefazione del vol. XIII (ediz. Pasquali), nel quale è anche descritta la persona di lui. Quest’
ui. Quest’onorato galantuomo, provveduto d’intelligenza e di capacità nel mestiere, di bella statura e di buona voce, parla
avuto buona disposizione per la parte dell’amoroso. Una certa serietà nel sembiante, una certa durezza nella persona, un’in
Tragedie riusciva mirabilmente, e sopratutto nelle parti gravi, come nel Catone del Metastasio, nel Bruto dell’abate Conti
ente, e sopratutto nelle parti gravi, come nel Catone del Metastasio, nel Bruto dell’abate Conti, nella parte di Giustinian
el Metastasio, nel Bruto dell’abate Conti, nella parte di Giustiniano nel mio Belisario, ed in altre simili. Del resto poi
89 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
a famosa Compagnia dei Gelosi, magnificata da Francesco Andreini (V.) nel Rag. XIV delle Bravure, le parti di serva col nom
o Negromante dello Scala (V. op. cit.) ella si traveste da Mercurio ; nel Ritratto fra i personaggi è Lesbino paggio, poi S
nel Ritratto fra i personaggi è Lesbino paggio, poi Silvia milanese ; nel resto ella è quasi sempre serva, talvolta ostessa
li, non so la fonte di tal notizia, dice che del 1580 la Roncagli era nel fiore della sua giovinezza.
90 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO II. Commedie: Tramezzi. » pp. 68-88
. Quanto più siamo persuasi della sagacità dell’ingegno spagnuolo nel trovar nelle cose il ridicolo, come altresì dell’
contrade sì negletta la buona commedia in questo secolo, in cui anco nel settentrione vanno sorgendo buoni imitatori di Te
l Domine Lucas è tolto da una commedia di Lope de Vega che ebbe luogo nel Teatro Spagnuolo del Linguet; ma la favola del Ca
fu l’autore di una buona Poetica Spagnuola Ignazio Luzàn. Diede egli nel 1751 alla luce in Madrid sotto il nome del Pelleg
o Nicolàs Fernandez de Moratin già lodato fra’ tragici si provò anche nel genere comico, e nel 1762 impresse la sua Petimet
e Moratin già lodato fra’ tragici si provò anche nel genere comico, e nel 1762 impresse la sua Petimetra, nella quale, ad o
lingua pura, e della di lui natural vivacità e grazia, riuscì debole nel dipingere la sua Doña Geronima e sforzato ne’ mot
i locuzione, ma parvemi priva di energia e d’interesse nella favola e nel costume. Nel Saggio teatrale del sig. Sebastian y
o, ma gli mancò la necessaria sagacità nella scelta de’ più teatrali, nel dar loro la dovuta graduazione, nell’ incatenarli
loro la dovuta graduazione, nell’ incatenarli ad un’ azione vivace, e nel prestare alla sua commedia interesse e calore24.
e ci rendono preziose le stravaganze del passato secolo. E quando mai nel tempo del Calderone venne fuori una favola più mo
786 non hanno veduta la luce delle stampe; due altre si sono impresse nel 1786 e 1788. Appartengono le inedite a Don Leandr
oni a consentire che vada a chiudersi in un ritiro. Questa commedia è nel buon genere tenero ed insinua l’avversione alle n
’effetto; per quella in cui Isabella ode il tiro di leva del vascello nel quale è imbarcato l’amante; e finalmente per l’ar
zione nella dolcezza ma con più senno indulgente, e più felice ancora nel frutto delle sue cure paterne, educa la sua Agnes
vole economia lasciano alla bacchettona il posto di figura principale nel quadro ossia nell’azione che consiste nel discopr
posto di figura principale nel quadro ossia nell’azione che consiste nel discoprimento della di lei falsa virtù e santità,
ta Mal-criada, impresse nelle opere dell’ autore, e poi separatamente nel 1788, argomenti felicemente scelti per instruire
e scelti per instruire e dilettare. La prima si rappresentò in Madrid nel Coral del Principe nel 1788, e piacque. La dipint
e dilettare. La prima si rappresentò in Madrid nel Coral del Principe nel 1788, e piacque. La dipintura di un giovane educa
ltimo atto, è un ritratto degli antichi sicofanti. La favola consiste nel discoprimento e nella punizione di D. Monica e ne
coll’ assonante. Alcuno troverà soverchie le operazioni della favola nel periodo che si racchiude dall’ ora di sesta all’a
fetti, equivale all’ innamorato Fausto: D. Basilio che fa riconoscere nel finto Marchese un vero truffatore di mestiere, co
ture de’ caratteri di Pepita, D. Ambrosia, D. Gonzalo e del Marchese, nel quale con molta grazia si mette in ridicolo il ra
voleva che si escludesse da un buon teatro. Può vedersene un esempio nel sainete intitolato la Tragedia de Manolillo, in c
amicia e mal vestito dopo aver compito il decennio della sua condanna nel presidio di Ceuta. L’azione consiste nella morte
vero, egli ha rannicchiate, poste in iscorcio disgraziato e dimezzate nel più bello le di lui favole, a somiglianza di quel
sono io stesso stato più volte testimonio; ma sento ch’egli continua nel medesimo gusto. Ecco quanto un degno poeta Spagnu
secondo che egli stesso ridicolamente millanta, ha di V.S. trionfato nel Prologo del suo Teatro) ultimamente ha composta u
go del suo Teatro) ultimamente ha composta una Loa che si rappresenta nel teatro del Principe, di cui a’ miei dì non penso
91 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo V. Teatro Francese nel medesimo Secolo XVIII. » pp. 355-388
Capo V Teatro Francese nel medesimo Secolo XVIII. Ne’ primi lustri del co
iù d’una volta superiore ai precedenti. M. Crébillon, nato in Digione nel 1674, e morto in Parigi nel 1761, non poche volte
precedenti. M. Crébillon, nato in Digione nel 1674, e morto in Parigi nel 1761, non poche volte si esprime con una robustez
stoica presa per eroismo da’ romanzieri e da’ tragici dozzinali. Fin nel severo Bruto ha conservato il padre: Proculus, à
tto di più d’un tragico. Nell’Edipo, sua prima tragedia rappresentata nel 1718 avendo l’autore 24 anni, non evitò il gelo d
nel 1718 avendo l’autore 24 anni, non evitò il gelo dominante allora nel genere tragico degli amori subalterni, e l’istess
ria della vecchia Giocasta con Filottete. La Semiramide rappresentata nel 1748, benché meno complicata di quella di Crébill
748, benché meno complicata di quella di Crébillon uscita al pubblico nel 1717, fu censurata per l’intervento dell’ombra di
alla persiana! Oltracciò da qual necessità obbligata Semiramide entra nel Mausoleo? Non ha essa altri mezzi e più certi e p
rsuade, e non produce l’effetto bramato dal poeta. L’ingegno consiste nel concatenar sì aggiustatamente i pensamenti de’ pe
di questo secolo Dufresny, Destouches, Fagan, e Piron. Il primo, nato nel 1648, e morto nel 1724, dopo d’aver travagliato p
ufresny, Destouches, Fagan, e Piron. Il primo, nato nel 1648, e morto nel 1724, dopo d’aver travagliato per l’antico teatro
aggi236. M. Destouches, le cui commedie cominciarono a rappresentarsi nel 1710, possiede arte e giudizio, e spirito comico,
de arte e giudizio, e spirito comico, e ritrae gli uomini al naturale nel Dissipatore, nel Vanaglorioso e c. benché nell’Uo
o, e spirito comico, e ritrae gli uomini al naturale nel Dissipatore, nel Vanaglorioso e c. benché nell’Uomo singolare copi
, o da qualche originale particolare nulla importante pel pubblico; e nel Filosofo maritato e nell’Irresoluto avrebbe Moliè
i e chiari, e per conseguenza piacevoli237. M. Fagan, nato in Parigi nel 1702, e morto nel 1755, avea nel genere comico, s
conseguenza piacevoli237. M. Fagan, nato in Parigi nel 1702, e morto nel 1755, avea nel genere comico, secondo che ci atte
cevoli237. M. Fagan, nato in Parigi nel 1702, e morto nel 1755, avea nel genere comico, secondo che ci attesta M. Palissot
r due altre, cioé l’Inquiet, e les Originaux. M. Piron, nato in Dijon nel 1669, fé rappresentare nel 1725 la sua ottima com
, e les Originaux. M. Piron, nato in Dijon nel 1669, fé rappresentare nel 1725 la sua ottima commedia intitolata la Metroma
oldoni nella commedia de’ Poeti. M. le Sage, nato a Ruys in Brettagna nel 1677, e morto a Boulogne sur-mer nel 1747, diede
e Sage, nato a Ruys in Brettagna nel 1677, e morto a Boulogne sur-mer nel 1747, diede al teatro francese l’eccellente comme
di Crispin rival de son Maître. Giambatista Rousseau, nato in Parigi nel 1669 e morto nel 1740, compose anche due commedie
de son Maître. Giambatista Rousseau, nato in Parigi nel 1669 e morto nel 1740, compose anche due commedie, le Flatteur e l
o questi soprallodati autori comici M. de la Chaussée, nato in Parigi nel 1691, e morto nel 1754, ha maneggiato un genere d
ati autori comici M. de la Chaussée, nato in Parigi nel 1691, e morto nel 1754, ha maneggiato un genere di commedia tenera
el 1691, e morto nel 1754, ha maneggiato un genere di commedia tenera nel pregiudizio alla moda, qual genere, se si fosse c
i senza giustizia proscritto dal giudizioso abate Sabatier de Castres nel suo Dizionario di Letteratura tom. I pag. 266 seq
mirabile, verseggiata eccellentemente, e rappresentata la prima volta nel 1740. Per un atto intero, prima che si vegga, Cle
a alla viziosa ommedia lagrimevole241. M. de Voltaire é mal riuscito nel genere comico, tutto che fiavisi provato tante vo
li occhi della gioventù il seguente squarcio della medesima commedia, nel quale con una felicissima ironia si numerano le p
riferiti pochi tratti naturali e felici, e fuggirà d’imitar l’autore nel carattere d’un padre di famiglia, che piange a tu
ssettata ristucchevole saviezza in tutti i personaggi, e specialmente nel figlio naturale e in Costanza, che farà sempre sb
je le suis aussi etc.» Questa locuzione conviene alla commedia, ed é nel tempo stesso naturale e piena di calore. Tutto po
tezza dell’esclamazione di Clarendon, «Elle me pardonne», colla quale nel fine previene le parole di Eugenia già intenerita
spettatori, e diffondersi per la società. Carlo Collé, nato in Parigi nel 1709, segretario ordinario e lettore del duca d’O
nario e lettore del duca d’Orleans, é autore di un Teatro di Società « nel quale (secondo che ci attesta il signor Palissot,
estato il suo disprezzo. Dupuis et Desronais é veramente una commedia nel gusto di quelle di Terenzio. I sentimenti ne sono
ll’autore stesso245. Per l’opera comica hanno lavorato Le-Sage, morto nel 1747, Pannard morto nel 1760, Fuselier, Collé, Pi
l’opera comica hanno lavorato Le-Sage, morto nel 1747, Pannard morto nel 1760, Fuselier, Collé, Piron, Orneval, Carolet, e
o il titolo di Commedianti del Re e una pensione di quindicimila lire nel 1723. I componimenti da loro rappresentati ne’ pr
a commedia che partecipava della francese e dell’italiana istrionica; nel qual genere tra’ francesi si sono contraddistinti
urdo». Con giusta ragione afferma dunque il signor D. Antonio Eximeno nel suo libro dell’Origine e delle Regole della Music
uo libro dell’Origine e delle Regole della Musica etc. uscito in Roma nel 1774, che «nonostante la riforma del teatro franc
bolognese Pier Jacopo Martelli, il quale ne ragiona con conoscimento nel suo Dialogo sopra la tragedia Antica e Moderna. «
agnar ciascuna parola con un atto che la denoti; ma di ciò e di altro nel mio Sistema Drammatico. «Sogliono, continua il Ma
palle all’attore mentre gli sta parlando; vizio frequente di Bouhour» nel quale, e nel di lui imitatore Quinault, censura i
ore mentre gli sta parlando; vizio frequente di Bouhour» nel quale, e nel di lui imitatore Quinault, censura il soverchio v
Gennaro Duca di Belforte. 230. Gli autori delle memorie di Trevoux nel mese di luglio del 1748 dissero: «Il semble qu’en
ri ch’essi adoprando vanno con tanta cura e frequenza, peccano spesso nel costume, nei caratteri, e nel verisimile. Leggasi
tanta cura e frequenza, peccano spesso nel costume, nei caratteri, e nel verisimile. Leggasi il Trattato della perfetta tr
hese Gorini Corio al suo Teatro Tragico e Comico, stampato in Venezia nel 1732. 233. Il signor Palissot parlando del Conte
mmedia spagnuola di D. Juan de Mathos de Fragoso, intitolata Il Savio nel suo Ritiro, la quale, come prova l’avvocato Lingu
lata Il Savio nel suo Ritiro, la quale, come prova l’avvocato Linguet nel suo Teatro Spagnuolo tradotto in francese e stamp
et nel suo Teatro Spagnuolo tradotto in francese e stampato in Parigi nel 1771, é superiore alle cennate tre copie. 245.
92 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CONCHIUSIONE. Dell’antica storia teatrale. » pp. 239-246
lti in un sol quadro somministrati dalla storia verace che nulla vela nel suo corso con maligna reticenza. L’uomo da pertut
li e delle vicende de’ regni, è pervenuto alla posterità che l’ammira nel Prometeo, ne’ Persi, ne’ Sette a Tebe. Sofocle su
scurano mai. Questi tre rari ingegni spiegavano tutta la loro energia nel delineare con maestria singolare le umane passion
loro energia nel delineare con maestria singolare le umane passioni, nel dipignere con verità e naturalezza i costumi, nel
le umane passioni, nel dipignere con verità e naturalezza i costumi, nel trionfare per una inimitabile semplicità di azion
a fiorente democrazia appunto perchè osò intrepidamente d’innoltrarsi nel politico gabinetto, e convertir la scena comica i
fane. Non fu tragico Anassandride, come lo reputò lo spagnuolo Andres nel parlar rapidamente di ogni letteratura, ma comico
a, ma comico della commedia mezzana secondo Ateneo, ed in essa, e non nel teatro tragico, introdusse le deflorazioni e le a
i mascherati di modo che lo stesso vizioso deriso, senza riconoscersi nel ritratto, rideva del proprio difetto. Dopo il Coc
o? Cadde nella Grecia stessa la sua bella commedia per rinascere indi nel Lazio mercè dell’ingegno di un Affricano. a. Ci
93 (1783) Discorso storico-critico da servire di lume alla Storia critica de’ teatri « DISCORSO STORICO-CRITICO. — ARTICOLO VIII. Degl’Inventori del Dramma Pastorale. » pp. 86-94
no alla antica Italia, trovansene di molte satiresche; e che i Romani nel copiare i Teatri Greci materiali, secondo Vitruvi
ere sylvis Audeat, & blando te oblectet ludicra risu. Intanto nel secolo XV. era nato nell’Italia ancora nell’Orfeo
rne pesta nelle loro contrade. Prese indi forma migliore la Pastorale nel XVI. fralle mani del Beccari, e si perfezionò fra
Lampillas, cioè che poco dopo il Rueda morì. Forse non si può morire nel più bello del fiorire? Non potendo l’Apologista p
te; e che in fine si ritirò vestendo l’abito de’ Cisterciensi, e morì nel 1596.1. Se dovea egli fiorire ne’ primi anni del
sia dell’ingegno, il dimostrò a quel tempo, egli è forza che nascesse nel XV., nè verso gli ultimi anni, perchè l’esercizio
ente invincibile. Lo Stampatore Valenziano Giovanni Timoneda impresse nel 1567. le Commedie, e i Colloquj del Rueda: ma Tim
ma Timoneda era amico del Rueda, e impresse in Siviglia qualche opera nel 1511.; dunque allora fioriva Lope de Rueda. Non è
Ammetto intanto la correzione già da me stesso fatta anticipatamente nel mio Libro dell’enorme equivoco di aver chiamati C
trando la loro laboriosissima vita; e il suo Libro impresso in Madrid nel 1583., nel 1603., e nel 1614., ed anche in Lerida
oro laboriosissima vita; e il suo Libro impresso in Madrid nel 1583., nel 1603., e nel 1614., ed anche in Lerida, s’intitol
ssima vita; e il suo Libro impresso in Madrid nel 1583., nel 1603., e nel 1614., ed anche in Lerida, s’intitolò El Viage en
i un Agostino de Roxas, più di un’opera col medesimo titolo, impressa nel medesimo Madrid, nel medesimo tempo: veda se può
s, più di un’opera col medesimo titolo, impressa nel medesimo Madrid, nel medesimo tempo: veda se può dire, che il testo de
’inventore della Pastorale. Un altro ne riconosce il Signor Lampillas nel nobile Poeta Garcilasso de la Vega. Questo felice
samente Dramma l’Albanio, in cui non v’ha operazione alcuna compiuta, nel che è posta l’essenza del Dramma, come è chiaro d
intera del loro luminoso merito poetico dee tenersi avanti gli occhi nel ricordare i trapassati valentuomini. Non è però c
a Nazione Spagnuola, avesse motu proprio a stimare, e nominar Dramma ( nel rigore di tal voce) un’ Ecloga?
94 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO V. Tragedia Francese nel secolo XVIII. » pp. 75-133
CAPO V. Tragedia Francese nel secolo XVIII. Decadendo l’arte de’ Sofocli in
avvilirla colla galanteria, avea cominciata un’ Ifigenia in Tauride, nel cui piano non entravano amori. Ma egli lasciò le
tragedia senza appressarsi a’ gran modelli. Giovanni Campistron nato nel 1656 e morto nel 1723 scrisse diverse tragedie, c
ppressarsi a’ gran modelli. Giovanni Campistron nato nel 1656 e morto nel 1723 scrisse diverse tragedie, che non cedono per
compose anche una Polissena tragedia regolare: La Grange Chancel nato nel 1678 e morto nel 1758 che scrisse varie tragedie
Polissena tragedia regolare: La Grange Chancel nato nel 1678 e morto nel 1758 che scrisse varie tragedie in istile trascur
e debole con viluppo romanzesco e tralle altre un Amasi rappresentato nel 1701, argomento della Merope trasportato nell’Egi
e, merito disuguale e difetti contrarj. Antonio Houdard La Motte nato nel 1672 e morto nel 1731 era veramente uomo d’ ingeg
le e difetti contrarj. Antonio Houdard La Motte nato nel 1672 e morto nel 1731 era veramente uomo d’ ingegno, erudito, e no
Non è poi verisimile che Tazio vegga di lontano scintillare i pugnali nel volersi trucidar Romolo, troppo spazio dovendo co
ce da parte di avere scritto il biglietto, manifesta mancanza di arte nel poeta, ed oltre a ciò con poca verisimiglianza e
oi la riconoscenza rende meno maravigliosa la rivoluzione, ed incorre nel difetto del Voltaire. Nè anche si riconosce come
testimonio glorioso nell’ approvazione che ne diede M. de Fontenelle nel 1732 quando si volle imprimere, j’en ai jugé comm
imprimere, j’en ai jugé comme le public. Non saprei dire se La Motte nel comporla avesse avuto presente qualche modello in
ed Inès ne hanno uno particolare non pur diverso ma opposto che solo nel fine si ricongiunge. Contro il tragico artificio
ua fiamma. M. Crebillon nato in Digione l’anno 1674 e morto in Parigi nel 1762 è il primo tragico Francese che in questo se
torto da Federigo II re di Prussia in una lettera scritta a Voltaire nel febbrajo del 1749 venga tutta la tragedia ripresa
ola è un carattere incerto, e più di uno lo reputerà stolto o maligno nel giudicar suo Fratello. Stolto o maligno parimente
nni ottantuno. L’altro insigne tragico di cui può vantarsi la Francia nel nostro secolo, è il celebre Francesco Maria Aroue
riera32. Non ancora avea letto l’Edipo di Cornelio33, contando appena nel 1718 anni diciannove della sua età34, quando scri
iamo di ripetere nojosamente o quanto l’autore scrisse in più lettere nel 1719 criticando l’Edipo di Sofocle, quello di Cor
alanteria di Filottete colla vecchia Giocasta. La Marianna pubblicata nel 1723 ebbe alla prima un successo poco felice. Il
a fine la rappresentazione. L’uditorio ravvisò non so che di ridicolo nel veleno presentato a Marianna in una coppa. L’auto
e di ridicolo nel veleno presentato a Marianna in una coppa. L’autore nel seguente anno cangiò questo genere di morte in qu
teatrale è parimente la scena seconda dell’atto V, in cui ella posta nel maggior rischio della sua vita sdegna di seguir V
e vuol salvarla. Giunio Bruto rappresentata la prima volta in Parigi nel 1730 fu composta in Londra e dedicata a milord Bo
rza dell’atto V Bruto manda i Padri Coscritti e Valerio in Senato; ma nel corto intervallo, in cui si recitano quattordici
egiaco del Racine, non nell’aspro e inelegante del Crebillon; ma cade nel brillante e nell’epico fuor di proposito. La Mort
ma ugualmente senza snervarlo con amori, come era avvenuto in Francia nel principio del secolo. Voltaire lo ricondusse alla
dimorare sempre alla vista del popolo Romano. Zaira uscita alla luce nel 1732 fu scritta interamente in ventidue giorni, e
roprio figlio al tiranno. Ma la sana critica non lascia di desiderare nel bel componimento francese qualche altra perfezion
uelli di Narba e d’Ismenia nell’atto III, nè il parlar da parte usato nel calore del maggior pericolo, come fa lo stesso Na
on può godere di sì interessante situazione, nè esser commosso quanto nel teatro greco e nella Merope del Maffei, per affre
’ popoli, non si smentisce apertamente e si dimostra inetto e stupido nel voler ch’ella passi nel tempio insieme col figlio
ce apertamente e si dimostra inetto e stupido nel voler ch’ella passi nel tempio insieme col figlio per costringerla alle a
est l’esclave ou le maître. Ma Polifonte dovea dopo ciò persistere nel matto suo disegno? dovea conchiudere: t’aspetto a
lui parzialità per la Merope Volteriana non potè lasciar di dire che nel miglior punto della passione rimane una fantasima
tabile il carattere del ben dipinto impostore. Ma coloro che vedevano nel Maometto mille difetti mentre i Parigini si affol
re quanto la forza della virtù della religione Cristiana che consiste nel perdonare ed amare l’inimico, sovrasti a tutte le
sti a tutte le virtù del gentilesimo. Quest’eroismo Cristiano trionfa nel perdono che dà il moribondo Gusmano all’idolatra
a or la ripone, Vivete senza odiarmi. La Semiramide rappresentata nel 1748 non ismentisce la forza e la maestà dello st
Nino molte e rilevanti opposizioni. In prima un’ ombra che apparisce nel più chiaro giorno alla presenza de’ principi, de’
ra; or non bastava di far loro sapere l’arcano? Il poeta si è perduto nel suo piano, e dà la più atroce idea della divinità
bbe mostrarsi evidente la necessità che obbliga Semiramide ad entrare nel mausoleo. Non ha ella altri mezzi più certi e più
suade e non produce tutto l’ effetto. Lo sforzo dell’ingegno consiste nel ben concatenare i pensieri co’ fatti in guisa che
’ Atreo apprestò ancora la materia alla di lui Roma salvata, recitata nel 1752, all’Oreste, a’ Pelopidi. Trasse anche Volta
ze che fanno nascere i precedenti. L’Orfano della China rappresentata nel 1755 non è la stessa azione dell’Eroe Cinese del
autela, benchè inutile, il tacere che fa Amenaide il nome di Tancredi nel biglietto che la rende colpevole; ma la dichiaraz
più patetici colori nella morte dell’eroe. L’ab. Sabatier des Castres nel libro de’ Tre Secoli decide che Alzira, Maometto,
enzogne e tratti maligni sulle opere acclamate di coloro che non sono nel numero de’ loro benefattori. Una folla di bastard
occare il cuore spaventano e fanno inorridire. La Grange-Chancel nato nel 1678 e morto nel 1758 molte tragedie scrisse in i
paventano e fanno inorridire. La Grange-Chancel nato nel 1678 e morto nel 1758 molte tragedie scrisse in istile trascurato
he l’ Amasi che è l’argomento della Merope. Guymond de la Touche nato nel 1729 e morto nel 1760 compose una Ifigenia in Tau
l’argomento della Merope. Guymond de la Touche nato nel 1729 e morto nel 1760 compose una Ifigenia in Tauride che rimase a
mulati in un giorno senza verisimiglianza, nè il Filottete pubblicata nel 1786 imitata dalla tragedia di Sofocle quasi rive
rodusse le Amazoni che si trova colle di lei opere impresse in Parigi nel 1788. La Place ha tradotto molte favole inglesi,
ta riuscì molto sulle scene e vi rimase. Il commediante La Noue morto nel 1761 scrisse il Maometto II che rimase al teatro,
un madrigale in occasione del suo Maometto. Poinsinet nato in Parigi nel 1735 scrittore erudito, che ha tradotti varj poet
icità del Racine. Il marchese Le Franc de Pompignan nato a Montalbano nel 1709 si esercitò in più di un genere, ed oltre al
altro tragico Parigino de’ nostri giorni, cioè di M. de Belloy morto nel 1775. Benchè privo egli si dimostri di certe qual
o, avea ben false idee dell’eroismo e della virtù. Ma se egli travide nel dipingere gli eroi ed i virtuosi, non si mostrò p
no l’esito di una mina, di cui si parla sin dall’atto I, da scoppiare nel V. Infallibile, al lor credere, è la riuscita di
i scoppiata la mina si dice di Avogaro e del Disertore morti entrambi nel sotterraneo, L’un & l’autre à la fois loin
mezzo a due baluardi istorici, cioè a una prefazione e ad alcune note nel fine. Nell’una e nelle altre egli pretende giusti
iero? Non fuggirono i Francesi sopraffatti in Brescia e si raccolsero nel castello? Non sempre la ritirata è viltà, lâcheté
oy? Di qual diritto poi questo picciolo scarabocchiatore di carta osò nel suo garbuglio tragico trattare il pontefice Giuli
i più arte e interesse, che nella Merope di Jean la Chapelle recitata nel 1683 e non meno deturpata dall’amore. La Chapelle
us Français quand il faisait des vers. 30. Voltaire afferma ch’egli nel medesimo anno ne produsse due uno in versi che si
rittore si diffinì meglio da se stesso. C’ est l’auteur (di se diceva nel discorso premesso all’ Alzira) de quelques pièces
. V. il libro di M. Gaillard Mélange Litteraire impresso in Amsterdam nel 1756. 45. Fu nel secondo giorno il conte Luigi
Gaillard Mélange Litteraire impresso in Amsterdam nel 1756. 45. Fu nel secondo giorno il conte Luigi Avogadro, mentre in
tamura furono in regno i signori della famiglia del Balso già estinta nel principe Pirro, la cui unica figliuola Isabella f
crilegj commessivi, potendo vedersi nella storia del cardinal Bembo e nel Verdizzotti.
95 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 534-535
i fatti e le prodezze di Manoli Blessi strathioto, ci dice di lui che nel recitar commedie passò così avanti, da poter esse
attaglia di Lepanto. Dettò in veneziano alcune Rime, tuttavia inedite nel codice Marciano It. IX 173, e in lingua italiana
Graziano nella Compagnia de’Comici Gelosi che si recarono in Francia nel 1572, sostituito nel 1578 da Ludovico De Bianchi 
gnia de’Comici Gelosi che si recarono in Francia nel 1572, sostituito nel 1578 da Ludovico De Bianchi ; e potrebbe anch’ess
a fatto recitare oggi una comedia dai Gratiani. 18 » » Heri si fece nel palazzo del Sig. Cesare Ecc.mo una comedia de’Gra
arla il Quadrio, e che cominciò a fiorire verso il 1560. « Il Ghilini nel suo Teatro – dice esso Quadrio – per occasione di
recitasse, come si ricava da una lettera dello stesso Capaccio posta nel Libro I del suo Segretario. »
96 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 732-736
Zanone Zanoni (nell’ediz. de'Motti brighelleschi, pubblicata a Torino nel 1807 dal figliuolo Alfonso è Zannoni coll’n doppi
Gerolamo Medebach, e passando poi con Antonio Sacco, del quale sposò nel 1750 la sorella maggiore Adriana, vedova di Rodri
più tardi con la Battaglia insieme a Giacomo Modena. L'arte sua somma nel rappresentare il suo personaggio, la facondia del
che con mio cognato le scritture non vagliono un fil di paglia. Anche nel noto ditirambo de'partigiani di Truffaldino lo Za
Sacchi, rappresentava cotesto vecchio con quella perfetta imitazione nel vestito, nella voce, negl’intercalari, nel gesto,
quella perfetta imitazione nel vestito, nella voce, negl’intercalari, nel gesto, e nella positura, che suol far sempre ne'
n morte, perchè el lassa quei, che da lu derivan, nei boni costumi, e nel ben star tutto el pagamento di quei debiti, che l
e per la serva L'è un gallo spasemado, che vorria far do chichirichi nel pollaro amoroso della vostra grazia. Circa furbe
iri ; la raccomanderò ai vento dei strattagemmi, per far che la colga nel segno dell’ardente suo desiderio. E via di quest
ata dallo Zannoni anche una commedia : La Patria, recitata in Ferrara nel carnovale del 1747 dalla Compagnia Medebach, nell
recite tra il 22 e il 6 giugno 1747. Tra le varie commedie ricordate nel Diario, di codesta Patria non è traccia alcuna. Q
e al mondo sotto brutto auspicio. Il primo brighella apparso a Parigi nel 1671, faceva rabbia, tanto era detestabile ; lui
97 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 361
dena Luigia, figlia di Giuseppe Bernaroli e di Angela Vignoli, nacque nel 1772 in Corsica. Sin da bambina mostrò forti atti
tt’anni diventò la prima donna assoluta della Compagnia di suo padre, nel qual ruolo ebbe applausi e onori e guadagni, spec
ricacciata da’ moti rivoluzionari. Cominciò il 1800, applauditissima, nel Teatro Nuovo di Firenze, e lo finì in Compagnia d
il 1807, a Napoli, ove rimasero cinque anni. Furono al Valle di Roma nel 1812 e in altre città principali, e nel 1813 Luig
anni. Furono al Valle di Roma nel 1812 e in altre città principali, e nel 1813 Luigia, a soli quarant’anni, diede il suo ad
98 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
i Giovan Battista, veneziano, attore tragico di sommo valore. Assunse nel 1838 la direzione dell’Impresa dei Fiorentini, la
ssari e Visetti) andò con prospere sorti fino alla quaresima del '51, nel qual anno il Prepiani morì per infiammazione visc
se attrice : egli certo non ne parlò mai. L'attore Francesco Righetti nel citato Teatro Italiano, tesse di lui, tragico, l’
lui, tragico, l’elogio seguente : Oh ! Come trovai sublime Prepiani nel Catone di Metastasio in cui sosteneva la parte de
dal calore, dalla mimica di questo attore, si fu nella parte di Giuda nel Giuseppe riconosciuto, mediocrissimo dramma trado
99 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article »
olo dal Baschet, dall’ Ottonelli, dal Bertolotti e dal Belgrano che : nel 1610 dirigeva a Genova una accolta di nobili dile
o che : nel 1610 dirigeva a Genova una accolta di nobili dilettanti ; nel 1620 si trovava a Milano, e probabilmente si recò
anti ; nel 1620 si trovava a Milano, e probabilmente si recò a Parigi nel 1621 ; nel 1640 era a Firenze. (V. Ranieri e Vale
1620 si trovava a Milano, e probabilmente si recò a Parigi nel 1621 ; nel 1640 era a Firenze. (V. Ranieri e Valerini).
100 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO II. Teatro Olandese: Danese: Suedese: Polacco. » pp. 32-37
erseggiatori anche estemporanei, tra’ quali vuolsi che siesi distinto nel secolo XVII il poeta Poot, recitarono ancora favo
egiarsi la Danimarca della signora Passow nata in Copenaghen, e morta nel 1757. Era ella stata celebre attrice del teatro n
nel 1757. Era ella stata celebre attrice del teatro nazionale, e poi nel 1753 divenne moglie di un tenente del re che nel
tro nazionale, e poi nel 1753 divenne moglie di un tenente del re che nel 1731 era stato capitano della compagnia dell’Indi
ima opera musicale danese rappresentata a spese di alcuni particolari nel 1757 in Copenaghen colla mira di dimostrare che l
primi tentativi vennero in qualche modo superati da Olao Dahlin nato nel 1708, che alcune ne scrisse meno imperfette. La n
la verità de’ caratteri, e il dialogo e lo stile. La Sposa per vanità nel bisogno, ed il Giovane castigato sono due commedi
teraria dell’Europa nell’aprile del 1764. b. Giornale Enciclopedico nel luglio del 1783.
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