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1 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO IV — CAPO PRIMO. Risorge in Italia nel secolo XVI la tragedia Greca, ed il teatro materiale degli antichi. » pp. 86-174
CAPO PRIMO. Risorge in Italia nel secolo XVI la tragedia Greca, ed il teatro materiale degli antichi. G
a all’Italia non appartenga, avendo non per tanto qui composta la sua tragedia Julius Cæsar, stimiamo più opportuno registrarla
ssia Giovanni Anisio Napoletano dell’Accademia del Pontano compose la tragedia Protogonos pubblicata nel 1536, sulla quale fe po
bre Cosentino dimorando in Venezia l’anno 1529 diede alla luce la sua tragedia intitolata Imber Aureus, che si reimpresse nel 15
elle sentenze e delle parole di questa Pioggia d’oro, per la quale la tragedia cominciò a favellare con dignità e decenza. L’arg
igettate come impertinenti. Io non debbo dissimulare questo neo della tragedia del Tilesio; ma non è giusto poi lo spregiarla ta
hio, e pregano Anfitrite di salvar l’infelice principessa. Termina la tragedia con tali parole indirizzate a Melpomene: Jovis
amo con compiacenza e sicurezza affermare che per sì maestosa e grave tragedia debbe in questo Cosentino raffigurarsi un Sofocle
sopra la crudeltà Ebrea meriterebbe di trascriversi. Non cede questa tragedia in regolarità di condotta alle migliori; e in viv
siamo alle tragedie Italiane. II. Tragedie Italiane. La prima tragedia scritta nel nostro volgare idioma fu la Sofonisba
ommedia del medesimo Carretto intitolata Palazzo e Tempio d’Amore. La tragedia è verseggiata in ottava rima ed ha qualche debole
che debolezza e varj difetti, ma non è però indegna di esser chiamata tragedia ; nè so donde si ricavasse il compilatore del Parn
ricco di varie bellezze Omeriche, afferma di aver nel comporre la sua tragedia tolto Sofocle per esemplare. Fu dedicata a Leone
liriche, lo stile non portato a quel punto di sublime richiesto nella tragedia , sono difetti con abbondante usura compensati dal
. addio. Non in Italia soltanto si accolse e si rappresentò questa tragedia con ammirazione; in Francia ancora sin dal XVI se
dell’Ifigenia in Tauri del medesimo tragico Greco compose l’altra sua tragedia intitolata Oreste, dalla quale (se allora si foss
di Claudio Tolomei scritta a’ sette di aprile del 153188, compose una tragedia impressa indi colle altre sue opere in Firenze ne
ra al regno paterno per immoderata ambizione, ma, peggiorandosi nella tragedia la storia stessa, ella spiega la più detestabile
ca tralle migliori tragedie Italiane (Nota XI). L’Edipo, la più bella tragedia di Sofocle, fu tradotto prima da Andrea Anguillar
mente inutile. Assai migliore fu la traduzione fedele che fece di tal tragedia il Veneziano Giustiniano. Per la nobiltà e l’eleg
te della sua età, morto d’anni ottantotto nel 1588, compose la Canace tragedia pubblicata la prima volta in Venezia nel 1546, ch
razione trafigge il padre e se stessa. Ha servito di modello a questa tragedia il Tieste di Seneca. Nemesi colle Furie, e l’Ombr
di nonpertanto si è guardato dall’affettazione di certi squarci della tragedia latina e da qualche ornamento ridondante. E’ divi
ente l’Orbecche fralle Italiane che conseguiscono l’ottimo fine della tragedia di purgar con piacevolezza lo sregolamento delle
poca dottrina e di niuno onore, contribuì non poco alle glorie della tragedia Italiana. Fu egli il primo a porre sulla scena l’
ce in aria che comanda ad Orazio di ubbidire. La regolarità di questa tragedia è manifesta; gli affetti sono ben maneggiati; i c
a più giudizio nell’aver sempre l’ occhio allo scopo principale della tragedia di commuovere sino al fine pel timore e per la co
in ciò imitato, avrebbe fatto corrispondere gli ultimi atti della sua tragedia che riescono freddi ed inutili, ai primi pieni di
ità di ascoltarle, indicano per avventura la mancanza di gusto per la tragedia imputata agl’ Italiani? Indicano ancora la langui
Mureto. Potrebbe anche pascere alquanto la curiosità de’ leggitori la tragedia di Angelo Leonico intitolata il Soldato impressa
ivati ne sono gl’ interessi, ed in quel tempo non parvero degni della tragedia reale. Ne facciamo menzione perchè in essa può ra
cciamo menzione perchè in essa può ravvisarsi il primo esempio di una tragedia cittadina, che i nostri scrittori nè seguirono nè
ce il Manfredi nelle sue lettere) mi diceste che sarebbe l’idea della tragedia Toscana 93. Sappiamo dal Cav. Tiraboschi che il C
ni altro recato sulle scene moderne. L’immortale Torquato Tasso colla tragedia del Torrismondo si elevò sopra la maggior parte d
e di Monferrato. Ma alquanti anni prima comparve un abbozzo di questa tragedia nella II Parte delle Rime e Prose del Tasso racco
atte in Venezia da Stefano Monti nel 1735 quest’abbozzo vien chiamato tragedia non finita, e contiene un atto primo senza coro d
o, le quali tutte si distribuiscono poi nel primo e nel secondo della tragedia compiuta. I passi più belli della non finita si s
Torrismondo un carattere compiutamente tragico e degno della perfetta tragedia che va felicemente al vero suo fine di purgar con
are al carattere di Sofocle. Non parliamo ora del Trissino, nella cui tragedia si scerne subito il torto manifesto di quel gesui
XVI, cioè in quel tempo in cui fu composto il Torrismondo? Ora se la tragedia di Torquato che con tanta energia dipigne le pass
ile e per conseguenza più interessante? Se dunque havvi de’ nei nella tragedia del Torrismondo, essi certamente non provengono d
tragico scelto con sommo giudizio ottimo per conseguire il fine della tragedia : una fina dipintura delle passioni: un piano rego
ciò che non è Francese. Io non sono cieco ammiratore di questa buona tragedia di tal modo che non mi avvegga di varie cose che
a vaghezza del frutto d’un ingegno in ogni incontro sublime97. Questa tragedia non tardò molto ad essere conosciuta in Francia p
ro a’ Francesi le prime idee delle bellezze teatrali. Un’ altra buona tragedia Italiana conobbe la Francia prima delle composizi
nsò ancora il Signor Apostolo Zeno. Le particolari bellezze di questa tragedia vennero manifestate dal Parisotti in un discorso
ellezza dell’argomento del Cresfonte di Euripide, e ne compose la sua tragedia che col medesimo titolo s’impresse in Padova nel
e tutta la vaga scena di Seneca vi si vede malconcia. Andromaca nella tragedia latina dissimulando e piangendo con Ulisse dice c
bbe di trarre anche da lui qualche notizia, e nol facendo, come nella tragedia del Grattarolo, manca in certo modo al proprio ca
rchè alcuni della di lui famiglia abitarono ancora in Ravenna. Questa tragedia che s’ impresse in Bergamo per Comin Ventura in q
el Nino di questa favola un carattere sommamente idoneo al fine della tragedia . Il soggetto di essa è fondato nella famosa regin
Signor avvocato Linguet se vi sieno stati determinati piuttosto dalla tragedia del Manfredi abbigliata alla greca, che da’ gotic
o. Stimola nella ventesima il Signor Antonio Scutellari a produrre la tragedia di Giacomo suo fratello intitolata l’Atamante, la
l’Atamante, la quale, ei dice, è nobilissima e perfetta. Dell’Alessio tragedia di Vincenzo Giusti censurata parimente dall’Ingeg
itta all’istesso Giusti; e se ne favella ancora insieme coll’ Eraclea tragedia di Livio Pagello pur criticata dall’ Ingegnieri.
ammemorano alcuni suoi componimenti non impressi, un poema epico, una tragedia e una commedia. In fine nella 346 scritta al Sign
dalla folla i due che soggiungo perchè ridotti alle leggi della vera tragedia , cioè Jefte di Girolamo Giustiniano Genovese impr
passioni debbonsi prima di ogni altro al Torelli, onde merita la sua tragedia di collocarsi fralle buone Italiane. Può singolar
tate. In somma se un movimento più vivace rendesse l’azione di questa tragedia meno riposata e più teatrale: se le robuste sente
te se Merope dopo il sommo odio mostrato contro Polifonte in tutta la tragedia non iscendesse fino a piangerlo nella di lui mort
rrazione, e non da arbitrarie decisioni, può ricavarsi l’indole della tragedia Italiana del XVI secolo. Ella fu un nobile ritrat
, era l’unico opportuno espediente per diffondere il vero gusto della tragedia , e il fecero gl’ Italiani, contuttochè non avesse
vare che i soprallodati ingegni Italiani, benchè per far risorgere la tragedia si avvisassero di seguire l’orme de’ Greci, pure
penne. Ma per essere stata spogliata della musica dovea dirsi che la tragedia moderna non sia tale? E pure anche questo ha volu
ammaestrato da Pitagora. Questa (egli dice104) che noi ora chiamiamo tragedia , è una invenzione de’ moderni ignota del tutto ag
antichi. Crede egli dunque che il canto esclusivamente la costituisca tragedia ? Con sua buona pace egli s’ inganna. Dessa è tale
recita che in una rappresentazione cantata. Ora i nostri imitarono la tragedia greca appunto in quello che ne costituisce l’esse
i ha rivelato la singolare erudizione del Signor Mattei? Forse che la tragedia e la commedia greca si cantava? Ma quante e quant
lie nascere un Trissino, che mostrò all’Europa il sentiero della vera tragedia , e insegnò l’architettura all’incomparabile Andre
del Palladio nella Carità. In quest’ultimo si rappresentò l’Antigono tragedia di M. Conte di Monte Vicentino stampata nella ste
ova negò l’invenzione al Trissino perchè ricavò l’argomento della sua tragedia dalla storia di Tito Livio. Noi esaminammo quest’
ò che ne dice il Conte Calepio nell’articolo V del capo I. 92. Della tragedia del Leonico favella il Crescimbeni nel tomo I, e
favella il Crescimbeni nel tomo I, e dice di non meritare il nome di tragedia . Il Fontanini la stimò inedita, e ne fu corretto
a dell’Allacci continuandola sino al 1755, registrarono come un’altra tragedia del Leonico la Daria, ma il lodato Zeno avverte a
odato Zeno avverte ancora che Daria è un personaggio principale della tragedia del Soldato, e che la Daria, e ’l Soldato sono un
ella tragedia del Soldato, e che la Daria, e ’l Soldato sono una sola tragedia . 93. Vedi la lett. 145 scritta da Nancì a’ 25 di
l riflettere che il Tasso medesimo non era appieno contento della sua tragedia e vi andava facendo di mano in mano giunte e corr
2 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO X. Ultima Epoca della Tragedia Greca. » pp. 208-215
esia tragica. Il retore Melito nemico di Socrate coltivò parimente la tragedia . L’oratore Teodette, il quale con Teopompo e Nauc
instituito da Artemisia in onor di Mausolo, compose fralle altre una tragedia bene applaudita intitolata Mausolo, la quale a te
Alceo tragico si attribuisce la favola Cœlum, se è vero che sia stata tragedia , come la chiama Macrobio che ne rapporta tre vers
ane nelle Tesmoforie, è certo che Aristotile nella Poetica celebra la tragedia di Agatone intitolata Αιθος, il Fiore, nella qual
il gusto della Greca favella. Nel quarto secolo si compose la nota tragedia sacra intitolata Cristo paziente, la quale per pi
rirono sotto Giuliano Apostata. Questo Apollinare oltre alla nominata tragedia espose sulle scene altri fatti del Vecchio Testam
azio Cretese, il quale nel corrotto greco idioma scrisse in verso una tragedia intitolata Erofila elegante per quanto comporta l
3 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO II. Tragedie latine d’oltramonti, Tragici Olandesi, e Teatro Alemanno. » pp. 135-142
scenici del secolo XVII in Alemagna, si vuol mentovare qualche sacra tragedia latina di alcun letterato di nome sparsa quà e là
io di Guyenne il celebre Michele Montagna. Daniele Einsio pubblicò la tragedia degl’Innocenti. Ugone Grozio, cui si dee una dott
olana piena di stranezze e scurrilità indecenti, pur si trova qualche tragedia da mentovarsi. Vondel si distinse fra’ suoi con a
si tradusse anche in tedesco. Antonide Van del Does scrisse pure una tragedia sulla Conquista della Cina, benchè di poco felice
niano, e Carlo Stuardo, tragedie, di più Santa Felicità tratta da una tragedia latina di Niccolò Causin, i Gabaoniti tradotta da
da una tragedia latina di Niccolò Causin, i Gabaoniti tradotta dalla tragedia indicata del Vondel, la Balia versione della comm
manni erano allora poco degni d’esser veduti. Ciò che da noi chiamasi tragedia , era un misto mostruoso di gonfiezze insieme e di
4 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO V. Tragedie Latine d’Oltramonti: Tragici Olandesi: Teatro Alemanno. » pp. 286-290
oli scenici del secolo XVII in Alemagna, si vuol notare qualche sacra tragedia latina di alcuni celebri letterati sparsa qua e l
io di Guyenne il celebre Michele Montagna. Daniele Einsio pubblicò la tragedia degl’ Innocenti. Ugone Grozio cui si dee una dott
olana piena di stranezze e scurrilità indecenti, pur si trova qualche tragedia da mentovarsi. Il Vondel si è distinto fra’ suoi
i tradusse anche in tedesco. Antonide-van-del. Does anche scrisse una tragedia della Conquista della Cina benchè di poco felice
iniano, e Carlo Stuardo tragedie; di più Santa Felicita tratta da una tragedia latina di Niccolò Causin, i Gabaoniti tradotta da
agedia latina di Niccolò Causin, i Gabaoniti tradotta dalla mentovata tragedia olandese del Vondel, la Balia tradotta dalla comm
anni erano allora poco degni di esser veduti. Ciò che da noi chiamasi tragedia , è un misto mostruoso di gonfiezze insieme e di b
5 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO I. Teatro tragico Italiano. » pp. 98-130
gli ornamenti lirici. Orazio Persio di Matera compose il Pompeo Magno tragedia lodevole per la scelta dell’argomento, per la reg
blicò in Bergamo nel 1611 il Mortorio di Cristo con quattro tramezzi, tragedia interessante e regolare che eccita la compassione
à di Lecce58. Il conte Ridolfo Campeggi pubblicò nel 1614 il Tancredi tragedia applaudita. Il cavaliere Giambatista della Porta
mo incontro della figliuola col re nell’atto II è quale avviene nella tragedia greca tra Ifigenia ed Agamennone, gli stessi equi
ritò di esservi inserito pel carattere del protagonista ottimo per la tragedia , mentre Alcippo illustre e virtuoso Spartano accu
ano l’uomo grande che soffre e si lagna con moderazione. Forse in tal tragedia non sembrerà abbastanza verisimile che Gelendro n
antarsi da un coro per tramezzo degli atti. Or vediamo se l’altra sua tragedia delle Gemelle Capuane meritava di entrare in una
tr’uscio, Io mi condurrò fuor di queste mura. Se questa chiamata tragedia piacque tanto, come dicesi, in teatro, io credo c
materiali del greco romanzo di Eliodoro di Cariclea e Teagene la sua tragedia la Carichia che uscì alla luce delle stampe in Na
Meandro, e Giuliano; ma il suo Diogene accusato che il Ghilini credè tragedia , è una commedia in versi di cinque, di sette e di
ed il Pindaro di Savona Gabriele Chiabrera pubblicò in Genova la sua tragedia Erminia nel 1622, nella quale non rimane a veruno
Fedra, Crispo dell’Ippolito, e Costantino di Teseo. Soggiacque questa tragedia a varie censure: ma il P. Galluzzi ne prese la di
l genere di poesia. Uscì in Padova l’anno 1657 un’ altra interessante tragedia , l’Aristodemo del conte Carlo de’ Dottori Padovan
ttori. Il carattere di Aristodemo ottimo per conseguire il fine della tragedia esprime un eroe, che non lascia di ricordarsi di
e l’armonia. Ma vediamo succintamente ciocchè in ogni atto di questa tragedia c’incresca o ci sembri pregevole. Nell’atto I si
tto destramente dal fondo del cuore umano desta l’utile terrore della tragedia , e non dovea esser negletto da chi cerca le belle
all’eccesso la vendetta del proprio onore, e sembra più proprio della tragedia greca che della moderna quell’aprire il seno verg
chiamò il conte di Calepio, benchè di molte se ne veggano anche nella tragedia del Bonarelli. Non dee omettersi però, che per l’
toria del Concilio di Trento, compose essendo ancor gesuita una sacra tragedia della morte del santo re Spagnuolo Ermenegildo es
agica gravità. Il secolo ammollito e stanco dal piagnere colla severa tragedia giva desiderando i vezzi della musica in ogni spe
sse il Testi a chiamarla dramma tragicomico. In fatti improprj per la tragedia sono i propositi che tengono Eurilla, Silvio e Ro
epori pubblicata nel XVII e reimpressa nel 1704 in Viterbo: la Belisa tragedia di lieto fine del cavaliere Napoletano Antonio Mu
li nel 1659 ed anche nella II parte delle sue poesie; ed il Radamisto tragedia destinata alla musica impressa nella III parte di
ingegni, entrambi possono considerarsi come i precursori della buona tragedia , che seppero astenersi da’ lirici ornamenti de’ t
verità) diede principio all’abbandonamento degli scherzi recando alla tragedia della maestà sì con le sentenze che colla maniera
retesto di nozze voglia esporla in Roma al rossor del trionfo. Questa tragedia dovrebbe collocarsi tralle più eccellenti Italian
omenico Cassini nell’età sua giovanile, che s’invogliò a scrivere una tragedia prendendo a modello l’Isola d’Alcina. V. Vit. Ita
204. 65. Eritreo Pinac p. 1. 66. Vedasi la di lui dedicatoria della tragedia fatta a monsignore Spinola governador di Roma.
6 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo V. Teatro greco. » pp. 26-81
giorni nostri arzigogolando sdegna di riconoscere da tali principi la tragedia e la commedia greca, non altro si prefigge se non
attenne sempre al solo tragico, gli fu attribuita l’invenzione della tragedia , avvegnaché altri drammatici l’avessero preceduto
ca di quel tempo, Frinico fu un poeta degno d’ammirazione. In una sua tragedia fece alcuni versi così pieni di senno, robustezza
nuno de’ quali sorpassò il predecessore, e diede un nuovo lustro alla tragedia . Con alquanti passi di più sorse l’ultimo di essi
da Aristotile e da Quintiliano col titolo di genio, e di padre della tragedia ; poiché egli seppe con più arte e felicità traspo
ri a leggerli con fondamento. I sette Capi all’assedio di Tebe é una tragedia che si fa leggere con attenzione e piacere anche
edio tolto per l’esito funesto del combattimento de’ due fratelli. La tragedia d’Agamennone fu coronata, e certamente, anche a g
e nitidezza per maniera che l’antichissimo riformatore e padre della tragedia non ebbe bisogno dell’esempio altrui per condurre
Minerva, e per la sentenza dell’areopago, é l’argomento della famosa tragedia dell’Eumenidi, il cui spettacolo riempì di terror
si osserva nel rimanente delle tragedie antiche. Finalmente i Persi, tragedia data da Eschilo otto anni dopo la giornata famosa
l coro de’ vecchi persi, é una delle più rimarchevoli bellezze di tal tragedia . L’atto IV, in cui comparisce l’ombra di Dario, é
nel V aumenta la dolorosa situazione del consiglio di Persia. Questa tragedia merita di leggersi attentamente per apprendervi l
menidi, la Forza ecc., non dimostrano, secondo il suo credere, che la tragedia era allora «una Danza animata dall’intervento di
almente sublime e grande che, per ben caratterizzare la gravità della tragedia , dopo Virgilio suol darsi al Coturno l’aggiunto d
lore, parte senza parlare, e si uccide come Dejanira. Questa patetica tragedia rappresentata con sommo applauso ben trentadue vo
gannar se stessi sul merito di questo capo d’opera, e per supporre la tragedia ancora avvolta nelle fasce infantili nel tempo ch
ttato del sublime) di esser piuttosto Bacchilide che Pindaro, e nella tragedia Ione Chio, che Sofocle?… E chi farà quegli, che a
lità di consultar l’oracolo d’Apollo. Ma frattanto il rimanente della tragedia mostra appunto sa falsità del raziocinio di quei
tutte situazioni appassionate vivacemente dipinte. Termina il coro la tragedia colla sentenza di Solone. Tutti i Cori di essa ri
e più stordito in leggendo poco dopo nella pag. 218, che «dalla greca tragedia aveano i francesi e gl’italiani con felice succes
lottete é il più compiuto esemplare dell’inimitabile semplicità della tragedia antica, e della costante regolarità ed aggiustate
le di Sofocle veramente tragiche e grandi. Si può osservare in questi tragedia , che i cori del I e del III atto sembrano più par
on un canto sommamente lontano dalla declamazione del rimanente della tragedia . Il coro del IV é accoppiato a i lamenti di Filot
bel contrasto della virtù di Neottolemo colla politica di Ulisse. La tragedia termina per macchina coll’apparizione di Ercole,
a Troia. Tra’ frammenti di Euripide si trovano alcuni versi d’una sua tragedia su questo Filottete.  L’Edipo Coloneo, ossia in C
secondo l’oracolo va a morire in un luogo a tutti ignoto. Fra questa tragedia e quella delle Supplici di Eschilo si scorge qual
alla tragica poesia, e d’anni diciotto osò metter fuori la prima sua tragedia . Ardua impresa per sì pochi anni gareggiar colla
terrompere il piano delle operazioni? Mal grado di tali negligenze la tragedia d’Euripide é piena di moto e calore, e i costumi
a, le quali si motteggiano in una maniera forse poco conveniente alla tragedia . Nel III si dipinge l’Assemblea Argiva, che sembr
dolore, e Lodovico Dolce ha seguitato l’originale. Gli atti di questa tragedia a me sembrano sei, dovendo finire il V colla scen
a, seco portando la statua di Diana Taurica. É rimarchevole in questa tragedia la tenera scena d’amicizia tra Pilade e Oreste, c
ospeso, di quante ne abbia prodotte l’antichità. Osserviamo in questa tragedia che dopo la scena d’Ifigenia e Toante, il coro ca
na ec.» Or non sarebbe questo il finale d’un atto? Allora potrebbe la tragedia dividersi in quattro atti così: Il I, composto de
tili per accreditare i loro responsi che vendevano per oracoli? Nella tragedia intitolata Elena si tratta di Elena virtuosa in E
o coronato contiene la morte d’Ippolito per l’accusa di Fedra. Questa tragedia fu coronata sotto l’Arconte Epameinon nel terzo a
un cammino quanto differente, ha dovuto perdere varie bellezze della tragedia greca, come il dolore di Teseo per sa morte di Fe
Ippolito, se non quello di studiarli di governarli: Seneca nella sua tragedia gli dà maggior coraggio, facendolo disporre a com
il gallo pregiato l’attico coturno. Egli osserva in generale, che la tragedia francese é più complicata, più involta in vicende
, mentre indi a poco si accorge della sua debolezza. Non é così della tragedia greca, la quale sembra odiare la magnificenza, e
el confronto de i due più bei pezzi forse dell’antica e della moderna tragedia , il sig. Batteux rende gli elogi dovuti alla Fedr
uol perdonare, amor disperato che si vendica sopra se stesso. Ecco la tragedia di Racine. Altrettanti quadri si trovano nell’Ipp
austeri! I caratteri quanto non sono più virtuosi e più nobili nella tragedia greca? Niun tratto, niun movimento, niun dialogo,
veramente alquanto intempestive. Il tragico che serpeggia in tutta la tragedia , é terribile; ma l’azione é doppia, benché tutta
sioni forti per dar motivo alla musica di trionfare. I cori di questa tragedia son tutti tratti dal soggetto, e pieni di passion
sta, é la vedova di Ettore che teme per la vita d’Astianatte; e nella tragedia greca é Andromaca già moglie di Pirro, che teme p
che la semplicità di Andromaca moglie di Pirro. É rimarchevole nella tragedia d’Euripide il carattere di Ermione, reso poi senz
e offende la verisimilitudine. La morte d’Astianatte é trattata nella tragedia intitolata Le Troiane, insieme col destino di que
ognora      Elena, furia a grecia e a’ Frigi infesta ec. Reso é una tragedia senza prologo e senza que’ tratti patetici proprj
presa da Medea contro Giasone, Creonte, e la di lui figliuola. Questa tragedia di Euripide ha fornita la materia a molte altre f
nto Teatrale sommamente tragico. Quello che mai non piacerà in questa tragedia , é il personaggio di Egeo introdottovi senza veru
sa, figlia d’Eretteo Re d’Atene, fondatore dell’Ionia, é l’Eroe della tragedia così intitolata. Questo Ion, a se stesso ignoto e
a é costretto a far discendere Minerva per giustificar Creusa. Questa tragedia ha non pochi difetti e incoerenze, ma é sommament
Metamorfosi, e forse trattata anche da Stazio nella sua Agave. Questa tragedia di Euripide ha un carattere differente dalle altr
ame Panegirico istituito da Artemisia in onor del Marito, compose una tragedia molto applaudita, intitolata Mausolo, la quale a’
co facevano gran parte. Erano una spezie di farsa che si dava dopo la tragedia . «Les satires (dice il dotto di padre Brumoy) tie
lle fatiche di Sofocle e di Euripide l’epoca del maggior lustro della tragedia . E ciò non vuol dire, che i moderni abbiano a dis
componimenti perfetti benché dissimili); ma sì bene vuol dire che la tragedia greca fondata sul sistema della fatalità su da qu
isce con magistral superiorità, che nelle mani di questi due poeti la tragedia était à son berceau. Ma le ragioni che ne adduce,
di fornirsi de’ lumi necessari a ben discernere così quella spezie di tragedia che maneggiarono i greci, come quelle altre che s
iarono i greci, come quelle altre che sono coltivate da’ francesi. La tragedia antica appoggiata al Fatalismo non é stata altrim
invece dell’episodio d’Aricia ch’é tutto suo. Or questo non é trar la tragedia greca dalle fasce o dalla cuna, ma copiarla. Quan
7 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO II. Tragedie Italiane del XVI secolo. » pp. 28-131
CAPO II. Tragedie Italiane del XVI secolo. La prima tragedia scritta nel nostro regolare idioma fu la Sofonisb
ommedia del medesimo Carretto intitolata Palazzo e Tempio d’Amore. La tragedia è verseggiata in ottava rima ed ha qualche debole
qualche debolezza e varii difetti; ma non è indegna di esser chiamata tragedia ; nè sò donde si ricavasse il compilatore del Parn
ricco di varie bellezze Omeriche, afferma di aver nel comporre la sua tragedia tolto Sofocle per esemplare. Fu dedicata a Leone 
stile che non si eleva a quel punto di sublime che fa grandeggiar la tragedia , sono difetti con abbondante usura compensati dal
do… addio. Non in Italia soltanto si accolse e si rappresentò questa tragedia con ammirazione; in Francia ancora sin dal XVI se
nia in Tauri del medesimo tragico Greco compose il Rucellai un’ altra tragedia intitolata Oreste, dalla quale (se allora si foss
tera di Claudio Tolomei scritta a’ 7 di aprile del 1531a, compose una tragedia impressa indi colle altre sue opere in Firenze ne
ira al regno paterno per immoderata ambizione, ma peggiorandosi nella tragedia la storia stessa, ella spiega la più detestabile
di donne che sono seco. Pera. simili riflessioni a noi sembra questa tragedia del Martelli una delle nostre più difettose, benc
a colloca tralle migliori tragedie italiane. L’Edipo, la più pregiata tragedia di Sofocle, fu tradotto prima da Andrea Anguillar
mente inutile. Fu assai migliore la traduzione fedele che fece di tal tragedia il veneziano Giustiniano. Per la nobiltà e l’eleg
e della sua età, morto di anni ottantotto nel 1588, compose la Canace tragedia pubblicata la prima volta in Venezia nel 1546, ch
razione trafigge il padre e se stessa. Ha servito di modello a questa tragedia il Tieste di Seneca. Nemesi colle Furie e l’Ombra
i non pertanto si è guardato dall’affettazione di certi squarci della tragedia latina e da qualche ornamento ridondante. È divis
nte l’Orbecche, fralle Italiane che conseguiscono l’ottimo fine della tragedia di purgar con piacevolezza lo sregolamento delle
poca dottrina e di niuno onore, contribuì non poco alle glorie della tragedia italiana. Pose prima di ogni altro in iscena l’av
ce in aria che comanda ad Orazio di ubbidire. La regolarità di questa tragedia è manifesta; gli affetti sono ben maneggiati; i c
ia più giudizio nel tener sempre l’occhio allo scopo principale della tragedia di commuovere sino al fine pel timore e per la co
n ciò imitato, avrebbe fatto corrispondere agli ultimi atti della sua tragedia che riescono freddi ed inutili, a i primi pieni d
ità di ascoltarle, indicano per avventura la mancanza di gusto per la tragedia che qualche trascrittor di giornali stranieri vol
Mureto. Potrebbe anche pascere alquanto la curiosità de’ leggitori la tragedia di Angelo Leonico intitolata il Soldato impressa
rivati ne sono gl’interessi; ed in quel tempo non parvero degni della tragedia reale. In fatti nel parlarne il Crescimbeni nel t
l parlarne il Crescimbeni nel tomo I, dice di non meritare il nome di tragedia . Ne facciamo noi menzione perchè dee in essa ravv
enzione perchè dee in essa ravvisarsi il primo esempio moderno di una tragedia cittadina, che i nostri scrittori nè seguirono nè
to nell’esgesuita sig. Giovanni Andres. Il Fontanini stimò inedita la tragedia del Leonico, ma ne fu ripreso da Apostolo Zeno. L
il lodato Zeno avverte che la Daria è un personaggio principale della tragedia del Soldato, e perciò che il Soldato e la Daria s
ragedia del Soldato, e perciò che il Soldato e la Daria sono una sola tragedia , e non due. Quattro tragedie pubblicò Antonio Cav
ce il Manfredi nelle sue Lettere) mi diceste che sarebbe l’idea della tragedia toscana a. Sappiamo dal cavaliere Girolamo Tirab
ni altro recato sulle scene moderne. L’immortale Torquato Tasso colla tragedia del Torrismondo si elevò sopra la maggior parte d
e di Monferrato. Ma alquanti anni prima comparve un abbozzo di questa tragedia nella II parte delle Rime e Prose di Torquato Tas
ta in Venezia da Stefano Monti nel 1735 questo abbozzo vien chiamato tragedia non finita , e contiene un atto primo senza coro
o, le quali tutte si distribuirono poi nel primo e secondo atto della tragedia compiuta. I passi più belli della non finita si s
orrismondo un carattere compiutamente tragico, e degno della perfetta tragedia che va felicemente al vero suo fine di purgar con
ire al carattere di Sofocle. Non parliamo ora del Trissino, nella cui tragedia si scerne subito il torto manifesto di quel gesui
XVI, cioè in quel tempo in cui fu composto il Torrismondo? Chè se la tragedia di Torquato che con tanta energia dipigne le pass
tragico scelto con sommo giudizio ottimo per conseguire il fine della tragedia : una dipintura fina delle passioni: un piano rego
on è francese o inglese. Io non sono cieco ammiratore di questa buona tragedia di tal modo che non mi avvegga di varie cose che
zza di un frutto raro di un ingegno in ogni incontro sublimea. Questa tragedia non tardò molto ad essere conosciuta in Francia p
ro a’ Francesi le prime idee delle bellezze teatrali. Un’ altra buona tragedia italiana conobbe la Francia prima delle composizi
ancora l’erudissimo Apostolo Zeno. Le particolari bellezze di questa tragedia vennero manifestate dal Parisotti in un Discorso
ellezza dell’argomento del Cresfonte di Euripide, e ne compose la sua tragedia che col medesimo titolo s’impresse in Padova nel
e tutta la vaga scena di Seneca vi si vede malconcia. Andromaca nella tragedia latina dissimulando e piangendo con Ulisse dice c
erchè alcuni della di lui famiglia abitarono anche in Ravenna. Questa tragedia che s’impresse in Bergamo per Comin Ventura in qu
nel Nino di questa favola un carattere sommamente idoneo al fin della tragedia . Il soggetto di essa è fondato nella famosa regin
are l’avvocato Linguet, se vi sieno stati piuttosto determinati dalla tragedia del Manfredi abbigliata alla greca, che da’ gotic
Alidoro. Stimola nella 20a il signor Antonio Scutellari a produrre la tragedia di Giacomo suo fratello intitolata l’Atamante, la
l’Atamante, la quale, ei dice, è nobilissima e perfetta. Dell’Alessio tragedia di Vincenzo Giusti, censurata parimente dall’Inge
ritta all’istesso Giusti, e se ne favella ancora insieme coll’Eraclea tragedia di Livio Pagello pur criticata dall’Ingegneri. Ne
ammemorano alcuni suoi componimenti non impressi, un poema epico, una tragedia e una commedia. In fine nella 346 scritta al sign
dalla folla i due che soggiungo, perchè ridotti alle leggi della vera tragedia , cioè Jeste di Girolamo Giustiniano genovese impr
tate. In somma se un movimento più vivace rendesse l’azione di questa tragedia meno riposata e più teatrale: se le robuste sente
nte se Merope dopo l’odio sommo mostrato contro Polifonte in tutta la tragedia non iscendesse sino a piangerlo nella di lui mort
rrazione, e non da arbitrarie decisioni, può ricavarsi l’indole della tragedia Italiana del XVI secolo. Essa fu un nobile ritrat
, era l’unico opportuno espediente per diffondere il vero gusto della tragedia ; e il fecero gl’Italiani, con tuttochè non avesse
rvare che i sopralodati ingegni Italiani, benchè per far risorgere la tragedia si avvisassero di seguire le orme de’ Greci, pure
penne. Ma per essere stata spogliata della musica dovea dirsi che la tragedia moderna non sia tale? E pure anche questo volle a
del paese ammaestrato da Pitagora. Questa (dicea) che noi chiamiamo tragedia , è una invenzione de’ moderni ignota del tutto ag
ntichi. Crede egli dunque che il canto esclusivamente la costituisca tragedia ? Con sua buona pace egli s’inganna. Dessa è tale
recita che in una rappresentazione cantata. Ora i nostri imitarono la tragedia greca appunto in quello che ne costituisce l’esse
i ha rilevato la singolare erudizione di Saverio Mattei? Fòrse che la tragedia e la commedia greca si cantava? Ma quante e quant
sua negò l’invenzione al Trissino perchè ricavò l’argomento della sua tragedia della Storia di Tito Livio. Noi esaminammo questa
i sostenne lunga pezza in teatro, ed, al dir di Voltaire, fu la prima tragedia francese, in cui ad imitazione del Trissino si vi
l riflettere che il Tasso medesimo non era appieno contento della sua tragedia , e vi andava facendo di mano in mano giunte e cor
8 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO VI. Storia drammatica del secolo XVII. — CAPO I. Teatro Tragico Italiano. » pp. 228-273
rale che si prefisse. Orazio Persio di Matera compose il Pompeo Magno tragedia lodevole per la scelta dell’argomento, per la reg
blicò in Bergamo nel 1611 il Mortorio di Cristo con quattro tramezzi, tragedia interessante e regolare che eccita la compassione
ie cristiane. Il conte Ridolfo Campeggi pubblicò nel 1614 il Tancredi tragedia applaudita. Il cavaliere Giambatista della Porta
mo incontro della figliuola col re nell’atto Il è quale avviene nella tragedia greca tra Ifigenia ed Agamennone; gli stessi equi
ritò di esservi inserito pel carattere del protagonista ottimo per la tragedia , mentre Alcippo illustre e virtuoso spartano accu
o l’uomo grande, che soffre, e si lagna con moderazione. Forse in tal tragedia non sembrerà abbastanza verisimile, che Gelendro
antarsi da un coro per tramezzi degli atti. Or vediamo se l’altra sua tragedia delle Gemelle Capuane meritava di entrare in una
er altr’uscio Io mi condurrò fuor di queste mura. Se questa chiamata tragedia piacque tanto, come dicesi, in teatro, io credo c
co’ materiali del greco romanzo di Eliodoro Cariclea e Teagene la sua tragedia la Carichia che uscì alla luce delle stampe in Na
e Meandro e Giuliano; ma il suo Diogene accusato che il Ghilini credè tragedia , è commedia scritta in versi di cinque, di sette
98. Il Pindaro di Savona Gabriele Chiabrera pubblicò in Genova la sua tragedia l’Erminia nel 1622, nella quale non rimane a veru
era per essere un gran poeta lirico. Filippo Gherardelli scrisse una tragedia intitolata Costantino pubblicata in Roma nel 1653
Fedra, Crispo dell’Ippolito, e Costantino di Teseo. Soggiacque questa tragedia a varie censure; ma il padre Gallucci ne prese la
richiede a tal genere di poesia. Uscì in Padova l’anno 1657 un’altra tragedia interessante, l’Aristodemo del conte Carlo de’ Do
ttori. Il carattere di Aristodemo ottimo per conseguire il fine della tragedia esprime un eroe che non lascia di ricordarsi di e
e l’armonia. Ma vediamo succintamente ciocchè in ogni atto di questa tragedia c’incresca o ci sembri pregevole. Nell’atto I si
to destramente dal fondo del cuore umano, desta l’utile terrore della tragedia , e non poteva esser negletto da chi cerca le bell
all’eccesso la vendetta del proprio onore, e sembra più proprio della tragedia greca che della moderna quell’aprire il seno verg
chiamò il conte di Calepio, benchè di molte se ne veggano anche nella tragedia del Bonarelli. Non dee omettersi però, che per l’
toria del Concilio di Trento, compose essendo ancor gesuita una sacra tragedia della morte del santo re spagnuolo Ermenegildo es
agica gravità. Il secolo ammollito e stanco dal piagnere colla severa tragedia giva desiderando i vezzi della musica in ogni spe
se il Testi a chiamarla dramma tragicomico. In fatti improprii per la tragedia sono i propositi che tengono Eurilla, Silvio e Ro
ubblicata nel XVII secolo e reimpressa nel 1704 in Viterbo: la Belisa tragedia di lieto fine del cavaliere napolitano Antonio Mu
li nel 1659 ed anche nella parte II delle sue poesie; ed il Radamisto tragedia destinata alla musica impressa nella parte III de
’ingegni, entrambi possono considerarsi come i precursori della buona tragedia riprodotta, che seppero astenersi da lirici ornam
verità) diede principio all’abbandonamento degli scherzi recando alla tragedia della maestà sì con le sentenze che con la manier
retesto di nozze voglia esporla in Roma al rossor del trionfo. Questa tragedia dovrebbe collocarsi tralle più eccellenti italian
omenico Cassini nell’età sua giovanile, che s’invogliò a scrivere una tragedia prendendo a modello l’Isola d’Alcina. Vedi Vit. I
. a. Eritreo Pinacoteca p. I. a. Vedasi la di lui dedicatoria della tragedia a monsignore Spinola governador di Roma.
9 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO II. Tragedie di Pietro Cornelio, di Racine e di altri del XVII secolo. » pp. 8-35
’ suoi modelli nell’enfatico e nell’ ampolloso. Il sublime Moi di tal tragedia tirò verso Cornelio gli sguardi della Francia, ed
elmo di Castro uno de’ mediocri drammatici della Spagna, ne formò una tragedia . Non fu questa la prima nè di Cornelio, perchè la
cia nel XVII, come in Italia era stata nel XVI secolo. Ben fu però la tragedia del Cid la più fortunata, e quella onde l’autore
ll’ Aretino l’argomento, o che lo togliesse dall’imitazione di questa tragedia italiana fattane venticinque anni dopo da Pietro
ivacità de’ caratteri, la forza delle passioni episodiche, rendono la tragedia degli Orazj di gran lunga superiore al Cid, e vin
congiunte alla pubblica sorte, in che è posto il carattere della vera tragedia ! La nobiltà ed il patetico che respirano le parol
mplice compiacenza per una donna. Nondimeno questo vero effetto della tragedia che in tal favola in niun conto si produce, vien
ina, ch’egli fa servire a i doveri della religione abbracciata, è una tragedia che chiama l’attenzione. Vago in essa è pur anco
Giovanni Racine nobile e giovane poeta, da cui cominciò una specie di tragedia quasi novella. Nelle tragedie di Cornelio grandeg
n amor simile è semplice galanterìa famigliare da bandirsi dalla vera tragedia . Ippolito innamorato d’Aricia nulla ha di tragico
rcea nel Manfredi; di Mustafà e Despina nel Bonarelli; di Bibli nella tragedia del Campi. Al contrario sparisce ogni idea tragic
iscoprir gli affetti di Monima. Mai non si ripeterà abbastanza che la tragedia quando rappresenti un’ azione rinchiusa in una fa
tato, e quando singolarmente si aggiri su di amorosi interessi, simil tragedia , dico, rimarrà sempre nella classe delle favole m
lo dell’amore energico, furioso, terribile che ben conviene alla vera tragedia ; parlo . . . degli amori proprj dell’idilio e del
o . . . degli amori proprj dell’idilio e della commedia anzichè della tragedia ”. Circa lo stile di esse, senza derogare ai pregi
linando il passato secolo pose in Francia il suo seggio una specie di tragedia inferiore alla greca per energica semplicità, per
rono l’amore per l’aspetto del piacer de’ sensi, non l’ammisero nella tragedia come non convenevole. I moderni sulla scorta del
alse come oggetto principale; e fu Racine il primo a introdurlo nella tragedia con decenza e delicatezza; e quindi dee dirsi che
inciasse la scena tragica ad avere un carattere tutto suo. Adunque la tragedia greca e la francese in un medesimo genere di poes
di azzurre nuvolette7. Mentre i due lodati gran tragici fondavano la tragedia nel lor paese ora seguendo i Greci, gl’ Italiani
ntò nel 1672 nel tempo stesso che si recitava il Bajazzette di Racine tragedia di gran lunga superiore alla favola del giovane C
rano di Bergerac nato nel Perigord nel 1620 e morto nel 1655 fece una tragedia della morte di Agrippina, e nel personaggio di Se
63 e rimasta al teatro malgrado de’ motteggi di Boileau; Bellerofonte tragedia fischiata nel 1665 senza esser peggiore delle alt
el Nuovo sistema d’interpretare i tragici Greci osservò ancora che la tragedia de’ Francesi non è la tragedia de’ Greci; ma non
i tragici Greci osservò ancora che la tragedia de’ Francesi non è la tragedia de’ Greci; ma non ne fece consistere la differenz
10 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO V. Teatro Tragico Francese nel XVII secolo. » pp. 166-211
e’ suoi modelli nell’enfatico e nell’ampolloso. Il sublime Moi di tal tragedia tirò verso Cornelio gli sguardi della Francia, ed
elmo di Castro uno de’ mediocri drammatici della Spagna, ne formò una tragedia . Non fu questa la prima nè di Cornelio, perchè la
secolo, come pure era stato un secolo prima in Italia. Ben fu però la tragedia del Cid la più fortunata, e quella onde l’autore
Pietro Aretino, o che vi s’incaminasse sull’imitazione che di questa tragedia italiana fatta ne avea venticinque anni dopo Piet
vivacità de’ caratteri, la forza delle passioni episodiche rendono la tragedia degli Orazii di gran lunga superiore al Cid, e vi
rivate e di pubblici destini, in che è posto il carattere della vera. tragedia . La nobiltà ed il patetico che respirano le parol
iacenza per una donna. Nondimeno questo desiderato vero effetto della tragedia , che in tal favola in verun conto si produce, vie
olina che egli sacrifica ai doveri della religione abbracciata, è una tragedia che tira tutta l’attenzione. Non meno teatrale è
Giovanni Racine nobile e giovane poeta, da cui cominciò una specie di tragedia quasi novella. Nelle tragedie del Cornelio grande
n amor simile è semplice galanteria famigliare da bandirsi dalla vera tragedia . Ippolito innammorato di Aricia nulla ha di tragi
iscoprir gli affetti di Monima. Mai non si ripeterà abbastanza che la tragedia quando rappresenti un’azione rinchiusa in una fam
tato, e quando singolarmente si aggiri su di amorosi interessi: simil tragedia , dico, rimarrà sempre nella classe delle favole m
lo dell’amore energico, furioso, terribile che ben conviene alla vera tragedia ; parlo… degli amori proprii dell’idilio e della c
parlo… degli amori proprii dell’idilio e della commedia anzichè della tragedia .» Circa lo stile di esse, senza derogare ai preg
cosa partoriscono rincrescimento. Simili maniere abbondano anco nelle tragedia del Racine; ma ecco in qual cosa egli si distingu
n Tauride, dal quale apparisce che egli prima di mettere in versi una tragedia , formatone il piano ne disponeva in prosa tutte l
linando il passato secolo pose in Francia il suo seggio una specie di tragedia inferiore alla greca per energica semplicità, per
rono l’amore per l’aspetto del piacer de’ sensi, non l’ammisero nella tragedia come non convenevole. I moderni sulla scorta del
alse come oggetto principale, e Racine fu il primo a introdurlo nella tragedia con decenza e delicatezza; per la qual cosa dee d
inciasse la scena tragica ad avere un carattere tutto suo. Adunque la tragedia greca e la francese in un medesimo genere present
l Nuovo sistema d’interpretare i tragici greci osservò ancora che la tragedia de’ francesi non è la tragedia de’ greci ; ma ne
i tragici greci osservò ancora che la tragedia de’ francesi non è la tragedia de’ greci ; ma ne fece consistere la differenza n
radosso, o garbuglio. Mentre i nominati due gran tragici fondavano la tragedia del lor paese ora seguendo i Greci, gl’Italiani e
ntò nel 1672 nel tempo stesso che si recitava il Bajazette del Racine tragedia di gran lunga superiore alla favola del giovine C
rano di Bergerac nato nel Perigord nel 1620 e morto nel 1655 fece una tragedia della Morte di Agrippina, e nel personaggio di Se
3, e rimasto al teatro malgrado de’ motteggi di Boileau; Bellorofonte tragedia fischiata nel 1665 senza esser peggiore delle alt
ori francesi della Picciola Biblioteca de’ Teatri che veggansi in tal tragedia sparsi quà e là alcuni versi felici e certe belle
re di Atene. Sembra dunque che l’eroe legislatore diventi nullo nella tragedia , e che non si vegga in essa la sua virtù posta in
11 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VI. Teatro Greco. » pp. 44-148
. Chi adunque arzigogolando sdegna di riconoscere da tali principj la tragedia e la commedia Greca, non vuol far altro che dare
dell’arte. Solevano i riferiti cori ed inni nominarsi indistintamente tragedia e commedia, e chi ne scrisse ebbe il nome talvolt
di Tespi, ed in tal periodo moltissimi Poeti coltivarono in Atene la tragedia , spiegando tutto il patrio veleno contro di quel
atica di quel tempo, Frinico merita l’ammirazione de’ posteri. In una tragedia pose alcuni versi così pieni di robustezza, di en
appartiene a un altro Frinico figliuolo di Melanta, il quale per tal tragedia fu punito dagli Ateniesi con una multa di mille d
Questo Frinico di Melanta fu il poeta che rappresentando la mentovata tragedia preso da non so qual timore ovvero orrore natural
, ognuno de’ quali sorpassò il predecessore e diede nuovo lustro alla tragedia . Con qualche passo di più forse l’ultimo di essi
otile e da Quintiliano col titolo d’ingegno creatore e di padre della tragedia . Come poeta eccellente seppe con arte e felicità
e de’ tragici antichi senza comprendere la materia de’ loro poemi. La tragedia de’ Sette a Tebe reca diletto ed invita a leggere
edio per l’ esito funesto del combattimento di Eteocle e Polinice. La tragedia Agamennone fu coronata, e certamente anche a giud
e sepolto. Si può notare eziandio che o la rappresentazione di questa tragedia dee durare alcuni giorni, o, come riflette Metast
n arte e nitidezza tale, che l’antichissimo riformatore e padre della tragedia non ebbe bisogno dell’esempio altrui per condurre
i Minerva e per la sentenza dell’Areopago, è l’argomento della famosa tragedia dell’Eumenidi. Le Furie rappresentate da cinquant
ual cosa si osserva in tutte le tragedie antiche. Finalmente i Persi, tragedia data da Eschilo otto anni dopo la famosa giornata
a pedanteria, non isfuggirono al giudizioso e dotto Brumoy. I Persi è tragedia da leggersi attentamente da chi voglia impadronir
, la Forza ecc.) punto non dimostrano, com’ egli crede, che allora la tragedia era una danza animata dall’intervento di questi g
egni. Lo stile di Sofocle è talmente sublime, magnifico e degno della tragedia , che per caratterizzare la maestosa gravità di ta
olore parte senza parlare, e si uccide come Dejanira. Questa patetica tragedia rappresentata con sommo applauso ben trentadue vo
lto tenera fassi con più verisimilitudine di quello che avviene nella tragedia del predecessore, per mezzo di un anello di Agame
gannar se stessi sul merito di questo capo d’opera, e per supporre la tragedia ancora avvolta nelle fasce infantili nel tempo ch
rnimento Longino66 di esser piuttosto Bacchilide che Pindaro, e nella tragedia Jone Chio che Sofocle? . . . . E chi sarà quegli
à di consultare l’oracolo di Apollo. Ma frattanto nel rimanente della tragedia si mostra appunto la falsità del raziocinio di qu
tte situazioni appassionate ottimamente dipinte. Il coro conchiude la tragedia colla sentenza di Solone. Tutti i cori dell’Edipo
maravigliato in leggendo poco dopo nella pagina 218, che dalla Greca tragedia aveano i Francesi e gl’ Italiani con felice succe
ottete è il più compiuto esemplare della inimitabile semplicità della tragedia antica, e della costante regolarità ed aggiustate
i Lenno. Ma sì lieve neo non meritava di esser tanto esagerato in una tragedia che gli presentava molte bellezze da esercitare i
il gusto e l’ erudizione di chiunque e da ammaestrare la gioventù. La tragedia termina per machina coll’ apparizione di Ercole,
secondo l’oracolo va a morire in un luogo a tutti ignoto. Fra questa tragedia e le Supplici di Eschilo scorgesi qualche conform
alla poesia tragica e di anni diciotto osò metter fuori la prima sua tragedia (Nota XII). Ardua impresa per sì pochi anni, gare
ettamente rileviamo, ma senza il fiele de’ nemici dell’ antichità, la tragedia di Euripide ci sembra piena di moto e di calore,
anno così, dunque gli antichi offendono il decoro. L’azione di questa tragedia acquista dal principio dell’atto quarto gran calo
ha pur fatto il P. Carmeli. Non è improbabile che gli atti di questa tragedia sieno sei, e che il quinto termini dopo la tenera
seco loro menandone la statua di Diana Taurica. E’ da notarsi in tal tragedia la tenera scena di amicizia tra Pilade ed Oreste,
Diana. Or non sarebbe questo il finale di un atto? Allora potrebbe la tragedia dividersi in quattro atti così: il primo composto
per accreditare i loro responsi e venderli per oracoli celesti. Nella tragedia intitolata Elena si tratta di Elena virtuosa in E
edra morta. Racine in somma si è approfittato da grande ingegno della tragedia Greca; ma avendo preso un camino alquanto differe
li dei, che cosa avremo appreso de’ pregi inimitabili di questa bella tragedia ? I giovani non ne sapranno che un neo forse in pa
o di Euripide e della Fedra del Racine 73. Osserva in generale che la tragedia Francese è più complicata, più involta in vicende
a mentre indi a poco si accorge della sua debolezza. Non è così della tragedia Greca, la quale sembra odiare tutto ciò che può d
uol perdonare, amor disperato che si vendica sopra se stesso: ecco la tragedia di Racine. Altrettanti quadri si trovano nell’Ipp
austeri! I caratteri quanto non sono più virtuosi e più nobili nella tragedia Greca! Niun tratto, niun movimento, niun dialogo
) colla solita sua sicura lettura e martellata erudizione, che questa tragedia è di Sofocle. Avventuratamente però per Ippolito
i forti per dar motivo all’espressione della musica. I cori di questa tragedia sono tratti dal soggetto e pieni di passione non
sta è la vedova di Ettore che teme per la vita di Astianatte, e nella tragedia Greca è la stessa Andromaca, ma già moglie di Pir
ore, che la semplicità di Andromaca moglie di Pirro. È notabile nella tragedia di Euripide il carattere di Ermione renduto poi s
a qual cosa sembra sconcezza che offende ogni verisimilitudine. Nella tragedia intitolata le Trojane si tratta la morte di Astia
ale agnora Elena, furia a’ Greci e a’ Frigj infesta. Reso è una tragedia senza prologo, e senza que’ tratti patetici propr
cinque talenti, come asserisce il nominato Parmenisco, compose la sua tragedia , facendo rea la madre stessa dell’uccisione di qu
ombre di que’ pargoletti certi sacrifizj espiatorj. Le Fenisse, altra tragedia di Euripide coronata, contiene la morte di Eteocl
Eraclidi, cioè de’ figliuoli di Ercole, onde prende il titolo questa tragedia . L’erudito Udeno Nisieli, ossia Benedetto Fiorett
ttoria, con altri successi da riempiere storie più che da formare una tragedia . La favola enunciata in questa guisa subito svegl
tta dentro un discreto periodo di tempo. Ecco quel che si legge nella tragedia di Euripide. Gli Argivi armati alla rovina degli
guerra. L’araldo Copreo per eseguir tale ordine viene in Atene, e la tragedia principia colla sua ambasciata, colla quale nulla
contro il parere degli stessi Ateniesi, lo manda a morire. In questa tragedia ancora Euripide nulla omette che possa ridondare
figlia di Eretteo re di Atene, fondatore della Jonia, è l’eroe della tragedia così intitolata. Questo Jone a se stesso ignoto e
poeta è costretto a far discendere Minerva per giustificarla. Questa tragedia è assai teatrale, benchè non lasci di abbondar d’
Metamorfosi, e forse trattata anche da Stazio nella sua Agave. Questa tragedia di Euripide ha un carattere differente dalle altr
febbricitanti. Ora avendo essi l’immaginazione piena della mentovata tragedia altro non vedevano se non Perseo, Andromeda, Medu
osi vedere in teatro se non quando Euripide vi esponeva qualche nuova tragedia , avendolo amato e per la bontà e bellezza de’ ver
el quale non sia stato dagli altri superato. V. Ultima epoca della tragedia Greca. Fra’ più insigni coltivatori della tra
agica. Il rètore Melito nemico di Socrate si esercitò parimente nella tragedia . Anche l’orator Teodette, il quale con Teopompo e
instituito da Artemisia in onor del marito, compose fralle altre una tragedia molto applaudita intitolata Mausolo, la quale a’
da alcuni si attribuisce la favola Cœlum, se è vero che sia stata una tragedia , come la chiama Macrobio che ne rapporta tre vers
ane nelle Tesmoforie, è certo che Aristotile nella Poetica celebra la tragedia di Agatone intitolata ἄνθος, il Fiore, nella qual
o e l’eleganza del Greco idioma. Nel quarto secolo si compose la nota tragedia sacra intitolata Cristo paziente, la quale per pi
nte fiorirono sotto Giuliano Apostata. Quest’Apollinare, oltre a tale tragedia , espose sulle scene altri fatti del Vecchio Testa
azio Cretese, il quale nel corrotto idioma Greco scrisse in verso una tragedia intitolata Erofila elegante per quanto comporta l
iò che dice l’Ab. Vatry nelle sue erudite Ricerche sull’origine della tragedia inserite nel tomo XV delle Memorie dell’Accademia
tori la ragione. Diogene Laerzio nella Vita di Platone accennò che la tragedia veniva prima rappresentata dal solo coro, e che d
citore, che contrafaceva ballando, sonando e cantando, l’azione della tragedia . . . . Eschilo trovò il secondo, cioè un’ altra
86) che quando si ballava, si cantava e si sonava, non si recitava la tragedia : ciò essendo bisogna dire che la tragedia si reci
sonava, non si recitava la tragedia: ciò essendo bisogna dire che la tragedia si recitasse da chi non ballava, non cantava e no
va. Or quest’uffizio, secondo che io l’intendo, si era di declamar la tragedia con certa armonia che non giugneva alla melodia c
re. Non era adunque una coda oziosa apposta dal poeta alla precedente tragedia Ajace, come diceva il Signor di Calepio, per dari
68. Tra’ frammenti di Euripide trovansi alcuni versi di una sua tragedia sul medesimo personaggio. 69. V. Cicerone de Sen
in questa edizione alcun cangiamento sulle pause degli atti di questa tragedia , ed è bene avvertirne la gioventù, affinchè possa
da Panfilo celebre pittore maestro di Apelle, compose anche una buona tragedia il poeta Cherefonte. 81. Aulo Gellio lib. XV, ca
lle fatiche di Sofocle e di Euripide l’epoca del maggior lustro della tragedia . E ciò non vuol dire che i moderni abbiano a disp
componimenti perfetti benchè dissimili); ma sì bene vuol dire, che la tragedia Greoa, fondata sul sistema della fatalità appoggi
con magistrale superiorità che nelle mani di Sofocle e di Euripide la tragedia étoit à son berceau. Ma le ragioni che ne adduce
to di provvedersi di lumi sufficienti per distinguere dalla specie di tragedia maneggiata da’ Greci le altre coltivate da’ Franc
di tragedia maneggiata da’ Greci le altre coltivate da’ Francesi. La tragedia antica appoggiata al fatalismo non è stata in for
al Francese tralasciate non poche bellezze. Or questo non è trarre la tragedia Greca dalle fasce, o dalla cuna, ma copiarla. Qua
12 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO I. Teatro Francese Tragico. » pp. 4-111
coperto il miglior camino, e prodotto l’Atalia, il capo d’opera della tragedia francese, senza avvilirla colla galanteria, avea
Ma egli lasciò le occupazioni teatrali prima di depurar del tutto la tragedia , e la scena francese, dopo di lui si riempì della
odo non pertanto qualche buon talento mostrò d’intendere l’arte della tragedia senza appressarsi ai modelli grandi. Giovanni Cam
i Greci e Latini, nel 1696 se rappresentare ed imprimere la prima sua tragedia Polissena applaudita e ripetuta, e non per tanto
o il coturno, o prolongar più la vita. Riouperoux compose Ipermestra tragedia regolare senza trarre tutto il vantaggio che pres
ediare il Longepierre compose una Elettra tutta sul gusto della greca tragedia , semplice, senza episodii, senza sfigurarne il tr
elevava con lo stile, non conosceva bene il teatro francese, e la sua tragedia annojò e cadde. I Francesi si confermarono nella
o della particolar debolezza del Longepierre. Tale era lo stato della tragedia in Francia, quando cominciarono a fiorire La-Mott
dal pubblico; nè è da dubitarsi dell’asserzione dell’autore che niuna tragedia dopo il Cid siesi rappresentata in Francia con pi
a nè la delicatezza de’ sentimenti di Giovanni Racine. Esposta questa tragedia alle critiche talvolta giuste spesso maligne de’
Soprattutto è mirabile e veramente tragico quello di Radamisto nella tragedia che ne porta il nome: il suo Pirro è più grande a
una lettera scritta al Voltaire nel febbrajo del 1749 venga tutta la tragedia ripresa per trovarvisi sfigurata la Repubblica Ro
icoltà di giugnere alla perfezione nella tragica poesia. L’ultima sua tragedia fu il Triumvirato che ha varii pregi, ma che si r
Motte. Ci basti dire che Voltaire conservò molte bellezze della greca tragedia , che non seppe scansarne alcune durezze nella con
n quello onde Ludovico Dolce in Italia fece morire questa reina, e la tragedia si rappresentò quaranta volte. Giambatista Rousse
due giorni, ed in un solo se ne concepì e dispose il piano. È la sola tragedia tenera composta dal Voltaire, in cui (egli dice)
felice interessa, commuove, ottiene tutto l’effetto che si prefige la tragedia . Non basterebbe adunque rispondere alla proposta
ponimenti giustamente applauditi? Nondimeno la lettura riposata della tragedia toglie alla critica tutta la forza. Zaira è dispo
i negligenze, di poca verisimiglianza, d’inesattezze fatte a sì bella tragedia in Francia, meritano indulgenza per li pregi che
i della nazione. Shakespear ha preparata la materia della Zaira colla tragedia di Othello, che l’Inglese ricavò dagli Ecatomiti
Merope del Maffei. Comunque ciò sia egli si valse del migliore della tragedia italiana, ma cercò di accomodarla meglio al gusto
personaggi: le bellezze de’ passi sono grandi e frequenti in tutta la tragedia : ha preparata benissimo la venuta di Egisto, prev
un figlio per mano della stessa madre che pensa a vendicarlo. In tal tragedia non è solo questa madre che ragiona male, ragiona
lora al principe reale poi re di Prussia Federigo II. Tanto su questa tragedia disse lo stesso autore nelle sue prose or parland
delitti in pregiudizio della virtù. Il frutto morale dunque di questa tragedia è manifesto essere di prevenire gl’incauti contro
d Europei l’autore si prefisse il più bel fine a cui siesi elevata la tragedia , cioè mostrare quanto la forza della virtù della
china prediletta del teatro spagnuolo e dell’inglese, mi sembra nella tragedia francese meno artificiosaa dell’ombra di Dario ne
dello spettatore, ma inferiore a fronte dell’interesse politico della tragedia nazionale di Eschilo. Soffre poi l’ombra di Nino
ti, dal Maffei, pensò all’argomento della Semiramide o per la celebre tragedia del Manfredi, o almeno per l’Astrato di Quinault,
ncese, si provò più volte a calzare il coturno. Nel Dionigi sua prima tragedia , secondo l’espressione di Palissot, non tutti rav
la battaglia di Barnet. Questi fatti istorichi non ebbero luogo nella tragedia . La sorgente della vendetta meditata da Warwick i
volle ergersi a legislatore del teatro e dare ad intendere che la sua tragedia dovesse tenersi per modello d’arte e di gusto. Di
senza verisimiglianza, nè Filottete publicata nel 1786 imitata dalla tragedia di Sofocle, quasi volendo rivenire dalle passate
te di Socrate che è piuttosto un panegirico di quell’Ateniese che una tragedia . Scrisse anche Irza superiore alle tragedie di Co
arigi nel gennajo del 1755 fralle altre specie drammatiche coltivò la tragedia , e diede al teatro il Callistene nel 1730 tragedi
matiche coltivò la tragedia, e diede al teatro il Callistene nel 1730 tragedia di semplice viluppo che punto non riuscì sulle sc
rno al 1777 o 1778 si produsse con applauso sulle scene francesi Zuma tragedia del sig. Le Fevre, la quale vi si è veduta ricomp
no con molta energia da Madamigella Raucourt, tutto ciò fa che questa tragedia seguiti a ripetersi. Prima di far parola de’ trag
se non gli evenimenti della propria storia? Che i Latini stessi nella tragedia Scipione di Ennio, nelle Ottavie di Mecenate e di
se ne pavoneggia sino all’estrema noja. Ma che diremo di quest’altra tragedia parimente di argomento nazionale scritta in istil
l cavaliere senza paura e senza taccia, sì grande nella storia, nella tragedia apparisce vano millantatore meschino. Che relazio
fo.» Se il Belloy per natura, e per istudio fosse stato disposto alla tragedia , non avrebbe cercato di approfittarsi di questo t
più ragguardevole. L’assassino, l’infame, il poltrone Altemoro della tragedia si dice essere il Principe d’Altamura napoletano.
passioni esaltate e de’ sentimenti del tempo che correva. Quanto alla tragedia si coltivò da Chenier, Carion de Nizas, Arnault,
continuava anche nell’intervallo dall’atto IV al V. Si ripetè questa tragedia nell’anno IX della libertà, e l’autore sin dalla
ssai più patetica eccita la compassione tragica che si desidera nella tragedia . L’incertezza per altro di Carlo IX sempre irriso
a languidezza un soggetto per se stesso pieno di terrore ma che nella tragedia accenna ogni istante di cader nel languore veleno
ed impetuose. L’anno IX della repubblica si rappresentò ancora Teseo tragedia di Mazoyer giovane autore di felice riuscita, mal
a dire che ha vinto, mancò poco che non tirasse seco a terra tutta la tragedia . Lo stile è ineguale e trascurato sovente, e most
e Teseo. Sul teatro de’ Troubadeurs di Parigi udii recitar di questa tragedia una parodia intitolata Taisez-vous. Il cittadino
olata Taisez-vous. Il cittadino Carion de Nizas compose a que’ dì una tragedia intitolata Montmorenci che si recitò nel mese Pra
cagionò l’ignominiosa morte del Foscarini, per la legge di cui nella tragedia francese si parla. Egli non potè allegare veruna
Arnault in Venezia trovò il caso degno del coturno, e ne formò la sua tragedia che dedicò a Napoleone Bonaparte membro dell’Isti
per le stampe. Ecco intanto ciò che rende la storia differente dalla tragedia . In prima il Foscarini veneto è trasformato in un
carattere del protagonista? E qual vantaggio ne ricava il teatro? La tragedia suole alterare alcuna circostanza della storia, e
rore, ma non già per iscemarne l’energia. E ciò appunto avviene nella tragedia di Arnault. Allorchè il leggitore comincia ad int
ranno versate per Bianca. In secondo luogo osservo che l’azione nella tragedia ragionevolmente scema il pericolo dell’amante che
le al pari di quello del Conte di Essex. Ben diversa è l’azione della tragedia di Arnault. Montcassin non può partecipare dell’i
elii, ai Racini a i Volteri. Appartiene parimenti a questo periodo la tragedia di Lemercier intitolata l’Agamennone. È tratta da
13 (1732) Paragone della poesia tragica d’Italia con quella di Francia
atori della Perfetta poesia italiana, anche Calepio è convinto che la tragedia sia il genere per eccellenza «utile» e, secondo i
ta più tardi anche dal Maffei nel Proemio alla Merope, secondo cui la tragedia è adatta a purgare ogni passione, e non soltanto
atarsi come strumento attraverso il quale legittimare l’utilità della tragedia era peraltro tipico nel primo Settecento e spesso
i un oggetto finto, e il Muratori si diceva convinto del fatto che la tragedia dovesse, con la compassione e il terrore, «purgar
uidano la stesura. L’autore prosegue poi con un ampio sondaggio sulla tragedia francese, stimata generalmente inferiore a quella
a peripezia, ma come l’elemento che costituiva il «dilettevole» della tragedia , Calepio si scaglia contro Corneille: il drammatu
tragedie. Il bergamasco procede quindi all’analisi dei trattati sulla tragedia e sul poema eroico composti tra Sei e Settecento
tipologie tragiche contemplate nella Poetica di Aristotele, ossia la tragedia doppia, nella quale i personaggi positivi hanno l
i crudeli soccombono. Dietro all’insistenza sulle imperfezioni della tragedia doppia, incapace di destare compassione e terrore
del Maffei — a cui viene preferita senza ombra di dubbio la mediocre tragedia del Lazzarini —, e probabilmente una implicita ri
ne di bandire ogni tipo di ibridazione: le digressioni presenti nella tragedia devono essere brevi e non distogliere lo spettato
rici del teatro settecentesco, come Gravina e Muratori, l’amore nella tragedia veniva generalmente condannato per una sorta di p
considerati, Calepio formula un giudizio profondamente negativo della tragedia italiana cinque e seicentesca dal punto di vista
na cinque e seicentesca dal punto di vista della tenuta scenica della tragedia . In questo ambito egli riconosce fin da subito la
i. L’opinione di Calepio nei confronti dei confidenti che popolano la tragedia francese, ritenuti dannosi all’intreccio e facilm
ato il ricorso insistito e prevedibile a sogni e oracoli tipici della tragedia di derivazione classicistica: secondo Calepio que
reta l’ethos elencato da Aristotele fra le sei parti di qualità della tragedia come un elemento afferente alla sfera morale. La
ripezia, diventa il pilastro dell’intero dramma. Lo spostamento della tragedia verso l’epica perseguito da una drammaturgia dell
così da raggiungere quella purgazione che costituisce l’utilità della tragedia . Calepio ragiona poi ancora sulla fedeltà alla st
ni forti del partito corneilliano. Tutte le puntualizzazioni circa la tragedia italiana e francese sono sempre animate dall’atte
ipotiposi impreziosiscono lo stile lirico, esse risultano dannose in tragedia , in quanto compromettono la verosimiglianza dei d
ore parrebbe esasperare una critica che veniva comunemente mossa alla tragedia italiana del Seicento: dal Muratori al Martello,
ebbe più consono a un poema epico o a una lirica, piuttosto che a una tragedia . Insomma, ben prima della Risposta a Voltaire del
eorizzata icasticamente nell’Art poétique del Boileau — comparando la tragedia transalpina ad una regina che «passeggi sempre in
to delle lettere, coltivarono prima d’ogni nazione anche l’arte della tragedia : ma siccome non è stato loro conteso il pregio d’
tura e la proporzion di ciascuna. Per prima e general divisione della tragedia parmi acconcio il considerar la favola quasi anim
onsidera, fu quella che praticarono Eschilo, Euripide e Sofocle nella tragedia , ed Omero in ambedue li suoi poemi, e che fu quin
1.1.2] Ad imitazione de’ Greci scrisse Gian Giorgio Trissino la prima tragedia italiana in principio del secolo decimosesto, seg
ire i precetti che lasciocci Aristotele e, nel mostrar l’utile che la tragedia ha per proprio fine, allega que’ testi che stabil
enuto dalle regole di questo filosofo ha restituito lo splendore alla tragedia appresso il suo lungo smarrimento. [1.1.11] Io s
ifetti d’ambedue le parti. Articolo II. [1.2.1] Dalla perfetta tragedia vuolsi ricercare il fine ottimo, né questo altro
nsieme con Edippo. In vero siccome fu l’uno incestuoso, l’altro dalla tragedia stessa di Sofocle si vede non innocente: perciocc
] Crede Cornelio esser di mestiere che ’l fallo sia nell’azione della tragedia , ma basta per l’intento che la peripezia si vegga
e ardire, di soggiogar l’Ellesponto, come espone l’ombra di Dario. La tragedia delle Eumenidi rappresenta Oreste uccisore bensì
ilo. Il Filottete scostasi anche assai più dallo scopo della perfetta tragedia . Articolo III. [1.3.1] Gl’Italiani che si
ttando d’introdurre nel teatro d’Italia l’idea eccellente della greca tragedia , ha preteso che gli altri nostri poeti non abbian
a provocare, svanisce quasi in un punto per l’allegrezza finale della tragedia . [1.4.3] Placido reca in fine qualche purgativo
e chiamasi da greci πάθος, che la sua morte pare così accessoria alla tragedia . [1.4.4] L’Orazio avrebbe soggetto non indegno,
viso altri argomenti che si possano ridurre alle leggi della perfetta tragedia , se non quello della sua Fedra (con la quale la F
oeti della sua nazione. Pare allui Britannico innocente, ma se quella tragedia meglio s’esamina, si scorge che non mancavano a B
e godere di tutto ciò che la produce. [1.4.10] Alessandro pare nella tragedia di tal nome piuttosto un cavaliere errante d’un r
me piuttosto un cavaliere errante d’un romanzo che protagonista d’una tragedia , non consistendo questa favola che nella impresa
namorarsi, o di liberarsi da tale passione. [1.4.13] All’incontro la tragedia di Mitridate eccita spavento, ma muove poca compa
iudicare poco propri per rappresentar la prima persona della perfetta tragedia simili soggetti, ancorché possano fare qualche bu
n impero ad una molle passione. L’amore ch’egli ha perfezionerebbe la tragedia se l’esito infelice apparisse un castigo della su
ori d’una spezie di poema che meglio chiamerebbesi dramma eroico, che tragedia . [1.4.18] Non vo’ tralasciare che ad una censura
ssi praticate. Tre cose concorrono a far sì che ’l rivolgimento della tragedia sia bello e cagioni efficacemente la compassione
poema generalmente lodevole, perciocché reca seco diletto grande, la tragedia non richiede di sua natura se non questa come sua
’anima, si sono avvisati ch’egli abbia in cotal guisa perfezionato la tragedia . [2.1.5] Però ricercano assai comunemente i Fran
il non aggiungere essenziale benefizio al fine proprio della perfetta tragedia , divertono talora l’uditore dalle passioni e fann
rò buona induzione quella dell’abate Tarasson, il quale dice18 che la tragedia può prendere dall’epopeia la maraviglia, siccome
raviglia, siccome l’epopeia piglia la compassione ed il terrore dalla tragedia , imperciocché il poema epico è rappresentazione p
a deve contenere l’imitazione d’ogni affetto; il che non accade nella tragedia , poesia più limitata e dilicatissima nel ricevere
sua forza, ma non cangia essenza. Che se s’ammise sotto il nome della tragedia ogni sorta di fatti illustri indistintamente, non
tenere. [2.2.4] Oltre ciò non sono talora que’ propri che ricerca la tragedia , come si vede nel Cinna, il quale sentendo il rim
ono che la riconoscenza non solamente sia inutile, ma privi ancora la tragedia della sua maggiore virtù. Li combattimenti intern
lissena. Migliore avvedutezza ebbe in questa parte il Montanari nella tragedia del medesimo argomento. [2.3.3] Di simili inavve
ibale Marchesi ha mostrato più discernimento rappresentando in simile tragedia Pirro, che per venerazione de’ numi e per adempim
r ritrovato de’ mezzi nuovi di rendere terribile e compassionevole la tragedia che sieno per la forza e per lo frutto eguali a m
per non aver modo di rappresentarla convenientemente al bisogno della tragedia , però non se ne ha che un argomento dalla convers
a copia e la lunghezza degli episodi giudicaronsi poco proprie per la tragedia . Aristotele non adduce di ciò ragione se non l’es
’esempio della Odissea, che dice essere cresciuta sopra la mole d’una tragedia per la sola estenzione degli episodi. Altri han d
ch’io credo doversi massimamente considerare è che il fine della vera tragedia non è di dilettare a guisa della epopeia colla ra
dizio, da digressioni che rendono gli argomenti più composti, così la tragedia non può se non perdere della sua forza, distraend
6] 4. Havvi non poche digressioni che occupano la maggior parte della tragedia , o vi danno la principale figura, come mi sovvien
n mezzo che ci unisce con gli eroi, perocché le persone proprie della tragedia non sono gli eroi in ogni virtù perfettissimi, an
cidente. [3.3.4] È però leggerezza il credere che la tristezza della tragedia abbia bisogno, per toccar meglio, delle amorose t
Al qual proposito non posso non riprovare il giudizio che fa di tale tragedia Vincenzo Gravina21, riponendola fra le migliori c
ì d’usare πρόσωπα προτάτικα e legarono i prologhi col rimanente della tragedia , perciocché lasciano bene spesso conoscere all’ud
riosissimo, non ha saputo astenersene totalmente che nell’Alessandro, tragedia che per ciò riesce assai attiva, benché quanto al
he sarebbon lodevoli perdono il lor pregio per sentirsi quasi in ogni tragedia come comuni ed essenziali formulari, con quelle t
r pratica più costante di far sì che ciascuna delle faccende che alla tragedia s’assegnano derivi dall’altre in guisa che rimang
r lo che nasce che l’uditore presentendo agevolmente il termine della tragedia , non prova poscia quella maraviglia che il perfez
e, perciocché non ha quegli cagion maggiore di ciò fare in fine della tragedia che in principio. Esso sino nel primo atto ha già
al debolezza ad un re, che per altro vien dipinto nel rimanente della tragedia uomo di spirito e di gran valore, sicché Tito ste
tragica dignità. All’incontro vedesi trascurata tal regola in qualche tragedia italiana delle più celebri. Nella Sofonisba del T
he quivi potevansi introdurre. Nella Canace dello Speroni pare che la tragedia si converta in commedia laddove si trattiene il f
to come che sia venuto fatto particolarmente al Lazzarini di fare una tragedia assai bella e conforme al gusto di Sofocle, non s
ssimi esempli, oltre quelli del Cesare sopra accennati. Se in qualche tragedia del Marchese Gorini corrispondessero l’altre cose
buito un luogo più degno di quello che veramente tiene nella perfetta tragedia , perciocché occupati quasi totalmente nel procacc
zio sopra l’Attila di Cornelio, che questo poeta prendesse a comporre tragedia sopra Annibale e Scipione, non ad altro fine che
zioni che difetti. Ma quello Francese cade in errore, prima perché la tragedia non vuole di necessità una eroica virtù scompagna
on questo voluto Aristotele distruggere la prerogativa della perfetta tragedia , a cui debbon servire i costumi, e che però non c
e che quindi è passata anche ne’ suoi successori, la qual si è che la tragedia possa ricevere altresì per unico fine quel frutto
. La malvagità punita, tuttoché non necessaria, sarebbe soffribile in tragedia di lieto fine, ma in una di fin lugubre come è qu
e più proprio per lo ridicolo della commedia che per la gravità della tragedia . Marco nell’Appio Claudio del Gravina era persona
da Racine è stata generalmente bene osservata. In qualche più moderna tragedia si vede nondimeno mal conservata, e particolarmen
della Merope del Torelli, la quale dopo aver mostrato nel corso della tragedia contro Polifonte tutto quell’odio che si può conc
udicare al fin tragico, è l’abate Conti. Li Francesi non hanno alcuna tragedia ove sieno con pari esattezza ritratte le idee de’
che a’ medesimi presta l’elocuzione, avendo rispetto ed al fine della tragedia ed alla condizione di chi vi favella. Articolo
e e con l’uso di parole troppo latine, ed offendesse la gravità della tragedia con qualche cicaleccio. [6.2.4] Altri scrittori
spogliarono il Petrarca de suoi be’ modi di dire per introdurli nella tragedia , perdendo di mira il suo vero fine, che non puoss
menti che resero pregevoli quelle due pastorali, resero inetta questa tragedia . [6.2.5] Di molti esempi che potrei recare, ne p
successe a’ predetti poeti, si scorgon tratti d’una grandezza che la tragedia prima non aveva avuto, ma di quando in quando per
elfino diede principio all’abbandonamento degli scherzi, recando alla tragedia della maestà sì con le sentenze che con la manier
me per una austera avversione de’ vani ornamenti è proprissimo per la tragedia . Il Gravina, che ha preteso ridurre la tragica po
iovevole maraviglia; così quando sono vani, o importuni, nuocono alla tragedia interrompendo le commozioni principali con l’inve
Cid, per averli egli trovati nell’originale spagnuolo, di cui la sua tragedia è quasi una parafrasi, ma non saprei punto scolpa
be, vous de Rome, et moi de toutes deux. Fra pensieri della medesima tragedia parvemi già freddissimo questo che dice Orazio al
s, et tu veux que je vive62. Tra gli altri freddi concetti di quella tragedia , i quali tralascio, parvemi inetto ancor quello c
con le esalazioni atte a far guerra a’ vivi. [6.4.2] Nella medesima tragedia per esprimere che Cesare sottometterebbe anche l’
enfin sur ses bords flotter nos étendards96. [6.5.8] Nella medesima tragedia or dicesi che97 la vittoria non vola se non intor
ano parcamente. Le circollocuzioni sono massimamente poco idonee alla tragedia , perché con superfluità di parole né trattansi da
t de fiel Son cœur déjà saisi des menaces du Ciel130. Nella medesima tragedia Abner dopo aver parlato a lungo d’Atalia e d’aver
e nostre moderne. Capo VII. Di vari metri usati dagli Italiani in tragedia , e de’ tragici versi de’ Francesi. Articolo
are furono ne’ secoli addietro in nostra lingua messe in opera per la tragedia . La prima fu quella del Trissino che si servì de’
non ebbe seguito, come troppo affettata e disadatta alla natura della tragedia . Altra, assai comune anche di presente, fu di sol
ra da Pier Jacopo Martelli, che non è stato seguito se non in qualche tragedia che, per quanto so, non ha veduto la luce. Piacqu
metodo de’ versi francesi sia più d’ogni nostro metro confacente alla tragedia , come quindi mostrerò. Articolo II. [7.2.1
ro lo nobilitano, ha pure, s’io dritto miro, metro più proprio per la tragedia . Né posso qui tralasciare che l’autor delle annot
gliare, produce una noiosa armonia che fa degenerare qualche fiata la tragedia dalla natura de’ gravi discorsi, massimamente se
i potrebbe muovere una lite a Greci ed a Latini perché usassero nella tragedia versi più corti che nella commedia, ma parmi che
.2] Io, nel riflettere a queste sconvenevolezze, soglio pareggiare la tragedia francese ad una reina che, invece di conservare l
udere che siccome gl’Italiani non sono ancora giunti a perfezionar la tragedia e che, generalmente parlando, si sono con troppa
ose più sustanziali della favola e rispettivamente a qualche italiana tragedia delle più moderne son superati anche in altre. Il
ontengono i drammi di monsieur de la Motte con i discorsi toccanti la tragedia : debbo però parteciparvi le riflessioni che in ta
rovvi l’opinion mia sì d’ogni discorso distintamente, che di ciascuna tragedia , nulla meno ingenuo nell’esporne le lodi, che lib
ono avuto mestieri non pur molti poeti di Francia, i quali unirono in tragedia varie persone che in una sola azione hanno i lor
to è lodevole la dottrina con cui tratta dello stile convenevole alla tragedia . Certamente egli in ciò scuopre una finezza di gu
mente interessati per tale persona, ha l’intento bensì di fare che la tragedia non riesca noiosa: per altro, invece di recar gio
a meraviglia, io dico che essa non è per sé la passione propria della tragedia : anzi è contraria al suo scopo quando può pregiud
Medea appresso il medesimo, possano con buon successo dominare in una tragedia . Parmi primieramente vedere gran differenza tra C
. Ma quello che principalmente vuolsi riflettere si è che col dare in tragedia il prio luogo a tal sorta di persone, non solamen
la dottrina spettante alla gradazione dell’interesse, ove dice che la tragedia fa poco effetto nella catastrofe se dal bel princ
ere; o se pur l’esito è passionato non può chiamarsi se non una mezza tragedia . Io non dubito d’affermare che certe tragedie di
esenta da Cornelio, Orazio non solamente con esso non pregiudica alla tragedia , ma è uno dei soggetti migliori che abbia scelto
ca la disputa che fa monsieur de la Motte per abilitare la prosa alla tragedia : perciocché altre cose che ivi si toccano son con
iversa opinione, ed inclino anzi a credere che la facilità di scriver tragedia in prosa accrescerebbe il numero de’ cattivi auto
e la venuta de’ Sabini non dovesse essere sì improvvisa, come è nella tragedia . L’autore nel suo discorso non prevedendo questa
nsura sostiene che i due fatti d’armi non richieggono tempo di cui la tragedia non sia capace, ed in ciò concorro anch’io. [Giu
te ha sempre riportato dell’applauso e, se crediamo all’autore, niuna tragedia dopo il Cid si è rappresentata in Francia con sì
ispettivamente alla pietà che Inès dee muovere, la disposizione della tragedia potrebbe esser migliore. Le persone accessorie (b
e della morte di Laio. Ciò che mi disaggrada nella sustanza di questa tragedia è che il poeta, con rendere Edippo innocente, in
quale è che gli spettatori non ottengono il frutto proprio di questa tragedia : poiché si vede il castigo in chi è senza il deli
n seguito alla richiesta dell’amico di avere qualche nozione circa la tragedia contemporanea italiana, dal momento che il Teatro
ome il Bodmer, a sua volta impegnato all’epoca nella scrittura di una tragedia . I progetti poi si accumulano e sebbene molti di
poesia il fine di dilettare e sottolinea che il diletto proprio della tragedia non è diretto — ossia dettato dal compiacimento p
blico, e l’altra è diletto diritto. Il diletto oblico è proprio della tragedia , il quale si sente quando in tragedia si rapprese
diletto oblico è proprio della tragedia, il quale si sente quando in tragedia si rappresenta uno avenimento fortunoso, per lo q
ncipio della sua opera maggiore: «ebbero dunque elle [la commedia, la tragedia e il poema eroico] due nascimenti: l’uno, quando
s intorno a que’ principii, cause et accrescimenti che la comedia, la tragedia et il poema heroico ricevono dalla Filosophia Mor
rza, 1972, p. 375). Gravina recuperava questo stesso schema nel Della tragedia , mostrando come gli autori greci avessero riplasm
ne della voce, che musica appellarono», Gian Vincenzo Gravina, «Della tragedia », in Id., Scritti critici e teorici, a cura di Am
ntava anche Muratori nel Della perfetta poesia italiana, ritenendo la tragedia il genere più adatto a sostenere una simile commi
.1.2] Calepio ripercorre le tappe fondamentali della formazione della tragedia italiana, inaugurata dalla Sofonisba (1524) di Gi
mati sul prototipo senecano, come quelli di Giraldi. Gli albori della tragedia francese sono invece legati alla nascita della sc
a da Pierre Ronsard attorno alla metà del sedicesimo secolo. La prima tragedia «regolare» fu la Cléopâtre captive (1553) di Étie
di Jodelle. Calepio mette in luce la derivazione italiana della prima tragedia francese, sebbene tale filiazione potrebbe essere
840, p. 96). Calepio citava Jodelle e Ronzard tra i capostipiti della tragedia francese anche nella sua Apologia di Sofocle, in
1962, pp. 392-423, pp. 401-402). Sulle origini e sugli sviluppi della tragedia cinquecentesca cfr. Ferdinando Neri, La tragedia
sugli sviluppi della tragedia cinquecentesca cfr. Ferdinando Neri, La tragedia italiana del Cinquecento, Firenze, Galletti e Coc
Firenze, Olschki, 1974; Marzia Pieri, «La Rosmunda del Rucellai e la tragedia fiorentina del Cinquecento», Quaderni di Teatro,
1980, pp. 96-113; Paola Mastrocola, L’idea del tragico: teorie della tragedia nel Cinquecento, Soveria Mannelli, Rubbettino, 19
iti e topica tragica, Manziana, Vecchiarelli, 2005; Marzia Pieri, «La tragedia in Italia», in Le rinascite della tragedia: origi
i, 2005; Marzia Pieri, «La tragedia in Italia», in Le rinascite della tragedia : origini classiche e tradizioni europee, a cura d
cteurs, XXIX, 2, 1984, pp. 224-226. [1.1.3] Lo scarso successo della tragedia rinascimentale francese è dovuto, secondo Calepio
è dovuto, secondo Calepio, non tanto alla pedissequa imitazione della tragedia greca, quanto alla scarsa perizia degli autori e
ondere armoniosamente la piacevolezza della musica alla gravità della tragedia , sapientemente stemperata grazie al ricorso ad un
catto dell’ormai anziano autore francese, reduce dal fallimento della tragedia Pertharite, incentrata sulla storia della regina
ntualmente dibattuti nel tentativo di mostrare l’inadeguatezza di una tragedia moderna ossequiosamente ligia a mettere in pratic
Francese infatti, dopo aver mostrato come Aristotele assegnasse alla tragedia il compito di muovere pietà e terrore, forza fazi
cine. A spuntarla è in questo caso Timante, il quale, convinto che la tragedia non debba comprendere la rappresentazione dell’am
le prescrizioni della Poetica circa la scelta del protagonista della tragedia in relazione al raggiungimento della catarsi («Po
a della catarsi era dovuta alla volontà di preservare l’utilità della tragedia — che Platone aveva messo in discussione — e che
gli impone di uccidere, oppure per Nicomède, eroe eponimo di un’altra tragedia corneilliana, osteggiato da Arsinoe, seconda mogl
e a Calepio inconsistente: se anche Cinna — protagonista dell’omonima tragedia incentrata sulla cospirazione del nipote di Pompe
la pregiudiziale rinuncia al perseguimento dell’utilità attraverso la tragedia , al quale il francese sostituirebbe l’esclusiva r
il celeberrimo 1449b 27, nel quale Aristotele descrive il fine della tragedia , la quale «per mezzo della pietà e del terrore fi
i tutte le passioni» — scorgendo nella definizione aristotelica della tragedia un afflato prioritariamente morale —, piuttosto c
rist. anast., München, Fink, 1968, p. 52) attestava la capacità della tragedia di purificare gli spettatori dai sentimenti di pi
iversa; a suo parere Aristotele non avrebbe potuto prescrivere che la tragedia estirpasse la pietà dal cuore degli spettatori, i
iversi letterati: Alessandro Piccolomini insiste sulla capacità della tragedia di temperare le passioni garantendo all’uomo di r
’uomo di raggiungere la tranquillità dell’animo («Venendo dunque alla tragedia , di cui siamo in proposito, ella parimente tiene
sottolinea l’estraneità alla morale cristiana di una concezione della tragedia come liberazione dalla santa virtù della pietà («
; Angelo Ingegneri nella Prefazione della sua Tomiri affermava che la tragedia doveva fungere da preventiva difesa contro «i dan
si purgano concetti tali» (Lorenzo Giacomini, De la purgazione de la tragedia , in Trattati di poetica e retorica del Cinquecent
tamente eterodosso rispetto ai dettami di Aristotele, assegnando alla tragedia lo scopo di purgare gli «affetti disordinati» («L
ando alla tragedia lo scopo di purgare gli «affetti disordinati» («La tragedia per mezzo del terrore, e della pietà solleva lo s
urga l’animo dagli affetti disordinati», Pier Jacopo Martello, «Della tragedia antica e moderna», in Id., Scritti critici e sati
più fedele al testo greco di Robortello (GianVincenzo Gravina, Della tragedia , cit., p. 511). Un altro grecista convinto come i
ll’arte poetica, valorizzava al contrario non tanto la capacità della tragedia di assuefare il pubblico alla pietà e al terrore,
rietà necessarie al protagonista ideale per raggiungere il fine della tragedia (1542b 34-1543a 11), ritraendolo come un personag
neille. D’altra parte Corneille riportava, nell’Examen sur Polyeucte, tragedia caratterizzata della messa in scena della figura
l problema della rappresentabilità di Gesù Cristo e dei martiri nella tragedia , risolvendosi per la liceità di questa soluzione;
e tragedie del giurista e filosofo olandese Ugo Grozio, autore di una tragedia sulla passione di Cristo e una sul personaggio bi
nutrita schiera di giansenisti lombardi, il bergamasco rifugge dalla tragedia del martire gesuitico che aveva avuto in Corneill
Sarà infine da registrare anche il consenso di Calepio in merito alla tragedia basata sulla figura del martire, presente in quel
sistendo ingiustificatamente sulla colpevolezza del protagonista, una tragedia canonica atta ad ispirare pietà e terrore (Pietro
deva l’esemplarità di Edipo e Tieste come protagonisti della perfetta tragedia , in quanto i due non parevano corrispondere al pr
e malvagio nell’antefatto, in quanto incestuoso, e uomo dabbene nella tragedia , in cui è ingiustificatamente punito con una pena
ita perché reputata contraria ai principi cristiani, in favore di una tragedia di lieto fine che permette di contemplare l’attua
spingeva. Secondo l’autore del Paragone quindi il Cid, concepito come tragedia della vendetta e non dell’amore frustrato — l’uni
usa di qualche errore (ἁμαρτίαν), come accadeva al protagonista della tragedia sofoclea. I commenti cinquecenteschi, dal Roborte
suo stesso Rodrigue del Cid quando afferma che il protagonista della tragedia sofoclea non si macchia di una vera e propria col
maturgo francese introduce un intrigo amoroso che sposta l’asse della tragedia , allontanandolo dallo scottante tema della predes
liminazione della colpa destinata dal fato dall’interpretazione della tragedia greca, e la sua sostituzione con l’errore dalle c
a teoria tragica settecentesca si veda in generale: Id., Teorie della tragedia nel Settecento, Modena, Mucchi, 1994, pp. 149-198
ull’improprietà delle critiche voltairiane alla verosimiglianza della tragedia . Ciò peraltro dimostra che l’attenzione rivolta d
gedia. Ciò peraltro dimostra che l’attenzione rivolta da Calepio alla tragedia di Sofocle è in prima battuta legata alla sua for
rancesi di Anguillara e Dacier. Sulle critiche mosse da Voltaire alla tragedia di Sofocle e sulle implicazioni melodrammatiche d
rancese si rimanda a Maddalena Mazzocut-Mis, «L’Œdipe di Voltaire tra tragedia e dramma», Itinera, VII, 2014, pp. 113-148. [1.2
ello dal filosofo greco per esemplificare il personaggio ideale della tragedia sarebbero, secondo Calepio, coerenti con l’argome
vallata dal punto di vista teorico dal Nores, il quale considerava la tragedia come una scuola alla quale il popolo doveva impar
perfetta, che di lei si serve Aristotele per idea, non sarebbe buona tragedia , perciocché il suo soggetto non è tirannica opera
cente sciagurato, il martire figura Christi, che sarà alla base della tragedia gesuitica seicentesca e del dramma corneilliano (
: Gravina accoglie l’ipotesi dell’innocenza di Edipo, scorgendo nella tragedia di Sofocle «il ritratto della necessità fatale» c
e vie che si imboccavano per scansarlo (Gian Vincenzo Gravina, «Della tragedia », in Id., Scritti critici e teorici, a cura di Am
zione di un Sofocle maldestro — in quanto concentra ossessivamente la tragedia sul tema del destino, dando vita ad un dramma con
mpion, 2002, p. 669). Per una riflessione sulla figura di Edipo nella tragedia francese del Sei-Settecento cfr. Christian Biet,
ito, e il tentativo di bilanciare virtù e vizi del protagonista della tragedia sofoclea sono funzionali, per Calepio, a legittim
foclea sono funzionali, per Calepio, a legittimare la validità di una tragedia incentrata sull’eroe di virtù mediocre e finalizz
il terrore della crudele punizione. L’appunto che Calepio muove alla tragedia in questione è legato al fatto che in essa non vi
eniva considerato un personaggio radicalmente buono e le Eumenidi una tragedia doppia in cui alle persone buone era destinata un
lice e alle cattive una infelice (Nicolò Rossi, Discorsi intorno alla tragedia , Vicenza, Greco, 1590, pp. 15v-20r). Sulla fortun
Laio. Come nel caso dell’Edipo Re Calepio rifiuta di riconoscere una tragedia politica nell’antecedente greco, vedendo piuttost
gelosia di Ermione e alle macchinazioni di Oreste; all’opposto nella tragedia di Racine Andromaca accetta la proposta di matrim
vazione dell’antica Tragedia da Tarquinio Galluzzi, sostenitore della tragedia del martire cristiano e difensore di Bernardino S
tele avrebbe prescritto con la sua regola del personaggio mezzano una tragedia diversa da quella fino ad allora praticata (Tarqu
ndi considerato un radicale avversario di Aristotele, maestro per una tragedia che ne ignorava le regole per riuscire più utile,
con i dettami aristotelici, o per lo meno al rispetto del fine della tragedia statuito nella Poetica: secondo Michelangelo Carm
profilano immediatamente dei paralleli tra l’opera del francese e la tragedia di Euripide, peraltro stimolati dalla stessa Préf
12] In apertura di capo Calepio specificava che il protagonista della tragedia doveva generalmente essere una «persona virtuosa,
one di entrambe le pièces, i prototipi perfetti rispettivamente della tragedia semplice e di quella doppia. Nella Préface alla s
s Grecs confutava il giudizio aristotelico considerando l’Elettra una tragedia molto confacente al gusto del pubblico proprio pe
a si intravede chiaramente il riflesso delle discussioni intorno alla tragedia corneilliana. Infine Calepio disapprova anche il
Aristote…, Paris, Barbin, 1692, p. 190). Sulla fortuna italiana della tragedia sofoclea in epoca moderna si rimanda al contribut
e, 2007. Articolo III. [1.3.1] Nella trattazione di Calepio la tragedia italiana si configura fin dall’esordio come più r
ottimo dramma la Sofonisba di Trissino, definita da Voltaire la prima tragedia regolare della modernità. Il soggetto, tratto da
rototipo del personaggio mezzano adatto ad essere rappresentato nella tragedia . Costei, infatti, sbaglia nel cedere alle seconde
aggio della Poetica di Aristotele riguardante il fine catartico della tragedia : «Essa Tragedia non per enuntiatione, ma per mise
semplicemnte l’opera del Trissino — senza altra specificazione — come tragedia esemplare del canone italiano; così fa ad esempio
storiografia settecentesca non si manca di riconoscere la bontà della tragedia del Trissino, anche se talora se ne palesano alcu
uarda la natura del protagonista, la Rosmonda del Rucellai. In questa tragedia , di argomento medievale e non più classico — per
emporum, Firenze, 1551, p. 98), si instaura un primo paragone fra una tragedia antica ed una moderna, risolto tutto a favore dei
rispetto alla Rosmonda, Calepio apprezza anche l’Oreste del Rucellai, tragedia a lieto fine antologizzata dal Maffei nel Teatro
estea di Eschilo. Sulla Rosmonda di Rucellai, e più in generale sulla tragedia fiorentina cinquecentesca e sulla ripresa del mod
llo euripideo si vedano: Marzia Pieri, «La Rosmunda del Rucellai e la tragedia fiorentina del Cinquecento», Quaderni di Teatro,
e, le differenze fra tragico e comico, Giraldi sostiene l’idea di una tragedia a lieto fine e preferisce la struttura doppia — c
ende dei fratelli incestuosi Canace e Macareo. Come accennato, questa tragedia era stata oggetto di una vibrante polemica propri
e sul soggetto prescelto da Razzi. La panoramica sui personaggi della tragedia cinque-seicentesca prosegue con il Nino protagoni
e con le ingenue Trasilla e Pirindra, ossia Le gemelle capovane della tragedia di soggetto punico di Ansaldo Cebà, entrambe inga
quel processo catartico che il bergamasco ritiene fondamentale per la tragedia . Venendo al confronto fra questo primo canone cal
relli migliore della Merope. I due concordano invece, oltre che sulla tragedia trissiniana, sul Torrismondo, sulla Semiramide di
(con incursioni nell’epico)», in Il mito, il sacro e la storia nella tragedia e nella riflessione teorica sul tragico, Atti del
un contrasto insanabile fra la riproduzione di elementi logori della tragedia greca, che sfiguravano sulla scena moderna — egli
n particolare Calepio rimprovera a Gravina, è il perseguimento di una tragedia del martire — quel sapiente di cui è stata ampiam
soluzione, sostenuta dal Gravina anche nel successivo trattato Della tragedia , viene trasposta fedelmente nel Palamede, dove l’
o ad abbandonare l’amata per il bene di tutti (ma su questa complessa tragedia , apparentemente a lieto fine, mi permetto di rima
. Nonostante lo sforzo calepiano di ritrovare ovunque possa l’idea di tragedia che egli considera perfetta, certamente Gravina n
nte perseguito. Basti qui ricordare per esteso il passaggio del Della tragedia a cui sopra si accennava, circa la qualità dell’e
no il protagonista di virtù mediocre?» (Gian Vincenzo Gravina, «Della tragedia », in Id., Scritti critici e teorici, a cura di Am
agione d’ogni poesia, vol. III, Milano, Agnelli, 1743, p. 228). Sulla tragedia di Gravina, oltre all’imprescindibile volume di A
ulla scena italiana tra Sei e Settecento —, considerava plausibile la tragedia del martire, benché non facilmente rappresentabil
ne, in Id., Teatro, vol. III, cit., p. 3). Nel Proemio de I Taimingi, tragedia sulla fine di una potente famiglia reale cinese s
viaggio gesuitici, Martello sottolinea che «il protagonista di questa tragedia è composto di una intera famiglia, onde è bisogna
nte, non senza incorrere nell’ira invidiosa del magistrato. Di questa tragedia , benché a lieto fine, viene lodato il protagonist
XXXIII, 1986, pp. 55-96. Sulle perplessità di Martello in merito alla tragedia del martire si sofferma Paola Luciani, Le passion
o numerose le opere settecentesche — comprendendo fra queste anche la tragedia dell’arcade Caraccio, pubblicata nel 1694 — che s
rio. L’elenco è appunto inaugurato dal Corradino di Antonio Caraccio, tragedia considerata a più riprese da Crescimbeni il proto
gar poesia, vol. I, Roma, De’ Rossi, 1702, p. 33). Il Corradino è una tragedia ambientata nel Regno di Napoli durante le guerre
ritenuto mezzano anche il protagonista dell’Ulisse il giovane (1720), tragedia grecheggiante che aveva goduto di una certa fortu
tagonista dell’Ulisse un innocente ingiustificatamente colpito da una tragedia enorme (su tutto l’episodio, ed in particolare su
o (1713-2013), Milano, Mimesis, 2015, pp. 215-234). L’intreccio della tragedia del Lazzarini consta di una fedele riproduzione d
i tormenti amorosi della regina virgiliana, come già avveniva per la tragedia di Giraldi approvata da Calepio sotto il profilo
volte stampato sotto nome pastorale di Tedalgo Penejo», in La Merope, tragedia del Signor Marchese Scipione Maffei giusta la pri
o solo da lui riprovato, come scrittore della più debile e imperfetta tragedia , non facendo egli menzione mai di cosa che in ess
Calepio inaugura il quarto articolo del primo capo affermando che la tragedia francese è inferiore rispetto a quella italiana p
tro francese, reo di aver trasformato, sotto l’egida di Corneille, la tragedia in un dramma eroico. Questa pecca essenziale proc
affermato che la catarsi, se mai doveva compiersi all’interno di una tragedia lo faceva senz’altro nel suo Cid (Paragone I, 2,
ina più avanti Corneille citava, oltre al Cid, anche la Théodore come tragedia esemplare per destare pietà e terrore («Pour recu
rivolte alla sua Andromaque, nella prima Préface che accompagnava la tragedia , rivendicando il rispetto del dettato aristotelic
i una sterile curiosità che niente ha a che fare con l’utile a cui la tragedia dovrebbe mirare. Il protagonista riesce compassio
iutato, ma questa è ben poca cosa, se confrontata all’obiettivo della tragedia basata sulla catarsi che propone Calepio. Inoltre
ostenuto (Paragone I, 4, [2]). La premura con cui Calepio condanna la tragedia corneilliana, che avrà appunto modo di definire p
sono in gioco prospettive differenti, dovute ad una concezione della tragedia affatto diversa: entrambi individuano nello spett
tragico” e l’“ammirazione accessoria”. In margine alle critiche della tragedia corneilliana mosse nel Paragone di Pietro Calepio
ro patetica. Una certa improprietà nello sviluppo dei caratteri della tragedia corneilliana era stata notata anche da Pierre Nic
Traité de la comédie (1667) nel quale veniva censurata in generale la tragedia religiosa ed in particolare la Théodore. Corneill
e. Sui rapporti testuali e drammaturgici tra l’Orazia di Aretino e la tragedia di Corneille si veda: Michael Lettieri, «Imitazio
l’inserimento di questa sottotrama amorosa rovina la bellezza di una tragedia che già trovava naturalmente nella peripezia e ne
i Teseo e Dircea occuperebbero uno spazio decisamente eccessivo nella tragedia , tanto da rendere le disavventure di Edipo un epi
Remarques all’opera di Corneille sottolineava la debolezza di questa tragedia e la scarsa utilità dell’immissione dell’ampio ep
lisi della retorica di Dircé e di Œdipe, che Dircé rappresenta, nella tragedia corneilliana, la voce dell’assolutismo ortodosso,
.4.6] Il carattere di Sofonisba risulta molto vigoroso e virile nella tragedia di Corneille, il quale tenta di differenziare la
Calepio, il quale nota con disappunto la torsione del soggetto dalla tragedia interiore delle passioni ad una tragedia esclusiv
torsione del soggetto dalla tragedia interiore delle passioni ad una tragedia esclusivamente politica. Non a caso egli esalta l
orti di Corneille con le sue fonti e il suo tentativo di comporre una tragedia diversa da quella di Trissino e Mairet cfr. Nina 
mpiacere il gusto del pubblico parigino. Nella Préface del Sertorius, tragedia sulla guerra civile spagnola in epoca romana che
ama in causa in questo frangente, indicandola come il manifesto della tragedia politica corneilliana, il drammaturgo avvertiva i
id Williams, Genève, Institut et Musée Voltaire, 1975, p. 841). Sulla tragedia politica di Corneille cfr. Georges Couton, Cornei
sconvolgente passione di Fedra per il figlioccio Ippolito, è la prima tragedia ad essere considerata da Calepio migliore di un c
orace e alla Sophonisbe di Corneille. La straordinaria bellezza della tragedia raciniana in questione era stata già avvertita da
lità dell’amore rappresentato in Phèdre (Pier Jacopo Martello, «Della tragedia antica e moderna», in Id., Scritti critici e sati
oni di Agrippina gli avevano sottratto; inoltre il protagonista della tragedia raciniana potrebbe essere catalogato come un uomo
na cfr. Rosa Giulio, Di Fedra il cieco furor: passione e potere nella tragedia del Settecento, Salerno, Edisud, 2000; Daniela Da
Oltre alla mancanza della catastrofe finale, viene rimproverata alla tragedia di Racine la mancata messa in scena di un persona
ittérature, VIII, 1995, pp. 125-149. [1.4.10] In Alexandre le Grand, tragedia di Racine al tempo molto criticata, Calepio non v
’onore, quanto per il possesso di Cléophile. Nella prima Préface alla tragedia Racine rispondeva polemicamente alle accuse rivol
otagonista, come invece accade in altre Préfaces (sui paratesti della tragedia si rimanda a Jean Racine, Préface de 1675 de l’Al
e IdT — Les Idées du théâtre). [1.4.11] Della Thébaïde (1664), prima tragedia scritta da Racine, Calepio si limita a notare l’a
ssare poi all’esame dell’Andromaque che veniva reputata da Racine una tragedia fedelmente rispettosa della qualità mediocre del
ridate, benché sia innamorata di suo figlio Xiphares. Nel corso della tragedia Mithridate non appare all’autore abbastanza pieto
scere nel pubblico un sentimento medesimo. [1.4.14] Il Bajazet è una tragedia incentrata sulla recente storia turca, dove il pr
battuta riferisce le censure che la critica francese aveva mosso alla tragedia di Racine: molti esponenti del «partito» corneill
acconsente con la difesa svolta da Racine nella seconda Préface della tragedia , ritenendo l’amore del protagonista plausibile e
ente dalla crudeltà del fratello. Infine Calepio accenna all’Athalie, tragedia religiosa tradotta e lodata da Antonio Conti in q
cui si scaglia la terribile ira della malvagia Athalie. Per quanto la tragedia sia apprezzabile in quanto è incentrata sul tema
ois-Joseph de Lagrange-Chancel, allievo di Racine, il quale nella sua tragedia , mettendo l’eroe protagonista nella situazione di
quindi anche l’Alzire (1736) e la Zaïre (1732) di Voltaire. La prima tragedia , ambientata in America e incentrata su di un conf
gastigo dovuto alla sua reità» (ibid.). «Alieno dal vero scopo della tragedia » sarebbe anche il Caton d’Utique di Deschamps, cr
pressi, ma conveniva renderlo idoneo di quella pietà, che richiede la tragedia » (ivi, pp. 175-176). Sulla versione voltairiana d
rice Alfonzetti, Il corpo di Cesare: percorsi di una catastrofe nella tragedia del Settecento, Modena, Mucchi, 1989, pp. 9-79.
tale per produrre pietà e terrore nello spettatore, fine ultimo della tragedia , la tragedia italiana risulta meglio strutturata
urre pietà e terrore nello spettatore, fine ultimo della tragedia, la tragedia italiana risulta meglio strutturata rispetto a qu
, sia in Francia che in Italia, lettori che misuravano la bontà della tragedia sulla base del rispetto della storia: contro ques
di certo l’ammirazione, vero fine della composizione eroica, ma nella tragedia non riesce a produrre l’effetto proprio di questo
ario. [1.4.18] In chiusura, Calepio, muove un’ulteriore critica alla tragedia italiana, rea di aver messo talvolta in scena sog
er messo talvolta in scena soggetti del tutto fittizi. Questo tipo di tragedia , come ricordato appena più avanti, erano teoricam
va come esempio di questa specie di composizione il Fiore di Agatone, tragedia che contemplava personaggi non mitologici, ma inv
atti a fornire l’intreccio per tante eccellenti tragedie. Affinché la tragedia giunga al suo effetto — ossia destare pietà e tim
ppresentate. Calepio non si riferisce in questo caso alla disputa fra tragedia di argomento storico o mitologico, che aveva rivi
nché per la qualità dei protagonisti —, reclamasse pari dignità della tragedia , alla quale era ritenuta superiore dal punto di v
questa aspirazione della pastorale, ritenuta proprio dal Custode una tragedia a tutti gli effetti. Nella Bellezza della volgar
esia egli canonizza il suo Elvio (1694), facendone il prototipo della tragedia moderna in virtù dello stile alto, capace di trat
rale, e segnatamente del Pastor Fido, si potevano ritrovare nel Della tragedia di Gravina (Gian Vincenzo Gravina, Scritti critic
uale vede agire in questa pastorale la proposta crescimbeniana di una tragedia allegoricamente politica e storica, che si contra
ueb, 2013, pp. 477-492). [1.4.19] Agatone era l’autore della perduta tragedia Il fiore, lodata da Aristotele (Poetica, 1451b 21
Il fiore, lodata da Aristotele (Poetica, 1451b 21-25) come esempio di tragedia costruita su personaggi inventati e conclusa in m
a dei soggetti, nonché il mancato perseguimento del fine ultimo della tragedia , ossia destare timore e compassione, in favore de
ltanto in uno degli ultimi capitoli, dedicato al rapporto fra epica e tragedia ; in questo frangente il filosofo greco ammette ch
tragedia; in questo frangente il filosofo greco ammette che tanto la tragedia quanto l’epica debbono produrre il meraviglioso (
ta fondamentale nelle poetiche cinque-seicentesche per garantire alla tragedia quella piacevolezza che era caratteristica necess
Manziana, Vecchiarelli, 2007. Per quanto riguarda la situazione della tragedia e della tragicommedia tra diciassettesimo e dicio
ol discreto pennel d’alta eloquenza». «Meraviglioso» e classico nella tragedia e tragicommedia italiana del Cinque-Seicento, Rom
rilevava che la meraviglia, per quanto non debba venire esclusa dalla tragedia , è una peculiarità del poema eroico («Se è vero c
la tragedia, è una peculiarità del poema eroico («Se è vero che nella tragedia si debba produrre il meraviglioso, nell’epopea è
ettando è per aventura di tutte le poesie: perché giova dilettando la tragedia , e giova dilettando la comedia. Ma il fine di cia
ata a quel fine ch’ella si propone), così altro fine dovrebbe aver la tragedia , altro la comedia, altro la epopeia, o altra oper
alepio, nel rimarcare con insistenza le differenze fra poema eroico e tragedia , parrebbe al contrario propendere per un’interpre
retazione diversa: a suo parere la ricerca dell’utile è propria della tragedia , mentre l’epica punta prevalentemente al diletto,
come dimostrano le sue considerazioni sul dramma eroico di Corneille, tragedia fallita in quanto guarda più ad ottenere l’applau
per il lettore. [2.1.4] Calepio rileva una meraviglia propria della tragedia , consistente appunto nella sorpresa piacevole off
nale. I Francesi, anziché ricercare quella meraviglia esclusiva della tragedia , avrebbero a suo dire intrapreso una strada diffe
vrebbero a suo dire intrapreso una strada differente, contaminando la tragedia con l’epica. Corneille, preferendo che i suoi dra
sultassero piacevoli piuttosto che utili, ha infatti introdotto nella tragedia protagonisti eroici, incapaci di destare pietà e
tragico” e l’“ammirazione accessoria”. In margine alle critiche della tragedia corneilliana mosse nel Paragone di Pietro Calepio
. [2.1.5] Come già anticipato nel primo capo, Calepio ritiene che la tragedia francese sia sbilanciata sul versante dell’epica,
assione e terrore. Questa diversione rispetto al fine autentico della tragedia implicherebbe secondo Calepio una deresponsabiliz
dell’inflessibile Sophonisbe corneilliana penalizzi la riuscita della tragedia , che non è in grado di conseguire pietà e terrore
in cui tuttavia non mancavano riflessioni sullo statuto poetico della tragedia : la prospettiva adottata da Terrasson, ancora leg
ntrario precise linee di demarcazione che distinguevano l’epica dalla tragedia . Fra questi si segnalava il Traité du poème épiqu
le si riconosceva la meraviglia come propria più dell’epica che della tragedia (Poetica, 1460a 12-14), aveva preso il Cid ad ese
rneille anche Jean Terrasson, in polemica con Dacier, asseriva che la tragedia poteva ispirare l’ammirazione, così come l’epopea
, t. I, pp. 203-204). D’altra parte, Terrasson considerava appunto la tragedia un sottogenere del poema eroico: «LA TRAGEDIE est
rale della vita umana, a contenere l’imitazione di «ogni affetto» — e tragedia , «poesia più limitata, e dilicatissima nel riceve
. Il filosofo greco non mancava di sottolineare come la fortuna della tragedia doppia si dovesse alla debolezza del pubblico, il
avia, sentenzia Aristotele, «questo non è il piacere che deriva dalla tragedia , piuttosto quello proprio della commedia: perché
lusione infausta, mostrandosi riluttante a riconoscere la bontà della tragedia doppia, che storicamente si era affermata, da una
ella lettura di Castelvetro; dall’altra grazie allo spostamento della tragedia verso il modello tragicomico che, come illustrano
rilevata l’ambigua ma sostanziale vicinanza della tragicommedia alla tragedia doppia: «Quanto poi alla diversità delle parti, c
a forma poetica della tragicommedia e sulle sue contaminazioni con la tragedia cfr. Dalla tragedia rinascimentale alla tragicomm
a tragicommedia e sulle sue contaminazioni con la tragedia cfr. Dalla tragedia rinascimentale alla tragicommedia barocca: esperi
ia discussione in merito alla conclusione luttuosa oppure lieta della tragedia si veda il volume I finali: letteratura e teatro,
ità della catarsi, ammetteva un altro tipo di utilità peculiare della tragedia , oltre a quella che consisteva nel destare pietà
meraviglioso riferito alla risoluzione inattesa della peripezia nella tragedia italiana, ritenuta sotto questo profilo assai più
settecentesco in merito all’utilità dell’impiego dell’agnizione nella tragedia era stato particolarmente acceso, sempre a causa
uota attorno al Costantino (1653) di Giovan Battista Ghirardelli, una tragedia in prosa che accese un’aspra contesa all’interno
be tuttavia, secondo il francese, in uno dei più tipici difetti della tragedia italiana, preferendo la riconoscenza finale ad un
laborata e orientata verso la preparazione di effetti patetici. Nella tragedia di Ghirardelli infatti Costantino riconosce il pr
rdue University Press, 1999, pp. 101-103. Le accuse di Corneille alla tragedia italiana, così sollecita nel fare ricorso all’agn
Pier Jacopo Martello, sostenitore della necessità di introdurre nella tragedia un’agnizione sia fisica che “morale” («Ti confido
opposta a quella, che dianzi appariva», Pier Jacopo Martello, «Della tragedia antica e moderna», in Id., Scritti critici e sati
derlo — così sostengono nei paratesti delle molteplici edizioni della tragedia letterati noti quali Giovan Gioseffo Orsi e Sebas
la di Alfieri, in virtù della bellezza dell’agnizione contenuta nella tragedia del veronese (Francesco Benedetti, Discorso intor
stro. Sulla natura “trasgressiva” rispetto ai canoni accademici della tragedia del Bonarelli, che tuttavia riuscì in breve ad im
si perda l’effetto catartico e stupefacente che la conclusione della tragedia dovrebbe contenere per riuscire a destare pietà e
o di Corneille, ossia che esso trascuri di produrre le passioni della tragedia , pietà e terrore, mettendo sulla scena dei protag
o non è quello di prescrivere come necessaria la riconoscenza in ogni tragedia . Questa chiusa nasconde una polemica nei confront
acquisto di cosa smarrita si contiene», Gian Vincenzo Gravina, «Della tragedia », in Id., Scritti critici e teorici, a cura di Am
uttavia l’espediente dell’agnizione è raccomandabile in ogni sorta di tragedia , dal momento che risulta utile sia a mantenere vi
nigrata dalla maggior parte dei drammaturghi francesi conferma che la tragedia transalpina non persegue correttamente il fine pr
tragedia transalpina non persegue correttamente il fine prefisso alla tragedia . Articolo III. [2.3.1] Calepio viene quind
appresentabili diventa ben più ampia rispetto a quanto accadeva nella tragedia antica, anche in virtù dell’approfondimento condo
della requisitoria circa il sistema delle passioni che strutturava la tragedia di Corneille (cfr. Paragone I, 2). Sul Trattato d
li e Andrea Torre, Milano, Unicopli, 2011, pp. 7-29. Sul rapporto fra tragedia e passioni tra Sei e Settecento si vedano: Arnald
guori, 1987; Enrico Mattioda, «Le passioni tragiche», in Teorie della tragedia nel Settecento, Modena, Mucchi, 1994, pp. 17-74;
i francesi — e primo fra tutti Pierre Corneille — sostenessero che la tragedia d’oltralpe fosse capace di attirare la compassion
ltro censurabili. Egli propone l’esempio de La Mort d’Achille (1674), tragedia di Thomas Corneille il cui soggetto è tratto dall
erisce al dramma francese il ben più scialbo Achille in Troja (1728), tragedia scritta dal veronese Giovan Nicola Alfonso Montan
roponendo protagonisti inadeguati è Antoine de La Fosse, la cui prima tragedia , Polixène (1686), insiste sempre sul medesimo arg
ragedia, Polixène (1686), insiste sempre sul medesimo argomento della tragedia di Thomas Corneille, ma con una variazione import
o da Pirro, il quale era innamorato di lei. Nella Préface (1696) alla tragedia , egli, difendendosi dalle critiche dei detrattori
etico, della soluzione adottata: secondo il Bergamasco l’autore della tragedia , rappresentando come involontario l’omicidio di P
. Articolo IV. [2.4.1] Ciò che deve risaltare nel finale della tragedia , secondo Calepio, è il nucleo delle due passioni
sto senso dal Maffei nelle sue Osservazioni, proprio perché in questa tragedia campeggiava il carattere fieramente disumano dell
nella Rodogune di Corneille anche nell’Iphigénie raciniana. In questa tragedia , accanto alla virtuosa protagonista, si staglia u
tivi, garantendo alla vicenda un finale lieto che di fatto inclina la tragedia verso la tragicommedia (Roland Barthes, Sur Racin
p. 202). Calepio, dal canto suo, riconosce ancora una volta in questa tragedia la riprovata struttura della favola doppia e riti
lla misericordia. Il Bergamasco si fa così sostenitore del Coro della tragedia greca, atto a compatire gli eroi miseri, con una
ei capi successivi demolirà ogni impiego del personaggio corale nella tragedia moderna. Oltre al Coro, il Bergamasco reputa adat
atica che la drammaturgia italiana cinquecentesca aveva ripreso dalla tragedia greca, e che invece era stata generalmente trascu
rata nel teatro francese del Seicento. [2.4.6] Lo scioglimento della tragedia dovrebbe essere, nell’ottica calepiana, il moment
gli censura quindi la conclusione della Théodore di Pierre Corneille, tragedia basata sulla storia di Santa Teodora, oggetto del
za di vedute rispetto al teatro di Corneille: se per il Bergamasco la tragedia deve rappresentare le disavventure dei miseri, sp
é Bridoux, Paris, Gallimard, 1949, pp. 584-585). Nel suo Examen della tragedia , d’altra parte, il drammaturgo francese mostrava
e Simona Santacroce. Sul rapporto fra l’avantesto di Rospigliosi e la tragedia di Corneille si rimanda al classico contributo di
istico e meschino che sta alla base della critica voltairiana: la sua tragedia era risultata noiosa in quanto la peripezia veniv
ico, di questa censura è la disapprovazione ch’ebbe la prima volta la tragedia di M. de Voltaire: e da questo egli ha preso moti
eno io ne deduco dalla lettura delle cose precedenti della stessa sua tragedia ; ed è che la peripezia del nuovo Edippo si compie
gliuolo di Giocasta; la seconda fa molto minore impressione che nella tragedia di Sofocle, in cui si fa tutta la riccognizione e
lla Poetica al differente trattamento da riservare agli episodi nella tragedia e nell’epopea, specificando che, a differenza di
tele, Calepio insiste sul diverso spazio assegnato agli episodi nella tragedia e nell’epopea, riaffermando ancora una volta uno
ione della pietà. Calepio propone, non diversamente da Corneille, una tragedia di stampo fortemente cristiano, ma a differenza d
blico, e l’altra è diletto diritto. Il diletto oblico è proprio della tragedia , il quale si sente quando in tragedia si rapprese
diletto oblico è proprio della tragedia, il quale si sente quando in tragedia si rappresenta uno avenimento fortunoso, per lo q
tragico” e l’“ammirazione accessoria”. In margine alle critiche della tragedia corneilliana mosse nel Paragone di Pietro Calepio
Secondo la classica concezione settecentesca, Calepio individua nella tragedia greca il modello di semplicità drammaturgica a cu
opera di nunzi o messi. Il Bergamasco non si limita a trattare della tragedia , ma affronta anche il problema della commedia, la
commento di Donato, al quale Calepio poteva facilmente attingere. La tragedia non potrebbe invece, secondo lui, trarre giovamen
a livello di intreccio, Calepio distingue due differenti tipologie di tragedia : una propriamente classicistica, una assai meno f
Bonarelli — la cui struttura è notevolmente accresciuta rispetto alla tragedia francese cinquecentesca La Soltane di Gabriel Bou
, di cui il Trissino recuperava il soggetto per nobilitare la propria tragedia . Facendo seguito ad una premessa poco rassicurant
taginesi. Il Maffei, nella sua nota sul «modo di recitare la presente tragedia », raccomandava proprio il taglio di questa ventin
ncesso in sposa proprio la figlia Pilade. Il Maffei, ripubblicando la tragedia , non tocca questi versi, limando soltanto quattro
Uno dei punti nei quali emerge maggiormente l’abituale assenza, nella tragedia italiana, di una precisa attenzione all’allestime
plificato con la citazione della Progne (1561) di Lodovico Domenichi, tragedia di soggetto ovidiano, frutto della traduzione del
rivere, della Fedra di Seneca e di quella del Bozza. Accanto a questa tragedia egli loda il Britannicus, tragedia politica che n
quella del Bozza. Accanto a questa tragedia egli loda il Britannicus, tragedia politica che narra le macchinazioni di Agrippina
sonaggio di Junie, ritenendolo fuori luogo, e si dice convinto che la tragedia riceverebbe giovamento dalla soppressione di ques
«freddi ed inutili» (Paragone I, 4, [4]). Neppure la Demodice (1720), tragedia di Giovan Battista Recanati che mette in scena un
maniera convincente gli episodi secondari alla favola principale. La tragedia del Recanati, letterato veneziano e accademico d’
anche sulla scorta delle affermazioni contenute nella prefazione alla tragedia di Girolamo Lioni, in cui vengono lodate la strut
’azione che era stata ritenuta il pregio del dramma. L’impianto della tragedia gli sembra ora macchinosa e i tanti episodi secon
insieme modelli troppo eterogenei: alcuni elementi sono tipici della tragedia classicistica come l’oracolo che struttura la vic
i confidenti, assieme a quella riguardante l’abuso degli amori nella tragedia , era un luogo comune delle argomentazioni dei let
one di questa consuetudine è generalizzata; Antonio Conti riteneva la tragedia francese lontana dalla perfezione proprio a causa
io all’eccessiva rilevanza data agli affari amorosi — che impone alla tragedia una svolta romanzesca — la creazione del personag
obilitava l’origine, sostenendo che questi fossero già presenti nella tragedia greca e latina (Jean-Baptiste Rousseau, «Lettre d
verso le varianti del Filippo», in Id., Alfieri e il linguaggio della tragedia : verso, stile, topoi, Napoli, Liguori, 1999, pp. 
, si suicida a propria volta cadendo morta sul corpo di Coreso. Nella tragedia del de La Fosse Callirhoé non è soltanto insensib
.1] Corneille aveva sostenuto nel primo dei suoi tre Discours, che la tragedia , benché non dovesse fondarsi principalmente sulla
iprendeva di fatto la posizione dell’autore del Cid affermando che la tragedia non si sosteneva decorosamente rappresentando dei
anto negli episodi secondari — costituisse un tratto distintivo della tragedia moderna rispetto a quella antica e che la bravura
le théâtre par trop de tendresse», confessa che bandire l’amore dalla tragedia è altrettanto sbagliato dell’incentrare la compos
n era tuttavia integralmente schierato a favore di Corneille e di una tragedia incline ad accogliere la rappresentazione della p
ne del Francese, che egli richiama indirettamente — sul fatto che una tragedia basata sugli amori trascura affetti più important
te…, Paris, Barbin, 1692, p. 80). La forte presenza degli amori nella tragedia francese era uno degli elementi più criticati dag
criticati dagli Italiani nel primo Settecento: il Gravina, nel Della tragedia , riprendeva le parole di Rapin e Dacier per biasi
altro carattere che quello di amante» (Gian Vincenzo Gravina, «Della tragedia », in Id., Scritti critici e teorici, a cura di Am
trava altrettanto severo nel censurare l’uso degli amori tipico della tragedia francese, mettendo in ridicolo le caratteristiche
92). Se Gravina e Muratori concepivano la questione degli amori nella tragedia come un problema di ordine morale, il Maffei la o
stesura del testo — al fine di contestarne la tesi. D’altra parte la tragedia italiana dei primi decenni del Settecento, così i
i, e chiosava, dal canto suo, che non essendo necessario l’amore alla tragedia , da essa si sarebbero potute tranquillamente escl
ri, insegnarle a nodrirli con sobrietà», Pier Jacopo Martello, «Della tragedia antica e moderna», in Id., Scritti critici e sati
o afferma che non è necessario introdurre degli episodi amorosi nella tragedia per renderla più piacevole. Egli biasima in parti
truttura, egli ritiene passabile l’Ariane (1672) di Thomas Corneille, tragedia incentrata sulla rivalità tra Arianna e la sorell
a attenzione riservata al sentimento amoroso, gli paia indegno di una tragedia . Maggiormente censurabili appaiono tuttavia a Cal
e beaucoup d’autres célébres Ouvrages», in Scipione Maffei, La Merope tragedia . Con Annotazioni dell’Autore e con la sua Rispost
ra ad Antonio Bruni con la quale difendeva l’ortodossia della propria tragedia rispetto ai criteri aristotelici: gli amori di De
ivi di sovrane, incarnate rispettivamente da Eryxe e Sophonisbe nella tragedia di Corneille sono fatte da Susan Read Baker, Diss
questo frangente denunciata l’incoerenza di alcuni protagonisti della tragedia francese che sono invischiati all’interno di epis
be in modo eloquente questa contraddizione è l’Idoménée (1705), prima tragedia di Crébillon père, ancora scevra degli elementi c
rente allorché viene a sapere che il figlio è suo rivale in amore. La tragedia di Crébillon, tradotta in italiano da Francesco A
etto di Antoine Danchet (1712) e fungerà poi da ipotesto per un’altra tragedia — l’Idoménée di Antoine-Marin Le Mierre (1764) —
are pietà e terrore. L’Athalie era stata peraltro eletta a modello di tragedia religiosa da Antonio Conti, che ne aveva anche fo
della partizione del dramma in atti e scene. [4.1.2] L’esordio della tragedia è ritenuto da Calepio un momento particolarmente
alle sue favole con figura narrativa» (Gian Vincenzo Gravina, «Della tragedia », in Id., Scritti critici e teorici, a cura di Am
ia, in Id., Rime, Lucca, Cappuri, 1730, pp. 240-241); tuttavia questa tragedia era considerata da Gravina — con cui Calepio intr
, p. 316). Non a caso egli aveva tratto ispirazione proprio da questa tragedia per la composizione del suo Servio Tullio. [4.1.
lti drammaturghi cinquecenteschi avevano adibito la prima scena della tragedia ad informare il pubblico degli antefatti. Giraldi
Iride e Giunone. Conscio di questo difetto il Maffei, pubblicando la tragedia nel Teatro Italiano, pregava di non considerare i
ntiquato, e di eliminarlo assieme all’epilogo al fine di ricreare una tragedia in tre atti («Chi metterà su la Scena questa Trag
cimbeni, rifacendosi al modello della commedia latina, ma anche della tragedia di Giraldi, legittimava infatti a posteriori la s
rnazione del Martello nel dialogo fittizio con l’Aristotele del Della tragedia antica e moderna («A dirti il vero, o maestro — i
rale pronunzia assai francamente di aver per esse restituita la Greca tragedia al Teatro della quale appena un’ombra, dic’egli,
e altre tragedie, o estere, o Italiane», Pier Jacopo Martello, «Della tragedia antica e moderna», in Id., Scritti critici e sati
ësie et sur la peinture, 7e éd., Paris, Pissot, 1770, t. I, p. 395) —  tragedia peraltro a suo parere irregolare per molti altri
e del protagonista e la fine lieta. Contro l’uso dei confidenti nella tragedia francese si erano espressi diversi storici e teor
rime condanne era venuta da Pier Jacopo Martello, il quale, nel Della tragedia antica e moderna, prendeva le distanze dalla moda
o creduto dover regolarmi diversamento» (Pier Jacopo Martello, «Della tragedia antica e moderna», in Id., Scritti critici e sati
ione, reputando l’uso dei confidenti uno dei principali difetti della tragedia francese, accanto al dialogo in rima e agli «eroi
, Milano, Marzorati, 1971, p. 591). Sulla figura del confidente nella tragedia francese del Seicento si vedano: Valérie Worth-St
2008, pp. 145-192. [4.1.7] Al Calepio paiono anche poco adatti alla tragedia la rappresentazione di sogni e oracoli che avevan
agedia la rappresentazione di sogni e oracoli che avevano popolato la tragedia italiana del Seicento — ma anche del primo Settec
sa in forma di simili stratagemmi. L’unico caso di sogno tratto dalla tragedia francese che l’autore cita, peraltro esprimendo u
oni di questo tipo: il sogno di Athalie narrato a Mathan nell’omonima tragedia (II, 5) e quello di Assuérus, soltanto evocato da
me gli oracoli e i vaticini, si ritrovano invero frequentemente nella tragedia francese del Seicento. Un catalogo degli oracoli
gedia francese del Seicento. Un catalogo degli oracoli presenti nella tragedia del diciassettesimo secolo, e in particolare nell
es classiques, 2002, pp. 395-416. Sul ricorso a sogni e oracoli nella tragedia francese dell’epoca si vedano inoltre: Raluca-Dan
hez Jean Racine», Études Épistémè, XII, 2007, pp. 83-115. Anche nella tragedia italiana del Cinque e del Seicento abbondavano si
ontributi che si sono occupati della rappresentazione del sogno nella tragedia italiana di epoca moderna cfr. Benedetta Papasogl
, Roma, Bulzoni, 2000, pp. 151-168; Ead., «Il sogno premonitore nella tragedia sacra», in Il tragico e il sacro dal Cinquecento
Cosentino, «Sogni tragici/Sogni epici: per uno studio del sogno nella tragedia cinquecentesca (primi sondaggi)», in Le metamorfo
er, 2003, pp. 96-109; Fabio Ruggirello, «Strutture immaginative nella tragedia del Cinquecento: il topos del sogno premonitore»,
del sogno premonitore», Forum Italicum, XXXIX, 2005, pp. 378-397. La tragedia classicistica del primo Settecento — dal Lazzarin
i Calepio e quella del Valaresso, autore di una gustosa parodia della tragedia ultra-classicistica del primo Settecento, il famo
1960, p. cxxv, e successivamente Domenico Pietropaolo, «Parodia della tragedia classica e riforma teatrale nel Settecento: il co
vicende, come farà Alfieri, teorizzando nella Risposta a Calzabigi la tragedia «di un solo filo ordita», condanna quelle favole
cuni esempi dell’introduzione di episodi incoerenti all’interno della tragedia : del Torrismondo del Tasso egli censura il monolo
pressa dal Napoli Signorelli, pronto comunque a riconoscere in questa tragedia una delle migliori del panorama italiano («I dial
epio riteneva tuttavia sconveniente l’impiego del Coro continuo nella tragedia contemporanea anche in virtù del fatto che essa e
, non contemplavano la maestosità del Coro, calzante piuttosto in una tragedia il cui intreccio era ripreso dalla mitologia grec
ella Storia critica de’ teatri antichi e moderni l’autore, lodando la tragedia , critica l’ottusità di Calepio, attento a notare
oprietà della peripezia, in margine al consueto confronto fra epica e tragedia che caratterizza lo sviluppo del dibattito circa
purro, 1823, pp. 335-336). Lo sforzo calepiano di individuare in ogni tragedia il preciso punto dal quale prende le mosse la per
effetti debitore della posizione critica tassiana. [4.3.2] Nella sua tragedia Temisto, il cui soggetto era tratto da Igino, Giu
e Salìo, La Temisto, Padova, Comino, 1728, p. 57). La peripezia della tragedia prende le mosse, secondo Calepio, proprio da ques
in cui Flavia coordina il gruppo dei congiurati (II, 8). [4.3.3] La tragedia francese appare agli occhi di Calepio più natural
èce di Racine, va notato che l’autore rivendicava, nella Préface alla tragedia , il carattere estremamente semplice della Bérénic
condottiero valoroso ed insuperabile. Articolo IV. [4.4.1] La tragedia francese riesce migliore di quella italiana, seco
Calepio è quella che sorregge l’intero impianto del suo Paragone: la tragedia italiana, a differenza di quella francese, rivela
a tirade del famiglio contro il malcostume femminile, conferisca alla tragedia una indecorosa tonalità comica («O feminil natura
intervento di Eudoxe nel secondo atto dell’Héraclius di Corneille. La tragedia , il cui soggetto è tratto dalla storia dell’Imper
ccorda al parere dello stesso Corneille, il quale nel suo esame della tragedia si era vantato dell’acutezza di questo passaggio
catalogazione delle differenti tipologie di discorsi possibili nella tragedia , rifacendosi chiaramente alla Pratique du théâtre
e troverà gioco facile nel ridicolizzare la natura declamatoria della tragedia di Corneille. Ben prima di Voltaire si trovano al
la passione; per questa ragione egli condanna i tanti soliloqui della tragedia italiana cinque-seicentesca votati a ricostruire
odio verso, o contro chi lo pronuncia», Pier Jacopo Martello, «Della tragedia antica e moderna», in Id., Scritti critici e sati
oro passioni agli spettatori conoscere. Non è ch’io non creda, che la tragedia senza soliloquio non sia più perfetta: ma la qual
el tempo che, come registrava lo stesso Maffei nelle Annotazioni alla tragedia , ritenevano che mettere in bocca ad Egisto il nom
, p. 267). L’unico esempio di a parte che il Bergamasco ravvisa nella tragedia greca è un breve intervento di Clitemnestra nell’
[Amsterdam, Bernard, 1715, t. I, p. 236]). [4.5.8] Calepio reputa la tragedia francese meno incline ad accogliere al proprio in
erais sensible à la pitié?», II, 7, vv. 651-654). Venendo invece alla tragedia italiana, il Calepio riscontra come gli a parte a
nto», Scipione Maffei, «Recensione a P. Calepio», cit., p. 66). Nella tragedia del Settecento, oltre che nella Merope, Calepio t
a, e l’altro dal Satiro». Egli si proponeva quindi di emendare la sua tragedia in una successiva edizione («Contuttociò io prome
I, Venezia, Pasquali, 1739, p. n.n.). Sull’impiego dell’a parte nella tragedia francese si rimanda a: Nathalie Fournier, L’Apart
.3] Calepio torna quindi all’attacco dell’introduzione del Coro nella tragedia moderna. Se egli aveva in precedenza condannato i
 192-201), e sulla quale insistevano variamente diversi teorici della tragedia cinque e seicentesca, nonché il Guarini (cfr. Eli
on riguardava soltanto la possibilità di tenere in vita il Coro nella tragedia moderna, magari come voce del poeta, secondo l’ip
uratore ozioso» avrebbe infatti acceso una disputa sulla natura della tragedia greca — era essa interamente cantata, oppure solt
to con il precedente: lo Stagirita infatti in questa sede definiva la tragedia come un’imitazione di azione nobile, in un lingua
re, richiamandosi per il suo nuovo dramma per musica al modello della tragedia greca che supponeva essere stata interamente cant
a ritornava sul già citato Problema, al fine di dimostrare come nella tragedia greca «non si cantavano i Cori soli»; esistevano
olto spesso la musica sia considerata un elemento di corruzione della tragedia (cfr. Enrico Fubini, Musica e cultura nel Settece
esaurisce la discussione sulla natura originariamente musicata della tragedia greca; l’opinione del Doni viene anzi ripresa nel
ta, e discorre sopra l’azione imitata», Gian Vincenzo Gravina, «Della tragedia », in Id., Scritti critici e teorici, a cura di Am
so una lunga sezione dedicata alla musica, in cui sosteneva che nella tragedia i recitativi non fossero cantati, ma modulati su
ad essere un mero, ma grave, nobile e ben accomodato intermedio della tragedia », Angelo Ingegneri, Del modo di rappresentare le
alcune tecniche per sostituire il Coro nella messa in scena della sua tragedia («Facilissimo sarebbe ancora il rappresentare l’a
a, 1770, pp. 245-246). Sull’importanza della volontà di recuperare la tragedia greca nella creazione del dramma per musica si ve
ficacemente la definizione delle tre unità drammatiche che fondano la tragedia , alla quale «conviene havere per soggetto un’atti
ame, come nel caso dell’Horace. Quando poi, in veste di teorico della tragedia egli affronta la questione nel terzo dei suoi Dis
a, 1962, pp. lviii-lix). Il Gorini stesso nel trattato Della perfetta tragedia che aveva premesso all’edizione della Rosimonda e
pato nell’edizione integrale del suo Teatro, delineando un modello di tragedia a lieto fine basata sulla maestosità e sulla vero
a sola Tragedia […]?», Giuseppe Gorini Corio, Trattato della perfetta tragedia , in Id., Teatro tragico e comico, Venezia, Albriz
rrendo della Giocasta del Baruffaldi, intitolata dal poeta ferrarese « tragedia di scena mutabile» proprio perché forzava il prin
affermare che fosse improprio «l’uso di non mutare mai la scena della tragedia », ma sosteneva che, anche alla luce del fatto che
ricorreva spesso il Martello, a sua volta raffinato conoscitore della tragedia francese. Sul cambiamento della scena nel Torrism
est’ultimo articolo il giudizio che struttura l’intera disamina della tragedia italiana e francese nel Paragone. Egli è convinto
ia italiana e francese nel Paragone. Egli è convinto del fatto che la tragedia francese sia superiore a quella italiana dal punt
tanza». Ancora una volta si scorge sottotraccia la critica mossa alla tragedia grecheggiante, insufficiente dal punto di vista d
querelle primo-settecentesca fra antichi e moderni che atteneva alla tragedia , un documento assai rilevante delle ragioni dei M
ssai rilevante delle ragioni dei Modernes, l’«arcisopratragichissima» tragedia Rutzvanscad il giovane di Zaccaria Valaresso, riv
i mai citata direttamente nelle sezioni del Paragone che attaccano la tragedia ultraclassicistica, andrà probabilmente considera
del Boccardi, il quale si era impegnato a difendere i sommi esempi di tragedia italiana, l’Ulisse e la Merope — nonché i loro ar
«poeta novello» che aveva affermato l’indiscutibile superiorità della tragedia greca rispetto a quella moderna, al quale egli, a
zvnscad del Valaresso si vedano: Domenico Pietropaolo, «Parodia della tragedia classica e riforma teatrale nel Settecento: il co
tta», Lettere italiane, LXV, 2013, pp. 77-94; Tobia Zanon, «Contro la tragedia . Il “Rutzvanscad il giovine” di Zaccaria Valaress
uardante la tenuta scenica delle tragedie: Calepio confronta prima la tragedia greca con quella italiana, affermando che talvolt
ndo che talvolta è superiore quest’ultima; tuttavia anche la migliore tragedia italiana non regge il paragone di quella francese
r egli mette in primo piano l’aspetto della ricezione considerando la tragedia una scrittura destinata primariamente alla rappre
ura destinata primariamente alla rappresentazione. In questo senso la tragedia francese — sulla base di tutte le argomentazioni
argomentazioni riportate in questo capo — riesce superiore tanto alla tragedia greca che a quella italiana. Calepio preferisce a
epio a quella di Euripide; il drammaturgo emiliano nella dedica della tragedia ammetteva di essere intervenuto in diversi punti
r gettato a terra i Francesi» con la sua Merope, sottolineava come la tragedia del Veronese risultasse inferiore a quella di Cor
del suo giudizio, non viziato da alcuna deferenza nei confronti della tragedia francese, né dalla partigianeria patriottica per
olare attenzione. Il costume era una delle sei parti essenziali della tragedia elencate da Aristotele nella Poetica (1450a 15-25
ca (1450a 15-25), ritenuta meno importante della favola, in quanto la tragedia era imitazione di azione e non di uomini («Ma la
a la parte più importante di tutte è la composizione delle azioni. La tragedia infatti è imitazione non di uomini ma di azioni e
costumi, cosicché le azioni e il racconto costituiscono il fine nella tragedia , e il fine è di tutte le cose quella più importan
cose quella più importante. Ancora, senza l’azione non ci sarebbe la tragedia , mentre senza i caratteri ci potrebbe essere»). N
ne su questo punto, considerando il costume la parte essenziale della tragedia , come dimostrerebbero le parole con cui Saint-Évr
n cui Saint-Évremond, grande sostenitore dell’impianto oratorio della tragedia corneilliana, si augurava che Corneille componess
della tragedia corneilliana, si augurava che Corneille componesse una tragedia su Annibale e Scipione per sentire i discorsi mer
o del costume si era soffermato anche Gian Vincenzo Gravina nel Della tragedia , laddove, rifacendosi alla Poetica di Aristotele,
tutti il carattere d’una sola nazione», Gian Vincenzo Gravina, «Della tragedia », in Id., Scritti critici e teorici, a cura di Am
ll’Ecuba di Euripide», Giuseppe Gorini Corio, Trattato della perfetta tragedia , in Id., Teatro tragico e comico, Venezia, Albriz
ragica, animata da una speciale attenzione per l’utilità morale della tragedia che deve risultare senz’altro dilettevole al fine
el Muratori, come già aveva evidenziato Enrico Mattioda (Teorie della tragedia nel Settecento, Modena, Mucchi, 1994, pp. 34-36;
i grandi e brillanti sarebbe peculiare della poesia epica e non della tragedia , laddove i caratteri devono essere necessariament
rtico. La discussione sull’ammissibilità dei personaggi malvagi nella tragedia si era animata fra Sei e Settecento; se Corneille
ere d’Edipo stesso, protagonista, ovvero personaggio principale della tragedia , il quale dal poeta è finto, come già era dato da
poi nasce un’indiscreta ed ingiusta regola, che il protagonista della tragedia debba di bontà mediocre comparire. Né considerano
re e contraffare le fatte, o a tacere», Gian Vincenzo Gravina, «Della tragedia », in Id., Scritti critici e teorici, a cura di Am
gliava ai poeti tragici di comportarsi come i pittori («Poichè poi la tragedia è imitazione di uomini migliori di noi, si debbon
ne e sulla meraviglia; egli quindi subordina il costume al fine della tragedia , insistendo sul fatto che, dovendo i protagonisti
l Protagonista diffusamente ragionato», Gian Vincenzo Gravina, «Della tragedia », in Id., Scritti critici e teorici, a cura di Am
tragico” e l’“ammirazione accessoria”. In margine alle critiche della tragedia corneilliana mosse nel Paragone di Pietro Calepio
el Seicento: Cinna, il fidato consigliere di Augusto che nell’omonima tragedia di Pierre Corneille guida una cospirazione contro
ione contro l’imperatore; il barbaro Attila, protagonista di un’altra tragedia del medesimo, Attila roi des Huns, nella quale vi
occhio le due potenze avversarie; infine Stilicon, eroe eponimo della tragedia di Thomas Corneille (1660), uomo forte dell’imper
lla vicenda, in cui si rappresentano i suoi ingegnosi misfatti, nella tragedia raciniana gli antagonisti erano caratteri seconda
sentazione delle azioni malvagie di Bellerofonte, protagonista di una tragedia di Euripide («Cum hi novissimi versus in tragoedi
nel quale l’autore greco ricordava come Euripide impiegasse nella sua tragedia il malvagio Issione soltanto al fine di farlo poi
isaccordo: rivendica infatti l’esemplarità di alcuni personaggi della tragedia greca, e in particolare Edipo, archetipo del buon
epio si impegni a mostrare che non mancano personaggi esemplari nella tragedia greca, egli si premura di specificare che non è a
al quale il poeta affidava il proprio successo. Lo spostamento della tragedia verso l’epica, che aveva prodotto in particolare
, così da raggiungere quella purgazione in cui constava l’utile della tragedia . Sarà inoltre utile notare come l’imposizione di
meno degna di compassione, guastando quell’utile che è proprio della tragedia . Al confronto viene ritenuta migliore la Sophonis
par Georges Couton, Paris, Gallimard, 1987, p. 199). Di certo questa tragedia , tanto vituperata dal Maffei nelle Osservazioni s
esercitato il suo ambiguo fascino sul Bergamasco, il quale nella sua tragedia non finita, il Seleuco, dimostra di riprendere ch
e non possa essere buon soggetto tragico; imperòche l’uomo componendo tragedia d’un fatto con gli stessi mezzi, con che altri ne
ioni, Milano, Marzorati, 1971, p. 133). In generale, sul rapporto fra tragedia e storia in Francia tra Cinque e Settecento, e in
p. n.n.). Non diversamente il Duché si era comportato nell’altra sua tragedia religiosa, il Jonathas, nella cui Préface aveva a
he libertà al drammaturgo che intendesse avventurarsi nel campo della tragedia di argomento sacro, Corneille aveva da parte sua
rneille aveva da parte sua esplicitato una distinzione importante fra tragedia biblica, il cui soggetto non poteva essere in nes
e in nessun punto alterato in quanto fondato sulla Sacra Scrittura, e tragedia cristiana, di argomento agiografico, la cui favol
una filiera di testi che costituirà in qualche modo l’archetipo della tragedia sacra e che verrà, almeno in parte, puntualmente
ne citato in continuazione, come dimostra anche il fatto che a questa tragedia Crescimbeni dedicasse molto spazio all’inizio del
elazione ai personaggi secondari e non ai protagonisti. Osservando la tragedia francese egli trova inadeguata l’introduzione dei
competizione con il Cato di Addison (1712) — la prima edizione della tragedia era accompagnata da un Parallèle des deux tragédi
d opera di Anton Maria Salvini (1725), e il rifacimento tedesco della tragedia ad opera di Johann Christoph Gottsched (Der sterb
storico di Plutarco non gli dava abbastanza materiale per riempire la tragedia senza ricorrere all’invenzione, elenca i numerosi
tâché d’opposer des crimes aux vertus de Caton», ibid.). La perfetta tragedia che contemplava Calepio non si basava certo, come
li lamenta alcune imperfezioni, prendendosela in prima istanza con la tragedia arcadica. I due bersagli contro il quale infatti
eva riconosciuto nel suo Corradino l’archetipo di perfetta e regolare tragedia arcadica — benché, come si evince dall’Elvio, la
ndubbiamente si avvaleva del modello corneilliano. Il Corradino è una tragedia storica dai toni senecani incentrata sulla contes
arne le carni in pasto al padre, nonché la Fedra del Bozza. In questa tragedia , a differenza di ciò che accadeva nella Phèdre di
crimine ancora peggiore. Egli censura in sostanza il prototipo della tragedia di vendetta, al quale si ricollegano i drammi cin
n brutale regicidio. Anche la Perselide di Pier Jacopo Martello è una tragedia di vendetta imperniata sulle tormentate vicende d
ll’idea di Martello, adombrare una sorta di conclusione lieta per una tragedia della specie delle «tragichissime», con nove pers
omandava che i malvagi venissero puniti. Nel teorizzare un modello di tragedia — poi ripreso da Corneille — basato sull’«exposit
tamente puniti. Ciò avviene ad esempio nell’Ezzelino del Baruffaldi —  tragedia già in diversi altri luoghi criticata dal Bergama
roduce le classiche riflessioni della critica francese, biasimando la tragedia contemporanea che spesso pecca sotto questo aspet
tutti il carattere d’una sola nazione», Gian Vincenzo Gravina, «Della tragedia », in Id., Scritti critici e teorici, a cura di Am
ersaglio del Bergamasco è in questo caso l’Alexandre le Grand (1665), tragedia di Racine già fatta oggetto di un attacco impetuo
», ivi, p. 190). Inoltre, aggiunge, non scorge nel protagonista della tragedia raciniana nulla dell’Alessandro che ci restituisc
avano gli amori di Achille e di Ifigenia che venivano descritti nella tragedia raciniana, frutto, a detta dell’autore, della per
ignore, allagano il teatro di lagrime», Gian Vincenzo Gravina, «Della tragedia », in Id., Scritti critici e teorici, a cura di Am
tica, oltre all’Alexandre le Grand di Racine, anche Le Comte d’Essex, tragedia di Thomas Corneille del 1678, in cui il protagoni
ci, tanto da apparire inverosimili. Già nel Cinquecento la rinascente tragedia europea aveva sfruttato le potenzialità delle don
ili gli paiono i personaggi corneillianoi di Sophonisbe, nell’omonima tragedia , e di Camille nell’Horace. Sul personaggio mulieb
ma tragedia, e di Camille nell’Horace. Sul personaggio muliebre nella tragedia del Cinquecento si veda Alessandro Bianchi, Alter
Alessandro Bianchi, Alterità ed equivalenza: modelli femminili nella tragedia italiana del Cinquecento, Milano, Unicopli, 2007.
eminile e donnesca”», ivi, pp. 505-521). Sulla figura femminile nella tragedia del Settecento si rimanda a Paola Trivero, Tragic
. 306). L’accusa di eccesso di galanteria rivolta ai personaggi della tragedia francese — a qualsiasi nazione essi appartenesser
se gran parte la sua passione favorita», Pier Jacopo Martello, «Della tragedia antica e moderna», in Id., Scritti critici e sati
inappropriato il fatto che i personaggi di Britannicus, nell’omonima tragedia di Racine, e di Joas, nell’Athalie, benché ancora
frangente considerazioni tradizionali circa il costume semplice della tragedia greca, ma condanna gli autori moderni che si sono
sistema poetico misto, in grado di recuperare quella semplicità della tragedia antica, ma di ornarla in modo tale da renderla gr
atori settecenteschi poco verosimile. Tale critica non è rivolta alla tragedia francese, capace al contrario di lusingare il gen
lano, Marzorati, 1973, p. 210). Sulla maestà e sulla semplicità della tragedia greca — elementi ritenuti talvolta positivi, tala
esa Dubois, Genève, Droz, 1970, p. 104). Se sul tenore maestoso della tragedia non vi sono pareri dissonanti — il Gorini Corio i
contrastanti. Nella Difesa del Costantino Ghirardelli assegnava alla tragedia italiana una maestosità superiore a quella greca,
nto alla semplicità, altro carattere distintivo per antonomasia della tragedia greca, in grado, secondo Brumoy, di garantire al
nto alla Sofonisba, Calepio riprende puntualmente la critica che alla tragedia del Trissino muoveva il Giraldi — già citato nel
eva peraltro insistito su questa argomentazione nel Giudizio sopra la tragedia di Canace e Macareo, laddove asseriva che nelle t
grandissimo biasimo» (Giambattista Giraldi Cinzio, «Giudizio sopra la tragedia di Canace e Macareo», in Sperone Speroni, Canace
ulando in definitiva una nozione relativistica del gusto, riteneva la tragedia italiana superiore in maestosità e decoro a quell
oralmente spigoloso, all’ambiguo rapporto fra colpa e punizione nella tragedia sofoclea —, le azioni che contemplavano tentativi
l quale si mettevano a confronto le Phèdres di Racine e di Pradon: la tragedia di Pradon risultava meno godibile di quella racin
ta originariamente da Michel Le Clerc (La Virginie Romaine, 1645), la tragedia di Virginia viene riproposta dal Campistron in un
ng (Emilia Galotti, 1772) e dello Schiller (Fiesco, 1782), l’arcinota tragedia di Alfieri (1783), la Virginie di Jean-François d
che italiane come la Tullia di Martelli e l’Oreste di Rucellai: nella tragedia del Martelli egli condanna il colloquio fra la pr
is, Barbou, 1728), si limitavano a demolire l’impianto generale della tragedia , senza entrare nel merito di difetti specifici, m
tragico scelto con sommo giudizio ottimo per conseguire il fine della tragedia : una fina dipintura delle passioni: un piano rego
bbero suscitare, lascio pensare a voi come concorrano a render quella tragedia fredda e noiosa. Mentre però il Tasso la fa da fi
ppare al Calepio anche il discorso di Merope, nel finale dell’omonima tragedia del Torelli, laddove la regina compiange la fine
ione alla Merope del Maffei, inclusa già nell’edizione modenese della tragedia (Modena, Capponi, 1714), in cui, riflettendo sull
apponi, 1714), in cui, riflettendo sulla protagonista femminile della tragedia torelliana, la trovava ben meno vigorosa e indeco
erenza dei personaggi, Calepio censura il personaggio di Oreste nella tragedia del Rucellai: di questo protagonista egli non app
alla tenerezza che si verifica sia nel dialogo con Pilade che apre la tragedia (Giovanni Rucellai, L’Oreste, in Scipione Maffei,
odello di Enea, un eroe tragico cristiano (Cfr. Valentina Gallo, «Una tragedia cristiana: l’Oreste di Rucellai», Esperienze lett
giovane Voltaire. Il Bergamasco si era soffermato già in parte sulla tragedia del francese nella giovanile Apologia di Sofocle
i che costituivano il ricco paratesto con cui era stata pubblicata la tragedia voltairiana. In quel contesto già trasparivano al
esto motivo Calepio reputa inverosimile l’amore per Aricie che, nella tragedia di Racine, contraddistingue l’altrove casto Hyppo
olgimento della favola, prendendolo ad esempio per argomentare che la tragedia francese richiede necessariamente la rappresentaz
stile al compagno di Clitemnestra. Benché egli non approvi in toto la tragedia di Sofocle imperniata su questo soggetto, non amm
le tragedie francesi, Crébillon rivendica di aver voluto scrivere una tragedia nuova e, rifacendosi alla tradizione figurativa a
le di argomento inventato. Anche Muratori si esprimeva a favore della tragedia tratta dalla storia, in un passo che probabilment
e della presa di posizione di Calepio; benché egli avvertisse che una tragedia dal soggetto finto, come l’Orbecche o il Torrismo
ento frutto di invenzione, come si evince dalla sua introduzione alla tragedia del Tasso («Quanto all’Argomento della Tragedia,
inventati era invece il Gorini Corio nel suo Trattato della perfetta tragedia : «L’idea della tragedia non essendo d’insegnarci
Gorini Corio nel suo Trattato della perfetta tragedia: «L’idea della tragedia non essendo d’insegnarci un’Istoria, ma bensì di
pittura si richiede» (Giuseppe Gorini Corio, Trattato della perfetta tragedia , in Id., Teatro tragico e comico, Venezia, Albriz
, il Calepio omette in questo frangente per evitare di condannare una tragedia che ritiene particolarmente bella (Francesco Save
ittura. Al contrario, l’autore aveva dipinto Jonathas, nell’altra sua tragedia sacra, come più reo di quanto riportato dalla sto
e la premeninza dell’azione rispetto a tutti gli altri elementi della tragedia , aveva scritto che la maggior parte delle tragedi
stume che nella città d’Atene correva», Gian Vincenzo Gravina, «Della tragedia », in Id., Scritti critici e teorici, a cura di Am
via alla fine propendeva, in una delle sue consuete tirades contro la tragedia moderna, per la prima ipotesi, attribuendo ad Ari
e fondamentale nella poetica del «miscere utile dulci» a cui mira la tragedia settecentesca dopo la rifondazione arcadica const
orale del popolo ateniese. Tuttavia il difetto che egli ritrova nella tragedia greca è quello di aver perfezionato esclusivament
inale tuttavia l’accento posto sulla scarsa cura dei comprimari nella tragedia greca, cosa che invece rende al contrario apprezz
no la vivacità necessaria, che si incontra invece nei caratteri della tragedia francese del Seicento. A questo giudizio si allin
quell’azione che aveva invece preferito plasmare sull’archetipo della tragedia greca («Ils ne contemplèrent point la nature et l
n parte quel giudizio integralmente positivo che il Maffei dava della tragedia del Trissino nel Teatro Italiano. Il Gravina avev
ccomandato che la locuzione tragica fosse «chiara, non umile» («Della tragedia antica e moderna», in Id., Scritti critici e sati
o figurato. Il brano tratto dalla Sofonisba è posto in apertura della tragedia , quando l’eroina eponima, sconsolata per la rotta
, Bulzoni, 2005; sul petrarchismo della Sofonisba e in generale della tragedia del Cinquecento si veda, in questo volume, il con
«“Or non parl’io, né penso altro che pianto”: usi del Petrarca nella tragedia del Cinquecento», pp. 187-209. Sul significato ta
addice ai protagonisti tragici, sempre in preda alle passioni («nella tragedia le persone sono agitate da passioni violente e da
che Riccoboni aveva elogiato lo stile mai forzatamente enfatico della tragedia del Rucellai (Franco Arato, La storiografia lette
quello tragico. Nel quinto dialogo infatti egli innalza a modello di tragedia perfetta la sua tragicommedia pastorale, l’Elvio,
nte dal Maffei, porterà l’Alfieri a rivoluzionare il linguaggio della tragedia (cfr. Vittore Branca, Alfieri e la ricerca dello
helli, 1981; Giuseppe Antonio Camerino, Alfieri e il linguaggio della tragedia : verso, stile, topoi, Napoli, Liguori, 2006; Vinc
preservare il raggiungimento del fine che egli reputava proprio della tragedia , ossia suscitare una compassione che avesse valor
ca, Venezia, Pasquali, 1736, p. 144), porta il Calepio a collocare la tragedia di Speroni nel dominio della pastorale, piuttosto
l Cinquecento si vedano invece i ricchi paratesti dell’edizione della tragedia curata da Christina Roaf (Sperone Speroni, Canace
ro uno stile eccessivamente ornato e prolisso. Per quanto riguarda la tragedia tassiana, l’accusa di ampollosità era comune ad i
pria valutazione da quella espressa dal Maffei nell’introduzione alla tragedia pubblicata nel secondo tomo del teatro italiano;
vamente raffinato, ma spesso improprio e basso; si giunge quindi alla tragedia seicentesca, e l’autore ripropone un topos critic
Il Gravina propendeva risolutamente per il primo partito e nel Della tragedia , ad esempio, non condannava soltanto il Solimano
n preso senza discernimento l’esempio», Gian Vincenzo Gravina, «Della tragedia », in Id., Scritti critici e teorici, a cura di Am
ecocemente insieme ai drammi di Ottoboni, additandolo a modello della tragedia riformata («Il Cardinal Giovanni Delfino, il Baro
di vista stilistico l’autore che più si avvicinava al suo modello di tragedia perfetta in virtù del carattere asciutto dei suoi
gedie cinque, si era attribuito il titolo di primo restauratore della tragedia greca («Con quanta più ragion poi sarà lecito/ sc
turghi, secondo Calepio, dal raggiungimento del fine originario della tragedia , ossia quello di destare compassione e terrore, e
ordisse per dar fuori quel che sapea», Gian Vincenzo Gravina, «Della tragedia », in Id., Scritti critici e teorici, a cura di Am
di massime didascaliche è anteposta la ricerca della compassione: «La tragedia avvezzando gli uomini a sentir dispiacere del mal
vevole al viver comune, e civile. E questo è l’insegnar proprio della tragedia ; e non il dar precetti, né spiegare la natura del
o, in Rosa Giulio, «Di Fedra il cieco furor»: passione e potere nella tragedia del Settecento. Il Crispo di Annibale Marchese, S
he dal Conti, individuava un periodo particolarmente fortunato per la tragedia francese nel cosiddetto «classicismo» seicentesco
e delle parole, constatava come la sua fortuna nella commedia e nella tragedia derivasse precisamente dal fatto che, nella prosa
una, pur annunciando che non si sarebbe occupato della sentenza della tragedia di Corneille, ammetteva che le poesie francesi er
cludeva con un giudizio impietoso sull’artificiosità romanzesca della tragedia francese («L’aver introdotte nel nostro Teatro le
e avanzate da Calepio circa la composizione di alcuni brani della sua tragedia , confessava che a suo parere l’ornamento retorico
ngono ora gli studi di Georges Forestier, il quale, nel commento alla tragedia di Racine, rileva in questo passo un preciso mecc
cconto della morte del Re Xipharès fatto a Monime verso la fine della tragedia (V, 4, v. 1604). Nel discorso funesto che riporta
e Calepio discute in questo passo sono tratti dalla prima scena della tragedia , nella quale Agamemnon, rivolgendosi ad Archas, r
a amore e odio, presente nell’ultima scena de Le Comte d’Essex, altra tragedia di Thomas Corneille, in cui Elisabeth si incolpa
ave da Calepio — un’effettiva incoerenza a livello di inventio. Sulla tragedia del Corneille, ispirata ad un precedente dramma s
uta la profusione di personificazioni di affetti che si ritrova nella tragedia francese post-corneilliana, mettendone in ridicol
gli non intende censurare ogni ricorso al linguaggio metaforico nella tragedia ; l’impiego di iperboli e similitudini può infatti
, l’espressione più naturale e la struttura più complessa rendesse la tragedia inglese superiore a quella francese (Voltaire, «D
e l’Ecriture Sainte, V, 4, Paris, Anisson, 1702, p. 98). Nella stessa tragedia il poeta aveva fatto figuratamente «marcher» anch
.6.3] Calepio chiama in causa l’Atrée et Thyeste di Crébillon (1707), tragedia che ritiene molto difettosa anche a causa della v
a vana pietà (ivi, III, 7, p. 37). Sullo stile troppo elaborato della tragedia di Crébillon si era soffermato anche Voltaire, ri
trofi, Calepio giunge a discutere degli epiteti che caratterizzano la tragedia seicentesca francese, spesso al fine di riempire
endo degli esempi di utilizzo banale di questa risorsa retorica nella tragedia francese sei-settecentesca. Nello specifico egli
 877-878). Anche nel secondo segmento, tratto dalla prima scena della tragedia , e nello specifico da una battuta di Abner rivolt
i, 1743, p. 209). Capo VII. Di vari metri usati dagli Italiani in tragedia e de’ tragici versi de’ Francesi Articolo I.
accinge a trattare l’ultimo punto di questa lunga comparazione fra la tragedia italiana e quella francese, ossia l’annosa questi
, Esedra, 2005, pp. 123-168. Sullo statuto metrico e stilistico della tragedia italiana tra il Cinque e il Settecento si rimanda
li interventi, di taglio storico-linguistico, di Antonio Sorella, «La tragedia », in Storia della lingua italiana, a cura di Luca
naudi, 1993, pp. 751-792, e Tobia Zanon, «Teatro in versi: commedia e tragedia », in Storia dell’italiano scritto, a cura di Gius
ta su una sequenza di ottonari con cui Andromeda entra in scena nella tragedia eponima («Fresche erbette, ameni fiori,/ che coro
il jambo formano, sono più frequenti», Gian Vincenzo Gravina, «Della tragedia », in Id., Scritti critici e teorici, a cura di Am
he come è varietà appresso a’ Greci ed a’ Latini tra la commedia e la tragedia , quanto a’ versi (che della materia ora non parlo
etteraria francese avesse un unico verso per la lirica, l’epopea e la tragedia , laddove tuttavia risultava poco naturale: «Nôtre
edioso della prosa, perplesso circa la possibilità di impiegare nella tragedia una soluzione mista di settenari ed endecasillabi
li propende per l’alessandrino, che gli sembra assai conveniente alla tragedia in quanto permette di esprimere pensieri compless
eva di contestare al Martello una considerazione, contenuta nel Della tragedia antica e moderna, circa la superiorità della trag
enuta nel Della tragedia antica e moderna, circa la superiorità della tragedia italiana a quella francese. Secondo il Seigneux i
una dizione assai grave e solenne conviene più all’epica che non alla tragedia ; i ripetuti fallimenti dei Francesi nel poema ero
aturghi italiani più rappresentativi riconoscesse la preminenza della tragedia francese («Quanto nelle poesie liriche, nell’epic
llabo piano erano stati ravvisati già dal Gravina, il quale nel Della tragedia ammetteva di preferire gli sdruccioli, in quanto
i tempo uguale, e formano un molosso, piede inutile», Gravina, «Della tragedia », in Id., Scritti critici e teorici, a cura di Am
la soluzione mista, più conveniente al dramma per musica che non alla tragedia , anche in ragione del fatto che un verso breve co
ropria posizione, giudicando l’endecasillabo assai più proprio per la tragedia , in quanto più duttile e variabile dell’alessandr
iliare, produce una noiosa armonia, che fa degenerar qualche fiata la tragedia dalla natura de’ gravi discorsi», Francesco Saver
’occhio e dell’orecchio negli animi qualche cosa di più maestoso ed a tragedia conveniente; in quella guisa appunto che un verso
», Gian Giorgio Trissino, La Sofonisba, in Teatro del Cinquecento. La tragedia , a cura di Renzo Cremante, Milano-Napoli, Ricciar
ancora una volta censurato aspramente dal Bergamasco, non gode nella tragedia settecentesca di grande fortuna, ciò non signific
rammi sempre gli ho visti con molto più piacere ascoltati, che non le tragedia alla greca. Perché ciò? Se non perché i suoi dolc
i suoi dolcissimi versi, pieni de’ bei sentimenti che convengono alla tragedia , sono pur pieni di belli e di facili rime? Io cre
lermo, Aesthetica, 1998, p. 159). [7.4.2] A riprova del fatto che la tragedia francese, cadenzata dal suono cantilentante dell’
p. 455). Nel prosieguo dell’esame Corneille pareva vagheggiare per la tragedia francese una versificazione da dramma per musica,
ente le proprie tesi, esponendo le conclusioni di questo paragone; la tragedia italiana viene riconosciuta come difettosa in qua
zione del suo Œdipe, si era fatto opportunisticamente difensore della tragedia classicistica, attaccando le opinioni del de La M
, pronto ad abbattere le unità aristoteliche e incline a preferire la tragedia in prosa a quella in verso («Puisque M. de La Mot
fermati, recentemente: Alfonso Saura Sánchez, «El mito de Edipo en la tragedia francesa del siglo XVIII: los Œdipes de Voltaire
iunta.2] Nel primo discorso del de La Motte, condotto in margine alla tragedia Les Maccabées, dopo aver giustificato la scelta d
e de l’effet dramatique, Paris, H. Champion, 2009, pp. 376-378. Sulla tragedia Les Macchabées si sofferma Christelle Bahier-Port
ncabile critica degli oracoli, pilotati dal personaggio, tipico nella tragedia dell’epoca, da Gravina a Voltaire, del sacerdote
ppe Grosperrin, il quale arriva a parlare di «embourgeoisement» della tragedia nel descrivere la prospettiva estetica dell’epigo
, con i quali condividiamo la comune fallibilità («Il fine della vera tragedia non è di dilettare a guisa della epopeia colla ra
una volta sulla centralità dell’orientamento educativo e morale della tragedia : la messa in scena di personaggi così colpevoli i
rice Alfonzetti, Il corpo di Cesare: percorsi di una catastrofe nella tragedia del Settecento, Modena, Mucchi, 1989). Eppure, tr
to degli Orazi e Curiazi, benché reputasse migliore la condotta della tragedia dell’Aretino rispetto a quello di Corneille. [Gi
composto di ritmo e armonia, era una delle sei parti essenziali della tragedia , nella quale alcune parti venivano rifinite solta
1449b 25-30). Aristotele, del resto, nel ricostruire le origini della tragedia , mostrava come il progressivo raffinamento delle
’Istoria della volgar poesia in cui Crescimbeni faceva il punto sulla tragedia in prosa nel Cinquecento, accennando ai paratesti
2005, pp. 63-104. Utile, seppur datato, in merito allo sviluppo della tragedia in prosa nel Cinquecento, Ferdinando Neri, La tra
sviluppo della tragedia in prosa nel Cinquecento, Ferdinando Neri, La tragedia italiana del Cinquecento, Firenze, Galletti, 1904
e precedenti discussioni in merito all’uso del verso o della prosa in tragedia vertessero principalmente sui passi della Poetica
he la prosa potrebbe essere ricevuta molto più convenientemente nella tragedia che non nell’epica o ancor più nella lirica. Il d
aliana contemporanea, unanime nel condannare l’impiego della prosa in tragedia . Lo stesso argomento della «meraviglia» del verso
’epoca grazie a GianVincenzo Gravina che lo aveva riportato nel Della tragedia : «Né mi posso astenere di qui recare quel che scr
ntiche commedie e tragedie, dicendo che la meraviglia del verso nella tragedia , e commedia procede da questo, che essendo versi
questo, che essendo versi paiano prosa» (GianVincenzo Gravina, «Della tragedia », in Id., Scritti critici e teorici, a cura di Am
la poetica è come il marmo alla statua» (GianVincenzo Gravina, «Della tragedia », in Id., Scritti critici e teorici, a cura di Am
Sullo sviluppo della discussione in merito al prospetto metrico della tragedia e alla capacità dei versi di esprimere gli affett
8] Calepio disapprova anche l’uso dei monologhi e degli a parte nella tragedia del de la Motte, rimproverando i primi di un cara
tere amoroso del protagonista. Questa accusa era stata già mossa alla tragedia del de La Motte fin dal principio, tanto che il d
La Motte ricostruiva le critiche — e le parodie — ricevute dalla sua tragedia , ma anche l’incredibile successo di pubblico che
on, 2002, pp. 623-629). Da parte sua, pur riconoscendo i meriti della tragedia , imperniata su di una protagonista estremamente c
nto alla composizione dell’intreccio, dal momento che in quest’ultima tragedia viene eliminato un difetto che affliggeva tutte l
e comparatisticamente tragedie italiane e francesi (Amos Parducci, La tragedia classica italiana del secolo XVIII anteriore all’
illuminista e ossequio all’autorità aristotelica (Emilio Bertana, La tragedia , Milano, Vallardi, 1903, pp. 259-262). Fu Benedet
gusti del pubblico teatrale; quello di Enrico Mattioda (Teorie della tragedia nel Settecento, Modena, Mucchi, 1994, in part. pp
no ad allora completamente trascurato, fra Calepio e i classici della tragedia francese del Seicento (Le passioni evidenti: paro
. 19. Parte 3, particella 13. Dice egli quivi non doversi limitar la tragedia ad un solo fine utile: io direi esser lodevole am
male la purgazione, attribuendola unicamente alle due passioni che la tragedia ha per fine. 21. Ragion poetica, libro 2, artic
42. Discorsi Poetici. 43. Nel Trattato della Tragedia. 44. Nella tragedia di Lodevico Martelli. 45. Nel libro della Repubb
iano stimato l’alterazione delle naturali espressioni necessaria alla tragedia per la conservazione della sua dignità, per non a
iene esser caduto qualche saputello nell’errore di credere che in una tragedia convenga ad ogni persona il medesimo stile; il ch
14 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo III. La Poesia Drammatica nel Secolo XV fa maggiori progressi in Italia. In Francia cominciano i Misteri. » pp. 194-209
morto nel 1464, compose in versi, latini nell’età di soli 18 anni una tragedia intitolata Progne, alla quale fanno plauso con Li
a coloro che componevano l’accademia del Panormita, compose anche una tragedia latina in versi giambici, divisa in cinque atti,
Este, e intitolata De captivitate Ducis Jacobi. L’argomento di questa tragedia , la quale conservasi manoscritta nella Biblioteca
archese Maffei nella Verona Illustrata part. II parla eziandio di una tragedia latina di Bernardino Campagna sulla passione di C
eneva scuola di Belle Lettere in Roma, vi fece rappresentare un’altra tragedia , e fu la prima veduta in quella città dopo molti
IV140. Pietro Bayle, citando il padre Menestrier, afferma che questa tragedia fu cantata come un’opera musicale d’oggidì, fonda
gli é vero che quelle voci potrebbero far sospettare alquanto, che la tragedia fosse stata tutta, come ora l’opera drammatica, d
Sulpizio avrà voluto dinotar coll’agere il rappresentar nudamente la tragedia , e col cantare il cantarne con vera musica ciò ch
ndo Sulpizio d’aver dopo molti secoli fatta rappresentare in Roma una tragedia , ci fa retrocedere col pensiero almeno fino a’ La
ensiero almeno fino a’ Latini, e non possiamo altrimenti concepire la tragedia di cui fa motto, se non come quella degli antichi
si deduce dalle parole di Sulpizio, si é che quel componimento fu una tragedia . Che poi quella si cantasse tutta, come pretende
i rozzi cori pastorali ed i semplici inni dionisiaci della primitiva tragedia greca mossero l’ingegno di Epigene, di Tespide, e
di Tespide, e di Frinico a darle nuova forma e nuovo lustro. La prima tragedia che nel risorgimento delle lettere venisse a luce
eratura italiana stampare in Venezia appresso Giovanni Vitto l’Orfeo, tragedia di Messer Angiolo Poliziano tratta per la prima v
chiesta parimente di Ercole I scrisse la sua commedia, o a dir meglio tragedia , intitolata Joseph, che fu poscia stampata nel 15
notare che dal risorgimento delle lettere in Italia quella é la terza tragedia latina, in cui, dopo l’Ezzelino del Muffato e la
15 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VIII. Teatro di Sofocle. » pp. 104-133
egni. Lo stile di Sofocle è talmente sublime, magnifico e degno della tragedia , che per caratterizzare la maestosa gravità di ta
olore parte senza parlare, e si uccide come Dejanira. Questa patetica tragedia rappresentata con sommo applauso ben trentadue vo
lto tenera fassì con più verisimilitudine di quello che avviene nelle tragedia del predecessore, per mezzo di un anello di Agame
rasse dal l’uditor o copiose lagrime. Tutto concorre a rendere questa tragedia eccellente; un’ azione grande, terribile, patetic
gannar se stessi sul merito di questo capo d’opera, e per supporre la tragedia ancora avvolta nelle fasce infantili nel tempo ch
imento Longino a) di esser piuttosto Bacchilide che Pindaro , e nella tragedia Jone Chio che Sofocle?… É chi sarà quegli che ave
à di consultare l’oracolo di Apollo. Ma frattanto nel rimanente della tragedia si dimostra appunto la falsità del raziocinio di
tte situazioni appassionate ottimamente dipinte. Il Coro conchiude la tragedia colla sentenza di Solone. Tutti i Cori del l’Edip
aravigliato in leggendo poco dopo (nella pagina 218) che dalla Greca tragedia aveano i Francesi e gl’Italiani con felice succes
ottete è il più compiuto esemplare della inimitabile semplicità della tragedia antica, e della costante regolarità ed aggiustate
e neo, se vogliasi tale, non meritava di esser tanto esagerato in una tragedia che gli presenteva molte bellezze da esercitare i
il gusto e l’erudizione di chiunque e da ammaestrare la gioventù. La tragedia termina per macchina col l’apparizione di Ercole,
secondo l’oracolo, va a morire in un luogo a tutti ignoto. Fra questa tragedia e le Supplici di Eschilo scorgesi qualche conform
ori la ragione. Diogene Laerzio nella vita di Platone accennò che la tragedia veniva prima rappresentata dal solo coro, e che
citore, che contrafaceva ballando, sonando, e cantando l’azione della tragedia … Eschilo trovò il secondo, cioè un’altra maniera
86 che quando si ballava, si cantava e si sonava, non si recitava la tragedia ciò essendo bisogna dire che essa si recitasse d
ono. Or quest’uffizio, secondochè io l’intendo, si era di declamar la tragedia con una specie di melodia poco più della naturale
re. Non era adunque una coda oziosa apposta dal poeta alla precedente tragedia Ajace, come diceva il sig. di Calepio, per darle
i.? a. Tra’ frammenti di Euripide trovansi alcuni versi di una sua tragedia sul medesimo personaggio. a. V. Cicerone de Sene
16 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IX. Teatro di Euripide. » pp. 134-207
alla poesia tragica, e di anni diciotto osò metter fuori la prima sua tragedia . Ardua impresa per sì pochi anni gareggiare colla
ettamente rileviamo, ma senza il fiele de’ nemici del l’antichità, la tragedia di Euripide ci sembra piena di moto e di calore;
nno così, dunque gli antichi offendono il decoro . l’azione di questa tragedia acquista dal principio del l’atto quarto gran cal
pur ha fatto il p. Carmeli. Non è improbabile che gli atti di questa tragedia sieno sei, e che il quinto termini dopo la tenera
no secoloro menandone la statua di Diana Taurica. È da notarsi in tal tragedia la tenera scena di amicizia tra Pilade ed Oreste,
iana . Or non sarebbe questo il finale di un atto? Allora potrebbe la tragedia dividersi in quattro atti così: il primo composto
per accreditare i loro responsi e venderli per oracoli celesti. Nella tragedia intitolata Elena si tratta di Elena virtuosa in E
uo male, fu ancora trasportata quasi interamente dal Racine nella sua tragedia , a riserba di uno squarcio molto delicato, in cui
acine in somma si è approfittato da grande ingegno ch’egli era, della tragedia greca; ma avendo preso un cammino alquanto differ
li dei, che cosa avremo appreso de’ pregi inimitabili di questa bella tragedia ? I giovani non ne sapranno se non che un neo fors
di Euripide e della Fedra del Racine. Egli osserva in generale che la tragedia francese è più complicata, più involta in vicende
a mentre indi a poco si accorge della sua debolezza. Non è così della tragedia greca, la quale sembra odiare tutto ciò che può d
uol perdonare, amor disperato che si vendica sopra se stesso; ecco la tragedia di Racine.» «Altrettanti quadri si trovano nel l’
austeri! I caratteri quanto non sono più virtuosi e più nobili nella tragedia greca!»  «Niun tratto, niun movimento, niun dialo
) colla solita sua sicura lettura e martellata erudizione, che questa tragedia è di Sofocle. Avventuratamente però per Ippolito
forti per dar motivo al l’espressione della musica. I cori di questa tragedia sono tratti dal soggetto e pieni di passione non
sta è la vedova di Ettore che teme per la vita di Astianatte, e nella tragedia Greca è la stessa Andromaca, ma già moglie di Pir
emplicità del l’azione di Andromaca moglie di Pirro. È notabile nella tragedia di Euripide il carattere di Ermione renduto poi s
a qual cosa sembra sconcezza che offende ogni verisimilitudine. Nella tragedia intitolata le Trojane si tratta la morte di Astia
fatale ognora Elena, furia a’ Greci e a’ Frigii infesta. Reso è una tragedia senza prologo, e senza que’ tratti patetici propr
cinque talenti, come asserisce il nominato Parmenisco, compose la sua tragedia facendo rea la madre stessa del l’uccisione di qu
mbre di que’ pargoletti certi sacrfizii espiatorii. Le Fenisse (altra tragedia coronata di Euripide) contiene la morte di Eteocl
Eraclidi, cioè de’ figliuoli di Ercole, onde prende il titolo questa tragedia . L’erudito Udeno Nisieli ossia Benedetto Fioretti
ttoria, con altri successi da riempiere storie più che da formare una tragedia . La favola cominciata e condotta in simil guisa
Spagnuolo, che comprenda più azioni seguite in molti anni. E pure la tragedia degli Eraclidi ne contiene una sola, cioè la vitt
a guerra. L’araldo Copreo per eseguirne l’ordine viene in Atene, e la tragedia principia colla sua ambasciata, colla quale nulla
contro il parere degli Ateniesi stessi, lo manda a morire. In questa tragedia ancora Euripide nulla omette che possa ridondare
mente da Panfilo celebre pittore maestro di Apelle, compose anche una tragedia lodata il poeta Cherefonte. Ione, nato di Apollo
figlia di Eretteo Re di Atene, fondatore della Ionia, è l’eroe della tragedia così intitolata. Questo Ione a se stesso ignoto e
poeta è costretto a far discendere Minerva per giustificarla. Questa tragedia è assai teatrale, benchè non lasci di abbondar d’
nel III delle Metamorfosi, e forse trattata anche da Stazio nella sua tragedia Agave. Nel componimento di Euripide si osserva un
febbricitanti. Ora avendo essi l’immaginazione piena della mentovata tragedia , altro non vedevano se non Perseo, Andromeda, Med
vedevasi in teatro, se non quando Euripide vi esponeva qualche nuova tragedia , e l’amava e per la bontà e bellezza de’ versi e
roduzioni di questi tre gran tragici l’epoca del maggior lustro della tragedia . Si avverta però che ciò dicendo non si stima che
a que’ sommi Greci l’onor dovuto, credo che voglia intendersi che la tragedia greca fondata sul sistema della fatalità appoggia
esi, asseri magistralmente che nelle mani di Sofocle e di Euripide la tragedia était à son berceau . Ma le ragioni che ne adduc
li curato molto di provvedersi di lumi sufficienti per distinguere la tragedia maneggiata da’ Greci dalle specie di essa adottat
eggiata da’ Greci dalle specie di essa adottate da i loro posteri. La tragedia antica appoggiata al fatalismo non è stata in for
pera del 1787 feci alcun cangiamento sulle pause degli atti di questa tragedia , e stimai ben fatto avvertirae la gioventù, affin
17 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi [3e éd.]. Tomo X, parte 1 pp. 2-271
lfino ed il barone Caracci furono i precursori del rinascimento della tragedia italiana senza esser soggetti alle macchie secent
elle note a me care Partir tu mi vedesti, e finir di parlare. Simile tragedia piena di grandezza che commuove che tira tutta l’
e loro letterarie querele. Ciò che diffinisce i primi progressi della tragedia italiana sin dal principio del XVIII secolo, è ap
eto col padre(a) Impaziente parimenti del risorgimento della nostra tragedia il celebre calabrese Gian Vincenzo Gravina volle
dell’imperial famiglia cinese. Presenta dunque il Marchese più di una tragedia degna dell’attenzione degl’intelligenti conoscito
lezza al a loro gravità ed al costume di que’ tompi. Marco Bruto è la tragedia più criticata e spesso con solido fondamento dal
e la Lindelle, e sciolse il freno alla mordacità, trattando la di lui tragedia come produzione puerile e da collegio, e l’autore
noscersi da’posteri ? Avrebbe avuto l’Inghilterra il Douglas di Home, tragedia (disse il Walker) che onora la lingua ed il teatr
724 si stampò di nuovo con tutte le rime dell’autore. Non cede questa tragedia nella regolarità e nel colorito delle passioni al
soverchio, come altri ha fatto, per additare appuntino i fatti della tragedia . Vi si scorgono di bei passi nè pochi. Spira magn
ida, ed Enea parte con Ascanio, come Rinaldo con Ubaldo. Questa buona tragedia colle precedenti smentisce l’affettazione di talu
a in prosa e impressa in Venezia nel 1722. Da tali favole tirò la sua tragedia il Baruffaldi, nè se ne infinse, ma ingenuamente
potrebbesi risecare qualche cicaleccio di Ormindo. Forse che più che tragedia parrà questa Giocasta un romanzo drammatico per t
eramente. Diede poscia alla luce il suo Ulisse il giovane, nella qual tragedia non senza eleganza imitò l’Edipo di Sofocle, rich
. Giovanni Leone Sempronii da Urbino pubblicò in Roma nel 1724 la sua tragedia il Conte Ugolino. La Morte di Achille del Conte L
nte Mazzucchelli fu lodata dal Martelli, e chiamata dal Maffei nobile tragedia . Giovanni Antonio Bianchi minore osservante nato
iona la morte di lei secondo la predizione dell’oracolo. Offre questa tragedia al sagace osservatore molti passi pregevoli per n
ed espressa acconciamente. Ma Demetrio è salvato, la virtù felice, la tragedia si conchiude con lieto fine, non ostaute la morte
i ; tale ostinazione forse non parrà necessaria e bella e degna della tragedia , se non quando Demetrio noto alla madre tace eroi
ontentabilità debba il sig. Andres ripetere che in Italia altra buona tragedia non esista fuorchè la Merope ? Bisognerebbe esser
sue favole. Sedecia dedicata al cardinal Giorgio Spinola fu la prima tragedia del Granelli. È regolare e sceneggiata alla moder
one la magnanima aringa di Sedecia nell’atto II. Manasse seconda sua tragedia ci dipinge un penitente che potrebbe annojare per
sse salvato dal sommo sacerdote, forma gran parte del bello di questa tragedia . L’artifizio usato felicemente nel supporre prima
onde si cangia il di lui animo avverso in favore di Manasse, salva la tragedia (e l’avvertì pure l’autore) dallo sciorsi per mac
ppo prolongati, benchè convenevoli ed eleganti, serpeggi per sì bella tragedia qualche lentezza. Dione che liberò la Sicilia da
ppresso dalla propria imprudenza o credulità, è il titolo della terza tragedia del Granelli. La regolarità della condotta, la vi
sugerito questa specie d’inavvertenza, il Granelli ben sapeva che la tragedia non ripete esattamente la storia, ma la corregge
rla tralle prime tragedie italiane. Seila figlia di Jefte è l’ultima tragedia del Granelli. Seila è una sacra Ifigenia, il cui
le favole del Bettinelli. Vediamone qualche particolarità. Gionata è tragedia di lieto fine semplice quanto altra mai fondata i
sue Disgrazie di Ecuba patetico e semplice componimento che non è nè tragedia propria nè traduzione ; ed è scritta in prosa arm
l certame parmense. Ottenne la prima nel concorso del 1772 la Zelinda tragedia del conte Carlo Calini da Brescia, nella quale si
verun modello ? La seconda corona di quell’anno si destinò al Corrado tragedia nazionale del conte Francesco Antonio Magnocavall
nte Francesco Antonio Magnocavallo di Casal Monferrato. Non si premiò tragedia alcuna nel 1773. L’anno seguente conseguì la prim
eranze morto qualche anno appresso. Rimase la seconda corona all’Auge tragedia dell’ascolano Filippo Trenta, il quale prima del
meno del suo, Giulio Sabino ; il conte Alessandro Carli autore della tragedia Telane ed Ermelinda, di Ariarate, e de’ Longobard
lorosi poeti viventi, diede alla luce in Firenze l’anno 1778 l’Ulisse tragedia di lieto fine degna di mentovarsi come regolare,
cuore umano, in guisa che commuovano e chiamino l’attenzione ? Questa tragedia in una sola azione principale che si va disvilupp
sospirato e pianto consorte. L’illustre autore volle apporre alla sua tragedia alcune osservazioni contro di essa, fingendole fa
scrittore sapeva abbandonare gli antichi argomenti, e presentarci una tragedia eccellente, in cui contrappone a’ Romani del regn
ermani di quell’ epoca, in cui giacque Varo colle Legioni di Roma. La tragedia è preceduta da un prologo di Melpomene scritto ne
ete ignee faville. Grande è il nome di Arminio nella storia, e nella tragedia punto non si smentisce. Preso dall’ amor di regna
se tutto l’interesse, e rispettando il padre uccide se stesso. Questa tragedia sveglia dolci speranze in Italia nel secolo XIX,
i altre tragedie, ammira con diletto la novità de’ pensieri in questa tragedia . È giunto il punto, dice Arminio, in cui un solo
no. Prima d’Ippolito Pindemonte avea in Lucca nel 1773 pubblicata una tragedia di Ulisse il dottor Franceschi che ne avea pure s
e ozioso seguitava a tacere nè impediva le incestuose nozze. La Bibli tragedia del Conte Paolo Emilio Campi modanese s’impresse
esso di se l’attenzione e l’interesse. Uscì in Bergamo nel 1778 Calto tragedia del sommasco Giuseppe Maria Salvi lavorata su di
lavori. Si pubblicò in Bassano nel 1779 Ugolino Conte de’ Gerardeschi tragedia senza nome di autore, la quale non sembra che ott
rvisi alcuni passi lodevoli che ne accenneremo. Forse l’orrore di una tragedia di uno che muore di fame, prolongata per cinque a
egion professore di filosofa in Napoli nel 1727 produsse il Coriolano tragedia languida e regolare. Il cavaliere Scipione Cigala
o giorni di lavoro. Lo stile era più metastasiano che non richiede la tragedia . La nobile Francesca Manzoni di Milano si esercit
ano abbastanza soddisfatti. Increbbe, nè senza ragione, nella seconda tragedia , al conte Alessandro Pepoli che il proscritto Giu
talia in Parigi, diede alla luce delle stampe in Bassano nel 1788 una tragedia Antonio e Cleopatra, di cui loderemo di buon grad
Delfino. Il riputato marchese Marescalchi serba manoscritta un’ altra tragedia l’ Alessandro VI, in cui mirabilmente vengono rit
enzione degli schiavi dalle mani barbaresche, gli sugeri per la prima tragedia intitolata Ormesinda un’ azione che risale all’ a
Albumasar…Di tu consola Tanti infelici ed innocenti…io moro. L’altra tragedia inedita del Bordoni s’intitola i Templarii, e si
 ; spirano dandosi la mano ; e questo quadro lagrimevole conchiude la tragedia . Tra tanti passi eccellenti è ben difficile scern
o moribondo sostenuto da Fernando ed Anagilda. Chiude egregiamente la tragedia la scena ultima, in cui spira Anagilda e Fernando
nti. Colla falsa data di Londra nel 1790 comparve in Napoli Corradino tragedia senza nome di autore. Se si attenda ai tratti pun
oso di lasciare svaporare la decisa sua rabbia più che di tessere una tragedia . Se riflettasi allo stile, alla versificazione, a
e con una sua orazione latina diretta al generale Russo Orlow. Questa tragedia non fu rappresentata. Facciasi ragione al vero, n
trionfo la violazione di esso in una casa reale(a) Corradino terza tragedia dell’ istesso autore non rappresentata, si stampò
nga contro del Corradino del Caraccio. Alla prima dice in esso che la tragedia è un’azione pubblica, grande, interessante, nazio
zione pubblica, grande, interessante, nazionale. Che pregio sia della tragedia l’esser nazionale, s’intende, e si è mille volte
mille volte ripetuto ; ma che per essenza tale esser debba per dirsi tragedia , nè s’intende, nè si accorda. Se questo ne fosse
cetti, e nè anche questo mi par vero. Trovasi forse prescritto che la tragedia debba essenzialmente esser nazionale nella Poetic
il Gerbino si accolse benignamente in teatro, e che essa sia la prima tragedia dell’autore ; che il Racine e il Metastasio hanno
o e freddo l’amore di Corradino e Beatrice, imbecille il re Carlo, la tragedia ripiena di lunghi episodii e di scene inutili e d
ciò dobbiamo fare osservare che l’autore in prima confessa che la sua tragedia senza amori sarebbe stata più tragica ; e perchè
amori sarebbe stata più tragica ; e perchè dunque ha voluto fare una tragedia men tragica ? Si discolpa con queste parole : ma
ida tra Oreste ed Ermione, benchè non isconvenga. Ma l’Eretteo ultima tragedia che io conosco del Cicala in grazia dell’ amicizi
sta Alessandro Moreschi di Bologna dobbiamo Carlo I Re d’Inghilterra, tragedia comendabile uscita per le stampe nel 1783, in cui
onaggi che altro non fanno che cangiar le catene de’ regni. In questa tragedia si vede una tremenda catastrofe della costituzion
utte le vie di persuader la figlia a condiscendere. L’argomento della tragedia di Dara è tratto da’fatti de’ successori di Tamer
quelli della favola dell’ inglese, interrompono il buon effetto della tragedia italiana. L’autore nel tessere la sua tela non ha
rentina a Gualtieri duca di Atene a governarla, il Pepoli immaginò la tragedia di Romeo e Adelinda impressa nel volume V del suo
te di Romeo e Adelinda. Essendo il perno intorno a cui volgesi questa tragedia il combattimento in Romeo degli affetti di padre
ro nella Venezia salvata di Otwai. Veramente la ben lunga scena della tragedia inglese in mezzo ad alcune nojosità presenta vari
ciarne al padre la perdita, e si uccide. E non si conterà quest’altra tragedia tralie buone dell’ Italia moderna ? La seconda tr
à quest’altra tragedia tralie buone dell’ Italia moderna ? La seconda tragedia del Pepoli quasi del tutto rifusa nell’economia d
moglie di Filippo, e Carlo figliuolo del marito d’Isabella. La terza tragedia del nuovo teatro tragico del Popoli è l’Agamennon
nute a mia notizia. Non ripeterò quanto dissi in quella lettera sulla tragedia del Pepoli(a). Dirò solo che (oltre dell’ azione
à le favole trasmesse al certame, e ne fe imprimere e rappresentar la tragedia come prima facevasi delle corenate. Ciò dimostra
del Monti. Ci tratterremo noi a dare una compiuta analisi di sì nota tragedia enunciata in tanti giornali buoni e cattivi, reci
to un argomento nazionale (a). Per avviso del medesimo autore, questa tragedia cede all’Aristodemo, benchè scritta con pari eleg
n Parigi in casa del principe Giustiniani, e vi si lesse la terza sua tragedia , il Cajo Gracco. Tutta la grandezza e l’eleganza
morir libero. Un quadro compassionevole della sua famiglia chiude la tragedia . Dopo tanti contrarii avvisi di critici occulti o
ppresenta come il Tiberio delle Spagne(a) Bene è dunque dipinto nella tragedia , e singolarmente nella scena quinta del III fra’
del malvagio, non è questo appunto l’effetto morale che si prefige la tragedia di purgar le passioni col terrore che risveglia ?
i purgar le passioni col terrore che risveglia ? Antigone. Di questa tragedia recitata in Roma nel 1782 a me incresce singolarm
sempio che ne diede l’antichità. Ma siamo noi nel medesimo caso della tragedia de’ Greci ? Il fatalismo che di questa era il per
Greci ? Il fatalismo che di questa era il perno, lo è del pari della tragedia del moderni ? Unico mezzo di far da’ volgari soff
eatro. Simili principii non c’impediscono di confessare che in questa tragedia spicca singolarmente l’inimitabile destrezza dell
to ch’ei divider spera Coll’abborrita schiava. Non mancano in questa tragedia alcune eccezioni sullo stile, essendovi rimasto q
rate che smentiscono il suo carattere artifizioso e cauto in tutta la tragedia . Oreste. Per questa tragedia ebbe Alfieri partic
rattere artifizioso e cauto in tutta la tragedia. Oreste. Per questa tragedia ebbe Alfieri particolar predilezione, quale l’ebb
amo alle altre. Ottavia. Quale scopo ebbe Alfieri nel tessere questa tragedia  ? Dipingere (egli dice(a) un Nerone per impedire
gran tragico ed esaltato dal gran filosofo come il miglior modello di tragedia . Dopo le Meropi Volteriana e Maffeiana Vittorio A
ediziosi. Evitar tutti i nei nell’ arduo impegno di tessere una buona tragedia è ben difficil cosa : ma ben più difficile altron
a superna ispirazione che non si presume in Lamorre ? Anche in questa tragedia incresce il veder impunito il regicida e gli altr
tri(a). Quindi è che lo stesso sagacissimo autore pronunziò su questa tragedia che i personaggi principali sono deboli e nulli,
o, cagiona in Bianca timore pe’ fratelli, e dolore pel marito. Questa tragedia di personaggi troppo moderni di picciolo stato ma
smo ? Non saprei dir poi quale oggetto si prefisse l’autore in questa tragedia . Raimondo offeso per essergli stato tolto l’impie
è il carattere de’ congiurati ; ma può commuovere come si cerca nella tragedia  ? Quando ancora la congiura riuscisse, altro non
di lui uccisore dell’innocente Diego ; ed è il solo che rimane nella tragedia impunito, la quale può anche chiamarsi il trionfo
erla preso non fui da quel tragico terrore che cercasi eccitare nella tragedia  ; ma si bene da orrore, da raccapriccio, da rincr
icchezze col rimettersi le leggi di Licurgo. Si è asserito che questa tragedia manchi d’interesse e di moto. Io trovo in essa un
. La conchiusione del tutto corrisponde a sì belle parti degne della tragedia . Leonida ed Ansare vengono per far uccídere Agide
omento da molti abili Francesi maneggiato con poca fortuna. Ha questa tragedia quattro soli personaggi, come le prime che fece i
Pietro Schedoni. Ciò però non parmi che pregiudichi all’effetto della tragedia , dovendo trionfarvi senza rivali il carattere di
ivali il carattere di Sofonisba. Scipione grande per se stesso, nella tragedia non ispiega se non l’amicizia che ha per Masiniss
ttissimo mio amico critico esimio, esservi duplicità di azione in tal tragedia  ; l’una è il mezzo che i consoli impiegano per l’
riva innocente…empia…ora muojo. Bruto secondo. Indirizzata è questa tragedia bizzarramente al Popolo Italiano futuro. Confabul
arattere dell’ intrepido Marco Bruto, come si osserva nel Marco Bruto tragedia per altro pur pregevole di Antonio Conti. Alfieri
ido di sangue e bramoso di ferir con gli altri suo padre. Compiesi la tragedia coll’ aringa di Bruto al Popolo, il quale da prim
re dietro le tracce di Euripide e di Racine il patetico proprio della tragedia , che certo sublime sistema politico proprio dell’
a patria, alla vita, vidi commosso l’uditorio. Ciascun atto di questa tragedia rileva un trionfo della virtù di Socrate, ed un p
Un sacrificio… al dio della salute. Annibale in Bitiniaè l’ altra tragedia di Luigi Scevola impressa in Brescia nel 1805, e
a ; ma egli col veleno che avea nella sua gemma fugge l’obbrobrio. La tragedia è regolare, son ben condotti i caratteri, la dizi
Drammatico eccitandogli con premii ed onori proposti per la migliore tragedia , la migliore commedia, e per due migliori melodra
elli hanno gl’ Italiani non solo uno de’ primi ristoratori della loro tragedia , ma uno de’ più eccellenti Satirici del XVIII sec
(a). M. le Fevre ha pur tradotto questo argomento intitolando la sua tragedia Don Carlos enunciata nel numero 100 del Mercurio
o ? Che il Monti con quel testo Oraziano avea voluto enunciare che la tragedia del Manfredi era urbana, cioè che trattava di pri
San-Reale. (a). Chi volesse vedere una più piena analisi di questa tragedia , veda il tomo IV de’nostri Oe. (a). Un ben ragi
vicende co’prezìosi frammenti di Saffo di Mitilene, non confonderà la tragedia scrittane lo scorso anno dall’ Ab. Scevola con l’
18 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VI. Teatro Greco. » pp. 66-74
Chi adunque arzigogolando sdegna di riconoscere da tali principii la tragedia e la commedia Greca, non vuol far altro che dare
el l’arte. Solevano i riferiti cori ed inni nominarsi indistintamente tragedia e commedia, e chi ne scrisse ebbe il nome talvolt
di Tespi; ed in tal periodo moltissimi poeti coltivarono in Atene la tragedia spiegando tutto il patrio veleno contro di quel r
atica di quel tempo, Frinico merita l’ammirazione de’ posteri. In una tragedia pose alcuni versi cosi pieni di robustezza, di en
appartiene a un altro Frinico figliuolo di Melanta, il quale per tal tragedia fu punito dagli Ateniesi con una multa di mille d
Questo Frinico di Melanta fu il poeta che rappresentando la mentovata tragedia preso da non so qual timore, ovvero da orrore nat
19 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article »
ri. Scrisse cose teatrali non ispregievoli, e ne fa fede la Penelope, tragedia tratta dall’originale latino dell’ abate Andrea F
elope, tragedia tratta dall’originale latino dell’ abate Andrea Friz, tragedia stampata a Gorizia da Valerio Valeri il 1780 in c
20 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO V. La Drammatica nel secolo XV fa ulteriori progressi in Italia. » pp. 148-185
e scenici composti in tal secolo da non volgari ingegni, troviamo una tragedia di Gregorio Corraro patrizio veneto morto nel 146
chi la tradusse in italiano, spacciandola come cosa propria. Un’altra tragedia latina sulla Passione di Cristo compose in questo
la quale fa menzione il lodato Maffei nella Verona illustrata. Altra tragedia latina in versi giambici dedicata al duca di Ferr
o per ordine di Ferdinando redi Napoli. Vidi il Codice Estense di tal tragedia in Modena nel fermarmivi per alcune ore nel 1779,
a Ferrara. Un messo racconta al duca Borso la sventura del duce, e la tragedia termina con un coro. È un componimento languido e
condotta, nè lo stile invita a desiderarsene l’impressione; ma pure è tragedia , ed ha il pregio di essere una delle prime di arg
eneva scuola dì belle lettere in Roma, vi fece rappresentare un’altra tragedia . Secondo ciò che ne scrive lo stesso Sulpizio nel
lti secoli. Pietro Bayle, citando il p.Menestrier, afferma che questa tragedia fu cantata come un’ opera musicale di oggidì, fon
quell’agere et cantare. Potrebbero, è vero, tali voci indicare che la tragedia tutta si fosse cantata, a somiglianza delle moder
ulpizio avesse voluto dinotar coll’agere il rappresentar nudamente la tragedia , e col cantare il cantarne con vera musica ciò ch
do Sulpizio di aver dopo molti secoli fatta rappresentare in Roma una tragedia , ci fa retrocedere col pensiero almeno sino a’ La
ol pensiero almeno sino a’ Latini, nè possiamo altrimenti concepir la tragedia di cui fa motto, se non come quella degli antichi
zza si deduce dalle di lui parole, si è, che quel componimento fu una tragedia . Che poi questa si cantasse tutta, come pretese i
Parma nel 1776 fe pubblicarlo in Venezia, così intitolandolo: L’Orfeo tragedia di Messer Angiolo Poliziano tratta per la prima v
rammaturgia dell’Allacci s’intitola Errore femineo. In questa pretesa tragedia si trovano alcune scene comiche. Il metro è vario
o altri della Vinci, compose alcuni drammi, e specialmente la Panfila tragedia in terzarima in cinque atti stampata in Venezia n
e atti stampata in Venezia nel 1508a. Pietro Domizio scrisse un’altra tragedia pel medesimo teatro che dovette rappresentarsi ne
21 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO IV. La drammatica nel secolo XV fa ulteriori progressi in Italia. » pp. 47-73
ci latini composti in tal secolo da non volgari ingegni, troviamo una tragedia di Gregorio Corraro patrizio Veneto morto nel 146
hi la tradusse in Italiano, spacciandola come cosa propria. Un’ altra tragedia latina sulla Passione di Cristo compose in questo
quale fa menzione il lodato Maffei nella Verona illustrata. Un’ altra tragedia latina in versi giambici dedicata al duca di Ferr
per ordine di Ferdinando re di Napoli. Vidi il codice Estense di tal tragedia in Modena nel fermarmivi per alcune ore nel 1779,
a Ferrara. Un messo racconta al duca Borso la sventura del Duce, e la tragedia termina con un coro. E’ un componimento languido
condotta, nè lo stile invita a desiderarsene l’impressione; ma pure è tragedia , ed ha il pregio di essere una delle prime di arg
neva scuola di belle lettere in Roma, vi fece rappresentare un’ altra tragedia . Secondo ciò che ne scrive lo stesso Sulpizio nel
ti secoli. Pietro Bayle, citando il P. Menestrier, afferma che questa tragedia fu cantata come un’ opera musicale d’oggidì, fond
ll’agere & cantare. Potrebbero, è vero, tali voci indicare che la tragedia tutta si fosse cantata, a somiglianza delle moder
lpizio avesse voluto dinotar coll’ agere il rappresentar nudamente la tragedia , e col cantare il cantarne con vera musica ciò ch
do Sulpizio di aver dopo molti secoli fatta rappresentare in Roma una tragedia , ci fa retrocedere col pensiere almeno sino a’ La
ol pensiere almeno sino a’ Latini, nè possiamo concepir altrimenti la tragedia di cui fa motto, se non come quella degli antichi
zza si deduce dalle di lui parole, si è, che quel componimento fu una tragedia . Che poi questa si cantasse tutta, come pretese i
Parma nel 1776 fe pubblicarlo in Venezia, così intitolandolo: L’Orfeo tragedia di Messer Angiolo Poliziano tratta per la prima v
rammaturgia dell’Allacci s’intitola Errore femineo. In questa pretesa tragedia si trovano alcune scene comiche. Il metro è vario
o altri della Vinci, compose alcuni drammi, e specialmente la Panfila tragedia in terza rima ed in cinque atti stampata in Venez
atti stampata in Venezia nel 150865. Pietro Domizio scrisse un’ altra tragedia pel medesimo teatro, che dovette rappresentarsi n
22 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO V. Tragedia Francese nel secolo XVIII. » pp. 75-133
coperto il miglior cammino e prodotto l’Atalia, il capo d’opera della tragedia francese, senza avvilirla colla galanteria, avea
do non per tanto qualche buon talento mostrò d’intendere l’arte della tragedia senza appressarsi a’ gran modelli. Giovanni Campi
congiura di Bedmar contro Venezia, e che compose anche una Polissena tragedia regolare: La Grange Chancel nato nel 1678 e morto
rimediare Longepierre compose una Elettra tutta sul gusto della greca tragedia , semplice, senza episodj, senza sfigurarne il tra
n si elevava per lo stile, non conosceva il teatro francese, e la sua tragedia cadde ed annojò. I Francesi si confermarono nella
pubblico; nè è da dubitarsi dell’ asserzione del suo autore che niuna tragedia dopo il Cid siasi rappresentata in Francia con pi
grandezza, nè la delicatezza de’ sentimenti di Racine. Esposta questa tragedia alle critiche talvolta giuste, spesso maligne de’
Soprattutto è mirabile e veramente tragico quello di Radamisto nella tragedia che ne porta il nome: il suo Pirro è più grande a
n una lettera scritta a Voltaire nel febbrajo del 1749 venga tutta la tragedia ripresa per trovarvisi sfigurata la repubblica Ro
icoltà di giugnere alla perfezione nella tragica poesia. L’ultima sua tragedia fu il Triumvirato che ha varj pregi, ma che si re
Motte. Ci basti dire che Voltaire conservò molte bellezze della greca tragedia , che non seppe scansarne alcune durezze nella con
te in quello con cui il Dolce in Italia fece morir questa reina, e la tragedia si rappresentò quaranta volte. Giambatista Rousse
due giorni, ed in un solo se ne concepì e dispose il piano. É la sola tragedia tenera composta da Voltaire, in cui (egli dice) b
elice interessa, commuove, ottiene tutto l’effetto che si prefigge la tragedia . Non basterebbe adunque rispondere alla proposta
ponimenti giustamente applauditi? Nondimeno la lettura riposata della tragedia toglie alla critica tutta la forza. Zaira è dispo
i negligenze, di poca verisimiglianza, d’inesattezze fatte a sì bella tragedia in Francia meritano indulgenza per li pregi che v
i della nazione. Shakespear ha preparata la materia della Zaira colla tragedia di Othello. Un eccesso di amore forma l’azione de
Merope del Maffei. Comunque ciò sia egli si valse del migliore della tragedia italiana, ma cercò di accomodarla meglio al gusto
personaggi: le bellezze de’ passi sono grandi e frequenti in tutta la tragedia : ha preparata benissimo la venuta di Egisto, prev
di un figlio per mano della stessa madre che pensa vendicarlo. In tal tragedia non è solo questa madre che ragiona male, ragiona
al principe reale poi re di Prussia Federico II. Tanto intorno a tal tragedia disse lo stesso autore nelle sue prose, or parlan
delitti in pregiudizio della virtù. Il frutto morale dunque di questa tragedia è manifesto essere il prevenire gl’ incauti contr
d Europei l’autore si prefisse il più bel fine a cui siesi elevata la tragedia , cioè mostrare quanto la forza della virtù della
china prediletta del teatro spagnuolo e dell’inglese, mi sembra nella tragedia francese meno artificiosa38 dell’ombra di Dario n
dello spettatore, ma inferiore a fronte dell’interesse politico della tragedia nazionale di Eschilo. Soffre poi l’ombra di Nino
ti, dal Maffei, pensò all’argomento della Semiramide o per la celebre tragedia del Manfredi, o almeno per l’ Astrato di Quinault
montel più volte si provò a calzare il coturno. Nel Dionigi sua prima tragedia , secondo l’espressione di M. Palissot, non tutti
sonaggi a Spartaco sacrificati. M. de la Harpe produsse alla prima la tragedia di Warvick che a’ suoi fautori dava grandi speran
za verisimiglianza, nè il Filottete pubblicata nel 1786 imitata dalla tragedia di Sofocle quasi rivenendo dalle passate stranezz
e di Socrate che è piuttosto un panegirico di questo Ateniese che una tragedia . Scrisse anche Irza superiore alle tragedie di Co
se ne pavoneggia fino all’estrema noja. Ma che diremo di quest’altra tragedia parimente di argomento nazionale scritta in istil
l Cavaliere senza paura e senza taccia, sì grande nella storia, nella tragedia apparisce vano, millantatore, meschino. Che relaz
rionfo”. Se Belloy per natura e per istudio fosse stato disposto alla tragedia , non avrebbe cercato di approfittarsi di questo t
più ragguardevole. L’assassino, l’infame, il poltrone Altemoro della tragedia si dice essere il principe d’Altamura Napoletano.
e fossero sempre sicuri? 37. Noi non contiamo tra’ difetti di questa tragedia l’introduzione di un personaggio sì scellerato qu
23 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO I » pp. 116-223
fino e ’l barone Caracci35 furono i precursori del rinascimento della tragedia italiana. L’onore di primo restauratore di essa n
elle note a me care Partir tu mi vedesti, e finir di parlare. Una tragedia di tal pregio non meritava occupare il luogo dell
altra del Teatro Italiano? Ciò che diffinisce i primi progressi della tragedia italiana sin dal principio di questo secolo, è ap
Admeto col padre. Impaziente parimente del risorgimento della nostra tragedia il celebre Calabrese Gian Vincenzo Gravina volle
colorito col pennello di Dante. Presenta dunque il Marchese più d’una tragedia degna dell’attenzione degl’intelligenti che non s
olezza alla loro gravità e al costume di que’ tempi. Marco Bruto è la tragedia più criticata e spesso con solido fondamento dal
e la Lindelle, e sciolse il freno alla mordacità, trattando la di lui tragedia come produzione puerile e da collegio, e l’autore
ologna poi si stampò nel 1724 colle rime dell’autore. Non cede questa tragedia nella regolarità e nel colorito delle passioni al
ida, ed Enea parte con Ascanio, come Rinaldo con Ubaldo. Questa buona tragedia colle precedenti smentisce l’asserzione di chi im
in prosa e impressa in Venezia nel 1722. Da tali favole trasse la sua tragedia il Baruffaldi, nè se ne infinse, ma ingenuamente
orse potrebbesi risecare qualche cicaleccio di Ormindo. Forse più che tragedia parrà questa Giocasta un romanzo drammatico per t
rata severamente diede alla luce il suo Ulisse il Giovane, nella qual tragedia imitò elegantemente l’Edipo di Sofocle richiamand
nfutazione di molti sentimenti del Salìo. Comunicato lo spirito della tragedia per la riuscita del Conti, del Martelli, del Zano
i. Giovanni Leone Sempronj da Urbino produsse in Roma nel 1724 la sua tragedia il Conte Ugolino. La Morte di Achille del conte L
nte Mazzucchelli fu lodata dal Martelli, e chiamata dal Maffei nobile tragedia . Il P. Giovanni Antonio Bianchi minore osservante
ona la di lei morte secondo la predizione dell’ oracolo. Offre questa tragedia al sagace osservatore molti passi pregevoli per n
acconciamente espressa. Ma Demetrio è salvato, la virtù felice, e la tragedia ha lieto fine, non ostante la morte di Berenice p
estremi; tale ostinazione non sembra necessaria e bella e degna della tragedia , se non quando Demetrio noto alla madre tace eroi
er altro valoroso ed elegante scrittore, che in Italia non v’ha buona tragedia fuorchè la Merope? Bisognerebbe essere qualche af
za elegiaca? Sedecia dedicata al cardinal Giorgio Spinola fu la prima tragedia del Granelli. Essa è regolare e sceneggiata alla
one la magnanima aringa di Sedecia nell’atto II. Manasse seconda sua tragedia ci dipinge un penitente che potrebbe annojare per
sse salvato dal sommo sacerdote, forma gran parte del bello di questa tragedia . L’ artifizio usato felicemente nel supporre prim
onde si cangia il di lui animo avverso in favore di Manasse, salva la tragedia (e l’avvertì pur l’autore) dallo sciorsi per mach
ti troppo prolongati benchè proprj ed eleganti, serpeggi per sì bella tragedia qualche lentezza. Dione che liberò la Sicilia da
ppresso dalla propria imprudenza o credulità, è il titolo della terza tragedia del Granelli. La regolarità della condotta, la vi
avesse suggerito questa spezie d’inavvertenza, egli ben sapeva che la tragedia non ripete esattamente la storia, ma la corregge
citare il terrore e la compassione. Seila figlia di Jefte è l’ultima tragedia del Granelli. Seila è una sacra Ifigenia, il cui
le favole del Bettinelli. Vediamone qualche particolarità. Gionata è tragedia di lieto fine semplice quanto altra mai fondata i
l certame Parmense. Ottenne la prima nel concorso del 1772 la Zelinda tragedia del conte Calini da Brescia, nella quale si ricon
verun modello? La seconda corona di quell’anno si destinò al Corrado tragedia nazionale del conte Francesco Antonio Magnocavall
nte Francesco Antonio Magnocavallo di Casal-Monferrato. Non si premiò tragedia alcuna nel 1773; ma nel seguente anno conseguì la
eranze morto qualche anno appresso. Rimase la seconda corona all’Auge tragedia del nobile Ascolano Filippo Trenta, il quale prim
he pubblicò in Brescia nel 1768 la Virginia. Io non preferirei questa tragedia nè all’Appio Claudio del Gravina, nè alle Virgini
valorosi poeti viventi diede alla luce in Firenze l’anno 1778 Ulisse tragedia di lieto fine degna di mentovarsi come regolare,
l cuore umano in guisa che commuovano e chiamino l’attenzione? Questa tragedia in una sola azione principale che si va disvilupp
sospirato e pianto consorte. L’illustre autore volle apporre alla sua tragedia alcune osservazioni contro di essa, fingendole fa
di varie lodevoli produzioni, di un’ apologia del Metastasio, e della tragedia intitolata il Coreso. Il di lui Ulisse destinato
e ozioso seguitava a tacere nè impediva le incestuose nozze. La Bibli tragedia del conte Paolo Emilio Campi Modenese s’impresse
rso di se l’ attenzione e l’interesse. Uscì in Bergamo nel 1778 Calto tragedia del P. Giuseppe Maria Salvi sommasco lavorata su
ramma. Si pubblicò in Bassano nel 1779 Ugolino Conte de’ Gherardeschi tragedia senza nome di autore, la quale non sembra che ott
professore di filosofia in Napoli che nel 1727 produsse il Coriolano tragedia languida e regolare: il cavaliere Scipione Cigala
ano pienamente soddisfatti. Increbbe, nè senza ragione, nella seconda tragedia al conte Alessandro Pepoli che il proscritto Giul
alchi di Bologna diede alla luce delle stampe in Bassano nel 1788 una tragedia di Antonio e Cleopatra, di cui loderemo di buon g
della Cleopatra del cardinal Delfino. Il nobile autore de’ Baccanali tragedia pubblicata in Venezia nel 1788, colla regolarità
or cura in certe espressioni, più attività nel capo de’ ribelli nella tragedia de’ Coloni, meglio accreditata ne’ Baccanali la g
ll’atto IV &c. A noi basti accennare che rendono pregevole questa tragedia grandi affetti, stile nobile, vivace ma natural c
ista Alessandro Moreschi di Bologna dobbiamo Carlo I Re d’Inghilterra tragedia pregevole pubblicata nel 1783, in cui non si ripe
rca tutte le vie di persuader la figlia ad andarvi. L’argomento della tragedia di Dara è tratto dagli eventi de’ successori di T
azione di quella scena, che risparmia tanta atrocità, non toglie alla tragedia il terrore che se ne attende. Finalmente sul fond
di Atene a governarla, ha l’illustre autore immaginata l’interessante tragedia Romeo e Adelinda impressa nel V volume del suo Te
uest’altro. Ci tratterremo noi a dare una compiuta analisi di sì nota tragedia enunciata in tanti giornali buoni e cattivi, reci
enta come il Tiberio delle Spagne57. Quindi ben si dipinge tale nella tragedia , e singolarmente nella scena 5 del III fra’ suoi
to Ottengo pari . . . io moro, e ti perdono. Antigone. Di questa tragedia recitata in Roma nel 1782 m’incresce singolarment
Agamennone. Punto non esitiamo ad ammirare in particolar modo questa tragedia eccellente, mal grado di circa otto soliloquj, de
’ Messenj. Evitar tutti i nei nell’arduo impegno di tessere una buona tragedia , è ben difficil cosa: ma assai più l’imitar la sc
. Osservo nel Don Alonso molti requisiti che possono giustificare una tragedia cittadina; intreccio condotto e disviluppato con
er l’idea che può ricavarsene da’ fogli periodici, esser dee una vera tragedia cittadina, che non degenera punto in commedia lag
anche delle Troadi e dell’Ecuba di Euripide le sue Disgrazie di Ecuba tragedia patetica e semplice alla. greca maniera, ma scrit
ano le favole rimesse al certame, e ne fe imprimere e rappresentar la tragedia come prima facevasi delle coronate. Ciò dimostra
ni maniera in cotali deplorabili infarinati calunniatori. 53. Questa tragedia ha avuti di gran lodatori, e di censori non pochi
’occhio? Che il Monti con quel testo avea voluto enunciare che la sua tragedia era urbana, cioè che trattava di principi ma non
tre sere da’ comici Lombardi di Napoli: gli Esuli Tebani altra di lui tragedia primogenita impressa verso il 1780 (insieme con u
24 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO VI. Tragedia Cittadina e Commedia Lagrimante. » pp. 134-143
o appresso, è cominciata a comparire sulle scene Europee una picciola tragedia che non si eleva agl’ interessi delle intere nazi
tadina. Non è questo un dramma da gareggiar punto colla grande e vera tragedia reale da Platone tenuta per più malagevole della
tillo giornalista, sarebbe questo dramma il modello di tale specie di tragedia . Dalla tragedia cittadina, la quale, ove si prese
a, sarebbe questo dramma il modello di tale specie di tragedia. Dalla tragedia cittadina, la quale, ove si preservi da colori co
ici e si contenti di cedere i primi onori al sublime continuato della tragedia grande, potrebbe tollerarsi anche in un teatro di
era, non hanno però la nota abbastanza furiosa qual si richiede nella tragedia . Il m’avait (dice Eugenia nella 2 scena dell’atto
lle favole Terenziane, non isconviene alla commedia, e nocerebbe alla tragedia . La quinta e l’ottava scena dell’atto III sono be
25 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO V. Teatro Spagnuolo Tragico. » pp. 56-148
Rammenta bensì con giusto disdegno come un esempio di pazzia la goffa tragedia del Paolino alla moda francese uscita nel 1740 ch
sso nomina coll’ultimo disprezzo. La gloria di aver prodotta la prima tragedia debbesi al nominato Agostino de Montiano y Luyand
fo, e si protrae a una parte anche del IV. Le passioni in quest’altra tragedia non disdicono al genere tragico; ma vi si desider
dee prefigersi un buon tragico non si scorge quale esser possa in tal tragedia . Noi scorgiamo nelle favole del Montiano la regol
ernandez de Moratin, e dopo dieci anni nel 1763 pubblicò la sua prima tragedia la Lucrezia. La versificazione che vi adoprò è un
0 l’istesso Moratin fe rappresentare ed imprimere Ormesinda altra sua tragedia colla medesima versificazione, e la prima di quel
r questo la tragica carriera, e nel 1777 diede alla luce la terza sua tragedia Guzman el bueno dedicata al duca di Medina Sidoni
imità di Gusmano che getta la propria spada al nemico. Intanto questa tragedia che compensa i nei con situazioni teatrali, e con
si è nè pregiata nè premiata nè rappresentata in Madrid. La seconda tragedia che quivi comparve fu don Sancho Garcia di Giusep
e l’unica molla della di lui speranza. Si osserva per altro in questa tragedia più di una scena di gran forza, e specialmente la
a culpa està el reposo! y que cerca del crimen el castigo! Siffatta tragedia in una nazione che ne ha sì poche, dovea accoglie
adrid rappresentò non senza energia tanto la parte di Ormesinda nella tragedia del Moratin, quanto quella di Elvira nel Sancho G
ie, e del piacevole libretto los Eruditos à la violeta, e di un altra tragedia inedita la Numancia, graduato colonnello terminò
o, cioè nel 1773 don Tommaso Sebastian y Latre aragonese pubblicò una tragedia rappresentata l’anno stesso, in cui pretese retti
e senza fissarla a un oggetto principale, e non ottiene il fine della tragedia . L’autore dotto nelle greche e latine lettere v’i
suppone pochissima riflessione sulla natura del poema epico e della tragedia . Secondo il Guarinos il poema epico ha sempre u
ne, diciam così, ottuso, rintuzzato, privo di sensibilità; là dove la tragedia esige energia ed elasticità per eccitar la commis
morir nell’impresa? I valorosi Numantini della storia riescono nella tragedia inetti, cicaloni, insensati. Risolvono al fine di
a stesso dopo di aver recitati altri cinquanta versi. Così termina la tragedia di Numanzia distrutta, il cui piano tessuto per q
mpassione, nè terrore, nè ammirazione. Era inedita nel 1777 la Raquel tragedia di Vincenzo Garcia de la Huerta, ma s’impresse po
o come conseguiti! Direbbe de la Huerta, se ancor vivesse, che in una tragedia egli è poeta e non istorico. Ma niuno ignora che
inutili tagliacantonate alla molle ramera Rachele dipinta in tutta la tragedia timidissima nelle avversità? Giornata II. Esce R
è l’autore sotto il di lui nome) invano si millantò di aver fatta una tragedia più artificiosa di ogni altra, perchè per questa
che avesse dato motivo alla sospensione della rappresentazione della tragedia . Rachele si presenta di nuovo piangendo, perchè i
ia la voce traidores, e con ciò si lascia luogo alla preghiera; nella tragedia l’ingiuria è scoccata, e la correzione giugne fuo
endola essi macchiano i loro acciari col sangue di una femmina; nella tragedia si chiama obbrobriosa l’azione di armarsi contro
e de’ congiurati, il che non esprime la diestra detto nudamente nella tragedia . Finalmente la stessa energica concisione dell’or
inale nelle parole Asi infamais los inclitos aceros si snerva nella tragedia distendendosene il pensiero in due endecasillabi
re, ascolta ciò che egli dice, e non fugge. Chi vide rappresentar la tragedia , mi assicurò che il pubblico si stomacò di vedere
di pena, Contemplar lo horroroso de la hazaña. Così termina questa tragedia di Garcia de la Huerta lavoro di quindici anni. L
detta l’umanità per gli rei che vanno al patibolo. Per convenire alla tragedia dovea rendersi meno odiosa senza lasciarla impuni
e reale lascia il fatto come è, la teatrale l’accommoda al fine della tragedia . Il poeta dee maneggiarlo in guisa che il persona
ti al greco argomento, ed a’ greci costumi, volendo rimpastare quella tragedia . Osservo intanto che egli ha preso un cammino che
ppresentarono. Lorenzo de Villaroel marchese di Palacios produsse una tragedia intitolata Ana Bolena, ed un’ altra il Conde Don
nvestigatore del perfetto a segno che in Italia non trova altra buona tragedia che la Merope, non ha poi trascurato d’inserire n
di Roma, è costretto a render Marzio invisibile, come fece nella sua tragedia il nostro Cavazzoni-Zanotti. Chi vuol trattare de
gnese è la stessa, variando solo in alcune circostanze. Ciocchè nella tragedia del La-Motte opera la regina, viene nell’Agnese d
pe. In somma il sig. Colomès con iscelta più felice in questa seconda tragedia ha dato al teatro un’ Agnese non indegna degli sg
nche attenuto in certi passi. Il carattere di Menelao, che pure nella tragedia greca sembra in certo modo incostante, in questa
onorò della sua amicizia, e volle prima di pubblicarla udir sulla sua tragedia il mio qualunque avviso. Intanto l’anzilodato bib
no a supprimerli nell’edizione di quest’opera in soi volumi. a. La tragedia del Bermudez (scrisse il Colomès) è per gli Spa
reci servì di esempio a tutte le moderne nazioni nel far risorgere la tragedia regolare in Europa.
26 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI ANTICHI E MODERNI. TOMO VIII. LIBRO VIII. Teatri d’oltramonti nel secolo XVIII. — CAPO II. Tragedia Cittadina, e Commedia Lagrimante. » pp. 112-127
dremo appresso, cominciò a comparire sulle scene Europee una picciola tragedia che non si eleva agl’interessi delle intere nazio
tadina. Non è questo un dramma da gareggiar punto colla grande e vera tragedia reale da Platone tenuta per più malagevole della
tillo giornalista, sarebbe questo dramma il modello di tale specie di tragedia . Sotto i tre Consoli della Repubblica francese co
edia. Sotto i tre Consoli della Repubblica francese comparve un’altra tragedia cittadina intitolata Camilla, la quale cadde perf
del teatro francese. Questi ed altri simili drammi sono discesi dalla tragedia cittadina, la quale, ove si preservi da colori co
ci, e si contenti di cedere i primi onori al sublime continuato della tragedia grande, potrebbe tollerarsi anche in un teatro ch
era, non hanno però la nota abbastanza furiosa qual si richiede nella tragedia . Il m’avait (dice Eugenia nella scena seconda d
ole Terenziane, non isconviene alla commedia, e nocerebbe spesso alla tragedia . La quinta e l’ottava scena dell’atto III sono be
27 (1715) Della tragedia antica e moderna
tura dell’Impostore (questo il titolo della prima redazione del Della tragedia antica e moderna, apparsa nel 1714), concepì il d
agedie di Gravina. Io vorrei vedere cotesti greci metter in scena una tragedia di gusto loro. Mi par impossibile che persona l’a
li arrivava dalla disputa tra Fontanini e Muratori sulla natura della tragedia antica se cantata interamente o solo in parte22,
delle quattro sue giornate che sta componendo sopra varie parti della tragedia ; egli l’intitola l’Impostore ed introduce a parla
e alla liceità della mutazione di scena; allo ‘sceneggiamento’ nella tragedia antica e in quella moderna, ai soliloqui, alla le
imità di accogliere l’amore come tema tragico, al fine politico della tragedia nelle moderne monarchie; alla declamazione, recit
liani (il soliloquio degli Italiani vs il confidente dei Francesi; la tragedia amorosa dei Francesi; la correzione del concetto
ravina di cui annuncia al corrispondente la prossima uscita del Della tragedia : L’abbè Gravina sortirà d’abord avec un traitè s
ous qui etez Algebratique devez estre de la partie40. 4. Il Della tragedia antica e moderna Sarà proprio per rispondere a
proprio per rispondere alle critiche implicite che leggerà nel Della tragedia di Gravina che Martello rivedrà una seconda volta
va 48. Scomparso l’autore, tuttavia, la riflessione martelliana sulla tragedia viene spesso ridotta alla sola proposta del ‘dopp
ogia; V.[11]: sia → sin; V.[44]: se → te; V.[236]: si → ci. Della tragedia antica e moderna A chi legge [Intro.1] No
ende l’autore di questo dialogo di trattare in esso interamente della tragedia . [Intro.2ED] Ciò, al creder suo, è un ricantare u
nde qui solamente di toccare alcune differenze fra l’antica e moderna tragedia ; donde ei deriva curiosa occasione di altercar ra
ente gl’ingegni. — [1.36ED] — Parliamo almeno — io aggiungeva — della tragedia ; né già è mia intenzione d’esaminare tutte le par
o, di Euripide e di Sofocle, per parlare (come abbiam proposto) della tragedia . [1.57ED] Ma, padre mio, io so che le tragedie fr
1.89ED] Confronteremo adunque in alcune parti la vostra con la nostra tragedia ed esamineremo a suo luogo la lor differenza come
rale pronunzia assai francamente di aver per esse restituita la greca tragedia al teatro, della quale appena un’ombra, dic’egli,
tragedie o estere o italiane, tanto più che questo ristoratore della tragedia , questo distruttore della riputazione di tutti no
ssero. — [1.113ED] — Poiché dunque — io dissi — dobbiam parlare della tragedia e insensibilmente siam penetrati nella materia, n
arci il di lui solo carattere, dimodoché invece di veder quelli della tragedia ci vedi unicamente l’autore, ed in ciò forse il p
che angolo dell’Italia quest’avidità di avvenimenti intrecciati nella tragedia , de’ quali è nauseata la Lombardia dopo che ha gu
L’intenzione di esso è stata di esporre dalle scene italiane la greca tragedia e vi è riuscito; siccome il suo diletto Trissino
nostro greco giureconsulto. [1.123ED] La nazione spagnuola, a cui la tragedia moderna dee molto per l’invenzione di quei caratt
li avvenimenti e viluppi delle lor rinomate commedie. [1.129ED] Nella tragedia non è così, massime nella tragedia in cui non das
rinomate commedie. [1.129ED] Nella tragedia non è così, massime nella tragedia in cui non dassi il primo luogo all’amore, perché
Ma tu mi opporrai: sarà dunque la commedia assai più ingegnosa della tragedia , mentre che in questa non contenendosi stranezza
potrà dilettar altrettanto. [1.134ED] Io non voglio paragonar qui la tragedia con la commedia, né vo’ decidere se in mio concet
licemente il suo dramma merita una gran lode, e torno unicamente alla tragedia di cui dobbiamo ragionare. [1.135ED] Non è già ve
a tragedia di cui dobbiamo ragionare. [1.135ED] Non è già vero che la tragedia manchi di avvenimenti che rechino meraviglia, ma
a peripezia tanto per me rinomata, senza di cui languirebbe qualunque tragedia di mesto o di lieto fine ch’ella sia. [1.137ED] M
] Anche questa sorta d’avvenimento viene verisimilmente ammessa nella tragedia , non sì frequente e naturale come la prima e perc
llissima, e che tu ti sei ingegnato d’imitare e di compiere nella tua tragedia di questo nome; e vi è quella di Agrippa nel Fint
i. [1.141ED] Quindi è che senza quest’agnizione può ben sussistere la tragedia , ma felice quella che avrà la peripezia e l’agniz
edesime. [1.142ED] Dissi che senza questa agnizione può sussistere la tragedia , ma ti confido due sorte di agnizioni, senza una
o, quando a te piaccia, a discorrere d’alcune altre circostanze della tragedia , secondo che caderacci ordinatamente in acconcio,
l’azione, del tempo e del luogo sono necessarie alla perfezione della tragedia perché appunto ivi è maggior perfezione ove è mag
anticipatamente ho da dirti che prima di concepire il mio libro della tragedia , del quale avete appena un abbozzo in quel framme
vato che una e non più azioni rappresentavansi in quelle; e poi se la tragedia fu instituita per muover gli affetti al compatime
ggerai scritto nel mio frammento della Poetica al cap. II: «Poiché la tragedia è un’azione dentro il periodo di un giorno, poco
ione. [2.18ED] Dell’unità del luogo ho io parlato nel mio libro della tragedia , ma nel frammento che voi ne avete non ne ritrovo
ione sia di tempo o alfin sia di luogo; e ripeto che per comporre una tragedia veramente perfetta un’azione, una di un giorno, n
moderni è un errore. [2.24ED] E la ragione si è che, abbisognando la tragedia di questo esterno aiuto della scena per essere ra
si agevolmente rappresentare; dovendosi confessare, che quanto più la tragedia ha bisogno d’esterni aiuti, per esser rappresenta
che tutto alla sola ragione dar non dovevasi ne’ miei precetti della tragedia . [2.40ED] Nondimeno, come filosofo, ti confesso c
miei colleghi e mi pento dell’aver conformata forse un po’ troppo la tragedia all’idea che n’ebb’io, valendomi bensì degli esem
ED] E qual utile verrebbe per ciò alla repubblica ed a’ costumi dalla tragedia , abborrendo allora il popolo da’ teatri come gli
nimale la ragionevolezza è perfezione. [2.47ED] Più perfetta saria la tragedia , se un’azione sola di un solo in un istante solo
hi con la mutazion della scena. [2.55ED] Tu mi dici che tanto meno la tragedia è perfetta quanto più d’aiuti esterni abbisogna.
di rappresentazioni ciascuna fussero destinate, come la tragica alla tragedia , la comica alla commedia e la satirica alla bosch
e fatto il contrario; avrebbe messo in distanza il più rilevato della tragedia , che è la morte di Aiace. [2.97ED] Passiamo all’E
orderò alcuni passi. [2.98ED] Eccone uno appunto sul bel fronte della tragedia ove è dipinta la scena di Antigone. Il luogo è s
questo così palpabile esempio non hai tu ardito di fingere nella tua tragedia dell’Edipo l’azione parte dentro e parte fuori di
re in casa, dunque era in strada. [2.110ED] E che sia vero che questa tragedia è composta di due mutazioni di scena, Elettra, qu
i, ma non mai la comica, come da te puoi osservare in leggendo questa tragedia tutta eseguita in un bosco, in un antro, alla vis
di modo che un attore non si sfiati recitando la maggior parte della tragedia , ma gli alternate e risparmiate a vicenda, e nell
Non perderò il tempo in esempli, bastando il leggere qualunque buona tragedia moderna e tutte le antiche per confrontarli e per
aver letto l’Oreste e l’Elena di Euripide, e ho osservato nella prima tragedia un soliloquio di Elettra di versi 69 e più sotto
i. Contuttociò i1 grand’Omero nell’epopeia, Sofocle ed Euripide nella tragedia , se ne sono, il più che han saputo, astenuti. [3.
la seria condotta di un’epopeia e nella torva rappresentazione di una tragedia . [3.46ED] Le nostre espressioni tendevano senza r
o autore. [3.76ED] Per dar ben campo all’amore di spaziarsi in quella tragedia , non si contenta che Fedra ami Ippolito, ma vuol
se. — [3.81ED] — E non hai tu — l’altro allora — condotta a fine una tragedia senza donne e senz’amori, quando non voglia tu co
sione, co’ quali per te si purgan gli affetti degli ascoltatori della tragedia . [3.100ED] Io non intendo quella frase del purgar
ciò ha data al mio testo l’eruditissimo abate Fraguier. [3.107ED] La tragedia per mezzo del terrore e della pietà solleva lo sp
maestà del governo, bisogna regolar altrimenti il fine politico della tragedia . [3.112ED] Noi siamo in Francia, ove tu vai a ved
egli è dunque opportuno regolare diversamente il fine politico della tragedia e giovare al pubblico per altre strade che per qu
istinguer tutte le sorte de’ personaggi che compongono l’azione di un tragedia . [3.127ED] Ma è omai scorso più avanti dell’ordin
tessa e per qualche giorno poco mi ricordai d’Aristotile e meno della tragedia , e, come un assetato che vorrebbe, allorché arriv
prafece l’antica passione eccitata dalla curiosità di trovarmi ad una tragedia franzese e massime a questa che è delle più rinom
; dimani l’Anfitrione dello spiritoso Molière. [4.17ED] Goditi questa tragedia e quella commedia, e assaggiate che avrai queste
on libertà dell’opera in musica, che ha qualche rassomiglianza con la tragedia e che, secondo l’opinion di coloro che pensano tu
ato nelle greche tragedie, viene considerata come un’idea dell’antica tragedia ; e però non è fuor di proposito il favellarne, po
ulla tu vuoi trascurare di ciò che differenzia l’antica dalla moderna tragedia . [4.21ED] Intanto oggi, dopo l’Ifigenia, mi vedra
sentazione ragioneremo. [4.24ED] Statti intanto attentissimo a questa tragedia , giacché il concerto delle viole ci fa sperare qu
se non per altro almen per sottrarmi all’invidia, nel prefazio della tragedia intitolata l’Alceste confessai di averne derivata
oggi che, la Dio mercé, mi son trovato con le orecchie tese a questa tragedia , ti assicuro che ho benissimo distinto le rime e
verso e il verso italiano rimato lo è. [4.71ED] Subsumo. [4.72ED] La tragedia italiana dee comporsi in versi italiani, dunque d
ostinate opinioni. [4.83ED] Ma dato ancor che debba ammettersi nella tragedia la rima, pretenderassi che questa più naturalment
l’autorità e con le ragioni e con la riuscita, prova conveniente alla tragedia la rima e v’inserisce l’autorità di Lodovico Cast
n è non per adulazione, ma per ragione. [4.92ED] Tu dei sapere che la tragedia è fatta per esser udita, io parlo de’ versi, perc
a ha conseguito il suo fine letta che sia; non l’ha conseguito già la tragedia quando non venga rappresentata, cioè, rispetto a’
s demissa per aures, Quam quae sunt oculis subiecta fidelibus, nella tragedia , acciocché ne venga negli uditori il diletto che
io nel mio fragmento della Poetica sto predicando che i parlari della tragedia sian dolci; non basta anche, secondo il sentiment
costa, e però avrai letto nel mio divulgato fragmento lodare io nella tragedia «i versi ambi, perché essi imitano il parlare ord
tti que’ nomi che nella prosa si parlano», rifletti che appunto nella tragedia richiedendosi una locuzione chiara, non umile ed
etici che convengono alla poesia lirica ed epica, tu vedi bene che la tragedia abbisogna di una dolcezza forse maggiore di quell
la dolcezza ricompensa quegli altri ornamenti, che la locuzione della tragedia non ha; e però han creduto gl’inventori della med
e conseguentemente mi allettano e mi rendono dolce il ragionare della tragedia franzese e italiana; e tanto è vero che le rime u
vito di un verso troppo conciso e leggero per la gravità innata della tragedia . [4.102ED] Così, suo malgrado, i tuoi Italiani ve
lo V; ma, non potendo giammai avvenire che parliamo in rima, e, se la tragedia è un’imitazione del ragionare de’ prìncipi e più
il vero arcano della mozione del popolo assiso allo spettacolo della tragedia . [4.120ED] Questa meditazione ti arriverà forse n
Noi altri Greci nel preferire il jambo a qualunque altro verso per la tragedia , non altro in animo avemmo che il valerci di un v
to del popolo. [4.133ED] Ma perché nelle altre gravissime parti della tragedia chi più, chi meno, si son segnalati, a misura del
tore — gustata già la Medea, che perciò accorderai potersi denominare tragedia , perché è un’imitazione drammatica de’ migliori,
’ migliori, e differisce, come le vostre opere in musica, dall’antica tragedia , perché in esse parte solamente cantavasi, in que
utile alla repubblica non meno della satirica, della commedia e della tragedia . [5.43ED] Ma bisogna supporre per fondamento che
poesia viene in figura molto diversa da quella che sostiene sì nella tragedia che nella commedia. [5.66ED] In quelle tiene il p
s’invitino a servire al bisogno del melodramma, come al bisogno della tragedia servivano materialmente i coraghi. [5.69ED] Le s
ta, ma guai a lui se non recede dalle massime regolari e severe della tragedia . [5.91ED] Allora i suoi drammi si potran leggere
nque lo partirai, potresti far credere di voler esporre al popolo una tragedia e ti faresti debitor follemente di quelle regole
ttazione e la maraviglia. [5.109ED] Scòrdati i modesti princìpi della tragedia e dell’epopeia; e piàntati ben in mente che quand
il severo verisimile della greca, franzese e, diciam anche, italiana tragedia , appìgliati pur con franchezza all’intrecciamento
che bene. [5.200ED] Si suda meno a comporre una buona che una cattiva tragedia , giacché deduco da’ tuoi discorsi che il melodram
è un’imperfetta imitazion de’ migliori e in conseguenza un’imperfetta tragedia che non può vivere con applauso fuor delle note e
ir di bocca che sia più difficile il compor una cattiva che una buona tragedia , e massime in presenza di certi che essendo di co
rno ad essa che Omero intorno all’Iliade, e all’Odissea, ed essere la tragedia più perfetta dell’epopeia a misura del trovarsi p
essi celebrare lui non epico ma solamente drammatico, coll’antepor la tragedia alla epopeia, malizia alla quale non sono arrivat
etto che a lui mi legava. [5.207ED] Ma se il mio libro compiuto Della tragedia , ch’io scrissi, fosse all’età vostra arrivato, av
ste veduto mutata affatto una sì ingiusta sentenza. Io concedo che la tragedia sia soggetta a molte difficoltà, massimamente se
su quanto ti verrà talento di chiedermi; e poiché ti sei trovato alla tragedia e alla commedia franzese, aspetto da te il tuo gi
liani non poco di novità. [6.23ED] Differente è il lor recitare della tragedia da quello della commedia, ed in questo non tanto
i buona voglia — soggiungea l’altro — m’appiglio a convincerti che la tragedia greca si cantava e non si cantava. [6.29ED] Se pe
natura dell’uomo è l’essere composto di anima e di corpo, come della tragedia di favola insieme e di verso; e l’invenzione per
epubblica. [6.40ED] Premo io però nella mia Poetica, ove tratto della tragedia , che i «parlari sian dolci»; e ne esorta anche a
la soavità che per altro non ha il vostro metro: di tanto peso è alla tragedia il numero e la dolcezza; ma questa dolcezza così
mo. [6.45ED] Ora, queste tre specie di musica tutte si radunano nella tragedia per renderla affatto dolce, e principalmente le d
.48ED] L’altra sorta di musica, detta cromatica, pur era nella nostra tragedia , e questa era quella che framezzava gli atti seco
noi non avemmo, vi dispensate da questa terza specie di musica nella tragedia , contentandovi de’ concerti soli degl’instrumenti
D] Io crederei poterti bastare la mia testimonianza per creder che la tragedia antica non si cantasse. [6.53ED] Tu lo vedi sin a
tolo X del mio frammento della Poetica, ove, divisando le parti della tragedia e dividendola in prologo, episodio, esodo e coric
mobile ancor alle volte; aggiungo che il prologo è quella parte della tragedia che è avanti l’ingresso del coro; che l’episodio
è avanti l’ingresso del coro; che l’episodio è la parte giusta della tragedia fra i perpetui canti del coro; e che l’esodo è la
fra i perpetui canti del coro; e che l’esodo è la giusta parte della tragedia non susseguita da verun canto del coro; ma perché
ciò dedurrai che il vero coro sempre canta e che le altre parti della tragedia non si cantano, anzi, quando l’istesso coro accom
si più sopra nel medesimo frammento osservato là dove definisco io la tragedia vi avresti letto queste parole: Chiamo parlar so
 Convengo con te — ricominciò l’Impostore —. [6.64ED] Più caricano la tragedia che la commedia, tanto nella lunghezza del ragion
uanto a me, credo che i discorsi lunghi sian del carattere vero della tragedia , perché di cose gravi da gravi e gran personaggi
68ED] La commedia si contenta dunque di un famigliare recitamento; la tragedia comanda un’alterata declamazione, né solamente ci
ancor dell’attore, e recitano esattamente coloro che così fanno nella tragedia ; né mi replicare che troppo con l’imitazione pass
, languirebbe la dipintura e languirebbe nella rappresentazione della tragedia un troppo naturale regolamento di voce. [6.70ED]
he va a cominciare, ad effetto (dicono) che non si dia il vuoto nella tragedia , come tu sei d’opinione che non si debba dar nell
i ‘cantilena’: ‘cantilena già cantata’; volume: G. V. Gravina, Della tragedia libro uno era uscito a Napoli, per Nicolò Naso, n
ina e alla sua condanna della ‘favola pastorale’, cfr. Gravina, Della tragedia , pp. 512, 515, 524-526, 530, 532, 534; contra i
34; contra i moderni: ancora una citazione allusiva a Gravina, Della tragedia , capp. xviii-xx, dal titolo Contro i moderni trag
oli; strutturale, in quanto appunto generale e non introduttivo a una tragedia specifica; nonché, sembra di capire, anche argome
ogo risponde all’interpretazione ristretta datane da Gravina in Della tragedia , pp. 568-573. [commento_2.23ED] d’alcuni modern
to smentita dalla successiva, con evidente allusione a Gravina, Della tragedia , p. 508: «Sicché ridotta la tragedia nella sua ve
dente allusione a Gravina, Della tragedia, p. 508: «Sicché ridotta la tragedia nella sua vera idea, si viene a rendere al popolo
one, Orator ad M. Brutum. [commento_2.41ED] una… Sofocle: in quanto tragedia perfetta. Ma questo giudizio sull’Edipo tiranno v
. Maritno Lafarina], Delle tragedie sacre e morali col discorso della tragedia , II, Palermo, per Giovanni Battista, Meringo, 163
erior: Servio, Comm. ad Georg., III, 24, già citato in Gravina, Della tragedia , p. 570. [commento_2.82ED] Del… vagliono: citaz
[commento_2.82ED] Del… vagliono: citazione ironica da Gravina, Della tragedia , p. 570: «Di qual luogo quei che voglion difender
si avvagliono»; semidotti: altra ironica allusione a Gravina (Della tragedia , pp. 588-589). [commento_2.84ED] primo: anche C
ferma sull’Aiace per confutare l’osservanza dell’unità di luogo nella tragedia greca (Discours des trois unités, p. 188). [comm
lo scampato, molto prossima al ‘piacere’ dello spettatore assiso alla tragedia . [commento_3.7ED] sceneggiamento: divisione in
i dedica M. afferma: «mal volentieri per me sopportarsi nella moderna tragedia gli amori tanto per la greca e per la latina abbo
sa nei componimenti poetici, non senza le critiche di Gravina , Della tragedia , pp. 530-532. [commento_3.53ED] bruti: ‘esseri
gonista’. [commento_3.70ED] Mitridate: il personaggio eponimo della tragedia di Racine (1673). [commento_3.76ED] contenta: s
’interpretazione letterale. [commento_3.110ED] per… repubbliche: la tragedia era coerente con un ordinamento politico anti-tir
da una giusta monarchia. M. riprende così una lettura politica della tragedia che da Castelvetro era giunta fino a Rapin, di cu
ta fino a Rapin, di cui Gravina riprodurrà il passo centrale in Della tragedia , p. 582 (e cfr. Rapin, Réflexions, p. 122), che a
Réflexions, p. 122), che aveva così giustificato lo spostamento della tragedia dal fine politico a uno psicologico ed amoroso.
orma repubblicana quanto di quella monarchica. [commento_3.125ED] La tragedia in un contesto politico mutato è alla ricerca di
vi valori morali, ma M. non è disposto a proseguire sul terreno della tragedia borghese, rimanendo lo status dei personaggi trag
tragico, pp. 154-155. meditazioni… pitagorici: e cfr. Gravina, Della tragedia , p. 555. [commento_4.100ED] portano: ‘ammettono
Bari», XXIII, 1990, pp. 239-240) richiama il passo di Gravina, Della tragedia , p. 542: «Ogni simile, perché sia simile, dee anc
rlari: affermazione sostenuta, da ultimo, dallo stesso Gravina, Della tragedia , p. 545. [commento_4.129ED] M. enumera il canone
ro, pp. 240-241 vi coglie, giustamente, un’allusione a Gravina, Della tragedia , p. 509, in cui il calabrese aveva capovolto la g
p. 509, in cui il calabrese aveva capovolto la gerarchia tra epica e tragedia espressa in Della ragion poetica. certi… grido:
lodato da Aristotele (Poet., IX, 1451b21), per la composizione di una tragedia d’invenzione il Fiore, per l’appunto, la cui favo
uscirà nel 1723-1725 con il titolo di Teatro italiano o sia scelta di tragedia per uso della scena (Verona, presso Jacopo Vallar
del «Femia», ivi, I, pp. 667-700, p. 670. 11. P. J. Martello, Della tragedia antica e moderna (d’ora in avanti abbreviato: TrA
esto tempo [durante il soggiorno Parigi] compiè alcuni Dialoghi della tragedia antica e moderna che aveva già cominciati in viag
legittimità del melodramma e alle pretese di riallacciarlo all’antica tragedia greca: «In occasione che io vo’ disaminare il mer
. Lo ricorderà lo stesso P. J. Martello, Lettera, in A. Conti, Cesare tragedia con alcune cose concernenti l’opera medesima, in
gna, Stamperia di Lelio dalla Volpe, 1735. 46. P. J. Martello, Della tragedia antica e moderna, in Id., Scritti critici e satir
28 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO I. Teatro Alemanno. » pp. 4-31
l sua Catone moribondo. Zelante osservatore delle regole ne formò una tragedia regolare; freddo, depresso, e poco nobile versegg
sei volumi. Mad. Gottsched conferi pure ai di lui disegni col Penteo tragedia , e colle commedie il Testamento ed il Matrimonio
di vedere e pensare più che non si pensa, e non si vede nella timida tragedia francese; il grande, il terribile, il malinconico
benchè dicasi che contenga molte belle scene senza formare una bella tragedia . Tralle commedie si applaude il Misterioso per la
Venezia acquistò la conoscenza de’ nostri grandi poeti. Il suo Codro tragedia regolare e ben colorita prometteva in breve un gr
di lei dialogo col figlio. Secondo me Weiss ha portata in Alemagna la tragedia reale al più alto punto. Egli tentò parimente la
minio. Ma se Weiss e Klopstock coltivarono con competente felicità la tragedia grande o reale in Alemagna, si è nella cittadines
. Egli avrebbe dovuto riflettere alla gran distanza che distingue una tragedia reale dalla cittadina maneggiata dal Lessing; ed
n nelle sue Poesie di uno Scaldo, ha dato al teatro tedesco l’Ugolino tragedia terribile sul gusto inglese. Giovanni Brandes ha
etende che non abbia secondato il disegno dell’autore di produrre una tragedia tedesca da paragonarsi con alcuna di Racine, cosa
a Federigo II che i Tedeschi sono più felici nella commedia che nella tragedia . Egli stesso questo coronato capitano, filosofo e
favole comiche in prosa sparse di versi per cantarsi, ha composto una tragedia patriotica, che chiamò spettacolo intitolata Göz
no Wieland nato nel 1733 in Biberach, il quale prodotto avea prima la tragedia Giovanna Grais, compose la Rosamunda, la Scelta d
29 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VII. Teatro di Eschilo. » pp. 75-103
, ognuno de’ quali sorpassò il predecessore e diede nuovo lustro alla tragedia . Con qualche passo di più forse l’ultimo di essi
otile e da Quintiliano col titolo d’ingegno creatore e di padre della tragedia . Come poeta eccellente seppe con arte e facilità
e de’ tragici antichi senza comprendere la materia de’ loro poemi. La tragedia de’ Sette a Tebe reca diletto ed invita a leggere
sedio per l’esito funesto del combattimento di Eteocle e Polinice. La tragedia Agamennone fu coronata, e certamente anche a giud
e sepolto. Si può notare eziandio che o la rappresentazione di questa tragedia dee durare alcuni giorni, o, come riflette il Met
on arte e con garbo tale che l’antichissimo riformatore e padre della tragedia non ebbe bisogno dell’esempio altrui per condurre
i Minerva e per la sentenza dell’Areopago, è l’argomento della famosa tragedia del l’Eumenidi. Le Furie rappresentate da cinquan
qual cosa si osserva in tutte le tragedie antiche. Finalmente i Persi tragedia data da Eschilo otto anni dopo la famosa giornata
lla pedanteria, non isfuggirono al giudizioso dotto Brumoy. I Persi è tragedia da leggersi attentamente da chi voglia impadronir
vuol dir mai festa teatrale di ballo serio? Le favole del padre della tragedia greca furono, come quelle de’ suoi successori Sof
i, la Forza ecc.) punto non dimostrano, com’egli crede, che allora la tragedia era una danza animata dall’intervento di questi
30 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VIII « LIBRO VIII. Teatri settentrionali del XVIII secolo. — CAPO I. Teatro Inglese. » pp. 232-294
della lingua, ed il gusto pel suicidio influiscono notabilmente nella tragedia inglese, e tanta forza e vivacità le prestano, ch
il nome di poeta de’ savii, aprì agl’Inglesi il sentiero della buona tragedia l’anno 1713 col suo Catone. Non avendo osato il s
quanto appartiene al carattere intrepido e virtuoso di Catone, questa tragedia si rende notabile per la sublimità e per la grand
mori insipidi, bassezze ed espressioni comiche, degradano si bene una tragedia , ma non la rendono irregolare ed assurda come pre
L’atto V coll’indicata ultima scena del IV forma il grande di questa tragedia . Strana cosa è certamente che il saggio Adisson n
clopedista encomiatore del Catone non solo nel reputarla la più bella tragedia che siesi veduta in qualunque teatro, ma quando s
pedista fece una risposta, in cui perdè di vista l’oggetto vero della tragedia , il commuovere col terrore, e la compassione. Ebb
be pur torto il sign. Andres in affermare che Voltaire la stimava una tragedia scritta da capo a fondo con nobiltà e politezza.
tori privi di cuore. Se non diciamo come l’enciclopedista, che questa tragedia sia un capo d’opera e la più bella di qualunque
oso prima della libertà. Ed ecco quanto secondo me ha di pregevole la tragedia del Catone. S’essa non discendeva da tanta altezz
bbiamo i Virgilii ed i Torquati. In francese compose m. Deschamps una tragedia di Catone più regolata nell’economia, ma non meno
irandosi senza tetto e senza fuoco per le strade e per le taverne, la tragedia intitolata Tommaso Oversbury. Egli nacque dal nom
ascoltate. Si replicò per più anni con applauso Sigismonda e Tancredi tragedia ricavata da una novella del romanzo di Gil Blàs,
rdemente applaudite. Denny nemico di Pope scrisse in buono stile una tragedia regolare intitolata Appio e Virginia, argomento c
n inglese il Pastor fido. Non godè del medesimo favore l’autore della tragedia l’Amore ed il Dovere, ed ebbe la mortificazione d
n disprezzo, poichè fu impressa. Ugual destino toccò all’autore della tragedia di Atelstan. Una efimera guerra critica si appicc
rde ben presto nel nulla. Errico Brooke diede alla scena inglese una tragedia di Gustavo Wasa, ossia il Liberatore del suo paes
Liberatore del suo paese, la quale dal sig. Du Clairon autore di una tragedia di Cromwel si tradusse felicemente in prosa franc
uola a un tempo senza saperlo. Oxford conduce artificiosamente la sua tragedia . La Contessa pel corso di quattro atti manifesta
ia la verità, e l’orrore succede all’ammirazione. Il Walker la chiama tragedia inimitabile. La tragedia di Ravenscraft s’intitol
succede all’ammirazione. Il Walker la chiama tragedia inimitabile. La tragedia di Ravenscraft s’intitola Tito Andronico, ovvero
cchè a me sinora non è dato di poterla leggere. II. Abbozzo di tragedia Ersa o Celtica. Appartiene alla Gran-Brettagn
Celtica. Appartiene alla Gran-Brettagna, al secolo XVIII, e alla tragedia reale una traduzione di un dramma in lingua ersa
n cui si trovano. III. Tragedia Cittadina. Scendiamo dalla tragedia reale alla picciola cittadinesca, la cui invenzio
argomenti. Sovente avviene che la stessa attrice che sarà morta nella tragedia , venga fuori co’ medesimi abiti a far ridere gli
31 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO II. Teatro Alemanno. » pp. 232-252
il suo Catone moribondo. Zelante osservatore delle regole ne fece una tragedia regolare; freddo, depresso e poco nobile verseggi
volumi. Madama Gottsched conferì ancora a’ di lui disegni col Penteo tragedia e colle commedie il Testamento ed il Matrimonio d
o di vedere e pensare più che non si pensa e non si vede nella timida tragedia francese: il grande, il terribile, il malinconico
benchè dicasi che contenga molte belle scene senza formare una bella tragedia ; tralle seconde si applaude il Misterioso per la
in Venezia acquistò la conoscenza de’ nostri gran poeti. Il suo Codro tragedia regolare e ben colorita prometteva in breve un gr
i lei dialogo col figlio. Secondo me Weiss è quello che ha portata la tragedia reale in Alemagna al più alto punto. Egli ha pur
o. Ma se Weiss e Klopstock hanno coltivato con competente felicità la tragedia grande o reale in Alemagna, nella cittadinesca si
n nelle sue Poesie di uno Scaldo, ha dato al teatro tedesco l’Ugolino tragedia terribile sul gusto Inglese. Giovanni Brandes ha
etende che non abbia secondato il disegno dell’autore di produrre una tragedia tedesca da paragonarsi con alcuna di Racine, cosa
a Federigo II che i Tedeschi sono più felici nella commedia che nella tragedia . Egli stesso questo coronato capitano, filosofo e
favole comiche in prosa sparse di versi per cantarsi, ha composto una tragedia patriotica che chiamò spettacolo, intitolata Göz
land nato nel 1733 in Biberach che avea composto anche Giovanna Grais tragedia , produsse la Rosamunda, la Scelta di Ercole, l’ A
32 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO I. Tragedie. » pp. 4-67
ni; e rammenta con giusto disdegno come un esempio di pazzia la goffa tragedia del Paolino alla moda francese uscita nel 1740, c
sso nomina coll’ultimo disprezzo. La gloria di aver prodotta la prima tragedia debbesi al nominato Agostino de Montiano y Luyand
ione morale che dee prefiggersi un buon tragico, non si scorge in tal tragedia quale esser possa. Le tragedie del Montiano indic
ernandez de Moratin, e dopo dieci anni nel 1763 pubblicò la sua prima tragedia la Lucrezia verseggiata coll’ assonante, che però
0 l’istesso Moratin fe rappresentare ed imprimere Ormesinda altra sua tragedia colla medesima versificazione, e la prima in ques
ò per questo la tragica carriera, e nel 1777 diede alla luce la terza tragedia Guzman el bueno dedicata al duca di Medina Sidoni
imità di Gusmano che getta la propria spada al nemico. Intanto questa tragedia che compensa i suoi nei con varie situazioni teat
si è nè pregiata, nè premiata, nè rappresentata in Madrid. La seconda tragedia che quivi comparve fu Don Sancho Garcia di Giusep
ulpa està el reposo! y que cerca del crimen el castigo! Siffatta tragedia in una nazione che ne ha sì poche, dovea accoglie
sie, del piacevole libretto los Eruditos à la violeta, e di un’ altra tragedia inedita la Numancia, graduato colonnello terminò
o, cioè nel 1773 Don Tommaso Sebastian y Latre Aragonese pubblicò una tragedia rappresentata l’anno stesso, in cui pretese retti
e senza fissarla a un oggetto principale, e non ottiene il fine della tragedia . L’erudito autore v’incastrò varj squarci di poet
) suppone pochissima riflessione sulla natura del poema epico e della tragedia . Secondo lui il poema ha sempre un esito felice,
ne, diciam così, ottuso, rintuzzato, privo di sensibilità; là dove la tragedia esige energia ed elasticità per eccitar la commis
morir nell’impresa? I valorosi Numantini della storia riescono nella tragedia inetti, cicaloni, insensati. Risolvono al fine di
ma non prima di aver recitati altri cinquanta versi. Così termina la tragedia di Numanzia distrutta, il cui piano tessuto per q
mpassione, nè terrore, nè ammirazione. Era inedita nel 1777 la Raquel tragedia di Vincenzo Garcia de la Huerta, ma s’impresse in
me e ’l Sepolcro? Non è questa una menzogna garrafal? Dirà che in una tragedia egli è poeta e non istorico. Ma niuno ignora che
inutili tagliacantonate alla molle ramera Rachele dipinta in tutta la tragedia timidissima nelle avversità? Giornata II. Esce Ra
ia l’autore sotto il di lui nome, invano si millantò d’aver fatta una tragedia più artifiziosa di ogni altra francese, perchè pe
ia la voce traidores, e con ciò si lascia luogo alla preghiera: nella tragedia l’ingiuria è scoccata e la correzione giunge tard
endola essi macchiano i loro acciari col sangue di una femmina: nella tragedia si chiama obbrobriosa l’ azione di armarsi contro
e de’ congiurati, il che non esprime la diestra detto nudamente nella tragedia . Finalmente la stessa energica concisione dell’or
nelle parole Asi infamais los inclitos aceros, si snerva nella tragedia distendendosene il pensiero in due versi e mezzo.
del re, ascolta i di lui versi, e non fugge. Chi vide rappresentar la tragedia mi assicurò che il pubblico si stomacò di vedere
pena contemplar lo horroroso de la bazaña. Così termina questa tragedia del sig. Huerta lavoro di quindici anni. L’autore
detta l’umanità per gli rei che vanno al patibolo. Per convenire alla tragedia si dovea rendere meno odiosa senza lasciarla impu
di Roma, è costretto a rendere Marzio invisibile, come fece nella sua tragedia il nostro Cavazzoni Zanotti. Chi vuol trattare de
gnese è la stessa, variando solo in alcune circostanze. Ciocchè nella tragedia del La Motte opera la regina, viene in questa del
pe. In somma il sig. Colomès con iscelta più felice in questa seconda tragedia ha data al teatro un’ Agnese non indegna degli sg
onorò della sua amicizia e volle prima di pubblicarla udir sulla sua tragedia il mio qualunque avviso? Intanto l’anzilodato bib
nvestigatore del perfetto a segno che in Italia non trova altra buona tragedia che la Merope, non si è dimenticato di tutte le i
loro scuole, Filottete, Gionata, Giuseppe, Sancio d’ Abarca. 21. La tragedia del Bermudez (scrisse il Colomès) è per gli Spagn
reci, e fu di esempio a tutte le nazioni moderne nel far risorgere la tragedia . 22. Egli disse di Agamennone che volse il capo
33 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO IV. Ultima epoca della Drammatica nel finir della Repubblica, e sotto i primi Imperadori.  » pp. 245-317
atirichea. Il fondatore dell’ Impero Romano Giulio Cesare scrisse una tragedia intitolata Edipo, oltre ad alcune altre chiamate
natura relictos. Sotto il medesimo Augusto fu composta l’eccellente tragedia intitolata Tieste tanto esaltata nel dialogo into
lcune commedie grecheb. Mamerco Scauro sotto Tiberio scrisse pure una tragedia la quale cagionò la morte dell’autore, senzachè g
i attestab, nell’età di quattordici anni scrisse in greca favella una tragedia , rammenta con grandi encomii le commedie togate d
Lappa. Persio ci parla di alcuni suoi contemporanei che composero una tragedia d’Issipile, e che essi stessi montarono in pulpit
essere alcuno così del nome Romano nemico che ardisca sprezzar quella tragedia . Pacuvio colle sue tragedie procacciossi rinomanz
a fin da’ primi tempi dell’arte, gli facesse assai più riescire nella tragedia che nella commedia. Ed in seguito i Romani ebbero
mica. Ora tutto ciò si oppone perfettamente all’idea che della latina tragedia formata si avea Carlo Denina, il qualea asseri ch
lo Denina, il qualea asseri che in Roma si stava peggio ancora nella tragedia che nella commedia . Denina sente dun que all’opp
franii) zoppicavano nella commedia, non mai affermò altrettanto della tragedia ; anzi sostenne nettamente esservi state alcune tr
vides. Nella scena con Creonte si scorge l’artificio medesimo della tragedia greca; ma in questa latina è da notarsi che Medea
tratti cosi forti e vivaci che farebbero nobile comparsa in qualunque tragedia di Eschilo e di Euripidea. Notava il signor di Vo
agedia di Eschilo e di Euripidea. Notava il signor di Voltaire in tal tragedia come un principal difetto, che non produce intere
adre trafitta e sì al vivo scolpita nell’atto III. Trovansi di questa tragedia varie espressioni bellamente imitate da Metastasi
nita di passione. Lo scioglimento poi con arte somma maneggiato nella tragedia greca, quì si precipita, non avendo saputo il tra
cose non volgari. Egli è però da confessarsi che pur si trova in tal tragedia qualche imitazione fatta di Sofocle non infelicem
a tal maniera naturale di esprimersi è straniera all’autore di questa tragedia , il cui vero carattere torna a comparire nelle se
di leggersi quanto aggiugne Tieste un tempo scellerato, ma che nella tragedia si enuncia pentito e corretto dalle sventure, e b
nnessi a cagione del prologo di Giunone che forma l’atto I. Ma poi la tragedia greca trionfa per la vivacità dell’azione e pel v
di Megara nell’atto II fa desiderare il patetico che si ammira nella tragedia di Euripide, quando tutta la famiglia di Ercole s
bendo Saeva Jovis conjux, ego sum indefessus agendo. Trovansi in tal tragedia altre sentenze ancora non meritevoli di riprensio
cchi, Giuseppe Scaligero serivendo a Claudio Salmasio chiamava questa tragedia princeps omnium Senecae , Martino del Rio la sti
io senza freno ne contamina i punti più tragici che si ammirano nella tragedia greca. Il Plautino Pirgopolinice che con un pugno
Dejanira sì bello e naturale presso Sofocle, diviene grossolano nella tragedia latina, e stanca il leggitore nel l’atto II con m
e in lieta sorte È sollecito il morir! Seneca dice ancora in questa tragedia : Oh si pateant pectora ditum, Quando intus subli
di ripudiare Ottavia e sposar Poppea, che è la meschina azione della tragedia , sulla quale si favella appena in poco più di tre
i da Euripide non observe ni conduite ni caractere , e che la di lui tragedia altro non è che un tissu de sentences brillantes
34 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo VI. Teatro inglese, alemano, e spagnuolo del medesimo nostro secolo. » pp. 389-417
della lingua, e ’l gusto pel suicidio, influiscono mirabilmente nella tragedia inglese, e le danno tanta forza e vivacità, che a
eatro di DruryLane nel 1719, la Vendetta uscita nel 1721 e i Fratelli tragedia rappresentata nel 1753, la quale si tiene per inf
di sessantanove anni. Quest’insigne poeta é morto nel 1765. Un’altra tragedia ha data alle scene inglesi il sig. Savage troppo
nacque da questo mostro nel 1698, e morì in prigione nel 1743. La sua tragedia di Tommaso Overbury fu da lui composta nelle tave
re rappresentata con sommo applauso Sigismonda e Tancredi, bellissima tragedia di Thompson, il cui argomento, tratto da una nove
le Sage, é stato anche bene maneggiato in Francia da M. Saurin nella tragedia di Blanche et Guiscard, e in Italia dal conte Cal
9. Dennis, il famoso censore e nemico di Alessandro Pope, compose una tragedia condotta con ingegno e scritta in buono stile, in
gomenti, e vi si vede sovente l’istessa attrice, che sarà morta nella tragedia , venir fuori co’ medesimi abiti a far ridere gli
al gusto francese, il Catone di Addison, e compose su di esso la sua tragedia che porta il medesimo titolo. Fé comporre ancora
o di vedere e pensare più che non si pensa e non si vede nella timida tragedia francese: il grande, il terribile, il malinconico
cese. Spagnuolo Sino alla metà del secolo non comparisce veruna tragedia spagnuola a riserba di una traduzione del Cinna f
oeta, che ha perduto di vista i principi della drammatica. Nell’altra tragedia del signor Moratin lo stile si vede migliorato di
avvenuta la stessa cosa a D. Giuseppe Cadhalso y Valle, autore della tragedia intitolata D. Sancio Garzia, rappresentata e stam
nde da una madre per prova d’amore la morte del di lei figliuolo. Una tragedia siffatta, quantunque non irreprensibile in tutto,
so Sebastian y Latre ha pubblicato nel 1773 in un saggio teatrale una tragedia rappresentata nel medesimo anno, nella quale ha p
aso Ayala, professor di poetica in Madrid, ha pubblicata nel 1775 una tragedia intitolata Numanzia Distrutta. Il soggetto storic
e senza fissarlo a un oggetto principale, e non ottiene il fine della tragedia . L’autore erudito vi ha incastrati vari squarci d
le. Per mille che saran capaci di scrivere una commedia nobile, o una tragedia , che muore appena nata, a stento se ne incontrerà
tom. VII pag. 295 seqq. Giorgio Lillo é stimato il vero autore della tragedia cittadinesca presso gl’inglesi. 248. «Les comiq
ncia. Veggo annunziata e commendata in vari fogli letterari una nuova tragedia di Klopstock intitolata il Saulle. 259. La past
35 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — LIBRO VI » pp. 94-106
o veruna infelicità del seicento i passi allegati? ne indica tutta la tragedia ? Ma il leggitore sarà curioso di sapere, su qual
Virues. La gran Semiramis a buona ragione non dee reputarsi una tragedia divisa in tre atti o giornate, ma una rappresenta
altro non potendo, a’ Cartaginesi di adorarla come una divinità, e la tragedia finisce. Tutti i cinque atti sono ripieni d’inuti
ndere di poesia, volle parlar della drammatica, stimò questa Dido una tragedia perfetta. Compete questa osservazione ad una favo
di un cuor nobile, compassionevole e religioso. Si dirà perfetta una tragedia , in cui Seleuco, Carchedonio, Pirro e Ismeria, pe
le tanto lontano dalla gravità e dalla correzione, a chi poteva parer tragedia perfetta se non all’ab. Lampillas? [Errata]
36 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « LIBRO III — CAPO III. La Poesia Drammatica ad imitazione della forma ricevuta dagli antichi rinasce in Italia nel secolo XIV. » pp. 125-139
resse nazionale ravviva tutte le parti del dramma. Non è in somma una tragedia lavorata da un discepolo di Sofocle; ma se si rig
la fine del secolo alcune lettere latine, ed in una parla di una sua tragedia sulle sventure di Antonio della Scala signore di
drammatici giusta la forma degli antichi (che meraviglia? Anche una tragedia posteriore di due secoli a quelle del Mussato, la
, che sì per tempo assicura all’Italia il vanto di aver prodotta una tragedia di argomento nazionale , e non gia greco. Utile s
Nel suo Ezzelino, e nella sua Achilleide vide Padova i primi saggi di tragedia che siensi dati dopo il tempo de’ Romani . Quì pe
ra l’Europa, giacchè a que’ dì in niun altro paese Europeo videsi una tragedia vera simile a quelle di Albertin Mussato. a. C
37 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
o dramma tradotto dal francese. Il nostro Prepiani, buon attore nella tragedia , non è degli ultimi nella commedia, avvegnachè in
difetti d’articolazione che quasi sempre sa nascondere con arte nella tragedia .
38 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO III. Teatro Olandese: Danese: Suedese: Polacco. » pp. 253-256
nazione allora gli diede il nome di padre della poesia suedese per la tragedia di Brunhilde soggetto ricavato dall’antica storia
to con buon successo le reali vedute scrivendo un’ Ifigenia in Aulide tragedia con cori ricavata dagli antichi, e Cora ed Alonso
g ha composto il Petimetre commedia, Birger Jarl dramma eroico, e una tragedia intitolata Sune Jarl. Alcune traduzioni di opere
39 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAPO I. Drammi Latini del XVI secolo. » pp. 7-27
ta all’Italia non appartenga, avendo non pertanto quì composta la sua tragedia Julius Caesar, stimiamo più opportuno registrarla
ssia Giovanni Anisio napoletano dell’Accademia del Pontano compose la tragedia Protogonos pubblicata nel 1556, su la quale fe po
bre Cosentino dimorando in Venezia l’anno 1529 diede alla luce la sua tragedia intitolata Imber Aureus, che si reimpresse nel 15
elle sentenze e delle parole di questa Pioggia d’oro, per la quale la tragedia cominciò a favellare con dignità e decenza. L’arg
igettate come impertinenti. Io non debbo dissimulare questo neo della tragedia del Tilesio; ma non è giusto poi lo spregiarla ta
hio, e pregano Anfitrite di salvar l’infelice principessa. Termina la tragedia con tali parole indirizzate a Melpomene; Jovis,
amo con sicurezza e compiacenza affermare che per sì maestosa e grave tragedia debbe in tal Cosentino raffigurarsi un Sofocle Cr
sopra la crudeltà Ebrea meriterebbe di trascriversi. Non cede questa tragedia in regolarità di condotta alle migliori; e in viv
40 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IX « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. Tomo IX. LIBRO IX. Continuazione de’ Teatri Oltramontani del XVIII secolo. — CAPO II. Teatro Olandese: Danese: Suedese: Polacco. » pp. 32-37
nazione allora gli diede il nome di padre della poesia suedese per la tragedia di Brunhilde soggetto ricavato dall’antica storia
ario secondo con buon successo le reali vedute con Ifigenia in Aulide tragedia con cori ricavata dagli antichi, e con Cora ed Al
compose il Petimetre commedia, Birger Jarl drama eroico, e Sune Jarl tragedia . Alcune traduzioni di opere musicali francesi ed
41 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO V. LIBRO VII » pp. 107-140
rappresentavasi quella del Cornelio, molti spettatori correvano alla tragedia del Mairet, e dopo lo spazio di trent’anni in cui
azioni notate come inimitabili dal generoso ingenuo P. Cornelio nella tragedia del Mairet, egli novera il contrasto di Scipione
che l’ozioso personaggio dell’imperatrice Livia nuoce molto in questa tragedia coll’esortare Augusto ad esser clemente, perchè g
sa; e poichè ne avea disposte tutte le scene, diceva di aver fatta la tragedia , tuttochè non ne avesse composto verso veruno; ed
lone. Si crede che appartenga a questo secolo la Morte di Solone, tragedia di cui s’ignora l’autore non mentovata dagli scri
ore d’Atene. Sembra dunque che l’eroe legislatore diventi nullo nella tragedia , e che non vi si veda la sua virtù posta in azion
i e Latini fe rappresentare ed imprimere nel 1696 Polissena sua prima tragedia applaudita e ripetuta, e non per tanto censurata
o il coturno, o prolongar più la vita. Riouperoux compose Ipermestra tragedia regolare sul fatto delle Danaidi. La Grange-Chan
la tragica poesia, e diede al teatro francese il Callistene nel 1730, tragedia di semplice viluppo, che punto non riuscì sulle s
tore con forza e con buono evento. Tra’ pregi che si notano in questa tragedia , è la nobiltà e la virtù che regna in quasi tutti
rno al 1777 o 1798 si produsse con applauso sulle scene francesi Zuma tragedia del sig. Le Fevre, la quale vi si è veduta ricomp
con molta energia da madamigella Rancourt, tutto ciò fa sì che questa tragedia non lascia di ripetersi ancor ne’ tempi correnti.
no del 1777, l’autore della graziosa novelletta le Vert vert, e della tragedia di Odoardo III, diede al teatro anche il Sidney s
42 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — LIBRO VIII » pp. 141-143
Gustavo del Brooke. Errico Brooke diede alla scena inglese una tragedia di Gustavo Wasa, ossia il Liheratore del suo paes
Liheratore del suo paese, la quale dal sign. Duclairon autore di una tragedia di Cromwel si tradusse felicemente in prosa franc
43 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO IV. Ultima epoca della Drammatica nel finir della Repubblica, e sotto i primi Imperadori. » pp. 172-221
Nota VIII). Il fondatore dell’Impero Romano Giulio Cesare scrisse una tragedia intitolata Edipo, oltre ad alcune altre chiamate
atura relictos. Sotto il medesimo Augusto fu composta l’eccellente tragedia intitolata Tieste tanto esaltata nel dialogo into
ne commedie Greche119. Mamerco Scauro sotto Tiberio scrisse anche una tragedia , la quale cagionò la morte dell’autore, senzachè
attesta122, nell’età di quattordici anni scrisse in Greca favella una tragedia , rammenta con grandi encomii le commedie togate d
Persio ci parla di alcuni suoi contemporanei che avendo composta una tragedia d’Issipile montarono essi medesimi sul pulpito a
vides. Nella scena con Creonte scernesi il medesimo artificio della tragedia Greca; ma si vuol notare in questa Latina che Med
tratti così forti e vivaci che farebbero nobile comparsa in qualunque tragedia di Eschilo e di Euripide126. Notava M. de Voltair
ue tragedia di Eschilo e di Euripide126. Notava M. de Voltaire in tal tragedia come un principal difetto che essa, al suo dire,
re trafitta e sì al vivo scolpita nell’atto terzo. Trovansi di questa tragedia varie espressioni bellamente imitate dal Metastas
nita di passione. Lo scioglimento poi con somma arte maneggiato nella tragedia greca, qui si precipita, non avendo saputo il tra
cose non volgari. Egli è però da confessarsi che pur si trova in tal tragedia qualche imitazione fatta di Sofocle non infelicem
a tal maniera naturale di esprimersi è straniera all’autore di questa tragedia , il cui vero carattere torna a comparire nelle se
di leggersi quanto aggiugne Tieste un tempo scellerato, ma che nella tragedia si enuncia pentito e corretto dalle sventure, e b
si a cagione del prologo di Giunone che forma l’atto primo. Ma poi la tragedia greca trionfa per la vivacità dell’azione e pel v
egara nell’atto secondo sa desiderare il patetico che si ammira nella tragedia di Euripide, quando tutta la famiglia di Ercole s
do Sæva Jovis conjux, ego sum indefessus agendo. Trovansi in tal tragedia altre sentenze ancora non meritevoli di riprensio
cchi, Giuseppe Scaligero scrivendo a Claudio Salmasio chiamava questa tragedia princeps omnium Senecæ, Martino Del Rio la stimav
io senza freno ne contamina i punti più tragici che si ammirano nella tragedia greca (Nota XIV). Il Plautino Pirgopolinice che c
Dejanira sì bello e naturale presso Sofocle, diviene grossolano nella tragedia latina, e stanca il leggitore nell’atto secondo c
di ripudiare Ottavia e sposar Poppea, che è la meschina azione della tragedia , sulla quale si favella appena in poco più di tre
onati da un sogno funesto, e sembra che vadano a cominciare una nuova tragedia . Il Coro loda la bellezza di Poppea; e un messo e
44 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo III. Progressi Teatrali in Francia tardi, ma grandi nel medesimo Secolo XVII. » pp. 291-315
cena di Panfilo e Nifa che trovasi nella Celiana di Rotrou. L’istessa tragedia della Sofonisba di Mairet non va esente dalle sov
a esente dalle soverchie dimestichezze degli amanti. Ryer compose una tragedia di Lucrezia, non conoscendosi allora in Francia a
Juan Bautista Diamante, e di Guillén de Castro185 compose la sua nota tragedia di questo nome, tradotta in tante lingue, ricevut
vecchio Orazio sfolgoreggia una sublimità incomparabile. Cinna é una tragedia perfetta. N’é eccellente la scena, in cui Augusto
cine trionfa un amor tenero, semplice, vero, vivace, men proprio alla tragedia , ma più capace di commuovere. Un pennello felice,
rà servir l’uno e l’altro affetto per destar commozioni proprie della tragedia . Ma quel Polifonte e quel Paride si convertono in
o alla gloria della posterità? Così in Francia pose il suo seggio una tragedia forse inferiore alla greca per economia, semplici
ono l’amore per l’aspetto del piacere de’ sensi, non l’ammisero nella tragedia , reputandolo fuor di dubbio ad essa non convenien
sì purificato passò sul teatro. Fu Racine il primo a introdurlo nella tragedia con tutta decenze e delicatezza, e la francese ne
se ne acquistò un carattere tutto suo. La francese adunque e la greca tragedia nel medesimo genere ci presentano due spezie sì d
o dipiù di cento anni196. Il giovane Corneille scrisse ancora qualche tragedia applaudita, e ’l suo Timocrate (componimento per
alla duchessa du Maine colle sue dame. Pietro Corneille che portò la tragedia francese alla virilità, lasciò la commedia nella
l’Autunno del medesimo anno la sua compagnia rappresentò in Parigi la tragedia di Nicomede in presenza della corte, e ’l Dottore
più pompose, tutta volta cerca di approssimarsi, per quanto può, alla tragedia , né mai si sottrae dall’imitazione della natura,
roppo buona forte in Francia; imperciocché il signor Racine nella sua tragedia ne fece un damerino francese, e Giambatista Rouss
45 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO II. LIBRO II » pp. 34-49
essere alcuno così nemico del nome Romano che ardisca sprezzar questa tragedia : Pacuvio che colle sue tragedie procacciossi rino
vava sin da’ principii dell’arte, gli facesse assai più riescir nella tragedia che nella commedia. Di fatti, oltre alle nominate
il Tieste attribuito a Quinto Vario, a Virgilio, ed a Cassio Severo, tragedia da Quintiliano reputata degna di compararsi colle
mica. Ora tutto ciò si oppone perfettamente all’idea che della latina tragedia aveasi formato il sig. Carlo Denina, il quale (pa
Letteratura, art. 26) asserì che in Roma si stava peggio ancora nella tragedia che nella commedia. Quintiliano però, il quale in
Latini zoppicavano nella commedia, non mai affermò altrettanto della tragedia . Anzi sostenne esservene state alcune da mettersi
46 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 186-194
tori della Commedia dell’arte, i quali, recitando e le buffonate e la tragedia , eran capaci di rendere le idee più alte de' poet
suno, come il Novelli, anche tra italiani, dalle altissime cime della tragedia potè scendere alle più basse della pochade, passa
ntusiasmo che in una recita dell’ Otello. E, naturalmente, essendo la tragedia e le antichità quelle cose ch'ei predilige, son q
ovelli non han pur l’ombra d’idea, ridon d’una sua interpretazione di tragedia , dicendolo vittima della sua presunzione. I succe
tosto delle circostanze. La interpretazione dell’alto dramma e della tragedia fu buttata dall’artista al pubblico, quando quest
anto amico di buona volontà, voleva o sapeva vedere in lui un eroe da tragedia . Ricordo il Novelli Generico primario di quella C
47 (1788) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome III « LIBRO III — CAPO II. La Poesia Drammatica ad imitazione della forma ricevuta dagli antichi rinasce in Italia nel secolo XIV. » pp. 32-40
resse nazionale ravviva tutte le parti del dramma. Non è in somma una tragedia lavorata da un discepolo di Sofocle; ma se si rig
o la fine del secolo alcune lettere latine, ed in una parla d’una sua tragedia sulle sventure di Antonio della Scala signore di
enti drammatici giusta la forma degli antichi (che maraviglia, se una tragedia posteriore di due secoli a quelle del Mussato, la
dell’Eccerinis, che sì per tempo assicura all’ Italia il vanto di una tragedia di argomento nazionale, e non già greco. Utile sa
Nel suo Ezzelino e nella sua Achilleide vide Padova i primi saggi di tragedia , che siensi dati dopo il tempo de’ Romani. 32.
48 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome V « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO IV. — CAP. III. Teatri materiali. » pp. 132-135
lie nascere un Trissino, che mostrò all’Europa il sentiero della vera tragedia regolare, e insegnò l’architettura all’incomparab
egli Accesi e della Calza. In questo ultimo si rappresentò l’Antigono tragedia di M. Conte di Monte Vicentino, stampata nella st
49 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO I. Teatro Inglese. » pp. 189-231
della lingua, ed il gusto pel suicidio influiscono notabilmente nella tragedia inglese, e tanta forza e vivacità le prestano che
il nome di poeta de’ savj, aprì agl’ Inglesi il sentiero della buona tragedia l’anno 1713 col suo Catone. Non avendo osato il s
quanto appartiene al carattere intrepido e virtuoso di Catone, questa tragedia si rende notabile per la sublimità e la grandezza
to quinto con quest’ultima scena del quarto forma il grande di questa tragedia . Strana cosa è certamente che il saggio Addisson
poi egli fece una risposta in cui perdè di vista l’oggetto vero della tragedia che è di commuovere col terrore e colla compassio
alche torto il lodato Andres in affermare che Voltaire la stimava una tragedia scritta da capo a fondo con nobiltà e politezza.
atori privi di cuore. Se non diciamo come l’enciclopedista che questa tragedia sia un capo d’opera e la più bella che sia compar
oso prima della libertà. Ed ecco quanto secondo me ha di pregevole la tragedia del Catone 61. S’ella non discendeva da tanta alt
ma e l’Amor mascherato. Scrisse poi per le taverne e per le strade la tragedia intitolata Tommaso Overbury. Egli nacque dal nomi
nto. Si è replicata per molti anni con applauso Sigismonda e Tancredi tragedia ricavata da una novella del romanzo di GilBlàs, l
miate dagl’ Inglesi. Dennis nemico di Pope scrisse in buono stile una tragedia regolare intitolata Appio e Virginia argomento ch
n inglese il Pastor fido. Non godè del medesimo favore l’autore della tragedia l’Amore e ’l Dovere ed ebbe la mortificazione di
on disprezzo poichè fu impressa. Ugual destino toccò all’autore della tragedia di Atelstan. Una efimera guerra critica si appicc
ersi, giusta l’ antica usanza de’ tragici Inglesi. II. Abbozzo di tragedia Ersa o Coltica. Appartiene alla Gran Brettagn
o Coltica. Appartiene alla Gran Brettagna, a questo secolo e alla tragedia reale una traduzione di un dramma in lingua Ersa
a in cui si trovano. III. Tragedia Cittadina. Scendiamo dalla tragedia reale alla picciola cittadinesca la cui invenzion
argomenti. Sovente avviene che la stessa attrice che sarà morta nella tragedia , venga fuori co’ medesimi abiti a far ridere gli
brooke che non si sarebbe sofferta. 61. M. Deschamps ha composto una tragedia francese di Catone più regolata nell’economia, ma
50 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo V. Teatro Francese nel medesimo Secolo XVIII. » pp. 355-388
ente i generi drammatici230. Non spirò con Comeille e Racine la buona tragedia , mentre vari componimenti di M. Crébillon e del s
ì inetta, che non sa prender niun partito per la sua sicurezza. Nella tragedia di Serse si desidera ancora, che vi fosse meglio
ancesi. Shakespear sembra aver preparata la materia della Zaira colla tragedia di Othello, mentre un eccesso di amore forma l’az
ello, mentre un eccesso di amore forma l’azione dell’una e dell’altra tragedia , la gelosia ne costituisce il nodo, e un equivoco
se egli rimane al di sotto di più d’un tragico. Nell’Edipo, sua prima tragedia rappresentata nel 1718 avendo l’autore 24 anni, n
e, e de’ costumi nazionali che rappresentano. Il Gustavo di M. Piron, tragedia scritta con molta vivacità, contiene varie situaz
e avventure, cittadinesche ci menano insensibilmente lungi dalla vera tragedia . Le avventure delle persone eroiche chiamano semp
enti de’ cittadini prendono parte solo i particolari; quindi é che la tragedia detta cittadina, sì cara ai francesi di questi ul
ate che sui pubblici. Peggio poi quando quella, ch’io chiamo picciola tragedia , é scritta in prosa, come d’ordinario avviene in
se vi esprimo dagli occhi un torrente di lagrime con questa picciola tragedia , ciò non basta per imporre silenzio agl’intellige
); perché il patetico é sì bene una delle parti importantissime della tragedia , ma non é tutto; e voi che ricusate il rimanente
l rimanente del gran peso che porta seco la grande, la reale, la vera tragedia , confessate la vostra insufficienza per un poema
oggetto col divenir capricciosa prende in prestanza le spoglie della tragedia cittadinesca, e in lei si perde e si confonde234.
rtelli, il quale ne ragiona con conoscimento nel suo Dialogo sopra la tragedia Antica e Moderna. «Osservo (egli dice tralle altr
, nei caratteri, e nel verisimile. Leggasi il Trattato della perfetta tragedia premesso dal marchese Gorini Corio al suo Teatro
he in Francia egregiamente scrisse contro la commedia piangevole e la tragedia cittadinesca su M. de Chassiron tesoriere di Fran
lumes in octavo, qui en formeraient à peine un bon». 243. Di questa tragedia domestica e romanzesca di M. Diderot vien portato
51 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 300
colo. Mi ricordo, che rappresentando essa la parte di Rosmonda in una tragedia mia, che Rosmonda era intitolata, mancando la Bal
ar la Furlana, che quella sera fu certo più accetta al pubblico della tragedia stessa, fuor di scena pare fosse un vero grano di
52 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO IV. Spettacoli scenici nella penisola di Spagna. » pp. 37-96
odi, ottave, epigrammi, elegie, epistole, epitafj, e vi si trova una tragedia intitolata Castro mentovata dall’Antonio, non not
enza, questo straniero, io dico, si accinge a rilevare i pregi di tal tragedia che avrebbe potuto impunemente dissimulare come n
negletta da tanti nazionali. Trasse il Ferreira l’argomento della sua tragedia dalla tragica morte di Doña Inès de Castro; nè pa
ra s’impressero nel 1598 quarant’anni dopo della di lui morte, la sua tragedia dovè comporsi prima del 1558, cioè almeno dodici
resente. Elle a molher cuidado & odio & ira 36. Fu questa tragedia copiata dal P. Girolamo Bermudez di Galizia nella
dove il Ferreira di miglior gusto, fuor che ne’ cori, usò in tutta la tragedia con senno il verso sciolto. Noi nel parlar poi de
tro Spagnuolo. Egli crede ancora che il Vega non ebbe idea della vera tragedia , e pure nel di lui Arte Nuevo si trovano ben dist
ca. Egli afferma parimente di non aver veduto in Madrid rappresentare tragedia alcuna, e dirà vero. Io però in diciotto anni che
esto Tanco di Fregenal contrastare agl’ Italiani l’ anteriorità della tragedia , dicendo che “la di lui giovanezza poteva essere
1502” (epoca, come a suo tempo credevasi nella penisola, della prima tragedia degl’ Italiani), “perchè non vi è specie che ripu
moderni apologisti, non ci ha conservata memoria che di una sola sua tragedia intitolata Absalon; ed il Sig. Sedano parimente a
parimente afferma, che il Malara si conosce soltanto per autore de la tragedia de Absalon. Nè anche questa però può dirsi essere
e la tragedia de Absalon. Nè anche questa però può dirsi essere stata tragedia vera; perchè il medesimo Cueva confessa che le tr
estruicion de Costantinopla, una Ifigenia, il Martirio di San Lorenzo tragedia latina rappresentata nel 1571 nel convento del Es
oci indistinte e incerte orme segnava, quando si leggeva in Italia la tragedia del Carretto; e non era uscito dall’età pupillare
arole del Giraldi assicura che il Trissino terminò di scrivere la sua tragedia nel 1515; e così un poco anticipando la nascita d
oco anticipando la nascita del Perez, un poco ritardando quella della tragedia del Vicentino, e supponendo anche che il Perez sc
o del Portoghese, sulla quale servilmente è condotta in ogni scena la tragedia Castigliana. Così comincia, così prosegue, così t
a de i di lei uccisori. Ma questo componimento poco merita il nome di tragedia . Ancor più della prima manca di azione e di nodo;
’ rei, e lo sputar loro in faccia, sono tutte cose disdicevoli in una tragedia , e mostrano abbastanza che il Bermudez non sapea
ben potuto ravvisare almeno nella prima (fosse copia o originale) una tragedia Spagnuola, e la sorgente della Inès di M. La Moth
gedie ben condotte è giudice competente in simili esami. Di un’ altra tragedia intitolata los Amantes composta da Andrès Rey de
ella commedia Ariosti, Machiavelli, Bentivogli, Cari ed Oddi, e nella tragedia Trissini, Rucellai, Giraldi, Alamanni, Tassi e Ma
53 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
Ringhieri Francesco. Ottimo artista, per le parti di tiranno in tragedia , nato verso il 1790 a Verona, figurò negli elench
54 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro II. — Capo IV. Risorge in Italia nel Secolo XVI la tragedia Greca e la Commedia Nuova, e s’inventa il Dramma Musicale. » pp. 210-241
Capo IV. Risorge in Italia nel Secolo XVI la tragedia Greca e la Commedia Nuova, e s’inventa il Dramma
quasi tutte le altre composte furono nell’italiano moderno. La prima tragedia di questo secolo scritto nell’italica favella, e
titolata Palazzo e Tempio d’Amore. É verseggiata in ottava-rima; ma é tragedia composta con arte e giudizio, qual si conveniva a
ricavato il compilator del parnasso spagnuolo la rara scoverta che la tragedia del Carretto fosse stata una spezie di Dialogo al
etiche impercettibili ad occhi non assuefatti a contemplare Omero. La tragedia fu dedicata a Leone X, il quale con somma magnifi
on uso delle sue facoltà, e un cuor che sente, qual si richiede nella tragedia , verserà pietose lagrime al racconto del veleno p
arigi nel 1620, ristampata indi nel 1640, e di nuovo nel 1646. Quella tragedia é degna dell’ingegno del gran Torquato, e non già
so, leggendo seguitamente il Torrismondo. E tale fu nel secolo XVI la tragedia italiana, cioé un ritratto della greca; e senza q
tima perfezione della tragica poesia. Egli é solo da osservarsi nella tragedia del XVI secolo, che i soprallodati peregrini inge
er essere spogliata della musica, diremo a buona ragione, che non sia tragedia la moderna? Ci dice il signor Mattei nel suo Nuov
’interpretare i Tragici greci pag. 194, «Questa che noi ora chiamiamo tragedia é una invenzione de’ Moderni, ignota del tutto ag
ntichi». Or crede egli mai che ’l canto essenzialmente la costituisca tragedia ? Ei s’inganna all’ingrosso. Dessa é tale per l’az
di più a’ giorni nostri? Che ci dice di più il signor Mattei? Che la tragedia e la commedia greca si cantava? Ma quante e quant
Per mezzo degli autori dell’Italia liberata e del Goffredo rifiorì la tragedia greca; e per l’immortal cantore dell’Orlando Furi
ell’Istoria del Teatro Italiano diede il piano e la critica di quella tragedia del Trissino, della quale i francesi hanno due an
hé io sappia che i greci animavano colla musica tutte le parole d’una tragedia , domando al signor Sulzer, quali sono le cose che
55 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 476-477
nel dramma fu artista pregiatissima, ma anche nella commedia e nella tragedia  : e a quest’ultima, anzi, dedicò ogni suo studio
to Angiolo Grossi (dilettante) E a compimento dell’opera seguì alla tragedia la farsa Un laccio amoroso, recitata da Maria Lui
56 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 728-730
ta del Tasso, e a Venezia volle cimentarsi per la prima volta con una tragedia in versi, l’ Aristodemo del Dottori, per la quale
Dottori, per la quale dovè predispor l’animo degli spettatori, che di tragedia avean fin perduta l’idea, per avvertirli che Arle
cesso ne fu clamoroso ; e, naturalmente, vi fu anche una invasione di tragedia  ; all’ Aristodemo del Dottori tenner dietro le tr
57 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo II. Teatro Spagnuolo, Inglese, e Alemano nel medesimo Secolo XVII. » pp. 276-290
colo. Del resto in certi suoi componimenti che si appressano più alla tragedia , come la seconda parte de la Hija del Aire, il Te
i forestieri che hanno avanzato, non aver gli spagnuoli conosciuta la tragedia ; poiché in tante migliaia di componimenti teatral
co Guiglielmo Abington. Il famoso Milton scrisse il Sansone Agonista, tragedia disegnata secondo il gusto antico, e tre gl’ingle
n teatro Catilina, e Venezia Salvata. Gaspar Mayne compose ancora una tragedia e una tragicommedia. Giovanni Dryden, nato d’una
di Papiniano, Carlo Stuardo, tragedie; Santa Felicita, tratta da una tragedia latina di Niccolò Causin, i Gibeoniti, traduzione
una tragedia latina di Niccolò Causin, i Gibeoniti, traduzione d’una tragedia olandese di Vondel, la Nutrice, tradotta da una c
mani erano allora poco degni d’osservazione. Ciò che da noi si chiama tragedia , é una mera mescolanza mostruosa$g di gonfiezze e
58 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « [Errata] »
tratatto trattato 173 16 De la Fevillade De la Feuillade 193 9 tragedia tragedie 194 12 alcuno alcuni 223 8 Molierè
59 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO III. LIBRO III » pp. 50-54
nel dire che nelle tragedie del Mussato vide Padova i primi saggi di tragedia , voleva pienamente far trionfare la verità e la b
, l’Europa; giacchè a’ que’ di in niun altro paese Europeo videsi una tragedia simile a quelle di Albertin Mussato. ADDIZIONE
60 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article »
ig.ra Angela, quella che salta così bene…. ecc. ecc…. si tratta della tragedia di Didone mutata in Tragicommedia, che è riuscita
61 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo IV. Teatro Italiano nel Secolo XVIII » pp. 316-354
n Perselide. Alto della vittoria entrò ec. Son notabili nell’istessa tragedia l’esitazioni del feroce Solimano e l’espressioni
z’arte, e senza fantasia» 209. Ma qual esser debbe l’eccellenza della tragedia Italiana, se tutto un Voltaire, per contrabbilanc
Lazzarini di Macerata illustre poeta ha pure composta una giudiziosa tragedia , intitolata Ulisse il giovane, nella quale si ric
ovanmi di Giscala é pieno di bellezze. Ma il Demetrio é veramente una tragedia che non dovrebbe porsi molto al di sotto della Me
li. Il P. Giustiniani Genovese, monaco olivetano, ha scritta una sola tragedia , intitolata il Numitore, in cui, toltane alquanta
st’ultimo ha formata ancora dalle Troadi e dall’Ecuba di Euripide una tragedia intitolata le Disgrazie di Ecuba, la cui sola let
so invito del sovrano di Parma il novello ardore degl’italiani per la tragedia , che ha in quelli ultimi anni aumentato il numero
one prefazioni. Si fa leggere con piacere la tenera elegante Zelinda, tragedia del conte Calini da Brescia, benché imitata da Bl
etta Universale Fiorentina riscuote molti elogi l’appassionata Bibli, tragedia del conte Paolo Emilio Campi da Modena, formata s
i Milano, e di cui abbiamo molte buone poesie, é ancor autrice di una tragedia passabile. Non son del gusto di questo secolo le
; ma l’ingegnosissimo La-Mothe ha posto in francese l’argomento della tragedia spagnuola di Bermudez; e ’l di lui plagio é manif
mili congiure e due perdoni tramandatici dalla Storia. Il Cinna é una tragedia , la quale ha per fine di commuovere lo Spettatore
ella condotta della Favola, avrebbe fatta un’opera fredda d’una buona tragedia . Egli dunque ha dovuto profonder nel suo argoment
o di Cinna nella scena sull’abdicazione di Augusto, e si vedrà che la tragedia non passerà oltre, non potendo convenire a Sesto
o in parlar dell’opera, volendo additare in che essa differisca dalla tragedia , posero tal differenza nell’unità di luogo, nell’
di tali cose mette una differenza essenziale tra l’opera eroica e la tragedia ; ma non é quello il luogo di trattarne di proposi
62 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO IV. Spettacoli scenici nella penisola di Spagna. » pp. 137-226
odi, ottave, epigrammi, elegie, epistole, epitafii, e vi si trova una tragedia intitolata Castro mentovata dal citato Nicolas An
ll’evidenza, io, dico, straniero mi accingo a rilevare i pregi di tal tragedia che avrei potuto impunemente dissimulare come neg
zionali sino a’ giorni miei. Trasse il Ferreira l’argomento della sua tragedia dalla tragica morte di doña Inès de Castro; nè pa
a s’impressero nel 1598 quaranta anni dopo della di lui morte, la sua tragedia dovè comporsi prima che Camoens tornasse in Europ
m ante si presente, Elle a molher cuidado et odio et iraa. Fu questa tragedia copiata dal p. Girolamo Bermudez di Galizia nella
dove il Ferreira di miglior gusto, fuor che ne’ cori, usò in tutta la tragedia con senno il verso sciolto. Noi nel parlar poi de
tro Spagnuolo. Egli crede ancora che il Vega non ebbe idea della vera tragedia , e pur nel di lui Arte Nuevo si trovano ben disti
ca. Egli afferma parimente di non aver veduto in Madrid rappresentare tragedia alcuna; e dirà vero. Io però in diciotto anni che
uèsto Tanco di Fregenal contrastare agli Italiani l’anteriorità della tragedia ; dicendo che la di lui giovanezza poteva essere
1502 (epoca, come a suo tempo credevasi nella penisola, della prima tragedia degl’Italiani) perchè non vi è specie che ripugni
moderni apologisti, non ci ha conservata memoria che di una sola sua tragedia intitolata Absalon; ed il signor Sedano parimente
parimente afferma che il Malara si conosce soltanto per autore de la tragedia de Absalon. Nè anche questa però può dirsi essere
e la tragedia de Absalon. Nè anche questa però può dirsi essere stata tragedia vera; perchè il medesimo Cueva confessa che le tr
estruicion de Costantinopla, una Ifigenia, il Martirio di san Lorenzo tragedia latina rappresentata nel 1551 nel convento dell’E
ci indistinte e incerte orme segnava , quando si leggeva in Italia la tragedia del Carretto; e non era uscito dall’età pupillare
arole del Giraldi assicura che il Trissino terminò di scrivere la sua tragedia nel 1515; e così anticipando un poco la nascita d
pando un poco la nascita del Perez, e ritardando un poco quella della tragedia del Vicentino, e supponendo anche che il Perez sc
degli uccisori di lei. Ma questo componimento poco merita il nome di tragedia . Ancor più della prima manca di azione e di nodo,
’ rei, e lo sputar loro in faccia, sono cose tutte disdicevoli in una tragedia , e mostrano abbastanza che il Bermudez non sapeva
otuto ravvisare almeno nella prima (fosse copia ovvero originale) una tragedia spagnuola, e la sorgente della Inès di m. La Moth
edie ben condotte, in simili esami è giudice competente. Di un’ altra tragedia intitolata los Amantes composta da Andrès Rey de
edia Ariosti, Machiavelli, Bentivogli, Dovizii, Cari ed Oddi, e nella tragedia Trissini, Rucellai, Giraldi, Alamanni, Tassi e Ma
63 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo primo »
dunque il primo costitutivo, che distingue codesto componimento dalla tragedia , e dalla commedia. né da tale unione risulta un t
biam trovata la prima qualità essenziale, che distingue l’opera dalla tragedia . Questa non assoggettandosi alle leggi della musi
entimenti, e alla speditezza, e rapidità dell’intreccio. Merope nella tragedia francese che porta il suo nome, fa una lunga ed e
lla musica induce una mutazione non piccola nello stile. Questo nella tragedia debbe essere puramente drammatico, nel dramma mus
e, che grandemente piacciono nel dramma, non piacerebbero punto nella tragedia . Per esempio questa leggiadrissima arietta del Me
rno, lasciando ad essi l’onore d’ottener posti più riguardevoli pella tragedia , dove una orditura più circostanziata apre più va
ndo che l’ultima di queste doti è più necessaria nell’opera che nella tragedia sì per la strettezza, e rapidità che la musica es
alla sofferenza di chi ascolta, e però si sbandiscono a ragione dalla tragedia , dove hassi tanto riguardo al decoro. Nullameno c
r sua natura dal dramma. Non è del tutto certo se sia ben fatto nella tragedia il mantener sempre la stessa scena, atteso che la
atta unità apporterebbe molti inconvenienti oltre gli accennati della tragedia . Abbiamo detto che la poesia debbe esser variata,
di noi, dice il primo, la commedia è lo spettacolo dello spirito: la tragedia quello dell’anima: L’opera quello de sensi.» «L’o
nel penetrare addentro nel cuore, e intenerirlo. Il fine ultimo della tragedia e dell’opera è dunque lo stesso, né si distinguon
eatrale destinato alla mozione degli affetti, né distinguendosi dalla tragedia se non per le modificazioni che risultano dal suo
resentata può esser triviale come nella commedia, o grande come nella tragedia : quindi la distinzione dell’opera in seria, e in
mmatico, che ha le sue leggi privative, e peculiari, come le hanno la tragedia , e la commedia. Cotali leggi in generale sono: Pe
é non si vede qual diversità essenziale passi tra esso e quello della tragedia e della commedia, né come gli affetti, che svegli
una conseguenza, oppure, s’hanno un qualche valore, l’avrebbero nella tragedia egualmente, dove però si vede praticato con event
64 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 604
, tranne in questo ritratto, che ce la presenta in Giulietta e Romeo, tragedia di Della Valle. Sotto ad esso è inciso : « Al mer
65 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE II — LIBRO X ed ultimo » pp. 161-344
di Romeo e di Adelinda. Essendo il perno intorno a cui volgesi questa tragedia il combattimento in Romeo degli affetti di padre
Calsabigi stesso manchevole al confronto di Giaffiero e Pietro nella tragedia di Otwai, Venezia salvata. Veramente la ben lunga
ragedia di Otwai, Venezia salvata. Veramente la ben lunga scena della tragedia inglese in mezzo ad alcune nojosità presenta vari
ciarne al padre la perdita, e si uccide. E non si conterà quest’altra tragedia tralle buone dell’Italia? La seconda tragedia del
si conterà quest’altra tragedia tralle buone dell’Italia? La seconda tragedia del Pepoli quasi del tutto rifusa nell’economia d
ella moglie di Filippo e Carlo figlio del marito d’Isabella. La terza tragedia del nuovo teatro tragico del Pepoli è l’Agamennon
degli schiavi dalle mani degl’infedeli, gli ha suggerito per la prima tragedia intitolata Ormesinda un’ azione che risale all’an
onsola Tanti infelici ed innocenti . . . io moro. L’altra inedita tragedia del sig. Bordoni s’intitola i Templarj, e si aggi
re; spirano dandosi la mano; e questo quadro lagrimevole conchiude la tragedia . Fra tanti passi eccellenti è ben difficile scern
o moribondo sostenuto da Fernando ed Anagilda. Chiude egregiamente la tragedia la scena ultima, in cui spira Anagilda e Fernando
p;c. Colla falsa data di Londra nel 1790 comparve in Napoli Corradino tragedia senza nome di autore. Se si attenda ai tratti pun
un dominio assai più vasto ed il titolo di regina? Il Carlo poi della tragedia è ben lontano dall’Angioino della storia. Non com
e? Spietato poi fuor di misura e basso si dimostra questo Carlo della tragedia , allorchè nell’incaminarsi Corradino, ingannato d
tà bene a un sicario o a un carnefice, ed in bocca di un re, e in una tragedia ? Non avvilisce e degrada la regia potestà, la bas
col figliuolo, che potrebbe far qualche effetto in teatro, se questa tragedia potesse rappresentarsi senza scandolo del pubblic
ragico, nè la lingua scorretta e barbara, ci presenta in questa prima tragedia un componimento tollerabile se non lodevole. Ma a
La Mothe e di altri. Eccone una succinta analisi1. Atto I. Apresi la tragedia con una scena di confidenza sugli evenimenti pass
asio, e La Mothe. Risulta da quanto se n’è notato di non esser questa tragedia differente dagli Esuli Tebani, giacchè vi si desi
tù l’incontinenza e la violazione di una casa reale. Corradino terza tragedia del medesimo autore non rappresentata si stampò i
so conviene trattenerci alquanto. Vi si dice alla bella prima, che la tragedia è un’ azione pubblica, grande, interessante, e na
one pubblica, grande, interessante, e nazionale. Che pregio sia della tragedia l’esser nazionale, s’intende, e si è mille volte
e detto e ripetuto; ma che per essenza debba esser tale per chiamarsi tragedia , nè s’intende, nè si accorda. Ad esserne questo u
, e nè anche questo a me sembra vero. Trovasi forse prescritto che la tragedia debba essenzialmente esser nazionale nella Poetic
il Gerbino si accolse benignamente in teatro, e che essa sia la prima tragedia dell’autore; altre ne omettiamo avventurate contr
che il sig. Mollo son quindici anni in circa che ne scrisse un’ altra tragedia , e che l’anonimo surriferito ne ha pubblicata una
ico il freddo amore di Clarice e Corradino, imbecille il re Carlo, la tragedia ripiena di lunghi soliloquii e di scene inutili c
a abbiano le condizioni che gli costituiscano dominanti e degni della tragedia , prima di esporne una breve analisi, ne accennere
In somma se l’amor di Geldippe non è furioso e disperato quale nella tragedia si richiede, è almeno espresso col linguaggio del
gnor lo rendi. Il pubblico forza è che veda nel Corradino di questa tragedia minorato l’effetto tragico del Corradino della st
a morte come reo da chi gliel toglie: là dove il Corradino di questa tragedia è reo effettivamente, perchè amoreggia colla figl
ndo Corradino, nè Corrado stesso gliel contese. Andromaca nella greca tragedia vien trattenuta dal figliuolino, sicchè con senti
vogliamo epilogare le sconcezze del piano e dell’esecuzione di questa tragedia , troppo manifesti essendone gli amori freddi e sv
ezza dell’anonimo, senza gli amori che lo sconciano enormemente nella tragedia dell’autore del Gerbino. Per riescirvi altro non
icolarità su ciascuna di esse. Maria Stuarda. Conviene lo stile alla tragedia , nè vi si osservano durezze e trasposizioni stent
ne? Quindi è che lo stesso sagace autore ha pronunziato su questa sua tragedia , che i personaggi principali son deboli e nulli,
n Bianca in prima timore pe’ fratelli, indi dolore pel marito. Questa tragedia di personaggi troppo moderni di picciolo stato no
perfidia di lui, dell’innocente Diego, ed è il solo che rimane nella tragedia impunito, la quale perciò potrebbe dirsi il trion
gerla preso non fui da quel tragico terrore che vuolsi eccitare nella tragedia , ma si bene da orrore, da raccapriccio, da rincre
omento da molti abili Francesi maneggiato con poca fortuna. Ha questa tragedia , come le prime impresse, quattro personaggi. Spic
ile colla più dilicata decenza. Questa è forse, o ch’io m’inganno, la tragedia che meglio scopre i rari suoi talenti tragici. B
l carattere dell’intrepido Marco Bruto, come si nota nel Marco Bruto, tragedia per altro pur pregevole di Antonio Conti. L’Alfie
segno, e i congiurati si avventano a Cesare e l’uccidono. Compiesi la tragedia coll’aringa di Bruto al Popolo, il quale da prima
tiranno e corre a difendere la propria libertà. L’Alfieri termina la tragedia colla parlata di Bruto che persuade il Popolo; nè
i udirlo, il nostro avviso qualunque siesi sul merito di ciascuna sua tragedia nella guisa che si presenta a’ nostri sguardi. Es
e un nuovo componimento intitolato Ladislao in quattro atti. Non è nè tragedia , nè commedia, e porta il nuovo titolo di fisedia,
suo Gerbino. Or come era nova l’anno 1793 nell’Elfrida? Elvira altra tragedia per musica del lodato autore seguì l’Elfrida, e s
Care ritorte. Questi nienti di pura galanteria riempiono tutta la tragedia del Calsabigi. Odorico nella 5 scena dalle sue lo
lor modo volgare in bella prosa? L’userebbero in una elegante e grave tragedia ? E questo era il disprezzatore di Metastasio, cui
da pastorale, presi di un affetto che nulla ha di convenevole per una tragedia , non animati da veruno eroismo che gli elevi. Rip
talora lasciangli indietro, e l’Alfieri singolarmente che coltivò la tragedia con maggiore intensità di studio e di predilezion
1. M. Le Fevre ha pur trattato questo argomento, intitolando la sua tragedia Don Carlos enunciata al numero 100 del Mercurio d
tradotta e pubblicata in Roma da Giacomo de Dominicis, ed il Vin eas tragedia di Giacinto Andrà piemontese in Torino. Noi della
66 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article »
on comuni, interpretando mirabilmente i caratteri più disparati della tragedia , della commedia, e pur della farsa. Più tardi, ne
67 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 68
e talvolta pel teatro, e tradusse dallo spagnolo in prosa italiana la tragedia  : A gran danno gran rimedio (Torino, Zapata, 1661
68 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 615
e vi riuscì ottimo. Il Bartoli lo disse egregio anche nelle parti di tragedia , e mediocremente addestrato nell’arte del canto.
69 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Indice. » p. 443
egli Episodj 26. Ercolani Monsignor p. It. 328. Eschilo padre della tragedia Greca 29. analisi di sue Opere 30. empio in una t
padre della tragedia Greca 29. analisi di sue Opere 30. empio in una tragedia é condannato a morte 36. Etruschi loro sapere 10
Carlo p. It. 330. Peruviani loro divertimenti 21. 24. loro luttuosa tragedia 25. Perabò Antonio p. It. 327. Perrin Abate pri
cale in Francia 311. Petrarca sua commedia 190. Piron Allessio, sua tragedia 361. sua commedia 367. 383. Planelli Cavalier An
ino e Rinuccini 314. et seq. XVIII. Crébillon e Voltaire sublimano la tragedia 355. Se ne crea una nuova spezie 363. La commedia
Macchiavelli e vi fa porre in iscena altre opere 210. Triumviri della tragedia Italiana Carretto, Trissino 211. e Rucellai 215.
rancesi 417. Attori Spagnuoli disadatti 386. Teodette l’Oratore, sua tragedia 81. Terenzio giudizio di sue commedie 121. se n’
70 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 503
generico ; allievo del Morrocchesi, ebbe particolari attitudini alla tragedia . Passato al ruolo di secondo tiranno, fu molto ap
71 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
nia di Pietro Rossi, in cui cominciò a recitar parti in commedia e in tragedia . Lasciato il Rossi, fu scritturato pel 1775 con l
72 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 411
ene, tradotte dalla madre Gaetana. Anche sostenne con molto plauso la tragedia e l’alto dramma ; e una bella litografia in fogli
73 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « NOTE DEL FU D. CARLO VESPASIANO. » pp. 270-273
che frequentavano la di lui casa. Egli scrisse della commedia e della tragedia con molta erudizione e giudizio. Sua moglie, la s
one sempre che rappresentò ne’ nostri teatri la parte di Merope nella tragedia del Maffei. Il compilatore delle opere dell’Ab. C
74 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo VII. Teatro Latino. » pp. 109-171
, e di prender dalla storia romana soggetti tragici, come fece in una tragedia intitolata Scipione 70. Contemporaneo degli antin
satiriche. Il fondatore dell’imperio romano Giulio Cesare scrisse una tragedia col titolo di Edipo, oltre ad alcune altre che fu
idio fece una Medea, Quinto Varo, o Vario compose una eccellentissima tragedia intitolata il Tieste, che alcuni sospettarono, fo
ti la poesia latina, Virgilio ed Orazio. Pollione non solo coltivò la tragedia con mirabil felicità; ma senza curarsi di prender
nellate si forti e vivaci, che farebbero nobile comparsa in qualunque tragedia di Eschilo e d’Euripide. L’istessa mano della Med
ito, tutto é con vigore espresso. Contuttociò le bellezze della greca tragedia sorpassano di molto quelle dell’Ippolito latino,
iride, de’ cavalli di Diomede. Ma senza far torto a questa bellissima tragedia , diremo liberamente, che in ciò si vede il poeta
a madre trafitta dipinta al vivo nell’atto III. Vari tratti di questa tragedia si veggono bellamente imitati dal Metastasio, com
é senza passione. Lo scioglimento poi con tanta arte maneggiato nella tragedia greca, qui si precipita senza giovarsi delle situ
dir cose non volgari. Egli é però da confessarsi, che trovansi in tal tragedia sparsi qua e là vari bei versi e magnifici, e mol
duos col rimanente aggiunto da Tieste un tempo scellerato, che nella tragedia comparisce pentito, e corretto dalle sventure, e
er lo prologo di Giunone che forma l’atto I. In ricompensa trionfa la tragedia Greca per la vivacità dell’azione, e per lo vero
Saeva Jovis conjux, ego sum indefessus agendo. Trovansi pure in tal tragedia alcune altre sentenze non riprensibili: Ars prim
lissare il Sole, o quelle d’un’arpia». Giusto Lipsio riferisce questa tragedia al secolo d’Augusto; ma le sottigliezze, i lampi
verun freno ne contamina tutti i punti tragici che si ammirano nella tragedia greca. Il plautino Pirgopolinice che con un pugno
Dejanira sì bello e naturale presso Sofocle, diviene grossolano nella tragedia latina, e stanca il lettore nell’atto II con mill
one di ripudiar Ottavia e sposar Poppea, ch’é l’azione meschina della tragedia , su di cui si favella appena in poco più di trent
inati da un fogno funesto, e sembra che vadano a cominciare una nuova tragedia . Il coro loda la bellezza di Poppea, e un messo a
ebbe un discepolo chiamato Ila, il quale rappresentando coi gesti una tragedia , nel voler esprimere queste parole, il grande Aga
o delicatezza che non soccorsi dalla locuzione, tutta esprimevano una tragedia o una commedia, come si può senza nota di leggere
enti possono mai far vergogna alla ragione, se i costumi son puri? La tragedia di Medea, espressa tutta mirabilmente per gesti d
75 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article »
le migliori prime donne, così nelle commedie e nel dramma, come nella tragedia . Innamoratasi perdutamente dell’Asprucci, prima a
76 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
ta drammatica di grande valore per le parti di prima donna così nella tragedia , come nel dramma e nella commedia, e il piccolo G
77 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 704
orre un ostacolo alla loro carriera. Benchè un tantino enfatici nella tragedia , erano umani e valentissimi nel dramma e nella co
78 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome IV « STORIA DE’ TEATRI. CONTINUAZIONE del Teatro Latino e del Libro II — CAPO VII. Copia di Teatri per l’Impero: magnificenza e profusione eccessiva negli spettacoli sceneci. » pp. 38-55
hiele citato da autori anteriori all’era Cristianaa. Egli compose una tragedia dell’Uscita degli Ebrei dall’Egitto intitolata Εξ
acolo teatrale. Egli punì come reo di maestà lesa un poeta che in una tragedia avea inserite alcune parole ingiuriose contro il
Ennio, Accio, e Pacuvio vi riconducono con decoro e gravità la greca tragedia , e spianano il sentiero al Tieste di Vario, all’O
e più confacente alla maestà Romana. Il perno però su cui volgesi la tragedia Romana, è lo stesso della Greca, cioè il fatalism
79 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 944
si ; e passò poi con Pietro Ferrari il 1776. Scrisse l’Ero e Leandro, tragedia inedita, e quella già alle stampe de’Voltureni. D
80 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
mmedie Les Ennuis de Thalie, Les noms changés, Les Faux devins ; e la tragedia Alzaïde ; poi : L'Art du théâtre (Berlino, 1760,
81 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Del libretto »
L’intendimento de’ nostri poeti fu di rimettere sul teatro moderno la tragedia greca, d’introdurvi Melpomene accompagnata dalla
e solea farle corteggio. E perché essa pompa fosse come naturale alla tragedia , avvisarono appunto di risalire cogli argomenti d
è pur necessario nell’opera, la quale non è altro in sostanza che una tragedia recitata per musica. Da ciò deriva che buona part
82 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 239
di aspetto ; fu così egregia nella commedia e nel dramma, come nella tragedia  ; e scritturatasi al Teatro de’Fiorentini di Napo
83 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 495
Bossi Giovanni. Attore di buon nome, così esperto nel recitar la tragedia come la commedia seria e giocosa. Anche sosteneva
84 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article »
sa, dal gesto nobile, e dalla ricca intelligenza, essa emergeva nella tragedia e nel dramma. Non ancor vecchia, lasciò il ruolo
85 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 613
y, e molto vi piacque, specie rappresentando la parte di Tenero nella tragedia di Voltaire : Le leggi di Minosse. Tornò il '76 c
86 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
svegliata, fu egualmente ammirato nella commedia, nel dramma e nella tragedia  ; ma principalmente in questa. Passò poi nella Co
87 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 769
ostomo di Venezia, dove si salva da un probabile disastro colla nuova tragedia di A. M. Cuccetti (V.), che replicò per sei sere.
88 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 294-295
di quanto esponeva. Dotato d’una memoria fenomenale e prediligendo la tragedia , d’altronde allora in voga, sapeva intero l’Orest
ta, come parti di padre, tiranni generici in parrucca e senza, sia in tragedia che in commedia, ed altre simili che dall’Impresa
89 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 460
errore in cui ella incorse, ritenendo opera di Girolamo Baruffaldi la tragedia Diosebe, ch'ella recitò ancor nubile in Pavia il
90 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 840
ssivi, recitò assai bene così nella commedia, come nel dramma e nella tragedia . Tra le parti ch’ella creò, e che le acquistaron
91 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 521
ima dilettante, applauditissima specialmente qual prima attrice della tragedia Giovanni di Giscala, poi, maestro Ignazio Casanov
92 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 631
tilità, mostrandosi ugualmente egregio nella prosa e nel verso, nella tragedia e nella farsa. Infatti egli fu de'più valorosi pr
93 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 757
i anni di matrimonio. Recitò mediocremente nelle parti di dramma e di tragedia , ma venuta in età matura, si diede al ruolo di Ca
94 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 681
e e applaudire. Per lei ridusse in versi, modificandola, la Griselda tragedia di Pariati. Era stata a Vienna – dice il Loehner
95 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1035-1036
emiramide del Voltaire dovette forse il sommo della sua gloria. Nè la tragedia solamente coltivò con trasporto, ma il dramma e l
96 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 27
di molto pregio per le parti di primo attore così in commedia come in tragedia , poi di brillante, nacque a Pisa il 1790 da civil
97 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 240
, coll’intelligenza non comune e la voce armoniosa il prestigio della tragedia . Recitò più tardi in compagnie veneziane, e oggi
98 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 413
più forti sostenitori, se non il più forte dopo la Duse, della nuova tragedia d’annunziana Francesca da Rimini, nella quale inc
99 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 585
rini doventò in breve attore de' più egregi sì pel dramma come per la tragedia . Dopo alcuni mesi di alienazione mentale, un suo
100 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO III. Teatro Inglese. » pp. 143-156
iconoscono in Otwai un’arte sopraffina di esprimere le passioni nella tragedia , e dipingerle con tutta naturalezza, e sovente di
troppa prodigalità . Voltaire confrontò alcuni passi della mentovata tragedia l’Orfana con quelli del Mitridate del Racine, e n
stato questo gran comico trovò in Francia la commedia, ed in quale la tragedia il maggior Cornelio. a. Vedi la sua seconda epi
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