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1 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « [Errata] » p. 332
. 3 Osci gli Osci 31 lin. 4 nalla nella 98 lin. 3 Il nome Il nome tuo ? tuo 205 lin. 3 Fon. For. 209 lin. penult.
sci gli Osci 31 lin. 4 nalla nella 98 lin. 3 Il nome Il nome tuo? tuo 205 lin. 3 Fon. For. 209 lin. penult. Allo
2 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » p. 212
o quella smania, che fa la poesia tanto aggradevole. Pur dirà ad onor tuo musa piacevole, che hai ne’sguardi e nel dir sì d
nel dir sì dolce pania, che a ridur Giove a qualche nuova insania un tuo vezzo d’amor saria bastevole. Nè a Giunon gioveri
3 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 181
o stesso autore, nascosto sotto le iniziali C. C. : Qual comparve il tuo volto al mio pensiero, tal l’incise la man : guan
lle tue spoglie cangiate sei Talìa, che l’error percuote, e ride. Del tuo volto le forme ho lineate, ma i varj moti tuoi qu
4 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 159
i vezzi, al pianto. Nè cred’io già che d’altri sensi impresso Sia il tuo bel cor ; essi (non l’abbi a sdegno) Fan testimon
l segno, Gli atti, gli accenti che t’è usar concesso Fan testimon del tuo felice ingegno.
5 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 915-921
rar : se tutti i frutti, quali ei si sian, dell’arte mia son opra del tuo favor, se un tal favore è figlio d’ una felice il
o favor, se un tal favore è figlio d’ una felice illusïon cortese del tuo bel cor, tu me la serba, e forse tal ti parrò qua
se : « Oh ! madre mia felice ! Almen concesso a lei sarà di morire al tuo fianco !… » il fanatismo si mutò in delirio, nè f
erto di vena in vena a poco a poco Scender ti sentirai soavemente Il tuo core a tentar gioia materna. Tal Metabo godea qua
elpomene e Talia segnava il Fato Educatrici ; ma così non volle, E al tuo cuore, al tuo senno la commise Il Dio di Cirra, e
ia segnava il Fato Educatrici ; ma così non volle, E al tuo cuore, al tuo senno la commise Il Dio di Cirra, ed obbediva al
6 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 203
upor ripiene, muovi così gli sguardi, i gesti e i detti, che svegli a tuo piacer ne'nostri petti sdegno, amor, duol, pietà,
ne'nostri petti sdegno, amor, duol, pietà, timore e spene. Quindi il tuo nome dell’invidia a scorno fa la sincera fama a t
7 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — 2 giugno 1902. Guido Biagi. » pp. 327-333
1897-190….). TESTIMONI Caro Rasi, Firenze, 22 giugno '76. Ebbi il tuo libro poche ore avanti ch' io partissi da Catania
za. Se fosse a questi pregi accoppiato un maggior colorito locale, il tuo lavoro sarebbe commendevole da tutti i lati…. Pre
le da tutti i lati…. Prendi intanto una cordiale stretta di mano Dal tuo Rapisardi. Caro Rasi, Catania, 16 marzo '79. L
Perdona alla scorbellata franchezza di chi ti vuol bene davvero. Del tuo Rapisardi. Egregio Rasi, Firenze, 31 luglio 1880
, 20 febbraio '80. Sono veramente ammirato della splendida forma del tuo Bacco, e specialmente della poesia per la grotta
uel secondo verso che mi pare la più bella delle moltissime perle del tuo volumetto.… I miei saluti alla Signora e al Signo
8 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » p. 772
a d’elogio, o un cenno favorevole sul giornale venivano a rialzare il tuo morale ! Hai amato l’arte come un amante appassio
a scomparsa. Se le tue ossa rimangono preda del micidiale Brasile, il tuo spirito eletto sarà sempre fra noi.
9 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » p. 928
dombra il viso, siccome al duolo altrui porta spavento, così del nome tuo parmi ornamento, che nascer fa dallo spavento il
a esser m’avviso, che faceta produce il mio contento ; se l’ombre del tuo volto io miro intento, scorgo l’orror della Trage
10 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 303-304
accento : Tien, chi t’ascolta, immota la pupilla, teco divide l’aspro tuo tormento. Di pianto scorre la perenne stilla, se
l sen crudo lamento l’alma d’ognun ilarizzata brilla, quando prova il tuo cor gioja e contento. La Cantrice di Grecia ora t
11 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 697-702
E Flora di Palestina se rappresenti, o vaga, rapisci i cor ; com’ il tuo bel gli appaga ; e tra schiere d’ amanti porti d’
ta pentita, piangi gli error della passata vita, fai sì ch’ ognun nel tuo dolore immerso il cor riacquista al ciel nel mal
mal sommerso. MADRIGALE Ev l’aria rimbomba de le tue glorie, e del tuo dir facondo : degna, ch’ il ciel, no il mondo gli
del tuo dir facondo : degna, ch’ il ciel, no il mondo gli affetti del tuo duol fosse a sentire, e coronar di stelle il tuo
ondo gli affetti del tuo duol fosse a sentire, e coronar di stelle il tuo pentire. Vn gentiluomo Cremonese. A Maddalena, c
12 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 516-517
Capo della Truppa. Maraviglia non è se i grati amici danno al merito tuo condegno onore, maraviglia mi fa, mi fa stupore c
se con te tutto finor tentai, ad onta ancor d’ogni destino infido, io tuo sostegno, e Tu onor mio sarai. Recitando con uni
13 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 216-226
toso animo di un fiore in si verdi giorni succiso ! Perchè Adelia, il tuo cor rompe in sospiri, e raro il detto su’tuoi lab
e e profonda, nè per te stilla una balsamic’onda, che il cupo e lento tuo dolor conforti. Eppur…. chi lieta non dovria chia
n ne’crocchi ove il maligno stile in argute viltà scoppia sovente, il tuo bel nome pronunciar si sente con reverenza e simp
mente sei, martire egregia in tramutar di stato ! Oh razza d’Eva ! In tuo giudicio ingrato quanti, perchè son miseri, son r
con virtù l’abbraccia ; leva, Adelia gentil, leva la faccia verso al tuo Cielo ! Tu sei ricca ancora ! E conduci pur sempr
adre, a quanti una dolce superbia han de’tuoi vanti…. e poi lascia al tuo Dio cura del resto. Pregalo sol, che germogliando
14 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1005-1006
bil vanto ben accrescono in te trionfo e pregio. Sciolga ogni Vate in tuo favore il canto, se al leggiadro tuo dir pronto,
o e pregio. Sciolga ogni Vate in tuo favore il canto, se al leggiadro tuo dir pronto, ed egregio applaude l’Adria, il Reno,
15 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 307-309
o dolore in preda. Perfido ! Arresta i passi, e riedi a questa che al tuo desire, al tuo costume abbietto ardisti d’immolar
da. Perfido ! Arresta i passi, e riedi a questa che al tuo desire, al tuo costume abbietto ardisti d’immolar semplice Donna
16 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO IV. LIBRO V » pp. 67-93
i avrai, promettimi vendetta. “Aml. Perchè? “Mort. Io sono l’anima di tuo padre destinata per certo tempo a vagar di notte,
e colpe che commisi nel mondo . . . . . Se mai sentisti tenerezza per tuo padre . . . “Aml. Oh Dio! “Mort. Vendica la sua m
cellerò dalla mia fantasia ogni altra idea ed impressione, eccetto il tuo comando; sì, lo giuro.” Vengono i soldati, Amlet
lla ne prenderebbe un altro. Io! risponde la regina, Io! . . Che al tuo fato io sopravviva e d’altri Sposa io diventi?
. “Aml. Che mi comandate, o Madre? “Reg. Amlet, troppo hai tu offeso tuo Padre. “Aml. Voi, Madre, troppo avete offeso il m
o! egli è fuor di se! “Aml. Vieni forse a riprendere la negligenza di tuo figlio, che indebolito dalla compassione e dalla
dalla compassione e dalla tardanza obblia l’importante esecuzione del tuo terribil precetto? Parla. “Mort. Non obbliarla: v
erribil precetto? Parla. “Mort. Non obbliarla: vengo a riaccendere il tuo ardore quasi estinto.” Ordina poi che parli alla
il lor camino verso Inghilterra; molto debbo dirti su di essi. Addio; tuo sempre Amlet”. Orazio parte co’ marinai per esegu
17 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 644-646
lle fide triremi vuol teco Alcibiade venire ! Si dolce, si bello è il tuo viso ! Oh piombi di Grecia il furor, se mite mi d
ve di un giorno lontan. « Oh, no, non morir Margherita ! Armando, il tuo Armando non vedi ? Disgiunti il destino ci ha in
18 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article »
NI-ZANONI Imita nel mestier la fu tua madre. Abborrisci la lingua di tuo padre. Certo è questa stessa, moglie di Agapito
19 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 340-342
eria da bergamasco, ma vecchia : tu non inventi nulla, non eclissi il tuo concittadino Brighella-caviccio-gambon. ………………………
orie, tu sei l’uomo unico, introvabile ! Forse farà ombra a Milano il tuo essere da Bergamo : ma Domeniconi ti ha tanto nav
20 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 386-389
in sempiterno orrore. Delia talor, mentre che nasce e more l’argento tuo , fin là dove t’estolli, le caduche speranze, e i
e t’estolli, le caduche speranze, e i pensier folli nostri rimira col tuo bel candore. Così vedrai, che quanto in terra gia
21 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » p. 183
je e dolori. Tratti fiamme da scherzo, e vivi ardori spiran dal volto tuo gli occhi stellanti. Cangi, Proteo novel, forme e
22 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » p. 532
a Te dell’arti il genio almo, fecondo diè un leggiadro sentir pari al tuo volto, le grazie, il riso e il favellar facondo.
23 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 590
tti e pene, se in te li fingi, li commovi in noi. Tremar ci fai ad un tuo van periglio, e tutti siamo a lacrimare astretti,
24 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 728-730
to l’alma piagata. Ers. Arco non vidi mai. Ost. Ben io lo provo nel tuo ciglio sereno, se ognor, che il guardo giri un s
acciecar chi lo mira. Ost. E pur cieco io non fui nel vagheggiare il tuo bello, se penetrò per entro gli occhi al core.
25 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » p. 671
ernità ne’giri suoi predice ; e neppur una (ohimè) sperar ti lice dal tuo lungo girar un’ora immota. Col rostro adunco il c
26 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Di Milano, il dì 28 agosto 1620. » pp. 140-157
vvampi d’ immortal luce in questo mar d’ affanni. E me beata, che dal tuo bel lume qual la terra dal sol, virtute apprendo
a presente, e della prisca etade, Và gloriosa, è di salir non bade Il tuo gran merto al titolo maggiore. Versa dagl’occhi l
l titolo maggiore. Versa dagl’occhi lagrimoso humore Vicenza tutta al tuo partire, è, rade Sono le penne, che di lei pietad
do apporte ? Và pur honor de l’Amorosa scola Che ciascun t’ oda, è ’l tuo ualor ti sia Contr’ à colpi del tempo vsbergo for
zia in scena ; e sopra la stessa pazzia. Se impallidisce il fior del tuo bel uiso Flora gentil, uago di quel pallore Si fa
i Di virtude, e d’Amore. Ah foss’ io d’ eloquenza agricoltore Che del tuo sole al raggio Havrei perpetuo maggio, Anzi, che
l raggio Havrei perpetuo maggio, Anzi, che coglierei da le radici Del tuo immenso ualor frutti felici. Al quale tien dietr
27 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 656-657
i, o se li fingi. Sii pur finta Regina : Or se le vere cangiasser col tuo stato e regni e onori, quanto gir ne potrian ricc
28 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [I-H-K]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1055-1059
o e ostinato silenzio della figlia, le dice : Ma chi mai degno è del tuo cor, se averlo non potea pur l’incomparabil, vero
a anima d’artista…. rinvigoriscila ! Musa, sposa, madre, proteggi dal tuo soggiorno ove non si muore più, un’ artista, una
29 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 199-202
superbe le Castalie Dive vanno, a ragion, de'versi tuoi canori. Aman tuo vago stil d’Arno le rive, che altro non fa, che m
igno sublime, e le serene aure sormonta ov'è più chiaro il lume. E il tuo nome, o Signor, l’onde Tirrene rendan sempre immo
30 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 665-666
i sento l’alma non sazia del gradito incanto, ancor dagli occhi, se'l tuo duol rammento, involontario mi discorre il pianto
31 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO III. Teatri Orientali. » pp. 23-39
nno comparire questi boschi tutti di fuoco» «Can. «O figlia già so il tuo affetto per quest’arbuscello» «Sac. O cara pianta
chi si attacca alle falde della mia veste e mi trattiene?» «Can. E il tuo figlio adottivo, il cavriuolo, che feritosi nella
mia partenza? Io ti allevai allorchè perdesti la madre poco dopo del tuo nascere, il caro padre che mi ha rilevata, prende
32 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [E-F]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 945-946
nile desìo dài legge ed arbitra ti rendi dello spirto indomato ! – Il tuo sorriso non è mortal, ma d’angelo che dorme d’inn
33 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VI « LIBRO V. Teatri Oltramontani nel secolo XVI. — CAPO III. Spettacoli scenici in Inghilterra. » pp. 88-136
e mi avrai, promettimi vendetta. Aml. Perchè? Mor. Io sono l’anima di tuo padre destinata per certo tempo a vagar di notte,
fichino le colpe che commisi nel mondo… Se mai sentisti tenerezza per tuo padre… Aml. Oddio! Mor. Vendica la sua morte. Ven
cellerò dalla mia fantasia ogni altra idea ed impressione, eccetto il tuo comando, sì lo giuro. Vengono i soldati. Amlet f
, ella ne prenderebbe un altro. Io? (risponde la regina) Io!… Che al tuo fato io sopravviva e d’altri Sposa diventi! E cre
uto. Aml. Che mi comandate, o madre? Reg. Amlet troppo hai tu offeso tuo padre. Aml. Voi, madre, troppo avete offeso il mi
o! Egli è fuori di se! Aml. Vieni forse a riprendere la negligenza di tuo figlio, che indebolito dalla compassione e dalla
dalla compassione e dalla tardanza obblia l’importante esecuzione del tuo orribile precetto? Parla. Mor. Non obbliarla. Ven
orribile precetto? Parla. Mor. Non obbliarla. Vengo a riaccendere il tuo ardore che par quasi estinto. Ordina poi che par
34 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 617-622
race, Soccorri al mio bisogno, E passi il Sonno per la fronte poi Del tuo marito adorno, Ch'iui la porta trouerà di Corno.
do, in dolce modo Diverso il leghi, e serbi Il nome suo pudico, E col tuo giogo antico Vinci gli animi indomiti, e superbi,
35 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. -306
gi il vero. Così su i cor Tu imperi, e al riso e al pianto ci volgi a tuo piacer : e in van procura ragione opporsi al ben
36 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 565-567
……….. Fratel, che tante lagrime mi costi, solo un conforto hai tu nel tuo malore ; che almen felice nel dolor tu fosti fra
37 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — Venezia il 31 10bre 1837.E il 14 novembre : » pp. 389-402
are. Vedo piuttosto che tu sei d’umore molto allegro. Come ? oltre il tuo invito di limitarmi sulla paga, mi dici ancora ch
di codesta Compagnia ; sai quanto i Romani ti amano, ed apprezzano il tuo merito singolare…. …. Questi signori non attendon
le trattative, e così scrive all’amica : È egli vero ? Si attende un tuo assenso perchè ogni sventura della mia famiglia s
terà mille benedizioni ed ogni felicità. – È inutile che io spinga il tuo cuore con maggiori parole, sono persuasa che tu f
ere la felicità ad una amica la di cui vita, dirò così, dipende da un tuo assenso…. La lettera pare non avesse risposta, p
38 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 42-49
e inostri le navi, l’onde e le gloriose arene. Pietro, son queste del tuo ingegno l’opre. Ci fai parer il finto e vivo e ve
vivo e vero, quando di legni il mar tutto si copre. Però sia encomio tuo giusto e sincero : l’arte che tutto fa nulla si s
39 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 504-506
l suo spiro al guardo e all’atto che ti fan regina ; negli arcani del tuo vivo sospiro ogni cor sente la superna idea che i
40 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 245-250
affettuosissimo porge DI GIUSEPPE MATTEI Quand’io pendo dal tuo labbro gentile, e il suon de'detti tuoi mi scende
je sempre cosi. DI LUIGI FORTI, COMICO Di fresche rose e gigli è il tuo bel viso ornato, t’ha la madre d’amore il crine i
41 (1715) Della tragedia antica e moderna
tu non credi e se tu pure conoscerai me, spero di separare nell’animo tuo la derisione dalla maraviglia e che questa preval
hi ascolto sì ben ragionare? [1.9ED] Io confesso che cotest’abito del tuo corpo, che altri poteva muovere a scherno, moveva
to di me si fusse trovato ad udirlo. [1.27ED] — Or via, in grazia del tuo ragionare — io replicai — mi vo’ far questo sforz
hai ardito di pizzicarmi e di appianarmi le spalle che, con tutto il tuo battere, conservansi ancor rilevate. — [1.33ED] —
34ED] — Se questo è onore — egli rispose — l’hanno i tuoi Sermoni, il tuo poema, i tuoi dialoghi e le tue tragedie ottenuto
asi? [1.46ED] Perché non vesti col pallio greco e perché non copri il tuo dorso con catenelle d’oro, siccome è fama che all
non siano perfette. [1.79ED] Solamente aggiungo che, se al secolo del tuo sì grande Alessandro e, se il vogliamo, anche a q
obbiamo in tutto imitarle? [1.82ED] Non troviamo in tutto perfetto il tuo Omero; e se ciò ti parrà nostra colpa, rispondi a
iogliere senza tagliarli, e lodo in questo fra gli altri l’autore del tuo Papiniano. [1.126ED] La ragione si è che a ciasch
ma ti confido due sorte di agnizioni, senza una almen delle quali il tuo dramma non riporterà mai applauso; l’una è fisica
ente mi lasci sedurre a crederti quello che tu mi racconti dell’esser tuo , ma non posso già ingannarmi nel crederti qual ti
ddisfare alla tua curiosità e, se non m’inganno, incontrerò ancora il tuo genio. [2.9ED] L’unità dell’azione, del tempo e d
i Aristotile — allora esclamai — meriti d’esserlo per la saviezza del tuo discorso; ma mi permetti che, lasciando in un can
trario, non volend’io che tu stia alla mia sola relazione, mentre nel tuo concetto so d’esser tuttavia un impostore. [2.67E
teatri non si pensasse alla mutazion della scena. [2.76ED] Ricorri al tuo Vitruvio e vi troverai che tre cangiamenti di sce
si rappresenti. [2.118ED] Quattro esempli ti ho recati: due sono del tuo Sofocle e due del tuo Euripide; dove per altro il
8ED] Quattro esempli ti ho recati: due sono del tuo Sofocle e due del tuo Euripide; dove per altro il buon Sofocle alle vol
e ritrovando io soliloqui, già per questo conto comincio a piegare al tuo partito, purché ciò sia a condizioni il più che s
l suo Cid, per quello che su due piè mi sovviene, sicché di esempli a tuo favore non si scarseggia. [3.32ED] Ma certa cosa
erenza non hai che a confrontare l’Ippolito d’Euripide e la Fedra del tuo Racine, e mettendo una Fedra dirimpetto all’altra
Ponto più che mai tremendo a’ Romani. [3.72ED] Io l’ammiro, ma se il tuo diletto Racine, nell’atto che quegli sta agitando
a protestuccia ti dirò ancor qualche cosa sopra la Fedra dello stesso tuo dilettissimo autore. [3.76ED] Per dar ben campo a
voglia tu contar per uno di questi amori l’amor della patria, che nel tuo Procolo più tosto nasce dall’irascibile che dalla
ar troppo all’amore. [3.87ED] Compiasi dunque con la prima massima il tuo teatro e non caderai nel difetto che sin ad ora h
i vuole — ripigliò l’Impostore — nell’impostura: almeno con questa il tuo avversario ha fatta tacere la disputa; ma non avr
ti. [4.73ED] Questa seccagine di Aristotile tanto impugnata dal genio tuo l’incontrerà questa volta; dalla qual cosa ricave
ntimento, ti dorrebbe però (lo conosco) che fosse contrario a cotesto tuo ; ma fatti pur animo, oh figlio, e sta di buon cuo
l’una leghi con quella del primo verso della seguente, alla guisa del tuo poema giocoso, che intitoli il Radicone; impercio
i che nella prosa si parlano»; e il verso franzese e diciamo anche il tuo alla gravità del jambo assai si avvicinano; ma pe
ti. [4.101ED] I Franzesi costantissimi nel loro alessandrino e tu nel tuo verso accozzato, vi aiutate con la vicinanza e co
le rime unicamente ci contrasegnano il verso che quanti han letto il tuo verso, benché tocchino evidentemente esser esso u
glia e vince la forza contraria del senso; i letterati, che vedono il tuo verso esser due, lo giudicano come un solo, perch
noi perlopiù usammo il jambo, i Franzesi l’alessandrino e tu il verso tuo , che ha qualche rassomiglianza con questi. [4.123
rosa, e così sono parimente le giaciture del verso alessandrino e del tuo . [4.127ED] Ma noi avevamo il metro e conseguentem
ti e dentro e fuori d’Europa? [4.152ED] Non hai dunque a pentirti del tuo rimare nelle tragedie e dovrebbonsi dagl’Italiani
sonoro e ritondo potrebbe esser espressa dal mio Demostene oppur dal tuo Cicerone. [4.167ED] Passa quindi saviamente a con
[4.179ED] Voltiamo ora scena e raziociniamo a pro dell’intenzion del tuo autore sovra la stessa sua proposizion generale.
u in quella stima in cui non t’ha egli, ch’io non m’oppongo all’animo tuo non so se timido o generoso. — [4.203ED] Così pa
’uso delle macchine, pensi, la tua mercè, l’impresario a framezzare i tuo atti con qualche leggiadro balletto, e voi fortun
tala, datti immediatamente a disporla. [5.106ED] L’uso comanda che il tuo melodramma sia diviso in tre atti perché, se in c
ba ommettere affatto il verisimile negli accidenti, ma questo diletto tuo verisimile non ti sia tanto caro che più non sial
e riuscita dell’opera e più non ti rimarrà che il mettere in versi il tuo dramma. [5.130ED] Egli si vuole tutto diviso in r
non sei nel gregge de’ verseggiatori servili, vorrai che chi legge il tuo melodramma ti riconosca ancor per poeta, fatti on
le lascino vivere per riputazion tua e per onore delle sacre Muse nel tuo melodramma: forse a’ tuoi pianti si ammolliranno
cattive in cattive se un musico o se una musica vorranno al piè di un tuo recitativo conficcarne una che abbia guadagnato l
e ti si permetta lo stirare su quelle note parole men discordanti dal tuo sentimento, nel qual caso t’intralcerai in un imp
, temerariamente favelli. [5.226ED] Una cosa è da condannarsi ed è il tuo giudicio e di tutti quelli che intervengono al me
] Merita finalmente, che tu non faccia comparire nell’impressione del tuo teatro la poesia melodrammatica, perché faresti u
sei trovato alla tragedia e alla commedia franzese, aspetto da te il tuo giudizio circa il lor modo di recitare. — [6.22ED
42 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE II — LIBRO X ed ultimo » pp. 161-344
nemico Di Ramiro e Fernando? Ogni soccorso Che m’offra il braccio tuo per me diventæ Onta o martir. Su queste mura il
, Stendimi la tua destra . . . amato padre . . . Stendila pure al tuo Fernando . . . ah sposo, Io manco . . . io moro
a Gerbino. Entra Gerbino, erbele sviene, Zelinda dice: Ripiglia il tuo valore: Al re nascondi L’arcan fatale. Io vegli
di Manfredi che vanno per quella reggia invendicate. Aggiugne, Del tuo periglio nè pensier di regno Più ti siede sul c
mel disse. Parlando a Corradino gli dice        La regia culla Al tuo valor negò l’iniqua sorte, complimento poco del
lmeno, domanda Corradino tragicamente, fosti presente col pensiero al tuo Tancredi, come io rimiro presente ognor l’angelic
ol pensiero al tuo Tancredi, come io rimiro presente ognor l’angelico tuo viso? e Geldippe con amorosi accenti non meno tra
ice egli poi a Carlo che Corradino sicuramente anderà errando O nel tuo regno o nel romano stato, o (poteva aggiugnere)
Versa il sangue che vuoi. Pietà nasconda L’insidioso ferro, e al tuo vantaggio Servendo, fingi di servire al Cielo.
, mi hai fatto confessar che ti amo, per lasciarmi e per vantarti del tuo trionfo infame e dello schernito amore di real do
me e dello schernito amore di real donzilla, che si è donata tutta in tuo potere; tali querele possono offuscare il caratte
adino insulta Carlo aspramente parlandogli come superiore, Togli al tuo crine l’usurpato serto, Scendi dal trono, e al
go: povertà sbandisci In un coll’oro, ella dell’oro è figlia: Del tuo ti spoglia: i cittadin pareggia: Te fa Spartano
fiamma mia, nè mai . . . Che parli? iniqua? Ove primiero il genitor tuo stesso Non la condanna, ella non fia: la svela.
adre mia felice! almen concesso A lei sarà . . . di morire . . . al tuo fianco. Cin. Che vuoi tu dirmi? ... Oh qual ter
Roman tu sii, Vero di Bruto Padre ... Oh gioja! ... Io veggo Sul tuo ciglio spuntare un nobil pianto. Rotto è del co
, dice Adelvolto; ed ella: Come! minacci me con quel funesto presagio tuo più che te stesso . . . Non ti smarrire, son tua,
Adelvolto: se il cielo abborre i rei e ne fa vendetta, io lascerò nel tuo scempio un tremendo Della giustizia sua celebr
bili . . . Rimira . . . Rifletti . . . . Quest’acciaro E’ mio ... tuo se lo vuoi ... Ti basta il core D’impugnarlo e
Se più di me l’amai,   Sa il ciel, lo sa il mio core,   Padre, e il tuo cor lo sa. Anche quì l’autore ha onorato un pen
truggo a’ tuoi bei lumi, Sallo amor, lo sanno i numi, Il mio core, il tuo lo sa.” Chi poi riprende lo stil Metastasiano ne
pentimento, al ribrezzo ed al rossor, conchiudendo, Tu non hai del tuo delitte Nè vergogna, nè pudor, dove bastava d
te Nè vergogna, nè pudor, dove bastava dire, non hai vergogna del tuo delitto, per evitare lo sconcio di dire non hai p
Rach. Oimè! tutto comprendo! oh tirannia Come ben mascherasti il tuo sembiante! Eug. Or che risolvi? Rach. Or che
rdita tua. Rach. Alla perdita tua. Saprà Rachele, S’è ver che nel tuo petto ancor comanda. Ma par che a questa parte
iva prima, e restava per un poco Almonte a dire, Incauta donna! Del tuo fasto insano Vorrai presto pentirti, e spero in
   A quel che chiedo Troppo breve ritardo, il sentimento Più vivo tuo , mia dolce figlia, invoco . . . Misero dono! Io
43 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 705-716
nembo sperdi, O bellissima Iddia, A noi torna benigna e l’arsa via Al tuo sole rinverdi ! Ecco, tu appari con le scinte chi
a un velo luminoso, Ed è a te volto l’occhio desïoso, È sul labbro il tuo nome. Ecco, a te intorno un dolce alito spira Che
rte, al vivere fecondo Noi, sfiduciata gente, Infiamma. Solo al bacio tuo possente Si rinnovella il mondo ! Modena, 9 otto
44 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 118-139
mostra. Onde ben creder puoi che nobil segno sen voli altero il nome tuo sereno, sprezzator d’eternarsi in mortal Chiostra
rose appunto, che t’ infiorano il sen, furanti il senno, simboleggia tuo stato. Sappi : come tra i fiori è la rosa sol bel
di cui siglie noi siam, Lazaro insieme ; Ma se per mia sventura e per tuo danno nulla val memorar fatti sublimi a cui l’ or
o fasto fugace ; che se l’orrida base avvien che miri che sostiene il tuo fasto, (misera) allor vedrai di beltà, di bruttez
i a Dio, pietà per te chiedendo, ah, pria che scenda fulmine al danno tuo , che ti disperda. Cruda, rimanti ; io parto, part
45 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — TOMO I. LIBRO I » pp. 12-33
nno comparire questi boschi tutti di foco.” “Can. O Figlia, già so il tuo affetto per quest’albuscello.” “Sacon. O cara pia
i si attacca alla falde della mia veste, e mi trattiene?” “Can. E’ il tuo figlio adottivo, il cavriuolo, che feritosi in bo
mia partenza? Io ti allevai allorchè perdesti la madre, poco dopo del tuo nascere. Il caro padre che mi ha rilevata, prende
46 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 130-141
come quella di Alì impresario per le Smirne. Addio. Saluta tutti. Il tuo Modena. Dammi notizie della Internari. II. Pr
el s’accoppi al vero. Questo dettò le semplici norme a Colui che, del tuo plauso degno, architettò questo gentil disegno. E
ndo il suo circo immaginò sì vago. Or nobil premio all’opera Sien del tuo labbro i non mentiti encomj, e il Teatro gentil d
47 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO I. Teatro Spagnuolo. » pp. 4-134
onchiudere che il conte è suo sposo, e la Regina ripiglia: Reg. Come tuo sposo? (Io fremo, io più non vedo!) Bia. Come mio
raditor ti rendi! Bia. Confusa io son! Reg. Confusa io son!Sì l’onor tuo calpesti? E alla presenza mia svelar non temi Che
se il conte…(O amore! Io deliro!) Il mio sdegno, o Bianca, è zelo Del tuo decoro. Bia. Del tuo decoro.E gelosia rassembraa
Io deliro!) Il mio sdegno, o Bianca, è zelo Del tuo decoro. Bia. Del tuo decoro.E gelosia rassembraa. Reg. Io! Gelosa io n
to sdegno Impara, o Bianca, ove tal caso avvenga, (Ne soffra anche il tuo onor: chè l’onor tuo È nulla ove son io) la tua s
ianca, ove tal caso avvenga, (Ne soffra anche il tuo onor: chè l’onor tuo È nulla ove son io) la tua sovrana A non sdegnar;
l è?Morir tacendo. Die. Scelgo il morir, ma palesando al mondo L’amor tuo , la tua fe. Isa. L’amor tuo, la tua fe.Sai ch’ho
o il morir, ma palesando al mondo L’amor tuo, la tua fe. Isa. L’amor tuo , la tua fe.Sai ch’ho un marito. Die. Io, io son t
fe. Isa. L’amor tuo, la tua fe.Sai ch’ho un marito. Die. Io, io son tuo marito, e dal tuo fianco Appartarmi potrà solo la
tuo, la tua fe.Sai ch’ho un marito. Die. Io, io son tuo marito, e dal tuo fianco Appartarmi potrà solo la morte. Isa. E l’o
Mi vendichi di te ; l’aria ti manchi, Ti nieghi il sol la luce, e del tuo sangue Ti vegga asperso, e dell’infame busto Un c
tua schiava io sono, Fa di me quel che vuoi. Ma se ti offesi, Se nel tuo sdegno incorsi, uccidi, mora La schiava tua senza
borre? Se amor non può, ti renda onor geloso. Io pure udii dal labbro tuo talvolta Che sposo mio saresti. Ah per sì caro No
; cangi il pentirti In merito il delitto ; o tu vedrai Congiurato in tuo danno e cielo e terraa. Signor, pietà, mercè, Non
48 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 793-794
Si, mentre tu con finte pugne assali, dài vere morti altrui, che nel tuo volto son le vittorie alle bellezze uguali. Così
49 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 533-536
Qualor spirto ti fingi in vari manti Mostri in più forme Eularia il tuo valore Poichè Proteo gentil con tuo' sembianti De
50 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 561-564
hai peccato !! In fra i primissimi merti il primato : e tu medesimo a tuo piacere di te puoi scrivere pagine intere. A
51 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Bologna, 23 dicembre 1639. » pp. 5-7
zi a me rivolto, da dovero il crudel m’impiagò il core. Diedi fede al tuo riso, e il pensier stolto si riscaldò nel simulat
52 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo undecimo »
li armenti         Muggì negletto         Fu solo effetto         Del tuo rigor. De’ tuoi seguaci         Se a far si vie
Betulia liberata: «Achiorre. Ma non ti basta        Ch’io veneri il tuo Dio? Ozia. No. Confessarlo        Unico per essen
inito, o non son Dei. Ach. Da questi lacci in cui        M’implica il tuo parlar (cedasi al vero)        Disciogliermi non
Dio veder tu vuoi        Guardalo in ogni oggetto:        Cercalo nel tuo petto        Lo troverai con te.        E, se dov
; se senti palpitarti in petto il cuore; se i singhiozzi soffocano il tuo respiro, prendi il Metastasio, e lavora. Il suo g
o respiro, prendi il Metastasio, e lavora. Il suo genio riscalderà il tuo ; tu sarai creatore al di lui esempio, e gli occhi
minacce ostili, in mezzo a tante        Cure del nuovo impero ha nel tuo petto        Pur trovato ricetto        L’amor co
iù scaltra è oprar di modo,            Ch’altri se stesso inganni: un tuo sospiro            Interrotto con arte: un tronco
   Che abbia sensi diversi: un dolce sguardo,            Che sembri a tuo mal grado            Nel suo furto sorpresso: un
     Piangerne la caduta. Offrirti a tutti            E non esser che tuo : Di false lodi            Vestir le accuse ed agg
oni. Aminta. Ah, torna, amico              Una volta in te stesso. In tuo soccorso              Pronta sempre la mano      
53 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [G]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 1016-
sta teatrale, non conobbe che la minor parte della mente e dell’animo tuo . Oh quanti che grandeggiano autorevolmente sulla
54 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 18-21
o : un padre non avrebbe potuto fare di più !… Rammentalo e molto nel tuo libro ; ci tengo che lo si sappia. » E questo fer
55 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome IV « LIBRO VI. Storia drammatica del XVII secolo. — CAPO IV. Teatro Spagnuolo. » pp. 196-285
ol conchiudere che il conte è suo sposo, e la regina ripiglia: Come tuo sposo? (Io fremo, io più non vedo!) Bian. Come m
ata, a un traditor ti rendi? Bian. Confusa io son! Reg. Sì l’onor tuo calpesti? E alla presenza mia svelar non temi
. Reg. O amore! Io deliro. ) Il mio sdegno, o Bianca, è zelo Del tuo decoro. Bian. E gelosia rassembra 104. Reg. Io
sdegno Impara, o Bianca, ove tal caso avvenga, (Ne soffra anche il tuo onor; che l’onor tuo E nulla ove son io) la tua
anca, ove tal caso avvenga, (Ne soffra anche il tuo onor; che l’onor tuo E nulla ove son io) la tua sovrana A non sdeg
Morir tacendo. Die: Scelgo il morir, ma palesando al mondo L’amor tuo , la tua fè. Isa: Sai ch’ho un marito. Die: Io
L’amor tuo, la tua fè. Isa: Sai ch’ho un marito. Die: Io, io son tuo marito, e dal tuo fianco Appartarmi potrà solo
a fè. Isa: Sai ch’ho un marito. Die: Io, io son tuo marito, e dal tuo fianco Appartarmi potrà solo la morte. Isa: E
i vendichi di te: l’aria ti manchi, Ti nieghi il sol la luce, e del tuo sangue Ti vegga asperso, e dall’infame busto
schiava io sono, Fa di me quel che vuoi. Ma se ti offesi, Se nel tuo sdegno incorfi, uccidi, mora La schiava tua sen
e? Se amor non può, ti renda onor geloso. Io pure udii dal labbro tuo talvolta Che sposo mio saresti. Ah per sì caro
cangi il pentirti In merito il delitto; o tu vedrai Congiurato in tuo danno, e cielo e terra 114. Signor, pietà, mercè
56 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 484-498
verrà a dirmi : « Ohe, Van Broust, — cosa c’ è ! ? — Eh, nientemeno…. tuo figlio ha rubato…. » Sia Ammiraglio, sia Principe
er tu sei ! Guardati ! Arn. Insano, ch'osi tu ? Ard. Prostrarti del tuo Signore al piè. Arn. Me ? Tu vaneggi ! La sacril
57 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 550-553
prego : ascoltami, ch’io non son drago, nè lupo che dèvora ; Anzi ’l tuo fedel servo, afflitto Lucido. Lidia. Che vuoi d
58 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome VII « STORIA CRITICA DE’ TEATRI. LIBRO VII. Teatri Oltramontani del XVII secolo. — CAPO VII. Teatro Lirico Francese, e suoi progressi per mezzo del Lulli, e del Quinault. » pp. 245-266
a temer? Sangaride Che mi resta a temer?Perdere è poco L’oggetto del tuo foco: Ciò che pianger tu dei È che mi perdi, e l’
Io? Ciel che ascolto? M’ami tu, mio bene? Sangaride T’amo, e lo stato tuo peggior divienea. Delicato nell’atto IV è il la
59 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO IV. Teatro Lirico Francese, e suoi progressi per mezzo di Lulli e Quinault. » pp. 59-74
esso Che mi resta a temer? Sangar. Perdere è poco L’oggetto del tuo foco: Ciò che pianger tu dei È che mi perdi,
Io? ciel che ascolto! M’ami tu, mio bene? Sangar. T’amo, e lo stato tuo peggior diviene 20. Io convengo co’ Francesi che
60 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 420-431
questa Terra, tanto pel mio interesse e per la mia quiete, quanto pel tuo riposo, a volere presentare questa lettera alla n
cordata, fai pure quelle restrizioni che vuoi : riducila a quella del tuo Macchinista : mi sarà più di contento che il sent
61 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 62-67
spiego i vanni Inutili, e tarpati a basse mete Nel troppo affetto il tuo sapere inganni. Veggio (Talpa non son) che in te
62 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 203-211
. Comincia : « Tu Mondo, come più mondo potrai chiamarti ? Che se il tuo nome derivi dall’esser di belle cose adorno, io n
è vostra, ottegno oggi ch’io sono indegno. Ella per la tua fede e per tuo merto dice : d’amor ti si concede quel che ad alt
63 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [C]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 639-643
anto Sei, nova Cinosura, che di mill’altre il degno nome fura, et nel tuo chiaro volto stassi fra le bellezze Amor sepolto.
64 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi [3e éd.]. Tomo X, parte 1 pp. 2-271
forte. Siate fidi al Soldano, siane in difesa ai troni Il braccio del tuo sposo che com’io gli perdoni. Addio. Perselide Ma
uocero, allo sposo obedienza e fede. Questi estremi ricordi serba col tuo consorte, E non cercar più nulla di qualunque mia
caro a Dio. Recaredo Caro è a Dio sol chi al suo dovere intende, E il tuo non è di consigliar regnanti. Questo è pungere a
invendicata ; e se al mio petto Stringer non la potrò, stringila al tuo . Mentre si applaudiva la Merope del Maffei, l’ab
e, S’io mi fo noto al genitor, che torna La falsa accusa tua sopra il tuo cavo ? Ma datti pace. Al re sarò Artamene E a te
addurmi al fine ? Oh patria ! oh Israello ! a questo prezzo Dunque tuo re m’hai fatto ? Or che mi cale Di scettro e re
orni da mia mente inferma L’idee del fanatismo e del furore. Entro al tuo bujo un favorevol raggio Pur mi rilusse. Io vidi,
il nemico Di Ramiro e Fernando ? Ogni soccorso Che m’offra il braccio tuo per me diventa Onta e martir. Su queste mura il
e tu splendi, Stendimi la tua destra, amato padre… Stendila pure al tuo Fernando.. ah sposo ! Io manco… Io moro… Fernando
areggiar non ti possa ? Ardisci, o Carlo, D’alzare oltre te stesso il tuo pensiero ? Lo scettro a te cagion di lungo affann
Nell’amor de’vassalli. Abbiti questo, Signor, nè d’altro ti curar. Se tuo Delle tue genti è il cor, solleva un grido, E ved
icamente per la di lui prudenza, e gli dice in tuono famigliare Ogni tuo giorno Tu vivi a caso, e tu non opri a caso ? Q
urgo : povertà sbandisci In un coll’oro, ella dell’oro è figlia. Del tuo ti spoglia : i cittadin pareggia : Te fa Spartano
amma mia, nè mai… Ciniro Che parli ? iniqua ! Ove primiero il genitor tuo stesso Non la condanna, ella non fia ; la svela.
ungi ? Oh madre mia felice ! almen concesso A lei sarà… di morire… al tuo fianco. Ciniro Che vuoi tu dirmi ?… Oh qual terri
, dove un Roman tu sei, Vero di Bruto padre… Oh gioja ! Io veggio Sul tuo ciglio spuntare un nobil pianto. Rotto è del cor
?.. Sento che omai Cede il vigor… manca il respiro… Ah reggi Il padre tuo . Telaira Mio padre ! Socrate Figlia… Policrate A
ira Ah padre ! Socrate Ed è questa che stringo La man ?.. Critone Del tuo Criton. Son io.. Socrate Critone, Un sacrificio…
65 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO I » pp. 116-223
. Siate fidi al Soldano; siane in difesa a i troni Il braccio del tuo sposo che com’ io gli perdoni. Addio. Persel.
cero, allo sposo obedienza e fede. Questi estremi ricordi serba col tuo consorte, E non cercar più nulla di qualunque m
ro a Dio. Recar. Caro è a Dio sol chi al suo dovere intende, E il tuo non è di consigliar regnanti. Trionfa anche il
invendicata: e se al mio petto Stringer non la potrò, stringila al tuo . Mentre si applaudiva la Merope del Maffei, l’
S’io mi fo noto al genitor, che torna La falsa accusa tua sopra il tuo capo? Ma datti pace. Al re sarò Artamene, E a
o addurmi al fine? Oh patria! oh Israello! a questo prezzo Dunque tuo re m’hai fatto? Or che mi cale Di scettro e reg
otei; Ulisse mai non vidi, e lungi o estinto Io lo credei. Nè del tuo amor gli effetti Io potei paventar, che di sove
da mia mente inferma L’idee del fanatismo, e del furore. Entro al tuo bujo un favorevol raggio Pur mi rilusse. Io vid
reggiar non ti possa? Ardisci, o Carlo, D’alzare oltre te stesso il tuo pensiero? Lo scettro a te cagion di lungo affan
l’amor de’ vassalli. Abbiti questo, Signor, nè d’altro ti curar. Se tuo Delle tue genti è il cor, solleva un grido; E
66 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — Di Venezia, 21 marzo 1620.Venezia, 16 di giugno 1618. » pp. 513-520
entile le richiamasti, e con leggiadro stile principio desti al nobil tuo desìo : per te godon le scene il lor natìo honor 
ne il lor natìo honor ; e già se 'n vola a Battro a Thile glorioso il tuo nome, e l’empia e vile invidia paga il doloroso f
67 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — (Ferdinando Martini, Al teatro. Firenze, Bemporad, 1895). » pp. 78-82
n teco ? Illustre donna, chi non t’ammira ? Di vivaci plausi ferve al tuo comparir l’Itala scena ; che dove a Te simile alt
68 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo ottavo »
i potendo Arciera fortunata Dall’arco di due labbra Scoccar contro il tuo sen dardi amorosi E delle braccia mie Far zona al
ontro il tuo sen dardi amorosi E delle braccia mie Far zona al fianco tuo salda, e tenace; Ma, sopportalo in pace, Forse ve
ui del fato a scorno Potrai, caro Ben mio, Stemprare in vivo fuoco il tuo desio.» [12] Circa lo stile a tutti è nota la vi
69 (1798) Addizioni alla Storia critica de’ teatri antichi et moderni « PARTE I — LIBRO IV » pp. 55-66
i?   In qual valle satollo il fianco adagi   Lasso dal carolare? Il tuo corteggio   Certo obbliasti, e già dal cuor ti c
70 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [D]. I COMICI ITALIANI — article » pp. 745-749
effo, goffo, buffo, se ti azzuffo per il ciuffo presso al baffo, quel tuo ceffo t’abbaruffo, e per caffo nel rabbuffo ti do
71 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 724-729
lla madre di un novello celebrante : Donna, deh ! perchè piangi ? Il tuo dolore da qual sorgente mai, dimmi, sen viene ? Q
72 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 454-467
e vi è sopra il fornimento d’un Zagno. Eccone retornadi obedienti al tuo cenno, perchè daspò che semo stà sbrigadi ciascun
plici parole trar da ciglio Roman stille di pianto, dirò, che Roma al tuo partir si duole, e quelle stille su i tuoi lauri
73 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo primo — Capitolo quinto »
    Spargea il bel volto, e le dorate chiome.          Indi s’udio il tuo nome          Fra le labbra suonar fredde e trema
mentre al Ciel piacque          Luce di questi lumi          Fatti al tuo dipartir fontan’e fiumi,          Che fai per ent
mia vita, senti          Quai pianti e quai lamenti          Versa il tuo caro Orfeo dal cor interno.          Rimbombate a
74 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 54-87
l chiaro Eridano. Tu musa, ai grandi amica alma Calliope, prestami il tuo favore, acciò che i ritimi, habbiano qual che for
ascer fastidio, che subito non lo sputasse in seno a me : dormiva, fa tuo conto, sotto l’ombra mia. Ogni tanto gli bisogna
ntile, le richiamasti, e con leggiadro stile principio desti al nobil tuo desìo. Per te godon le scene il lor natio onore ;
scene il lor natio onore ; e già sen vola a Battro a Tile glorïoso il tuo nome, e l’empia e vile invidia paga il doloroso f
75 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO IX. Teatro di Euripide. » pp. 134-207
presi, quella a cui tu prima Figlia dicesti; guardami, son io. Me nel tuo grembo pria d’ogni altro assisa Scherzar vedesti,
mi piace, La ragion mi contrista. Ah cedi al fato, Cedi, meschina, al tuo delirio, e mori. La scena del l’atto secondo, i
cere mie, da queste braccia Ti svelgono i crudeli. Ah tu morrai, E di tuo padre il nome, Che tanti ne salvò, ti fia funesto
ri sì tosto Credei produrti, o figlio…. Oh dio! Tu piangi? Prevedi il tuo destin. Perchè mai stringi L’imbelle madre tua e
76 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VIII. Teatri Settentrionali nel XVIII secolo — CAPO I. Teatro Inglese. » pp. 189-231
i . . . . Cat. Di rimaner oppresso Non dubitar, che allora Sarò tuo difensore. Tu solo non basti, gli dice Cesare,
o di Fingal, vieni e dalla tua nube regola l’arco di Comala sì che il tuo nemico cada come una lepre del deserto . . . Ma c
i e a prendere la maschera dell’onore e della probità per arrivare al tuo intento a costo di chiunque sarà così sciocco di
77 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO III. Teatro Latino intorno alla seconda guerræ Punica. » pp. 91-171
a nimicizie Sì fiere per sua figlia, che in un modo Tanto villano tuo padron disprezza? Get. E continui ancora, o lin
e Del cruccio, da te stesso ti presenti Alla sua soglia, e l’amor tuo palesi, E quanto in odio a lei, te stesso abbor
stesso Che volere impazzir colla ragione. E quel che irato or nel tuo cuor rivolgi: Io lei? che quel . . .? che me? .
ti allegri, In somma che di me tutta tu sii, Quando io son tutto tuo . Grande, forte, difficile ad esser raffrenata
sati: Così te stesso e quella sventurata Hai rovinato, ed anco il tuo figliuolo, Per quel che ti appartenne. Ti crede
78 (1764) Saggio sopra l’opera in musica « Saggio sopra l’opera in musica — Del teatro »
etti ad avere differenti altezze. E allora, o tu fai dell’interno del tuo teatro un settizonio o una torre, e senza un biso
79 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [B] — article » pp. 266-272
o Scappino gli dice : « vorrei che tu facessi una cosa contra a l’uso tuo , » Spacca risponde : « O, t’intendo : tu vorresti
80 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — article » pp. 88-117
e Son cadute, nè mai de gli occhi miei Perciò rasciughi il pianto. Al tuo vago apparir più che mai lieti Sorgono i fiori à
raue incarco de gli affanni miei Erger non posso il core. Spiegano al tuo venir dolci carole I garruli Augelletti : Io dole
nir dolci carole I garruli Augelletti : Io dolente non meno O Sole al tuo venir che al tuo partire, Viuo in amaro pianto ;
I garruli Augelletti : Io dolente non meno O Sole al tuo venir che al tuo partire, Viuo in amaro pianto ; Ma voi deh per pi
81 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi [3e éd.]. Tomo X, parte 2 pp. 2-245
Rachele Oimè, tutto comprendo ! oh tirannia, Come ben mascherasti il tuo sembiante, Eugenio Or che risolvi ? Rachele Nulla
o sopravviva Alla perdita tua. Rachele Saprà Rachele, S’è ver che nel tuo petto ancor comanda… Ma par che a questa parte i
ose contro del principe(a). V’è, gli dice Publio, chi lacera anche il tuo nome, e Tito, E che perciò ? Se il mosse Leggere
delvolto, se il cielo abborre i rei, e ne fa vendetta, io lascerò nel tuo scempio un tremendo Della giustizia sua celebre
r sempre Essere inseparabili… Rimira… Rifletti… questo acciaro É mio… tuo se lo vuoi… Ti basta il core D’impugnarlo e imita
l’amo, Se più di me l’amai Sa il ciel, lo sa il mio core, Padre, e il tuo cor lo sa. Anche quì Calsabigi ha onorato un pen
uggo a’ tuoi bei lumi, Sallo amor, lo sanno i numi, Il mio core, il tuo lo sa. Vegga poi il leggitore, se il Calsabigi l
co un bigliettino tenero creduto di lei ?) e le dice, Tu non hai del tuo delitto Nè vergogna nè pudor. A quest’ aria sì b
are ; prendi allora Metastasio e componi ; il suo genio riscalderà il tuo , col suo esempio tu saprai creare ; e gli occhi a
tiva prima, e restava per un poco Almonte a dire Incauta donna ! Del tuo fasto insano Vorrai presto pentirti, o spero inva
82 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO III. Teatro Latino intorno alla seconda Guerra Punica. » pp. 129-244
asa a nimicizie Sì fiere per sua figlia, che in un modo Tanto villano tuo padron disprezza? Get. E continui ancora, a lingu
forte Del cruccio, da te stesso ti presenti Alla sua soglia, e l’amor tuo palesi, E quanto in odio a lei, te stesso abberri
lo stesso Che volere impazzir colla ragione. E quel che irato or nel tuo cuor rivolgi: Io lei? che quel..? che me..? che n
n me ti allegri; In somma che di me tutta tu sii, Quando io son tutto tuo . Grande, forte, difficile ad esser raffrenata o
passati! Così te stesso e quella sventurata Hai rovinato, ed anche il tuo figliuolo, Per quel che ti appartiene. Ti credevi
83 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XIV. Commedia Nuova. » pp. 151-170
dì la madre tua ti espose Con questa legge tu fra noi venisti, Che a tuo piacer girar dovesse il mondo: Se tal felicità pr
84 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « I comici italiani — article » pp. 646-656
immodesti lazzi contaminâr le patrie scene. Non così Tu, che a senno tuo sapesti ciò che lice imitar, ciò che sconviene a'
85 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro I. — Capo V. Teatro greco. » pp. 26-81
vola. Questo, Giove, vibrando  Le fiammeggianti faci,  Col tripartito tuo pungente strale  Struggi, e spegnilo in tutto.  T
    La ragion mi rattrista. Ah cedi al fato,     Cedi, meschina, al tuo delirio, e mori. La scena dell’atto II, in cui F
da queste braccia      Ti svelgono i crudeli! Ah tu morrai,      E di tuo padre il nome      Che tanti ne salvò, ti sia fun
o,      Credei produrti, o figlio… Oh Dio! tu piangi?      Prevedi il tuo destin. Perché mai stringi      L’imbelle madre t
86 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XII. Teatro di Aristofane. » pp. 16-140
contro gli diceva: E quando menerai tu le capre da Felleo come faceva tuo padre vestito di grosso panno? Comici contrappost
il marc non cresce col concorso di tanti fiumi, e pretendi tu che il tuo danajo si aumenti colle usure? E adunque discacci
o del proprio errore); con tali eccessi ti getterai da te stesso col tuo abominevole maestro nel baratro infernale. O Nuvo
bell’ arte, appena so leggere. Baje (replica Demostene); questo è il tuo vero merito l’essere odioso, vile, ignorante; anz
p. Popoluccio, belluccio.E chi mi chiama? Cle. Son io, son desso, il tuo Cleon che a torto Da costui son battuto. Pop. Da
87 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome II « LIBRO II — CAPO II. Prima epoca del teatro Latino. » pp. 9-90
dunque, Libano amato, ricorro a te, trova queste venti mine, usa del tuo ingegno, ingannami, aggirami, inganna mia moglie
su di me, s’io penso giusto. Verg. Egli è così, tutto il comando è tuo . Pur benchè poveretti, è meglio, o padre, Viv
scaltra! ha senno: oh quanto Aggiustato risponde!) Dor. (Il nome tuo ? Toss. Ora temo che sbagli.) Verg. Al mio pae
T’incresce adunque (dice Pistoclero) di sentire la buona ventura del tuo padrone? Non è il padrone che m’incresce (rispond
88 (1789) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome V « LIBRO VII. Teatro Francese ne’ secoli XVII e XVIII — CAPO V. Tragedia Francese nel secolo XVIII. » pp. 75-133
tuoi han comandata a te la strage E la vendetta, il mio, poichè il tuo braccio Vibrommi il colpo micidial, m’impone
h’io ti compianga e ti perdoni. Alv. Ah figlio, La tua virtude al tuo coraggio è pari. Alz. Qual cangiamento, eterno
ro sostegno Sperato invan di questa età cadente, Sorgi, abbraccia tuo padre: ei ti condanna, Ma se Bruto non era ei t
89 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO X ed ultimo. Teatro Italiano del secolo XVIII — CAPO III. Melodrammi. » pp. 254-292
iose contro del Principe72. V’è, gli dice Publio, chi lacera anche il tuo nome; e Tito:   E che perciò? Se il mosse Leg
e; prendi allora il Metastasio, e componi; il suo genio riscalderà il tuo ; col suo esempio tu saprai creare; e gli occhi al
90 (1777) Storia critica de’ teatri antichi et moderni. Libri III. « Libro III — Capo II. Teatro Spagnuolo, Inglese, e Alemano nel medesimo Secolo XVII. » pp. 276-290
’ cucire; dammi un altro bicchiere, e sia uno di quelli che adopra il tuo curato non-conformista dopo essersi riscaldato a
91 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VII. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 149-268
contro gli diceva: E quando menerai tu le capre da Felleo come faceva tuo padre vestito di grosso panno? Che comici contrap
il mare non cresce col concorso di tanti fiumi, e pretendi tu che il tuo danajo si aumenti colle usure? E’ adunque discacc
to del proprio errore), con tali eccessi ti getterai da te stesso col tuo abominevole maestro nel baratro infernale. O Nuvo
bell’ arte, appena so leggere. Baje (replica Demostene); questo è il tuo vero merito l’essere odioso, vile, ignorante: anz
ccio, belluccio. Pop. E chi mi chiama? Cle. Son io, son desso, il tuo Cleon, che a torto Da costui son battuto. Pop.
a madre tua ti espose, Con questa legge tu fra noi venisti, Che a tuo piacer girar dovesse il mondo: Se tal felicità
92 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VI. Teatro Greco. » pp. 44-148
gor del verno Tal giace esposto o sventurato o reo? Chi sei? qual tuo delitto o nume avverso Così ti opprime? In quai
i, quella a cui tu prima Figlia dicesti; guardami, son io. Me nel tuo grembo pria d’ogni altro assisa Scherzar vedest
iace; La ragion mi rattrista. Ah cedi al fato, Cedi, meschina, al tuo delirio e mori. La scena dell’atto secondo, in
mie, da queste braccia Ti svelgono i crudeli. Ah tu morrai, E di tuo padre il nome Che tanti ne salvò, ti fia funest
esto, Credei produrti, o figlio ... Oh Dio! tu piangi? Prevedi il tuo destin. Perchè mai stringi L’imbelle madre tua,
93 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VII. Teatro di Eschilo. » pp. 75-103
l rigor del verno Tal giace esposto o sventurato o reo? Chi sei? qual tuo delitto o nume avverso Così ti opprime? In quai c
94 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome III « STORIA DE’ TEATRI. LIBRO SECONDO — CAPO II. Prima Epoca del Teatro Latino. » pp. 16-128
dunque, Libano amato, ricorro a te, trova queste venti mine, usa del tuo ingegno, ingannami, aggirami; inganna mia moglie
già su di me s’io penso giusto. Ver. Egli è così, tutto il comando è tuo . Pur benchè poveretti, è meglio, o padre, Viver c
o: oh quanto Aggiustato risponde!) Dor. Aggiustato risponde!)Il nome tuo Tos. Ora temo che sbagli) Ver. Ora temo che sbag
T’incresce adunque (dice Pistoclero) di sentire la buona ventura del tuo padrone? Non è il padrone che m’incresce (rispon
95 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO I. Tragedie. » pp. 4-67
angiarsi l’un l’altro le care espressioni di Aluro: addio, Olvia, col tuo nuovo amante vivi felice (morendo di fame?) e le
nel 1780. 2. Tito dice a Sesto:   Odimi, o Sesto, Siam soli: il tuo sovrano Non è presente: apri il tuo core a Tite
Odimi, o Sesto, Siam soli: il tuo sovrano Non è presente: apri il tuo core a Tite: Confidati all’amico: io ti promett
96 (1785) Le rivoluzioni del teatro musicale italiano dalla sua origine fino al presente « Tomo secondo — Capitolo decimo »
’io         Seguirti o del cor mio                 Parte migliore. Al tuo bel sen farei         Scudo di questo Core:      
97 (1813) Storia critica dei teatri antichi e moderni divisa in dieci tomi (3e éd.). Tome II « CONTINUAZIONE DEL TEATRO GRECO E DEL LIBRO I — CAPO XV. Satiri: Ilarodie: Magodie: Parodie: Mimi: Pantomimi. » pp. 171-200
sponde. Di chi dunqne ti lagni , ripiglia il Coro, se niuno colpa al tuo male? Oimè! (dice il Ciclope) il forestiere mi h
98 (1787) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome I « LIBRO PRIMO — CAPO VIII. Continuazione del Teatro Greco. » pp. 269-289
risponde. Di chi dunque ti lagni, ripiglia il coro, se niuno colpa al tuo male? Oimè! (dice il Ciclope) il forestiere mi ha
99 (1790) Storia critica de’ teatri antichi e moderni (2e éd.). Tome VI « LIBRO IX. Teatro Spagnuolo del secolo XVIII — CAPO II. Commedie: Tramezzi. » pp. 68-88
finti sdegni . . . Isa. Ah tu m’uccidi! Gio: Un motto, un guardo tuo , qualche sospiro Era de’ voti miei gloria e mis
100 (1897) I comici italiani : biografia, bibliografia, iconografia « [A] — Ferrara, li 4 marzo 1618.Ferrara, li 3 marzo 1618. » pp. 170-184
facondia è inaccessibil meta : e fra i portenti è meraviglia vaga il tuo furor, ch’ ogni pensiero accheta ; la tua follia,
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