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1 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIII. Venère, Cupido e le Grazie » pp. 144-151
XXIII Venère, Cupido e le Grazie L’origine di Venere è narrata dagli Antichi in due modi. Omero dice c
dei Titani, nata dall’Oceano e da Teti. Esiodo poi lasciò scritto che Venere nacque dalla schiuma del mare. Questa più strana
che da questa fecondazione delle acque marine nacque Afrodite, ossia Venere , raggiante di celeste bellezza. Con questo strano
attribuiscono e l’una e l’altra indifferentemente e congiuntamente a Venere , come se fosse possibile il nascere in due modi e
ione dall’una all’altra è questo, che essendo Dione una Dea marina, e Venere sua figlia nata nel mare, e comparsa per la prima
e di Citerèa anche negl’italiani e nello stesso Dante183. Del nome di Venere che le fu dato dai Latini, ed è divenuto tanto co
a ammirarsi nelle opere della creazione ; ed Ugo Foscolo ha detto : «  Venere simboleggia la Bellezza dell’ Universo. » Da Ven
derivate le parole venustà ed avvenenza 185. Il nome di Dionèa dato a Venere perchè creduta figlia di Dione è comunissimo nell
dotte, ma poco nell’italiana. Dante però rammenta Dione come madre di Venere , e per figura poetica adopra il nome della madre
la figlia, volendo indicare nel Canto xxii del Paradiso il pianeta di Venere . Venere era considerata in principio come Dea del
a, volendo indicare nel Canto xxii del Paradiso il pianeta di Venere. Venere era considerata in principio come Dea dell’Amore,
nità pagane ed allo stesso Giove furono attribuiti difetti e vizii, a Venere più che mai. Cominciarono a dire che questa Dea,
e questo è naturale e probabilissimo, e non sta di certo a disdoro di Venere  ; ma poi vi aggiunsero che per voler di Giove suo
di Flegra fabbricandogli i fulmini con cui atterrò e vinse i Giganti. Venere non si oppose e obbedì ; ma questo matrimonio cos
do in Roma, « D’un velo candidissimo adornando, « Rendea nel grembo a Venere celeste. » Infatti gli antichi mitologi di più s
i antichi mitologi di più sana mente avean dovuto immaginare un’altra Venere che presiedesse all’Amor puro e casto, e la chiam
Urania, ossia Celeste, come accenna Ugo Foscolo. Quando Vulcano sposò Venere le regalò un bel cinto, che elegantemente con voc
e Dee. Oltre Cupido, Imene e le tre Grazie si annovera tra i figli di Venere anche Enea. Cupido era creduto figlio di Venere e
novera tra i figli di Venere anche Enea. Cupido era creduto figlio di Venere e di Marte ; Imene e le tre Grazie di Venere e di
do era creduto figlio di Venere e di Marte ; Imene e le tre Grazie di Venere e di Bacco ; ed Enea di Venere e di Anchise princ
e di Marte ; Imene e le tre Grazie di Venere e di Bacco ; ed Enea di Venere e di Anchise principe troiano. Cupido è rapprese
prodotti dalle colpevoli passioni. Imene o Imeneo, l’altro figlio di Venere era il Dio delle Nozze, o vogliam dire del Matrim
ede in Siena un gruppo mirabile di greco scalpello. Di Enea figlio di Venere e di Anchise dovremo parlare a lungo nella celebr
tro la città di Troia, e nelle origini mitologiche del popolo romano. Venere giovanetta uscita appena dalle onde del mare era
oppure, e specialmente in scultura, con un delfino ai piedi, come la Venere dei Medici che si ammira nella galleria degli Uff
lei sacro era la rosa, l’albero il mirto. Si aggiogavano al carro di Venere le colombe, perchè sono affettuosissime e feconde
per un infantile vendetta di Cupido su questa Ninfa che aveva aiutato Venere a vincere una scommessa a chi coglieva più rose.
he meglio vegeta intorno alle acque, dalle quali credevasi esser nata Venere . Inoltre ella produsse l’anemone trasformando in
favorito e protetto, e che fu ucciso nella caccia da un cinghiale. A Venere fu dedicato il venerdì ; e di Venere ebbe il nome
nella caccia da un cinghiale. A Venere fu dedicato il venerdì ; e di Venere ebbe il nome il più bello e rilucente dei pianeti
ria degli Uffizi una vaghissima pittura del Botticelli rappresentante Venere nel modo qui sopra descritto. 183. Infatti Dant
co e religioso significa la vita attiva) a quella di Citerèa, cioè di Venere , considerata come il pianeta che ne porta il nome
2 (1855) Compendio della mitologia pe’ giovanetti. Parte I pp. -389
il corpo della donna, alla quale Minèrva donò l’anima o la sapienza ; Venere , la bellezza ; Apòllo, la perizia della musica ;
lo di corvo ; Bacco, di capro ; Diana, di gatto ; Giunòne, di vacca ; Venere , di pesce ; e Mercurio, d’ibi. Da questa trasform
Apollo, Mercurio, Vulcano, Giunone, Vesta, Minerva, Diana, Cerere, e Venere . Per andare(1) alla gran sala del celeste consigl
ia (4). Oltre a ciò era l’ambrosia quasi un unguento di virtù divina. Venere (5) sulla ferita del figliuolo Enèa sparse, quasi
divina ; e da essa si riconoscevan le Dee. Virgilio (7) racconta che Venere si manifestò ad Enèa dal divino odore che spirava
nire, donando novello vigore, e rendeva la vita perfettamente felice. Venere (1) facendo gustare ad Enèa ambrosia mescolata co
ebbe un termine. Avea sposata Armonìa, o Ermiòne, fig. di Marte e di Venere , ed alle sue nozze intervennero tutti gli Dei e v
Fu questo il segno di fiera contesa fra le tre Dee Giunone, Pallade e Venere . Si turbò la gioia del convito ; e Giove, non vol
avesse il pomo ; Minerva, di dargli doviziosi tesori di sapienza ; e Venere , di farlo sposo di bellissima fanciulla. Paride s
ne giurarono odio eterno a Priamo ed alla sua stirpe. Nell’Antologia, Venere schernendo Minerva, la punge con queste parole :
che Paride, mancando alle sante leggi dell’ospitalità, col favore di Venere rapì Elena, e seco la condusse a Troia, o secondo
onò alla tavola degli Dei, e ne fu con riso schernita da Giunone e da Venere , perchè, con que’ suoi occhi azzurri e colle gote
e dal peplo. Omero in più luoghi descrive or Minerva, or Teti, ed ora Venere ornate del loro peplo ; e chiama quello di Venere
va, or Teti, ed ora Venere ornate del loro peplo ; e chiama quello di Venere , più fulgido del fuoco. Allorchè facevasi a Miner
e, gli Assirii ; Militta, i Persiani ; Selene, i Greci ; ed i Romani, Venere , Giunone e piú spesso Diana. Cesare attesta che l
lie. Le fece poscia il dono d’una corona di oro, che avea ricevuta da Venere . Era essa lavoro egregio di Vulcano ; e Bacco, do
i cofani, il torchio da vino ed altri strumenti della vendemmia. Venere , Cupido e le Grazie. I. Diversi nomi dati a
re fortunato. Da’ Greci chiamavasi Αφροδιτη da αφρος, schiuma, perchè Venere si finge nata dalla schiuma del mare. Didimo(2) l
le loro divinità tre Dee dette le tre Grazie che finsero compagne di Venere . I Greci le chiamarono Cariti (χαριτες) da χαρις
i giocondo e di piacevole in tutte le cose. II. Storia favolosa di Venere . Venere, una delle più celebri divinità de’ g
di piacevole in tutte le cose. II. Storia favolosa di Venere. Venere , una delle più celebri divinità de’ gentili, era
Adone. Or la ninfa Dione, fig. dell’Oceano e di Teti, era la madre di Venere , percui Cesare che si vantava discendere da Vener
i, era la madre di Venere, percui Cesare che si vantava discendere da Venere e da Anchise per parte di Enea, chiamasi Dioneo d
una sola attribuiscono ciò ch’è proprio delle altre tre. Omero chiama Venere fig. di Giove ; ed Esiodo la dice nata dalla schi
Augusto pose nel tempio di Giulio Cesare un quadro che rappresentava Venere nell’atto di uscire dalle onde del mare, detta pe
uovo, che sulla riva fu covato da alcune colombe e che da esso nacque Venere , la quale fu poscia chiamata Dea Siria. I pesci c
pesci che portaron quell’uovo alla riva, e le colombe, ad istanza di Venere , furon da Giove allogate tra gli astri ; ed i Sir
i antichi, adorate da diverse nazioni sotto diversi nomi, afferma che Venere era la luna e che perciò chiamavasi noctiluca. Da
mavasi noctiluca. Dalla schiuma del mare adunque, dice Esiodo, nacque Venere , la più bella delle Dee, presso all’isola di Cipr
Dei, dell’ingiuria fattagli, quando il precipitò dal cielo, gli diede Venere per moglie. I poeti, dice Banier, seguendo queste
iunisce quanto vi è di più bello e di più amabile. Secondo Lattanzio, Venere non era altro che i poeti ne foggiarono una dea.
ne foggiarono una dea. Ma il Banier ricerca l’origine della favola di Venere nella Fenicia. Questa dea, egli dice, era la Vene
e della favola di Venere nella Fenicia. Questa dea, egli dice, era la Venere adorata dagli Orientali. I Fenicii, conducendo le
igione. Quindi in poetico linguaggio dissero che presso a quell’isola Venere uscita delle onde era comparsa la prima volta, pe
o parlare. E come i Fenicii che i primi avean recato colà il culto di Venere , eran venuti per mare ; così i Greci che portavan
, e fig. di Cinira, re di Cipro. Amava(1) egli oltremodo la caccia, e Venere l’esortava spesso a non occuparvisi troppo pel pe
Apollo, cangiato in cinghiale, avesse ucciso Adone per vendicarsi di Venere , la quale avea privato di vista Erimanto, di lui
liuolo, che l’avea veduta nel bagno. Alle grida dell’infelice giovane Venere accorse, sparse del nettare sulla ferita e dal sa
ανεμος, ventus). Altri vogliono che l’anemone nacque dalle lagrime di Venere , la quale, entrando nella foresta in traccia del
e si battevano fortemente il petto. Adone avea un tempio insieme con Venere in Amatunta ; e nel tempio di Giove Conservatore
cune volte a piangerlo le donne. I porci ed i cinghiali sono odiosi a Venere per la morte data ad’ Adone ; quindi il greco pro
te data ad’ Adone ; quindi il greco proverbio, sacrificare il porco a Venere (Αφροδιτη υν εθυκεν), per significare un uomo che
oncorrenti, i quali ebbero la pena di morte giusta la convenzione. Or Venere ad Ippomene o Ippomedonte, fig. di Megaro o di Ma
lla designata meta. In premio della vittoria sposò egli Atalanta ; ma Venere , cui dimenticato avea di rendere le dovute grazie
di due belle figure del giardino delle Tuilèries. Que’ pomi d’oro che Venere donò ad Ippomene, erano consacrati a quella Dea e
io(1) attesta che i giardini in generale erano sotto la protezione di Venere  ; e negli orti Sallustiani era un tempio di Vener
o la protezione di Venere ; e negli orti Sallustiani era un tempio di Venere colla iscrizione : « Gli Editui di Venere degli o
allustiani era un tempio di Venere colla iscrizione : « Gli Editui di Venere degli orti Sallustiani. » Si racconta che quando
e orti amenissimi, ne’ quali era l’albero de’ pomi d’oro consacrato a Venere  ; e si chiamavano Egle, Aretusa ed Esperetusa ; m
sa ; ma sul loro numero e nome variano i Mitologi. IV. Vittoria di Venere sopra Giunone e Minerva, e sue conseguenze nella
ulle due rivali. Or questa vittoria non fu la sola cagione che spinse Venere a proteggere l’infelice città di Troia, e gli odi
a spegnere in Enea ogni scitilla di quella città sventurata ; mentre Venere pone in opera tutte le forze sue per salvare e l’
combattimento, e Paride è nel punto di essere ucciso da Menelao ; ma Venere fatta accorta del pericolo « lo ravvolse Di mol
iomede colpì Enea nel ginocchio, e già questi era presso a morire, se Venere , sua madre, oprendolo del suo peplo, non avesse i
i passi il petto, e l’anima gl’involi. Ma l’eroe imperterrito insegue Venere , e Poichè raggiunta per la folta ei l’ebbe, Abba
malgrado ed ingannata dalla scaltra Giunone dovè un giorno la nostra Venere concorrere ad una orrenda strage che i Greci aiut
i Troia ; per cui Giunone scaltramente ottiene il misterioso cinto di Venere , fingendo che volea avvalersene per comporre una
i e fare grande strage de’ Troiani. Rinomato è il misterioso cinto di Venere detto zona da’ Greci (ζονη, et κεστος, acu pictus
amabile chi lo portava, tanto che Luciano dice che Mercurio involò a Venere la sua cintura per significare che questo nume po
iscorso. Il Tasso ha imitato la descrizione che fa Omero del cinto di Venere , quando descrive la cintura di Armida. V. Cont
enere l’ultima sua rovina ; e gli sforzi, benchè potenti, di Marte di Venere , di Apollo e degli altri numi che ne favorivano l
stinato eccidio. Troia cadde e ne fu miserando avanzo il figliuolo di Venere e di Anchise, il pio Enea. Il volere del fato il
di Giunone a tutto potere volea tenerlo lontano da quella regione ; e Venere dovè proteggerlo dall’odio ostinato della moglie
all’odio ostinato della moglie di Giove. Ecco in breve qual figura fa Venere nell’ Eneide. Questa Dea predetto avea ad Anchise
che navi alle sconosciute coste della Libia. Di ciò afflitta la madre Venere , cogli occhi molli di dolci lagrime, si fa innanz
uale ripeteva l’origine da Giulio o Ascanio, fig. di Enea e nipote di Venere (1), tanto che nello stemma della famiglia Giulia
nto che nello stemma della famiglia Giulia vedeasi segnato il nome di Venere . Per ciò Cesare consacrò a questa Dea il mese di
Aprile, che Ovidio(2) afferma, essere stato così detto da Afrodite o Venere , sebbene altri dicono ab aperiendo, dall’aprire,
e delle altre piante. Da siffatte solenni promesse del Padre de’ numi Venere rincorata il di vegnente si fece incontro al figl
à le si distese Infino a’piè, ch’a l’andar anco, e Dea Veracemente, e Venere mostrossi. Caro. Or l’amorosa madre sospettando
ad Enea di porre il piede in Italia e fondarvi il destinato impero ; Venere , per rendere più sicura la dimora del figliuolo i
ersi da forza alcuna distornare. Nettuno intanto, per le preghiere di Venere , rende il mare tranquillo, ed Enea, dopo la dipar
pel vicino lago di Averno, pone il piede nel buio regno di Plutone, e Venere manda una coppia di amorose colombe, che col faus
anno de’ suoi nemici. Or avendo Giove nel consesso de’ numi imposto a Venere ed a Giunone di venire ad amichevole concordia e
re ad amichevole concordia e non più brigarsi de’ fatti degli uomini, Venere rinnova le sue lagnanze pel pernicioso odio di Gi
te con avventato discorso di tanti mali accagiona i Troiani, e quindi Venere stessa ; percui Giove vedendo che indarno tentava
presso il Numicio, fiumicello nella Campagna di Roma ; e si disse che Venere , a malgrado di Giunone, l’avesse portato in cielo
merava fra gli Dei indigeti o tutelari del paese (1). VI. Corte di Venere  – Cupido ed Antero – Le Grazie. Imeneo e Tal
ero – Le Grazie. Imeneo e Talasso – Armonia. Orazio (2) descrive Venere accompagnata dalla galante corte di Cupido, delle
ido, delle Grazie, della Gioventù e di Mercurio. Nicearco (3) dipinse Venere in mezzo alle Grazie ed agli Amori. Anche in un i
alle Grazie ed agli Amori. Anche in un inno di Omero, nel seguito di Venere si pone la Gioventù o Ebe, che Igino dice fig. di
le in cielo. Apuleio poi afferma (4) che Mercurio sempremai assisteva Venere colla sua eloquenza. Esiodo rappresenta questa De
le poeta in altro luogo (1) con pochi versi soavemente ci rappresenta Venere che, al ritorno della primavera, regola le allegr
Olimpo lietissime danze insieme colle Ore, con Armonia, con Ebe e con Venere stessa, mentre le Muse celebrano i numi col dolce
o i numi col dolce lor canto. Era questa la gaia e splendida corte di Venere  ; ma dei suoi figliuoli il principale era Cupido.
Greci si appellava Eros (Ερως), come Antero che pur si voleva fig. di Venere e di Marte, era il suo contrario, cioè l’Amore o
o fu fig. di Mercurio e di Diana prima ; il secondo, di Mercurio e di Venere seconda ; ed il terzo, detto Antero, di Venere te
ondo, di Mercurio e di Venere seconda ; ed il terzo, detto Antero, di Venere terza e di Marte. Alcuni lo dicono fig. del Caos
e di Marte. Alcuni lo dicono fig. del Caos e della Terra ; altri, di Venere e del Cielo ; ma comunemente si dice nato da Vene
Terra ; altri, di Venere e del Cielo ; ma comunemente si dice nato da Venere e da Marte. Per lo più si rappresenta qual fanciu
urcasso, per cui si chiama il faretrato Arciero. Qualche volta vedesi Venere che tiene alta la faretra piena di strali, e Cupi
e saltando si sforza di afferrarla. Ne’ vasi di Millin si rappresenta Venere che abbraccia Cupido. Essa che forse era la Vener
di gemme, e su di un cocchio che ha le ruote dorate, mentre la madre Venere gli fa grandi applausi dall’ Olimpo e gli sparge
ora alle Grazie. Esse erano le compagne indivisibili e le ministre di Venere . Si lavavano nel fonte Acidalio ch’ è presso Orco
cidalio ch’ è presso Orcomeno, cit. della Beozia, ed era consacrato a Venere , detta perciò Acidalia ; il che forse significava
ve e da Giunone ; altri, dal Sole e da Egle ; e Servio, da Bacco e da Venere . Omero (2), delle tre Grazie nomina la sola Pasit
eità gamelie o che presedevano alle nozze, i Greci annoveravano anche Venere . A Sparta era una statua colla iscrizione « Vener
ne donzelle promesse in matrimonio. E le novelle spose consacravano a Venere , prima di sposare, i loro fantocci, per indicare
per indicare che davano un addio a’puerilì trastulli. E figliuolo di Venere e di Bacco si vuole Imene o Imeneo, dio delle noz
so a significare le stesse nozze (2). In un inno di Omero insieme con Venere e colle Grazie s’introduce a danzare anche Armoni
duce a danzare anche Armonia o Ermione, la quale nacque da Marte e da Venere , forse per dinotare che l’armonia e l’ordine spes
leratezze ; il che fu cagione di tutt’i delitti de’ posteri di Cadmo. Venere le fece il dono della fatale collana di oro, per
be, come in altro luogo si è detto. VIII. Luoghi ove si prestava a Venere un culto speciale. Assai esteso era il culto
ere un culto speciale. Assai esteso era il culto che prestavano a Venere i ciechi gentili, e però non pochi erano i luoghi
atunta, di Pafo, di Citera e della città d’Idalia. Catullo (3) chiama Venere figlia del mare e signora del sacro Idalio bosco,
i Gnido, di Amatunta, di Golgo e di Durazzo. Orazio (4) infine invoca Venere col titolo di regina di Gnido e di Pafo, e la pre
ta era città marittima dell’isola di Cipro, specialmente consacrata a Venere che vi avea un magnifico tempio assai frequentato
ar modo consacrati. Presso a quest’isola su di una conchiglia approdò Venere già nata dalla spuma del mare. Ma Cipro, isola na
prodò Venere già nata dalla spuma del mare. Ma Cipro, isola natale di Venere , nel Mediterraneo, è più di ogni altro luogo cele
la dea. Di quest’isola era capitale Pafo, in cui vedeasi un tempio di Venere , nel quale, al dir di Virgilio (1), su cento alta
i fiori. Qui Virgilio fa menzione solo d’incenso e di fiori offerti a Venere , e non di uccise vittime, perchè su gli altari di
Tito, navigando presso l’isola di Cipro, volle visitare il tempio di Venere celebre pel concorso di cittadini e di forestieri
. Clemente Alessandrino (3) a proposito riflette che queste figure di Venere e di altri Dei e Dee, che non aveano figura umana
ini o di animali. Gnido, città della Caria, era puro tutta propria di Venere . In essa un bellissimo bosco di gradevoli piante
mabile avvenenza in un sasso ? Fu di Prassitele la mano ; e credo che Venere stessa, abbandonato l’olimpo, venuta sia ad abita
. « Ed in un epigramma di Eveno : » Giunone e Pallade, come videro la Venere di Gnido, ah ! dissero, ingiustamente noi ci lagn
ente sull’Erice, monte della Sicilia, fu uno de’ più ricchi tempii di Venere , che vuolsi edificato insieme colla città di tal
he vuolsi edificato insieme colla città di tal nome da Erice, fig. di Venere e di Bute, e re di una parte della Sicilia, che f
a, ben descritto da Polibio e da Diodoro Siculo. IX. Iconologia di Venere . Eratostene riferisce che Canace Sicionio ave
anace Sicionio avea fatta di oro e di avorio una statua bellissima di Venere , la quale portava in mano un pomo in segno della
toria riportata sulle Dee rivali, come in una moneta di Plautilla era Venere col pomo e coll’epigrafe « a Venere vincitrice ».
me in una moneta di Plautilla era Venere col pomo e coll’epigrafe « a Venere vincitrice ». L’opinione che Venere sia nata dall
nere col pomo e coll’epigrafe « a Venere vincitrice ». L’opinione che Venere sia nata dalla spuma del mare, è consacrata da mo
su di una conchiglia, come si vede in molti antichi monumenti(1). La Venere celeste che nacque da Giove e da Armonia, e diver
i Romani la riputavano signora. Omero fa menzione del nitido peplo di Venere , col quale ella ricoprì il figliuolo Enea per dif
ella ricoprì il figliuolo Enea per difenderlo da’ dardi de’ Greci. La Venere de’ Medici ch’è nella galleria di Firenze fondata
a aurora, Heyne con molti versi dell’ Antologia greca dimostra che la Venere de’ Medici ha dovuto essere rappresentata come st
sentata come stante in piedi avanti a Paride. Lessing dice che questa Venere non può essere che la Gnidia, vale a dire, il cap
bellezza. Alcuni dicono ch’essa sia opera di Fidia o di Scopa, la cui Venere , collocata di rincontro al circo Flaminio, supera
lla Dea si vede un delfino, su cui stanno due pargoletti Amori(2). La Venere del Museo Capitolino si è conservata meglio di tu
quale vi appose anche il suo nome. Ma opera stupenda di Apelle fu la Venere di Coo, nella quale, dice Properzio (3), di quell
’opera più celebre, dice Carlo Dati, di questo artefice insigne fu la Venere di Coo,Anadiomene, cioè emergente o sorgente dal
invece di quella ve ne pose una fatta da Doroteo…. Cominciò un’altra Venere a’ medesimi di Coo, della quale fece la testa e l
ile, ch’egli mancasse in Coo, sua patria, mentre dipingeva la seconda Venere , la quale rimase imperfetta ; ma che forse non po
oronato di rose fatto da Zeusi e che si vedeva in Atene nel tempio di Venere , del quale forse fece menzione Aristofane(2). Anc
one Aristofane(2). Anche Fidia(3) fece di marmo di Paro una statua di Venere di esimia bellezza, che vedevasi a Roma nel porti
ermente, mentre Cupido le nuota a fianco. X. Principali epiteti di Venere . Acidalia, Ακιδαλια ; fu così detta Venere d
Principali epiteti di Venere. Acidalia, Ακιδαλια ; fu così detta Venere dal fonte Acidalio, nella Beozia, ove solevansi l
. Anadiomene, Αναδιομενη, da αναδυμι, esco fuori ; soprannome dato a Venere come uscente dal mare. Per questa ragione fu pur
to a Venere come uscente dal mare. Per questa ragione fu pur chiamata Venere marina ; Ευπλοια (ab ευ, bene, e πλεω, navigo), e
o epiciclo. E stella ciprigna chiamossi dall’ Ariosto il pianeta di Venere  : Fra le più adorne non parea men bella, Che sia
i Citereo ; ed Aprile fu detto pure mese citereo, perchè consacrato a Venere . Dionea, Dionaea, Venere, fig. di Diane ; percui
etto pure mese citereo, perchè consacrato a Venere. Dionea, Dionaea, Venere , fig. di Diane ; percui G. Cesare fu detto Dioneo
tano dal capo Lilibeo, sul quale fu edificato un memorabile tempio di Venere . Filomede, φιλομμειδης Αφροδιτη, Venere che ride
cato un memorabile tempio di Venere. Filomede, φιλομμειδης Αφροδιτη, Venere che ride dolcemente, o che ama il riso. Genitric
ntico, Marzo ed Aprile, il primo a Marte, suo padre, ed il secondo, a Venere , madre di Enca, affinchè lanno cominciasse sotto
r cui ne’sacrificii invocavasi Marte col nome di padre (Marspiter), e Venere con quello di genitrice (Venus genitrix). In mezz
portato avesse la vittoria.(2) Gnidia, Κνιδια, da Guido, città, ove Venere era particolarmente onorata. Idalia, soprannome
città, ove Venere era particolarmente onorata. Idalia, soprannome di Venere dal culto resole in Idalia, città dell’isola di C
da libet, piacere. Era la dea de’ funerali, che alcuni confondono con Venere  ; ed altri dicono essere stata Proserpina. Nel te
rtense, Hortensis, perchè presedeva a’ giardini. Stratonica chiamasi Venere da Tacito(4), forse in onore di Stratonica, ava d
e Stratonica godesse del dritto di asilo. XI. Alcune altre cose di Venere . Fra gli animali erano specialmente consacrat
e cose di Venere. Fra gli animali erano specialmente consacrati a Venere i cigni, le colombe ed i passeri ; ed il cocchio
Enea riconobbe i materni uccelli, cioè le colombe mandate dalla madre Venere . Si divertiva un giorno questa Dea col figliuolo
ta, la mela ; e fra le piante, la rosa ed il mirto erano consacrati a Venere  ; ed anticamente i simulacri di quella dea si cor
mulacri di quella dea si coronavano di rose(3). Ovidio(4) afferma che Venere l’avvertì toccandolo leggermente con un ramoscell
come a suo poeta. Nel giuoco de’ dadi il punto fortunato dicevasi di Venere , come il contrario si chiamava del cane. I Genii
del cane. I Genii aveano una certa affinità colle Grazie, compagne di Venere . Gli antichi credevano, che tutte le arti ed i me
spesso si rappresentavano sotto la forma di serpenti. All’articolo di Venere e di Cupido appartiene la favola di Narciso, fig.
nel collo l’impetuoso Iddio, che cadde e steso ingombrò sette iugeri. Venere accorsa al pericolo aiutò il povero nume ; ma Min
mpagnano. Da Marte, rompitore di scudi (ρινοτορος), dice Esiodo, e da Venere , nacque il Terrore e la Paura, compagni esiziali
e Amazzoni nacquero da Marte e dalla naiade Armonia ; o da Marte e da Venere . E veramente una nazione di donne bellicosissime,
la, avea rubato il tridente a Nettuno, la spada dal fodero a Marte, a Venere , il cesto, a lui stesso, l’arco ed il turcasso ;
ia ristorato da Livia, moglie di Augusto. Priapo, fig. di Bacco, e di Venere , era il dio degli orti, da’ quali teneva lontani
nume, pure, in compenso del discacciamento dal cielo, tolse in moglie Venere , la più bella fra le Dee, o Aglaia, una delle Gra
foggio d’ingegno descritta da Ovidio(2) ; e la corona da lui donata a Venere e da Venere ad Arianna(3) ; e le armi di Enea fab
egno descritta da Ovidio(2) ; e la corona da lui donata a Venere e da Venere ad Arianna(3) ; e le armi di Enea fabbricate ad i
da Venere ad Arianna(3) ; e le armi di Enea fabbricate ad istanza di Venere e sì bene da Virgilio(4) descritte. Si vuole(5) c
abbricò la città d’Ilio. In quanto ad Enea, principe troiano, fig. di Venere e di Anchise, tutti gli serittori romani lo dicon
coraggio de’ due Aiaci e degli altri greci capitani. Presso Ovidio(4) Venere dice a Nettuno che la sua potenza è prossima a qu
ento all’architettura ed in certi dipinti. In un calcedonio(4) vedesi Venere per le onde portata sul dorso di un enorme Triton
da un’alta rupe del promontorio Lecheo. Nettuno allora, ad istanza di Venere di cui Ino era nipote, perchè fig. di Armonia, li
ete. Quivi infine è l’empia prole di Danao, la quale per avere offesa Venere , invano il cavo doglio delle vicine acque di Lete
e, credendosi vicino a morire, con nuova e ridente immagine finge che Venere stessa l’avrebbe condotto ne’ fortunati Elisii, o
no a consultarlo. Così presso Ovidio(1) si legge che Giove stesso con Venere va a consultarlo per leggervi il fato di Giulio C
lat. Libitina, Dea che presedeva a’ funerali, che aleuni prendono per Venere , altri per Proserpina. Libitinarii erano quelli c
3 (1836) Mitologia o Esposizione delle favole
Dio Genio, la Dea Tellure, Giunone, Cerere, la Luna, Diana, Minerva, Venere e Vesta. Altri in appresso ne vennero aggiunti ch
la spuma che formossi attorno alle parti recise cadute in mare nacque Venere , cui i Greci da afros spuma chiamarono Afrodite.
Maio figlia di Atlante ebbe curio; da Dione figlia dell’ Oceano ebbe Venere ; da Semole figlia di Cadmo ebbe Bacco; da Alcmena
lia, o Rea Silvia ebbe Romolo e Remo. Per nascondere i suoi amori con Venere tenea di guardia Alettrione, ma essendosi questi
lla camera e li scoperse; ed avendone dato avviso a Vulcano marito di Venere , questi formò di fili sottilissimi di metallo una
e ad istanza di Giove, e secondo Virgilio, per Enea alle preghiere di Venere . Oltrecciò opera di Vulcano erano il palazzo del
ti, che osò domandargli Minerva in isposa, e da lei rifiutato ottenne Venere . Ebbe però sovente a pentirsi di queste nozze, to
rizione: Diasi alla più bella, nacque contesa fra Giunone, Pallade, e Venere chi averlo dovesse. Ma essendosi tutte e tre ripo
di Troia, che era allora pastore sul monte Ida, questi diè il pomo a Venere , che fu quindi tenuta come Dea della bellezza. Ma
la la Propetidi native di Amatunta città di Cipro, e furori quindi da Venere pria condannate a mostrarsi ignude, e poscia cang
sto per se apertosi uscì Adone. Crebbe egli leggiadrissimo giovane, e Venere al primo incontro tosto di lui ardentemente si ac
e sembianze di cui dissero alcuni che fosse ascoso lo stesso Marte; e Venere dopo averlo cangiato in anemone, per lunga pezza
lie di Giove, e di Eurinome e che alcuni vollero figlie di Bacco e di Venere stessa, altri di Giunone. Fra le piante a lei ded
a da Cupido la ninfa Peristera, perchè in una sfida ch’ egli ebbe con Venere a chi sapesse coglier più fiori, Peristera aiutan
i ebbe con Venere a chi sapesse coglier più fiori, Peristera aiutando Venere la rese vittoriosa. Rappresentavasi or sopra una
r sopra un cocchio tirato da due cigni, o da due colombe. Adorata era Venere principalmente nell’ isola di Citerà, ed in Gnido
detto secondo alcuni aphros spuma, alludendo alla spuma da cui nacque Venere , secondo altri da perire, perchè allora la terra
oeti comunemente contondono Cupidine con Amore, e gli danno per madre Venere , e per padre chi il Cielo, chi Giove, chi Vulcano
Vulcano, chi Marte e chi Mercurio, nè manca pure chi il dice figliodi Venere solamente. Dipingesi nudo, e alato, cogli occhi b
Amore e Psiche, il cui ristretto si è che essendo Psiche bellissima, Venere di lei gelosa spedì Amore, perchè le spirasse pas
iò, e salilo al cielo ottenne da Giove di averla in isposa, e placata Venere in cielo si fecero con lieta pompa le nozze, dall
alla. Imene Dio delle nozze da alcuni vien detto figlio di Bacco e di Venere , da altri figlio di Apolline, e di una delle muse
bbe da ciò il titolo di Arcidiga. Vuolsi per alcuni ch’ egli abbia da Venere avuto Cupidine, per altri Ermafrodito. Innamorato
Fauni l’ uno e l’ altro avevano senza peli. Priapo, figlio di Bacco e Venere , era il Dio e custode degli orti. Effigiavasi col
, la Memoria agli orecchi, al dorso Plutone, alle reni e agl’ inguini Venere , alla destra mano la Fede, alle ginocchia, che ab
inseguir Ino e Melicerta, che gettandosi in mare furono ad istanza di Venere cangiati amendue da Nettuno in Dei marini, e chia
compagne cogliendo fiori. Plutone la vidde, e ferito per consiglio di Venere dallo strale di Amore, corse a rapirla sopra il s
suo l’ ucciderli. Ippomene figlio di Macareo per superarla ottenne da Venere tre pomi d’ oro colti nell’ isola di Cipro, e las
talanta, che Ippomene sposò; ma scordatosi egli, di renderne grazie a Venere , questa spinse li due amanti a profanare il tempi
e sopraccennalo. Ebbe Cadmo da Ermione o Armonia figlia di Marie e di Venere quattro figlie, vale a dire Semele, che fu poi ma
Dafni e Ideo; e fatto giudice della bellezza tra Giunone, Pallade, e Venere , di cui la prima promettevagli il regno, la secon
seconda la sapienza, e la terza la più bella delle donne, ei diede a Venere la preferenza. Concorso in Troia a’ pubblici giuo
ride, Troilo, Deifobo figli di Priamo, ed Enea figlio di Anchise e di Venere ; a’ quali si aggiunsero Antenore re di una parte
terminare la guerra con un duello alla presenza dei due eserciti; ma Venere temendo che Paride soccombesse, indusse il troian
li Dei medesimi vollero prender parte, ferito avea Marte stesso, indi Venere accorse in aiuto del figlio Enea. Or Venere in ve
o avea Marte stesso, indi Venere accorse in aiuto del figlio Enea. Or Venere in vendetta fè che Egialea moglie di Diomede si d
ponto, e vi fu poi secondo alcuni ucciso da Enea, secondo altri fu da Venere convertito in uccello; sebbene Ovidio dice essere
o tramutamento avvenuto a’ compagni di lui, che sprezzarono l’ ire di Venere . Nestore fu il solo, che dopo avere sotto alle mu
l nome degli Eneti quello di Venezia. Enea figliuolo di Anchise, e di Venere e pronipote di Assarago, fratello d’ Ilo re di Tr
ll’ altro, fu poi salvato nel primo caso da Nettuno, e nel secondo da Venere . Nella notte terribile in cui Troia fu presa, dop
lei, allorchè vide Priamo ucciso, e la città in fiamme, per ordine di Venere si prese sulle spalle il vecchio suo padre Anchis
a presentarsi a Proserpina, e questo gli fu mostrato dalle colombe di Venere . Intanto Mise trombettiere di Enea sonando la con
’ avviso ad Enea, ma entrambi rimasero uccisi. Enea ricevè intanto da Venere le armi fabbricate da Vulcano, fra cui lo scudo,
generale. Enea in questa è ferito di saetta in una gamba, e sanato da Venere . Tornato al campo va in cerca di Turno, cui Giutu
a, che fabbricò una città, cui dal nome di essa chiamò Lavinia, e che Venere dopo tre anni a lui ottenne da Giove, che lavando
n una fonte della Caria abbraccia Ermafrodito figlio di Mercurio e di Venere , e prega gli Dei di non esserne mai disgiunta. Qu
to è mutato nel fiore giacinto. Parte I. Capo X. Le Propetidi sono da Venere cangiale in sasso. Parte I. Capo VIII. I Cerasti,
ono da Venere cangiale in sasso. Parte I. Capo VIII. I Cerasti, che a Venere sagrificano gli ospiti, sono da lei convertiti in
apo VIII. Pigmalione scultore s’ innamora di una sua statua, chiede a Venere che sia animata, e l’ ottiene; da essa nasce Pafo
a nell’ albero della mirra; da questo nasce Adone, che poi è amato da Venere , ucciso da un cignale, e cangiato in anemone. Par
onendo per patto la morte a colui che resta vinto. Ippomene riceve da Venere tre pomi d’ oro colti in Cipro nel campo Tamaseno
oglierli, riesce a precorrerla. Ma ingrato poi dimostrandosi verso di Venere , e da lei sospinto ad accoppiarsi con Atalanta ne
e, Acmone, Lico, Ida, Retenore, Nitteo ed Abante sprezzando l’ ire di Venere sono cangiati in bianchi uccelli simili ai cigni.
di lui è incendiata da Enea, e n’ escono gli uccelli chiamati a idea. Venere impetra da Giove, che Enea lavandosi nel fiume Nu
Tazio re dei Sabini contro di Roma, Terpea apre al Sabini, una porta; Venere ottiene dalle Ninfe, che le vicine acque diventin
libera dalla peste. Parte I. Capo X. Ucciso Giulio Cesare in senato, Venere toglie l’ anima, e la porta in cielo, dove si man
i faceva o rifiutare quello che gli si dava a mangiare. L’ oracolo di Venere in Africa tra Eliopoli e Biblo era favorevole, se
4 (1831) Mitologia ad uso della gioventù pp. -
li Dei Superiori sono dodici : Giove, Giunone, Vesta, Minerva, Marte, Venere , Diana, Nettuno, Apollo, Mercurio, Vulcano e Cere
poterono mai scioglierla e pregarono Vulcano di farlo, promettendogli Venere per moglie. Ella avea un orgoglio insopportabile,
erle dato il pomo d’oro sul monte Ida quando gareggiò di bellezza con Venere e Pallade, e si dichiarò in quel momento nemica i
Ninfe, se faceva perire Enea colle sue navi ; ma Enea fu protetto da Venere . Avendo saputo che Giove senza di lei aveva posto
e che destinò a presiedere alle battaglie. Marte amò passionatamente Venere , colla quale suo marito Vulcano il sorprese ; que
rione, il quale addormentossi facendo la guardia mentre Marte era con Venere , e lasciollo così sorprendere da Vulcano. Nei sac
ra coi Giganti. Dicono altri invece che Giove colto dalla bellezza di Venere , ne divenne amante e che non avendo potuto essere
posto, ne trasse vendetta facendola sposare al più deforme degli Dei. Venere odiò il marito per la soverchia sua deformità ed
o l’eccidio di Troia. Amò il bello Adone che fu ucciso da un cignale. Venere aveva un cinto detto ceste che inspirava infallib
mente la più viva tenerezza. Giunone bramosa di piacere a Giove pregò Venere di prestarglielo ; la Dea di Citera glielo offrì
zzi, i piaceri. Paride, innanzi del quale levatosi il cinto si mostrò Venere in tutta la sua bellezza, le diede il pomo d’oro,
vertita in colomba da Cupido, poichè in una sfida che questi ebbe con Venere a chi sapeva coglier più fiori, Peristera aiutand
ti ebbe con Venere a chi sapeva coglier più fiori, Peristera aiutando Venere la rese vittoriosa. La colomba le veniva anche of
fu bagnata dal sangue di Adone puntosi con una spina. Fra i figli di Venere si contano Amore e le tre Grazie. Rappresentasi
ono abbominevoli i disordini commessi da questa Dea al dir de’ poeti. Venere ha dato il suo nome ad un pianeta chiamato volgar
licità degli sposi. Sapeva la musica perfettamente. Fu molto amato da Venere e da lei ebbe Ermafrodito. Pretendesi che abbia i
inità, Apollo fu incaricato di aver cura del fuoco, Febo della terra, Venere dell’aria e Mercurio dell’acqua. In alcuni monume
e Mercurio dell’acqua. In alcuni monumenti Mercurio appare a canto a Venere , ingegnoso emblema per indicare che i piaceri d’A
era ancora fanciullo rubò il tridente a Nettuno, la spada a Marte, a Venere il cinto. Mentre Apollo guidava lungo il fiume An
ito finalmente da questo nascondiglio ricomparve nell’Olimpo, e sposò Venere per ordine di Giove. Aveva le sue fucine nelle is
fece egli per Ercole ad istanza di Giove, per Enea alle preghiere di Venere . Erano pur lavoro di Vulcano, il palazzo del Sol
i Pandora, e che per renderla perfetta ognun di essi le fece un dono. Venere le diede la bellezza, Pallade la sapienza, Mercur
fiori. Priapo Priapo, il Dio e custode degli orti, era nato da Venere e da Bacco in Lampsaco, città dell’Asia Minore or
li dato il soprannome di Lampsacio, Lampsaceno o Lampsaco. Dicesi che Venere essendosi innamorata del Dio del vino per capricc
stenza nel parto, e ricevette il fanciullo sì deforme, che non osando Venere di riconoscerlo, ordinò fosse esposto su di un mo
iglio di Apollo e di Urania o di Calliope, altri figlio di Bacco e di Venere , e tutti lo hanno destinato a presiedere alle noz
iglio del Caos e della Terra, di Zefiro e di Eride o la Discordia, di Venere e Vulcano, di Venere e Celo. Dicono alcuni che la
a Terra, di Zefiro e di Eride o la Discordia, di Venere e Vulcano, di Venere e Celo. Dicono alcuni che la Notte fece un uomo,
nascente mondo. Vuolsi da altri che Amore fosse figlio di Giove e di Venere e Cupido della Notte e dell’Erebo, e che entrambi
econdo soave e moderato ispirava i saggi. Cupido figlio di Marte e di Venere è quello che più comunemente si conosce ; esso pr
a fisonomia i disordini di cui sarebbe stato origine, volle obbligare Venere a disfarsene, ed essa lo allevò nascostamente in
i. Non è cosa rara di vederlo scherzare con sua madre ; qualche volta Venere tiene il suo turcasso alzato in aria, e Cupido ce
à stringe una freccia. Altre volte egli vuol prendere una paglia, che Venere tiene in equilibrio sopra un dito ; delle volte e
Antero Antero il Contro Amore o amore per amore era figlio di Venere e di Marte. Questo nome si piglia in senso di con
nso di contrarietà, ma dinota amor reciproco, scambievole. Dicesi che Venere si lagnasse un giorno con Temi, perchè Cupido rim
serne difficile il trasporto in caso che si avesse un cattivo vicino. Venere stessa non andò salva dalla critica di Momo ; e n
uogo ove gli Dei andavano a consultare questo Nume. Giove vi andò con Venere per conoscere il Destino di Giulio Cesare. I Dest
figlia iamata Iringa. Le Grazie Le Grazie figlie di Giove e di Venere secondo alcuni, di Eurinome secondo altri e di Ba
ve e di Venere secondo alcuni, di Eurinome secondo altri e di Bacco e Venere come più generalmente si crede erano tre : Egle,
ad una fredda regolarità. Le Grazie erano le indivisibili compagne di Venere . Accompagnavano alle volte anche Mercurio e le Mu
ania non ispirava che dei casti amori, e sciolti dai sensi, mentre la Venere terrestre ai sensuali piaceri presiedeva. A Citer
passa per il più antico ed il più celebre di tutti i tempii che abbia Venere in tutta la Grecia : la statua della Dea la rappr
lla statua di Venere Urania, cade in acconcio di parlare di una della Venere terrestre, giacchè non l’abbiam fatto all’articol
può un miracolo dell’arte, il modello della vera beltà femminile è la Venere detta comunemente Medioea, nome che le venne dall
glia ove fu traslocata dopo e dove trovasi tuttora. Essa rappresenta Venere nell’atto di nascere o emergere dalla spuma del m
sia opera o di Fidia o di Prassitele, o forse anche di Scopa, la cui Venere nuda, posta di contro al circolo flamminio supera
a Venere Gnidia di Prassitele. Una non antica iscrizione apposta alla Venere de’ Medici ha indotto alcuni a crederla opera di
ommessa la cura di ricondurre Adone dall’Acheronte e di restituirlo a Venere . Si diede alle Ore anche la sprantendenza dell’ed
lei rappresentate le Ore. Ebbero l’incarico anche dell’educazione di Venere . Era loro cura di allestire il carro ed i cavalli
regnare la pace tra gli abitanti. Sposò Ermione figlia di Marte e di Venere , chiamata Armonia da alcuni mitologi. Questo mari
correnti alla di lei mano. Ippomene era istruito e favorito dalla dea Venere , la quale gli fece dono di tre pomi d’oro, che av
o di Adrasto re d’Argo. Avendo obbliato Ippomene di renderne grazie a Venere , questa spinse i due amanti a profanare il tempio
menti la contestazione si ridusse tra le tre principali Dee, Giunone, Venere e Minerva. Gli Dei, per non incontrare l’odio di
zza siccome il maggiore di tutti i beni non che la gloria delle armi. Venere s’impegnò di renderlo possessore della più bella
ù magnifico che le fu possibile, lo stesso fecero pur anche Minerva e Venere  ; e quest’ultima non dimenticò il suo cinto. Pari
le ; nè la casta Minerva potè pur essa ricusare. Sia che l’offerta di Venere fosse a Paride più gradita, sia ch’ei la trovasse
alleati. Ettore e Paride figli di Priamo, Enea figlio di Anchise e di Venere furono i principali tra i Troiani ; si aggiunsero
ti quel di Venezia, come alcuni opinano. Enea figlio di Anchise e di Venere fu anch’egli accusato da alcuni come traditor del
tro inferiore, lo fa salvato nel primo caso da Nettuno nel secondo da Venere . Nella notte terribile in cui fu presa Troia, ved
presa Troia, veduto ucciso Priamo e la città in fiamme, per ordine di Venere prese sulle spalle il vecchio suo padre Anchise c
ro di eroi. Marte ebbe un Oracolo nella Tracia, Mercurio a Patrasso ; Venere a Pafo e a Cipro ; Minerva a Micene ; Diana nella
ntauresse. V. Centauri. 324. Cerambo. V. Deucalione. 305. Cerasti. V. Venere . 38. Cerbero. V. Inferno (descrizione dell’). 91.
bero. V. Inferno (descrizione dell’). 91. Cerere. 25. Ceste (cinto di Venere ). 36. Chimera (la). V. Bellerofonte. 368, 371. Ch
va. Id. — di Pane. Id. — di Serapi. Id. Oracolo di Trofonio. 10. — di Venere . 10. — di Upsal. 434. Orco. V. Plutone, ecc. 76.
. V. Paride. 418. Perisete, gigante. V. Esculapio. 172. Peristera. V. Venere . 38. Permesso. V. Apollo. 48. Perseo. 307. Persua
a colpa di lei. Pretendono altri che attribuir se ne debba la causa a Venere sdegnatasi perchè Cencreide aveva preferito la be
i, aveva detto essere la sua capellatura più bella assai di quella di Venere . 4. NB. Nell’ indice per ordine alfabetico post
5 (1880) Lezioni di mitologia
e, le Ninfe; e dalle parti recise gittate nell’Oceano nacque la bella Venere , detta Afrodite dal nome della spuma marina, eter
a, generò i Venti e Lucifero, quella bellissima fra le stelle, cara a Venere , a cui un moderno poeta paragona con tanta elegan
none Ebe, Marte, Lucina e Vulcano. Nettuno ebbe da Anfitrite Tritone; Venere generò da Marte lo Spavento, il Timore, eterni co
erti erano i templi di Giove, di Cielo, della Luna, rotondi quelli di Venere , del Sole, di Cerere e di Bacco, e riquadrato era
i, che prescrivevano il modo di sacrificare. Doveva ardere il mirto a Venere , il frassino a Marte, ad Ercole il pioppo, e così
allace voto del furor: dall’alto Vegliano uniti in sull’Ettorea salma Venere e Febo: ella il bel corpo inonda D’ambrosio odor
Nettuno e degli Dei infernali nel febbraio, di Minerva nel marzo, di Venere nell’aprile, di Apollo nel maggio, di Mercurio ne
ate e d’Eso orribile, sui quali palpitavano vittime umane. Che più: a Venere stessa uomini sacrificavano i Cerasti; ninna divi
’Icaro: colonne erano il Giove Milichio a Sidone, la Diana Patroa, la Venere di Pafo. Sotto questa forma Bacco rappresentavasi
ie; dall’altra il Sole che guidava l’eterno suo carro. Vi si ammirava Venere , che appena nata dal mare era accolta dall’Amore,
, tradotto dal celebre Cesarotti, vi mostrerà la dea che col cinto di Venere accresce la sua eterna bellezza per distogliere c
alla piacevol voce, Ai cari vezzi già l’arcana forza Dell’ arnese di Venere serpeggia Soavemente a Giove in sen; già tutta La
ilie di Orione, Celeno di uno dei Tritoni, Tirro di Palemone e Neleo, Venere di Erice; e Teseo ancora, secondo la Mitologia, e
o che, mentre Vulcano educavalo, gli rapì l’incudine e il martello; a Venere , che l’abbracciava, involò il cinto; lo scettro a
un Lucio Vero giovine, maggiore del naturale, un’Augusta in forma di Venere , un istrione, un gruppo d’Esculapio e d’Igia, que
fficil vittoria doveva sullo spazioso serpente. Sdegnato il figlio di Venere volò sul Parnaso, e due dardi di diversa opera to
mminato e molle, allevato fra le fresche ombre, e come dice Ibico, da Venere stessa nutrito di rose, ma son degne di un garzon
’opinione del Winkelmann, dà il credemno ad Andromaca, nuzial dono di Venere ; lo dà a Penelope, come abbian sopra notato, e Co
Cadmo, potevi Per l’esiglio sembrar felice; il fato Soceri t’accordò Venere e Marte; La prole aggiungi di cotanta moglie, Fig
polito, emulo della castità di questa dea, tanto da meritare l’ira di Venere , cui soddisfece l’amore della delusa matrigna. Di
esiedere alla guerra; ed infatti Omero, o chi sia l’autore delllnno a Venere , così parla di Minerva, dicendo che ignote le era
parente gorgo Non si specchiò del Simoenta: e Giuno Di mirarsi obliò. Venere sola Si consigliava col lucente bronzo: Mutò due
i I destrieri di nuovo, e i Danai salva. Lezione vigesimasettima. Venere . Venere, eterna voluttà degli Dei, degli uomin
ri di nuovo, e i Danai salva. Lezione vigesimasettima. Venere. Venere , eterna voluttà degli Dei, degli uomini, delle be
. Pallade, avendola veduta, così parlò con Giunone: E giusto cedere a Venere nella bellezza. — Dicesi che concepita in una con
sa paterna. Poiché ogni ornamento ebbero disposto intorno al corpo di Venere , la condussero dai numi che gareggiavauo per abbr
divinità, ed il nome stesso di Afrodite, col quale i Greci chiamavano Venere , non altro significa che spuma marina. Esiodo nel
gnome, e quindi a Cipro, dove i fiori nascevano sotto i piedi divini. Venere la prima mescolò gli Dei con donne mortali, e Gio
e nel volto agli eterni custodiva nei gioghi d’Ida l’armento. Lo vide Venere , e d’immenso ardore presa andò a Cipro, quindi in
se l’eroe, chiunque tu sia delle beate, o Diana, o Latona, o la bella Venere , Temi generosa, o Pallade dagli occhi glauchi, o
volgeva chinando a terra gli occhi verecondi. Qui sciolse il cinto di Venere , giacque fra le braccia immortali, e fu concepito
stori riconducono alle stalle l’armento dalle fiorite pasture, stette Venere sul capo di Anchise a dolce sonno in preda, d’ete
umi. Ma non fu Anchise il solo fortunato fra gli uomini pei favori di Venere . Adone aveva fama maggiore ed annual tributo di l
so da tentare la stessa fatica. Gli altri amori e le altre imprese di Venere riserbo ad un’altra volta, per trattenervi sulle
mento di tanto interesse per voi, e scopo principale dei miei studii. Venere è stata rappresentata ancora presso gli Etruschi
per cognite ragioni. Alcune pietre incise del Museo Stosciano offrono Venere tenente un pomo e la lancia con la punta rivolta
on devono sansruinose. Una meda2:lia dell’isola di Citerà rappresenta Venere coU’arco nella mano sinistra, e con un pomo ed un
una freccia nella destra. Arduino vuole applicare questi simboli alla Venere armata. Saffo dipinge Venere sopra un carro tirat
uino vuole applicare questi simboli alla Venere armata. Saffo dipinge Venere sopra un carro tirato da dei passeri, immagine di
abbia profittato, poiché ella non si trova sopra alcun monumento. La Venere celeste porta il diadema come Giunone, e questo a
fatte delle Giunoni, ma la voluttà e la forma degli occhi proprii di Venere vi fa conoscere questa dea piuttosto che Giunone,
mo con due pomi, ed uno scettro dalla sinistra. Pietre incise offrono Venere a cavalcioni sopra un ariete: ma il soprannome di
soprannome di Epitragia che significa lo stesso, sembra appartenere a Venere eh’ è assisa sopra ariete marino; rappresentazion
igure eguali e ben conservate nella Villa Albani. A Sparta vi era una Venere eseguita in cedro, incatenata, per significare la
ta rappresentata ancora con dell’ali. Famosa in Plinio è la statua di Venere composta di calamita col fine di attrarre quasi p
a Winkelmann altre pregevoli cognizioni intorno a questa divinità. «  Venere , egli dice, occupar deve il primo luogo fra le de
ssere stata più frequentemente delle altre in varie età effigiata. La Venere dei Medici a Firenze è simile alla rosa che esce
volta ignuda esporsi al di lui sguardo. È nella stessa attitudine una Venere del Museo Capitolino serbatasi meglio che tutte l
; tal pure è altra statua, la quale è copia fatta da Menofanto di una Venere che stava presso Troade, come scorgesi dall’epigr
atue la rappresentano in un’ età più matura, e più grandi sono che la Venere dei Medici. Le belle forme dell’ adolescenza femm
a) simile a quello eh’ è proprio a Giunone. Porta pure questo diadema Venere vittrice, di cui una statua che posa un piede su
esistenti nel Palazzo Barberini, ha così cinto il capo di diadema una Venere vestita, la quale in compagnia di Pallade, di Dia
el vaso di terra cotta esistente nella Biblioteca Vaticana. Sì questa Venere che la prima ha negli occhi dolcemente aperti un
. « Quando io dissi poc’ anzi non trovarsi altre dee ignude fuori che Venere , le Grazie e l’Ore, non fu già mio pensiero asser
i che Venere, le Grazie e l’Ore, non fu già mio pensiero asserire che Venere si rappresentasse costantemente ignuda. Vestita e
ire che Venere si rappresentasse costantemente ignuda. Vestita era la Venere di Prassitele a Coo, vestita è una bella statua d
si nel Palazzo Spada in Roma, e fu poscia trasportata in Inghilterra. Venere al bagno. « Lo scultore che ha voluto (così il Vi
stile degli antichi di ungersi, è ancora un utensile tutto proprio di Venere , che amava i preziosi unguenti a segno che il poe
uce di qualche debole congettura, potremmo supporla una replica della Venere nel bagno di Policarmo ammirata in Roma e ramment
angon sulle montagne Adon le fonti, I fiori dal dolor fansi vermigli. Venere la cittade e la campagna Tutta riempie di doglios
. Idillio, XXIII. Lezione vigesimottava. Cognomi più illustri di Venere . La presente Lezione è destinata a tesservi co
ezione è destinata a tesservi colla serie dei cognomi più illustri di Venere l’altre maniere di effigiarla che rilevar si poss
efissami mi vietò di comprendere nel passato ragionamento. Il nome di Venere , come osserva Varrone in Macrobio, non fu molto a
o, con sandali e con fibbie dorate. Canaco Sicionio fé’ l’immagine di Venere sedente col capo ornato di nimbo, che in una mano
nato di nimbo, che in una mano aveva un papavero, nell’altra un pomo. Venere appellata Celeste v’ indicai nella passata Lezion
ei fosse il dare, o togliere l’amore. Venere Astarte, cioè l’astro di Venere , fu adorato dai Bidoni, ed è opinione di alcuni c
in Ausonio, che lo tradusse dal arreco. Eccone il senso: Pallade vide Venere armata in Sparta: ora, disse, pugniamo. ancor giu
Venere armata in Sparta: ora, disse, pugniamo. ancor giudice Paride. Venere le rispose: Temeraria, tu disprezzi armata me che
se: Temeraria, tu disprezzi armata me che quando ti vinsi ero nuda? —  Venere fu cognominata ancora Morfo dagli Spartani, ed il
e. Aggiungo alla serie di questi cognomi tre descrizioni di statue di Venere del Visconti, dalle quali quante cognizioni per r
qual fosse il vero soggetto delle accennate sculture. « Le statue di Venere non ignudo non sono state abbastanza osservate e
arte discoperto, lo abbiamo considerato come proprio dell’ effigie di Venere : ora mi sono avvenuto in un passo degli Argonauti
Minerva stessa nel paludamento di Giasone, non omette l’ immagine di Venere collo scudo in mano del dio Marte: l’affibbiatura
ne adombra l’ignudo, sono anch’esse da’ greci poeti alle, immagini di Venere attribuite. Apparisce evidentemente da un epigram
atro nella greca Antologia che la maniera più comune di rappresentare Venere era di vestirla di tuniche artificiosamente piega
i tratterrò a confutare l’opinione di Winkelmann sul preteso cesto di Venere , ch’egli ravvisa in un cinto intorno ai lombi di
enuto in ciò il celeberrimo signor Heyne: osserverò solamente che una Venere ignuda col cesto cinto sotto le mammelle si vede
aggruppato sopra di un’urna, rende singolare questo bel simulacro di Venere , quanto il presentarci una immagine della Venere
sto bel simulacro di Venere, quanto il presentarci una immagine della Venere di Guido, capo d’opera di Prassitele, anzi della
binetto, e l’altro presso di me, rappresentano nel rovescio la famosa Venere di Prassitele. Nessuno vorrà dubitare che la Vene
ovescio la famosa Venere di Prassitele. Nessuno vorrà dubitare che la Venere de’ medaglioni di Guido, replicata la stessa in d
conii, non sia tratta dal loro mirabile originale. « Or la figura di Venere in questi medaglioni è perfettamente simile, anzi
tura dei capelli, che non sono, come la maggior parte delle statue di Venere , raccolti in un nodo sopra la fronte. Questo rapp
ercato gli antichi di esprimere con questi accessorii nelle statue di Venere ; così in quella di Troade, di cui esiste in Roma
ca formarsi. Sebbene le acque, simbolo delle quali è l’idria, hanno a Venere una relazione anche più stretta, per esser ella n
ata scoperta una cava di nobilissimo alabastro. La presente statua di Venere era già in Vaticano, collocata probabilmente da G
lo, nel cortile detto perciò delle statue, allora giardino di agrumi. Venere vincitrice. « Dagli scavi d’Otricoli vide ancor l
etturare il soggetto. Due osservazioni mi persuadevano a crederla una Venere coll’armi, quale ha talvolta nelle medaglie imper
genza cadente, foggia usata dagli antichi bene spesso nelle figure di Venere vestita, e particolarmente in quella di Venere Vi
sato un elmo che suole accompagnare parecchie di siffatte immagini di Venere , e nelle gemme e nelle medaglie non ad altro effe
ad altro effetto che a sostenere alcun pezzo d’armatura di quelli che Venere ostenta. Fu dunque ristaurata su questa idea, e l
più monumenti si scorge. Se la favola di Virgilio, il quale introduce Venere che reca ad Enea suo figlio l’armi, opera di Vulc
volgere in un complimento a Giulio Cesare stesso, che discendente da Venere e vincitore, si paragonasse ad un nuovo Enea dona
in certo modo di tutto il nome Romano, non abbia voluto rappresentar Venere come la dea della mollezza, ma in una guisa che c
a. Siccome dunque non mancavano già nella Grecia antichi simulacri di Venere coll’armi, questi furono scelti per adombrare la
simulacri di Venere coll’armi, questi furono scelti per adombrare la Venere , annoverata fra gli autori del nome Romano. Cesar
i del nome Romano. Cesare stesso, che nella pugna Farsalica avea dato Venere per segnale, non doveva in altra maniera farla ra
tra maniera farla rappresentare che come una dea vittoriosa. Infatti, Venere armata era il suo sigillo. A questo allude Proper
rmi di Cesare — e a questo si riferiscono tutte le romane immagini di Venere colle armi. Non sono però queste giammai equivoch
rmi. Non sono però queste giammai equivoche coi simulacri di Pallade. Venere tratta le armi, ma o per adornarne un trofeo come
nutil tentativo fu figlio Erittonio. Il Sole gli svelò l’adulterio di Venere , che ottenne in moglie (quantunque alcuni gli dia
. Aveva il nume, per assicurare il segreto dei suoi furti amorosi con Venere , posto Alettrione a custode. Il giovinetto si abb
ortale in un Dio. Omero nell’Odissea racconta gli amori del nume con Venere . Tutti gli Dei, come vi esposi nella passata Lezi
dell’acque sciolse quei lacci maravigliosi. Liberati gli amanti, volò Venere in Pafo, e Marte nella Tracia. Palefato spiega qu
quello si vede sopra una colonna la Persuasione; sotto i piedi di lei Venere seduta, che ha sulle ginocchia Paride che l’abbra
o di Mercurio, di Marte, così di altre ragioni si servissero per una Venere , d’altre per una Giunone, o per una Minerva. Quin
e si ricava dallo Scoliaste di Teocrito. Si astenevano dall’opera di Venere per alcuni giorni, e gran rimedio alle voglie imp
serpina prodigio alcuno, e seco Volgon il piò le dee sorelle: è prima Venere lieta di sua frode: in core, Conscia di tanto fur
a sinistra è Saturno turbato in vista e severo. Marte col suo elmo, e Venere colle chiome annodate pongono in mezzo la Terra:
Amori. Il primo, figlio di Mercurio e Diana: il secondo di Mercurio e Venere ; il terzo nato dalla Venere terza e da Marte, ed
ercurio e Diana: il secondo di Mercurio e Venere; il terzo nato dalla Venere terza e da Marte, ed Antero chiamato: lo Scoliast
lao dalla Notte e dall’Etere, Alceo dalla Lite e da Zeffiro, Saffo da Venere e dal Cielo, e Simonide finalmente, secondo l’opi
al Cielo, e Simonide finalmente, secondo l’opinione più seguitata, da Venere e Marte. Platone definisce l’Amore figliuolo del
i chiavi in mano, che egli è il padrone ed il guardiano del talamo di Venere , come Euripide si esprime. Rappresentato in quest
’espressione di Plutarco, è il compagno delle Muse, delle Grazie e di Venere . Una gemma del Museo Fiorentino ci offre Amore ch
ilievo del Palazzo Albani, che esprime la scoperta dell’ adulterio di Venere con Marte, questa dea assisa sopra un letto tiene
orbidezza. La celeste fisonomia ce lo farebbe ravvisare pel figlio di Venere compagno delle Grazie, anche senza riflettere che
bellezze immortali adorna apparve; Stupì vedendo, e l’adorò la terra. Venere al terzo Cielo Tornò da’ freddi suoi vedovi altar
in mano dello scultore Agoracrito, che lo prescelse ad efiSgiare una Venere , soggetto che volea rappresentare in concorrenza
è questa ampolla che una fiala di preziosi unguenti tutta propria di Venere , su cui sono scolpiti gli Etiopi, non per la loro
re. La corona d’oro che cingeva il capo della dea si conveniva pure a Venere , che presso i poeti è talora denominata (grec), d
la sua lolco. Amore Tanto in Medea potè. Vezzosa Musa, Tu le parti di Venere sortisti, Induci tu le rigide fanciulle Ad amar,
sì minaccia Paride presso Orazio: — Invano feroce della protezione di Venere pettinerai la chioma, e dividerai sull’imbelle ce
dà in genitori Egle ed il Sole: r opinione più comune le vuol nate da Venere e da Bacco. Discordia vi è pure nel numero: la ma
no. Consentono tutti gli scrittori nel farle compagne indivisibili di Venere . Secondo Pausania erano in antico rappresentate v
di sacrificare senza flauto nè corona. Generalmente i templi sacri- a Venere e ad Amore, e quelli pure di Mercurio, erano anco
antichi monumenti nei quali sono rappresentate. Le Grazie compagne di Venere non si trovano vestite che sull’ altare etrusco c
da Winkelmann nei suoi Monumenti inediti, si vedono due Grazie che a Venere accomodano la chioma. Può essere illustrata da qu
due estremità, simili a quelli che sogliono accompagnare le statue di Venere . A ciò mirava, come è stato osservato dal preloda
uto rappresentare il dio dei piaceri e della mollezza, il compagno di Venere e delle ninfe, o da dogmi di un’antica teologia r
d’orribili voti. A loro in mezzo Di Driope piange nell’immagin mesta Venere , e batte palma a palma, e grida: Le Sarmatiche ca
ò tonando La moglie, e alzò la sanguinosa insegna. Ma delitto maggior Venere imprende: Gemiti di chi cade e di chi spira Finge
iglia del re degli Dei nel mirare le grazie della bella Semele, che a Venere paragona. Lo splendore del giorno nuoce ai suoi a
ua amante la trasporta in cielo, ove ha per compagni Mercurio, Marte, Venere e la Luna. Voi vedete dalla sciagura di Semele qu
braccia, l’altro figliuolo, e andò con esso a precipitarsi nel mare. Venere impietosita della sua nipote pregò Nettuno ad ave
tarda alcun timore: Spuma dal peso suo l’onda percossa. Della nipote Venere piangeva Il non mertato caso, e così esclama Con
stesso è geloso. La Ninfa si sveglia, e prorompe in rimproveri contro Venere e Bacco. Si lamenta della perdita della sua vergi
del Tartaro impiega vanamente le armi dell’Inferno per difendersi, e Venere che lavora l’opera di Minerva. Quindi i soldati s
a Giunone, che prepara altri artifizi per sedurre Giove. Va a trovar Venere sul Libano per chiederle il suo cinto: questa ved
l’Indiani, mentre il re degl’Immortali è dal sonno dell’amore domato. Venere aderisce alle dimando di Giunone, che tosto dirig
negli accessi della sua rabbia, Cari, la Grazia figlia di Bacco e di Venere , spettatrice del furore di suo padre, si afiligge
era sorte di lui. Ella era occupata a formare una corona di fiori per Venere , e sale al cielo, onde veder la dea, la quale acc
e. Non la tace, e la prega ad interessarsi per la sorte di suo padre. Venere commossa, invia Aglae a Cupido, ed essa lo trova
a come la sposa, e che serve di pronuba a queste nozze. Se costei sia Venere , i di cui amori con Bacco non sono ignoti, e dai
legantissime: si distinguono però fra le altre quelle di Arianna e di Venere sì per la grandiosità dei panneggiamenti, sì per
6 (1824) Breve corso di mitologia elementare corredato di note per uso de’ collegi della capitale, e del regno pp. 3-248
Ogni virtù diventa una Divinità. Minerva è il simbolo della prudenza, Venere della bellezza. Lo scroscio del tuono non è l’eff
e, Giunone, Nettuno, Cerere, Mercurio, Minerva, Vesta, Apollo, Diana, Venere , Marte, Vulcano. I rimanenti otto numi di prim’or
Furie : quella parte, che si mischiò colla schiuma del mare produsse Venere detta altresì Afrodite, perchè nata dalla spuma.
determinò di farlo, se non a condizione, che gli si darebbe in isposa Venere la più bella fralle Dee. Oltre di Argo aveva Giun
or, e l’immortale schiera D’ogni sapere il merto in se racchiude. Venere . Venere la Dea della bellezza, e la Regina degli
u detta Ciprigna, come pure Citerea da Citera Isola dov’ella regnava. Venere fu maritata a Vulcano, dal quale ebbo molti figli
con Adone. Crediamo quì piuttosto miglior partito indicare un’ altra Venere celeste, di cui parla Platone, tutta spirante dec
utta spirante decenza, e grazie non affettate, e riposta saviezza. La Venere di cui parliamo, non è certamente un sogno di Pla
Platone. Parecchi accreditati scrittori ci assisicurano che a questa Venere virtuosa si erano eretti magnifici templi in Cipr
e non era permesso agli uomini di entrare1. Osserviamo ordinariamente Venere accompagnata dalle Grazie, o da Amore, assisa su
, l’avrebbe vinta, se una Ninfa chiamata Peristera non avesse ajutata Venere . Crucciato perciò Amore cangiò la Ninfa in colomb
to perciò Amore cangiò la Ninfa in colomba. L’ornamento principale di Venere era una zona, o sia cintura, che aveva la proprie
parir più bella al suo sposo. I luoghi dove si esercitava il culto di Venere , erano principalmente Gnido, Amatunte, Pafo, Idea
fo, Idea, Citera 1.   Cupido, o sia Amore. Amore era figliuolo di Venere , e di Marte. Egli è sempre figurato qual fanciull
evedeva, che sarebbe il più tristo fra gli Dei. Giove voleva obbligar Venere sua madre a disfarsene : ma ella per sottrarlo al
la trattenne per molto tempo, senza che costei lo avesse conosciuto. Venere afflitta per vedere il suo figlio fatto suddito d
Teti egli s’indusse a lavorare l’armatura di Achille, e ad istanza di Venere fece quella di Enea. Vulcano finalmente era il Di
il martello a Vulcano, il tridente a Nettuno, i dardi ad Apollo, ed a Venere il cinto. Come aveva tutte le disposizioai a sape
prire la natura de’ metalli da essa toccati. Nacque da Mercurio, e da Venere un figliuolo chiamato Ermafrodito, voce greca ind
ttava una falce alla mano. Ancorchè brutto, era pertanto figliuolo di Venere , e fratello di Cupido. Giunone che per effetto di
ere, e fratello di Cupido. Giunone che per effetto di rivalità odiava Venere , mercè i suoi incantesimi, trovò il mezzo per ren
fiaccola in mano. Le Grazie. Le Grazie eran figlie di Giove, e di Venere . Seguivano per lo più la loro madre, ed assisteva
che ciascuno degli Dei le avesse comuuicato qualche pregio. In fatti Venere le diede la bellezza, Minerva il senno, Mercurio
motto alla più bella. Ecco sorgere una briga fra Giunone, Minerva, e Venere . Da Giove fu eretto in giudice Paride, detto anch
di lui cuore. Giunone gli promose degli onori : Minerva la saggezza : Venere la più bella donna ch’ esistesse. La lite fu deci
a giurarono di vendicarsene, e mantennero esattamente la loro parola. Venere adempì fedelmente alla sua promessa. Essendo Pari
e gambe. Il poeta per palliare questa fuga l’abbellisce con dire, che Venere inviluppò in una nuvola il guerriero da lei prote
o implacabile cercava tutt’i mezzi, come distruggerli. Ella dimandò a Venere una zona, o sia cintura, che aveva la proprietà d
ero ha cantato i viaggi, e le imprese guerriere di Enea, figliuolo di Venere , e di Anchise. Questo poeta Latino nell’Eneide ha
l mare in iscompiglio, ed avesse ingojato i vascelli del figliuolo di Venere . Eolo ubbidisce, ed all’istante una terribile bur
la costa, per vedere se scopriva il resto de’ legni. In questo mentre Venere si dà moto per suo figlio : si presenta a Giove,
e promesse fatte in di lui favore. Questo Dio le rinnova, ed assicura Venere , che il suo figliuolo arriverà felicemente in Ita
egina di Cartagine per indurla a bene accogliere il principe Trojano. Venere intanto discesa dall’Olimpo avvisa Enea, che i su
tte, e diede gli ordini che si andasse in cerca del principe Trojano. Venere allora fa sgombrare la nuvola, e vedesi Enea in a
Giunone per impedire il corso dei destini a favore di Enea propose a Venere queste nozze, che finse di acconsentirvi. Profitt
la gloria dell’impero di Roma. Ritornato sulla terra il figliuolo di Venere , levò l’ancora, dirigendo la sua flotta verso l’i
ione fu uno scultore abilissimo. Formò una statua bellissima, e pregò Venere che l’avesse animata. I suoi voti furono esauditi
un luogo, ove gli Dei venivano per consultarli. Cosi Giove entra con Venere in questo luogo, per leggere il destino di Giulio
a loro immaginazione, le hanno confuse. 1. Trovasi rapportata questa Venere seconda da Pausania, ed Esichio. Senofonte lasciò
alle virtù che formano le delizie del cuore, a differenza dell’altra Venere popolare, che presedeva al piacere dei sensi. 1.
era, oggi Cerigo, gli avanzi di una torre antica, una volta tempio di Venere , dal quale credono essere stata rapita Elena. 2.
7 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Indice alfabettico. » pp. -424
di Perseo, 363. Admeto, re di Tessaglia, 102, 388. Adone, protetto da Venere  ; — trasformato in anemone, 177. Adonie, feste in
, madre di Giacinto, 104. Amico, re di Bitinia, 442. Amore, figlio di Venere , 172, 173. Anchise, eroe trojano protetto da Vene
Amore, figlio di Venere, 172, 173. Anchise, eroe trojano protetto da Venere , e padre d’Enea, 176, 608. Androgeo, figlio di Mi
idone, 414. Cigno, 120, 134, 472. Cimone, 440. Cimotoe, 316. Cinto di Venere , 182. Ciparisso. Sua metamorfosi, 132. Cipria, Ci
. Ciparisso. Sua metamorfosi, 132. Cipria, Cipride, Ciprigna, nomi di Venere , 180. Cipro, isola di Venere, 179, 180. Circe, ce
132. Cipria, Cipride, Ciprigna, nomi di Venere, 180. Cipro, isola di Venere , 179, 180. Circe, celebre nella magia, 575. Ciren
Ninfa, 474, 475. Ciro, 668. Citera, isola, 179, 180. Citerea, nome di Venere , 180. Cleobi, esempio di pietà filiale, 624, 625.
, ivi. Cumana (sibilla), 667. Cupac, 744. Cupido, o Amore, figlio di Venere , 172, 173. Cureti, abitanti di Creta, sacerdoti d
ndimione, pastore protetto da Diana, 139. Enea, figlio d’Anchise e di Venere , 608 ; — fuggendo da Troja perde Creusa sua mogli
Gorgoni, mostri, 357. Gradivo, 259, nota. Grazie (le tre), figlie di Venere , 175. Guerra di Troja, 517 ; — causa di tal guerr
, figlio di Laomedonte, 106. Ilioneo, 610. Ilo, 517. Imene, figlio di Venere , 174. Inaco, re d’Argo, 89. Incas, 744. Indovini,
mo o Orcano, re di Persia, 131. Ore (le), destinate all’educazione di Venere , 171. Oreadi, Ninfe dei monti, 319. Oreste, figli
i Celo. V Valhalla, 743. Vaso di Pandora, 73. Vello d’Oro, 449. Venere . Sua nascita, 170 ; — sposa Vulcano, 171 ; — suoi
gorica, 348. Vitzliputzli, 744. Vulcano, Dio del fuoco, 270 ; — sposa Venere , 271 ; — ha per compagni i Ciclopi, 272. W
8 (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo I pp. 3-423
furono Saturno, Cibele, Cerere, Giove, Plutone, Apollo, Ecate, Bacco, Venere , Nettuno. Minerva, Marte, Vulcano, Mercurio, ed E
dri. I nomi loro erano Giove, Giunone, Vesta, Minerva, Cerere, Diana, Venere , Marte, Mercurio, Nettuno, Vulcano, e Apollo. Fur
di Sparta (a) ; che cangiatosi in Cigno, finse d’essore inseguito da Venere , trasformatasi pure in Aquila, e ch’egli volò a s
he li avea fabbricati, o ne vennero soddisfatti, perchè gli promisero Venere in moglie. Il motivo, per cui Giunone non visse q
e volte ancora dipingesi in un carro, tirato da bianchi servi (f). Venere . ALcuni Antichi parlano di più Veneri. Platone
e fu data in matrimonio a Vulcano, il più brutto di tutti gli Dei(g). Venere fu particolarmente venerata in Amatunte, città ne
ochè gli sacrificavano i forestieri, che giungevano appresso di loro. Venere , sdegnata per tale inumanità, cangiò quelle genti
rìttori, i quali dicono, che la città e il tempio di Pafo, dedicato a Venere , furono fabbricati da Pafo, figlio del mentovato
dissolutezza v’aggiunsero l’ardire di negare o deridere la potenza di Venere . Frattanto la Scultura, cui Pigmalione amava e co
ggiadria, che ne restò pazzamente innamorato. Giunto il dì festivo di Venere in quell’ Isola, si appressò Pigmalione all’altar
abbiamo testè fatta menzione(a). Ritornando poi al predetto tempio di Venere in Cipro, dicesi che in esso col progresso del te
a anche nella città di Sesto, situata sulle rive dell’ Ellesponto(3). Venere dagli anzidetti luoghi prese altrettante denomina
ia Dea de’pigri, perchè tali rende i suoi adoratori. Altridicono, che Venere da prima si diceva Mirzia dal mirto, ch’erale sac
si riconciliarono, si purificarono dal sangue sparso, e innalzarono a Venere un tempio poco distante da Roma in un luogo palud
lo popolo(c). La voce Androfona, significa omicida, e fu attribuita a Venere , attesochè una certa donna Greca, di noma Laide,
di lei bellezza(d). Dicesi, che per la medesima ragione siasi dato a Venere anche il none di Anosia, empia (e). Sotto il nome
to in Efeso, diede motivo alla consecrazione di due tempj in onore di Venere . Alesside e Melibea si amavano teneramente, e ave
ono, e in memoria di tale avvenimento alzarono i due predetti tempj a Venere , l’uno sotto il nome di Automata, perchè improvvi
rmata, e ch’egli stesso sia stato poi ucciso da’suoi concittadini(a). Venere sotto il predetto nome avea anche nel Campidoglio
fondo, ma l’anno seguente gli stessi se ne rimasero sopra l’acqua(d). Venere , soprannominata Morfo, ebbe appresso gli Spartani
poli di Fidia, contrastarono chi di loro era per formare la più bella Venere . Quella d’ Alcamene secondo il gìudizio degli Ate
o, che sulle loro rive più non comparivano le colombe. Pensavano, che Venere allora abbandonasse Erice per andarsene nella Lib
porina, e molto più bella delle altre, se ne ritornavano in Erice(a). Venere ebbe molti figliuoli, tra’quali si numerano Priap
ll’albero, che ritenne il di lei nome(b). Altri dicono, ch’ella fu da Venere assoggettata a tale cangiamento ; perchè si vantò
i milantava d’avere in Mirra una figliuola più avvenente della stessa Venere (d). Altri finalmente narrano, che Mirra fu conver
rime, che sua madre andava spargendo. Il bambino crebbe sì bello, che Venere sommamente prese ad amarlo. E siccome erasi egli
di sangue, inseguì il cacciatore, lo afferrò, e lo stese sull’arena. Venere , sebbene lontana, riconobbe i gemiti del moribond
nata dal sangue d’Adone, e l’anemone dalle lagrime, che sparse allora Venere (c). V’è finalmente chi dice, che la Dea siasi ri
più il guardò. Così se ne afflisse il Pastore, che morì di tristezza. Venere lo cangiò in fiume ; ma tuttavia egli non cessava
on cessava di amare Argira, ch’era stata pure trasformata in fontana. Venere , cui la trista sorte di Selinno continuava a dest
ere a chi ne bevea, o vi si bagnava, la ricordanza de’loro amori (a). Venere castigò Anasarete, e le donne di Lenno. Ad Ifide,
rete osservare il meschino, mentre veniva portato alla sepoltura ; ma Venere la cangiò in sasso (a). Questa Favola è simile a
tologico. Arsinoe, figlia di Nicocreonte, re di Cipro, fu cangiata da Venere in pietra, perchè fu spettatrice de’funerali di A
sare (b). Le donne di Lenno sacrificarono a tutte le Deità, fuorchè a Venere . Se ne offese la Dea, e volle prenderne vendetta.
figlio di Pronace, e re di Nemea (c). Tra gli ustelli il più caro a Venere fu la colomba. Dicesi, che la Dea anche si trasfo
do, si vantò di poter cogliere in un giardino più fiori di sua madre. Venere prese a gareggiare seco lui ; ma egli coll’ajuto
fiore, ch’era per riportarne la vittoria. La Ninfa Peristera soccorse Venere . Cupido n’ebbe dispiacere a tal segno, che vedend
tre per lo innanzi era stata sempre bianca. Il mirto pure era grato a Venere , perchè nasce per lo più lungo le sponde del mare
lo più lungo le sponde del mare, dond’era nata la Dea ; ovvero perchè Venere , trovandosi sulle spiaggie del mare per asciugars
sue sacerdotesse(16). Le perle altresì erano particolare ornamento di Venere , come quella, che si voleva nata nel mare in una
ceto, fu divisa in due parti per farne gli orocchini ad una statua di Venere . Lampridio lasciò scritto, che l’Imperatore Aless
osse pietre, le quali erano state donate all’Imperatrice, sua moglie. Venere rappresentasi in un cocchio, tirato da Colombe (b
sia che mangiavano soli. Si chiudeva la solennità con un sacrifizio a Venere (d). La vittima. che soleasi immolare a Nettuno, e
glierlo da quell’ infelice stato (a). Marte inoltre alle preghiere di Venere , ferita da Diomede, figlio di Tideo, avea preso a
glio di Tideo, avea preso a proteggere i Trojani. Minerva, che odiava Venere , eccitò Diomede a combattere contro di Marte. Que
a uno de’ più celebri. Nell’ ingresso del medesimo eravi la statua di Venere a lato di quella di Marte (a). Un altro tempio, p
lla alla porta del palagio di Vulcano, finchè Marte si tratteneva con Venere (f), come quanto prima vedremo. Marte vedesi anch
ia ; comunemente però credesi, ch’egli non abbia avuto in moglie, che Venere (a). Il Nume fu avvertito dal Sole, che colei sole
ilissima rete di ferro, la distese sul terreno, ove soleano adagiarsi Venere e Marte ; e postisi l’uno e l’altro colà a sedere
sta ridicola scena. Vulcano finalmente alle preghiere di Nettuno pose Venere e Marte in libertà. Questi si recò tosto verso la
gli altri la quantità di vino(d). Quello, a cui sortiva la figura di Venere , era l’eletto. Questi era distinto con una corona
nè si sbigottì del tristo fine di tanti altri, ma supplice ricorse a Venere onde riuscire nel gran cimento. La Dea gli diede
ttò fuori di strada e quanto più lungi potè uno de’ pomi, ricevuti da Venere . Avida Atalanta di farne l’acquisto, uscì di via
occhi. Ippomene riguadagnò allora il vantaggio perduto ; e rinovate a Venere le sue preghiere, gettò l’ultimo pomo quasi sull’
trionfo. Ippomene sconoscente obbliò del tutto il favore ricevuto da Venere . La Dea, volendo prenderne vendetta, inspirò sì a
ma sulfine di Aprile, e alla metà d’Agosto(b). Le prime erano sacre a Venere , le seconde a Giove(c). Quelle s’instituirono per
e un tempo propizio per le vendemmie. Al tempo delle prime si onorava Venere con sacrifizj(e). Al tempo delle seconde le vende
ima, ma solo per ripetere le ultime parole altrui. Narcisso poi fu da Venere punito. Eravi in que’ luoghi una fonte di limpida
lle di lui figliuole, Camiro e Clizia. Elleno erano state allevate da Venere , e ficolmate di favori dalle altre Dee. Cresciute
a Venere, e ficolmate di favori dalle altre Dee. Cresciute nell’ età, Venere pregò Giove di loro accordare un felice maritaggi
a Dea, suonando il flauto alla presenza degli Dei, fu da Giunone e da Venere avvertita, che il suono di quello strumento gonfi
ove fu accolta da Diana, che la ammis’ nel numero delle sue compagne. Venere , offesa dee disprezzo, che Polifonte faceva di le
e lasciò due figliuole, Menippe, e Metioche, le quali Diana allevò, e Venere e Minerva arricchirono de’ loro più preziosi doni
e rive dell’Ellesponto, soggiornava Erone, bellissima sacerdotessa di Venere . Sull’opposta riva del predetto mare trovavasi Ab
iguardo alle Genetillidi, Suida le considera come Genj del seguito di Venere . (a). Job. Jacob. Hofman. Lex. Univ. (5). A V
issimo per un incantesimo fatto da Giunone, la quale oltremodo odiava Venere . Questa, veggendolo sì deforme, lo fece esporre s
ro un’illustre genealogia. Gli uni lo dissero figliuolo di Bacco e di Venere , come abbiarno detto ; altri vollero, che fosse n
o tra’Mitologi sulla loro origine. Servio le fa nascere da Bacco e da Venere , come abbiamo detto (i) ; e Lattanzio da Giove e
iano i Mitologi sulla genealogia di Cupido. Simonide lo vuole nato da Venere e da Marte ; Esiodo dal Caos(b). Aristofane dice,
Finalmente Platone racconta, che, solennizzando gli Dei la nascita di Venere , Poro, Dio dell’abbondanza, si ubbriacò, e rendet
over tà, madre di Cupido, il quale poscia fu stabilito al servigio di Venere (e). Questa Dea, osservando, che Cupido non cresce
agione. Intese che ciò avveniva, perchè egli non avea alcun fratello. Venere allora diede alla luce Antero, ossia Contra-Amore
ndò a cercarlo da per tutto, nè ebbe riguardo di ricorrere per fino a Venere , benchè sapesse, quanto era quella irritata contr
Solitudine, affinchè l’una e l’altra avessero a sempre più cruciarla. Venere poscia le commise di sottop orsi a varj travagli,
ta. Lo stesso Nume volò subito dopo al Cielo, e ottenne da Giove, che Venere non si opponesse alle di lui nozze con Psiche. Co
o per ricompensa ricercata la sacerdotessa in matrimonio, la ottenne. Venere sdegnata, che le si fosse allontanata dal suo ser
. Hom. Iliad. l. 18. (a). Nat. Com. Mythol. l. 2. (2). Da Marte e Venere nacquero il Pallore e il Timore(c), Divinità, all
9 (1874) Ristretto analitico del dizionario della favola. Volume I pp. -332
el culto pagano, sentimenti e passioni umane. Cosi in Omero31 vediamo Venere ferita da Diomede, pianger disperatamente nel ved
e il governo dei regni della morte ; Cibete fu dea dell’agricoltura ; Venere degli amori, Ebe dell’ eterna giovanezza ; Mercur
la Persia. 66. Achmon. V. Achemone 67. Acidaila. — Soprannome dato a Venere per esser quella Dea che cagionava dell’ansie e d
avevano avuto origine e principio. 73. Acmena. — Ninfa del seguito di Venere . 74. Acmone. — Figlio della Terra, e padre di Cœl
redenza di molti mitologi che ella sia la Dergeto dei Babilonesi e la Venere dei Greci. 97. Adargatide. V. Adad. 98. Adephagia
i Libro X trad. di Dell’Anguillara. Egli era un famoso cacciatore : Venere l’amò passionatamente e preferi, al dire d’Ovidio
vventò contro di Adone uno smisurato cignale che lo ridusse in brani. Venere allora lo cangiò in anemone. Adone dopo la morte
sti era ricamato in argento il letto di Adone, e sull’altro quello di Venere . Nella città di Atene ad ogni anniversario della
nicia in un luogo chiamato Afaca fra le città di Biblo e di Eliopoli, Venere aveva un tempio ed un oracolo con questo sopranno
 Nome d’uno dei principali venti. 148. Afodrisie. — Feste in onore di Venere . Nell’isola di Cipro e in molte altre città della
ro e in molte altre città della Grecia si dava una moneta d’argento a Venere onde prender parte a queste feste volendo così di
— Parola greca che significa schiuma. Con questo nome veniva denotata Venere perchè i poeti dicono ch’ella nascesse dalla schi
a che Fennio cantò alla presenza di Ulisse, sull’adulterio di Marte e Venere . 247. Alcio. — Una delle divinità dei Germani. Si
un giorno in sentinella alla tenda di questo Dio mentre egli era con Venere , Aletrione si addormentò, e lasciò sorprendere i
i addormentò, e lasciò sorprendere i due amanti da Vulcano, marito di Venere . — Marte per punire Aletrione lo cangiò in gallo.
tempo per far ritorno nel tronco di quello. Così Omero nel suo inno a Venere . Non mortal non divina è la lor sorte ; Ciascuna
pedire le nozze di sua figlia con Enea. 318. Amathontia o Amathusa. —  Venere era così chiamata dalla città di Amatunta. Amathu
o precedente. 320. Amatunta. — Città dell’isola di Cipro consacrata a Venere . Gli abitanti le aveano innalzato un tempio super
ben tre volte intorno alle mura di Troja, conservavasi illeso perchè Venere lo avea cosparso d’ambrosia. ………… Che notte e di
Amentheo significa privo di Menthea. 332. Amica. — Soprannome dato a Venere col quale gli Ateniesi l’adoravano con particolar
ea della povertà, e gli dà il nome di Poro. Amore insieme a sua madre Venere , dea della bellezza, ha avuto un culto estesissim
ania. 363. Anadyomene. — Così al d re di Plinio veniva soprannominata Venere . Cesare Augusto le consacrò sotto questo nome un
cita uscendo dalla spuma del mare. 364. Anagogie. — Feste in onore di Venere assente per pregarla di far ritorno. In greco ανα
— Nome di una delle ore. 371. Anaue. — I Persi e gli Armeni adoravano Venere sotto questa denominazione. 372. Anauro. — Fiume
tto il suo corpo si coprì di mortale pallidezza. Di qua la favola che Venere sdegnata della crudeltà di Anaxarete, l’avesse ca
i, di Assaraco e di una ninfa. Egli fondò Troia, e dai suoi amori con Venere , che si era perdutamente innamorata di lui, ebbe
o particolare. 391. Andiomena. — Con questo soprannome veniva adorata Venere marina, di cui la favola racconta che uscì dal ma
micida. La tradizione favolosa racconta che tal soprannome era dato a Venere per aver fatto morire gran numero di Tessali per
astore e d’Ilaria. 447. Anosia. — Vocabolo che significa senza pietà. Venere veniva cosi denominata per la stessa ragione perc
dio che si adorava come l’opposto di Cupido. Lo si credeva figlio di Venere e di Marte. Vedendo che Cupido col passare degli
er solo alle spalle nel momento di partire. Così in Virgilio allorchè Venere si presenta ad Enea, suo figlio, in sembianza di
le si distese Infino a’ piè, che a l’andar anco, e Dea. Veracemente e Venere mostrossi. Virgilio. Eneide Lib. I. trad. di A.
nazione. 499. Aporrina. — V. Adporina. 500. Apostrophia. — S’invocava Venere sotto questo nome, allorchè le si domandava la gr
. Appiadi. — Dice Cicerone esser questo il soprannome di Minerva e di Venere , perchè esse avevano un tempio presso le acque Ap
onsacrati ad una divinità ; così, per esempio, il mirto ed il lauro a Venere ed Apollo ; l’ulivo a Minerva ; l’adianto (comune
isola di Paro. 522. Archita. — Nome sotto il quale gli Afri adoravano Venere . 523. Arciteneno. — Nome col quale i poeti denota
gilete. 550. Arginide. — Il re Agamennone fece fabbricare un tempio a Venere , sotto il nome di Venere Arginide, e da allora qu
fflitto, che fu prossimo anch’egli a perdere la vita pel gran dolore. Venere , mossa a pietà, cangiò uno in fiume, e l’altra in
di Giunone, Giove, Minerva etc. Presso gli Arabi e gli Assiri era la Venere celeste. 562. Ariadne. — V. Arianna. 563. Ariadne
8. Armata Venere. — Sotto questa denominazione i Lacedemoni adoravano Venere in memoria della vittoria che le loro donne aveva
ore delle campagne circostanti fu presa ed uccisa. Virgilio canta che Venere presentossi ad Enea suo figlio in sembianza di ca
alla cerimonia funebre con una gelida indifferenza, del che sdegnata Venere la cangiò in pietra. Arsinoe fu anche il nome di
d’ Arteride. 598. Artimpasa. — Gli Sciti sotto questo nome adoravano Venere . 599. Artipoo. — Che significa piede leggiero. Om
che avesse vinto il premio della corsa. Ippomene ebbe col soccorso di Venere il premio, avendo seguito il consiglio della dea
segno ottenuto dal getto dei dadi. 743. Barbata. — Soprannome dato a Venere , che, sebbene di rado, veniva rappresentata con l
moria di quanto era avvenuto. 746. Basillisa. — I Tarantini onoravano Venere sotto questa denominazione. 747. Bassareo. — Sopr
natura. Al dire di Pausania il becco era la cavalcatura ordinaria di Venere , poichè secondo il citato scrittore, la Venere po
valcatura ordinaria di Venere, poichè secondo il citato scrittore, la Venere popolare veniva rappresentata a cavallo d’un becc
re popolare veniva rappresentata a cavallo d’un becco terrestre, e la Venere del mare su di un becco marino. 756. Beelfegob. —
el cielo e che i Galli davano indistintamente a Giunone, a Minerva, a Venere ed alla luna. 764. Belizama. — V. Belifama. 765.
di Dell’Anguillara. 790. Biblosa o Bibio. — Città della Fenicia, ove Venere aveva un tempio : da ciò il soprannome di Biblosa
na, la quale, per la sua incomparabile bellezza, fosse soprannominata Venere . Si trovano nella Favola diversi altri personaggi
così il dettato dell’oracolo di Delfo. Cadmo sposò Ermione, figlia di Venere e di Marte, la quale lo rese padre di Semele, Ino
Ezio e madre di Endimione. 896. Calicope. — Così veniva denominata la Venere , madre di Enea : fu figliuola d’Otrea e sposò Toa
celebrati i giuochi olimpici. 908. Callipica. — Uno dei soprannomi di Venere , che le veniva dalla bellezza fisica di una parte
Echidna. V. Crisaore e Echidna. 910. Callistee. — Feste in onore di Venere , nelle quali veniva conferito un premio alla più
Cebrione. — Uno dei giganti che mossero guerra agli Dei. Fu ucciso da Venere . Vi fu anche un altro Cebrione, figlio naturale d
i Mirra. Avendo osato vantarsi di avere una figlia assai più bella di Venere , la Dea per vendicarsi ispirò alla giovanetta Mir
a. 1055. Cerasti. — Popoli di Amatunta, celebri per la loro crudeltà. Venere li cangiò in torisdegnata del sacrifizio che essi
to come un Dio dopo la morte, e onorato come tale essendosi detto che Venere apparve nel Senato, quando i congiurati pugnaliro
sdegno di Apollo. 1070. Cesto. — Così veniva chiamata una cintura che Venere portava abitualmente, e nella quale la Favola nar
azie, i desiderii e le attrattive. Giunone per piacere a Giove, pregò Venere che le prestasse quella cintura. A proposito del
prestasse quella cintura. A proposito del famoso giudizio di Paride, Venere dovette togliere alla presenza di lui la sua cint
o Cieno. — Uccello consagrato ad Apollo, come Dio della musica ; ed a Venere , a causa della sua voluttuosa indole, e dell’estr
nche Cinaredo, nome che si dava al gran sacerdote sagrificatore della Venere di Pafo. 1120. Cinela. — Dalle parole latine cinx
di Delo, chiamata Cinsio. 1132. Cinsio. — V. Cinsia. 1133. Cintura di Venere . — Secondo la tradizione, questa misteriosa cintu
IV trad. di V. Monti. A dire di Luciano nelle opere, Mercurio rubò a Venere la sua cintura, e da quel giorno il suo discorso
’o a Plutone, come Dio dei morti. 1137. Ciprigna. — Soprannome dato a Venere , dall’isola di Cipro, a lei consagrata. 1138. Cir
editerraneo. La tradizione mitologica narra che fu in quest’isola che Venere nascesse dalla spuma del mare gli abitanti di que
dorata sotto il nome di Venere Urania. 1149. Citerea. — Soprannome di Venere . Vedi l’articolo precedente. 1150. Citereo. — Si
avano. 1151. Citereo-Eroe. — Così veniva denominato Enea figliuolo di Venere . I greci chiamavano pure mese Citereo quello di a
chiamavano pure mese Citereo quello di aprile perchè era consacrato a Venere . 1152. Citeriadi. — Soprannome che talvolta si da
e di Cloacina. Al dire di Plinio, Cloacina era anche un soprannome di Venere , a cagione d’un tempio che ella aveva presso Roma
Apollo. 1220. Colomba. — Detto uccello di Citerea, per essere sacro a Venere . Apulejo ripete che questa dea facea tirare il su
o, Marte, Vulcano, Mercurio, Giunone, Vesta, Minerva, Cerere, Diana e Venere . — V. Dei. 1236.Consenzie. — Dette anche Consezia
 Ninfe dell’isola di Creta : si davano comunemente come le seguaci di Venere , per essere questa dea particolarmente adorata ne
oni Non vedranno già me dardania prole, E di Priamo figlia, e nuora a Venere , Nè donna lor, nè di lor donne ancella, Che la gr
di A. Caro. 1331. Cupido. — Dio dell’amore e figliuolo di Marte e di Venere . Egli presiedeva alla voluttà. Veniva rappresenta
le dee le principali erano : Giunone, Vesta, Minerva, Cerere, Diana e Venere . Queste dee venivano comprese nella categoria del
ione di varie dee che si sono accoppiate ai mortali, come per esempio Venere , che sposò Anchise, Teti, che sposò Peleo, ecc. P
empo, Giove, Gibele, Apollo, Cerere, Giunone, Diana, Bacco, Mercurio, Venere , Nettuno e Plutone ; gli altri venivano denominat
i Troja egli si copri di gloria, avendo in un incontro ferito Marte e Venere . Dopo la caduta di Troja, ritornato in patria, eb
la fu ne ! numero delle concubine di Giove, il quale la rese madre di Venere  ; ed è questa la ragione per la quale si dà talvo
a, il soprannome di Dionea. Anche Giu lio Cesare, come discendente di Venere , veniva detto Dioneo. 1460. Dionea. — La dea Vene
me discendente di Venere, veniva detto Dioneo. 1460. Dionea. — La dea Venere che fu moglie di Vulcano è quella a cui si da pro
untosi il carico del giudizio, pose termine alla querela in favore di Venere , ciò che fu causa d’infinite sventure. La Discord
della Gorgone. Vedi Gorgone e Medusa. 1572. Egea. — Soprannome dato e Venere per essere particolarmente adorata nelle isole de
tra Egilia che fu figlia di Adrasto, re di Argo, e moglie di Diomede. Venere , sdegnata contro Diomede per la ferita che quest’
ario della reale famiglia di Troja : fu figlio di Anchise e della dea Venere . ……… Enea preclaro figlio Del magnanimo Anchise
gliuolo d’una dea, perchè, senza il favore e la materna protezione di Venere , e l’intervento di Apollo, sarebbe stato ucciso.
che egli si annegasse nelle acque del fiume. La favola però dice che Venere , vedendolo coperto di ferite lo avesse trasportat
lapidarono credendola una spia. 1742. Epiponsia. — Soprannome data a Venere per indicare che essa era nata dalla spuma del ma
. Epitembia. — Una tale qualificazione si trovava aggiunta al nome di Venere sull’iscrizione del piedestallo della statua che
ne tutto ciò che ha principio. 1747. Epitragie. — Altro soprannome di Venere col quale si voleva ricordare un fatto avvenuto a
a quella dea. L’eroe prima di far vela per l’isola di Creta, offri a Venere una capra, la quale istantaneamente congiossi in
di cui era sovrano. La favola ce lo presenta come figlio di Buta e di Venere , e atleta famoso nel combattimento del cesto. Ave
combattimento Erice fu vinto ed ucciso, e venne sepolto nel tempio di Venere . Dopo la sua morte i Siciliani chiamarono una del
divini al morto re atlefa. 1777. Ericina o Ericinia. — Soprannome di Venere a lei venuto dall’avere un tempio fabbricato sul
passò fino nell’Arcadia e fino in Roma, ove, presso la porta Collina, Venere ebbe diversi tempii a lei consacrati sotto una ta
A. Caro. 1782. Erimanto. — Figliuolo di Apollo. Egli avendo sorpreso Venere che usciva dal bagno dalle braccia di Adone fu pe
che mitologiche ricordano di un’altra Ermione figliuola di Marte e di Venere , e moglie di Cadmo re di Tebe. Il giorno in cui e
ione favolosa. Fu detto che Vulcano per vendicarsi della infedeltà di Venere , allorchè questa dea ebbe dai suoi amori con Mart
ra inibito alle donne di entrare. 1810. Ero o Eros. — Sacerdotessa di Venere che visse molti anni della sua vita a Sesto, citt
il quale si rese celebre per avere instituita la corona Naucratite di Venere . — V. Naucratite. 1817. Erotidi. — Dette più comu
rici. Questa espiazione praticò Fedra, invasa dal colpevole amore che Venere le aveva inspirato pel figliastro Ippolito. Par
vano per tutto quel giorno. 1893. Euploca. — Soprannome che si dava a Venere prima d’intraprendere un viaggio per mare, onde o
lla città di Napoli, vi era una montagna chiamata Euploca sulla quale Venere aveva un tempio sotto l’istesso nome. 1894. Eupom
, e avea la pelle così bianca, che si disse aver rubato il belletto a Venere . Giove innamoratosene si cangiò in toro e accosta
e per la sua straordinaria bellezza. I poeti della favola finsero che Venere lo avesse fatto così sorprendentemente belio, per
reso nel tempo che era padrone di una nave. Narra la tradizione, che Venere , un giorno, trasformata in vecchia, fosse stata r
tata da lui con ogni prontezza, e senza pretender nulla in pagamento. Venere , prima di scendere dalla nave gli donò un vaso di
a dello scoglio di Leucade, sul quale Faone fece inalzare un tempio a Venere , in commemorazione di quel fatto. Peraltro Faone
, fece edificare su di una montagna di Trezene un tempio consacrato a Venere , nel quale si recava assai di sovente sotto prete
alo e dell’Aurora il quale dopo essere stato cangiato in genio, fu da Venere adibito alla custodia d’uno dei suoi tempii. Feto
φιλεω che significa amare, si dava dai pagani codesta denominazione a Venere come madre dell’ amore. 2004. Filace. — Ossia cus
quale lo poneva a guardia della sua tenda, tutte le volte che la dea Venere , perdutamente innammorata di lui, abbandonava fur
o si addormentò alla porta della tenda di Marte, e lasciò sorprendere Venere nelle braccia dell’ amante suo, da Vulcano marito
ndono che sotto la de nominazione di numi Geniali s’intendeva Priapo, Venere , la Fecondità e il Genio. Glio astrologi e gli in
eriglio. Chiede del padre mio ! M’appar !.. Me misera : Crudeli Dei ! Venere inesorata ! Al primo sguardo suo, pria d’ogni acc
capro, in una gatta La sorella di Febo, in una bianca Vacca Giunone, Venere in un pesce. D’un ibi il Cilleneo sotto le penne.
ci, non sapendo Enea col padre Anchise risolversi a prendere la fuga, Venere , madre d’Enea, li spinse a questa risoluzione, ch
iodo asserisce aver Giunone avuto quattro figli, cioè : Vulcano, Ebe, Venere e Lucina ; altri vogliono che a questi si aggiung
si ese guivano nel teatro pubblico, in onore di Apollo, di Bacco e di Venere . Oltre a queste tre specie di pubblici spettacoli
talloni all’uopo nudriti, credendo di renderle più veloci alla corsa. Venere allora, sdegnata contro di Glauco, rese le cavall
elve Amoroso furor come a giumente ; Per entro l’acque di Beota fonte Venere ad esse lo spirò nell’ora Che lasciarono andar l’
ralmente adottata è che le tre Grazie fossero figliuole di Bacco e di Venere . Secondo questa ultima asserzione più divulgata,
Al dire del citato scrittore, le Grazie facevano parte del seguito di Venere , dea degli amori ; e venivano raffigurate sotto l
e Grazie senza corona e senza suono d’istrumenti. I templi dedicati a Venere , dea della bellezza Cupido, dio dell’amore, lo er
ia — Canto. La primavera era la stagione consacrata alle Grazie ed a Venere , loro madre ; ed i pagani aveano la costumanza di
econdo la cronaca tradizionale, i suoi natali su questa montagna, ove Venere , sua madre, lo dette alla luce. …:…. il valoroso
e alla luce. …:…. il valoroso Figliuol d’Auchise Enea. cui la divina Venere in Ida partori…… Omero — Riade — Libro II. Trad.
li Apollo derubata la moglie, che fu la bellissima Marpesa, figlia di Venere , Ida oso prendere le armi contro di Apollo stesso
sì avea nome una città dell’isola di Cipro, la quale era consacrata a Venere . La tradizione a cui si attiene Virgilio, ripete
città di Idalia, sorgeva un bosco sacro visitato assai di sovente da Venere stessa ; e che anzi fu colà che ella trasportò du
eneo dio delle nozze, che alcuni autori fanno figliuolo di Bacco e di Venere , altri di Urania ed altri finalmentedi Apollo e d
rdo. Ripete la tradizione che essendosi Imero tirato addosso l’ira di Venere , la dea per vendicarsi fece in modo, che una sera
e del fiume Numico, il corpo di lui non si potè più rinvenire, perchè Venere , madre dell’eroe, loavea trasportato in cielo e l
Leucotoe. Infatti Nettuno, poco tempo dopo cedendo alle preghiere di Venere , ricevè Ino e il figliuolo Melicerta fra le divin
o dispregio le donne ; perlocchè si tirò sopra il terribile sdegno di Venere , la quale per vendicarsi ispirò a Fedra, madrigna
fabbricare su di una montagna vicino la città di Trezene, in onore di Venere . Col pretesto di andare ad adorare la dea Fedra,
to giovane, cangiò la sua prima denominazione con quella di tempio di Venere specolatrice. 2313. Ippomene. — Figlio di Merope
Dice la favola che avendo le donne di Lenno trascurati gli altari di Venere , la dea per punirle, le rese di un tale insopport
cesse nel governo di quella città. 2347. Isterie. — Feste in onore di Venere  : il sacrifizio più usuale che si faceva alla dea
do la cronaca, Laide morì uccisa a colpi di spillone, in un tempio di Venere , da alcune donne di Corinto, invidiose della supr
Eurota in Laconia, si fosse trasformato in cigno ed avesse ordinato a Venere di cangiarsi in aquila e fingere d’inseguirlo, on
anche Libertina, altro non fosse che una configurazione della dea di Venere , a cui le giovanette, giunte ad una certa età con
ei morti ; ma Plutarco asserisce, che questo soprannome era imposto a Venere , la quale era anche la configurazione del princip
oma, quanto di Grecia, avevano anch’essi consacrato il fior di Loto a Venere e ad Apollo ; e si sono anche recentemente trovat
le. 2562. Lucifero. — I poeti della mitologia chiamano così la stella Venere , quando comparisce al mattino. Da ciò forse la tr
ivi 1131 Cinsia e Cinsio » 83 1132 Cinsio » ivi 1133 Cintura di Venere » ivi 1134 Ciparisso » ivi 1135 Cipfelide » i
sarà riassorbito. 12. Priapo. — Il custode dei giardini, figlio di Venere e di Bacco. Era l’emblema delle orgie notturne e
Vulcano. che non si decise a farlo se non quando gli ebbero promessa Venere in isposa. 45. Vulcano. — Era nato deforme e pe
10 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Della mitologia in generale. » pp. 17-359
, Giunone, Nettuno, Cerere, Mercurio, Minerva, Cibèle, Apollo, Diana, Venere , Marte e Vulcano. Il destino. Celo. 21. I
scuno di essi un dono particolare. Pallade (263) le donò la saviezza, Venere (170) la beltà, Apollo (96) l’arte della musica,
oja pagasse cara la preferenza che il pastore Paride (597) concesse a Venere (170) nel giudizio della bellezza. Si vendicò d’E
o (185), le frecce ad Apollo (96), la spada a Marte (255), il cinto a Venere (170) e lo scettro a Giove (28) ; ma questa è una
, eloquente al pari d’Apollo, valoroso al pardi Marte, amabile quanto Venere . 166. L’immaginazione fecondissima dei Greci fa p
ieno state tutte attribuite al solo figliuol di Giove e di Maja. Venere . 170. Venere, Dea della bellezza e degli amori
attribuite al solo figliuol di Giove e di Maja. Venere. 170. Venere , Dea della bellezza e degli amori, nacque dalla s
la di Cipro. In più alto concetto fu tenuta dagli antichi la deità di Venere , allorchè diedero alla Natura stessa il suo nome,
se a lei chiede la ispirazione, e svolge ampiamente il concetto della Venere genitrice, dichiarando i suoi pregi ed il suo pot
, che’l ciel governa (Dante, Parad. c. I) detto dai poeti figliuol di Venere e di Marté (255) è un fanciullo alato, con l’arco
che nello stesso giorno nel quale celebravano in cielo la nascita di Venere , era accorsa al banchetto degli Dei per raccorne
rj sarebbero inetti e turpi ; Simonide lo salutò figlio di Marte e di Venere , ovvero della Forza e della Bellezza ; Alceo dell
no che Imene, o Imeneo, che presiedeva agli sponsali, fosse figlio di Venere e di Bacco (146). È un giovinetto incoronato di f
ia ec…. (Traduz. del Borghi.) 176. Enea (608) fu detto figliuolo di Venere e d’Anchise (608) principe troiano, che la Dea de
per la caccia. Non faceva che abbandonarsi a questo esercizio, benchè Venere lo scongiurasse a non esporsi a tanti pericoli co
Libano ; ma la belva furiosa lo inseguì e lo fece in pezzi, prima che Venere fosse in tempo a soccorrerlo ; talchè non potè ch
on vale a salvar l’uomo dai pericoli, e ne fa una debole femminuccia. Venere afflittissima di questa morte, richiese a Giove 3
lutto, gli altri alla gioja per indicare l’apoteosi del prediletto di Venere . 178. Psiche (psyche, spirito, anima, soffio, gr.
e insopportabile la vita. Alfine deliberò di consultare l’oracolo di Venere , e la Dea la condannò a sopportare gravi fatiche,
, e spera così d’espiare la sua colpa e d’impietosire l’adirato Nume. Venere le ordinò d’andare ad attingere una secchia d’acq
lo di lana dorata di sui montoni che vi pascolavano. Per ultima prova Venere le disse : « Va a Proserpina, e chiedile per me d
a. Le vengono prodigati soccorsi, ed è condotta a piè degli altari di Venere , dove ritorna in sè, ed invoca la Dea. In quel pu
ripete susurrando i primi Detti d’amor che da un garzone udia. 179. Venere ebbe maggior culto in Idalia, in Amatunta ed in P
schio pensier dell’alma tolle. Quest’è la terra che cotanto piacque A Venere  ; e ’n quel tempo a lei fu sacra, Che ’l ver nasc
dra, è uno sterile scoglio, quasi inabitabile, chiamato Cerigo. 180. Venere era chiamata Cipride, Cipria e Ciprigna dall’ ess
ndati, ad ali aperte, con la faretra piena di fiammeggianti dardi ; e Venere sotto questi attributi presiedeva a quell’amore c
La sua statua più celebre, che ci sia pervenuta dall’antichità, è la Venere dei Medici, così detta per aver appartenuto alla
ra che l’italiano Canova seppe far risorgere con tanta lode, è la sua Venere  ; e questa pure si ammira in Firenze nella galler
82. Omero ha fatto una vaghissima descrizione del cinto misterioso di Venere , che è l’emblema della modestia, della grazia e d
oti beltà non vale. 183. La colomba, il mirto e la rosa erano sacri a Venere  ; la prima a motivo di questo fatto : Un giorno C
re, quando la Ninfa Peristeria (Péristéria, colomba, gr.), seguace di Venere , le empì in un momento il paniere ; e Cupido, sde
o bianca, aveva cangiato colore dopo essere stata tinta del sangue di Venere rimasta ferita dalle sue spine nell’ accorrere in
e (177) moribondo per la lotta col cinghiale. 184. Le sacerdotesse di Venere , con la fronte incoronata di mirto, recavanle in
e le offriva due colombe. Indi facevano libazioni di vino in onore di Venere popolare, e le sacrificavano una capra bianca sul
nto. Intanto altre vergini ed altre donne si appressavano all’ ara di Venere nuziale che teneva nell’una mano il globo del mon
ra. Le vergini chiedevano lo sposo, e le spose i figli ; supplicavano Venere d’esaudire i lor voti ; e le consacravano le loro
cce, e le appendeva agli altari della Dea. Questo sacrifizio, grato a Venere , durò quanto il suo culto ; e Berenice, sposa di
ma la notte seguente scomparve ; e un astronomo, Conone, annunziò che Venere l’aveva posta nel cielo e cangiata in stella ; qu
mortale Titone ; Apollo imbalsamò il corpo del valoroso Sarpedonte, e Venere guarì le ferite del suo figlio Enea. Si dice che
dogli dietro fra le gambe una grande stella, la quale fosse quella di Venere , per chè Venere e Fosforo, ed Espero e Crepuscolo
le gambe una grande stella, la quale fosse quella di Venere, per chè Venere e Fosforo, ed Espero e Crepuscolo, par che si ten
del Tonante non aveva voluto esser da meno di lui. 256. Marte ebbe da Venere (170) una figlia chiamata Ermione, e da Rea-Silvi
li parve che fosse proprio arrivato in buon punto per farlo marito di Venere (170). Così al Nume più deforme toccò la più bell
e incappasse in un cattivo vicino. Pareva che la perfetta bellezza di Venere non potesse cadere sotto la sferza dei suoi motte
307. Priapo, caporione dei Satiri (305), figlio di Bacco (146) e di Venere (170), era il Dio tutelare dei giardini e dei fru
(Fors Fortuna). La Fortuna Virile aveva il tempio accanto a quello di Venere . Roma, sottratta alla vendetta di Coriolano dalle
E da ciò ha origine la favola d’Ercole al bivio, il quale, sdegnando Venere , e seguitando Minerva, meritò (d’esser fatto immo
e delle ingenue ricreazioni della caccia, era incorso nello sdegno di Venere per averne spregiato il culto. La Dea giurò di pu
alfabetici, e l’arte di scrivere. 489. Cadmo sposò Armonia figlia di Venere (170) e di Marte (255) ; e ben si rileva dal nome
ffronto ricevuto da Paride (597) nel giudizio della bellezza. 520. Ma Venere (170) protesse sempre i suoi diletti Trojani, e t
aride ebbe la peggio, e fu debitore della salvezza alla protezione di Venere (170) che, per sottrarlo ai colpi del vincitore,
) ed altri capi trojani ; e finalmente ferir Marte (255), e la stessa Venere (170) la quale scendeva in soccorso d’ Enea, e no
Dea pretendeva il vanto della bellezza, e la disputa fu maggiore tra Venere (170), Minerva (262) e Giunone (85). 599. Giove,
iunone gli promise potenza e ricchezza ; Minerva sapienza e virtù ; e Venere il possedimento della più bella donna del mondo.
00. Paride, che tanto era bello quanto vano, sedotto dalle carezze di Venere e più che altro dalla promessa, giudicò doversi d
ta rapita da Ercole. Allora, a istigazion di Minerva, di Giunone e di Venere , mosse da fini diversi, si fermò per viaggio negl
e combattè con Menelao, nè sarebbe stato salvo senza la protezione di Venere . Ferì Diomede (550), Macaone (530), Palamede (584
di Baccio Bandinelli. Enea. 608. Enea, figlio d’Anchise e di Venere (170), aveva sposato Creusa, figlia di Priamo (58
ffrica, dove fu accolto in Cartagine da Didone, resagli favorevole da Venere . Così un compagno di Enea, Ilioneo, narra a Didon
comparve nel tempo di una battaglia, essendo stato rapito in cielo da Venere (170), secondo quello che racconta la favola. 616
dovuto soccombere, quando si offerse alla prova Ippomene protetto da Venere (170), che gli aveva regalato tre pomi d’oro colt
città dell’Asia, era fidanzato alla bella Ero giovane sacerdotessa di Venere che abitava a Sesto sulla opposta spiaggia d’Euro
ti nel rappresentare tragedie, commedie e satire in onor di Bacco, di Venere e d’ Apollo. 140 Descrizione dei giuochi solen
di Erato (274) alla Musa che cauta d’ Amore. 35. Altri, oarrano che Venere si raccomandò anche ad Apollo perchè le insegnass
calma e la felicite. Si dice che Deucalione ne facesse la prova dopo Venere , ma non si sa con qoale esito. Millo anni più tar
11 (1855) Della interpretazione de’ miti e simboli eterodossi per lo intendimento della mitologia pp. 3-62
onde a quale delle dee si dovesse dare, se a Giunone, a Minerva od a Venere , ei donollo a Venere, che gli prometteva la più b
ee si dovesse dare, se a Giunone, a Minerva od a Venere, ei donollo a Venere , che gli prometteva la più bella donna del mondo 
senso, il quale nulla curando le altre cose della terra, crede esser Venere , la bellezza tutto il suo mondo, il suo bene. — I
o misura, ordine ed unità, come Apollo, Mercurio, entrambi l’armonia, Venere il bello, che sorge dall’unità e dall’ordine ; al
e di uno zoppo nel moto del suo vampo. A Vulcano si dava per consorte Venere , la più bella infra le Dive ; perciocchè le arti,
ci. Il poeta dell’Iliade narra, che Vulcano trovando Marte giacer con Venere , li abbia entrambi stretto nei vincoli, ed espost
ienza Nuova. Nomi e attribuzioni di Minerva e loro significato. 42. —  Venere  — etimologia, e interpetrazione del suomito. 43.
vivamente lucenti, che altri non può guardarli che di trasverso. 43. Venere  — Fu immaginata questa Diva dagli antichi greci o
uripide ne tragge etimologia ; poichè tutti coloro, che sono presi da Venere , addiventano, come ei dice, αφρονες cioè stolti,
addiventano, come ei dice, αφρονες cioè stolti, insani, insipienti. A Venere assistono le Muse, e suoi compagni sono Suadela e
poi le blandizie dell’elloquio, onde va illuso ancora l’uom saggio. A Venere era sacra la colomba ed il mirto — la colomba per
antichi si servivano di questa pianta per conciliare gli amori. 44. A Venere si dava per figlio il Dio Cupido, ed una a lei er
i del bene dell’intelletto. Rabaud di Saint-Etienne porge al mito di Venere una diversa interpetrazione « I pianeti, così egl
ere o false influenze, che una lunga osservazione ad essi attribuiva. Venere anticamente chiamata Calisto, ossia la più bella,
attribuiva. Venere anticamente chiamata Calisto, ossia la più bella, Venere che con tanta pompa esce dal grembo delle acque,
figlie di Giove e di Eurinome, o di Giove e di Giunone, o di Bacco e Venere , o in fine del Sole e di Egle. La freschezza di g
Athenaei lib. XIII. (5). Callimaco Inno a Diana. (6). Omero, Inno a Venere . (7). Pindaro, Od. Pizie. XI. ver. 12. (8). Hor
12 (1841) Mitologia iconologica pp. -243
foggiò il suo Marte, ogni ladro il suo Mercurio, ogni lascivo la sua Venere , ed ogni vinolento il suo Bacco. Un tal detestabi
Mercurio, ed Apollo, e fra le donne Giunone, Cerere, Vesta, Minerva, Venere , e Diana.(1) Gli altri otto poi, che luogo non av
nel cor troppo impudenti voglie, E ad onta di ciascun si fe’ marito. Venere lo tradi nelle sue soglie, E allor si fù del rìo
mande ; Sue nozze benchè in sua vece ebbe però il piacere d’impalmare Venere fra le Dee la più bella, la quale per altro nient
a in lui ancor riconosce le sue, per aver divisi i suoi affetti e con Venere , da cui ebbe Ermione, e con Bistonide, da cui ebb
il martello a Vulcano, il tridente a Nettuno, i dardi ad Apollo, ed a Venere il cinto. Fatto poi più grande invece di abborrir
ar che ne scrisse la Mitologica penna. Tolto Ermafrodite, che ebbe da Venere , come dimostrano le stesse parole Hermes, ed Aphr
ppier degli Dei invece di Ebe sua figlia, come nell’ esser posposta a Venere nella beltà, per giudizio di Paride divenuto arbi
non gli avesse promessa, non ostante la sua deformità, la bellissima Venere in isposa. Suo ritratto. Pingevasi ordinariament
divoti le loro preci a questa Dea d’ogni umano sapere. Cap. XI. Venere Sonetto D el ciel figlia, e del mar pos
di essa nell’agire, cosi di mia riserbatezza nel favellarne. Chi fù Venere . Nacque Venere dalla spuma formatasi intorno alle
l I. Delle sue Eneide v. 297. riferendo il fausto presagio di Giove a Venere addolorata pel suo figlio. … dirae ferro, et com
pace. Chi fù Genio. In terra poi disceso questo velenoso germoglio di Venere radice assai più micidiale, ed infetta chi mai sp
do sul nascere di esso prevedendo le future disgrazie obbligar voleva Venere sua madre a disbrigarsi di un tal figlio appena n
re il mio gregge Alcon conduce a pascere. Lascia di borbottar, saluta Venere , Che in si bella stagione i campi decora, Per cui
ro a quella di Nettuno, Marzo a quella di Minerva, Aprile a quella di Venere , Maggio a quella di Apollo, Giugno a quella di Me
i condottareno nel descrivere le galanterie di Giove, di Mercurio, di Venere ecc. Essi ben cenoscendo non potere i loro falsi
ne, del Serpente cioè, della Civetta, e del popolo. Suo culto Chi fù Venere . (1). Non solo a Dei però, ma agl’uomini sibbene
e corraggio il superbo Antioco di portarsi al tempio di Nanea, ossia Venere , come piace a molti Commentatori, a fin di contra
itratto. Suoi nomi. Sue culto. (1). Non fuor di ragione fù l’amor di Venere per la colomba in preferenza d’ogni altro animale
13 (1897) Mitologia classica illustrata
ri narrarono altre parti delle leggende di questo Dio. L’ aneddoto di Venere , sorpresa da Vulcano con Marte, narrato nel famos
na bella pagina ad Ovidio (Metamorfosi 4,170 e segg.) In rapporto con Venere e le Grazie Vulcano ci è presentato da Orazio là
qual luogo il culto si estese ad altre città siciliane e italiche. 3. Venere era un’ antica deità italica, la dea della primav
ra, onde a lei era sacro il mese dei flori, Aprile. Il nome stesso di Venere significa bellezza e grazia (cfr. venusto, venust
he il culto di una tal dea aveva presso i Latini, provenne che quando Venere si fuse con Afrodite, e le leggende di questa fur
ente, facile ascolto trovò anche la leggenda di Enea, detto figlio di Venere , e imaginato come fondatore della stirpe romana.
come fondatore della stirpe romana. In Roma v’ erano tre santuari di Venere , quello della dea Murcia, della Cloacina e della
estremi si toccano. — A queste forme più antiche del culto latino di Venere se n’ aggiunsero col tempo delle altre, segnatame
tempo dell’ impero, e furono anche unite insieme le due grandi deità Venere e Roma, alle quali uno splendido tempio doppio fu
suo poema della natura; nè meno degno d’ ammirazione l’ elogio che di Venere scrisse Ovidio nel quarto dei Fasti (v. 90 e sgg.
el resto non v’ è pittura della primavera che non contenga le lodi di Venere ; ricordiamone una sola, quella d’ Orazio (Carm. 1
a dolce stagione è annoverata anche la danza delle Grazie, diretta da Venere ; il luogo fu già da noi citato dove si discorreva
, contemporaneo di Fidia. La scuola più giovane preferì rappresentare Venere in tutta la bellezza delle nude forme, immaginand
che essa doveva uscire dalle onde alla vita. Celebre tra l’ altre la Venere scolpita da Prassitele per quei di Cnido, posta n
cchi altri statuari; tra gli altri l’ autore della statua che è detta Venere di Milo, perchè fu trovata nel 1820 nell’ isola d
one delle membra. Connesse col capolavoro di Prassitele sono anche la Venere trovata nell’ anfiteatro di Capua, ora nel Museo
vata nell’ anfiteatro di Capua, ora nel Museo di Napoli, e la celebre Venere del Medici della Galleria degli Uffizi a Firenze.
falsamente. Cogli scultori gareggiavano nelle rappresentazioni di Venere pittori e incisori. Apelle tra gli altri si segna
portata a Roma e posta nel tempio di Giulio Cesare, il discendente di Venere . Tra le bestie erano sacri a Venere la colomba, i
Giulio Cesare, il discendente di Venere. Tra le bestie erano sacri a Venere la colomba, il passero e il delfino; tra le piant
ante alios astrorum diligit ignes 19. Anche Espero era stella cara a Venere , ma si credeva avesse il compito speciale di guid
iæ decentes di Orazio, che in primavera facendo colle ninfe corteo a Venere , alterno terram quatiunt pede 21. L’ arte si co
di Augusto sul Palatino. 3. Orazio nella ode 30a del libro I progando Venere affinchè venisse, lasciata la sua diletta Cipro,
una bellissima fanciulla, che per la sua bellezza destò la gelosia di Venere ; questa allora ordinò a suo figlio che eccitasse
tutta la terra il perduto bene; invano supplica gli Dei; lo sdegno di Venere non è ancora ammansito, ella la obbliga ai più du
l vento, spavento agli uccelli. Riguardato come seguace di Bacco o di Venere , si raffigurava come un vecchio barbuto, con un l
uomini e d’ inverno sparisce? Si confronti il mito di Adone amato da Venere , mito che ha lo stesso significato. Un’ altra leg
rugiada sul mondo tutto ». 19. En. 8, 589: « La stella Lucifero, a Venere più dell’ altre stelle caramente diletta. » 20.
6: … Più che ogni altro in ver delle cavalle Passa i segni il furor. Venere istessa In loro il suscitò quando di Glauco Prese
14 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLVI. Giasone e Medea » pp. 342-489
narono nelle loro pretese senza voler cedere, cioè Giunone, Minerva e Venere , e consentirono di starsene al lodo dell’arbitro
unone le maggiori ricchezze del mondo, Minerva la più gran sapienza e Venere la più bella donna per moglie. Il pastore consegn
ere la più bella donna per moglie. Il pastore consegnò l’aureo pomo a Venere . Fu giusto giudice di certo, poichè Venere, come
re consegnò l’aureo pomo a Venere. Fu giusto giudice di certo, poichè Venere , come tutti sanno, era la Dea della Bellezza : no
a Bellezza : non ostante s’inimicò le altre due Dee. In qual modo poi Venere mantenesse a Paride la promessa sarà detto nel pa
igine della guerra di Troia e preparativi per la medesima Dopo che Venere ebbe riportato pel giudizio di Paride il più sple
el re Menelao, come dicemmo : e questa stessa, secondo le promesse di Venere , doveva divenir moglie dell’umile pastore del mon
ina vedova spartana. Ma poichè Menelao non volle morir così presto, e Venere era tutt’altro che una Dea sanguinaria e micidial
perdono anzichè guadagnare della lor dignità. È facile indovinare che Venere favorirà i Troiani in grazia del giudizio di Pari
à i Troiani in grazia del giudizio di Paride, e che Marte campione di Venere la seconderà in tutto e per tutto ; e per le oppo
e Minerva, per dispetto cioè del giudizio di Paride e per invidia di Venere , perseguiteranno i Troiani e favoriranno i Greci 
ombattenti 132. Il fatto più strano che si possa immaginare si è che Venere e Marte furon feriti in battaglia da Diomede : sa
in italiano. Ma questa stella non è veramente altro che il pianeta di Venere . Infatti, troviamo che anche Cicerone nel lib. ii
15 (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo II pp. 3-387
i Fenicj ; e al loro rumore ne uscì un Dragone, figlio di Marte e di Venere , il quale stava ivi appiattato, e li uccise. Sorp
ese in moglié Ermione, detta anche Armonia, discendente da Marte e da Venere . Per onorare quelle nozze scesero dal Cielo tutti
io, e loro donò il palagio di Litierse(a). Erice, figlio di Bute e di Venere , e re d’un Cantone della Sicilia, detta poi da lu
di partire consultò l’Oracolo di Delfo, che gli commise di prendersi Venere per guida, e di sacrificarle una capra in riva al
il Minotauro(b). Plutarco(c), Pausania(d), e Callimaco(e) dicono, che Venere assistette Teseo, onde trionfasse dell’anzidetto
so Ermione, città dell’ Istmo del Peloponneso, alzò anche un tempio a Venere sotto il nome di Ninfa, ossia novella sposa (c).
. Giove stesso lo costituì giudice delle tre Dee, Giunone, Minerva, e Venere . Ecco come ciò avvenne : Peleo, figlio d’ Eaco, r
ibì ricchezze e imperj ; Minerva gli promise la gloria delle armi ; e Venere s’impegnò di renderlo possessore della più bella
più bella donna, che vi fosse stata al mondo. Paride diede il pomo a Venere . Giunone e Minerva fino da quel momento concepiro
e contro Menelao. Era già per cadere sotto i colpi di, quello, quando Venere lo trasportò in Troja(c). Ritornato al campo, fer
lora di dolore(e) (5). Enea. Enea, Principe Trojano, nacque da Venere e da Anchise(a) (1). Fu allattato da una certa Ca
Trojano finalmente stava per soccombere, quando Nettuno ad istanza di Venere lo tolse dal pericolo(d). Enea uccise Afareo, uno
ivo delle di lui crudeltà(19). Enea con tali soccorsi e con armi, che Venere aveagli fatto lavorare da Vulcano, si avanzò cont
ume Numicio, il di lui corpo non fu trovato ; e però si credette, che Venere lo avesse trasferito in Cielo. Sulla riva di quel
rnato al campo, sarebbe caduto sotto le mani dello stesso Menelao, se Venere nol avesse salvato. Vennero finalmente amendue a
sentì. E glà, venuti alle mani, il Trojano era per soccombere, quando Venere nuovamente lo tolse dal combattimento(a). Allora
nda o, re di Sparta(1). Quel Nume, come abbiamo desto altrove, eccitò Venere ad assumere le sembianze d’aquila, e a perseguita
i dal Foro di Cesare. Le altre quattro Divinità erano Pallade, Vesta, Venere , e la Concordia(d). La Pace è coronata di spighe,
fuggire. I Poeti ci descrivono questo Nume, come figliò di Marte e di Venere . Altri dissero, ch’ egli nacque dalla Morte. Per
, le quali erano state appese ad un pino da un Cacciatore in onore di Venere , con esse gli cavò gli occhi. Frattanto Reto, abb
alcuni la madre di Enea fu una donna Trojana, che portava il nome di Venere (a). (b). Virg. Aneid. l. 7. (2). Macareo, comp
che restò colpito dal fulmine, perchè si vantò d’aver conversato con Venere (f). (11). Didone era figlia di Belo, re di Tiro
stretto dalla necessita, si stabilì in Pafo, ove fabbricò un tempio a Venere (b). (3). Teucro era figlio di Telamone, re di S
erciti contro gli Assirj, promise di consecrare la sua bella chioma a Venere , se egli fosse ritornato a lei vincitore. Così av
aro. Enea voleva ricuperare le spoglie dell’amico, ma il suo fine, se Venere nol cuopriva d’una nube, sarebbe stato simile a q
ltri dicono, con qualsisia uomo : lo ché gli avvenne, per aver ferito Venere , quando questa difendeva il suo figliuolo, Enea(c
16 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — III. Classazione generale delle Divinità pagane e Genealogia degli Dei superiori » pp. 15-19
e re del Cielo ; e questi erano Giove, Giunone, Vesta Prisca, Cibele, Venere , Minerva, Diana, Apollo, Nettuno, Marte, Mercurio
i il nome di sette divinità del primo ordine, cioè la Luna, Mercurio, Venere , il Sole, Marte, Giove e Saturno ; e gli stessi n
17 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLIII. Cadmo » pp. 321-325
dmo per moglie Ermione, o, secondo altri Mitologi, Armonia, figlia di Venere e di Marte, e dalla medesima ebbe quattro figlie 
rettissima parentela coi principali Dei, poichè Giove era suo genero, Venere e Marte suoi suoceri e Bacco suo nipote, oltre il
18 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XX. Mercurio » pp. 123-131
fanciullo rubò le giovenche e gli strali ad Apollo, e poi il cinto a Venere , il tridente a Nettuno, la spada a Marte e perfin
farsi sul nome di Dione, che è qui posto a significare il pianeta di Venere , la qual Dea era figlia di Dione. 164. Orazio
19 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Indice alfabetico » pp. 516-
4 e seg. Uranìa 105, 106 Uranografiche(carte) 000 V Vèiove 502 Venere (dea) 143 e seg. Venere (pianeta) 151 Venti 294
Uranografiche(carte) 000 V Vèiove 502 Venere (dea) 143 e seg. Venere (pianeta) 151 Venti 294 Vertunno 275 Vesta Pri
20 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Tavola analitica. secondo il metodo di giov. humbert  » pp. 3-
5. Minerva o Pallade, 262—269. Mercurio, 160—169. Marte, 255—261. Venere , 170—184. Proserpina, 52—58. Vulcano, 270—273.
21 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXX. Delle Divinità straniere adorate dai Romani » pp. 506-510
Italia seguendo il loro Duce Enea principe troiano, creduto figlio di Venere e di Anchise ; che Enea fece alleanza con Latino
22 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXII. Marte » pp. 138-143
one, perchè non fece bene la guardia, quando egli andò a far visita a Venere , e il Sole lo scuoprì. Ecco perchè (dicon sul ser
23 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIX. La Dea Triforme cioè Luna in Cielo, Diana in Terra ed Ecate nell’Inferno » pp. 115-122
io : « …………………al bosco « Si tenne Diana, ed Elice caccionne « Che di Venere avea sentito il tosco. » E nominò anche Elice la
24 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIV. Vulcano e i Ciclopi » pp. 152-160
bili lavori in metallo, dal carro e dalla reggia del Sole al cinto di Venere  ; e Omero aggiunge che tutti gli Dei possedevan p
25 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXV. I Satiri ed altre Divinità campestri » pp. 270-278
tà, qual fu l’invenzione del Dio Priapo. I Greci lo dissero figlio di Venere e di Bacco e gli attribuirono l’ufficio di guardi
26 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXV. Bacco » pp. 161-172
ei « Tanto che scoppia ; ed ha fatti suoi Dei « Non Giove e Palla, ma Venere e Bacco. » Alcuni mitologi antichi confusero Bac
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