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1 (1897) Mitologia classica illustrata
empi migliori della Grecia oggetto di fede comune, a cui si piegavano anche i sommi degli uomini; onde ancora Socrate profess
e aveva ritenuto il sole come una pietra e la luna come una terra; ed anche Platone si mostrava convinto della divinità di He
Semidei, molte delle quali sono strane e contradditorie, bene spesso anche empie ed immorali? Giacchè ivi non solo gli Dei s
vi non solo gli Dei sono rimpiccioliti e fatti simili agli uomini, ma anche vengono loro attribuite sovente azioni disonorevo
roi, dall’ ammirazione dei posteri divinizzati. Tale ipotesi ripetuta anche in tempi a noi più vicini, prese, appunto dal suo
primitivo. Filologi di grandissimo valore hanno accolto e considerano anche ora come definitiva questa soluzione del problema
ema mitologico; la quale, a giudizio loro, dà spiegazione sufficiente anche delle stranezze e delle apparenti immoralità cont
ente in Argo, mentre la moglie del Zeus di Dodona chiamavasi Dione. —  Anche ragioni storiche contribuirono ad alterare le leg
e gli spostamenti che ne provennero, come non dar luogo a un incrocio anche delle tradizioni mitiche e a una collisione per c
re al loro naturale significato e tracciarne con sicurezza la storia; anche diligentissimi studi non riuscirono a diffonder p
a natura; potevano suscitar d’ un tratto tempeste, malattie, ecc., ed anche d’ un tratto farle cessare, e il loro potere ecce
dente personificazione dei fenomi elettrici, del tuono e del lampo. —  Anche gli Ecatonchiri eran tre, Cotto, Briareo e Gige,
ne delle grandiose forze della natura, il nascimento loro rappresenta anche l’ origine delle cose e dei fenomeni naturali. Ma
arte di Zeus, rimasero gli altri a difesa del fratello. Zeus si valse anche dei Ciclopi e degli Ecatonchiri, liberandoli dai
traordinaria violenza; di qua e di là scagliaronsi rupi; Zeus ricorse anche ai fulmini fornitigli dai Ciclopi; cielo e terra
ismi geologici e diluvii, di cui era viva la tradizione e si scorgono anche ora palesi le traccie nelle viscere terrestri. La
a manifesta l’ ira sua vomitando fuoco e fiamme. Alcuni poeti parlano anche di una Gigantomachia, ossia di una lotta contro Z
Alla grande battaglia che seguì presero parte tutti gli Dei, aiutati anche da Eracle e da Dioniso. I Giganti sopraffatti dov
tto corrispondere Saturno, antico Dio della seminagione, forse perchè anche Crono in alcune località greche era stato onorato
di accoglierli e ospitarli benignamente. Come dello stato così Zeus è anche il protettore della famiglia; ogni capo di famigl
che se n’ aveva non differiva gran fatto dall’ idea di Dio che si ha anche ora presso i volghi cristiani. Un altro particola
mezzo del volo degli uccelli, per mezzo dei sogni, ecc. Era ritenuto anche il principal dio degli oracoli, ed aveva anche i
gni, ecc. Era ritenuto anche il principal dio degli oracoli, ed aveva anche i suoi oracoli egli stesso, principalissimi quei
incipalissimi quei di Dodona in Epiro e di Olimpia, e manifestava poi anche l’ avvenire per mezzo del suo prediletto figlio A
sterioso gli oracoli divini, che dai sacerdoti venivano interpretati. Anche sulla cima del monte Tomaro, a’ cui piedi giaceva
rleremo fra poco. 5. Al Zeus greco corrisponde il Iupiter dei Latini. Anche questi era il Dio del cielo e dell’ atmosfera, qu
gricoltura, e come sovrano delle lotte fra gli elementi della natura, anche alle battaglie. Dal lato morale, anche Iupiter er
fra gli elementi della natura, anche alle battaglie. Dal lato morale, anche Iupiter era il dio tutelare dell’ onestà, della g
egli rappresenti la fede greca nel suo momento più alto e più bello. Anche la filosofia si valse di questo concetto e invocò
e le linee serene del volto accennano a una dolce mitezza. Celebre è anche la statua detta di Verospi nel Museo Vaticano, la
e colla sinistra in energico atteggiamento appoggiata sullo scettro. Anche in altri Musei trovansi belle statue di Giove o i
mo ed Atene, con speciali sacrifizi e cerimonie nuziali. Molto spesso anche si compiacquero i mitografi di raccontare i coniu
cielo stellato attraverso il quale essa compie la sua peregrinazione. Anche l’ essere Era una deità della tempesta spiega com
predilette. Diffusosi il concetto di dea protettrice del matrimonio, anche il culto naturalmente si allargò sempre più. Da t
lo sposo, ecc. Questo di speciale ebbe la romana Giunone, che divenne anche protettrice dell’ intero stato, col nome di Iuno
one d’ una pubblica calamita. Per confusione di parole, se n’ era poi anche fatta una protettrice della moneta e della zecca
o. La statua dell’ Era Barberini (fig. 8), ora in Vaticano, è celebre anche per le ricche pieghe del manto ond’ è adorna. Del
i piedi le si pongono il pavone e l’ oca, animali a lei sacri, spesso anche il cuculo come messaggiero della primavera.
h’ era nata in mezzo alle lotte celesti e coll’ arme in pugno; ma era anche contemporaneamente dea della quieta e serena luce
erresca, Atena porta oltre le solite armi, l’ elmo, l’ asta lo scudo, anche l’ egida col Gorgoneo. È l’ egida stessa apparten
atagemmi di guerra. Omero ce la descrive consigliatrice e protettrice anche di singoli guerrieri, Ulisse, Achille, Diomede. F
one, il più grande fra gli edifizi dell’ Acropoli ateniese, imponente anche ora nelle sue rovine, era dedicato ad Atena Parte
ricchezza e d’ ogni virtù. Queste erano le grandi Panatenee; v’ erano anche le piccole Panatenee, che si celebravano ogni ann
nzia contro i nemici esterni, e li chiamavano Palladii, favoleggiando anche per lo più che fossero venuti giù dal cielo. È no
o, tolto loro con uno stratagemma dai Greci. Un Palladio conservavano anche nel tempio di Vesta i Romani, credendolo appunto
i piedi e lo scudo è simbolo di Erittonio, mitico re dell’ Attica, od anche del popolo ateniese prosperante sotto la protezio
dieci metri, tutta in avorio e oro, con due gemme per occhi e adorna anche nella base di rappresentazioni mitiche. Nello scu
a base di rappresentazioni mitiche. Nello scudo Fidia aveva effigiato anche la propria figura; il che considerato come atto d
ato naturale e il valore fisico di Febo Apollo. 2. Di qui si spiegano anche le varie attribuzioni morali di Apollo. Egli è un
o. Egli è un Dio benefico e datore di ogni felicità ai mortali, ma ha anche il suo carattere bellicoso e funesto. È persino D
ndo la morte e la desolazione. Però se apporta questi mali, Apollo sa anche guarirli; ed ecco riappare il carattere benefico
tificò con Peone il medico degli Dei. E non solo dei corpi, ma è egli anche medico dell’ anime, che ei guarisce dal male mora
na tranquilla pace è la musica, niuna meraviglia che Apollo sia stato anche pensato come inventore della musica. Il suo istru
lità a sollazzo degli Dei immortali, durante i loro conviti. Dirigeva anche il coro delle Muse, figlie di Zeus e di Mnemosine
in dal primo secolo avanti Cristo, continue però a godere riputazione anche nei primi secoli del Cristianesimo, e ancora Giul
servi seppellito. Una città sacra trovavasi ai piedi del monte Cinto. Anche ivi si celebravano ogni quattro anni feste solenn
dal tempo di Tarquinio Superbo; e del resto si diffuse presto la fama anche dell’ oracolo di Delfo, che in solenni occasioni
toria di Azio per collocarlo nel nuovo tempio sul Palatino, onde ebbe anche il nome di Apollo Actius o Palatinus. Si crede ch
natura, Artemide era pensata come dea grandemente benefica. Ma aveva anche il suo lato sinistro. Armata di areo e freccie (i
re selvaggie, e le colpisce colle sue freccie infallibili. Si vendica anche fieramente dei rinomati cacciatori che con lei vo
protettrice delle giovani donzelle fino al momento del matrimonio, e anche de’ giovanetti; in qualche luogo era anche venera
momento del matrimonio, e anche de’ giovanetti; in qualche luogo era anche venerata come dea della maternità, col titolo di
del concetto che di questa divinità s’ eran formati i Greci. Era poi anche messa in rapporto con Apollo e le Muse, e detto c
rificata in Aulide prima della partenza dei Greci per Troia. E poichè anche gli Sciti della Tauride onoravano una loro dea co
era il femminile di Ianus, una potenza celeste, dea lunare, connessa anche presso gli Italici colla vita libera della selvag
vi. — Quando più tardi Diana fu confusa con Artemide, il culto di lei anche a Roma fu connesso con quello di Apollo, ad es.,
i rivolge preghiera che conservi la sua tutela alla stirpe di Romolo. Anche Orazio ha tra le sue odi degl’ inni a Diana; dove
egl’ inni a Diana; dove però essa è per lo più congiunta con Apollo e anche con Latona, come nella 21a ode del I libro che co
hium      Latonamque supremo             Dilectam penitus Iori 9 . Anche il carme secolare, come già si disse, è in onor d
spalla. Generalmente si assegnano ad Artemide areo, freccie e lancia, anche la fiaccola, come a Dea che porta luce e vita. Le
della strage in guerra, e Dimo e Fobo, cioè il Timore e lo Spavento; anche Eris, la contesa, erane inseparabile. Non ostante
questo Dio (personificazione del lampo che nasce dalla nube tonante). Anche le guerriere Amazzoni eran dette figlie di Ares.
lto di Ares. Aveva però templi a Tebe e Argo, in unione con Afrodite. Anche Atene aveva eretto un tempio a lui, ritenendolo i
si. Solo nella bellicosa Roma, Marte divenne dio guerriero, e diventò anche il dio più ragguardevole dello stato, dopo Giove.
iasi spedizione militare; si credeva che invisibilmente accompagnasse anche gli eserciti nelle loro marcie, onde era detto Ma
molte scene di guerra, segnatamente in pitture vascolari o murali; ed anche l’ avventura di Ares e Afrodite fornì argomento a
stro ginocchio scherza un amorino tutto trionfante d’ aver soggiogato anche il fiero Marte. Animali sacri a Marte erano il lu
to, che non solo apparisce nel cielo come raggiante e riscaldante, ma anche esce fuori dalle viscere della terra per la via d
itico della caduta del fuoco dal cielo in terra, in forma di fulmine. Anche il fuoco sotterraneo, il fuoco vulcanico era mess
alazzo di bronzo che egli aveva fabbricato per sè sull’ Olimpo, aveva anche edificato immortali abitazioni per gli altri Dei;
to comune in Atene, sede principale dell’ arte e della coltura greca. Anche le leggende di Lenno avevan data ad Efesto in mog
dio Vulcano (Vulcanus), o secondo una grafia più antica, Volcanus, o anche Mulcibero (Mulciber), come colui che presiede all
aloga cerimonia si faceva il 23 Marzo per Minerva). — Vulcano era poi anche considerato dai Romani, come Dio degli incendi; e
davanti il trono di Zeus, lasciando a questo di decidere la contesa. Anche allora stava Ermes in sul niego, ma Zeus, capita
i credeva venissero da Zeus, così Ermes, come messaggero di Zeus, era anche apportatore dei sogni e conciliatore del sonno; o
a le anime dei trapassati nel regno delle ombre, e in certe occasioni anche , per via di oracoli e di scongiuri, le faceva tor
rcio e dei traffici. Alia sua protezione si attribuiva ogni guadagno, anche nel gioco; e come a ciò giovano spesso le ciurmer
l gioco; e come a ciò giovano spesso le ciurmerie e gli inganni, così anche di tali cose si faceva Ermes patrono. — E poichè
ita commerciale voglion sicurezza di strade e di viabilità, Ermes era anche il protettore dei viandanti. Onde l’ uso e la den
elle erme, ossia di quelle pietre quadrate, sormontate da una testa o anche da due addossate, che si collocavano nei crocicch
lle strade ai viatori. Come giovane destro e aggraziato poi Ermes era anche il patrono dell’ educazione ginnastica, e appella
era oggetto di special culto in Arcadia dov’ egli credevasi nato, poi anche in Attica e nelle isole di Lenno, Imbro e Samotra
ania e Afrodite Pontia; la prima era l’ Afrodite terrena, protettrice anche di amori volgari; la seconda era la dea dell’ amo
. Quindi molte leggende di dei od uomini presi d’ amore per Afrodite; anche molto varie secondo le tradizioni locali e diffic
ros e Anteros, personificazioni dell’ amare e dell’ essere amato, poi anche Dimo e Fobo, il timore e la paura. In altre legge
oloratissima, prego Zeus di richiamarlo in vita; ma intanto se n’ era anche invaghita Persefone dea dei morti e nol voleva re
use in città vicine, Argo, Trezene, Epidauro e Sicione. Poi si estese anche in Occidente; specialmente è celebre il tempio di
za e grazia (cfr. venusto, venustà). Però in Italia questa Deità ebbe anche un’ importanza politica, credendosi ch’ ella eser
leggende di questa furono accolte in Occidente, facile ascolto trovò anche la leggenda di Enea, detto figlio di Venere, e im
gia la vita più rigogliosa è messa in qualche rapporto colla morte, e anche qui può dirsi che gli estremi si toccano. — A que
dedicato nel settembre del 708 di R. (46 av. C.). Il culto si diffuse anche più per tutta Italia al tempo dell’ impero, e fur
si diffuse anche più per tutta Italia al tempo dell’ impero, e furono anche unite insieme le due grandi deità Venere e Roma,
1, 4, 5), dove tra le particolarità della dolce stagione è annoverata anche la danza delle Grazie, diretta da Venere; il luog
a più squisita grazia. Da principio si soleva rappresentare vestita e anche velata; tale era ad es. la statua che trovavasi n
uale i Cnidii andavano così orgogliosi che ne riportarono l’ immagine anche sulle loro monete. La fig. 27 presenta una testa
proporzione delle membra. Connesse col capolavoro di Prassitele sono anche la Venere trovata nell’ anfiteatro di Capua, ora
fuoco in antico non solo serviva ai bisogni della vita materiale, ma anche ai sacrifizi religiosi, che il capofamiglia offer
poichè lo Stato è una grande famiglia, così essa era per gli antichi anche patrona dello Stato, e a lei era in Grecia dedica
ibata; difatti si diceva ch’ ella aveva voluto rimaner vergine, e che anche sollecitata di nozze da Posidone ed Apollo, aveva
tata di nozze da Posidone ed Apollo, aveva opposto un deciso rifiuto. Anche le donne che attendevano al culto di lei dovevano
ogni casa ed ogni città era un tempio per lei; anzi essa aveva posto anche nei templi degli altri Dei, e nessun sacrificio a
fizio. 3. La dea dei Romani corrispondente ad Estia era Vesta, affine anche nel nome. Vesta pure era la dea del focolare dome
do la più illibata castità; dopo potevano tornare alla vita privata e anche prender marito, ma in genere rimanevano tutta la
cie di chicchera con lungo manico usata nei sacrifizi), lo scettro. È anche da notare che l’ indice della mano sinistra è un
o. XI. Giano. 1. Tra le primarie divinità del cielo dobbiamo anche annoverare due Dei esclusivamente romani, che non
a strenna); a Giano si facevano sacrifizi di focaccie, vino, incenso. Anche il primo di degli altri mesi era in qualche modo
Giano, e si rinnovavano in onore di lui sacrifizi e preghiere. Infine anche la prima ora d’ ogni giorno era sua, ond’ egli er
Quindi nulla s’ incominciava senza chiedere la protezione di Giano, e anche qualsiasi cerimonia religiosa, in onor di qualsia
lui che come Ianus Agonius presiedeva a tutti i lavori degli uomini. Anche per la procreazione dei figliuoli era invocato co
pprima si foggiavano le due faccie barbute entrambe; più tardi si usò anche accoppiare una faccia barbuta ad una sbarbata. No
temperati solo da Giove con opportuni temporali. 2. Il dio Elio aveva anche il suo lato morale; egli è colui che tutto vede e
enetra nei più segreti luoghi, discopre quel che è nascosto e castiga anche i colpevoli. Perciò era invocato nei giuramenti e
iò era invocato nei giuramenti e nelle proteste. I filosofi ne fecero anche il principio d’ ogni sapienza. 3. Elio era venera
e Lampezia (la rilucente e la splendente), figlie di Elio e di Neera. Anche in altri luoghi, dove Elio era venerato, trovavan
ato Sol Index, il sole indicatore. L’ immagine del carro solare trovò anche facile diffusione, quindi a lui si consacrarono l
no per rifugiarsi nel grembo della sacra notte; immagine che si trova anche in pitture vascolari dell’ età di Fidia, rapprese
involgendo di sua grand’ ombra la terra (es. Virg. Eneide, 2,250), o anche alla notte si assegnano de’ cavalli ma neri, ecc.
membra; ma soli 60 anni dopo eretta, fu distrutta da un terremoto. —  Anche la caduta di Fetonte trovasi rappresentata più vo
lla luna che brilla in cielo inter minores ignes (Carm. 1, 12, 48). Anche nell’ arti figurative è abbastanza frequente la r
a riscontro di quella di Elios, sul frontone orientale del Partenone. Anche veniva figurata come una bella donna a cavallo; t
o da Giove l’ immortalità; se non che, essendosi scordata di chiedere anche una perpetua giovinezza, ne venne ch’ egli invecc
è connesso con mane e matutinus. Era una dea della prima luce, quindi anche del nascimento, e la sua festa chiamavasi Matrali
ta chiamavasi Matralia, ed aveva luogo in Roma l’ 11 Giugno. Era però anche considerata come dea marina e dei parti, e venne
un bosco di Pesaro nell’ Umbria (od. Marche). Servio Tullio ne eresse anche uno in Roma nel Foro Boario, tempio che Camillo r
rgiliano: Lucifer… quem Venus ante alios astrorum diligit ignes 19. Anche Espero era stella cara a Venere, ma si credeva av
va la stagione canicolare, ossia la stagione più calda dell’ anno. 3. Anche la costellazione delle Pleiadi, fu oggetto dei mi
be simbolo di fecondità. 5. Infine è da notare Arctos, l’ Orsa, detta anche il Carro. La leggenda la identificava con Callist
sementi; quindi era venerato come Dio benefico. — Infine Euro, detto anche Vulturnus, vento di est, o più precisamente di su
to venti. Un tempo sulla cima del capitello, al centro del tetto, era anche un tritone mobile che girando secondo il vento ne
e, erano oltre i quattro già detti, Caecias o nord-est o greco, detto anche Aquilo, l’ Apeliotes o subsolanus, vento d’ est,
del cavallo, Ippucrene, addita vasi più su, verso la cima del monte. Anche il monte Parnasso presso Delfo nella Focide era s
iamente le Muse si piacevano solo del canto, ma presto furono pensate anche come sonatrici di qualche istrumento, e come tali
re della lirica corale e della danza, Erato della poesia amorosa, poi anche della geometria e della mimica, Euterpe della poe
re i loro poemi dall’ invocazione delle Muse, uso che è stato accolto anche dai moderni; e negli epiteti di cui si servivano,
numerose, giacchè se n’ adornavano non solo i templi di esse Muse, ma anche i teatri, le biblioteche, ecc. Ogni musa aveva i
o di Beozia dove un santuario era loro dedicato, in Sparta, in Atene, anche nell’ isola di Paro e altrove. Le feste in loro o
arco d’ oro, eterne lodi cantano del padre dell’ Olimpo ». Ricordiamo anche le Gratiæ decentes di Orazio, che in primavera
llezza adorne, con fiori in mano, segnatamente rose e mirti; talvolta anche con strumenti musicali o con dadi da giuoco; per
ta nella loro dipendenza. Non solo erano credute ministre di Zeus, ma anche di altre Divinità, come Era, Afrodite, Apollo, le
etta dagli scultori Irene che come datrice di pace e di ricchezza era anche oggetto di maggior venerazione. È celebre la stat
osa intimità e soave tenerezza materna » ( Gentile, op. cit. p. 125). Anche la Pax presso i Romani era rappresentata per via
abile compagna nelle lotte contro i Titani e i Giganti. Essa era pero anche in intima relazione con Pallade Atena, che dopo Z
gli Dei sia degli uomini, invocata non solo in occasione di guerre ma anche nei certami ginnici e musici, tanto frequenti in
lirsi e diffondersi. Sede di questo culto era il Campidoglio, ov’ era anche un santuario in onor di Iupiter Victor. Sul Campi
re statue alla Vittoria, in ricordo delle loro gesta, e Silla istituì anche giochi speciali dopo la vittoria alla porta Colli
motracia, ora al Museo del Louvre, che noi riproduciamo alla fig. 41. Anche essa è tronca in qualche parte, ma si può complet
a con velocità straordinaria da un capo all’ altro del mondo, penetra anche nelle profondità del mare e fino allo Stige; per
l mare e fino allo Stige; per lo più in servigio di Zeus e di Era, ma anche talvolta di altri Dei. Nè solo è messaggiera, ma
s e di Era, ma anche talvolta di altri Dei. Nè solo è messaggiera, ma anche guida e consigliera. In Esiodo è fatta figlia di
duta colores Concipit Iris aquas aliment aque nubibus ad fert 23 . Anche la statuaria soleva rappresentarla alata, e molto
essendo lei che durante i loro festivi banchetti versa il nettare. Fa anche altri servigi e ricorda le ragazze delle case pat
Ercole, ma sempre fiorente di giovinezza e di beltà, e rappresentante anche dei godimenti che con queste doti si connettono.
a a lei una speciale cappella nel tempio di Giove Capitolino. Era poi anche naturalmente la dea dei giovani e della età giova
tributo alla dea Juventas e rivolgere a lei e a Giove una pieghiera. Anche speciali sacrifizi a Juventas avevano luogo in pr
era tra i seguaci di lei non solo l’ Amore e le Grazie e le Ninfe, ma anche la Juventas e Mercurio; e dice la Juventas, paru
nella ultima sua forma, secondo la quale Ganimede era amato da Giove. Anche questo è il racconto a cui si attiene Ovidio nel
tti i poeti d’ amore, come Saffo e Anacreonte, inneggiano ad Eros; ma anche i tragici hanno spesso occasione di ricordare la
si trovano cenni in altri scrittori e opere d’ arte anteriori, e che anche dopo continuo, in diverse guise rimaneggiata, a f
i trova nella Galleria delle Statue in Vaticano (fig. 45); bellissimo anche l’ Eros in atto di tender l’ arco che è nel Museo
atto di tender l’ arco che è nel Museo Capitolino (fig. 46). Vi sono anche parecchie rappresentazioni di Amore e Psiche; cel
solitamente alato, e suoi attributi son l’ arco e le freccie; talora anche la fiaccola accesa. Tra i flori gli era sacra la
vien messa in rapporto con Era come dea della maternità. Siccome però anche altre dee, Artemide, Afrodite, Atena, Demetra, er
ulto era llizia specialmente nelle isole di Creta e di Delo, ma aveva anche santuari ad Atene, Tegea, Argo, Sparta, Messene,
Giunone Lucina; ma nei loro libri di preghiere trovavansi menzionate anche altre Deità o altri epiteti riferentisi al parto;
mentes che con scongiuri e formole magiche aiutavano il parto; infine anche la ninfa Egeria, e una Natio, deità quest’ ultima
ic. De Nat. Deorum 3, 47). Quando le idee greche penetrarono in Roma, anche la parola Ilithyia venne adottata come epiteto si
tti i mali. Asclepio divenne così benefattore dell’ umanità; ma volle anche far più del dover suo, volle anche risuscitare un
enefattore dell’ umanità; ma volle anche far più del dover suo, volle anche risuscitare un morto; allora Zeus adirato per que
ui il culto si diffuse non solo a Sicione, Atene e i paesi vicini, ma anche a Cirene, a Pergamo, e, come vedremo, anche a Rom
tene e i paesi vicini, ma anche a Cirene, a Pergamo, e, come vedremo, anche a Roma. Presso i santuari di Asclepio generalment
oppa con bevande medicinali o un ciuffo d’ erbe o un pinolo, talvolta anche un cane, alla cui lingua come a quella del serpen
della quale si ha la riproduzione in monete del tempo; molte esistono anche ora, sparse nei Musei d’ Europa; anche gli scavi
nete del tempo; molte esistono anche ora, sparse nei Musei d’ Europa; anche gli scavi fatti, non è molto, a Epidauro e ad Ate
n è molto, a Epidauro e ad Atene, dove al sud dell’ Acropoli esisteva anche un celebre Asclepieo, hanno messo in luce parecch
n Fatum, la parola divina; e di questa voce s’ usava il plurale fata ( anche , in linguaggio popolare, fati o fatae) per indica
madre di Elena; più Nemesi, in figura di demoni alati, si veneravano anche a Smirne. Questa divinità fu pure accolta fra i R
divinità fu pure accolta fra i Romani, e, come attesta Plinio, le fu anche eretta una statua in Campidoglio. Gli scrittori g
i casi della vita, come F. respiciens, obsequens, redux, manens, ecc. Anche fuori di Roma la Fortuna era oggetto di culto; ce
us eventus, onorato sopratutto nel tempo della svinatura, ma invocato anche in altre congiunture, onde le formole d’ augurio:
ponneso; e fuori della Grecia il Nilo, il Fasi, l’ Istro, l’ Eridano. Anche le sorgenti erano venerate, or come irrigatrici,
o loro, avevano il dono di mutarsi in più guise, e per solito avevano anche la virtù della divinazione. 2. Anche per i Romani
più guise, e per solito avevano anche la virtù della divinazione. 2. Anche per i Romani erano oggetto di venerazione le font
u dal Dio accolta benignamente e fatta sua sposa. Nè solo i fiumi, ma anche l’ acque correnti di minor mole divenivan sacre a
o dell’ Ofanto, Od. 4, 14: sic tauriformis volvitur Aufidus , ecc.). Anche quando hanno figura d’ uomo, gli si apponevano du
ganti, a sollazzo dei quali folleggiavano rumorosamente sull’ onde od anche li aiutavano nei pericoli. Tra esse meritano esse
glio nato da lei sarebbe divenuto più grande del padre. Sia ricordata anche la bianca Galatea, che divenne amante del Ciclope
Non diversa tamen, qualem decet esse sororum 32 . così le vediamo anche riprodotte ne’ monumenti figurati, sopratutto nel
due, Aello e Ocipete (Ocypete), più comunemente se ne noverano tre o anche più. Il virgiliano: Virginei volucrum vultus, fo
il serpente Ladone custode dei pomi delle Esperidi. Forchi si diceva anche padre di Toosa, la ninfa rappresentante l’ impetu
erra, e fa sorgere isole nuove dalla profondità delle acque. Ma basta anche uno sguardo o un cenno di lui per rabbonire il ma
o della natura tempestosa del mare. E altri mostri marini appariscono anche in altri racconti. Così quando Posidone in compag
ima del cimento onorato di preghiere e sacrifizi. — Oltre il cavallo, anche il delfino era sacro a Posidone, e tra gli alberi
produzione d’ un originale di Scopa. V. Tritone e i Tritoni. 1. Anche Tritone era nell’ antica Mitologia un’ immagine d
dalla coda biforcuta nella parte inferiore; più tardi vi s’ aggiunse anche il petto e le zampe anteriori di cavallo, creando
tre bestie marine. Abitava nelle profondità del mare, ma compiacevasi anche di cercar riposo sul lido; e sopratutto nell’ ore
otetto re dei pescatori, dei palombari, dei naufraghi e attribuitogli anche il dono della protezia. Questo culto da Antedone
ontare a Glauco stesso in bellissimi versi la sua storia. Glauco die’ anche argomento a componimenti burleschi, come drammi s
è voluto riferire a Glauco; ma la identificazione è incerta; potrebbe anche essere una personificazione di qualche parte di m
a sè e rovinano; immagine viva dei pericoli che spesso si incontrano anche in un mare tranquillo, sorridente, invitante; bl
leggende posteriori se ne nominavan tre o quattro, e si introdussero anche in altri racconti come in quello degli Argonauti
pagna di gioco nel momento che il re dell’ Inferno stava per rapirla. Anche si favoleggiò d’ una contesa fra le Sirene e le M
terra e allora desiderarono potersi librare sull’ ali per ricercarla anche in mare, in che:          … faciles que Deos ha
intesa a farle crescere vigorose, e quindi datrice di prosperità. Ma anche d’ altro lato fu pensata Gea come tomba universal
facevano anzi madre di Erittonio, il progenitore della stirpe Attica. Anche come Dea dei morti, Gea veniva in Atene onorata d
nvocata in occasione di terremoti col titolo di Tellus stabilita. Era anche Dea dei matrimoni, a cui si rivolgevano preghiere
da tanta parte della vita universale. Un tale culto di Rea si diffuse anche in altre terre, ad es. in Arcadia, in Messenia, n
be una grande diffusione prima nelle provincie greche dell’ Asia, poi anche nella Grecia continentale. Nella Troade questo cu
i arti utili, tra l’ altre del suono e del ritmo musicale. Culto ebbe anche Cibele a Magnesia, a Smirne, a Mileto, Efeso, a C
ozia e altrove. 2. Al tempo della seconda guerra punica fu introdotto anche in Roma il culto della Gran Madre. Per consiglio
o che più volte fu distrutto e ricostruito, tra gli altri da Augusto. Anche in Roma i sacerdoti di Cibele, detti Cureti, o Co
to al mal governo che di lui avevan preso a fare i compagni. — E così anche in altri casi Dioniso diè a vedere quanto fosse t
ata da sacro furore, l’ uccise avendolo scambiato per un cinghiale. —  Anche le figlie di Minia, re di Orcomeno, avendo osato
effetti dell’ agricoltura sulla civiltà degli uomini, Dioniso valeva anche come il civilizzatore, l’ ordinatore, quasi ident
on Demetra legislatrice; certo a lei molte volte congiunto nel culto. Anche con Apollo aveva stretti rapporti, perchè come il
Un Dio così popolare e leggendario doveva tener desta l’ immaginativa anche fra le generazioni meno antiche. Dopo la spedizio
ne il celebre Dioniso che conservasi nel Museo del Louvre a Parigi; e anche il bellissimo Torso del Vaticano (fig. 56, in cui
i casi l’ unico vestimento. In mano il tirso e una coppa. Si figurano anche delle belve in compagnia di Dioniso, per lo più l
ro, simbolo della fecondità; tra le piante, oltre la vite e l’ edera, anche l’ alloro. Tra le figure che appaiono ne
rara bellezza e probabilmente da ricondurre a un’ originale greco. Anche è frequente la rappresentazione della Menade o Ba
nnoverate le Ninfe, che noi vedemmo far parte del corteo di Bacco, ed anche di Artemide cacciatrice e di Afrodite. Erano imma
enti categorie: 1º Ninfe dell’ acque. In largo senso comprenderebbero anche le Oceanine e le Nereidi; ma comunemente invece s
lce, e si chiamavan Naiadi. Eran loro che nutrivan le piante e quindi anche le bestie e l’ uomo; perciò erano tenute in grand
à immortali, ma si diceva che col morir d’ ogni pianta avesse termine anche la vita della sua ninfa. 2. Le Ninfe erano oggett
etti speciali dedicati al culto delle Ninfe. Col tempo se ne eressero anche nelle città, e Roma stessa ne ebbe. Alle Ninfe si
come rane, vasi da attinger acqua, conchiglie. — Non infrequenti sono anche le statue di Narciso; una bellissima possiede il
procaci, maliziosi; e, conforme a questa bestiale natura, attribuiva anche alla loro figura un che di bestiale, naso rincagn
a preferiva alla serietà della tragedia. E dei drammi satirici, detti anche « Satiri », se ne composero altresi nella età ale
semplicemente per lettura. Oltre che in questi speciali componimenti, anche altrove son menzionati spesso i Satiri sia dai Gr
ariati atteggiamenti. Un antico erano rappresentati barbuti e vecchi, anche deformi, ma a poco a poco, specie per opera della
iproduce un’ altra statua del Museo Capitolino che è in rosso antico. Anche le pitture murali di Pompei hanno frequenti rappr
tri e non trova soddisfazione che nella propria saggezza; uomo dotato anche della virtù di prevedere il futuro. Ma l’ antica
con meraviglia e curiosità insieme il flauto gettato via da Minerva. Anche il Marsia appeso all’ albero e scorticato da Apol
vasi a Berlino, il quale forse è parte di un gruppo a cui apparteneva anche i così detto « arrotino » della Galleria degli Uf
ieta allegrezza. L’ invenzione della zampogna, attribuita a Pane, diè anche occasione a una graziosa leggenda. Si favoleggiò
ra risuona di lieti canti e rallegra l’ animo di chi vive in essa, ha anche i suoi solenni silenzi e nella vasta solitudine a
e da non osar più continuare la pugna. Come tutti i genii dei boschi, anche Pane aveva il dono della divinazione; in Arcadia
boschi, anche Pane aveva il dono della divinazione; in Arcadia vi era anche un oracolo di Pane, e la ninfa Erato, la sposa di
avrebbe imparato la mantica da lui. In rapporto con Apollo fu pensato anche per via della musica; anzi si narrò anche d’ una
porto con Apollo fu pensato anche per via della musica; anzi si narrò anche d’ una gara musicale con Apollo, sedendo giudice
e contro gli Indiani molto aveva giovato diffondendo il timor panico; anche come amante delle Ninfe e delle Menadi, come celi
te si offrivano a Pane erano vacche, capre e pecore; gli si porgevano anche offerte di miele, latte e mosto. 3. Un antico inn
o della Gran Madre, dolce cura delle Cariti. Inni a Pane si scrissero anche più tardi, seguendo il nuovo concetto delle scuol
fiche; uno ne scrisse il poeta Arato; un altro è tra gli inni Orfici. Anche non è infrequente la menzione di Pane tra i poeti
musicale tra Pane e Apollo nell’ undecimo a proposito del re Mida, e anche altrove menziona il culto di Pane, come nel secon
percurrit hiantis Fistula silvest rem ne cesset fundere musam. 44 Anche Silio Italico nel 13o delle Puniche ha una rappre
o quindi degli uomini, in vantaggio dei quali fa crescere le piante e anche gli armenti; protettore dei pastori e dei cacciat
ti; protettore dei pastori e dei cacciatori, come Pane. D’ altro lato anche i rumori delle foreste eran da lui, ed egli pure,
itario. Ma oltre al regno delle foreste, Silvano era creduto presente anche nelle piantagioni fatte dall’ uomo, nei giardini
o della stessa pianta nella mano sinistra, la quale talvolta sostiene anche una pelle ferina piena di frutti; nella destra un
rina piena di frutti; nella destra un coltello da giardiniere. Spesso anche gli si dava un cane per compagno. c) Fauno e F
meglio il loro carattere divinatorio; e ne venne che fossero chiamati anche versi faunii o saturnii quelli nei quali si dicev
io Faunus corrisponde la dea Fauna, cioè la propizia, la buona, detta anche Fatua come divinatrice e Maia o Bona Dea, cioè la
festa che aveva luogo in campagna dava occasione a lieta allegria, e anche agli schiavi si concedeva qualche libertà. Un’ al
, quel giorno dicevasi dies februatus (da februare, purgare) e di qui anche derivò il nome del mese Februarius, Febbraio. La
i estese nella Lidia, nelle isole dell’ Egeo e in Grecia, di là passò anche in Italia e a Roma. Priapo era detto figlio di Di
r spiegare perchè questo animale fosse a lui inviso. Gli si offrivano anche le primizie delle frutta e bevande di latte e mie
generativa della terrestre natura, l’ immagine di Priapo si collocava anche sulle tombe. IX. Divinità italiche della Campa
ava come il fondatore e il protettore dell’ agricoltura italica, onde anche la prosperità dei frutteti e delle vigne si facev
della terra e la prosperità del genere umano, Saturno e Opi valevano anche come Dei del matrimonio e del l’ allevamento de’
turno e Opi era antichissimo. Il tempio principale di Saturno, in cui anche Opi era venerata, trovavasi sulla discesa dal Cam
a in mano, il grembo pieno di frutta. Così Pomona. c) Flora. 1. Anche questa era un’ antichissima deità italica, molto
prima di una buona annata. Ed essendo dea dei flori, Flora proteggeva anche le api e l’ agricoltura. Poi anche il florire del
do dea dei flori, Flora proteggeva anche le api e l’ agricoltura. Poi anche il florire della giovinezza e l’ età più gaia del
ra sotto il patrocinio di Flora. Infine come Flora mater era invocata anche dalle donne che speravano diventar madri. — Due t
este feste, a partire dalla seconda metà del 6º secolo di R., invalse anche l’ uso di rappresentare i così detti mimi, spetta
il 21 Aprile, e dicevasi Palilia o Parilia. Questo giorno si riteneva anche anniversario della fondazione di Roma. Le Palilie
fuochi di paglia e su questi saltavano tre volte i pastori e facevan anche saltare il gregge; questo si credeva atto a purga
la quale si incoronavano i termini e si offrira al Dio una focaccia o anche un agnello o un porcellino. Oltre ciù ogni impian
eva solo giurisdizione in cose private; erano sotto la sua protezione anche i confini dello Stato; come tale aveva una cappel
società civile il primo fondamento è la famiglia, così Demetra veniva anche considerata come la Dea che dà stabilità ai matri
. Si distiguevano le piccole e le grandi Eleusinie. Le piccole, dette anche di Agra, dal nome della collina sulle sponde dell
na serie di riti, cerimonie, pubbliche preghiere e pratiche di pietà, anche rappresentazioni mimiche dei fatti relativi a Dem
si; e da principio n’ erano esclusi i barbari, col progresso di tempo anche questi s’ ammisero. Gli ammessi facevano una spec
, o Cerialia, celebravansi dal 12 al 19 Aprile con solenni cerimonie, anche con giuochi del Circo. Tali feste erano inaugurat
ha in mano e dalla corona di spighe che generalmente porta in testa; anche ha una fiaccola e una scatola chiusa, la così det
ano questa Dea preferibilmente Cora, la fanciulla. Ma Persefone aveva anche un altro significato. Giacchè come moglie del ten
come rimmagine della dea infernale fosse viva nella mente dei poeti. Anche l’ arte la rappresentò sia come regina dell’ ereb
ien riconosciuta dallo scettro e dal diadema onde si figurava adorna; anche le si assegnava la fiaccola simbolo dei misteri E
pompo fu assegnato ad Ermes. Come accoglitore di molte anime, Ade era anche detto Polidette o Polidegmone. E perchè odiosa è
ti gli Dei. — Ma oltre questo aspetto truce e terribile, Ade ne aveva anche un altro mite e benefico. Non era il Dio di sotte
ltretomba i Romani adottarono in genere le idee greche. Questo è vero anche rispetto al re dell’ altro mondo che essi chiamar
roserpina, e questa le venne associata come nel regno così nel culto. Anche Plutone e Cerere si trovano menzionati spesso ins
lato, che trovasi nella Villa Borghese a Roma. Gli si poneva in mano anche lo scettro e una cornucopia. Il bidente che si ve
all’ estremo Occidente (detta l’ isola dei beati in Esiodo). Allora anche dal mondo sotterraneo di Ade si stimava ben lonta
mo a parlare di tre Erinni; solo nell’ età Alessandrina se ne seppero anche dire i nomi, che erano Aletto (la inquieta), Tisi
io aspetto, uno terribile, e l’ altro più mite e quasi benevolo, così anche le Erinni renuero ad avere un significato buono;
cato dal celebre tribunale dell’ Areopago presieduto dalla dea Atena. Anche là lo seguirono le Erinni sitibonde di sangue; ma
gli onesti. 2. Non solo in Atene le Erinni erano oggetto di culto, ma anche in Argo, in Sicione, nell’ Arcadia, nell’ Acaia,
e servi di modello ad altri poeti come Virgilio, Ovidio, Claudiano. —  Anche l’ arte adottò questo tipo rappresentandole come
po rappresentandole come cacciatrici alate, con asta, arco e faretra, anche fiaccole o un serpente in mano, sovente anche uno
n asta, arco e faretra, anche fiaccole o un serpente in mano, sovente anche uno specchio per presentare la propria immagine a
. In origine non designava altro che un aspetto della luna, e ditatti anche Artemide era talvolta denominata Hecate, la lungi
i, e ciò generalmente trenta giorni dopo il decesso. Si sacrificavano anche come ad altre divinità infernali, pecore nere e s
gine che gli antichi se ne formavano, con tre teste o un corpo solo o anche tre corpi ma uniti assieme; simbolo probabilmente
la coda d’ un serpente, attributi propri delle Erinni e qui assegnati anche ad Ecate; la figura di sinistra ha in ambe le man
; e crudelmente inesorabili via traevano morti e feriti. Vi erano poi anche altre Cere che non in battaglia, ma in altre occa
diavano alla vita dei mortali. Oltre a cio la morte era rappresentata anche da altre divinità come Apollo e Artemide, e tra l
in forma di qualche persona nota, Ichelo che assumeva qualsiasi forma anche di bestia, ed era detto anche Fobetore (apportato
ta, Ichelo che assumeva qualsiasi forma anche di bestia, ed era detto anche Fobetore (apportator di paura), infine Fantaso, c
a casa, che non solo serviva alla preparazione dei cibi quotidiani ma anche a scopi religiosi. Il focolare, com’ è noto, era
rvavano in nicchie apposite le statuette dei Penati, che si mettevano anche a tavola apponendo loro avanti dei cibi come per
la cucina casalinga. — Nè solamente ogni casa aveva i suoi Penati, ma anche lo Stato, considerato dagli antichi come una gran
ei una grande influenza sulla prosperità dello Stato. Nè solo Roma ma anche altre città avevano i loro Dei Penati, sopratutto
ione di Dei Penati, in figura di due giovanetti dall’ abito militare. Anche ora si può vedero una rappresentazione simile su
’ Penati era simile a quello dei greci Dioscuri. II. I Lari. 1. Anche i Lari erano genii protettori della casa e della
ne di fiori le immagini, offrendo libazioni di vino, ecc. Si facevano anche intervenire alla mensa famigliare, apponendo cibi
e altri fenomeni paurosi; per questo si cercava scongiurare il danno. Anche in altre occasioni si credeva che le ombre s’ agg
a lui, Lare, di qualche offerta di vino, d’ incenso o d’ altra cosa e anche di ghirlande l’ adornava. È un prologo bellissimo
nte nei lararii, o tabernacoli dei lari, generalmente nell’ atrio, ma anche in altre parti della casa. Figure di Lari si cons
sti Lari che potevan dirsi pubblici per contrapposto ai Lari privati. Anche è da notare che si accentuò sempre più la tendenz
o. Tanto più crebbe questa tendenza nell’ età imperiale, estendendosi anche alle case private; Alessandro Severo aveva in cas
ei quali oltre la statua di alcuni imperatori divinizzati aveva posto anche le statue di personaggi celebri per saviezza come
rno alle forze della natura divinizzate, era naturale che raccontasse anche in maniera fantasiosa la sua prima storia e magni
sì ridotti a eroi. Dei quali ultimi, Divinità fatte eroi, avvenne poi anche talvolta che se ne facesse di nuovo l’ apoteosi;
ivinizzati, erano divenuti vero oggetto di culto e si dedicavano loro anche dei templi. 3. Or qual è stata, secondo il pensie
Tra le leggende relative agli inizi dell’ umana cultura la più nota e anche la più bella è la leggenda di Prometeo. Dal Titan
ella notissima narrazione che è nel primo delle Metamorfosi Ovidiane. Anche del diluvio di Deucalione la miglior pittura è qu
ato nella medicina e nella ginnastica. Più tardi lo si fece educatore anche di altri e altri esseri mitici, come Castore e Po
1812 e se ne conservano importanti frammenti nel Museo Britannico. Anche statue di Centauri isolati furono spesso fatte da
menti di Admeto prosperavano in maniera meravigliosa; Apollo lo aiutò anche ad ottenere in moglie la bella Alcestide, figlia
lenza, e appunto la Beozia in antico era regione paludosa e non sana. Anche la seminagione dei denti del drago e la nascita d
Semele madre di Dioniso, di Agave madre di Penteo; e già s’ è toccata anche la sorte toccata al figlio della più vecchia Auto
poesia, proraotore di ogni più fina arte. Si mostrò questa differenza anche nella costruzione delle famose mura di Tebe, oper
tante quest’ unica ed ultima figlia ti chieggo! ». Ma dovette vedere anche quella per cui pregava cader trafitta; onde affra
er liberarla; il quale allora a lei consegnò Sisifo. Ma questi riuscì anche questa volta a salvarsi; perchè prima di morire a
in un dramma satirico. Un dramma satirico su questo soggetto scrisse anche Euripide. — In mano ad altri poeti popolari, Sisi
della sofistica e della malizia, inventore d’ ogni sorta mtrighi, ma anche della divinazione per via dell’ esame delle inter
o tempore Glauci Potniaies malis membra absumpsere quadrigae47. Vedi anche i versi 553 e 554 dell’ Ibis di Ovidio. c) Bel
i Solimi, popolazione montana delle vicinanze, nemica ai Licii. Vinse anche questi felicemente. Allora fu mandato contro le t
le. Bellerofonte adunque mosse contro le Amazoni, e vincendole superò anche questo pericolo. Infine al ritorno, Jobate gli te
mboscata deciso di farla finita con lui, ma il divino eroe se la cavò anche allora uccidendo a uno a uno tutti i suoi assalit
e praebet ales Pegasus terrenum equitem gravatus Bellerophontem .48 — Anche le arti figurative hanno trattato di sovente ques
zo che fu conservata parecchio tempo nel tempio di Artemide in Efeso. Anche ora molte statue ci rimangono di Amazoni. Se ne p
uno de’ più commoventi episodi delle Metamorfosi (libro I, 582-750). Anche le arti del disegno trattarono più volte questo s
rattarono più volte questo soggetto; gemme, monete, pitture vascolari anche ora vediamo rappresentare o la mutazione di Io in
no di Posidone, lo provvide di acqua, facendo scavare pozzi e canali. Anche avrebb’ egli introdotto il culto di Apollo e di D
quali premio ai vincitori era non una corona ma uno scudo. Linceo fu anche ricordato come capostipite della seguente stirpe
altro mondo, di attingere continuamente acqua in un vaso senza fondo. Anche nel mito di Danao e delle Danaidi è da credere ch
figlio Elettrione fu padre di Alcmena e da un altro suo figlio nacque anche Anfitrione. Anche fuori della Grecia si vollero t
fu padre di Alcmena e da un altro suo figlio nacque anche Anfitrione. Anche fuori della Grecia si vollero trovare discendenti
per via di Danao e Linceo egli stesso era d’ origine egiziana; infine anche nel Lazio si favoleggiava che la cassetta contene
presso le genti ariane ha dato luogo a così ricca varietà di favole. Anche nei particolari si vede: le nozze di Zeus-oro e d
i elementi naturali. Infine il disco con cui Perseo uccide Acrisio fa anche pensare al disco solare; anche Apollo con un colp
disco con cui Perseo uccide Acrisio fa anche pensare al disco solare; anche Apollo con un colpo di disco uccide Giacinto (cfr
con vivaci colori e conforme all’ ultima forma della tradizione. Che anche l’ arte assai per tempo abbia fatto suo pro’ di q
diverse. Per Omero solo Elena era figlia di Zeus, Castore e Polluce e anche Clitennestra erano figli di Tindareo, detti perci
era abilissimo domator di cavalli, Polluce era un bravo pugilatore e anche cavalcatore. Essi fecero una spedizione di guerra
si acquistò grande fama vincendo il grande pugilatore Amico (Amykos). Anche presero parte alla caccia del cinghiale Calidonio
o, da cui non avrebbe voluto staccarsi mai, pregò Zeus facesse morire anche lui; ma ciò non poteva essere perchè egli era imm
de venerazione non solo in Isparta ma in tutta la Grecia, e più tardi anche in Italia. Si consideravano come divinità protett
n genere sulle punte, dette da noi « fuochi di St. Elmo » considerate anche ora come indizii del prossimo cessar del temporal
nemici, probabilmente i due crepuscoli della mattina e della sera che anche in altre mitologie fecero pensare a due gemelli e
li uomini era naturale che venissero divinizzati e si erigessero loro anche dei templi. Molti ve n’ erano a Sparta per cui es
ncini paralleli legati insieme con altri trasversali. Templi vi erano anche altrove, a Mantinea ad. es., dove un eterno fuoco
estri erano messe sotto la loro protezione e immagini loro trovavansi anche ad Olimpia. Anche Roma eresse nel Foro un tempio
sotto la loro protezione e immagini loro trovavansi anche ad Olimpia. Anche Roma eresse nel Foro un tempio ai Dioscuri, del q
miglia degli Alevadi, aveva egli lodato bensì il ricco uomo, ma molto anche i Dioscuri protettori; di che indispettito Scopa
po nel palazzo di Scopa un solenne banchetto a cui era stato invitato anche il poeta, ecco giungono al palazzo due giovani di
nefici ottenuti od aspettati da Castore e Polluce si ritrovano spesso anche negli scrittori latini; a che contribuiva il fatt
a Licia, rappresentante il rapimento delle figlie di Leucippo, lavoro anche questo molto interessante. VI. Attica. a)
e loro e i primi inizii della loro civiltà, è Cecrope; più tardi pero anche di Cecrope, come di Cadmo, si favoleggiò che foss
one di coltura un po di merito spettava ai primi abitatori del paese. Anche al significato naturalistico del mito di Cecrope
lione. Questi sarebbe stato privato del regno da Eretteo o Erittonio. Anche Erittonio aveva la figura a mezzo serpentina, per
stessa Dea nel suo santuario dell’ Acropoli, e fatto poi re di Atene. Anche ad Erittonio, come a Cecrope, la leggenda attribu
La leggenda attica posteriore, più complicata dell’ antica, conosceva anche un secondo Eretteo, fissando la genealogia nel se
ue Metamorfosi; che sono tra gli episodi più belli di tutta l’ opera. Anche diverse pitture vascolari hanno rappresentazioni
ichi re, faceva il secondo Eretteo padre oltrechè di Orizia e Procri, anche di un altro Cecrope e di Mezione; e dei pari al s
che fu Teseo; ma siccome Etra era amata da Posidone, Teseo era detto anche figlio di Posidone. Se si considera che Egeo e Po
gio Pitteo, che lo istruì nell’ arti musiche e ginnastiche; e si dice anche sia stato educato dal centauro Chirone, cosa inev
ri; in caso contrario, martellava e stirava le membra corte; ond’ era anche chiamato Procruste 50. Anche costui ebbe da Teseo
lava e stirava le membra corte; ond’ era anche chiamato Procruste 50. Anche costui ebbe da Teseo la meritata morte. — Superat
to s’ era rifuggita ad Atene. E già Medea minacciava toglier di mezzo anche il nuovo venuto ed aveva preparato all’ uopo il v
egara e fu occasion di morte, come già si raccontò, al re Niso; vinse anche gli Ateniesi e impose loro un grave tributo: ogni
ella dorica; anch’ esso portava pelle di leone e mazza, qualche volta anche la clamide e il petaso degli efebi attici. Su mol
ato occidentale a figurare la lotta degli Ateniesi contro le Amazoni. Anche nel campo dello scudo di Atena Parteno era raffig
e superiore del Meandro e posseduto attualmente dal Museo di Berlino. Anche ricorderemo un bel rilievo della villa Albani in
gode farsi adornare di flori le corna. Alfine la regale donzella osò anche sedersi sulla schiena di lu; e allora il Dio si a
i Minosse, di Radamanto (Rhadamanthus o Rhadamanthys), secondo alcuni anche di Sarpedone, eroe licio. Zeus poi laseiò Europa
sono affidati non è che un’ altra forma di Zeus, e di fatti si parla anche di un Zeus Asterios, come a dire Dio degli astri,
nette, fatti consegnare per tributo dalle genti vinte in guerra. Come anche gli Ateniesi fossero stati sottoposti a questo tr
cilia, dov’ ebbe benigna accoglienza dal re Cocalo. Là si recò subito anche Minosse per far vendetta contro di lui, e richies
a, sebbene in origine le leggende a lui relative fossero diffusissime anche fra le popolazioni eolie, e in seguito sia di ven
i Eracle. Di qui s’ intende come Eracle, sebben figlio di Zeus, fosse anche detto Anfitrioniade. Gemello con Eracle, ma nato
e, dovettero rimaner soggetti pel decreto di Zeus tutti i Persidi, ed anche Eracle tanto più forte di lui. Non contenta di ci
iarono in casa di Chirone là cacciato dal Pelio per opera dei Lapiti; anche Chirone fu inavvertentemente ferito con un dardo
emide, e soggiornava sul monte Cerinea fra l’ Arcadia e l’ Acaia. Era anche detta la cerva del Menalo, dal monte Menalo in Ar
crudele Busiride che afferrava i forestieri e li sacrificava a Zeus. Anche Eracle doveva subire la stessa sorte, ma egli spe
catene ond’ era avvinto e uccise Busiride e i suoi figli, facendo poi anche baldoria alla tavola regale lautamente imbandita.
al tentativo fatto di rapire Persefone. Eracle libero Teseo; e voleva anche sciogliere dai ceppi Piritoo, ma in quel momento
altri nel Peloponneso sul confini dell’ Arcadia e della Messenia, ed anche in Eubea presso Eretria), dove il re Eurito prome
eggenda di origine lidia, poi intrecciata nei racconti greci; giacchè anche i Lidi avevano un loro eroe, solare, di nome Sand
rrata con una folia di particolari, e vennero introdotti a combattere anche gli Dei dell’ Olimpo, parte a favor di Neleo part
cino al golfo di Pagase; e non solo uccise il suo avversario, ma ferì anche il Dio della guerra che era accorso in aiuto del
e, Ercole, le leggende relative a quest’ eroe si diffusero facilmente anche tra le stirpi italiche, massime che i molti viagg
axima nel Foro Boario, tra l’ Aventino e il Palatino, e a poco a poco anche dei templi, come il tempio di Hercules victor ivi
offrisse a Ercole, in nome della città, un giovenco o una giovenca, e anche i privati, in caso di guadagno, offrissero la dec
mente gli uomini, come le donne preferibilmente in quello di Castore. Anche pei Romani Ercole presiedeva alle palestre e ai g
, e altre gesta, fra cui specialmente la spedizione contro Troia. Poi anche Esiodo tratto diversi momenti della storia Eracle
cconti eraclei abbiano preso quell’ assetto che divenne tradizionale. Anche i poeti lirici inserirono qua e là nelle loro ope
eraclea vanno tra le migliori, che vanti la letteratura mitologica. —  Anche nella letteratura latina i miti di Ercole sono sp
tirique ingens 51. In una grandiosa composizione Lisippo rappresentò anche le dodici fatiche; un gruppo fatto in origine per
o più interessante; e coll’ andar del tempo si fecero entrar in scena anche eroi di altre regioni greche; sicchè un primitivo
l vello d’ oro forma il nucleo della leggenda degli Argonauti; epperò anche qui siamo in presenza d’ una favola relativa a no
facendovelo custodire da un terribile drago, sempre vigilante. Sposò anche ivi Calchiope, figlia del re di quella terra Eeta
attaglia, nella quale il re Cizico cadde morto; e di dolore s’ uccise anche la sposa di lui Cleite e le ninfe de’ boschi la p
li Stinfalii che Eracle aveva fatto fuggire dall’ Arcadia. Cacciatili anche di là, insieme col figli di Frisso che nel ritorn
o parricide. Rimase al regno Acasto figlio di Pelia, che si proponeva anche di vendicare il padre; onde Giasone e Medea furon
to poi tornò in Colchide allorchè per opera di Teseo dovette lasciare anche Atene. Giasone trovò la morte sotto la nave Argo
i suoi farmachi circondata dalle Peliadi, per far ringiovanire Pelia. Anche la così detta Cesta del Ficoroni nel Collegio Rom
ia s’ intrecciano vicende a cui presero parte eroi non solo Tebani ma anche d’ altre provincie della Grecia, per questo ne ab
itaone, re di Argo; proprio nello stesso tempo che vi cercava rifugio anche Tideo figlio di Eneo fuggito da Calidone. Adrasto
te di Tebe per cingerla di regolare assedio; alcuni di loro compirono anche prodigi di valore, come Tideo; ma tutto invano; T
per gli assalitori; Capaneo che vantava nel suo orgoglio di resistere anche al fuoco di Zeus, venne fulminato dall’ alto dell
n due capilavori, l’ « Edipo re » e l’ « Edipo a Colono ». Finalmente anche Euripide trattò nelle « Fenicie » lo stesso terna
al pari di tanti altri eroi greci, il centauro Chirone, secondo Omero anche Fenice figlio di Amintore, bravo nell’ eloquenza
in confronto dello svelto e abile Achille alquanto goffo e materiale. Anche il fratellastro Teucro ebbe un bel posto tra i gu
veva preso parte alla spedizione degli Argonauti. Questo Aiace, detto anche « il piccolo » per distinguerlo dall’ altro detto
o di Laerte e di Anticlea, nata dal celebre Autolico di Erme astuto e anche ladro. Moglie di Ulisse fu la pia e nobile Penelo
a di Troia si rese famoso per la sua scaltrezza, per l’ eloquenza, ed anche per la sua abilità e fermezza nei pericoli; anch’
za nei pericoli; anch’ egli era prediletto di Pallade Atena. Facciamo anche un cenno dei principali guerrieri Troiani. La fam
parola questo re si sia tirato addosso sciagure e calamità, e infine anche una grossa guerra di Eracle, fatale per lui e per
va, Protesilao (=il primo che salta), cadde vittima del suo coraggio. Anche Cicno (Cycnos) il re di Colone nella Troade figli
one, detto figlio di Titone, fratello di Priamo, e di Eos, l’ aurora; anche queste dierono valido aiuto ai Troiani, e per man
e il figlio di Nestore, Antiloco, fido amico di Achille, ma alla fine anche egli fu ucciso dal forte Pelide, e disperse furon
di Achille; dopo aver fatto soccombere tanta gente, era venuta l’ ora anche per lui. In un assalto alla porta Scea, una delle
l suo valore, vi aspirava con ragionevole presunzione, ma vi aspirava anche Ulisse che al valore guerresco univa altri pregi
r commesso violente stranezze si uccise. — E così sparito dalla scena anche Aiace, rimase Ulisse il più valente dei campioni
biano avuto diversi casi prima di giungere alla loro patria, e alcuni anche in patria abbiano patito più o men gravi sventure
duti i favori di Clitennestra. In quella congiuntura perdette la vita anche la profetessa troiana Cassandra, figlia di Priamo
iava di Agamennone. Aveva costei il dono di vaticinare l’ avvenire ma anche l’ infelicità di non essere mai creduta, e avendo
cene, sette anni dopo che n’ era uscito, e uccise non solo Egisto, ma anche sua madre. Questo gli tirò addosso la persecuzion
lla sua temeraria presunzione, non dubitò dire che si sarebbe salvato anche a dispetto degli Dei; allora Posidone con un colp
lo in mezzo alla fronte, e conforme alla loro natura selvaggia, erano anche cannibali. Ulisse sbarcato nell’ isola con dodici
’ Ades l’ ombra di Tiresia e molte altre di eroi ed e roi ne, fra cui anche sua madre Anticlea che gli dà desiderate notizie
ea, l’ eroe troiano figlio di Anchise e di Afrodite, il quale divenne anche eroe italico. Mentre Troia ardeva ancora, egli fe
chiudersi colla morte di Turno e il trionfo di Enea. Il quale, poichè anche Latino morì, gli successe nel governo e fondò nuo
, quelle tanto vivaci e tanto belle tradizioni. Opera immensa sarebbe anche descrivere minutamente le opere di pittura e di s
rra fanno riscontro gli eroi dell’ intelligenza e dell’ arte, giacchè anche l’ eccellenza dell’ ingegno, suscitando l’ ammira
Lino si cantava specialmente in Argo, a Tebe, nell’ isola d’ Eubea, e anche si facevan feste in di lui onore. — Tamiri (Thamy
tica nell’ Attica. Si diceva discepolo o figlio di Orfeo, e citavansi anche delle poesie di lui, canti religiosi e lustrali,
arola (cfr. pag. 360 e 370). Lavorò nell’ isola di Creta, in Attica e anche in Italia e Sicilia; e si segnalò sia per costruz
introdussero nei loro drammi, ad es. Euripide nelle Baccanti. Infine anche l’ infelice Cassandra, destinata a profetar l’ av
, già n’ abbiam fatto cenno ove si discorreva delle leggende cretesi. Anche l’ arte prese sovente ad argomento i vati e poeti
ovina pel suo peso istesso; invece a forza temperata (dalla prudenza) anche gli Dei danno incremento; giacchè gli Dei hanno i
e purpuree porte e gli atrii pieni di rose ». 18. Metam. 13, 622: «  Anche ora dà pie lagrime e spande rugiada sul mondo tut
aria, fa risonare i lidi che giacciono sotto 1’ uno e l’ altro sole. Anche allora non appena fu tocca dalle labbra dei Dio s
uon della sua cetra da trascinare a sè come fossero manite d’ orecchi anche le querce ».
2 (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo I pp. 3-423
roduzione. Se col volgere degli anni si videro di quando in quando anche le Scienze pressochè tutte a rinovazioni e progre
ad un ragionato ordine, non omettessi nel tempo stesso di soddisfare anche a quelli, che bramosi di leggere o questa solamen
sarà oppertuno, affinchè si possa avere qualunque Mitologica nozione, anche separatamente presa. Che se tra le Belle-Lettere
a la piacevole ricordanza di quello. Questo è ciò, di che c’instruiva anche M. Rollin, quando trattava della Maniera d’insegn
oggetto dell’ Idolatria. Si passò quindi a riconoscere quali Divinità anche gli Elementi. Finalmente quanto, per così dire, v
ieri dello stesso Giove(b) : e in questo ultimo senso si denominavano anche Paredri. I nomi loro erano Giove, Giunone, Vesta,
sistrato fu loro dedicato in Atene un tempio. Adottarono questo culto anche i Romani, da’ quali i predetti Numi furono chiama
Epicorj, Topici, ossia Locali, e Indigeti. Indigeti però si dicevano anche quelli, i quali, essendo nati uomini, erano stati
Nettuno, Plutone, Giunone, e Cerere. Non altrimenti era per accadere anche a Giove, se Cibele, sua madre, artifiziosamente n
padroni, coperti della Sintesi(18) (a). Tra mezzo a tali Feste eravi anche un combattimento di Gladiatori(19). Gli Ateniesi
so trovasi confusa una coll’ altra Divinità. Cibele quindi si appellò anche Tellure e Vesta(1), i quali nomi corrispondono a
setti di terra(a), e vi si gettavano con profusione fiori odorosi, ed anche cose preziose. Dal crepitare diverso e dal divers
finalmente appresso i Romani il costume di tenere il mentovato fuoco anche nell’ ingresso delle loro case, detto perciò Vest
nell’ ingresso delle loro case, detto perciò Vestibolo(d). Cibele fu anche detta Berecinzia(e), Dindimena(f), e Idea(g) daim
bele si cibasse di ciò che veniva loro offerto : dal che acquistarono anche il nome di Matragirti, ossia raccoglitori per la
ucevano allora in giro la statua della Dea, riposta sopra un asino, e anche in quel tempo suonavano il timpano(d). Il loro ca
dipendeva dall’ esistenza di certe quercie, cosicchè mancando queste, anche quelle Ninfe perivano. Cibele atterrò la quercia 
va l’albero(d). Gli anzidetti Sacerdoti oltre il nome di Galli ebbero anche quello di Dattili, d’ Idei, e di Cureti. Dattili,
inalmente godevano molti privilegi : avevane diritto di testamentare, anche essendo vivo il loro padre ; in giudizio non si p
i ciò che aveva di più prezioso. Tutti vestivano a loro capriccio, ed anche liberamente usavano delle insegne delle dignità l
borda equivale l’altra forda, quindi le stesse Feste si denominarono anche Fordicali, o Fordicidie(g). Una carestia avvenuta
un carro, tirato da un leone e da un leonessa. Finalmente le si diede anche le scettro in mano. Le torri sul di lei capo indi
per molto tempo andò cercando la sua figliuola, Proserpina, chiamata anche Ferefatta(3), Persefone(c), e Core(4). A tale ogg
do castigato Abante, perchè quegli avea deriso i di lei sacrifizj(g). Anche Celeo, re d’ Eleusi, avendo veduto Cerore, la qua
llofora, ossia porta-lana, perchè era risguardata come la protettrice anche de’ greggi. Sotto questo nome aveva un tempio in
Eleusi, borgo dell’ Attica, ove si celebravano, ebbero per eccellenza anche il nome di Misterj, perchè in esse tutto era mist
ci eziandio, anzi tutte le Nazioni concorrevano (c). V’ erano ammesse anche le donne sotto il nome di Melisse. Credevasi, che
inque giorni innanzi nella più esatta continenza. Unito ad esse eravi anche un Sacerdote, detto Stefanoforo dalla corona, che
, e secondo altri sacerdotessa di Cerere (a). Queste Feste si dissero anche Cereali (b), e sotto tal nome vennero introdotte
ndevano a otto giorni, e parimenti si celebravano dalle sole Matrone. Anche queste, vestite a bianco, portavano delle torcia
Costui, com’ era disprezzatore di tutti i Numi, così osò di tagliare anche un bosco a Cerere consecrato. Eravi in quello una
danza, che questa Dea recava alla terra. Cerere finalmente comparisce anche assisa sopra un carro, tirato da Dragoni alati, c
destra, e una fiaccola nella sinistra. Le si dà il papavero, o perchè anche questo è simbolo di fertilità ; o perchè a Dea, a
’Imperj non si ottiene che cou molti stenti e somme inquietudini (l). Anche Giove, per conservarsi sul trono, ebbe a sostener
tto le mentite spoglie di Atleta (d) (9). Col progresso poi del tempo anche le femmine poterono non solamente trovarsi presen
e femmine poterono non solamente trovarsi presenti a que’ Giuochi, ma anche esercitarvisi (e). Il premio, dato da principio a
si col sacrifizio di molti buoi (d). La medesima Solennità chiamavasi anche Diipolia, perchè con essa si onorava Giove Polico
iaggiava verso la Spagna (d). Vuolsi, che Giove siasi così denominato anche perchè dava, tuonando, gli oracolie(e). Ecalo o E
mo tempio era circondato da un bosco sacro, detto Alti (f), e per cui anche Giove venne soprannominato Alzio (g). Al tempo de
o da’ Greci, i quali pure gli dedicarono le Feste Eleuterie, chiamate anche Parentali, ossia della libertà (b). Queste solean
ete gli cuopriva la testa, e scendevagli pel dorso. Dicesi che avesse anche corna e testa dello stesso animale. Non si va d’a
ttenne di essere da questo Oracolo dichiarato figliuolo di Giove (b). Anche Iarba, re dell’Africa, pretendendo di essere disc
il padre del giorno, ossia l’autore della luce. Per questa ragione fu anche detto Luceno o Lucezio (c). Si disse Erceo, perch
un luogo di ciascuna casa, chiuso all’intorno, e il quale chiamavasi anche Penetrale (d). Assediando i Galli il Campidoglio,
statua, e per inspirare alle genti maggior terrore, gli aveano posto anche il fulmimine in ambe le mani (h). Giove, per con
riva un sacrifizio, detto Acquilicio (e), in tale occasione si faceva anche girare da’ sacerdoti per le vie di Roma con grand
ome di Feretrio, dal verbo latino fero, porre. Da ciò ne avvenne, che anche i di lui posteri colà vi recavano le spoglie nemi
emiche, per consecrarvene una parte a questo Dio (b). Quindi Giove fu anche chiamato Predatore, dalla voce latina praeda, spo
i pure d’armata vi porgevano i loro voti prima di andarsene al campo. Anche il Senato vi si radunava pertrattare degli affari
quale ne regolava tutte le ceremonie (b). A Giove Capitolino si diede anche il soprannome di Ottimo Massimo (c). Si chiamò Li
o Ansiro o Ansiro, ossia giovine e senza barba (l) Questo Nume era anche tenuto per l’aria o pel Cielo. Quindi da lui sott
nato Panteon, ossia dedicato a tutti gli Dei, perchè ivi si trovavano anche le statue delle altre principali Divinità (a) (26
l’uccisione d’un ospite era il più orrendo misfatto (e). L’ospitalità anche in Roma durante la solennità de’Lettisterni eserc
. Eglino offrirono subito ai due Numi fruita, latte, e melo. Volevano anche uccidere un’Oca per offrirla loro in cibò ; ma qu
a severamente i violatori della medesima. Tale ebbe ad esperimentarlo anche Licaone, empio e crudele re d’Arcadia Costui face
piedi vi sta pure un’Aquila colle ale spiegate. Questo uccello porta anche tra’ piedi Ganimede (e), per alludere alla Favola
sì che l’effigie di un’ Aquila per volere dello stesso Nume divenisse anche l’Insegna militare nelle di lui posteriori spediz
trono, quando voleva (e) (41). Si può consideraro come sacro a Giove anche il Nibbio, uccello di rapina. La terra avea prodo
quale avesse potuto abbruciarne le interiora di quel mostro, avrebbe anche potuto vincere gli Dei. I Titani, e tra questi sp
a questi spezialmente Briareo, eccitato da Saturno, lo uccise, ed era anche per abbruciarne le interiora, quando un Nibbio pe
uali si abbandonavano allora ad ogni eccesso di frenesia(g). Bacco fu anche appellato Antio, Briseo, Erafiote, Lisio o Lieo o
a Ninfa, Brome o Bromie, che lo educò(d). Dal predetto nome di Eleleo anche le di lui Sacerdotesse, delle quali quanto prima
ica, fico, perchè egli era stato il ritrovatore non solo del vino, ma anche de’ fichi (g). I Potniesi, mentre celebravano le
nel tempo delle di lui Feste andavasi gridando evan, evan (i) : donde anche alle di lui Sacerdotesse derivò il nome di Evanti
ttime, mentre ancor viveva sulta terra(d) ; ovvero dall’ essere stata anche chiamata Tione la di lui madre, Semele (e). Sabaz
ino, con cui appellavasi Bacco (h). Le stesse da quelli si chiamarono anche Orgie(i). Erano Feste, che dall’ Egitto avea port
antenne tale, finchè l’afflluenza delle ricchezze introdusse il lusso anche nelle sacre ceremonie (a). Ne’ primi tempi si off
(d), si celebravano in aperta campagna nell’ Autunno, e si chiamavano anche . Lenee dal greco linos, torchio (e). Alle grandi
o le medesime che le Liberali ; eche le une e le altre si chiamassero anche Vinali(m) (12). Il nome di Apaturie derivò della
di vino, e una corona intrecciata di foglie, e la quale talvolta era anche d’oro. Andavasi parimenti in giro sopra i carri,
aceano nel tempio di Bacco ampie libazioni. Tali Feste si celebravano anche sul Citerone, monte, che trovavasi nella Beozia.
ul Citerone, monte, che trovavasi nella Beozia. Per la stessa ragione anche il Nume fu detto Nittelio (c). Egli ebbe un tempi
assero il loto salto col suono e col canto. Questa Festa passò in uso anche appresso i Romani. Eglino distribuivano varj prem
ta da’ Traci bassaride ; o dal loro gridare, che in greco esprimevasi anche col verbo bazin ; o perchè elleno si vestivano co
sul monte Taiete, e le cangiò in rupi. Dicesi, che v’abbia trasferito anche Caria, e che l’abbia trasformata in albero, che r
nome Ofelte, in solitaria campagna ; e aggravato dal vino, trovavasi anche allora immerso nel sonno. Il piloto della nave, c
sciolsero le catene, che lo tenevano avvinto(a). Euripide vuole, che anche Bacco sia andato soggetto allo stesso maltrattame
prima ad avventarsegli furibonda. Nè contenta di essere sola, chiamò anche in suo ajuto le due sorelle, Ino e Autonoe. Tutte
qualora veniva trasportata a qualche distanza dello stesso tempio(c). Anche in Amiclea, città della Focide, v’avea un celebre
ona, da cui pendono varj corimbi, ossia grappoli d’ellera, per cui fu anche detto Corimbifero(d). Il di lui volto è rubicondo
detto carro crano formate di pampini(h). Fu talora questo Nume veduto anche con corna di toro nella fronte, e tal’altra con t
annominata Zelotipa (d). E ben ebbero a sperimentame i tristi effetti anche Lamla, figlial di Nettuno (e) o di Belo o di Libi
, citato da Apollodoro (b), dice che Giunone fece perire Sida, perchè anche questa erasi millantata di essere più bella di le
ogia significava sacrifizio fatto a Giunone, preside delle nozze (b). Anche il nome di Gamelia la caratterizza tale. Sotto qu
così detta, perchè nacque da Ope (f). Le derivò il nome di Lucina, ed anche di Lucezia, perchè si credeva, ch’ella conferisse
n’ara allo scoperto, su cui le ceneri de’sacrifizj restavano immobili anche quando soffiavano furiosamente i venti (c). I Rom
llezza, e la più avvenente riportava una palma (c). Giunone dipingesi anche sopra un carro, tirato da Pavoni (d), uno de’qual
ngesi anche sopra un carro, tirato da Pavoni (d), uno de’quali le sta anche d’appresso (e). Cinge la fronte con diadema di ro
tresì ad amare perdutaniente Leuce, la più bella delle Oceanidi. Rapì anche quella, e la condusse nell’ Inferno. Dopochè ella
li sacrificavano nel mese di Febbrajo(h) Gli stessi Romani lo dissero anche Quietale, perchè nel di lui regno, ossia dopo mor
e all’ occasione di tali Giuochi(g) (25) (26). Questi si denominarono anche Giuochi Secolari, perchè al termine d’ ogni secol
per gelosia trasformò Menta nella predetta erba(e). Lo stesso afferma anche Strabone(f). A Plutone non s’immolavano che vitti
rimi tempi era una piccola corona d’alloro (e). Vi s’introdussero poi anche gli esercizj ginnici (f) ; e i vincitori, che pur
ci (f) ; e i vincitori, che pure si appellarono Pitonici, vennero poi anche regalati di certi pomi, sacri ad Apollo (g). A ta
te in Troja, dove Apollo esercitò il mestiere di muratore. Egli ajutò anche Alcatoo, figlio di Pelope, ad ergere un labirinto
che gli si fabbricò, fu quello di Delfo (f), per cui il Nume conseguì anche il nome di Delfico (g). Dicevano gli Antichi, che
dopo tre giorni. Passati questi, eglino furono trovati morti (b) (8). Anche Antifane d’Argo, e Androstene di Tebe, statuarj,
o lo stesso. Condotta poscia da’Sacerdoti scendeva sul Tripode, detto anche Cortina(d), e il quale era tutto circondato d’alb
che in quel giorno fosse nato Apollo : e quindi il Nume fu denominato anche Ebdomagene, cioè nato il settimo giorno (c). Ques
in Roma la celebrazione, la quale si faceva di cinque in cinque anni. Anche Apollo dal predetto Promontorio fu denominato Azi
nel latte, ch’era in tal giorno la mater a principale del sacrifizio. Anche Apollo fu detto Galasio ; ma tale denominazione g
il giorno, in cui si doveano celebrare tali Giuochi. Si determinò poi anche quello da Licinio Varo Pretore(b). Moltissimi alt
i sei in Patara, città della Licia, nell’ Asia Minore, donde acquistò anche il nome di Patareo(f). Plutarco dice d’aver vedut
me di alzare degli altari nelle strade. Alcuni di questi furono sacri anche ad Apollo, il quale fu perciò detto Agieo, ossia
no, detto parimenti Pean,dopochè erasi riportata qualche vittoria(g). Anche il nome di Alessicaco significa quello che guaris
endo per partorire, fu cangiata in quell’ animale. Per questa ragione anche nel tempio di Delfo vedeasi un simulacro di lupo
Carneati, i quali presiedevano a ali Feste per quattro anni continui. Anche i Musici vi gareggiavano. Il primo a riportarvi i
orrendo dietro ad un cervo, protestò che lo avrebbe raggiunto, quand’ anche il corso di lui fosse stato rapido al par di quel
tonte(b). Altri a’ questi aggiunsero Eritreo, e Atteone(c). Apollo fu anche l’ inventore della Poesia e della Musica, e però
statua in Argo(a). Apollodoro soggiunge, che fu risparmiata la morte anche ad uno di que’ maschi, nominato Anfione(b) (44).
sopra i carboni accesi, senzachè i medesimi loto nuocessero(a) (53). Anche que d’ Argo ebbero questo Nume in grande venerazi
lupo, nemico delle greggi ; e il corvo, perchè questo Nume presiedeva anche agli augurj, i quali spezialmente si traevano dal
del giorno sull’altissimo monte, Cinto, nell’ Isola di Delo, donde fu anche denominata Cinzia. Ella veneravasi come la Dea de
el di lui castigo. Sappiamo da Omero, che questa Dea come intese, che anche Orione, figlio di Nettuno e di Brille(3), oltre e
giorno. Aretusa fu quindi soprannominata Alfeiade (a). Diana si disse anche Lisizone, Ortione, Panagea, Elafebola o Elafia, C
in ciò spezialmente ella trovava diletto (f). Come tale la onoravano anche i Focesi colle Feste Elafebolie, le quali consist
resistere a chi tentava di privare lui pure di vita. Quì si celebrava anche una festa, in cui i Romani si astenevano per qual
ichia, dove gli Ateniesi le aveano eretto un tempio, il quale serviva anche d’asilo a chi vi si rifugiava. Sotto questo nome
tte (h). Si soprannominò Faesfora, o Fosfòra (a), o Lucifera (b), ed anche Coritallia, in quanto che era invocata anch’ella
lattanti porci per la conservazione di que’ bambini. Si faceva allora anche un pubblico convito (c). Fu chiamata Brimo, perch
r costume intredotto da Servio Tullo, sesto re de’ Romani, si portava anche al medesimo tempio una moneta per chiunque moriva
orrevano a divorarli, e poi dicevano, che lo avea fatto Libitina (b). Anche i Stratonicesi al dire di Strabone (c) solennizza
elle tavole con pani da distribuirsi a’ poveri. Eglino furono imitati anche da’Romani (b). Le Caneforie non crano in uso, che
, che questi sempre si ritraevano di là aspersi di sangue, e talvolta anche spiravano sotto i micidiali colpi. I medesimi fan
leno stesse servissero di vittime pe’sacrifizj(a). La Dea medesima fu anche molto onorata sul monte Idalo, che trovasi nella
ncenso. La venerazione, che si avea per lo stesso tempio, estendevasi anche a’sacerdoti del medesimo. Quindi si sa, che Caton
si offerivano che incenso e fiori(a). Finalmente Venere era venetata anche nella città di Sesto, situata sulle rive dell’ El
bellezza(d). Dicesi, che per la medesima ragione siasi dato a Venere anche il none di Anosia, empia (e). Sotto il nome di Li
a più pudica di Roma(f). Venere Verticordia al tempo di Marcello ebbe anche un tempio fuori della porta Collina sulla strada
oi ucciso da’suoi concittadini(a). Venere sotto il predetto nome avea anche nel Campidoglio un tempo, dedicato da Q. Fabio Ma
chiaja, in quanto che ella fa ringiovinire in certa guisa quelli, che anche vecchi divengono amanti(b). Si chiamò Arginnide d
ciascheduna per la metà dell’anno (d) (12). La Dea oltre Adone favorì anche Selinno. Pastore d’Acaja, contrada del Peloponnes
ra gli ustelli il più caro a Venere fu la colomba. Dicesi, che la Dea anche si trasformasse in questo uccello. Il di lei figl
alla corsa de’cavalli, che si faceva al tempo de’Giuochi Circensi, ma anche perchè trovò l’arte di cavalcare(a), ovvero perch
simi arnesi, e inghirlandati di fiori. Le stesse Feste si celebravano anche da’Romani col nome di Giuochi Consuali. Appresso
Delfino, affinchè ne la persuadesse, e vi riuscì(c) (4). Nettuno amò anche Pirene, figlia d’Ebalo, o del fiume Acheloo, come
li fossero intervenuti a que’Giuochi(b). Vi furono in seguito ammessi anche i Romani, i quali li celebrarono con molta magnif
ne colonne, erette nella pubblica piazza. Fu loro aggiunta finalmente anche una somma di danaro, che da Solone si fissò a cen
, era maggiore d’ogni altro(a). Oltre le anzidette Feste Nettuno ebbe anche le Panionie, così dette, perchè tutte le città de
ette, perchè tutte le città della Jonia concorrevano a celebrarle(b). Anche il luogo, e il tempo, in cui si solennizzavano, d
Strabone e Pausania si sa aver servito d’asilo, ed esservisi ritirato anche Demostene, di cui vi si mostrava il sepolcro. Era
el mare da animali anfibj, cioè mezzo cavallo e mezzo pesci, chiamati anche Ippocampi, vale a dire cavalli, che aveano due pi
che aveano due piedi soli, e la coda di pesce(d). Comparisce Nettuno anche in atto di sedere sopra un mare tranquillo con du
sia nato da Corere e da Nettuno, che si trasformò in cavallo, perchè anche la Dea erasi cangiata in giumenta(f). V’è chi sog
uscì Minerva tutta armata(c). Per questo la medesima Dea si denominò anche Pallade dal verbo greco pallin, saettare ; e sott
o, la quale era alta trenta nove piedi. Il medesimo tempio chiamavasi anche Ecatompedon, ossia il tempio di cento piedi, perc
esa, come si trovava ; e in tale stato la convertì in ragno, il quale anche oggidì va tessendo una finissima tela per eternar
n nuovo tempio a Minerva sotto il nome di Ellotide. S’instituì allora anche una Festa, detta Ellozia, in cui i giovinetti cor
le avesse prodotto la cosa più utile alla mentovata città, la avrebbe anche dato il nome. Nettuno, squarciata col tridente la
portare in cestelli alcune cose inservienti a quelle sacre ceremonie. Anche queste finalmente venivano accompagnate da altre
in uno de’suoi sacrifizj, li trascurò, e prese a proteggere Atene(a). Anche in Roma conseguì grandi onori e moltissimi tempj(
coll’Egide al petto, e coll’asta alla mano. Omero ce la dà a divedere anche colle ali alle calcagna(e). Marte. MArte s
cima delle spoglie, che si consecravano a Marte (c). Questo Nume ebbe anche il nome di Quirite, Bisultore, Turio, Salisubsolo
elio, quando il Campo Marzio era inondato dal Tevere (a). Esse furono anche denominate Giuochi Marziali (b). Le Ancilie trass
ullo scudo con una nuda spada, che tenevano nella sinistra. Cantavano anche certi Inni, ne’ quali celebravano pure il nome de
iocchè la fecondità, che ha la terra nel mese di Marzo, si concedesse anche alle Matrone Romane. La quarta, perchè nel primo
tari (c). In tale occasione i soldati in presenza del popolo facevano anche la revista delle armi(3). Gli animali, soliti a s
di Marte, quando questi andava alla guerra (f). Marte prese ad amare anche Filonomia, figlia di Nittino, re d’ Arcadia, e de
si tratteneva con Venere (f), come quanto prima vedremo. Marte vedesi anche sopra un carro, titato da’due cavalli, Demo e Fob
statua del Nume, alta sessanta cinque piedi. Vulcano ebbe molti tempj anche in Roma. Se ne ricorda uno, fabbricato al tempo d
padre di moltissimi altri figliuoli, delle fontane, e de’ fiumi.(e). Anche questi furono tenuti quali Divinità, ed ebbero te
e col capo coronato di canne, delle quali ne tengono talvolta alcune anche in mano. Oceano poi rappresentasi sotto l’aspetto
; e divoravano gli stranieri, che cadevano nelle loro mani(d). Furono anche creduti figliuoli di Nettuno e d’Anfitrite(e). Eu
il Mondo : e perchè questo va sempre in giro, perciò a Giano si diede anche il nome di Eano dal verbo latino eo, andare (b).
ulcio, quando quello era aperto(i). Questo ultimo nome gli fu imposto anche per indicare, ch’ era egli quello, il quale in ce
, i quali da prima consistevano in semplici frutta della terra, e poi anche in oro e in argento. In quel tempo inoltre recava
assolto(b). Tali Feste da prima si denominavano Agonie, e furono poi anche dette Agonali e Agnali(c) : banchè sotto questo n
azioni, che si doveano fare. A Giano oltre i mentovati nomi si diede anche quello di Quadrifonte, e di Clavigero : il primo,
piucchè mai a dismisura usavano. Per la medesima ragione si ornavano anche di fiori il capo, il collo, e’l petto(a). (18).
e Medaglie comparisce velata, e appoggiata a una colonna(b). Vedevasi anche in atto di portare sopra un globo l’uccello, dett
nimale, se ne indoravano le corna e la fronte. Questa talora ornavasi anche di corone, formate dell’ albero sacro alla Divini
i dirigevano : in Estatici, i quali prima per qualche tempo, e talora anche per qualche anno mostravano di trovarsi fuori de’
critte, formarono il primo codice de’ Toscani Indovini(c). Tra questi anche Arunte poscia, ed Asila molto eccellentemente vi
e spezialmente quello di Auspici, Auguri, e Aruspici. I primi, detti anche Avispici, erano propriamente quelli, i quali pres
ne però col progresso del tempo svanì, e il nome di Auspici si estese anche a quello di Auguri(c). Questi erano tenuti in som
vano i predetti Polli, si chiamavaAuguracolo (c). Gli Aruspici furono anche detti Estipici dalle due voci Latine,exta, viscer
lche sentore della mania degl’ Indovini notè passare sino a noi. V’ha anche oggidì qualche furbo, che professa la Chiromanzia
nalo sia caduta dal Cielo quella statua(a). La medesima, come vedremo anche nella seconda Parte di quest’ Opera ; fu tolta a’
amici, chiamato Naute(d). Comunque ciò sia, certo è, che il Palladio anche da’ Romani si tenne in somma venerazione. Cecilio
(m). Declaustr. Diction. Mythol. (8). Per Buona Dea si riconosceva anche una Divinità misteriosa, il di cui nome non era n
a, poteva trovarvisi alcun uomo, ma perfino vi si cuoprivano con velo anche le pitture, che rappresentavano qualsivoglia figu
stata Clausa, ed altri Claudia Vestale(g). Dal nome di Fauno conseguì anche la predetta di lui moglie quello di Fauna. Ella i
chion, ove si riponevano non solo i ricchi doni, offerti agli Dei, ma anche le ricchezze de’ particolari(c). Cesare nel tempi
ome di Jeracobosci, nutritori degli sparvieri. Chiunque per qualsisia anche non voluto accidente avesse ucciso uno di quegli
lle Ninfe, che presiedevano a’ fonti e a’ fiumi(o), da’ quali presero anche il nome di Potamidi(p). Tra queste la più bella e
quelle si gettavano ne’ fonti ghirlande di fiori, e se ne coronavano anche i pozzi(d). Scaligero poi dice, che così in ispez
onte, la quale avea un tempio in Roma presso la porta Capena, per cui anche la stessa Porta fu detta Fontinale(e). Il nome po
ta fu detta Fontinale(e). Il nome poi di Ninfe per catacresi si diede anche a quelle Divinità, che presiedevano ad alcune par
erano moltissime(i). Nè solamente le Oreadi presiedevano a’ monti, ma anche come tale riconoscevasi il Dio Montino(l) ; e com
ticolare culto. Latte ed oglio loro si offrivano, e si sacrifica vano anche delle capro. Alcuni credettero, che grata altresì
(c), e ad essi si appendevano corone, voti, tavolette(d), lucerne, ed anche le spoglie de’ nemici(e). I viaggiatori si fermav
accenna una legge, per cui era loro reciso il capo. S’introdusse poi anche il costume di seppellirle vive in un sotterraneo,
olta all’anno, pure si raccolse gran quantità di versi ; e dicesi che anche Omero n’ abbi sparso nel suo Poema(i). Tibullo la
ll’ Asia Minore, ove rendeva i uoi Oracoli(a). La Cumea fu conosciuta anche sotto il nome d’Italica, perchè co’suoi presagi s
pomo quasi sull’orlo della meta. Atalanta perdette tempo nel pigliare anche quello : ond’è che rimase alle spalle d’Ippomene,
(b). Nat. Com. Mythol. l. 5. (6). Non operò Cerere in quella guisa anche con Deifonte, figlio d’Ipotoonte, sebbene dimostr
arro, lasciò Deifonte in preda del fuoco (h). (7). I Serpenti, detti anche Dragoni, si tennero da’ Gentili tragli animali i
li erano la Corsa, il Salto, il Disco, il Pugilato, e la Lotta, detta anche Palestra (c). La Corsa era di tre sorte, a piedi,
chiamata da’ Greci Ippodromia (e), sì onorevole, che intraprendevasi anche dalle persone di alto grado. Qualche volta si fac
cinque i predetti esercizj (g) : to che appresso i Greci esprimevasi anche dalla voce Pentatlo, e appresso i Romani dall’ al
ti (i), Pentatli (l), e Quinquerzioni (m). I medesimi si denominarono anche Atleti (n). Questi, per impedire il freddo nel mo
venienti pene contro gli Atleti, violatori delle leggi, e li facevano anche battere con verghe da un servo, detto perciò Mast
zione di questa gioventù si appellava Efebarca. A tale oggetto eranvi anche altti ministri, detti Pedotribi (e). Il Circo si
lva piena delle frutta di tutti gli alberi (h). L’Arena poi si chiamò anche Cavea, ossia recinto destinato a contenero le fie
e carne umana, non mai però toccarono alcuno de’ loro animali ; e che anche allora quando si dosiderò da Tolommeo, re d’Egitt
de in, terra morto. Per questo Arrichione fu dichiarato vincitore(d). Anche Astidamante, nato in Mileto, tre volte riportò il
. Obbligato ad intraprendere un viaggio, interruppe per qualche tempo anche siffatto esercizio. Al suo ritorno volle riprende
esta. Gli stessi suoi nemici dopo morte gli alzarono un monumento, ed anche gli offrirono dei sacrifizj(b). Ne’ mentovati Giu
 ; e di Agametore, di Mantinea(e). (11). Il nome di Parentali davasi anche alle Feste, ossia a’conviti, che da’ Romani ogni
gli occhi : ma questa ultima manlera di presagire il futuro si diceva anche Rapsodomanzia, dalle Rapsodie, ossia Poemi di Ome
rie, nutridi d’ Apollo. A questa spezie di Divinazione si può ridurre anche quella eseguita colle verghe, e detta Rabdomanzia
ce che il Giuramento nacque dalla Dea Eride, ossia Discordìa(b). Esso anche dagli Antichi si risguardò come uno de’principali
lo ; indi col porla sull’altare(c). In vece di questo se ne servirono anche di una pietra(d). Il giuramento appresso i Greci
e venisse sorpreso e agitato dalle Furie(e). Qualche volta era punito anche colla morte(f). Anche i Romani ebbero sempre un g
gitato dalle Furie(e). Qualche volta era punito anche colla morte(f). Anche i Romani ebbero sempre un grande rispetto pe’ giu
re dal Territorio una nuvola di Mosche. Il predetto Nume era invocato anche contro l’avvicinamento de’serpenti (c). (c). Jo
o tempio a Termine, e ne introdusse il culto. Il medesimo Re instituì anche Feste e sacrifizj in onore della stessa Divinità,
ano frutta e focacce di farina (d). In seguito gli furono sacrificati anche degli agnelli (e). Questo Nume si onorò poscia ne
anno per più giorni vi si celebravano a di lei onore delle Feste (i). Anche que’di Corinto le innalzarono un tempio (l). Fina
del medesimo tempio da C. Licinio Lucullo, il quale vi celebrò allora anche dei Giuochi, perchè in quel tempo sovrastava una
ra segno di sovrana potenza, a cui niuno poteva resistere. Per questo anche Apelle nel tempio di Diana Efesina distinse Aless
otto questa seconda forma sembra, che abbia voluto darcelo a divedere anche Luciano, il quale v’aggiunse essere il fulmine di
ipressi, onde temperare il cattivo odore. A tale oggetto si aspergeva anche il corpo, che doveasi dare alle fiamme, di varj f
, se era stato guerriero. Innoltre gli animali a lui cari, e talvolta anche degli schiavi vi si aggiungevano. I parenti altre
pt. Ling. (a). Thom. Dempst. Antiq. Rom. l. 1. (26). Panteon era anche il nome delle Statue, che riunivano in se gli att
. I Sabini sotto il nome di Filio riconoscevano Ercole (e). Questi fu anche detto Sanco o Sango (f) o Sancto (g) o Semipadre
l’uccisione d’un ospite era il più orrendo misfatto (e). L’ospitalità anche in Roma durante la solennità de’Lettisterni eserc
offrire un sacrifizio al Nume, mescolarono tralle carni delle vittime anche quelle d’un giovine, persuasi, che Giove soltanto
nerì tutti gli autori di quel delitto. (30). Tra’Cercopi sono famosi anche i due fratelli, Achemone o Acmone, e Passalo. La
le dicesi essere stato il primo padre degli Dei (b). Questi si chiamò anche Demogorgone, ossia Dio della terra, ovvero sapien
Prometia, ossia di Prometeo (b). Le predette Feste furono consecrate anche a Vulcano e a Minerva, perchè il primo permezzo d
a quel Nume, la nascose in una grotta della Sicilia. Giove vi penetrò anche colà sotto la figura di serpente, e la rendette m
sul monte Liceo, nel recinto, sacro a Giove. Arcade osò d’inseguirla anche colà ; e il Nume cangiò lui pure in orso (a). Se
. La Costellazione, in cui venne convertito Arcade, secondo alcuni fu anche detta Boote (b). (34). Giove ebbe le Ore da Temi
o era stata da Giunone trasferita in Cielo (a). La medesima si chiamò anche Orta dal verbo latino hortor, esortare, perchè er
he illustre azione (c). (35). Riguardo ai due fratelli Palici, detti anche Palisci, e i quali si chiamavano Ate e Cario, nar
este Divinità era tenuto in grandissima venerazione (d). Esso serviva anche d’asilo agli schiavi, oppressi da’loro padroni, i
o, secondo Cicerone erano gli Dei Grandi della Samotracia (b). Furono anche soprannominati Dioscori, perchè nacquero da Giove
urj. Se volava a destra, era di buon presagio. Si prediceva il futuro anche dal modo, con cui lo stesso predava. Se i Princip
si cangiò per rapire Proserpina. (7). Le Ambarvali si solennizzavano anche in orrore di’ Bacco prima delle vendemmie(f). (h
ssero abitate da’ Satiri(b). Sotto il nome di Satiri si riconoscevano anche certi Spiriti, i quali prendevano la figura umana
articolarmente que’ d’Enotria. Fino da’primi tempi di Roma Fauno ebbe anche sul monte Celio un tempio rotondo e circondato da
. Ritornando a Fauno, notiamo, che Servio lo confonde con Silvano(c). Anche questi da’ Romani fu venerato qual Nume campestre
Romani gli eressero un tempio lungo le rive del mare ; e si denominò anche Dendroforo, perchè i di lui altari si ornavano di
nti sotto il nome di Silvani riconoscevano certi altri Spiriti, detti anche Incubi, i quali solevano entrare di notte nelle c
atto il Licnoforo. Notiamo innoltre, che le mistiche Ceste si usavano anche nella celebrazione delle Feste, sacre a molte alt
no loro communi. Dicesi finalmente, che le mistiche Ceste erano sacre anche a Proserpina perchè era figlia di Cerere, o perch
no varie figure di queste Tense, le quali si sa, ch’erano molto usate anche da’ Romani nelle loro sacre pompe(a). (c). Meur
t. Diction. Univ. (14). Intorno al tirso furono alcune volte veduti anche dei serpenti. Il medesimo, come sacro stromento,
ssere andata cercando col cane il morto suo padre (f). Si fece allora anche la Festa E ora, ossia sospensione, peschè gli Ate
ravi un’aquila (f). Il Meursio osserva, che tale uccello soleva darsi anche agli Eroi, quale da prima erasi considerato Bacco
e disegnò lo scempio. Lo ferì nel petto ; nè fu sazia d’un solo colpo anche Filomela, la quale dopo d’avergli squarciata la g
ofman. Lex. Univ. (b). De Nupt. Philol. l. 2. (14). Populonia era anche un’altra Divinità, cui si offerivano sacrifizj pe
o e Menalio (d). Nè solamente veneravasi da’ pastori e cacciatori, ma anche da’ pescatori risguardavasi come il loro Nume, pe
ndavano quà e là scherzando gli uni cogli altri (b). S’introdusse poi anche il costume di spogliarsi delle vesti per ricordar
o gregge (c). Vuolsi, che Romolo offerisse al tempo di tali Solennità anche un sacrifizio di cani, come animali grati al Dio
o le anzidette Feste non erano più in uso, avendole rinovate, v’abbia anche aggiunto un terzo Collegio, che dal nome di lui f
toccavano l’acqua e il fuoco ivi preparati, e con quell’acqua soleano anche lavarsi i piedi. Finalmente certe donne di sperim
que propriamente fosse un sacrifizio di cento buoi, tuttavia prendesi anche pel sacrifizio di molti animali di qualsisia gene
infolepti (c). L’antro poi era denominato Sfragidìo, e quindi da esso anche le predette Ninfe vennero appellate Sfragididi (d
dal seno della madre nella maniera la più naturale (e). Antevorta fu anche detta Prosa ; ed ella sapeva alttesì il passato,
di esistere (c) Valerio Flacco poi fa, che Itide fosse ambasciatrice anche di Giove (d). (c). Aeneid. l. 1. (d). Hom. I
inato al soggiorno di tutte le anime. Dal che s’inferisce, che l’uomo anche tra le più dense tenebro del Paganesimo conservò
ssia ire degli Dei nel Cielo(g). Le Furie poi da’ Greci si chiamarono anche Erinnie(h) da erinnyin, adirarsi (i). Ovidio le d
di somma integrità potevano assistervi(a). Le Furie ebbero un tempio anche nella decima quarta Regione di Roma al di là del
te tutte queste cose, siasi data la morte(h). Bellerofonte poi voleva anche ascendere col mezzo di Pegaso perfino in Cielo ;
to, e Dino(d). Melante v’aggiunse Ieno(e). Queste si soprannominarono anche Gree, ossia canute, perchè nacquero co’ capelli d
ci de’ malvagi, simili all’ Eumenidi(b). Ebbero tempj presso i Greci. Anche Sparta ne avea loro eretto uno. Non altrimenti fe
i, ch’eranvi rinchiusi(d). Sotto il nome poi di Mani si riconoscevano anche le ombre de’ morti(e). E quì si osservi col dotto
in quelle de’ buoni, e in quelle de’ cattivi. Le prime si appellavano anche Lari, de’ quali parleremo ; le secondo in pena de
stesso mese presero altresì la denominazione le Feste Februali, dette anche Ferali, instituite per onorare le medesime Deità.
e e degli altri Numi Infernali(d). In quell’ occasione si sacrificava anche alla Dea Muta. Una vecchia maga in mezzo a molte
do al di sopra della sua testa delle fave nere, delle quali ne teneva anche in bocca, e ripetendo nove volte certe parole sen
ssun oggetto era capace di piacergli. Lo vide tendere a’cervi le reti anche la Ninfa Eco, figlia dell’ Etore e della Terra. E
. Plutarco dice, che un’avventura simile a quella di Narcisso accadde anche ad un certo Eutelida. Questi pure la prima volta,
ll’ erba sogliono ciharsene i Mani(c). (16). Il Flegetonte, chiamato anche Piriflegetonte, era un fiume immaginario. Il suo
stava, che le anime fossero vissute bene. Conveniva che fossero state anche purificate ; altrimenti venivano trasferite nell’
re girando, nè lasciavagli un momento di riposo(b). Le Danaidi, dette anche Belidi dal loro avolo, Belo, erano cinquanta. Dan
Ercina, la quale teneva colle mani un’oca (a). Dalla predetta giovine anche Cerere fu soprannominata Ercinna, ed ebbe Feste,
Pluto era creduto il Dio delle ricchezze, ma come tali si veneravano anche Pecunia, Esculano, e Argentino. La prima invocava
Trofonio. Ivi morì di fame, dando oracoli. Si continuò a consultarlo anche dopo morte nello stesso luogo. Chi ciò faceva, er
discendeva nello stesso antro, non mai poscia rideva(b). Trofonio fu anche denominato Giove Trofonio(c). Finalmente a lui fu
vate per decreto del Senato. Il nome di questa Dea fu dato da’ Romani anche ad una porta della loro città, e a certe Feste, d
raccolta, ch’erano per fare. Avvenne, che insieme co’pesci raccolsero anche un tripode d’oro. Nacque contesa tra’pescatori e
ianura, bagnata dal fiume Asopo : donde que’ Deputati si denominarono anche Pilegori. Colà primieramente facevano un sacrifiz
far mostra della loro destrezza e agilità. In quel dì si purificavano anche le greggi col fumo di solfo, d’alloro, e d’ulivo(
d’alloro, e d’ulivo(a). Queste Feste al dire di Suetonio si facevano anche per ricordare, che in que’giorni Romolo aveva get
(b). Potter. Archacol. Graec. l. 2. (25). Le Targelie erano sacre anche alle Ore, e secondo altri a Diana pure(c). (c).
immortalità ; ma essendosi dimenticata di chiedero nello stesso tempo anche il privilegio, ch’egli non mai invecchiasse, ne a
, trovandosi in Italia, fece esperimentare gli effetti del suo sdegno anche a Pico, antico re del Lazio, figlio di Saturno, e
Cicerone era adorata nell’ Isola di Eca(b). Dicesi ch’ella sia stata anche detta Marica, e che sotto tal nome la venerassero
terza Musa fu l’invontrice della Geometria e Agricoltura, e presiede anche alla Commedia. E’ coronata d’edera, con una masch
, stringe una lira nella destra, e tratta colla sinistra un archetto. Anche appresso di lei vedesi Amore con una fiaccola acc
a nato Jalemo, inventore del canto lugubre(i). Le Muse si chiamarono anche Eliconiadi, Parnassidi. e Pieridi da’monti, ove d
al basso, che finì ben tosto di vivere(b). Il Parnasso divenne famoso anche perchè sulle vette del medesimo si ritirarono Deu
ini quello di Caballino, ossia fonte del Cavallo (g). Secondo i Poeti anche chi bevea a questa sorgente, formava degli eccell
i si diede la morte(d). D’un amore simile a quello di Canace arse pur anche Bibli, figlia di Mileto e della Ninfa Gianea, per
iuscì anch’egli eccellentemente nell’arte di suo padre, e la comunicò anche al figlio, Tamiride. Questi divenne così peritiss
aec. l. 4. (b). Theog. v. 371. (1). Tralle seguaci di Diana fuvi anche Polime figlia di Filante. Mercurio la vide a danz
ta Deità, la quale presiedeva a ciò, che dava la vita, presiedeva poi anche a ciò, che accompagna la motte ; ovvero perchè in
’Romani. Le donne però non vollero mai ubbidire a tale proibizione, e anche colle unghie si deturpavano il volto. Innoltre si
oneva per Caronte la moneta, di cui abbiamo parlato. I Greci ponevano anche alla porta del defonto un vaso d’acqua, affinchè
re del Sole. Il morto portavasi sul feretro da’più stretti parenti, e anche da’personaggi i più illustri della città, se era
ico, attorniato da un fascio di verghe. Oltre i fasci vi si portavano anche le Insegne de’Magistrati, che quegli avea ottenut
surnevano vesti lugubri, dette abiti atrati (f). Vestivano alle volte anche il Ricinio, abito corto, mezza parte del quale ge
ndeva per alquanti gradini, e ogni celetta avea la sua porta. Furonvi anche aggiunte colonne e statue, che ornavano i sepolcr
itre di lana, dette tenie. Il funerale terminava coll’Epule, chiamate anche Silicernj. Questi erano banchetti, i quali consis
nticchia, sale, focacce, e carni, riposte sul sepolcro(b), e chiamate anche cibi ferali. Credevasi, che le anime in quel temp
va molto delle loro virtû. Gli Ateniesi non solo lodavano i buoni, ma anche i malvagi. Le vesti alle cene funebri erano bianc
e se ne vedeva pure una, eretta da Lieurgo al Dio Riso. A questo Nume anche la Tessaglia offeriva ogni anno dei sacrifizj (a)
la Dea Strenua, la quale rendeva attivi i pigri (c). A questa davasi anche il nome di Agenoria o Agenora dal verbo latino ag
agli Ornj, popoli della Grocia, vicini a Corinto, da’quali egli preso anche il soprannome di Orneate (b). Anche le giovani di
ni a Corinto, da’quali egli preso anche il soprannome di Orneate (b). Anche le giovani di Colofone, città della Jonia, celebr
orchè lungo le rive del mare celebravano i Misterj di Cerere, a’quali anche l’oggetto da lui amato doveva intervenire. Avvenn
le a Talassio, giovine adorno non meno di valore, che di altre virtù. Anche quel matrimonio riuscì felicissimo ; e però come
e per la loro bellezza moritarono di essere denominate le Grazie (g). Anche Suadela fu da alcuni annoverata tralle medesime (
lungo le rive del Cefiso, fiume della Beozia, per cui si denominarono anche le Dee del Cefiso. Alle medesime si celebravano l
erano risguardate come le Dee della riconoscenza. Ciò veniva espresso anche dalla maniera di rappresentarle. Comparivano giov
iche capace di eseguire tutte quelle ardue imprese ; ma avendo dovuto anche discendere nell’Inferno per raccorre in un vaso p
mone, re di Salamina, il più caro de’suoi seguaci, e fece prigioniero anche Podarce, figlio di Laomedonte. Esione ricercò di
austre Diction. Mythol. (b). Paus. in Corinth. (3). Anfitrite fu anche detta Venilia e Salacia, i quali due nomi esprime
ene per tale fatto versò tante lagrime, che fu convertita in fontana. Anche questa divenne sacra alle Muse. Il cavallo Pegaso
ttuno (a). V’è chi lo confonde cori Vertunno, Dio de’giardini, perchè anche questi prese diverse figure per conciliarsi l’aff
di rendere colei sensibile a’di lui amorosi eccitamenti, si trasformò anche in vecchia, entrò negli orti di lei, fece mostra
di cane, e col rimanente del corpo, simile a quello de’serpenti (d). Anche Omero le diede dodici piedi e sei teste, ciascuna
he ambedue si tennero come Divinità marine ; che a Melicerta si diede anche il nome di Portuno ; e ch’egli si dipinse con una
o di mettervi piede, ne restava tosto dal Nume severamente purito(a). Anche in Roma aveva un tempio vicino al ponte Emilio, i
o fosse figlio d’Astreo e d’Aurora(a). Euro poi da’ Latini si appellò anche Vulturno(b). Altri però soggiungono, che questo è
Altri però soggiungono, che questo è diverso da quello, e ch’esso fu anche detto Euronoto, perchè spira tra l’Euro e’l Noto(
hè non nuocesse. Ella aveva un tempio nella prima Regione di Roma(c). Anche Panda o Pantica fu da’ Romani tenuta in somma ven
gioventù si accinse a far argine a tanta rovina. Comparve tra quelli anche Atalanta, figlia di Jasio, o Scheneo, re degli Ar
). Cantel. de Rom. Rep. (e). Potter. Archaeol. Graec. l. 2. (6). Anche altre Dee si videro ricoperte del Peplo. Esso d’o
o stesso ornamento(g). Questo medesimo Poeta vuole che il Peplo fosse anche proprio degli Dei. (a). Potter. Archaeol. Graec
ec. l. 2. (7). Gli Ateniesi solevano descrivere nel Peplo di Minerva anche i nomi de’ benemeriti della Repubblica(h). (b).
la Festa Arreforia, di cui abbiamo parlato, e la quale perciò diceasi anche Erseforia d. (d). Athenag. in Apolog. (a). P
di Minerva (b). Egli, come riferisce lo Scoliaste di Apollonio, ebbe anche un figlio, di nome Falero, che fu uno degli Argon
quella di una spada(a). Dal nome poi di Quirite, attribuito a Marte, anche Romolo, di lui figliuolo, si chiamò Quirino. Altr
ebbe la stessa denominazione. Finalmente Quirinali si appellarono pur anche le Feste e i sacrifizj, che ogni anno si celebrav
icare i rei e tutto ciò, che riputavasi immondo. Essa poi venne usata anche in molte altre circostanze. Il timore di qualche
). Varr. de L. L. l. 5., Tit. Liv. l. 27. (3). I Romani celebravano anche un’ altra Festa, denominata Tubilustrio, per puri
nato per dare udienza a coloro, che non voleva ammettere in città(e). Anche Bellona aveva i suoi Sacerdoti. Questi si chiamav
innocenza ; l’altra Ibreos, ossia sedile della reità (a). Ivi usavasi anche la Clepsidra, ossia l’orologio d’acqua, per misur
Paus. l. 1., Apollod. l. 3. (7). La morte di Allirrozio si racconta anche in altro modo. Dicesi ch’ egli erasi proposto di
t. Rom. c. 21. (8). Il picchio era singolarmente venerato da’ Romani anche perchè un uccello di questa spezie portò un giorn
Calep. Sept. Ling. (1). Come Numi, presidi al fuoco, si veneravano anche Laterano, e Fornace. L’uno presiedeva a’ focolari
3 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLVI. Giasone e Medea » pp. 342-489
ler fare anch’essa un dono alla novella sposa, e le diede un abito ed anche un cinto spalmati di magici succhi, che divamparo
altri la chiamano Creusa, morì carbonizzata, e l’incendio si comunicò anche alla reggia. Nè solo di questa atroce vendetta fu
solo di questa atroce vendetta fu paga la furibonda Medea, ma uccise anche i figli, potendo più in lei l’odio contro Giasone
, nessuno dei moderni vorrà credere che non ve ne fossero state altre anche avanti. Si può bene ammettere che fosse la prima
ta a nuoto ; e sappiamo dalla Storia della scoperta dell’America, che anche i selvaggi di quella parte del mondo adopravano p
ntemente tragediabile, per dirlo col vocabolo usato dall’Alfieri ; ed anche nel secolo di Augusto sembra che si recitassero f
er mille ; e quasi nessun poeta tralascia di accennarlo, e tra questi anche Dante. Dicono che Anfione col suon della cetra e
nferno. Oltre i massi e le quercie egli traevasi dietro ad ascoltarlo anche le tigri e i leoni : il che, secondo Orazio, sign
ferina 82. Ma questi e simili prodigii furon dai Mitologi attribuiti anche ad altri civilizzatori dei popoli83 : di Orfeo so
soltanto e non d’altri è propria la gloria di avere operato prodigii anche nel regno delle Ombre, ove discese essendo egli i
ando giù per le balze del Rodope cadde nel sottoposto fiume Ebro ; ed anche così com’era spiccato dal busto e trasportato dal
nti a strangolarlo ; ma il fanciullo, che, per quanto dicono i poeti, anche in culla era degno di Giove, strangolò loro. Ques
di Giove, strangolò loro. Questo fatto divenne tanto famigerato, che anche i pittori, e principalmente gli scultori si dilet
ografia lo dissero Hercules che noi traduciamo per Ercole. Chiamavasi anche Alcide, o dall’avo suo Alceo, come asserisce Erod
raddoppiarsi all’Idra tutte le teste che egli tagliava. Adoprò allora anche il fuoco per ristagnare il sangue che sgorgando d
e di essa tinse le sue freccie che divennero in appresso tanto famose anche nei poetici racconti della guerra di Troia. Il Ca
rasformato nel segno del Zodiaco di tal nome e fregiato di 85 stelle. Anche l’Idra fu trasportata nel firmamento, e dagli Ast
tre un mirabile distintivo, cioè le corna d’oro, ed alcuni aggiungono anche i piedi di bronzo, Euristeo voleva possederla viv
rritorio, ed esse fuggirono in Tracia a tormentar Fineo ; discacciate anche di là da Calai e Zete si fermarono nelle Isole St
orsi tra le favole : non ostante era creduta non solo anticamente, ma anche dopo la scoperta dell’America, e fu dato il nome
I tiranni non son mai mancati in qualsivoglia regione del mondo : anche Dante diceva, « Che le terre d’Italia tutte pie
che dava Ercole ai naviganti, di non avanzarsi nell’Oceano Atlantico. Anche Dante rammenta quello stretto con una perifrasi e
egli da Euristeo, compì Ercole di proprio moto e di spontanea volontà anche altre imprese non meno importanti e celebri, nel
logi gli attribuiscono molte altre mogli da lui sposate in Grecia, ed anche una in Italia, e questa dicono che fu la figlia d
egio che avea di trasformarsi in toro e in serpente. Infatti combattè anche sotto queste due forme, oltre che in quella di Nu
e. Polluce, per ultimo e impareggiabil tratto di amor fraterno, volle anche comunicare la propria immortalità all’estinto fra
eno che due di prima grandezza, le quali perciò si scorgono benissimo anche ad occhio nudo. Queste furono e son chiamate Cast
e antenne e degli alberi dei bastimenti dopo la tempesta. Le rammenta anche il Redi nel suo Ditirambo Bacco in Toscana : « A
avanti l’era volgare. Come re e legislatore dei Cretesi è rammentato anche da Cicerone nelle Tusculane e nei libri della Rep
toro101. Di più fu detto che questo mostro era carnivoro e pascevasi anche di carne umana. Minosse per allontanarlo dalla vi
vo che significa mirabilmente ingegnoso 103, e diedero questo epiteto anche ad alcune Divinità, non che alle più straordinari
nche ad alcune Divinità, non che alle più straordinarie opere d’arte. Anche l’Ariosto chiamò Dedalo Architetto chi costruì il
, mi fece « Ardere a tal che l’avea per figliuolo. » Dante rammenta anche il volo d’Icaro là dove assomiglia la sua paura a
questa impresa, frequentemente necessaria a quei tempi, è attribuita anche ad altri Eroi, tra i quali ai gemelli Castore e P
Atene. L’invenzione del filo di Arianna divenne tanto famigerata, che anche nelle lingue moderne vi si allude metaforicamente
del ragionamento e simili. Del Minotauro e del filo di Arianna parla anche Dante nell’Inferno, ove afferma che egli trovò il
iù fidi amici dell’antichità. Senza citare i poeti, dirò soltanto che anche Cicerone rammenta Teseo come esempio di vera amic
e eran nati dalle Nuvole ; e per quanto sia strana questa invenzione, anche Dante la riporta nella Divina Commedia, e trova i
chia così terribile e sanguinosa, che quasi tutti i poeti (tra questi anche Dante come abbiam veduto) o la descrivono o almen
ndo qual’anima si svelle « Del sangue più che sua colpa sortille. » Anche nelle Belle Arti furono rappresentati i Centuari
uesto il soggetto della celebre tragedia di Racine, intitolata Fedra. Anche Teseo finì miseramente i suoi giorni ; in lui già
parte la risposta dell’Oracolo. E fin qui i fatti narrati potrebbero anche ammettersi come istorici ; ma quanto all’avverars
di Adrasto re degli Argiesi ne sposò la figlia Argia, e così impegnò anche di più quel re, divenuto suo suocero, ad aiutarlo
molecole dei loro corpi. E di questo mitologico prodigio fa menzione anche Dante là dove parlando della duplice fiamma che r
ndo salvarla dalla crudeltà di suo padre, si uccise per disperazione. Anche Ismene volle subire la stessa sorte della sorella
ilatate falde, « Come di neve in alpe senza vento ; » e aggiunge che anche laggiù quell’anima dannata sfidava il supremo dei
sere stato causa della morte di Anfiarao e di Erifile, riuscì funesto anche al figlio Alcmeone che ne fu l’erede. Ne fece egl
e : devastazioni e stragi non ne mancarono ; e v’è chi afferma che fu anche saccheggiata la città di Tebe e che Tersandro fig
gici e delle antiche plebi ; ed alcuni non hanno cessato di comparire anche sui moderni teatri francesi ed italiani. Basterà
oso colla frode e col tradimento. Promettendo qualunque premio (fosse anche la metà del regno) a Mìrtilo cocchiere diEnomao,
aventevole pestilenza in quell’isola, che morirono tutti i sudditi ed anche la regina, e vi rimase soltanto il giovinetto Eac
na conferma che sia ora finalmente accertata non solo l’esistenza, ma anche la precisa ubicazione della famosa città di Troia
sublimi pœti, non era il solo nè il primo che essa ebbe ; e si trova anche chiamata Dardania, Teucria, Ilio e Pergamo. Anche
a ebbe ; e si trova anche chiamata Dardania, Teucria, Ilio e Pergamo. Anche Dante in una stessa terzina la chiama Troia ed Il
Ilïòn fu combusto. » Ed inoltre ripete ambedue questi stessi termini anche in una terzina del C. xii del Purgatorio, dicendo
ove e di Elettra una delle 7 figlie di Atlante. In tutto ciò concorda anche Virgilio, che spesse volte rammenta Dardano come
ed Ettore ed Enea, « Cesare armato con gli occhi grifagni ; » poichè anche Giulio Cesare dittatore discendeva dai Troiani, e
; e da questo re si fa derivare il nome di Teucria dato alla città ed anche al territorio Troiano : tutti gli altri re per al
ti danno questo nome ad Eretteo re di Atene che fu figlio di Vulcano. Anche Omero, come abbiam veduto, lo dice soltanto il pi
ella città e i cittadini126, e per Troia il fabbricato della città ed anche il territorio. Questa distinzione che riconoscesi
to soltanto alla parte più alta e più fortificata della città, ov’era anche il palazzo del re127 ; poichè nell’antico linguag
a notarsi non solo Ilo che fu re di Troia dopo la morte del padre, ma anche Assàraco e Ganimede. « Assàraco ebbe Capi e Capi
della Dea Ebe. Di Ganimede hanno fatto parola quasi tutti i pœti ; ed anche nella prosa del volgo il nome di Ganimede è usato
indicare un giovane azzimato e lezioso. Dagli Antichi per altro ebbe anche l’onore di esser posto nella Costellazione detta
andarono una inondazione ed una pestilenza nella Troade. Così accadde anche allora, come avvien quasi sempre, che son puniti
are la moglie e i tesori : a quel che pare, si sarebbe poi contentato anche dei tesori soltanto, perchè vide bene che la mogl
igenía, e la immolò difatti, secondo che scrivono i più, e tra questi anche Dante, che rammentando nel Canto v del Paradiso q
rispondenza col nemico, sotterrati a bella posta nella tenda di esso. Anche Virgilio nel libro ii dell’Eneide parla di Palame
si estende, secondo i computi degli eruditi, tutt’al più a 51 giorno. Anche chi non abbia prima d’ora letto l’Iliade, potrà,
me bestie da soma. Finchè durò il Paganesimo, tutti i popoli antichi, anche i più civili, e gli stessi Romani, consideravano
ti furo gli estremi onor renduti « Al domatore di cavalli Ettorre. » Anche Ugo Foscolo termina il suo celebre Carme sui Sepo
va bene che di Achille esisteva un figlio nato da Deidamia, e vivente anche allora alla corte dell’avo suo Licomede in Sciro 
ati. L’episodio di Laocoonte fu reso celebre non solo da Virgilio, ma anche dalla greca scultura. Laocoonte sacerdote di Apol
spaventevoli serpenti che li cingono con le loro spire. Può vedersene anche una copia in marmo (fatta da Baccio Bandinelli) n
legno, oltre al farne la più eloquente narrazione Virgilio, ne parla anche Dante, che mette Sinone nell’Inferno tra i fraudo
cavallo pieno d’armi e d’armati dal campo greco fin dentro Troia, ed anche nell’alto della rôcca ; il qual racconto è da far
imento. Tal ne corse la fama che fu accolta come nunziatrice del vero anche da celebri scrittori, e tra questi dall’Alighieri
o alle argive schiere e trasportarsi in Italia, ove fondò Padova. Che anche Dante avesse di lui questa opinione lo dimostrò c
iprenderla per moglie al suo ritorno in Grecia, come difatti avvenne. Anche di Enea fu detto da qualche scrittore di minor co
artisti antichi e i moderni a rappresentarle in tele e in marmi ; ed anche il vivente scultore Pio Fedi col suo mirabil grup
abil vendetta. Le prede non eran soltanto di schiavi e di schiave, ma anche di ricchi tesori che i Greci non avevan dimentica
e al padre era sempre un imminente pericolo pel figlio dell’uccisore. Anche questo tragico fatto fu espresso in marmo dal cel
giore l’ira sua e il desiderio di vendetta. Aiace stesso Oilèo (detto anche il minore Aiace per distinguerlo dall’altro Aiace
parte del suo regno, ed ivi fondò la città di Arpi, e, secondo altri, anche Siponto, presso il monte Gargano. Egli era ancor
la guerra con quella nazione era stata dannosa agli stessi vincitori. Anche Filottete invece di tornare nella sua patria venn
da farne le maraviglie, quando sappiamo che Ulisse, come gli fa dire anche Dante, stette con Circe più d’un anno là presso G
maga Circe, presso il promontorio Circello, là sovra Gaeta, come dice anche Dante, tornò indietro e passò davanti all’isola d
tti gli eccessi di Achille dipendevano dall’impeto degli affetti, che anche nei tribunali umani sono una causa attenuante che
e : ond’io lasciai la cima « Cadere, e stetti come l’uom che teme. » Anche l’Ariosto ha fatto cangiare Astolfo in mirto dall
e XLVIII, ed accennammo che oltre gli antichi poeti ne avevan parlato anche Dante e l’Ariosto. Virgilio racconta che i Troian
di Virgilio, poichè oltre i poeti Properzio, Silio Italico e Stazio, anche i geografi Solino e Mèla confermano la stessa ori
ano Gaeta, e nello stesso modo l’aggettivo Caietanus divenne Gaetano. Anche Dante ripete che alla città di Gaeta fu dato ques
aviglioso mitologico ; e lo stesso Tito Livio (come abbiamo osservato anche altrove), nel narrare certi fatti poco o nulla cr
pur anco le cause di certi usi od abusi od errori dei popoli pagani, anche nei tempi istorici, finchè durò il culto dei loro
ll’India e nella Persia, da tempo immemorabile, e si mantiene tuttora anche fra i Chinesi e i Musulmani. Gli Ebrei ne apprese
egli il primo a far questa distinzione, e che non solo i filosofi, ma anche gli antichi romani separarono la religione dalla
e di nuovo percuotendoli, ritornò maschio. Questa favola fu riferita anche dall’Alighieri nel Canto xx dell’Inferno, ove Vir
arono a cercar nuove terre ed una nuova patria. Credevasi inoltre che anche dopo la morte egli avesse conservato lo spirito p
suoi futuri destini. Ebbe Tiresia una figlia chiamata Manto, indovina anche essa, che esercitò, finchè visse, l’arti paterne,
ievi « Si perdea la sentenzia di Sibilla. » (Parad., xxxiii, v. 65). Anche gli scrittori ecclesiastici che composero polemic
la vita di lui 163. Quindi è che le immagini delle Sibille si trovano anche nelle Chiese, come per es. nel Duomo di Siena si
lignare queste imposture, ma spesso le favorivano, le sanzionavano ed anche se ne impadronivano per servirsene a modo loro a
rsene a modo loro a dirigere o contenere il mobile volgo. Ecco perchè anche i poeti, amanti sempre e fautori del maraviglioso
asserito con sicurezza che questo nome di Tomi lo aveva il territorio anche prima che vi fosse fabbricata la città : « Sed v
posto in pratica più volte per alcuni principi e potenti della Terra. Anche nel 1600 fu tentata dai medici francesi la trasfu
e la responsabilità dei mezzi. Anzi nel 1668 fu proibita e condannata anche per legge. Non ostante si asserisce da alcuni aut
di una bestia nelle vene dell’ uomo o della donna non è proibita ; ed anche in Italia, e precisamente in Napoli, fu eseguita
Scienze e Lettere in Milano, pubblicò tra gli altri temi di concorso anche il seguente Tema per l’anno 1875 : La trasfusione
lib. vi delle Metamorfosi fa dire a Niobe, tra le altre millanterie, anche queste : « Me gentes metuunt Phrygiæ, me regia C
esto fatto mitologico che credevasi accaduto in tempi storici parlano anche Erodoto e Cicerone, non che i poeti : tra i quali
non è veramente altro che il pianeta di Venere. Infatti, troviamo che anche Cicerone nel lib. ii De Nat. Deor. lasciò scritto
secus ac notas, auditorem rapit ; » (De Arte poet., v. 146…..) V’era anche un altro proverbio in latino : ab ovo usque ad ma
12ª.) 99. Questo fenomeno elettrico è chiamato il fuoco di S. Elmo anche in fisica e meteorologia ; e si manifesta non sol
chiesa era illuminato da luce fosforescente, e non la sola punta, ma anche l’ asta ed una parte della catena. Salla punta de
e. 105. Lo stesso nome greco di questo giovinetto (Perdix) fu dato anche in latino alla pernice, come noi chiamiamo questo
diedero motivo alla trasformazione del giovinetto Perdice in pernice, anche le seguenti : « …… nomen quod et ante remansit.
i giovani studiosi, che sebbene anticamente fosse creduta tale, e sia anche proclamata dalla legge Mosaica, fu poi riconosciu
. » — (Cic., De Off. i, 10.) Dante applica questa stessa distinzione anche ai voti imprudenti, e fa così dire a Beatrice nel
s a magno demissum nomen Julo. » (Virg., Æneid. i, v. 286…..) 126. Anche nella lingua latina vi sono i due vocaboli Urbs e
a propriamente il materiale della città, ed il secondo i cittadini ed anche il diritto di cittadinanza ; come pure dei due ap
ificazione più estesa, riferibile non solo alle relazioni interne, ma anche alle esterne colle altre nazioni, mentre il secon
fensa fuissent. » (Virg., Æneid., ii, v. 291…..) 128. Così diceva anche Orazio : « Quidquid delirant reges, plectuntur A
ri nell’atto iv del suo Oreste, e produce sempre grandissimo effetto. Anche Dante alluse a questo fatto, concissimamente com’
sono Oreste, come un esempio sublime di amor del prossimo, conosciuto anche dai Pagani. 138. Perciò nella famosa ambigua r
me un Indigete Dio, e perciò non gli furono resi onori divini. 142. Anche nel Canto xxvii del Paradiso conferma l’opinione
ce me contro me giusto. » 145. I poeti ci hanno conservato il nome anche di due altre Arpie, che eran chiamate Occìpete e
s undas « Imprecor, arma armis : pugnent ipsique nepotes. » 150. Anche Dantenel Canto xix del Paradiso rammenta Anchise
4 (1874) Ristretto analitico del dizionario della favola. Volume I pp. -332
a pupilla, l’occhio infine, vuole la sua gran parte nell’osservazione anche morale di un obbietto qualunque ; e l’intelligenz
on solo il fatto nella sua forma primitiva e tradizionale, ma avranno anche agio di internarsi nelle più peregrine bellezze l
, nell’animo del lettore. É, al certo, altamente utile ed importante, anche sotto l’aspetto letterario, quell’opera scientifi
cerimonie proprie del culto individuale di ogni deità degli antichi ; anche nelle turpi ed infami lascivie che componevano tu
ri esempii, i quali tutti verrebbero in appoggio delle nostre parole. Anche a traverso le folte e tristi nebble dell’eresie,
ver sostituito un libro, alla spada che brandiva il Dio della Guerra. Anche più presso a noi, e propriamente nella città di M
ragione condanna, forse, simili fantasticherie ; ma, noi lo ripetiamo anche una volta, nella citazione dei fatti, non discuti
fissato nell’Olimpo. Fino a queste configurazioni, diremo ser plici, anche sotto la forma allegorica, l’in elligenza dei mit
Fondo di un mito può essere un’idea, una credenza, un sentimento, ed anche un concetto della mente : può essere un fatto, un
i soggetti del quale sono gli attori, le figure staccate e visibili, anche nell’immaginazione, le persone che animano i miti
ato dal Greci a Bacco. per alludere che egli era stato loro padre. ed anche perchè era stato allevato sul monte Nisa. La magg
inima oscurità su quanto noi abbiam cercato di delucidare, adoperando anche nella fraseggiatura dei periodi, una elocuzione l
ri e statisti ammisero i miti come utili, attesa la natura dell’uomo. Anche persone mature, dal veder figurate alcune scene m
di A. Maffei) In questo tempo i giganti erano sulla terra e furono anche da poi… … . . Genesi. Cap. VI. Una religione,
gli antichi vollero idealizzare in Saturno il Tempo che divora tutto, anche i suoi figli. 3. Abans. — Nome dato ad Apollo da
e patronimico dato a Perseo, nipote di Abas, re degli Argivi ; da cui anche i re d’Argo furono detti Abantiadi. Essendovi nel
anza lo cangiò in lucertola. Si crede da molti storici che egli fosse anche conosciuto sotto il nome di Alas-Stellio ; forse
Stellia. Enea ebbe un compagno molto a lui affezionato che chiamavasi anche Abas, come pure vi fu un Centauro dello stesso no
vasi anche Abas, come pure vi fu un Centauro dello stesso nome. Vi fu anche un altro Abas, da non confondersi col re degli Ar
tori che sia lo stesso che Apollo o il Sole, che i Cretesi chiamavano anche Abelios. 15. Abeone e Adeone. — Divinità che pres
X tradotto da Monti). 18. Abido. — Città dell’Asia sull’ Ellesponto. Anche in Egitto vi era una città di questo nome in cui
ri che confusero questi Sciti con gli Ipomolgami. Questi ultimi detti anche Galadefagi facevano del latte di giovenca la loro
i, veniva ritenuta come un amleto divino e soprannaturale, ed adorata anche essa come una divinità. 22. Abracax o Abraxas. — 
ceano col Mediterraneo. 27. Acacalide. — Ninfa sposata da Apollo. Era anche conosciuta sotto lo stesso nome una figlia di Min
a a galla, si ritornava lo scritto come spergiuro. 30. Acalo. — Detto anche Perdix, nipote di Dedalo. Egli fu l’inventore del
anto (Ved. Tom. 3° pag. 121). 34. Acarnania. — Provincia dell’ Epiro. Anche in Egitto v’era una regione conosciuta sotto tale
cciatore, figlio di Pelia re di Tessaglia. Creteisa sua moglie, detta anche Ippolita, s’innamorò perdutamente di Peleo, e gli
à di Acasto, e delle calunnie dell’impudica moglie di lui. Acasto era anche il nome di una ninfa figlia dell’ Oceano e di Tet
illa 39. Acca Laurentia. — Altra sorella della regina Camilla. Vi fu anche un’altra Acca Laurentia moglie del pastore Fausto
lla significazione di questa parola che libera dalle malaitie si dava anche a Teleforo il soprannome di Acesio. 43. Aceste. —
n sagrificatore Acete per ricompensarlo della sua buona azione. Vi fu anche un altro Acete, figlio del Sole e di Persa. Egli
e una delle sue figlie in consorte a Pirro. Evandro re d’Italia, ebbe anche uno scudiero per nome Acete. 45. Achaja. — Contra
Achea. — Soprannome dato a Cerere ed a Pallade. 49. Acheloia. — Detta anche Callirhoe, figlia di Acheolo. 50. Acheloidi. — No
, Agamennone gli tolse una bella e giovane schiava detto Ippodamia, o anche più comunemente Briseide, dal padre Briseo. Achil
tta dal nome di Achille, al quale vi si tributavano onori divini. Era anche Achillea il nome di una fontana vicino Mileto, de
onore di Achille. 62. Achiroe. — Nipote di Marte. 63. Achlys. — Detta anche Achelaa, dea dell’oscurità e delle tenebre. Esiod
a celebre nell’isola di Creta. 75. Acmonide. — Uno dei Ciclopi. Si dà anche questo nome a Saturno, nonchè a Cœlus come figlio
asa di duolo, senza essersi aspersi d’acqua lustrale, la quale veniva anche adoperata per lavare il cadavere. 82. Acquario. —
lo fece divorare dai suoi cani. Uno dei cavalli del Sole si chiamava anche Acteone. 93. Actor. — Padre di Menozio e Avo di P
tor. — Padre di Menozio e Avo di Patroclo, il quale per questo veniva anche chiamato Actoride. Vi fu anche un Actor padre di
i Patroclo, il quale per questo veniva anche chiamato Actoride. Vi fu anche un Actor padre di due figli ricordati del paro ne
 — Nome d’una delle Nereidi. 101. Adeo. — Antico Re dell’ Attica. Era anche il soprannome dato ad Apollo. V. Adiaco. 102. Ade
vean teso intorno al simulacro di Giunone alcuni rami d’albero. Vi fu anche una sacerdotessa di Giunone così chiamata ; ed un
eci che si riunirono per dare la caccia al cignale di Calydone. Prese anche parte alla spedizione degli Argonauti. Fu presso
modo di aggiogare sotto lo stesso giogo le due belve. Apollo ottenne anche dalle Parche che quando Admeto sarebbe vicino all
avasi in gioia, volendo alludere così all’apoteosi d’Adone. Adone era anche il nome di un fiume presso la città di Biblo nell
— Divinità che si crede essere la stessa che la Vittoria. Si chiamava anche Adorea una festa in onore delle principali divini
ella aveva in Asporena, città dell’Asia minore vicino Pergamo. Veniva anche detta Montana, ciò che vale lo stesso. 117. Adram
i. Essa era figlia di Giove e della fatalità, che altrimenti chiamasi anche essa Nemesi. Secondo Plutarco era l’unica furia m
i Greci, Adrastea non fosse che un soprannome di Nemesi. Adrastea era anche il nome di una Ninfa, e di una ancella di Elena.
mata degli Epigoni, secondo che narra Pindaro e Euripide. Adrasto era anche il nome di un Re dei Dori, che Telemaco uccise a
’armata Greca che dopo 10 anni d’assedio espugnò e distrusse Troja. È anche conosciuto sotto il nome di Re dei Re, perchè ave
poeti, e perciò questa fonte fu consagrata alle Muse, le quali furono anche conosciute sotto il nome di Aganipidi. 156. Agape
nunte. Colpito Agdisto dal male che aveva fatto, ottenne da Giove che anche dopo la morte di Ati qualcuna delle sue membra no
Agenore. — Figlio di Nettuno e di Livia. Egli sposò Telephassa detta anche Agriope dalla quale ebbe Europa, Cadmo, Fenicio e
cerca con espressa proibizione di ritornare senza di lei. Agenore era anche il nome di un re di Argo, e di uno dei figli di A
igli di Antenore. 175. Agenoria o Agerone. — Dea dell’industria detta anche Strenuà. 176. Agenoridi. — Discendenti di Agenore
agli 11 gennaio, 21 maggio, e 13 dicembre. I Sacerdoti di Marte erano anche conosciuti sotto questa denominazione. 194. Agoni
ante. 196. Agonio. — Dio che presiedeva alle intraprese. Mercurio era anche chiamato Agonio perchè presedeva agli spettacoli.
ne feste da essi celebrate in onore di Minerva. Una delle Grazie avea anche questo nome ; Erectheo re di Atene ebbe una figli
. Agraulo. V. Aglauro. 202. Agray. V. Agrao. 203. Agresto. — Che vale anche campestre, soprannome dato al Dio Pane. 204. Agri
anie. 206. Agrio. — Figlio di Parthaone e padre di Tersite. Vi furono anche due altri Agrio, uno dei quali fu figlio d’Ulisse
i Agrio, uno dei quali fu figlio d’Ulisse e della maga Circe. Agrio è anche il nome di uno dei Titani che dettero la scalata
d’Orfeo, viene di sovente designata con questo nome. Vol. I. Vi fu anche un’altra Agriope, che fu moglie di Agenore V. Age
ei versi d’Omero, di Virgilio, e di altri poeti. 216. Aidone. — Detta anche Aedone, figlia del re Zeteus, fratello d’Anfione.
ella colpevole madre, la cangiarono in uccello. La favola fa menzione anche di un’altra donna a nome Aedone, figlia di Pandar
da lunge la figura d’una capra, che i Greci chiamavano Aix. Aixa era anche il nome di una delle ninfe nutrici di Giove. 220.
jace alla sola Minerva, senza lasciarvi intervenire Nettuno. Ajace fu anche il nome di un figlio di Telamone e di Esione ; no
e che da lui prese nome. 230. Alastore uno dei Cavalli di Plutone. Fu anche il nome del fratello di Neleo, figlio di Nestore 
i di Sarpedone che fu ucciso da Ulisse all’assedio di Troja, venivano anche denominati Alastori alcuni genii malefici. 231. A
acoli in una foresta vicina alla città di Tybur, che dal suo nome era anche detta Albunea e che era a lei consagrata. Questa
detta Albunea e che era a lei consagrata. Questa Sibilla si chiamava anche Albuna e si crede essere la stessa, conosciuta so
figlia del re e alla morte di questo gli successe nel governo. Vi fu anche un Trojano così chiamato, il quale sposò Ippodami
ro padre : ciò che essi fecero uccidendo non solo Temeno e Axione, ma anche Fegeo e Arfinoe, e consacrarono la fatale collana
no Minerva. 242. Alcide. — Nome di Ercole dall’avo Alceo. Minerva era anche soprannominata Alcea dalla parola Alce che signif
Esone e madre di Giasone. 244. Alcimedone. — Celebre scultore. Vi fu anche un altro Alcmedone annoverato fra gli Dei della G
angiate nell’uccello conosciuto sotto il nome di Alcione. Alcione era anche una delle figliuole d’Eolo, re dei venti della st
e Pleiadi. Finalmente un uccello marino consacrato a Teti fu chiamato anche Alcione. 249. Alcioneo. — Famoso gigante che socc
n giudizio innanzi ad un tribunale composto di dodici Numi. Vi furono anche diverse altre donne conosciute sotto questo nome 
colare. 257. Alectone o Aletto. — Una delle tre Furie infernali dette anche Eumenidi. 258. Alectore. — Fu uno dei capi Argivi
prima della loro nascita. 264. Alemonide Miscelo figlio d’Alemone era anche così detto dal nome del padre. 265. Aleo. — Re d’
amo. I pastori che l’allevarono lo chiamarono Paride V. Paride. Vi fu anche un altro Alessandro figlio di Eristea. 270. Alete
fu ucciso da Oreste. 271. Aletide. — Feste in onore di Erigone detta anche Aleti. 272. Aetryomanzia. — Formola di uno scongi
a. 299. Aloo. V. Aloeo. 300. Alopo o Aleppo. — Una delle Arpie. Vi fu anche un’altra Alope figlia di Cercione, la quale avend
a di Giove, facendolo nutrire con latte di capra. Amaltea si chiamava anche la sibilla di Cuma. 312. Amanio. V. Amano. 313. A
usa. — Venere era così chiamata dalla città di Amatunta. Amathusia fu anche il nome della madre di Ciniro re di Cipro. 319. A
affetto. 334. Amicica. — Città della Laconia, patria di Elena. Vi fu anche un’altra città di questo nome, di cui la tradizio
so tempio di tutto il Peloponneso. Pausania asserisce che Amicleo era anche il nome di un dio particolare della Grecia, ove a
cerlo e questi l’uccise. 337. Amida. — Una delle figlie di Niobe. Era anche così detta una delle principali divinità dei Giap
he tutte le religioni hanno simboli ed allegorie proprie non solo, ma anche ereditate da altre credenze e da altri culti. Fin
e ereditate da altre credenze e da altri culti. Finalmente Ammone era anche il nome di un re della Libia, il quale per questa
di. — Vedi l’art. prec. 345. Amoca. — Una delle nutrici di Diana. Fu anche un soprannome dato a Cibele e a Cerere. 346. Amon
 Figlio di un satiro e di una Ninfa, fu amico di Bacco, il quale ebbe anche uno dei sacerdoti del suo culto conosciuto sotto
eide. — Soprannome di Mopso, da suo padre Ampix. 352. Ampico. — Detto anche Ampix, figlio di Clori, e padre di Mopso, di cui
Mopso, di cui nell’articolo precedente. Uno dei figli di Pelia viene anche ricordato sotto questo nome. 353. Amulio. — Fu f
ne a Polluce. 356. Amyeo. — Figlio di Nettuno e re dei Bebrici. Vi fu anche uno dei più famosi centauri compagno di Enea, che
Nettuno, il quale qualche tempo dopo la cangiò in fontana. Amyone fu anche il nome di una figlia di Belo. 360. Anacee. — Fes
lo. 360. Anacee. — Feste in onore degli Dei Dioscuri i quali venivano anche detti Anaci dalla parola greca Λναξ che significa
— I Pagani credevano che così fosse nominato il dio dei Giudei. Vi fu anche un greco, figlio di Menteo che avea questo nome.
 — Padre di Toaso, fu uno dei capi Greci che assediarono Troia. Vi fu anche un altro Andremone che fu genero di Oeneo. 395. A
he dette il suo nome all’isola d’Andros. Uno dei figli di Anio veniva anche così denominato. 403. Anello di Minos. — Teseo es
elemaco. Fu uno di coloro che volevano sposare Penelope. La favola fa anche menzione di un centauro conosciuto sotto questo n
ere quo rellet. Orazio — De arte Poetica Epistola III. Anfione era anche il nome d’uno degli Argonauti, ed un re d’Orcomen
cise per inavvertenza giuocando alla palla. La Sibilla di Cuma, detta anche Anfrisia trasse il suo soprannome da que to fiume
lla quale si ricorreva contro la schinozia o malattia della gola. Era anche ritenuta come la dea del silenzio. Tempo e omai
sseriscono essere Temi ; altri finalmente la ninfa lo, la quale viene anche scambiata di sovente con una delle Atlantidi, che
ntenore. vedi Antenore. Fu ucciso da Paride per isbaglio. Si chiamava anche con tal nome uno dei capitani di Enea. 462. Antes
ni. Ercole avendole fatta prigioniera ne fece presente a Teseo. Vi fu anche un’altra Anthiope figlia di Nitteo, la quale ebbe
che i Greci fecero prigioniera quando s’impadronirono di Troia. Vi fu anche un’altra per nome Antia moglie di Preto. 469. Ant
, marito di questa, lo uccise in una festa. L’imperatore Adriano ebbe anche un suo carissimo amico a nome Antinoo, giovane di
Dio. — Denominazione di Bacco perchè egli era della Beozia, chiamata anche Aonia. Veniva così detto anche Ercole per la stes
perchè egli era della Beozia, chiamata anche Aonia. Veniva così detto anche Ercole per la stessa ragione. 488. Aorasia. — Voc
uella forma allorchè tutti gli Dei furono vinti da Giove. Si chiamava anche Osiride e Serapide. Gli Egiziani riguardavano il
costellazione conosciuta sotto il nome di orsa maggiore. Evandro ebbe anche un figlio chiamato Arcade. Con tale denominazione
significa principe. E soprannome dato ad Apollo e ad Ercole. Si dava anche quello di Archegesia a Minerva. 519. Archemore. —
oprannome di Diana che le veniva da una foresta delle Gallie chiamata anche oggi Ardenna e che era a lei consacrata. 529. Are
cuculo. 541. Argea o Arga. — Ninfa che il sole cangiò in biscia. Era anche così chiamata una delle figliuole di Giove. La tr
della dea Pecunia. Vedi Es. 544. Argeo. — Figlio di Pelopo. Ve ne fu anche un altro seguace ed amico di Ercole che egli ebbe
lo costruì con gli alberi della foresta di Dodona, ciò che gli faceva anche attribuire la favolosa virtù di parlare e di rend
ici col quale Virgilio e molti altri poeti li dinotano sovente. Vi fu anche un altro Argo, figliuolo di Arestore. La tradizio
onna che avesse amata, si tolse di propria mano la vita. Arpalice era anche il nome di una figliuola d’ Arpalico re della Tra
indifferenza, del che sdegnata Venere la cangiò in pietra. Arsinoe fu anche il nome di una figliuola di Tolomeo Lago, la qual
Artemisia. — Nome della Sibilla Delfica, detta similmente Dafne. Era anche uno dei soprannomi di Diana da alcune feste dette
dice male. Ovidio Metamorfosi libro V trad. Dell’ Anguillara. Vi fu anche un altro Ascalafo, figlio di Marte che fu uno dei
Omero Iliade — Libro II trad. di Vinc. Monti 605. Ascanio. — Detto anche Julio fu l’unico figlio di Enea e di Creusa. Suo
poeti, e tanti… Salv. Rosa La poesia Satira 2. 612. Asera. — Detto anche Aseroth idolo dei Cananei. 613. Asfalaja. — V. Si
o dei Cananei. 613. Asfalaja. — V. Sicurezza. 614. Asfalione. — Detto anche Asfalio, cioè tutelare, soprannome che veniva dat
ll’isola di Creta dove era particolarmente venerato. Asio si chiamava anche uno dei fratelli di Ecuba. 619. Asopo. — Figlio d
endicarsene e muover guerra a Giove, il quale lo cangiò in fiume. Era anche così nominato un altro fiume nella città di Acaia
iva le persecuzioni di Giove. In greco ορτυξ significa quaglia. Vi fu anche un’altra Asteria da cui Bellerofonte ebbe un figl
uropa. 628. Asterione. — Uno dei più rinomati Arganauti. Asterione fu anche il nome di un fiume nella città di Argo, a cui la
erodia. — Moglie di Endimione a cui dette gran numero di figli. Vi fu anche una ninfa conosciuta sotto questo nome. 630. Aste
io di Troia come uno dei più famosi generali dell’armata Greca. Vi fu anche un’altra Astioche figliuola di Filanto, la quale
e di Criseide. V. Crise. 641. Astiosea. — Moglie di Telefo. Si chiama anche così una donna da cui Ercole ebbe diversi figli.
o che i suoi fratelli avean dichiarato la guerra a Giove egli scatenò anche i venti suoi figli contro di lui ; ma Giove li pr
mani di Meleagro sebbene non fosse ancora divenuta sua moglie. Vi fu anche un’altra Atalanta figlia di Scheneo. Essa fu rich
l’uno in leone e l’altra in leonessa. 656. Atamante. — Leucotea detta anche Ino, veniva in tal modo denotata perchè moglie di
bbe da Nefila sua prima moglie. sposò in seconde nozze Leucotea detta anche Ino (V. Atamante) la quale pei cattivi trattament
nore di Cibele. 669. Atisio. — Figliuolo di Ercole e di Onfale. Vi fu anche un altro Atisio ucciso da Tideo, mentre conduceva
e le quindici figlie di Atlante e di Pleione. Comunemente si chiamano anche Esperidi o Pleiadi. 672. Atoso. — Più comunemente
ινος che significa raggio di sole, risplendente luminosa. Atteone era anche il nome di un figliuolo di Autonoe figlia di Cadm
zati dei monumenti. 678. Auge. — V. Augea. 679. Augea o Auge. — Detta anche Auga, figlia d’ Aleo. Avendo dimorato qualche tem
ire la volontà dei Dei. Gli auspicii erano sacerdoti o indovini detti anche auguri. V. Augurio. 689. Austero. — Vento estrema
inità dei Caldei, dei Babilonesi e dei Sidonii. Per breve tempo venne anche adorata dal popolo d’ Israele nel tempio di Samar
ogni sorta di dissolutezze e di bestiale libidine. I Greci chiamavano anche queste cerimonie Dionisiache da Dionisio, che era
la notte, con le più luride oscenità. — V. Bali. 742. Baraico, detto anche Buroico. Era questo uno dei soprannomi d’ Ercole,
si credeva generalmente che fossero fatti i simulacri egiziani. Vi fu anche un altro Batto, che la tradizione mitologica ci r
lla quale, dopo la morte, fu adorato come un dio. 752. Baubo. — Detta anche Becubo. Così avea nome quella donna che ospitò Ce
dato talvolta il nome di Belidi da Belo loro zio paterno. Belide era anche chiamato Palamede, per essere pronipote dello ste
rsi presso Preto, re d’Argo, la moglie del quale, a nome Antea, detta anche Stenobea, gli fece delle proposizioni alle quali
Si rendevano gli onori divini alla sua statua, che venne poi adorata anche dai Caldei sotto il nome di Baal. Vi fu anche un
, che venne poi adorata anche dai Caldei sotto il nome di Baal. Vi fu anche un altro Belo che fu padre di Danao re d’Egitto.
ioma di Berenice alle sette stelle, che formano la costellazione nota anche oggidì sotto l’istessa denominazione. Quel Conon
segreto di stato, e le fila di una cospirazione. 787. Bianor. — Detto anche Oeno, figlio di Tiberisa e di Manto : egli fondò
lla quale dette questo nome in memoria di quello del padre suo. Vi fu anche un principe Troiano, così chiamato, che fu ucciso
a la stessa che quella d’Ippocrene, perchè la parola Caballina si può anche spiegare così : Fontana del cavallo Pegaso , che
Plutone. 860. abarno. — Sacerdote di Cerere, nell’isola di Paro. Era anche cosi chiamato il pastore di cui nell’articolo pre
rpina e Cerere, alle quali si dava il nome complessivo di Dei Cabiri. Anche nella Fenicia vi erano delle Divinità dette Cabir
buisce a Cadmo, fu dal nome di lui detta Cadmea. 872. Cadmeo. — Detto anche Cadmejo, nome patronimico di Cadmo, fondatore di
. Calchiadi a Calciecle. — Feste in onore di Minerva, la quale veniva anche detta Calciecia. 889. Calcie. — V. Calchee. 890.
ove restarono finchè Giasone non li ricondusse nella Colchide. Vi fu anche un’altra Calciope figliuola di Euripiele, re dell
to se avesse voluto continuare a viver con lei. 901. Calisto. — Detta anche Elicea : fu figlia di Licaone ed una delle ninfe
logandolo fra le costellazioni dello zodiaco. 935. Candarena. — Detta anche Candrena : soprannome di Giunone dalla città di C
onia, ov’era adorata con un culto particolare. 936. Candaulo. — Detto anche Mirsilo, figlio di Mirso, fu l’ultimo degli Aracl
violenza non appena l’azione del fuoco ebbe liquefatta la cera. Vi fu anche una città dell’Egitto conosciuta sotto il nome di
opere, narra che la devozione degli Egiziani per le capre, stendevasi anche ai caprai loro custodi ; tanto che, essendone mor
Giove in cielo, in riconoscenza d’averlo nutrito. 955. Capyso, detto anche Capi. — Troiano, compagno di Enea, e suo seguace
Enea, e suo seguace in Italia. Egli fu il fondatore della città nota anche oggidi sotto il nome di Capua. …… Ma un altro Tr
Capua….. Frate Guido da Pisa — I falli di Enea. 956. Carda. Deita anche Cardia. — Al dire di Macrobio, questa Divinità pr
o di Giove, al quale veniva attribuita l’invenzione della musica. Era anche questo uno dei soprannomi di Giove, per il culto
edisse a Vespasiano la clamide imperiale. 972. Carmenta. — Conosciuta anche sotto il nome di Nicostrata, celebre indovina che
una delle amanti di Giove, che la rese madre di Britomarte. Carna era anche la Dea che presiedeva alle parti vitali del corpo
Cosi sen vanno su per l’onda bruna, Ed avanti che sien di là discese, Anche di qua nuova schiera s’aduna. Dante. — Inf. Cant
di Elena e di Clitennestra, e figli di Giove e di Leda : essi furono anche soprannominati Dioscori e Tindaridi, significando
lluce, e quella cattolica dei fuochi di S. Elmo e di S. Nicola, a cui anche oggidì si attribuisce, dalla superstizione religi
ali ; e l’altro ad Atene, in memoria d’averla salvata dal saccheggio. Anche a Roma fu loro elevato un tempio, ove si prestava
o dei giganti che mossero guerra agli Dei. Fu ucciso da Venere. Vi fu anche un altro Cebrione, figlio naturale del re Priamo.
zzo del matrimonio ; ed altri perchè essendo egiziano di nascita, era anche greco, per essersi stabilito nell’ Attica. 1024.
a Mercurio la denominazione di Cerdauso, per le ragioni precedenti, e anche ad Apollo, per la venalità dei suoi oracoli. 102
città di Celene nella Frigia, ove era particolarmente adorata. Vi era anche nell’ Asia una montagna detta Celana, presso la q
e……. Ovidio. — Metamorf. Libro IX trad. di Dell’ Anguillara. Vi fu anche un tessalo ricordato dalla tradizione mitologica
itani, figliuoli della terra, che dettero la scalata alcielo. Ceo era anche il nome di una delle isole Cicladi nel mar Egeo,
mano destra una falce, nella sinistra un pugno di spighe di cui aveva anche coronata la fronte. Il suo seno largo e bellissim
e sue sofferenze, lo trasportarono nel cielo, ove egli è raffigurato, anche oggidì, tra i segni dello zodiaco sotto la costel
re da Leda si trasformò in uno di questi animali. V. Leda. Cigno ebbe anche nome un figliuolo di Marte, che combattè contro E
asformarono in cigno. L’allegoria favolosa, seguitando il suo simbolo anche dopo codesta metamorfosi, dice che egli ricordand
e dell’ Asia minore, che poi dal suo nome fu detta Cilicia. Cilixo fu anche il nome di uno dei figliuoli di Agenore. 1107. Ci
a che Giunone aveva sollevata contro di loro. 1119. Cinarada. — Dette anche Cinaredo, nome che si dava al gran sacerdote sagr
perchè avevano la testa di cane V. Anubi. 1128. Cinofontisa. — Detta anche Cinofontea : nome che si dava ad una festa celebr
Cupido, figliuolo di Venere Citerea. Al dire di Pausania, Citereo era anche un fiume del Peloponneso in Elide consacrato alle
la clava avendo posto radice nella terra, fosse diventata un albero. Anche Teseo si dipinge sovente armato d’una clava, perc
enivano detti i discendenti di Vulcano. 1169. Cledonismanzia. — Detta anche Cledonismo, era una famosa magia ; specie di divi
a da Ercole. — V. Ercole. 1178. Cleopatra. — Una delle Danaidi. Vi fu anche un’altra Cleopatra, che fu figlia di Borea e mogl
i Teti. Apollo l’amò con passione e ne ebbe va rii figli. Climene era anche il nome della confidente di Elena. 1183. Climenei
dea, imponendole il nome di Cloacina. Al dire di Plinio, Cloacina era anche un soprannome di Venere, a cagione d’un tempio ch
cantar meglio del primo, e d’esser più bella della seconda. Clori fu anche il nome di una ninfa che sposò Zeffiro, il quale
ome una dea. 1201. Closio. — Soprannome di Giano : si diceva talvolta anche Clovisio. 1202. Clostero. — Figliuolo d’Aracne :
rricchisce le sue tristi acque con le lagrime dei dannati. Cocito era anche il nome di uno dei discepoli del centauro Chirone
itenendo che sarebbe stato lo stesso che cibarsi delle loro divinità. Anche presso gli Assiri era grande la venerazione per l
e colonne conosciute sotto il nome di colonne d’Ercole, si chiamavano anche portœ Gadaritanœ, ossia porte di Gadira. 1222. Co
ello stesso uomo pel cui amore essa s’era resa traditrice. Cometo era anche il nome di una sacerdotessa di Diana. 1228.Como —
a, Minerva, Cerere, Diana e Venere. — V. Dei. 1236.Consenzie. — Dette anche Conseziane. Feste in onore degli dei Consenti. In
duto vicino ad Elena, in un accesso di gelosia, lo uccise. Si ricorda anche di un altro Corito che fu re dell’Etruria e padre
o parte alla spedizione del vello d’oro. 1268. Coronide. — Conosciuta anche sotto il nome di Arfinoe, figlia di Flegia. Apoll
lla. Ovidio — Metamorfosi Libro II. trad. di Dell’Anguillara. Vi fu anche un’altra Coronide, figlia di Coroneo, re della Fo
ecuzioni di Nettuno. In greco la parola Κορὠνγ, significa cornacchia. Anche fra le baccanti ve ne fu una per nome Coronide, l
eonte il nome di Glauca o di Creusa. La tradizione mitologica ricorda anche di una altra Creusa, che fu figlia di Priamo e mo
avendo nudrito i suoi cavaili di carne umana, Giove lo fulminò. Vi fu anche un satiro a cui la favola attribuisce l’istesso n
ome. 1319. Cronie. — Feste in onore di Saturno che i greci veneravano anche come il Tempo. 1320. Cronio. — Fu il nome di uno
ta comunemente sotto la denominazione di Cumana. 1329. Cunia. — Detta anche Cunina : divinità tutelare dei fanciulli poppanti
teva nell’accendere un gran numero di torcie. 1339. Daducheo. — Detto anche Dauduque : era questo il nome che gli Ateniesi da
me che gli Ateniesi davano al gran sacerdote di Ercole. Si chiamavano anche Daduci i sacerdote che nella festa Dadesia, porta
esso si fece di quelle foglie una corona, che poi porto sempre. Vi fu anche un’altra Dafne, più comunemente conosciuta sotto
liuola dell’indovino Tiresia, fu la famosa sibilla di Delfo. Dafne fu anche il nome di un’altra ninfa delle montagne di Delfo
namente l’acqua con una secchia senza fondo. Le Danaidi, furono dette anche Belidi dal loro avo chiamato Belo. 1357. Danao. —
o — Iliade — libro V. trad. di V. Monti. 1363. Dattili. — Conosciuti anche sotto il nome di Coribanti o Cureti. Gli uni eran
eversa per madre una dea e per padre un uomo. Fra i Semi Dei venivano anche annoverati, dopo la morte, quegli uomini e quelle
a classe, ovvero dei delle grandi nazioni, dii maiorum gentium, detti anche dii consentes o consulentes, cioè dei del consigl
compresi i dei Lari o Penati, particolari protettori d’ognifamiglia. Anche le anime degli antichi, a cui ognuno rendeva un c
pagno di Ercole ; egli Io seguì nella guerra contro le Amazzoni. Fece anche parte della spedizione degli Argonauti, i quali e
— Una delle mogli di Apollo, dalla quale egli ebbe Mileto. Deione era anche il nome di un fratello di Circe, conosciuto più c
natamente il marito, si uccise per disperazione. 1392. Delfa. — Detta anche Delfisa : sibilla che era nel tempo stesso sacerd
ella divinità, facendola servire ai loro privati interessi. Delfo era anche il nome di uno dei figli di Apollo che edificò qu
in suo onore feste e cerimonie d’ognimaniera. 1405. Demenete. — Detto anche Demarco : abitante della città di Parrafia, nell’
e di Dendrofore al portatore dell’albero. 1417. Dendroforo. — Si dava anche codesto soprannome al dio Silvano, perchè era gen
non accompagnata da questo prezioso presente. 1419. Derceto. — Detta anche Dirceto e Deraclite. Era una giovanetta la quale
ivamente al suo culto. 1432. Diania-turba. — Ossia turba, drappello e anche muta di Diana. Con questo nome venivano designati
tomarte ; è questa per altro un’opinione assai incerta. Dictinnia era anche uno dei soprannomi di Diana. 1440. Dictisio. — Co
ei soprannomi dato a Diana, per essere gemella di Apollo. Didima avea anche nome un’isola del gruppo delle Cicladi, ove Apoll
ige e di Deucalione. V. Ogige e Deucalione. 1449. Dimantisa. — Detta anche Dimantìa. Soprannome di Ecuba, moglie di Priamo,
ne per la quale si dà talvolta a questa dea, il soprannome di Dionea. Anche Giu lio Cesare, come discendente di Venere, veniv
e turpe miscuglio di devozione e di oscenità. 1463. Dionisio. — Detto anche Dioniso : con questo nome veniva indicato il dio
i un figliuolo dell’ Erebo e della Notte. 1499. Dorea o Dori. — Detta anche Dorisia, figlia dell’ Oceano e di Teti. Essa spos
per indicare il mare istesso. Virgilio à detto : Doris amara. Dori fu anche il nome di una delle Nereidi, così detta da sua m
naturale del re Priamo : Ajace lo uccise all’assedio di Troja. Vi fu anche un altro Doriclio, figlio di Fineo, o re della Tr
nerva, forse per dinotare che la vera saggezza non si addormenta mai. Anche a Bacco erano consacrati i draghi, per dinotare c
i una così severa castità, che fuggiva perfino la vista degli uomini. Anche nelle cerimonie del suo culto era espressamente p
sarebbe stato chiuso con lei nella corteccia dell’albero. Driope era anche il nome di un popolo dimorante nelle circostanze
ero come di cattivo augurio, e perciò dedicato a Plutone al quale era anche sacro, per la stessa ragione, il secondo mese del
quella di Itaca. Ulisse, nativo di quest’ultima, viene talvolta detto anche Dulichio. 1518. Dusiani. — Genii temuti e riverit
— Nome della capitale della Colchide e di quella dell’isola di Circe. Anche all’intera isola si dava talvolta il nome di Ea,
ra isola si dava talvolta il nome di Ea, ragione per la quale si dava anche a Circe la stessa denominazione. La favola raccon
nia, che lo rese padre di Orfeo. Eano. — Al dire di Macrobio si dava anche comunemente il nome di Iano a questa divinità, ri
u detta Ecate, la quale fu celebre per la sua grande statura. È detto anche che Cerere, quando Plutone rapì sua figlia Proser
e impedire che la luna sentisse le grida richiamatrici delle streghe. Anche oggi abbiamo dei luoghi, come nel regno di Tunchi
ici. Dopo esser rimasta ancor qualche tempo presso di Ulisse, ov’ebbe anche il dolore di veder morire il piccolo Astianatte,
pietà cangiò tutta la famiglia in uccelli. Da ciò la favola, ripetuta anche dal Boccaccio, che Edone fosse cangiato in un car
re della Colchide e padre di Medea, la quale per questa ragione vien anche detta Eetia, ed anche Eeeta. 1561. Efesio. — Ques
adre di Medea, la quale per questa ragione vien anche detta Eetia, ed anche Eeeta. 1561. Efesio. — Questa parola in greco sig
ro, finirono per distruggeria interamente. Secondo la favola Efeso fu anche il nome di un figlio del fiume Caistro, il quale
ogni malefici che i latini chiamavano Incubi ; nome che poi è rimasto anche presso di noi a quella specie di dolorosa impress
o il nome di Tembe, e l’altra nella Tesprasia, provincia dell’ Epiro. Anche nel golfo dell’ Argolide vi fu un’isola, vicina a
lei nutrito, la trasportò in cielo, sotto la costellazione conosciuta anche oggidì col nome di capra. Del vello di Ega, Giove
fu detto Egida. Questo scudo fu dato poi a Minerva, la quale ne fece anche un’arma offensiva, inchiodandovi sopra la testa d
er essere particolarmente adorata nelle isole del mare Egeo. Egea era anche il nome di una delle Amazzoni, la quale morì anne
lia Etra, giovanetta di rara bellezza, la quale nell’istessa notte fu anche visitata dal dio Nettuno. Poco tempo dopo, Egeo s
i che impose ai Romani. La tradizone mitologica attribuisce ad Egeria anche il nome di Camena, cioè cantatrice e profetessa,
amente, e saputo da Sisifo il nome del seduttore, giurò di vendicarsi anche di lui ; ma Giove scagliò i suoi fulmini e costri
i Capricorno. 1590. Egipio. — Giovane Tessalo, figlio di Bulis, detto anche Bulea o Bulisa. Egipio, perdutamente innamorato d
di fiori, e gli unse il viso con il succo delle gelse more. Egla era anche il nome di una delle tre Esperidi, della madre de
, aveva preso nel cielo la figura di un Capro. 1599. Egofaga. — Detta anche Caprivoca, vale a dire che divora le capre. Con q
era stato invitato mangio senza soffrirne ottanta focaccie. Egone fu anche il nome di uno dei re degli Argiri, i quali quand
ndersi Proteo favorevole. V. Menelao e Proteo. 1604. Eirena. — Detta anche semplicemente Irena : nome che i dei davano alla
lena. — È questo uno dei più interessanti nomi della mitologia, avuto anche riguardo al dubbio ed alla incertezza degli avven
e braccia e riconobbe Oreste, col quale ritornò a Micene. Elettra era anche il nome di una delle figlie di Atlante e di Plejo
oro : da ciò il nome di Elettridi a quelle isole. 1625. Elettrione. —  Anche a riguardo di questo personaggio è grande la disp
ri — V. Anaxo — Da una schiava della Frigia per nome Medea, egli ebbe anche un altro figliuolo detto Licimnio. Ritornando vit
isteri venivano meglio che altrove celebrati. 1628. Eleusine. — Dette anche Eleusinie : feste celebri in onore di Cerere — V.
in onore di Cerere — V. l’articolo precedente. Queste feste venivano anche dette misteri per eccellenza e duravano nove gior
te sulle rive del Po, e dove furono cangiate in pioppi, esse venivano anche dette Fetontee. La tradizione ripete a traverso i
tradizione ripete a traverso il velo di una bellissima allegoria, che anche dopo la loro metamorfosi, quelle pietose continua
one, fu la guida costante di tutte le navigazioni dei greci. Elice fu anche il nome di una città dell’Acaja, ove Nettuno avev
elle Arpie, figliuola di Elettra e di Tamante. 1650. Ellotia. — Detta anche Ellozia : festa che si celebrava in Grecia in ono
le contrade da lui liberate furono dette Ematie. 1661. Emilo. — Detto anche Emilio, figlio di Ascanio, dal quale la patrizia
ora Emone rivolse contro se stesso tutto il suo furore e abbracciando anche una volta Antigone, esalò l’estremo sospiro sul s
llero dare la scalata al cielo. Era figlio del Tartaro e della Terra. Anche a proposito di questo famoso personaggio della fa
addicono entrambi con assai convenienza ad un vulcano. La cronaca fa anche menzione di un altro Encelado, che fu uno dei cin
si consacrava un nuovo tempio ad una divinità. 1672. Endeide. — Detta anche Endia o Endeja. Fu figlia del centauro Chirone, e
iglie del re Priamo, e la rese madre di un figlio, chiamato Ascanio o anche Julo o Julio. Allorchè Paride giunse con la rapit
rompente dei soldati vincitori, ella dovè pagare con la vita, e forse anche con l’onore, la triste gloria di esser moglie d’u
ma ad una città e quello del secondo ad una punta di terra conosciuta anche oggi sotto la denominazione di Capo Miseno. Dimor
nalzato un tempio, ove all’eroe trojano furono resi gli onori divini. Anche nella città di Eneo, nella Tracia, Enea veniva ad
abilirsi in Italia con una colonia greca. Secondo Virgilio egli dette anche il suo nome a tutta questa contrada che da princi
diti, lo detronizzò, ed aggiunse in breve tempo ai suoi novelli stati anche la città di Corinto. Finalmente avendo sedotta An
n memoria di lui furono istituite dal re di Tebe Menezio. Eraclea era anche il nome di una città della Friotide, nella quale
o, re d’Argo, non soddisfatto di veder morto Ercole, volle sterminare anche i discendenti di lui. Perseguitò dunque i figli e
cordare che gli egiziani potevano avere una ampia conoscenza, e forse anche un culto di religioso rispetto per l’Ercole greco
o a misura che egli le avea troncate. Ciò non pertanto l’eroe trionfò anche vi questo terribile nemico e giunse ad ucciderlo.
osa indegnazione. Seguendo le tradizioni di Apollodoro, Ercole figura anche fra gli Argonauti, sebbene è opinione dello stess
mente dal culto dell’Ercole Tirio, al quale si offeriva una decima. È anche nella sola città di Roma, che Ercole viene adorat
greco non meno illustre. Il celebre torso del Belvedere, rappresenta anche un Ercole in riposo, ma qui le forme non rivelano
quali tessevano il peplo della dea, che si portava processionalmente anche nella celebrazione di altre feste dette Panatenee
figliuolo, prese le forme di un cignale ed uccise Adone. Erimanto era anche il nome di una montagna nell’Arcadia, famosa per
l’Erinni dell’Italia ; e Virgilio dice lo stesso ad Elena. Erinni era anche il nome che in Sicilia si dava a Cerere, a cui la
uscire dal suo nascondiglio. Da ciò i siciliani chiamarono Erinni, o anche Cerera Nera, la dea dell’agricoltura, perchè l’ol
raggio fattole da Nettuno l’avea resa furibonda. Erinni si chiamavano anche le furic infernali. Ove in un punto furon dritte
odito. — Gli antichi ne fecero una divinità, figlia di Mercurio detto anche Ermete e di Venere Afrodita. La significazione, e
ome un guerriero coperto di ferro con la lancia e lo scudo. Ermione è anche un figlio di Europa, il quale dette il suo nome a
va assai di sovente ricordato che gli onori eroici furono spesso rese anche alle donne. 1812. Erofila. — Nome di una sibilla
uali pretendono che il suo vero nome fosse Erotostrato. Erostrato era anche il nome di un mercatante Nacraziano il quale si r
il padre del dio Argentino perché il rame e più antico dello argento. Anche per l’oro vi era una particolare divinità, e ques
ta da sei cavalli e della quale usavano i patrizî romani. Si chiamava anche Esaforo una specie di bara, su cui venivano trasp
la tradizione, eretta da Dionigi il tiranno. Di un altro Esculapio fa anche parola la cronaca favolosa, e che, secondo Cicero
edonte, e dette Esione stessa in moglie all’amico Telamone. Esione fu anche il nome di una delle figliuole di Danao, la quale
io e pei prodigî. Nei tempi eroici l’espiazione per l’omicidio, detta anche espiazione di sangue, veniva compiuta per mezzo d
sdegnate divinità, pregandole di perdonare al suo misfatto. Si trova anche ripetuto in vari autori che molti rei d’omicidio
. Racine — Phèdre — Tragèdie Acte I, Scene III. Presso i romani era anche in vigore la cerimonia dell’espiazione, ma essi l
deriva dal latino Exta, che significa viscere. 1842. Estiel. — Dette anche Estie : religiose cerimonie e sacrifizî solenni,
nte in Corinto, ed a cui si dava questo nome in onore di Vesta, detta anche Estia, figlia di Saturno e di Rea. Durante simili
se domandato a suo padre due grazie ; la prima di essere a conoscenza anche dopo la morte, di quanto avveniva nel mondo ; e l
acine — Les frères ennemis — Tragèdie Acte V — Scène III. Eteocle fu anche il nome di un re Orcomeno, nella Beozia, il quale
uesta ragione, egli era riguardato come padre delle Grazie ; le quali anche perciò erano conosciute sotto il nome collettivo
ogo una città alla quale diede il nome di Scio. 1855. Etione. — Detta anche Etionome, fu secondo la tradizione, una delle fig
fu secondo la tradizione, una delle figlie del re Priamo. Etione era anche un nome dato di sovente dai pagani ai cavalli. 18
e ricerche, per conoscere se qualche donna fosse penetrata nel tempio anche per combinazione, e appena si scopriva la rea ven
osse la quale sedotta da Nettuno lo rese padre di Orione. Euriale era anche il nome di una delle tre Gorgoni, sorella di Medu
di raggiungere l’unico e costante oggetto dell’ amor suo. Euridice fu anche il nome di una figliuola, che Endimione ebbe dall
econdo Pausania, dettero il nome particolare di Esimnete. Euripile fu anche un re della Libia e propriamente di quella contra
cielo. Ercole lo uccise con un colpo di ramo di quercia. Eurito aveva anche nome quello Scita, re di Oecalia, nella Tessaglia
gli dei e allora Apollo irritato, lo uccise. 1908. Eurizione. — Detto anche Euritione. Il più crudele fra i ministri del tira
cole lo uccise insieme al suo spietato signore. Eurizione si chiamava anche quel centauro che fu cagione della celebre contes
lla parte del globo, i cui abitatori sono bianchi. Europa si chiamava anche una delle ninfe Oceanidi, figlia dell’ Oceano e d
Evandro insieme all’uso dell’agricoltura introdusse nella sue colonia anche quello delle lettere, fino allora sconosciute, e
fulmine e Tullo Ostilio che succedette a Numa nel governo, volle fare anche egli la medesima evocazione ; ma non avendo ademp
particolare che si dava dai Romani, ai sacerdoti del dio Pane, detti anche Luperci. In Roma essi erano divisi in due collegi
i bambini cominciavano a dire qualche parola. 1928. Fagesie. — Dette anche Fagesiposie, Cosi si chiamavano alcune feste cele
angue, agitando la testa in tutt’i sensi. I fanatici di Bellona erano anche detti particolarmente Bellonarii, ma oltre a ques
questo nome ad Apollo nel significato di colui che dà la luce. Vi era anche un promontorio nell’isola di Chio, al quale si da
to l’isola di Delo. 1941. Fano. — Dio dei viaggiatori, che presiedeva anche all’anno. Riferisce Macrobio nelle sue cronache d
ana, che gli dei formavano spesso dei fantasmi per salvare e talvolta anche per ingannare gli uomini. Così Giunone per salvar
edonte, che sorgeva vicino alla porta Scea, fosse stato abbattuto. Ed anche in ciò la fatalità fu compiuta in tutto il suo te
ampestri in generale, e dei silvani e fauni in particolare. Fatua era anche un soprannome della Buona Dea. V. Buone Dea. 1952
e. La sorella di ’Saturno e di Rea che fu madre di Latona, chiamavasi anche Febe. 1966. Febo — I greci davano codesta appella
desta appellazione ad Apollo come dio della Luce e forse per alludere anche al calore che emana dal Sole e che dà la vita a t
e Servio pretende che fosse lo stesso che Plutone, al quale venivano anche offerti dei sacrifizii Februali. Questa ultima op
ostra opera. L’opinione dell’esistenza della favolosa Fenice si trova anche presso i Cinesi e gl’Indiani, i quali attribuisco
isvegliare così la idea dell’eternità collegata alla morte. Fenice fu anche il nome di un flume nella Tessaglia, che univa le
remote epoche dell’età primitive, a somiglianza di quanto è avvenuto anche in età più recenti e civilizzate, il potere assol
cresceva sulla quella riva fatale ; quasi che la povera Fillide fosse anche dopo la morte sensibile alla prova d’affetto che
in altri fiumi, li avessero rappresentati come giovanetti e talvolta anche come donne. È questa però un’ opinione respinta’
sione prendevano oltre al nome della divinità a cui erano consacrati. anche quello dello imperatore che li avevano istituiti.
medaglie e di monumenti dell’ antichità. Finalmente i pagani avevano anche il flauto del dio Pane, perchè ne attribuivano a
l soprannome di madre chiamandola madre Flora. 2035. Florali. — Dette anche Antistesie. Feste celebrate in Roma in onore dell
pò con un pugno, liberando così quelle contrade. 2043. Forco. — Detto anche Forcide, era al dire di Esiodo, figliuolo della T
celebravano in Roma il 15 aprile di ogni anno, ed alle quali si dava anche il nome di Fordicidie. Durante la cerimonia, i pa
osto a tutti i cattivi trattamenti della matrigna, onde egli esortato anche dai consigli del suo ajo, fece segretamente prepa
r ad una città, perchè ivi si adorava il Fuoco. In Persia si spingeva anche più oltre l’ adorazione del fuoco. In questa cont
si trova, come vedemmo, grande disparità negli scrittori antichi ; ma anche sul numero di queste ministre della giustizia ete
, Virgilio — Eneide — Libro III trad. di A. Caro. Le furie venivano anche dette con altri nomi Eumenidi, Erinni, Dee rispet
ini, non solo nell’ inferno, con gli eterni castighi del Tartaro ; ma anche sulla Terra, ove esse straziavano coi rimorsi l’
i e insanguinati ; con una torcia ardente in una mano ed uno staffile anche di serpenti nella altra e seguite dal Terrore, da
Dice Ovidio che per questa via si andava al palazzo di Giove ; ed era anche per questa, che gli eroi avevano accesso in cielo
o e maledetto quello, fra i loro compagni, che ne avesse toccato uno, anche inavvertentemente. I sacerdoti galli erano sottop
ca solerzia del suo confidente, lo cangiò in quello animale che porta anche oggi lo stesso nome, condannandolo a cantare tutt
adorandola assai di sovente sotto la sua forma naturale ; e talvolta anche sotto la figura di un uomo colla testa di gatto.
va severamente punito e sottoposto ai più crudeli supplizi, colui che anche inavvedutamente avesse cagionato la morte di un g
l conto delle dee Genetillidi maggiori schiarimenti. 2099. Gentali. —  Anche sul conto di questi altri numi del paganesimo, è
figura di altrettanti giovanetti con le ali ; talvolta però venivano anche rappresentati come uomini maturi con il mento orn
ini maturi con il mento ornato di folta barba ; e talvolta sono stati anche effigiati sotto la figura di un serpente o di alt
dendo sempre alla loro trasfigurazione nelle anime dei morti. Si dava anche il nome di Genio ai dei Lari, ai Lemuri, ai Penat
in onore di Ecale, e gli Argivi in onore della dea Illichia, ritenute anche esse come protettrici delle partorienti e dei neo
nell’Illiria. Da ciò il cronista Cluverio, conclude che dovea esservi anche un tempio di Gerione, perchè non v’era oracolo se
volle eternare la memoria di lui e lo cangiò in quel fiore che porta anche oggli lo stesso nome. Infatti dal sangue del mort
lla porpora, sulle cui foglie era impresso un doppio Ahi ! Voce che anche oggidì esprime il dolore. non è più sangue Quel c
po di guerra e chiuso in pace. Al dire di Ovidio, Giano era ritenuto anche dagli antichi come il Caos. La prisca età (che c
, e di Giano Quadrifronte, venendogli attribuite due facce e talvolta anche quattro. Questi templi ven’ivano detti col nome c
sione fu posto nel numero degli dei non solo come figlio di Giove, ma anche per aver contratto nozze con due dee. 2136. Giaso
i, lo avrebbe un giorno spogliato della mal conquistata corona, aveva anche soggiunto che egli avesse dovuto guardarsi da un
quivi gravida e soletta : Tal colpa à tal martirio lui condanna : Ed anche di Medea si fa vendetta. Dante — Inferno — Cant
o che in questa isola, Vulcano avesse una delle sue fucine. Giera era anche il nome di una delle Nereidi. 2140. Gierace. — Co
tà questi sacerdoti erano eunuchi. V. Ati. 2146. Gierofanzie. — Dette anche Gerofantrie, erano queste presso i greci le appel
oi fratelli in un cupo antro, ove regnava perpetua la notte. Gige era anche il nome di un pastore del re di Lidia per nome Ca
ralmente inevitabili compagni dell’età caduca. 2156. Giobate. — Detto anche Lobate, re della Licia — V. Bellorofonte. 2157. G
non aveva potuto far germogliare un mite seutimento d’amore. E questa anche l’idea seguita da Alfieri. …….. il ferro Ecco, d
. 2158. Gioja —  I pagani avevano fra le loro divinità, personificata anche la Gioja, alla quale davano comunemente il nome d
Il paganesimo che raffigurava sotto differenti e sensibili sembianze, anche gli oggetti inanimati, innalzandoli sovente al po
getti inanimati, innalzandoli sovente al posto di una divinità, dette anche un’immagine palpabile al Giorno, considerandolo i
he il Crepuscolo è come il punto intermedio fra il Giorno e la Notte. Anche il Mezzogiorno veniva raffigurato sotto le sembia
. Come pure dei suoi innumerevoli soprannomi i più generalmente usati anche dagli scrittori dell’antichità sono : Ammone, Oli
cui avveniva la morte, aveva dato luogo a numerosi errori, e sovente anche ad ingiustizie. Giove allora per mettere un argin
71. Giuliani — Presso i romani l’ordine dei sacerdoti Luperci ; detti anche Lupercali, veniva suddiviso in tre collegi distin
ILIO — Eneide — Libro II. trad. di A. CARO. 2173. Giuna — Conosciuta anche sotto l’appellazione di Giuna Torquata. Così, al
riteneva che la dea andasse a bagnarvisi una volta l’anno. Si credeva anche che le acque di quella fonte avessero la strana p
degli abbigliamenti muliebri, e di tutti gli ornamenti, e presiedeva anche alla moneta per modo che veniva sovente chiamata
nità altro non erano se non delle pietre informi ; e che da principio anche la statua della Giunone d’Argo, era una semplice
statue delle deità pagane, raggiunsero quel grado di perfezione, che anche oggidì si ammira, come una prova stupenda d’arte.
cello favorito, che non si dà come attributo a nessun’altra divinità. Anche il papero e lo sparviere erano gli uccelli a lei
I più comuni fra i soprannomi di Giunone erano : Aerea, Argolia detta anche Argiva, Candrena, Citeronia, Gabia, Lacedemonia,
i quali eran sempre dedicati a qualche dio in particolare e talvolta anche a più d’uno di essi insieme. Vi sono anzi varì cr
dai pagani le corse, i combattimenti e gli spettacoli. Le corse dette anche con nome proprio giuochi equestri o curuli, consi
al Sole, dopo le consuete cerimonie religiose. I combattimenti detti anche giuochi agonali, consistevano nella lotta, nel pu
anfiteatro di Marte, e si facevano in onore di questo dio e talvolta anche di Diana. Finalmente gli spettacoli ai quali si d
i Megalesi, e poi gli Equestri, i Florali, i giuochi di Cerere detti anche Cereali, V. Cereali, i Giovenali, quelli del Circ
uscire dal tempio, nel quale avevano spergiurato. Presso i romani era anche comunissimo l’uso di giurare per gli dei e per i
lo storico Aulo Gellio dire che questa fu introdotta presso i romani anche nei misteri Eleusini. Le donne gioravano ordinari
on l’appellativo di acqua verginale. Al dire di Varrone, Giuturna era anche il nome di un’altra divinità, che i romani invoca
nome una delle cinquauta ninfe Nereidi. Al dire di Cicerone, si dava anche il nome di Glauce ad una terza Diana, moglie di U
pitò in mare, e dove a poca distanza s’innalzò poi un tempio e quindi anche un oracolo, consultato in particolar modo dai mar
oluto accondiscendere alla volontà di Perseo, questi l’avesse ucciso. Anche fra gli scrittori moderni, tanto italiani quanto
ui era impressa una testa della Gorgone Medusa. 2195. Gortina — Detta anche Cortina, città dell’isola di Creta ; famosa per g
quali biancheggiano di spuma, appena si muovono. 2199. Granea — Detta anche Amadriade. Fu figliuola di Ossilo, e della ninfa
nere, dea della bellezza Cupido, dio dell’amore, lo erano comunemente anche alle Grazie. Così avveniva pure di quelli dedicat
bisogno dell’aiuto delle Grazie per persuadere. E ciò deve ritenersi anche per i templi consacrati alle nove Muse, le quali
o V. Teseo, Minotauro. Coll’andare del tempo questa danza fu eseguita anche nella città di Delfo, dalle giovanette Ateniesi,
tto bianco. Vi sono varie cronache indiche nelle quali Har-Heri viene anche chiamato Sankare-Narajana. 2215. Haraopopa. — Div
va lo stesso che il dio Marte presso i greci. 2220. Higolajo. — Detto anche Guleo, dio della morte e della suprema felicità :
erezione dagli egiziani, i quali punivano di morte chiunque ne avesse anche involontariamente ucciso uno. Essi tributavano a
sconde. Vicino a terra fur l’Icarie some Tolte dal mar ch’a lui tolse anche il nome. Ovidio — Metamorf : Libro VIII, trad. d
agna che sorgeva nel mezzo dell’isola di Creta, e che veniva chiamata anche monte Giove perchè la tradizione mitologica ripet
adizione mitologica ripete che Giove vi nascesse e vi fosse allevato. Anche Enea ebbe, secondo la cronaca tradizionale, i suo
Omero — Riade — Libro II. Trad. di V. Monti. Un’antica cronaca dice anche a proposito del monte Ida, che essendo una volta
dei, quella che insegnò agli uomini un così utile ritrovato. Ida era anche un’altra montagna nell’Asia minore, ai piedi dell
uì nella Colchide per la famosa spedizione del Vello d’oro. Ida prese anche parte alla caccia del cinghiale di Calidone. Rife
ono che il sacrificio fosse consumato ; e questa opinione è seguitata anche da varii autori moderni, fra cui il Fénélon, nell
2243. Idotea. — Una delle ninfe Melisse, nutrici di Giove. Idotea era anche chiamata una delle figliuole di Proteo. 2244. Idr
hi funebri, che Giasone fece celebrare in onore di Pelia. Ificlo ebbe anche nome uno dei guerrieri che presero parte alla pri
onfò in lui ed egli condiscese a sacrificare la propria figliuola. Ma anche innanzi a questa terribile risoluzione ; sorgevan
inevra, la quale veniva dai greci adorata sotto questa denominazione. Anche i romani adoravano Igiea come dea della salute, c
mandarono una mano di esploratorl, comandati da Ila, ai quali dettero anche il carico di provvedersi di acqua per la navigazi
ce. 2261. Ilarie. — In Roma si celebravano, in onore di Cibele, detta anche Magna Mater, alcune pubbliche feste alle quali si
le credenze superstiziose della religione pagana. 2264. Ilio. — Detto anche Ilione. Il quarto re di Troja, chiamato Ilo, fece
a Polidoro, e ritrovò in lui un vendicatore. 2266. Ilissidi. — Dette anche Ilissiadi : soprannome che i pagani davano alle m
questa che egli si chiamasse Iulio e secondo altri Ascanio. Ilo ebbe anche nome quel quarto re vi Troja edificatore della fa
fratello di Ganimede e di Assaraco, e padre di Laomedonte. Ilo detto anche Ilio, fu finalmente un figliuolo di Ercole e dell
vuto dal morto eroe. Ma l’irreconciliabile odio di Euristeo, il quale anche dopo la morte di Ercole perseguitò i discendenti
quel flume che perciò erano ritenute come sacre. 2270. Imene. — Detto anche Imeneo. Le cronache mitologiche, ci parlano di qu
elle feste intervenivano tutte le dame ateniesi, così Imene seppe che anche la diletta del suo cuore si sarebbe recata alle f
quello di Eurola, per una consimile congiuntura V. Eurota. Imero era anche il nome di un dio dei desiderii, che i pagani pon
li erano o quelle contro i violatori dei sepolcri. 2275. Impudenza. —  Anche di questa avevano i greci fatta una divinità e le
da inde genitus, cioè : nato nel paese. 2281. Indovinazione. — Detta anche divinazione. Dallo studio continuo ed accurato de
ilio — Eneide — Libro VI. trad. di A. Caro : 2285. Iniziali. — Detti anche Initali, dal vocabolo latino initiare, che signif
la scure. Alcuni autori ripetono, che la dea Intercidona era onorata anche come la protettrice delle donne gravide e che la
 A somiglianza delle altre stagioni, gli antichi aveano personificato anche l’inverno, rappresentandolo sotto le sembianze di
ad. del Cav. Ermolao Federico. Ma la bellissima giovanetta, conservò anche sotto la novella sembianza tutto l’incanto delle
nvece la madre di lei avesse nome Iaso, figlinola di Triopante, detto anche Triopa, settimo re di Argo. Erodoto ripete invece
negli occhi, che lo sciagurato fu cieco per tutta la vita. Ippio era anche il soprannome particolare di Marte, il quale con
2304. Ippocampi — Nome particolare dei cavalli di Nettuno e che erano anche assegnati alle altre divinità del mare. Sebbene l
osciuti comunemente sotto il nome di Centauri, venivano sovente detti anche Ippocentauri, perchè essendo stati i primi a mont
o e che era stato imbalsamato col miele, secondo l’uso di quei tempi. Anche fra i padri della chiesa cattolica gioverà ricord
8. Ippodamia. — Moglie di Piritoo — V. Deidamia. Ippodamia chiamavasi anche la figlia del sacerdote Brise, che fu causa primi
moria di lui alcuni massi informi di legno e li adorarono, istituendo anche alcune feste annuali, in onore del loro morto gen
glie dette alla luce un bambino, che fu poi il famoso Orione. Irieo è anche il nome di un ricco greco, ricordato nelle cronac
tori che quei popoli l’ avessero in conto del loro Marte ; ma vi sono anche altro opinioni che dicono Irminsul essere lo stes
il suo nome di piede di Cadmo, con quello di fiume Ismeno. Ismeno era anche il nome del maggiore dei figli di Anfione e di Ni
sulle sue are, gran numero di piccoli maiali. 2348. Istmiei. — Detti anche Ismici : così venivano chiamati alcuni giuochi e
ogni tre anni, e questa usanza era per i Corinti così importante, che anche allorquando la loro città fu distrutta da Mummio,
si aggiunsero alcuni esercizii musicali e poetici, e da ultimo vi fu anche introdotta la rappresentazione di una gran caccia
ra gli oggetti sacri e lo avevano in grande venerazione. Itifallo era anche il soprannome particolare che gli egiziani e dopo
to da una leonessa. — V. Jadi. — Vi sono varii autori che lo chiamano anche Jade. 2359. Jacco. — Uno dei soprannomi di Bacco.
a dea allorquando Atteone la sorprese nel bagno. 2364. Jante. — Detta anche Giante, fu sposata da Ifide quando questa cangiò
ori con Giove. 2369. Jola. — Detto più comunemente Jolante e talvolta anche Jolao, fu figliuolo di Ificlo e nipote di Ercole,
, il quale per la grande affezione che aveva per lo zio, accondiscese anche in ciò a fare il voler suo. Morto Ercole, Jolao s
lle feste dette perciò Jolee. V. Jolee. Le cronache mitologiche fanno anche menzione di un altro congiunto di Ercole, similme
ossia giovedi, era il giorno della settimana a lui sacro. Finalmente anche nelle Gallie, sotto il nome di Jov, veniva venera
e genio meno potente, ma più astuto e maligno, a cui si dava talvolta anche il nome di Jolo-Kiamo. 2380. Kaleda. — Nella mito
anchetti e da sacrifizii in onore del dio Kaleda. 2381. Kama. — Detto anche Kamadeva. Gli Indiani davano questo nome al loro
atta da uno spaventoso sogghigno, e con le vesti grondanti di sangue. Anche fra gli scrittori dell’antichità si fa menzione d
tanica sui caratteri sessuali delle piante. 2395. Kopto. — Conosciuto anche sotto il nome di Cheospi, fu quel famoso re d’ Eg
ontinuata e finita la costruzione del laberinto, e vi si conservavano anche i cadaveri imbalsamati di que i coccodrilli, che
più grandi e valorosi capitani della Grecia. 2407. Lacturno. — Detto anche semplicemente Latturno : dio che presso i romani,
o di donna, che attirano i passeggieri e poi li divorano. Lamia aveva anche nome una famosa cortigiana d’ Atene, figlia di Cl
i le lampadi erano comunemente di terra cotta e di bronzo, e talvolta anche d’argento e d’oro. Oltre a queste, i pagani disti
zi alla statua di quella dea, ritenendola come inventrice delle arti. Anche nelle feste di Vulcano, riguardato dai pagani com
fasti mitologici per essere fratello di Priamo. 2424. Lampos. — Detto anche semplicemente Lampo, ossia Risplendente. Era ques
aveano nome Atteone, Filogeo, ed Eriloo, che altri scrittori chiamano anche Eritreo. V. Cavalli del sole. 2425. Lampsaco. — C
rono detti, dal nome della madre Lari, ed a cui varii scrittori danno anche il nome di Larunda. Di doppia prole incinta essa
igioso dei pagani, la importanza che essi davano agli dei Lari, detti anche Penati ; e che essi ritenevano come gli dei domes
ime di coloro che avevano onestamente vissuto e che perciò dimoravano anche dopo la morte nel seno della propria famiglia, pr
amente i pagani mettevano i loro Penati intorno al focolare, e spesso anche dietro l’uscio da via. Quando gli schiavi ricevev
l’ora del pranzo si facevano in loro onore delle libazioni e talvolta anche dei sacrifizii. Le piccole statue degli dei Penat
rgo, nella contrada di Efeso, ove Apollo, sotto il nome di Larisseo e anche Larisseno, aveva un magnifico tempio a lui consac
ano che ritornassero sulla terra per tormentare i vivi. Le chiamavano anche genii, spettri e lemuri — V. Lemuri. 2445. Lasio.
veniva solenuizzata nella città di Butite con gran pompa e splendore. Anche i Tripolitani ed i Galli avevano una particolar d
vano una particolar divozione per questa dea, la quale veniva adorata anche sotto il nome di Laona, nella contea di Borgogna,
atona come protettrice delle partorienti e si credeva che presiedesse anche al parto degli animali. A completare le notizie c
, per la famosa caccia della volpe di Tebe. 2468. Lemno. — Conosciuta anche sotto l’appellazione di Lemnos, isola del mare Eg
i fulmini per la destra vendicatrice di Giove. 2469. Lemuri. — Detti anche con un’appellazione complessiva larve, specie di
enti. In Roma si celebravano alcune cerimonie o feste dette Lemurie e anche Lemurali, il cui scopo era quello di placare code
roprie figliuole, per salvare la patria. 2474. Lepreade. — Conosciuto anche sotto il nome di Lepreo, fu nipote di Nettuno e f
o delle dodici fatiche, alle quali il destino avea sottoposto Ercole, anche l’ uccisione della terribile Idra. V. Ercole. Eur
av. Ermolao Federico 2480. Lete. — Uno dei fiumi dell’inferno detto anche fiume dell’ oblio, le cui acque avevano, secondo
principio alla favola allegorica di questo fiume della dimenticanza. Anche in Africa v’era un fiume conosciuto sotto l’appel
appresentazioni, sarebbero state atte a placare la collera degli dei. Anche Valerio Massimo, ricorda di un Lettisternio, cele
l critico Casauvono, che han dimostrato essere il Lettisternio in uso anche in Grecia. Lo stesso Pausania riferisce, in varii
uccisa a colpi di bastone sull’altare della dea Leucotoe, conosciuta anche col nome di Matuta V. Matuta. 2492. Lia. — Appell
idinosus. È opinione di alcuni scrittori, che la dea Libentina, detta anche Libertina, altro non fosse che una configurazione
a ritenuto come quello, che faceva parlare liberamente — V. Liberali. Anche gl’Indiani chiamavano il Sole col soprannome di L
o asserisce, che questo soprannome era imposto a Venere, la quale era anche la configurazione del principio della vita, come
amore, onde gli uomini si ricordassero della loro caducità. È questa anche l’opinione del cronista Dionigi d’ Alicarnasso. I
, nella loro superstizione, che lo sfortunato Lica avesse conservato, anche dopo la morte, la sua sensibilità. Questi da ter
morte ad ogni istante aspetta, E di lancia o di strale un qualcheduno Anche ad Achille rapirà la vita. Omero — Iliade — Libr
fu edificata per suo ordine sui monti d’ Arcadia, e vi fece innalzare anche un tempio in onore di Giove Liceo, al quale egli
nei quali il vincitore, riceveva in premio un’ armatura di rame. Vi è anche qualche autore antico che ripete, che nelle feste
nanzi alle quali si compivano i sacrifizi con gran mistero. Liceo era anche un soprannome del dio Pane, col quale egli aveva
spettante per diritto a Lajo. Questo Lico, che taluni autori chiamano anche Sico, perseguitò accanitamente la misera Antiope.
mano anche Sico, perseguitò accanitamente la misera Antiope. Lico era anche il nome di un compagno di Ercole che lo seguì qua
i uccidevano, ma non li perseguitavano neppure. 2521. Licora. — Detta anche Licoria, fu, al dire di Virgilio, una delle ninfe
d. di Dionici Strocchi. 2522. Licori. — Così, secondo Virgilio, era anche nominata la cortigiana Citeride, famosa per la su
inata la cortigiana Citeride, famosa per la sua bellezza. Essa veniva anche detta Volunnia, perchè secondo la tradizione fu l
che, fra poco, si sarebbe di nuovo recato in Delfo, onde consultare, anche una volta l’ oracolo, e prendere, da Apollo stess
ilio — Delle Georgiche — Libro IV trad. di Dionigi Strocchi Ligea è anche il nome di una delle Sirene, forse perchè le paro
testa. 2532. Limentino. — Dal latino limen, si dava la denominazione anche femminile di Limentina a quella divinità che pres
ci degli stagni o dei luoghi paludosi. Esse venivano sovente chiamate anche Linniadi. 2535. Limnatide. — Altro soprannome di
8. Limnoria. — Una delle cinquanta Nereidi. 2539. Limnoniadi. — Dette anche Linoniadi. Dalla parola greca λειμον che signific
Bacco, ed a cui i pagani accordavano la strana prerogativa di vedere anche traverso la terra. 2541. Linceo. — Figlio di Afan
rappresentano la dea sopra un carro tirato da due di quegli animali. Anche nei sacrifizii della dea Cibele, prendevano posto
anch’essi consacrato il fior di Loto a Venere e ad Apollo ; e si sono anche recentemente trovate delle statue di quelle divin
amente quello che i botanici chiamano Persea, era consacrato ad Iside anche in Egitto ; e forse la grande somiglianza che il
Lua. Tito Livio — Storia Romana — Libro VIII. 2559. Lucarie — Dette anche Lucerie, feste romane che prendevano la loro deno
invocavano Giunone Lucina. Diana, sotto l’appellazione di Lucifera, è anche considerata come la Luna, ed allora veniva raffig
to nelle fascie, e nella mano destra una specie di giglio. Lucina era anche detta Ilitia ed Olimpica, e sotto quest’ultimo no
aestra similmente, come il culto della Luna fosse sparso e conosciuto anche nelle Gallie, ove nella piccola isola di Sain, po
la quale prima ponevano ad ammollire nel latte. Comunemente andavano anche armati di uno staffile col quale battevano tutti
a di un maschio, e nell’ ottavo per le femmine : talvolta si prendeva anche il quinto giorno per questa cerimonia dei bambini
so degli Indù. presso i quali è un oggetto non solo di adorazione. ma anche di devota contemplazione. Secondo le antiche scri
di uno dei più antichi numi del paganesimo romano. 29. Caaba detta anche Caabah. — Nome che viene particolarmente dato dai
ato dal Greci a Bacco. per alludere che egli era stato loro padre. ed anche perchè era stato allevato sul monte Nisa. La magg
5 (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo II pp. 3-387
econda Degli eroi Nozioni preliminari. G li Eroi, chiamati anche Semidei o Semoni, si di evano quegli uomini, de’
chè ciò eragli stato da lui vietato, qualora non avesse seco condotto anche la giovine. Finalmente si recò a consultate l’ Or
no Iperenore, Pelore, Ctonio, Echione, e Udeo(c) (4). Furono chiamati anche Ofionj. e Draconigeni, ossia nati da un dragone (
fu chiamato Piede di Cadmo (a). Cadmo prese in moglié Ermione, detta anche Armonia, discendente da Marte e da Venere. Per on
Agave, Autonoe, Semele, e Ino, detta da’Greci Leucotea(b) (5). Cadmo, anche lontano dagli agi della paterna Reggia, poteva ch
te produssero gran copia di serpenti, i quali da di là si propagarono anche nelle altre parti del Mendo,(a) (6). Colà non fer
ne cangiò in sassi(a). Ovidio dice, che in quella zuffa si trovarono anche i due celebri Lapiti, Brotea e Orione, nati da Mi
Eeta lo inseguì, nè Giasone avrebbe potuto salvarsi da lui, se Medea anche in ciò nol avesse assistito. Ella, come osservò e
vicino il genitore, uccise il piccolo suo fratello, Absirto, chiamato anche Egialeo (a), nato al dire di Apollonio da Asteroc
ingiovinito Esone. Quelle la supplicarono di procurare lo stesso bene anche al loro vecchio padre. Medea promise di compiacer
Mentre Ercole si avviava a combattere la predetta fiera, si trattenne anche appresso Molorco, vecchio pastore di Cleone, citt
osamente desolava tutti que’ dintorni. L’Eroe lo inseguì, e sì stancò anche quello, che gli riuscì di legarlo, e di portarlo
Euristeo intimò ad Ercole, che lo uccidesse. L’Eroe nol fece, perchè anche quello era dedicato a’ Numi, e in vece lo portò v
ntenere la parola data ad Ercole(d). Dicesi, che in quella guerra sia anche morto un certo Calcodone, ch’erasi unito con Erco
ece(16) ; e vuolsi, che dopo d’aver eseguito ciò che doveva, lo abbia anche ricondotto nell’ Inferno(b). Molte altre sono le
a, uccise i pirati, restituì le giovani al loro padre, e mise a morte anche lo stesso Busiride(b). Altri in altro modo raccon
ovocava tutti a quel giuoco, e ne uccideva i vinti. Osò di cimentarsi anche con Ercole, ch’era giunto ne’di lui Stati co’ buo
chevolmente, non solo perchè ne conosceva lo straordinario valore, ma anche perchè avea bisogno del di lui ajuto. Quel Princi
o degli Dei (a). Ercole nelle anzidette circostanze ebbe per compagno anche Argeo, figlio di Licinnio. L’Eroe aveva giurato a
primo, che gli dedicò un tempio nel Circo Flaminio, ov’ erano onorate anche le Muse. Quel tempio fu uno de’ più frequentati s
bbiamo altrove osservato, i buoi intieri, per cui venne sopranom’nato anche Bufago, ossia mangiatore di buoi (c). Era nominat
sultavano, si chiamava Sonniale. Questo nome pertanto divenne proprio anche d’Ercole, perchè i di lui Oracoli alle volte si d
Eroe in una sola notte rendette ciascuna madre d’un figlio, ed alcune anche di più. Una sola di quelle ricusò d’unirsi ad Erc
de’ ribelli, privò di vita Creonte, s’impossessò del trono, e voleva anche distruggere tutta la famiglia d’Ercole, ma l’impr
gara, credendoli figli del predetto Euristeo. Avrebbe privato di vita anche Anfitrione, creduto suo padre, se il di lui figli
ceano e di Teti, o, come altri vogliono, del Sole della Terra, perchè anche quegli aspirava alle nozze di colei(24). Acheloo
forze, passasse nuotando all’ altra riva, e gli promise d’assicurarne anche alla di lui sposa il passaggio sulle sue spalle.
prima moglie, e che temeva che fosse per trattare nella stessa guisa anche qualsivoglia altro, che fosse per nascergli in av
e Ercole, viaggiando con Onfale, si ritirò in una grotta. Colei aveva anche là coperto l’Eroe de suoi vestiti, ed ella aveasi
rsi della mortifera veste. Ovunque però la tirasse, cessa traeva seco anche la cute. In tale misero stato vide egli Lica, il
il tristo fine, ch’ei doveva incontrare(c). Ercole aveva amato assai anche Fillo, figlia d’Alcimedonte Arcade, e aveala fatt
s’instituirono altre Feste, chiamate Iolee, perchè conesse si onorava anche Iolao, compagno di lui nel domare l’Idra di Lerna
termine delle sue conquiste (b). Queste stesse Colonne si chiamavano anche Porte Gadaritane (c). Ercole apparve in sogno al
so i Potizj. Esso in seguito per opera d’Appio Claudio venne affidato anche agli schiavi ; ma nello stesso anno turti i Potiz
a pelle di leone per assidersi a mensa. Molti fanciulli, e tra quelli anche Teseo, tratti dalla curiosità di vedere Ercole, e
corine (3), con cui uccideva i passeggieri(b). Colui voleva arrestare anche Teseo, ma questi lo uccise, e portò sempre con se
o il fiume Cefiso, sulla strada da Eleusi in Atene, Polipemone, detto anche Damaste e Procruste (7), faceva coricare i vianda
sse un tempio in Trozene(f). L’Eroe condusse seco fuori del Labirinto anche gli altri, che erano stati spediti ad incontrare
cuocere in una pentola, e lo mangiò co’suoi compagni. Ciò fu imitato anche in seguito nella Festa a tale oggetto instituita,
a tale oggetto instituita, e denominata Pianepsia. Allora si portava anche d’intorno un ramo d’ulivo, coperto di lana, che s
ebravano nel mese, detto da’Greci Boedromione (c) (20). Egli concorse anche alla caccia del Cinghiale di Calidone(d). La fama
tta la mensa, e tentò di rapire la sposa. Sull’ esempio di lui fecero anche gli altri Centauri la stessa violenza alle altre
Lapiti, che si erano opposti all’attentato di coloro. Tra quelli perì anche Censo, figlio di Elato(22). Teseo, per vendicare
, ne uccise molti, e ricuperò Ippodamia, che per quel motivo acquistò anche il nome d’ Iscomache(a). Eurito percosse a Teseo
, che l’ Eroe presso Ermione, città dell’ Istmo del Peloponneso, alzò anche un tempio a Venere sotto il nome di Ninfa, ossia
ssandra(12). Egli finalmente al dire d’Apollodoro prese in matrimonio anche Merope, figlia del fiume Sangario (a). L’anzidett
me Sangario (a). L’anzidetto Paride, di cui diffusamente ne parleremo anche quanto prima, allestì una flotta di venti vascell
o(a). Paride. Paride fu figliuolo di Priamo e di Ecuba. Questi anche prima di nascere fu conosciuto come quello, che d
ia(c). Priamo volle celebrate certi Gluochi funebri, a’quali concorse anche Paride, e vi rimase vincitore. Deifobo (o Ettore(
ra l’Italia. Anchise si rammentò, che lo stesso eragli stato predetto anche da Cassandra. Subito Enea intraprese il viaggio p
ava Turno, figlio di Dauno e di Venilia, e re de’ Rutuli. Ciò bramava anche Amata, sorella dell’anzidetta Venilia, e moglie d
guidati da Pallante, suo figliuolo. Poco dopo si collegarono con Enea anche i Tirreni sotto la condotta di Tarconte, i quali
e armi in difesa di lui. Finalmente nel decimo anno rimase vittorioso anche de’Trojani(21). Nel riparto, che si fece tra’Grec
i rimise in patria (a). Era pur riuscita di grave danno ad Agamenonne anche Astinome, soprannominata Criseide, perchè era fig
atto. Agamenonne ricusò di compiacernelo : anzi al rifiuto v’aggiunse anche le ingiurie, e lo fece allontanare dalla sua pres
di nome Aleso(26). Agamenonne, e il di lui fratello, Menelao, furono anche detti Attidi, perchè comunemente erano creduti fi
restieri, che arrivavano colà, si devono sacrificare, come si è detto anche altrove, alla predetta Dea. Al loro sbarco Oreste
o. Con tale ritrovato Ifigenia fuggì colla statua(5), e condusse seco anche Oreste e Pilade. Toante, avvertito di ciò, voleva
delle supreme Divinità. Non altrimenti fu nel medesimo luogo venerata anche Elena(c). Achille. Achille fu figliuolo di
oride, e nipote d’Oceano e di Teti, Dea delle acque. Questo Eroa ebbe anche il nome di Pitisoo, ossia salvato dal fuoco, perc
non ne avrebbono mai trionfato, qualora tra loro non si fosse trovato anche Achille(b). Subito pertanto si cercò di lui, nè f
Tradizione, riferita da Servio(f). Achille avea amato questa Amazone anche prima di azzuffarsi secolei, e ne avea avuto un f
doro, figlio di Priamo, ed Ifizione, figlio d’Otrinteo(a). Si azzuffò anche con Cicno, figlio di Nettuno. Il corpo di colui e
odo la vita. Nè pago d’aver superato e ucciso sì forte nemico, voleva anche spogliarlo delle armi, quando Nettuno trasformò C
di restituirgli, la rapita giovine, di colmarlo di doni, e di dargli anche in isposa la più bella delle figliuole d’Agamenno
a, la quale trovavasi in Mileto, e fu poi chiamata Achillea.(c). Andò anche a saccheggiare l’isola di Tenedo. Emitea, figlia
i del pari gli avvenne, mentre assediava Metimne nell’Isola di Lesbo. Anche quella città gli fece sì forte resistenza, ch’egl
orpo d’Ettore, oltre varj generosi doni condusse seco a supplicarnelo anche la sua figliuola, Polissena. Il Greco, al vederla
dell’armata Greca. Fu annoverato Achille tra’Semidei, ed ebbe tempio anche nella Penisola del Ponto Eusino, detta dal nome d
valore. Egli insieme con Diomede tolse a’nemici, come si è accennato anche altrove, il Palladio, perchè Troja senza la perdi
re quel soggiorno. Prima però che partisse, Circe, come abbiamo detto anche altrove, lo consigliò di discendere nell’Inferno
ra di Tiresia, il quale per singolare favore di Proserpina conservava anche colaggiù lo spirito profetico(a). Il Greco Eroe,
lui, quando avesse ricercato che lo sciogliessero. In tal modo evitò anche quel pericolo(14). Si salvò pure, allorchè trovos
uochi. Laodamante, figlio del predetto re, volle che vi fosse ammesso anche Ulisse, e questi vi rimase vincitore. L’Eroe fina
, e ne fu amorevolmente accolto(d). Giunse frattanto appresso di loro anche Telemaco, figlio di Ulisse, il quale era ritornat
istrato delle armi agli amanti di Penelope, affinchè si difendessero. Anche in quella circostanza Ulisse fu assistito da Mine
ettato da una burrasca sulle coste di quell’Isola, di cui ne ignorava anche il nome. Mancante di viveri, fu costretto a sacch
lui padre, era re di Locri. Egli alla testa di varj popoli, raccolti anche dalle regioni vicine all’ Eubea, andò sopra quara
ce erasi rifugiato ; e metà di quello cadendo in mare, seco vi trasse anche lui, e lo fece perire(a). Virgilio dice, che Mine
, e dopo d’averlo fatto servire di trastullo a’suoi nemici, lo fecero anche cadere vittima delle proprie mani. Egli, morto Ac
l’uso della cavalleria in tempo di guerra(c). Febe, e Talaira, detta anche Laira(d), Ilaira, ed Elaira, figliuole di Arsinoe
e era immortale, chiese al padre di poter communicare tale privilegio anche all’estinto fratello ; ch’egli ottenne ciò, che r
do uno di loro moriva, l’altro rinasceva(c). Castore e Polluce furono anche denominati Tindaridi, perchè la loro madre era mo
li, come a propizie Divinità(c) (6). Si tennero in grande venerazione anche appresso i Romani, che li riconobbero come loro D
descritta diffusamente da Dionisio d’ Alicarnasso(a) Polluce poi ebbe anche un tempio, dedicato a lui a lo appresso la città
rato la di lui città dalla Sange. Questo mostro, come abbiamo esposto anche altrove, se ne stava ne’ dintorni di Tebe, e prop
va co soli piedi ; e pervenuto alla vecchiaja, adopera oltre i piedi anche il bastone. Il mostro, udita tale spiegazione, si
to il suo enimma(b) (2). Edipo quindi oltre il trono di Tebe conseguì anche Giocasta in isposa. Da tale matrimonio nacquero d
rzio di tutti gli altri uomini(d) (5). Sofocle gli dà per conduttrice anche l’altra figlia, Ismene(e). Edipo fu condotto pres
lo avesse colpito con unò de’ suoi fulmini(b). Fu quindi considerato anche dagli uomini come un empio, che avesse provocato
desiderio, e privarono di vita non solo gli uccisori di Alcmeone, ma anche Fegeo, e la di lui moglie(a). , Ippomedonte(5),
Ipsipile, regina di Lenno(7), la quale stava allattando Ofelte, detto anche Archemoro, nato da Licurgo, re di Nemea. Le ricer
ato abbandonato ne’ campi, acciocchè divenisse esca degli animali(b). Anche Antigona, di lui sorella, era uscita di Tebe per
figliuolo dieci sette anni dopo fu dedicato appresso la Porta Capena. Anche C. Mario dopo la sua vittoria, riportata sopra i
. Quindi la Prudenza ha nella sinistra una face. Davansi a questa Dea anche due faccie, colle quali dimostravasi, che le azio
ar intendere che l’utile consiglio nasce non solo dall’esperienza, ma anche dallo studio ; e però si diede in mano a tale Div
abbiamo detto essere sacro a Minerva, Dea della sapienza. Si potrebbe anche dire, che siccome questo uccello, girando quà e l
se ne serve per apparire qual’è. Ha ella in mano una Pernice, perchè anche questo animale è fornito di sommo avvedimento, e
lto arida, tuttavia le Api pucchiano da quella il mele. Tale mostrasi anche il Diligente, mentre del lungo, e difficile lavor
zione. L’Emulazione è uno studio, per cui si procura d’imitare, ed anche superare le belle azioni altrui. Questa Virtù si
a di vicina raccolta. Ha la Speranza appresso di se un’ancora. Vedesi anche appoggiata ad una colonna. Talvolta tiene in mano
). L. Silla, divenuto trionfatore di tutti i suoi nemici, le instituì anche dei pubblici Giuochi(d). La Vittoria viene rappre
agli altri uomini ciò, ch’è dovuto a ciascuno. Questa Dea, denominata anche Astrea, stette sulla terra, finchè durò l’Età d’o
’Ippolito(d). Esiodo dice, che Temi è la madre non solo delle Ore, ma anche delle Parche. Altri le danno per figliuole Irene,
di Giove e della Necessità, ovvero dell’Oceano e della Notte. Essa fu anche detta Adrastia da Adrasto, che fu il primo a dedi
le buone, così punisce le cattive. Quindi la Giustizia da altri venne anche rappresentata con velo agli o chi, per indicare c
o in vece di una madre nomina un padre(a). Tale Tradizione fu seguita anche da’ pittori, che rappresentanono il predetto fatt
nchè tornano ad utile di chi primo li fece. La Beneficenza comparisce anche colle ali, le quali ammaestrano, che chi vuole es
a. Concordia n’è pure il caduceo. Questa Dea finalmente rappresentasi anche per mezzo di due mani, congiunte insieme. E quì s
hi venerate o come Deità, o come simboli di quelle. Ce lo testificano anche moltissimi antichi Monumenti, la maggior parte de
li Dei in ricompensa di qualche grazia ricevuta, unite insieme, erano anche il simbolo il più ordinario della Concordia. P
ove e di Temi. Atene le eresse delle statue, e fu la prima ad alzarle anche un tempio dopo la disfatta degli Spartani, ripott
e : la morte e la vita : ciò indica, che l’amicizia serbasi la stessa anche dopo morte, come lo era durante la vita(a). Fe
esaltata a misura ch’ essa da se si abbassa. La medesima Virtù vedesi anche in atto di conculcare una corona d’oro, per far c
a tale gelosia, che la ridusse a morte. Ella, come abbiamo raccontato anche altrove, avea regalato a Cefalo il cane Lela po,
te, indicano l’assidua cura, che ha il Geloso, d’osservare ogni atto, anche il più indifferente, della persona, cui egli ama.
he l’imprudenza e temerità, solite a trovarsi ne’giovani, regnano pur anche ne’ ladri. E’ pallido, perchè vive in continuo ti
, perchè vive in continuo timore d’essere scoperto : lo che esprimesi anche dalle orechie di Lepre ; animale timidissimo. Il
oni. Stringe l’arma, perchè i ladri d’ordinario sono armati per usare anche violenza, quando si tratta di rubare. Malignit
restante dell’ acqua, onde altri non ne bevano : lo che suole operare anche il Maligno. Crudeltà La Crudeltà è insaziab
eltà La Crudeltà è insaziabile desiderio e compiacenza di vedere e anche di effettuare, qualota se ne apra l’occasione, il
glia accesa significa, che come quel fuoco presto s’accende, e presto anche s’estingue ; così la Bugia presto nasce, e presto
e quello stesso che lo cibava, se avviene, ch’egli tralascii di farlo Anche gli Adulatori si mostrano geniali, e accarezzano
oi la cosa stessa, da cui ebbero principio. Un tal’effetto si produce anche dall’Invidia, giacchè essa, agitando sempre con a
e irrugginito ; perchè se il vomere non adoperato contrae la ruggine, anche chi vive ozioso, contrae molti vizj. Pigrizia.
, onde non diffonda sulla terra il suo splendore. Tal’ è il carattere anche dello Sconoscente : egli non rade volte danneggia
iacere l’essere possessore di molti beni, e si ama di farli conossere anche agli altri : quindi il consolante aspetto, e l’ab
che amarezza. Altri la dipingono in atto di porgere un ramo di mirto. Anche questo era segno d’allegrezza ; e quindi ne’ conv
a sopra instabile globo. Pausania finalmente dice, ch’ella mostravasi anche in atto di portare Pluto fanciullo, per far inten
. (b). Apollod. l. 3. (c). Id. Ibid. (4). Udeo si rese famoso anche per questo, perchè da lui discese il celebre Tire
cui acqua era sì fredda, che Tiresia per averne bevuto mori(b). Egli anche dopo morte ottenne da Proserpina il privilegio di
o i due fratelli. Altri dicono, ch’eglino vicendevolmente si odiavano anche nel seno della loro madre. Amendue si cisputarono
Met. l. 4. (6). Dal sangue di Medusa oltre il cavallo Pegaso nacque anche Crisaore, così detto, perchè comparve al mondo co
, di nome Frisso, e una femmina, detta Elle(h). Questi due si dissero anche Atamantidi(i). Non molto dopo Atamante ripudiò Ne
i figliuoli, nati ad Atamante da altra moglie(d). Ciò ebbesi a vedere anche quando colui la ripudiò per isposare la figlioulà
e lo Scolaste dello stesso Apollonio. Potrebbe però questo Poeta aver anche inteso de’ campi Flegrei della Campania, per l’am
de pericoli, e loro indiceva il modo d’evitarli(f). La stessa nave fu anche detta Peliaca, perchè gli altri legni, eo’ quali
ermesso di navigare con una, che ne conteneva cinquanta, detta perciò anche Pentecontoro, e qualificata da Teocrito per capac
, celebre indovino, nacque dalla Ninfa Clori, e da Ampico, per cui fu anche detto Ampicide(d).Ritornando da Colco, mori per u
scia alla stanza di Teonoe, risoluta di privarla di vita, e vi chiamò anche Testore in suo ajuto. A tale nome l’un l’altro si
i Clite, la quale egli fa figlia di Piasio, e Tracia di patria, varia anche da esso nel dire, che nulla sofferì dopo la morte
Greci per ridomandare Medea, nulla dice delle querele, che avrebbono anche dovuto fare, se fosse stata vera l’uccisione di A
altri la vogliono in un sito commessa, ed altri in un alro, variando anche fra loro nelle circostanze. Onomacrito dice, ch’e
i lasciò quella porzione di piede, per cui lo aveva afferrato. Dicesi anche , che questo Atleta con una sola mano arrestò in u
bari della Tracia. Ella gli partorì due figlie, cioè Cleopatra, detta anche Stenobea, che sposò Fineo, re di Bitinia ; e Chio
to degli amori di Borea. Il Poeta Cleante narra, che questo Vento amò anche una figlia d’Arcturo, di nome Clori, e la traspor
(19). Insieme con Ercole, allorchè egli andò in cerca d’Ila, si unì anche Polifemo Tessalo, figlio d’Elato e d’Ippea, e mar
lod. l. 2. (c). Nat. Com. Mythol. l. 7. (23). Alcuni dicono, che anche Megara cadde vittima del furore di Ercole(d). Apo
laustre Diction. Mythol. (24). Il fiume Acheloo avea preso ad amare anche la Ninfa Perimele, figlia d’Ippodamante. Questi i
u padre di Marpesa. Ida la rapì, e la fece madre, come abbiamo, detto anche altrove, della bella Cleopatra, che poi divenne s
nel tempio della Misericordia, erecto in Atene, sul modello del quale anche i Romani ne inalzarono un altro alla medesima Div
e la mandò ad Alcmena, la quale, dopo di averla insultata, ne strappò anche gli occhi(c). Altri dicono, che Euristeo fu uccis
(b). Id. Ibid. (c). Plutarch. in Vit. Thes. (8). Medea, fuggita anche da Atene, si trasferì nell’ Asia superiore, dove
bbrustolita, grondante di sangue si pose a fuggire. Secolui fuggirono anche Orneo, Licaba, Medonte, Taumante, Pisenore, e Mer
li Areo, Imbreo, Eurinomo ; e Licida, finirono di vivere. Era in fuga anche Greneo, il quale, voltatosi a guardare chi lo inc
di sangue. Uno strale, scoccato da non so chie, privò, allora di vita anche il bellissimo Centauro Cillaro, che aveva in mogl
uto, che appena lo avrebbono mosso due paja di buoi. Volèva Feocomete anche spogliarlo del tutto, ma raggiunto da Nestore, so
giovine amante della Ninfa Esperia, figlia del fiume Cebreno, per cui anche il Poeta dice, che Esaco morì(b). (d). Serv. in
le cressero un tempio(d). Plutarco dice, che Cassandra dopo morte fu anche chiamata Pasifae, perchè allora manifestava a tut
, che trucidassero tutti quegli ambasciatori. Tra i medesimi si trovò anche Acamante, figlio di Teseo e di Fedra. Questi in q
ll’Asia operò a difesa di Troja varie gloriose imprese. Privò di vita anche Antiloco, figlio di Nestore e di Euridice(a). Ovi
ito, e lo privò di vita. Per tale motivo fu costretto ad allontanarsi anche da Ftia, ed a ricorrere ad Acasto, re di lolco, i
lo purificò. Fu allora, che Astidamia, moglie di quel Sovrano, detta anche Astiadamia(b), Creteide, ed Ippolita, s’invaghì d
Garol. Ruatus in Virg. Acneid. l. 3. (3). In origine i Penati, detti anche Lari, non erano se non le anime de’ morti, che i
del tempo si tumulavano lungo le pubbliche vie ; però i Penati furono anche chiamati Viali(d). Sotto il nome di Penati si ven
i Viali(d). Sotto il nome di Penati si venerarono poi indistintamente anche gli altri Numi(e). Il loro sito più ordinario nel
lle case era dietro la porta, o intomo al focolare(f). Si collocavano anche in una Cappelletta, denominata Penetrale(g), e La
, detto da’ Latini Patella, dalla qual voce questi Dei si appellarono anche Patellarj(d). Essi si riponevano altresi sulle me
ono varie Feste(h). Tra queste le più celebri erano le Lararie, dette anche Compitali, dalla voce Latina compitum, luogo, dov
i regnò trent’anni appresso Lavinio, e vi fondò Alba Longa (d). (5). Anche Panto, figlio di Otreo Focese, nella notte dell’e
in quella circostanza tradirono la patria, Darete di Frigia annovera anche Ucalegonte (a). Omero poi (b) e Virgilio (c) ce l
ro, e sorella di Pigmalione. Fu data in matrimonio a Sicheo, chiamato anche Acerba (g), e Sicarba (h), figlio di Flistene, e
o, famoso Atleta, disputò il premio del Cesto a Darete ; e lo avrebbe anche ucciso, se Enea nol avesse assistito (b). I Giuoc
re cose aveano il loro Genio (c). Demogorgone, di cui abbiamo parlato anche altrove, si tenne parimenti come un Genio, che pr
lati (b). Si coronavano con foglie di platano (c). Talora comparivano anche sotto le sembianze di serpente (d). (b). Virg.
oglia periglioso cimento. Eurialo rimase sorpreso da’suoi nemici ; ed anche Niso spontaneamente diodesi in loro potere, ed of
medesimo comparve alla luce dopo la morte di suo padre, così egli fu anche socrannominato Postumo (d). (f). Tit. Liv. l. 1
lungo tempo portati quà e là per ignoti mari. Uno di questi ultimi fu anche Agapenore. Egli da una procella fu gettato sulle
tone, non contento d’essersi impadronito delle di lui spoglie, voleva anche recider gli il capo ; ma Ajace, figlio di Telamon
jani ; offerì delle libazioni a venti, Zefito e Botes, e loro promise anche de’sacrifizj, onde col loro soffio consumassero p
avento di Marte(d). Nel giuoco del disco allora moltiscimo si segnalò anche Polipete, figlio di Piritoo e d’Ippodamia(a). Più
erciò fortemente lo percosse(b). Ebbe finalmente l’ardire d’insultare anche Achille, come più diffusamente vedremo, e quegli
i di lui, lo trasferirono nella loro città. A ciò fare aveali indotti anche prima Sinone, figlio di Sisifo, nipote d’Autolico
re Focesi, i quali non solo annunziano la morte di Oreste, ma fingono anche di portarne per ordine di Strofio le ceneri racco
cò e ferì Arpalico, re d’un popolo della Tracia. Questo re ne sarebbe anche rimasto ucciso, se la di lui figliuola, Arpalice,
Hom. Iliad. l. 18. (c). Id. Iliad. l. 23. (3). Un simile voto fece anche Berenice, figlia di Tolommeo Filadelfo e di Arsin
da Nauplio in mare, e che venne raccolta, e sposata da Teutrante(e). Anche Igino riferisce ; che Teutrante la adottò per sua
liberato da quel nemico. Telefo alla testa de’ Misj trionfò d’Ida, ed anche lo uccise. Salà quindi sol trono, ed era altresì
una delle Danaidi, le quali, per essere nipoti di Belo, furono dette anche Belidi(d). (a). Nat. Com. Mythol. l. 9. (b).
da questo stabilito guardiano delle sue greggi(a). Oltre Eumeo eravi anche Filezio, altro custode delle pecore di Ulisse. Qu
. 14. (1). Pulidamante nacque la stessa notte, in cui venne al mondo anche Ettore, e fu dopo di lui il più valoroso difensor
Laomedonte, che divenne la di lui seconda moglie(b). Telamone n’ebbe anche una terza, che Sofocle(c), Pindaro(d), Diodoro Si
a). Potter. Archacol. Graec. l. 2. (1). Da Tindaró e da Leda nacque anche Filònoe, la quale per favore di Diana divenne imm
i Principi del vicinato di Pisa, che, superati da Enomao, ne rimasero anche uccisi. Cadde morto in quella circostanza anche u
a Enomao, ne rimasero anche uccisi. Cadde morto in quella circostanza anche un certo Cranone, a di cui onore i Tessali de nom
ire di Arpalice, bella giovine d’Argo, nata da Climeno e da Epicasta. Anche colei si lasciò trasportare a somigliante eccesso
Megara. Un leone allora devastava gli Stati di quel Principe, e avea anche ucciso il di lui figliuolo, Eurippo. Megareo prom
1). Un fatto alquanto simile a quello, che avvenne ad Edipo, successe anche a Crateo, nato da Minos, re dell’Isola di Creta,
irgli che entrasse nelle loro terre. V’accorse tra quella moltitudine anche Altemene, e vibrò un dardo, con cui senza accorge
esa vendetta, esalò lo spirito(a). Lasciò un figlio, di nome Diomede. Anche questi al tempo della guerra Trojana fu considera
cise Assilo, figlio di Teutrane, e al fianco di lui fece cadere morto anche il di lui cocchiere, Caleno, ricco abitante d’Ari
lo avesse colpito con unò de’ suoi fulmini(b). Fu quindi considerato anche dagli uomini come un empio, che avesse provocato
desiderio, e privarono di vita non solo gli uccisori di Alcmeone, ma anche Fegeo, e la di lui moglie(a). (5). Ippomedonte
6 (1831) Mitologia ad uso della gioventù pp. -
a Citerea. Le Grazie anch’esse, Senza il cui riso nulla cosa è bella, Anche le Grazie al tribunal citate De’ novelli maestri
o e Cerere. Vi si aggiungono da molti il Caos, Saturno, Plutone detto anche Orco, Proserpina e Bacco cui da alcuni si dà il n
lladimeno qualche volta dalla accennata nomenclatura. Abbiamo parlato anche brevemente dei sacrifici che si facevano agli Dei
no e Vesta Prisca o la Terra sono gli Dei più antichi. Ad Urano si dà anche il nome di Cielo ; e qualcuno confonde Vesta Pris
vincitore e non contento della vittoria ottenuta sul padre lo scacciò anche dal cielo. Saturno si ricovrò in Italia ed ìn que
el tempo, il quale passa rapidamente e distrugge ogni cosa. Gli siodà anche là figura di un serpento che si morde la coda, si
figlia di Urano e della Terra, moglie e sorella di Saturno, chiamasi anche Ope, Vesta, la Buona Dea, la Madre degli Dei, Din
colla quale è soventi confusa. I suoi sacerdoti chiamati Coribanti ed anche Cureti le rendevano il culto danzando intorno all
tto, dalla madre alla crudeltà del padre ; furono dopo di lui salvati anche Nettuno e Plutone. Rea consegnò Giove ai Cureti o
gitto ove vissero sotto diverse forme di animali. Giove li perseguitò anche in quel paese, ma finì poi per riconciliarsi con
a perduta, fu secondo le favole eambiato in fiume. Giunone perseguitò anche Europa, Semele, Latona, Alcmena e suscitò mille t
i, Peristera aiutando Venere la rese vittoriosa. La colomba le veniva anche offerta nei sacrifici ; e avendo in Cipro i Ceras
cate nell’inferno, di Diana in terra e di Luna o Febea in cielo. Avea anche molti altri nomi secondo i luoghi ov’era particol
di frecce, ma basse tutte più di lei almeno della testa. Diana detta anche Delia e Cinzia dall’isola e dal monte ov’era nata
suo arco e le frecce, s’avvide che nel momento stesso gli erano state anche quelle involate. Dopo questo accidente, lasciato
nto a predir l’avvenire. Gli s’immolavano alle volte degli agnelli ed anche un toro. La palma e l’alloro erano i suoi alberi
perchè Giove nell’accordargli il dono di predir l’avvenire gli affidò anche la cura d’illuminare il mondo Il più celebre monu
ricevere i suoi comandi, li serviva tutti con uno zelo infaticabile, anche nelle cose poco lecite, ed aveva cura di tutti i
Ma ebbe ben tosto a pentirsi della sua dimanda, e mutandosegli in oro anche il pane ed il vino, fu costretto per non perire d
di Vulcano la più maravigliosa fu la statua di Pandera che fu da lui anche animata. Si racconta che gli Dei irritati nel ved
o a quello di Cocito, gittavasi com’esso nell’Acheronte. Lete diceasi anche il fiume dell’Oblio. Le ombre erano obbligate a b
mano tiene l’urna, dall’altra la tazza dell’oblivione. Si rappresenta anche coronato di papaveri e di loto. Stige è una celeb
riserbate per gli Dei spergiuri. Annoverasi tra i fiumi dell’Inferno anche l’Erebo figlio del Caos e della Notte, padre dell
recipitato nel Tartaro per aver prestato aiuto ai Titani. Viene preso anche per una parte dell’Inferno e per l’Inferno stesso
preso anche per una parte dell’Inferno e per l’Inferno stesso. Si fa anche marito della Notte da cui si vuele abbia avuto il
a si denominavano certi versi cantati nei funerali. A Roma si adorava anche Libitina come Dea dei funerali, e pare che fosse
mitologi hanno complicato le qualità e cumulate le azioni. Si faceva anche figlia di Giove e di Latona e sorella di Apollo.
mani armate d’unghie adunche, avide di sangue e di carnificina. Erano anche zoppe. Si dà loro delle alì, i capelli bianchi e
, che sovente non cessava che colla loro vita. Gli Dei le impiegarono anche a punire gli uomini colle malattie, le guerre e g
un’impazienza che mostra tutto il loro furore. Le Furie si chiamarono anche Erinni ed Eumenidi in terra ; Dire in cielo e Cag
corno in una mano e un dente di elefante in un’altra. Si rappresenta anche in figura d’un giovane sdraiato mollemente su di
a del benefico suo impero. Si faceva soggiornare in fine nell’Inferno anche Pluto figlio di Cerere e di Giasone dio delle ric
Inferno ad attignere acqua perpetuamente con un vaglio. Si chiamavano anche Belidi, da Belo re d’Egitto padre di Danao. Si è
avoltoi. Annoverano i poeti tra i più celebri condannati del Tartaro anche i Giganti o Titani che mossero guerra a Giove, il
di nominare. Oltre l’esser stato padre di Pane dicesi che fosser pur anche figli suoi le tre Parche, il serpente Pitone ed i
a. I loro lineamenti sono meno schifosi di quelli dei Satiri ed hanno anche una fisonomia di essi più allegra. Si consacrava
ni. Avendo il potere di cambiare di forma a suo piacere si riguardava anche come il Dio dei pensieri e dei cambiamenti. Pare
e, e stillante acqua da tutte le parti de’ suoi vestimenti ; si mette anche seduto nella caverna di Eolo in atto di asciugars
arono delle feste in onor suo che furono chiamate Imenee. Chiamavansi anche Imenei i versi che cantavansi alle nozze. Imene s
rnato di fiori con una fiaccola in mano ed un innaffiatoio ; si trova anche figurato con una corona di rose e di spini, un gi
pra una base, suona la tromba col viso volto verso il cielo. Si vede anche in atto di abbraociare un uccello, che bene spess
enza conoscerlo e quando il conobbe egli scomparve. Cupido conosciuto anche sotto il nome di Erote era sempre accompagnato da
a una ruota, e l’altro sospeso in aria. La ruota gira velocemente. Fu anche rappresentata con un sole ed una mezza luna su la
intendono i poeti di deserivere la cattiva Fortuna. Essa è conosciuta anche sotto il nome di Sorte. Ovunque s’innalzarono deg
rte che incontrò all’assedio di Troia per mano di Patroclo. Si fa dir anche a Giove che se potesse cambiare il Destino, Eaco,
na mano l’urna in cui si rinchiudono le sorti dei mortali. Si dipinge anche con una corona sormontata di stelle ed uno scettr
gnato che tanto potere si arrogasse Esculapio, lo fulminò, eccitatovi anche da Plutone che vedeva diminuirsi notabilmente il
tto fosse esattamente osservato : da alcuni si vuole che versasse pur anche il nettare a Giove quando era a mensa. Temi si ra
Vittoria La Vittoria fu personificata dai Greci che ne fecero anche una divinità. La vogliono alcuni figlia di Stige
i uccelli, è sempre vittorioso. Nemesi, le Nemese Nemesi detta anche Adrastea, figlia di Giove e della Notte o della N
o ossia il Po, il Ladone, l’Eveno, il Sangaro e lo Scamandro. Teti fu anche madre di tremila Niufe chiamate le Oxeanidi. Si f
i fan nascere da lei non solo i fiumi e le fonti, ma la maggior parte anche delle persone che avevano regnato o abitato sulle
i altro non fosse che una divinità puramente fisica : chiamavasi essa anche col greco nome che significa nutrice, perchè era
ello d’oro o di porpora cui era attaccato il suo destino e quello pur anche del suo impero. Informato Niso dall’ oracolo che
ati. Dedalo aveva fra i suoi allievi un nipote per nome Ascalo, noto anche sotto il nome di Talao, figlio di Perdice sua sor
ne gli eressero un tempio e gli offrirono dei sacrifici. Fuvvi poscia anche un oracolo sotto questo nome che i navigatori sol
è ne variasse il numero presso gli antichi che ne annoveravano due ed anche quattro. Omero dà il nome di Pasifea ad una delle
che spandono tanta dolcezza nella vita sociale, ma la liberalità pur anche , l’eloquenza, il senno e la prudenza. La più bell
ed in tutti gli altri luoghi della Grecia e della Tracia. Ne avevano anche in comune con altre divinità come Mercurio, Amore
Si rappresentavano piccole e snelle perchè le forme più delicate sono anche le più seducenti. Il loro atteggiamento alla danz
e erano le indivisibili compagne di Venere. Accompagnavano alle volte anche Mercurio e le Muse. Stanziavano per l’ordinario s
luoghi della Grecia e della Macedonia offrivansi loro dei sacrifici. Anche in Roma erano ad esse consacrati due templi ed un
reditati autori ch’essa sia opera o di Fidia o di Prassitele, o forse anche di Scopa, la cui Venere nuda, posta di contro al
rre Adone dall’Acheronte e di restituirlo a Venere. Si diede alle Ore anche la sprantendenza dell’educazione di Giunone ; dif
i al dissopra del capo di lei rappresentate le Ore. Ebbero l’incarico anche dell’educazione di Venere. Era loro cura di alles
rra e pose l’alato cavallo tra gli astri ove forma una costellazione. Anche Perseo se ne servì per liberare Andromeda, e per
Il capo della Medusa, comperando dell’oro dagli Africani aveva preso anche da loro un artefice che sapesse porlo in uso. Il
ssi, in Ninfe celesti, infernali, terrestri e delle acque. Si trovano anche delle Ninfe con nomi presi o dal loro paese oppur
he contribuirono all’incivilimento de’ Greci, e da Ecate, si dicevano anche le Ninfe di Diana, perchè quella Dea amava d’anda
rinchiudeva il palazzo degli antichi re di Siracusa. Le Naiadi dette anche Crenee e Pegee erano Ninfe che presiedevano alle
i quanto poteva renderne piacevole la dimora. S’aggiravano alle volte anche ne’ boschi, e nelle praterie sollazzavansi. Egle
rano le ninfe che presiedevano ai laghi ed agli stagni. Erano onorate anche sotto i nomi di Limnacidi, Limnadi, Limnee e Limn
dini delle Esperidi, vuolsi che fossero nelle Isole Esperidi chiamate anche dagli antichi Isole Fortunate o Atlantidi, poco d
uoco ed una salamandra. Gli antichi hanno caratterizzato la Primavera anche con Mercurio ; l’Estate con Apollo, l’Autunno con
o per l’ordinario con una conchiglia di mare in mano ; si metton loro anche delle corone di giunchi ; e ne sono stati rappres
on loro anche delle corone di giunchi ; e ne sono stati rappresentati anche suonando una specie di flauto o zampogna, e tenen
al muggito del lione ; che è un mostro il cui aspetto farebbe fremere anche un Dio ; che ha sei lunghi colli e sei teste enor
ssi delle lampade accese. In pubblico si sacrificava loro un gallo ed anche un porco ; le offerte che ad essi si facevano in
verna era venerata dai ladri perchè teneva occulti i loro furti ; era anche la dea degl’ipocriti. Libitina presiedeva alla mo
ai funerali. Vaccena o Vaccana era la dea della pigrizia ; presiedeva anche al riposo della gente di campagna. Marcia era la
e si recarono ad onore di portar un tal nome, il quale suolevasi dare anche a tutti i negozianti rinomati che andavano a scop
per le preghiere di Pallade si raddolcì allora alquanto ed acconsentì anche di dargli del proprio latte onde renderlo immorta
i una statura straordinaria e di una forza di corpo incredibile ; era anche un famoso mangiatore. Un giorno viaggiando con Il
no de’ buoi dall’aratro, lo immolò agli Dei e lo mangiò. Dovea essere anche gran bevitore, se si deve giudicarlo dalla grande
eniva recisa, immantinente rinasceva. Ercole la uocise, ed uccise pur anche il cancro marino, mandatogli da Giunone, e dal qu
Orto figlio di Echidna, ed un Dragone con sette teste. Ercole uccise anche questi mostri. 11.° Uccise il Drago custode del g
lori così grandi, che sembrava non dovesser più calmarsi. Ercole ferì anche Plutone in una spalla, nel tetro soggiorno degli
glie del leone Nemeo, ch’egli porta qualche volta sopra un braccio ed anche sopra la testa. Vedesi pure ma di rado con l’arco
ra, tra quali citasi il serpente Pitone, che fu poi ucciso da Apollo. Anche Cerambo, abitante del monte Otri in Tessaglia, si
me bassirilievi, sculture, ecc. scorgesi che esistettero pei mitologi anche delle Centauresse. Cadmo Cadmo principe Fe
ipii, e gli donò una lira alla quale Anfione aggiunse tre corde. Vien anche asserito che questo musico innalzò il primo altar
ccise con un colpo di lira, perchè lo aveva aspramente rampognato, ed anche contraffatto per la cattiva sua maniera di manegg
i compagni per andar in cerca di quel giovinetto da esso molto amato. Anche i suoi compagni non poterono consolarsi per tal p
scogli della costa d’Egitto, ma la protezione degli Dei li sottrasse anche a questo pericolo. Continuando il loro viaggio, s
oro la quale veniva raccolta con pelli di montoni ; locchè si pratica anche presentemente su le sponde del Rodano e dell’Arri
ompensa dell’accordatagli ospitalità. Alle volte si rappresenta Giano anche con quattro facce. Gli si dà una chiave ed un bas
loro vita, sì grande, e il loro odio tanto irreconciliabile, che durò anche dopo la loro morte ; e credesi d’aver osservato c
scia nel modo più magnifico che le fu possibile, lo stesso fecero pur anche Minerva e Venere ; e quest’ultima non dimenticò i
oste davansi dalla Pizia sacerdotessa d’Apollo. Questa Pizia chiamasi anche Pitonessa. I poeti però sogliono dare il nome di
bilmente e chiamava a sè le anime dei morti. Apollo aveva un Oracolo anche a Claro città della Ionia. Il più celebre però tr
o, come avvenne ad Alessandro, quando andò a consultare Giove Ammone. Anche gli antichi popoli del Nord avevano i loro Oracol
gli Oracoli quanto pei sacrifici. Nel predire il futuro si distinsero anche le donne, e famose in questa professione furono l
a, la Samia, la Cumana così chiamata da Cuma città dell’Eolide, detta anche Amaltea e Demofila, l’Ellespontica, la Frigia e l
ltre il detestabile costume in molti luoghi introdotto di sacrificare anche vittime umane. Ne’ Sacrifici solenni la vittima o
e di Giove era il primo, venivano poi il Marziale, il Quirinale, eco. Anche le mogli loro conosciute sotto il nome di Flamini
i Roma. Essi preparavano i banchetti sacrinei giorni solenni ed erano anche obbligati a pubblicare il giorno in cui tali banc
usavano del diritto di porli in ridicolo, di maltrattarli e talvolta anche pereuoterli. Gli Anuspici erano quelli che esamin
arsi aspergere coll’acqua lustrale consacrata dai sacerdoti, e spesso anche il lavarsi o tutto il corpo o anche le sole mani
onsacrata dai sacerdoti, e spesso anche il lavarsi o tutto il corpo o anche le sole mani in acqua pura. L’acqua lustrale era
rto, nell’uscirne aspergevansi con quest’acqua : si soleva servirsene anche per lavare il corpo. Gli Egizi, i Greci, i Romani
ceva giuoco alcuno il quale non fosse a qualche Dio in particolare ed anche a molti insieme dedicato. Eravi un decreto del se
rde ; e negl’Istmici di prezzemolo secco o di pino. I vincitori erano anche onorati spesso di pubbliche statue e nella loro p
a Verona, a Nimes ed in altri luoghi. A detti giuochi essi aggiunsero anche i sanguinosi spettacoli dei combattimenti delle f
Quest’è l’albero in cui secondo la favola fu trasformata Mirra detta anche Smirna figlia di Cencreide e di Cinira re degli A
7 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Della mitologia in generale. » pp. 17-359
si, esprime il potere dell’ eloquenza e della musica sugli uomini, ed anche l’ effetto maraviglioso che i naturali oggetti e
nata a cantare gli Dei e gli eroi, ad abbellire ogni cosa, ad animare anche gli oggetti materiali, ha popolato d’ esseri imma
il fulmine furono i loro Dei ; e quindi giunsero ad onorar come tali anche i bruti, le piante ed i sassi. 13. Poi ottennero
fatale necessità che tutto governa nel mondo ; e gli altri Dei, come anche lo stesso Giove, andavano a consultarlo, ma senza
assava per una divinità antica quanto il Destino. I poeti lo chiamano anche Urano (45), e suppongono che sposasse Titea o la
o (45), e suppongono che sposasse Titea o la Terra sua sorella, detta anche Vesta (43) o Cibele (40), nella qual doppia paren
in sua vece una pietra che da Saturno fu subito divorata. E ciò fece anche quand’ ebbe gli altri due figli Nettuno (185) e P
77) gli fu nutrice. Narrasi che le Ninfe e i Coribanti, che furon poi anche sacerdoti di Giove, per celar meglio a Saturno i
tempo che tutto distrugge ed all’ agricoltura che tutto riproduce. È anche alato, e gli sta presso un orologio a polvere, e
a (Asia minore) dove con special culto era onorata. 41. La chiamarono anche Tellus, dal presiedere alla terra, come Saturno a
iti distinguono tre divinità con lo stesso nome di Vesta : una, detta anche Terra e moglie di Celo (25), è la madre di Saturn
no ancora le zingane a vergogna di un secolo incivilito. Furono detti anche Coribanti o Dattili (29),14 , servendo al culto d
u re d’Atene prima di Cecrope, per le sue belle azioni aveva meritato anche in vita onori divini ; ma il re del cielo mal sof
lacro di Giove, gl’importuni insetti si dileguarono. In Roma fu detto anche Giove Statore, stator dalla parola stare, perchè
sua corte sulla cima del monte Olimpo in Tessaglia. Olimpo vuol dire anche cielo : (holos, intero, lámpo, io riluco, gr.) Lo
Rlicio, dal latino elicio, cavar fuori, ec. 80. Egli era poi onorato anche in Affrica sotto il nome di Giove Ammone, ed ecco
ome di Giove Dodoneo ; e quindi eragli specialmente sacra la quercia. Anche le colombe di quella foresta pronunziavano oracol
ina, e la protettrice dei matrimonj, Matrona o Pronuba ; e presiedeva anche ai parti pigliando allora da lux (luce) il nome d
a anche ai parti pigliando allora da lux (luce) il nome di Lucina. Fu anche detla Moneta da moneo, per cagione dei salutari a
e. Secondo alcuni poeti Lucina è la stessa che Diana o la Luna (137). Anche il papavero e la melagrana venivano offerti a Giu
ai sacerdoti ; e le immolavano più comunemente un’agnella. Fu adorata anche in Egitto sotto la forma di una vacca o di una do
, in modo che Giacinto ne restò colpito ed ucciso. Lo Dio, sventurato anche nell’amicizia, trasformò l’estinto giovinetto in
ia, e gli ottenne da Giove l’immortalità, ma non pensò ad implorargli anche il privilegio d’una perpetua giovinezza ; sicchè
i giovinetti dedicavano ad Apollo la loro chioma. Era molto venerato anche a Cirra città della Focide, a piè del Parnaso. Av
virtù, solo tesoro cui nè tempo nè fortuna possono far perire. Laonde anche Solone ricusò il ricco dono, inviandolo a Chilone
i abitava il Parnaso, l’Elicona in Beozia, ed il Pindo. Il Parnaso ha anche il nome di monte sacro, e sacra è pur detta la va
ece con un calcio scaturir dalla terra. Alle falde dell’Elicona v’era anche la tomba d’Orfeo (469). 124. Pegaso o Pegaseo era
ad. c. i.). Così il poveretto pagò il fio della sua presunzione. 126. Anche Pane (294) aveva osato sfidare Apollo, e andava s
oglion produrre sì i giorni che le notti. Quindi il cigno si riferiva anche alla tenera armonia con la quale supponevasi che
oteva appena abbracciare il dito pollice del colosso, e un bastimento anche dei più grandi gli passava tra le gambe a vele sp
cattivi incontri nelle tenebre. In più solenni occasioni le facevano anche un sacrifizio di cento bovi, chiamato Ecatombe, p
ispalla, un cane al fianco e l’arco in mano ; e i poeti la dipingono anche sopra un carro tirato da cerve o da cervi bianchi
Cinzia versa placido dal carro Di madreperla. Foscolo. Le Grazie. Anche qui ci varremo delle parole d’Annibal Caro (117,
a più solenne, nel mese di febbraio ; dei quali Baccanali conserviamo anche noi la memoria nelle stravaganze del Carnevale. S
ei Persiani ; tal altra è in un carro tirato da tigri o da pantere od anche da Centauri (430). 158. Era immolata a Bacco la
esto parallelo a solo oggetto di ricordare una ipotesi degli eruditi. Anche Bacco ebbe più nomi ed in Grecia ed in Roma, tra
ati ; quindi il caduceo fu simbolo della concordia e dell’astuzia, od anche della pace di cui molto si giova il commercio. 16
inferno le anime degli estinti. 165. Ma pretendono che Mercurio fosse anche il Nume dei ladri, forse per avvertire gli uomini
ardinghi, non già per proteggere quel malvagi, tanto più che vigilava anche la sicurezza delle strade pubbliche. Fatto sta ch
è una bizzarra allegoria della prontezza con la quale Mercurio seppe anche da giovinetto cattivarsi l’animo di tutti, e dive
nzj per l’età ventura ; E tuoni a manca in testimonio il cielo. 175. Anche le tre Grazie, Aglaia (aglaos, bello, gr.) Talia
atura vince gli studiati adornamenti dell’arte. Ma talora appariscono anche ricoperte di leggero velo, forse per la sentenza
i non aprirla : tu non hai bisogno d’esser più bella. » Psiche obbedì anche a questo comando ; ma non potè vincere la sua cur
rata nella mitologica Psiche l’anima immortale ; il che può rilevarsi anche dalla etimologia del suo nome : onde i filosofi h
a di Cipro, ove la città e la montagna Idalia eranle sacre ; ed aveva anche il nome di Citerea, perchè, appena formata dalla
erchè univa la modestia alla beltà che senza essa non è pregevole. Fu anche figurata col pomo della bellezza in una mano ed u
deve sempre tener custodita dall’ onestà la bellezza. Infine appariva anche sopra un carro d’avorio tratto dai cigni. Le Graz
i in sugli alberi strani. (Dante, Inf. c. XIII.) Virgilio ci fa nota anche la patria di questi mostri : Strofadi grecamente
amate Ninfe (313) e rappresentate da tante vezzose fanciullette. 194. Anche i Fiumi eran tenuti per figliuoli dell’Oceano e d
one, or leopardo, or cinghiale, e talvolta si trasformava in acqua ed anche in fuoco ; dimodochè, per astringerlo a risponder
Gli Alcioni sono uccelli marini, i quali fanno i loro nidi sulle onde anche in mezzo ai rigori dell’inverno. E in questo temp
pparire di sotto terra percotendola col tridente. Quindi era chiamato anche Ippio ossia equestre ; e Ippodromio, cioè, presid
l fiume o la palude Stige (221), posta nell’Arcadia. Ma fingevano che anche in Italia e segnatamente nella Campania presso il
pi Elisi essere nella Luna, altri nelle isole Canarie o Fortunate, od anche in vicinanza delle colonne d’Ercole nelle fertili
Talora significa una parte o tutto l’inferno. 224. Il Lete, chiamato anche fiume dell’Oblio, « là dove vanno l’anime a lavar
ani ponevano un obolo nella bocca dei morti ; e ne sono stati trovati anche sotto la lingua di parecchie mummie. Quindi alle
e avevano preposte a tormentare le anime dei perversi, le destinavano anche a gastigare gli uomini in vita con tutti i flagel
alla vita e alla morte, ossia le Parche, figlie di Giove e di Temi od anche della Notte, e secondo altri della Necessità ; ed
orno della luce ; e come madre delle Furie le immolavano pècore nere. Anche di questa divinità immagina più compiuta pittura
si trasmuti in diverse cose insensate ; e questo si può rappresentare anche con le parole di Ovidio, parte di sasso, parte d’
ortali, Fobetore, e Fantaso (phantasia, immaginazione gr.) conosciuto anche sotto il nome d’ incubo o di fantasima, d’orrido
el cielo, e lo fe’ sedere alla mensa degli Dei. Spesso il colpevole è anche ingrato ; ed Issione si diportò tanto male da cor
mese dell’anno, che serba sempre il nome di Febbraio, e lo chiamarono anche Summanus, o sovrano dei Mani (243). A meglio d
. A meglio dipingere la immagine di questo re infernale ricordiamo anche la bellissima ottava del Tasso : Orrida maestà n
le ricchezze si ricavan dal seno della terra che è il loro soggiorno. Anche dai genitori che gli vengono attribuiti si può in
vi. Ma vuolsi avvertire che a questi comunica insieme coi ricchi doni anche la propria cecità che gl’induce ad usarne male ;
conducemi Apollo, » dice Dante ; nondimeno ambedue questi nomi, come anche quello di Atenea in Atene, le venivano dati indif
fate, di sorelle d’Apollo e di Dee della sacra valle ; e son chiamate anche le nove sorelle, e le Figlie della Memoria. Apoll
ne del creato. La musa dell’astronomia doveva naturalmente presiedere anche alle matematiche ; perciò il Monti nella Maschero
i filosofi, distrusse le biblioteche, e chiuse le pubbliche scuole. —  Anche le nove figlie di Pierio, dette le Pieridi, pagar
ti dell’antico e del moderno Parnaso ; e solo gioverà riflettere, che anche i grandi ingegni della Cristianità hanno adoperat
auti (452). 290. Ma non si contentò di saper guarire i malati ; volle anche tentare di render la vita agli estinti, e ne venn
mani od in seno una grossa biscia. È noto che il serpente fu adorato anche dagli Ebrei nel deserto, e che è uno dei simboli
erto, e che è uno dei simboli dell’immortalità. Esculapio ebbe tempio anche nell’isola di Coo (una delle isole dell’Arcipelag
opolo erbe o semplici per curare ogni specie di malattie. Fu chiamata anche Fatua o Fatuella quand’era animata da ispirazione
ono in mano un ramo di pino. Le feste Lupercali (296) erano celebrate anche in onor suo. 303. Il nome di Silvani, appartenent
o profittevole all’agricoltura ed alla salubrità delle dimore. Benchè anche i Greci onorassero sommamente le arti agricole, t
fosse istituito il culto da Numa a fine di porre un freno, che fosse anche più efficace delle leggi, alla cupidigia dei limi
’olivo e di ramerino, il cui odore disinfetta le stalle. Vi portavano anche gran numero di fragorosi istrumenti, come tamburi
vinità di origine etrusca, adottate poi dai Romani, i quali adoravano anche Feronia, altra ministra della Primavera, e prepos
nendo nondimeno che avessero lunghissima vita. Alcuni autori indicano anche il numero degli anni, e ne attribuiscon loro nove
a favola narra che morivano e nascevano con le querci ; quindi ebbero anche il nome di Querculane. 320. La più celebre fra l
l’effigie di Vesta, e ’l fuoco eterno. Ed Anchise (176), conosciuta anche per celesti annunzi ormai inevitabile la ruina di
i luogo, avevano il loro genio tutelare. 330. Era dunque naturale che anche ogni uomo avesse il suo Genio, la ispirazione gen
passioni sfrenate, e recava a piene mani pampani e grappoli d’uva, od anche la cornucopia, perchè la vita innocente e le buon
erchè la vita innocente e le buone azioni sono feconde di molti beni. Anche le foglie del platano gli servivano.di corona. Ma
e la necessità di lavorare ; ed è la stessa cosa che Pandora (72), ed anche la Natura medesima, vale a dire il concorso fortu
pena morto, la trasferivano in quello del suo successore. L’adoravano anche sotto i titoli di Conservatrice, Nutrice (mammosa
te. Nemesi. 333. Nemesi (némesis, indignazione, gr.) chiamata anche Adrastea o Adrastia (adran, essere inevitabile, o
il contegno franco ; ma facilmente le si scorgono scolpiti nel volto anche i terrori della minaccia inesorabile. Una corona
feste Nemesie, solennità funebre, perchè credevano ch’ella pigliasse anche a proteggere i morti e vendicasse le ingiurie fat
l capo De’ mortali cammina, e lo perturba ; E a ben altri pur nocque. Anche allo stesso Degli uomini e de’ numi arbitro Giove
lazione non è più severo avvertimento ai giudici corruttibili. Spesso anche si vede appoggiata ad un leone, simbolo della for
e andò a ricovrarsi nelle campagne ; ma poichè l’innocenza fu bandita anche dai luoghi più alpestri, non le rimase altro asil
340. La vera poesia, degna encomiatrice del merito, ha fatto Dea anche la Fama « Che trae l’uom del sepolcro, e in vita
uore ! L’amicizia. 351, 2°. I Greci onoravano di culto divino anche l’Amicizia, che davvero lo meritava, e la chiamav
del quale godiamo nel nostro inverno. Felici coloro che lo posseggono anche prematuro ! La statua dell’Amicizia aveva inoltre
Orfeo, Cadmo, ec. Queste divinità dimoravano sulla terra, e son dette anche Semidei. Perseo. 353. Perseo era figlio d
suoi greggi da un cane con due teste, e da un drago con sette. Dicono anche di lui che facesse nutrire i suoi bovi con la car
venturati, liberando gli uomini dalle calamità da cui erano oppressi. Anche Prometeo (70) andò a lui debitore della libertà,
ise, e bruciò le sue ossa, facendone un sacrifizio a Giove (63). 411. Anche Procuste, il quale commetteva crudeltà orrende ne
e di Minosse, lo fece perire soffocato in una stufa. 424. Dedalo ebbe anche fama di esimio scultore ; ed a lui stesso furono
ave, quantunque non manchi fondamento a supporre che l’ ingegno umano anche in quei tempi avesse fatto invenzioni, delle qual
dalo l’ odiosità di quest’ azione indegnissima, possiamo supporre che anche Acalo, volendo emulare lo zio in qualche ardito s
nostante i poeti sogliono chiamare Tindaridi ambedue i maschi. Ebbero anche il nome di Dioscuri, da diòs, di Giove, e kouros,
459. Aggiungono che Medea tentasse dipoi d’ involgere nelle sue frodi anche Teseo (406) erede del trono d’ Atene ; ma scopert
lauco re di Corinto, e d’ Epimede, figlia di Sisifo. Quest’ eroe ebbe anche il soprannome d’ Ipponoo, per indicare ch’ egli e
gioia al vedere uscir fuori da quelle vittime una moltitudine d’api, anche maggiore di quelle che aveva perdute. Quindi spos
o reca fino al capo Tenaro in Laconia, di dove Arione passò a Corinto anche prima che vi giungessero i suoi nocchieri. Perian
Essa gli s’accostò per ammirare la bellezza dell’animale, e s’azzardò anche a montarvi sopra. Allora Giove scappò verso il ma
sto re, spedì Paride suo figlio a riprendere Esione. Paride, chiamato anche Alessandro, nell’andare a Salamina si fermò alla
Elena sotto le mura di Troja. 519. Questa guerra divise in due parti anche i Numi ; nè Giove (63) seppe impedire uno scandal
Venere (170) protesse sempre i suoi diletti Trojani, e talora trasse anche Giove nel suo partito. Gli stessi due fiumi della
tra accorsa in difesa del tiranno, ebbe la sventura di ferire a morte anche lei. 534. Fino dal momento che Oreste ebbe commes
a una lunga schiera di ninfe per andare a piangere sulla sua spoglia. Anche le nove Muse (274) amaramente lo piansero, e l’or
o spazio fondò la città di Cartagine, che per tal cagione fu chiamata anche Birsa, cioè a dire, pelle di bove. 612. Le sventu
Bauci. 621. Filemone, povero vecchiarello, aveva per moglie Bauci anche più vecchia di lui. Giove (63) e Mercurio (160) v
veva avuto due figliuoli soltanto, Apollo (96) e Diana (137) ; ed osò anche impedire il culto che le rendevano, argomentandos
nto, non potè moderare l’eccesso della sua disperazione, e si uccise. Anche questo lacrimevole fatto è stato argomento di bei
desima verga, riebbe subito la primiera sua forma. Di lui fa menzione anche Dante nel XX dell’Inferno, e tocca varie altre co
chi genitori, la nazione tutta li accoglieva sotto la sua tutela ; ed anche senza tale estremo bisogno, la patria adottava i
ne che ne vien fatta da Barthelemy, nel viaggio d’Anacarsi, dove sono anche notati alcuni de’ più celebri tra gli olimpici er
di un vincitore olimpico a dichiararsi cittadino di Siracusa, perchè anche quella città partecipasse di tanta gloria ; ma il
eso, e dovè soccombere sotto la ruina. Questi giuochi dettero origine anche al seguente fatto, che può dare un cenno dei cost
to d’onor non coglie Virtù che rischio teme. Ah ! che di folle errore Anche il saggio talor giuoco divenne, Se cieca rabbia s
oro riunione ; ovvero da Pelope figlio di Tantalo ; e v’è memoria che anche Atreo gli istituisse verso l’anno 1250 avanti l’è
di Centauro (430) in atto di scagliare una freccia ; lo che potrebbe anche denotare la violenza del freddo e la rapidità dei
ussero Anfitrite (188) a Nettuno (185). Le stagioni. 688, 2°. Anche le stagioni furono onorate con templi, statue ed
ione dei costumi contaminò con vana pompa e con bugiarda ostentazione anche la cerimonia dei funerali. Peggio fu poi quando a
tà pei defunti. Ei parla dell’uomo dopo la morte : Non vive ei forse anche sotterra, quando Gli sarà muta l’armonia del gior
691. Tanta era la venerazione pei morti appo i Greci che in un duello anche i più acerbi nemici ponevano per prima condizione
e chiamò con dolorosi Gridi l’amico : Addio, Patroclo, addio Ne’regni anche di Pluto : Ecco adempite Le mie promesse. …………………
la prima parola che udivano, era presa per la risposta del Nume. 704. Anche gli Egiziani istituirono annue feste in onore d’O
orale, e nella destra uno staffile a tre corde per indicare ch’egli è anche onorato come il sole, al quale è attribuito quell
ltra. Il suo culto fu sempre associato a quello d’Iside e d’ Osiride. Anche Serapide è una delle principali divinità egiziane
e i servigi da lei resi alla navigazione, essendochè le fu attribuita anche l’invenzione della vela. Ogni anno nella primaver
Egiziani accordarono onori divini non solamente al bue Api (703), ma anche a varii altri animali, cioè, il cane, il gatto, i
. 729. Immolavano a questo Dio cani e cavalli, ed in tempi calamitosi anche vittime umane. 730. Eso, divinità di gran conto p
’immolavano vittime egualmente che agli altri. 733. I Galli adoravano anche un gran numero di Dei tolti dai Greci, vale a dir
ario oggetto della venerazione dei Galli. Era essa il loro tempio, ed anche lo stesso Nume, poichè, come dicemmo parlando di
736. I Druidi non erano solamente ministri di religione, ma tenevano anche le redini del governo temporale, formando una cor
o, ed era profanazione il lavorarne la terra. Quindi per impedire che anche a’tempi lontani quei campi servissero a qualche u
rchè padre degli Dei e degli uomini al pari del Giove dei Greci. Ebbe anche il nome di Padre delle battaglie, perchè adottava
uoli tutti coloro che rimanevano uccisi combattendo ; e così fu preso anche pel Marte degli Scandinavi. 740. Nei primi tem
er dimostrar l’orrore svegliato da quest’essere malvagio. Conoscevano anche i buoni Genii che chiamavan Huecas, e come tali t
n quattro persone, Padre, Figlio, la Madre e il Sole. Il padre, detto anche Grande Spirito e Kici-Manitù, è il principio del
cesa impossibilo e vana, e troverebbo infinita varietà negli sutori. Anche modernamente sogliamo esprimerei per figure o per
questo nome comprendono Castore e Polluce (441) ossia i Dioscuri, ed anche gli Dei Penali (525). I Cabiri in aoslanza aono d
volgimenti cho possono aver dato origine non solo a questa favola, ma anche a quella della caduta di Vulcano supra la terra (
s) che ne esalava si posero a sallaro ed a belare straordinariamente. Anche il paslore appena a’accoslò alla grotta fu preso
Musa che cauta d’ Amore. 35. Altri, oarrano che Venere si raccomandò anche ad Apollo perchè le insegnasse una via a mederare
liero i folli saltatori ed a soccorrerli. Con l’ander del tempo avani anche la voglia di fare il salto boncho meno pericoloso
Virg., En, lib. III. 39. I moderni fisici suppongono, e ne traggono anche conferma dalle parole di Plinio, che gli avvallam
l’omicidia, il libertinaggio, l’irreligione e la pigrizia ; o gli era anche atlidata la custodia delle leggi o l’amminiatrazi
odiosi inni seppe sedare le discordie civili di Lacedemone. Fu patria anche del poeta Alceo e della poetessa Saffo. 92. Era
idava tanto nella sua forza che andava dicendo di voler prendere Tebe anche a dispetto di Giove e di tutti gli altri Dei. Ave
e salverle, e che le vide morire in poche ore. Quando poi le recarono anche i esdaveri dei figliuoli, cadde svenuta, ma non p
8 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIX. Plutone re dell’ Inferno e i suoi Ministri » pp. 203-215
nali regioni, oltre ad esser prive della luce del Sole, erano orrende anche al guardo del Cielo (Iliade, xx), cioè facevano o
orrende anche al guardo del Cielo (Iliade, xx), cioè facevano orrore anche agli Dei. Benchè Plutone avesse il titolo di re d
i dannati. Era inoltre al pari degli altri Dei sottoposto al Fato, ed anche al suo maggiore e più potente fratello Giove. Si
potesse ; e perciò si trova chiamata dai poeti la crudel Proserpina. Anche Plutone aveva altri nomi ; e in principio chiamav
42. La parola Orco fu adoprata dai poeti romanzeschi, e tra gli altri anche dall’Ariosto, per significare un mostro immaginar
lla Divina Commedia, come apparisce dai versi che ne cito in nota246. Anche Michelangelo ha rappresentato le Parche in queste
udici dell’Inferno e del Sonno, non solo i poeti greci e i latini, ma anche gl’italiani ci presentano singolari fantasie, che
Greci chiamate Erinni, nome adottato dai poeti latini, e che trovasi anche in Dante ; ed erano tre : Megera, Tisifone ed Ale
aboli significanti odiosa, punitrice delle stragi ed inquieta. Ebbero anche il titolo di Eumenidi, che vorrebbe dire benevole
del Sonno, ma quasi tutti i poeti parlano del Sonno e dei Sogni ; ed anche Dante racconta diversi sogni ch’egli ebbe nel suo
ere scoperto qualche cosa di nuovo, e non la nasconde al lettore ; ed anche i pittori si sbizzarriscono a rappresentare il So
coda tante volte « Quantunque gradi vuol che giù sia messa250. » V’è anche « ….. Pluto con la voce chioccia, che parla un
hiamate, come nella Mitologia, Megera, Tisifone ed Aletto, e ricevono anche il greco nome comune a tutte di Erinni o Erine.
a sacro di Dante non poteva trovar posto come re dell’Inferno, perchè anche questo dipende dal re dell’Universo che in tutte
go, cioè quando dovrà parlarsene nel corso regolare della Mitologia. Anche gli scienziati adottarono alcune denominazioni de
rrida divinità infernale Ecate per darlo al 100° pianeta telescopico. Anche il can Cerbero ha ricevuto l’onore dagli astronom
overemo un caso simile in una delle denominazioni delle Furie. 245. Anche i poeti latini trovarono più poetiche le Parche c
Plutone, secondo i più antichi mitologi. Se ne può citare a conferma anche il seguente epigramma attribuito al Machiavello :
9 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVIII. Apollo considerato come Dio della Poesia e della Musica e maestro delle nove Muse » pp. 104-114
Muse, ma altresì l’alto ingegno che lo aiuti122. Abbiamo in proverbio anche in italiano che Musica e Poesia nacquer sorelle ;
ol suono degli strumenti ; anzi spesso vi si univa contemporaneamente anche il ballo, e non solo fra gli idolatri, ma pur anc
omento matematico. Oltre i preaccennati nomi proprii, avevano le Muse anche degli appellativi comuni a tutte loro, derivati d
ha intredotto, nel suo Carme I Sepolcri, uno dei più rari a trovarsi anche nelle lingue dotte, quello cioè di Pimplèe, dato
fu ; ma or con ambedue « M’è d’uopo entrar nell’arringo rimaso128. Anche il Tasso ha usato il nome del monte Parnaso figur
nspirazione ; e Dante (per quanto io mi ricordi), non l’ha mai usato. Anche il Tasso preferisce la parola furore, come allorq
olassero via. Pireneo acciecato dal furore, pretendendo di inseguirle anche per aria, precipitò da quell’altezza e rimase mor
aravigliosamente il paradiso dell’arte loro, e attribuito al loro Dio anche la facoltà di prevedere e vaticinare il futuro. D
coli e degli Augurii. Ora però è a dirsi che i poeti hanno attribuito anche a sè stessi in gran parte questa facoltà di presa
er vivere, e divenne pastore delle greggie di Admeto re di Tessaglia. Anche in questo placido ufficio ebbe a soffrir disgrazi
empre cinta la fronte ; e i poeti subito lo imitarono, e dopo i poeti anche i generali trionfanti e tutti gl’ imperatori, anc
tristi effetti ebbe per Apollo la morte del giovinetto Giacinto. Era anche questo un di quei pastorelli amici o dipendenti d
col suo ingegno avesse trovato il modo di esser tranquillo e contento anche nell’esilio, spinse con tutto il suo fiato contro
ngiò nel fiore che porta lo stesso nome del giovinetto134. Invenzione anche questa dello stesso genere delle precedenti. Ma i
« O Muse, o alto Ingegno, or mi aiutate. » (Inf., ii, 7.) 123. Anche Dante rammenta il fatto biblico, che il re David,
e dispensiera di allegrezza ; Terpsicore danzatrice ; Urania celeste. Anche il loro nome comune di Muse alcuni mitologi lo fa
131. Vaticinari in latino è lo stesso che fata canere, frase usata anche da Orazio nell’ Ode 15 del lib. i, ut caneret fer
10 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIV. Vulcano e i Ciclopi » pp. 152-160
rma corporea, che certamente debbono apparire strani e irrazionali ed anche impossibili in una Divinità, e tanto più in un fi
pietosi. » (Iliade, i.) Ma o prima o poi che l’infortunio accadesse, anche Omero chiama Vulcano l’inclito zoppo, e come zopp
ulcano l’inclito zoppo, e come zoppo Vulcano è conosciuto questo Nume anche dal nostro volgo ; e la fama dei suoi esterni dif
oni proprie soltanto degli esseri animati (e quel che è più, mirabile anche delle persone che ragionano ed hanno studiato una
mi di Leonardo da Vinci, e specialmente il famoso leone, di cui parla anche il Vasari, le teste parlanti dell’abate Mical, il
presente secolo, oltre il giuocatore di scacchi rammentato di sopra, anche il calcolatore aritmetico di Babbage. Ma questi s
comodo si moltiplicheranno sempre gli orologi ; e si può asserire che anche i girarrosti a macchina son più utili degli autom
ne matematica e per trasmettere i concetti e i desiderii degli uomini anche agli antipodi colla velocità del lampo. Sentiamo
ni, nè dagl’italiani ; ma il termine di Vulcano è usato figuratamente anche in prosa in ambedue queste lingue. Nelle scienze
ecc., e vulcaniche queste eruzioni, e vulcaniche le materie eruttate. Anche i geologi seguaci della scuola di Hutton194, che
ogia, e Vulcanologia la storia e la teoria dei Vulcani. Aveva Vulcano anche un altro nome in latino. Si chiamava Mulciber (a
forme e vi versa il metallo fuso e liquefatto dal fuoco. Gli si dava anche il titolo di Lemnio, derivato dall’isola di Lemno
el portare l’errore sino alle ultime conseguenze ! Chi si ricorda che anche Vesta giovane era considerata come Dea del fuoco,
e parole greche che significano spontaneo movimento, o come direbbesi anche più precisamente con vocabolo derivato dal latino
isici sulle proprietà dell’ ambra gialla, facendo notare del pari che anche altre sostanze potevano acquistare, mediante lo s
11 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Appendice. » pp. -386
e su questo gran fatto, abbiamo, in questa seconda edizione, aggiunto anche , a guisa d’appendice, i seguenti discorsi cavati
ne attinsero un raffinamento di corruzione, di lusso e di crudeltà. Anche i più insigni personaggi che fecero sì splendido
ori introdusse l’apoteosi, colla quale vennero annoverati tra gli Dei anche i più scellerati mostri che sedettero sul trono i
dei padri che riputavano domestiche divinità, dovettero arder incensi anche ai più atroci tiranni ; e come sacrileghi e rei d
un’arcana virtù celestc, scaturita dalla croce, comincia a commuovere anche questi feroci. Vinti dall’esempio di nazioni inti
è biasimato, si gloria ; se è accusato, non si difende ; interrogato, anche alle volte spontaneamente confessa ; condannato,
re in chiaro che alcuno avesse divorato cento infanti ! Ma certamente anche il cercare a nostro danno è proibito. Imperciocch
sti fino al morire, per questa ingiuria come vi è corrisposto, quando anche una sola notte con poche facelle potrebbe aprir l
abbiamo lasciato i templi. A qual guerra non saremmo idonei e pronti, anche ineguali di numero, noi che tanto volentieri ci l
antilene, innalziamo la speranza, stabiliamo la fudicia, e nondimeno, anche con reiterati ricordi, inculchiamo la dottrina de
ie…. Che maraviglia, se con tanta carità da noi si fanno de’conviti ? Anche le nostre povere cene, oltre ad averle infamate p
spende per la pietà : poichè certamente con questo sollievo ajutiamo anche i mendichi, non per la vanagloria di renderci sch
uomini liberi, come appresso di voi succede, arrolandosi i parassiti anche a ricevere ingiurie per ingrassare il ventre, ma
lberghi e mercati, e senza gli altri commerci bisognevoli. Navighiamo anche noi in vostro compagnia, militiamo e coltiviamo,
de’quali viviamo. Ma, se non frequento le tue cerimonie, contuttociò anche in quel giorno son uomo. Non mi bagno avanti gior
nze obliate e perdute ! E in quale stato d’infanzia non si troverebbe anche ai dì nostri la società ! Come il Cristianesimo h
raccogliendo i resti della civiltà e delle arti, così avrebbe salvato anche il mondo romano dalla sua propria corruzione, se
fece manifesto liberando da questi mali medesimi le società moderne. Anche l’eccesso delle prime austerità dei Cristiani era
ore del mondo nel senso materiale, come si dice nel senso spirituale. Anche umanamente parlando, il suo passaggio sopra la te
salute, e intirizziva pel freddo e impallidiva come i morti, i quali, anche secondo l’uso dei Cristiani, si lavavano. 155. U
12 (1855) Compendio della mitologia pe’ giovanetti. Parte I pp. -389
i erudizione per l’intelligenza degli antichi poeti, e scevra di ogni anche menoma espressione contraria all’ onestà de’ cost
eguire l’intento, atteso che quel libro può porsi senza timore alcuno anche nelle mani delle più modeste giovanette. Quella M
perchè quel Nume erasi quivi occultato. Or la moglie di Satùrno avea anche partorito Nettùno, e poscia Plutòne, i quali furo
agni del principe che per la campagna il cercavano, furono dalla Maga anche cangiati in orribili forme di fiere. Ma Canènte f
si reputava egli una divinità avida di sangue e crudele. Satùrno era anche Dio dell’agricoltura ; chiamavasi il custode dell
col racconto di Mosè sulla creazione dell’uomo e della donna, il vede anche un fanciullo mezzanamente istruito nolla storia s
ltea che allattò Giove ; o quella del mostro Egis, ucciso da Minerva. Anche gli altri Dei adoperavano l’Egida nelle battaglie
pedone-Radamànto. Vengono in iscena tre altri figliuoli di Giove, anche di grandissima celebrità, di cui ecco la favolosa
che i Cretesi adorarono col nome di Giove, e che in quell’isola avea anche la sua tomba. Celebre nelle favole è la guerra ch
valentissimo, li vinceva e vinti li facevá morire. Osò egli provocare anche gli Argonauti ; percui fattosi avanti Polluce, lo
bandonato. Ammone chiamavasi Giove dagli antichi Egiziani(4) ; percui anche i Greci gli dicdero un tal soprannome. Altri il f
l più antico di quanti ne avesse la Grecia, e che per molto tempo era anche il solo(2). Fu fondato da’ Pelasgi, il più antico
la sorte, mettendosi delle palle in un’urna di argento. Qualche volta anche gli esercizii d’ingegno ebbero luogo ne’giuochi o
one(4). Oltre a Samo, le città a lei care furono Sparta e Micene ; ed anche Argo era gratissima alla nostra Dea, la quale vi
agliare il fulmine. E se a Giove davasi l’aggiunto di ottimo massimo, anche Giunone da Virgilio(1) si chiama grande e potente
o, anche Giunone da Virgilio(1) si chiama grande e potente regina, ed anche massima. In Roma ella divideva con Giove e con Mi
usi con moderazione, prestamente sen vanno via. Pluto rappresentavasi anche cieco, perchè spesso veggonsi ricchissimi i ribal
amo ed il papavero, allorchè la consideravano come Giunone Lucina, ed anche la melagrana, e con siffatte piante ornavano le s
agitava l’asta ; di età matura e bellissima, benchè di occhi azzurri. Anche Esiodo racconta che Giove, quando niun’altra cosa
isola bella pioggia d’oro per irrigarne il beato suolo ; e Minerva fu anche con loro liberale de’ suoi doni, percui si resero
scorge a gloriosa meta. In segno della sua potenza davasi a Minerva anche il fulmine, ma di minor forza che quello di Giove
o molti pericoli si salvò sullo scoglio Cafarea, ove avendo detto che anche a dispetto de’ Numi ne sarebbe uscito libero, fu
mero per opera di Minerva s’intende il lanificio ed il tessere. Avean anche Minerva per protettrice i lavatori o purgatori de
de’ loro studii ad una immagine di Minerva che ponevano ne’ ginnasii. Anche la medicina era sotto la tutela della nostra Dea(
ed Omero(1) dal peplo e dall’aurea fibbia loda le donne Attiche ; ed anche l’Aurora va lieta del suo croceo peplo (κροκόπεπλ
istra. Callimaco le dà l’elmo di oro ; ed Euripide, lo scudo e l’asta anche di oro. In un antico dipinto di Pompei, Minerva h
ale come a tutte le scienze ed arti, così pure alla poesia presedeva. Anche Dante cantò ; L’acqua che io prendo, giammai non
veano consacrata a Minerva, simbolo della prudenza e della vigilanza. Anche il gallo era sacro alla nostra Dea, che nelle mon
logarono quella statua ch’esser dovea la fatale custodia della città. Anche i Romani vantavano il lor Palladio, fatale pegno
attesa la naturale inclinazione che hanno gli uomini a manifestarli. Anche Marsia osò venire a gara col Dio del canto. Fu qu
da’ Poeti che tramò insidie alle Muse, le quali per ciò si dipingono anche colle ali. Ma sopra tutte celebratissima è la gar
ispiravano un furore divino, pel quale i sacerdoti davan gli oracoli. Anche a Delo, luogo natale del nostro Apollo, dava egli
e a Dio della divinazione, dice Cicerone(5), era ad Apollo consacrato anche il cigno, perchè stimasi avere quasi un presentim
, co’ loro salutari rimedii a quasi tener lontana dall’uomo la morte. Anche Ippocrate giurava per Apollo medico ; ed Igino gl
uale non avendo pensato a pregare quel Nume che lo avesse reso libero anche dalla vecchiezza, il povero Titono dovea tollerar
e fra le statue della Casa aurea di Nerone tolte alla Grecia vi fosse anche questa, la quale è la più sublime fra le opere an
vvenenza che ornava le fresche sue guance, sulle quali non mai spuntò anche picciola lanugine. Or si sa che presso gli orient
tempio di Ercole. Eumenio(2) dice che Fulvio nella Grecia apprese che anche Ercole era Musagete o guida Muse, come dice il Sa
gl’immolavano degli agnelli, come dice Virgilio : e secondo Pausania, anche un toro. I cigni poi chiamansi da Callimaco canto
. Per addormentare gli uomini versa su gli occhi loro un fluido detto anche υπνος, il quale faceva sì che le palpebre si chiu
di Bacco. Igino fra’ figliuoli di Giove e di Proserpina annovera anche Bacco o Libero. Diodoro conta tre Bacchi ; uno In
nirsi alle Baccanti, dalle quali rigettate, furon in varii uccelli ed anche in pipistrelli cangiate. Eliano dice che le Minei
pastori con festose carole e con canti facevan quel giorno più lieto. Anche da Eneo, fig. di Partaone e marito di Altea(1), f
ileno, satiro che Bacco oltremodo amava, come a suo balio e pedagogo. Anche i Satiri, quando eran vecchi, dicevansi Sileni, d
l dono fu funesto all’avaro monarca, nelle cui mani cangiavasi in oro anche il cibo e la bevanda. Vedendosi così vicino a mor
ro del trono di questo dio che sta dipinto sopra un fondo rosso(2) ». Anche Erodoto(3) afferma che Bacco dipingevasi col tirs
Baccanti dette Bassaridi, facevano uso non solo di pelli di cervo, ma anche di pelli volpine ; o da βαζω, gridare ; o da Bass
nti in alcune ceste portava de’ serpenti, forse di quella specie, che anche mordendo, non nuoce. Altri dicono che non eran mi
pecore e tori ; ed Erodoto afferma che gli Egiziani gli sacrificavano anche il porco. Se gli offerivano poi in voto il potato
agli Dei le passioni ed i vizii degli uomini ; egli loro attribuisce anche le debolezze dell’umana natura ; essi combattono
urio. Nicearco (3) dipinse Venere in mezzo alle Grazie ed agli Amori. Anche in un inno di Omero, nel seguito di Venere si pon
Pausania afferma che qualche scrittore nel numero delle Grazie poneva anche Pito, o la Dea della persuasione, forse per signi
ltre deità gamelie o che presedevano alle nozze, i Greci annoveravano anche Venere. A Sparta era una statua colla iscrizione
o del colore della fiamma, proprio delle novelle spose ; con calzari anche di colore giallo, che portavansi dagli uomini stu
inno di Omero insieme con Venere e colle Grazie s’introduce a danzare anche Armonia o Ermione, la quale nacque da Marte e da
a tutte le altre opere di quell’insigne scultore, il quale vi appose anche il suo nome. Ma opera stupenda di Apelle fu la Ve
ne nel tempio di Venere, del quale forse fece menzione Aristofane(2). Anche Fidia(3) fece di marmo di Paro una statua di Vene
ortico di Ottavia ; ed Alcamente, Ateniese, di lui discepolo, ne fece anche una bellissima, cui Fidia stesso diede l’ultima m
erò si rappresenta portata per le onde su di una conchiglia ; si vede anche spesso su di un cocchio tirato da cigni, o da bia
nche colombe o da passeri(2), uccelli a lei consacrati ; ed Ovidio(3) anche il cocchio trionfale di Cupido fa tirare dalle co
la ciprigna stella. Citerea, Κυτερεια, Cytherea, da Citera. Cupido anche chiamavasi Citereo ; ed Aprile fu detto pure mese
cimo delle spoglie consacrate a Marte. E lo stesso autore osserva che anche a Roma nobilissimi cittadini, quali erano i sacer
latte succhiato l’indole sua feroce. Or si finse Romolo nato da Marte anche perchè l’origine di cotanta città ed il principio
po di lui, acciocchè il fatto non si manifestasse. Al pari del marito anche Ersilia, una delle Sabine rapite, fu do po morte
tro nume il veneravano ; e ciò per l’indole bellicosa di essi popoli. Anche Varrone asserisce che i Romani aveano preso il no
schiava e poi moglie di Teseo, dalla quale ebbe l’infelice Ippolito. Anche la valorosa Pentesilea fu fig. di Marte e di Otre
mazzoni era assai viva, così i poeti posteriori ad Omero introdussero anche queste donne bellicose nella guerra di Troia, e f
mosse guerra e tolse a lui quei cavalli che poscia donò ad Euristeo. Anche Enomao fu fig. di Marte e di Asterope, o di Arpin
iò tredici o diciassette ne rimasero vinti, e secondo la convenzi one anche uccisi. Ma Pelope, fig. di Tantalo, ricevuti da N
mo, della picca e di uno scudo ; or nudo, or coll’ abito militare, ed anche con un mantello sulle spalle ; qualche volta barb
città, πτολιπορθος ; e più altri epiteti degni del nume della guerra. Anche Bellona da Omero si chiama devastatrice di città,
are l’oro. Ovidio (3) dice che fu trasformato in duro sasso, il quale anche ora si chiama indice (Index, i.e. lapis Lydius) e
i fieri costumi degli uomini ; non senza ragione fu riputato Mercurio anche dio della musica e della poesia, ed inventore del
iorno han degli estinti Le aeree forme e i simulacri ignudi. Pindem. Anche Orazio(2) rappresenta Mercurio che conduce le ani
ume tenea sotto la sua protezione gli armenti e li faceva crescere(3) Anche negli scavi di Pompei si è trovato un idoletto di
arazione del genere umano dopo il suo famoso diluvio(3) ; per comando anche di Giove attaccò l’audace Issione alla ruota che
dice Millin, questo nume incontrasi per tutto, in cielo, in terra ed anche nell’inferno. Da Lara, fig. di Almone, ebbe Mercu
rusca che significa principe o signore. Si veneravano su’ focolari ed anche in una cappella detta lararium. I Cretesi aveano
nte muovono, e la rendono previdente del futuro a segno di ; predirlo anche in versi ? Secondo Plutarco, La cagione naturale
grandezza. Perciò vediamo che oltre i Titani ed i Giganti, da Esiodo anche i Ciclopi si dicono fig. del Cielo e della Terra
ella Terra , sebbene alcuni li dicano fig. di Nettuno e di Anfitrite. Anche Apollodoro dice che la Terra, dopo i Centimani, p
sero giganti forniti di un sol occhio circolare in mezzo alla fronte. Anche figliuolo della Terra e di Nettuno fu Anteo, giga
coll’enorme suo peso li schiacciava. Ma per sua mala ventura provocò anche Ercole, il quale l’atterrò più volte, ma invano,
umi. Dio Pan, La Terra non solamente ebbe molti figliuoli ; ma può anche dirsi a ragione ch’essa in tutta quanta la sua su
tti ed irti significavano gli alberi, i virgulti ec. Trovasi chiamato anche Egipane (ab αιξ, αιγος, capra), perchè rappresent
lui era consacrato il pino di cui portava inghirlandato il capo, come anche facevano i Fauni ; ma il Vossio afferma che a Pan
in mano il tronco di un picciolo cipresso ; e si sa che Virgilio (3) anche lo rappresenta con un giovane cipresso in mano. E
ambiamenti, come quegli che poteva cangiar di forma, come Proteo. Era anche il simbolo di una naturale attitudine e destrezza
e con un braccio sostiene un cesto di fiori, e colla destra, un serto anche di fiori. È adorna di quattro ali rosse ed occhiu
n tempio in Roma, un sacerdote detto Flamine Florale, e giuochi detti anche Florali. Pare che Plutarco confonda la Dea Bona c
bravano dopo la semente, ed in cui si offeriva a Cerere ed alla Terra anche del farro. Nelle feste dette Fordicidia, in onore
lisse, per dispetto si spinsero a rompicollo nel mare. Plinio e forse anche Omero, afferma che il loro soggiorno era il promo
rro. Ed era sì perfetto nell’arte sua che tutte le armi degli Dei, ed anche i fulmini di Giove, si fingono fabbricati da Vulc
fulmini di Giove, si fingono fabbricati da Vulcano e da’ Ciclopi, ed anche quelle de’ più illustri eroi. Esso diede ad Ercol
Enea fatta da Virgilio sia mollo inferiore a quella del poeta greco. Anche lo scudo di Ercole descritto da Esiodo fu opera d
sacrificii di vittime umane di cui si compiaceva, ce la fanno credere anche crudele. Chione, fig. di Dedalione, chiamata da a
ivano a Diana i primi frutti della terra, buoi, montoni, cervi ec. ed anche vittime umane ; il che dinotava in questa Dea un’
icata. Nè dee ciò recar maraviglia, poichè il Pottero(2) dimostra che anche i Greci qualche volta ebbero il barbaro costume d
da una muta di cani e da un drappello di ninfe, specialmente Oreadi, anche cacciatrici. Perciò fu detta da Orazio vergine cu
i ed alla nascita ; e Plutarco (3) mette nel numero degli Dei nuziali anche Diana o Lucina ; e con Diana a’parti ed alle nozz
(7) ; e per ciò il simulacro di lei era collocato in capo alle vie ed anche avanti gli usci delle case. Ciò si scorge eziandi
cola in mano per significare Io splendore della luna. Perciò fu detta anche Lucifera e Fosfora (a φως, lux, et φερω, fero).
enti. Enorme era la grandezza di quel mostro che avea sette teste, ed anche più, secondo alcuni. Dice Igino che il veleno di
al vento Borea, mentre stava a diporto presso il fiume Ilisso ; e ciò anche perchè la Tracia tenevasi per la regione de’venti
perire salvo che Adrasto, ricusava di prendervi parte e ne dissuadeva anche gli altri. Ma Polinice col mezzo della moglie Eri
erirono entrambi ; e che fu sì irreconciliabile il loro odio che durò anche dopo la morte, essendosi separate le fiamme del r
avea un odio implacabile contro la famiglia di costui, volle sfogarlo anche contro Ino ed Atamante ; ed alla prima pose in cu
ave famosa fu trasportata in cielo e posta fra le costellazioni, come anche l’ariete che portò Frisso e ch’è il segno di Arie
venti, accheta le onde sconvolte e riconduce la serenità desiderata. Anche magnifica è l’idea che Omero(3) ci dà della poten
secondo Millin, non era che un istrumento da prendere i pesci, di cui anche al presente fanno uso i greci pescatori. Certamen
ibuiva una grandissima potenza, attesochè maraviglioso è l’impero che anche sulla terra esercita quell’infido elemento, e tre
mpeo, gonfio di sue vittorie in mare e della gloria acquistata, volle anche egli essere chiamato figliuolo di Nettuno ; titol
are. Spesso tiene uno scettro d’oro ; e secondo lo Spanheim, si suole anche rappresentare come una sirena, cioè mezzo donna e
col suonare una conca marina ritorta e fatta a foggia di cono, di cui anche gl’ Indiani si servivano in vece di buccina. I po
di un enorme Tritone. Nel corteggio del signore del mare si annovera anche Glauco, il quale era pescatore. Avendo egli un gi
e, ed era ora un giovane, ora un leone, ora un toro, ora un fiume ora anche una fiamma. La quale favola ha dovuto avere origi
e sulla cima di uno scoglio : allusione alla potenza ch’egli esercita anche sulla terra, scuotendola talvolta col suo trident
ercui gli antichi il credevano quasi porta dell’inferno. Ed Acheronte anche prendesi per l’inferno. Finalmente spesso i Latin
une li pone in alcune isole dell’Oceano dette Isole Fortunate, di cui anche Pindaro fa menzione. Or gli antichi poeti negli E
si nello stesso modo quel felice soggiorno descrive nell’Odissea (1). Anche Esiodo (2) alloga i Campi Elisii all’estremità de
ogni fronda del quale, a guisa di vani fantasmi, si annidano i Sogni. Anche Omero (2) all’ingresso dell’Inferno pone il popol
guidato dalla Sibilla Cumana, come pel sesto libro dell’Eneide è noto anche a’fanciulli. Strabone(2) dice che l’Averno negli
are co’ rapidi vortici delle sue fiamme, lanciando infuocati macigni. Anche il Cocito era fiume dell’Inferno, che i geografi
sima, percui nebulosa appellasi da Ovidio. Per essa gli Dei stessi ed anche Giove temevano di spergiurare (2) : « L’acqua del
esse virtù di far dimenticare interamente il passato ; per cui dicesi anche fiume dell’oblio. Quindi il Petrarca disse bever
cose che di quelle acque venivano asperse, oltre l’oblio, inducevano anche il sonno. Virgilio nel quinto libro dell’Eneide d
ostume essere nata presso i Greci la favola de’giudici dell’Inferno ? Anche i principali fiumi del Tartaro sono stati foggiat
del fiore detto narcisso, il quale si reputava grato a’morti. E però anche le Furie ne aveano il capo inghirlandato, come di
, loro sacrifica tre neri agnelli che son poscia consumati dal fuoco. Anche i tori e le capre si bruciavano sopra i suoi alta
li Deità, colle quali le streghe aveano troppo stretto commercio ; ed anche perchè la luna che presiede alla notte e ch’è la
o al loro impero. Lo Spanheim dimostra che gli antichi davano al Fato anche il nome di Parche ; e Lattanzio afferma che al Fa
altri intendano di una corona di quercia che portano sul capo, perchè anche Platone dice ch’esse aveano il capo ornato di cor
scolpite da Teocosmo sulla testa di un Giove, forse per dinotare che anche questo nume era soggetto al Destino, di cui le Pa
d il sistema dell’universo. A Proserpina si sacrificava una troia, ed anche una vacca nera e sterile(1), in segno della sua s
13 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVI. La dea Latona » pp. 86-91
chiamarono fisse ; e diedero l’ufficio ad Urano, e poi come sostituto anche a Giano, di far girare questa vôlta o callotta sf
ica celeste e con essa tutte le stelle. Considerarono come un pianeta anche il Sole : e così colla Luna e gli altri 5 pianeti
a regolato da un Titano di nome Iperione. Il Sole era detto dai Greci anche Elios, e Dante lo rammenta più d’una volta con qu
sto nome. Anzi Dante considerando forse che un simil vocabolo trovasi anche in Ebraico in significato di eccelso (poichè deri
ne trovano tuttora alcune poche in qualche lago, in qualche palude ed anche in qualche fiume, non però nel mare. Tra le più c
Francia e in Svizzera ve n’erano una volta molte più che al presente. Anche in Italia se ne vedono alcune in un laghetto vici
Agrippa presso Tivoli. Poteva dunque Pindaro aver sentito parlare ed anche aver veduto delle isole natanti ; e valendosi del
e102), ammettendo soltanto che un’isola galleggiante potesse trovarsi anche in mare103). Dante adottò questa stessa idea di P
delle Metamorfosi ; e Dante trova il modo di darne un cenno efficace anche nel Purgatorio (Canto xii) dicendo di aver veduto
egnata in sulla strada « Tra sette e sette tuoi figliuoli spenti ! » Anche l’arte greca s’impadronì di questo tragico sogget
azioni di piante eliofile e di eliotropio (volgarmente girasole) ; ed anche la fotografia è detta altrimenti eliografia. 99.
irasole) ; ed anche la fotografia è detta altrimenti eliografia. 99. Anche dalla greca parola Selene che significa Luna son
14 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIV. Il Dio Pane » pp. 264-269
n Nume immortale. Quantunque abbiamo trovato prima d’ora, e troveremo anche in appresso, qualche Divinità che, a giudicarne d
furono attribuiti, e per quanto ragionan di lui non solo i poeti, ma anche gli storici e i filosofi. Il nome di questo Dio i
. Bacone da Verulamio, che nel suo libro De Sapientia Veterum spiegò anche troppo minutamente e sottilmente il mito del Dio
o figlio chi di Giove e di Calisto, chi di Mercurio e di Penelope, ed anche di Urano e di Gea, ossia Tellure. Afferma per alt
o figlio Pallante, ed ove poi fu da Romolo fabbricata l’eterna città. Anche a tempo di Cicerone, com’egli racconta nelle sue
n antro consacrato da Evandro al Dio Pane. Dai Romani ebbe questo Dio anche il nome di Luperco (ab arcendis lupis) dal tener
a quei tempi, e non la storica dimostrazione della verità dei fatti. Anche Tito Livio racconta molti miracoli nella sua Stor
nfutarli12. Ma poichè timor pànico venne posteriormente a significare anche presso i Pagani una paura senza fondamento, ciò s
ciò stesso dimostra che si aveva per una ubbìa e non per un miracolo. Anche Cicerone nelle sue Opere usa almeno due volte, pe
o nelle lingue moderne comunemente, e parlando e scrivendo, e trovasi anche registrato nei vocabolarii non solo italiani, ma
or est). 9. I Latini usarono lo stesso greco nome Pan, declinandolo anche alla greca col gen. in os e l’acc. in a, per dist
fazione osserva che generalmente gli Antichi spacciavano molte favole anche in mezzo ai racconti storici : « Quae ante condit
15 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXV. I Satiri ed altre Divinità campestri » pp. 270-278
spregevol razza di Dei diremo soltanto che avendo i Mitologi ammessi anche gli Dei malefici, eran questi di certo peggiori d
ano rappresentati come i buffoni e i pagliacci delle divinità pagane. Anche la loro figura e il loro umore bizzarro e petulan
attribuito a Michelangelo. I poeti italiani hanno introdotto i Satiri anche nelle Favole pastorali, ossia in quelle drammatic
ole trovasi un Satiro, che sebbene parli elegantissimamente, e spesso anche troppo leziosamente, ragiona però bestialmente, c
per significare tutti i fiori che si trovano nella regione medesima. Anche i Silvani appartenevano alla stessa classe di cam
che fu il 21 di aprile divenne poi celebre e festeggiato solennemente anche in Roma come l’anniversario della fondazione di e
ie la Dea Pomona protettrice dei pomi, ossia dei frutti degli alberi. Anche i fiori avevano la loro Dea, e questa chiamavasi
eriale dei legittimi confini di esso. Gravissime pene eran minacciate anche dalle Leggi civili a chi rimuovesse il Dio Termin
emplice e più dell’uso comune pelle tigrata. Ma il verbo piluccare fu anche usato dall’Alighieri nel Canto xxiv del Purgatori
agire : quindi si disse che Fauno rendeva gli oracoli, come riferisce anche Virgilio nel lib. 7° dell’Eneide. La moglie di Fa
e Natalis, cioè giorno natalizio di Roma, ossia della sua fondazione. Anche Cicerone rammenta questo giorno natalizio di Roma
o stile hanno fatto trovar posto a questa Satira in tutte le edizioni anche ad usum Delphini. 24. Orazio accenna che nell
16 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVI. Le Ninfe » pp. 279-284
itidi e alcune centinaia di Nereidi e di Doridi, oltre all’aver detto anche prima, che Giunone aveva per suo corteo quattordi
quelle Ninfe a cui erano assegnati, conviene che li tengano a memoria anche coloro che non studiano le lingue dotte, perchè l
, e che rifulge di sessantaquattro stelle. Alcuni Mitologi dicono che anche la Ninfa Amaltea fosse cangiata insieme con la su
giata in ape. La favola della Ninfa Eco cangiata in voce è raccontata anche in un modo diverso da quello che accennammo nel C
‘l fonte ; » cioè tra Narciso e l’immagine sua reflessa dall’acqua. Anche la Ninfa Galatea è molto rammentata, specialmente
gli Uffizi in Firenze. Le Ninfe oltre ad esser giovani e belle, erano anche generalmente buone e cortesi ; e perciò tanto nel
nelle moderne, e specialmente nella nostra, questo termine di Ninfa, anche nel senso traslato, cioè non mitologico, ha sempr
re, parve opportunamente adoprata in verso e in prosa la parola Ninfe anche in argomento religioso. Tanto più dunque, conclud
igioso. Tanto più dunque, concluderemo, in soggetti profani. Infatti, anche gli Scienziati trovarono da far nuove applicazion
rima applicazione bene appropriata, presero coraggio a metterne fuori anche altre, e diedero il nome di Ninfale a un genere d
ei Papilionidi ; e poi al Ninfale del pioppo (N. populea) assegnarono anche un altro nome più familiare e comune, tratto pari
17 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLIII. Cadmo » pp. 321-325
suoi giorni. Dei suoi posteri, non i Mitologi e i poeti soltanto, ma anche gli storici narrano molte triste vicende ; di alc
ai denti del serpente ucciso da Cadmo, gli Antichi ci hanno trasmesso anche il nome di quei cinque che sopravvissero ed aiuta
ndosi appunto alla sementa dei denti del serpente ucciso da Cadmo58. Anche la trasformazione di Cadmo in serpente era tanto
rfino sulla scena : il che non dovrà recar maraviglia, ripensando che anche ai tempi nostri si è veduto rappresentare in qual
ta così egregiamente da Ovidio, che sembrò mirabile, nonchè al Tasso, anche a Dante. Anzi Dante, convinto che tali trasformaz
grandissimo effetto sulla immaginazione dei lettori, volle gareggiare anche in questo cogli antichi poeti, come fece nel Cant
otè nasconderlo ai suoi lettori, ed asserì di aver superato Lucano ed anche Ovidio, il famoso autore delle Metamorfosi : « T
anco a tempo della conquista dei Romani è notizia storica confermata anche da Cornelio Nipote nelle sue Vite degli eccellent
i qua presso il lito « Nel qual si fece Europa dolce carco. » 58. Anche gli altri nobili greci pretendevano di esser disc
venti Canti, intitolato : Il Cadmo, nel quale l’autore (come è detto anche nella sua prefazione) considera quest’ Eroe Fenic
lettere (alfa e beta dell’alfabeto greco ; e che in italiano trovasi anche chiamato l’abbiccì dal nome delle prime tre lette
18 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLV. La spedizione degli Argonauti alla conquista del Vello d’oro » pp. 331-341
deo, ecc. È ben facile che alla primitiva tradizione, di cui fa cenno anche Omero, non che Esiodo, siano stati aggiunti in ap
portune notizie riferibili al luogo e allo scopo del loro viaggio, ed anche per rinnovare le loro provvisioni da bocca, perch
occa, perchè Ercole, oltre ad essere il più forte e robusto eroe, era anche il più gran divoratore, e mangiava per cinquanta,
mo, in qualunque età commesso, è non solo meritevole di punizione, ma anche di pena maggiore dell’omicidio ; e perciò mette G
tro ; » e soggiunge : « Tal colpa a tal martirio lui condanna, « Ed anche di Medea si fa vendetta. « Con lui sen va chi da
arresteremo piuttosto a riferire un episodio di nuovo genere, imitato anche dall’Ariosto, e rammentato più d’una volta dall’A
maraviglia gli stessi Eroi suoi compagni. Ecco perchè d’ora in avanti anche i nostri sguardi dovranno esser principalmente ri
ompose il poema degli Argonauti in greco, e Valerio Flacco in latino. Anche Pindaro fece una lunga narrazione di questa impre
s da Pagasa (ora Armiro,) città marittima della Tessaglia, rammentata anche da Plinio il naturalista, ed ove Valerio Fiacco d
sta, ed ove Valerio Fiacco dice che fu costruita la nave Argo. Quindi anche la nave è chiamata Pagasœa puppis, e Medea Pagasœ
di un serpente ; ed oltre al dispiacere provato avrebbe dovuto subire anche la morte, se non la di fendevano Adrasto e i suoi
is « Proluvies, uncæque manus, et pallida semper « Ora fame. » 70. Anche i poeti latini del secolo di Augusto rammentano c
19 (1824) Breve corso di mitologia elementare corredato di note per uso de’ collegi della capitale, e del regno pp. 3-248
e’ secoli vetusti, colla spiegazione delle anticaglie, che oggigiorno anche si ammirano nella nostra Città. Sperasi che quest
on è agevole cosa il conciliare tra loro i Mitografi, difficile è pur anche il far la diceria del gran numero degli Dei. Nel
d unirsi nuovamente con i Titani per fare la guerra a Giove. Fu vinto anche questa volta, e sopraffatto dalla disperazione ri
ntica per distinguerla dalla figlia del nome medesimo : tal nome ebbe anche Titèa sua madre. Questa Dea ci viene rappresentat
il Gigante Pallante, della di cui pelle ella si coprì, con prenderne anche il nome ad eterna ricordanza di tale vittoria. Ca
la più bella fralle Dee. Oltre di Argo aveva Giunone al suo servizio anche una messaggiera per nome Iride figlia di Taumante
ventò così celebre Esculapio nella medicina, che giunse a risuscitare anche gli estinti, e fra questi a restituire la vita ad
ti sono Cupido, Priapo, Imeneo, Dio che sovrastava alle nozze. Furono anche suoi figli Enea. e le tre Grazie1. La sua bellezz
re fu il segno della pace, ed a lei fu consagrato. Minerva chiamavasi anche Pallade1. Sotto la prima denominazione ella era l
licità non mai interrotta. Ben diverso era il Tartaro, detto talvolta anche Tenaro da’ poeti, ove stavano ristrette le ombre
rire sulla riva di quel fonte ; fu cangiato in un fiore, che conserva anche oggi il suo nome. Divinità del mare. L’O
io, o un Eroe della famiglia trapassato. Presso queste immagini stava anche un cane, che egualmente era rispettato. I Genj
i uomini, allorchè gli affari non avevano un esito felice, come fanno anche oggidì i giuocatori, quando perdono tutto. Ha dip
un altare, intorno al quale un serpente si aggira. Ella è denominata anche Igia. La Voluttà. Una femina nuda coronata di
lentissimo moto, la tartaruga, e la lumaca. Gli antichi la chiamavano anche Vacuna. La Frode. La sua fisonomia era rident
, irritata Giunone spiegò un odio implacabile contro di Ercole, detto anche Alcide, perchè nipote di Alcèo. Standosi ancora i
bove di maravigliosa bellezza, come gli aveva promesso. Ercole vinse anche questo mostro. Punì questo Eroe anche Busiride, e
li aveva promesso. Ercole vinse anche questo mostro. Punì questo Eroe anche Busiride, e Diomede. Il primo immolava a Nettuno
e lo presentò al re, che lo fece educare con attenzione, adottandolo anche per figlio. Edipo divenuto adulto seppe, che Poli
re rispose che questi era l’uomo, che nell’infanzia si rotola sovente anche colle mani per terra ; nello stato della sua robu
tariamente in esilio, ed increscendogli la propria esistenza, si cavò anche gli occhi. Giocasta spaventata egualmente dalla s
tarono nel tempo istesso morti sul campo. La loro rabbia si manifestò anche dopo la morte, giacchè le ceneri de’ due fratelli
. Amfiarao famoso indovino, sposo di Erifile figliuola di Adrasto, fu anche pressato ad armarsi : ma sapendo egli che doveva
che non riconosceva per sua nipote, facendo allevare nella sua reggia anche Egisto insieme con Agamennone, e Menelao. Tanta c
unone, Minerva, e Venere. Da Giove fu eretto in giudice Paride, detto anche Alessandro, per decidere a chi delle tre Dive spe
o vilmente abbandonato, come si è detto, nell’isola di Lenno : riuscì anche ad Ulisse di condurlo a Troja. Ma la più difficil
he i cavalli di Reso re della Tracia bevessero nel fiume Xanto. Trovò anche la maniera di far venire Telefo figliuolo di Erco
la ragione, e lo lasciarono così. Trattavasi di uscire dalla grotta : anche a questo pensò l’astuto Ulisse. Impose a suoi com
n velo che lo rende invisibile, si approssima alla bella Didone detta anche Elisa1. Dopo un istante vede i suoi compagni, che
ecessità rinnovarne il discorso per l’intelligenza de’ monumenti, che anche a nostri giorni sono esistenti. Senza dipartirci
ari : ed i Napoletani con tanta gelosia ne conservano la memoria, che anche a dì nostri osservasi una grande testa presso la
nome alla Città, dovettero per conseguenza accordare il culto Divino anche al di lei padre Eumelo. Fralle antichissime Fratr
icata sulle ruine del tempio di questo Dio abbastanza ce ne assicura. Anche il nostro Pontano parlando di Ebone, così cantava
ntra, et littora, et amnes. A questo Nume il nostro Mazzocchi asegnò anche una fratria, ma senza daccene idea precisa. V
, effigiato sotto le sembianze di un cane. XIV. La Fortuna. Anche alla Fortuna indrizzavano i loro voti gli antichi
rendeva tutte le vocali ; e che distintamente pronunziavano, affinchè anche il nome ci avesse dato un’idea della di Lui grand
e ci avesse dato un’idea della di Lui grandezza. 1. Tale rassembrava anche agli Ebrei il volto di Mosè sfavillante di luce,
eva che l’ellera fosse un antidoto contro l’ubbriachezza. 1. Si mira anche Bacco poggiato talora al suo genio Ampelo, e talo
forse fu Orfeo, che viaggiò nell’Egitto, e visse prima di Omero. 1. Anche oggidi si veggono alcune grotte nel promontorio d
sse lasciata a discrezione del mostro. Così fu fatto. 1. Chiamavansi anche Dioscuri, cioè figli di Giove ; siccome Romolo, e
lo stesso di quello che diede Plutone ad Orfèo. Gli antichi imitarono anche la somiglianza ne’ nomi, poichè la voce Orsèo suo
sime ha tratta l’origine la voce Fratanzari. 1. Luogo deliziosissimo anche oggidi in Napoli, detto Platamone, accanto al Cas
20 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XII. La Titanomachia e la Gigantomachia » pp. 60-68
rra dei Titani poco o nulla si parlò dalla maggior parte dei poeti67. Anche Ovidio così erudito negli antichi miti, come dimo
titolo soltanto dimostra che egli cantò dei Giganti e non dei Titani. Anche Dante più tosto che i Titani rammenta i Giganti c
ritica dei miti convien distinguere le due guerre e toccar brevemente anche della prima, cioè della Titanomachia. Il diritto,
ranei al fondamento e al titolo della contesa. La prima guerra poteva anche riguardarsi come una collisione di diritti o di p
forza straordinaria ; e i mitologi aggiungono che molti d’essi erano anche di struttura mostruosa. Alcuni ci narrano che Enc
ipi fuggiaschi del nostro globo, si trasformarono in bestie ed alcuni anche in piante, e si ricovrarono quasi tutti in Egitto
o i mitologi, perchè gli Egiziani adoravano come Dei tante bestie, ed anche qualche vegetabile75). Giove rimase a combattere
Bacco ; e tutto al più con quattro, secondo altri poeti, e tra questi anche Dante, che vi aggiunge Marte e Minerva. L’altro f
« Impositum, ut Cœlo Pelion esset iter. » (Propert., ii, 1.) 74. Anche Dante la rammenta con questo nome : « Si come ei
, 58.) Dai Latini si trova altresi dato il nome di Phlegrœi Campi, ed anche di Forum Vulcani alla Solfatara fra Pozzuoli e Na
unque se dite che v’è lo zolfo nativo, parrebbe che vi dovesse essere anche lo zolfo non nativo, ossia procurato con mezzi ar
21 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXXII. Gli Oracoli » pp. 242-252
ribuivansi quei responsi fu perciò chiamato Delfico 283) ; e troviamo anche in Dante la perifrasi Delfica deità invece del no
olofone, perchè godeva molta rinomanza e continuò ad esser consultato anche sotto gl’Imperatori romani286), come narrano Paus
ata l’immagine del Nume, come asseriscono Diodoro Siculo e Q. Curzio. Anche i Romani ricorrevano talora a consultare gli Orac
oste dei libri sibillini, di cui parleremo altrove. V’erano per altro anche in Italia alcuni Oracoli, che perciò eran detti I
si a voce, ma consistevano nella interpretazione di segni casuali, ed anche di sogni che si facessero addormentandosi in quei
uso frequentissimo negli affari pubblici e nei privati, come sappiamo anche dagli storici di Roma. Gli Oracoli e tutti gli al
gli Oracoli avessero credito e fama non solo presso gl’ignoranti, ma anche presso i dotti e sapienti. E questo è argomento d
famosi guerrieri e nei segreti consigli di Stato. Fu poi riconosciuto anche dai filosofi che i primi civilizzatori dei popoli
acoli furon dotti e sapienti e amarono la libertà e il pubblico bene, anche i dotti e i sapienti del mondo ammirarono ed enco
racoli per la loro studiata ambiguità. Se ne trovano riportate alcune anche nei libri di rettorica e belle lettere, come quel
te. » È il punto di partenza della Psicologia e della Morale. 291. Anche il Giusti chiama santa impostura l’artifizio di N
22 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIV. Il Diluvio di Deucalione » pp. 73-78
scelleraggine più nefanda ; e se egli non era un Dio, sarebbe toccata anche a lui la stessa sorte di quei miseri ospiti che l
ne le acque dirottamente su tutta la Terra ; e per affrettar la pena, anche Nettuno vi si accordò col sollevare dai più bassi
ipopolato il mondo. Questo fatto mitologico, per quanto strano, trovò anche un pittore che lo ritraesse e disegnatori e incis
hè in alcune scorgesi abbozzata o formata la testa soltanto, in altre anche il petto e le braccia, e così di seguito gradatam
e vi si aggiunge la moderna scienza geologica a dimostrarne la verità anche agli scettici, o universali dubitatori. La geolog
rati doveron formarsi sott’acqua nel modo stesso che vediamo accadere anche oggidì nel fondo dei laghi e nelle inondazioni de
la Natura negli strati sottoposti a quello sul quale abitiamo. 86. Anche Dante chiama la terra madre comune ; e questa esp
sa, luogo dirupato. In questa significazione la troviamo spesse volte anche nella Divina Commedia. Ma in geologia il nome gen
poichè vi si comprendono la creta e l’arena, ed alcuni vi aggiungono anche la torba. Un simil termine usano anche i geologi
arena, ed alcuni vi aggiungono anche la torba. Un simil termine usano anche i geologi delle altre nazioni, come in francese r
23 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXII. Marte » pp. 138-143
dice Orazio, avevano il barbaro costume di terminar con risse e pugne anche i conviti. Ben pochi fatti raccontavano di questo
oro Dea protettrice, la quale in quelle pugne in cui prendevano parte anche gli Dei, come nella guerra di Troia, si metteva s
di tanta sapienza e integrità, che vi eran portate a decidere le liti anche dagli stranieri. Come poi in questo nome tanto de
Rappresentavasi Marte tutto armato, e con aspetto fiero ; ma talvolta anche nudo ; specialmente nelle statue di marmo e di br
do furono soggiogati dai barbari e fatto a brani il romano impero177. Anche le colonie Romane adoravano Marte come loro Dio p
na quanto nella italiana per significare la guerra, e in prosa latina anche per indicare la forza non solo fisica, ma pur anc
(o consigli di guerra), legge marziale (o stato d’assedio), ecc. ; ma anche nel linguaggio della chimica, come sostanze o pre
Mavors. » (De Nat. Deor., ii.) E col nome di Mavors è chiamato Marte anche da Virgilio : magnam Mavortis ad urbem. (Æneid.,
più comunemente di comodo e utile. Era comunissimo il dire (e trovasi anche scritto nelle epistole di Cicerone) bellum est, p
anze o ai prodotti chimici, in cui trovasi in combinazione o mistione anche il ferro, suol darsi in Terapeutica non solo per
24 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XV. Giunone regina degli Dei e Iride sua messaggiera » pp. 79-85
), attribuiscano quest’ultimo ufficio a Diana. In Roma le si facevano anche le feste dette Matronali, appunto perchè eran cel
e Giove o qualche Dea sua nemica li proteggesse, o fossero parenti od anche soltanto connazionali di qualche donna preferita
veva cento occhi, cinquanta dei quali erano sempre aperti e vigilanti anche quando Argo dormiva. Mercurio però col canto, col
ente un uomo oculatissimo, cioè vigilantissimo ed a cui nulla sfugga. Anche Dante descrivendo nel Canto xxix del Purgatorio i
contrade. » Il nome d’Iride è comunissimo nel linguaggio poetico, ed anche in quello scientifico. Nei poeti più eleganti, in
quello scientifico. Nei poeti più eleganti, invece di Iride, trovasi anche Iri, che è voce più simile al nome greco e latino
le scienze fisiche l’Iride, oltre ad indicare l’arcobaleno, significa anche la refrazione dei raggi colorati della luce ; e i
comparire dopo la pioggia lo chiamavano l’arco pluvio, come troviamo anche in Orazio97) : ma non avevan pensato neppur per o
mi però non avevano trascurato di rendere onore alla regina degli Dei anche prima che ad Iride sua ancella, e furon solleciti
3°, veduto per la prima volta da Harding il 1° settembre 1804. 91. Anche in latino hera è sinonimo di domina, cioè padrona
25 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIX. La Dea Triforme cioè Luna in Cielo, Diana in Terra ed Ecate nell’Inferno » pp. 115-122
streghe sulla Luna e le Stelle136, e Ovidio aggiunge che si estendeva anche sul Sole137. Il volgo peraltro vi credeva di cert
do spaventato per un’ecclisse di Sole che avvenne in quel tempo ; che anche i selvaggi dell’America nei primi tempi della sco
na caverna e la Luna che sta a guardarlo. I poeti poi quasi tutti, ed anche gl’italiani, rammentano il vago della Luna, Endim
escente. Come casta Diva e cacciatrice era d’indole seria e sdegnosa. Anche Orazio la chiama iracunda Diana ; e si racconta p
ggerla con un dardo. E questa costellazione fu detta Orsa maggiore ed anche Elice per distinguerla dall’altra vicinissima ad
stinguerla dall’altra vicinissima ad essa che chiamasi Orsa minore ed anche Cinosura dal nome di una di quelle Ninfe che ebbe
trasformata in questo gruppo di stelle. L’Orsa maggiore fu chiamata anche il Carro, nome che si conserva pure oggidì ; e le
ed Elice caccionne « Che di Venere avea sentito il tosco. » E nominò anche Elice la stessa costellazione dell’Orsa nel C. xx
l’Orsa, e antartico, opposto all’Orsa. Alcuni mitologi aggiungono che anche Arcade figlio di Callisto fu cangiato in una cost
oserpina e non di Ecate è accomunato da Dante con quel della Luna144. Anche il titolo di Lucina dato anticamente a Giunone (c
26 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIII. Osservazioni generali » pp. 260-263
re assegnato tre Dee al globo terrestre, come notammo nel N. VIII, ed anche altre Divinità Superiori ai principali prodotti d
e quattordici Divinità alla vegetazione del grano. Anzi vi aggiunsero anche un altro Dio, che schiverei di rammentare, se, ol
io, che schiverei di rammentare, se, oltre Lattanzio, non ne parlasse anche Plinio il Naturalista ; ed era il Dio Sterculio o
in più di quattro secoli, poichè i Pagani avevano libertà di adottare anche gli Dei stranieri, e poi per mezzo della cerimoni
Divi i loro Imperatori dopo la morte, e spesso li consideravano tali anche in vita4. Anche Dante confrontando, nel Canto xix
eratori dopo la morte, e spesso li consideravano tali anche in vita4. Anche Dante confrontando, nel Canto xix dell’Inferno, i
ul loro comune appellativo, procediamo senza spaventarci ad osservare anche altre fantasmagorie preistoriche dei nostri più r
tre invece di Idolatri ; e cosi altrove Eresiarche, peccata e simili. Anche adesso nel linguaggio ecclesiastico dicesi le qua
chiamata aferesi. 8. I più dotti commentatori di Dante, e tra essi anche il canonico Bianchi di onorata memoria, interpret
27 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXXI. Il Genio e i Genii » pp. 232-241
a in agatodèmoni e in cacodèmoni, cioè in buoni e in cattivi spiriti. Anche i più celebri filosofi della Grecia, anzi del mon
ino alla fine della sua vita. » Conoscendo questi ufficii attribuiti anche dal divino Platone ai Dèmoni, non dee recar marav
secondo le opinioni religiose e filosofiche di quei tempi ; e perciò anche nel politeismo romano credevasi all’esistenza di
Genii delle persone con caratteri e distintivi pagani furono ammessi anche nell’arte cristiana, e si vedono per lo più nei m
i rammenta il Genio buono con tali caratteri che potrebbero convenire anche ad un Angelo : « Da chi lo feo gli fu dat’anco «
nito « Se pur desideri « Morir vestito. » (Gingillino, parte 1ª.) Ed anche ironicamente : « Fecero a un tratto un muso di d
nzio ; la quale etimologia ed interpretazione è rammentata e adottata anche nelle opere di Sant’Agostino e di San Girolamo.
di Angelo custode. 275. Cicerone nel libro i, De Divinatione, nomina anche Antipatro tra gli scrittori che avevan riferito m
nctis manifestati sunt nobis, quod ad ignem æternum sint destinati. » Anche il Forcellini nello spiegar la parola Diabolus ag
genium ; bellare cum genüs suis. L’aggettivo genialis, geniale, usato anche da Cicerone, è divenuto italiano nello stesso sig
28 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXX. Stato delle anime dopo la morte, secondo la Mitologia » pp. 216-231
ori nei Campi Elisii, si era potentemente annoiato di quel soggiorno, anche pochi anni dopo la sua morte ; e parlando con Uli
o seppellivansi nella stessa tomba, gli schiavi, i cavalli, i cani ed anche i materiali oggetti che gli furono più cari in vi
raggiungere l’anima di lui nell’altro mondo ; e per la stessa ragione anche oggidì tra gl’Indiani adoratori del Dio Brama spo
riti nel soggiorno dei beati. Questa noiosa monotonia dell’altra vita anche negli Elisii, come la descrivevano gli Antichi, f
occa degli estinti258. Vero è che queste stesse monete si ritrovarono anche dopo 100 e 1000 anni nei teschi dei sepolti cadav
teschi dei sepolti cadaveri, o fra le loro ceneri, e ne furon trovate anche in bocca alle Mummie egiziane : il che dimostrò c
capo gli salia di polve un nembo262). » (Odissea, xi.) Di Tantalo è anche più straordinaria la colpa non meno che la pena.
o spazio per cacciarvi tanti storici personaggi dell’èra cristiana ed anche suoi contemporanei, di ogni classe e condizione,
amiglia delle rubiacee, con fiori rossi che spandono piacevole odore. Anche in Meccanica ha il nome di Danaide una specie di
icòsi che le anime degli uomini, specialmente dei malvagi, passassero anche nel corpo dei bruti, proibi di mangiar la carne d
aut pictis tamquam gaudere tabellis. » (Hor., i. 1ª, v. 68.) 267. Anche Virgilio nel vi dell’ Eneide così descrive la pen
29 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIX. Eolo e i Venti » pp. 295-
po aver considerata l’Aria come uno dei 4 elementi del Caos, il farne anche una Dea, che, sposato il Giorno (sinonimo di luce
rchè muta lato, » e produce il fenomeno dei Venti, vollero deificare anche questi. Riconobbero però facilmente che la maggio
alle successive mutazioni dei venti che predominano in quelle isole. Anche Omero, nel libro X dell’Odissea, dice che Eolo «
nomi che diedero i Greci e i Latini ai Venti sono per lo più adottati anche dai poeti italiani, e inoltre ne derivaron o molt
ile il farne brevemente la rassegna. I 4 Venti principali, rammentati anche da Omero, sono Borea, Noto, Euro e Zeffiro, nomi
tto di tutti è Dante, perchè più scienziato, e inoltre impareggiabile anche in astronomia. Egli infatti colle indicazioni ast
ntare che Dante non ha dimenticato d’introdurre nella Divina Commedia anche un cenno della favola di Eolo re dei Venti, secon
abbiamo detto altra volta spiegando il titolo di padre dato ad Apollo anche da Dante ; e per la stessa ragione Virgilio appel
a di Delo, che Pindaro fu il primo a chiamar natante. Ora vediamo che anche Omero 4 secoli e mezzo prima di Pindaro aveva not
30 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXV. Bacco » pp. 161-172
ercorse la terra sino alle Indie, e conquistò facilmente al suo culto anche questa regione. Egli aveva sempre l’aspetto di gi
se libazioni di vino ; in testa una corona di ellera e di corimbi, ed anche di pampini con grappoli d’uva pendenti ; in mano
do proruppero in eccessi ributtanti, oltre che Baccanali furono dette anche Orgie da un greco vocabolo che significa pur esso
dette anche Orgie da un greco vocabolo che significa pur esso furore. Anche in italiano si dà elegantemente il nome di Orgie
cco, Bromio, Bassareo, Evio, tutti derivati dal greco, e molto in uso anche nei poeti latini, e qualcuno di questi, benchè pi
Poliziano, e nel Ditirambo202) del Redi, intitolato Bacco in Toscana. Anche le Baccanti avevano altri nomi, cioè di Menadi, T
il tirso o il cembalo o il crotalo 203), il flauto o le nacchere ; ed anche talvolta la spada o il pugnale. Generalmente hann
cora come sinonimo di crapula e di gozzoviglia. In questo senso l’usò anche il Petrarca in uno dei suoi più celebri sonetti :
nale e probabile spiegazione. Quasi tutti i poeti lodano il vino ; ed anche gli astemii se ne fingono amantissimi : vale a di
e delle idee e nei metri o ritmi ; e si diede in appresso questo nome anche ad altri soggetti poetici diversi, ma della stess
31 (1836) Mitologia o Esposizione delle favole
rimere come il Tempo miete e divora ogni cosa. A questo aggiungevansi anche le ali, per indicare la celerità con cui vola. G
me quest’ ultimo fu il più rinomato, così a lui solo venne attribuito anche quello, che non gli apparteneva. Nato egli dunque
ndigeti sotto al nome di Quirino. Figlio di Marte, secondo Esiodo, fu anche Cigno, il quale fu poi ucciso da Ercole nella Foc
no il Terrore e il Timore. Il suo principal culto era nella Tracia ed anche in Roma, ove in somma venerazione tenevasi, come
la vecchiezza continuamente lagnandosi, fu convertito in cicala. Rapì anche Cefalo figlio di Eolo, e marito di Procri; ma rit
medicina. Il suo culto era specialmente in Epidauro; ma passò poscia anche in Roma nel modo seguente. I Romani afflitti dall
o da due cervi, e come confondessi colla Luna, cosi a lei poneasi pur anche un arco lunato in fronte; anzi da molti poeti pur
angiare lo sdegno in riso e Mercurio fu poi tenuto Dio dei ladri. Era anche chiamato Dio de’ mercatanti, e spesso perciò dipi
convertisse tutto quello, che da lui fosse tocco, mutandosegli in oro anche il pane ed il vino ei fu costretto per non morire
fiume Pattolo, che quindi acquistò la virtù di volgere arene d’ oro. Anche , le cinque figlie di Anio sacerdote di Apollo in
l suo culto ebbe principio, o da Cibelo suo primo Sacerdote. Fu detta anche Dindimene, Berecinzia, Madre Idea, o Frigia o Pes
i Dicembre. I Satiri, Dei Campestri seguaci di Pane; di cui dicevansi anche figli, figuravansi in tutto simile a lui; e la lo
Salute, alla Felicità, alla Libertà, alla Fama; e sacrifici si fecer anche alla Febbre, alia Tempesta, al Pavore e al Pallor
uali diremo appresso, dee ricordarsi Carmento madre di Evandro, detta anche Nicostrata e Temide, che ebbe il dono de’ vaticin
lido, e l’ altra Salacia per cui si ritirano; le quali Dee furono poi anche nominate in appresso, la prima Malina, e la secon
e di Febo. Nella Tracia ed in Alene qual Dea dell’ Inferno adoravasi anche Cotitto riguardata da alcuni come la stessa Prose
l’ altra di avorio per cui i falsi. Finalmente nell’ Inferno poneasi anche il soggiorno di Pluto figlio di Giasone, e di Cer
in compensò che il giuramento per le acque di Stige fosse inviolabile anche agli Dei, sicchè, ove taluno a quello mancasse, f
nger acqua perpetuamente con un vaso senza fondo. Furon esse chiamate anche Belidi dal nome di Belo, padre di Danao. Capo 
ani. Riuscì allora a Minerva di placare Giunone, sicchè si arrese fin anche a nutrir Ercole col proprio latte; ed essendosi p
ncatenata la morte come nel capo medesimo si è accennato, e ne liberò anche Teseo, come dirassi qui in seguito al Cap. X. Ess
l suo carro dalla terra inghiottito; Ippomedonte e Partenopeo caddero anche essi estinti; ed. Adrasto perduti i suoi capitani
Pelia fratello di Esone dopo averlo detronizzato cerco di far perire anche Giasone; ma Alcimede ebbe modo di salvarlo, e di
come abbiam detto, l’ altro da Tetide gli furon dati ad allevare. Fu anche dottissimo in medicina, nella quale ammaestrò Esc
o l’ uccise, e impadronissi del regno di Argo. Cercò egli di uccidere anche Oreste figlio di Agamennone e di Clitennestra; ma
alito su di un vicin platano divorò otto uccellini nel lido, e poscia anche la madre; dalla qual cosa il sacerdote Calcante p
Sicilia però asserisce, che egli morì tranquillamente in Creta, e che anche a suo tempo mostravasi nella città di Gnosso la t
l restante, le mense ancora si divoravano, conobbe Enea con ciò compì anche il vaticinio dell’ arpia Celeno. Spedì adunque Or
Tisbe tornando al concertalo luogo, e vedendo trafitto Piramo, uccide anche essa colla medesima spada, e il loro sangue fa ch
nni. Parte II. Capo VII. Bacco da esso ottiene dì rendere la gioventù anche alle vecchie sue nutrici. Per uccider Pelia Medea
oltre il detestabil costume in molti luoghi introdotto di sacrificare anche vittime umane. Ne sacrifici solenni la vittima or
arsi aspergere colf acqua lustrale consegrata da’ Sacerdoti, e spesso anche il lavarsi tutto il corpo, od anche le sole mani
onsegrata da’ Sacerdoti, e spesso anche il lavarsi tutto il corpo, od anche le sole mani in acqua pura. Moltissime eran pure
32 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VII. Saturno esule dal Cielo è accolto ospitalmente in Italia da Giano re del Lazio » pp. 31-38
o così principalmente all’anima umana, e facendola di origine divina. Anche Orazio disse che l’anima era una particella dell’
condimenti la fame e la sete. Aggiungono i Pagani che in questo tempo anche gli Dei celesti soggiornavano cogli uomini, perch
vevano libertà di rimproverarli dei loro difetti36). Facevasi vacanza anche negli uffizi pubblici e nelle scuole, e si mandav
arle o di darle agli ultimi o ai primi dell’anno. Saturno era adorato anche in Grecia e nell’ Oriente ; e aveva un tempio in
Grecia non ha alcun Dio pari a questo, asserisce Ovidio nei Fasti, ed anche Cicerone e Macrobio fanno derivare dal latino anz
Saturno, di prevedere il futuro e di non dimenticarsi del passato, ed anche come portinaio del cielo, affinchè potesse vedere
tto senza bisogno di voltarsi. Quattro faccie poi gli avranno servito anche meglio pel disimpegno di tutti i suoi molteplici
, considerato come portinaio del Cielo e dell’anno. Chiamavansi Giani anche certe fabbriche di base quadrata, come le Loggie
ta la Bibbia negli scrittori di quell’epoca, si sa per altro di certo anche da Orazio, che molti Ebrei (o come li chiamavano
33 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — V. Urano e Vesta Prisca avi di Giove  » pp. 25-27
Vesta sua nipote, Dea del fuoco del culto delle Vestali in Roma. Ebbe anche i nomi di Titèa e Pasitèa, usati dai poeti greci
o. Apollo, questo Dio oltre molte altre attribuzioni ebbe in perpetuo anche quella di guidare il carro della luce19, e sotto
piaciuto abdicare in favore di essi. Credendo per altro che esistesse anche in Cielo il diritto di primogenitura 20, a subent
a fu causa di frodi, di dissenzioni, di guerre fraterne e di sciagure anche per Saturno e per Cibele, ma principalmente per T
e. I moderni astronomi, che seguendo il sistema Copernicano abolirono anche le sfere, non che il loro movimento intorno al no
no di Saturno assegnarono il nome del padre di questo, cioè di Urano. Anche il nome di Vesta fu attribuito al 4° piccolo pian
, Fast. vi.) « ……. Et Tellus Vestaque nomen idem est. » (Id. ibid.) Anche Cicerone nel 2° De Nat. Deor. aveva dato prima d’
egge tra i privati o sudditi di uno Stato ; e perciò tutti i figli ed anche le figlie hanno gli stessi diritti alla successio
34 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XL. Osservazioni generali » pp. 304-308
la condizione che uno dei genitori debba essere una Divinità. Quindi anche un semplice mortale poteva divenire un Indigete D
he e si estende sino alle serene regioni della Storia. I tempi eroici anche più dei mitologici formarono il soggetto delle me
a e della romana civiltà, come dice il Romagnosi (e si può aggiungere anche di quella del Cristianesimo), che aiutarono e sol
il così detto diritto della privata violenza. Ne abbiamo una conferma anche nei racconti delle leggende, riferibili a quell’e
te narrate dai Mitologi, dobbiamo ragionevolmente indurne che fossero anche più antichi del tempo in cui avvennero quelle, e
può asseverarsi principalmente di Perseo, di Bellerofonte e di Cadmo, anche secondo la precitata Cronologia greca ; perciò da
 ; ed è questa : che attribuendosi oltre che una forza straordinaria, anche una lunghissima vita a tutti gli Eroi, non devesi
Genii dell’aria, che nel Medio Evo furon chiamati spiriti folletti. ( Anche Dante usò la parola folletto per anima dannata ne
35 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVI. Nettuno re del mare e gli altri Dei marini » pp. 173-183
i greci e i latini, ma pur anco gl’italiani lo invocano come un Nume. Anche il fiorentino poeta Alamanni, il celebre autore d
arreca agli uomini colle innumerevoli e maravigliose produzioni ; ed anche , secondo la Mitologia, pel gran numero dei suoi f
Romolo, come Dio del consiglio sotto il nome di Conso, e in appresso anche come protettore dei cavalli e dei cavalieri col t
depositi di precipitazione, e Nettunisti i seguaci di questa ipotesi. Anche la moglie di Nettuno ebbe onori celesti dagli ast
i Tritoni stessi nelle opere d’arte. Si sottoscrivono a questa favola anche i naturalisti, poichè hanno dato il nome di Trito
unghe sino a 60 centimetri. Trovasi chiamata scientificamente Tritone anche la salamandra aquatica ; e Tritoniani furon detti
Oltre le Divinità native o indigene, ammettevano nel mare i mitologi anche qualche Divinità avventizia o ascitizia, vale a d
tarsi che gli Antichi fecero presiedere Leucotoe (chiamata dai Romani anche Matuta) alla calma del mare, e Palemone ai porti
atuta) alla calma del mare, e Palemone ai porti (e perciò fu chiamato anche Portunno). E fu saggio consiglio l’affidar la pro
36 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVII. I Mostri marini Mitologici e Poetici » pp. 184-194
o di ossa umane delle vittime delle Sirene, pur non ostante chi udiva anche da lontano il loro canto non poteva resistere all
rca 3000 anni quasi tutti i poeti, incominciando da Omero, ed incluso anche Dante, hanno parlato delle Sirene ; e raccogliend
li scogli ov’esse abitavano. Dante poi ha trovato il modo di parlarne anche nel poema sacro della Divina Commedia. Nel Canto
a effeminata, e per lui più abituale, dell’epicureo225, chiama Sirena anche la pigrizia e l’infingardaggine, ossia il dolce f
te dei pesci227. Da sì lieve causa e somiglianza, che doveva sembrare anche più grande alla robusta e sbrigliata immaginazion
bbiam detto. Non si può parlar di Scilla senza che ricorra alla mente anche Cariddi, essendo questi due termini collegati fra
rreschi e sanguinarii, è assolutamente priva di coraggio ; per cui se anche un uccelletto marino le si posa sul dorso, le cag
accata la lunga fune che si tiene fissata alla nave, e se è possibile anche alla spiaggia. E vero del pari che la Balena : «
37 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — X. Cerere dea delle biade e Proserpina sua figlia » pp. 48-54
, e attribuirono a quelle l’invenzione delle arti e delle scienze, ed anche la creazione e la trasformazione di molti prodott
di Tesmòfora, cioè legislatrice, sapientemente considerando quel che anche oggidì ammettono tutti i pubblicisti e gli storic
lla corona e col covone di spighe, e inoltre la falce da grano, parve anche necessario l’aggiungere il distintivo del mazzo d
tre alla trasformazione di Ascalafo in gufo, si narra che essa avesse anche trasformato il fanciulletto Stellio in lucerta pe
rasformazione. Dante che ben volentieri riporta nella Divina Commedia anche le punizioni mitologiche dei delitti umani, e spe
mani, e specialmente dell’empietà, non avrebbe trascurato di riferire anche questa, se contro i fanciulli insolenti e molesti
i servano della Mitologia per ornamento del linguaggio poetico. 54. Anche i pittori hanno trattato questo soggetto : basti
38 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVIII. Le regioni infernali » pp. 195-202
e. In Omero e negli altri poeti greci le idee su tal proposito furono anche più incerte e confuse, e perciò non vi si trova u
hezza, larghezza e profondità237. Certamente chiunque ascolta o legge anche per la prima volta le descrizioni mitologiche o d
di chilometri cubi, vi possono star comodamente non solo migliaia, ma anche milioni di materie e di sostanze diverse, solide,
re cioè l’origine del nostro pianeta e la fisica costituzione di esso anche internamente. La stessa Astronomia ha portato e p
ilizzate dal tempo e dagli occulti agenti chimici sotterranei, avremo anche per la fantasia un campo molto più vasto di quell
ondo il suol tre volte l’anno « Dolci dispensa saporite frutta. » Ma anche Plutarco nella Vita di Sertorio dice, che « perfi
un gesuita tra i più zelanti antesignani di una ipotesi scientifica, anche il devoto femmineo sesso può rassicurarsi che non
39 (1880) Lezioni di mitologia
ostri affettuosi ricordi, quello di un ammiratore ed amico, che bramò anche in questa raccolta apparecchiare, per dirlo con m
l’ammirazione per le versioni del Niccolini, lodato rispetto ad esse anche da critici non a lui molto benigni. Pubblicheremo
na ai Titani stavan contro armati D’ immense rupi la possente destra. Anche i Titani dall’opposta parte Rincoran le falangi,
ra L’erba, e poi bacia la paterna mano; Dentro a sé piange, e direbbe anche forte, Se potesse parlar, l’empia sua sorte. Pur
questo simulacro fu ucciso da Pirro, immemore della pietà paterna. Fu anche chiamato Panonteo, perchè il nome di lui volava n
ume, o di mortai non fìa che turbi Le nostre gioie: inaccessibil velo Anche al guardo del sol farà riparo Al tuo vago pudor.
abbracciava, involò il cinto; lo scettro a Giove, e ne avrebbe rubato anche il fulmine, se non avesse temuto la fiamma. Poco
prime appressando l’ indice della destra alle labbra, possa convenire anche al Sonno. Questo gesto è proprio per altro di Mer
o sinistro, emblema consueto della sua speditezza, per cui gli furono anche attribuite le ali alle piante. Questa verga era d
particolarità sembra inferirsi che l’altro fosse vestito. Ma l’essere anche ai tempi di Plinio situati ambedue in luogo pubbl
scultore, senza additare il sito preciso dove si custodiva. Potrebbe anche con maggior probabilità esser quello di Calamide
gnate. Che se si voglia vibrante i dardi contro il sespente Pitone, è anche questa un’immagine tutta propria dell’ Apolline A
iverla? Io avrei bisogno dell’arte medesima, che guidasse la mia mano anche nei primi e più sensibili tratti, che n’ho abbozz
ul petto. La clamide che gli sta sospesa agli omeri con due borchie è anche parte di questo abito citaredico, per testimonian
l’etimologia stessa di quella voce lo insegna. Credemnum non è altro, anche secondo Eustazio, che vìncolo o laccio del capo;
stringono e legano. Convengono alla descrizione dell’antico credeimio anche le due estremità, che in alcune immagini si osser
one dell’antico ce la mostra assai frequentemente in figure virili, e anche barbate, che sono per altro della compagnia di Ba
e deità della caccia. Spesso in atto di cacciatori veggonsi i Fauni e anche i Centauri, che pur sono suoi seguaci: Narcisso i
e stanco coll’adunco rostro D’Otriade, ch’ai recenti anni si fida, L’ anche divora. Ma di Leda i figli, Non stelle ancora eh’
e mia cedete, O giovinetti; dal virile braccio Feminea destra impari: anche Diana Lo difenda coll’armi. — In queste voci Il s
eseo gli grida: cara Metà dell’alma mia, ferma; da lungo Star si lice anche ai forti: e giacque Anceo Per valor temerario. — 
allo bianco e da un nero, ovvero da bovi. Per testimonianza di Festo, anche il mulo univasi al carro della diva. Ippolito Pin
chiome: maniera che ha pur voluto spiegare il mentovato scrittore. E anche vesimile che l’aver questa dea i capelli più lung
o. » « Questo capo fatale ai riguardanti era affìsso sul suo usbergo, anche come un trofeo; per aver Medusa contrastato con M
lla labbra; e così esistono in Roma varie teste di Medusa, e si trova anche nel basso rilievo nell’urna sincrolarissima di po
onda, ed avendo il suo diametro di tre piedi. — Non solo la forma, ma anche la grandezza dello scudo della nostra statua corr
da Atteone, che in qualche antico marmo viene rappresentata nuda, ed anche in positura non molto diversa. Le mollezze dei ba
che distingue Criprigna si é voluto indicare dal giudizioso artefice anche in un braccialetto che adorna alla dea il solo br
resentare Venere era di vestirla di tuniche artificiosamente piegate. Anche dell’ eleganza dell’ atto di sollevarsi dietro al
le acque, simbolo delle quali è l’idria, hanno a Venere una relazione anche più stretta, per esser ella nata dalle acque, cio
iuttosto che gloriandosi la famiglia Giulia di quell’origine, origine anche in certo modo di tutto il nome Romano, non abbia
da Pelope ad Atreo, da Atreo a Tieste, e da Tieste ad Agamennone. Era anche ai tempi di Pausania la principale divinità dei C
fra gli uccelli, il lupo fra i quadrupedi, e la gramigna fra 1’ erbe. Anche il gallo consacrato era a Marte per questo motivo
suo comando? Frena la collera che t’ inspira la morte del figliuolo. Anche dei più prodi di lui hanno già morsa la polvere,
l polveroso tergo. Sol per la vista la Cillenia prole Tremò: Terrebbe anche il terrore a Giove Le minacele e i comandi. A lui
ch’altro rapitor toglieva: Godete almen della comune luce. Col pudore anche il sole a me si toglie, Del Tartareo tiranno ulti
a ce lo farebbe ravvisare pel figlio di Venere compagno delle Grazie, anche senza riflettere che aveva in antico le ali, ripo
nell’incendio, come vuole Pausania, o si ammirava, come vuole Plinio, anche ai suoi giorni ne’ porticati di Ottavia. Asserisc
icinii, che anticamente sul Parnaso si prendeano dormendo: al che può anche alludere avere unito la statua del Sonno con quel
. « Il primo, e il più raro, è il ghiro, animai sonnacchioso, e preso anche nell’ordinarie espressioni del linguaggio per sim
e queste figure allegoriche in età cosi tenera si è costumato sovente anche nei genii dì altre classi, forse ad imitazione di
a che abbiamo riconosciuto per Calliope. Lo Scott peraltro 1’ esclude anche egli, e poiché sono dieci le figure femminili rit
ele e il leone, che talvolta la sola figura di questo in medaglie, ed anche la sola testa, simbolo comparisca del suo culto.
ginesi però non furono soli colpevoli di questa odiosa superstizione: anche gli antichi Galli, e molti popoli dell’Italia pri
tro che ben conviene a Plutone non solo come a re dell’Èrebo, ma bene anche come a condottiero dei popoli, scettro che vien s
rgie di Bacco disperdean pei larghi Campi infamati lacerato Orfeo. Ed anche allora, dal marmoreo collo Diviso il capo, mentre
monumenti, che il vero Plutone rappresentano, del quale la chioma ed anche il vestiario si conformano all’uso di Giove. Il b
e appunto erano rappresentate neir atrio del tempio d’Apollo a Delfo. Anche le Furie, soggiunge il prelodato autore, vengono
a giustizia distributiva dei Numi, che perseguitava i delinquenti sin anche nella quiete del sepolcro. « La misura del cubito
e ali doppie il facitor librava II suo corpo, e nel mosso aer sospeso Anche il figlio ammaestra. Ed io ten prego, Icaro, ei d
altri, prima di lui, le avevano collocato in braccio Pluto bambino. «  Anche di un altro simbolo adornò Bupalo questo suo simu
fece Erodoto nelle feste Panatenaiche. Il volume è attribuito a Clio anche dalle belle pitture dell’Ercolano, ove si leggono
ei detti dai Latini alutɶ, perchè forse apparivano senza lacci, erano anche proprie delle persone teatrali, ed è ben noto qua
nifica dilettevole. « Come nelle pitture Ercolanensi delle Muse, così anche fra le statue Tiburtine mancava Euterpe: vi è per
i Melpomeno. Non a caso ho annoverato fra i distintivi della Tragedia anche la positura di questa Musa, poiché con somma gius
sicore, Musa della Lirica eziandio secondo Pindaro, la cui assertiva, anche sola, e per l’antichità e pel merto del poeta, do
i simbolo alcuno che la distingua, non appartenga alla Musa Polinnia. Anche nelle Pitture Ercolanensi è effigiata questa Musa
rio alla reminiscenza ha fatto dagli antichi attritribuire a Polinnia anche la taciturnità ed il silenzio. Col dito al labbro
i, delle quali sono sempre oscurate queste remote avventure? Inoltre, anche secondo quel sistema che vuol le Muse non altro c
ppone trovata quella della Cancelleria, e dove facilmente si rinvenne anche la Farnesiana, come la vicinanza del sito ne può
erano queste statue destinate fu forse la ragione perchè si vestisse anche Urania di un abbigliamento teatrale.» Eccovi alt
con lei in una bella pittura dell’Ercolano. Merita però osservazione anche la testa riportata per essere antica. Si vede ado
il volume su cui si registra o si legge. Il volume le hanno assegnato anche i pittori di Ercolano, e hanno avuto perciò il bi
secondo eh’ io credo, è Clio; secondo il Begero, è Calliope. Potrebbe anche in questa figura esprimersi l’una e l’altra, giac
ta figura esprimersi l’una e l’altra, giacché il volume è simbolo, ed anche comune, nelle pitture Ercolanensi, e nelle medagl
ta: tanto egli riguarda quelle cose che sono innanzi la prora. Rimira anche Arianna, o piuttosto il sonno di lei. Il petto è
ire Scacciatore dei mali. Plinio annovera per figliuola di Esculapio anche Egle, cioè risplendente per il sano colore delle
lle carni; e Marino poeta de’ Lupercali dà per figliuola di Esculapio anche Roma, che significa forza, che i Romani chiamaron
dine fu chiamata e creduta esser veramente una pina, con de nominarne anche il medesimo tirso; sicché il Bochart trova che in
ne rappresentava la cima. È noto per altro che il pino era consacrato anche a Bacco per l’amicizia eh’ egli ebbe con Cibele,
di tal sorte quelle dette da Appiano di capo largo, ch’erano adoprate anche dai cacciatori, e si veggono in mano del centauro
avendo ogli introdotto l’uso del vino, accadeva spesso che i conviti, anche sacri, finissero in percotersi scambievolmente co
l nome di Satiro a quelli che nell’aria del volto, nelle corna, nelle anche e gambe di capro somigliavano le antiche rapprese
li: e incominciatosi poscia ad arricchirgli e poi a fargli di metalli anche preziosi, ne fu sovente in molti bicchieri ritenu
oi tutta propria di questi selvaggi misti di uomo e cavallo. Sappiamo anche coll’analogia della storia moderna che i primi a
è mancano al nostro bassorilievo ciò che Plinio chiamò Dee levatrici: anche qui tre dee assistono al parto di Giove, alla nas
onorarono con Cerere, Libero e Libera: e monumento di questo culto è anche il presente bassorilievo, il quale, comecché di s
adri dei Satiri e dei Sileni, le nutrici e le compagne di Bacco, sono anche le divinità locali dei fiumi, dei ruscelli, dei f
ntrada; e le insegne Bacchiche sì ben convenienti alle Ninfe, avranno anche avuto relazione alla superstiziosa credenza, che
ssirilievi. Sappiamo altronde aver conosciuto gli antichi naturalisti anche un genere di minori elefanti, che dicevano avvezz
a venerazione indivisa ad Ercole e Bacco perseverò nell’impero romano anche nel regno di Caracalla. « Mi sembra assai verisim
lla condizione di uno di quei gran tini appellati dai Romani lacus, e anche labra dai Greci, che servivano alla vendemmia. L’
e brevi code. Due glandule prominenti pendono loro sotto le mascelle, anche queste ideate a seconda della lor natura caprina
e del palazzo del cavalier Alessandri, che mi assicurò reputarlo tale anche il celebre Canova, da cui gli fu commendato come
40 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — II. Il Caos e i quattro elementi » pp. 11-14
e plasmato il mondo ; e in questo significato si adopra quella parola anche dai nostri poeti. Dante stesso fa dire a Virgilio
. La confusione del Caos immaginato dagli antichi ingenerò confusione anche nelle loro menti circa l’origine del mondo e l’es
nea di certi insetti ed altri animaluzzi ; e che i mitologi andassero anche più oltre del Darwin e compagni antropologi ; poi
fane. Sembra che voglia dire a chi ha orecchi da intendere : Vedete ! anche gli Antichi ci hanno trasmesso come in nube molti
ciascun che legge potrà seguirmi senza temer fatica o disagio ; anzi anche il salire gli parrà tanto leggiero « Come a seco
n grande ammasso o emporio di oggetti di qualunque forma o figura, ed anche talvolta una gran confusione amministrativa in un
41 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXVII. L’Apoteosi delle Virtù e dei Vizii » pp. 493-496
efiche e divinità malefiche, come vi sono uomini buoni e malvagi ; ed anche le migliori divinità ebbero qualche difetto, come
alla Salute pubblica, cioè alla più felice conservazione dello Stato. Anche alla Dea Mente, ossia al Senno, fu eretto un temp
rti, e a potersi godere tranquillamente il frutto delle loro ruberie. Anche Orazio mette in versi la preghiera di un ladro a
chè cioè quel ladro non si contentava di rimanere impunito, ma voleva anche apparire agli occhi del mondo uomo santo e pio pe
fecero e si fanno tuttora di qualunque Virtù e di qualunque Vizio, ed anche di qualsivoglia idea astratta, politica o religio
poesie, ma pur anco nei monumenti ove le Virtù civili e militari, ed anche le religiose, sono rappresentate per mezzo di fig
42 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVII. Apollo considerato come Dio del Sole, degli Arcieri e della Medicina » pp. 92-103
à notati nel numero precedente, e in appresso avremo luogo di notarne anche altri. Ma intanto è bene osservare per la precisa
qual voce aura è derivato in latino e in italiano il nome di Aurora. Anche il Tasso esprime la stessa idea nella prima ottav
io di Tolomeo e sostituendovi quello di Copernico117, ciò non ostante anche i poeti e gli artisti posteriori a Copernico, a G
, venne ad uccidere gli animali mostruosi e nocivi che vi erano nati. Anche i paleontologi hanno riconosciuto negli avanzi fo
osservazioni che richiede per ciascuna persona, ma utilissima sempre anche ne’suoi più generali principii, perchè persuadono
ema legge della natura, quando ha decretato la dissoluzione dei corpi anche meglio organizzati, rende nulla la scienza e l’ar
ma macchia biancastra che di notte si scorge nel cielo, e che è detta anche dagli astronomi via lattea, e con greco nome Gala
43 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIII. Difetti e vizii del Dio Giove » pp. 69-72
XIII Difetti e vizii del Dio Giove Anche sulle labbra degli analfabeti, che non sieno priv
della divinità dei filosofi. Ora conviene accennare le meno buone, ed anche le assolutamente malvagie. Quando i Titani furono
a o un fascetto di legna ; e cosi vengono a significare il modo usato anche oggidì, in caso di bisogno o per esperimento, di
i rami degli alberi, produce estesissimi e spaventevoli incendii ; ed anche il fulmine (che credevasi venir dal Cielo e dalla
a), produce il lavoro meccanico delle macchine a vapore e dà la forza anche alle braccia degli uomini. — Felice chi potè cono
overi poi, che diremmo domestici, vale a dire di marito e di padre, è anche più biasimevole. Mille ragioni non che una aveva
44 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — III. Classazione generale delle Divinità pagane e Genealogia degli Dei superiori » pp. 15-19
Cielo, ed ebbe da essa Marte, Vulcano ed Ebe ; e poi da altre Dee, ed anche da donne mortali, altri figli in gran numero, tra
sinonimo di Dio. E in questo stesso significato si usa nelle scienze anche oggidì, per non star sempre a rammentare il nome
ciuta per diritto civile), dicono francamente che è contro natura 11. Anche i poeti cristiani quando parlano di cose mitologi
atura degli Dei ; e Lucrezio un famoso poema sulla Natura delle cose. Anche i teologi cristiani trattano della Natura divina
si soltanto l’Orco, ossia Plutone, Bacco e il Genio ; e poi ricorsero anche ai nomi delle divinità secondarie o inferiori ; e
di tutti gli esseri organici ed inorganici della creazione, comprende anche gli studii speciali riferibili a questa. 11. Nel
45 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XI. Giove re del Cielo » pp. 55-59
ebbe mai in alcuna lingua un nome etimologicamente più bello, poichè anche più della giustizia e della clemenza è bella la b
ana stessa narra l’origine e la ragione di questi titoli. Fu chiamato anche Giove Pluvio 60 perchè i loro fisici lo considera
e straordinario ingegno del nostro Giovan Battista Vico66. Si unirono anche gli astronomi antichi a rendere onore a Giove dan
questo duplice titolo di Ottimo Massimo lo troviamo attribuito a Dio anche nella religion cristiana ; e si vede indicato col
. 24.) Questo titolo è divenuto in oggi tanto comune e familiare, che anche i giornalisti più prosaici fanno lusso e spreco d
tivo olimpico nel significato di maestoso o imperioso ; e l’ ha usato anche il Giusti nella satira del Ballo in questa espres
46 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXI. Minerva » pp. 132-137
: « Minerva spira e conducemi Apollo. » Questa Dea ricevè dai Greci anche il nome di Atena che alludeva all’origine ed alla
devolmente questa invenzione e riprodotta a gara con splendide forme. Anche Dante ha trovato il modo di rammentarla nel Canto
questo nome di Ateneo alle Università, e da noi ed altrove suol darsi anche ad alcune società o accademie di letterati o scie
ve da tutti i popoli civili, o almeno non affatto barbari e selvaggi. Anche nell’antichissima città di Troia aveva un tempio
lei, i fusi. Il nome di Minerva fu usato dai poeti latini (e spesso anche dai prosatori) a significare per metonimia l’inge
collegi dei poeti, dei medici, dei pittori e degli scultori rammenta anche quelli dei calzolai, dei tintori e degli smacchia
47 (1841) Mitologia iconologica pp. -243
cor da pericolo alla studiosa gioventù disposta a ricevere colle vere anche le false idee, degna perciò d’essere a ragion neg
le astratte divinità, dalle quali oltre le istruzioni dell’intelletto anche il cuore ne ricava i suoi morali vantaggi, perciò
tibondo fra deserti della Libia. Da Cretesi fù nominato Diespiter, ed anche assolutamente Dies, come riferisce Macrobio. Da R
rd utasi di coraggio Minerva alzò l’ammirabil suà asta, e forte battè anche essa la terra attendendone anziosa l’ effetto. Sc
uce Minerva qual dimostranza del suo invitto potere, pensò di operare anche essa un consimile sovraumano portento, un Dio pro
fierezza era costantemente rapito, perder non volle il suo carattere anche quando passò alla morbidezza delle nozze, e perci
armi sedente su d’un carro d’acciaio guidato da Bellona terribil Dea anche essa delle battaglie, tirato da cavalli nati da B
Suo culto. Questo Nume perchè creduto Dio delle guerre fù da popoli anche barbari in somma stima tenuto, sicche presso di e
tiro Marsia ardì parimente di venire con questo Nume alle pruove ; ma anche esso restandovi disotto fù a genio del vincitore
tto aveva dal fecondo seno di sua mente un vivo portento di sapienza, anche essa la gloria volle d’ aver cavato sol da se dag
gentil Verginità. Dichirazione, e sviluppo Se presso i popoli anche più barbari fù sempre tenuta in gran conto la ver
re il resto di loro vita, o ritirarsi nelle loro antiche famiglie, ed anche maritarsi ; sebbene da poche ciò si fece, e con e
i castighi ; larghi d’altronde erano i loro privilegj. Potevano esse anche vivendo i loro genitori far testamenti, erano imm
o poi nel giorno, in cui nacque Alessandro fù incendiato da Erostrato anche esso Efesino preso dallo stolto disegno di render
ur perder dovette ogni fierezza, E rimaner fra quelle orrende fosse : Anche tristo è il destin della bellezza. Dichirazio
cce pingerò nella più aggiustata divisa insiem colle principali virtù anche i vizii, conchiudendo questa seconda parte colle
nella umana società si distinsero. Per essa finalmente, che suol dare anche corpo all’ombra, vita al nulla al soglio siede de
Scozzesi per conoscere quanta sia la potestà, ed il valore del verso anche presso le nazioni barbare un tempo, ed incolte. M
illabo la inflessione della voce cade sulla seconda sua sillaba. Esso anche nel solo ditirambo suole aver luogo, mentre la su
aticabile come quello, che costa di versi, che si contentano di avere anche alla sola sesta, ossia penultima sillaba il loro
mporaneo di gran polzo si prova a trattarlo, mentre le sue difficoltà anche al tavolino rendonsi laboriose. Un tal metro è co
ta di cinque versi per ogni strofa, il primo è un ottonario piano, ed anche sdrucciolo se la necessità l’imperasse, il second
ettenario piano, il secondo è similmente settenario piano, il terzo è anche settenario, che rima al primo, il quarto è simile
Filostr. in Tyan : I, Hist. così il famoso oracolo di Apollo colpito anche esso restò muto, e di tal silenzio lo stosso Demo
disse : l’uccello è come ti piace. Così, e non altrimenti risponderei anche io a tal giovane, o a chiunque mi interrogasse, c
onorarlo cogl’Egizii con fiaccole accese con occhio chiuso fuggiremmo anche l’ombra de’ suoi ritralti. Suo ritratto. (1). B
48 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIII. Venère, Cupido e le Grazie » pp. 144-151
ssici latini e greci ; e quelli specialmente di Ciprigna e di Citerèa anche negl’italiani e nello stesso Dante183. Del nome d
Oltre Cupido, Imene e le tre Grazie si annovera tra i figli di Venere anche Enea. Cupido era creduto figlio di Venere e di Ma
di Venere era il Dio delle Nozze, o vogliam dire del Matrimonio ; ed anche in italiano si usa elegantemente il nome di imene
no. Aveva quasi sempre presso di sè il fanciulletto Cupido e talvolta anche Imene e le Grazie. Le si dava ancora un elegantis
tinse Dante, alludendo agli attributi della Dea Venere. 182. Esiste anche in Firenze nella Galleria degli Uffizi una vaghis
. I vocabolarii italiani fra le accezioni del verbo avvenirsi pongono anche quella che significa « venir bene adatto per conv
49 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — IV. Una Divinità più potente di Giove » pp. 20-24
assenso ; e sotto questo rapporto suol dirsi che si può esser liberi anche nella schiavitù. Perciò Dante, avversando il fata
« Che l’abbi a mente, se a parlar ten prende. » (Purg., xviii, 67.) Anche in altri luoghi ritorna il sommo Poeta sullo stes
ansi dagli Antichi la Necessità, la Fortuna e la Morte ; e questa era anche chiamata l’estremo fato o l’ultima necessità. La
vitabili dai mortali. Finalmente la Morte, secondo il Paganesimo, era anche essa ministra del Fato e l’ultima esecutrice de’
pinge le anime nei regni di lui. A quest’estremo fato eran sottoposti anche i Semidei, quantunque uno dei loro genitori fosse
50 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXX. Delle Divinità straniere adorate dai Romani » pp. 506-510
appresso fu il centro della nuova città di Romolo : tanto è vero che anche a tempo di Cicerone, com’egli afferma nelle sue l
Feste Carmentali, cioè in onore della Dea Carmenta madre di Evandro. Anche il culto di Ercole Tebano fu introdotto nella ste
o Virgilio nel lib. ix dell’Eneide ed Ovidio nel lib. i dei Fasti, ma anche Tito Livio nel lib. i e ix della sua Storia e Val
no usitatissimo ed espressivo d’intimazione di silenzio. Quest’atto è anche segno di stare attenti, come abbiamo in Dante :
uem Harpocratem per significare ridurre qualcuno al silenzio. Trovasi anche rammentato dagli scrittori latini il Dio Anùbi, c
51 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VIII. Tre Divinità rappresentanti la Terra, cioè Vesta Prisca, Cibele e Tellùre » pp. 39-43
i Urano era considerata come la Dea della Terra : ora aggiungiamo che anche due altre Dee, cioè Cibele e Tellùre, avevano la
va Cibele. Chiamavasi in greco e in latino Rhea (nome che fu poi dato anche alla madre di Romolo, Rhea Sylvia), da un greco v
, ossia provengono tutte le cose. Con questo nome di Rhea la rammenta anche Dante nel Canto xiv dell’ Inferno, ov’egli parla
tali. Qualche volta fu confusa collo Dea Tellùre, e perciò le fu dato anche il nome di questa. Aveva poi molti altri nomi, co
l Mare, di Plutone Dio dell’Inferno, di Giunone regina del Cielo, era anche la madre di Giove re supremo, del quale eran figl
52 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXIX. Di alcune Divinità più proprie del culto romano » pp. 500-505
riti religiosi. E poichè i Consoli furono conservati, almeno di nome, anche sotto gl’Imperatori e sino agli ultimi tempi del
ansi le Feste Carmentali, che si ripetevano il dì 15, e vi si univano anche quelle in onore di Pòrrima e Posverta. Noi abbiam
alla presupposta etimologia di quei nomi. I Romani adoravano come Dea anche Giuturna, sorella di Turno re dei Rutuli, resa ce
es. » Nel mese di Marzo celebravasi la festa degli Ancili. È narrato anche nella Storia Romana il miracolo dell’ancile cadut
popolo di Numa non solo vide co’suoi propri occhi il miracolo, ma udì anche una voce dal Cielo che prometteva ai Romani la ma
53 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XX. Mercurio » pp. 123-131
o a Giove. I poeti commentarono queste furbesche prodezze di Mercurio anche negl’ inni in onore di lui150. Era questo certame
di una testuggine adattandovi 7 corde158. I poeti latini lo chiamano anche lira e così a loro imitazione i poeti italiani. A
perchè inventata e donatagli dal fratello159. Attribuirono a Mercurio anche i primi incentivi alla vita sociale e all’incivil
bilmente della pagana Mitologia, per ornamento del linguaggio poetico anche nel Purgatorio cristiano, apostolico, romano163.
curiale. Mercuriali si chiamavano dai Latini non solo i mercanti, ma anche gli uomini dotti, perchè Mercurio era pure il Dio
54 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — Epilogo » pp. 253-254
lle passioni degli uomini, e perfino delle idee non solo concrete, ma anche astratte, come noteremo più specialmente nelle se
Pagani, la materia era eterna, il Caos era un Dio, ed erano Divinità anche gli elementi che lo componevano, cioè il Fuoco os
o, cioè il Fuoco ossia la Luce, l’Aria, l’Acqua e la Terra. Che più ? anche la Notte, ossia l’oscurità, l’assenza della Luce,
a Parte vi troveremo l’applicazione di quelle ai casi più speciali ed anche individuali. Nella terza poi vedremo cambiarsi la
55 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXVI. Osservazioni generali sulle Apoteosi » pp. 490-492
ncipale e fondamentale della Mitologia Greca e Romana ; e l’ho estesa anche alla spiegazione dei fenomeni fisici, secondo la
dallo Zend-Avesta, che è il loro libro sacro, attribuito a Zoroastro. Anche a tempo di Augusto i Persiani adoravano come loro
col Sabeismo, e fu principalmente professato dagli Egiziani, i quali anche al tempo di Mosè adoravano come loro Dio il bue A
ecie di Feticismo, benchè meno goffo, non meno però materiale (poichè anche gli astri son composti di materia cosmica), se be
56 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — IX. Vesta Dea del fuoco e le Vestali » pp. 44-47
Prisca o Maggiore, e alla nipote quello di Giovane o Minore. Per dare anche a questa un qualche ufficio fu inventato che pres
Conosciute queste popolari credenze o superstizioni, s’intende subito anche la ragione della importanza attribuita alle Vesta
asti, ossia infausti. Ebbero luogo pur troppo, e più d’una volta ; ed anche in Tito Livio ne troviamo il ricordo e la narrazi
e gli atti di molta importanza e segretezza non solo dai privati, ma anche dai magistrati della Repubblica e dai principi st
57 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VI. Il regno, la prigionia e l’eŚilio di Saturno » pp. 28-30
ò. Il qual fatto, inteso letteralmente, è peggio che bestiale, poichè anche le bestie allevano ed amano la loro prole. Ma que
te significa che l’ambizione del regno fa porre in non cale e violare anche i più stretti vincoli del sangue22. Cibele dipoi,
tto informe potesse considerarsi un maschio o una femmina, lo divorò. Anche questa stranezza potrebbe spiegarsi come un simbo
58 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXVIII. Apoteosi degl’Imperatori Romani » pp. 497-499
rlo qual Nume. Ma spenta con Marco Bruto la libertà e perduta affatto anche l’ombra di essa sotto Tiberio, le apoteosi degli
ansi e non Dei gl’imperatori romani deificati, come li troviamo detti anche nella raccolta delle Leggi romane dell’Imperator
ertinace l’anno 193 dell’E. V. Troppo lungo sarebbe il riportarle, ed anche soltanto il compendiarle ; ed inoltre stancherebb
59 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXXI. Decadenza e fine del Politeismo greco e romano. Primordii e progressi del Cristianesimo. » pp. 511-
alla paura delle persecuzioni, molti altri si esposero ai tormenti ed anche alla morte, e suggellaron col sangue l’attestazio
o eguali, e perciò favoriva e comandava l’abolizione della schiavitù, anche i più rozzi ed ostinati contadini cominciarono ad
e in latino dicevasi più comunemente gens, mentre familia significava anche i servi o schiavi. Da questo significato legale è
60 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLII. Bellerofonte » pp. 317-320
morbus l’ipocondria, che altrimenti direbbesi ægritudo. 53. Troviamo anche nella Bibbia un fatto simile, dove si parla delle
nocente e a far perdere il reo. Quest’ uso barbaro ed empio si estese anche ad altre prove, come a quella del fuoco, la cui s
barbari, e fa una gran tara alla tanto vantata civiltà moderna. 55. Anche i poeti latini, quando volevano significare che u
61 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLIV. La caccia del cinghiale di Calidonia » pp. 326-330
istinti eroi che vivessero in quel tempo : alcuni dei quali divennero anche più celebri in appresso per altre più importanti
e padre di Aiace e Laerte di Ulisse ; dei quali tutti dovremo parlare anche in appresso. Degli altri eroi intervenuti a quest
o vostra image, « Ciò che par duro ti parrebbe vizzo. » E per quanto anche il poeta Stazio, a richiesta di Virgilio, gli des
62 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVIII. Gli Dei Penati e gli Dei Lari » pp. 290-294
ero è che lo stesso poeta aggiunge che i Penati avevano special culto anche nella reggia di Priamo : « Era nel mezzo del pa
tempii e delle case ove questi Dei erano adorati37. Sappiamo infatti anche dagli storici essere stata comune opinione che qu
stesso Ugo Foscolo, peritissimo nelle lingue dotte e per conseguenza anche nella Mitologia, li chiama nel suo Carme I Sepolc
63 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Cenni Preliminari » pp. 9-
vorito Antinoo. L’onore dell’ apoteosi fu talora conferito dai Romani anche alle donne, massime alle mogli degl’imperatori. —
e mogli degl’imperatori. — Ora in senso figurato si chiamano apoteosi anche gli onori straordinarj o gli elogi esagerati fatt
, nei pasti giornalieri ec. Oltre al vino adoperavano nelle libazioni anche il latte, il miele, l’olio, l’acqua delle fonti o
64 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLI. Perseo » pp. 309-316
, che è posta sotto le loggie dell’ Orgagna in Piazza della Signoria. Anche i Naturalisti si son ricordati di questo mostro m
a testa di Medusa e pietrificò nell’istante quanti la guardavano ; ed anche Fineo ebbe la stessa sorte. Dipoi volle Perseo to
la Mitologia. Infatti la Cronologia greca più comunemente seguita, ed anche adottata dallo stesso Cantù (Ved. i Documenti all
65 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — I. La Cosmogonia mitologica » p. 10
tiche degl’idolatri inventarono a modo loro una Cosmogonia, ma spesso anche i poeti e i filosofi ne hanno foggiate diverse l’
e predominio dell’una classe sociale sull’altra, furono censurati, od anche perseguitati, a guisa degli eretici del Medio Evo
66 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Avvertenza » pp. -
logia, che egli mi suggeriva di adottare il soprascritto titolo. Fece anche di più : voile proporre spontaneamente l’anno sco
a il tempo, com’ egli rispose direttamente a me stesso, di pubblicare anche questo libro prima della riapertura delle Scuole 
67 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — Introduzione » pp. 6-9
Dunque lo studio della Mitologia greca e romana sarà utile sempre, ed anche sempre più necessario, quanto maggiori progressi
libro nazionale degl’Italiani, esige tra le altre infinite cognizioni anche quelle della Mitologia. Ed io perciò in questo li
68 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVII. Gli Dei Dei Fiumi » pp. 285-289
sia il fiume Tevere, era un personaggio molto serio, ed in certi casi anche un poco profeta. Nell’Eneide parla divinamente ne
e come fisicamente possibile, e come realmente vero. Trovansi infatti anche altrove dei fiumi, le acque dei quali nel loro co
69 (1855) Della interpretazione de’ miti e simboli eterodossi per lo intendimento della mitologia pp. 3-62
ti mistici ed improprii, sensi laidi ed oscurissimi, e questo avvenne anche prima del cantore dell’ Iliade, chè a’Greci impor
i andarono celebrati non pochi nocchieri, e furono creduti come Iddii anche in tempi non di molto remoti ; sì perchè dalla is
he si voleva riportata da questo nume in uccidere il serpente Pitone. Anche in questo mito va rinchiusa un’allegoria, e noi q
o solenne fu detto coniugium, e coniuges il marito e la moglie. Detta anche Lucina, che porta i parti alla luce non già natur
70 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) «  Avviso. per questa terza edizione.  » pp. -
mettere al la luce questa terza edizione, che abbiamo cercato rendere anche migliore delle altre per esattezza nella correzio
71 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Avvertimento. » pp. 1-2
stro libro comprenda una specie d’Antologia Mitologica opportunissima anche ai cultori delle Belle Arti. » Ci siamo poi studi
72 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Cronologia Mitologica. » pp. 387-393
o fosse un’inondazione prodotta dallo straripamento del lago Copaide. Anche ai tempi di Silla era celebrata in Atene una fest
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