empi migliori della Grecia oggetto di fede comune, a cui si piegavano
anche
i sommi degli uomini; onde ancora Socrate profess
e aveva ritenuto il sole come una pietra e la luna come una terra; ed
anche
Platone si mostrava convinto della divinità di He
Semidei, molte delle quali sono strane e contradditorie, bene spesso
anche
empie ed immorali? Giacchè ivi non solo gli Dei s
vi non solo gli Dei sono rimpiccioliti e fatti simili agli uomini, ma
anche
vengono loro attribuite sovente azioni disonorevo
roi, dall’ ammirazione dei posteri divinizzati. Tale ipotesi ripetuta
anche
in tempi a noi più vicini, prese, appunto dal suo
primitivo. Filologi di grandissimo valore hanno accolto e considerano
anche
ora come definitiva questa soluzione del problema
ema mitologico; la quale, a giudizio loro, dà spiegazione sufficiente
anche
delle stranezze e delle apparenti immoralità cont
ente in Argo, mentre la moglie del Zeus di Dodona chiamavasi Dione. —
Anche
ragioni storiche contribuirono ad alterare le leg
e gli spostamenti che ne provennero, come non dar luogo a un incrocio
anche
delle tradizioni mitiche e a una collisione per c
re al loro naturale significato e tracciarne con sicurezza la storia;
anche
diligentissimi studi non riuscirono a diffonder p
a natura; potevano suscitar d’ un tratto tempeste, malattie, ecc., ed
anche
d’ un tratto farle cessare, e il loro potere ecce
dente personificazione dei fenomi elettrici, del tuono e del lampo. —
Anche
gli Ecatonchiri eran tre, Cotto, Briareo e Gige,
ne delle grandiose forze della natura, il nascimento loro rappresenta
anche
l’ origine delle cose e dei fenomeni naturali. Ma
arte di Zeus, rimasero gli altri a difesa del fratello. Zeus si valse
anche
dei Ciclopi e degli Ecatonchiri, liberandoli dai
traordinaria violenza; di qua e di là scagliaronsi rupi; Zeus ricorse
anche
ai fulmini fornitigli dai Ciclopi; cielo e terra
ismi geologici e diluvii, di cui era viva la tradizione e si scorgono
anche
ora palesi le traccie nelle viscere terrestri. La
a manifesta l’ ira sua vomitando fuoco e fiamme. Alcuni poeti parlano
anche
di una Gigantomachia, ossia di una lotta contro Z
Alla grande battaglia che seguì presero parte tutti gli Dei, aiutati
anche
da Eracle e da Dioniso. I Giganti sopraffatti dov
tto corrispondere Saturno, antico Dio della seminagione, forse perchè
anche
Crono in alcune località greche era stato onorato
di accoglierli e ospitarli benignamente. Come dello stato così Zeus è
anche
il protettore della famiglia; ogni capo di famigl
che se n’ aveva non differiva gran fatto dall’ idea di Dio che si ha
anche
ora presso i volghi cristiani. Un altro particola
mezzo del volo degli uccelli, per mezzo dei sogni, ecc. Era ritenuto
anche
il principal dio degli oracoli, ed aveva anche i
gni, ecc. Era ritenuto anche il principal dio degli oracoli, ed aveva
anche
i suoi oracoli egli stesso, principalissimi quei
incipalissimi quei di Dodona in Epiro e di Olimpia, e manifestava poi
anche
l’ avvenire per mezzo del suo prediletto figlio A
sterioso gli oracoli divini, che dai sacerdoti venivano interpretati.
Anche
sulla cima del monte Tomaro, a’ cui piedi giaceva
rleremo fra poco. 5. Al Zeus greco corrisponde il Iupiter dei Latini.
Anche
questi era il Dio del cielo e dell’ atmosfera, qu
gricoltura, e come sovrano delle lotte fra gli elementi della natura,
anche
alle battaglie. Dal lato morale, anche Iupiter er
fra gli elementi della natura, anche alle battaglie. Dal lato morale,
anche
Iupiter era il dio tutelare dell’ onestà, della g
egli rappresenti la fede greca nel suo momento più alto e più bello.
Anche
la filosofia si valse di questo concetto e invocò
e le linee serene del volto accennano a una dolce mitezza. Celebre è
anche
la statua detta di Verospi nel Museo Vaticano, la
e colla sinistra in energico atteggiamento appoggiata sullo scettro.
Anche
in altri Musei trovansi belle statue di Giove o i
mo ed Atene, con speciali sacrifizi e cerimonie nuziali. Molto spesso
anche
si compiacquero i mitografi di raccontare i coniu
cielo stellato attraverso il quale essa compie la sua peregrinazione.
Anche
l’ essere Era una deità della tempesta spiega com
predilette. Diffusosi il concetto di dea protettrice del matrimonio,
anche
il culto naturalmente si allargò sempre più. Da t
lo sposo, ecc. Questo di speciale ebbe la romana Giunone, che divenne
anche
protettrice dell’ intero stato, col nome di Iuno
one d’ una pubblica calamita. Per confusione di parole, se n’ era poi
anche
fatta una protettrice della moneta e della zecca
o. La statua dell’ Era Barberini (fig. 8), ora in Vaticano, è celebre
anche
per le ricche pieghe del manto ond’ è adorna. Del
i piedi le si pongono il pavone e l’ oca, animali a lei sacri, spesso
anche
il cuculo come messaggiero della primavera.
h’ era nata in mezzo alle lotte celesti e coll’ arme in pugno; ma era
anche
contemporaneamente dea della quieta e serena luce
erresca, Atena porta oltre le solite armi, l’ elmo, l’ asta lo scudo,
anche
l’ egida col Gorgoneo. È l’ egida stessa apparten
atagemmi di guerra. Omero ce la descrive consigliatrice e protettrice
anche
di singoli guerrieri, Ulisse, Achille, Diomede. F
one, il più grande fra gli edifizi dell’ Acropoli ateniese, imponente
anche
ora nelle sue rovine, era dedicato ad Atena Parte
ricchezza e d’ ogni virtù. Queste erano le grandi Panatenee; v’ erano
anche
le piccole Panatenee, che si celebravano ogni ann
nzia contro i nemici esterni, e li chiamavano Palladii, favoleggiando
anche
per lo più che fossero venuti giù dal cielo. È no
o, tolto loro con uno stratagemma dai Greci. Un Palladio conservavano
anche
nel tempio di Vesta i Romani, credendolo appunto
i piedi e lo scudo è simbolo di Erittonio, mitico re dell’ Attica, od
anche
del popolo ateniese prosperante sotto la protezio
dieci metri, tutta in avorio e oro, con due gemme per occhi e adorna
anche
nella base di rappresentazioni mitiche. Nello scu
a base di rappresentazioni mitiche. Nello scudo Fidia aveva effigiato
anche
la propria figura; il che considerato come atto d
ato naturale e il valore fisico di Febo Apollo. 2. Di qui si spiegano
anche
le varie attribuzioni morali di Apollo. Egli è un
o. Egli è un Dio benefico e datore di ogni felicità ai mortali, ma ha
anche
il suo carattere bellicoso e funesto. È persino D
ndo la morte e la desolazione. Però se apporta questi mali, Apollo sa
anche
guarirli; ed ecco riappare il carattere benefico
tificò con Peone il medico degli Dei. E non solo dei corpi, ma è egli
anche
medico dell’ anime, che ei guarisce dal male mora
na tranquilla pace è la musica, niuna meraviglia che Apollo sia stato
anche
pensato come inventore della musica. Il suo istru
lità a sollazzo degli Dei immortali, durante i loro conviti. Dirigeva
anche
il coro delle Muse, figlie di Zeus e di Mnemosine
in dal primo secolo avanti Cristo, continue però a godere riputazione
anche
nei primi secoli del Cristianesimo, e ancora Giul
servi seppellito. Una città sacra trovavasi ai piedi del monte Cinto.
Anche
ivi si celebravano ogni quattro anni feste solenn
dal tempo di Tarquinio Superbo; e del resto si diffuse presto la fama
anche
dell’ oracolo di Delfo, che in solenni occasioni
toria di Azio per collocarlo nel nuovo tempio sul Palatino, onde ebbe
anche
il nome di Apollo Actius o Palatinus. Si crede ch
natura, Artemide era pensata come dea grandemente benefica. Ma aveva
anche
il suo lato sinistro. Armata di areo e freccie (i
re selvaggie, e le colpisce colle sue freccie infallibili. Si vendica
anche
fieramente dei rinomati cacciatori che con lei vo
protettrice delle giovani donzelle fino al momento del matrimonio, e
anche
de’ giovanetti; in qualche luogo era anche venera
momento del matrimonio, e anche de’ giovanetti; in qualche luogo era
anche
venerata come dea della maternità, col titolo di
del concetto che di questa divinità s’ eran formati i Greci. Era poi
anche
messa in rapporto con Apollo e le Muse, e detto c
rificata in Aulide prima della partenza dei Greci per Troia. E poichè
anche
gli Sciti della Tauride onoravano una loro dea co
era il femminile di Ianus, una potenza celeste, dea lunare, connessa
anche
presso gli Italici colla vita libera della selvag
vi. — Quando più tardi Diana fu confusa con Artemide, il culto di lei
anche
a Roma fu connesso con quello di Apollo, ad es.,
i rivolge preghiera che conservi la sua tutela alla stirpe di Romolo.
Anche
Orazio ha tra le sue odi degl’ inni a Diana; dove
egl’ inni a Diana; dove però essa è per lo più congiunta con Apollo e
anche
con Latona, come nella 21a ode del I libro che co
hium Latonamque supremo Dilectam penitus Iori 9 .
Anche
il carme secolare, come già si disse, è in onor d
spalla. Generalmente si assegnano ad Artemide areo, freccie e lancia,
anche
la fiaccola, come a Dea che porta luce e vita. Le
della strage in guerra, e Dimo e Fobo, cioè il Timore e lo Spavento;
anche
Eris, la contesa, erane inseparabile. Non ostante
questo Dio (personificazione del lampo che nasce dalla nube tonante).
Anche
le guerriere Amazzoni eran dette figlie di Ares.
lto di Ares. Aveva però templi a Tebe e Argo, in unione con Afrodite.
Anche
Atene aveva eretto un tempio a lui, ritenendolo i
si. Solo nella bellicosa Roma, Marte divenne dio guerriero, e diventò
anche
il dio più ragguardevole dello stato, dopo Giove.
iasi spedizione militare; si credeva che invisibilmente accompagnasse
anche
gli eserciti nelle loro marcie, onde era detto Ma
molte scene di guerra, segnatamente in pitture vascolari o murali; ed
anche
l’ avventura di Ares e Afrodite fornì argomento a
stro ginocchio scherza un amorino tutto trionfante d’ aver soggiogato
anche
il fiero Marte. Animali sacri a Marte erano il lu
to, che non solo apparisce nel cielo come raggiante e riscaldante, ma
anche
esce fuori dalle viscere della terra per la via d
itico della caduta del fuoco dal cielo in terra, in forma di fulmine.
Anche
il fuoco sotterraneo, il fuoco vulcanico era mess
alazzo di bronzo che egli aveva fabbricato per sè sull’ Olimpo, aveva
anche
edificato immortali abitazioni per gli altri Dei;
to comune in Atene, sede principale dell’ arte e della coltura greca.
Anche
le leggende di Lenno avevan data ad Efesto in mog
dio Vulcano (Vulcanus), o secondo una grafia più antica, Volcanus, o
anche
Mulcibero (Mulciber), come colui che presiede all
aloga cerimonia si faceva il 23 Marzo per Minerva). — Vulcano era poi
anche
considerato dai Romani, come Dio degli incendi; e
davanti il trono di Zeus, lasciando a questo di decidere la contesa.
Anche
allora stava Ermes in sul niego, ma Zeus, capita
i credeva venissero da Zeus, così Ermes, come messaggero di Zeus, era
anche
apportatore dei sogni e conciliatore del sonno; o
a le anime dei trapassati nel regno delle ombre, e in certe occasioni
anche
, per via di oracoli e di scongiuri, le faceva tor
rcio e dei traffici. Alia sua protezione si attribuiva ogni guadagno,
anche
nel gioco; e come a ciò giovano spesso le ciurmer
l gioco; e come a ciò giovano spesso le ciurmerie e gli inganni, così
anche
di tali cose si faceva Ermes patrono. — E poichè
ita commerciale voglion sicurezza di strade e di viabilità, Ermes era
anche
il protettore dei viandanti. Onde l’ uso e la den
elle erme, ossia di quelle pietre quadrate, sormontate da una testa o
anche
da due addossate, che si collocavano nei crocicch
lle strade ai viatori. Come giovane destro e aggraziato poi Ermes era
anche
il patrono dell’ educazione ginnastica, e appella
era oggetto di special culto in Arcadia dov’ egli credevasi nato, poi
anche
in Attica e nelle isole di Lenno, Imbro e Samotra
ania e Afrodite Pontia; la prima era l’ Afrodite terrena, protettrice
anche
di amori volgari; la seconda era la dea dell’ amo
. Quindi molte leggende di dei od uomini presi d’ amore per Afrodite;
anche
molto varie secondo le tradizioni locali e diffic
ros e Anteros, personificazioni dell’ amare e dell’ essere amato, poi
anche
Dimo e Fobo, il timore e la paura. In altre legge
oloratissima, prego Zeus di richiamarlo in vita; ma intanto se n’ era
anche
invaghita Persefone dea dei morti e nol voleva re
use in città vicine, Argo, Trezene, Epidauro e Sicione. Poi si estese
anche
in Occidente; specialmente è celebre il tempio di
za e grazia (cfr. venusto, venustà). Però in Italia questa Deità ebbe
anche
un’ importanza politica, credendosi ch’ ella eser
leggende di questa furono accolte in Occidente, facile ascolto trovò
anche
la leggenda di Enea, detto figlio di Venere, e im
gia la vita più rigogliosa è messa in qualche rapporto colla morte, e
anche
qui può dirsi che gli estremi si toccano. — A que
dedicato nel settembre del 708 di R. (46 av. C.). Il culto si diffuse
anche
più per tutta Italia al tempo dell’ impero, e fur
si diffuse anche più per tutta Italia al tempo dell’ impero, e furono
anche
unite insieme le due grandi deità Venere e Roma,
1, 4, 5), dove tra le particolarità della dolce stagione è annoverata
anche
la danza delle Grazie, diretta da Venere; il luog
a più squisita grazia. Da principio si soleva rappresentare vestita e
anche
velata; tale era ad es. la statua che trovavasi n
uale i Cnidii andavano così orgogliosi che ne riportarono l’ immagine
anche
sulle loro monete. La fig. 27 presenta una testa
proporzione delle membra. Connesse col capolavoro di Prassitele sono
anche
la Venere trovata nell’ anfiteatro di Capua, ora
fuoco in antico non solo serviva ai bisogni della vita materiale, ma
anche
ai sacrifizi religiosi, che il capofamiglia offer
poichè lo Stato è una grande famiglia, così essa era per gli antichi
anche
patrona dello Stato, e a lei era in Grecia dedica
ibata; difatti si diceva ch’ ella aveva voluto rimaner vergine, e che
anche
sollecitata di nozze da Posidone ed Apollo, aveva
tata di nozze da Posidone ed Apollo, aveva opposto un deciso rifiuto.
Anche
le donne che attendevano al culto di lei dovevano
ogni casa ed ogni città era un tempio per lei; anzi essa aveva posto
anche
nei templi degli altri Dei, e nessun sacrificio a
fizio. 3. La dea dei Romani corrispondente ad Estia era Vesta, affine
anche
nel nome. Vesta pure era la dea del focolare dome
do la più illibata castità; dopo potevano tornare alla vita privata e
anche
prender marito, ma in genere rimanevano tutta la
cie di chicchera con lungo manico usata nei sacrifizi), lo scettro. È
anche
da notare che l’ indice della mano sinistra è un
o. XI. Giano. 1. Tra le primarie divinità del cielo dobbiamo
anche
annoverare due Dei esclusivamente romani, che non
a strenna); a Giano si facevano sacrifizi di focaccie, vino, incenso.
Anche
il primo di degli altri mesi era in qualche modo
Giano, e si rinnovavano in onore di lui sacrifizi e preghiere. Infine
anche
la prima ora d’ ogni giorno era sua, ond’ egli er
Quindi nulla s’ incominciava senza chiedere la protezione di Giano, e
anche
qualsiasi cerimonia religiosa, in onor di qualsia
lui che come Ianus Agonius presiedeva a tutti i lavori degli uomini.
Anche
per la procreazione dei figliuoli era invocato co
pprima si foggiavano le due faccie barbute entrambe; più tardi si usò
anche
accoppiare una faccia barbuta ad una sbarbata. No
temperati solo da Giove con opportuni temporali. 2. Il dio Elio aveva
anche
il suo lato morale; egli è colui che tutto vede e
enetra nei più segreti luoghi, discopre quel che è nascosto e castiga
anche
i colpevoli. Perciò era invocato nei giuramenti e
iò era invocato nei giuramenti e nelle proteste. I filosofi ne fecero
anche
il principio d’ ogni sapienza. 3. Elio era venera
e Lampezia (la rilucente e la splendente), figlie di Elio e di Neera.
Anche
in altri luoghi, dove Elio era venerato, trovavan
ato Sol Index, il sole indicatore. L’ immagine del carro solare trovò
anche
facile diffusione, quindi a lui si consacrarono l
no per rifugiarsi nel grembo della sacra notte; immagine che si trova
anche
in pitture vascolari dell’ età di Fidia, rapprese
involgendo di sua grand’ ombra la terra (es. Virg. Eneide, 2,250), o
anche
alla notte si assegnano de’ cavalli ma neri, ecc.
membra; ma soli 60 anni dopo eretta, fu distrutta da un terremoto. —
Anche
la caduta di Fetonte trovasi rappresentata più vo
lla luna che brilla in cielo inter minores ignes (Carm. 1, 12, 48).
Anche
nell’ arti figurative è abbastanza frequente la r
a riscontro di quella di Elios, sul frontone orientale del Partenone.
Anche
veniva figurata come una bella donna a cavallo; t
o da Giove l’ immortalità; se non che, essendosi scordata di chiedere
anche
una perpetua giovinezza, ne venne ch’ egli invecc
è connesso con mane e matutinus. Era una dea della prima luce, quindi
anche
del nascimento, e la sua festa chiamavasi Matrali
ta chiamavasi Matralia, ed aveva luogo in Roma l’ 11 Giugno. Era però
anche
considerata come dea marina e dei parti, e venne
un bosco di Pesaro nell’ Umbria (od. Marche). Servio Tullio ne eresse
anche
uno in Roma nel Foro Boario, tempio che Camillo r
rgiliano: Lucifer… quem Venus ante alios astrorum diligit ignes 19.
Anche
Espero era stella cara a Venere, ma si credeva av
va la stagione canicolare, ossia la stagione più calda dell’ anno. 3.
Anche
la costellazione delle Pleiadi, fu oggetto dei mi
be simbolo di fecondità. 5. Infine è da notare Arctos, l’ Orsa, detta
anche
il Carro. La leggenda la identificava con Callist
sementi; quindi era venerato come Dio benefico. — Infine Euro, detto
anche
Vulturnus, vento di est, o più precisamente di su
to venti. Un tempo sulla cima del capitello, al centro del tetto, era
anche
un tritone mobile che girando secondo il vento ne
e, erano oltre i quattro già detti, Caecias o nord-est o greco, detto
anche
Aquilo, l’ Apeliotes o subsolanus, vento d’ est,
del cavallo, Ippucrene, addita vasi più su, verso la cima del monte.
Anche
il monte Parnasso presso Delfo nella Focide era s
iamente le Muse si piacevano solo del canto, ma presto furono pensate
anche
come sonatrici di qualche istrumento, e come tali
re della lirica corale e della danza, Erato della poesia amorosa, poi
anche
della geometria e della mimica, Euterpe della poe
re i loro poemi dall’ invocazione delle Muse, uso che è stato accolto
anche
dai moderni; e negli epiteti di cui si servivano,
numerose, giacchè se n’ adornavano non solo i templi di esse Muse, ma
anche
i teatri, le biblioteche, ecc. Ogni musa aveva i
o di Beozia dove un santuario era loro dedicato, in Sparta, in Atene,
anche
nell’ isola di Paro e altrove. Le feste in loro o
arco d’ oro, eterne lodi cantano del padre dell’ Olimpo ». Ricordiamo
anche
le Gratiæ decentes di Orazio, che in primavera
llezza adorne, con fiori in mano, segnatamente rose e mirti; talvolta
anche
con strumenti musicali o con dadi da giuoco; per
ta nella loro dipendenza. Non solo erano credute ministre di Zeus, ma
anche
di altre Divinità, come Era, Afrodite, Apollo, le
etta dagli scultori Irene che come datrice di pace e di ricchezza era
anche
oggetto di maggior venerazione. È celebre la stat
osa intimità e soave tenerezza materna » ( Gentile, op. cit. p. 125).
Anche
la Pax presso i Romani era rappresentata per via
abile compagna nelle lotte contro i Titani e i Giganti. Essa era pero
anche
in intima relazione con Pallade Atena, che dopo Z
gli Dei sia degli uomini, invocata non solo in occasione di guerre ma
anche
nei certami ginnici e musici, tanto frequenti in
lirsi e diffondersi. Sede di questo culto era il Campidoglio, ov’ era
anche
un santuario in onor di Iupiter Victor. Sul Campi
re statue alla Vittoria, in ricordo delle loro gesta, e Silla istituì
anche
giochi speciali dopo la vittoria alla porta Colli
motracia, ora al Museo del Louvre, che noi riproduciamo alla fig. 41.
Anche
essa è tronca in qualche parte, ma si può complet
a con velocità straordinaria da un capo all’ altro del mondo, penetra
anche
nelle profondità del mare e fino allo Stige; per
l mare e fino allo Stige; per lo più in servigio di Zeus e di Era, ma
anche
talvolta di altri Dei. Nè solo è messaggiera, ma
s e di Era, ma anche talvolta di altri Dei. Nè solo è messaggiera, ma
anche
guida e consigliera. In Esiodo è fatta figlia di
duta colores Concipit Iris aquas aliment aque nubibus ad fert 23 .
Anche
la statuaria soleva rappresentarla alata, e molto
essendo lei che durante i loro festivi banchetti versa il nettare. Fa
anche
altri servigi e ricorda le ragazze delle case pat
Ercole, ma sempre fiorente di giovinezza e di beltà, e rappresentante
anche
dei godimenti che con queste doti si connettono.
a a lei una speciale cappella nel tempio di Giove Capitolino. Era poi
anche
naturalmente la dea dei giovani e della età giova
tributo alla dea Juventas e rivolgere a lei e a Giove una pieghiera.
Anche
speciali sacrifizi a Juventas avevano luogo in pr
era tra i seguaci di lei non solo l’ Amore e le Grazie e le Ninfe, ma
anche
la Juventas e Mercurio; e dice la Juventas, paru
nella ultima sua forma, secondo la quale Ganimede era amato da Giove.
Anche
questo è il racconto a cui si attiene Ovidio nel
tti i poeti d’ amore, come Saffo e Anacreonte, inneggiano ad Eros; ma
anche
i tragici hanno spesso occasione di ricordare la
si trovano cenni in altri scrittori e opere d’ arte anteriori, e che
anche
dopo continuo, in diverse guise rimaneggiata, a f
i trova nella Galleria delle Statue in Vaticano (fig. 45); bellissimo
anche
l’ Eros in atto di tender l’ arco che è nel Museo
atto di tender l’ arco che è nel Museo Capitolino (fig. 46). Vi sono
anche
parecchie rappresentazioni di Amore e Psiche; cel
solitamente alato, e suoi attributi son l’ arco e le freccie; talora
anche
la fiaccola accesa. Tra i flori gli era sacra la
vien messa in rapporto con Era come dea della maternità. Siccome però
anche
altre dee, Artemide, Afrodite, Atena, Demetra, er
ulto era llizia specialmente nelle isole di Creta e di Delo, ma aveva
anche
santuari ad Atene, Tegea, Argo, Sparta, Messene,
Giunone Lucina; ma nei loro libri di preghiere trovavansi menzionate
anche
altre Deità o altri epiteti riferentisi al parto;
mentes che con scongiuri e formole magiche aiutavano il parto; infine
anche
la ninfa Egeria, e una Natio, deità quest’ ultima
ic. De Nat. Deorum 3, 47). Quando le idee greche penetrarono in Roma,
anche
la parola Ilithyia venne adottata come epiteto si
tti i mali. Asclepio divenne così benefattore dell’ umanità; ma volle
anche
far più del dover suo, volle anche risuscitare un
enefattore dell’ umanità; ma volle anche far più del dover suo, volle
anche
risuscitare un morto; allora Zeus adirato per que
ui il culto si diffuse non solo a Sicione, Atene e i paesi vicini, ma
anche
a Cirene, a Pergamo, e, come vedremo, anche a Rom
tene e i paesi vicini, ma anche a Cirene, a Pergamo, e, come vedremo,
anche
a Roma. Presso i santuari di Asclepio generalment
oppa con bevande medicinali o un ciuffo d’ erbe o un pinolo, talvolta
anche
un cane, alla cui lingua come a quella del serpen
della quale si ha la riproduzione in monete del tempo; molte esistono
anche
ora, sparse nei Musei d’ Europa; anche gli scavi
nete del tempo; molte esistono anche ora, sparse nei Musei d’ Europa;
anche
gli scavi fatti, non è molto, a Epidauro e ad Ate
n è molto, a Epidauro e ad Atene, dove al sud dell’ Acropoli esisteva
anche
un celebre Asclepieo, hanno messo in luce parecch
n Fatum, la parola divina; e di questa voce s’ usava il plurale fata (
anche
, in linguaggio popolare, fati o fatae) per indica
madre di Elena; più Nemesi, in figura di demoni alati, si veneravano
anche
a Smirne. Questa divinità fu pure accolta fra i R
divinità fu pure accolta fra i Romani, e, come attesta Plinio, le fu
anche
eretta una statua in Campidoglio. Gli scrittori g
i casi della vita, come F. respiciens, obsequens, redux, manens, ecc.
Anche
fuori di Roma la Fortuna era oggetto di culto; ce
us eventus, onorato sopratutto nel tempo della svinatura, ma invocato
anche
in altre congiunture, onde le formole d’ augurio:
ponneso; e fuori della Grecia il Nilo, il Fasi, l’ Istro, l’ Eridano.
Anche
le sorgenti erano venerate, or come irrigatrici,
o loro, avevano il dono di mutarsi in più guise, e per solito avevano
anche
la virtù della divinazione. 2. Anche per i Romani
più guise, e per solito avevano anche la virtù della divinazione. 2.
Anche
per i Romani erano oggetto di venerazione le font
u dal Dio accolta benignamente e fatta sua sposa. Nè solo i fiumi, ma
anche
l’ acque correnti di minor mole divenivan sacre a
o dell’ Ofanto, Od. 4, 14: sic tauriformis volvitur Aufidus , ecc.).
Anche
quando hanno figura d’ uomo, gli si apponevano du
ganti, a sollazzo dei quali folleggiavano rumorosamente sull’ onde od
anche
li aiutavano nei pericoli. Tra esse meritano esse
glio nato da lei sarebbe divenuto più grande del padre. Sia ricordata
anche
la bianca Galatea, che divenne amante del Ciclope
Non diversa tamen, qualem decet esse sororum 32 . così le vediamo
anche
riprodotte ne’ monumenti figurati, sopratutto nel
due, Aello e Ocipete (Ocypete), più comunemente se ne noverano tre o
anche
più. Il virgiliano: Virginei volucrum vultus, fo
il serpente Ladone custode dei pomi delle Esperidi. Forchi si diceva
anche
padre di Toosa, la ninfa rappresentante l’ impetu
erra, e fa sorgere isole nuove dalla profondità delle acque. Ma basta
anche
uno sguardo o un cenno di lui per rabbonire il ma
o della natura tempestosa del mare. E altri mostri marini appariscono
anche
in altri racconti. Così quando Posidone in compag
ima del cimento onorato di preghiere e sacrifizi. — Oltre il cavallo,
anche
il delfino era sacro a Posidone, e tra gli alberi
produzione d’ un originale di Scopa. V. Tritone e i Tritoni. 1.
Anche
Tritone era nell’ antica Mitologia un’ immagine d
dalla coda biforcuta nella parte inferiore; più tardi vi s’ aggiunse
anche
il petto e le zampe anteriori di cavallo, creando
tre bestie marine. Abitava nelle profondità del mare, ma compiacevasi
anche
di cercar riposo sul lido; e sopratutto nell’ ore
otetto re dei pescatori, dei palombari, dei naufraghi e attribuitogli
anche
il dono della protezia. Questo culto da Antedone
ontare a Glauco stesso in bellissimi versi la sua storia. Glauco die’
anche
argomento a componimenti burleschi, come drammi s
è voluto riferire a Glauco; ma la identificazione è incerta; potrebbe
anche
essere una personificazione di qualche parte di m
a sè e rovinano; immagine viva dei pericoli che spesso si incontrano
anche
in un mare tranquillo, sorridente, invitante; bl
leggende posteriori se ne nominavan tre o quattro, e si introdussero
anche
in altri racconti come in quello degli Argonauti
pagna di gioco nel momento che il re dell’ Inferno stava per rapirla.
Anche
si favoleggiò d’ una contesa fra le Sirene e le M
terra e allora desiderarono potersi librare sull’ ali per ricercarla
anche
in mare, in che: … faciles que Deos ha
intesa a farle crescere vigorose, e quindi datrice di prosperità. Ma
anche
d’ altro lato fu pensata Gea come tomba universal
facevano anzi madre di Erittonio, il progenitore della stirpe Attica.
Anche
come Dea dei morti, Gea veniva in Atene onorata d
nvocata in occasione di terremoti col titolo di Tellus stabilita. Era
anche
Dea dei matrimoni, a cui si rivolgevano preghiere
da tanta parte della vita universale. Un tale culto di Rea si diffuse
anche
in altre terre, ad es. in Arcadia, in Messenia, n
be una grande diffusione prima nelle provincie greche dell’ Asia, poi
anche
nella Grecia continentale. Nella Troade questo cu
i arti utili, tra l’ altre del suono e del ritmo musicale. Culto ebbe
anche
Cibele a Magnesia, a Smirne, a Mileto, Efeso, a C
ozia e altrove. 2. Al tempo della seconda guerra punica fu introdotto
anche
in Roma il culto della Gran Madre. Per consiglio
o che più volte fu distrutto e ricostruito, tra gli altri da Augusto.
Anche
in Roma i sacerdoti di Cibele, detti Cureti, o Co
to al mal governo che di lui avevan preso a fare i compagni. — E così
anche
in altri casi Dioniso diè a vedere quanto fosse t
ata da sacro furore, l’ uccise avendolo scambiato per un cinghiale. —
Anche
le figlie di Minia, re di Orcomeno, avendo osato
effetti dell’ agricoltura sulla civiltà degli uomini, Dioniso valeva
anche
come il civilizzatore, l’ ordinatore, quasi ident
on Demetra legislatrice; certo a lei molte volte congiunto nel culto.
Anche
con Apollo aveva stretti rapporti, perchè come il
Un Dio così popolare e leggendario doveva tener desta l’ immaginativa
anche
fra le generazioni meno antiche. Dopo la spedizio
ne il celebre Dioniso che conservasi nel Museo del Louvre a Parigi; e
anche
il bellissimo Torso del Vaticano (fig. 56, in cui
i casi l’ unico vestimento. In mano il tirso e una coppa. Si figurano
anche
delle belve in compagnia di Dioniso, per lo più l
ro, simbolo della fecondità; tra le piante, oltre la vite e l’ edera,
anche
l’ alloro. Tra le figure che appaiono ne
rara bellezza e probabilmente da ricondurre a un’ originale greco.
Anche
è frequente la rappresentazione della Menade o Ba
nnoverate le Ninfe, che noi vedemmo far parte del corteo di Bacco, ed
anche
di Artemide cacciatrice e di Afrodite. Erano imma
enti categorie: 1º Ninfe dell’ acque. In largo senso comprenderebbero
anche
le Oceanine e le Nereidi; ma comunemente invece s
lce, e si chiamavan Naiadi. Eran loro che nutrivan le piante e quindi
anche
le bestie e l’ uomo; perciò erano tenute in grand
à immortali, ma si diceva che col morir d’ ogni pianta avesse termine
anche
la vita della sua ninfa. 2. Le Ninfe erano oggett
etti speciali dedicati al culto delle Ninfe. Col tempo se ne eressero
anche
nelle città, e Roma stessa ne ebbe. Alle Ninfe si
come rane, vasi da attinger acqua, conchiglie. — Non infrequenti sono
anche
le statue di Narciso; una bellissima possiede il
procaci, maliziosi; e, conforme a questa bestiale natura, attribuiva
anche
alla loro figura un che di bestiale, naso rincagn
a preferiva alla serietà della tragedia. E dei drammi satirici, detti
anche
« Satiri », se ne composero altresi nella età ale
semplicemente per lettura. Oltre che in questi speciali componimenti,
anche
altrove son menzionati spesso i Satiri sia dai Gr
ariati atteggiamenti. Un antico erano rappresentati barbuti e vecchi,
anche
deformi, ma a poco a poco, specie per opera della
iproduce un’ altra statua del Museo Capitolino che è in rosso antico.
Anche
le pitture murali di Pompei hanno frequenti rappr
tri e non trova soddisfazione che nella propria saggezza; uomo dotato
anche
della virtù di prevedere il futuro. Ma l’ antica
con meraviglia e curiosità insieme il flauto gettato via da Minerva.
Anche
il Marsia appeso all’ albero e scorticato da Apol
vasi a Berlino, il quale forse è parte di un gruppo a cui apparteneva
anche
i così detto « arrotino » della Galleria degli Uf
ieta allegrezza. L’ invenzione della zampogna, attribuita a Pane, diè
anche
occasione a una graziosa leggenda. Si favoleggiò
ra risuona di lieti canti e rallegra l’ animo di chi vive in essa, ha
anche
i suoi solenni silenzi e nella vasta solitudine a
e da non osar più continuare la pugna. Come tutti i genii dei boschi,
anche
Pane aveva il dono della divinazione; in Arcadia
boschi, anche Pane aveva il dono della divinazione; in Arcadia vi era
anche
un oracolo di Pane, e la ninfa Erato, la sposa di
avrebbe imparato la mantica da lui. In rapporto con Apollo fu pensato
anche
per via della musica; anzi si narrò anche d’ una
porto con Apollo fu pensato anche per via della musica; anzi si narrò
anche
d’ una gara musicale con Apollo, sedendo giudice
e contro gli Indiani molto aveva giovato diffondendo il timor panico;
anche
come amante delle Ninfe e delle Menadi, come celi
te si offrivano a Pane erano vacche, capre e pecore; gli si porgevano
anche
offerte di miele, latte e mosto. 3. Un antico inn
o della Gran Madre, dolce cura delle Cariti. Inni a Pane si scrissero
anche
più tardi, seguendo il nuovo concetto delle scuol
fiche; uno ne scrisse il poeta Arato; un altro è tra gli inni Orfici.
Anche
non è infrequente la menzione di Pane tra i poeti
musicale tra Pane e Apollo nell’ undecimo a proposito del re Mida, e
anche
altrove menziona il culto di Pane, come nel secon
percurrit hiantis Fistula silvest rem ne cesset fundere musam. 44
Anche
Silio Italico nel 13o delle Puniche ha una rappre
o quindi degli uomini, in vantaggio dei quali fa crescere le piante e
anche
gli armenti; protettore dei pastori e dei cacciat
ti; protettore dei pastori e dei cacciatori, come Pane. D’ altro lato
anche
i rumori delle foreste eran da lui, ed egli pure,
itario. Ma oltre al regno delle foreste, Silvano era creduto presente
anche
nelle piantagioni fatte dall’ uomo, nei giardini
o della stessa pianta nella mano sinistra, la quale talvolta sostiene
anche
una pelle ferina piena di frutti; nella destra un
rina piena di frutti; nella destra un coltello da giardiniere. Spesso
anche
gli si dava un cane per compagno. c) Fauno e F
meglio il loro carattere divinatorio; e ne venne che fossero chiamati
anche
versi faunii o saturnii quelli nei quali si dicev
io Faunus corrisponde la dea Fauna, cioè la propizia, la buona, detta
anche
Fatua come divinatrice e Maia o Bona Dea, cioè la
festa che aveva luogo in campagna dava occasione a lieta allegria, e
anche
agli schiavi si concedeva qualche libertà. Un’ al
, quel giorno dicevasi dies februatus (da februare, purgare) e di qui
anche
derivò il nome del mese Februarius, Febbraio. La
i estese nella Lidia, nelle isole dell’ Egeo e in Grecia, di là passò
anche
in Italia e a Roma. Priapo era detto figlio di Di
r spiegare perchè questo animale fosse a lui inviso. Gli si offrivano
anche
le primizie delle frutta e bevande di latte e mie
generativa della terrestre natura, l’ immagine di Priapo si collocava
anche
sulle tombe. IX. Divinità italiche della Campa
ava come il fondatore e il protettore dell’ agricoltura italica, onde
anche
la prosperità dei frutteti e delle vigne si facev
della terra e la prosperità del genere umano, Saturno e Opi valevano
anche
come Dei del matrimonio e del l’ allevamento de’
turno e Opi era antichissimo. Il tempio principale di Saturno, in cui
anche
Opi era venerata, trovavasi sulla discesa dal Cam
a in mano, il grembo pieno di frutta. Così Pomona. c) Flora. 1.
Anche
questa era un’ antichissima deità italica, molto
prima di una buona annata. Ed essendo dea dei flori, Flora proteggeva
anche
le api e l’ agricoltura. Poi anche il florire del
do dea dei flori, Flora proteggeva anche le api e l’ agricoltura. Poi
anche
il florire della giovinezza e l’ età più gaia del
ra sotto il patrocinio di Flora. Infine come Flora mater era invocata
anche
dalle donne che speravano diventar madri. — Due t
este feste, a partire dalla seconda metà del 6º secolo di R., invalse
anche
l’ uso di rappresentare i così detti mimi, spetta
il 21 Aprile, e dicevasi Palilia o Parilia. Questo giorno si riteneva
anche
anniversario della fondazione di Roma. Le Palilie
fuochi di paglia e su questi saltavano tre volte i pastori e facevan
anche
saltare il gregge; questo si credeva atto a purga
la quale si incoronavano i termini e si offrira al Dio una focaccia o
anche
un agnello o un porcellino. Oltre ciù ogni impian
eva solo giurisdizione in cose private; erano sotto la sua protezione
anche
i confini dello Stato; come tale aveva una cappel
società civile il primo fondamento è la famiglia, così Demetra veniva
anche
considerata come la Dea che dà stabilità ai matri
. Si distiguevano le piccole e le grandi Eleusinie. Le piccole, dette
anche
di Agra, dal nome della collina sulle sponde dell
na serie di riti, cerimonie, pubbliche preghiere e pratiche di pietà,
anche
rappresentazioni mimiche dei fatti relativi a Dem
si; e da principio n’ erano esclusi i barbari, col progresso di tempo
anche
questi s’ ammisero. Gli ammessi facevano una spec
, o Cerialia, celebravansi dal 12 al 19 Aprile con solenni cerimonie,
anche
con giuochi del Circo. Tali feste erano inaugurat
ha in mano e dalla corona di spighe che generalmente porta in testa;
anche
ha una fiaccola e una scatola chiusa, la così det
ano questa Dea preferibilmente Cora, la fanciulla. Ma Persefone aveva
anche
un altro significato. Giacchè come moglie del ten
come rimmagine della dea infernale fosse viva nella mente dei poeti.
Anche
l’ arte la rappresentò sia come regina dell’ ereb
ien riconosciuta dallo scettro e dal diadema onde si figurava adorna;
anche
le si assegnava la fiaccola simbolo dei misteri E
pompo fu assegnato ad Ermes. Come accoglitore di molte anime, Ade era
anche
detto Polidette o Polidegmone. E perchè odiosa è
ti gli Dei. — Ma oltre questo aspetto truce e terribile, Ade ne aveva
anche
un altro mite e benefico. Non era il Dio di sotte
ltretomba i Romani adottarono in genere le idee greche. Questo è vero
anche
rispetto al re dell’ altro mondo che essi chiamar
roserpina, e questa le venne associata come nel regno così nel culto.
Anche
Plutone e Cerere si trovano menzionati spesso ins
lato, che trovasi nella Villa Borghese a Roma. Gli si poneva in mano
anche
lo scettro e una cornucopia. Il bidente che si ve
all’ estremo Occidente (detta l’ isola dei beati in Esiodo). Allora
anche
dal mondo sotterraneo di Ade si stimava ben lonta
mo a parlare di tre Erinni; solo nell’ età Alessandrina se ne seppero
anche
dire i nomi, che erano Aletto (la inquieta), Tisi
io aspetto, uno terribile, e l’ altro più mite e quasi benevolo, così
anche
le Erinni renuero ad avere un significato buono;
cato dal celebre tribunale dell’ Areopago presieduto dalla dea Atena.
Anche
là lo seguirono le Erinni sitibonde di sangue; ma
gli onesti. 2. Non solo in Atene le Erinni erano oggetto di culto, ma
anche
in Argo, in Sicione, nell’ Arcadia, nell’ Acaia,
e servi di modello ad altri poeti come Virgilio, Ovidio, Claudiano. —
Anche
l’ arte adottò questo tipo rappresentandole come
po rappresentandole come cacciatrici alate, con asta, arco e faretra,
anche
fiaccole o un serpente in mano, sovente anche uno
n asta, arco e faretra, anche fiaccole o un serpente in mano, sovente
anche
uno specchio per presentare la propria immagine a
. In origine non designava altro che un aspetto della luna, e ditatti
anche
Artemide era talvolta denominata Hecate, la lungi
i, e ciò generalmente trenta giorni dopo il decesso. Si sacrificavano
anche
come ad altre divinità infernali, pecore nere e s
gine che gli antichi se ne formavano, con tre teste o un corpo solo o
anche
tre corpi ma uniti assieme; simbolo probabilmente
la coda d’ un serpente, attributi propri delle Erinni e qui assegnati
anche
ad Ecate; la figura di sinistra ha in ambe le man
; e crudelmente inesorabili via traevano morti e feriti. Vi erano poi
anche
altre Cere che non in battaglia, ma in altre occa
diavano alla vita dei mortali. Oltre a cio la morte era rappresentata
anche
da altre divinità come Apollo e Artemide, e tra l
in forma di qualche persona nota, Ichelo che assumeva qualsiasi forma
anche
di bestia, ed era detto anche Fobetore (apportato
ta, Ichelo che assumeva qualsiasi forma anche di bestia, ed era detto
anche
Fobetore (apportator di paura), infine Fantaso, c
a casa, che non solo serviva alla preparazione dei cibi quotidiani ma
anche
a scopi religiosi. Il focolare, com’ è noto, era
rvavano in nicchie apposite le statuette dei Penati, che si mettevano
anche
a tavola apponendo loro avanti dei cibi come per
la cucina casalinga. — Nè solamente ogni casa aveva i suoi Penati, ma
anche
lo Stato, considerato dagli antichi come una gran
ei una grande influenza sulla prosperità dello Stato. Nè solo Roma ma
anche
altre città avevano i loro Dei Penati, sopratutto
ione di Dei Penati, in figura di due giovanetti dall’ abito militare.
Anche
ora si può vedero una rappresentazione simile su
’ Penati era simile a quello dei greci Dioscuri. II. I Lari. 1.
Anche
i Lari erano genii protettori della casa e della
ne di fiori le immagini, offrendo libazioni di vino, ecc. Si facevano
anche
intervenire alla mensa famigliare, apponendo cibi
e altri fenomeni paurosi; per questo si cercava scongiurare il danno.
Anche
in altre occasioni si credeva che le ombre s’ agg
a lui, Lare, di qualche offerta di vino, d’ incenso o d’ altra cosa e
anche
di ghirlande l’ adornava. È un prologo bellissimo
nte nei lararii, o tabernacoli dei lari, generalmente nell’ atrio, ma
anche
in altre parti della casa. Figure di Lari si cons
sti Lari che potevan dirsi pubblici per contrapposto ai Lari privati.
Anche
è da notare che si accentuò sempre più la tendenz
o. Tanto più crebbe questa tendenza nell’ età imperiale, estendendosi
anche
alle case private; Alessandro Severo aveva in cas
ei quali oltre la statua di alcuni imperatori divinizzati aveva posto
anche
le statue di personaggi celebri per saviezza come
rno alle forze della natura divinizzate, era naturale che raccontasse
anche
in maniera fantasiosa la sua prima storia e magni
sì ridotti a eroi. Dei quali ultimi, Divinità fatte eroi, avvenne poi
anche
talvolta che se ne facesse di nuovo l’ apoteosi;
ivinizzati, erano divenuti vero oggetto di culto e si dedicavano loro
anche
dei templi. 3. Or qual è stata, secondo il pensie
Tra le leggende relative agli inizi dell’ umana cultura la più nota e
anche
la più bella è la leggenda di Prometeo. Dal Titan
ella notissima narrazione che è nel primo delle Metamorfosi Ovidiane.
Anche
del diluvio di Deucalione la miglior pittura è qu
ato nella medicina e nella ginnastica. Più tardi lo si fece educatore
anche
di altri e altri esseri mitici, come Castore e Po
1812 e se ne conservano importanti frammenti nel Museo Britannico.
Anche
statue di Centauri isolati furono spesso fatte da
menti di Admeto prosperavano in maniera meravigliosa; Apollo lo aiutò
anche
ad ottenere in moglie la bella Alcestide, figlia
lenza, e appunto la Beozia in antico era regione paludosa e non sana.
Anche
la seminagione dei denti del drago e la nascita d
Semele madre di Dioniso, di Agave madre di Penteo; e già s’ è toccata
anche
la sorte toccata al figlio della più vecchia Auto
poesia, proraotore di ogni più fina arte. Si mostrò questa differenza
anche
nella costruzione delle famose mura di Tebe, oper
tante quest’ unica ed ultima figlia ti chieggo! ». Ma dovette vedere
anche
quella per cui pregava cader trafitta; onde affra
er liberarla; il quale allora a lei consegnò Sisifo. Ma questi riuscì
anche
questa volta a salvarsi; perchè prima di morire a
in un dramma satirico. Un dramma satirico su questo soggetto scrisse
anche
Euripide. — In mano ad altri poeti popolari, Sisi
della sofistica e della malizia, inventore d’ ogni sorta mtrighi, ma
anche
della divinazione per via dell’ esame delle inter
o tempore Glauci Potniaies malis membra absumpsere quadrigae47. Vedi
anche
i versi 553 e 554 dell’ Ibis di Ovidio. c) Bel
i Solimi, popolazione montana delle vicinanze, nemica ai Licii. Vinse
anche
questi felicemente. Allora fu mandato contro le t
le. Bellerofonte adunque mosse contro le Amazoni, e vincendole superò
anche
questo pericolo. Infine al ritorno, Jobate gli te
mboscata deciso di farla finita con lui, ma il divino eroe se la cavò
anche
allora uccidendo a uno a uno tutti i suoi assalit
e praebet ales Pegasus terrenum equitem gravatus Bellerophontem .48 —
Anche
le arti figurative hanno trattato di sovente ques
zo che fu conservata parecchio tempo nel tempio di Artemide in Efeso.
Anche
ora molte statue ci rimangono di Amazoni. Se ne p
uno de’ più commoventi episodi delle Metamorfosi (libro I, 582-750).
Anche
le arti del disegno trattarono più volte questo s
rattarono più volte questo soggetto; gemme, monete, pitture vascolari
anche
ora vediamo rappresentare o la mutazione di Io in
no di Posidone, lo provvide di acqua, facendo scavare pozzi e canali.
Anche
avrebb’ egli introdotto il culto di Apollo e di D
quali premio ai vincitori era non una corona ma uno scudo. Linceo fu
anche
ricordato come capostipite della seguente stirpe
altro mondo, di attingere continuamente acqua in un vaso senza fondo.
Anche
nel mito di Danao e delle Danaidi è da credere ch
figlio Elettrione fu padre di Alcmena e da un altro suo figlio nacque
anche
Anfitrione. Anche fuori della Grecia si vollero t
fu padre di Alcmena e da un altro suo figlio nacque anche Anfitrione.
Anche
fuori della Grecia si vollero trovare discendenti
per via di Danao e Linceo egli stesso era d’ origine egiziana; infine
anche
nel Lazio si favoleggiava che la cassetta contene
presso le genti ariane ha dato luogo a così ricca varietà di favole.
Anche
nei particolari si vede: le nozze di Zeus-oro e d
i elementi naturali. Infine il disco con cui Perseo uccide Acrisio fa
anche
pensare al disco solare; anche Apollo con un colp
disco con cui Perseo uccide Acrisio fa anche pensare al disco solare;
anche
Apollo con un colpo di disco uccide Giacinto (cfr
con vivaci colori e conforme all’ ultima forma della tradizione. Che
anche
l’ arte assai per tempo abbia fatto suo pro’ di q
diverse. Per Omero solo Elena era figlia di Zeus, Castore e Polluce e
anche
Clitennestra erano figli di Tindareo, detti perci
era abilissimo domator di cavalli, Polluce era un bravo pugilatore e
anche
cavalcatore. Essi fecero una spedizione di guerra
si acquistò grande fama vincendo il grande pugilatore Amico (Amykos).
Anche
presero parte alla caccia del cinghiale Calidonio
o, da cui non avrebbe voluto staccarsi mai, pregò Zeus facesse morire
anche
lui; ma ciò non poteva essere perchè egli era imm
de venerazione non solo in Isparta ma in tutta la Grecia, e più tardi
anche
in Italia. Si consideravano come divinità protett
n genere sulle punte, dette da noi « fuochi di St. Elmo » considerate
anche
ora come indizii del prossimo cessar del temporal
nemici, probabilmente i due crepuscoli della mattina e della sera che
anche
in altre mitologie fecero pensare a due gemelli e
li uomini era naturale che venissero divinizzati e si erigessero loro
anche
dei templi. Molti ve n’ erano a Sparta per cui es
ncini paralleli legati insieme con altri trasversali. Templi vi erano
anche
altrove, a Mantinea ad. es., dove un eterno fuoco
estri erano messe sotto la loro protezione e immagini loro trovavansi
anche
ad Olimpia. Anche Roma eresse nel Foro un tempio
sotto la loro protezione e immagini loro trovavansi anche ad Olimpia.
Anche
Roma eresse nel Foro un tempio ai Dioscuri, del q
miglia degli Alevadi, aveva egli lodato bensì il ricco uomo, ma molto
anche
i Dioscuri protettori; di che indispettito Scopa
po nel palazzo di Scopa un solenne banchetto a cui era stato invitato
anche
il poeta, ecco giungono al palazzo due giovani di
nefici ottenuti od aspettati da Castore e Polluce si ritrovano spesso
anche
negli scrittori latini; a che contribuiva il fatt
a Licia, rappresentante il rapimento delle figlie di Leucippo, lavoro
anche
questo molto interessante. VI. Attica. a)
e loro e i primi inizii della loro civiltà, è Cecrope; più tardi pero
anche
di Cecrope, come di Cadmo, si favoleggiò che foss
one di coltura un po di merito spettava ai primi abitatori del paese.
Anche
al significato naturalistico del mito di Cecrope
lione. Questi sarebbe stato privato del regno da Eretteo o Erittonio.
Anche
Erittonio aveva la figura a mezzo serpentina, per
stessa Dea nel suo santuario dell’ Acropoli, e fatto poi re di Atene.
Anche
ad Erittonio, come a Cecrope, la leggenda attribu
La leggenda attica posteriore, più complicata dell’ antica, conosceva
anche
un secondo Eretteo, fissando la genealogia nel se
ue Metamorfosi; che sono tra gli episodi più belli di tutta l’ opera.
Anche
diverse pitture vascolari hanno rappresentazioni
ichi re, faceva il secondo Eretteo padre oltrechè di Orizia e Procri,
anche
di un altro Cecrope e di Mezione; e dei pari al s
che fu Teseo; ma siccome Etra era amata da Posidone, Teseo era detto
anche
figlio di Posidone. Se si considera che Egeo e Po
gio Pitteo, che lo istruì nell’ arti musiche e ginnastiche; e si dice
anche
sia stato educato dal centauro Chirone, cosa inev
ri; in caso contrario, martellava e stirava le membra corte; ond’ era
anche
chiamato Procruste 50. Anche costui ebbe da Teseo
lava e stirava le membra corte; ond’ era anche chiamato Procruste 50.
Anche
costui ebbe da Teseo la meritata morte. — Superat
to s’ era rifuggita ad Atene. E già Medea minacciava toglier di mezzo
anche
il nuovo venuto ed aveva preparato all’ uopo il v
egara e fu occasion di morte, come già si raccontò, al re Niso; vinse
anche
gli Ateniesi e impose loro un grave tributo: ogni
ella dorica; anch’ esso portava pelle di leone e mazza, qualche volta
anche
la clamide e il petaso degli efebi attici. Su mol
ato occidentale a figurare la lotta degli Ateniesi contro le Amazoni.
Anche
nel campo dello scudo di Atena Parteno era raffig
e superiore del Meandro e posseduto attualmente dal Museo di Berlino.
Anche
ricorderemo un bel rilievo della villa Albani in
gode farsi adornare di flori le corna. Alfine la regale donzella osò
anche
sedersi sulla schiena di lu; e allora il Dio si a
i Minosse, di Radamanto (Rhadamanthus o Rhadamanthys), secondo alcuni
anche
di Sarpedone, eroe licio. Zeus poi laseiò Europa
sono affidati non è che un’ altra forma di Zeus, e di fatti si parla
anche
di un Zeus Asterios, come a dire Dio degli astri,
nette, fatti consegnare per tributo dalle genti vinte in guerra. Come
anche
gli Ateniesi fossero stati sottoposti a questo tr
cilia, dov’ ebbe benigna accoglienza dal re Cocalo. Là si recò subito
anche
Minosse per far vendetta contro di lui, e richies
a, sebbene in origine le leggende a lui relative fossero diffusissime
anche
fra le popolazioni eolie, e in seguito sia di ven
i Eracle. Di qui s’ intende come Eracle, sebben figlio di Zeus, fosse
anche
detto Anfitrioniade. Gemello con Eracle, ma nato
e, dovettero rimaner soggetti pel decreto di Zeus tutti i Persidi, ed
anche
Eracle tanto più forte di lui. Non contenta di ci
iarono in casa di Chirone là cacciato dal Pelio per opera dei Lapiti;
anche
Chirone fu inavvertentemente ferito con un dardo
emide, e soggiornava sul monte Cerinea fra l’ Arcadia e l’ Acaia. Era
anche
detta la cerva del Menalo, dal monte Menalo in Ar
crudele Busiride che afferrava i forestieri e li sacrificava a Zeus.
Anche
Eracle doveva subire la stessa sorte, ma egli spe
catene ond’ era avvinto e uccise Busiride e i suoi figli, facendo poi
anche
baldoria alla tavola regale lautamente imbandita.
al tentativo fatto di rapire Persefone. Eracle libero Teseo; e voleva
anche
sciogliere dai ceppi Piritoo, ma in quel momento
altri nel Peloponneso sul confini dell’ Arcadia e della Messenia, ed
anche
in Eubea presso Eretria), dove il re Eurito prome
eggenda di origine lidia, poi intrecciata nei racconti greci; giacchè
anche
i Lidi avevano un loro eroe, solare, di nome Sand
rrata con una folia di particolari, e vennero introdotti a combattere
anche
gli Dei dell’ Olimpo, parte a favor di Neleo part
cino al golfo di Pagase; e non solo uccise il suo avversario, ma ferì
anche
il Dio della guerra che era accorso in aiuto del
e, Ercole, le leggende relative a quest’ eroe si diffusero facilmente
anche
tra le stirpi italiche, massime che i molti viagg
axima nel Foro Boario, tra l’ Aventino e il Palatino, e a poco a poco
anche
dei templi, come il tempio di Hercules victor ivi
offrisse a Ercole, in nome della città, un giovenco o una giovenca, e
anche
i privati, in caso di guadagno, offrissero la dec
mente gli uomini, come le donne preferibilmente in quello di Castore.
Anche
pei Romani Ercole presiedeva alle palestre e ai g
, e altre gesta, fra cui specialmente la spedizione contro Troia. Poi
anche
Esiodo tratto diversi momenti della storia Eracle
cconti eraclei abbiano preso quell’ assetto che divenne tradizionale.
Anche
i poeti lirici inserirono qua e là nelle loro ope
eraclea vanno tra le migliori, che vanti la letteratura mitologica. —
Anche
nella letteratura latina i miti di Ercole sono sp
tirique ingens 51. In una grandiosa composizione Lisippo rappresentò
anche
le dodici fatiche; un gruppo fatto in origine per
o più interessante; e coll’ andar del tempo si fecero entrar in scena
anche
eroi di altre regioni greche; sicchè un primitivo
l vello d’ oro forma il nucleo della leggenda degli Argonauti; epperò
anche
qui siamo in presenza d’ una favola relativa a no
facendovelo custodire da un terribile drago, sempre vigilante. Sposò
anche
ivi Calchiope, figlia del re di quella terra Eeta
attaglia, nella quale il re Cizico cadde morto; e di dolore s’ uccise
anche
la sposa di lui Cleite e le ninfe de’ boschi la p
li Stinfalii che Eracle aveva fatto fuggire dall’ Arcadia. Cacciatili
anche
di là, insieme col figli di Frisso che nel ritorn
o parricide. Rimase al regno Acasto figlio di Pelia, che si proponeva
anche
di vendicare il padre; onde Giasone e Medea furon
to poi tornò in Colchide allorchè per opera di Teseo dovette lasciare
anche
Atene. Giasone trovò la morte sotto la nave Argo
i suoi farmachi circondata dalle Peliadi, per far ringiovanire Pelia.
Anche
la così detta Cesta del Ficoroni nel Collegio Rom
ia s’ intrecciano vicende a cui presero parte eroi non solo Tebani ma
anche
d’ altre provincie della Grecia, per questo ne ab
itaone, re di Argo; proprio nello stesso tempo che vi cercava rifugio
anche
Tideo figlio di Eneo fuggito da Calidone. Adrasto
te di Tebe per cingerla di regolare assedio; alcuni di loro compirono
anche
prodigi di valore, come Tideo; ma tutto invano; T
per gli assalitori; Capaneo che vantava nel suo orgoglio di resistere
anche
al fuoco di Zeus, venne fulminato dall’ alto dell
n due capilavori, l’ « Edipo re » e l’ « Edipo a Colono ». Finalmente
anche
Euripide trattò nelle « Fenicie » lo stesso terna
al pari di tanti altri eroi greci, il centauro Chirone, secondo Omero
anche
Fenice figlio di Amintore, bravo nell’ eloquenza
in confronto dello svelto e abile Achille alquanto goffo e materiale.
Anche
il fratellastro Teucro ebbe un bel posto tra i gu
veva preso parte alla spedizione degli Argonauti. Questo Aiace, detto
anche
« il piccolo » per distinguerlo dall’ altro detto
o di Laerte e di Anticlea, nata dal celebre Autolico di Erme astuto e
anche
ladro. Moglie di Ulisse fu la pia e nobile Penelo
a di Troia si rese famoso per la sua scaltrezza, per l’ eloquenza, ed
anche
per la sua abilità e fermezza nei pericoli; anch’
za nei pericoli; anch’ egli era prediletto di Pallade Atena. Facciamo
anche
un cenno dei principali guerrieri Troiani. La fam
parola questo re si sia tirato addosso sciagure e calamità, e infine
anche
una grossa guerra di Eracle, fatale per lui e per
va, Protesilao (=il primo che salta), cadde vittima del suo coraggio.
Anche
Cicno (Cycnos) il re di Colone nella Troade figli
one, detto figlio di Titone, fratello di Priamo, e di Eos, l’ aurora;
anche
queste dierono valido aiuto ai Troiani, e per man
e il figlio di Nestore, Antiloco, fido amico di Achille, ma alla fine
anche
egli fu ucciso dal forte Pelide, e disperse furon
di Achille; dopo aver fatto soccombere tanta gente, era venuta l’ ora
anche
per lui. In un assalto alla porta Scea, una delle
l suo valore, vi aspirava con ragionevole presunzione, ma vi aspirava
anche
Ulisse che al valore guerresco univa altri pregi
r commesso violente stranezze si uccise. — E così sparito dalla scena
anche
Aiace, rimase Ulisse il più valente dei campioni
biano avuto diversi casi prima di giungere alla loro patria, e alcuni
anche
in patria abbiano patito più o men gravi sventure
duti i favori di Clitennestra. In quella congiuntura perdette la vita
anche
la profetessa troiana Cassandra, figlia di Priamo
iava di Agamennone. Aveva costei il dono di vaticinare l’ avvenire ma
anche
l’ infelicità di non essere mai creduta, e avendo
cene, sette anni dopo che n’ era uscito, e uccise non solo Egisto, ma
anche
sua madre. Questo gli tirò addosso la persecuzion
lla sua temeraria presunzione, non dubitò dire che si sarebbe salvato
anche
a dispetto degli Dei; allora Posidone con un colp
lo in mezzo alla fronte, e conforme alla loro natura selvaggia, erano
anche
cannibali. Ulisse sbarcato nell’ isola con dodici
’ Ades l’ ombra di Tiresia e molte altre di eroi ed e roi ne, fra cui
anche
sua madre Anticlea che gli dà desiderate notizie
ea, l’ eroe troiano figlio di Anchise e di Afrodite, il quale divenne
anche
eroe italico. Mentre Troia ardeva ancora, egli fe
chiudersi colla morte di Turno e il trionfo di Enea. Il quale, poichè
anche
Latino morì, gli successe nel governo e fondò nuo
, quelle tanto vivaci e tanto belle tradizioni. Opera immensa sarebbe
anche
descrivere minutamente le opere di pittura e di s
rra fanno riscontro gli eroi dell’ intelligenza e dell’ arte, giacchè
anche
l’ eccellenza dell’ ingegno, suscitando l’ ammira
Lino si cantava specialmente in Argo, a Tebe, nell’ isola d’ Eubea, e
anche
si facevan feste in di lui onore. — Tamiri (Thamy
tica nell’ Attica. Si diceva discepolo o figlio di Orfeo, e citavansi
anche
delle poesie di lui, canti religiosi e lustrali,
arola (cfr. pag. 360 e 370). Lavorò nell’ isola di Creta, in Attica e
anche
in Italia e Sicilia; e si segnalò sia per costruz
introdussero nei loro drammi, ad es. Euripide nelle Baccanti. Infine
anche
l’ infelice Cassandra, destinata a profetar l’ av
, già n’ abbiam fatto cenno ove si discorreva delle leggende cretesi.
Anche
l’ arte prese sovente ad argomento i vati e poeti
ovina pel suo peso istesso; invece a forza temperata (dalla prudenza)
anche
gli Dei danno incremento; giacchè gli Dei hanno i
e purpuree porte e gli atrii pieni di rose ». 18. Metam. 13, 622: «
Anche
ora dà pie lagrime e spande rugiada sul mondo tut
aria, fa risonare i lidi che giacciono sotto 1’ uno e l’ altro sole.
Anche
allora non appena fu tocca dalle labbra dei Dio s
uon della sua cetra da trascinare a sè come fossero manite d’ orecchi
anche
le querce ».
roduzione. Se col volgere degli anni si videro di quando in quando
anche
le Scienze pressochè tutte a rinovazioni e progre
ad un ragionato ordine, non omettessi nel tempo stesso di soddisfare
anche
a quelli, che bramosi di leggere o questa solamen
sarà oppertuno, affinchè si possa avere qualunque Mitologica nozione,
anche
separatamente presa. Che se tra le Belle-Lettere
a la piacevole ricordanza di quello. Questo è ciò, di che c’instruiva
anche
M. Rollin, quando trattava della Maniera d’insegn
oggetto dell’ Idolatria. Si passò quindi a riconoscere quali Divinità
anche
gli Elementi. Finalmente quanto, per così dire, v
ieri dello stesso Giove(b) : e in questo ultimo senso si denominavano
anche
Paredri. I nomi loro erano Giove, Giunone, Vesta,
sistrato fu loro dedicato in Atene un tempio. Adottarono questo culto
anche
i Romani, da’ quali i predetti Numi furono chiama
Epicorj, Topici, ossia Locali, e Indigeti. Indigeti però si dicevano
anche
quelli, i quali, essendo nati uomini, erano stati
Nettuno, Plutone, Giunone, e Cerere. Non altrimenti era per accadere
anche
a Giove, se Cibele, sua madre, artifiziosamente n
padroni, coperti della Sintesi(18) (a). Tra mezzo a tali Feste eravi
anche
un combattimento di Gladiatori(19). Gli Ateniesi
so trovasi confusa una coll’ altra Divinità. Cibele quindi si appellò
anche
Tellure e Vesta(1), i quali nomi corrispondono a
setti di terra(a), e vi si gettavano con profusione fiori odorosi, ed
anche
cose preziose. Dal crepitare diverso e dal divers
finalmente appresso i Romani il costume di tenere il mentovato fuoco
anche
nell’ ingresso delle loro case, detto perciò Vest
nell’ ingresso delle loro case, detto perciò Vestibolo(d). Cibele fu
anche
detta Berecinzia(e), Dindimena(f), e Idea(g) daim
bele si cibasse di ciò che veniva loro offerto : dal che acquistarono
anche
il nome di Matragirti, ossia raccoglitori per la
ucevano allora in giro la statua della Dea, riposta sopra un asino, e
anche
in quel tempo suonavano il timpano(d). Il loro ca
dipendeva dall’ esistenza di certe quercie, cosicchè mancando queste,
anche
quelle Ninfe perivano. Cibele atterrò la quercia
va l’albero(d). Gli anzidetti Sacerdoti oltre il nome di Galli ebbero
anche
quello di Dattili, d’ Idei, e di Cureti. Dattili,
inalmente godevano molti privilegi : avevane diritto di testamentare,
anche
essendo vivo il loro padre ; in giudizio non si p
i ciò che aveva di più prezioso. Tutti vestivano a loro capriccio, ed
anche
liberamente usavano delle insegne delle dignità l
borda equivale l’altra forda, quindi le stesse Feste si denominarono
anche
Fordicali, o Fordicidie(g). Una carestia avvenuta
un carro, tirato da un leone e da un leonessa. Finalmente le si diede
anche
le scettro in mano. Le torri sul di lei capo indi
per molto tempo andò cercando la sua figliuola, Proserpina, chiamata
anche
Ferefatta(3), Persefone(c), e Core(4). A tale ogg
do castigato Abante, perchè quegli avea deriso i di lei sacrifizj(g).
Anche
Celeo, re d’ Eleusi, avendo veduto Cerore, la qua
llofora, ossia porta-lana, perchè era risguardata come la protettrice
anche
de’ greggi. Sotto questo nome aveva un tempio in
Eleusi, borgo dell’ Attica, ove si celebravano, ebbero per eccellenza
anche
il nome di Misterj, perchè in esse tutto era mist
ci eziandio, anzi tutte le Nazioni concorrevano (c). V’ erano ammesse
anche
le donne sotto il nome di Melisse. Credevasi, che
inque giorni innanzi nella più esatta continenza. Unito ad esse eravi
anche
un Sacerdote, detto Stefanoforo dalla corona, che
, e secondo altri sacerdotessa di Cerere (a). Queste Feste si dissero
anche
Cereali (b), e sotto tal nome vennero introdotte
ndevano a otto giorni, e parimenti si celebravano dalle sole Matrone.
Anche
queste, vestite a bianco, portavano delle torcia
Costui, com’ era disprezzatore di tutti i Numi, così osò di tagliare
anche
un bosco a Cerere consecrato. Eravi in quello una
danza, che questa Dea recava alla terra. Cerere finalmente comparisce
anche
assisa sopra un carro, tirato da Dragoni alati, c
destra, e una fiaccola nella sinistra. Le si dà il papavero, o perchè
anche
questo è simbolo di fertilità ; o perchè a Dea, a
’Imperj non si ottiene che cou molti stenti e somme inquietudini (l).
Anche
Giove, per conservarsi sul trono, ebbe a sostener
tto le mentite spoglie di Atleta (d) (9). Col progresso poi del tempo
anche
le femmine poterono non solamente trovarsi presen
e femmine poterono non solamente trovarsi presenti a que’ Giuochi, ma
anche
esercitarvisi (e). Il premio, dato da principio a
si col sacrifizio di molti buoi (d). La medesima Solennità chiamavasi
anche
Diipolia, perchè con essa si onorava Giove Polico
iaggiava verso la Spagna (d). Vuolsi, che Giove siasi così denominato
anche
perchè dava, tuonando, gli oracolie(e). Ecalo o E
mo tempio era circondato da un bosco sacro, detto Alti (f), e per cui
anche
Giove venne soprannominato Alzio (g). Al tempo de
o da’ Greci, i quali pure gli dedicarono le Feste Eleuterie, chiamate
anche
Parentali, ossia della libertà (b). Queste solean
ete gli cuopriva la testa, e scendevagli pel dorso. Dicesi che avesse
anche
corna e testa dello stesso animale. Non si va d’a
ttenne di essere da questo Oracolo dichiarato figliuolo di Giove (b).
Anche
Iarba, re dell’Africa, pretendendo di essere disc
il padre del giorno, ossia l’autore della luce. Per questa ragione fu
anche
detto Luceno o Lucezio (c). Si disse Erceo, perch
un luogo di ciascuna casa, chiuso all’intorno, e il quale chiamavasi
anche
Penetrale (d). Assediando i Galli il Campidoglio,
statua, e per inspirare alle genti maggior terrore, gli aveano posto
anche
il fulmimine in ambe le mani (h). Giove, per con
riva un sacrifizio, detto Acquilicio (e), in tale occasione si faceva
anche
girare da’ sacerdoti per le vie di Roma con grand
ome di Feretrio, dal verbo latino fero, porre. Da ciò ne avvenne, che
anche
i di lui posteri colà vi recavano le spoglie nemi
emiche, per consecrarvene una parte a questo Dio (b). Quindi Giove fu
anche
chiamato Predatore, dalla voce latina praeda, spo
i pure d’armata vi porgevano i loro voti prima di andarsene al campo.
Anche
il Senato vi si radunava pertrattare degli affari
quale ne regolava tutte le ceremonie (b). A Giove Capitolino si diede
anche
il soprannome di Ottimo Massimo (c). Si chiamò Li
o Ansiro o Ansiro, ossia giovine e senza barba (l) Questo Nume era
anche
tenuto per l’aria o pel Cielo. Quindi da lui sott
nato Panteon, ossia dedicato a tutti gli Dei, perchè ivi si trovavano
anche
le statue delle altre principali Divinità (a) (26
l’uccisione d’un ospite era il più orrendo misfatto (e). L’ospitalità
anche
in Roma durante la solennità de’Lettisterni eserc
. Eglino offrirono subito ai due Numi fruita, latte, e melo. Volevano
anche
uccidere un’Oca per offrirla loro in cibò ; ma qu
a severamente i violatori della medesima. Tale ebbe ad esperimentarlo
anche
Licaone, empio e crudele re d’Arcadia Costui face
piedi vi sta pure un’Aquila colle ale spiegate. Questo uccello porta
anche
tra’ piedi Ganimede (e), per alludere alla Favola
sì che l’effigie di un’ Aquila per volere dello stesso Nume divenisse
anche
l’Insegna militare nelle di lui posteriori spediz
trono, quando voleva (e) (41). Si può consideraro come sacro a Giove
anche
il Nibbio, uccello di rapina. La terra avea prodo
quale avesse potuto abbruciarne le interiora di quel mostro, avrebbe
anche
potuto vincere gli Dei. I Titani, e tra questi sp
a questi spezialmente Briareo, eccitato da Saturno, lo uccise, ed era
anche
per abbruciarne le interiora, quando un Nibbio pe
uali si abbandonavano allora ad ogni eccesso di frenesia(g). Bacco fu
anche
appellato Antio, Briseo, Erafiote, Lisio o Lieo o
a Ninfa, Brome o Bromie, che lo educò(d). Dal predetto nome di Eleleo
anche
le di lui Sacerdotesse, delle quali quanto prima
ica, fico, perchè egli era stato il ritrovatore non solo del vino, ma
anche
de’ fichi (g). I Potniesi, mentre celebravano le
nel tempo delle di lui Feste andavasi gridando evan, evan (i) : donde
anche
alle di lui Sacerdotesse derivò il nome di Evanti
ttime, mentre ancor viveva sulta terra(d) ; ovvero dall’ essere stata
anche
chiamata Tione la di lui madre, Semele (e). Sabaz
ino, con cui appellavasi Bacco (h). Le stesse da quelli si chiamarono
anche
Orgie(i). Erano Feste, che dall’ Egitto avea port
antenne tale, finchè l’afflluenza delle ricchezze introdusse il lusso
anche
nelle sacre ceremonie (a). Ne’ primi tempi si off
(d), si celebravano in aperta campagna nell’ Autunno, e si chiamavano
anche
. Lenee dal greco linos, torchio (e). Alle grandi
o le medesime che le Liberali ; eche le une e le altre si chiamassero
anche
Vinali(m) (12). Il nome di Apaturie derivò della
di vino, e una corona intrecciata di foglie, e la quale talvolta era
anche
d’oro. Andavasi parimenti in giro sopra i carri,
aceano nel tempio di Bacco ampie libazioni. Tali Feste si celebravano
anche
sul Citerone, monte, che trovavasi nella Beozia.
ul Citerone, monte, che trovavasi nella Beozia. Per la stessa ragione
anche
il Nume fu detto Nittelio (c). Egli ebbe un tempi
assero il loto salto col suono e col canto. Questa Festa passò in uso
anche
appresso i Romani. Eglino distribuivano varj prem
ta da’ Traci bassaride ; o dal loro gridare, che in greco esprimevasi
anche
col verbo bazin ; o perchè elleno si vestivano co
sul monte Taiete, e le cangiò in rupi. Dicesi, che v’abbia trasferito
anche
Caria, e che l’abbia trasformata in albero, che r
nome Ofelte, in solitaria campagna ; e aggravato dal vino, trovavasi
anche
allora immerso nel sonno. Il piloto della nave, c
sciolsero le catene, che lo tenevano avvinto(a). Euripide vuole, che
anche
Bacco sia andato soggetto allo stesso maltrattame
prima ad avventarsegli furibonda. Nè contenta di essere sola, chiamò
anche
in suo ajuto le due sorelle, Ino e Autonoe. Tutte
qualora veniva trasportata a qualche distanza dello stesso tempio(c).
Anche
in Amiclea, città della Focide, v’avea un celebre
ona, da cui pendono varj corimbi, ossia grappoli d’ellera, per cui fu
anche
detto Corimbifero(d). Il di lui volto è rubicondo
detto carro crano formate di pampini(h). Fu talora questo Nume veduto
anche
con corna di toro nella fronte, e tal’altra con t
annominata Zelotipa (d). E ben ebbero a sperimentame i tristi effetti
anche
Lamla, figlial di Nettuno (e) o di Belo o di Libi
, citato da Apollodoro (b), dice che Giunone fece perire Sida, perchè
anche
questa erasi millantata di essere più bella di le
ogia significava sacrifizio fatto a Giunone, preside delle nozze (b).
Anche
il nome di Gamelia la caratterizza tale. Sotto qu
così detta, perchè nacque da Ope (f). Le derivò il nome di Lucina, ed
anche
di Lucezia, perchè si credeva, ch’ella conferisse
n’ara allo scoperto, su cui le ceneri de’sacrifizj restavano immobili
anche
quando soffiavano furiosamente i venti (c). I Rom
llezza, e la più avvenente riportava una palma (c). Giunone dipingesi
anche
sopra un carro, tirato da Pavoni (d), uno de’qual
ngesi anche sopra un carro, tirato da Pavoni (d), uno de’quali le sta
anche
d’appresso (e). Cinge la fronte con diadema di ro
tresì ad amare perdutaniente Leuce, la più bella delle Oceanidi. Rapì
anche
quella, e la condusse nell’ Inferno. Dopochè ella
li sacrificavano nel mese di Febbrajo(h) Gli stessi Romani lo dissero
anche
Quietale, perchè nel di lui regno, ossia dopo mor
e all’ occasione di tali Giuochi(g) (25) (26). Questi si denominarono
anche
Giuochi Secolari, perchè al termine d’ ogni secol
per gelosia trasformò Menta nella predetta erba(e). Lo stesso afferma
anche
Strabone(f). A Plutone non s’immolavano che vitti
rimi tempi era una piccola corona d’alloro (e). Vi s’introdussero poi
anche
gli esercizj ginnici (f) ; e i vincitori, che pur
ci (f) ; e i vincitori, che pure si appellarono Pitonici, vennero poi
anche
regalati di certi pomi, sacri ad Apollo (g). A ta
te in Troja, dove Apollo esercitò il mestiere di muratore. Egli ajutò
anche
Alcatoo, figlio di Pelope, ad ergere un labirinto
che gli si fabbricò, fu quello di Delfo (f), per cui il Nume conseguì
anche
il nome di Delfico (g). Dicevano gli Antichi, che
dopo tre giorni. Passati questi, eglino furono trovati morti (b) (8).
Anche
Antifane d’Argo, e Androstene di Tebe, statuarj,
o lo stesso. Condotta poscia da’Sacerdoti scendeva sul Tripode, detto
anche
Cortina(d), e il quale era tutto circondato d’alb
che in quel giorno fosse nato Apollo : e quindi il Nume fu denominato
anche
Ebdomagene, cioè nato il settimo giorno (c). Ques
in Roma la celebrazione, la quale si faceva di cinque in cinque anni.
Anche
Apollo dal predetto Promontorio fu denominato Azi
nel latte, ch’era in tal giorno la mater a principale del sacrifizio.
Anche
Apollo fu detto Galasio ; ma tale denominazione g
il giorno, in cui si doveano celebrare tali Giuochi. Si determinò poi
anche
quello da Licinio Varo Pretore(b). Moltissimi alt
i sei in Patara, città della Licia, nell’ Asia Minore, donde acquistò
anche
il nome di Patareo(f). Plutarco dice d’aver vedut
me di alzare degli altari nelle strade. Alcuni di questi furono sacri
anche
ad Apollo, il quale fu perciò detto Agieo, ossia
no, detto parimenti Pean,dopochè erasi riportata qualche vittoria(g).
Anche
il nome di Alessicaco significa quello che guaris
endo per partorire, fu cangiata in quell’ animale. Per questa ragione
anche
nel tempio di Delfo vedeasi un simulacro di lupo
Carneati, i quali presiedevano a ali Feste per quattro anni continui.
Anche
i Musici vi gareggiavano. Il primo a riportarvi i
orrendo dietro ad un cervo, protestò che lo avrebbe raggiunto, quand’
anche
il corso di lui fosse stato rapido al par di quel
tonte(b). Altri a’ questi aggiunsero Eritreo, e Atteone(c). Apollo fu
anche
l’ inventore della Poesia e della Musica, e però
statua in Argo(a). Apollodoro soggiunge, che fu risparmiata la morte
anche
ad uno di que’ maschi, nominato Anfione(b) (44).
sopra i carboni accesi, senzachè i medesimi loto nuocessero(a) (53).
Anche
que d’ Argo ebbero questo Nume in grande venerazi
lupo, nemico delle greggi ; e il corvo, perchè questo Nume presiedeva
anche
agli augurj, i quali spezialmente si traevano dal
del giorno sull’altissimo monte, Cinto, nell’ Isola di Delo, donde fu
anche
denominata Cinzia. Ella veneravasi come la Dea de
el di lui castigo. Sappiamo da Omero, che questa Dea come intese, che
anche
Orione, figlio di Nettuno e di Brille(3), oltre e
giorno. Aretusa fu quindi soprannominata Alfeiade (a). Diana si disse
anche
Lisizone, Ortione, Panagea, Elafebola o Elafia, C
in ciò spezialmente ella trovava diletto (f). Come tale la onoravano
anche
i Focesi colle Feste Elafebolie, le quali consist
resistere a chi tentava di privare lui pure di vita. Quì si celebrava
anche
una festa, in cui i Romani si astenevano per qual
ichia, dove gli Ateniesi le aveano eretto un tempio, il quale serviva
anche
d’asilo a chi vi si rifugiava. Sotto questo nome
tte (h). Si soprannominò Faesfora, o Fosfòra (a), o Lucifera (b), ed
anche
Coritallia, in quanto che era invocata anch’ella
lattanti porci per la conservazione di que’ bambini. Si faceva allora
anche
un pubblico convito (c). Fu chiamata Brimo, perch
r costume intredotto da Servio Tullo, sesto re de’ Romani, si portava
anche
al medesimo tempio una moneta per chiunque moriva
orrevano a divorarli, e poi dicevano, che lo avea fatto Libitina (b).
Anche
i Stratonicesi al dire di Strabone (c) solennizza
elle tavole con pani da distribuirsi a’ poveri. Eglino furono imitati
anche
da’Romani (b). Le Caneforie non crano in uso, che
, che questi sempre si ritraevano di là aspersi di sangue, e talvolta
anche
spiravano sotto i micidiali colpi. I medesimi fan
leno stesse servissero di vittime pe’sacrifizj(a). La Dea medesima fu
anche
molto onorata sul monte Idalo, che trovasi nella
ncenso. La venerazione, che si avea per lo stesso tempio, estendevasi
anche
a’sacerdoti del medesimo. Quindi si sa, che Caton
si offerivano che incenso e fiori(a). Finalmente Venere era venetata
anche
nella città di Sesto, situata sulle rive dell’ El
bellezza(d). Dicesi, che per la medesima ragione siasi dato a Venere
anche
il none di Anosia, empia (e). Sotto il nome di Li
a più pudica di Roma(f). Venere Verticordia al tempo di Marcello ebbe
anche
un tempio fuori della porta Collina sulla strada
oi ucciso da’suoi concittadini(a). Venere sotto il predetto nome avea
anche
nel Campidoglio un tempo, dedicato da Q. Fabio Ma
chiaja, in quanto che ella fa ringiovinire in certa guisa quelli, che
anche
vecchi divengono amanti(b). Si chiamò Arginnide d
ciascheduna per la metà dell’anno (d) (12). La Dea oltre Adone favorì
anche
Selinno. Pastore d’Acaja, contrada del Peloponnes
ra gli ustelli il più caro a Venere fu la colomba. Dicesi, che la Dea
anche
si trasformasse in questo uccello. Il di lei figl
alla corsa de’cavalli, che si faceva al tempo de’Giuochi Circensi, ma
anche
perchè trovò l’arte di cavalcare(a), ovvero perch
simi arnesi, e inghirlandati di fiori. Le stesse Feste si celebravano
anche
da’Romani col nome di Giuochi Consuali. Appresso
Delfino, affinchè ne la persuadesse, e vi riuscì(c) (4). Nettuno amò
anche
Pirene, figlia d’Ebalo, o del fiume Acheloo, come
li fossero intervenuti a que’Giuochi(b). Vi furono in seguito ammessi
anche
i Romani, i quali li celebrarono con molta magnif
ne colonne, erette nella pubblica piazza. Fu loro aggiunta finalmente
anche
una somma di danaro, che da Solone si fissò a cen
, era maggiore d’ogni altro(a). Oltre le anzidette Feste Nettuno ebbe
anche
le Panionie, così dette, perchè tutte le città de
ette, perchè tutte le città della Jonia concorrevano a celebrarle(b).
Anche
il luogo, e il tempo, in cui si solennizzavano, d
Strabone e Pausania si sa aver servito d’asilo, ed esservisi ritirato
anche
Demostene, di cui vi si mostrava il sepolcro. Era
el mare da animali anfibj, cioè mezzo cavallo e mezzo pesci, chiamati
anche
Ippocampi, vale a dire cavalli, che aveano due pi
che aveano due piedi soli, e la coda di pesce(d). Comparisce Nettuno
anche
in atto di sedere sopra un mare tranquillo con du
sia nato da Corere e da Nettuno, che si trasformò in cavallo, perchè
anche
la Dea erasi cangiata in giumenta(f). V’è chi sog
uscì Minerva tutta armata(c). Per questo la medesima Dea si denominò
anche
Pallade dal verbo greco pallin, saettare ; e sott
o, la quale era alta trenta nove piedi. Il medesimo tempio chiamavasi
anche
Ecatompedon, ossia il tempio di cento piedi, perc
esa, come si trovava ; e in tale stato la convertì in ragno, il quale
anche
oggidì va tessendo una finissima tela per eternar
n nuovo tempio a Minerva sotto il nome di Ellotide. S’instituì allora
anche
una Festa, detta Ellozia, in cui i giovinetti cor
le avesse prodotto la cosa più utile alla mentovata città, la avrebbe
anche
dato il nome. Nettuno, squarciata col tridente la
portare in cestelli alcune cose inservienti a quelle sacre ceremonie.
Anche
queste finalmente venivano accompagnate da altre
in uno de’suoi sacrifizj, li trascurò, e prese a proteggere Atene(a).
Anche
in Roma conseguì grandi onori e moltissimi tempj(
coll’Egide al petto, e coll’asta alla mano. Omero ce la dà a divedere
anche
colle ali alle calcagna(e). Marte. MArte s
cima delle spoglie, che si consecravano a Marte (c). Questo Nume ebbe
anche
il nome di Quirite, Bisultore, Turio, Salisubsolo
elio, quando il Campo Marzio era inondato dal Tevere (a). Esse furono
anche
denominate Giuochi Marziali (b). Le Ancilie trass
ullo scudo con una nuda spada, che tenevano nella sinistra. Cantavano
anche
certi Inni, ne’ quali celebravano pure il nome de
iocchè la fecondità, che ha la terra nel mese di Marzo, si concedesse
anche
alle Matrone Romane. La quarta, perchè nel primo
tari (c). In tale occasione i soldati in presenza del popolo facevano
anche
la revista delle armi(3). Gli animali, soliti a s
di Marte, quando questi andava alla guerra (f). Marte prese ad amare
anche
Filonomia, figlia di Nittino, re d’ Arcadia, e de
si tratteneva con Venere (f), come quanto prima vedremo. Marte vedesi
anche
sopra un carro, titato da’due cavalli, Demo e Fob
statua del Nume, alta sessanta cinque piedi. Vulcano ebbe molti tempj
anche
in Roma. Se ne ricorda uno, fabbricato al tempo d
padre di moltissimi altri figliuoli, delle fontane, e de’ fiumi.(e).
Anche
questi furono tenuti quali Divinità, ed ebbero te
e col capo coronato di canne, delle quali ne tengono talvolta alcune
anche
in mano. Oceano poi rappresentasi sotto l’aspetto
; e divoravano gli stranieri, che cadevano nelle loro mani(d). Furono
anche
creduti figliuoli di Nettuno e d’Anfitrite(e). Eu
il Mondo : e perchè questo va sempre in giro, perciò a Giano si diede
anche
il nome di Eano dal verbo latino eo, andare (b).
ulcio, quando quello era aperto(i). Questo ultimo nome gli fu imposto
anche
per indicare, ch’ era egli quello, il quale in ce
, i quali da prima consistevano in semplici frutta della terra, e poi
anche
in oro e in argento. In quel tempo inoltre recava
assolto(b). Tali Feste da prima si denominavano Agonie, e furono poi
anche
dette Agonali e Agnali(c) : banchè sotto questo n
azioni, che si doveano fare. A Giano oltre i mentovati nomi si diede
anche
quello di Quadrifonte, e di Clavigero : il primo,
piucchè mai a dismisura usavano. Per la medesima ragione si ornavano
anche
di fiori il capo, il collo, e’l petto(a). (18).
e Medaglie comparisce velata, e appoggiata a una colonna(b). Vedevasi
anche
in atto di portare sopra un globo l’uccello, dett
nimale, se ne indoravano le corna e la fronte. Questa talora ornavasi
anche
di corone, formate dell’ albero sacro alla Divini
i dirigevano : in Estatici, i quali prima per qualche tempo, e talora
anche
per qualche anno mostravano di trovarsi fuori de’
critte, formarono il primo codice de’ Toscani Indovini(c). Tra questi
anche
Arunte poscia, ed Asila molto eccellentemente vi
e spezialmente quello di Auspici, Auguri, e Aruspici. I primi, detti
anche
Avispici, erano propriamente quelli, i quali pres
ne però col progresso del tempo svanì, e il nome di Auspici si estese
anche
a quello di Auguri(c). Questi erano tenuti in som
vano i predetti Polli, si chiamavaAuguracolo (c). Gli Aruspici furono
anche
detti Estipici dalle due voci Latine,exta, viscer
lche sentore della mania degl’ Indovini notè passare sino a noi. V’ha
anche
oggidì qualche furbo, che professa la Chiromanzia
nalo sia caduta dal Cielo quella statua(a). La medesima, come vedremo
anche
nella seconda Parte di quest’ Opera ; fu tolta a’
amici, chiamato Naute(d). Comunque ciò sia, certo è, che il Palladio
anche
da’ Romani si tenne in somma venerazione. Cecilio
(m). Declaustr. Diction. Mythol. (8). Per Buona Dea si riconosceva
anche
una Divinità misteriosa, il di cui nome non era n
a, poteva trovarvisi alcun uomo, ma perfino vi si cuoprivano con velo
anche
le pitture, che rappresentavano qualsivoglia figu
stata Clausa, ed altri Claudia Vestale(g). Dal nome di Fauno conseguì
anche
la predetta di lui moglie quello di Fauna. Ella i
chion, ove si riponevano non solo i ricchi doni, offerti agli Dei, ma
anche
le ricchezze de’ particolari(c). Cesare nel tempi
ome di Jeracobosci, nutritori degli sparvieri. Chiunque per qualsisia
anche
non voluto accidente avesse ucciso uno di quegli
lle Ninfe, che presiedevano a’ fonti e a’ fiumi(o), da’ quali presero
anche
il nome di Potamidi(p). Tra queste la più bella e
quelle si gettavano ne’ fonti ghirlande di fiori, e se ne coronavano
anche
i pozzi(d). Scaligero poi dice, che così in ispez
onte, la quale avea un tempio in Roma presso la porta Capena, per cui
anche
la stessa Porta fu detta Fontinale(e). Il nome po
ta fu detta Fontinale(e). Il nome poi di Ninfe per catacresi si diede
anche
a quelle Divinità, che presiedevano ad alcune par
erano moltissime(i). Nè solamente le Oreadi presiedevano a’ monti, ma
anche
come tale riconoscevasi il Dio Montino(l) ; e com
ticolare culto. Latte ed oglio loro si offrivano, e si sacrifica vano
anche
delle capro. Alcuni credettero, che grata altresì
(c), e ad essi si appendevano corone, voti, tavolette(d), lucerne, ed
anche
le spoglie de’ nemici(e). I viaggiatori si fermav
accenna una legge, per cui era loro reciso il capo. S’introdusse poi
anche
il costume di seppellirle vive in un sotterraneo,
olta all’anno, pure si raccolse gran quantità di versi ; e dicesi che
anche
Omero n’ abbi sparso nel suo Poema(i). Tibullo la
ll’ Asia Minore, ove rendeva i uoi Oracoli(a). La Cumea fu conosciuta
anche
sotto il nome d’Italica, perchè co’suoi presagi s
pomo quasi sull’orlo della meta. Atalanta perdette tempo nel pigliare
anche
quello : ond’è che rimase alle spalle d’Ippomene,
(b). Nat. Com. Mythol. l. 5. (6). Non operò Cerere in quella guisa
anche
con Deifonte, figlio d’Ipotoonte, sebbene dimostr
arro, lasciò Deifonte in preda del fuoco (h). (7). I Serpenti, detti
anche
Dragoni, si tennero da’ Gentili tragli animali i
li erano la Corsa, il Salto, il Disco, il Pugilato, e la Lotta, detta
anche
Palestra (c). La Corsa era di tre sorte, a piedi,
chiamata da’ Greci Ippodromia (e), sì onorevole, che intraprendevasi
anche
dalle persone di alto grado. Qualche volta si fac
cinque i predetti esercizj (g) : to che appresso i Greci esprimevasi
anche
dalla voce Pentatlo, e appresso i Romani dall’ al
ti (i), Pentatli (l), e Quinquerzioni (m). I medesimi si denominarono
anche
Atleti (n). Questi, per impedire il freddo nel mo
venienti pene contro gli Atleti, violatori delle leggi, e li facevano
anche
battere con verghe da un servo, detto perciò Mast
zione di questa gioventù si appellava Efebarca. A tale oggetto eranvi
anche
altti ministri, detti Pedotribi (e). Il Circo si
lva piena delle frutta di tutti gli alberi (h). L’Arena poi si chiamò
anche
Cavea, ossia recinto destinato a contenero le fie
e carne umana, non mai però toccarono alcuno de’ loro animali ; e che
anche
allora quando si dosiderò da Tolommeo, re d’Egitt
de in, terra morto. Per questo Arrichione fu dichiarato vincitore(d).
Anche
Astidamante, nato in Mileto, tre volte riportò il
. Obbligato ad intraprendere un viaggio, interruppe per qualche tempo
anche
siffatto esercizio. Al suo ritorno volle riprende
esta. Gli stessi suoi nemici dopo morte gli alzarono un monumento, ed
anche
gli offrirono dei sacrifizj(b). Ne’ mentovati Giu
; e di Agametore, di Mantinea(e). (11). Il nome di Parentali davasi
anche
alle Feste, ossia a’conviti, che da’ Romani ogni
gli occhi : ma questa ultima manlera di presagire il futuro si diceva
anche
Rapsodomanzia, dalle Rapsodie, ossia Poemi di Ome
rie, nutridi d’ Apollo. A questa spezie di Divinazione si può ridurre
anche
quella eseguita colle verghe, e detta Rabdomanzia
ce che il Giuramento nacque dalla Dea Eride, ossia Discordìa(b). Esso
anche
dagli Antichi si risguardò come uno de’principali
lo ; indi col porla sull’altare(c). In vece di questo se ne servirono
anche
di una pietra(d). Il giuramento appresso i Greci
e venisse sorpreso e agitato dalle Furie(e). Qualche volta era punito
anche
colla morte(f). Anche i Romani ebbero sempre un g
gitato dalle Furie(e). Qualche volta era punito anche colla morte(f).
Anche
i Romani ebbero sempre un grande rispetto pe’ giu
re dal Territorio una nuvola di Mosche. Il predetto Nume era invocato
anche
contro l’avvicinamento de’serpenti (c). (c). Jo
o tempio a Termine, e ne introdusse il culto. Il medesimo Re instituì
anche
Feste e sacrifizj in onore della stessa Divinità,
ano frutta e focacce di farina (d). In seguito gli furono sacrificati
anche
degli agnelli (e). Questo Nume si onorò poscia ne
anno per più giorni vi si celebravano a di lei onore delle Feste (i).
Anche
que’di Corinto le innalzarono un tempio (l). Fina
del medesimo tempio da C. Licinio Lucullo, il quale vi celebrò allora
anche
dei Giuochi, perchè in quel tempo sovrastava una
ra segno di sovrana potenza, a cui niuno poteva resistere. Per questo
anche
Apelle nel tempio di Diana Efesina distinse Aless
otto questa seconda forma sembra, che abbia voluto darcelo a divedere
anche
Luciano, il quale v’aggiunse essere il fulmine di
ipressi, onde temperare il cattivo odore. A tale oggetto si aspergeva
anche
il corpo, che doveasi dare alle fiamme, di varj f
, se era stato guerriero. Innoltre gli animali a lui cari, e talvolta
anche
degli schiavi vi si aggiungevano. I parenti altre
pt. Ling. (a). Thom. Dempst. Antiq. Rom. l. 1. (26). Panteon era
anche
il nome delle Statue, che riunivano in se gli att
. I Sabini sotto il nome di Filio riconoscevano Ercole (e). Questi fu
anche
detto Sanco o Sango (f) o Sancto (g) o Semipadre
l’uccisione d’un ospite era il più orrendo misfatto (e). L’ospitalità
anche
in Roma durante la solennità de’Lettisterni eserc
offrire un sacrifizio al Nume, mescolarono tralle carni delle vittime
anche
quelle d’un giovine, persuasi, che Giove soltanto
nerì tutti gli autori di quel delitto. (30). Tra’Cercopi sono famosi
anche
i due fratelli, Achemone o Acmone, e Passalo. La
le dicesi essere stato il primo padre degli Dei (b). Questi si chiamò
anche
Demogorgone, ossia Dio della terra, ovvero sapien
Prometia, ossia di Prometeo (b). Le predette Feste furono consecrate
anche
a Vulcano e a Minerva, perchè il primo permezzo d
a quel Nume, la nascose in una grotta della Sicilia. Giove vi penetrò
anche
colà sotto la figura di serpente, e la rendette m
sul monte Liceo, nel recinto, sacro a Giove. Arcade osò d’inseguirla
anche
colà ; e il Nume cangiò lui pure in orso (a). Se
. La Costellazione, in cui venne convertito Arcade, secondo alcuni fu
anche
detta Boote (b). (34). Giove ebbe le Ore da Temi
o era stata da Giunone trasferita in Cielo (a). La medesima si chiamò
anche
Orta dal verbo latino hortor, esortare, perchè er
he illustre azione (c). (35). Riguardo ai due fratelli Palici, detti
anche
Palisci, e i quali si chiamavano Ate e Cario, nar
este Divinità era tenuto in grandissima venerazione (d). Esso serviva
anche
d’asilo agli schiavi, oppressi da’loro padroni, i
o, secondo Cicerone erano gli Dei Grandi della Samotracia (b). Furono
anche
soprannominati Dioscori, perchè nacquero da Giove
urj. Se volava a destra, era di buon presagio. Si prediceva il futuro
anche
dal modo, con cui lo stesso predava. Se i Princip
si cangiò per rapire Proserpina. (7). Le Ambarvali si solennizzavano
anche
in orrore di’ Bacco prima delle vendemmie(f). (h
ssero abitate da’ Satiri(b). Sotto il nome di Satiri si riconoscevano
anche
certi Spiriti, i quali prendevano la figura umana
articolarmente que’ d’Enotria. Fino da’primi tempi di Roma Fauno ebbe
anche
sul monte Celio un tempio rotondo e circondato da
. Ritornando a Fauno, notiamo, che Servio lo confonde con Silvano(c).
Anche
questi da’ Romani fu venerato qual Nume campestre
Romani gli eressero un tempio lungo le rive del mare ; e si denominò
anche
Dendroforo, perchè i di lui altari si ornavano di
nti sotto il nome di Silvani riconoscevano certi altri Spiriti, detti
anche
Incubi, i quali solevano entrare di notte nelle c
atto il Licnoforo. Notiamo innoltre, che le mistiche Ceste si usavano
anche
nella celebrazione delle Feste, sacre a molte alt
no loro communi. Dicesi finalmente, che le mistiche Ceste erano sacre
anche
a Proserpina perchè era figlia di Cerere, o perch
no varie figure di queste Tense, le quali si sa, ch’erano molto usate
anche
da’ Romani nelle loro sacre pompe(a). (c). Meur
t. Diction. Univ. (14). Intorno al tirso furono alcune volte veduti
anche
dei serpenti. Il medesimo, come sacro stromento,
ssere andata cercando col cane il morto suo padre (f). Si fece allora
anche
la Festa E ora, ossia sospensione, peschè gli Ate
ravi un’aquila (f). Il Meursio osserva, che tale uccello soleva darsi
anche
agli Eroi, quale da prima erasi considerato Bacco
e disegnò lo scempio. Lo ferì nel petto ; nè fu sazia d’un solo colpo
anche
Filomela, la quale dopo d’avergli squarciata la g
ofman. Lex. Univ. (b). De Nupt. Philol. l. 2. (14). Populonia era
anche
un’altra Divinità, cui si offerivano sacrifizj pe
o e Menalio (d). Nè solamente veneravasi da’ pastori e cacciatori, ma
anche
da’ pescatori risguardavasi come il loro Nume, pe
ndavano quà e là scherzando gli uni cogli altri (b). S’introdusse poi
anche
il costume di spogliarsi delle vesti per ricordar
o gregge (c). Vuolsi, che Romolo offerisse al tempo di tali Solennità
anche
un sacrifizio di cani, come animali grati al Dio
o le anzidette Feste non erano più in uso, avendole rinovate, v’abbia
anche
aggiunto un terzo Collegio, che dal nome di lui f
toccavano l’acqua e il fuoco ivi preparati, e con quell’acqua soleano
anche
lavarsi i piedi. Finalmente certe donne di sperim
que propriamente fosse un sacrifizio di cento buoi, tuttavia prendesi
anche
pel sacrifizio di molti animali di qualsisia gene
infolepti (c). L’antro poi era denominato Sfragidìo, e quindi da esso
anche
le predette Ninfe vennero appellate Sfragididi (d
dal seno della madre nella maniera la più naturale (e). Antevorta fu
anche
detta Prosa ; ed ella sapeva alttesì il passato,
di esistere (c) Valerio Flacco poi fa, che Itide fosse ambasciatrice
anche
di Giove (d). (c). Aeneid. l. 1. (d). Hom. I
inato al soggiorno di tutte le anime. Dal che s’inferisce, che l’uomo
anche
tra le più dense tenebro del Paganesimo conservò
ssia ire degli Dei nel Cielo(g). Le Furie poi da’ Greci si chiamarono
anche
Erinnie(h) da erinnyin, adirarsi (i). Ovidio le d
di somma integrità potevano assistervi(a). Le Furie ebbero un tempio
anche
nella decima quarta Regione di Roma al di là del
te tutte queste cose, siasi data la morte(h). Bellerofonte poi voleva
anche
ascendere col mezzo di Pegaso perfino in Cielo ;
to, e Dino(d). Melante v’aggiunse Ieno(e). Queste si soprannominarono
anche
Gree, ossia canute, perchè nacquero co’ capelli d
ci de’ malvagi, simili all’ Eumenidi(b). Ebbero tempj presso i Greci.
Anche
Sparta ne avea loro eretto uno. Non altrimenti fe
i, ch’eranvi rinchiusi(d). Sotto il nome poi di Mani si riconoscevano
anche
le ombre de’ morti(e). E quì si osservi col dotto
in quelle de’ buoni, e in quelle de’ cattivi. Le prime si appellavano
anche
Lari, de’ quali parleremo ; le secondo in pena de
stesso mese presero altresì la denominazione le Feste Februali, dette
anche
Ferali, instituite per onorare le medesime Deità.
e e degli altri Numi Infernali(d). In quell’ occasione si sacrificava
anche
alla Dea Muta. Una vecchia maga in mezzo a molte
do al di sopra della sua testa delle fave nere, delle quali ne teneva
anche
in bocca, e ripetendo nove volte certe parole sen
ssun oggetto era capace di piacergli. Lo vide tendere a’cervi le reti
anche
la Ninfa Eco, figlia dell’ Etore e della Terra. E
. Plutarco dice, che un’avventura simile a quella di Narcisso accadde
anche
ad un certo Eutelida. Questi pure la prima volta,
ll’ erba sogliono ciharsene i Mani(c). (16). Il Flegetonte, chiamato
anche
Piriflegetonte, era un fiume immaginario. Il suo
stava, che le anime fossero vissute bene. Conveniva che fossero state
anche
purificate ; altrimenti venivano trasferite nell’
re girando, nè lasciavagli un momento di riposo(b). Le Danaidi, dette
anche
Belidi dal loro avolo, Belo, erano cinquanta. Dan
Ercina, la quale teneva colle mani un’oca (a). Dalla predetta giovine
anche
Cerere fu soprannominata Ercinna, ed ebbe Feste,
Pluto era creduto il Dio delle ricchezze, ma come tali si veneravano
anche
Pecunia, Esculano, e Argentino. La prima invocava
Trofonio. Ivi morì di fame, dando oracoli. Si continuò a consultarlo
anche
dopo morte nello stesso luogo. Chi ciò faceva, er
discendeva nello stesso antro, non mai poscia rideva(b). Trofonio fu
anche
denominato Giove Trofonio(c). Finalmente a lui fu
vate per decreto del Senato. Il nome di questa Dea fu dato da’ Romani
anche
ad una porta della loro città, e a certe Feste, d
raccolta, ch’erano per fare. Avvenne, che insieme co’pesci raccolsero
anche
un tripode d’oro. Nacque contesa tra’pescatori e
ianura, bagnata dal fiume Asopo : donde que’ Deputati si denominarono
anche
Pilegori. Colà primieramente facevano un sacrifiz
far mostra della loro destrezza e agilità. In quel dì si purificavano
anche
le greggi col fumo di solfo, d’alloro, e d’ulivo(
d’alloro, e d’ulivo(a). Queste Feste al dire di Suetonio si facevano
anche
per ricordare, che in que’giorni Romolo aveva get
(b). Potter. Archacol. Graec. l. 2. (25). Le Targelie erano sacre
anche
alle Ore, e secondo altri a Diana pure(c). (c).
immortalità ; ma essendosi dimenticata di chiedero nello stesso tempo
anche
il privilegio, ch’egli non mai invecchiasse, ne a
, trovandosi in Italia, fece esperimentare gli effetti del suo sdegno
anche
a Pico, antico re del Lazio, figlio di Saturno, e
Cicerone era adorata nell’ Isola di Eca(b). Dicesi ch’ella sia stata
anche
detta Marica, e che sotto tal nome la venerassero
terza Musa fu l’invontrice della Geometria e Agricoltura, e presiede
anche
alla Commedia. E’ coronata d’edera, con una masch
, stringe una lira nella destra, e tratta colla sinistra un archetto.
Anche
appresso di lei vedesi Amore con una fiaccola acc
a nato Jalemo, inventore del canto lugubre(i). Le Muse si chiamarono
anche
Eliconiadi, Parnassidi. e Pieridi da’monti, ove d
al basso, che finì ben tosto di vivere(b). Il Parnasso divenne famoso
anche
perchè sulle vette del medesimo si ritirarono Deu
ini quello di Caballino, ossia fonte del Cavallo (g). Secondo i Poeti
anche
chi bevea a questa sorgente, formava degli eccell
i si diede la morte(d). D’un amore simile a quello di Canace arse pur
anche
Bibli, figlia di Mileto e della Ninfa Gianea, per
iuscì anch’egli eccellentemente nell’arte di suo padre, e la comunicò
anche
al figlio, Tamiride. Questi divenne così peritiss
aec. l. 4. (b). Theog. v. 371. (1). Tralle seguaci di Diana fuvi
anche
Polime figlia di Filante. Mercurio la vide a danz
ta Deità, la quale presiedeva a ciò, che dava la vita, presiedeva poi
anche
a ciò, che accompagna la motte ; ovvero perchè in
’Romani. Le donne però non vollero mai ubbidire a tale proibizione, e
anche
colle unghie si deturpavano il volto. Innoltre si
oneva per Caronte la moneta, di cui abbiamo parlato. I Greci ponevano
anche
alla porta del defonto un vaso d’acqua, affinchè
re del Sole. Il morto portavasi sul feretro da’più stretti parenti, e
anche
da’personaggi i più illustri della città, se era
ico, attorniato da un fascio di verghe. Oltre i fasci vi si portavano
anche
le Insegne de’Magistrati, che quegli avea ottenut
surnevano vesti lugubri, dette abiti atrati (f). Vestivano alle volte
anche
il Ricinio, abito corto, mezza parte del quale ge
ndeva per alquanti gradini, e ogni celetta avea la sua porta. Furonvi
anche
aggiunte colonne e statue, che ornavano i sepolcr
itre di lana, dette tenie. Il funerale terminava coll’Epule, chiamate
anche
Silicernj. Questi erano banchetti, i quali consis
nticchia, sale, focacce, e carni, riposte sul sepolcro(b), e chiamate
anche
cibi ferali. Credevasi, che le anime in quel temp
va molto delle loro virtû. Gli Ateniesi non solo lodavano i buoni, ma
anche
i malvagi. Le vesti alle cene funebri erano bianc
e se ne vedeva pure una, eretta da Lieurgo al Dio Riso. A questo Nume
anche
la Tessaglia offeriva ogni anno dei sacrifizj (a)
la Dea Strenua, la quale rendeva attivi i pigri (c). A questa davasi
anche
il nome di Agenoria o Agenora dal verbo latino ag
agli Ornj, popoli della Grocia, vicini a Corinto, da’quali egli preso
anche
il soprannome di Orneate (b). Anche le giovani di
ni a Corinto, da’quali egli preso anche il soprannome di Orneate (b).
Anche
le giovani di Colofone, città della Jonia, celebr
orchè lungo le rive del mare celebravano i Misterj di Cerere, a’quali
anche
l’oggetto da lui amato doveva intervenire. Avvenn
le a Talassio, giovine adorno non meno di valore, che di altre virtù.
Anche
quel matrimonio riuscì felicissimo ; e però come
e per la loro bellezza moritarono di essere denominate le Grazie (g).
Anche
Suadela fu da alcuni annoverata tralle medesime (
lungo le rive del Cefiso, fiume della Beozia, per cui si denominarono
anche
le Dee del Cefiso. Alle medesime si celebravano l
erano risguardate come le Dee della riconoscenza. Ciò veniva espresso
anche
dalla maniera di rappresentarle. Comparivano giov
iche capace di eseguire tutte quelle ardue imprese ; ma avendo dovuto
anche
discendere nell’Inferno per raccorre in un vaso p
mone, re di Salamina, il più caro de’suoi seguaci, e fece prigioniero
anche
Podarce, figlio di Laomedonte. Esione ricercò di
austre Diction. Mythol. (b). Paus. in Corinth. (3). Anfitrite fu
anche
detta Venilia e Salacia, i quali due nomi esprime
ene per tale fatto versò tante lagrime, che fu convertita in fontana.
Anche
questa divenne sacra alle Muse. Il cavallo Pegaso
ttuno (a). V’è chi lo confonde cori Vertunno, Dio de’giardini, perchè
anche
questi prese diverse figure per conciliarsi l’aff
di rendere colei sensibile a’di lui amorosi eccitamenti, si trasformò
anche
in vecchia, entrò negli orti di lei, fece mostra
di cane, e col rimanente del corpo, simile a quello de’serpenti (d).
Anche
Omero le diede dodici piedi e sei teste, ciascuna
he ambedue si tennero come Divinità marine ; che a Melicerta si diede
anche
il nome di Portuno ; e ch’egli si dipinse con una
o di mettervi piede, ne restava tosto dal Nume severamente purito(a).
Anche
in Roma aveva un tempio vicino al ponte Emilio, i
o fosse figlio d’Astreo e d’Aurora(a). Euro poi da’ Latini si appellò
anche
Vulturno(b). Altri però soggiungono, che questo è
Altri però soggiungono, che questo è diverso da quello, e ch’esso fu
anche
detto Euronoto, perchè spira tra l’Euro e’l Noto(
hè non nuocesse. Ella aveva un tempio nella prima Regione di Roma(c).
Anche
Panda o Pantica fu da’ Romani tenuta in somma ven
gioventù si accinse a far argine a tanta rovina. Comparve tra quelli
anche
Atalanta, figlia di Jasio, o Scheneo, re degli Ar
). Cantel. de Rom. Rep. (e). Potter. Archaeol. Graec. l. 2. (6).
Anche
altre Dee si videro ricoperte del Peplo. Esso d’o
o stesso ornamento(g). Questo medesimo Poeta vuole che il Peplo fosse
anche
proprio degli Dei. (a). Potter. Archaeol. Graec
ec. l. 2. (7). Gli Ateniesi solevano descrivere nel Peplo di Minerva
anche
i nomi de’ benemeriti della Repubblica(h). (b).
la Festa Arreforia, di cui abbiamo parlato, e la quale perciò diceasi
anche
Erseforia d. (d). Athenag. in Apolog. (a). P
di Minerva (b). Egli, come riferisce lo Scoliaste di Apollonio, ebbe
anche
un figlio, di nome Falero, che fu uno degli Argon
quella di una spada(a). Dal nome poi di Quirite, attribuito a Marte,
anche
Romolo, di lui figliuolo, si chiamò Quirino. Altr
ebbe la stessa denominazione. Finalmente Quirinali si appellarono pur
anche
le Feste e i sacrifizj, che ogni anno si celebrav
icare i rei e tutto ciò, che riputavasi immondo. Essa poi venne usata
anche
in molte altre circostanze. Il timore di qualche
). Varr. de L. L. l. 5., Tit. Liv. l. 27. (3). I Romani celebravano
anche
un’ altra Festa, denominata Tubilustrio, per puri
nato per dare udienza a coloro, che non voleva ammettere in città(e).
Anche
Bellona aveva i suoi Sacerdoti. Questi si chiamav
innocenza ; l’altra Ibreos, ossia sedile della reità (a). Ivi usavasi
anche
la Clepsidra, ossia l’orologio d’acqua, per misur
Paus. l. 1., Apollod. l. 3. (7). La morte di Allirrozio si racconta
anche
in altro modo. Dicesi ch’ egli erasi proposto di
t. Rom. c. 21. (8). Il picchio era singolarmente venerato da’ Romani
anche
perchè un uccello di questa spezie portò un giorn
Calep. Sept. Ling. (1). Come Numi, presidi al fuoco, si veneravano
anche
Laterano, e Fornace. L’uno presiedeva a’ focolari
ler fare anch’essa un dono alla novella sposa, e le diede un abito ed
anche
un cinto spalmati di magici succhi, che divamparo
altri la chiamano Creusa, morì carbonizzata, e l’incendio si comunicò
anche
alla reggia. Nè solo di questa atroce vendetta fu
solo di questa atroce vendetta fu paga la furibonda Medea, ma uccise
anche
i figli, potendo più in lei l’odio contro Giasone
, nessuno dei moderni vorrà credere che non ve ne fossero state altre
anche
avanti. Si può bene ammettere che fosse la prima
ta a nuoto ; e sappiamo dalla Storia della scoperta dell’America, che
anche
i selvaggi di quella parte del mondo adopravano p
ntemente tragediabile, per dirlo col vocabolo usato dall’Alfieri ; ed
anche
nel secolo di Augusto sembra che si recitassero f
er mille ; e quasi nessun poeta tralascia di accennarlo, e tra questi
anche
Dante. Dicono che Anfione col suon della cetra e
nferno. Oltre i massi e le quercie egli traevasi dietro ad ascoltarlo
anche
le tigri e i leoni : il che, secondo Orazio, sign
ferina 82. Ma questi e simili prodigii furon dai Mitologi attribuiti
anche
ad altri civilizzatori dei popoli83 : di Orfeo so
soltanto e non d’altri è propria la gloria di avere operato prodigii
anche
nel regno delle Ombre, ove discese essendo egli i
ando giù per le balze del Rodope cadde nel sottoposto fiume Ebro ; ed
anche
così com’era spiccato dal busto e trasportato dal
nti a strangolarlo ; ma il fanciullo, che, per quanto dicono i poeti,
anche
in culla era degno di Giove, strangolò loro. Ques
di Giove, strangolò loro. Questo fatto divenne tanto famigerato, che
anche
i pittori, e principalmente gli scultori si dilet
ografia lo dissero Hercules che noi traduciamo per Ercole. Chiamavasi
anche
Alcide, o dall’avo suo Alceo, come asserisce Erod
raddoppiarsi all’Idra tutte le teste che egli tagliava. Adoprò allora
anche
il fuoco per ristagnare il sangue che sgorgando d
e di essa tinse le sue freccie che divennero in appresso tanto famose
anche
nei poetici racconti della guerra di Troia. Il Ca
rasformato nel segno del Zodiaco di tal nome e fregiato di 85 stelle.
Anche
l’Idra fu trasportata nel firmamento, e dagli Ast
tre un mirabile distintivo, cioè le corna d’oro, ed alcuni aggiungono
anche
i piedi di bronzo, Euristeo voleva possederla viv
rritorio, ed esse fuggirono in Tracia a tormentar Fineo ; discacciate
anche
di là da Calai e Zete si fermarono nelle Isole St
orsi tra le favole : non ostante era creduta non solo anticamente, ma
anche
dopo la scoperta dell’America, e fu dato il nome
I tiranni non son mai mancati in qualsivoglia regione del mondo :
anche
Dante diceva, « Che le terre d’Italia tutte pie
che dava Ercole ai naviganti, di non avanzarsi nell’Oceano Atlantico.
Anche
Dante rammenta quello stretto con una perifrasi e
egli da Euristeo, compì Ercole di proprio moto e di spontanea volontà
anche
altre imprese non meno importanti e celebri, nel
logi gli attribuiscono molte altre mogli da lui sposate in Grecia, ed
anche
una in Italia, e questa dicono che fu la figlia d
egio che avea di trasformarsi in toro e in serpente. Infatti combattè
anche
sotto queste due forme, oltre che in quella di Nu
e. Polluce, per ultimo e impareggiabil tratto di amor fraterno, volle
anche
comunicare la propria immortalità all’estinto fra
eno che due di prima grandezza, le quali perciò si scorgono benissimo
anche
ad occhio nudo. Queste furono e son chiamate Cast
e antenne e degli alberi dei bastimenti dopo la tempesta. Le rammenta
anche
il Redi nel suo Ditirambo Bacco in Toscana : « A
avanti l’era volgare. Come re e legislatore dei Cretesi è rammentato
anche
da Cicerone nelle Tusculane e nei libri della Rep
toro101. Di più fu detto che questo mostro era carnivoro e pascevasi
anche
di carne umana. Minosse per allontanarlo dalla vi
vo che significa mirabilmente ingegnoso 103, e diedero questo epiteto
anche
ad alcune Divinità, non che alle più straordinari
nche ad alcune Divinità, non che alle più straordinarie opere d’arte.
Anche
l’Ariosto chiamò Dedalo Architetto chi costruì il
, mi fece « Ardere a tal che l’avea per figliuolo. » Dante rammenta
anche
il volo d’Icaro là dove assomiglia la sua paura a
questa impresa, frequentemente necessaria a quei tempi, è attribuita
anche
ad altri Eroi, tra i quali ai gemelli Castore e P
Atene. L’invenzione del filo di Arianna divenne tanto famigerata, che
anche
nelle lingue moderne vi si allude metaforicamente
del ragionamento e simili. Del Minotauro e del filo di Arianna parla
anche
Dante nell’Inferno, ove afferma che egli trovò il
iù fidi amici dell’antichità. Senza citare i poeti, dirò soltanto che
anche
Cicerone rammenta Teseo come esempio di vera amic
e eran nati dalle Nuvole ; e per quanto sia strana questa invenzione,
anche
Dante la riporta nella Divina Commedia, e trova i
chia così terribile e sanguinosa, che quasi tutti i poeti (tra questi
anche
Dante come abbiam veduto) o la descrivono o almen
ndo qual’anima si svelle « Del sangue più che sua colpa sortille. »
Anche
nelle Belle Arti furono rappresentati i Centuari
uesto il soggetto della celebre tragedia di Racine, intitolata Fedra.
Anche
Teseo finì miseramente i suoi giorni ; in lui già
parte la risposta dell’Oracolo. E fin qui i fatti narrati potrebbero
anche
ammettersi come istorici ; ma quanto all’avverars
di Adrasto re degli Argiesi ne sposò la figlia Argia, e così impegnò
anche
di più quel re, divenuto suo suocero, ad aiutarlo
molecole dei loro corpi. E di questo mitologico prodigio fa menzione
anche
Dante là dove parlando della duplice fiamma che r
ndo salvarla dalla crudeltà di suo padre, si uccise per disperazione.
Anche
Ismene volle subire la stessa sorte della sorella
ilatate falde, « Come di neve in alpe senza vento ; » e aggiunge che
anche
laggiù quell’anima dannata sfidava il supremo dei
sere stato causa della morte di Anfiarao e di Erifile, riuscì funesto
anche
al figlio Alcmeone che ne fu l’erede. Ne fece egl
e : devastazioni e stragi non ne mancarono ; e v’è chi afferma che fu
anche
saccheggiata la città di Tebe e che Tersandro fig
gici e delle antiche plebi ; ed alcuni non hanno cessato di comparire
anche
sui moderni teatri francesi ed italiani. Basterà
oso colla frode e col tradimento. Promettendo qualunque premio (fosse
anche
la metà del regno) a Mìrtilo cocchiere diEnomao,
aventevole pestilenza in quell’isola, che morirono tutti i sudditi ed
anche
la regina, e vi rimase soltanto il giovinetto Eac
na conferma che sia ora finalmente accertata non solo l’esistenza, ma
anche
la precisa ubicazione della famosa città di Troia
sublimi pœti, non era il solo nè il primo che essa ebbe ; e si trova
anche
chiamata Dardania, Teucria, Ilio e Pergamo. Anche
a ebbe ; e si trova anche chiamata Dardania, Teucria, Ilio e Pergamo.
Anche
Dante in una stessa terzina la chiama Troia ed Il
Ilïòn fu combusto. » Ed inoltre ripete ambedue questi stessi termini
anche
in una terzina del C. xii del Purgatorio, dicendo
ove e di Elettra una delle 7 figlie di Atlante. In tutto ciò concorda
anche
Virgilio, che spesse volte rammenta Dardano come
ed Ettore ed Enea, « Cesare armato con gli occhi grifagni ; » poichè
anche
Giulio Cesare dittatore discendeva dai Troiani, e
; e da questo re si fa derivare il nome di Teucria dato alla città ed
anche
al territorio Troiano : tutti gli altri re per al
ti danno questo nome ad Eretteo re di Atene che fu figlio di Vulcano.
Anche
Omero, come abbiam veduto, lo dice soltanto il pi
ella città e i cittadini126, e per Troia il fabbricato della città ed
anche
il territorio. Questa distinzione che riconoscesi
to soltanto alla parte più alta e più fortificata della città, ov’era
anche
il palazzo del re127 ; poichè nell’antico linguag
a notarsi non solo Ilo che fu re di Troia dopo la morte del padre, ma
anche
Assàraco e Ganimede. « Assàraco ebbe Capi e Capi
della Dea Ebe. Di Ganimede hanno fatto parola quasi tutti i pœti ; ed
anche
nella prosa del volgo il nome di Ganimede è usato
indicare un giovane azzimato e lezioso. Dagli Antichi per altro ebbe
anche
l’onore di esser posto nella Costellazione detta
andarono una inondazione ed una pestilenza nella Troade. Così accadde
anche
allora, come avvien quasi sempre, che son puniti
are la moglie e i tesori : a quel che pare, si sarebbe poi contentato
anche
dei tesori soltanto, perchè vide bene che la mogl
igenía, e la immolò difatti, secondo che scrivono i più, e tra questi
anche
Dante, che rammentando nel Canto v del Paradiso q
rispondenza col nemico, sotterrati a bella posta nella tenda di esso.
Anche
Virgilio nel libro ii dell’Eneide parla di Palame
si estende, secondo i computi degli eruditi, tutt’al più a 51 giorno.
Anche
chi non abbia prima d’ora letto l’Iliade, potrà,
me bestie da soma. Finchè durò il Paganesimo, tutti i popoli antichi,
anche
i più civili, e gli stessi Romani, consideravano
ti furo gli estremi onor renduti « Al domatore di cavalli Ettorre. »
Anche
Ugo Foscolo termina il suo celebre Carme sui Sepo
va bene che di Achille esisteva un figlio nato da Deidamia, e vivente
anche
allora alla corte dell’avo suo Licomede in Sciro
ati. L’episodio di Laocoonte fu reso celebre non solo da Virgilio, ma
anche
dalla greca scultura. Laocoonte sacerdote di Apol
spaventevoli serpenti che li cingono con le loro spire. Può vedersene
anche
una copia in marmo (fatta da Baccio Bandinelli) n
legno, oltre al farne la più eloquente narrazione Virgilio, ne parla
anche
Dante, che mette Sinone nell’Inferno tra i fraudo
cavallo pieno d’armi e d’armati dal campo greco fin dentro Troia, ed
anche
nell’alto della rôcca ; il qual racconto è da far
imento. Tal ne corse la fama che fu accolta come nunziatrice del vero
anche
da celebri scrittori, e tra questi dall’Alighieri
o alle argive schiere e trasportarsi in Italia, ove fondò Padova. Che
anche
Dante avesse di lui questa opinione lo dimostrò c
iprenderla per moglie al suo ritorno in Grecia, come difatti avvenne.
Anche
di Enea fu detto da qualche scrittore di minor co
artisti antichi e i moderni a rappresentarle in tele e in marmi ; ed
anche
il vivente scultore Pio Fedi col suo mirabil grup
abil vendetta. Le prede non eran soltanto di schiavi e di schiave, ma
anche
di ricchi tesori che i Greci non avevan dimentica
e al padre era sempre un imminente pericolo pel figlio dell’uccisore.
Anche
questo tragico fatto fu espresso in marmo dal cel
giore l’ira sua e il desiderio di vendetta. Aiace stesso Oilèo (detto
anche
il minore Aiace per distinguerlo dall’altro Aiace
parte del suo regno, ed ivi fondò la città di Arpi, e, secondo altri,
anche
Siponto, presso il monte Gargano. Egli era ancor
la guerra con quella nazione era stata dannosa agli stessi vincitori.
Anche
Filottete invece di tornare nella sua patria venn
da farne le maraviglie, quando sappiamo che Ulisse, come gli fa dire
anche
Dante, stette con Circe più d’un anno là presso G
maga Circe, presso il promontorio Circello, là sovra Gaeta, come dice
anche
Dante, tornò indietro e passò davanti all’isola d
tti gli eccessi di Achille dipendevano dall’impeto degli affetti, che
anche
nei tribunali umani sono una causa attenuante che
e : ond’io lasciai la cima « Cadere, e stetti come l’uom che teme. »
Anche
l’Ariosto ha fatto cangiare Astolfo in mirto dall
e XLVIII, ed accennammo che oltre gli antichi poeti ne avevan parlato
anche
Dante e l’Ariosto. Virgilio racconta che i Troian
di Virgilio, poichè oltre i poeti Properzio, Silio Italico e Stazio,
anche
i geografi Solino e Mèla confermano la stessa ori
ano Gaeta, e nello stesso modo l’aggettivo Caietanus divenne Gaetano.
Anche
Dante ripete che alla città di Gaeta fu dato ques
aviglioso mitologico ; e lo stesso Tito Livio (come abbiamo osservato
anche
altrove), nel narrare certi fatti poco o nulla cr
pur anco le cause di certi usi od abusi od errori dei popoli pagani,
anche
nei tempi istorici, finchè durò il culto dei loro
ll’India e nella Persia, da tempo immemorabile, e si mantiene tuttora
anche
fra i Chinesi e i Musulmani. Gli Ebrei ne apprese
egli il primo a far questa distinzione, e che non solo i filosofi, ma
anche
gli antichi romani separarono la religione dalla
e di nuovo percuotendoli, ritornò maschio. Questa favola fu riferita
anche
dall’Alighieri nel Canto xx dell’Inferno, ove Vir
arono a cercar nuove terre ed una nuova patria. Credevasi inoltre che
anche
dopo la morte egli avesse conservato lo spirito p
suoi futuri destini. Ebbe Tiresia una figlia chiamata Manto, indovina
anche
essa, che esercitò, finchè visse, l’arti paterne,
ievi « Si perdea la sentenzia di Sibilla. » (Parad., xxxiii, v. 65).
Anche
gli scrittori ecclesiastici che composero polemic
la vita di lui 163. Quindi è che le immagini delle Sibille si trovano
anche
nelle Chiese, come per es. nel Duomo di Siena si
lignare queste imposture, ma spesso le favorivano, le sanzionavano ed
anche
se ne impadronivano per servirsene a modo loro a
rsene a modo loro a dirigere o contenere il mobile volgo. Ecco perchè
anche
i poeti, amanti sempre e fautori del maraviglioso
asserito con sicurezza che questo nome di Tomi lo aveva il territorio
anche
prima che vi fosse fabbricata la città : « Sed v
posto in pratica più volte per alcuni principi e potenti della Terra.
Anche
nel 1600 fu tentata dai medici francesi la trasfu
e la responsabilità dei mezzi. Anzi nel 1668 fu proibita e condannata
anche
per legge. Non ostante si asserisce da alcuni aut
di una bestia nelle vene dell’ uomo o della donna non è proibita ; ed
anche
in Italia, e precisamente in Napoli, fu eseguita
Scienze e Lettere in Milano, pubblicò tra gli altri temi di concorso
anche
il seguente Tema per l’anno 1875 : La trasfusione
lib. vi delle Metamorfosi fa dire a Niobe, tra le altre millanterie,
anche
queste : « Me gentes metuunt Phrygiæ, me regia C
esto fatto mitologico che credevasi accaduto in tempi storici parlano
anche
Erodoto e Cicerone, non che i poeti : tra i quali
non è veramente altro che il pianeta di Venere. Infatti, troviamo che
anche
Cicerone nel lib. ii De Nat. Deor. lasciò scritto
secus ac notas, auditorem rapit ; » (De Arte poet., v. 146…..) V’era
anche
un altro proverbio in latino : ab ovo usque ad ma
12ª.) 99. Questo fenomeno elettrico è chiamato il fuoco di S. Elmo
anche
in fisica e meteorologia ; e si manifesta non sol
chiesa era illuminato da luce fosforescente, e non la sola punta, ma
anche
l’ asta ed una parte della catena. Salla punta de
e. 105. Lo stesso nome greco di questo giovinetto (Perdix) fu dato
anche
in latino alla pernice, come noi chiamiamo questo
diedero motivo alla trasformazione del giovinetto Perdice in pernice,
anche
le seguenti : « …… nomen quod et ante remansit.
i giovani studiosi, che sebbene anticamente fosse creduta tale, e sia
anche
proclamata dalla legge Mosaica, fu poi riconosciu
. » — (Cic., De Off. i, 10.) Dante applica questa stessa distinzione
anche
ai voti imprudenti, e fa così dire a Beatrice nel
s a magno demissum nomen Julo. » (Virg., Æneid. i, v. 286…..) 126.
Anche
nella lingua latina vi sono i due vocaboli Urbs e
a propriamente il materiale della città, ed il secondo i cittadini ed
anche
il diritto di cittadinanza ; come pure dei due ap
ificazione più estesa, riferibile non solo alle relazioni interne, ma
anche
alle esterne colle altre nazioni, mentre il secon
fensa fuissent. » (Virg., Æneid., ii, v. 291…..) 128. Così diceva
anche
Orazio : « Quidquid delirant reges, plectuntur A
ri nell’atto iv del suo Oreste, e produce sempre grandissimo effetto.
Anche
Dante alluse a questo fatto, concissimamente com’
sono Oreste, come un esempio sublime di amor del prossimo, conosciuto
anche
dai Pagani. 138. Perciò nella famosa ambigua r
me un Indigete Dio, e perciò non gli furono resi onori divini. 142.
Anche
nel Canto xxvii del Paradiso conferma l’opinione
ce me contro me giusto. » 145. I poeti ci hanno conservato il nome
anche
di due altre Arpie, che eran chiamate Occìpete e
s undas « Imprecor, arma armis : pugnent ipsique nepotes. » 150.
Anche
Dantenel Canto xix del Paradiso rammenta Anchise
a pupilla, l’occhio infine, vuole la sua gran parte nell’osservazione
anche
morale di un obbietto qualunque ; e l’intelligenz
on solo il fatto nella sua forma primitiva e tradizionale, ma avranno
anche
agio di internarsi nelle più peregrine bellezze l
, nell’animo del lettore. É, al certo, altamente utile ed importante,
anche
sotto l’aspetto letterario, quell’opera scientifi
cerimonie proprie del culto individuale di ogni deità degli antichi ;
anche
nelle turpi ed infami lascivie che componevano tu
ri esempii, i quali tutti verrebbero in appoggio delle nostre parole.
Anche
a traverso le folte e tristi nebble dell’eresie,
ver sostituito un libro, alla spada che brandiva il Dio della Guerra.
Anche
più presso a noi, e propriamente nella città di M
ragione condanna, forse, simili fantasticherie ; ma, noi lo ripetiamo
anche
una volta, nella citazione dei fatti, non discuti
fissato nell’Olimpo. Fino a queste configurazioni, diremo ser plici,
anche
sotto la forma allegorica, l’in elligenza dei mit
Fondo di un mito può essere un’idea, una credenza, un sentimento, ed
anche
un concetto della mente : può essere un fatto, un
i soggetti del quale sono gli attori, le figure staccate e visibili,
anche
nell’immaginazione, le persone che animano i miti
ato dal Greci a Bacco. per alludere che egli era stato loro padre. ed
anche
perchè era stato allevato sul monte Nisa. La magg
inima oscurità su quanto noi abbiam cercato di delucidare, adoperando
anche
nella fraseggiatura dei periodi, una elocuzione l
ri e statisti ammisero i miti come utili, attesa la natura dell’uomo.
Anche
persone mature, dal veder figurate alcune scene m
di A. Maffei) In questo tempo i giganti erano sulla terra e furono
anche
da poi… … . . Genesi. Cap. VI. Una religione,
gli antichi vollero idealizzare in Saturno il Tempo che divora tutto,
anche
i suoi figli. 3. Abans. — Nome dato ad Apollo da
e patronimico dato a Perseo, nipote di Abas, re degli Argivi ; da cui
anche
i re d’Argo furono detti Abantiadi. Essendovi nel
anza lo cangiò in lucertola. Si crede da molti storici che egli fosse
anche
conosciuto sotto il nome di Alas-Stellio ; forse
Stellia. Enea ebbe un compagno molto a lui affezionato che chiamavasi
anche
Abas, come pure vi fu un Centauro dello stesso no
vasi anche Abas, come pure vi fu un Centauro dello stesso nome. Vi fu
anche
un altro Abas, da non confondersi col re degli Ar
tori che sia lo stesso che Apollo o il Sole, che i Cretesi chiamavano
anche
Abelios. 15. Abeone e Adeone. — Divinità che pres
X tradotto da Monti). 18. Abido. — Città dell’Asia sull’ Ellesponto.
Anche
in Egitto vi era una città di questo nome in cui
ri che confusero questi Sciti con gli Ipomolgami. Questi ultimi detti
anche
Galadefagi facevano del latte di giovenca la loro
i, veniva ritenuta come un amleto divino e soprannaturale, ed adorata
anche
essa come una divinità. 22. Abracax o Abraxas. —
ceano col Mediterraneo. 27. Acacalide. — Ninfa sposata da Apollo. Era
anche
conosciuta sotto lo stesso nome una figlia di Min
a a galla, si ritornava lo scritto come spergiuro. 30. Acalo. — Detto
anche
Perdix, nipote di Dedalo. Egli fu l’inventore del
anto (Ved. Tom. 3° pag. 121). 34. Acarnania. — Provincia dell’ Epiro.
Anche
in Egitto v’era una regione conosciuta sotto tale
cciatore, figlio di Pelia re di Tessaglia. Creteisa sua moglie, detta
anche
Ippolita, s’innamorò perdutamente di Peleo, e gli
à di Acasto, e delle calunnie dell’impudica moglie di lui. Acasto era
anche
il nome di una ninfa figlia dell’ Oceano e di Tet
illa 39. Acca Laurentia. — Altra sorella della regina Camilla. Vi fu
anche
un’altra Acca Laurentia moglie del pastore Fausto
lla significazione di questa parola che libera dalle malaitie si dava
anche
a Teleforo il soprannome di Acesio. 43. Aceste. —
n sagrificatore Acete per ricompensarlo della sua buona azione. Vi fu
anche
un altro Acete, figlio del Sole e di Persa. Egli
e una delle sue figlie in consorte a Pirro. Evandro re d’Italia, ebbe
anche
uno scudiero per nome Acete. 45. Achaja. — Contra
Achea. — Soprannome dato a Cerere ed a Pallade. 49. Acheloia. — Detta
anche
Callirhoe, figlia di Acheolo. 50. Acheloidi. — No
, Agamennone gli tolse una bella e giovane schiava detto Ippodamia, o
anche
più comunemente Briseide, dal padre Briseo. Achil
tta dal nome di Achille, al quale vi si tributavano onori divini. Era
anche
Achillea il nome di una fontana vicino Mileto, de
onore di Achille. 62. Achiroe. — Nipote di Marte. 63. Achlys. — Detta
anche
Achelaa, dea dell’oscurità e delle tenebre. Esiod
a celebre nell’isola di Creta. 75. Acmonide. — Uno dei Ciclopi. Si dà
anche
questo nome a Saturno, nonchè a Cœlus come figlio
asa di duolo, senza essersi aspersi d’acqua lustrale, la quale veniva
anche
adoperata per lavare il cadavere. 82. Acquario. —
lo fece divorare dai suoi cani. Uno dei cavalli del Sole si chiamava
anche
Acteone. 93. Actor. — Padre di Menozio e Avo di P
tor. — Padre di Menozio e Avo di Patroclo, il quale per questo veniva
anche
chiamato Actoride. Vi fu anche un Actor padre di
i Patroclo, il quale per questo veniva anche chiamato Actoride. Vi fu
anche
un Actor padre di due figli ricordati del paro ne
— Nome d’una delle Nereidi. 101. Adeo. — Antico Re dell’ Attica. Era
anche
il soprannome dato ad Apollo. V. Adiaco. 102. Ade
vean teso intorno al simulacro di Giunone alcuni rami d’albero. Vi fu
anche
una sacerdotessa di Giunone così chiamata ; ed un
eci che si riunirono per dare la caccia al cignale di Calydone. Prese
anche
parte alla spedizione degli Argonauti. Fu presso
modo di aggiogare sotto lo stesso giogo le due belve. Apollo ottenne
anche
dalle Parche che quando Admeto sarebbe vicino all
avasi in gioia, volendo alludere così all’apoteosi d’Adone. Adone era
anche
il nome di un fiume presso la città di Biblo nell
— Divinità che si crede essere la stessa che la Vittoria. Si chiamava
anche
Adorea una festa in onore delle principali divini
ella aveva in Asporena, città dell’Asia minore vicino Pergamo. Veniva
anche
detta Montana, ciò che vale lo stesso. 117. Adram
i. Essa era figlia di Giove e della fatalità, che altrimenti chiamasi
anche
essa Nemesi. Secondo Plutarco era l’unica furia m
i Greci, Adrastea non fosse che un soprannome di Nemesi. Adrastea era
anche
il nome di una Ninfa, e di una ancella di Elena.
mata degli Epigoni, secondo che narra Pindaro e Euripide. Adrasto era
anche
il nome di un Re dei Dori, che Telemaco uccise a
’armata Greca che dopo 10 anni d’assedio espugnò e distrusse Troja. È
anche
conosciuto sotto il nome di Re dei Re, perchè ave
poeti, e perciò questa fonte fu consagrata alle Muse, le quali furono
anche
conosciute sotto il nome di Aganipidi. 156. Agape
nunte. Colpito Agdisto dal male che aveva fatto, ottenne da Giove che
anche
dopo la morte di Ati qualcuna delle sue membra no
Agenore. — Figlio di Nettuno e di Livia. Egli sposò Telephassa detta
anche
Agriope dalla quale ebbe Europa, Cadmo, Fenicio e
cerca con espressa proibizione di ritornare senza di lei. Agenore era
anche
il nome di un re di Argo, e di uno dei figli di A
igli di Antenore. 175. Agenoria o Agerone. — Dea dell’industria detta
anche
Strenuà. 176. Agenoridi. — Discendenti di Agenore
agli 11 gennaio, 21 maggio, e 13 dicembre. I Sacerdoti di Marte erano
anche
conosciuti sotto questa denominazione. 194. Agoni
ante. 196. Agonio. — Dio che presiedeva alle intraprese. Mercurio era
anche
chiamato Agonio perchè presedeva agli spettacoli.
ne feste da essi celebrate in onore di Minerva. Una delle Grazie avea
anche
questo nome ; Erectheo re di Atene ebbe una figli
. Agraulo. V. Aglauro. 202. Agray. V. Agrao. 203. Agresto. — Che vale
anche
campestre, soprannome dato al Dio Pane. 204. Agri
anie. 206. Agrio. — Figlio di Parthaone e padre di Tersite. Vi furono
anche
due altri Agrio, uno dei quali fu figlio d’Ulisse
i Agrio, uno dei quali fu figlio d’Ulisse e della maga Circe. Agrio è
anche
il nome di uno dei Titani che dettero la scalata
d’Orfeo, viene di sovente designata con questo nome. Vol. I. Vi fu
anche
un’altra Agriope, che fu moglie di Agenore V. Age
ei versi d’Omero, di Virgilio, e di altri poeti. 216. Aidone. — Detta
anche
Aedone, figlia del re Zeteus, fratello d’Anfione.
ella colpevole madre, la cangiarono in uccello. La favola fa menzione
anche
di un’altra donna a nome Aedone, figlia di Pandar
da lunge la figura d’una capra, che i Greci chiamavano Aix. Aixa era
anche
il nome di una delle ninfe nutrici di Giove. 220.
jace alla sola Minerva, senza lasciarvi intervenire Nettuno. Ajace fu
anche
il nome di un figlio di Telamone e di Esione ; no
e che da lui prese nome. 230. Alastore uno dei Cavalli di Plutone. Fu
anche
il nome del fratello di Neleo, figlio di Nestore
i di Sarpedone che fu ucciso da Ulisse all’assedio di Troja, venivano
anche
denominati Alastori alcuni genii malefici. 231. A
acoli in una foresta vicina alla città di Tybur, che dal suo nome era
anche
detta Albunea e che era a lei consagrata. Questa
detta Albunea e che era a lei consagrata. Questa Sibilla si chiamava
anche
Albuna e si crede essere la stessa, conosciuta so
figlia del re e alla morte di questo gli successe nel governo. Vi fu
anche
un Trojano così chiamato, il quale sposò Ippodami
ro padre : ciò che essi fecero uccidendo non solo Temeno e Axione, ma
anche
Fegeo e Arfinoe, e consacrarono la fatale collana
no Minerva. 242. Alcide. — Nome di Ercole dall’avo Alceo. Minerva era
anche
soprannominata Alcea dalla parola Alce che signif
Esone e madre di Giasone. 244. Alcimedone. — Celebre scultore. Vi fu
anche
un altro Alcmedone annoverato fra gli Dei della G
angiate nell’uccello conosciuto sotto il nome di Alcione. Alcione era
anche
una delle figliuole d’Eolo, re dei venti della st
e Pleiadi. Finalmente un uccello marino consacrato a Teti fu chiamato
anche
Alcione. 249. Alcioneo. — Famoso gigante che socc
n giudizio innanzi ad un tribunale composto di dodici Numi. Vi furono
anche
diverse altre donne conosciute sotto questo nome
colare. 257. Alectone o Aletto. — Una delle tre Furie infernali dette
anche
Eumenidi. 258. Alectore. — Fu uno dei capi Argivi
prima della loro nascita. 264. Alemonide Miscelo figlio d’Alemone era
anche
così detto dal nome del padre. 265. Aleo. — Re d’
amo. I pastori che l’allevarono lo chiamarono Paride V. Paride. Vi fu
anche
un altro Alessandro figlio di Eristea. 270. Alete
fu ucciso da Oreste. 271. Aletide. — Feste in onore di Erigone detta
anche
Aleti. 272. Aetryomanzia. — Formola di uno scongi
a. 299. Aloo. V. Aloeo. 300. Alopo o Aleppo. — Una delle Arpie. Vi fu
anche
un’altra Alope figlia di Cercione, la quale avend
a di Giove, facendolo nutrire con latte di capra. Amaltea si chiamava
anche
la sibilla di Cuma. 312. Amanio. V. Amano. 313. A
usa. — Venere era così chiamata dalla città di Amatunta. Amathusia fu
anche
il nome della madre di Ciniro re di Cipro. 319. A
affetto. 334. Amicica. — Città della Laconia, patria di Elena. Vi fu
anche
un’altra città di questo nome, di cui la tradizio
so tempio di tutto il Peloponneso. Pausania asserisce che Amicleo era
anche
il nome di un dio particolare della Grecia, ove a
cerlo e questi l’uccise. 337. Amida. — Una delle figlie di Niobe. Era
anche
così detta una delle principali divinità dei Giap
he tutte le religioni hanno simboli ed allegorie proprie non solo, ma
anche
ereditate da altre credenze e da altri culti. Fin
e ereditate da altre credenze e da altri culti. Finalmente Ammone era
anche
il nome di un re della Libia, il quale per questa
di. — Vedi l’art. prec. 345. Amoca. — Una delle nutrici di Diana. Fu
anche
un soprannome dato a Cibele e a Cerere. 346. Amon
Figlio di un satiro e di una Ninfa, fu amico di Bacco, il quale ebbe
anche
uno dei sacerdoti del suo culto conosciuto sotto
eide. — Soprannome di Mopso, da suo padre Ampix. 352. Ampico. — Detto
anche
Ampix, figlio di Clori, e padre di Mopso, di cui
Mopso, di cui nell’articolo precedente. Uno dei figli di Pelia viene
anche
ricordato sotto questo nome. 353. Amulio. — Fu f
ne a Polluce. 356. Amyeo. — Figlio di Nettuno e re dei Bebrici. Vi fu
anche
uno dei più famosi centauri compagno di Enea, che
Nettuno, il quale qualche tempo dopo la cangiò in fontana. Amyone fu
anche
il nome di una figlia di Belo. 360. Anacee. — Fes
lo. 360. Anacee. — Feste in onore degli Dei Dioscuri i quali venivano
anche
detti Anaci dalla parola greca Λναξ che significa
— I Pagani credevano che così fosse nominato il dio dei Giudei. Vi fu
anche
un greco, figlio di Menteo che avea questo nome.
— Padre di Toaso, fu uno dei capi Greci che assediarono Troia. Vi fu
anche
un altro Andremone che fu genero di Oeneo. 395. A
he dette il suo nome all’isola d’Andros. Uno dei figli di Anio veniva
anche
così denominato. 403. Anello di Minos. — Teseo es
elemaco. Fu uno di coloro che volevano sposare Penelope. La favola fa
anche
menzione di un centauro conosciuto sotto questo n
ere quo rellet. Orazio — De arte Poetica Epistola III. Anfione era
anche
il nome d’uno degli Argonauti, ed un re d’Orcomen
cise per inavvertenza giuocando alla palla. La Sibilla di Cuma, detta
anche
Anfrisia trasse il suo soprannome da que to fiume
lla quale si ricorreva contro la schinozia o malattia della gola. Era
anche
ritenuta come la dea del silenzio. Tempo e omai
sseriscono essere Temi ; altri finalmente la ninfa lo, la quale viene
anche
scambiata di sovente con una delle Atlantidi, che
ntenore. vedi Antenore. Fu ucciso da Paride per isbaglio. Si chiamava
anche
con tal nome uno dei capitani di Enea. 462. Antes
ni. Ercole avendole fatta prigioniera ne fece presente a Teseo. Vi fu
anche
un’altra Anthiope figlia di Nitteo, la quale ebbe
che i Greci fecero prigioniera quando s’impadronirono di Troia. Vi fu
anche
un’altra per nome Antia moglie di Preto. 469. Ant
, marito di questa, lo uccise in una festa. L’imperatore Adriano ebbe
anche
un suo carissimo amico a nome Antinoo, giovane di
Dio. — Denominazione di Bacco perchè egli era della Beozia, chiamata
anche
Aonia. Veniva così detto anche Ercole per la stes
perchè egli era della Beozia, chiamata anche Aonia. Veniva così detto
anche
Ercole per la stessa ragione. 488. Aorasia. — Voc
uella forma allorchè tutti gli Dei furono vinti da Giove. Si chiamava
anche
Osiride e Serapide. Gli Egiziani riguardavano il
costellazione conosciuta sotto il nome di orsa maggiore. Evandro ebbe
anche
un figlio chiamato Arcade. Con tale denominazione
significa principe. E soprannome dato ad Apollo e ad Ercole. Si dava
anche
quello di Archegesia a Minerva. 519. Archemore. —
oprannome di Diana che le veniva da una foresta delle Gallie chiamata
anche
oggi Ardenna e che era a lei consacrata. 529. Are
cuculo. 541. Argea o Arga. — Ninfa che il sole cangiò in biscia. Era
anche
così chiamata una delle figliuole di Giove. La tr
della dea Pecunia. Vedi Es. 544. Argeo. — Figlio di Pelopo. Ve ne fu
anche
un altro seguace ed amico di Ercole che egli ebbe
lo costruì con gli alberi della foresta di Dodona, ciò che gli faceva
anche
attribuire la favolosa virtù di parlare e di rend
ici col quale Virgilio e molti altri poeti li dinotano sovente. Vi fu
anche
un altro Argo, figliuolo di Arestore. La tradizio
onna che avesse amata, si tolse di propria mano la vita. Arpalice era
anche
il nome di una figliuola d’ Arpalico re della Tra
indifferenza, del che sdegnata Venere la cangiò in pietra. Arsinoe fu
anche
il nome di una figliuola di Tolomeo Lago, la qual
Artemisia. — Nome della Sibilla Delfica, detta similmente Dafne. Era
anche
uno dei soprannomi di Diana da alcune feste dette
dice male. Ovidio Metamorfosi libro V trad. Dell’ Anguillara. Vi fu
anche
un altro Ascalafo, figlio di Marte che fu uno dei
Omero Iliade — Libro II trad. di Vinc. Monti 605. Ascanio. — Detto
anche
Julio fu l’unico figlio di Enea e di Creusa. Suo
poeti, e tanti… Salv. Rosa La poesia Satira 2. 612. Asera. — Detto
anche
Aseroth idolo dei Cananei. 613. Asfalaja. — V. Si
o dei Cananei. 613. Asfalaja. — V. Sicurezza. 614. Asfalione. — Detto
anche
Asfalio, cioè tutelare, soprannome che veniva dat
ll’isola di Creta dove era particolarmente venerato. Asio si chiamava
anche
uno dei fratelli di Ecuba. 619. Asopo. — Figlio d
endicarsene e muover guerra a Giove, il quale lo cangiò in fiume. Era
anche
così nominato un altro fiume nella città di Acaia
iva le persecuzioni di Giove. In greco ορτυξ significa quaglia. Vi fu
anche
un’altra Asteria da cui Bellerofonte ebbe un figl
uropa. 628. Asterione. — Uno dei più rinomati Arganauti. Asterione fu
anche
il nome di un fiume nella città di Argo, a cui la
erodia. — Moglie di Endimione a cui dette gran numero di figli. Vi fu
anche
una ninfa conosciuta sotto questo nome. 630. Aste
io di Troia come uno dei più famosi generali dell’armata Greca. Vi fu
anche
un’altra Astioche figliuola di Filanto, la quale
e di Criseide. V. Crise. 641. Astiosea. — Moglie di Telefo. Si chiama
anche
così una donna da cui Ercole ebbe diversi figli.
o che i suoi fratelli avean dichiarato la guerra a Giove egli scatenò
anche
i venti suoi figli contro di lui ; ma Giove li pr
mani di Meleagro sebbene non fosse ancora divenuta sua moglie. Vi fu
anche
un’altra Atalanta figlia di Scheneo. Essa fu rich
l’uno in leone e l’altra in leonessa. 656. Atamante. — Leucotea detta
anche
Ino, veniva in tal modo denotata perchè moglie di
bbe da Nefila sua prima moglie. sposò in seconde nozze Leucotea detta
anche
Ino (V. Atamante) la quale pei cattivi trattament
nore di Cibele. 669. Atisio. — Figliuolo di Ercole e di Onfale. Vi fu
anche
un altro Atisio ucciso da Tideo, mentre conduceva
e le quindici figlie di Atlante e di Pleione. Comunemente si chiamano
anche
Esperidi o Pleiadi. 672. Atoso. — Più comunemente
ινος che significa raggio di sole, risplendente luminosa. Atteone era
anche
il nome di un figliuolo di Autonoe figlia di Cadm
zati dei monumenti. 678. Auge. — V. Augea. 679. Augea o Auge. — Detta
anche
Auga, figlia d’ Aleo. Avendo dimorato qualche tem
ire la volontà dei Dei. Gli auspicii erano sacerdoti o indovini detti
anche
auguri. V. Augurio. 689. Austero. — Vento estrema
inità dei Caldei, dei Babilonesi e dei Sidonii. Per breve tempo venne
anche
adorata dal popolo d’ Israele nel tempio di Samar
ogni sorta di dissolutezze e di bestiale libidine. I Greci chiamavano
anche
queste cerimonie Dionisiache da Dionisio, che era
la notte, con le più luride oscenità. — V. Bali. 742. Baraico, detto
anche
Buroico. Era questo uno dei soprannomi d’ Ercole,
si credeva generalmente che fossero fatti i simulacri egiziani. Vi fu
anche
un altro Batto, che la tradizione mitologica ci r
lla quale, dopo la morte, fu adorato come un dio. 752. Baubo. — Detta
anche
Becubo. Così avea nome quella donna che ospitò Ce
dato talvolta il nome di Belidi da Belo loro zio paterno. Belide era
anche
chiamato Palamede, per essere pronipote dello ste
rsi presso Preto, re d’Argo, la moglie del quale, a nome Antea, detta
anche
Stenobea, gli fece delle proposizioni alle quali
Si rendevano gli onori divini alla sua statua, che venne poi adorata
anche
dai Caldei sotto il nome di Baal. Vi fu anche un
, che venne poi adorata anche dai Caldei sotto il nome di Baal. Vi fu
anche
un altro Belo che fu padre di Danao re d’Egitto.
ioma di Berenice alle sette stelle, che formano la costellazione nota
anche
oggidì sotto l’istessa denominazione. Quel Conon
segreto di stato, e le fila di una cospirazione. 787. Bianor. — Detto
anche
Oeno, figlio di Tiberisa e di Manto : egli fondò
lla quale dette questo nome in memoria di quello del padre suo. Vi fu
anche
un principe Troiano, così chiamato, che fu ucciso
a la stessa che quella d’Ippocrene, perchè la parola Caballina si può
anche
spiegare così : Fontana del cavallo Pegaso , che
Plutone. 860. abarno. — Sacerdote di Cerere, nell’isola di Paro. Era
anche
cosi chiamato il pastore di cui nell’articolo pre
rpina e Cerere, alle quali si dava il nome complessivo di Dei Cabiri.
Anche
nella Fenicia vi erano delle Divinità dette Cabir
buisce a Cadmo, fu dal nome di lui detta Cadmea. 872. Cadmeo. — Detto
anche
Cadmejo, nome patronimico di Cadmo, fondatore di
. Calchiadi a Calciecle. — Feste in onore di Minerva, la quale veniva
anche
detta Calciecia. 889. Calcie. — V. Calchee. 890.
ove restarono finchè Giasone non li ricondusse nella Colchide. Vi fu
anche
un’altra Calciope figliuola di Euripiele, re dell
to se avesse voluto continuare a viver con lei. 901. Calisto. — Detta
anche
Elicea : fu figlia di Licaone ed una delle ninfe
logandolo fra le costellazioni dello zodiaco. 935. Candarena. — Detta
anche
Candrena : soprannome di Giunone dalla città di C
onia, ov’era adorata con un culto particolare. 936. Candaulo. — Detto
anche
Mirsilo, figlio di Mirso, fu l’ultimo degli Aracl
violenza non appena l’azione del fuoco ebbe liquefatta la cera. Vi fu
anche
una città dell’Egitto conosciuta sotto il nome di
opere, narra che la devozione degli Egiziani per le capre, stendevasi
anche
ai caprai loro custodi ; tanto che, essendone mor
Giove in cielo, in riconoscenza d’averlo nutrito. 955. Capyso, detto
anche
Capi. — Troiano, compagno di Enea, e suo seguace
Enea, e suo seguace in Italia. Egli fu il fondatore della città nota
anche
oggidi sotto il nome di Capua. …… Ma un altro Tr
Capua….. Frate Guido da Pisa — I falli di Enea. 956. Carda. Deita
anche
Cardia. — Al dire di Macrobio, questa Divinità pr
o di Giove, al quale veniva attribuita l’invenzione della musica. Era
anche
questo uno dei soprannomi di Giove, per il culto
edisse a Vespasiano la clamide imperiale. 972. Carmenta. — Conosciuta
anche
sotto il nome di Nicostrata, celebre indovina che
una delle amanti di Giove, che la rese madre di Britomarte. Carna era
anche
la Dea che presiedeva alle parti vitali del corpo
Cosi sen vanno su per l’onda bruna, Ed avanti che sien di là discese,
Anche
di qua nuova schiera s’aduna. Dante. — Inf. Cant
di Elena e di Clitennestra, e figli di Giove e di Leda : essi furono
anche
soprannominati Dioscori e Tindaridi, significando
lluce, e quella cattolica dei fuochi di S. Elmo e di S. Nicola, a cui
anche
oggidì si attribuisce, dalla superstizione religi
ali ; e l’altro ad Atene, in memoria d’averla salvata dal saccheggio.
Anche
a Roma fu loro elevato un tempio, ove si prestava
o dei giganti che mossero guerra agli Dei. Fu ucciso da Venere. Vi fu
anche
un altro Cebrione, figlio naturale del re Priamo.
zzo del matrimonio ; ed altri perchè essendo egiziano di nascita, era
anche
greco, per essersi stabilito nell’ Attica. 1024.
a Mercurio la denominazione di Cerdauso, per le ragioni precedenti, e
anche
ad Apollo, per la venalità dei suoi oracoli. 102
città di Celene nella Frigia, ove era particolarmente adorata. Vi era
anche
nell’ Asia una montagna detta Celana, presso la q
e……. Ovidio. — Metamorf. Libro IX trad. di Dell’ Anguillara. Vi fu
anche
un tessalo ricordato dalla tradizione mitologica
itani, figliuoli della terra, che dettero la scalata alcielo. Ceo era
anche
il nome di una delle isole Cicladi nel mar Egeo,
mano destra una falce, nella sinistra un pugno di spighe di cui aveva
anche
coronata la fronte. Il suo seno largo e bellissim
e sue sofferenze, lo trasportarono nel cielo, ove egli è raffigurato,
anche
oggidì, tra i segni dello zodiaco sotto la costel
re da Leda si trasformò in uno di questi animali. V. Leda. Cigno ebbe
anche
nome un figliuolo di Marte, che combattè contro E
asformarono in cigno. L’allegoria favolosa, seguitando il suo simbolo
anche
dopo codesta metamorfosi, dice che egli ricordand
e dell’ Asia minore, che poi dal suo nome fu detta Cilicia. Cilixo fu
anche
il nome di uno dei figliuoli di Agenore. 1107. Ci
a che Giunone aveva sollevata contro di loro. 1119. Cinarada. — Dette
anche
Cinaredo, nome che si dava al gran sacerdote sagr
perchè avevano la testa di cane V. Anubi. 1128. Cinofontisa. — Detta
anche
Cinofontea : nome che si dava ad una festa celebr
Cupido, figliuolo di Venere Citerea. Al dire di Pausania, Citereo era
anche
un fiume del Peloponneso in Elide consacrato alle
la clava avendo posto radice nella terra, fosse diventata un albero.
Anche
Teseo si dipinge sovente armato d’una clava, perc
enivano detti i discendenti di Vulcano. 1169. Cledonismanzia. — Detta
anche
Cledonismo, era una famosa magia ; specie di divi
a da Ercole. — V. Ercole. 1178. Cleopatra. — Una delle Danaidi. Vi fu
anche
un’altra Cleopatra, che fu figlia di Borea e mogl
i Teti. Apollo l’amò con passione e ne ebbe va rii figli. Climene era
anche
il nome della confidente di Elena. 1183. Climenei
dea, imponendole il nome di Cloacina. Al dire di Plinio, Cloacina era
anche
un soprannome di Venere, a cagione d’un tempio ch
cantar meglio del primo, e d’esser più bella della seconda. Clori fu
anche
il nome di una ninfa che sposò Zeffiro, il quale
ome una dea. 1201. Closio. — Soprannome di Giano : si diceva talvolta
anche
Clovisio. 1202. Clostero. — Figliuolo d’Aracne :
rricchisce le sue tristi acque con le lagrime dei dannati. Cocito era
anche
il nome di uno dei discepoli del centauro Chirone
itenendo che sarebbe stato lo stesso che cibarsi delle loro divinità.
Anche
presso gli Assiri era grande la venerazione per l
e colonne conosciute sotto il nome di colonne d’Ercole, si chiamavano
anche
portœ Gadaritanœ, ossia porte di Gadira. 1222. Co
ello stesso uomo pel cui amore essa s’era resa traditrice. Cometo era
anche
il nome di una sacerdotessa di Diana. 1228.Como —
a, Minerva, Cerere, Diana e Venere. — V. Dei. 1236.Consenzie. — Dette
anche
Conseziane. Feste in onore degli dei Consenti. In
duto vicino ad Elena, in un accesso di gelosia, lo uccise. Si ricorda
anche
di un altro Corito che fu re dell’Etruria e padre
o parte alla spedizione del vello d’oro. 1268. Coronide. — Conosciuta
anche
sotto il nome di Arfinoe, figlia di Flegia. Apoll
lla. Ovidio — Metamorfosi Libro II. trad. di Dell’Anguillara. Vi fu
anche
un’altra Coronide, figlia di Coroneo, re della Fo
ecuzioni di Nettuno. In greco la parola Κορὠνγ, significa cornacchia.
Anche
fra le baccanti ve ne fu una per nome Coronide, l
eonte il nome di Glauca o di Creusa. La tradizione mitologica ricorda
anche
di una altra Creusa, che fu figlia di Priamo e mo
avendo nudrito i suoi cavaili di carne umana, Giove lo fulminò. Vi fu
anche
un satiro a cui la favola attribuisce l’istesso n
ome. 1319. Cronie. — Feste in onore di Saturno che i greci veneravano
anche
come il Tempo. 1320. Cronio. — Fu il nome di uno
ta comunemente sotto la denominazione di Cumana. 1329. Cunia. — Detta
anche
Cunina : divinità tutelare dei fanciulli poppanti
teva nell’accendere un gran numero di torcie. 1339. Daducheo. — Detto
anche
Dauduque : era questo il nome che gli Ateniesi da
me che gli Ateniesi davano al gran sacerdote di Ercole. Si chiamavano
anche
Daduci i sacerdote che nella festa Dadesia, porta
esso si fece di quelle foglie una corona, che poi porto sempre. Vi fu
anche
un’altra Dafne, più comunemente conosciuta sotto
liuola dell’indovino Tiresia, fu la famosa sibilla di Delfo. Dafne fu
anche
il nome di un’altra ninfa delle montagne di Delfo
namente l’acqua con una secchia senza fondo. Le Danaidi, furono dette
anche
Belidi dal loro avo chiamato Belo. 1357. Danao. —
o — Iliade — libro V. trad. di V. Monti. 1363. Dattili. — Conosciuti
anche
sotto il nome di Coribanti o Cureti. Gli uni eran
eversa per madre una dea e per padre un uomo. Fra i Semi Dei venivano
anche
annoverati, dopo la morte, quegli uomini e quelle
a classe, ovvero dei delle grandi nazioni, dii maiorum gentium, detti
anche
dii consentes o consulentes, cioè dei del consigl
compresi i dei Lari o Penati, particolari protettori d’ognifamiglia.
Anche
le anime degli antichi, a cui ognuno rendeva un c
pagno di Ercole ; egli Io seguì nella guerra contro le Amazzoni. Fece
anche
parte della spedizione degli Argonauti, i quali e
— Una delle mogli di Apollo, dalla quale egli ebbe Mileto. Deione era
anche
il nome di un fratello di Circe, conosciuto più c
natamente il marito, si uccise per disperazione. 1392. Delfa. — Detta
anche
Delfisa : sibilla che era nel tempo stesso sacerd
ella divinità, facendola servire ai loro privati interessi. Delfo era
anche
il nome di uno dei figli di Apollo che edificò qu
in suo onore feste e cerimonie d’ognimaniera. 1405. Demenete. — Detto
anche
Demarco : abitante della città di Parrafia, nell’
e di Dendrofore al portatore dell’albero. 1417. Dendroforo. — Si dava
anche
codesto soprannome al dio Silvano, perchè era gen
non accompagnata da questo prezioso presente. 1419. Derceto. — Detta
anche
Dirceto e Deraclite. Era una giovanetta la quale
ivamente al suo culto. 1432. Diania-turba. — Ossia turba, drappello e
anche
muta di Diana. Con questo nome venivano designati
tomarte ; è questa per altro un’opinione assai incerta. Dictinnia era
anche
uno dei soprannomi di Diana. 1440. Dictisio. — Co
ei soprannomi dato a Diana, per essere gemella di Apollo. Didima avea
anche
nome un’isola del gruppo delle Cicladi, ove Apoll
ige e di Deucalione. V. Ogige e Deucalione. 1449. Dimantisa. — Detta
anche
Dimantìa. Soprannome di Ecuba, moglie di Priamo,
ne per la quale si dà talvolta a questa dea, il soprannome di Dionea.
Anche
Giu lio Cesare, come discendente di Venere, veniv
e turpe miscuglio di devozione e di oscenità. 1463. Dionisio. — Detto
anche
Dioniso : con questo nome veniva indicato il dio
i un figliuolo dell’ Erebo e della Notte. 1499. Dorea o Dori. — Detta
anche
Dorisia, figlia dell’ Oceano e di Teti. Essa spos
per indicare il mare istesso. Virgilio à detto : Doris amara. Dori fu
anche
il nome di una delle Nereidi, così detta da sua m
naturale del re Priamo : Ajace lo uccise all’assedio di Troja. Vi fu
anche
un altro Doriclio, figlio di Fineo, o re della Tr
nerva, forse per dinotare che la vera saggezza non si addormenta mai.
Anche
a Bacco erano consacrati i draghi, per dinotare c
i una così severa castità, che fuggiva perfino la vista degli uomini.
Anche
nelle cerimonie del suo culto era espressamente p
sarebbe stato chiuso con lei nella corteccia dell’albero. Driope era
anche
il nome di un popolo dimorante nelle circostanze
ero come di cattivo augurio, e perciò dedicato a Plutone al quale era
anche
sacro, per la stessa ragione, il secondo mese del
quella di Itaca. Ulisse, nativo di quest’ultima, viene talvolta detto
anche
Dulichio. 1518. Dusiani. — Genii temuti e riverit
— Nome della capitale della Colchide e di quella dell’isola di Circe.
Anche
all’intera isola si dava talvolta il nome di Ea,
ra isola si dava talvolta il nome di Ea, ragione per la quale si dava
anche
a Circe la stessa denominazione. La favola raccon
nia, che lo rese padre di Orfeo. Eano. — Al dire di Macrobio si dava
anche
comunemente il nome di Iano a questa divinità, ri
u detta Ecate, la quale fu celebre per la sua grande statura. È detto
anche
che Cerere, quando Plutone rapì sua figlia Proser
e impedire che la luna sentisse le grida richiamatrici delle streghe.
Anche
oggi abbiamo dei luoghi, come nel regno di Tunchi
ici. Dopo esser rimasta ancor qualche tempo presso di Ulisse, ov’ebbe
anche
il dolore di veder morire il piccolo Astianatte,
pietà cangiò tutta la famiglia in uccelli. Da ciò la favola, ripetuta
anche
dal Boccaccio, che Edone fosse cangiato in un car
re della Colchide e padre di Medea, la quale per questa ragione vien
anche
detta Eetia, ed anche Eeeta. 1561. Efesio. — Ques
adre di Medea, la quale per questa ragione vien anche detta Eetia, ed
anche
Eeeta. 1561. Efesio. — Questa parola in greco sig
ro, finirono per distruggeria interamente. Secondo la favola Efeso fu
anche
il nome di un figlio del fiume Caistro, il quale
ogni malefici che i latini chiamavano Incubi ; nome che poi è rimasto
anche
presso di noi a quella specie di dolorosa impress
o il nome di Tembe, e l’altra nella Tesprasia, provincia dell’ Epiro.
Anche
nel golfo dell’ Argolide vi fu un’isola, vicina a
lei nutrito, la trasportò in cielo, sotto la costellazione conosciuta
anche
oggidì col nome di capra. Del vello di Ega, Giove
fu detto Egida. Questo scudo fu dato poi a Minerva, la quale ne fece
anche
un’arma offensiva, inchiodandovi sopra la testa d
er essere particolarmente adorata nelle isole del mare Egeo. Egea era
anche
il nome di una delle Amazzoni, la quale morì anne
lia Etra, giovanetta di rara bellezza, la quale nell’istessa notte fu
anche
visitata dal dio Nettuno. Poco tempo dopo, Egeo s
i che impose ai Romani. La tradizone mitologica attribuisce ad Egeria
anche
il nome di Camena, cioè cantatrice e profetessa,
amente, e saputo da Sisifo il nome del seduttore, giurò di vendicarsi
anche
di lui ; ma Giove scagliò i suoi fulmini e costri
i Capricorno. 1590. Egipio. — Giovane Tessalo, figlio di Bulis, detto
anche
Bulea o Bulisa. Egipio, perdutamente innamorato d
di fiori, e gli unse il viso con il succo delle gelse more. Egla era
anche
il nome di una delle tre Esperidi, della madre de
, aveva preso nel cielo la figura di un Capro. 1599. Egofaga. — Detta
anche
Caprivoca, vale a dire che divora le capre. Con q
era stato invitato mangio senza soffrirne ottanta focaccie. Egone fu
anche
il nome di uno dei re degli Argiri, i quali quand
ndersi Proteo favorevole. V. Menelao e Proteo. 1604. Eirena. — Detta
anche
semplicemente Irena : nome che i dei davano alla
lena. — È questo uno dei più interessanti nomi della mitologia, avuto
anche
riguardo al dubbio ed alla incertezza degli avven
e braccia e riconobbe Oreste, col quale ritornò a Micene. Elettra era
anche
il nome di una delle figlie di Atlante e di Plejo
oro : da ciò il nome di Elettridi a quelle isole. 1625. Elettrione. —
Anche
a riguardo di questo personaggio è grande la disp
ri — V. Anaxo — Da una schiava della Frigia per nome Medea, egli ebbe
anche
un altro figliuolo detto Licimnio. Ritornando vit
isteri venivano meglio che altrove celebrati. 1628. Eleusine. — Dette
anche
Eleusinie : feste celebri in onore di Cerere — V.
in onore di Cerere — V. l’articolo precedente. Queste feste venivano
anche
dette misteri per eccellenza e duravano nove gior
te sulle rive del Po, e dove furono cangiate in pioppi, esse venivano
anche
dette Fetontee. La tradizione ripete a traverso i
tradizione ripete a traverso il velo di una bellissima allegoria, che
anche
dopo la loro metamorfosi, quelle pietose continua
one, fu la guida costante di tutte le navigazioni dei greci. Elice fu
anche
il nome di una città dell’Acaja, ove Nettuno avev
elle Arpie, figliuola di Elettra e di Tamante. 1650. Ellotia. — Detta
anche
Ellozia : festa che si celebrava in Grecia in ono
le contrade da lui liberate furono dette Ematie. 1661. Emilo. — Detto
anche
Emilio, figlio di Ascanio, dal quale la patrizia
ora Emone rivolse contro se stesso tutto il suo furore e abbracciando
anche
una volta Antigone, esalò l’estremo sospiro sul s
llero dare la scalata al cielo. Era figlio del Tartaro e della Terra.
Anche
a proposito di questo famoso personaggio della fa
addicono entrambi con assai convenienza ad un vulcano. La cronaca fa
anche
menzione di un altro Encelado, che fu uno dei cin
si consacrava un nuovo tempio ad una divinità. 1672. Endeide. — Detta
anche
Endia o Endeja. Fu figlia del centauro Chirone, e
iglie del re Priamo, e la rese madre di un figlio, chiamato Ascanio o
anche
Julo o Julio. Allorchè Paride giunse con la rapit
rompente dei soldati vincitori, ella dovè pagare con la vita, e forse
anche
con l’onore, la triste gloria di esser moglie d’u
ma ad una città e quello del secondo ad una punta di terra conosciuta
anche
oggi sotto la denominazione di Capo Miseno. Dimor
nalzato un tempio, ove all’eroe trojano furono resi gli onori divini.
Anche
nella città di Eneo, nella Tracia, Enea veniva ad
abilirsi in Italia con una colonia greca. Secondo Virgilio egli dette
anche
il suo nome a tutta questa contrada che da princi
diti, lo detronizzò, ed aggiunse in breve tempo ai suoi novelli stati
anche
la città di Corinto. Finalmente avendo sedotta An
n memoria di lui furono istituite dal re di Tebe Menezio. Eraclea era
anche
il nome di una città della Friotide, nella quale
o, re d’Argo, non soddisfatto di veder morto Ercole, volle sterminare
anche
i discendenti di lui. Perseguitò dunque i figli e
cordare che gli egiziani potevano avere una ampia conoscenza, e forse
anche
un culto di religioso rispetto per l’Ercole greco
o a misura che egli le avea troncate. Ciò non pertanto l’eroe trionfò
anche
vi questo terribile nemico e giunse ad ucciderlo.
osa indegnazione. Seguendo le tradizioni di Apollodoro, Ercole figura
anche
fra gli Argonauti, sebbene è opinione dello stess
mente dal culto dell’Ercole Tirio, al quale si offeriva una decima. È
anche
nella sola città di Roma, che Ercole viene adorat
greco non meno illustre. Il celebre torso del Belvedere, rappresenta
anche
un Ercole in riposo, ma qui le forme non rivelano
quali tessevano il peplo della dea, che si portava processionalmente
anche
nella celebrazione di altre feste dette Panatenee
figliuolo, prese le forme di un cignale ed uccise Adone. Erimanto era
anche
il nome di una montagna nell’Arcadia, famosa per
l’Erinni dell’Italia ; e Virgilio dice lo stesso ad Elena. Erinni era
anche
il nome che in Sicilia si dava a Cerere, a cui la
uscire dal suo nascondiglio. Da ciò i siciliani chiamarono Erinni, o
anche
Cerera Nera, la dea dell’agricoltura, perchè l’ol
raggio fattole da Nettuno l’avea resa furibonda. Erinni si chiamavano
anche
le furic infernali. Ove in un punto furon dritte
odito. — Gli antichi ne fecero una divinità, figlia di Mercurio detto
anche
Ermete e di Venere Afrodita. La significazione, e
ome un guerriero coperto di ferro con la lancia e lo scudo. Ermione è
anche
un figlio di Europa, il quale dette il suo nome a
va assai di sovente ricordato che gli onori eroici furono spesso rese
anche
alle donne. 1812. Erofila. — Nome di una sibilla
uali pretendono che il suo vero nome fosse Erotostrato. Erostrato era
anche
il nome di un mercatante Nacraziano il quale si r
il padre del dio Argentino perché il rame e più antico dello argento.
Anche
per l’oro vi era una particolare divinità, e ques
ta da sei cavalli e della quale usavano i patrizî romani. Si chiamava
anche
Esaforo una specie di bara, su cui venivano trasp
la tradizione, eretta da Dionigi il tiranno. Di un altro Esculapio fa
anche
parola la cronaca favolosa, e che, secondo Cicero
edonte, e dette Esione stessa in moglie all’amico Telamone. Esione fu
anche
il nome di una delle figliuole di Danao, la quale
io e pei prodigî. Nei tempi eroici l’espiazione per l’omicidio, detta
anche
espiazione di sangue, veniva compiuta per mezzo d
sdegnate divinità, pregandole di perdonare al suo misfatto. Si trova
anche
ripetuto in vari autori che molti rei d’omicidio
. Racine — Phèdre — Tragèdie Acte I, Scene III. Presso i romani era
anche
in vigore la cerimonia dell’espiazione, ma essi l
deriva dal latino Exta, che significa viscere. 1842. Estiel. — Dette
anche
Estie : religiose cerimonie e sacrifizî solenni,
nte in Corinto, ed a cui si dava questo nome in onore di Vesta, detta
anche
Estia, figlia di Saturno e di Rea. Durante simili
se domandato a suo padre due grazie ; la prima di essere a conoscenza
anche
dopo la morte, di quanto avveniva nel mondo ; e l
acine — Les frères ennemis — Tragèdie Acte V — Scène III. Eteocle fu
anche
il nome di un re Orcomeno, nella Beozia, il quale
uesta ragione, egli era riguardato come padre delle Grazie ; le quali
anche
perciò erano conosciute sotto il nome collettivo
ogo una città alla quale diede il nome di Scio. 1855. Etione. — Detta
anche
Etionome, fu secondo la tradizione, una delle fig
fu secondo la tradizione, una delle figlie del re Priamo. Etione era
anche
un nome dato di sovente dai pagani ai cavalli. 18
e ricerche, per conoscere se qualche donna fosse penetrata nel tempio
anche
per combinazione, e appena si scopriva la rea ven
osse la quale sedotta da Nettuno lo rese padre di Orione. Euriale era
anche
il nome di una delle tre Gorgoni, sorella di Medu
di raggiungere l’unico e costante oggetto dell’ amor suo. Euridice fu
anche
il nome di una figliuola, che Endimione ebbe dall
econdo Pausania, dettero il nome particolare di Esimnete. Euripile fu
anche
un re della Libia e propriamente di quella contra
cielo. Ercole lo uccise con un colpo di ramo di quercia. Eurito aveva
anche
nome quello Scita, re di Oecalia, nella Tessaglia
gli dei e allora Apollo irritato, lo uccise. 1908. Eurizione. — Detto
anche
Euritione. Il più crudele fra i ministri del tira
cole lo uccise insieme al suo spietato signore. Eurizione si chiamava
anche
quel centauro che fu cagione della celebre contes
lla parte del globo, i cui abitatori sono bianchi. Europa si chiamava
anche
una delle ninfe Oceanidi, figlia dell’ Oceano e d
Evandro insieme all’uso dell’agricoltura introdusse nella sue colonia
anche
quello delle lettere, fino allora sconosciute, e
fulmine e Tullo Ostilio che succedette a Numa nel governo, volle fare
anche
egli la medesima evocazione ; ma non avendo ademp
particolare che si dava dai Romani, ai sacerdoti del dio Pane, detti
anche
Luperci. In Roma essi erano divisi in due collegi
i bambini cominciavano a dire qualche parola. 1928. Fagesie. — Dette
anche
Fagesiposie, Cosi si chiamavano alcune feste cele
angue, agitando la testa in tutt’i sensi. I fanatici di Bellona erano
anche
detti particolarmente Bellonarii, ma oltre a ques
questo nome ad Apollo nel significato di colui che dà la luce. Vi era
anche
un promontorio nell’isola di Chio, al quale si da
to l’isola di Delo. 1941. Fano. — Dio dei viaggiatori, che presiedeva
anche
all’anno. Riferisce Macrobio nelle sue cronache d
ana, che gli dei formavano spesso dei fantasmi per salvare e talvolta
anche
per ingannare gli uomini. Così Giunone per salvar
edonte, che sorgeva vicino alla porta Scea, fosse stato abbattuto. Ed
anche
in ciò la fatalità fu compiuta in tutto il suo te
ampestri in generale, e dei silvani e fauni in particolare. Fatua era
anche
un soprannome della Buona Dea. V. Buone Dea. 1952
e. La sorella di ’Saturno e di Rea che fu madre di Latona, chiamavasi
anche
Febe. 1966. Febo — I greci davano codesta appella
desta appellazione ad Apollo come dio della Luce e forse per alludere
anche
al calore che emana dal Sole e che dà la vita a t
e Servio pretende che fosse lo stesso che Plutone, al quale venivano
anche
offerti dei sacrifizii Februali. Questa ultima op
ostra opera. L’opinione dell’esistenza della favolosa Fenice si trova
anche
presso i Cinesi e gl’Indiani, i quali attribuisco
isvegliare così la idea dell’eternità collegata alla morte. Fenice fu
anche
il nome di un flume nella Tessaglia, che univa le
remote epoche dell’età primitive, a somiglianza di quanto è avvenuto
anche
in età più recenti e civilizzate, il potere assol
cresceva sulla quella riva fatale ; quasi che la povera Fillide fosse
anche
dopo la morte sensibile alla prova d’affetto che
in altri fiumi, li avessero rappresentati come giovanetti e talvolta
anche
come donne. È questa però un’ opinione respinta’
sione prendevano oltre al nome della divinità a cui erano consacrati.
anche
quello dello imperatore che li avevano istituiti.
medaglie e di monumenti dell’ antichità. Finalmente i pagani avevano
anche
il flauto del dio Pane, perchè ne attribuivano a
l soprannome di madre chiamandola madre Flora. 2035. Florali. — Dette
anche
Antistesie. Feste celebrate in Roma in onore dell
pò con un pugno, liberando così quelle contrade. 2043. Forco. — Detto
anche
Forcide, era al dire di Esiodo, figliuolo della T
celebravano in Roma il 15 aprile di ogni anno, ed alle quali si dava
anche
il nome di Fordicidie. Durante la cerimonia, i pa
osto a tutti i cattivi trattamenti della matrigna, onde egli esortato
anche
dai consigli del suo ajo, fece segretamente prepa
r ad una città, perchè ivi si adorava il Fuoco. In Persia si spingeva
anche
più oltre l’ adorazione del fuoco. In questa cont
si trova, come vedemmo, grande disparità negli scrittori antichi ; ma
anche
sul numero di queste ministre della giustizia ete
, Virgilio — Eneide — Libro III trad. di A. Caro. Le furie venivano
anche
dette con altri nomi Eumenidi, Erinni, Dee rispet
ini, non solo nell’ inferno, con gli eterni castighi del Tartaro ; ma
anche
sulla Terra, ove esse straziavano coi rimorsi l’
i e insanguinati ; con una torcia ardente in una mano ed uno staffile
anche
di serpenti nella altra e seguite dal Terrore, da
Dice Ovidio che per questa via si andava al palazzo di Giove ; ed era
anche
per questa, che gli eroi avevano accesso in cielo
o e maledetto quello, fra i loro compagni, che ne avesse toccato uno,
anche
inavvertentemente. I sacerdoti galli erano sottop
ca solerzia del suo confidente, lo cangiò in quello animale che porta
anche
oggi lo stesso nome, condannandolo a cantare tutt
adorandola assai di sovente sotto la sua forma naturale ; e talvolta
anche
sotto la figura di un uomo colla testa di gatto.
va severamente punito e sottoposto ai più crudeli supplizi, colui che
anche
inavvedutamente avesse cagionato la morte di un g
l conto delle dee Genetillidi maggiori schiarimenti. 2099. Gentali. —
Anche
sul conto di questi altri numi del paganesimo, è
figura di altrettanti giovanetti con le ali ; talvolta però venivano
anche
rappresentati come uomini maturi con il mento orn
ini maturi con il mento ornato di folta barba ; e talvolta sono stati
anche
effigiati sotto la figura di un serpente o di alt
dendo sempre alla loro trasfigurazione nelle anime dei morti. Si dava
anche
il nome di Genio ai dei Lari, ai Lemuri, ai Penat
in onore di Ecale, e gli Argivi in onore della dea Illichia, ritenute
anche
esse come protettrici delle partorienti e dei neo
nell’Illiria. Da ciò il cronista Cluverio, conclude che dovea esservi
anche
un tempio di Gerione, perchè non v’era oracolo se
volle eternare la memoria di lui e lo cangiò in quel fiore che porta
anche
oggli lo stesso nome. Infatti dal sangue del mort
lla porpora, sulle cui foglie era impresso un doppio Ahi ! Voce che
anche
oggidì esprime il dolore. non è più sangue Quel c
po di guerra e chiuso in pace. Al dire di Ovidio, Giano era ritenuto
anche
dagli antichi come il Caos. La prisca età (che c
, e di Giano Quadrifronte, venendogli attribuite due facce e talvolta
anche
quattro. Questi templi ven’ivano detti col nome c
sione fu posto nel numero degli dei non solo come figlio di Giove, ma
anche
per aver contratto nozze con due dee. 2136. Giaso
i, lo avrebbe un giorno spogliato della mal conquistata corona, aveva
anche
soggiunto che egli avesse dovuto guardarsi da un
quivi gravida e soletta : Tal colpa à tal martirio lui condanna : Ed
anche
di Medea si fa vendetta. Dante — Inferno — Cant
o che in questa isola, Vulcano avesse una delle sue fucine. Giera era
anche
il nome di una delle Nereidi. 2140. Gierace. — Co
tà questi sacerdoti erano eunuchi. V. Ati. 2146. Gierofanzie. — Dette
anche
Gerofantrie, erano queste presso i greci le appel
oi fratelli in un cupo antro, ove regnava perpetua la notte. Gige era
anche
il nome di un pastore del re di Lidia per nome Ca
ralmente inevitabili compagni dell’età caduca. 2156. Giobate. — Detto
anche
Lobate, re della Licia — V. Bellorofonte. 2157. G
non aveva potuto far germogliare un mite seutimento d’amore. E questa
anche
l’idea seguita da Alfieri. …….. il ferro Ecco, d
. 2158. Gioja — I pagani avevano fra le loro divinità, personificata
anche
la Gioja, alla quale davano comunemente il nome d
Il paganesimo che raffigurava sotto differenti e sensibili sembianze,
anche
gli oggetti inanimati, innalzandoli sovente al po
getti inanimati, innalzandoli sovente al posto di una divinità, dette
anche
un’immagine palpabile al Giorno, considerandolo i
he il Crepuscolo è come il punto intermedio fra il Giorno e la Notte.
Anche
il Mezzogiorno veniva raffigurato sotto le sembia
. Come pure dei suoi innumerevoli soprannomi i più generalmente usati
anche
dagli scrittori dell’antichità sono : Ammone, Oli
cui avveniva la morte, aveva dato luogo a numerosi errori, e sovente
anche
ad ingiustizie. Giove allora per mettere un argin
71. Giuliani — Presso i romani l’ordine dei sacerdoti Luperci ; detti
anche
Lupercali, veniva suddiviso in tre collegi distin
ILIO — Eneide — Libro II. trad. di A. CARO. 2173. Giuna — Conosciuta
anche
sotto l’appellazione di Giuna Torquata. Così, al
riteneva che la dea andasse a bagnarvisi una volta l’anno. Si credeva
anche
che le acque di quella fonte avessero la strana p
degli abbigliamenti muliebri, e di tutti gli ornamenti, e presiedeva
anche
alla moneta per modo che veniva sovente chiamata
nità altro non erano se non delle pietre informi ; e che da principio
anche
la statua della Giunone d’Argo, era una semplice
statue delle deità pagane, raggiunsero quel grado di perfezione, che
anche
oggidì si ammira, come una prova stupenda d’arte.
cello favorito, che non si dà come attributo a nessun’altra divinità.
Anche
il papero e lo sparviere erano gli uccelli a lei
I più comuni fra i soprannomi di Giunone erano : Aerea, Argolia detta
anche
Argiva, Candrena, Citeronia, Gabia, Lacedemonia,
i quali eran sempre dedicati a qualche dio in particolare e talvolta
anche
a più d’uno di essi insieme. Vi sono anzi varì cr
dai pagani le corse, i combattimenti e gli spettacoli. Le corse dette
anche
con nome proprio giuochi equestri o curuli, consi
al Sole, dopo le consuete cerimonie religiose. I combattimenti detti
anche
giuochi agonali, consistevano nella lotta, nel pu
anfiteatro di Marte, e si facevano in onore di questo dio e talvolta
anche
di Diana. Finalmente gli spettacoli ai quali si d
i Megalesi, e poi gli Equestri, i Florali, i giuochi di Cerere detti
anche
Cereali, V. Cereali, i Giovenali, quelli del Circ
uscire dal tempio, nel quale avevano spergiurato. Presso i romani era
anche
comunissimo l’uso di giurare per gli dei e per i
lo storico Aulo Gellio dire che questa fu introdotta presso i romani
anche
nei misteri Eleusini. Le donne gioravano ordinari
on l’appellativo di acqua verginale. Al dire di Varrone, Giuturna era
anche
il nome di un’altra divinità, che i romani invoca
nome una delle cinquauta ninfe Nereidi. Al dire di Cicerone, si dava
anche
il nome di Glauce ad una terza Diana, moglie di U
pitò in mare, e dove a poca distanza s’innalzò poi un tempio e quindi
anche
un oracolo, consultato in particolar modo dai mar
oluto accondiscendere alla volontà di Perseo, questi l’avesse ucciso.
Anche
fra gli scrittori moderni, tanto italiani quanto
ui era impressa una testa della Gorgone Medusa. 2195. Gortina — Detta
anche
Cortina, città dell’isola di Creta ; famosa per g
quali biancheggiano di spuma, appena si muovono. 2199. Granea — Detta
anche
Amadriade. Fu figliuola di Ossilo, e della ninfa
nere, dea della bellezza Cupido, dio dell’amore, lo erano comunemente
anche
alle Grazie. Così avveniva pure di quelli dedicat
bisogno dell’aiuto delle Grazie per persuadere. E ciò deve ritenersi
anche
per i templi consacrati alle nove Muse, le quali
o V. Teseo, Minotauro. Coll’andare del tempo questa danza fu eseguita
anche
nella città di Delfo, dalle giovanette Ateniesi,
tto bianco. Vi sono varie cronache indiche nelle quali Har-Heri viene
anche
chiamato Sankare-Narajana. 2215. Haraopopa. — Div
va lo stesso che il dio Marte presso i greci. 2220. Higolajo. — Detto
anche
Guleo, dio della morte e della suprema felicità :
erezione dagli egiziani, i quali punivano di morte chiunque ne avesse
anche
involontariamente ucciso uno. Essi tributavano a
sconde. Vicino a terra fur l’Icarie some Tolte dal mar ch’a lui tolse
anche
il nome. Ovidio — Metamorf : Libro VIII, trad. d
agna che sorgeva nel mezzo dell’isola di Creta, e che veniva chiamata
anche
monte Giove perchè la tradizione mitologica ripet
adizione mitologica ripete che Giove vi nascesse e vi fosse allevato.
Anche
Enea ebbe, secondo la cronaca tradizionale, i suo
Omero — Riade — Libro II. Trad. di V. Monti. Un’antica cronaca dice
anche
a proposito del monte Ida, che essendo una volta
dei, quella che insegnò agli uomini un così utile ritrovato. Ida era
anche
un’altra montagna nell’Asia minore, ai piedi dell
uì nella Colchide per la famosa spedizione del Vello d’oro. Ida prese
anche
parte alla caccia del cinghiale di Calidone. Rife
ono che il sacrificio fosse consumato ; e questa opinione è seguitata
anche
da varii autori moderni, fra cui il Fénélon, nell
2243. Idotea. — Una delle ninfe Melisse, nutrici di Giove. Idotea era
anche
chiamata una delle figliuole di Proteo. 2244. Idr
hi funebri, che Giasone fece celebrare in onore di Pelia. Ificlo ebbe
anche
nome uno dei guerrieri che presero parte alla pri
onfò in lui ed egli condiscese a sacrificare la propria figliuola. Ma
anche
innanzi a questa terribile risoluzione ; sorgevan
inevra, la quale veniva dai greci adorata sotto questa denominazione.
Anche
i romani adoravano Igiea come dea della salute, c
mandarono una mano di esploratorl, comandati da Ila, ai quali dettero
anche
il carico di provvedersi di acqua per la navigazi
ce. 2261. Ilarie. — In Roma si celebravano, in onore di Cibele, detta
anche
Magna Mater, alcune pubbliche feste alle quali si
le credenze superstiziose della religione pagana. 2264. Ilio. — Detto
anche
Ilione. Il quarto re di Troja, chiamato Ilo, fece
a Polidoro, e ritrovò in lui un vendicatore. 2266. Ilissidi. — Dette
anche
Ilissiadi : soprannome che i pagani davano alle m
questa che egli si chiamasse Iulio e secondo altri Ascanio. Ilo ebbe
anche
nome quel quarto re vi Troja edificatore della fa
fratello di Ganimede e di Assaraco, e padre di Laomedonte. Ilo detto
anche
Ilio, fu finalmente un figliuolo di Ercole e dell
vuto dal morto eroe. Ma l’irreconciliabile odio di Euristeo, il quale
anche
dopo la morte di Ercole perseguitò i discendenti
quel flume che perciò erano ritenute come sacre. 2270. Imene. — Detto
anche
Imeneo. Le cronache mitologiche, ci parlano di qu
elle feste intervenivano tutte le dame ateniesi, così Imene seppe che
anche
la diletta del suo cuore si sarebbe recata alle f
quello di Eurola, per una consimile congiuntura V. Eurota. Imero era
anche
il nome di un dio dei desiderii, che i pagani pon
li erano o quelle contro i violatori dei sepolcri. 2275. Impudenza. —
Anche
di questa avevano i greci fatta una divinità e le
da inde genitus, cioè : nato nel paese. 2281. Indovinazione. — Detta
anche
divinazione. Dallo studio continuo ed accurato de
ilio — Eneide — Libro VI. trad. di A. Caro : 2285. Iniziali. — Detti
anche
Initali, dal vocabolo latino initiare, che signif
la scure. Alcuni autori ripetono, che la dea Intercidona era onorata
anche
come la protettrice delle donne gravide e che la
A somiglianza delle altre stagioni, gli antichi aveano personificato
anche
l’inverno, rappresentandolo sotto le sembianze di
ad. del Cav. Ermolao Federico. Ma la bellissima giovanetta, conservò
anche
sotto la novella sembianza tutto l’incanto delle
nvece la madre di lei avesse nome Iaso, figlinola di Triopante, detto
anche
Triopa, settimo re di Argo. Erodoto ripete invece
negli occhi, che lo sciagurato fu cieco per tutta la vita. Ippio era
anche
il soprannome particolare di Marte, il quale con
2304. Ippocampi — Nome particolare dei cavalli di Nettuno e che erano
anche
assegnati alle altre divinità del mare. Sebbene l
osciuti comunemente sotto il nome di Centauri, venivano sovente detti
anche
Ippocentauri, perchè essendo stati i primi a mont
o e che era stato imbalsamato col miele, secondo l’uso di quei tempi.
Anche
fra i padri della chiesa cattolica gioverà ricord
8. Ippodamia. — Moglie di Piritoo — V. Deidamia. Ippodamia chiamavasi
anche
la figlia del sacerdote Brise, che fu causa primi
moria di lui alcuni massi informi di legno e li adorarono, istituendo
anche
alcune feste annuali, in onore del loro morto gen
glie dette alla luce un bambino, che fu poi il famoso Orione. Irieo è
anche
il nome di un ricco greco, ricordato nelle cronac
tori che quei popoli l’ avessero in conto del loro Marte ; ma vi sono
anche
altro opinioni che dicono Irminsul essere lo stes
il suo nome di piede di Cadmo, con quello di fiume Ismeno. Ismeno era
anche
il nome del maggiore dei figli di Anfione e di Ni
sulle sue are, gran numero di piccoli maiali. 2348. Istmiei. — Detti
anche
Ismici : così venivano chiamati alcuni giuochi e
ogni tre anni, e questa usanza era per i Corinti così importante, che
anche
allorquando la loro città fu distrutta da Mummio,
si aggiunsero alcuni esercizii musicali e poetici, e da ultimo vi fu
anche
introdotta la rappresentazione di una gran caccia
ra gli oggetti sacri e lo avevano in grande venerazione. Itifallo era
anche
il soprannome particolare che gli egiziani e dopo
to da una leonessa. — V. Jadi. — Vi sono varii autori che lo chiamano
anche
Jade. 2359. Jacco. — Uno dei soprannomi di Bacco.
a dea allorquando Atteone la sorprese nel bagno. 2364. Jante. — Detta
anche
Giante, fu sposata da Ifide quando questa cangiò
ori con Giove. 2369. Jola. — Detto più comunemente Jolante e talvolta
anche
Jolao, fu figliuolo di Ificlo e nipote di Ercole,
, il quale per la grande affezione che aveva per lo zio, accondiscese
anche
in ciò a fare il voler suo. Morto Ercole, Jolao s
lle feste dette perciò Jolee. V. Jolee. Le cronache mitologiche fanno
anche
menzione di un altro congiunto di Ercole, similme
ossia giovedi, era il giorno della settimana a lui sacro. Finalmente
anche
nelle Gallie, sotto il nome di Jov, veniva venera
e genio meno potente, ma più astuto e maligno, a cui si dava talvolta
anche
il nome di Jolo-Kiamo. 2380. Kaleda. — Nella mito
anchetti e da sacrifizii in onore del dio Kaleda. 2381. Kama. — Detto
anche
Kamadeva. Gli Indiani davano questo nome al loro
atta da uno spaventoso sogghigno, e con le vesti grondanti di sangue.
Anche
fra gli scrittori dell’antichità si fa menzione d
tanica sui caratteri sessuali delle piante. 2395. Kopto. — Conosciuto
anche
sotto il nome di Cheospi, fu quel famoso re d’ Eg
ontinuata e finita la costruzione del laberinto, e vi si conservavano
anche
i cadaveri imbalsamati di que i coccodrilli, che
più grandi e valorosi capitani della Grecia. 2407. Lacturno. — Detto
anche
semplicemente Latturno : dio che presso i romani,
o di donna, che attirano i passeggieri e poi li divorano. Lamia aveva
anche
nome una famosa cortigiana d’ Atene, figlia di Cl
i le lampadi erano comunemente di terra cotta e di bronzo, e talvolta
anche
d’argento e d’oro. Oltre a queste, i pagani disti
zi alla statua di quella dea, ritenendola come inventrice delle arti.
Anche
nelle feste di Vulcano, riguardato dai pagani com
fasti mitologici per essere fratello di Priamo. 2424. Lampos. — Detto
anche
semplicemente Lampo, ossia Risplendente. Era ques
aveano nome Atteone, Filogeo, ed Eriloo, che altri scrittori chiamano
anche
Eritreo. V. Cavalli del sole. 2425. Lampsaco. — C
rono detti, dal nome della madre Lari, ed a cui varii scrittori danno
anche
il nome di Larunda. Di doppia prole incinta essa
igioso dei pagani, la importanza che essi davano agli dei Lari, detti
anche
Penati ; e che essi ritenevano come gli dei domes
ime di coloro che avevano onestamente vissuto e che perciò dimoravano
anche
dopo la morte nel seno della propria famiglia, pr
amente i pagani mettevano i loro Penati intorno al focolare, e spesso
anche
dietro l’uscio da via. Quando gli schiavi ricevev
l’ora del pranzo si facevano in loro onore delle libazioni e talvolta
anche
dei sacrifizii. Le piccole statue degli dei Penat
rgo, nella contrada di Efeso, ove Apollo, sotto il nome di Larisseo e
anche
Larisseno, aveva un magnifico tempio a lui consac
ano che ritornassero sulla terra per tormentare i vivi. Le chiamavano
anche
genii, spettri e lemuri — V. Lemuri. 2445. Lasio.
veniva solenuizzata nella città di Butite con gran pompa e splendore.
Anche
i Tripolitani ed i Galli avevano una particolar d
vano una particolar divozione per questa dea, la quale veniva adorata
anche
sotto il nome di Laona, nella contea di Borgogna,
atona come protettrice delle partorienti e si credeva che presiedesse
anche
al parto degli animali. A completare le notizie c
, per la famosa caccia della volpe di Tebe. 2468. Lemno. — Conosciuta
anche
sotto l’appellazione di Lemnos, isola del mare Eg
i fulmini per la destra vendicatrice di Giove. 2469. Lemuri. — Detti
anche
con un’appellazione complessiva larve, specie di
enti. In Roma si celebravano alcune cerimonie o feste dette Lemurie e
anche
Lemurali, il cui scopo era quello di placare code
roprie figliuole, per salvare la patria. 2474. Lepreade. — Conosciuto
anche
sotto il nome di Lepreo, fu nipote di Nettuno e f
o delle dodici fatiche, alle quali il destino avea sottoposto Ercole,
anche
l’ uccisione della terribile Idra. V. Ercole. Eur
av. Ermolao Federico 2480. Lete. — Uno dei fiumi dell’inferno detto
anche
fiume dell’ oblio, le cui acque avevano, secondo
principio alla favola allegorica di questo fiume della dimenticanza.
Anche
in Africa v’era un fiume conosciuto sotto l’appel
appresentazioni, sarebbero state atte a placare la collera degli dei.
Anche
Valerio Massimo, ricorda di un Lettisternio, cele
l critico Casauvono, che han dimostrato essere il Lettisternio in uso
anche
in Grecia. Lo stesso Pausania riferisce, in varii
uccisa a colpi di bastone sull’altare della dea Leucotoe, conosciuta
anche
col nome di Matuta V. Matuta. 2492. Lia. — Appell
idinosus. È opinione di alcuni scrittori, che la dea Libentina, detta
anche
Libertina, altro non fosse che una configurazione
a ritenuto come quello, che faceva parlare liberamente — V. Liberali.
Anche
gl’Indiani chiamavano il Sole col soprannome di L
o asserisce, che questo soprannome era imposto a Venere, la quale era
anche
la configurazione del principio della vita, come
amore, onde gli uomini si ricordassero della loro caducità. È questa
anche
l’opinione del cronista Dionigi d’ Alicarnasso. I
, nella loro superstizione, che lo sfortunato Lica avesse conservato,
anche
dopo la morte, la sua sensibilità. Questi da ter
morte ad ogni istante aspetta, E di lancia o di strale un qualcheduno
Anche
ad Achille rapirà la vita. Omero — Iliade — Libr
fu edificata per suo ordine sui monti d’ Arcadia, e vi fece innalzare
anche
un tempio in onore di Giove Liceo, al quale egli
nei quali il vincitore, riceveva in premio un’ armatura di rame. Vi è
anche
qualche autore antico che ripete, che nelle feste
nanzi alle quali si compivano i sacrifizi con gran mistero. Liceo era
anche
un soprannome del dio Pane, col quale egli aveva
spettante per diritto a Lajo. Questo Lico, che taluni autori chiamano
anche
Sico, perseguitò accanitamente la misera Antiope.
mano anche Sico, perseguitò accanitamente la misera Antiope. Lico era
anche
il nome di un compagno di Ercole che lo seguì qua
i uccidevano, ma non li perseguitavano neppure. 2521. Licora. — Detta
anche
Licoria, fu, al dire di Virgilio, una delle ninfe
d. di Dionici Strocchi. 2522. Licori. — Così, secondo Virgilio, era
anche
nominata la cortigiana Citeride, famosa per la su
inata la cortigiana Citeride, famosa per la sua bellezza. Essa veniva
anche
detta Volunnia, perchè secondo la tradizione fu l
che, fra poco, si sarebbe di nuovo recato in Delfo, onde consultare,
anche
una volta l’ oracolo, e prendere, da Apollo stess
ilio — Delle Georgiche — Libro IV trad. di Dionigi Strocchi Ligea è
anche
il nome di una delle Sirene, forse perchè le paro
testa. 2532. Limentino. — Dal latino limen, si dava la denominazione
anche
femminile di Limentina a quella divinità che pres
ci degli stagni o dei luoghi paludosi. Esse venivano sovente chiamate
anche
Linniadi. 2535. Limnatide. — Altro soprannome di
8. Limnoria. — Una delle cinquanta Nereidi. 2539. Limnoniadi. — Dette
anche
Linoniadi. Dalla parola greca λειμον che signific
Bacco, ed a cui i pagani accordavano la strana prerogativa di vedere
anche
traverso la terra. 2541. Linceo. — Figlio di Afan
rappresentano la dea sopra un carro tirato da due di quegli animali.
Anche
nei sacrifizii della dea Cibele, prendevano posto
anch’essi consacrato il fior di Loto a Venere e ad Apollo ; e si sono
anche
recentemente trovate delle statue di quelle divin
amente quello che i botanici chiamano Persea, era consacrato ad Iside
anche
in Egitto ; e forse la grande somiglianza che il
Lua. Tito Livio — Storia Romana — Libro VIII. 2559. Lucarie — Dette
anche
Lucerie, feste romane che prendevano la loro deno
invocavano Giunone Lucina. Diana, sotto l’appellazione di Lucifera, è
anche
considerata come la Luna, ed allora veniva raffig
to nelle fascie, e nella mano destra una specie di giglio. Lucina era
anche
detta Ilitia ed Olimpica, e sotto quest’ultimo no
aestra similmente, come il culto della Luna fosse sparso e conosciuto
anche
nelle Gallie, ove nella piccola isola di Sain, po
la quale prima ponevano ad ammollire nel latte. Comunemente andavano
anche
armati di uno staffile col quale battevano tutti
a di un maschio, e nell’ ottavo per le femmine : talvolta si prendeva
anche
il quinto giorno per questa cerimonia dei bambini
so degli Indù. presso i quali è un oggetto non solo di adorazione. ma
anche
di devota contemplazione. Secondo le antiche scri
di uno dei più antichi numi del paganesimo romano. 29. Caaba detta
anche
Caabah. — Nome che viene particolarmente dato dai
ato dal Greci a Bacco. per alludere che egli era stato loro padre. ed
anche
perchè era stato allevato sul monte Nisa. La magg
econda Degli eroi Nozioni preliminari. G li Eroi, chiamati
anche
Semidei o Semoni, si di evano quegli uomini, de’
chè ciò eragli stato da lui vietato, qualora non avesse seco condotto
anche
la giovine. Finalmente si recò a consultate l’ Or
no Iperenore, Pelore, Ctonio, Echione, e Udeo(c) (4). Furono chiamati
anche
Ofionj. e Draconigeni, ossia nati da un dragone (
fu chiamato Piede di Cadmo (a). Cadmo prese in moglié Ermione, detta
anche
Armonia, discendente da Marte e da Venere. Per on
Agave, Autonoe, Semele, e Ino, detta da’Greci Leucotea(b) (5). Cadmo,
anche
lontano dagli agi della paterna Reggia, poteva ch
te produssero gran copia di serpenti, i quali da di là si propagarono
anche
nelle altre parti del Mendo,(a) (6). Colà non fer
ne cangiò in sassi(a). Ovidio dice, che in quella zuffa si trovarono
anche
i due celebri Lapiti, Brotea e Orione, nati da Mi
Eeta lo inseguì, nè Giasone avrebbe potuto salvarsi da lui, se Medea
anche
in ciò nol avesse assistito. Ella, come osservò e
vicino il genitore, uccise il piccolo suo fratello, Absirto, chiamato
anche
Egialeo (a), nato al dire di Apollonio da Asteroc
ingiovinito Esone. Quelle la supplicarono di procurare lo stesso bene
anche
al loro vecchio padre. Medea promise di compiacer
Mentre Ercole si avviava a combattere la predetta fiera, si trattenne
anche
appresso Molorco, vecchio pastore di Cleone, citt
osamente desolava tutti que’ dintorni. L’Eroe lo inseguì, e sì stancò
anche
quello, che gli riuscì di legarlo, e di portarlo
Euristeo intimò ad Ercole, che lo uccidesse. L’Eroe nol fece, perchè
anche
quello era dedicato a’ Numi, e in vece lo portò v
ntenere la parola data ad Ercole(d). Dicesi, che in quella guerra sia
anche
morto un certo Calcodone, ch’erasi unito con Erco
ece(16) ; e vuolsi, che dopo d’aver eseguito ciò che doveva, lo abbia
anche
ricondotto nell’ Inferno(b). Molte altre sono le
a, uccise i pirati, restituì le giovani al loro padre, e mise a morte
anche
lo stesso Busiride(b). Altri in altro modo raccon
ovocava tutti a quel giuoco, e ne uccideva i vinti. Osò di cimentarsi
anche
con Ercole, ch’era giunto ne’di lui Stati co’ buo
chevolmente, non solo perchè ne conosceva lo straordinario valore, ma
anche
perchè avea bisogno del di lui ajuto. Quel Princi
o degli Dei (a). Ercole nelle anzidette circostanze ebbe per compagno
anche
Argeo, figlio di Licinnio. L’Eroe aveva giurato a
primo, che gli dedicò un tempio nel Circo Flaminio, ov’ erano onorate
anche
le Muse. Quel tempio fu uno de’ più frequentati s
bbiamo altrove osservato, i buoi intieri, per cui venne sopranom’nato
anche
Bufago, ossia mangiatore di buoi (c). Era nominat
sultavano, si chiamava Sonniale. Questo nome pertanto divenne proprio
anche
d’Ercole, perchè i di lui Oracoli alle volte si d
Eroe in una sola notte rendette ciascuna madre d’un figlio, ed alcune
anche
di più. Una sola di quelle ricusò d’unirsi ad Erc
de’ ribelli, privò di vita Creonte, s’impossessò del trono, e voleva
anche
distruggere tutta la famiglia d’Ercole, ma l’impr
gara, credendoli figli del predetto Euristeo. Avrebbe privato di vita
anche
Anfitrione, creduto suo padre, se il di lui figli
ceano e di Teti, o, come altri vogliono, del Sole della Terra, perchè
anche
quegli aspirava alle nozze di colei(24). Acheloo
forze, passasse nuotando all’ altra riva, e gli promise d’assicurarne
anche
alla di lui sposa il passaggio sulle sue spalle.
prima moglie, e che temeva che fosse per trattare nella stessa guisa
anche
qualsivoglia altro, che fosse per nascergli in av
e Ercole, viaggiando con Onfale, si ritirò in una grotta. Colei aveva
anche
là coperto l’Eroe de suoi vestiti, ed ella aveasi
rsi della mortifera veste. Ovunque però la tirasse, cessa traeva seco
anche
la cute. In tale misero stato vide egli Lica, il
il tristo fine, ch’ei doveva incontrare(c). Ercole aveva amato assai
anche
Fillo, figlia d’Alcimedonte Arcade, e aveala fatt
s’instituirono altre Feste, chiamate Iolee, perchè conesse si onorava
anche
Iolao, compagno di lui nel domare l’Idra di Lerna
termine delle sue conquiste (b). Queste stesse Colonne si chiamavano
anche
Porte Gadaritane (c). Ercole apparve in sogno al
so i Potizj. Esso in seguito per opera d’Appio Claudio venne affidato
anche
agli schiavi ; ma nello stesso anno turti i Potiz
a pelle di leone per assidersi a mensa. Molti fanciulli, e tra quelli
anche
Teseo, tratti dalla curiosità di vedere Ercole, e
corine (3), con cui uccideva i passeggieri(b). Colui voleva arrestare
anche
Teseo, ma questi lo uccise, e portò sempre con se
o il fiume Cefiso, sulla strada da Eleusi in Atene, Polipemone, detto
anche
Damaste e Procruste (7), faceva coricare i vianda
sse un tempio in Trozene(f). L’Eroe condusse seco fuori del Labirinto
anche
gli altri, che erano stati spediti ad incontrare
cuocere in una pentola, e lo mangiò co’suoi compagni. Ciò fu imitato
anche
in seguito nella Festa a tale oggetto instituita,
a tale oggetto instituita, e denominata Pianepsia. Allora si portava
anche
d’intorno un ramo d’ulivo, coperto di lana, che s
ebravano nel mese, detto da’Greci Boedromione (c) (20). Egli concorse
anche
alla caccia del Cinghiale di Calidone(d). La fama
tta la mensa, e tentò di rapire la sposa. Sull’ esempio di lui fecero
anche
gli altri Centauri la stessa violenza alle altre
Lapiti, che si erano opposti all’attentato di coloro. Tra quelli perì
anche
Censo, figlio di Elato(22). Teseo, per vendicare
, ne uccise molti, e ricuperò Ippodamia, che per quel motivo acquistò
anche
il nome d’ Iscomache(a). Eurito percosse a Teseo
, che l’ Eroe presso Ermione, città dell’ Istmo del Peloponneso, alzò
anche
un tempio a Venere sotto il nome di Ninfa, ossia
ssandra(12). Egli finalmente al dire d’Apollodoro prese in matrimonio
anche
Merope, figlia del fiume Sangario (a). L’anzidett
me Sangario (a). L’anzidetto Paride, di cui diffusamente ne parleremo
anche
quanto prima, allestì una flotta di venti vascell
o(a). Paride. Paride fu figliuolo di Priamo e di Ecuba. Questi
anche
prima di nascere fu conosciuto come quello, che d
ia(c). Priamo volle celebrate certi Gluochi funebri, a’quali concorse
anche
Paride, e vi rimase vincitore. Deifobo (o Ettore(
ra l’Italia. Anchise si rammentò, che lo stesso eragli stato predetto
anche
da Cassandra. Subito Enea intraprese il viaggio p
ava Turno, figlio di Dauno e di Venilia, e re de’ Rutuli. Ciò bramava
anche
Amata, sorella dell’anzidetta Venilia, e moglie d
guidati da Pallante, suo figliuolo. Poco dopo si collegarono con Enea
anche
i Tirreni sotto la condotta di Tarconte, i quali
e armi in difesa di lui. Finalmente nel decimo anno rimase vittorioso
anche
de’Trojani(21). Nel riparto, che si fece tra’Grec
i rimise in patria (a). Era pur riuscita di grave danno ad Agamenonne
anche
Astinome, soprannominata Criseide, perchè era fig
atto. Agamenonne ricusò di compiacernelo : anzi al rifiuto v’aggiunse
anche
le ingiurie, e lo fece allontanare dalla sua pres
di nome Aleso(26). Agamenonne, e il di lui fratello, Menelao, furono
anche
detti Attidi, perchè comunemente erano creduti fi
restieri, che arrivavano colà, si devono sacrificare, come si è detto
anche
altrove, alla predetta Dea. Al loro sbarco Oreste
o. Con tale ritrovato Ifigenia fuggì colla statua(5), e condusse seco
anche
Oreste e Pilade. Toante, avvertito di ciò, voleva
delle supreme Divinità. Non altrimenti fu nel medesimo luogo venerata
anche
Elena(c). Achille. Achille fu figliuolo di
oride, e nipote d’Oceano e di Teti, Dea delle acque. Questo Eroa ebbe
anche
il nome di Pitisoo, ossia salvato dal fuoco, perc
non ne avrebbono mai trionfato, qualora tra loro non si fosse trovato
anche
Achille(b). Subito pertanto si cercò di lui, nè f
Tradizione, riferita da Servio(f). Achille avea amato questa Amazone
anche
prima di azzuffarsi secolei, e ne avea avuto un f
doro, figlio di Priamo, ed Ifizione, figlio d’Otrinteo(a). Si azzuffò
anche
con Cicno, figlio di Nettuno. Il corpo di colui e
odo la vita. Nè pago d’aver superato e ucciso sì forte nemico, voleva
anche
spogliarlo delle armi, quando Nettuno trasformò C
di restituirgli, la rapita giovine, di colmarlo di doni, e di dargli
anche
in isposa la più bella delle figliuole d’Agamenno
a, la quale trovavasi in Mileto, e fu poi chiamata Achillea.(c). Andò
anche
a saccheggiare l’isola di Tenedo. Emitea, figlia
i del pari gli avvenne, mentre assediava Metimne nell’Isola di Lesbo.
Anche
quella città gli fece sì forte resistenza, ch’egl
orpo d’Ettore, oltre varj generosi doni condusse seco a supplicarnelo
anche
la sua figliuola, Polissena. Il Greco, al vederla
dell’armata Greca. Fu annoverato Achille tra’Semidei, ed ebbe tempio
anche
nella Penisola del Ponto Eusino, detta dal nome d
valore. Egli insieme con Diomede tolse a’nemici, come si è accennato
anche
altrove, il Palladio, perchè Troja senza la perdi
re quel soggiorno. Prima però che partisse, Circe, come abbiamo detto
anche
altrove, lo consigliò di discendere nell’Inferno
ra di Tiresia, il quale per singolare favore di Proserpina conservava
anche
colaggiù lo spirito profetico(a). Il Greco Eroe,
lui, quando avesse ricercato che lo sciogliessero. In tal modo evitò
anche
quel pericolo(14). Si salvò pure, allorchè trovos
uochi. Laodamante, figlio del predetto re, volle che vi fosse ammesso
anche
Ulisse, e questi vi rimase vincitore. L’Eroe fina
, e ne fu amorevolmente accolto(d). Giunse frattanto appresso di loro
anche
Telemaco, figlio di Ulisse, il quale era ritornat
istrato delle armi agli amanti di Penelope, affinchè si difendessero.
Anche
in quella circostanza Ulisse fu assistito da Mine
ettato da una burrasca sulle coste di quell’Isola, di cui ne ignorava
anche
il nome. Mancante di viveri, fu costretto a sacch
lui padre, era re di Locri. Egli alla testa di varj popoli, raccolti
anche
dalle regioni vicine all’ Eubea, andò sopra quara
ce erasi rifugiato ; e metà di quello cadendo in mare, seco vi trasse
anche
lui, e lo fece perire(a). Virgilio dice, che Mine
, e dopo d’averlo fatto servire di trastullo a’suoi nemici, lo fecero
anche
cadere vittima delle proprie mani. Egli, morto Ac
l’uso della cavalleria in tempo di guerra(c). Febe, e Talaira, detta
anche
Laira(d), Ilaira, ed Elaira, figliuole di Arsinoe
e era immortale, chiese al padre di poter communicare tale privilegio
anche
all’estinto fratello ; ch’egli ottenne ciò, che r
do uno di loro moriva, l’altro rinasceva(c). Castore e Polluce furono
anche
denominati Tindaridi, perchè la loro madre era mo
li, come a propizie Divinità(c) (6). Si tennero in grande venerazione
anche
appresso i Romani, che li riconobbero come loro D
descritta diffusamente da Dionisio d’ Alicarnasso(a) Polluce poi ebbe
anche
un tempio, dedicato a lui a lo appresso la città
rato la di lui città dalla Sange. Questo mostro, come abbiamo esposto
anche
altrove, se ne stava ne’ dintorni di Tebe, e prop
va co soli piedi ; e pervenuto alla vecchiaja, adopera oltre i piedi
anche
il bastone. Il mostro, udita tale spiegazione, si
to il suo enimma(b) (2). Edipo quindi oltre il trono di Tebe conseguì
anche
Giocasta in isposa. Da tale matrimonio nacquero d
rzio di tutti gli altri uomini(d) (5). Sofocle gli dà per conduttrice
anche
l’altra figlia, Ismene(e). Edipo fu condotto pres
lo avesse colpito con unò de’ suoi fulmini(b). Fu quindi considerato
anche
dagli uomini come un empio, che avesse provocato
desiderio, e privarono di vita non solo gli uccisori di Alcmeone, ma
anche
Fegeo, e la di lui moglie(a). , Ippomedonte(5),
Ipsipile, regina di Lenno(7), la quale stava allattando Ofelte, detto
anche
Archemoro, nato da Licurgo, re di Nemea. Le ricer
ato abbandonato ne’ campi, acciocchè divenisse esca degli animali(b).
Anche
Antigona, di lui sorella, era uscita di Tebe per
figliuolo dieci sette anni dopo fu dedicato appresso la Porta Capena.
Anche
C. Mario dopo la sua vittoria, riportata sopra i
. Quindi la Prudenza ha nella sinistra una face. Davansi a questa Dea
anche
due faccie, colle quali dimostravasi, che le azio
ar intendere che l’utile consiglio nasce non solo dall’esperienza, ma
anche
dallo studio ; e però si diede in mano a tale Div
abbiamo detto essere sacro a Minerva, Dea della sapienza. Si potrebbe
anche
dire, che siccome questo uccello, girando quà e l
se ne serve per apparire qual’è. Ha ella in mano una Pernice, perchè
anche
questo animale è fornito di sommo avvedimento, e
lto arida, tuttavia le Api pucchiano da quella il mele. Tale mostrasi
anche
il Diligente, mentre del lungo, e difficile lavor
zione. L’Emulazione è uno studio, per cui si procura d’imitare, ed
anche
superare le belle azioni altrui. Questa Virtù si
a di vicina raccolta. Ha la Speranza appresso di se un’ancora. Vedesi
anche
appoggiata ad una colonna. Talvolta tiene in mano
). L. Silla, divenuto trionfatore di tutti i suoi nemici, le instituì
anche
dei pubblici Giuochi(d). La Vittoria viene rappre
agli altri uomini ciò, ch’è dovuto a ciascuno. Questa Dea, denominata
anche
Astrea, stette sulla terra, finchè durò l’Età d’o
’Ippolito(d). Esiodo dice, che Temi è la madre non solo delle Ore, ma
anche
delle Parche. Altri le danno per figliuole Irene,
di Giove e della Necessità, ovvero dell’Oceano e della Notte. Essa fu
anche
detta Adrastia da Adrasto, che fu il primo a dedi
le buone, così punisce le cattive. Quindi la Giustizia da altri venne
anche
rappresentata con velo agli o chi, per indicare c
o in vece di una madre nomina un padre(a). Tale Tradizione fu seguita
anche
da’ pittori, che rappresentanono il predetto fatt
nchè tornano ad utile di chi primo li fece. La Beneficenza comparisce
anche
colle ali, le quali ammaestrano, che chi vuole es
a. Concordia n’è pure il caduceo. Questa Dea finalmente rappresentasi
anche
per mezzo di due mani, congiunte insieme. E quì s
hi venerate o come Deità, o come simboli di quelle. Ce lo testificano
anche
moltissimi antichi Monumenti, la maggior parte de
li Dei in ricompensa di qualche grazia ricevuta, unite insieme, erano
anche
il simbolo il più ordinario della Concordia. P
ove e di Temi. Atene le eresse delle statue, e fu la prima ad alzarle
anche
un tempio dopo la disfatta degli Spartani, ripott
e : la morte e la vita : ciò indica, che l’amicizia serbasi la stessa
anche
dopo morte, come lo era durante la vita(a). Fe
esaltata a misura ch’ essa da se si abbassa. La medesima Virtù vedesi
anche
in atto di conculcare una corona d’oro, per far c
a tale gelosia, che la ridusse a morte. Ella, come abbiamo raccontato
anche
altrove, avea regalato a Cefalo il cane Lela po,
te, indicano l’assidua cura, che ha il Geloso, d’osservare ogni atto,
anche
il più indifferente, della persona, cui egli ama.
he l’imprudenza e temerità, solite a trovarsi ne’giovani, regnano pur
anche
ne’ ladri. E’ pallido, perchè vive in continuo ti
, perchè vive in continuo timore d’essere scoperto : lo che esprimesi
anche
dalle orechie di Lepre ; animale timidissimo. Il
oni. Stringe l’arma, perchè i ladri d’ordinario sono armati per usare
anche
violenza, quando si tratta di rubare. Malignit
restante dell’ acqua, onde altri non ne bevano : lo che suole operare
anche
il Maligno. Crudeltà La Crudeltà è insaziab
eltà La Crudeltà è insaziabile desiderio e compiacenza di vedere e
anche
di effettuare, qualota se ne apra l’occasione, il
glia accesa significa, che come quel fuoco presto s’accende, e presto
anche
s’estingue ; così la Bugia presto nasce, e presto
e quello stesso che lo cibava, se avviene, ch’egli tralascii di farlo
Anche
gli Adulatori si mostrano geniali, e accarezzano
oi la cosa stessa, da cui ebbero principio. Un tal’effetto si produce
anche
dall’Invidia, giacchè essa, agitando sempre con a
e irrugginito ; perchè se il vomere non adoperato contrae la ruggine,
anche
chi vive ozioso, contrae molti vizj. Pigrizia.
, onde non diffonda sulla terra il suo splendore. Tal’ è il carattere
anche
dello Sconoscente : egli non rade volte danneggia
iacere l’essere possessore di molti beni, e si ama di farli conossere
anche
agli altri : quindi il consolante aspetto, e l’ab
che amarezza. Altri la dipingono in atto di porgere un ramo di mirto.
Anche
questo era segno d’allegrezza ; e quindi ne’ conv
a sopra instabile globo. Pausania finalmente dice, ch’ella mostravasi
anche
in atto di portare Pluto fanciullo, per far inten
. (b). Apollod. l. 3. (c). Id. Ibid. (4). Udeo si rese famoso
anche
per questo, perchè da lui discese il celebre Tire
cui acqua era sì fredda, che Tiresia per averne bevuto mori(b). Egli
anche
dopo morte ottenne da Proserpina il privilegio di
o i due fratelli. Altri dicono, ch’eglino vicendevolmente si odiavano
anche
nel seno della loro madre. Amendue si cisputarono
Met. l. 4. (6). Dal sangue di Medusa oltre il cavallo Pegaso nacque
anche
Crisaore, così detto, perchè comparve al mondo co
, di nome Frisso, e una femmina, detta Elle(h). Questi due si dissero
anche
Atamantidi(i). Non molto dopo Atamante ripudiò Ne
i figliuoli, nati ad Atamante da altra moglie(d). Ciò ebbesi a vedere
anche
quando colui la ripudiò per isposare la figlioulà
e lo Scolaste dello stesso Apollonio. Potrebbe però questo Poeta aver
anche
inteso de’ campi Flegrei della Campania, per l’am
de pericoli, e loro indiceva il modo d’evitarli(f). La stessa nave fu
anche
detta Peliaca, perchè gli altri legni, eo’ quali
ermesso di navigare con una, che ne conteneva cinquanta, detta perciò
anche
Pentecontoro, e qualificata da Teocrito per capac
, celebre indovino, nacque dalla Ninfa Clori, e da Ampico, per cui fu
anche
detto Ampicide(d).Ritornando da Colco, mori per u
scia alla stanza di Teonoe, risoluta di privarla di vita, e vi chiamò
anche
Testore in suo ajuto. A tale nome l’un l’altro si
i Clite, la quale egli fa figlia di Piasio, e Tracia di patria, varia
anche
da esso nel dire, che nulla sofferì dopo la morte
Greci per ridomandare Medea, nulla dice delle querele, che avrebbono
anche
dovuto fare, se fosse stata vera l’uccisione di A
altri la vogliono in un sito commessa, ed altri in un alro, variando
anche
fra loro nelle circostanze. Onomacrito dice, ch’e
i lasciò quella porzione di piede, per cui lo aveva afferrato. Dicesi
anche
, che questo Atleta con una sola mano arrestò in u
bari della Tracia. Ella gli partorì due figlie, cioè Cleopatra, detta
anche
Stenobea, che sposò Fineo, re di Bitinia ; e Chio
to degli amori di Borea. Il Poeta Cleante narra, che questo Vento amò
anche
una figlia d’Arcturo, di nome Clori, e la traspor
(19). Insieme con Ercole, allorchè egli andò in cerca d’Ila, si unì
anche
Polifemo Tessalo, figlio d’Elato e d’Ippea, e mar
lod. l. 2. (c). Nat. Com. Mythol. l. 7. (23). Alcuni dicono, che
anche
Megara cadde vittima del furore di Ercole(d). Apo
laustre Diction. Mythol. (24). Il fiume Acheloo avea preso ad amare
anche
la Ninfa Perimele, figlia d’Ippodamante. Questi i
u padre di Marpesa. Ida la rapì, e la fece madre, come abbiamo, detto
anche
altrove, della bella Cleopatra, che poi divenne s
nel tempio della Misericordia, erecto in Atene, sul modello del quale
anche
i Romani ne inalzarono un altro alla medesima Div
e la mandò ad Alcmena, la quale, dopo di averla insultata, ne strappò
anche
gli occhi(c). Altri dicono, che Euristeo fu uccis
(b). Id. Ibid. (c). Plutarch. in Vit. Thes. (8). Medea, fuggita
anche
da Atene, si trasferì nell’ Asia superiore, dove
bbrustolita, grondante di sangue si pose a fuggire. Secolui fuggirono
anche
Orneo, Licaba, Medonte, Taumante, Pisenore, e Mer
li Areo, Imbreo, Eurinomo ; e Licida, finirono di vivere. Era in fuga
anche
Greneo, il quale, voltatosi a guardare chi lo inc
di sangue. Uno strale, scoccato da non so chie, privò, allora di vita
anche
il bellissimo Centauro Cillaro, che aveva in mogl
uto, che appena lo avrebbono mosso due paja di buoi. Volèva Feocomete
anche
spogliarlo del tutto, ma raggiunto da Nestore, so
giovine amante della Ninfa Esperia, figlia del fiume Cebreno, per cui
anche
il Poeta dice, che Esaco morì(b). (d). Serv. in
le cressero un tempio(d). Plutarco dice, che Cassandra dopo morte fu
anche
chiamata Pasifae, perchè allora manifestava a tut
, che trucidassero tutti quegli ambasciatori. Tra i medesimi si trovò
anche
Acamante, figlio di Teseo e di Fedra. Questi in q
ll’Asia operò a difesa di Troja varie gloriose imprese. Privò di vita
anche
Antiloco, figlio di Nestore e di Euridice(a). Ovi
ito, e lo privò di vita. Per tale motivo fu costretto ad allontanarsi
anche
da Ftia, ed a ricorrere ad Acasto, re di lolco, i
lo purificò. Fu allora, che Astidamia, moglie di quel Sovrano, detta
anche
Astiadamia(b), Creteide, ed Ippolita, s’invaghì d
Garol. Ruatus in Virg. Acneid. l. 3. (3). In origine i Penati, detti
anche
Lari, non erano se non le anime de’ morti, che i
del tempo si tumulavano lungo le pubbliche vie ; però i Penati furono
anche
chiamati Viali(d). Sotto il nome di Penati si ven
i Viali(d). Sotto il nome di Penati si venerarono poi indistintamente
anche
gli altri Numi(e). Il loro sito più ordinario nel
lle case era dietro la porta, o intomo al focolare(f). Si collocavano
anche
in una Cappelletta, denominata Penetrale(g), e La
, detto da’ Latini Patella, dalla qual voce questi Dei si appellarono
anche
Patellarj(d). Essi si riponevano altresi sulle me
ono varie Feste(h). Tra queste le più celebri erano le Lararie, dette
anche
Compitali, dalla voce Latina compitum, luogo, dov
i regnò trent’anni appresso Lavinio, e vi fondò Alba Longa (d). (5).
Anche
Panto, figlio di Otreo Focese, nella notte dell’e
in quella circostanza tradirono la patria, Darete di Frigia annovera
anche
Ucalegonte (a). Omero poi (b) e Virgilio (c) ce l
ro, e sorella di Pigmalione. Fu data in matrimonio a Sicheo, chiamato
anche
Acerba (g), e Sicarba (h), figlio di Flistene, e
o, famoso Atleta, disputò il premio del Cesto a Darete ; e lo avrebbe
anche
ucciso, se Enea nol avesse assistito (b). I Giuoc
re cose aveano il loro Genio (c). Demogorgone, di cui abbiamo parlato
anche
altrove, si tenne parimenti come un Genio, che pr
lati (b). Si coronavano con foglie di platano (c). Talora comparivano
anche
sotto le sembianze di serpente (d). (b). Virg.
oglia periglioso cimento. Eurialo rimase sorpreso da’suoi nemici ; ed
anche
Niso spontaneamente diodesi in loro potere, ed of
medesimo comparve alla luce dopo la morte di suo padre, così egli fu
anche
socrannominato Postumo (d). (f). Tit. Liv. l. 1
lungo tempo portati quà e là per ignoti mari. Uno di questi ultimi fu
anche
Agapenore. Egli da una procella fu gettato sulle
tone, non contento d’essersi impadronito delle di lui spoglie, voleva
anche
recider gli il capo ; ma Ajace, figlio di Telamon
jani ; offerì delle libazioni a venti, Zefito e Botes, e loro promise
anche
de’sacrifizj, onde col loro soffio consumassero p
avento di Marte(d). Nel giuoco del disco allora moltiscimo si segnalò
anche
Polipete, figlio di Piritoo e d’Ippodamia(a). Più
erciò fortemente lo percosse(b). Ebbe finalmente l’ardire d’insultare
anche
Achille, come più diffusamente vedremo, e quegli
i di lui, lo trasferirono nella loro città. A ciò fare aveali indotti
anche
prima Sinone, figlio di Sisifo, nipote d’Autolico
re Focesi, i quali non solo annunziano la morte di Oreste, ma fingono
anche
di portarne per ordine di Strofio le ceneri racco
cò e ferì Arpalico, re d’un popolo della Tracia. Questo re ne sarebbe
anche
rimasto ucciso, se la di lui figliuola, Arpalice,
Hom. Iliad. l. 18. (c). Id. Iliad. l. 23. (3). Un simile voto fece
anche
Berenice, figlia di Tolommeo Filadelfo e di Arsin
da Nauplio in mare, e che venne raccolta, e sposata da Teutrante(e).
Anche
Igino riferisce ; che Teutrante la adottò per sua
liberato da quel nemico. Telefo alla testa de’ Misj trionfò d’Ida, ed
anche
lo uccise. Salà quindi sol trono, ed era altresì
una delle Danaidi, le quali, per essere nipoti di Belo, furono dette
anche
Belidi(d). (a). Nat. Com. Mythol. l. 9. (b).
da questo stabilito guardiano delle sue greggi(a). Oltre Eumeo eravi
anche
Filezio, altro custode delle pecore di Ulisse. Qu
. 14. (1). Pulidamante nacque la stessa notte, in cui venne al mondo
anche
Ettore, e fu dopo di lui il più valoroso difensor
Laomedonte, che divenne la di lui seconda moglie(b). Telamone n’ebbe
anche
una terza, che Sofocle(c), Pindaro(d), Diodoro Si
a). Potter. Archacol. Graec. l. 2. (1). Da Tindaró e da Leda nacque
anche
Filònoe, la quale per favore di Diana divenne imm
i Principi del vicinato di Pisa, che, superati da Enomao, ne rimasero
anche
uccisi. Cadde morto in quella circostanza anche u
a Enomao, ne rimasero anche uccisi. Cadde morto in quella circostanza
anche
un certo Cranone, a di cui onore i Tessali de nom
ire di Arpalice, bella giovine d’Argo, nata da Climeno e da Epicasta.
Anche
colei si lasciò trasportare a somigliante eccesso
Megara. Un leone allora devastava gli Stati di quel Principe, e avea
anche
ucciso il di lui figliuolo, Eurippo. Megareo prom
1). Un fatto alquanto simile a quello, che avvenne ad Edipo, successe
anche
a Crateo, nato da Minos, re dell’Isola di Creta,
irgli che entrasse nelle loro terre. V’accorse tra quella moltitudine
anche
Altemene, e vibrò un dardo, con cui senza accorge
esa vendetta, esalò lo spirito(a). Lasciò un figlio, di nome Diomede.
Anche
questi al tempo della guerra Trojana fu considera
cise Assilo, figlio di Teutrane, e al fianco di lui fece cadere morto
anche
il di lui cocchiere, Caleno, ricco abitante d’Ari
lo avesse colpito con unò de’ suoi fulmini(b). Fu quindi considerato
anche
dagli uomini come un empio, che avesse provocato
desiderio, e privarono di vita non solo gli uccisori di Alcmeone, ma
anche
Fegeo, e la di lui moglie(a). (5). Ippomedonte
a Citerea. Le Grazie anch’esse, Senza il cui riso nulla cosa è bella,
Anche
le Grazie al tribunal citate De’ novelli maestri
o e Cerere. Vi si aggiungono da molti il Caos, Saturno, Plutone detto
anche
Orco, Proserpina e Bacco cui da alcuni si dà il n
lladimeno qualche volta dalla accennata nomenclatura. Abbiamo parlato
anche
brevemente dei sacrifici che si facevano agli Dei
no e Vesta Prisca o la Terra sono gli Dei più antichi. Ad Urano si dà
anche
il nome di Cielo ; e qualcuno confonde Vesta Pris
vincitore e non contento della vittoria ottenuta sul padre lo scacciò
anche
dal cielo. Saturno si ricovrò in Italia ed ìn que
el tempo, il quale passa rapidamente e distrugge ogni cosa. Gli siodà
anche
là figura di un serpento che si morde la coda, si
figlia di Urano e della Terra, moglie e sorella di Saturno, chiamasi
anche
Ope, Vesta, la Buona Dea, la Madre degli Dei, Din
colla quale è soventi confusa. I suoi sacerdoti chiamati Coribanti ed
anche
Cureti le rendevano il culto danzando intorno all
tto, dalla madre alla crudeltà del padre ; furono dopo di lui salvati
anche
Nettuno e Plutone. Rea consegnò Giove ai Cureti o
gitto ove vissero sotto diverse forme di animali. Giove li perseguitò
anche
in quel paese, ma finì poi per riconciliarsi con
a perduta, fu secondo le favole eambiato in fiume. Giunone perseguitò
anche
Europa, Semele, Latona, Alcmena e suscitò mille t
i, Peristera aiutando Venere la rese vittoriosa. La colomba le veniva
anche
offerta nei sacrifici ; e avendo in Cipro i Ceras
cate nell’inferno, di Diana in terra e di Luna o Febea in cielo. Avea
anche
molti altri nomi secondo i luoghi ov’era particol
di frecce, ma basse tutte più di lei almeno della testa. Diana detta
anche
Delia e Cinzia dall’isola e dal monte ov’era nata
suo arco e le frecce, s’avvide che nel momento stesso gli erano state
anche
quelle involate. Dopo questo accidente, lasciato
nto a predir l’avvenire. Gli s’immolavano alle volte degli agnelli ed
anche
un toro. La palma e l’alloro erano i suoi alberi
perchè Giove nell’accordargli il dono di predir l’avvenire gli affidò
anche
la cura d’illuminare il mondo Il più celebre monu
ricevere i suoi comandi, li serviva tutti con uno zelo infaticabile,
anche
nelle cose poco lecite, ed aveva cura di tutti i
Ma ebbe ben tosto a pentirsi della sua dimanda, e mutandosegli in oro
anche
il pane ed il vino, fu costretto per non perire d
di Vulcano la più maravigliosa fu la statua di Pandera che fu da lui
anche
animata. Si racconta che gli Dei irritati nel ved
o a quello di Cocito, gittavasi com’esso nell’Acheronte. Lete diceasi
anche
il fiume dell’Oblio. Le ombre erano obbligate a b
mano tiene l’urna, dall’altra la tazza dell’oblivione. Si rappresenta
anche
coronato di papaveri e di loto. Stige è una celeb
riserbate per gli Dei spergiuri. Annoverasi tra i fiumi dell’Inferno
anche
l’Erebo figlio del Caos e della Notte, padre dell
recipitato nel Tartaro per aver prestato aiuto ai Titani. Viene preso
anche
per una parte dell’Inferno e per l’Inferno stesso
preso anche per una parte dell’Inferno e per l’Inferno stesso. Si fa
anche
marito della Notte da cui si vuele abbia avuto il
a si denominavano certi versi cantati nei funerali. A Roma si adorava
anche
Libitina come Dea dei funerali, e pare che fosse
mitologi hanno complicato le qualità e cumulate le azioni. Si faceva
anche
figlia di Giove e di Latona e sorella di Apollo.
mani armate d’unghie adunche, avide di sangue e di carnificina. Erano
anche
zoppe. Si dà loro delle alì, i capelli bianchi e
, che sovente non cessava che colla loro vita. Gli Dei le impiegarono
anche
a punire gli uomini colle malattie, le guerre e g
un’impazienza che mostra tutto il loro furore. Le Furie si chiamarono
anche
Erinni ed Eumenidi in terra ; Dire in cielo e Cag
corno in una mano e un dente di elefante in un’altra. Si rappresenta
anche
in figura d’un giovane sdraiato mollemente su di
a del benefico suo impero. Si faceva soggiornare in fine nell’Inferno
anche
Pluto figlio di Cerere e di Giasone dio delle ric
Inferno ad attignere acqua perpetuamente con un vaglio. Si chiamavano
anche
Belidi, da Belo re d’Egitto padre di Danao. Si è
avoltoi. Annoverano i poeti tra i più celebri condannati del Tartaro
anche
i Giganti o Titani che mossero guerra a Giove, il
di nominare. Oltre l’esser stato padre di Pane dicesi che fosser pur
anche
figli suoi le tre Parche, il serpente Pitone ed i
a. I loro lineamenti sono meno schifosi di quelli dei Satiri ed hanno
anche
una fisonomia di essi più allegra. Si consacrava
ni. Avendo il potere di cambiare di forma a suo piacere si riguardava
anche
come il Dio dei pensieri e dei cambiamenti. Pare
e, e stillante acqua da tutte le parti de’ suoi vestimenti ; si mette
anche
seduto nella caverna di Eolo in atto di asciugars
arono delle feste in onor suo che furono chiamate Imenee. Chiamavansi
anche
Imenei i versi che cantavansi alle nozze. Imene s
rnato di fiori con una fiaccola in mano ed un innaffiatoio ; si trova
anche
figurato con una corona di rose e di spini, un gi
pra una base, suona la tromba col viso volto verso il cielo. Si vede
anche
in atto di abbraociare un uccello, che bene spess
enza conoscerlo e quando il conobbe egli scomparve. Cupido conosciuto
anche
sotto il nome di Erote era sempre accompagnato da
a una ruota, e l’altro sospeso in aria. La ruota gira velocemente. Fu
anche
rappresentata con un sole ed una mezza luna su la
intendono i poeti di deserivere la cattiva Fortuna. Essa è conosciuta
anche
sotto il nome di Sorte. Ovunque s’innalzarono deg
rte che incontrò all’assedio di Troia per mano di Patroclo. Si fa dir
anche
a Giove che se potesse cambiare il Destino, Eaco,
na mano l’urna in cui si rinchiudono le sorti dei mortali. Si dipinge
anche
con una corona sormontata di stelle ed uno scettr
gnato che tanto potere si arrogasse Esculapio, lo fulminò, eccitatovi
anche
da Plutone che vedeva diminuirsi notabilmente il
tto fosse esattamente osservato : da alcuni si vuole che versasse pur
anche
il nettare a Giove quando era a mensa. Temi si ra
Vittoria La Vittoria fu personificata dai Greci che ne fecero
anche
una divinità. La vogliono alcuni figlia di Stige
i uccelli, è sempre vittorioso. Nemesi, le Nemese Nemesi detta
anche
Adrastea, figlia di Giove e della Notte o della N
o ossia il Po, il Ladone, l’Eveno, il Sangaro e lo Scamandro. Teti fu
anche
madre di tremila Niufe chiamate le Oxeanidi. Si f
i fan nascere da lei non solo i fiumi e le fonti, ma la maggior parte
anche
delle persone che avevano regnato o abitato sulle
i altro non fosse che una divinità puramente fisica : chiamavasi essa
anche
col greco nome che significa nutrice, perchè era
ello d’oro o di porpora cui era attaccato il suo destino e quello pur
anche
del suo impero. Informato Niso dall’ oracolo che
ati. Dedalo aveva fra i suoi allievi un nipote per nome Ascalo, noto
anche
sotto il nome di Talao, figlio di Perdice sua sor
ne gli eressero un tempio e gli offrirono dei sacrifici. Fuvvi poscia
anche
un oracolo sotto questo nome che i navigatori sol
è ne variasse il numero presso gli antichi che ne annoveravano due ed
anche
quattro. Omero dà il nome di Pasifea ad una delle
che spandono tanta dolcezza nella vita sociale, ma la liberalità pur
anche
, l’eloquenza, il senno e la prudenza. La più bell
ed in tutti gli altri luoghi della Grecia e della Tracia. Ne avevano
anche
in comune con altre divinità come Mercurio, Amore
Si rappresentavano piccole e snelle perchè le forme più delicate sono
anche
le più seducenti. Il loro atteggiamento alla danz
e erano le indivisibili compagne di Venere. Accompagnavano alle volte
anche
Mercurio e le Muse. Stanziavano per l’ordinario s
luoghi della Grecia e della Macedonia offrivansi loro dei sacrifici.
Anche
in Roma erano ad esse consacrati due templi ed un
reditati autori ch’essa sia opera o di Fidia o di Prassitele, o forse
anche
di Scopa, la cui Venere nuda, posta di contro al
rre Adone dall’Acheronte e di restituirlo a Venere. Si diede alle Ore
anche
la sprantendenza dell’educazione di Giunone ; dif
i al dissopra del capo di lei rappresentate le Ore. Ebbero l’incarico
anche
dell’educazione di Venere. Era loro cura di alles
rra e pose l’alato cavallo tra gli astri ove forma una costellazione.
Anche
Perseo se ne servì per liberare Andromeda, e per
Il capo della Medusa, comperando dell’oro dagli Africani aveva preso
anche
da loro un artefice che sapesse porlo in uso. Il
ssi, in Ninfe celesti, infernali, terrestri e delle acque. Si trovano
anche
delle Ninfe con nomi presi o dal loro paese oppur
he contribuirono all’incivilimento de’ Greci, e da Ecate, si dicevano
anche
le Ninfe di Diana, perchè quella Dea amava d’anda
rinchiudeva il palazzo degli antichi re di Siracusa. Le Naiadi dette
anche
Crenee e Pegee erano Ninfe che presiedevano alle
i quanto poteva renderne piacevole la dimora. S’aggiravano alle volte
anche
ne’ boschi, e nelle praterie sollazzavansi. Egle
rano le ninfe che presiedevano ai laghi ed agli stagni. Erano onorate
anche
sotto i nomi di Limnacidi, Limnadi, Limnee e Limn
dini delle Esperidi, vuolsi che fossero nelle Isole Esperidi chiamate
anche
dagli antichi Isole Fortunate o Atlantidi, poco d
uoco ed una salamandra. Gli antichi hanno caratterizzato la Primavera
anche
con Mercurio ; l’Estate con Apollo, l’Autunno con
o per l’ordinario con una conchiglia di mare in mano ; si metton loro
anche
delle corone di giunchi ; e ne sono stati rappres
on loro anche delle corone di giunchi ; e ne sono stati rappresentati
anche
suonando una specie di flauto o zampogna, e tenen
al muggito del lione ; che è un mostro il cui aspetto farebbe fremere
anche
un Dio ; che ha sei lunghi colli e sei teste enor
ssi delle lampade accese. In pubblico si sacrificava loro un gallo ed
anche
un porco ; le offerte che ad essi si facevano in
verna era venerata dai ladri perchè teneva occulti i loro furti ; era
anche
la dea degl’ipocriti. Libitina presiedeva alla mo
ai funerali. Vaccena o Vaccana era la dea della pigrizia ; presiedeva
anche
al riposo della gente di campagna. Marcia era la
e si recarono ad onore di portar un tal nome, il quale suolevasi dare
anche
a tutti i negozianti rinomati che andavano a scop
per le preghiere di Pallade si raddolcì allora alquanto ed acconsentì
anche
di dargli del proprio latte onde renderlo immorta
i una statura straordinaria e di una forza di corpo incredibile ; era
anche
un famoso mangiatore. Un giorno viaggiando con Il
no de’ buoi dall’aratro, lo immolò agli Dei e lo mangiò. Dovea essere
anche
gran bevitore, se si deve giudicarlo dalla grande
eniva recisa, immantinente rinasceva. Ercole la uocise, ed uccise pur
anche
il cancro marino, mandatogli da Giunone, e dal qu
Orto figlio di Echidna, ed un Dragone con sette teste. Ercole uccise
anche
questi mostri. 11.° Uccise il Drago custode del g
lori così grandi, che sembrava non dovesser più calmarsi. Ercole ferì
anche
Plutone in una spalla, nel tetro soggiorno degli
glie del leone Nemeo, ch’egli porta qualche volta sopra un braccio ed
anche
sopra la testa. Vedesi pure ma di rado con l’arco
ra, tra quali citasi il serpente Pitone, che fu poi ucciso da Apollo.
Anche
Cerambo, abitante del monte Otri in Tessaglia, si
me bassirilievi, sculture, ecc. scorgesi che esistettero pei mitologi
anche
delle Centauresse. Cadmo Cadmo principe Fe
ipii, e gli donò una lira alla quale Anfione aggiunse tre corde. Vien
anche
asserito che questo musico innalzò il primo altar
ccise con un colpo di lira, perchè lo aveva aspramente rampognato, ed
anche
contraffatto per la cattiva sua maniera di manegg
i compagni per andar in cerca di quel giovinetto da esso molto amato.
Anche
i suoi compagni non poterono consolarsi per tal p
scogli della costa d’Egitto, ma la protezione degli Dei li sottrasse
anche
a questo pericolo. Continuando il loro viaggio, s
oro la quale veniva raccolta con pelli di montoni ; locchè si pratica
anche
presentemente su le sponde del Rodano e dell’Arri
ompensa dell’accordatagli ospitalità. Alle volte si rappresenta Giano
anche
con quattro facce. Gli si dà una chiave ed un bas
loro vita, sì grande, e il loro odio tanto irreconciliabile, che durò
anche
dopo la loro morte ; e credesi d’aver osservato c
scia nel modo più magnifico che le fu possibile, lo stesso fecero pur
anche
Minerva e Venere ; e quest’ultima non dimenticò i
oste davansi dalla Pizia sacerdotessa d’Apollo. Questa Pizia chiamasi
anche
Pitonessa. I poeti però sogliono dare il nome di
bilmente e chiamava a sè le anime dei morti. Apollo aveva un Oracolo
anche
a Claro città della Ionia. Il più celebre però tr
o, come avvenne ad Alessandro, quando andò a consultare Giove Ammone.
Anche
gli antichi popoli del Nord avevano i loro Oracol
gli Oracoli quanto pei sacrifici. Nel predire il futuro si distinsero
anche
le donne, e famose in questa professione furono l
a, la Samia, la Cumana così chiamata da Cuma città dell’Eolide, detta
anche
Amaltea e Demofila, l’Ellespontica, la Frigia e l
ltre il detestabile costume in molti luoghi introdotto di sacrificare
anche
vittime umane. Ne’ Sacrifici solenni la vittima o
e di Giove era il primo, venivano poi il Marziale, il Quirinale, eco.
Anche
le mogli loro conosciute sotto il nome di Flamini
i Roma. Essi preparavano i banchetti sacrinei giorni solenni ed erano
anche
obbligati a pubblicare il giorno in cui tali banc
usavano del diritto di porli in ridicolo, di maltrattarli e talvolta
anche
pereuoterli. Gli Anuspici erano quelli che esamin
arsi aspergere coll’acqua lustrale consacrata dai sacerdoti, e spesso
anche
il lavarsi o tutto il corpo o anche le sole mani
onsacrata dai sacerdoti, e spesso anche il lavarsi o tutto il corpo o
anche
le sole mani in acqua pura. L’acqua lustrale era
rto, nell’uscirne aspergevansi con quest’acqua : si soleva servirsene
anche
per lavare il corpo. Gli Egizi, i Greci, i Romani
ceva giuoco alcuno il quale non fosse a qualche Dio in particolare ed
anche
a molti insieme dedicato. Eravi un decreto del se
rde ; e negl’Istmici di prezzemolo secco o di pino. I vincitori erano
anche
onorati spesso di pubbliche statue e nella loro p
a Verona, a Nimes ed in altri luoghi. A detti giuochi essi aggiunsero
anche
i sanguinosi spettacoli dei combattimenti delle f
Quest’è l’albero in cui secondo la favola fu trasformata Mirra detta
anche
Smirna figlia di Cencreide e di Cinira re degli A
si, esprime il potere dell’ eloquenza e della musica sugli uomini, ed
anche
l’ effetto maraviglioso che i naturali oggetti e
nata a cantare gli Dei e gli eroi, ad abbellire ogni cosa, ad animare
anche
gli oggetti materiali, ha popolato d’ esseri imma
il fulmine furono i loro Dei ; e quindi giunsero ad onorar come tali
anche
i bruti, le piante ed i sassi. 13. Poi ottennero
fatale necessità che tutto governa nel mondo ; e gli altri Dei, come
anche
lo stesso Giove, andavano a consultarlo, ma senza
assava per una divinità antica quanto il Destino. I poeti lo chiamano
anche
Urano (45), e suppongono che sposasse Titea o la
o (45), e suppongono che sposasse Titea o la Terra sua sorella, detta
anche
Vesta (43) o Cibele (40), nella qual doppia paren
in sua vece una pietra che da Saturno fu subito divorata. E ciò fece
anche
quand’ ebbe gli altri due figli Nettuno (185) e P
77) gli fu nutrice. Narrasi che le Ninfe e i Coribanti, che furon poi
anche
sacerdoti di Giove, per celar meglio a Saturno i
tempo che tutto distrugge ed all’ agricoltura che tutto riproduce. È
anche
alato, e gli sta presso un orologio a polvere, e
a (Asia minore) dove con special culto era onorata. 41. La chiamarono
anche
Tellus, dal presiedere alla terra, come Saturno a
iti distinguono tre divinità con lo stesso nome di Vesta : una, detta
anche
Terra e moglie di Celo (25), è la madre di Saturn
no ancora le zingane a vergogna di un secolo incivilito. Furono detti
anche
Coribanti o Dattili (29),14 , servendo al culto d
u re d’Atene prima di Cecrope, per le sue belle azioni aveva meritato
anche
in vita onori divini ; ma il re del cielo mal sof
lacro di Giove, gl’importuni insetti si dileguarono. In Roma fu detto
anche
Giove Statore, stator dalla parola stare, perchè
sua corte sulla cima del monte Olimpo in Tessaglia. Olimpo vuol dire
anche
cielo : (holos, intero, lámpo, io riluco, gr.) Lo
Rlicio, dal latino elicio, cavar fuori, ec. 80. Egli era poi onorato
anche
in Affrica sotto il nome di Giove Ammone, ed ecco
ome di Giove Dodoneo ; e quindi eragli specialmente sacra la quercia.
Anche
le colombe di quella foresta pronunziavano oracol
ina, e la protettrice dei matrimonj, Matrona o Pronuba ; e presiedeva
anche
ai parti pigliando allora da lux (luce) il nome d
a anche ai parti pigliando allora da lux (luce) il nome di Lucina. Fu
anche
detla Moneta da moneo, per cagione dei salutari a
e. Secondo alcuni poeti Lucina è la stessa che Diana o la Luna (137).
Anche
il papavero e la melagrana venivano offerti a Giu
ai sacerdoti ; e le immolavano più comunemente un’agnella. Fu adorata
anche
in Egitto sotto la forma di una vacca o di una do
, in modo che Giacinto ne restò colpito ed ucciso. Lo Dio, sventurato
anche
nell’amicizia, trasformò l’estinto giovinetto in
ia, e gli ottenne da Giove l’immortalità, ma non pensò ad implorargli
anche
il privilegio d’una perpetua giovinezza ; sicchè
i giovinetti dedicavano ad Apollo la loro chioma. Era molto venerato
anche
a Cirra città della Focide, a piè del Parnaso. Av
virtù, solo tesoro cui nè tempo nè fortuna possono far perire. Laonde
anche
Solone ricusò il ricco dono, inviandolo a Chilone
i abitava il Parnaso, l’Elicona in Beozia, ed il Pindo. Il Parnaso ha
anche
il nome di monte sacro, e sacra è pur detta la va
ece con un calcio scaturir dalla terra. Alle falde dell’Elicona v’era
anche
la tomba d’Orfeo (469). 124. Pegaso o Pegaseo era
ad. c. i.). Così il poveretto pagò il fio della sua presunzione. 126.
Anche
Pane (294) aveva osato sfidare Apollo, e andava s
oglion produrre sì i giorni che le notti. Quindi il cigno si riferiva
anche
alla tenera armonia con la quale supponevasi che
oteva appena abbracciare il dito pollice del colosso, e un bastimento
anche
dei più grandi gli passava tra le gambe a vele sp
cattivi incontri nelle tenebre. In più solenni occasioni le facevano
anche
un sacrifizio di cento bovi, chiamato Ecatombe, p
ispalla, un cane al fianco e l’arco in mano ; e i poeti la dipingono
anche
sopra un carro tirato da cerve o da cervi bianchi
Cinzia versa placido dal carro Di madreperla. Foscolo. Le Grazie.
Anche
qui ci varremo delle parole d’Annibal Caro (117,
a più solenne, nel mese di febbraio ; dei quali Baccanali conserviamo
anche
noi la memoria nelle stravaganze del Carnevale. S
ei Persiani ; tal altra è in un carro tirato da tigri o da pantere od
anche
da Centauri (430). 158. Era immolata a Bacco la
esto parallelo a solo oggetto di ricordare una ipotesi degli eruditi.
Anche
Bacco ebbe più nomi ed in Grecia ed in Roma, tra
ati ; quindi il caduceo fu simbolo della concordia e dell’astuzia, od
anche
della pace di cui molto si giova il commercio. 16
inferno le anime degli estinti. 165. Ma pretendono che Mercurio fosse
anche
il Nume dei ladri, forse per avvertire gli uomini
ardinghi, non già per proteggere quel malvagi, tanto più che vigilava
anche
la sicurezza delle strade pubbliche. Fatto sta ch
è una bizzarra allegoria della prontezza con la quale Mercurio seppe
anche
da giovinetto cattivarsi l’animo di tutti, e dive
nzj per l’età ventura ; E tuoni a manca in testimonio il cielo. 175.
Anche
le tre Grazie, Aglaia (aglaos, bello, gr.) Talia
atura vince gli studiati adornamenti dell’arte. Ma talora appariscono
anche
ricoperte di leggero velo, forse per la sentenza
i non aprirla : tu non hai bisogno d’esser più bella. » Psiche obbedì
anche
a questo comando ; ma non potè vincere la sua cur
rata nella mitologica Psiche l’anima immortale ; il che può rilevarsi
anche
dalla etimologia del suo nome : onde i filosofi h
a di Cipro, ove la città e la montagna Idalia eranle sacre ; ed aveva
anche
il nome di Citerea, perchè, appena formata dalla
erchè univa la modestia alla beltà che senza essa non è pregevole. Fu
anche
figurata col pomo della bellezza in una mano ed u
deve sempre tener custodita dall’ onestà la bellezza. Infine appariva
anche
sopra un carro d’avorio tratto dai cigni. Le Graz
i in sugli alberi strani. (Dante, Inf. c. XIII.) Virgilio ci fa nota
anche
la patria di questi mostri : Strofadi grecamente
amate Ninfe (313) e rappresentate da tante vezzose fanciullette. 194.
Anche
i Fiumi eran tenuti per figliuoli dell’Oceano e d
one, or leopardo, or cinghiale, e talvolta si trasformava in acqua ed
anche
in fuoco ; dimodochè, per astringerlo a risponder
Gli Alcioni sono uccelli marini, i quali fanno i loro nidi sulle onde
anche
in mezzo ai rigori dell’inverno. E in questo temp
pparire di sotto terra percotendola col tridente. Quindi era chiamato
anche
Ippio ossia equestre ; e Ippodromio, cioè, presid
l fiume o la palude Stige (221), posta nell’Arcadia. Ma fingevano che
anche
in Italia e segnatamente nella Campania presso il
pi Elisi essere nella Luna, altri nelle isole Canarie o Fortunate, od
anche
in vicinanza delle colonne d’Ercole nelle fertili
Talora significa una parte o tutto l’inferno. 224. Il Lete, chiamato
anche
fiume dell’Oblio, « là dove vanno l’anime a lavar
ani ponevano un obolo nella bocca dei morti ; e ne sono stati trovati
anche
sotto la lingua di parecchie mummie. Quindi alle
e avevano preposte a tormentare le anime dei perversi, le destinavano
anche
a gastigare gli uomini in vita con tutti i flagel
alla vita e alla morte, ossia le Parche, figlie di Giove e di Temi od
anche
della Notte, e secondo altri della Necessità ; ed
orno della luce ; e come madre delle Furie le immolavano pècore nere.
Anche
di questa divinità immagina più compiuta pittura
si trasmuti in diverse cose insensate ; e questo si può rappresentare
anche
con le parole di Ovidio, parte di sasso, parte d’
ortali, Fobetore, e Fantaso (phantasia, immaginazione gr.) conosciuto
anche
sotto il nome d’ incubo o di fantasima, d’orrido
el cielo, e lo fe’ sedere alla mensa degli Dei. Spesso il colpevole è
anche
ingrato ; ed Issione si diportò tanto male da cor
mese dell’anno, che serba sempre il nome di Febbraio, e lo chiamarono
anche
Summanus, o sovrano dei Mani (243). A meglio d
. A meglio dipingere la immagine di questo re infernale ricordiamo
anche
la bellissima ottava del Tasso : Orrida maestà n
le ricchezze si ricavan dal seno della terra che è il loro soggiorno.
Anche
dai genitori che gli vengono attribuiti si può in
vi. Ma vuolsi avvertire che a questi comunica insieme coi ricchi doni
anche
la propria cecità che gl’induce ad usarne male ;
conducemi Apollo, » dice Dante ; nondimeno ambedue questi nomi, come
anche
quello di Atenea in Atene, le venivano dati indif
fate, di sorelle d’Apollo e di Dee della sacra valle ; e son chiamate
anche
le nove sorelle, e le Figlie della Memoria. Apoll
ne del creato. La musa dell’astronomia doveva naturalmente presiedere
anche
alle matematiche ; perciò il Monti nella Maschero
i filosofi, distrusse le biblioteche, e chiuse le pubbliche scuole. —
Anche
le nove figlie di Pierio, dette le Pieridi, pagar
ti dell’antico e del moderno Parnaso ; e solo gioverà riflettere, che
anche
i grandi ingegni della Cristianità hanno adoperat
auti (452). 290. Ma non si contentò di saper guarire i malati ; volle
anche
tentare di render la vita agli estinti, e ne venn
mani od in seno una grossa biscia. È noto che il serpente fu adorato
anche
dagli Ebrei nel deserto, e che è uno dei simboli
erto, e che è uno dei simboli dell’immortalità. Esculapio ebbe tempio
anche
nell’isola di Coo (una delle isole dell’Arcipelag
opolo erbe o semplici per curare ogni specie di malattie. Fu chiamata
anche
Fatua o Fatuella quand’era animata da ispirazione
ono in mano un ramo di pino. Le feste Lupercali (296) erano celebrate
anche
in onor suo. 303. Il nome di Silvani, appartenent
o profittevole all’agricoltura ed alla salubrità delle dimore. Benchè
anche
i Greci onorassero sommamente le arti agricole, t
fosse istituito il culto da Numa a fine di porre un freno, che fosse
anche
più efficace delle leggi, alla cupidigia dei limi
’olivo e di ramerino, il cui odore disinfetta le stalle. Vi portavano
anche
gran numero di fragorosi istrumenti, come tamburi
vinità di origine etrusca, adottate poi dai Romani, i quali adoravano
anche
Feronia, altra ministra della Primavera, e prepos
nendo nondimeno che avessero lunghissima vita. Alcuni autori indicano
anche
il numero degli anni, e ne attribuiscon loro nove
a favola narra che morivano e nascevano con le querci ; quindi ebbero
anche
il nome di Querculane. 320. La più celebre fra l
l’effigie di Vesta, e ’l fuoco eterno. Ed Anchise (176), conosciuta
anche
per celesti annunzi ormai inevitabile la ruina di
i luogo, avevano il loro genio tutelare. 330. Era dunque naturale che
anche
ogni uomo avesse il suo Genio, la ispirazione gen
passioni sfrenate, e recava a piene mani pampani e grappoli d’uva, od
anche
la cornucopia, perchè la vita innocente e le buon
erchè la vita innocente e le buone azioni sono feconde di molti beni.
Anche
le foglie del platano gli servivano.di corona. Ma
e la necessità di lavorare ; ed è la stessa cosa che Pandora (72), ed
anche
la Natura medesima, vale a dire il concorso fortu
pena morto, la trasferivano in quello del suo successore. L’adoravano
anche
sotto i titoli di Conservatrice, Nutrice (mammosa
te. Nemesi. 333. Nemesi (némesis, indignazione, gr.) chiamata
anche
Adrastea o Adrastia (adran, essere inevitabile, o
il contegno franco ; ma facilmente le si scorgono scolpiti nel volto
anche
i terrori della minaccia inesorabile. Una corona
feste Nemesie, solennità funebre, perchè credevano ch’ella pigliasse
anche
a proteggere i morti e vendicasse le ingiurie fat
l capo De’ mortali cammina, e lo perturba ; E a ben altri pur nocque.
Anche
allo stesso Degli uomini e de’ numi arbitro Giove
lazione non è più severo avvertimento ai giudici corruttibili. Spesso
anche
si vede appoggiata ad un leone, simbolo della for
e andò a ricovrarsi nelle campagne ; ma poichè l’innocenza fu bandita
anche
dai luoghi più alpestri, non le rimase altro asil
340. La vera poesia, degna encomiatrice del merito, ha fatto Dea
anche
la Fama « Che trae l’uom del sepolcro, e in vita
uore ! L’amicizia. 351, 2°. I Greci onoravano di culto divino
anche
l’Amicizia, che davvero lo meritava, e la chiamav
del quale godiamo nel nostro inverno. Felici coloro che lo posseggono
anche
prematuro ! La statua dell’Amicizia aveva inoltre
Orfeo, Cadmo, ec. Queste divinità dimoravano sulla terra, e son dette
anche
Semidei. Perseo. 353. Perseo era figlio d
suoi greggi da un cane con due teste, e da un drago con sette. Dicono
anche
di lui che facesse nutrire i suoi bovi con la car
venturati, liberando gli uomini dalle calamità da cui erano oppressi.
Anche
Prometeo (70) andò a lui debitore della libertà,
ise, e bruciò le sue ossa, facendone un sacrifizio a Giove (63). 411.
Anche
Procuste, il quale commetteva crudeltà orrende ne
e di Minosse, lo fece perire soffocato in una stufa. 424. Dedalo ebbe
anche
fama di esimio scultore ; ed a lui stesso furono
ave, quantunque non manchi fondamento a supporre che l’ ingegno umano
anche
in quei tempi avesse fatto invenzioni, delle qual
dalo l’ odiosità di quest’ azione indegnissima, possiamo supporre che
anche
Acalo, volendo emulare lo zio in qualche ardito s
nostante i poeti sogliono chiamare Tindaridi ambedue i maschi. Ebbero
anche
il nome di Dioscuri, da diòs, di Giove, e kouros,
459. Aggiungono che Medea tentasse dipoi d’ involgere nelle sue frodi
anche
Teseo (406) erede del trono d’ Atene ; ma scopert
lauco re di Corinto, e d’ Epimede, figlia di Sisifo. Quest’ eroe ebbe
anche
il soprannome d’ Ipponoo, per indicare ch’ egli e
gioia al vedere uscir fuori da quelle vittime una moltitudine d’api,
anche
maggiore di quelle che aveva perdute. Quindi spos
o reca fino al capo Tenaro in Laconia, di dove Arione passò a Corinto
anche
prima che vi giungessero i suoi nocchieri. Perian
Essa gli s’accostò per ammirare la bellezza dell’animale, e s’azzardò
anche
a montarvi sopra. Allora Giove scappò verso il ma
sto re, spedì Paride suo figlio a riprendere Esione. Paride, chiamato
anche
Alessandro, nell’andare a Salamina si fermò alla
Elena sotto le mura di Troja. 519. Questa guerra divise in due parti
anche
i Numi ; nè Giove (63) seppe impedire uno scandal
Venere (170) protesse sempre i suoi diletti Trojani, e talora trasse
anche
Giove nel suo partito. Gli stessi due fiumi della
tra accorsa in difesa del tiranno, ebbe la sventura di ferire a morte
anche
lei. 534. Fino dal momento che Oreste ebbe commes
a una lunga schiera di ninfe per andare a piangere sulla sua spoglia.
Anche
le nove Muse (274) amaramente lo piansero, e l’or
o spazio fondò la città di Cartagine, che per tal cagione fu chiamata
anche
Birsa, cioè a dire, pelle di bove. 612. Le sventu
Bauci. 621. Filemone, povero vecchiarello, aveva per moglie Bauci
anche
più vecchia di lui. Giove (63) e Mercurio (160) v
veva avuto due figliuoli soltanto, Apollo (96) e Diana (137) ; ed osò
anche
impedire il culto che le rendevano, argomentandos
nto, non potè moderare l’eccesso della sua disperazione, e si uccise.
Anche
questo lacrimevole fatto è stato argomento di bei
desima verga, riebbe subito la primiera sua forma. Di lui fa menzione
anche
Dante nel XX dell’Inferno, e tocca varie altre co
chi genitori, la nazione tutta li accoglieva sotto la sua tutela ; ed
anche
senza tale estremo bisogno, la patria adottava i
ne che ne vien fatta da Barthelemy, nel viaggio d’Anacarsi, dove sono
anche
notati alcuni de’ più celebri tra gli olimpici er
di un vincitore olimpico a dichiararsi cittadino di Siracusa, perchè
anche
quella città partecipasse di tanta gloria ; ma il
eso, e dovè soccombere sotto la ruina. Questi giuochi dettero origine
anche
al seguente fatto, che può dare un cenno dei cost
to d’onor non coglie Virtù che rischio teme. Ah ! che di folle errore
Anche
il saggio talor giuoco divenne, Se cieca rabbia s
oro riunione ; ovvero da Pelope figlio di Tantalo ; e v’è memoria che
anche
Atreo gli istituisse verso l’anno 1250 avanti l’è
di Centauro (430) in atto di scagliare una freccia ; lo che potrebbe
anche
denotare la violenza del freddo e la rapidità dei
ussero Anfitrite (188) a Nettuno (185). Le stagioni. 688, 2°.
Anche
le stagioni furono onorate con templi, statue ed
ione dei costumi contaminò con vana pompa e con bugiarda ostentazione
anche
la cerimonia dei funerali. Peggio fu poi quando a
tà pei defunti. Ei parla dell’uomo dopo la morte : Non vive ei forse
anche
sotterra, quando Gli sarà muta l’armonia del gior
691. Tanta era la venerazione pei morti appo i Greci che in un duello
anche
i più acerbi nemici ponevano per prima condizione
e chiamò con dolorosi Gridi l’amico : Addio, Patroclo, addio Ne’regni
anche
di Pluto : Ecco adempite Le mie promesse. …………………
la prima parola che udivano, era presa per la risposta del Nume. 704.
Anche
gli Egiziani istituirono annue feste in onore d’O
orale, e nella destra uno staffile a tre corde per indicare ch’egli è
anche
onorato come il sole, al quale è attribuito quell
ltra. Il suo culto fu sempre associato a quello d’Iside e d’ Osiride.
Anche
Serapide è una delle principali divinità egiziane
e i servigi da lei resi alla navigazione, essendochè le fu attribuita
anche
l’invenzione della vela. Ogni anno nella primaver
Egiziani accordarono onori divini non solamente al bue Api (703), ma
anche
a varii altri animali, cioè, il cane, il gatto, i
. 729. Immolavano a questo Dio cani e cavalli, ed in tempi calamitosi
anche
vittime umane. 730. Eso, divinità di gran conto p
’immolavano vittime egualmente che agli altri. 733. I Galli adoravano
anche
un gran numero di Dei tolti dai Greci, vale a dir
ario oggetto della venerazione dei Galli. Era essa il loro tempio, ed
anche
lo stesso Nume, poichè, come dicemmo parlando di
736. I Druidi non erano solamente ministri di religione, ma tenevano
anche
le redini del governo temporale, formando una cor
o, ed era profanazione il lavorarne la terra. Quindi per impedire che
anche
a’tempi lontani quei campi servissero a qualche u
rchè padre degli Dei e degli uomini al pari del Giove dei Greci. Ebbe
anche
il nome di Padre delle battaglie, perchè adottava
uoli tutti coloro che rimanevano uccisi combattendo ; e così fu preso
anche
pel Marte degli Scandinavi. 740. Nei primi tem
er dimostrar l’orrore svegliato da quest’essere malvagio. Conoscevano
anche
i buoni Genii che chiamavan Huecas, e come tali t
n quattro persone, Padre, Figlio, la Madre e il Sole. Il padre, detto
anche
Grande Spirito e Kici-Manitù, è il principio del
cesa impossibilo e vana, e troverebbo infinita varietà negli sutori.
Anche
modernamente sogliamo esprimerei per figure o per
questo nome comprendono Castore e Polluce (441) ossia i Dioscuri, ed
anche
gli Dei Penali (525). I Cabiri in aoslanza aono d
volgimenti cho possono aver dato origine non solo a questa favola, ma
anche
a quella della caduta di Vulcano supra la terra (
s) che ne esalava si posero a sallaro ed a belare straordinariamente.
Anche
il paslore appena a’accoslò alla grotta fu preso
Musa che cauta d’ Amore. 35. Altri, oarrano che Venere si raccomandò
anche
ad Apollo perchè le insegnasse una via a mederare
liero i folli saltatori ed a soccorrerli. Con l’ander del tempo avani
anche
la voglia di fare il salto boncho meno pericoloso
Virg., En, lib. III. 39. I moderni fisici suppongono, e ne traggono
anche
conferma dalle parole di Plinio, che gli avvallam
l’omicidia, il libertinaggio, l’irreligione e la pigrizia ; o gli era
anche
atlidata la custodia delle leggi o l’amminiatrazi
odiosi inni seppe sedare le discordie civili di Lacedemone. Fu patria
anche
del poeta Alceo e della poetessa Saffo. 92. Era
idava tanto nella sua forza che andava dicendo di voler prendere Tebe
anche
a dispetto di Giove e di tutti gli altri Dei. Ave
e salverle, e che le vide morire in poche ore. Quando poi le recarono
anche
i esdaveri dei figliuoli, cadde svenuta, ma non p
nali regioni, oltre ad esser prive della luce del Sole, erano orrende
anche
al guardo del Cielo (Iliade, xx), cioè facevano o
orrende anche al guardo del Cielo (Iliade, xx), cioè facevano orrore
anche
agli Dei. Benchè Plutone avesse il titolo di re d
i dannati. Era inoltre al pari degli altri Dei sottoposto al Fato, ed
anche
al suo maggiore e più potente fratello Giove. Si
potesse ; e perciò si trova chiamata dai poeti la crudel Proserpina.
Anche
Plutone aveva altri nomi ; e in principio chiamav
42. La parola Orco fu adoprata dai poeti romanzeschi, e tra gli altri
anche
dall’Ariosto, per significare un mostro immaginar
lla Divina Commedia, come apparisce dai versi che ne cito in nota246.
Anche
Michelangelo ha rappresentato le Parche in queste
udici dell’Inferno e del Sonno, non solo i poeti greci e i latini, ma
anche
gl’italiani ci presentano singolari fantasie, che
Greci chiamate Erinni, nome adottato dai poeti latini, e che trovasi
anche
in Dante ; ed erano tre : Megera, Tisifone ed Ale
aboli significanti odiosa, punitrice delle stragi ed inquieta. Ebbero
anche
il titolo di Eumenidi, che vorrebbe dire benevole
del Sonno, ma quasi tutti i poeti parlano del Sonno e dei Sogni ; ed
anche
Dante racconta diversi sogni ch’egli ebbe nel suo
ere scoperto qualche cosa di nuovo, e non la nasconde al lettore ; ed
anche
i pittori si sbizzarriscono a rappresentare il So
coda tante volte « Quantunque gradi vuol che giù sia messa250. » V’è
anche
« ….. Pluto con la voce chioccia, che parla un
hiamate, come nella Mitologia, Megera, Tisifone ed Aletto, e ricevono
anche
il greco nome comune a tutte di Erinni o Erine.
a sacro di Dante non poteva trovar posto come re dell’Inferno, perchè
anche
questo dipende dal re dell’Universo che in tutte
go, cioè quando dovrà parlarsene nel corso regolare della Mitologia.
Anche
gli scienziati adottarono alcune denominazioni de
rrida divinità infernale Ecate per darlo al 100° pianeta telescopico.
Anche
il can Cerbero ha ricevuto l’onore dagli astronom
overemo un caso simile in una delle denominazioni delle Furie. 245.
Anche
i poeti latini trovarono più poetiche le Parche c
Plutone, secondo i più antichi mitologi. Se ne può citare a conferma
anche
il seguente epigramma attribuito al Machiavello :
Muse, ma altresì l’alto ingegno che lo aiuti122. Abbiamo in proverbio
anche
in italiano che Musica e Poesia nacquer sorelle ;
ol suono degli strumenti ; anzi spesso vi si univa contemporaneamente
anche
il ballo, e non solo fra gli idolatri, ma pur anc
omento matematico. Oltre i preaccennati nomi proprii, avevano le Muse
anche
degli appellativi comuni a tutte loro, derivati d
ha intredotto, nel suo Carme I Sepolcri, uno dei più rari a trovarsi
anche
nelle lingue dotte, quello cioè di Pimplèe, dato
fu ; ma or con ambedue « M’è d’uopo entrar nell’arringo rimaso128.
Anche
il Tasso ha usato il nome del monte Parnaso figur
nspirazione ; e Dante (per quanto io mi ricordi), non l’ha mai usato.
Anche
il Tasso preferisce la parola furore, come allorq
olassero via. Pireneo acciecato dal furore, pretendendo di inseguirle
anche
per aria, precipitò da quell’altezza e rimase mor
aravigliosamente il paradiso dell’arte loro, e attribuito al loro Dio
anche
la facoltà di prevedere e vaticinare il futuro. D
coli e degli Augurii. Ora però è a dirsi che i poeti hanno attribuito
anche
a sè stessi in gran parte questa facoltà di presa
er vivere, e divenne pastore delle greggie di Admeto re di Tessaglia.
Anche
in questo placido ufficio ebbe a soffrir disgrazi
empre cinta la fronte ; e i poeti subito lo imitarono, e dopo i poeti
anche
i generali trionfanti e tutti gl’ imperatori, anc
tristi effetti ebbe per Apollo la morte del giovinetto Giacinto. Era
anche
questo un di quei pastorelli amici o dipendenti d
col suo ingegno avesse trovato il modo di esser tranquillo e contento
anche
nell’esilio, spinse con tutto il suo fiato contro
ngiò nel fiore che porta lo stesso nome del giovinetto134. Invenzione
anche
questa dello stesso genere delle precedenti. Ma i
« O Muse, o alto Ingegno, or mi aiutate. » (Inf., ii, 7.) 123.
Anche
Dante rammenta il fatto biblico, che il re David,
e dispensiera di allegrezza ; Terpsicore danzatrice ; Urania celeste.
Anche
il loro nome comune di Muse alcuni mitologi lo fa
131. Vaticinari in latino è lo stesso che fata canere, frase usata
anche
da Orazio nell’ Ode 15 del lib. i, ut caneret fer
rma corporea, che certamente debbono apparire strani e irrazionali ed
anche
impossibili in una Divinità, e tanto più in un fi
pietosi. » (Iliade, i.) Ma o prima o poi che l’infortunio accadesse,
anche
Omero chiama Vulcano l’inclito zoppo, e come zopp
ulcano l’inclito zoppo, e come zoppo Vulcano è conosciuto questo Nume
anche
dal nostro volgo ; e la fama dei suoi esterni dif
oni proprie soltanto degli esseri animati (e quel che è più, mirabile
anche
delle persone che ragionano ed hanno studiato una
mi di Leonardo da Vinci, e specialmente il famoso leone, di cui parla
anche
il Vasari, le teste parlanti dell’abate Mical, il
presente secolo, oltre il giuocatore di scacchi rammentato di sopra,
anche
il calcolatore aritmetico di Babbage. Ma questi s
comodo si moltiplicheranno sempre gli orologi ; e si può asserire che
anche
i girarrosti a macchina son più utili degli autom
ne matematica e per trasmettere i concetti e i desiderii degli uomini
anche
agli antipodi colla velocità del lampo. Sentiamo
ni, nè dagl’italiani ; ma il termine di Vulcano è usato figuratamente
anche
in prosa in ambedue queste lingue. Nelle scienze
ecc., e vulcaniche queste eruzioni, e vulcaniche le materie eruttate.
Anche
i geologi seguaci della scuola di Hutton194, che
ogia, e Vulcanologia la storia e la teoria dei Vulcani. Aveva Vulcano
anche
un altro nome in latino. Si chiamava Mulciber (a
forme e vi versa il metallo fuso e liquefatto dal fuoco. Gli si dava
anche
il titolo di Lemnio, derivato dall’isola di Lemno
el portare l’errore sino alle ultime conseguenze ! Chi si ricorda che
anche
Vesta giovane era considerata come Dea del fuoco,
e parole greche che significano spontaneo movimento, o come direbbesi
anche
più precisamente con vocabolo derivato dal latino
isici sulle proprietà dell’ ambra gialla, facendo notare del pari che
anche
altre sostanze potevano acquistare, mediante lo s
e su questo gran fatto, abbiamo, in questa seconda edizione, aggiunto
anche
, a guisa d’appendice, i seguenti discorsi cavati
ne attinsero un raffinamento di corruzione, di lusso e di crudeltà.
Anche
i più insigni personaggi che fecero sì splendido
ori introdusse l’apoteosi, colla quale vennero annoverati tra gli Dei
anche
i più scellerati mostri che sedettero sul trono i
dei padri che riputavano domestiche divinità, dovettero arder incensi
anche
ai più atroci tiranni ; e come sacrileghi e rei d
un’arcana virtù celestc, scaturita dalla croce, comincia a commuovere
anche
questi feroci. Vinti dall’esempio di nazioni inti
è biasimato, si gloria ; se è accusato, non si difende ; interrogato,
anche
alle volte spontaneamente confessa ; condannato,
re in chiaro che alcuno avesse divorato cento infanti ! Ma certamente
anche
il cercare a nostro danno è proibito. Imperciocch
sti fino al morire, per questa ingiuria come vi è corrisposto, quando
anche
una sola notte con poche facelle potrebbe aprir l
abbiamo lasciato i templi. A qual guerra non saremmo idonei e pronti,
anche
ineguali di numero, noi che tanto volentieri ci l
antilene, innalziamo la speranza, stabiliamo la fudicia, e nondimeno,
anche
con reiterati ricordi, inculchiamo la dottrina de
ie…. Che maraviglia, se con tanta carità da noi si fanno de’conviti ?
Anche
le nostre povere cene, oltre ad averle infamate p
spende per la pietà : poichè certamente con questo sollievo ajutiamo
anche
i mendichi, non per la vanagloria di renderci sch
uomini liberi, come appresso di voi succede, arrolandosi i parassiti
anche
a ricevere ingiurie per ingrassare il ventre, ma
lberghi e mercati, e senza gli altri commerci bisognevoli. Navighiamo
anche
noi in vostro compagnia, militiamo e coltiviamo,
de’quali viviamo. Ma, se non frequento le tue cerimonie, contuttociò
anche
in quel giorno son uomo. Non mi bagno avanti gior
nze obliate e perdute ! E in quale stato d’infanzia non si troverebbe
anche
ai dì nostri la società ! Come il Cristianesimo h
raccogliendo i resti della civiltà e delle arti, così avrebbe salvato
anche
il mondo romano dalla sua propria corruzione, se
fece manifesto liberando da questi mali medesimi le società moderne.
Anche
l’eccesso delle prime austerità dei Cristiani era
ore del mondo nel senso materiale, come si dice nel senso spirituale.
Anche
umanamente parlando, il suo passaggio sopra la te
salute, e intirizziva pel freddo e impallidiva come i morti, i quali,
anche
secondo l’uso dei Cristiani, si lavavano. 155. U
i erudizione per l’intelligenza degli antichi poeti, e scevra di ogni
anche
menoma espressione contraria all’ onestà de’ cost
eguire l’intento, atteso che quel libro può porsi senza timore alcuno
anche
nelle mani delle più modeste giovanette. Quella M
perchè quel Nume erasi quivi occultato. Or la moglie di Satùrno avea
anche
partorito Nettùno, e poscia Plutòne, i quali furo
agni del principe che per la campagna il cercavano, furono dalla Maga
anche
cangiati in orribili forme di fiere. Ma Canènte f
si reputava egli una divinità avida di sangue e crudele. Satùrno era
anche
Dio dell’agricoltura ; chiamavasi il custode dell
col racconto di Mosè sulla creazione dell’uomo e della donna, il vede
anche
un fanciullo mezzanamente istruito nolla storia s
ltea che allattò Giove ; o quella del mostro Egis, ucciso da Minerva.
Anche
gli altri Dei adoperavano l’Egida nelle battaglie
pedone-Radamànto. Vengono in iscena tre altri figliuoli di Giove,
anche
di grandissima celebrità, di cui ecco la favolosa
che i Cretesi adorarono col nome di Giove, e che in quell’isola avea
anche
la sua tomba. Celebre nelle favole è la guerra ch
valentissimo, li vinceva e vinti li facevá morire. Osò egli provocare
anche
gli Argonauti ; percui fattosi avanti Polluce, lo
bandonato. Ammone chiamavasi Giove dagli antichi Egiziani(4) ; percui
anche
i Greci gli dicdero un tal soprannome. Altri il f
l più antico di quanti ne avesse la Grecia, e che per molto tempo era
anche
il solo(2). Fu fondato da’ Pelasgi, il più antico
la sorte, mettendosi delle palle in un’urna di argento. Qualche volta
anche
gli esercizii d’ingegno ebbero luogo ne’giuochi o
one(4). Oltre a Samo, le città a lei care furono Sparta e Micene ; ed
anche
Argo era gratissima alla nostra Dea, la quale vi
agliare il fulmine. E se a Giove davasi l’aggiunto di ottimo massimo,
anche
Giunone da Virgilio(1) si chiama grande e potente
o, anche Giunone da Virgilio(1) si chiama grande e potente regina, ed
anche
massima. In Roma ella divideva con Giove e con Mi
usi con moderazione, prestamente sen vanno via. Pluto rappresentavasi
anche
cieco, perchè spesso veggonsi ricchissimi i ribal
amo ed il papavero, allorchè la consideravano come Giunone Lucina, ed
anche
la melagrana, e con siffatte piante ornavano le s
agitava l’asta ; di età matura e bellissima, benchè di occhi azzurri.
Anche
Esiodo racconta che Giove, quando niun’altra cosa
isola bella pioggia d’oro per irrigarne il beato suolo ; e Minerva fu
anche
con loro liberale de’ suoi doni, percui si resero
scorge a gloriosa meta. In segno della sua potenza davasi a Minerva
anche
il fulmine, ma di minor forza che quello di Giove
o molti pericoli si salvò sullo scoglio Cafarea, ove avendo detto che
anche
a dispetto de’ Numi ne sarebbe uscito libero, fu
mero per opera di Minerva s’intende il lanificio ed il tessere. Avean
anche
Minerva per protettrice i lavatori o purgatori de
de’ loro studii ad una immagine di Minerva che ponevano ne’ ginnasii.
Anche
la medicina era sotto la tutela della nostra Dea(
ed Omero(1) dal peplo e dall’aurea fibbia loda le donne Attiche ; ed
anche
l’Aurora va lieta del suo croceo peplo (κροκόπεπλ
istra. Callimaco le dà l’elmo di oro ; ed Euripide, lo scudo e l’asta
anche
di oro. In un antico dipinto di Pompei, Minerva h
ale come a tutte le scienze ed arti, così pure alla poesia presedeva.
Anche
Dante cantò ; L’acqua che io prendo, giammai non
veano consacrata a Minerva, simbolo della prudenza e della vigilanza.
Anche
il gallo era sacro alla nostra Dea, che nelle mon
logarono quella statua ch’esser dovea la fatale custodia della città.
Anche
i Romani vantavano il lor Palladio, fatale pegno
attesa la naturale inclinazione che hanno gli uomini a manifestarli.
Anche
Marsia osò venire a gara col Dio del canto. Fu qu
da’ Poeti che tramò insidie alle Muse, le quali per ciò si dipingono
anche
colle ali. Ma sopra tutte celebratissima è la gar
ispiravano un furore divino, pel quale i sacerdoti davan gli oracoli.
Anche
a Delo, luogo natale del nostro Apollo, dava egli
e a Dio della divinazione, dice Cicerone(5), era ad Apollo consacrato
anche
il cigno, perchè stimasi avere quasi un presentim
, co’ loro salutari rimedii a quasi tener lontana dall’uomo la morte.
Anche
Ippocrate giurava per Apollo medico ; ed Igino gl
uale non avendo pensato a pregare quel Nume che lo avesse reso libero
anche
dalla vecchiezza, il povero Titono dovea tollerar
e fra le statue della Casa aurea di Nerone tolte alla Grecia vi fosse
anche
questa, la quale è la più sublime fra le opere an
vvenenza che ornava le fresche sue guance, sulle quali non mai spuntò
anche
picciola lanugine. Or si sa che presso gli orient
tempio di Ercole. Eumenio(2) dice che Fulvio nella Grecia apprese che
anche
Ercole era Musagete o guida Muse, come dice il Sa
gl’immolavano degli agnelli, come dice Virgilio : e secondo Pausania,
anche
un toro. I cigni poi chiamansi da Callimaco canto
. Per addormentare gli uomini versa su gli occhi loro un fluido detto
anche
υπνος, il quale faceva sì che le palpebre si chiu
di Bacco. Igino fra’ figliuoli di Giove e di Proserpina annovera
anche
Bacco o Libero. Diodoro conta tre Bacchi ; uno In
nirsi alle Baccanti, dalle quali rigettate, furon in varii uccelli ed
anche
in pipistrelli cangiate. Eliano dice che le Minei
pastori con festose carole e con canti facevan quel giorno più lieto.
Anche
da Eneo, fig. di Partaone e marito di Altea(1), f
ileno, satiro che Bacco oltremodo amava, come a suo balio e pedagogo.
Anche
i Satiri, quando eran vecchi, dicevansi Sileni, d
l dono fu funesto all’avaro monarca, nelle cui mani cangiavasi in oro
anche
il cibo e la bevanda. Vedendosi così vicino a mor
ro del trono di questo dio che sta dipinto sopra un fondo rosso(2) ».
Anche
Erodoto(3) afferma che Bacco dipingevasi col tirs
Baccanti dette Bassaridi, facevano uso non solo di pelli di cervo, ma
anche
di pelli volpine ; o da βαζω, gridare ; o da Bass
nti in alcune ceste portava de’ serpenti, forse di quella specie, che
anche
mordendo, non nuoce. Altri dicono che non eran mi
pecore e tori ; ed Erodoto afferma che gli Egiziani gli sacrificavano
anche
il porco. Se gli offerivano poi in voto il potato
agli Dei le passioni ed i vizii degli uomini ; egli loro attribuisce
anche
le debolezze dell’umana natura ; essi combattono
urio. Nicearco (3) dipinse Venere in mezzo alle Grazie ed agli Amori.
Anche
in un inno di Omero, nel seguito di Venere si pon
Pausania afferma che qualche scrittore nel numero delle Grazie poneva
anche
Pito, o la Dea della persuasione, forse per signi
ltre deità gamelie o che presedevano alle nozze, i Greci annoveravano
anche
Venere. A Sparta era una statua colla iscrizione
o del colore della fiamma, proprio delle novelle spose ; con calzari
anche
di colore giallo, che portavansi dagli uomini stu
inno di Omero insieme con Venere e colle Grazie s’introduce a danzare
anche
Armonia o Ermione, la quale nacque da Marte e da
a tutte le altre opere di quell’insigne scultore, il quale vi appose
anche
il suo nome. Ma opera stupenda di Apelle fu la Ve
ne nel tempio di Venere, del quale forse fece menzione Aristofane(2).
Anche
Fidia(3) fece di marmo di Paro una statua di Vene
ortico di Ottavia ; ed Alcamente, Ateniese, di lui discepolo, ne fece
anche
una bellissima, cui Fidia stesso diede l’ultima m
erò si rappresenta portata per le onde su di una conchiglia ; si vede
anche
spesso su di un cocchio tirato da cigni, o da bia
nche colombe o da passeri(2), uccelli a lei consacrati ; ed Ovidio(3)
anche
il cocchio trionfale di Cupido fa tirare dalle co
la ciprigna stella. Citerea, Κυτερεια, Cytherea, da Citera. Cupido
anche
chiamavasi Citereo ; ed Aprile fu detto pure mese
cimo delle spoglie consacrate a Marte. E lo stesso autore osserva che
anche
a Roma nobilissimi cittadini, quali erano i sacer
latte succhiato l’indole sua feroce. Or si finse Romolo nato da Marte
anche
perchè l’origine di cotanta città ed il principio
po di lui, acciocchè il fatto non si manifestasse. Al pari del marito
anche
Ersilia, una delle Sabine rapite, fu do po morte
tro nume il veneravano ; e ciò per l’indole bellicosa di essi popoli.
Anche
Varrone asserisce che i Romani aveano preso il no
schiava e poi moglie di Teseo, dalla quale ebbe l’infelice Ippolito.
Anche
la valorosa Pentesilea fu fig. di Marte e di Otre
mazzoni era assai viva, così i poeti posteriori ad Omero introdussero
anche
queste donne bellicose nella guerra di Troia, e f
mosse guerra e tolse a lui quei cavalli che poscia donò ad Euristeo.
Anche
Enomao fu fig. di Marte e di Asterope, o di Arpin
iò tredici o diciassette ne rimasero vinti, e secondo la convenzi one
anche
uccisi. Ma Pelope, fig. di Tantalo, ricevuti da N
mo, della picca e di uno scudo ; or nudo, or coll’ abito militare, ed
anche
con un mantello sulle spalle ; qualche volta barb
città, πτολιπορθος ; e più altri epiteti degni del nume della guerra.
Anche
Bellona da Omero si chiama devastatrice di città,
are l’oro. Ovidio (3) dice che fu trasformato in duro sasso, il quale
anche
ora si chiama indice (Index, i.e. lapis Lydius) e
i fieri costumi degli uomini ; non senza ragione fu riputato Mercurio
anche
dio della musica e della poesia, ed inventore del
iorno han degli estinti Le aeree forme e i simulacri ignudi. Pindem.
Anche
Orazio(2) rappresenta Mercurio che conduce le ani
ume tenea sotto la sua protezione gli armenti e li faceva crescere(3)
Anche
negli scavi di Pompei si è trovato un idoletto di
arazione del genere umano dopo il suo famoso diluvio(3) ; per comando
anche
di Giove attaccò l’audace Issione alla ruota che
dice Millin, questo nume incontrasi per tutto, in cielo, in terra ed
anche
nell’inferno. Da Lara, fig. di Almone, ebbe Mercu
rusca che significa principe o signore. Si veneravano su’ focolari ed
anche
in una cappella detta lararium. I Cretesi aveano
nte muovono, e la rendono previdente del futuro a segno di ; predirlo
anche
in versi ? Secondo Plutarco, La cagione naturale
grandezza. Perciò vediamo che oltre i Titani ed i Giganti, da Esiodo
anche
i Ciclopi si dicono fig. del Cielo e della Terra
ella Terra , sebbene alcuni li dicano fig. di Nettuno e di Anfitrite.
Anche
Apollodoro dice che la Terra, dopo i Centimani, p
sero giganti forniti di un sol occhio circolare in mezzo alla fronte.
Anche
figliuolo della Terra e di Nettuno fu Anteo, giga
coll’enorme suo peso li schiacciava. Ma per sua mala ventura provocò
anche
Ercole, il quale l’atterrò più volte, ma invano,
umi. Dio Pan, La Terra non solamente ebbe molti figliuoli ; ma può
anche
dirsi a ragione ch’essa in tutta quanta la sua su
tti ed irti significavano gli alberi, i virgulti ec. Trovasi chiamato
anche
Egipane (ab αιξ, αιγος, capra), perchè rappresent
lui era consacrato il pino di cui portava inghirlandato il capo, come
anche
facevano i Fauni ; ma il Vossio afferma che a Pan
in mano il tronco di un picciolo cipresso ; e si sa che Virgilio (3)
anche
lo rappresenta con un giovane cipresso in mano. E
ambiamenti, come quegli che poteva cangiar di forma, come Proteo. Era
anche
il simbolo di una naturale attitudine e destrezza
e con un braccio sostiene un cesto di fiori, e colla destra, un serto
anche
di fiori. È adorna di quattro ali rosse ed occhiu
n tempio in Roma, un sacerdote detto Flamine Florale, e giuochi detti
anche
Florali. Pare che Plutarco confonda la Dea Bona c
bravano dopo la semente, ed in cui si offeriva a Cerere ed alla Terra
anche
del farro. Nelle feste dette Fordicidia, in onore
lisse, per dispetto si spinsero a rompicollo nel mare. Plinio e forse
anche
Omero, afferma che il loro soggiorno era il promo
rro. Ed era sì perfetto nell’arte sua che tutte le armi degli Dei, ed
anche
i fulmini di Giove, si fingono fabbricati da Vulc
fulmini di Giove, si fingono fabbricati da Vulcano e da’ Ciclopi, ed
anche
quelle de’ più illustri eroi. Esso diede ad Ercol
Enea fatta da Virgilio sia mollo inferiore a quella del poeta greco.
Anche
lo scudo di Ercole descritto da Esiodo fu opera d
sacrificii di vittime umane di cui si compiaceva, ce la fanno credere
anche
crudele. Chione, fig. di Dedalione, chiamata da a
ivano a Diana i primi frutti della terra, buoi, montoni, cervi ec. ed
anche
vittime umane ; il che dinotava in questa Dea un’
icata. Nè dee ciò recar maraviglia, poichè il Pottero(2) dimostra che
anche
i Greci qualche volta ebbero il barbaro costume d
da una muta di cani e da un drappello di ninfe, specialmente Oreadi,
anche
cacciatrici. Perciò fu detta da Orazio vergine cu
i ed alla nascita ; e Plutarco (3) mette nel numero degli Dei nuziali
anche
Diana o Lucina ; e con Diana a’parti ed alle nozz
(7) ; e per ciò il simulacro di lei era collocato in capo alle vie ed
anche
avanti gli usci delle case. Ciò si scorge eziandi
cola in mano per significare Io splendore della luna. Perciò fu detta
anche
Lucifera e Fosfora (a φως, lux, et φερω, fero).
enti. Enorme era la grandezza di quel mostro che avea sette teste, ed
anche
più, secondo alcuni. Dice Igino che il veleno di
al vento Borea, mentre stava a diporto presso il fiume Ilisso ; e ciò
anche
perchè la Tracia tenevasi per la regione de’venti
perire salvo che Adrasto, ricusava di prendervi parte e ne dissuadeva
anche
gli altri. Ma Polinice col mezzo della moglie Eri
erirono entrambi ; e che fu sì irreconciliabile il loro odio che durò
anche
dopo la morte, essendosi separate le fiamme del r
avea un odio implacabile contro la famiglia di costui, volle sfogarlo
anche
contro Ino ed Atamante ; ed alla prima pose in cu
ave famosa fu trasportata in cielo e posta fra le costellazioni, come
anche
l’ariete che portò Frisso e ch’è il segno di Arie
venti, accheta le onde sconvolte e riconduce la serenità desiderata.
Anche
magnifica è l’idea che Omero(3) ci dà della poten
secondo Millin, non era che un istrumento da prendere i pesci, di cui
anche
al presente fanno uso i greci pescatori. Certamen
ibuiva una grandissima potenza, attesochè maraviglioso è l’impero che
anche
sulla terra esercita quell’infido elemento, e tre
mpeo, gonfio di sue vittorie in mare e della gloria acquistata, volle
anche
egli essere chiamato figliuolo di Nettuno ; titol
are. Spesso tiene uno scettro d’oro ; e secondo lo Spanheim, si suole
anche
rappresentare come una sirena, cioè mezzo donna e
col suonare una conca marina ritorta e fatta a foggia di cono, di cui
anche
gl’ Indiani si servivano in vece di buccina. I po
di un enorme Tritone. Nel corteggio del signore del mare si annovera
anche
Glauco, il quale era pescatore. Avendo egli un gi
e, ed era ora un giovane, ora un leone, ora un toro, ora un fiume ora
anche
una fiamma. La quale favola ha dovuto avere origi
e sulla cima di uno scoglio : allusione alla potenza ch’egli esercita
anche
sulla terra, scuotendola talvolta col suo trident
ercui gli antichi il credevano quasi porta dell’inferno. Ed Acheronte
anche
prendesi per l’inferno. Finalmente spesso i Latin
une li pone in alcune isole dell’Oceano dette Isole Fortunate, di cui
anche
Pindaro fa menzione. Or gli antichi poeti negli E
si nello stesso modo quel felice soggiorno descrive nell’Odissea (1).
Anche
Esiodo (2) alloga i Campi Elisii all’estremità de
ogni fronda del quale, a guisa di vani fantasmi, si annidano i Sogni.
Anche
Omero (2) all’ingresso dell’Inferno pone il popol
guidato dalla Sibilla Cumana, come pel sesto libro dell’Eneide è noto
anche
a’fanciulli. Strabone(2) dice che l’Averno negli
are co’ rapidi vortici delle sue fiamme, lanciando infuocati macigni.
Anche
il Cocito era fiume dell’Inferno, che i geografi
sima, percui nebulosa appellasi da Ovidio. Per essa gli Dei stessi ed
anche
Giove temevano di spergiurare (2) : « L’acqua del
esse virtù di far dimenticare interamente il passato ; per cui dicesi
anche
fiume dell’oblio. Quindi il Petrarca disse bever
cose che di quelle acque venivano asperse, oltre l’oblio, inducevano
anche
il sonno. Virgilio nel quinto libro dell’Eneide d
ostume essere nata presso i Greci la favola de’giudici dell’Inferno ?
Anche
i principali fiumi del Tartaro sono stati foggiat
del fiore detto narcisso, il quale si reputava grato a’morti. E però
anche
le Furie ne aveano il capo inghirlandato, come di
, loro sacrifica tre neri agnelli che son poscia consumati dal fuoco.
Anche
i tori e le capre si bruciavano sopra i suoi alta
li Deità, colle quali le streghe aveano troppo stretto commercio ; ed
anche
perchè la luna che presiede alla notte e ch’è la
o al loro impero. Lo Spanheim dimostra che gli antichi davano al Fato
anche
il nome di Parche ; e Lattanzio afferma che al Fa
altri intendano di una corona di quercia che portano sul capo, perchè
anche
Platone dice ch’esse aveano il capo ornato di cor
scolpite da Teocosmo sulla testa di un Giove, forse per dinotare che
anche
questo nume era soggetto al Destino, di cui le Pa
d il sistema dell’universo. A Proserpina si sacrificava una troia, ed
anche
una vacca nera e sterile(1), in segno della sua s
chiamarono fisse ; e diedero l’ufficio ad Urano, e poi come sostituto
anche
a Giano, di far girare questa vôlta o callotta sf
ica celeste e con essa tutte le stelle. Considerarono come un pianeta
anche
il Sole : e così colla Luna e gli altri 5 pianeti
a regolato da un Titano di nome Iperione. Il Sole era detto dai Greci
anche
Elios, e Dante lo rammenta più d’una volta con qu
sto nome. Anzi Dante considerando forse che un simil vocabolo trovasi
anche
in Ebraico in significato di eccelso (poichè deri
ne trovano tuttora alcune poche in qualche lago, in qualche palude ed
anche
in qualche fiume, non però nel mare. Tra le più c
Francia e in Svizzera ve n’erano una volta molte più che al presente.
Anche
in Italia se ne vedono alcune in un laghetto vici
Agrippa presso Tivoli. Poteva dunque Pindaro aver sentito parlare ed
anche
aver veduto delle isole natanti ; e valendosi del
e102), ammettendo soltanto che un’isola galleggiante potesse trovarsi
anche
in mare103). Dante adottò questa stessa idea di P
delle Metamorfosi ; e Dante trova il modo di darne un cenno efficace
anche
nel Purgatorio (Canto xii) dicendo di aver veduto
egnata in sulla strada « Tra sette e sette tuoi figliuoli spenti ! »
Anche
l’arte greca s’impadronì di questo tragico sogget
azioni di piante eliofile e di eliotropio (volgarmente girasole) ; ed
anche
la fotografia è detta altrimenti eliografia. 99.
irasole) ; ed anche la fotografia è detta altrimenti eliografia. 99.
Anche
dalla greca parola Selene che significa Luna son
n Nume immortale. Quantunque abbiamo trovato prima d’ora, e troveremo
anche
in appresso, qualche Divinità che, a giudicarne d
furono attribuiti, e per quanto ragionan di lui non solo i poeti, ma
anche
gli storici e i filosofi. Il nome di questo Dio i
. Bacone da Verulamio, che nel suo libro De Sapientia Veterum spiegò
anche
troppo minutamente e sottilmente il mito del Dio
o figlio chi di Giove e di Calisto, chi di Mercurio e di Penelope, ed
anche
di Urano e di Gea, ossia Tellure. Afferma per alt
o figlio Pallante, ed ove poi fu da Romolo fabbricata l’eterna città.
Anche
a tempo di Cicerone, com’egli racconta nelle sue
n antro consacrato da Evandro al Dio Pane. Dai Romani ebbe questo Dio
anche
il nome di Luperco (ab arcendis lupis) dal tener
a quei tempi, e non la storica dimostrazione della verità dei fatti.
Anche
Tito Livio racconta molti miracoli nella sua Stor
nfutarli12. Ma poichè timor pànico venne posteriormente a significare
anche
presso i Pagani una paura senza fondamento, ciò s
ciò stesso dimostra che si aveva per una ubbìa e non per un miracolo.
Anche
Cicerone nelle sue Opere usa almeno due volte, pe
o nelle lingue moderne comunemente, e parlando e scrivendo, e trovasi
anche
registrato nei vocabolarii non solo italiani, ma
or est). 9. I Latini usarono lo stesso greco nome Pan, declinandolo
anche
alla greca col gen. in os e l’acc. in a, per dist
fazione osserva che generalmente gli Antichi spacciavano molte favole
anche
in mezzo ai racconti storici : « Quae ante condit
spregevol razza di Dei diremo soltanto che avendo i Mitologi ammessi
anche
gli Dei malefici, eran questi di certo peggiori d
ano rappresentati come i buffoni e i pagliacci delle divinità pagane.
Anche
la loro figura e il loro umore bizzarro e petulan
attribuito a Michelangelo. I poeti italiani hanno introdotto i Satiri
anche
nelle Favole pastorali, ossia in quelle drammatic
ole trovasi un Satiro, che sebbene parli elegantissimamente, e spesso
anche
troppo leziosamente, ragiona però bestialmente, c
per significare tutti i fiori che si trovano nella regione medesima.
Anche
i Silvani appartenevano alla stessa classe di cam
che fu il 21 di aprile divenne poi celebre e festeggiato solennemente
anche
in Roma come l’anniversario della fondazione di e
ie la Dea Pomona protettrice dei pomi, ossia dei frutti degli alberi.
Anche
i fiori avevano la loro Dea, e questa chiamavasi
eriale dei legittimi confini di esso. Gravissime pene eran minacciate
anche
dalle Leggi civili a chi rimuovesse il Dio Termin
emplice e più dell’uso comune pelle tigrata. Ma il verbo piluccare fu
anche
usato dall’Alighieri nel Canto xxiv del Purgatori
agire : quindi si disse che Fauno rendeva gli oracoli, come riferisce
anche
Virgilio nel lib. 7° dell’Eneide. La moglie di Fa
e Natalis, cioè giorno natalizio di Roma, ossia della sua fondazione.
Anche
Cicerone rammenta questo giorno natalizio di Roma
o stile hanno fatto trovar posto a questa Satira in tutte le edizioni
anche
ad usum Delphini. 24. Orazio accenna che nell
itidi e alcune centinaia di Nereidi e di Doridi, oltre all’aver detto
anche
prima, che Giunone aveva per suo corteo quattordi
quelle Ninfe a cui erano assegnati, conviene che li tengano a memoria
anche
coloro che non studiano le lingue dotte, perchè l
, e che rifulge di sessantaquattro stelle. Alcuni Mitologi dicono che
anche
la Ninfa Amaltea fosse cangiata insieme con la su
giata in ape. La favola della Ninfa Eco cangiata in voce è raccontata
anche
in un modo diverso da quello che accennammo nel C
‘l fonte ; » cioè tra Narciso e l’immagine sua reflessa dall’acqua.
Anche
la Ninfa Galatea è molto rammentata, specialmente
gli Uffizi in Firenze. Le Ninfe oltre ad esser giovani e belle, erano
anche
generalmente buone e cortesi ; e perciò tanto nel
nelle moderne, e specialmente nella nostra, questo termine di Ninfa,
anche
nel senso traslato, cioè non mitologico, ha sempr
re, parve opportunamente adoprata in verso e in prosa la parola Ninfe
anche
in argomento religioso. Tanto più dunque, conclud
igioso. Tanto più dunque, concluderemo, in soggetti profani. Infatti,
anche
gli Scienziati trovarono da far nuove applicazion
rima applicazione bene appropriata, presero coraggio a metterne fuori
anche
altre, e diedero il nome di Ninfale a un genere d
ei Papilionidi ; e poi al Ninfale del pioppo (N. populea) assegnarono
anche
un altro nome più familiare e comune, tratto pari
suoi giorni. Dei suoi posteri, non i Mitologi e i poeti soltanto, ma
anche
gli storici narrano molte triste vicende ; di alc
ai denti del serpente ucciso da Cadmo, gli Antichi ci hanno trasmesso
anche
il nome di quei cinque che sopravvissero ed aiuta
ndosi appunto alla sementa dei denti del serpente ucciso da Cadmo58.
Anche
la trasformazione di Cadmo in serpente era tanto
rfino sulla scena : il che non dovrà recar maraviglia, ripensando che
anche
ai tempi nostri si è veduto rappresentare in qual
ta così egregiamente da Ovidio, che sembrò mirabile, nonchè al Tasso,
anche
a Dante. Anzi Dante, convinto che tali trasformaz
grandissimo effetto sulla immaginazione dei lettori, volle gareggiare
anche
in questo cogli antichi poeti, come fece nel Cant
otè nasconderlo ai suoi lettori, ed asserì di aver superato Lucano ed
anche
Ovidio, il famoso autore delle Metamorfosi : « T
anco a tempo della conquista dei Romani è notizia storica confermata
anche
da Cornelio Nipote nelle sue Vite degli eccellent
i qua presso il lito « Nel qual si fece Europa dolce carco. » 58.
Anche
gli altri nobili greci pretendevano di esser disc
venti Canti, intitolato : Il Cadmo, nel quale l’autore (come è detto
anche
nella sua prefazione) considera quest’ Eroe Fenic
lettere (alfa e beta dell’alfabeto greco ; e che in italiano trovasi
anche
chiamato l’abbiccì dal nome delle prime tre lette
deo, ecc. È ben facile che alla primitiva tradizione, di cui fa cenno
anche
Omero, non che Esiodo, siano stati aggiunti in ap
portune notizie riferibili al luogo e allo scopo del loro viaggio, ed
anche
per rinnovare le loro provvisioni da bocca, perch
occa, perchè Ercole, oltre ad essere il più forte e robusto eroe, era
anche
il più gran divoratore, e mangiava per cinquanta,
mo, in qualunque età commesso, è non solo meritevole di punizione, ma
anche
di pena maggiore dell’omicidio ; e perciò mette G
tro ; » e soggiunge : « Tal colpa a tal martirio lui condanna, « Ed
anche
di Medea si fa vendetta. « Con lui sen va chi da
arresteremo piuttosto a riferire un episodio di nuovo genere, imitato
anche
dall’Ariosto, e rammentato più d’una volta dall’A
maraviglia gli stessi Eroi suoi compagni. Ecco perchè d’ora in avanti
anche
i nostri sguardi dovranno esser principalmente ri
ompose il poema degli Argonauti in greco, e Valerio Flacco in latino.
Anche
Pindaro fece una lunga narrazione di questa impre
s da Pagasa (ora Armiro,) città marittima della Tessaglia, rammentata
anche
da Plinio il naturalista, ed ove Valerio Fiacco d
sta, ed ove Valerio Fiacco dice che fu costruita la nave Argo. Quindi
anche
la nave è chiamata Pagasœa puppis, e Medea Pagasœ
di un serpente ; ed oltre al dispiacere provato avrebbe dovuto subire
anche
la morte, se non la di fendevano Adrasto e i suoi
is « Proluvies, uncæque manus, et pallida semper « Ora fame. » 70.
Anche
i poeti latini del secolo di Augusto rammentano c
e’ secoli vetusti, colla spiegazione delle anticaglie, che oggigiorno
anche
si ammirano nella nostra Città. Sperasi che quest
on è agevole cosa il conciliare tra loro i Mitografi, difficile è pur
anche
il far la diceria del gran numero degli Dei. Nel
d unirsi nuovamente con i Titani per fare la guerra a Giove. Fu vinto
anche
questa volta, e sopraffatto dalla disperazione ri
ntica per distinguerla dalla figlia del nome medesimo : tal nome ebbe
anche
Titèa sua madre. Questa Dea ci viene rappresentat
il Gigante Pallante, della di cui pelle ella si coprì, con prenderne
anche
il nome ad eterna ricordanza di tale vittoria. Ca
la più bella fralle Dee. Oltre di Argo aveva Giunone al suo servizio
anche
una messaggiera per nome Iride figlia di Taumante
ventò così celebre Esculapio nella medicina, che giunse a risuscitare
anche
gli estinti, e fra questi a restituire la vita ad
ti sono Cupido, Priapo, Imeneo, Dio che sovrastava alle nozze. Furono
anche
suoi figli Enea. e le tre Grazie1. La sua bellezz
re fu il segno della pace, ed a lei fu consagrato. Minerva chiamavasi
anche
Pallade1. Sotto la prima denominazione ella era l
licità non mai interrotta. Ben diverso era il Tartaro, detto talvolta
anche
Tenaro da’ poeti, ove stavano ristrette le ombre
rire sulla riva di quel fonte ; fu cangiato in un fiore, che conserva
anche
oggi il suo nome. Divinità del mare. L’O
io, o un Eroe della famiglia trapassato. Presso queste immagini stava
anche
un cane, che egualmente era rispettato. I Genj
i uomini, allorchè gli affari non avevano un esito felice, come fanno
anche
oggidì i giuocatori, quando perdono tutto. Ha dip
un altare, intorno al quale un serpente si aggira. Ella è denominata
anche
Igia. La Voluttà. Una femina nuda coronata di
lentissimo moto, la tartaruga, e la lumaca. Gli antichi la chiamavano
anche
Vacuna. La Frode. La sua fisonomia era rident
, irritata Giunone spiegò un odio implacabile contro di Ercole, detto
anche
Alcide, perchè nipote di Alcèo. Standosi ancora i
bove di maravigliosa bellezza, come gli aveva promesso. Ercole vinse
anche
questo mostro. Punì questo Eroe anche Busiride, e
li aveva promesso. Ercole vinse anche questo mostro. Punì questo Eroe
anche
Busiride, e Diomede. Il primo immolava a Nettuno
e lo presentò al re, che lo fece educare con attenzione, adottandolo
anche
per figlio. Edipo divenuto adulto seppe, che Poli
re rispose che questi era l’uomo, che nell’infanzia si rotola sovente
anche
colle mani per terra ; nello stato della sua robu
tariamente in esilio, ed increscendogli la propria esistenza, si cavò
anche
gli occhi. Giocasta spaventata egualmente dalla s
tarono nel tempo istesso morti sul campo. La loro rabbia si manifestò
anche
dopo la morte, giacchè le ceneri de’ due fratelli
. Amfiarao famoso indovino, sposo di Erifile figliuola di Adrasto, fu
anche
pressato ad armarsi : ma sapendo egli che doveva
che non riconosceva per sua nipote, facendo allevare nella sua reggia
anche
Egisto insieme con Agamennone, e Menelao. Tanta c
unone, Minerva, e Venere. Da Giove fu eretto in giudice Paride, detto
anche
Alessandro, per decidere a chi delle tre Dive spe
o vilmente abbandonato, come si è detto, nell’isola di Lenno : riuscì
anche
ad Ulisse di condurlo a Troja. Ma la più difficil
he i cavalli di Reso re della Tracia bevessero nel fiume Xanto. Trovò
anche
la maniera di far venire Telefo figliuolo di Erco
la ragione, e lo lasciarono così. Trattavasi di uscire dalla grotta :
anche
a questo pensò l’astuto Ulisse. Impose a suoi com
n velo che lo rende invisibile, si approssima alla bella Didone detta
anche
Elisa1. Dopo un istante vede i suoi compagni, che
ecessità rinnovarne il discorso per l’intelligenza de’ monumenti, che
anche
a nostri giorni sono esistenti. Senza dipartirci
ari : ed i Napoletani con tanta gelosia ne conservano la memoria, che
anche
a dì nostri osservasi una grande testa presso la
nome alla Città, dovettero per conseguenza accordare il culto Divino
anche
al di lei padre Eumelo. Fralle antichissime Fratr
icata sulle ruine del tempio di questo Dio abbastanza ce ne assicura.
Anche
il nostro Pontano parlando di Ebone, così cantava
ntra, et littora, et amnes. A questo Nume il nostro Mazzocchi asegnò
anche
una fratria, ma senza daccene idea precisa. V
, effigiato sotto le sembianze di un cane. XIV. La Fortuna.
Anche
alla Fortuna indrizzavano i loro voti gli antichi
rendeva tutte le vocali ; e che distintamente pronunziavano, affinchè
anche
il nome ci avesse dato un’idea della di Lui grand
e ci avesse dato un’idea della di Lui grandezza. 1. Tale rassembrava
anche
agli Ebrei il volto di Mosè sfavillante di luce,
eva che l’ellera fosse un antidoto contro l’ubbriachezza. 1. Si mira
anche
Bacco poggiato talora al suo genio Ampelo, e talo
forse fu Orfeo, che viaggiò nell’Egitto, e visse prima di Omero. 1.
Anche
oggidi si veggono alcune grotte nel promontorio d
sse lasciata a discrezione del mostro. Così fu fatto. 1. Chiamavansi
anche
Dioscuri, cioè figli di Giove ; siccome Romolo, e
lo stesso di quello che diede Plutone ad Orfèo. Gli antichi imitarono
anche
la somiglianza ne’ nomi, poichè la voce Orsèo suo
sime ha tratta l’origine la voce Fratanzari. 1. Luogo deliziosissimo
anche
oggidi in Napoli, detto Platamone, accanto al Cas
rra dei Titani poco o nulla si parlò dalla maggior parte dei poeti67.
Anche
Ovidio così erudito negli antichi miti, come dimo
titolo soltanto dimostra che egli cantò dei Giganti e non dei Titani.
Anche
Dante più tosto che i Titani rammenta i Giganti c
ritica dei miti convien distinguere le due guerre e toccar brevemente
anche
della prima, cioè della Titanomachia. Il diritto,
ranei al fondamento e al titolo della contesa. La prima guerra poteva
anche
riguardarsi come una collisione di diritti o di p
forza straordinaria ; e i mitologi aggiungono che molti d’essi erano
anche
di struttura mostruosa. Alcuni ci narrano che Enc
ipi fuggiaschi del nostro globo, si trasformarono in bestie ed alcuni
anche
in piante, e si ricovrarono quasi tutti in Egitto
o i mitologi, perchè gli Egiziani adoravano come Dei tante bestie, ed
anche
qualche vegetabile75). Giove rimase a combattere
Bacco ; e tutto al più con quattro, secondo altri poeti, e tra questi
anche
Dante, che vi aggiunge Marte e Minerva. L’altro f
« Impositum, ut Cœlo Pelion esset iter. » (Propert., ii, 1.) 74.
Anche
Dante la rammenta con questo nome : « Si come ei
, 58.) Dai Latini si trova altresi dato il nome di Phlegrœi Campi, ed
anche
di Forum Vulcani alla Solfatara fra Pozzuoli e Na
unque se dite che v’è lo zolfo nativo, parrebbe che vi dovesse essere
anche
lo zolfo non nativo, ossia procurato con mezzi ar
ribuivansi quei responsi fu perciò chiamato Delfico 283) ; e troviamo
anche
in Dante la perifrasi Delfica deità invece del no
olofone, perchè godeva molta rinomanza e continuò ad esser consultato
anche
sotto gl’Imperatori romani286), come narrano Paus
ata l’immagine del Nume, come asseriscono Diodoro Siculo e Q. Curzio.
Anche
i Romani ricorrevano talora a consultare gli Orac
oste dei libri sibillini, di cui parleremo altrove. V’erano per altro
anche
in Italia alcuni Oracoli, che perciò eran detti I
si a voce, ma consistevano nella interpretazione di segni casuali, ed
anche
di sogni che si facessero addormentandosi in quei
uso frequentissimo negli affari pubblici e nei privati, come sappiamo
anche
dagli storici di Roma. Gli Oracoli e tutti gli al
gli Oracoli avessero credito e fama non solo presso gl’ignoranti, ma
anche
presso i dotti e sapienti. E questo è argomento d
famosi guerrieri e nei segreti consigli di Stato. Fu poi riconosciuto
anche
dai filosofi che i primi civilizzatori dei popoli
acoli furon dotti e sapienti e amarono la libertà e il pubblico bene,
anche
i dotti e i sapienti del mondo ammirarono ed enco
racoli per la loro studiata ambiguità. Se ne trovano riportate alcune
anche
nei libri di rettorica e belle lettere, come quel
te. » È il punto di partenza della Psicologia e della Morale. 291.
Anche
il Giusti chiama santa impostura l’artifizio di N
scelleraggine più nefanda ; e se egli non era un Dio, sarebbe toccata
anche
a lui la stessa sorte di quei miseri ospiti che l
ne le acque dirottamente su tutta la Terra ; e per affrettar la pena,
anche
Nettuno vi si accordò col sollevare dai più bassi
ipopolato il mondo. Questo fatto mitologico, per quanto strano, trovò
anche
un pittore che lo ritraesse e disegnatori e incis
hè in alcune scorgesi abbozzata o formata la testa soltanto, in altre
anche
il petto e le braccia, e così di seguito gradatam
e vi si aggiunge la moderna scienza geologica a dimostrarne la verità
anche
agli scettici, o universali dubitatori. La geolog
rati doveron formarsi sott’acqua nel modo stesso che vediamo accadere
anche
oggidì nel fondo dei laghi e nelle inondazioni de
la Natura negli strati sottoposti a quello sul quale abitiamo. 86.
Anche
Dante chiama la terra madre comune ; e questa esp
sa, luogo dirupato. In questa significazione la troviamo spesse volte
anche
nella Divina Commedia. Ma in geologia il nome gen
poichè vi si comprendono la creta e l’arena, ed alcuni vi aggiungono
anche
la torba. Un simil termine usano anche i geologi
arena, ed alcuni vi aggiungono anche la torba. Un simil termine usano
anche
i geologi delle altre nazioni, come in francese r
dice Orazio, avevano il barbaro costume di terminar con risse e pugne
anche
i conviti. Ben pochi fatti raccontavano di questo
oro Dea protettrice, la quale in quelle pugne in cui prendevano parte
anche
gli Dei, come nella guerra di Troia, si metteva s
di tanta sapienza e integrità, che vi eran portate a decidere le liti
anche
dagli stranieri. Come poi in questo nome tanto de
Rappresentavasi Marte tutto armato, e con aspetto fiero ; ma talvolta
anche
nudo ; specialmente nelle statue di marmo e di br
do furono soggiogati dai barbari e fatto a brani il romano impero177.
Anche
le colonie Romane adoravano Marte come loro Dio p
na quanto nella italiana per significare la guerra, e in prosa latina
anche
per indicare la forza non solo fisica, ma pur anc
(o consigli di guerra), legge marziale (o stato d’assedio), ecc. ; ma
anche
nel linguaggio della chimica, come sostanze o pre
Mavors. » (De Nat. Deor., ii.) E col nome di Mavors è chiamato Marte
anche
da Virgilio : magnam Mavortis ad urbem. (Æneid.,
più comunemente di comodo e utile. Era comunissimo il dire (e trovasi
anche
scritto nelle epistole di Cicerone) bellum est, p
anze o ai prodotti chimici, in cui trovasi in combinazione o mistione
anche
il ferro, suol darsi in Terapeutica non solo per
), attribuiscano quest’ultimo ufficio a Diana. In Roma le si facevano
anche
le feste dette Matronali, appunto perchè eran cel
e Giove o qualche Dea sua nemica li proteggesse, o fossero parenti od
anche
soltanto connazionali di qualche donna preferita
veva cento occhi, cinquanta dei quali erano sempre aperti e vigilanti
anche
quando Argo dormiva. Mercurio però col canto, col
ente un uomo oculatissimo, cioè vigilantissimo ed a cui nulla sfugga.
Anche
Dante descrivendo nel Canto xxix del Purgatorio i
contrade. » Il nome d’Iride è comunissimo nel linguaggio poetico, ed
anche
in quello scientifico. Nei poeti più eleganti, in
quello scientifico. Nei poeti più eleganti, invece di Iride, trovasi
anche
Iri, che è voce più simile al nome greco e latino
le scienze fisiche l’Iride, oltre ad indicare l’arcobaleno, significa
anche
la refrazione dei raggi colorati della luce ; e i
comparire dopo la pioggia lo chiamavano l’arco pluvio, come troviamo
anche
in Orazio97) : ma non avevan pensato neppur per o
mi però non avevano trascurato di rendere onore alla regina degli Dei
anche
prima che ad Iride sua ancella, e furon solleciti
3°, veduto per la prima volta da Harding il 1° settembre 1804. 91.
Anche
in latino hera è sinonimo di domina, cioè padrona
streghe sulla Luna e le Stelle136, e Ovidio aggiunge che si estendeva
anche
sul Sole137. Il volgo peraltro vi credeva di cert
do spaventato per un’ecclisse di Sole che avvenne in quel tempo ; che
anche
i selvaggi dell’America nei primi tempi della sco
na caverna e la Luna che sta a guardarlo. I poeti poi quasi tutti, ed
anche
gl’italiani, rammentano il vago della Luna, Endim
escente. Come casta Diva e cacciatrice era d’indole seria e sdegnosa.
Anche
Orazio la chiama iracunda Diana ; e si racconta p
ggerla con un dardo. E questa costellazione fu detta Orsa maggiore ed
anche
Elice per distinguerla dall’altra vicinissima ad
stinguerla dall’altra vicinissima ad essa che chiamasi Orsa minore ed
anche
Cinosura dal nome di una di quelle Ninfe che ebbe
trasformata in questo gruppo di stelle. L’Orsa maggiore fu chiamata
anche
il Carro, nome che si conserva pure oggidì ; e le
ed Elice caccionne « Che di Venere avea sentito il tosco. » E nominò
anche
Elice la stessa costellazione dell’Orsa nel C. xx
l’Orsa, e antartico, opposto all’Orsa. Alcuni mitologi aggiungono che
anche
Arcade figlio di Callisto fu cangiato in una cost
oserpina e non di Ecate è accomunato da Dante con quel della Luna144.
Anche
il titolo di Lucina dato anticamente a Giunone (c
re assegnato tre Dee al globo terrestre, come notammo nel N. VIII, ed
anche
altre Divinità Superiori ai principali prodotti d
e quattordici Divinità alla vegetazione del grano. Anzi vi aggiunsero
anche
un altro Dio, che schiverei di rammentare, se, ol
io, che schiverei di rammentare, se, oltre Lattanzio, non ne parlasse
anche
Plinio il Naturalista ; ed era il Dio Sterculio o
in più di quattro secoli, poichè i Pagani avevano libertà di adottare
anche
gli Dei stranieri, e poi per mezzo della cerimoni
Divi i loro Imperatori dopo la morte, e spesso li consideravano tali
anche
in vita4. Anche Dante confrontando, nel Canto xix
eratori dopo la morte, e spesso li consideravano tali anche in vita4.
Anche
Dante confrontando, nel Canto xix dell’Inferno, i
ul loro comune appellativo, procediamo senza spaventarci ad osservare
anche
altre fantasmagorie preistoriche dei nostri più r
tre invece di Idolatri ; e cosi altrove Eresiarche, peccata e simili.
Anche
adesso nel linguaggio ecclesiastico dicesi le qua
chiamata aferesi. 8. I più dotti commentatori di Dante, e tra essi
anche
il canonico Bianchi di onorata memoria, interpret
a in agatodèmoni e in cacodèmoni, cioè in buoni e in cattivi spiriti.
Anche
i più celebri filosofi della Grecia, anzi del mon
ino alla fine della sua vita. » Conoscendo questi ufficii attribuiti
anche
dal divino Platone ai Dèmoni, non dee recar marav
secondo le opinioni religiose e filosofiche di quei tempi ; e perciò
anche
nel politeismo romano credevasi all’esistenza di
Genii delle persone con caratteri e distintivi pagani furono ammessi
anche
nell’arte cristiana, e si vedono per lo più nei m
i rammenta il Genio buono con tali caratteri che potrebbero convenire
anche
ad un Angelo : « Da chi lo feo gli fu dat’anco «
nito « Se pur desideri « Morir vestito. » (Gingillino, parte 1ª.) Ed
anche
ironicamente : « Fecero a un tratto un muso di d
nzio ; la quale etimologia ed interpretazione è rammentata e adottata
anche
nelle opere di Sant’Agostino e di San Girolamo.
di Angelo custode. 275. Cicerone nel libro i, De Divinatione, nomina
anche
Antipatro tra gli scrittori che avevan riferito m
nctis manifestati sunt nobis, quod ad ignem æternum sint destinati. »
Anche
il Forcellini nello spiegar la parola Diabolus ag
genium ; bellare cum genüs suis. L’aggettivo genialis, geniale, usato
anche
da Cicerone, è divenuto italiano nello stesso sig
ori nei Campi Elisii, si era potentemente annoiato di quel soggiorno,
anche
pochi anni dopo la sua morte ; e parlando con Uli
o seppellivansi nella stessa tomba, gli schiavi, i cavalli, i cani ed
anche
i materiali oggetti che gli furono più cari in vi
raggiungere l’anima di lui nell’altro mondo ; e per la stessa ragione
anche
oggidì tra gl’Indiani adoratori del Dio Brama spo
riti nel soggiorno dei beati. Questa noiosa monotonia dell’altra vita
anche
negli Elisii, come la descrivevano gli Antichi, f
occa degli estinti258. Vero è che queste stesse monete si ritrovarono
anche
dopo 100 e 1000 anni nei teschi dei sepolti cadav
teschi dei sepolti cadaveri, o fra le loro ceneri, e ne furon trovate
anche
in bocca alle Mummie egiziane : il che dimostrò c
capo gli salia di polve un nembo262). » (Odissea, xi.) Di Tantalo è
anche
più straordinaria la colpa non meno che la pena.
o spazio per cacciarvi tanti storici personaggi dell’èra cristiana ed
anche
suoi contemporanei, di ogni classe e condizione,
amiglia delle rubiacee, con fiori rossi che spandono piacevole odore.
Anche
in Meccanica ha il nome di Danaide una specie di
icòsi che le anime degli uomini, specialmente dei malvagi, passassero
anche
nel corpo dei bruti, proibi di mangiar la carne d
aut pictis tamquam gaudere tabellis. » (Hor., i. 1ª, v. 68.) 267.
Anche
Virgilio nel vi dell’ Eneide così descrive la pen
po aver considerata l’Aria come uno dei 4 elementi del Caos, il farne
anche
una Dea, che, sposato il Giorno (sinonimo di luce
rchè muta lato, » e produce il fenomeno dei Venti, vollero deificare
anche
questi. Riconobbero però facilmente che la maggio
alle successive mutazioni dei venti che predominano in quelle isole.
Anche
Omero, nel libro X dell’Odissea, dice che Eolo «
nomi che diedero i Greci e i Latini ai Venti sono per lo più adottati
anche
dai poeti italiani, e inoltre ne derivaron o molt
ile il farne brevemente la rassegna. I 4 Venti principali, rammentati
anche
da Omero, sono Borea, Noto, Euro e Zeffiro, nomi
tto di tutti è Dante, perchè più scienziato, e inoltre impareggiabile
anche
in astronomia. Egli infatti colle indicazioni ast
ntare che Dante non ha dimenticato d’introdurre nella Divina Commedia
anche
un cenno della favola di Eolo re dei Venti, secon
abbiamo detto altra volta spiegando il titolo di padre dato ad Apollo
anche
da Dante ; e per la stessa ragione Virgilio appel
a di Delo, che Pindaro fu il primo a chiamar natante. Ora vediamo che
anche
Omero 4 secoli e mezzo prima di Pindaro aveva not
ercorse la terra sino alle Indie, e conquistò facilmente al suo culto
anche
questa regione. Egli aveva sempre l’aspetto di gi
se libazioni di vino ; in testa una corona di ellera e di corimbi, ed
anche
di pampini con grappoli d’uva pendenti ; in mano
do proruppero in eccessi ributtanti, oltre che Baccanali furono dette
anche
Orgie da un greco vocabolo che significa pur esso
dette anche Orgie da un greco vocabolo che significa pur esso furore.
Anche
in italiano si dà elegantemente il nome di Orgie
cco, Bromio, Bassareo, Evio, tutti derivati dal greco, e molto in uso
anche
nei poeti latini, e qualcuno di questi, benchè pi
Poliziano, e nel Ditirambo202) del Redi, intitolato Bacco in Toscana.
Anche
le Baccanti avevano altri nomi, cioè di Menadi, T
il tirso o il cembalo o il crotalo 203), il flauto o le nacchere ; ed
anche
talvolta la spada o il pugnale. Generalmente hann
cora come sinonimo di crapula e di gozzoviglia. In questo senso l’usò
anche
il Petrarca in uno dei suoi più celebri sonetti :
nale e probabile spiegazione. Quasi tutti i poeti lodano il vino ; ed
anche
gli astemii se ne fingono amantissimi : vale a di
e delle idee e nei metri o ritmi ; e si diede in appresso questo nome
anche
ad altri soggetti poetici diversi, ma della stess
rimere come il Tempo miete e divora ogni cosa. A questo aggiungevansi
anche
le ali, per indicare la celerità con cui vola. G
me quest’ ultimo fu il più rinomato, così a lui solo venne attribuito
anche
quello, che non gli apparteneva. Nato egli dunque
ndigeti sotto al nome di Quirino. Figlio di Marte, secondo Esiodo, fu
anche
Cigno, il quale fu poi ucciso da Ercole nella Foc
no il Terrore e il Timore. Il suo principal culto era nella Tracia ed
anche
in Roma, ove in somma venerazione tenevasi, come
la vecchiezza continuamente lagnandosi, fu convertito in cicala. Rapì
anche
Cefalo figlio di Eolo, e marito di Procri; ma rit
medicina. Il suo culto era specialmente in Epidauro; ma passò poscia
anche
in Roma nel modo seguente. I Romani afflitti dall
o da due cervi, e come confondessi colla Luna, cosi a lei poneasi pur
anche
un arco lunato in fronte; anzi da molti poeti pur
angiare lo sdegno in riso e Mercurio fu poi tenuto Dio dei ladri. Era
anche
chiamato Dio de’ mercatanti, e spesso perciò dipi
convertisse tutto quello, che da lui fosse tocco, mutandosegli in oro
anche
il pane ed il vino ei fu costretto per non morire
fiume Pattolo, che quindi acquistò la virtù di volgere arene d’ oro.
Anche
, le cinque figlie di Anio sacerdote di Apollo in
l suo culto ebbe principio, o da Cibelo suo primo Sacerdote. Fu detta
anche
Dindimene, Berecinzia, Madre Idea, o Frigia o Pes
i Dicembre. I Satiri, Dei Campestri seguaci di Pane; di cui dicevansi
anche
figli, figuravansi in tutto simile a lui; e la lo
Salute, alla Felicità, alla Libertà, alla Fama; e sacrifici si fecer
anche
alla Febbre, alia Tempesta, al Pavore e al Pallor
uali diremo appresso, dee ricordarsi Carmento madre di Evandro, detta
anche
Nicostrata e Temide, che ebbe il dono de’ vaticin
lido, e l’ altra Salacia per cui si ritirano; le quali Dee furono poi
anche
nominate in appresso, la prima Malina, e la secon
e di Febo. Nella Tracia ed in Alene qual Dea dell’ Inferno adoravasi
anche
Cotitto riguardata da alcuni come la stessa Prose
l’ altra di avorio per cui i falsi. Finalmente nell’ Inferno poneasi
anche
il soggiorno di Pluto figlio di Giasone, e di Cer
in compensò che il giuramento per le acque di Stige fosse inviolabile
anche
agli Dei, sicchè, ove taluno a quello mancasse, f
nger acqua perpetuamente con un vaso senza fondo. Furon esse chiamate
anche
Belidi dal nome di Belo, padre di Danao. Capo
ani. Riuscì allora a Minerva di placare Giunone, sicchè si arrese fin
anche
a nutrir Ercole col proprio latte; ed essendosi p
ncatenata la morte come nel capo medesimo si è accennato, e ne liberò
anche
Teseo, come dirassi qui in seguito al Cap. X. Ess
l suo carro dalla terra inghiottito; Ippomedonte e Partenopeo caddero
anche
essi estinti; ed. Adrasto perduti i suoi capitani
Pelia fratello di Esone dopo averlo detronizzato cerco di far perire
anche
Giasone; ma Alcimede ebbe modo di salvarlo, e di
come abbiam detto, l’ altro da Tetide gli furon dati ad allevare. Fu
anche
dottissimo in medicina, nella quale ammaestrò Esc
o l’ uccise, e impadronissi del regno di Argo. Cercò egli di uccidere
anche
Oreste figlio di Agamennone e di Clitennestra; ma
alito su di un vicin platano divorò otto uccellini nel lido, e poscia
anche
la madre; dalla qual cosa il sacerdote Calcante p
Sicilia però asserisce, che egli morì tranquillamente in Creta, e che
anche
a suo tempo mostravasi nella città di Gnosso la t
l restante, le mense ancora si divoravano, conobbe Enea con ciò compì
anche
il vaticinio dell’ arpia Celeno. Spedì adunque Or
Tisbe tornando al concertalo luogo, e vedendo trafitto Piramo, uccide
anche
essa colla medesima spada, e il loro sangue fa ch
nni. Parte II. Capo VII. Bacco da esso ottiene dì rendere la gioventù
anche
alle vecchie sue nutrici. Per uccider Pelia Medea
oltre il detestabil costume in molti luoghi introdotto di sacrificare
anche
vittime umane. Ne sacrifici solenni la vittima or
arsi aspergere colf acqua lustrale consegrata da’ Sacerdoti, e spesso
anche
il lavarsi tutto il corpo, od anche le sole mani
onsegrata da’ Sacerdoti, e spesso anche il lavarsi tutto il corpo, od
anche
le sole mani in acqua pura. Moltissime eran pure
o così principalmente all’anima umana, e facendola di origine divina.
Anche
Orazio disse che l’anima era una particella dell’
condimenti la fame e la sete. Aggiungono i Pagani che in questo tempo
anche
gli Dei celesti soggiornavano cogli uomini, perch
vevano libertà di rimproverarli dei loro difetti36). Facevasi vacanza
anche
negli uffizi pubblici e nelle scuole, e si mandav
arle o di darle agli ultimi o ai primi dell’anno. Saturno era adorato
anche
in Grecia e nell’ Oriente ; e aveva un tempio in
Grecia non ha alcun Dio pari a questo, asserisce Ovidio nei Fasti, ed
anche
Cicerone e Macrobio fanno derivare dal latino anz
Saturno, di prevedere il futuro e di non dimenticarsi del passato, ed
anche
come portinaio del cielo, affinchè potesse vedere
tto senza bisogno di voltarsi. Quattro faccie poi gli avranno servito
anche
meglio pel disimpegno di tutti i suoi molteplici
, considerato come portinaio del Cielo e dell’anno. Chiamavansi Giani
anche
certe fabbriche di base quadrata, come le Loggie
ta la Bibbia negli scrittori di quell’epoca, si sa per altro di certo
anche
da Orazio, che molti Ebrei (o come li chiamavano
Vesta sua nipote, Dea del fuoco del culto delle Vestali in Roma. Ebbe
anche
i nomi di Titèa e Pasitèa, usati dai poeti greci
o. Apollo, questo Dio oltre molte altre attribuzioni ebbe in perpetuo
anche
quella di guidare il carro della luce19, e sotto
piaciuto abdicare in favore di essi. Credendo per altro che esistesse
anche
in Cielo il diritto di primogenitura 20, a subent
a fu causa di frodi, di dissenzioni, di guerre fraterne e di sciagure
anche
per Saturno e per Cibele, ma principalmente per T
e. I moderni astronomi, che seguendo il sistema Copernicano abolirono
anche
le sfere, non che il loro movimento intorno al no
no di Saturno assegnarono il nome del padre di questo, cioè di Urano.
Anche
il nome di Vesta fu attribuito al 4° piccolo pian
, Fast. vi.) « ……. Et Tellus Vestaque nomen idem est. » (Id. ibid.)
Anche
Cicerone nel 2° De Nat. Deor. aveva dato prima d’
egge tra i privati o sudditi di uno Stato ; e perciò tutti i figli ed
anche
le figlie hanno gli stessi diritti alla successio
la condizione che uno dei genitori debba essere una Divinità. Quindi
anche
un semplice mortale poteva divenire un Indigete D
he e si estende sino alle serene regioni della Storia. I tempi eroici
anche
più dei mitologici formarono il soggetto delle me
a e della romana civiltà, come dice il Romagnosi (e si può aggiungere
anche
di quella del Cristianesimo), che aiutarono e sol
il così detto diritto della privata violenza. Ne abbiamo una conferma
anche
nei racconti delle leggende, riferibili a quell’e
te narrate dai Mitologi, dobbiamo ragionevolmente indurne che fossero
anche
più antichi del tempo in cui avvennero quelle, e
può asseverarsi principalmente di Perseo, di Bellerofonte e di Cadmo,
anche
secondo la precitata Cronologia greca ; perciò da
; ed è questa : che attribuendosi oltre che una forza straordinaria,
anche
una lunghissima vita a tutti gli Eroi, non devesi
Genii dell’aria, che nel Medio Evo furon chiamati spiriti folletti. (
Anche
Dante usò la parola folletto per anima dannata ne
i greci e i latini, ma pur anco gl’italiani lo invocano come un Nume.
Anche
il fiorentino poeta Alamanni, il celebre autore d
arreca agli uomini colle innumerevoli e maravigliose produzioni ; ed
anche
, secondo la Mitologia, pel gran numero dei suoi f
Romolo, come Dio del consiglio sotto il nome di Conso, e in appresso
anche
come protettore dei cavalli e dei cavalieri col t
depositi di precipitazione, e Nettunisti i seguaci di questa ipotesi.
Anche
la moglie di Nettuno ebbe onori celesti dagli ast
i Tritoni stessi nelle opere d’arte. Si sottoscrivono a questa favola
anche
i naturalisti, poichè hanno dato il nome di Trito
unghe sino a 60 centimetri. Trovasi chiamata scientificamente Tritone
anche
la salamandra aquatica ; e Tritoniani furon detti
Oltre le Divinità native o indigene, ammettevano nel mare i mitologi
anche
qualche Divinità avventizia o ascitizia, vale a d
tarsi che gli Antichi fecero presiedere Leucotoe (chiamata dai Romani
anche
Matuta) alla calma del mare, e Palemone ai porti
atuta) alla calma del mare, e Palemone ai porti (e perciò fu chiamato
anche
Portunno). E fu saggio consiglio l’affidar la pro
o di ossa umane delle vittime delle Sirene, pur non ostante chi udiva
anche
da lontano il loro canto non poteva resistere all
rca 3000 anni quasi tutti i poeti, incominciando da Omero, ed incluso
anche
Dante, hanno parlato delle Sirene ; e raccogliend
li scogli ov’esse abitavano. Dante poi ha trovato il modo di parlarne
anche
nel poema sacro della Divina Commedia. Nel Canto
a effeminata, e per lui più abituale, dell’epicureo225, chiama Sirena
anche
la pigrizia e l’infingardaggine, ossia il dolce f
te dei pesci227. Da sì lieve causa e somiglianza, che doveva sembrare
anche
più grande alla robusta e sbrigliata immaginazion
bbiam detto. Non si può parlar di Scilla senza che ricorra alla mente
anche
Cariddi, essendo questi due termini collegati fra
rreschi e sanguinarii, è assolutamente priva di coraggio ; per cui se
anche
un uccelletto marino le si posa sul dorso, le cag
accata la lunga fune che si tiene fissata alla nave, e se è possibile
anche
alla spiaggia. E vero del pari che la Balena : «
, e attribuirono a quelle l’invenzione delle arti e delle scienze, ed
anche
la creazione e la trasformazione di molti prodott
di Tesmòfora, cioè legislatrice, sapientemente considerando quel che
anche
oggidì ammettono tutti i pubblicisti e gli storic
lla corona e col covone di spighe, e inoltre la falce da grano, parve
anche
necessario l’aggiungere il distintivo del mazzo d
tre alla trasformazione di Ascalafo in gufo, si narra che essa avesse
anche
trasformato il fanciulletto Stellio in lucerta pe
rasformazione. Dante che ben volentieri riporta nella Divina Commedia
anche
le punizioni mitologiche dei delitti umani, e spe
mani, e specialmente dell’empietà, non avrebbe trascurato di riferire
anche
questa, se contro i fanciulli insolenti e molesti
i servano della Mitologia per ornamento del linguaggio poetico. 54.
Anche
i pittori hanno trattato questo soggetto : basti
e. In Omero e negli altri poeti greci le idee su tal proposito furono
anche
più incerte e confuse, e perciò non vi si trova u
hezza, larghezza e profondità237. Certamente chiunque ascolta o legge
anche
per la prima volta le descrizioni mitologiche o d
di chilometri cubi, vi possono star comodamente non solo migliaia, ma
anche
milioni di materie e di sostanze diverse, solide,
re cioè l’origine del nostro pianeta e la fisica costituzione di esso
anche
internamente. La stessa Astronomia ha portato e p
ilizzate dal tempo e dagli occulti agenti chimici sotterranei, avremo
anche
per la fantasia un campo molto più vasto di quell
ondo il suol tre volte l’anno « Dolci dispensa saporite frutta. » Ma
anche
Plutarco nella Vita di Sertorio dice, che « perfi
un gesuita tra i più zelanti antesignani di una ipotesi scientifica,
anche
il devoto femmineo sesso può rassicurarsi che non
ostri affettuosi ricordi, quello di un ammiratore ed amico, che bramò
anche
in questa raccolta apparecchiare, per dirlo con m
l’ammirazione per le versioni del Niccolini, lodato rispetto ad esse
anche
da critici non a lui molto benigni. Pubblicheremo
na ai Titani stavan contro armati D’ immense rupi la possente destra.
Anche
i Titani dall’opposta parte Rincoran le falangi,
ra L’erba, e poi bacia la paterna mano; Dentro a sé piange, e direbbe
anche
forte, Se potesse parlar, l’empia sua sorte. Pur
questo simulacro fu ucciso da Pirro, immemore della pietà paterna. Fu
anche
chiamato Panonteo, perchè il nome di lui volava n
ume, o di mortai non fìa che turbi Le nostre gioie: inaccessibil velo
Anche
al guardo del sol farà riparo Al tuo vago pudor.
abbracciava, involò il cinto; lo scettro a Giove, e ne avrebbe rubato
anche
il fulmine, se non avesse temuto la fiamma. Poco
prime appressando l’ indice della destra alle labbra, possa convenire
anche
al Sonno. Questo gesto è proprio per altro di Mer
o sinistro, emblema consueto della sua speditezza, per cui gli furono
anche
attribuite le ali alle piante. Questa verga era d
particolarità sembra inferirsi che l’altro fosse vestito. Ma l’essere
anche
ai tempi di Plinio situati ambedue in luogo pubbl
scultore, senza additare il sito preciso dove si custodiva. Potrebbe
anche
con maggior probabilità esser quello di Calamide
gnate. Che se si voglia vibrante i dardi contro il sespente Pitone, è
anche
questa un’immagine tutta propria dell’ Apolline A
iverla? Io avrei bisogno dell’arte medesima, che guidasse la mia mano
anche
nei primi e più sensibili tratti, che n’ho abbozz
ul petto. La clamide che gli sta sospesa agli omeri con due borchie è
anche
parte di questo abito citaredico, per testimonian
l’etimologia stessa di quella voce lo insegna. Credemnum non è altro,
anche
secondo Eustazio, che vìncolo o laccio del capo;
stringono e legano. Convengono alla descrizione dell’antico credeimio
anche
le due estremità, che in alcune immagini si osser
one dell’antico ce la mostra assai frequentemente in figure virili, e
anche
barbate, che sono per altro della compagnia di Ba
e deità della caccia. Spesso in atto di cacciatori veggonsi i Fauni e
anche
i Centauri, che pur sono suoi seguaci: Narcisso i
e stanco coll’adunco rostro D’Otriade, ch’ai recenti anni si fida, L’
anche
divora. Ma di Leda i figli, Non stelle ancora eh’
e mia cedete, O giovinetti; dal virile braccio Feminea destra impari:
anche
Diana Lo difenda coll’armi. — In queste voci Il s
eseo gli grida: cara Metà dell’alma mia, ferma; da lungo Star si lice
anche
ai forti: e giacque Anceo Per valor temerario. —
allo bianco e da un nero, ovvero da bovi. Per testimonianza di Festo,
anche
il mulo univasi al carro della diva. Ippolito Pin
chiome: maniera che ha pur voluto spiegare il mentovato scrittore. E
anche
vesimile che l’aver questa dea i capelli più lung
o. » « Questo capo fatale ai riguardanti era affìsso sul suo usbergo,
anche
come un trofeo; per aver Medusa contrastato con M
lla labbra; e così esistono in Roma varie teste di Medusa, e si trova
anche
nel basso rilievo nell’urna sincrolarissima di po
onda, ed avendo il suo diametro di tre piedi. — Non solo la forma, ma
anche
la grandezza dello scudo della nostra statua corr
da Atteone, che in qualche antico marmo viene rappresentata nuda, ed
anche
in positura non molto diversa. Le mollezze dei ba
che distingue Criprigna si é voluto indicare dal giudizioso artefice
anche
in un braccialetto che adorna alla dea il solo br
resentare Venere era di vestirla di tuniche artificiosamente piegate.
Anche
dell’ eleganza dell’ atto di sollevarsi dietro al
le acque, simbolo delle quali è l’idria, hanno a Venere una relazione
anche
più stretta, per esser ella nata dalle acque, cio
iuttosto che gloriandosi la famiglia Giulia di quell’origine, origine
anche
in certo modo di tutto il nome Romano, non abbia
da Pelope ad Atreo, da Atreo a Tieste, e da Tieste ad Agamennone. Era
anche
ai tempi di Pausania la principale divinità dei C
fra gli uccelli, il lupo fra i quadrupedi, e la gramigna fra 1’ erbe.
Anche
il gallo consacrato era a Marte per questo motivo
suo comando? Frena la collera che t’ inspira la morte del figliuolo.
Anche
dei più prodi di lui hanno già morsa la polvere,
l polveroso tergo. Sol per la vista la Cillenia prole Tremò: Terrebbe
anche
il terrore a Giove Le minacele e i comandi. A lui
ch’altro rapitor toglieva: Godete almen della comune luce. Col pudore
anche
il sole a me si toglie, Del Tartareo tiranno ulti
a ce lo farebbe ravvisare pel figlio di Venere compagno delle Grazie,
anche
senza riflettere che aveva in antico le ali, ripo
nell’incendio, come vuole Pausania, o si ammirava, come vuole Plinio,
anche
ai suoi giorni ne’ porticati di Ottavia. Asserisc
icinii, che anticamente sul Parnaso si prendeano dormendo: al che può
anche
alludere avere unito la statua del Sonno con quel
. « Il primo, e il più raro, è il ghiro, animai sonnacchioso, e preso
anche
nell’ordinarie espressioni del linguaggio per sim
e queste figure allegoriche in età cosi tenera si è costumato sovente
anche
nei genii dì altre classi, forse ad imitazione di
a che abbiamo riconosciuto per Calliope. Lo Scott peraltro 1’ esclude
anche
egli, e poiché sono dieci le figure femminili rit
ele e il leone, che talvolta la sola figura di questo in medaglie, ed
anche
la sola testa, simbolo comparisca del suo culto.
ginesi però non furono soli colpevoli di questa odiosa superstizione:
anche
gli antichi Galli, e molti popoli dell’Italia pri
tro che ben conviene a Plutone non solo come a re dell’Èrebo, ma bene
anche
come a condottiero dei popoli, scettro che vien s
rgie di Bacco disperdean pei larghi Campi infamati lacerato Orfeo. Ed
anche
allora, dal marmoreo collo Diviso il capo, mentre
monumenti, che il vero Plutone rappresentano, del quale la chioma ed
anche
il vestiario si conformano all’uso di Giove. Il b
e appunto erano rappresentate neir atrio del tempio d’Apollo a Delfo.
Anche
le Furie, soggiunge il prelodato autore, vengono
a giustizia distributiva dei Numi, che perseguitava i delinquenti sin
anche
nella quiete del sepolcro. « La misura del cubito
e ali doppie il facitor librava II suo corpo, e nel mosso aer sospeso
Anche
il figlio ammaestra. Ed io ten prego, Icaro, ei d
altri, prima di lui, le avevano collocato in braccio Pluto bambino. «
Anche
di un altro simbolo adornò Bupalo questo suo simu
fece Erodoto nelle feste Panatenaiche. Il volume è attribuito a Clio
anche
dalle belle pitture dell’Ercolano, ove si leggono
ei detti dai Latini alutɶ, perchè forse apparivano senza lacci, erano
anche
proprie delle persone teatrali, ed è ben noto qua
nifica dilettevole. « Come nelle pitture Ercolanensi delle Muse, così
anche
fra le statue Tiburtine mancava Euterpe: vi è per
i Melpomeno. Non a caso ho annoverato fra i distintivi della Tragedia
anche
la positura di questa Musa, poiché con somma gius
sicore, Musa della Lirica eziandio secondo Pindaro, la cui assertiva,
anche
sola, e per l’antichità e pel merto del poeta, do
i simbolo alcuno che la distingua, non appartenga alla Musa Polinnia.
Anche
nelle Pitture Ercolanensi è effigiata questa Musa
rio alla reminiscenza ha fatto dagli antichi attritribuire a Polinnia
anche
la taciturnità ed il silenzio. Col dito al labbro
i, delle quali sono sempre oscurate queste remote avventure? Inoltre,
anche
secondo quel sistema che vuol le Muse non altro c
ppone trovata quella della Cancelleria, e dove facilmente si rinvenne
anche
la Farnesiana, come la vicinanza del sito ne può
erano queste statue destinate fu forse la ragione perchè si vestisse
anche
Urania di un abbigliamento teatrale.» Eccovi alt
con lei in una bella pittura dell’Ercolano. Merita però osservazione
anche
la testa riportata per essere antica. Si vede ado
il volume su cui si registra o si legge. Il volume le hanno assegnato
anche
i pittori di Ercolano, e hanno avuto perciò il bi
secondo eh’ io credo, è Clio; secondo il Begero, è Calliope. Potrebbe
anche
in questa figura esprimersi l’una e l’altra, giac
ta figura esprimersi l’una e l’altra, giacché il volume è simbolo, ed
anche
comune, nelle pitture Ercolanensi, e nelle medagl
ta: tanto egli riguarda quelle cose che sono innanzi la prora. Rimira
anche
Arianna, o piuttosto il sonno di lei. Il petto è
ire Scacciatore dei mali. Plinio annovera per figliuola di Esculapio
anche
Egle, cioè risplendente per il sano colore delle
lle carni; e Marino poeta de’ Lupercali dà per figliuola di Esculapio
anche
Roma, che significa forza, che i Romani chiamaron
dine fu chiamata e creduta esser veramente una pina, con de nominarne
anche
il medesimo tirso; sicché il Bochart trova che in
ne rappresentava la cima. È noto per altro che il pino era consacrato
anche
a Bacco per l’amicizia eh’ egli ebbe con Cibele,
di tal sorte quelle dette da Appiano di capo largo, ch’erano adoprate
anche
dai cacciatori, e si veggono in mano del centauro
avendo ogli introdotto l’uso del vino, accadeva spesso che i conviti,
anche
sacri, finissero in percotersi scambievolmente co
l nome di Satiro a quelli che nell’aria del volto, nelle corna, nelle
anche
e gambe di capro somigliavano le antiche rapprese
li: e incominciatosi poscia ad arricchirgli e poi a fargli di metalli
anche
preziosi, ne fu sovente in molti bicchieri ritenu
oi tutta propria di questi selvaggi misti di uomo e cavallo. Sappiamo
anche
coll’analogia della storia moderna che i primi a
è mancano al nostro bassorilievo ciò che Plinio chiamò Dee levatrici:
anche
qui tre dee assistono al parto di Giove, alla nas
onorarono con Cerere, Libero e Libera: e monumento di questo culto è
anche
il presente bassorilievo, il quale, comecché di s
adri dei Satiri e dei Sileni, le nutrici e le compagne di Bacco, sono
anche
le divinità locali dei fiumi, dei ruscelli, dei f
ntrada; e le insegne Bacchiche sì ben convenienti alle Ninfe, avranno
anche
avuto relazione alla superstiziosa credenza, che
ssirilievi. Sappiamo altronde aver conosciuto gli antichi naturalisti
anche
un genere di minori elefanti, che dicevano avvezz
a venerazione indivisa ad Ercole e Bacco perseverò nell’impero romano
anche
nel regno di Caracalla. « Mi sembra assai verisim
lla condizione di uno di quei gran tini appellati dai Romani lacus, e
anche
labra dai Greci, che servivano alla vendemmia. L’
e brevi code. Due glandule prominenti pendono loro sotto le mascelle,
anche
queste ideate a seconda della lor natura caprina
e del palazzo del cavalier Alessandri, che mi assicurò reputarlo tale
anche
il celebre Canova, da cui gli fu commendato come
e plasmato il mondo ; e in questo significato si adopra quella parola
anche
dai nostri poeti. Dante stesso fa dire a Virgilio
. La confusione del Caos immaginato dagli antichi ingenerò confusione
anche
nelle loro menti circa l’origine del mondo e l’es
nea di certi insetti ed altri animaluzzi ; e che i mitologi andassero
anche
più oltre del Darwin e compagni antropologi ; poi
fane. Sembra che voglia dire a chi ha orecchi da intendere : Vedete !
anche
gli Antichi ci hanno trasmesso come in nube molti
ciascun che legge potrà seguirmi senza temer fatica o disagio ; anzi
anche
il salire gli parrà tanto leggiero « Come a seco
n grande ammasso o emporio di oggetti di qualunque forma o figura, ed
anche
talvolta una gran confusione amministrativa in un
efiche e divinità malefiche, come vi sono uomini buoni e malvagi ; ed
anche
le migliori divinità ebbero qualche difetto, come
alla Salute pubblica, cioè alla più felice conservazione dello Stato.
Anche
alla Dea Mente, ossia al Senno, fu eretto un temp
rti, e a potersi godere tranquillamente il frutto delle loro ruberie.
Anche
Orazio mette in versi la preghiera di un ladro a
chè cioè quel ladro non si contentava di rimanere impunito, ma voleva
anche
apparire agli occhi del mondo uomo santo e pio pe
fecero e si fanno tuttora di qualunque Virtù e di qualunque Vizio, ed
anche
di qualsivoglia idea astratta, politica o religio
poesie, ma pur anco nei monumenti ove le Virtù civili e militari, ed
anche
le religiose, sono rappresentate per mezzo di fig
à notati nel numero precedente, e in appresso avremo luogo di notarne
anche
altri. Ma intanto è bene osservare per la precisa
qual voce aura è derivato in latino e in italiano il nome di Aurora.
Anche
il Tasso esprime la stessa idea nella prima ottav
io di Tolomeo e sostituendovi quello di Copernico117, ciò non ostante
anche
i poeti e gli artisti posteriori a Copernico, a G
, venne ad uccidere gli animali mostruosi e nocivi che vi erano nati.
Anche
i paleontologi hanno riconosciuto negli avanzi fo
osservazioni che richiede per ciascuna persona, ma utilissima sempre
anche
ne’suoi più generali principii, perchè persuadono
ema legge della natura, quando ha decretato la dissoluzione dei corpi
anche
meglio organizzati, rende nulla la scienza e l’ar
ma macchia biancastra che di notte si scorge nel cielo, e che è detta
anche
dagli astronomi via lattea, e con greco nome Gala
XIII Difetti e vizii del Dio Giove
Anche
sulle labbra degli analfabeti, che non sieno priv
della divinità dei filosofi. Ora conviene accennare le meno buone, ed
anche
le assolutamente malvagie. Quando i Titani furono
a o un fascetto di legna ; e cosi vengono a significare il modo usato
anche
oggidì, in caso di bisogno o per esperimento, di
i rami degli alberi, produce estesissimi e spaventevoli incendii ; ed
anche
il fulmine (che credevasi venir dal Cielo e dalla
a), produce il lavoro meccanico delle macchine a vapore e dà la forza
anche
alle braccia degli uomini. — Felice chi potè cono
overi poi, che diremmo domestici, vale a dire di marito e di padre, è
anche
più biasimevole. Mille ragioni non che una aveva
Cielo, ed ebbe da essa Marte, Vulcano ed Ebe ; e poi da altre Dee, ed
anche
da donne mortali, altri figli in gran numero, tra
sinonimo di Dio. E in questo stesso significato si usa nelle scienze
anche
oggidì, per non star sempre a rammentare il nome
ciuta per diritto civile), dicono francamente che è contro natura 11.
Anche
i poeti cristiani quando parlano di cose mitologi
atura degli Dei ; e Lucrezio un famoso poema sulla Natura delle cose.
Anche
i teologi cristiani trattano della Natura divina
si soltanto l’Orco, ossia Plutone, Bacco e il Genio ; e poi ricorsero
anche
ai nomi delle divinità secondarie o inferiori ; e
di tutti gli esseri organici ed inorganici della creazione, comprende
anche
gli studii speciali riferibili a questa. 11. Nel
ebbe mai in alcuna lingua un nome etimologicamente più bello, poichè
anche
più della giustizia e della clemenza è bella la b
ana stessa narra l’origine e la ragione di questi titoli. Fu chiamato
anche
Giove Pluvio 60 perchè i loro fisici lo considera
e straordinario ingegno del nostro Giovan Battista Vico66. Si unirono
anche
gli astronomi antichi a rendere onore a Giove dan
questo duplice titolo di Ottimo Massimo lo troviamo attribuito a Dio
anche
nella religion cristiana ; e si vede indicato col
. 24.) Questo titolo è divenuto in oggi tanto comune e familiare, che
anche
i giornalisti più prosaici fanno lusso e spreco d
tivo olimpico nel significato di maestoso o imperioso ; e l’ ha usato
anche
il Giusti nella satira del Ballo in questa espres
: « Minerva spira e conducemi Apollo. » Questa Dea ricevè dai Greci
anche
il nome di Atena che alludeva all’origine ed alla
devolmente questa invenzione e riprodotta a gara con splendide forme.
Anche
Dante ha trovato il modo di rammentarla nel Canto
questo nome di Ateneo alle Università, e da noi ed altrove suol darsi
anche
ad alcune società o accademie di letterati o scie
ve da tutti i popoli civili, o almeno non affatto barbari e selvaggi.
Anche
nell’antichissima città di Troia aveva un tempio
lei, i fusi. Il nome di Minerva fu usato dai poeti latini (e spesso
anche
dai prosatori) a significare per metonimia l’inge
collegi dei poeti, dei medici, dei pittori e degli scultori rammenta
anche
quelli dei calzolai, dei tintori e degli smacchia
cor da pericolo alla studiosa gioventù disposta a ricevere colle vere
anche
le false idee, degna perciò d’essere a ragion neg
le astratte divinità, dalle quali oltre le istruzioni dell’intelletto
anche
il cuore ne ricava i suoi morali vantaggi, perciò
tibondo fra deserti della Libia. Da Cretesi fù nominato Diespiter, ed
anche
assolutamente Dies, come riferisce Macrobio. Da R
rd utasi di coraggio Minerva alzò l’ammirabil suà asta, e forte battè
anche
essa la terra attendendone anziosa l’ effetto. Sc
uce Minerva qual dimostranza del suo invitto potere, pensò di operare
anche
essa un consimile sovraumano portento, un Dio pro
fierezza era costantemente rapito, perder non volle il suo carattere
anche
quando passò alla morbidezza delle nozze, e perci
armi sedente su d’un carro d’acciaio guidato da Bellona terribil Dea
anche
essa delle battaglie, tirato da cavalli nati da B
Suo culto. Questo Nume perchè creduto Dio delle guerre fù da popoli
anche
barbari in somma stima tenuto, sicche presso di e
tiro Marsia ardì parimente di venire con questo Nume alle pruove ; ma
anche
esso restandovi disotto fù a genio del vincitore
tto aveva dal fecondo seno di sua mente un vivo portento di sapienza,
anche
essa la gloria volle d’ aver cavato sol da se dag
gentil Verginità. Dichirazione, e sviluppo Se presso i popoli
anche
più barbari fù sempre tenuta in gran conto la ver
re il resto di loro vita, o ritirarsi nelle loro antiche famiglie, ed
anche
maritarsi ; sebbene da poche ciò si fece, e con e
i castighi ; larghi d’altronde erano i loro privilegj. Potevano esse
anche
vivendo i loro genitori far testamenti, erano imm
o poi nel giorno, in cui nacque Alessandro fù incendiato da Erostrato
anche
esso Efesino preso dallo stolto disegno di render
ur perder dovette ogni fierezza, E rimaner fra quelle orrende fosse :
Anche
tristo è il destin della bellezza. Dichirazio
cce pingerò nella più aggiustata divisa insiem colle principali virtù
anche
i vizii, conchiudendo questa seconda parte colle
nella umana società si distinsero. Per essa finalmente, che suol dare
anche
corpo all’ombra, vita al nulla al soglio siede de
Scozzesi per conoscere quanta sia la potestà, ed il valore del verso
anche
presso le nazioni barbare un tempo, ed incolte. M
illabo la inflessione della voce cade sulla seconda sua sillaba. Esso
anche
nel solo ditirambo suole aver luogo, mentre la su
aticabile come quello, che costa di versi, che si contentano di avere
anche
alla sola sesta, ossia penultima sillaba il loro
mporaneo di gran polzo si prova a trattarlo, mentre le sue difficoltà
anche
al tavolino rendonsi laboriose. Un tal metro è co
ta di cinque versi per ogni strofa, il primo è un ottonario piano, ed
anche
sdrucciolo se la necessità l’imperasse, il second
ettenario piano, il secondo è similmente settenario piano, il terzo è
anche
settenario, che rima al primo, il quarto è simile
Filostr. in Tyan : I, Hist. così il famoso oracolo di Apollo colpito
anche
esso restò muto, e di tal silenzio lo stosso Demo
disse : l’uccello è come ti piace. Così, e non altrimenti risponderei
anche
io a tal giovane, o a chiunque mi interrogasse, c
onorarlo cogl’Egizii con fiaccole accese con occhio chiuso fuggiremmo
anche
l’ombra de’ suoi ritralti. Suo ritratto. (1). B
ssici latini e greci ; e quelli specialmente di Ciprigna e di Citerèa
anche
negl’italiani e nello stesso Dante183. Del nome d
Oltre Cupido, Imene e le tre Grazie si annovera tra i figli di Venere
anche
Enea. Cupido era creduto figlio di Venere e di Ma
di Venere era il Dio delle Nozze, o vogliam dire del Matrimonio ; ed
anche
in italiano si usa elegantemente il nome di imene
no. Aveva quasi sempre presso di sè il fanciulletto Cupido e talvolta
anche
Imene e le Grazie. Le si dava ancora un elegantis
tinse Dante, alludendo agli attributi della Dea Venere. 182. Esiste
anche
in Firenze nella Galleria degli Uffizi una vaghis
. I vocabolarii italiani fra le accezioni del verbo avvenirsi pongono
anche
quella che significa « venir bene adatto per conv
assenso ; e sotto questo rapporto suol dirsi che si può esser liberi
anche
nella schiavitù. Perciò Dante, avversando il fata
« Che l’abbi a mente, se a parlar ten prende. » (Purg., xviii, 67.)
Anche
in altri luoghi ritorna il sommo Poeta sullo stes
ansi dagli Antichi la Necessità, la Fortuna e la Morte ; e questa era
anche
chiamata l’estremo fato o l’ultima necessità. La
vitabili dai mortali. Finalmente la Morte, secondo il Paganesimo, era
anche
essa ministra del Fato e l’ultima esecutrice de’
pinge le anime nei regni di lui. A quest’estremo fato eran sottoposti
anche
i Semidei, quantunque uno dei loro genitori fosse
appresso fu il centro della nuova città di Romolo : tanto è vero che
anche
a tempo di Cicerone, com’egli afferma nelle sue l
Feste Carmentali, cioè in onore della Dea Carmenta madre di Evandro.
Anche
il culto di Ercole Tebano fu introdotto nella ste
o Virgilio nel lib. ix dell’Eneide ed Ovidio nel lib. i dei Fasti, ma
anche
Tito Livio nel lib. i e ix della sua Storia e Val
no usitatissimo ed espressivo d’intimazione di silenzio. Quest’atto è
anche
segno di stare attenti, come abbiamo in Dante :
uem Harpocratem per significare ridurre qualcuno al silenzio. Trovasi
anche
rammentato dagli scrittori latini il Dio Anùbi, c
i Urano era considerata come la Dea della Terra : ora aggiungiamo che
anche
due altre Dee, cioè Cibele e Tellùre, avevano la
va Cibele. Chiamavasi in greco e in latino Rhea (nome che fu poi dato
anche
alla madre di Romolo, Rhea Sylvia), da un greco v
, ossia provengono tutte le cose. Con questo nome di Rhea la rammenta
anche
Dante nel Canto xiv dell’ Inferno, ov’egli parla
tali. Qualche volta fu confusa collo Dea Tellùre, e perciò le fu dato
anche
il nome di questa. Aveva poi molti altri nomi, co
l Mare, di Plutone Dio dell’Inferno, di Giunone regina del Cielo, era
anche
la madre di Giove re supremo, del quale eran figl
riti religiosi. E poichè i Consoli furono conservati, almeno di nome,
anche
sotto gl’Imperatori e sino agli ultimi tempi del
ansi le Feste Carmentali, che si ripetevano il dì 15, e vi si univano
anche
quelle in onore di Pòrrima e Posverta. Noi abbiam
alla presupposta etimologia di quei nomi. I Romani adoravano come Dea
anche
Giuturna, sorella di Turno re dei Rutuli, resa ce
es. » Nel mese di Marzo celebravasi la festa degli Ancili. È narrato
anche
nella Storia Romana il miracolo dell’ancile cadut
popolo di Numa non solo vide co’suoi propri occhi il miracolo, ma udì
anche
una voce dal Cielo che prometteva ai Romani la ma
o a Giove. I poeti commentarono queste furbesche prodezze di Mercurio
anche
negl’ inni in onore di lui150. Era questo certame
di una testuggine adattandovi 7 corde158. I poeti latini lo chiamano
anche
lira e così a loro imitazione i poeti italiani. A
perchè inventata e donatagli dal fratello159. Attribuirono a Mercurio
anche
i primi incentivi alla vita sociale e all’incivil
bilmente della pagana Mitologia, per ornamento del linguaggio poetico
anche
nel Purgatorio cristiano, apostolico, romano163.
curiale. Mercuriali si chiamavano dai Latini non solo i mercanti, ma
anche
gli uomini dotti, perchè Mercurio era pure il Dio
lle passioni degli uomini, e perfino delle idee non solo concrete, ma
anche
astratte, come noteremo più specialmente nelle se
Pagani, la materia era eterna, il Caos era un Dio, ed erano Divinità
anche
gli elementi che lo componevano, cioè il Fuoco os
o, cioè il Fuoco ossia la Luce, l’Aria, l’Acqua e la Terra. Che più ?
anche
la Notte, ossia l’oscurità, l’assenza della Luce,
a Parte vi troveremo l’applicazione di quelle ai casi più speciali ed
anche
individuali. Nella terza poi vedremo cambiarsi la
ncipale e fondamentale della Mitologia Greca e Romana ; e l’ho estesa
anche
alla spiegazione dei fenomeni fisici, secondo la
dallo Zend-Avesta, che è il loro libro sacro, attribuito a Zoroastro.
Anche
a tempo di Augusto i Persiani adoravano come loro
col Sabeismo, e fu principalmente professato dagli Egiziani, i quali
anche
al tempo di Mosè adoravano come loro Dio il bue A
ecie di Feticismo, benchè meno goffo, non meno però materiale (poichè
anche
gli astri son composti di materia cosmica), se be
Prisca o Maggiore, e alla nipote quello di Giovane o Minore. Per dare
anche
a questa un qualche ufficio fu inventato che pres
Conosciute queste popolari credenze o superstizioni, s’intende subito
anche
la ragione della importanza attribuita alle Vesta
asti, ossia infausti. Ebbero luogo pur troppo, e più d’una volta ; ed
anche
in Tito Livio ne troviamo il ricordo e la narrazi
e gli atti di molta importanza e segretezza non solo dai privati, ma
anche
dai magistrati della Repubblica e dai principi st
ò. Il qual fatto, inteso letteralmente, è peggio che bestiale, poichè
anche
le bestie allevano ed amano la loro prole. Ma que
te significa che l’ambizione del regno fa porre in non cale e violare
anche
i più stretti vincoli del sangue22. Cibele dipoi,
tto informe potesse considerarsi un maschio o una femmina, lo divorò.
Anche
questa stranezza potrebbe spiegarsi come un simbo
rlo qual Nume. Ma spenta con Marco Bruto la libertà e perduta affatto
anche
l’ombra di essa sotto Tiberio, le apoteosi degli
ansi e non Dei gl’imperatori romani deificati, come li troviamo detti
anche
nella raccolta delle Leggi romane dell’Imperator
ertinace l’anno 193 dell’E. V. Troppo lungo sarebbe il riportarle, ed
anche
soltanto il compendiarle ; ed inoltre stancherebb
alla paura delle persecuzioni, molti altri si esposero ai tormenti ed
anche
alla morte, e suggellaron col sangue l’attestazio
o eguali, e perciò favoriva e comandava l’abolizione della schiavitù,
anche
i più rozzi ed ostinati contadini cominciarono ad
e in latino dicevasi più comunemente gens, mentre familia significava
anche
i servi o schiavi. Da questo significato legale è
morbus l’ipocondria, che altrimenti direbbesi ægritudo. 53. Troviamo
anche
nella Bibbia un fatto simile, dove si parla delle
nocente e a far perdere il reo. Quest’ uso barbaro ed empio si estese
anche
ad altre prove, come a quella del fuoco, la cui s
barbari, e fa una gran tara alla tanto vantata civiltà moderna. 55.
Anche
i poeti latini, quando volevano significare che u
istinti eroi che vivessero in quel tempo : alcuni dei quali divennero
anche
più celebri in appresso per altre più importanti
e padre di Aiace e Laerte di Ulisse ; dei quali tutti dovremo parlare
anche
in appresso. Degli altri eroi intervenuti a quest
o vostra image, « Ciò che par duro ti parrebbe vizzo. » E per quanto
anche
il poeta Stazio, a richiesta di Virgilio, gli des
ero è che lo stesso poeta aggiunge che i Penati avevano special culto
anche
nella reggia di Priamo : « Era nel mezzo del pa
tempii e delle case ove questi Dei erano adorati37. Sappiamo infatti
anche
dagli storici essere stata comune opinione che qu
stesso Ugo Foscolo, peritissimo nelle lingue dotte e per conseguenza
anche
nella Mitologia, li chiama nel suo Carme I Sepolc
vorito Antinoo. L’onore dell’ apoteosi fu talora conferito dai Romani
anche
alle donne, massime alle mogli degl’imperatori. —
e mogli degl’imperatori. — Ora in senso figurato si chiamano apoteosi
anche
gli onori straordinarj o gli elogi esagerati fatt
, nei pasti giornalieri ec. Oltre al vino adoperavano nelle libazioni
anche
il latte, il miele, l’olio, l’acqua delle fonti o
, che è posta sotto le loggie dell’ Orgagna in Piazza della Signoria.
Anche
i Naturalisti si son ricordati di questo mostro m
a testa di Medusa e pietrificò nell’istante quanti la guardavano ; ed
anche
Fineo ebbe la stessa sorte. Dipoi volle Perseo to
la Mitologia. Infatti la Cronologia greca più comunemente seguita, ed
anche
adottata dallo stesso Cantù (Ved. i Documenti all
tiche degl’idolatri inventarono a modo loro una Cosmogonia, ma spesso
anche
i poeti e i filosofi ne hanno foggiate diverse l’
e predominio dell’una classe sociale sull’altra, furono censurati, od
anche
perseguitati, a guisa degli eretici del Medio Evo
logia, che egli mi suggeriva di adottare il soprascritto titolo. Fece
anche
di più : voile proporre spontaneamente l’anno sco
a il tempo, com’ egli rispose direttamente a me stesso, di pubblicare
anche
questo libro prima della riapertura delle Scuole
Dunque lo studio della Mitologia greca e romana sarà utile sempre, ed
anche
sempre più necessario, quanto maggiori progressi
libro nazionale degl’Italiani, esige tra le altre infinite cognizioni
anche
quelle della Mitologia. Ed io perciò in questo li
sia il fiume Tevere, era un personaggio molto serio, ed in certi casi
anche
un poco profeta. Nell’Eneide parla divinamente ne
e come fisicamente possibile, e come realmente vero. Trovansi infatti
anche
altrove dei fiumi, le acque dei quali nel loro co
ti mistici ed improprii, sensi laidi ed oscurissimi, e questo avvenne
anche
prima del cantore dell’ Iliade, chè a’Greci impor
i andarono celebrati non pochi nocchieri, e furono creduti come Iddii
anche
in tempi non di molto remoti ; sì perchè dalla is
he si voleva riportata da questo nume in uccidere il serpente Pitone.
Anche
in questo mito va rinchiusa un’allegoria, e noi q
o solenne fu detto coniugium, e coniuges il marito e la moglie. Detta
anche
Lucina, che porta i parti alla luce non già natur
mettere al la luce questa terza edizione, che abbiamo cercato rendere
anche
migliore delle altre per esattezza nella correzio
stro libro comprenda una specie d’Antologia Mitologica opportunissima
anche
ai cultori delle Belle Arti. » Ci siamo poi studi
o fosse un’inondazione prodotta dallo straripamento del lago Copaide.
Anche
ai tempi di Silla era celebrata in Atene una fest
▲