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1 (1874) Ristretto analitico del dizionario della favola. Volume I pp. -332
tua di Santo Potito, la quale altro non è che un simulacro pagano del dio Marte, con la lieve variante d’aver sostituito un
itivo e reale ; ed ecco che l’uomo valorosamente illustre, diventa un dio , ed a lui si attribuiscono tutte le azioni o i fa
rna giovanezza ; Mercurio fu il messaggiero degli dei ; e Vulcano, il dio fabbro ferraio, fabbricò i fulmini per la destra
rto, ad Apollo. 42. Acesio o Alexesio. — Si chiamava così Apollo come dio della medicina. Dalla significazione di questa pa
agni sulle rive di un fiume, questi incontrarono, senza conoscerlo il dio Bacco, e volevano a viva forza portarlo a bordo d
lo inghiotti vivo. Dopo la sua morte la credulità popolare ne fece un dio , e gli si dette fino un Oracolo. 151. Agamennone.
ro i corsari fosse stato da essi debellato e fatto prigione. Mercurio dio del commercio che libera Marte altro non raffigur
l Peloponneso. Pausania asserisce che Amicleo era anche il nome di un dio particolare della Grecia, ove avea tempii ed alta
culto di Castore, vi era una statua di Anasci come figliuoli di quel dio . 378. Anaxiso. — Figlio di Castore e d’Ilacida. 3
. Anchialo o Ancario. — I Pagani credevano che così fosse nominato il dio dei Giudei. Vi fu anche un greco, figlio di Mente
tte il proprio nome, e nella quale, dopo la morte, fu onorato come un dio . 412. Anfimaco. Fu questo il nome di due famosi c
di Nereo e moglie di Nettuno. Per sottrarsi alle richieste di questo dio , ella si nascose nelle profondità del mare ; ma N
effetti dello straordinario valore di Ercole a cui fu d’uopo dare un dio per padre. Seneca nelle sue opere ricorda che Erc
itologia è ricca della più poetica fecondità d’immagini, Cupido, come dio dell’amore, veniva raffigurato come un fanciullo
a e lo strangolò. 458. Antero. — Veniva venerato sutto questo nome un dio che si adorava come l’opposto di Cupido. Lo si cr
ra di luna crescente. Allorquando i sacerdoti consacrati al culto del dio Api, scoprivano un toro che aveva se non tutti, a
n tutti, almeno buon numero dei requisiti voluti per rappresentare il dio Apis, prima di condurlo a Memfi veniva, per lo sp
ente nutrito da alcune donne a cui solo era permesso di avvicinare il dio , e che lo accostavano sempre quasi nude e con att
lo allora per poche ore in un prato attiguo al tempio ove dimorava il dio Apis, e permettendo in questi rari periodi la sua
più palesemente il culto superstizioso che gli Egizii avevano per il dio Apis, era quando il bue che lo rappresentava dove
successore. Allora la gioia rinasceva come se fosse risorto il morto dio , e la festa durava sette giorni. Gli Egiziani con
he si recavano a consultarlo, avvicinavano le orecchie alla bocca del dio , e uscivano poi dal tempio tenendole accuratament
e allora si denominava Febo, e Apollo quando abitava la terra. Era il dio della Poesia, della Musica e delle Arti. Capo del
a delle sette maraviglie del mondo, era consacrato a questo nume come dio delle Arti. Apollo ebbe molte amanti, fra le qual
da più rinomata di tutta la Grecia per le favole a cui dette vita. Il dio Pane vi era venerato con culto particolare, perch
ulo. — Dalle parole latine arx e arca, i Romani davano questo nome al dio destinato nel loro culto a presiedere alle piccol
adorato dai Persiani. Si crede generalmente che come Plutone fosse il dio delle Tenebre. 570. Arimomanzia. — Vedi Axinomanz
n gran pompa. 586. Arpa. — Istrumento musicale e sacro ad Apollo come dio della musica e della poesia. 587. Arpalice. — Nat
599. Artipoo. — Che significa piede leggiero. Omero così chiama Marte dio della guerra, forse per indicare la sveltezza di
hiama Marte dio della guerra, forse per indicare la sveltezza di quel dio nella corsa e in tutti gli esercizi del corpo. 60
corpo. 600. Arunticeo. — Avendo disprezzato le feste di Bacco, questo dio per punirlo lo costrinse a bere una così sproporz
à di esso nei lavori di giardinaggio, essendo i giardini sacri a quel dio . Abbia il vero, o Priapo, il luogo suo, Se gli a
delle figliuole di Ettore la quale non potendo opporre resistenza al dio Marte che ne era innamorato, fu da lui resa madre
regnò nell’ Assiria verso l’anno 2700 dopo la creazione del mondo. Al dio Baal si attribuisce assai comunemente dagli scrit
re della Bibbia, era consacrata a Baal-Fegor che è riguardato come il dio Priapo della mitologia Greca e Romana. Più comune
mmino risuonare le più clamorose grida, cantando le vittorie del loro dio . Durante la celebrazione dei baccanali, esse, app
orde è l’opinione degli scrittori dell’antichità, sul conto di questo dio , volendosi da diversi che fosse figliuolo di Pros
e da lui, dopo replicate repulse. Ma i raggi di cui era circondato il dio , e il folgorante bagliore di quelli, incendiò la
i, ecc : e mosse alla conquista delle Indie. La favola dipinge questo dio con le corna e lo raffigura con un tirso fra le m
della città di Cirene, nella quale, dopo la morte, fu adorato come un dio . 752. Baubo. — Detta anche Becubo. Così avea nome
gli immolavano mai nei loro sacrifizii poichè rappresentavano il loro dio Pane con la faccia e le gambe di becco, sotto il
minati il buono ed il cattivo genio ; Belbuc con la significazione di dio bianco e Zeomeeuc con quella di dio nero. 760. Be
; Belbuc con la significazione di dio bianco e Zeomeeuc con quella di dio nero. 760. Beleno. — Gli abitanti della città d’A
. Bellino. — Soprannome che gli antichi Galli dell’Alvernia davano al dio Beleno, ed a cui facevano i più grandi sacrifizii
to nome al principe dei demoni. Presso gli Accaroniti era ritenuto il dio delle mosche, perchè il suo tempio era esente da
dell’antichità dicono che una tale denominazione fosse data a questo dio perchè la sua statua, sempre sanguinosa, era cope
resso Flavigni nella Borgogna, dove fu ritrovata una statua di questo dio , rappresentato sotto la figura d’un giovane senza
peratore Costanzo, alcuni di questi biglietti, trovati nel tempio del dio Beza, e che l’imperatore, dopo averne fatto fare
delle piante rendeva le tenebre troppo fitte. Eliano racconta che il dio Esculapio avesse severamente proibito che nel bos
ini, per quanto sia in potere della scienza. Era quindi logico che il dio della medicina proibisse che in un luogo a lui co
sue parole, non credendolo figlio di Vulcano, egli invocò suo padre, dio del fuoco, e il luogo dove si trovavano fu all’is
adagno e περαω io cerco, io assaggio. Soprannome dato a Mercurio come dio del traffico. Similmente si dava a Mercurio la de
na delle sette maraviglie del mondo, e che rappresentava Apollo, solo dio dei Rodiani. La più comune opinione è che codesta
a Κὠμος, che significa lusso, libertinaggio ; si dava codesto nome al dio della gozzoviglia, dei baccanali e dei festini. V
innalzato un tempio superbo. 1232.Conifalo. — Uno dei soprannomi del dio Priapo. 1233.Connida. — Precettore e confidente d
elebravano particolarmente con gli spettacoli del Circo, in onore del dio Nettuno Ippio. — Vedi l’articolo precedente. 1241
l’Eumenidi contro Oreste. 1258. Corimbifero. — Uno dei soprannomi del dio Bacco. 1259. Corinto. — Famosa città della Greci
figlio per nome Aceste. 1399. Criniso. — Sacerdote di Apollo. Questo dio per punirlo di aver trascurato il suo dovere nei
sagrificati su’suoi altari. 1302. Crioforo. — Uno dei soprannomi del dio Mercurio. 1303. Crisaore. — Secondo l’opinione di
oco. — Più comunemente conosciuto sotto il nome di Croto : figlio del dio Pane e di Eufema. Dopo la morte fu annoverato fra
i. 1321. Crono. — Soprannome che veniva dato a Saturno, ritenuto come dio del tempo. 1322. Crotopiadi. — Nome collettivo de
consacrato a Giove ; e la favola racconta che la metamorfosi di quel dio in cuculo avvenisse nel Pelopenneso sul monte Tor
sa cercava di sottrarsi con la fuga alle amorose persecuzioni di quel dio , la ninfa del fiume padre della perseguitata, la
iobe, che fu ucciso da Apollo. 1349. Damoso. — Uno dei soprannomi del dio Mercurio. 1350. Damaste. — Soprannominato Procust
te detti Semi Dei, erano propriamente quelli che avevano per padre un dio e per madre una donna mortale : o viceversa per m
degli dei, Vesta, dea del fuoco, gli dei Lari o Penati, Priapo, come dio dei giardini, i Fauni, le Ninfe e le Muse. Dei
l mare. L’Oceano e Teti sua consorte ; Nettuno e Anfitrite ; Eolo, dio dei venti ; Nerea e le Nereidi, che erano 50 ; le
395. Delfinto. — Altro soprannome di Apollo. Diana, gemella di questo dio , veniva anch’essa detta Delfinia. 1396. Delfino. 
nella loro isola, e all’epoca in cui essi supponevano il ritorno del dio , celebravano in suo onore feste e cerimonie d’ogn
dell’albero. 1417. Dendroforo. — Si dava anche codesto soprannome al dio Silvano, perchè era generale credenza degli antic
rche, e al dire di Esiodo, la Notte era la madre di questo spaventoso dio , che essa aveva generato sola. 1423. Deucalione. 
urono resi gli onori divini. 1456. Dicclesìo. — Eroe venerato come un dio dai Megaresi, i quali in suo onore celebravano de
Dionisio. — Detto anche Dioniso : con questo nome veniva indicato il dio Bacco, dalla città di Nisa, ove era stato allevat
di Giove Olimpio un mantello d’oro, che copriva una statua di questo dio , e nel tempi di Esculapio, in Epidauro, tolse ad
i soprannomi di Plutone, al quale si dava perchè era ritenuto come il dio delle ricchezze ; in greco la parola Dite signifi
ione ad una specie di inno osceno, che si cantava nei misteri di quel dio . Presso i moderni il Ditirambo, è un componimento
seguì il famoso ratto delle Sabine. Questo nume era ritenuto come il dio della buona fede, ed è perciò che presso gli anti
itanti di Scio, dopo la morte di Drimaco, lo avessero adorato come un dio . È questa però una opinione poco generalizzata. 1
nnome a Bacco per indicare che la giovanezza era inseparabile da quel dio . La tradizione dell’antichità afferma che i popol
ica ardente, perciò i pagani ne fecero uno dei soprannomi di Vulcano, dio del fuoco. 1562. Efeso. — Celebre città dell’ Asi
a di rara bellezza, la quale nell’istessa notte fu anche visitata dal dio Nettuno. Poco tempo dopo, Egeo seppe da Etra che
i sovente chiamato Giove con questa denominazione. 1588. Egipane — Il dio Pane veniva così soprannominato perchè aveva le g
o immolate. 1597. Egobolo V. Egibolo. 1598. Egocero. — Soprannome del dio Pane, che a lui veniva da una parola Greca che si
tto la forma di essa ; o secondo altri perchè l’eterna giovanezza del dio del vino, è benissimo raffigurata da questa piant
se a Bacco di dedicargli un tempio, e invocando la protezione di quel dio , discese dall’albero, si accostò all’animale, e s
cco. 1657. Eleuro. — Nella mitologia Egiziana si dava cotesto nome al dio dei gatti. 1658. Emacuria. — Nel Peloponneso si c
che nella città di Eneo, nella Tracia, Enea veniva adorato siccome un dio . Enea si ebbe fama, non solo di prode e valoroso
ssai di sovente trovasi nelle tradizioni della favola indicato Marte, dio della guerra, con questo nome. 1679. Enia. — Sopr
ninfa Tiro, della quale era nello stesso tempo innamorato Nettuno. Il dio per ingannarla prese le sembianze di Enipeo, e la
pe di Deucalione. La tradizione mitologica lo fa figliuolo di Giove e dio dei venti e delle tempeste. ….. in un autro imme
utili consigli ai navigatori. Da ciò la tradizione favolosa che lo fa dio delle tempeste, e padre di dodici figliuoli sei m
è ritenuta dai cronisti della mitologia, come quella in cui Vulcano, dio del fuoco, avesse posto la sua fucina. Per questa
un tempio ad Apollo nella Città di Trezene, in ringraziamento a quel dio di averlo salvato dal naufragio, che fece perire
 Soprannome di Apollo nella significazione di benefico, avendo questo dio liberata l’Arcadia dalla peste. Forse per la stes
stituita. 1724. Epidauro. — Famosa città della Laconia ove Esculapio, dio della medicina, aveva il magnifico tempio ed orac
molo dette questo nome alle feste da lui istituite in onore di Marte, dio della guerra. Nel giorno 26 del mese di Febbrajo,
ttuno di sacrificargli qualunque cosa fosse uscita dal mare, e che il dio delle acque, per provare la fedeltà di Minos, ave
vitabilmente della loro impronta particolare il colossale profilo del dio eroe. Per esempio, fra i tratti particolari del c
tempi di Augusto, innalzò ad Ercole un magnifico tempio, nel quale il dio veniva adorato sotto la figura di un uomo dalle f
balenare l’idea della vittoria, che coronò tutte le fatiche di questo dio . La statua dell’Ercole in riposo, conosciuta comu
cero cercare da per ogni dove, ma non giunsero a scoprirla, finchè il dio Pane entrando per caso nella caverna dove Cerere
va nella città di Eritre, in Acaja, si dava cotesto soprannome a quel dio . Quella statua riposava sopra una specie di Zatte
 — è eloquente quanto la parola facile, che era una delle qualità del dio Mercurio. 1799. Ermatene. — Così si chiamava il s
tributi di Mercurio. 1800. Ermete. — Essendo Ermete uno dei nomi del dio Mercurio, si chiamaveno Ermee alcune feste celebr
 Si dava cotesta denominazione ad un simulacro che aveva il corpo del dio Mercurio e la testa di Nitra V. Nitra. 1802. Erme
di Mercurio e di Ercole, essendo Eracle il nome Greco di quest’ultimo dio . Si mettevano comunemente le statue degli Ermerac
veva per madre una dea e per padre un uomo, o viceversa, per padre un dio e per madre una donna. La maggioranza di questi s
impedire a Mercurio l’accesso nell’appartamento della sorella, ma il dio , avendo cercato invano di piegarla colle sue preg
la destra una bilancia. Esculano propriamente detto, era il padre del dio Argentino perché il rame e più antico dello argen
stono molte statue e busti in marmo ed in bronzo che rappresentano il dio della medicina, e si sono trovate buon numero di
ofondo silenzio. 1830. Esimnete. — Da una statua che Vulcano fece del dio Bacco, e che secondo la tradizione fu da Giove me
esto nome i Galli adoravano una divinità che si suppone fosse il loro dio della guerra. Quei popoli sagrificavano a questo
ne fosse il loro dio della guerra. Quei popoli sagrificavano a questo dio non solo tutte le spoglie ed i cavalli tolti al n
mogli e i loro figliuoli onde rendersela favorevole. Si dipingeva il dio Eso mezzo ignudo e con una scure nella mano levat
i. 1856. Etna — La tradizione della favola racconta che la fucina del dio Vulcano, e quella dei ciclopi che fabbricavano i
edeva ai conviti. In segno di allegria si metteva la statua di questo dio nella sala del banchetto e sovente sulla tavola s
festa di Bacco, i funerali di Euripile, e portavano ricche offerte al dio chiuso nella cassa, a cui, secondo Pausania, dett
. 1923. Evoè. — Grido che ripetevano le baccanti nelle feste del loro dio . V. Evan. Esse dicevano propriamente Ecohe Baeche
Fabiani. — Nome particolare che si dava dai Romani, ai sacerdoti del dio Pane, detti anche Luperci. In Roma essi erano div
abulino. — Dal latino Fari, favellare. I romani davano questo nome al dio della parola, il quale presiedeva all’ educazione
hi in così triste modo, che era quasi interamente cieco. Un giorno il dio di Epidauro, Esculapio, gli mandò per mezzo d’una
da Anite, che ella non faceva se non se ubbidire al comandamento del dio della medicina ; concepì qualche speranza, prese
ra gli Ateniesi fecero fare gran numero di statue rappresentanti qual dio , e le portarono con grande apparato in procession
Bellonarii, ma oltre a questi ve ne erano degli altri nel tempio del dio Silvano, in quello di Serapide, d’Iside e in quas
io nelle sue cronache dell’antichità, che i Fenici rappresentavano il dio Fano, sotto la figura di un serpente ripiegato in
ne si fu unto il corpo, diventò di una bellezza simile a quello di un dio , per modo che tutte le donne di Mitilene furono p
omani davano a taluni giovani, i quali nei sacrifizii delle feste del dio Fauno, percorrevano le strade in modo indecente,
le divinità romane. 1957. Fauna — Si dava questo nome alla moglie del dio Fauno la quale, secondo la tradizione, era di una
i di decembre e di febbraio, alcune pubbliche cerimonie, in onore del dio Fauno, ed alle quali perciò si dava il nome di Fa
l’opinione degli scrittori dell’antichità, sulla paternità di questo dio campestre della mitologia pagana. Taluni lo fanno
uo svegliarsi era ritenuto dai pagani come rivelazione dei voleri del dio Fauno. Presso i romani questo dio aveva un culto
ani come rivelazione dei voleri del dio Fauno. Presso i romani questo dio aveva un culto simile a quello che i greci avevan
questo dio aveva un culto simile a quello che i greci avevano per il dio Pane. 1961. Faustolo — Ci ammaestra la tradizione
celebri piloti, e che perciò mostravano di poco curarsi di lui, come dio del mare ; onde egli avrebbe fatto perire fra le
Febe. 1966. Febo — I greci davano codesta appellazione ad Apollo come dio della Luce e forse per alludere anche al calore c
la favola, su questa divinità ; imperocchè, Macrobio, dice che era un dio particolare, che presiedeva alle purificazioni ;
vincitori delle battaglie costumavano di appendere nel tempio di quel dio , le spoglie tolte ai vinti. 1987. Ferie. — I roma
di altri bastoni fuorchè di quelli di Ferula. Forse i seguaci di quel dio colpiti da ebbrezza per troppo larghe libazioni,
scambievolmente coi bastoni di cui erano armati ; e allora fu che il dio legislatore, impose loro di servirsi sola mente d
o al governo di Atene. 1999. Fidio. — Nome particolare che si dava al dio della fedeltà, per il quale si prestava il giuram
ramento dicendo : Me Dius Fidius. Pretendono alcuni scrittori, che il dio Fidio altro non fosse Giove, considerato come ven
i : altri vogliono che sia Ercole figliuolo di Giove. Come che sia il dio Fidio aveva molti templi in Roma ed era venerato
ascondere un qualche scandaloso commercio, faceva sparger voce che un dio era il padre di quel frutto della colpa : così Er
suonava la lira, la tradizione mitologica lo fa figliuolo di Apollo, dio della musica. Altri lo pongono nel numero degli A
me, accompagnando un giorno Diana alla caccia, fosse stata veduta dal dio Marte, il quale s’invaghi così violentemente di l
ndere una colpa con un delitto. Però al dire del citato scrittore, il dio Marte preservò dalla morte i figli dell’amor suo.
dei Flamini minori. Però ognuno di questi sacerdoti era addetto ad un dio particolare. I Flamini godevano di molti previleg
Flamine Falacro. — Questo sacerdote prendeva il suo nome dall’ antico dio Falacro, di cui fanno menzione ben pochi cronisti
enti dell’ antichità. Finalmente i pagani avevano anche il flauto del dio Pane, perchè ne attribuivano a questo nume l’inve
tta Flegiade. La tradizione mitologica ce lo presenta come figlio del dio Marte e di una giovanetta per nome Crisa figliuol
essa Pfammate. 2040. Folo. — Centauro, figlio della ninfa Melia e del dio Sileno. Le cronache della favola narrano di lui,
uo cadavere. Da ciò i pagani immaginarono che fosse stato cangiato in dio marino. 2044. Forculo. — Divinità che presiedeva
i quello delle sue sorelle. Or dunque alla tremenda Lachesi tosto il dio si volse, a lei Che il crin si vela di dorata ben
per mano Plutone fanciullo, per dinotare che la fortuna è arbitra del dio delle ricchezze. Vi sono molte medaglie dell’ ant
i freccia. L’ arco, che solo in cervi, in capri e in dame Dal biondo dio fu nelle cacce usato, Forò la pelle e quelle dure
rsi del fuoco. Da ciò l’ allegoria del mito simbolico, che fa Vulcano dio del fuoco. 2062. Fuochi di Castore e Polluce. — V
ed altri finalmente asseriscono esser le Furie figliuole di Plutone, dio dell’ Inferno, e sorelle delle Parche. Nè solamen
i in Lidia, onde offrire dei sacrifizi a Giove in un tempio, che quel dio aveva in quella contrada. Ganimede obbediente ai
nfigurazione, al dire del cronista Manilio, i pagani riconoscevano il dio Apollo e l’Ercole egiziano. Questa opinione però
battista Bianchi. 2097. Gemino. — Uno dei soprannomi che si dava al dio Giano, a causa delle due facce che gli venivano a
sole Sporadi, si celebravano dai greci delle altre feste in onore del dio Marte, a cui dall’isola istessa si dava la denomi
ere alle alte grida, con che le baccanti celebravano le orgie di quel dio . Questa almeno è la opinione più generalizzata de
istituiti e celebrati in onore del principe giovanetto, favorito del dio Apollo V. L’articolo seguente. 2115. Giacinto. — 
ianza d’un bel fiore, la sua pallida e nobile testa, sul seno di quel dio di cui era stato l’amico. Apollo pazzo di dolore,
tante ninfe Nereidi. 2117. Gialemo. — I greci davano codesto nome al dio che presiedeva tutte le cerimonie funebri in gene
Nenie. 2118. Gialmeno o Ialmeno. — Figlio della bella Astioche e del dio Marte. Fu uno degli eroi che più si distinse all’
Eretteo re di Atene, avesse innamorato della sua stupenda bellezza il dio Apollo, il quale la sorprese, e ne ebbe un figlio
il più saggio dei re di Roma, fece innalzare un tempio a Saturno come dio della Pace, considerando che il regno di questo d
io a Saturno come dio della Pace, considerando che il regno di questo dio non era stato turbato da alcuna guerra. Coll’anda
trad. di G. B. Bianchi. Al dire di Macrobio, i pagani invocavano il dio Giano in tutti i loro sacrifizi, ritenendo per fe
n quella di Gianuale, in occazione di un preteso miracolo operato dal dio Giano. Narra la cronaca alla quale si attengono M
ossero aperte in tempo di guerra, quasi a lasciare libero il passo al dio protettore di Roma, di venire novellamenle in soc
Giapi ricusò tutti gli altri splendidi donativi, di che l’amore di un dio lo faceva signore, e pregò solo Apollo d’insegnar
one narra che egli avesse fatto nei suoi stati innalzare in onore del dio , suo padre, cento templi, sulle cui cento are si
sposò legittimamente Cerere, da cui ebbe un figliuolo che fu Plutone dio delle ricchezze ; volendo con ciò alludere all’ag
i quali avevano i piedi e le corna di bronzo, e che erano un dono del dio Vulcano : quindi attaccarli ad un aratro di diama
ssò il cranio del dormente. Giasone dopo la morte fu venerato come un dio , e gli furono innalzati gran numero di monumenti
sacro, e ϰεραξ corvo, si dava questo nome ai ministri o sacerdoti del dio Mitrà, perchè essi avevano il costume di rivestir
ca, durante la quale i danzatori cantavano degl’inni in onore di quel dio . 2155. Ginnosofisti. — Presso gl’indiani veniva d
sacri a Giove ; e al dire di Cicerone le dame romane onoravano questo dio , con un culto castamente particolare. Generalment
uba — Re di Mauritania, il quale fu dai suoi sudditi venerato come un dio . Al dire di Minuzio Felice, il nome di Giuba si a
morti. Qui progenie divina Del tuono il Sire ottenne, Eaco in terra dio , Che le liti ai celesti anco partio. PINDARO — Od
n onore della dea Giunone. 2175. Giunonio — I pagani credevano che il dio Giano Bifronte avesse introdotto in Italia il cul
specie di pubblici spettacoli, i quali eran sempre dedicati a qualche dio in particolare e talvolta anche a più d’uno di es
celebrati nello anfiteatro di Marte, e si facevano in onore di questo dio e talvolta anche di Diana. Finalmente gli spettac
che essendo caduto in una botte di miele, vi restò soffocato e che il dio Esculapio, l’avesse ritornato alla vita, filtrand
cui le tradizioni della favola, danno lo stesso nome di Glauco, fu un dio marino che alcuni mitologici presentano come figl
Glauco avea nome un figliuolo di Dimilo, discendente di quello stesso dio marino, di cui parlammo più sopra. Egli si rese c
della grazia ottenuta da Giove, fece sospendere nel tempio di questo dio il famoso carro sul quale avea fatto il viaggio.
a —  V. Gorgonia. 2193. Gorgoni — Queste tre sorelle figlie di Forco, dio marino, e di una donna per nome Ceto, formavano l
ior che significa cammino. I pagani davano questo soprannome a Marte, dio della guerra, quando veniva raffigurato sotto le
desta favola allegorica dice che le Graje essendo figliuole di Glauco dio marino altro non crano che la personificazione mi
nevano le Grazie come vergini ; sebbene Omero ne dà una per moglie al dio del Sonno ed un’altra a Vulcano. Un uso assai str
d’istrumenti. I templi dedicati a Venere, dea della bellezza Cupido, dio dell’amore, lo erano comunemente anche alle Grazi
quelli dedicati a Mercurio, volendo con ciò significare che lo stesso dio dell’eloquenza, avea bisogno dell’aiuto delle Gra
a riconoscenza. Finalmente, secondo asserisce Macrobio, le statue del dio Apollo si scolpivano sempre aventi nella sinistra
avesse fatto abbandonare, coll’andare degli anni, il culto di questo dio dagli stessi popoli che l’avevano collocato nel n
l nome di Hafedà si seguitò a dare presso gli arabi, ad una specie di dio preservatore, ch’essi invocavano al cominciare di
un viaggio. 2212. Hakem. — I popoli drusi davano codesto nome al loro dio incarnato. Hakem era presso quei popoli l’identic
-Heri. — Le cronache della mitologia indiana, danno questo nome ad un dio composto, nel quale si riunivano, oltre la propri
sso i Samojedi si dava questo nome alla divinità che rappresentava il dio supremo : era lo stesso che il Giove dei greci e
lle credenze religiose di quei popoli, rappresentava lo stesso che il dio Marte presso i greci. 2220. Higolajo. — Detto anc
che il dio Marte presso i greci. 2220. Higolajo. — Detto anche Guleo, dio della morte e della suprema felicità : almeno cos
si chiama Baal, e da ciò gli arabi danno il nome di Hobal, ad un loro dio che raffigurava il Sole. Il simulacro di Hobal er
imorava all’epoca in cui, secondo la favola, ospitò nella sua casa il dio Bacco, il quale in ricompensa gl’insegnò l’arte d
a perfezione incredibile. Da cio l’etimologia del suo nome Icelo come dio , e Fobetore come uomo V. Fobetore, Morfeo. 2231.
iorno 13 e 15 d’ogni mese. Nelle loro credenze essi ritenevano che il dio Mercurio fosse nato negli Idi di maggio, e percio
o risolvè d’immolare il proprio figliuolo sulle are sanguinolenti del dio del mare. Fra gli autori antichi ve ne ha molti i
anfora, forata da tutte le parti, e che presso di loro raffigurava il dio dell’acqua. Al dire dello scrittore Mitruvio, i s
or tempo in mezzo ordinò un sacrifizio ad Ercole, onde placare questo dio , che i suoi popoli credevano loro nemico, e appen
este in suo onore chiamate Imenee. Da ciò emerge il simbolo di Imeneo dio delle nozze, che alcuni autori fanno figliuolo di
er una consimile congiuntura V. Eurota. Imero era anche il nome di un dio dei desiderii, che i pagani ponevano insieme ad E
ad Ercole, secondo Cicerone, dal fatto seguente. Nel tempio di questo dio , si conservava fra gli arredi sacri, una tazza d’
me a Deverra e Piluno, per essere protette contro le persecuzioni del dio Silvano. Non si saprebbe in verità dare una spieg
. 2290. Invidia. — I greci aveano fatto di questa triste passione un dio , essendo la parola φδονος di genere mascolino ; m
che perciò quegl’ isolani venerassero con un culto particolare questo dio . Nel mezzo dell’ isola sorgeva un magnifico tempi
o, perchè, secondo riferisce Diodoro di Sicilia, si attribuiva a quel dio , l’arte di domare i cavalli. Scrive Pausania, che
nnua. Le giovanette di Trezene, costumavano di offrire a questo nuovo dio la propria capellatura, prima di andare a marito,
ιϛος allissimo, e ῦποος allezza e perciò forse i fenici ritenevano il dio Ipsisto come il padre degli dei ; nè più nè meno
e rinchiudervi i suoi tesori. 2327. Iringa. — Una delle figliuole del dio Pane e della ninfa Eco. Non bisogna confonderla c
stmici fossero istituiti da Teseo, in onore di Nettuno, il quale come dio del mare aveva sotto la sua particolare protezion
emazia del Sole. Da quel tempo gli abitanti riconobbero Nettuno, come dio protettore dell’ ismo di Corinto. 2350. Itaca. — 
icolare che gli egiziani e dopo di essi i greci, dettero a Priapo, il dio delle orgie e delle dissolutezze. 2353. Itifallor
avere nella città di Coronea, in Beozia, un tempio comune con Plutone dio delle ricchezze. Con questa unione allegorica del
si ricoverò presso l’ altare d’ Apollo, in vocando la protezione del dio . Ma già i seguaci di Jone erano sul punto di avan
primitivo e vero nome di Iove ossia Giove. I celti chiamavano questo dio col nome di Jov che nella loro lingua vuol dire g
loro lingua vuol dire giovane, per dinotare l’eterna giovanezza di un dio . Presso i latini il Mons Jovis ossia monte di Gio
s ossia monte di Giove, era una montagna delle Alpi consacrata a quel dio  ; come il dies Jovis ossia giovedi, era il giorno
nalmente anche nelle Gallie, sotto il nome di Jov, veniva venerato il dio Giove. K 2379. Kacimana. — Presso i popoli
irinda e dell’ alto Orenoco, così si chiamava la personificazione del dio del bene, ritenuto come principio assoluto di tut
-Kiamo. 2380. Kaleda. — Nella mitologia slava veniva così chiamato il dio della pace, che ha molta rassomiglianza col dio G
niva così chiamato il dio della pace, che ha molta rassomiglianza col dio Giano, venerato dai pagani greci e romani. Nel so
te accompagnate da giuochi, da banchetti e da sacrifizii in onore del dio Kaleda. 2381. Kama. — Detto anche Kamadeva. Gli I
 Detto anche Kamadeva. Gli Indiani davano questo nome al loro Cupido, dio dell’ amore. Veniva rappresentato con un arco di
in molte città di quelle contrade, si venerava il fanciullo Kama come dio dell’ amore, e gli si dava perfino una moglie chi
ole per la sua ricca e splendida floritura. Le statue e le pagodi del dio Kama erano sempre ornate di ghirlande di quei fio
2383. Kang-l o Cang-v. — Nella mitologia cinese si dà questo nome al dio dei cieli inferiori, il quale ha diritto assoluto
ati Tei-Kuan, Zui-Kuan, e Tan-Kuan dipendano dagl’ ordini supremi del dio Kang-i, ma abbiano delle particolari attribuzioni
gico del Giappone, detto con vocabolo particolare Buddaismo, si dà al dio delle acque e dei pesci. Egli viene riguardato co
Amida e come creatore della luna e del sole. Nella città di Osaka il dio Kanon ha un ricchissimo tempio, ove si vede la su
2386. Kaor-Buk. — Gli abitanti del regno di Asem dànno questo nome al dio dei quattro venti. I sacerdoti che in Africa eser
’infermi che essi non han potuto guarire, e questi debbono offrire al dio quattro uccelli, prima di esporre la malattia che
lla religione di Budda, e i principali avvenimenti della vita di quel dio . Quest’ opera chiamata in lingua giapponese Fokck
ddisti. 2389. Kekki. — Nella Lapponia si dava questa denominazione al dio protettore della agricoltura. I popoli Carelii po
naturali della morte. Esiodo, nelle sue opere, qualifica Ker come un dio , figlio della Notte ; ed aggiunge che abitualment
embianze. 2391. Keraone. — Presso gli spartani era questo il nome del dio , che presiedeva particolarmente ai banchetti e se
el culto religioso degli orientali, viene con questo nome chiamato il dio Visnù, allorquando si considera sotto la sua otta
arrano le cronache che Kansa fratello della regina Devakì, nemico del dio Visnù, anelava di far propria la corona di Vassud
o Krisna. Ma questi, sebbene appena neonato, possente siccome un vero dio , uccide i Daitri scherani del perfido zio, che mo
della Grecia. 2407. Lacturno. — Detto anche semplicemente Latturno : dio che presso i romani, presiedeva alla conservazion
. Delle canne che crescevano sulle rive del fiume Ladone, si servì il dio Pane per costruire il suo famoso flauto a sette c
olco. Dopo questo avvenimento, Giove Lafistio veniva invocato come il dio tutelare dei fuggitivi. 2412. Lafria. — Più comun
delle arti. Anche nelle feste di Vulcano, riguardato dai pagani come dio del fuoco e inventore delle lampadi ; ed in quell
minore. Essa viene ricordata nei fasti del paganesimo, perchè Priapo, dio delle dissolutezze eravi adorato con un culto par
Lancia. — Secondo riferisce Varrone, i romani rappresentavano il loro dio della guerra sotto la figura di una lancia, prima
e tanto che quest’opera fu dai pagani attribuita allo stesso Apollo, dio delle arti. Come pure i possenti argini che egli
nvece del proprio figliuolo Giove, si dava un tal soprannome a questo dio . Sotto questa denominazione ordinariamente egli v
dio. Sotto questa denominazione ordinariamente egli viene confuso col dio Termine. Al dire di Apuleio, i pagani ritenevano
onorato con culto speciale. Da ciò il soprannome di Larissio a questo dio . Larissa similmente era detto un grosso borgo, ne
secondo asserisce il cronista Arnobio, fu dato il nome di Laterano al dio dei focolari 2447. Latino. — Figlio di Fauno e de
tichi popoli norici, era questo il nome del loro Esculapio, ossia del dio della sanità. Vogliono alcuni autori, che Latobio
liuoli. Latona allora si rivolse alla protezione di Nettuno, e questo dio , mosso e compassione delle lagrime di lei, fece c
rtaginesi che non avessero più sacrificato i propri figliuoli al loro dio Saturno. 2459. Laziar. — Nome proprio della festa
templi rimanevano chiusi. La istituzione delle feste Lemurie, che Ovi dio chiama feste notturne o degli spettri, viene dall
ia di Epiro, nell’isola di Leucade, si dava codesto soprannome a quel dio . 2484. Leucade. — Promontorio dell’Acanania, vici
alla Bibbia e dagli altri libri sacri della religione ebraica, che il dio di Mosè aveva comandate le Libazioni al popolo d’
altro non era che Arianna deificata dopo la morte, con tal nome, dal dio Bacco. Tu a me consorte, non vogl’io che priva D
berali. — Feste celebrate dai romani nel giorno 17 marzo in onore del dio Bacco. Sebbene codeste cerimonie fossero, al paro
rpe emblema, che si portava in trionfo. Si credeva così di rendere il dio Libero favorevole alla seminagione, e e di allont
o. — Soprannome di Bacco, detto propriamente Liber pater, perchè come dio del vino, era ritenuto come quello, che faceva pa
per sapere quale sarebbe il destino della loro città, la risposta del dio fu che quella sarebbe stata distrutta non appena
questa oscura ambiguità dell’ oracolo, gli abitanti credettero che il dio avesse voluto parlare di una belva, e persuasi ch
gli altri. Però, avendo avuto sospetto che quello straniero fosse un dio , fece sgozzare un soldato Molosso, che riteneva i
cune feste celebrate in Argo, in onore d’Apollo, ritenendosi che quel dio dava la caccia ai lupi che infestavano le campagn
ivano i sacrifizi con gran mistero. Liceo era anche un soprannome del dio Pane, col quale egli aveva un tempio sul monte Li
da tempi remotissimi si celebravano i giuochi e le feste in onore del dio Pane. 2515. Licio. — Soprannome che Danao dette a
il novello sovrano fece innalzare ad Apollo un ricco tempio, ove quel dio veniva adorato sotto il nome di Apollo Liceo, ovv
in una foresta. Qualche tempo dopo, mentre uno dei sacerdoti di quel dio , pregava innanzi all’ altare si sentì tirare la v
alle sue nutrici ; ossia alle viti, ritenute come le nutrici di quel dio . Alla favola a cui si attiene Omero stesso, come
chiamasse il diletto degli dei, e gli facesse onoranza, siccome ad un dio . Infatti gli spartani accettarono, con reverente
pio ove, secondo asserisce Pausania, Licurgo venne adorato siccome un dio . 2525. Lieo. — Dalla parola greca λυειν che signi
ca λυειν che significa dissipare, si dava codesto soprannome a Bacco, dio del vino, come dissipatore della malinconia. 2526
edente. 2537. Limneo. — Detto più comunemente Linneo : soprannome del dio Bacco quando lo si riguardava come protettore dei
Bacco come protettore dei laghi e dei stagni, quando era adorato come dio del vino. 2538. Limnoria. — Una delle cinquanta N
iù bravo musico dei suoi tempi, osò vantarsi di suonar meglio di quel dio , onde Apollo, sdegnato, lo tolse di vita. Le trad
to antichissimo istrumento di musica, che era uno degli attributi del dio Apollo, viene da taluni autori antichi attribuita
uono. 2550. Littorale. — Qualificazione data, in alcuni monumenti, al dio Silvano, coronato di edera e con le corna sul cap
edera e con le corna sul capo. Forse in tal modo veniva onorato quel dio sul lido del mare. 2551. Lituo. — Così si chiamav
ch’ella rivolse agli dei, ond’essere liberata dalle persecuzioni del dio Priapo. 2555. Loto. — Secondo riferisce Plutarco,
to, e φαγομαι mangio. 2557. Lotta. — I pagani onoravano Mercurio come dio di questo combattimento, che veniva eseguito gene
o sotto la protezione di Giove, e perciò lo avevano consacrato a quel dio . Il corso del mese di Luglio era presso gli antic
, personificandole sovente come uomo, e sovente come donna. Da ciò il dio Luno altro non era che la Luna medesima, alla qua
ella Mesopotamia, avevano innalzato uno splendido tempio, dedicato al dio Luno. Il citato cronista dice, che gli abitanti d
di Carres avevano personificato maschilmente la Luna, chiamandola il dio Luno, perchè ritenevano che coloro che adoravano
e, ed erano dominati da esse ; mentre per contrario gli adoratori del dio Luno, conservavano per tutta la vita la loro masc
e nei misteri della loro religione, ne facean sempre menzione come il dio Luno. Secondo Strabone, l’appellativo di dio Luno
sempre menzione come il dio Luno. Secondo Strabone, l’appellativo di dio Luno deriva dal vocabolo greco σεληνη che in quel
quindi è che molti popoli dell’antichità, han fatto di quell’astro un dio , altri una dea, e molti altri finalmente una conf
una dea, e molti altri finalmente una configurazione ermafrodita. Il dio Luno veniva raffigurato sotto le sembianze di un
ià da noi più sopra citato, ripete a proposito del culto tributato al dio Luno dai pagani, una strana e ridicola congiuntur
ola congiuntura ; quella cioè, durante i sacrifizi che si facevano al dio Luno, gli uomini vestivano da donna, e le donne d
a grotta scavata nel monte Palatino e consacrata a Pane, antichissimo dio dell’Arcadia. Il cennato storico aggiunge, che es
rico aggiunge, che essendo venuto in Italia Evandro Arcade, dedicò al dio supremo della sua patria, un dato luogo, a cui im
similmente il nome di Lupercale, ritenendo che la protezione di quel dio , avesse salvato il suo bestiame da’lupi. 2571. Lu
feste, che si celebravano, con grande solennità in Roma, in onore del dio Pane, e che, secondo asserisce Ovidio, cominciava
a quasi scomparso. 2572. Luperci. — Nome collettivo dei sacerdoti del dio Pane che celebravano le Lupercali. V. l’articolo
2 (1880) Lezioni di mitologia
lle sciagure avvilito, così il mondo divise, che ogni bisogno ebbe un dio , e fu facile allora agli istitutori dei popoli id
Cielo minacciava di punire i Titani suoi figli. La Notte, benché niun dio degnasse il suo letto di tenebre, generò da sé st
stino, la nera Parca, la Morte, il Sonno, i Sogni dall’ali nere, Momo dio della Maldicenza, l’Inquietudine compagna del Dol
ere generò da Marte lo Spavento, il Timore, eterni compagni di questo dio , ed Armonia la bella. Maia figlia di Atlante part
e Grazie. Bacco si congiunse all’abbandonata Arianna, ed Ercole fatto dio diventò marito di Ebe. La bella Perseide partorì
sua. D’eterno Vigor ridonda l’animoso petto, E tutta appar l’ira del dio . Dal cielo Spesso all’Olimpo folgorando move, E d
nei teatri. Il primo che ivi sorgeva dalla parte destra sacro era al dio che si onorava cogli spettacoli; l’altro, alla si
di Apollo. Lo stesso autore infama la memoria di Teseo, cui lo stesso dio ordinò di uccidere Antiope sua moglie e figliuola
stumi maestro ai Romani, eluse con accorta ripulsa la dimanda di quel dio che parlar facevano i sacerdoti crudeli. A Saturn
a maestà de’ suoi versi ci dipinge l’aquila, assisa sullo scettro del dio , che l’ale e gli occhi dechina per la dolcezza de
gradito. Europa avea, (Meraviglia a vedersi) aureo canestro Opra del dio Vulcano: in dono il diede A Libia allora che fu s
dilette amiche Volgea la faccia e le distese mani: Ma chi giungere un dio puote? Nel mare Già balza, e nuota qual delfìn: s
tto il mare immenso, intorno intorno Guatando, disse: Ove mi porti, o dio ! Toro, chi sei? perchè coi duri piedi Solchi l’um
ori Premon le vie dell’Oceano? e come Avrai qui cibo? sei tu forse un dio ? Ma non opri da nume. In mare il toro Non cammina
Mercè. Che dico? innanzi a me tu sei: Questa liquida via non senza un dio Io varco. — Disse, e le rispose il toro: Fa cor,
n greco vocabolo, fu per tal motivo chiamato. Tempesta, comandata dal dio che a sua voglia il cielo oscura e rasserena, cop
a lo celò nella sua veste. Depose allora il mentito aspetto`. ed a un dio innamorato chi resiste? Dal primo furto di Giove
store e Clitennestra dal secondo; il cigno, ministro alle voluttà del dio , dicesi collocato fra gli astri alla destra mano
olata da Giove mutato in Satiro. Il marito, cui non placò l’essere un dio autore della colpa, repudiò la consorte, e le suc
ssi ventuno scudi aurei, che da Mummie vincitore furono consacrati al dio . Con solenne artifìcio effigiata era nella faccia
o e strano Temi, che non t’offenda o ti spaventa. Non temer, che quel dio vero e soprano, Ch’ha lo scettro del ciel, mai gl
io vero e soprano, Ch’ha lo scettro del ciel, mai gliel consenta Quel dio , che con la sua sicura mano Il tremendo dal ciel
fuggir, ninfa, a me, che son quell’io Del ciel signore, e folgorante dio . Fugge la bella ninfa, e non ascolta; Ma Giove ch
e a fin verrei di sì perversa sorte. Veggo or quanto mi neccia essere dio : Poich’ai morir mi son chiuse le porte. Che posso
to nome dalla pelle della capra Amaltea. Del titolo di Patroo dato al dio , e della maniera colla quale fìguravasi, vi fece
a. Citerone, re dei Plateensi, il più astuto dei mortali, persuase al dio di fabbricare un simulacro di legno, e dopo averl
, Lenno pose fine alla sua caduta, e i pietosi cittadini aiutarono il dio , cui l’infermo piede i passi ritardava. Ancelle d
o Al tuo vago pudor. — Tronca un amplesso Le risposte e gl’indugi; il dio la stringe Cupidamente; un’azzurrina nube D’ oro
reso per una tanaglia, alluda forse alla maravigliosa generazione del dio della guerra. Mi resta solo ad osservare che Giun
l rossore che grazie accrebbe al volto, Onde a mia madre fu genero un dio . Primavera fìoria: nei verdi prati Errar mi vede
lieta destra: A se Giuno l’appressa, e già nel seno A lei palpita il dio re della guerra. Ovidio, Fasti, lib. V, v. 251
l nuovo regno, amore lo prese di Anfitrite ribelle ai desiderii dello dio . L’impegno di conciliarla alle sue voglie commise
Albione e mille altri, dei quali la fama è men chiara. Non fu questo dio esente dall’ambizione, giacché congiurò con gli a
Atlantidi, rammenta un tempio di maravigliosa struttura, nel quale il dio col sublime capo toccando il soffitto sedeva sopr
Paganesimo dati a Nettuno, che ninno atteggiò con maestà degna di un dio quanto Omero descrivendone il viaggio sul mare pe
a le antiche la statua di Nettano: noi vi distinguiamo l’immagine del dio del mare non solo dall’ idea del volto, che ha qu
scettro, non lascia di determinare questo strumento, pel tridente del dio del mare, o pel bidente del dio dell’Inferno. Sic
re questo strumento, pel tridente del dio del mare, o pel bidente del dio dell’Inferno. Siccome l’aria del volto e la nudit
agli amplessi della madre, fra le tenebre care agli amanti, veniva lo dio signore del fulmine. Escito, incontrò presso la c
piedi nuovo riparo. Lo vide dall’ombroso Onchesto un vecchio, cui lo dio comandò il silenzio dicendo: vecchio, che scavi l
lascia il miuimo dubbio che questo marmo ci offra il pesante Morfeo, dio del Sonno, rappresentato anch’egli coll’ali sulla
ava nell’antico ed ora porta la borsa, distintivo notissimo di questo dio , a cui si attribuiva il lucro ed il commercio; il
alestra lo adoperavano forse perchè in questo costume formata fu- dal dio la rozzezza dei primi mortali. Vergadoro fu il ni
Galli, che con umano sangue lo placavano onorandolo sopra ogni altro dio come narra Giulio Cesare nei suoi Commentarj. Di
ersi e per la pietà, gli avea consacrato. Pitagora soleva chiamare lo dio Questore delle anime, perchè alle beate sedi dell
e, fu detto Mercurio, perchè presso i Tanagrj vi era un simulacro del dio scolpito da Calami antichissimo artefice, in memo
ziosa materia. » Ode di Orazio sopra Mercurio. Parafrasata Cillenio dio , gloria dell’avo Atlante, Che il fero culto del r
o i venti Coll’eterno vigor dei piedi alati: Scendi fra noi quando di dio gli accenti Seguono i Fati. Nume pietoso ai miser
rmi dell’espressione di Dante) li due occhi del cielo. Apollo, benché dio , soggiacque a molte sventure: onde veruno dei num
ere con Nettuno l’impresa di costruire le mura troiane. Non adoprò il dio , secondo Ovidio, i comuni mezzi, ma col suono del
tandole forma: in fronde i crini, in rami crebbero le braccia, che il dio intorno al collo sperava. Trionfò Apollo delli st
nno; e per Taer dolcemente il cigno Canta. Apritevi, o porte, ecco lo dio Della danza e del canto: ai modi alterni Deh v’ac
endetta. Misero è ben chi cogli Dei contrasta: Pugna col rege chi con dio combatte. Apollo il coro onorerà se canta A senno
a, la faretra e Tarco, I coturni e la fibbia. E chi più ricco E dello dio ? Per me Delfo lo dica : Decoro è in lui di gioven
Femonoe divenne allora molto celebre: ella fu la prima interprete del dio , e lo fé’ parlare pure per la prima volta in vers
terpreti delle sue risposte. « Si pretende che la prima cappella del dio fosse composta dai remi di un lauro di Tempo, e n
rima insignita del sacerdozio di Bacco, e celebrò Torgie in onore del dio ; dal che, dicono, è nato che tutte le donne prese
. « Annovererò hrevemente i più considerevoli monumenti consacrati al dio . Lasciando le statue dei musici e degli atleti, c
si era sollevato fino a concepire una bellezza che con venisse ad un dio , l’ha poi espressa con tanta fé licita nel marmo,
ri, non giunge ad oscurare le luci, o a contrarre il sopracciglio del dio del giorno. Il lungi-saettante si ravvisa nei suo
i omeri sembra che, secondo la frase d’ Omero, suoni sulle spalle del dio sdegnato. Una eterna gioventù si diifonde molleme
le. Questa mirabile statua tanto supera tutti gli altri simulacri del dio , quanto l’Apollo di Omero è più grande degli altr
gli sceglie, e col primiero Apollo Fere, e Dafne con l’altro. Ama lo dio ; La ninfa ancor d’amante aborre il nome; Sol dell
Dente: dubita l’altra, e al vano morso Quasi presa si toglie. Era lo dio Con la vergine tal: rende paura Celer la ninfa, e
ualmente come allegorica, facendo allusione al Sole, del quale questo dio è l’imagine: ma senza attaccarci questo senso bis
colo numero di pitture che sono giunte sino a noi, nelle quali questo dio è rappresentato. Noi troviamo in Plutarco che g
questa ragione in Atene si diede il nome di θαυμαντις13, indovino del dio , vale a dire di Apollo, a quelli che morendo di f
pollo sulle medaglie di Tenedo indica il soprannome Smìnteo di questo dio , che nel dialetto cretese significa Topo, perchè
llo, è un ornamento allegorico che significa la metamorfosi di questo dio in pesce: può ancora applicarsi al creduto amore
sospesa dal lato manco, nel moto delle braccia al suono, apparisce un dio che accompagna sulla cetra celeste le soavi modul
: Pizie (o Apollo) risuona carmi in lunga veste. Ed Ovidio: Lo stesso dio dei poeti ragguardevole per aurea palla, tratta l
de alle quali la mal cauta Cerere affidò la sua figlia. Delo cuna del dio , e sola fra tutte le terre pietosa a Latona, gli
quella che derivar fa questo nome dalla luce, prima qualità di questo dio , che simboleggia il Sole « Il ministro maggior d
he in Delfo ad Apollo sorgeva. Stazio volendo esprimere il dolore del dio per la morte di Anfìarao, reputò di non poter meg
o. » È celebre il tempio che aveva pure a Triopo città della Caria il dio , onde Triopo fu appellato, ed i vincitori nei giu
sacri gli erano ne riportavano in premio tripodi di bronzo. Diede al dio il nome d’Ismenio il colle Ismene, che sorgeva de
Apollo Grineo è illustre per Orino città dei Mirine:, nella quale il dio aveva oracolo antichissimo, ed are. Virgilio diss
alla sorella, impone All’Ore il carro preparar: veloci I comandi del dio seguon l’ancelle, E traggon fuor dalle sublimi st
che una torre, trenta cittadi trenta che non sapranno esaltare altro dio che te sola, e da te si chiameranno. Disegnerai p
ortali che la sapienza in Pallade figurata era interamente fisrlia di dio . Luciano, che burlando or insegnò, or pervertì,
enerata da Giove nel modo sopra espresso: la quarta nata dallo stesso dio e da Corife figlia dell’Oceano, detta dagli Arcad
esi presso il Giove seduto in cima alla facciata del tempio di questo dio sul basso rilievo del sacrifìcio di Marc’ Aurelio
da una parte il tridente, dall’ altra la testa di Pallade, perchè col dio del mare divideva di questa città l’impero e la t
di Giasone, non omette l’ immagine di Venere collo scudo in mano del dio Marte: l’affibbiatura della cui veste caduta dalF
e ad altri piace, deve interamente il suo natale alla madre. A questo dio furono dati i vanti d’altri, che ebbero la sventu
ono tosto la dea quando fé’ prova del dono del figlio. Portava questo dio , come piace ad Euripide, le fiaccole nelle nozze,
ione. Questo utile ritrovato attribuiscono a Prometeo, più antico del dio , secondo lo Scoliaste di Sofocle, e ch’ebbe con
monetaria, di cui l’inspezione sembra qui essere attribuita a questo dio . Sopra un antico monumento della Villa Negroni, s
bbii sull’antichità di questo monumento. I sacrifizii propri a questo dio erano le armi, i mobili presi ai nemici, ai quali
semplicità delle favole non nega a Giove la gloria di esser padre del dio della guerra. Tero, che in greco suona lo stesso
ò al sonno, e lasciò sorprendere da Vulcano i due amanti. Sdegnato il dio lo converse in un uccello del suo nome, giacché A
lla ferocia fosse di lui propria offerta. Si annovera fra i vanti del dio 1’ aver dato il nome a quel luogo celebre in Aten
inerva stessa, onde la dea suscitò Diomede a pugnare contro lo stesso dio della guerra. Appena lo ebbe Marte veduto che la
le mura di Alicarnasso e di Roma stessa vi erano templi consacrati al dio della guerra. I soli sacerdoti di Marte formavano
e fra tutti i lavori degli antichi. Le due più belle figure di questo dio . soqo una statua sedente coll’Amore ai piedi nell
rio ha pensato che dalla barba di Adriano, il quale nell’immagine del dio della guerra è rappresentato in una statua del Mu
ste di Teocrito vuole che da questo amore infelice nascesse Pluto, il dio delle ricchezze, che cieco finsero gli antichi, v
anti il tempio crolla; Luce si sparge per l’aeree cime, E annunzia il dio ; freme la terra, e l’antro Cecropio mugge: le sue
iove. La potente verga Scotendo, fassi il messaggero alato Innanzi al dio , che sopra il soglio assiso Sta, per atroce maest
lo Si unirà coll’abisso, e tìan confuse Tenebre e luce. — Sì parlò lo dio . Mercurio gli astri occupa già; l’ascolta Giove,
sensibile pei racconti di Esiodo e di Omero.- Dicono essi che questo dio delle ricchezze fu il frutto degli amori di Cerer
guenti nelle loro pratiche, come altre forme davano alle membra di un dio che a quelle d’un eroe e d’un uomo, altre a quell
ta. Tutti due rappresentano la Terra distesa sotto il passaggio dello dio , ma eccone la differenza. In Ovidio ella è spaven
seguitata, da Venere e Marte. Platone definisce l’Amore figliuolo del dio delle ricchezze, ch’ei chiama Poro, e della Pover
ch’esercitava sulla terra e sul mare. Tanta audacia attribuirono allo dio sii antichi poeti, che finsero essere stati da lu
sa. Seguì l’idee degli antichi il Petrarca allora che disse di questo dio : « Ei nacque d’ozio e di lascivia umana Nutrito
e di lascivia umana Nutrito di pensier dolci e soavi, Fatto signore e dio da gente vana. » E Properzio, uno dei più grandi
eni periscono: « E non invano gli diede Tali veloci, ed errar fece lo dio negli umani cuori: poiché or qua, or là siamo get
il sonno, che sovente Anzi che il fatto sia, sa la novella. » Questo dio mi rammenta la Notte sua madre, che nacque dal Ca
e, il custode dei sepolcri antichi, il Sonno finalmente, merita, come dio del Paganesimo, la vostra attenzione e le mie ric
o ai modi di figurare il Sonno derivo dagli antichi monumenti. Questo dio è rappresentato per una figura addormentata nelle
all’antro Sorge di ebano un letto, e nero velo Lo copre. Qui giace lo dio : le membra Il languor gli discioglie: i vani sogn
r Etere e il Giorno. Ma Cicerone nel libro terzo dà per genitori allo dio quelli che il poeta di Ascra gli assegna per frat
lasciò scritto, Celo essere stato un re, il quale essendo reputato un dio per quella vile venerazione che gli uomini ebbero
iodo che ne attribuisce l’origine a Celo ed alla Terra. Giunto questo dio all’adolescenza udì dalla madre che il genitore a
eta per partorire Giove, come vi esposi allora che favellai di questo dio . Si crede per alcuni che sì mostruosa colpa patte
unse con una flotta da Giano in Italia, che gli fu ospite cortese. Lo dio in ricompensa gì’ insegnò l’agricoltura, e fu tan
idea della sua atroce natura indusse molti popoli a prestare a questo dio un culto orribile collo spargimento del sangue um
celesti. Secondo esso, dunque, Saturno era tra gli infernali. Questo dio si rappresenta comunemente come un vecchio incurv
isica determinò senza dubbio gli antichi a consacrare questa isola al dio del fuoco. I suoi sacerdoti avevano la reputazion
so di essi, che furono cento, nacque, secondo Apollonio, dal nominato dio del mare e da Europa di Tizio figliuola. Omero ne
uovo culto di Giove: finalmente come i custodi, i nutritori di questo dio e Genii addetti al servizio di Rea, qualità che l
ilirono, secondo Pausania, in Olimpia: costruirono per onorare questo dio un’ara egualmente singolare per la materia e per
à dell’Egitto. Nella Grecia si dava questo nome ai figli dello stesso dio onorato in Lenno, dei quali il culto si era spars
ingolare, e sulle medaglie di questa città si vedono col berretto del dio , di forma conica, tenenti da una mano un martello
questo quadro con tanta esattezza che potreste rifarlo. Plutone, che dio dell’Inferno fu reputato dagli antichi nacque da
o nell’Attica, esservi stata presso gli Ateniesi una statua di questo dio fanciullo con la Pace per nutrice, forse per sign
ro può avere accreditata la volgare superstizione. Le geste di questo dio si limitano al suo ratto di Proserpina, che Claud
ano, ma con uno scettro, che Pindaro chiama verga, colla quale questo dio assegna all’ anime il luogo eh’ elleno devono abi
ome, e che l’arbitro ne fu reputato, confuso perciò sovente con Pluto dio della ricchezza, divinità allegorica e immaginata
ono conto di tal somiglianza. « Sappiamo dalla teologia pagana che il dio dei morti si chiamava Serapide presse gli Egizii,
della vita avea destato quel sentimento di avversione che si ebbe pel dio della morte: quindi come deità nocente fu talvolt
Misura dell’ escrescenze del Nilo, solita depositarsi nel tempio del dio Serapide. Rimangono ad osservarsi alcune piante s
ervire al testo conviene rappresentare circondato di scheletri questo dio d’altronde sconosciuto. Si vede, immediadiatament
entino, è il solo marmo, come osserva Zoega, ove sotto il pallio quel dio porti la tunica: in ciò da Giove diverso, ed acco
ogrior la gente morta: Vecchio è d’aspetto e d’anni, ma di forze Come dio vigoroso e verde è sempre.» Eneide, lib. IV, v.
ania nella descrizione del quadro di lui, vecchio lo ritrasse. Questo dio stimavasi crudele; e davanti a lui, come dice un
nte lo partorì Egina figlia di Asopo, dopo essere stata ingannata dal dio nelle sembianze di fuoco. Ella diede il suo nome
esser ritratto, delle quali se alcuno arriva alla minima, ha fatto lo dio , poiché i corimbi tessuti in serto sono indizio d
cco, e pure la pardalide, o pelle di pantera, è manifesto segno dello dio . Ma qui Bacco non è dipinto con altro simbolo che
one Visconti che sia una tavola votiva offerta da un convalescente al dio della Medicina, fondato sull’analogia che colla g
e di poco nato guariva da ogni malat tia. Trigone fu la nutrice dello dio , ed il centauro Chìrone lo educò nelle arti medic
anno, e che in memoria del benefìzio fosse aggiunto il nome di lui al dio , che prima Apio era detto. Io penso che il nome d
o così vasta, che alla cura delle ferite. Quantunque Esculapio sia il dio della Medicina, non perciò il primo esercizio ne
Corintiache, dove poco prima, in Titano, descrive la statua di questo dio velata di un gran panno (di modo che si vedeva so
zare il serpente, e vien così descritto da Apuleio: — Diresti che del dio medico nel bastone, che porta nodoso per rami mez
l Buonarroti. Pare che gli antichi abbiano voluto esprimere in lui un dio tutelare della convalescenza, poiché quanto al su
Una statua del nume così illustra il celebre Visconti: « D’Esculapio dio della Medicina e d’ Igia sua figlia dea della Sal
lio fosse d’Osiride, giacché gran scusa a questi falli era il fare un dio autore della colpa. Ma perchè l’umana mente si di
di Osiride, sotto il nome di Bacco. Nisa in Arabia era la patria del dio , e passava almeno per essere il luogo ove fu depo
nascita: ciò viene attestato ancora dal nome di Dionisio, vale a dire dio di Niso. Giova osservare che di Osiride qui era l
ente illustrazione di una delle più belle statue che rappresentino il dio del Vino. « La sorprendente bellezza di questa s
cio degli scultori, che in tal foggia abbiano voluto rappresentare il dio dei piaceri e della mollezza, il compagno di Vene
ore della Natura degli Dei credeva essere un attributo essenziale del dio del Vino. Il presente simulacro è un modello impa
o. Alfine al figlio Giove permise le celesti Rocche. Pure sempre allo dio cura fu Lenno, E non ha maggior fama Etna, ove mu
sulla cima assiso La madre, qual lion tremendo, il figlio Che con lo dio combatte, e lui mostrava Alle Baccanti del furor
stirpe ad abolir di Cadmo. Or sii pietoso: al sangue mio fa guerra Un dio . D’Armonia appo i nuziali letti Celebrati dai num
ato concesso ai mortali. Solo dopo il diluvio nacque Bacco, ovvero il dio padre della libera allegrezza prodotta dal vino.
mmortali. Così parlò Giove, e gli applaudirono le Parche e le Ore. Il dio del Tempo ritornò presso Armonia, e Giove al pala
ia ed Europa sua figlia nel tempio di Minerva per sacrificare a Giove dio del Fulmine un toro, che rappresenta l’immagine d
onore è pubblicamente attaccato. La interroga qual è il mortale, o il dio che ha avuto i suoi primi favori. Dopo molte dima
i che danzano intorno al giovine Bacco, e compongono il corteggio del dio , che ha le forme di toro. Celebrano queste danze,
he ha le forme di toro. Celebrano queste danze, ripetendo il nome del dio , intanto che Semole ancora ardente nei cieli s’ i
anciullo, e le sue grazie nascenti, che a Bacco inspirano affetto. Il dio si volge verso lui, e gli dice le cose più lusing
are al suo frutto un odore delizioso. I Sileni dividono il dolore del dio . Ampelo, quantunque morto, era tanto bello come q
ena ebbe terminate queste parole, che un prodigio colpì gli occhi del dio . Il corpo del suo amico si cangia in un istante,
estiti, che rappresentavano il cielo e le stelle. Con questo treno lo dio lascia il soggiorno di Cibele, e s’ incammina ver
agno, e ne diviene amante. Yien dal poeta descritta la passione dello dio , e l’umiltà delle preghiere alle quali discende.
Vi è la descrizione della capanna e del convito frugale offerto allo dio , che all’ospite dà in ricompensa a gustare del su
uccede un orribile macello degl’Indiani. Pane canta la vittoria dello dio , e Blemi, capo degl’ Indiani, si presenta con un
la Fama, che pubblica in tutta l’Assiria le maravigliose imprese del dio del Vino. Stafilo regnava su queste con ro’o trad
ettare l’ospitalità, ed è dipinta la magnifica accoglienza fatta allo dio . L’autore ci dà pure la descrizione del palazzo d
fi’etto della loro ebrezza: in seguito vanno a dormire come Bacco. Lo dio ha un sogno che lo sveglia, s’arma, chiama i suoi
r la perdita del suo sposo. Ella ha perduto il suo caro Stafilo, e il dio del Vino 1’ ha abbandonata: ella dimanda il suo l
i appartamenti per dormire. Vi è la descrizione di un sogno che ha lo dio , nel quale la Discordia, colle sembianze di Cibel
scono ai Satiri e alle Baccanti, che compongono l’armata di Bacco. Lo dio dirige le sue schiere per Tiro e per Biblo sulle
feroce, che sorride con aria sdegnosa del suo corteggio: minaccia il dio , armandosi della sferza del bifolco, perseguita l
icurgo, che sfida le Baccanti e il potere degli Dei che proteggono il dio del Vino. Comanda che si taghno le vigne per tutt
e lo libera onde porlo fra gì’ immortali, e sacrificargli come ad un dio : ma Giove, onde togliere questo esempio, acceca i
e che se vuol rivolgere i suoi passi verso la Battriana vi troverà il dio Mitra, e in Persia Tassino Fetonte. Quanto a lui
telle. L’araldo ritorna, e gli arreca la risposta di Deriade, onde lo dio rivolge il suo carro verso l’Oriente. Deriade dal
mata di Bacco giunge sulle rive dell’ Idaspe, e la presenza di questo dio sparge il coraggio e la gioia in tutte le sue sch
perchè sia testimonio della sua vittoria. Giunone sempre nemica dello dio invita l’Idaspe a dichiarar la guerra al vincitor
la confusione che questo avvenimento pone neir esercito di Bacco. Lo dio minaccia il fiume, che diviene più furioso. Bacco
’Oceano e Bacco, al quale l’idaspe è costretto di dimandar grazia. Lo dio del Vino si placa, e nelr istante il vento setten
vedresti fuggire Bacco subito, e nascondersi nelle onde. Era egli un dio quando un mortale lo pose in fuga?—  Terminate qu
riade pieno di un’orgogliosa fiducia dispone i suoi Indiani contro lo dio , e loro rivolge un discorso pieno di disprezzo pe
rte, l’Idaspe e la gelosa Cerere, che devono opporsi alle imprese del dio . Ora udite da Flostrato, che traduco, la descrizi
i Bacco sostiene l’urto dell’esercito, animato dall’esortazione dello dio , che investe con nuovo vigore i nemici. Melaneo,
va lo richiama al combattimento, e gii rimprovera la sue codardia. Lo dio riprende coraggio, ritorna all’assalto, fa strage
ete gli occhi del re degli Dei, onde servire al furore di Giunone. Lo dio del Sonno obbedisce, ed Iride va nell’Olimpo a re
i comunica i suoi furori. Ne sono descritti i terribili effetti nello dio , e Deriade profittando del disordine assale le Ba
timori per Bacco, e lo persuade a prender parte nella sua causa dello dio . Gli parla della leggiadra Calcomedia, vergine sa
chiome rosseggiare il sangue, Nè palpitar sopra la polve il corpo. Un dio ti tolse questa vista, e gli occhi Violati non ha
a. Nel quadro di Filo strato che rappresenta Bacco ed Arianna, questo dio porta un vestito di porpora, egualmente che in du
ti, come avete udito nel darvi l’estratto del poema di Nonno sopra lo dio . In una medaglia dell’isola di Samo si vede la ra
ze d’Efeso fino a Samo, finché Bacco la raggiunse. Il carro di questo dio è condotto da tigri e pantere perchè questi anima
tata fatta con un ceppo di vite, ed un’altra rappresentante lo stesso dio col soprannome di dolce, era di legno di fico per
na fiaccola in mano per far lume a Cerere che cerca Proserpina. Ma lo dio si effigiava con essa nella mano, come si rileva
a che il sole, come vi accennai nel principio delle mie Lezioni sullo dio , quanto perchè le sue feste si celebravano la not
ecedente, ma sembra essersi rammentato, senza tradire l’avvenenza del dio Tebano, che questo nume a un tempo voluttuoso e g
a divinità. Nè del nume bacchico è privo il fonte, come quello che lo dio apparir fece in grazia delle Baccanti. Così abbon
a ti prepari ad ornare i tuoi crini con questo fiore, eterna pena del dio del canto. — Lezione sessantesimaquarta. Altr
e gambe per lo più ha coturni, calzatura dei tragici, essendo egli il dio della Tragedia, per cui il giudizio fra le traged
a la maggior parte dei bassirilievi antichi, che alle solennità dello dio sono relativi, sarà da voi intesa e gustata. Null
lle anche e gambe di capro somigliavano le antiche rappresentanze del dio Pan; il nome di Fauni a quelli che coll’orecchie
divenuto felice ritornò scellerato; e sconoscente ai benefizii dello dio , tentava di sedurne la moglie. Rivelò questa al c
re riportato dal Buonarroti, e che rappresenta la pompa e trionfo del dio del Vino. Nè con diverso modo si vesrcfono in co
co: poiché paragonando a quegli i cacciatori, scrive che fosse questo dio educato da Chirone: quindi è che si vedono negli
riadi. Insegnarono le prime l’uso del vino ed a cantare gli onori del dio che soccorsero contro Licurgo: quindi possono con
cia, continuando il soggetto, ha due Centauri, mostri mansuefatti dal dio di Nisa, al quale gli abbiamo veduti prestar serv
ò dal volgo dei trapassati, o ancora che pur cotento sull’esempio del dio del Vino di una vita lieta e voluttuosa, cedeva p
Interrogato Fidia, dopo aver fatto la statua di Giove Olimpico, se lo dio stesso si fosse degnato di manifestarsegli, addit
i. L’aria del volto è però grandiosa e nobile, qual si conviene ad un dio , e la fìsonomia lo mostra capace di grandi idee.
la fìsonomia lo mostra capace di grandi idee. Può dirsi veramente un dio d’Epicuro inebriato ai piaceri, che però non giun
ra ninfa Bacchica, e diversi bassirilievi all’istoria, alle pompe del dio del Vino allusivi, saranno argomento della presen
engono alcun poco lo sguardo dell’ osservatore. Nelle feste licee del dio Pan si usavano simili striscie, colle quali nelle
e tre ottave del Poliziano, che la dolente Arianna e il corteggio del dio del Vino descrivono: « Dall’altra parte la bella
3 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Indice alfabetico » pp. 516-
503 Berecinzia 40 Bona (dea) 503 Boote 118, 119 Borea 298 Brama ( dio ) 217 Brisèide 430 Briareo 62 Bromio 165 Bront
erione 362 Gentilesimo 511, 512 Giacinto 113 Giano (re) 36 Giano ( dio ) 36, 499 Giano (statua) 37 Giani (fabbriche)
500 Glauco 179 e seg. Glauca 345 Gnosso 385 Gòrgoni 310 Gradivo ( dio ) 139 H Heracles 356 Hercules 356 Hercules
acles 356 Hercules 356 Hercules furens (scultura) 371 I Iacco ( dio ) 165 Icaro 377 Icario (mare) 377 Icòre 432 I
a 374 Ilo 414 Ilio 416 e seg. Iliade 429 Ilitìa (dea) 79 Imène ( dio ) 149 Indigeti (dei) 303 Indovini 482 Inferno m
165 Lerna 358 Lestrìgoni 455 Lète 196 Leucòtoe 179 e seg. Libero ( dio ) 164 Libertà (dea) 492 Lica 370 Licaòne 73 L
Locuzio 261 Lotòfagi 455 Lucina 79, 121 Luna 112 e seg. Luperco ( dio ) 266 Lupercali 267 M Maia 123 Macaòne 427
Manto 404, 483 Mantova 483 e seg. Marpessia 488 Marsia 111 Marte ( dio ) 137 Marte (pianeta) 142 e seg. Marziali (acqu
eg. Mènnone 436 Mennònidi (uccelli) 437 Mente (dea) 492 Mercurio ( dio ) 122 e seg. Mercurio (pianeta) 130 Mercurio (m
felte 335 Olimpo 56 Olimpìco 56 Olimpìadi 56 Ònfale 370 Onore ( dio ) 492 Opi 40 Oracoli 241 Orco 204 e seg. Orche
fe) 93 Orèadi 279 Oreste 447 Orfèo 334, 349 e seg. Orgie 164 Oro ( dio ) 508 Osiride 507 e seg. Ovidiopol 343 P Pagan
Pale 274 Palilie (feste) 274 Paleontologia 201 Pandòra 69 Pane ( dio ) 263 Pànico (timore) 267 Pànfago 334, 340 Pan
Psiche 148 e seg. Q Quinquatruo 135 R Rhea 40 Rèso 423 Robìgo ( dio ) 261, 502 Robigali (feste) 502 Ròdope 253 S
èrope 159 Stige 196 Stìnfalo 360 Strenne 35 Strofio 447 Summàno ( dio ) 504 Superstizione 480 T Talaìra 374 Talàri
i 39 Tellurùri 39 Tèmi (dea) 74 Tènedo 439 Tèrmero 337 Tèrmine ( dio ) 276 Terminali(feste) 277 Termodinàmica 71 Te
i (città) 343 Triforme (dea) 114 e seg. Tritonia (dea) 133 Tritone ( dio ) 176 Tritoni (dei) 176 e seg. Tritoni (mollusc
4 (1897) Mitologia classica illustrata
i (Tethys) l’ umidità che tutto pervade e nutre; Iperione, l’ errante dio della luce e Tea (Theia), l’ irradiante, da cui n
eduti segni col quali la divinità si rivelava agli uomini, Zeus, come dio supremo, doveva essere naturalmente la fonte più
li uccelli, per mezzo dei sogni, ecc. Era ritenuto anche il principal dio degli oracoli, ed aveva anche i suoi oracoli egli
la più celebre è Semele, figlia di Cadmo il re Tebano, come madre del dio Dioniso (Dionysus, Bacco), poi Alcmena che die’ a
esto quasi tutte le alture erano anticamente sedi del culto di questo dio celeste; ciò sia nella Grecia continentale sia in
a natura, anche alle battaglie. Dal lato morale, anche Iupiter era il dio tutelare dell’ onestà, della giustizia, della lea
ius, e la Fides era un’ attribuzione di lui. Con lui si confondeva il dio Terminus che custodiva i limiti delle proprietà p
e si ebbe quindi un Iupiter Optimus Maximus Heliopolitanus, ossia il dio di Eliopoli in Egitto, raffigurato come un giovan
il fulmine e delle spighe di grano; e un Iupiter O. M. Dolichenus, il dio guerriero di Dolica in Siria, dall’ aspetto fiero
potenti colonne al fondo del mare. Febo Apollo è il Dio raggiante, il dio della benefica luce, il sole che vien fuori dal g
odo esigliarlo e renderlo schiavo. Ma la buona stagione ritorna; e il dio trionfante è detto vincitore del lupo, animale de
per cui il greco Apollo penetra fra i Latini. E vi penetrò prima come dio della divinazione, poi come medico e musico. Da l
simboli di Apollo sono per lo più l’ arco e le saette, riferentisi al dio solare che ferisce col dardo de’ suoi raggi (cfr.
zio); oppure la cetra e la corona d’ alloro, quali ben s’ adattano al dio musicale, o infine il tripode proprio del dio aug
uali ben s’ adattano al dio musicale, o infine il tripode proprio del dio augure e divinatore. Fra gli animali erano a lui
a, la forma femminile. Essa è la dea della luce lunare, come Apollo è dio solare. E poichè la tranquilla luce notturna, cui
Ares-Marte. 1. Venendo ai figli di Zeus e di Era, il primo è Ares, dio della guerra. A differenza di Atena, che rapprese
to con Ares è Marte. Ma è da notarsi che in origine Marte non era già dio della guerra, ma piuttosto il dio della primavera
si che in origine Marte non era già dio della guerra, ma piuttosto il dio della primavera che vittoriosamente lotta contro
ivo tempo e i germi morbosi. Solo nella bellicosa Roma, Marte divenne dio guerriero, e diventò anche il dio più ragguardevo
nella bellicosa Roma, Marte divenne dio guerriero, e diventò anche il dio più ragguardevole dello stato, dopo Giove. Numa i
ragguardevoli famiglie di Roma. Ogni anno nel mese di Marzo, sacro al dio Marte, i Salii percorrevano processionalmente la
issea son l’ opere dove s’ incontra una più viva rappresentazione del dio Ares. V’ è ben tra gli omerici un inno dove Ares
o Ares. V’ è ben tra gli omerici un inno dove Ares è invocato come un dio che pugna per cause della più alta importanza, è
Eracle, lo scettro di Agamennone, l’ armatura d’ Achille, ecc. 2. Il dio del fuoco, il fabbro divino, autore di tante oper
attizzar vampe di fuoco. 4. I Romani, com’ è noto, chiamavano questo dio Vulcano (Vulcanus), o secondo una grafia più anti
pur di averla, gli lasciò le cinquanta giovenche. Così Ermes diventò dio pastore, ed Apollo d’ allora in poi prese diletto
solevano ornarsi di imagini sue. Infine, come facondo oratore, era il dio che dava facilita d’ eloquio a chi l’ invocava ne
ed era detto Giano Gemino, Giano bifronte. Dall’ essere poi Giano il dio d’ ogni principio, ne vennero diverse attribuzion
Iuturna, e lo facevan padre di Fontus, venerato sui Gianicolo, e del dio Tiberino. Si credeva che egli avesse la potenza d
ina di Cures, i cui cittadini erano detti Quirites. Era come Mars, un dio della primavera e della guerra insieme. La fusion
ersi con Romolo, il primo re di Roma divinizzato, e ne nacque così il dio Romulus Quirinus, considerato come eroe della sti
doveva annoverare fra gli Dei, v’ era naturalmente il sole; di qui il dio Elio (Helios). Gli antichi se lo figuravano come
possono essere temperati solo da Giove con opportuni temporali. 2. Il dio Elio aveva anche il suo lato morale; egli è colui
fecero anche il principio d’ ogni sapienza. 3. Elio era venerato come dio potente in molti luoghi, segnatamente in Corinto
del circo, e un tempio gli si eresse in mezzo al circo stesso. E del dio Sole si ripeterono le stesse favole riferite in G
sarebbe il ricordare quante volte i poeti antichi rappresentarono il dio Elio e ne riferirono la storia. Specialmente trov
nne perciò identificata poi colla greca Leucotea (Leucothea), come il dio Portunus, venerato insieme con Mater Matuta, fu i
e non poteva essere significata con più grazia. 3. Presso i Romani il dio d’ Amore chiamavasi Amor o Cupido; ma non era in
; poi la si figurava con una cornucopia, ovvero con un giovane Pluto, dio della ricchezza, in braccio. La fig. 49 riproduce
er Matuta già da noi ricordata come dea del mattino, e Pater Portunus dio dei porti. Allora si creò la storia, che la princ
a i più importanti Dei terrestri fu pei Greci antichi Dioniso. Era il dio del vino e della viticoltura, ma in senso più gen
schiettamente italica, come indica il nome stesso, significante « il dio propizio » (da faveo; cfr. faustus, e il vento pr
accolto dal re degli Aborigeni, Fauno, si diceva avesse consacrato al dio Pane. In questo santuario si cominciava la festa
e Opi, che è tra le più antiche e popolari in Italia. Saturno era il dio della seminagione (a sationibus); ma in genere lo
abirinto di Cnosso (probabilmente ricordo di una divinità fenicia, il dio Baal, rappresentato appunto con testa di toro, on
l’ età alessandrina, allorchè si volle mettere Eracle in rapporto col dio solare Fenicio Baal e le dodici gesta venivano a
l’ isola, giunsero nella sospirata terra di Eeta (Aietes), figlio del dio del Sole. — Rimaneva il duro compito di rapire il
fuggiva fu insieme col suo cocchio ingoiato dal terreno e divenne un dio profeta venerato a Tebe e altrove; fuggì Adrasto
 Su, Bellona, portami 1’ elmo, e tu, Paura, accomoda il mio carro; il dio Spavento porrà il morso ai veloci destrieri. Affr
5 (1855) Compendio della mitologia pe’ giovanetti. Parte I pp. -389
furon vecchie e canute fin dal loro nascimento. Eran figlie di Forco, dio marino, e di Ceto, fig. del Ponto e della Terra ;
hio del mondo, che vede tutte le cose ; e perciò finsero ch’ei era il dio della divinazione. Rappresentavasi quindi coronat
l Sole. Circe. Scilla. Armenti del Sole. Apollo finalmente era il dio del giorno e della luce ; ed in questo senso prop
presentato a Penteo, di cui racconteremo l’acerbo fato. Bacco era il dio del vino, e perciò descrivesi di un carattere, qu
che Licurgo, essendo nemico di Bacco e non volendolo riconoscere per dio , il cacciò fuori del suo regno, e ne fece tagliar
sedeva su di un cocchio tirato da tigri, o da linci, avendo a lato il dio Pan ed il vecchio Sileno. Questo strano esercito
ed il modo di colfivare le viti, per cui spesso da’poeti chiamasi il dio del vino, il piantatore delle viti, il datore del
entre in una mano teneva un vaso da bere, e nell’altra il tirso. Come dio del vino, egli a ragione presedeva a’banchetti ed
celebre è il tiaso, ch’era una danza delle Baccanti in onore del loro dio  ; percui Tiasarca era il preside ai tripudii ed a
di, se non fosse sostenuto da altri seguaci di Bacco. Quanto a questo dio , egli è assiso tranquillamente sopra il suo carro
a ed i cembali si veggono da un lato e dall’altro del trono di questo dio che sta dipinto sopra un fondo rosso(2) ». Anche
cupio, desiderare, perchè l’amore è desiderio, e Cupido vuol dire il dio Amore, o l’amore personificato. Da’ greci appella
tre Grazie nomina la sola Pasitea, che Giunone promette in moglie al dio Sonno ; forse per significare che il sonno sta in
trastulli. E figliuolo di Venere e di Bacco si vuole Imene o Imeneo, dio delle nozze, che altri dicono fig. di Apollo e di
lla musa Urania. Egli fu un nobile giovane di Atene, di cui fecero il dio delle nozze, nelle quali assai frequentemente s’i
greta della nostra vita (δαιμων μυσταγωγος του βιου). Il Genio era il dio tutelare degli uomini, come Giunone, delle donne,
e e Bellona I. Nami dati a questi numi e lor ragione. Marte, dio della guerra, chiamavasi Αρης da’Greci, e Mars da
r Αρης deriva dal greco αιρω, fut. αρω,distruggere, ben convenendo al dio della guerra il titolo di distruggitore sì degli
, che significa uccidere. II. Storia favolosa di Marte. Marte, dio della guerra, fu fig. di Giove e di Giunone(2) ;
nella zona torrida quella eziandio di far morire. Da ciò venne che al dio Marte fu assegnata la guerra e le battaglie. Le q
grandi conquiste, per cui fu da quel popolo guerriero onorato come il dio della guerra ; e questo è il Marte Iperboreo ; il
Ma il seguito del nostro Marte era veramente formidabile e degno del dio della guerra. Mentre egli(1), eccita alla pugna i
nostro Marte fa pur menzi one Virgilio(2) in una comparazione fra il dio della guerra ed il giovane Turno che si spinge al
ani. Sacerdoti Salii. Ancili. Roma ed il popolo romano aveano dal dio della guerra preso il nome di città e popolo di M
he allora non era che di dieci mesi(1). Una lupa, animale dedicato al dio della guerra, perchè rapace e feroce, porse il su
i, dato principio da pochi, cominciarono tutti a salutare Romolo come dio nato d’Iddio, re e padre della città romana. Ma a
ime, com’eran le Amazzoni, con molta ragione si finsero figliuole del dio della guerra. E perchè nell’ Asia Minore, e parti
κεος Αρης, Mars aereus, Marte di bronzo, per indicare la fortezza del dio della guerra. Quindi Χαλκοχιτων, vestito di bronz
riti. Da Ovidio il pico chiamasi uccello di Marte (Martia avis). Come dio della guerra, presedeva Marte a’ giuochì gladiato
i del campo (campidoctor, οπλοδιδακτης. Vet. Glossar.). Essendo Marte dio della guerra e de’ guerrieri, spesso si usa a sig
omini, secondo S. Agostino(4) ; o perchè, al dir di Servio(5), questo dio sempre corre dal cielo all’ inferno, e viceversa.
sul rostro di una nave. Ma non solo de’ mercatanti ; egli fu pure il dio dei ladri, forse perchè fra quelli non è difficil
e quali voci prese in cattivo senso dissero che Mercurio era ladro, e dio de’ ladri. Da Chione, fig. di Dedalione, e da Mer
i costumi degli uomini ; non senza ragione fu riputato Mercurio anche dio della musica e della poesia, ed inventore della l
sso gli Egiziani era un uomo che acompagnava il cadavere di Api, re e dio da loro adorato sotto la figura di un bue, sino a
uali questo nume conduce agl’illeciti guadagni. Teneva la borsa, come dio de’ mercatanti e de’ ladri ; e si rappresentava c
ell’attodi portare un montone sulle spalle, per significare ch’era il dio de’ pastori. Altri dicono che avea liberato i cit
aggiere e di ministro de’numi. Agoreo, Αγοραιος (αγορα, forum), cioè dio delle piazze e de’ mercati ; da Aristofane Εμπολα
indicare la via. Facundus da Orazio, λογιος (a λογος, sermo), perchè dio dell’eloquenza. Nomio, Νομιος (νομη, pascuum vel
ascuum vel lex). si chiama da Sofocle, Aristofane ec., perchè creduto dio de’ pastori ; o perchè egli diede le leggi a’ pop
μα, laetitia, et φρην, mens), apportatore di allegrezza, forse perchè dio del guadagno. VII. Alcune altre cose di Mercur
ivinità campestri, il primo de’ Fauni, de’ Silvani, de’ Satiri, ed il dio de’ pastori, de’ cacciatori, e di tutti gli abita
incersi per alcun imperio della ragione, la quale volevasi infusa dal dio Pan, com’è lo spavento mandato, senza sapersene l
, negli eserciti, che ne sono scompigliati e posti in fuga. Or questo dio Pan fu fig. di Demogorgone, o di Giove e di Fimbr
a, se ne attribuì l’invenzione a’ numi, ed a Pan specialmente creduto dio tutelare de’ pastori. Pan, dice Virgilio (7), ha
. V.Continuazione – Fauni – Silvani. Dopo aver parlato di Pan, dio della natura e capo de’ rusticani Iddii, volgerem
gli occhi a’campi, vedremo e Vertunuo , e Pale, dea de’pastori, ed il dio Termine. I giardini erano sotto la protezione di
lo di Saturno, detto pure Fatuo, era il padre de’ Fauni e de’ Satiri, dio dei pastori e degli agricoltori. I Fauni poi eran
llissima ode ch’è una specie d’inno. I Luperci poi eran sacerdoti del dio Pan o di Fauno ; e Lupercali si dicevano alcune f
sente da lungi Qualor scotendo del biforme capo La corona di pino il dio de’ boschi, Spesso con labbro adunco in varie gui
VI. Continuazione. – Satiri – Ninfe. Saliro era propriamente un dio boschereccio ; e Satiri erano una specie di semid
ona. Vertunno (Vertumnus), deità proveniente dall’Etruria, era il dio de’ giardini e dell’autunno , ed era il simbolo d
Livia, moglie di Augusto. Priapo, fig. di Bacco, e di Venere, era il dio degli orti, da’ quali teneva lontani i ladri e gl
so si trovavano ne’ campi e per le vie (6). Numa istituì le feste del dio Termine dette Terminalia, pel dì 20 di Febbraio,
, ordinò di esaugurare tutt’i tempii di quel luogo, ma che quello del dio Termine non fu ammesso dagli auguri. Per siffatto
non essendo stata mossa la sedia di Termine e il non aver ceduto quel dio solo tra tutti gli altri significasse, ogni cosa
capo, alla dea disse che Proserpina per forza rapita, già moglie del dio dell’inferno, era regina di quel tenebroso regno,
a le Dee, o Aglaia, una delle Grazie, secondo Esiodo. III.Vulcano, dio degli Egizii – Sue doti, incumbenze e suoi pregia
e che Nettuno fece un toro, Minerva una casa, e Vulcano, un uomo. Il dio Momo, scelto ad arbitro della contesa, nell’opera
6 (1831) Mitologia ad uso della gioventù pp. -
giando con Bacco insegnò ovunque l’agricoltura. Da Giasone ebbe Pluto dio delle ric-chezze, e da Giove Proserpina. Essendo
chezze, e da Giove Proserpina. Essendo questa stata rapita da Plutone dio dell’inferno, Cerere accese due fiaccole sul mont
detto Pallade ha preso il suo nome da questa Dea. Marte Marte, dio della guerra è figlio di Giunone. Questa Dea, com
dal cielo per venir a vederlo e che avesse da lui cinquanta figli. Il dio Pane ed Orione vuolsi che sieno stati amanti corr
era assiso in un carro mezzo scoperto, tirato da tigri o da linci. Il dio Pane ed il vecchio Sileno gli camminavano a lato.
ie, furono le prime che portarono un tal nome. Vulcano Vulcano dio del fuoco era figlio di Giove e di Giunone. Nacqu
ornare in fine nell’Inferno anche Pluto figlio di Cerere e di Giasone dio delle ricchezze, ministro di Plutone, col quale è
elope, figlia d’Icario e poscia moglie di Ulisse re d’Itaca. Pane era dio dei caceiatori, dei pastori e di tutti gli abitan
di un capro. Gli si sacrificava una capra. Molti confondono Pane col dio Silvano e col dio Fauno. Il primo era particolarm
i sacrificava una capra. Molti confondono Pane col dio Silvano e col dio Fauno. Il primo era particolarmente Dio delle sel
un cane a lato ed alcuni alberi. Sotto la prima forma è preso per il dio Pane ed allora si vede tutto nudo, coronato di ed
forme, ebbervi Proteo, Periclimene ed Acheloo. Proteo Proteo, dio marino, figlio dell’Oceano e di Teti, e secondo a
riverenza il luogo a Giove e si ritirarono ne’ vicini luoghi ; ma il dio Termine rimase nel suo posto senza muoversi malgr
e s’innalzarono degli altari in di lei onore. Como Como era il dio della gioia, dei banchetti e dei balli notturni e
continuavano sino ad ora inoltrata della notte. Si rappresentava il dio Como giovine, bello, di leggiadre forme, col viso
iatura. Esculapio Esculapio figlio di Apollo e di Coronide era dio della medicina. Avendo Coronide amato il giovane
si era acquistata il fece riguardare insieme a suo padre Apollo qual dio della medicina. Gli si rendevano onori divini par
nta di un contegno dolce, con volto soave, con una piccola statua del dio Pluto in una mano, con spiche, rose e rami d’oliv
a’ flutti ; dall’ altra teneva sovr’uno de’ suoi ginocchi il piccolo dio Palemone suo figlio attaccato alla mammella. Avev
iuoli. Le Gorgoni, il vcaval Pegaso Le Gorgoni figlie di Forco dio marino e di Ceto erano tre e si chiamavano Medusa
Scilla era una bellissima ninfa della quale si era invaghito Glauco, dio marino ; ma non avendo potuto questi farsi amare
uesta Divinità. Stercuzio o Stercuto o Sterculio o Sterquilino era il dio del concime, che dicevasi figlio di Fauno e che a
oli. Nerina era la dea del rispetto e della venerazione ; Como era il dio de’conviti e de’ balli notturni. Martea veneravas
7 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVI. Nettuno re del mare e gli altri Dei marini » pp. 173-183
o i Giganti, alla quale l’Oceano non prese parte. Il nome di Nettuno, dio e re del mare deriva, come dice Varrone, da un ve
ondizione e natura. Tra queste convien rammentare la dea Leucotoe, il dio Palemone e il dio Glauco. La dea Leucotoe era in
. Tra queste convien rammentare la dea Leucotoe, il dio Palemone e il dio Glauco. La dea Leucotoe era in origine la regina
toe era in origine la regina Ino moglie di Atamante re di Tebe ; e il dio Palemone il suo piccolo figlio chiamato Melicerta
8 (1855) Della interpretazione de’ miti e simboli eterodossi per lo intendimento della mitologia pp. 3-62
nome ; o alla Dea Libentina, che fu così detta dalla libidine ; o al dio Vagitano, che presiede a’vagiti degl’infanti ; o
a tutela de’ campi ; ma rura alla dea Rusina ; le giogaie de’monti al dio Giogatino ; i colli alla dea Collina ; le valli a
e Proserpina a’frumenti germoglianti ; a’gambi, e nodi degli steli il dio Nodoto ; allo involucro de’gusci la dea Volutina 
menti nel tempo di fiorire la dea Flora(1) ; quando vanno in latte il dio Latturno ; quando maturi la dea Matura(2) ; quand
l decoro degl’immortali, una diva dal cervello di Giove, Minerva ; un dio dalla coscia dello istesso Giove, Bacco ; un’altr
cido candore della Luna istessa(2). 16. A Giove si dava per figlio il dio Bacco. Fu creduto che Giove lo rinchiudesse in un
9 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — II. Il Caos e i quattro elementi » pp. 11-14
rima di tutti gli Dei, vennero altri a dire che il Caos stesso era un dio , ed aggiunsero che egli era stato l’ordinatore de
foss’egli stato (quisquis fuit ille deorum) ; e nei Fasti fa dire al dio Giano che gli antichi lo chiamavano il Caos, e ch
10 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XV. Giunone regina degli Dei e Iride sua messaggiera » pp. 79-85
rone. Figli di essa e di Giove furono Ebe dea della gioventù, Vulcano dio del fuoco e della metallurgia e Marte dio della g
dea della gioventù, Vulcano dio del fuoco e della metallurgia e Marte dio della guerra. Ebe oltre ad esser la dea della gi
11 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Della mitologia in generale. » pp. 17-359
ceulte o Dei che presiedessero ai diversi elementi. Quindi un Nettuno dio delle acque ; un Eolo dei venti ; un Plutone in s
i più sono di sentimento che questo Giove Ammone altro non sia che il dio Osiride (696, 697) degli Egiziani. 81. Siccome Gi
celebravano a Roma, eran dette Lupercali, a somiglianza di quelle del dio Pane (294). Lucina è la figura di una matrona che
all’altra, sovrastava all’entrata del porto di Rodi. Rappresentava il dio Apollo con una radiante corona in testa, armato d
i (68). Questi viaggi favolosi di Bacco si rassomigliano a quelli del dio Visnù e Vicnu delle Indie (722) e d’ Osiride (696
. Talora è assiso sopra un toro, e in tal modo si assomiglia molto al dio Mitra (707) dei Persiani ; tal altra è in un carr
 ! Ed è questo il mostro temuto da me e dalle mie sorelle ? Ah ! è il dio Amore, egli stesso nel più bel fior dell’età ! Ch
a pioggia. (B. Baldi, Egloga.) Per lo più è rappresentato a modo del dio Termine (308), con le corna di becco, le orecchie
; ed allora l’orribile tafferuglio ebbe fine. Termine 308. Il dio Termine proteggeva i confini dei campi, e credesi
i Romani pigliando quest’avventura per buono augurio, dissero che il dio Termine collocato nel Campidoglio doveva essere l
ù della repubblica seppero essere la vera difesa dello stato. 309. Il dio Termine era onorato non solamente nei templi, ma
ta di matrimonio che le venisse fatta dai Numi campestri. Ma Vertunno dio delle stagioni tentò ogni arte per indurla a spos
. Allora Frisso andò subito ad Aeta re della Colchide, vi consacrò al dio Marte il Vello d’ oro, e lo appese ad un albero,
amento, e dicevano : Me Dius Fidius sottintendendo adjuvet : « Che lo dio Fidio mi sia propizio ! » 75. Virgilio a Dante.
12 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XI. Giove re del Cielo » pp. 55-59
uosa venerazione. Dante nel primo Canto del Paradiso invocando Apollo dio della poesia, lo chiama padre ; e il Tasso ad Erm
13 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIV. Il Diluvio di Deucalione » pp. 73-78
Vulcani. L’appellativo poi di plutoniche derivato dal nome di Plutone dio dell’Inferno sembrerebbe che volesse indicare pre
14 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Cenni Preliminari » pp. 9-
nie religiose notate nella mitologia. I. Apoteosi (apo, da, theós, dio , gr.), deificazione ; cerimonia con la quale gli
15 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XX. Mercurio » pp. 123-131
ola Erme fu poi usata in greco e in latino a significare il busto del dio Mercurio posto sopra una colonnetta ; e in questa
16 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVIII. Apollo considerato come Dio della Poesia e della Musica e maestro delle nove Muse » pp. 104-114
glia che per associazione d’ idee Apollo fosse riguardato ancora come dio della Musica e di tutte quelle altre belle arti s
17 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Appendice. » pp. -386
spese nelle crapole e ne’bagordi. Tra queste erano le cene di Serapi, dio egizio, nelle quali, pe’gran fuochi che si faceva
18 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Indice alfabettico. » pp. -424
a, indovino, 660 (nota). Arpie, figliuole di Nettuno, 191. Arpocrate, dio del silenzio, 336. Artemisia, moglie di Mausolo,
19 (1810) Arabesques mythologiques, ou les Attributs de toutes les divinités de la fable. Tome II
.   Le Tasse a dit : ………………… e le preghiere Mosse della speranza in dio sicura S’alzar volando alle celesti spere Come va
20 (1841) Mitologia iconologica pp. -243
ssere sotto silenzio trascorse. Sua contesa cou Minerva. Ebbe questo dio una gran contesa colla dea della Sapienza Minerva
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