vati dai luoghi ov’esse abitavano ; i quali termini son più usati dai
poeti
greci e latini che dagl’italiani. Per altro Ugo F
loro frequentati. Anzi spesse volte questi stessi nomi sono usati dai
poeti
per figura di metonimia, a significare le Muse, l
stissimo alle bestie equine e bovine, e a tutti ben noto129. Perciò i
poeti
, accorti di questa derivazione, difficilmente se
furia di popolo in una rivoluzione di piazza. All’opposto gli egregi
poeti
adorano e invocano le Muse con entusiasmo senza p
he le Muse l’aiutino : « Forti cose a pensar, mettere in versi. » I
poeti
hanno abbellito maravigliosamente il paradiso del
separatamente degli Oracoli e degli Augurii. Ora però è a dirsi che i
poeti
hanno attribuito anche a sè stessi in gran parte
si derivò e compose il nome vaticinio e il verbo vaticinare 131. E i
poeti
non ne fanno mistero ; son gente franca ed aperta
i dell’Inferno per opera di questo medico incomparabile. Aggiunsero i
poeti
che Apollo sdegnato con Giove, e non potendo vend
, che se ne fece una corona di cui portò sempre cinta la fronte ; e i
poeti
subito lo imitarono, e dopo i poeti anche i gener
ortò sempre cinta la fronte ; e i poeti subito lo imitarono, e dopo i
poeti
anche i generali trionfanti e tutti gl’ imperator
he i generali trionfanti e tutti gl’ imperatori, ancorchè non fossero
poeti
nè mai stati alla guerra. Perciò il Petrarca chia
ò il lauro « Arbor vittorïosa e trionfale, « Onor d’imperatori e di
poeti
. » Dante stesso parla più volte del legno dilett
l suo Canzoniere. Su tale argomento basti l’ aver citato i due grandi
poeti
, padri dell’ italiana poesia : « Degli altri fia
i divina origine e costruzione parlano Omero e Virgilio e molti altri
poeti
; e noi dovremo discorrerne narrando la famosa gu
nsegnar cose sublimi. Da Musa stimano derivata la parola Musica ; e i
poeti
latini chiamavano le Muse Comœnæ (quasi Canenœ, p
bisogno di tutte le forze della più sublime poesia. 129. Neppure i
poeti
latini del secol d’oro usaron mai la parola estro
nvocando la Musa, la chiama diva Pegasea, secondo la frase dei latini
poeti
, perchè il Pegaso fece scaturire con un calcio la
si vedono alcune fibre cosi disposte da imitare le lettere A J ; e i
poeti
subito inventarono che queste rappresentano l’ult
, la quale fosse ricca di erudizione per l’intelligenza degli antichi
poeti
, e scevra di ogni anche menoma espressione contra
amavasi Saturnia. Sotto il regno di questo nume fu l’età dell’oro. I
poeti
nel descrivere l’età che trascorsero dalla creazi
ron), ch’era mezzo uomo e mezzo cavallo, cioè uno di que’mostri che i
poeti
chiamaron Centauri. Di che fu così dolente la mad
a era l’uccello di Giove e la ministra del suo fulmine. Finsero ciò i
poeti
, perchè niun’ aquila è stata mai tocca dal fulmin
amabilità, tutto ciò che ristora e reca giocondità, si qualifica da’
poeti
co’ nomi dell’ambrosia e del nettare(2). Così Pet
etto, su cui era il capo della Gorgone. Diremo quindi che per egida i
poeti
intendevano ora lo scudo, ora la corazza sì di Gi
i Pallade e di altri numi. Per dare ad intendere lo sdegno di Giove i
poeti
dicono ch’esso orribilmente scuote la tremenda su
Ida per ricevere nuove leggi, la giustizia delle quali fece si che i
poeti
lo ponessero per giudice dell’inferno. Era forse
ce Icaro cadde nel mare che da ciò ebbe il nome di mare Icario (2). I
poeti
spesso chiamano ali, le vele delle navi, e la nav
di vicina tempesta, se ne apparisce un solo. Ma vediamo che dicono i
poeti
dell’estremo fato di questi eroi. Pretendevano es
à ; il secondo, di natura più salvatica, è chiamato duro e feroce da’
poeti
(2). Or Antiope, posta in prigione da Dirce e fug
stessa, detta prima Pelasgia, ch’era quella parte del Peloponneso da’
poeti
tanto decantata per l’inclinazione degli abitanti
di tuffarsi nelle onde. Da ciò è che questa costellazione, aldir de’
poeti
, non mai tramonta. Callisto fu trasformata nella
ano le due Orse, dette per ciò i gemini Trioni(2) ; le quali dicono i
poeti
che non mai tramontano e non cangian sito, perchè
almente è una stella nella coda della costellazione di Boote ; ma da’
poeti
si prende per l’Orsa stessa. XIX. Eaco-Mirmido
e vele. E perchè assai perito era nel pronosticare i venti, finsero i
poeti
che egli fosse il loro Dio. Alcuni dicono che gli
re il certame Capitolino, in cui gareggiavano e suonatori di cetra, e
poeti
ed istrioni, i quali aveano il premio di una coro
no gli anni. Rimase poi a Roma il costume di coronarsi solennemente i
poeti
ed i retori dagli stessi Imperatori ; il che fors
agi(1). Nella pagana Teologia(2) Giove è l’anima del mondo ; e però i
poeti
dicevano che tutto era pieno di Giove, e che tutt
e delle ricchezze, percui spesso salutasi col titolo di Regina(1). I
poeti
la dipingono oltremodo superba e pertinace nel su
il fior degli Eroi e tanta virtù guerriera(2). Se vogliam credere a’
poeti
, Giunone depose alla fine il suo sdegno contra l’
VII. Grandezza e maestà di Giunone. Iride. Da quanto dicono i
poeti
di Giunone e del suo carattere, siam costretti a
so. Nulladimeno della sua grandezza e potenza vi è assai a dire, ed i
poeti
stessi non lasciano di raccontarci grandi e belle
amo pure un argomento della grandezza di Giunone in quel che dicono i
poeti
d’Iride. È vero che in Omero(4) Ebe pone le ruote
ondo Buffon il pavone non è il solo uccello consacrato a Giunone. « I
poeti
, egli dice, hanno dedicata l’aquila a Giove, e l’
a cinque Minerve, le quali ordinariamente si confondono dagli antichi
poeti
. Riguardo al nascimento di lei, alcuni la voglion
h’era uscita del capo di suo padre. Ma più veramente volevano dirci i
poeti
, che le scienze e le arti, alle quali Minerva pre
ur qualche volta celebrata per l’avvenenza della forma ; ma di rado i
poeti
ne lodano la chioma di bellezza. In Tibulto vi è
re, si fece, nella varia sua fortuna, fedelissima scorta. E con ciò i
poeti
volevano significarci che la divina sapienza i gr
i antichi di attribuirle a Minerva. E pare che per ciò abbian detto i
poeti
che non debbasi imprendere opera alcuna se non si
elle scienze e nelle arti, risiede nel capo ; avvedutamente dissero i
poeti
che Minerva era la Dea delle scienze e delle arti
nora e protettrice venerata singolarmente dagli Ateniesi. Celebre ne’
poeti
è la gara fra Nettuno e Minerva pel nome che dar
mare Egeo da’ corsari, e s’impadronì delle Cicladi. Ciò non ostante i
poeti
dicono che la prima nave che solcato avesse il ma
o dalla parte davanti, ove affibbiavasi con molti fermagli. Ne’ greci
poeti
leggiamo l’epiteto dal bel peplo dato a molte don
Minerva, che si celebravano sul monte Albano, e ne’quali gareggiavano
poeti
ed oratori. IX. Iconologia di Minerva. Mas
l leggere Patrona Virgo, che sta bene a Minerva, ch’è protettrice de’
poeti
e della poesia. Ed alcuni critici, contra lo Spon
one, uomo crudele, forse ucciso da Apollo. O per Pitone(6) intesero i
poeti
le micidiali esalazioni della terra dopo il diluv
mi gli diede a bere il nettare degli Dei. Bellissime cose ci dicono i
poeti
della eterna giovinezza di Apollo, che dipingevan
Era questi un enorme gigante, creduto figliuolo della Terra, perchè i
poeti
dicevan nati dalla terra que’ch’eran di mostruosa
alche presagio del futuro, fu consacrato ad Apollo(1). Da ciò è che i
poeti
si chiamano cigni, e che finsero questo uccello c
nte, re de’Molossi, assai amante dell’astronomia, si annegò nel Po. I
poeti
poi con questa favola ci avvertono a non cercar q
’inghirlandava ogni cosa che gli apparteneva, il tripode, i tempii, i
poeti
, i vincitori ne’ giuochi Pizii ec. e le sue statu
questi un famoso satiro della Frigia, fig. d’Iagne, celebre musico. I
poeti
dicono che Marsia, avendo trovata la cornamusa, s
a Regina. Eustazio racconta che morirono in una pestilenza ; il che i
poeti
dissero effetto delle saette di Apollo. E l’empia
armi e della poesia, non che della musica e di tutte le belle arti. I
poeti
erano suoi sacerdoti e figliuoli ; essi credevans
ti, esser nate da Giove e dalla veneranda Mnemosine. Il che finsero i
poeti
, per avere Giove il primo ritrovato le scienze e
sotto il simbolo delle gazze si volle significare l’audacia di tanti
poeti
infelici, la loquacità de’ quali, simile a quella
a Bacco ; e però chiamasi spesso bivertice (δικορυμβος. Lucian.) da’
poeti
. Alle sue falde era il fonte Castalio, le cui acq
o, il Parnasso e l’Elicona, si confondono. Esso è celebrato da tutt’i
poeti
. Ascra era un villaggio in Beozia, vicino all’Eli
chiama Ascrei i fonti d’Ippocrene, di Aganippe, ec. a’ quali beono i
poeti
maggiori, tutto al contrario di lui che bevea al
ra. Orazio(1) ben due volte ha preso Melpomene per la Musa de’ lirici
poeti
. Tersicore, (a τερπω, fut. ψω, delecto, et χορος,
esto Nume sdegnato colle sue frecce l’uccise. Le quali cose dissero i
poeti
, perchè alle volte il calore del sole è cagione d
della rosa, e l’alba ha un dolce candore purissimo ; così appresso i
poeti
frequentemente s’incontrano siffatte comparazioni
quanto l’Apollo di Omero è più grande di quelli descritti dagli altri
poeti
. Il complesso delle sue forme sollevasi sopra l’u
d un mercadante, ne caricò novecento cammelli. Nel dipingere Apollo i
poeti
ed i pittori adoperano ogni fiore di bellezza. Eg
e tre divinità diverse ; ma qualche volta le confondono, come fanno i
poeti
posteriori ad Esiodo e ad Omero. Da Virgilio(1) s
i altri figli, da lei nacquero la Morte ed il Sonno, detto perciò dai
poeti
fratello della morte. Esiodo(1) finge che il gior
i del regolare ed armonico movimento degli astri, loro attribuivano i
poeti
una specie di ballo ; anzi Luciano(3) afferma che
mo ad osservare e descrivere il corso della Luna ; e perciò finsero i
poeti
che la Luna godeva a rimirarlo dal cielo. E Pluta
di Giove e di Semele, ch’è più noto degli altri. Or di tanti Bacchi i
poeti
hanno fatto un solo, fig. appunto di Giove e di S
stato nudrito ; il che diede luogo e materia di favoleggiare a’ greci
poeti
. Strabone(4) afferma che la città di Nisa era sta
nne, tutti agitati dal divino furore del loro duce. Molto han detto i
poeti
delle Ninfe, compagne di Bacco, il quale da Orazi
nfo di Bacco, dopo quella famosa spedizione, di cui han cantato tanti
poeti
, e specialmente Nonno ne’suoi Dionisiaci. Ed appu
vertito in costellazione che dicesi il Vendemmiatore (προτρυγητης). I
poeti
accagionano Bacco de’perniciosi effetti del vino.
mai fregiato negli antichi monumenti ; ed oltre a ciò i pittori ed i
poeti
gli danno due picciole corna che potea levarsi a
gialla ricamata a fiori, la quale scendeva sino a’ teneri piedi(8). I
poeti
rappresentano il cocchio di Bacco tirato o da tig
a Accio a cagion della tragedia di Bacco da lui composta ; o perchè i
poeti
tragici sono sotto la protezione di quel nume. B
di toro in mano, ch’era l’antica forma de’ vasi per bere ; o perchè i
poeti
gli attribuivano due picciole corna. Dicevasi pur
o ed a cui nè le antiche nè le moderne nazioni hanno che opporre. Da’
poeti
ditirambici nacque il proverbio, aver più poco se
ere e da Anchise per parte di Enea, chiamasi Dioneo da Virgilio(1). I
poeti
però confondono queste Veneri e ad una sola attri
ttagli, quando il precipitò dal cielo, gli diede Venere per moglie. I
poeti
, dice Banier, seguendo queste ridenti idee, han p
bello e di più amabile. Secondo Lattanzio, Venere non era altro che i
poeti
ne foggiarono una dea. Ma il Banier ricerca l’ori
le Grazie non facevasi dagli Dei alcuna danza o convito ; per cui dai
poeti
erano esse destinate ad essere il decoro e l’orna
a proprio della sola Venere Urania ; ma Lessing sostiene che presso i
poeti
tutte le Dee hanno il diadema. Alle volte, dice W
di Coo,Anadiomene, cioè emergente o sorgente dal mare ; della quale i
poeti
dissero sì bei concetti, che in un certo modo sup
e la gente Tracia era di un’indole feroce e bellicosa, accortamente i
poeti
fecero nascere Marte in quella regione. Ma il cul
do, insultando. Caro. Oltre a ciò gli epiteti che a lui si danno da’
poeti
, sono i più atti a farcene conoscere il carattere
a delle vere e favolose imprese delle Amazzoni era assai viva, così i
poeti
posteriori ad Omero introdussero anche queste don
rte. Enialio ; Ενυαλιος ; così chiamasi Marte da’ greci e da’ latini
poeti
; ma alcuni vogliono che Enialio sia diverso da M
da, il quale portò nell’Egitto l’uso delle lettere e de’ numeri. Ma i
poeti
tutto ciò che narrasi di Mercurio, l’attribuiscon
Orazio (2) chiama Fauno custode degli uomini Mercuriali, per dir de’
poeti
; e Mercurio, padre della curva lira (curvaeque l
arbitro della pace e della guerra. E Servio osserva che Mercurio da’
poeti
è quasi sempre adoperato come messaggiero di pace
in mano quel bastone, qual simbolo della pace. Al caduceo gli antichi
poeti
davano la virtù di conciliare e di togliere il so
azze o che si venerano nelle piazze. Ales o Alipes Deus chiamato da’
poeti
(1), perchè fornito di ali a’ piedi ed al petaso.
Egitto, aveva insegnato il primo a mettere in opera il ferro ; così i
poeti
, introdotto in Grecia il culto di quel nume, con
an sacri il Menalo ed il Liceo , monti di Arcadia tanto celebrati da’
poeti
. Orazio (8) per significare Pan dice il nume cui
suo Genio. Delle quali maniere di numi qui brevemente discorreremo. I
poeti
latini spesso confondono Fauno con Pan, perchè le
llo si avvicina all’uomo, ha dato origine alla favola de’ Satiri. Da’
poeti
si dipingono con faccia umana, ma sozza e deforme
, orecchie di capro, ed una corona di foglie di vite o di alloro. Da’
poeti
(3) chiamasi rubicondo, perchè dipingevasi di min
uoi popoli insegnò l’uso del frumento. Vi fu già un tempo, dicevano i
poeti
, in cui gli uomini, selvatici ancora, durando lor
fine, essendo Cerere l’inventrice dell’arte di seminare il grano, da’
poeti
si prende pel frumento stesso o pel pane(3).
, ministri di Vulcano nel fabbricare i fulmini di Giove, chiamati da’
poeti
Bronte, Sterope e Piracmone. I quali furono i pri
dio degli Egizii – Sue doti, incumbenze e suoi pregiati lavori. I
poeti
han foggiato il loro Vulcano su di Tubalcain, fig
o Calidonia, città della Grecia ; favola assai conta fra gli antichi
poeti
. Egli fu fig. di Partaone, o di Porteo (Πορθευς.
e orecchie risuonano di continuo le grida della madre uccisa. I greci
poeti
non poteano con più vivi colori porre avanti gli
per la mano danzano sul prato o nel bosco nella stessa guisa che dai
poeti
ci venne rappresentata Diana su’monti di Delo o s
simi ; ovvero, in lunga verginal veste discinta, cavalca una cerva. I
poeti
tanto al sole che alla luna assegnano il trono di
ed avida di sangue. Virgo per eccellenza chiamasi la nostra Dea da’
poeti
(2), e Latonia Virgo da Virgilio(3). Triformis Di
viglioso di favole bellamente dipinto dalla vivace fantasia de’ greci
poeti
su di un fondo istorico ; una tela di Eroi e di S
e. A ciò si aggiunge che gli scrittori delle prime loro memorie erano
poeti
che cantavano i grandi avvenimenti della patria,
ostiene che da Sansone principalmente, per la prodigiosa sua forza, i
poeti
hanno foggiato il loro Ercole, prima in Egitto, i
Tereo, quel barbaro re se la condusse via per forza. Perciò finsero i
poeti
che Oritia fosse stata rapita dal vento Borea, me
favolosi ed eroici. In essa era l’Olimpo, monte tanto famoso presso i
poeti
; il Pelio, l’Ossa ed il Nefele, ove abitarono i
rminò che colla sua totale distruzione ? Lo sdegno de’ numi, dicono i
poeti
(3), pel quale avvenne il famoso rapimento di Elen
za e di valore avanzava(1), e la sua velocità oltremodo celebrarono i
poeti
, percui sì spesso da Omero chiamasi Achille dal p
tò che il solo nome(1) ; nome che ha reso immortali i due più insigni
poeti
che abbia mai veduto il mondo, Omero e Virgilio.
e, come nell’articolo di Giove si è detto. Quindi è che spesso appo i
poeti
Nettuno si adopera per significare il mare(1) ; e
nzi qualche volta ad un colpo del tridente del Dio del mare, dicono i
poeti
, tremò non solo la terra, ma lo stesso Plutone ne
tà che gli uomini meritamente attribuiscono al mare, è avvenuto che i
poeti
, come chiamano figliuoli di Giove tutti quelli ch
ne umana(2) ed era di una statura pari all’altezza di un monte. Molti
poeti
mettono presso all’Etna la sede de’ Ciclopi, e pe
a stato il primogenito de’ figliuoli del Cielo ; e per ciò spesso da’
poeti
se gli dà l’aggiunto di vecchio, e gli Dei stessi
er la moglie Teti, aveano grandissima riverenza. Si diceva ancora dai
poeti
padre de’più gran fiumi, de’quali Esiodo ne conta
di cono, di cui anche gl’ Indiani si servivano in vece di buccina. I
poeti
a lui attribuivano pure l’ufficio di calmare i fi
ssa fatidica virtù si scorge attribuita a Proteo ed a Glauco da altri
poeti
. Secondo Apollodoro, il suo più ordinario soggior
ume ora anche una fiamma. La quale favola ha dovuto avere origine da’
poeti
cosmogonici, i quali in versi cantavano l’origine
quale intendevano il luogo più profondo dell’inferno, immaginato da’
poeti
nel centro della terra, per servire di eterna pri
ficano certi luoghi dell’inferno, nulladimeno spesso si adoperano da’
poeti
a dinotare l’inferno tutto quanto. Oltre a ciò di
i, figliuolo, Si appressa la città che ha nome Dite. Averno pure da’
poeti
dicesi l’inferno (2), dal Iago di Averno, il qual
si e sotterranei. II. Descrizione dell’Inferno secondo gli antichi
poeti
. Erodoto afferma che gli Egiziani i primi han
etto Elisio o Campi Elisii. Or ecco in qual guisa i Greci ed i Latini
poeti
li han descritti colla loro vivace fantasia. Ome
te essere accolte in quell’ultima sfera che si chiama Aplanes. Alcuni
poeti
però pongono que’luoghi fortunati in mezzo all’ar
tte Isole Fortunate, di cui anche Pindaro fa menzione. Or gli antichi
poeti
negli Elisii, ove gli eroi e gli uomini virtuosi
e’quali è signore Saturno, ove giudica Radamanto, che tutti gli altri
poeti
pongono nel regno di Plutone. Dice poi che coloro
a relazione con Plutone e cogl’infernali luoghi, davasi dagli antichi
poeti
l’aggiunto di pallido e di nero. E perciò ancora
consorte Euridice. Ma l’Averno di Virgilio ch’è il più celebrato da’
poeti
, è quello della nostra Campania, non lungi da Poz
lmente assai caverne e luoghi sotterranei e caliginosi (1), finsero i
poeti
, essere quivi una bocca dell’inferno, per la qual
aspetto tenebroso e lugubre, col quale cel dipingono gli storici ed i
poeti
dell’antichità. Alle vecchie foreste che ne copri
, ignis ; et φλεγετω pro φλεγω, uro), fiume della Tesprozia. Avendo i
poeti
della Grecia collocata nell’ Epiro il regno della
Petrarca disse bever Lete per dimenticarsi. « E secondo quasi tutt’i
poeti
, dice il Dizionario Storico-mitologico, le acque
e i Greci chiamarono idolo, da’ Latini appellavasi immagine (2). Or i
poeti
distinguevano tre cose nell’uomo, il corpo, l’ani
lla morte del fanciullo Glaucia affermò Stazio (4). Finsero inoltre i
poeti
che le ombre scendevano all’inferno con quella fo
ole ; e Virgilio (4) gli dà pure il collo crinito di serpenti. Alcuni
poeti
han finto che Cerbero toccato dalla verga di Merc
o. Non vogliate credere, diceva Cicerone (1), che, siccome spesso da’
poeti
si raeconta, coloro i quali hanno qualche empia e
a dal nome della madre. La lode di giustissimo re gli meritò presso i
poeti
un posto onorevole fra i giudici dell’inferno, ov
ma sapienza e fu per fama di molta giustizia lodato a cielo da tutt’i
poeti
, percui il costituirono arbitro dell’inferno. Ovi
l suo corpo occupava nove iugeri di terra. Lucrezio (2) afferma che i
poeti
sotto l’immagine di Tizio ci han voluto rappresen
iscendente di Eolo, regnò a Corinto dopo che Medea se ne allontanò. I
poeti
lo collocano nell’inferno, condannato a dovere et
n que’ luoghi sotterranei, han dovuto dare l’idea di que’mostri che i
poeti
allogarono nel regno di Plutone e specialmente al
giati da’Greci sulle idee religiose dell’Egitto. L’Acheronte de’greci
poeti
fu inventato sul modello di un lago di Egitto, pr
Plutone I. Nomi diversi dati a questo nume e lor ragione. I
poeti
sovente han confuso Plutone con Pluto, Dio delle
i Giove sotterraneo ed infernale ; con che volevano farci intendere i
poeti
che una sola è la divinità che governa l’universo
n aria severa, ed ha sovente sul capo l’elmo donatogli da’ Ciclopi. I
poeti
ed i mitologi, dice Millin, ornarono la testa di
asi Persephone, Περσεφονη, o Περσεφονεια, e spesso Περσεφασσα, appo i
poeti
, perchè tutto colla morte distrugge (η τω φωνω πα
ernale bellamente risplendeva. Ma che cosa abbiano voluto intendere i
poeti
con tal finzione, non è facile indovinare. III
iè-veloci, che intreccian carole intorno al suo carro ? I pittori e i
poeti
han fatto a gara a rappresentare splendidamente q
nza bisogno di spiegazione : solo son da notarsi i nomi assegnati dai
poeti
ai quattro cavalli e il numero delle Ninfe che ac
riamente esser più lunghe o più corte, secondo le diverse stagioni. I
poeti
non di rado rammentano i nomi dei cavalli del Sol
facesse per ritornar nella notte dalla parte d’Oriente, i più antichi
poeti
, Omero ed Esiodo, l’hanno prudentemente taciuto :
crepuscoli e le aurore boreali, ebbe poca fortuna ; nè i più celebri
poeti
, e tanto meno i pittori, la stimarono degna di es
ente, e precede il padre, spargendo gigli e rose sulla terra. Tutti i
poeti
fanno a gara a descriverla di bellezza maraviglio
in cigno. Questa favola di Fetonte è descritta e celebrata da molti
poeti
e principalmente da Ovidio nelle Metamorfosi ; e
popoli, è ben naturale che fossero da tutti celebrate ; ma pur anco i
poeti
e gli artisti cristiani, come abbiamo osservato d
lomeo e sostituendovi quello di Copernico117, ciò non ostante anche i
poeti
e gli artisti posteriori a Copernico, a Galileo,
ollo ; e Pœan chiamano ancora l’inno in onore di questo Dio. I nostri
poeti
, in generale, non adottarono il nome Pean per sig
xxix, 113.) 108. Dal greco nome Eos che significa l’Aurora hanno i
poeti
formato Eoo che vorrebbe dire orientale, per indi
sol dai lidi eoi « Parte già fuor, ma ’l più nell’onde chiuso. » I
poeti
minori poi non finiscono mai di rammentare le eoe
ifores radiabant lumine valvæ : « Materiem superabat opus. » Tutti i
poeti
italiani hanno imitato o tradotto quest’ultimo ce
» 113. Il Po era chiamato dai Latini Eridanus e Padus ; e i nostri
poeti
l’appellano il re dei fiumi, sottinteso però dell
che attira allora leggiere pagliuzze e piccoli frammenti di carta. I
poeti
usano spesso la parola elettro, invece di ambra,
Fetonte abbandonò li freni. » Altrove però la chiama Galassia come i
poeti
greci. I latini per lo più la dicono via lattea,
iati molto prima i compagni), si estendono con molte amplificazioni i
poeti
antichi, come faranno i futuri poeti che questo t
ndono con molte amplificazioni i poeti antichi, come faranno i futuri
poeti
che questo tempo chiameranno antico, narrando il
ciano gli atroci fatti e le magiche frodi. È una invenzione di alcuni
poeti
, e specialmente di Ovidio, che Medea col sugo di
arsi agli altri Eroi. Invece fu onorata ben più la stessa nave, che i
poeti
asserirono assunta in cielo e trasformata in quel
portato nella Colchide, ove gli Argonauti andarono per ricuperarlo. I
poeti
per altro prescelgono sempre quel che è più marav
regno delle Ombre, ove discese essendo egli in prima vita. Narrano i
poeti
, e tra questi più splendidamente di tutti Virgili
ella. Al racconto mitologico di Euridice trovasi sempre congiunto nei
poeti
quello di Aristeo, che fu il primo Apicultore del
i serpenti a strangolarlo ; ma il fanciullo, che, per quanto dicono i
poeti
, anche in culla era degno di Giove, strangolò lor
n moglie al suo amico Teseo, e ne nacque Ippolito tanto celebrato dai
poeti
e specialmente dai tragici antichi e moderni. L’e
Euristeo, e poi lo lasciò libero che se ne ritornasse all’Inferno. I
poeti
aggiungono che il can Cerbero arrivato all’aria a
i fu quello stesso che pregato da Virgilio prese colle sue mani i due
poeti
in un fascio 90, e li calò lievemente da una gran
omasia, ad indicare cioè il più gran malvagio che sia mai esistito. I
poeti
dicono che era figlio di Vulcano e che abitava in
o da Benvenuto Cellini nel sigillo di Cosimo I granduca di Toscana. I
poeti
cantarono concordemente inni a quest’Eroe94, e di
he l’un fratello fosse mortale e l’altro immortale. Quindi allorchè i
poeti
classici li considerano figli di Tindaro li chiam
lo, uccise l’uccisore di esso. Ida fu poco dopo fulminato da Giove. I
poeti
classici lodano molto quelle due spose per l’affe
acciarono e divennero i più fidi amici dell’antichità. Senza citare i
poeti
, dirò soltanto che anche Cicerone rammenta Teseo
nacque una tal mischia così terribile e sanguinosa, che quasi tutti i
poeti
(tra questi anche Dante come abbiam veduto) o la
ndolo morto prima di lui, con questa infernale soddisfazione spirò. I
poeti
inventarono che posti i corpi di entrambi i frate
rères Ennemis di Racine ? Troppo lungo sarebbe l’enumerare soltanto i
poeti
che rammentano queste atrocità Tebane. E basterà
i lo cangiarono in cicala, trasformazione a bella posta inventata dai
poeti
per significare quanto egli fosse divenuto querul
; e prima converrà dire di quello che ne fu causa, cioè di Paride. I
poeti
si fanno dalla lontana, e veramente ab ovo, narra
le navi, e primo « Trafitto cadde dal dardanio ferro, » e come altri
poeti
aggiungono, per mano dello stesso Ettore. È ricor
ille, che era figlio di Peleo e nipote di Eaco, e perciò chiamato dai
poeti
il Pelìde e l’Eàcide. 2ª Fatalità. — Dovevano ave
tte, con vicende così mirabili che furon copiate o imitate da tutti i
poeti
epici. Son però belle e mirabili colla lor veste
accenneremo brevemente quello in che egli concorda coi Mitologi e coi
poeti
. Enea ebbe il titolo di Pio per aver salvato dal
vi un regno ; e nel suo corso marittimo toccò, per quanto affermano i
poeti
e principalmente Virgilio, diverse terre e divers
sti mostri nei Cap. XLV e XLVIII, ed accennammo che oltre gli antichi
poeti
ne avevan parlato anche Dante e l’Ariosto. Virgil
edersi che sia questa una mera invenzione di Virgilio, poichè oltre i
poeti
Properzio, Silio Italico e Stazio, anche i geogra
rino. Gli storici latini, incominciando da Tito Livio, concordano coi
poeti
, e principalmente con Virgilio, ad asserire che E
lto scarsi di notizie, o vere o inventate, tanto gli storici quanto i
poeti
. Appena appena sono in grado di farci sapere i no
he qualunque altra asserzione è una menzogna. Meno rammentato, sì dai
poeti
antichi che dai moderni, è Trofonio ; ma poichè n
modo loro a dirigere o contenere il mobile volgo. Ecco perchè anche i
poeti
, amanti sempre e fautori del maraviglioso, encomi
accaduto in tempi storici parlano anche Erodoto e Cicerone, non che i
poeti
: tra i quali Ovidio lo racconta a lungo nel lib.
v. 391…..) 84. Sebbene Ercole sia celebrato da tutti i più antichi
poeti
, incominciando da Omero che accenna a cantici e p
Apollo e della Musa Terpsicore e nato qualche anno prima di Orfeo. I
poeti
li considerano entrambi, e maestro e discepolo, v
rir fuggir disdegno, « Ingiusto fece me contro me giusto. » 145. I
poeti
ci hanno conservato il nome anche di due altre Ar
apo Miseno resta tra Cuma e Pozzuoli, a 15 miglia da Napoli. 152. I
poeti
latini, e principalmente Virgilio, dicono che la
Sulla nascita di Bacco venner fuori a dire ch’egli ebbe due madri. I
poeti
classici greci diedero perciò a Bacco il titolo d
eti classici greci diedero perciò a Bacco il titolo di Ditirambo, e i
poeti
latini di Bimater, cioè figlio di due madri, che
chi ne abusa, si aggiungevano sulla fronte di Bacco le corna198 ; e i
poeti
dicono che egli non sempre le portava, il che sig
o, Bassareo, Evio, tutti derivati dal greco, e molto in uso anche nei
poeti
latini, e qualcuno di questi, benchè più rarament
che nei poeti latini, e qualcuno di questi, benchè più raramente, nei
poeti
italiani. Convien qui rammentare il grido di alle
oce Evoe fu adottata come esclamazione e nello stesso senso tanto dai
poeti
latini201) quanto ancora dagl’italiani, come trov
rvo, le quali pelli diconsi nebridi con voce greca adottata da alcuni
poeti
latini204) e italiani. Cosi cantò il Chiabrera, v
« Snelle Bassaridi, « Su su mescetemi « Di quella porpora, ecc. » I
poeti
pensarono ancora a dar moglie a Bacco, e inventar
sì funesto dono. Bacco gli ordinò di lavarsi nel fiume Pattolo ; e i
poeti
aggiunsero che le acque di quel fiume contrassero
ità può darne la più razionale e probabile spiegazione. Quasi tutti i
poeti
lodano il vino ; ed anche gli astemii se ne fingo
Il nome nebris, nebridis si trova usato nel senso detto di sopra dai
poeti
latini Stazio e Claudiano : « Nebridas et fragil
ferno. E che quel soggiorno fosse pur troppo inamabile, come dicono i
poeti
latini, e tetro, si può dedurre pur anco dal sape
egni infernali più gente che potesse ; e perciò si trova chiamata dai
poeti
la crudel Proserpina. Anche Plutone aveva altri n
re dell’Inferno fu chiamato frequentemente Orco e Dite dagli antichi
poeti
. Dante usò più volte la parola Dite come sinonimo
amar Dite il gran diavolo Lucifero242. La parola Orco fu adoprata dai
poeti
romanzeschi, e tra gli altri anche dall’Ariosto,
le coi nomi di Cloto, Lachesi ed Atropo, nomi che furono adottati dai
poeti
latini per le loro Parche, e passarono ancora nel
utta la loro orrenda realtà ai miseri mortali, e delle quali perciò i
poeti
rammentano soltanto il nome, tutt’al più con qual
orte. Ma di Caronte, dei Giudici dell’Inferno e del Sonno, non solo i
poeti
greci e i latini, ma anche gl’italiani ci present
ienza248. Le Furie furon dai Greci chiamate Erinni, nome adottato dai
poeti
latini, e che trovasi anche in Dante ; ed erano t
tutto l’opposto, vale a dire implacabili. I pittori fanno a gara coi
poeti
a rappresentarle orribili nell’ aspetto, nelle ve
o fatto bellissime descrizioni della Casa del Sonno, ma quasi tutti i
poeti
parlano del Sonno e dei Sogni ; ed anche Dante ra
un caso simile in una delle denominazioni delle Furie. 245. Anche i
poeti
latini trovarono più poetiche le Parche che il Fa
o più e diverse tragedie antiche e moderne ; ed inoltre quasi tutti i
poeti
, incluso Dante, ne parlano o vi alludono. Cinquan
1° grado di esso l’annuo suo corso tra i segni del Zodiaco. Quindi i
poeti
alludendo a tal fatto mitologico chiamano questa
e colle quercie della selva di Dodona sacra a Giove, e, aggiungono i
poeti
, sul disegno dato da Minerva stessa, per signific
lo più son comuni alla maggior parte dei viaggi marittimi narrati dai
poeti
, come, per esempio, qualche tempesta, qualche com
in sugli alberi strani. » E bisogna aggiungere quel che ne dicono i
poeti
greci e i latini, che cioè questi mostri avevano
riunito in poche ottave tutte le classiche reminiscenze degli antichi
poeti
su questo fatto mitologico, aggiungendovi di suo
razione del Senàpo dalle Arpie in modo più maraviglioso di quello dei
poeti
classici greci e latini. I mezzi che egli adopera
ordo, come se fossero una storia vera, le fantasie di tutti gli altri
poeti
col racconto di sua invenzione. Da Fineo ebbero g
re il viaggio. Per quanto cercasse, non lo trovò più ; e fu detto dai
poeti
che le Ninfe Naiadi avevano rapito il giovinetto
luvies, uncæque manus, et pallida semper « Ora fame. » 70. Anche i
poeti
latini del secolo di Augusto rammentano con marav
l mito fu adottato volenterosamente e con piacere non solo dai nostri
poeti
, ma pur anco dagli eleganti dicitori e scrittori
Minerva dal cervello di Giove. Per intender certe parole e frasi dei
poeti
pagani è necessario almeno accennarne alcune. Agg
zione della famosa città d’Atene. Narrano di concerto i mitologi ed i
poeti
greci che la loro antica città di Atene, prima di
e di esso non si compiono senza il favore di quella. Tutti i migliori
poeti
delle più culte nazioni hanno accolta gradevolmen
alla Dea Atena, e destinato ad uso di archivio e di biblioteca, ove i
poeti
e gli altri greci scrittori depositavano i loro c
ai piedi una civetta o un gufo, animale a lei sacro. Secondo alcuni
poeti
l’egida era un’armatura del petto con la figura d
Perchè poi fosse sacro a Minerva quell’animale notturno, rispondono i
poeti
, perchè le recava notizie di quel che accadeva di
, e Clostère, figlio di lei, i fusi. Il nome di Minerva fu usato dai
poeti
latini (e spesso anche dai prosatori) a significa
fessioni che celebravano le feste di Minerva ; ed oltre i collegi dei
poeti
, dei medici, dei pittori e degli scultori ramment
antaggi per bene intendere le opere degli antichi, per la lettura de’
poeti
, e per l’intelligenza di tanti lavori dell’ultima
oileau. » Piano, e divisione dell’opera. Avendo assai spesso i
poeti
cangiato le favole a lor talento, non è facile di
oi, quali erano i Re, e gl’illustri guerrieri, soggetto del canto de’
poeti
. Tra questi Agamennone, Ulisse, ec. ec. Vi ha alt
avevano la facoltà di poter consultare cotesto libro2. Spesse fiate i
poeti
confondono il nome del Destino con quello di Legg
. I Greci lo chiamarono Cronos, cioè il tempo, ed era naturale, che i
poeti
lo facessero nascere dal Cielo, e dalla Terra. I
li si cangiò con avvilire la sua dignità. Omero, che ci ha data fra i
poeti
un’idea più nobile di Giove, ce lo dipinge accigl
è il capo delle Muse, ed il Dio della poesia, onde vien invocato dai
poeti
; come pure lo è della musica, dell’eloquenza, de
a riposarsi in grembo a Teti. Come Dio delle arti ci rappresentano i
poeti
Apollo colla lira fralle mani, e corteggiato dall
e la corona di alloro fosse in seguito il premio de’ guerrieri, e de’
poeti
. Amò ancora Leucotoe figliuola di Orcamo Re di Ba
sua fucina nell’isola di Lenno, in quella di Lipari, e secondo alcuni
poeti
, sotto l’Etna2. Compagni de’ suoi lavori erano i
ibile, qual’era quello della guerra. Tal favola ci hanno tramandato i
poeti
latini : ma1 i Greci, che in lingua loro chiamano
terrotta. Ben diverso era il Tartaro, detto talvolta anche Tenaro da’
poeti
, ove stavano ristrette le ombre de’ delinquenti s
i nelle loro caverne. Quattro erano i principali venti conosciuti dai
poeti
. Borea il più impetuoso partiva dal settentrione.
lusinghiero : lo invocano, e lo credono uno de’ compagni di Amore. I
poeti
sovente lo dipingono in aria di un bel garzone co
ualmente i dritti della gente bassa, e dei grandi. Astrea. Vi ha tra
poeti
, chi crede Temi la stessa che Astrea, figliuola d
ale innanzi a lei. Queste Divinità per noi sono semplici allegorie. I
poeti
, i pittori, gli scultori lor danno per lo più tal
ta innocenza. Qual tempo fu detto l’età dell’oro, tanto decantala da’
poeti
sotto il regno di Saturno. A questa tenne dietro
osta di serpenti, che si rizzavano, e fischiavano di continuo. Taluni
poeti
credono che tal sorte infelice avesse avuta solam
moria non solo degl’illustri guerrieri, ma quella ancora degl’iusigni
poeti
. Orfèo fu celebre antichissimo legislatore, e poe
famose nei tempi eroici. Ella è stata il soggetto del canto di molti
poeti
, come quella di Troja, che diede occasione al poe
li diede a mangiare allo stesso padre, ed alla madre Erope. Dicono i
poeti
, che in quel giorno il sole si oscurò, per non ve
i Troja. L’origine di questa guerra bisogna ripeterla, al dir de’
poeti
, dal Cielo. Giove sempre infedele a Giunone senti
bbe stato meno grande, se lo avesse dipinto fornito di un tal dono. I
poeti
che scrissero dopo di Omero, immaginarono questa
asformato in uccello, ed entrambi ebbero il nome di Alcioni. Dicono i
poeti
che questi uccelli fanno il loro nido nel mare, c
rado che sia egli decantato in ogni pagina dalla fervida fantasia de’
poeti
, la sua picciolezza è tale, che Boccaccio allorch
υκλος μυθικος il cerchio mitico, o il corso di tutta la favola. 1. I
poeti
primi teologi, ed inventori d’immaginarie sostanz
il numero degl’Iddj foggiati dagli antichi. 2. L’immaginazione de’
poeti
faceva nascere nel mondo allora bambino i Dei all
iglia di Giove, e di Dione ; la quarta Astarte, che sposò Dione. Ma i
poeti
che nulla han curato di esser conseguenti nelle f
, e del popolo. 1. Il Dio delle battaglie fu secondo Omero, e tutt’i
poeti
Greci figlio di Giove, e di Giunone. Non è che ap
senza di Giove. 1. Il Dio delle battaglie fu secondo Omero, e tutt’i
poeti
Greci figlio di Giove, e di Giunone. Non è che ap
sepolture. Colui che aveva un tale incarico chiamavasi Charon, onde i
poeti
inventarono la favola di Caronte, e del fiume Sti
favolosa, come quella di Roma, e di tutte le grandi Città. Credono i
poeti
, che le Sirene abitassero nella spiaggia di Sorre
rano detti quei, che cantavano per le piazze gli squarci de’ rinomati
poeti
. Tali erano quei, che in seguito cantarono i pezz
ca, Vario, Mecenate, Pollione, e di tanti altri insigni personaggi, e
poeti
, che in quell’età fiorirono. Ritornando da Atene
e l’aver sempre presso di se tenuto un picchio ha data l’occasione ai
poeti
d’inventar questa favola. Leggasi Ovidio, e Virgi
osi. Lo scopo nostro è stato di far ad essi conoscere le finzioni dei
poeti
, di scoprir loro le ricchezze che da più di tremi
posizione col riportare alcuni squarci di un discorso del maggior dei
poeti
italiani de’ nostri tempi scritto in difesa della
la Da re tiranno indegnamente offesa. Quel lauro onor de’ forti e de’
poeti
, Quella canna che fischia, e quella scorza Che ne
eva molti nomi tratti dalle cagioni per le quali le si sacrificava. I
poeti
rappresentano Giunone in abito da regina sopra d’
ragoni. Questo è quanto racconta la Favola di Cerere. I mitologi ed i
poeti
però non s’accordano su la storia di questa divin
ezza. Sono abbominevoli i disordini commessi da questa Dea al dir de’
poeti
. Venere ha dato il suo nome ad un pianeta chiamat
ti di lui. Quello di Cilleno o Cillenio gli vien più sovente dato dai
poeti
, perchè era particolarmente onorato sul monte Cil
ucazione di questo Dio ; il vero Bacco o Libero secondo quasi tutti i
poeti
greci e latini vien detto figlio di Giove e di Se
zza del loro governo e la loro probità fecero dar loro dopo morte dai
poeti
la carica di giudici supremi dell’Inferno. Minoss
pri piaceri, e non erano interrotti che dalle toccanti voci de’grandi
poeti
e de’rinomati cantori con dolce mormorio. Lete vi
acque con sordo strepito mormorando, ispiravano una cupa tristezza. I
poeti
ne fecaro una Ninfa figlia dell’Oceano ; essa for
oni cantando le sorti de’ mortali. L’orribile ritratto che ne fanno i
poeti
giustifica l’avversione che si ha sempre avuto pe
ce Oreste, che perseguitarono tanto orribilmente. Nelle Furie hanno i
poeti
voluto raffigurare i rimorsi che accompagnano i d
morte è la più implacabile tra le Dee. Se le sacrificava un gallo. I
poeti
la rappresentano colle sole ossa, in veste nera,
ppresenta sotto la forma di un vecchio che tiene una borsa in mano. I
poeti
hanno conservato il nome di alcuni più celebri tr
avere le viscere sempre rinascenti rose da due avoltoi. Annoverano i
poeti
tra i più celebri condannati del Tartaro anche i
i sacrificava ai venti ed alle tempeste. Imene Imene Alcuni
poeti
fanno Imene figlio di Apollo e di Urania o di Cal
ocrate figlio di Iside e di Osiri era il Dio del silenzio. Vogliono i
poeti
che sua madre, avendolo perduto mentre era fanciu
bevanda poichè questa parola è stata poseia metaforicamente usata dai
poeti
di tutte le nazioni per indicare i più eccelenti
a tutti gli avvenimenti e distribuiva i beni ed i mali a capriocio. I
poeti
la dipingono cieca e calva, colle ali ai piedi, u
enti quando è meno attesa. E sotto quest’ultima dipintura intendono i
poeti
di deserivere la cattiva Fortuna. Essa è conosciu
tinta di sangue, i capelli sparsi e gli occhi infuocati. Per lo più i
poeti
la dipingono in mezzo di una battaglia percorrend
sima età, e lasciò le sue osservazioni ancora imperfette ; e da ciò i
poeti
dissero non aver egli potuto condurre il carro de
in una piccola vasca d’acqua calda, per provare se erano immortali. I
poeti
aggiungono altresì aver essa immerso Achille nell
iosi banchetti senza chiamarle e salutarle col bicchiere alla mano. I
poeti
non tralasciarono mai d’invocarle al principio de
i frutti. Quando i Greci divisero il giorno in dodici parti eguali, i
poeti
moltiplicarono il numero delle Ore sino a dodici,
olla Chimera, colle Arpie e con tutti gli altri mostri immaginati dai
poeti
. Asseriscono alcuni che le Gorgoni erano donne g
Permesso. Pretendesi che assista tuttora col suo dorso e le sue ali i
poeti
di primo ordine. Avvi chi confonde con Pegaso il
ad altre Divinità rappresentate sotto le forme di donzelle. Secondo i
poeti
tutto l’universo era pieno di Ninfe, e le dividev
a, ma eziandio fino alle semplici pastorelle e a tutte le belle che i
poeti
fanno entrare nel soggetto de’loro canti. Fu trib
e une che le altre erano delle famiglie delle Ninfe marine. Variano i
poeti
nel fissarne il numero, passandovi la differenza
remila e più. Sarebbe quindi inutile il riportare i nomi dati da que’
poeti
che ne contano soltanto da sette a cinquanta. I l
rade, le isole, i porti, ecc. ; e non è da maravigliarsi perciò se i
poeti
ne annoverano un sì prodigioso numero. Le Nereid
e nelle praterie sollazzavansi. Egle era la più bella delle Naiadi. I
poeti
indicano talvolta l’acqua per le Naiadi. Il color
ortuno di non riportarne alcuna. È però fatto che le Sirene secondo i
poeti
vollero essere trasformate come lo furono per and
a per cui erano animate dalla più viva amicizia. Avrebbero per caso i
poeti
avuto in mira con tale racconto di eccitare nelle
no la morte. Allorchè vede passare i vascelli nello stretto, dicono i
poeti
, sporge la testa fuori del suo antro e se li attr
glio di Apollo e della musa Clio e questa opinione adottata da alcuni
poeti
è divenuta quasi generale. Narrasi che Apollo, o
tte venire al suono della sua lira. Non è difficile l’intendere che i
poeti
nel dirci che Anfione aveva edificato le mura di
tuito il delitto, non abbia avuto parte alcuna nella sua vita, pure i
poeti
non tralasciano di situarlo nel numero de’più fam
Pizia sacerdotessa d’Apollo. Questa Pizia chiamasi anche Pitonessa. I
poeti
però sogliono dare il nome di Pitonessa a qualunq
egualmente di riportare in questo articolo cosa di essa riferirono i
poeti
.
fica appunto nata dalla schiuma. Alcuni dei più fantastici mitologi e
poeti
aggiungono, che le acque del mare furono fecondat
due queste origini così diverse son talmente confuse e amalgamate nei
poeti
posteriori, che attribuiscono e l’una e l’altra i
ia marina spinta a gara dagli zeffiri sulla superficie del mare182. I
poeti
aggiungono che andò a fermarsi in Cipro, ed ivi e
uo culto i titoli di Citerèa, Pafia, Idalia ecc., tanto frequenti nei
poeti
classici latini e greci ; e quelli specialmente d
antichi mitologi aprirono un vastissimo campo alla immaginazione dei
poeti
ed alla fantasia dei pittori e degli scultori. Ma
li d’oro, e d’oro l’arco, gli strali e la faretra ; e si aggiunge dai
poeti
ch’egli è cieco o bendato ; e questi son tutti si
inabili allusioni in verso e in prosa. Parve strano ai mitologi ed ai
poeti
meno antichi che Cupido si occupasse sempre a sae
ignifica amoroso o riferibile all’amore. Quindi diciamo elegantemente
poeti
crotici, poesie erotiche, ecc. Il nome latino Cup
ologia; molti racconti presero la loro forma definitiva per opera dei
poeti
; e in più d’ un caso una statua celebre d’ una di
tradizionale e come inseparabile dai racconti ad essa relativi. Fra i
poeti
antichi meritano particolarmente d’ essere ricord
gno della vita e dovette contentarsi d’ allora in poi, secondo alcuni
poeti
, di regnare con Radamante sulle isole dei beati.
a, donde ancora manifesta l’ ira sua vomitando fuoco e fiamme. Alcuni
poeti
parlano anche di una Gigantomachia, ossia di una
una pietra in luogo del neonato Zeus. Assai più frequente, sia nei
poeti
sia negli artisti, il ricordo delle lotte dei Tit
egli Dei e degli uomini ». In senso elevato cantaron di Zeus i grandi
poeti
lirici dell’ Ellade, e inni speciali composero Te
o il nucleo dei miti ad essa relativi ed offrirono copiosa materia ai
poeti
. Specialmente erano celebrate le sacre nozze dell
e sul Celio; presso il primo avevano il locale per le adunanze loro i
poeti
; il secondo aveva nome da Minerva Capta o Capita,
in disparte le lancie e tutti gli Dei sentono molcersi il cuore. Dei
poeti
latini ricordisi Orazio, che nel Carme Secolare i
i la leggenda dell’ intima amicizia tra Efesto e Dioniso. Gli antichi
poeti
magnificavano le opere di questo divino artefice.
mani, i Feciali. 5. Oltre l’ inno omerico già ricordato, presso altri
poeti
greci si parla di Ermes e si raccontano le leggen
sa di Zeus. Ma questa leggenda cedette il luogo ad un’ altra, a cui i
poeti
posteriori con predilezione si attennero; secondo
e asiatica, e sebbene più volte e in più modi trattata e ampliata dai
poeti
greci, nondimeno lascia trasparire il suo senso p
ria di una dea così bella e cara agli uomini ispirarono molti antichi
poeti
, sicchè più volte ne toccarono nelle loro opere.
sorelle Selene ed Eos (la luna e l’ aurora). Perciò venne spesso dai
poeti
chiamato « il Titano ». Ebbe in moglie Perse o Pe
esto confuso con Apollo. 5. Lungo sarebbe il ricordare quante volte i
poeti
antichi rappresentarono il dio Elio e ne riferiro
la Aurora, dalle dita rosee, dal manto d’ oro, è descritta spesso dai
poeti
, ma più come fenomeno nattirale che come dea. Tal
e nelle opere poetiche dell’ antichità non occorre dire; noto è che i
poeti
epici solevano cominciare i loro poemi dall’ invo
stata tolta l’ idea. 3. Che queste Deità siano spesso menzionate dai
poeti
è cosa ben naturale. Pindaro nella 14a Olimpica v
dispensiere agli uomini, auree figlie della prudente Temi. Così altri
poeti
ricordano con parole d’ elogio le tre graziose ve
li altri Dei. 2. Veloce come il vento e le procelle è detta Iride dai
poeti
che ne descrivon la figura, e ha l’ ali d’ oro, e
trasformato in aquila, per rapire egli stesso l’ amato garzone. 2. I
poeti
greci più volte ricordano il mito di Ganimede, se
I poeti greci più volte ricordano il mito di Ganimede, segnatamente i
poeti
erotici, come Ibico di Reggio, Fanocle di Alessan
segno una messe inesauribile di argomenti e di motivi. Specialmente i
poeti
lirici, e sovra tutti i poeti d’ amore, come Saff
i argomenti e di motivi. Specialmente i poeti lirici, e sovra tutti i
poeti
d’ amore, come Saffo e Anacreonte, inneggiano ad
il soggetto di diverse opere. La statuaria, seguendo le fantasie dei
poeti
, prese anch’ essa a rappresentar Eros in figura d
o; la moglie di Nettuno, già s’ è detto, chiamavasi Salacia. Quando i
poeti
latini usano la voce Amphitrite, la prendono in s
la poi non si mosse più da Roma. 3. La favola d’ Ino molto piacque ai
poeti
per la pietà che destava il caso della madre sven
Tellus e Ceres per la prosperità della campagna. 3. Già i più antichi
poeti
, Omero, Esiodo fanno cenno di di Gea o le rivolgo
ra gli inni Orfici. Anche non è infrequente la menzione di Pane tra i
poeti
latini. A tacere d’ Ovidio che la bella leggenda
imperatore a Santo Silvano Salutare. Silvano è menzionato spesso dai
poeti
, tra altri Dei della campagna, come Pane, Priapo
rosperità delle loro greggi. 2. La Dea Pale è menzionata qua e là dai
poeti
latini cogli epiteti « grande, veneranda, canuta,
ersuade come rimmagine della dea infernale fosse viva nella mente dei
poeti
. Anche l’ arte la rappresentò sia come regina del
della parola o del disegno tolsero a descriverla o rappresentarla. I
poeti
greci e romani lo ricordano di sfuggita, con epit
immagine si conservò nei secoli seguenti e servi di modello ad altri
poeti
come Virgilio, Ovidio, Claudiano. — Anche l’ arte
amo, Cristo, Apollonio di Tiana, e nell’ altro quelle dei più celebri
poeti
ed eroi di Grecia e di Roma, come Virgilio, Cicer
re non ricorre, a dir vero, che in opere relativamente tarde come nei
poeti
e mitografi dell’ età Alessandrina e negli scritt
antando senza scomporsi l’ arte propria, così come li fanno parlare i
poeti
tragici. Altro motivo di grande effetto artist
atirico su questo soggetto scrisse anche Euripide. — In mano ad altri
poeti
popolari, Sisifo diventò l’ eroe della sofistica
hilo; e le disgraziate quadrighe di Potnia son qua e là ricordate dai
poeti
greci e latini. Serva d’ esempio il noto luogo de
a cui storia antichissima fornì argomento a più e diversi racconti di
poeti
e mitografi. Eccola in breve. Io, sacerdotessa di
e gesta gloriose dell’ eroe ionico dovevano naturalmente appassionare
poeti
e artisti e ispirarne le opere. Infatti ogni gene
Eracle dopo l’ uccisione di Ifito. Tale guerra contro i Pilii fu dai
poeti
posteriori narrata con una folia di particolari,
raclei abbiano preso quell’ assetto che divenne tradizionale. Anche i
poeti
lirici inserirono qua e là nelle loro opere cenni
di Eracle fanciullo col dragoni mandatigli da Era. Alla loro volta i
poeti
tragici e comici è naturale sceneggiassero molti
cmena e di Giove dà luogo a scene lepidissime e piacevolissime. Fra i
poeti
moralisti, Ercole divenne l’ ideale dell’ eroe ch
crearvi intorno altre opere d’ arte. Già Frinico, uno dei più antichi
poeti
drammatici elaboro pel teatro la leggenda, poi la
odo, ispira poi, in questo o quello de’ suoi momenti, nobili opere ai
poeti
posteriori; la quarta Pizia di Pindaro versa into
formarono l’ argomento di una poesia intitolata « Alcmeonide ». Fra i
poeti
lirici si ricorda Stesicoro il quale trattò poeti
l’ Achilleide di Stazio; s’ aggiungano i continui ricordi e cenni dei
poeti
lirici, Orazio, Tibullo e Properzio; infine si de
Orazio, Tibullo e Properzio; infine si dee tener presente che tutti i
poeti
tragici latini, da Livio Andronico a Seneca dedic
Prasitele fiorito nel 1º secolo av. C. Capitolo quarto. Vati,
poeti
, artisti mitici. 1. Agli eroi del braccio e de
tra, c) nel fare opere d’ arte; quindi le tre categorie dei vati, dei
poeti
, degli artisti. 2. Ogni stirpe greca ebbe i suoi
enne il fondatore dell’ oracolo di Mallo in Cilicia. 3. I più celebri
poeti
dell’ età eroica furono Orfeo, Lino, Tamiri e Mus
ozia, nell’ Arcadia, nell’ Elide. 5. Le leggende relative ai vati, ai
poeti
, agli artisti mitici ebbero la loro illustrazione
Troia caduta e delle vicende dolorose serbate ai superstiti. — Fra i
poeti
Orfeo è il più celebrato; i lirici, come Pindaro,
e leggende cretesi. Anche l’ arte prese sovente ad argomento i vati e
poeti
dell’ età mitica; qui ricordiamo solo un bel rili
ne il grammatico, sirena latina, l’ unico che sa leggere ed educare i
poeti
. » 41. « … aveste condiscendenti gli Dei, e vede
uron cangiate nella costellazione delle Pleiadi ; quindi Mercurio dai
poeti
trovasi denominato Atlantiade, cioè nipote di Atl
i mitologici, che, abbelliti dalla fantasia e dal linguaggio di sommi
poeti
, conviene almeno brevemente accennare. Raccontano
tridente a Nettuno, la spada a Marte e perfino lo scettro a Giove. I
poeti
commentarono queste furbesche prodezze di Mercuri
a. In principio aveva la sola verga ; ma un giorno, come raccontano i
poeti
, avendo egli trovato due serpenti che si battevan
esto stromento col guscio di una testuggine adattandovi 7 corde158. I
poeti
latini lo chiamano anche lira e così a loro imita
158. I poeti latini lo chiamano anche lira e così a loro imitazione i
poeti
italiani. Ad Apollo piacque tanto questo stroment
iò che Mercurio suo fratello glie ne fece un regalo graditissimo. — I
poeti
non dimenticano veruna particolarità mitologica,
atto in pietra di paragone e di Aglauro in livido sasso. Raccontano i
poeti
che quando Mercurio rubò le vacche ad Apollo, inc
224. Oltre al dire che erano bellissime, aggiungevano i mitologi ed i
poeti
, che esse cantavano dolcissimamente, e suonavano
a fine inevitabile che lo attendeva. Da circa 3000 anni quasi tutti i
poeti
, incominciando da Omero, ed incluso anche Dante,
Antichi, ebbe origine la favola delle Sirene, abbellita dall’arte dei
poeti
nel modo che abbiam detto. Non si può parlar di S
pericoli che v’ erano a passar lo stretto fra Scilla e Cariddi ; e i
poeti
, incominciando da Omero229, abbellirono con strao
tazioni. Tali ci furon descritte le più terribili Orche dagli antichi
poeti
, quella cioè che devastò la Troade ai tempi dello
lo i più antichi mitologi greci e latini, ma non le avevano neppure i
poeti
classici e i dotti del secolo di Augusto232, e ne
istiana il 2° giorno della prima eruzione del Vesuvio. E quantunque i
poeti
che scrissero dopo le prime spedizioni dei Baschi
nelle descrizioni di immaginarii mostri marini. Tra i più eccellenti
poeti
d’ingegno divino e di mirabile fantasia l’Ariosto
XXIV Vulcano e i Ciclopi Tutti i
poeti
si accordano a rappresentar Vulcano deforme e zop
ato tutte le irregolarità inventate dalla fantasia dei mitologi e dei
poeti
. Esiodo ci dice che Vulcano nacque zoppo e deform
o robusto e con folta barba, ma non però tanto brutto quanto dicono i
poeti
; e il difetto di essere zoppo da un piede è appe
metallo. Molti sono i lavori di questo Dio, descritti e celebrati dai
poeti
; e di alcuni avremo occasione di parlare in appr
buirono la costruzione meccanica a Vulcano, tanto i mitologi quanto i
poeti
dissero più spropositi che parole, perchè non ave
ingegno. Il nome di Efesto che gli davano i Greci non fu adottato dai
poeti
latini, nè dagl’italiani ; ma il termine di Vulca
vano in un’isola, secondo Omero, vicina alla Sicilia, e secondo altri
poeti
, nella Sicilia stessa. A spiegar la favola dell’u
do ; e in questo significato si adopra quella parola anche dai nostri
poeti
. Dante stesso fa dire a Virgilio esservi « ……. c
vole e divertente per chi intende bene le lingue dotte il leggere nei
poeti
greci e latini le fantastiche descrizioni del con
no pedanterie e freddure le imitazioni che talvolta s’ incontrano nei
poeti
delle lingue moderne, ora specialmente che le sci
, e specialmente nella italiana, furono accolti e adottati dai nostri
poeti
i miti dei Greci e dei Romani, non però tutti all
abile spiegazione dei fenomeni fisici o morali. Dante più degli altri
poeti
ci rivela un simil concetto in tutta la Divina Co
trano di sentir poco l’armonia delle parole e del verso italiano quei
poeti
che invece di caos usano la licenza di scrivere c
o dei miti e delle idee ed espressioni mitologiche che si trovano nei
poeti
greci, latini ed italiani, e per conseguenza anco
eggere e intendere un libro di poesia italiana, poichè tutti i nostri
poeti
più grandi e più sommi hanno adottate nel loro li
ù sommi hanno adottate nel loro linguaggio le immagini e le frasi dei
poeti
greci e latini. Primo senza contrasto e sotto ogn
citare qualche verso o espressione di Dante, riporto esempii di altri
poeti
italiani, quali sono il Petrarca, il Poliziano, l
onti e il Foscolo. È da osservarsi peraltro che nè Dante nè gli altri
poeti
nostri adottarono i più strani, oscuri o assurdi
ti i passi mitologici della Divina Commedia e di molti dei principali
poeti
italiani, ho aggiunto la spiegazione di tutti i t
ur anco ad inventare che i Venti avessero mosso guerra a Giove ; ma i
poeti
trovaron poco spiritosa questa invenzione e la tr
one delle piante fanerogame, cioè che producono fiori. Poichè tutti i
poeti
epici han per costume di descrivere qualche tempe
i eroi, perciò Eolo ed i Venti figurano molto in tali descrizioni dei
poeti
pagani, e principalmente in Omero e in Virgilio.
iedero i Greci e i Latini ai Venti sono per lo più adottati anche dai
poeti
italiani, e inoltre ne derivaron o molte denomina
ro o Coro. È da notarsi però che talvolta gli Autori e specialmente i
poeti
, nominano l’un per l’altro quei Venti che spirano
tque animos, et temperat iras. » (Æneid., I, v. 51). 42. Perciò i
poeti
latini usano il patronimico Hippotades, invece de
rialzare maggiormente la vostra fantasia, quando alcuno degli antichi
poeti
canterà le lodi e le gesta dei numi, io leggerò l
rese poco illustrate sono dai monumenti degli artefici, dai versi dei
poeti
. A questo breve trattato sugli Dei dei barbari su
poiché da Giove fu superato, e sotto l’Etna sepolto; ove, al dir dei
poeti
, ancora minaccia, quando l’immenso fianco mutando
i figli e i terapli di Giove. A diverse sembianze favoleggiarono i
poeti
che sottoponesse la sua divinità il padre degli u
dello colpe di Giove, poiché i semidei celebrati dai versi dei greci
poeti
, dai quali comincia l’istorica Mitologia, devono
l volo della fantasia, col fuoco delle immagini primeggia fra tutti i
poeti
. Fulminatore e Folgoratore fu appellato, essendo
dava Dodona, celebre selva, ove le Caonie colombe volando, al dir dei
poeti
, presagivano il futuro. Un equivoco della lingua
le immortali piacquero maggiormente i litigii, ed a dritto, dissero i
poeti
, partorì Marte, supremo danno, e cagione perenne
ercata. Eccovi esposto quello che intorno a Giunone immaginato fa dai
poeti
e dai teologi, dai quali fu coll’aria confusa. I
Giove, furono i cognomi che la verità degli ufficii, la fantasia dei
poeti
, l’ambizione delle nazioni impose a Giunone. Lo s
ovi esposto quello che intorno alle gesta di Nettuno favoleggiarono i
poeti
. Conviene adesso aggiungere i modi nei quali è ra
oeti. Conviene adesso aggiungere i modi nei quali è rappresentato dai
poeti
e dai monumenti, ed i diversi cognomi che attribu
i Dei, avvertono che effìgiavasi con neri capelli ed occhi cerulei. I
poeti
lo mostrarono assiso nudo sopra la conca col trid
le stesse condizioni dell’istoria; e quindi ad un solo, celebrato dai
poeti
dispensatori della fama, sono spesse volte attrib
si cangiò l’amata ninfa, che quindi divenne « Onor d’imperadori e di
poeti
. » Misere pure furono le amanti che a Febo non f
ed i loro corpi, privi di tomba, avvelenavano l’aria dell’isola. « I
poeti
dicono che fu da Apollo ucciso un drago, cui la s
ide avendo reso il tripode, ottenne quello che desiderava, e quindi i
poeti
hanno presa l’occasione di fingere ch’Ercole avev
uale si legge nella colonna a cui sovrasta la statua del principe dei
poeti
. — Felice ed infelice, giacché tu sei nato per l’
ακερσερσεκομης, chioma d’oro, e intonso, co’ quali l’hanno espressa i
poeti
; il solo Callimaco quando ha detto che stillavano
l’Apollo di Omero è più grande degli altri descritti dai susseguenti
poeti
. Le sue forme sollevansi sopra l’umana natura, e
’epiteto in quistione e ad altri di simil genere che gii hanno dati i
poeti
, saranno state dipinte con una capellatura bionda
pianta consacrata da Apollo ad esser l’ornamento dei vincitori e dei
poeti
. Era simil corona tanto propria dei citaredi che
o in età senile in questo nostro Museo. L’abito è quello stesso che i
poeti
latini attribuiscono a’ citaredi e alle persone t
(o Apollo) risuona carmi in lunga veste. Ed Ovidio: Lo stesso dio dei
poeti
ragguardevole per aurea palla, tratta le armonios
re di lui, e frequenti esempi di questo cognome si leggono in tutti i
poeti
. Spodio fu adorato in Tebe perchè sopra la cenere
i Apollo e custode delle selve ed onore degli astri, perchè, come dai
poeti
appare era lo stesso che la luna, quantunque a qu
tro che questo astro reputavasi, come dal consenso risulta di tutti i
poeti
. E favoleggiano che per Endimione pastore le stel
o tradotto dal celebre Cesarotti. Virgilio, imitando il principe dei
poeti
, così n’accenna la forma nell’ottavo libro dell’
uti delle divinità antiche, le stesse sembianze che gii artefici ed i
poeti
loro davano sono consegnate ai diversi cognomi, i
va alla palude Tritonide ed a Nettuno, cui pure occhi glauchi danno i
poeti
. Altri dalla nottola sacra alla dea derivano ques
i capitani, apparisce ancor doppia, quali appunto sono descritte dai
poeti
greci le clamidi virili, regie e militari, e qual
ne contorna le membra e ne adombra l’ignudo, sono anch’esse da’ greci
poeti
alle, immagini di Venere attribuite. Apparisce ev
ausania la principale divinità dei Cheronei. Fra le tante opere che i
poeti
gli attribuiscono, ho scelto l’armi d’Achille des
cora compreso. Tanto è vero che gli antichi artefici si formavano sui
poeti
, perciò con loro dividono la gloria di serbarci l
utti gli epiteti, dei quali il nome di Cerere è accompagnato presso i
poeti
greci e latini. Son troppo conosciuti per fermarv
simbolo sopra molti monumenti. Ovidio, Virgilio, e un gran numero di
poeti
latini si sono serviti del nome di Cerere per sig
l’annoverarli onde maggiormente si manifesti quanto i pensamenti dei
poeti
, primi teologi delle nazioni, abbiano degli artef
pina, uno dei principali avvenimenti della storia di Cerere. Ai primi
poeti
, e fra gli altri Fante, che viveva innanzi Omero,
menti delle arti le divinità con tutti gli attributi che loro danno i
poeti
; e d’altronde Callimaco nel luogo citato non dà l
o condannati nelI’Averno a riempire un vaso forato, come quello che i
poeti
diedero alle Danaidi ree del sangue dei loro spos
fana curiosità i misteri di Cerere. Orazio, forse il più filosofo dei
poeti
, dice in una sua Ode: Io vieterò che chi ha divul
i, e d’illustrarle coi monumenti degli artisti, colle descrizioni dei
poeti
, per quanto lo concedeva la tenuità delle mie for
tra quanta utilità gli artefici possono trarre dalle combinazioni dei
poeti
. In una medaglia di Giulia Augusta esposta dal Be
lla terra e sul mare. Tanta audacia attribuirono allo dio sii antichi
poeti
, che finsero essere stati da lui spogliati tutti
Fatto signore e dio da gente vana. » E Properzio, uno dei più grandi
poeti
antichi, spiegò con molta accortezza ed artifizio
di Orfeo, la chiamò madre degli uomini e degli Dei. Favoleggiarono i
poeti
che fosse tratta sopra un cocchio, avanti alle ro
notti acerbe e dure! » Alato, come avete udito, lo hanno figurato i
poeti
, perchè con prestezza tutto l’universo percorre,
gli Dei cedono al Sonno: solo veglia Giove; con che quel principe dei
poeti
volle indicarci che coloro i quali presiedono al
one, che è la madre dei sogni. E in sogno in fatti si credevano varii
poeti
antichi d’essere stati sensibilmente inspirati, c
ra abbastanza è nota pei carmi non meno degli antichi che dei moderni
poeti
; anzi l’hanno questi ultimi invocata espressament
Cibele era chiamata. Deve Tebe a Pindaro, il più grande fra i lirici
poeti
, i principii della religione; il quale avendo ved
ore. Saturno, benché padre di tre Dei principali, non ebbe però fra i
poeti
il titolo di Padre degli Dei, forse per la crudel
no aver vissuto dugento anni avanti la presa di Troia. Callimaco e i
poeti
posteriori, come Virgilio e Ovidio, hanno immagin
i templi; una città portava il suo nome. Ma non vediamo negli antichi
poeti
citati in questa isola una fabbrica, quantunque E
chezza, divinità allegorica e immaginata piuttosto dai filosofi e dai
poeti
che venerata dai popoli. Le miniere dei preziosi
quantunque assai varie fossero le immagini sotto le quali gli antichi
poeti
e mitologi sei figurarono. Gli angui che gli avvi
ferno che mangia la carne dei morti, e loro non lascia che le ossa. I
poeti
non parlano di questa Eurinome. Per servire al te
queste rappresentazioni, composte di re, di regine, di guerrieri, di
poeti
, e d’uomini celebri nel l’istoria e nella religio
Nomia. Gli Arcadi dicono che Nomia era una ninfa del loro paese, ed i
poeti
c’insegnano che le ninfe vivono per molto tempo,
e al soglio di Giove. Siccome il rimorso segue nel momento la colpa i
poeti
le figuravano alate, e questa idea dei poeti ha g
e nel momento la colpa i poeti le figuravano alate, e questa idea dei
poeti
ha guidata la mano degli artisti antichi. Infatti
. Questa proprietà può senza dubbio aver dato causa alle menzogne dei
poeti
; come all’uso che ne facevano per provar la reità
he cingeva il capo della dea si conveniva pure a Venere, che presso i
poeti
è talora denominata (grec), dalla bella corona. L
simaprima. Clio, Euterpe, Talìa. Le Muse così sovente invocate dai
poeti
, secondo la più antica Mitologia, erano figlie di
o dei soggetti, e le descrizioni che per vostro vantaggio traduco dai
poeti
non sono sempre suscettibili di esser rappresenta
linnia è coronata di rose, corona che attribuiscono alle Muse i greci
poeti
, e fra gli altri Teocrito. La sua testa, e pei li
capo delle Muse perchè fan volare i nomi degli eroi e le fantasie dei
poeti
. Queste e simili fredde allegorie non son più deg
o di tutte le generazioni avvenire. Se dunque da Omero fin a Orazio i
poeti
han costumato di registrare i loro versi su di si
prio delle arti del disegno, ha dato un utile insegnamento ai giovani
poeti
, mostrando loro quanto più di riflessione e di po
nere e da Bacco. Discordia vi è pure nel numero: la maggior parte dei
poeti
le ha fissate a tre, e furono dette Egle, Talia e
caduta del culto pagano, o da un genio di moralizzare, che fosse dai
poeti
passato agli artefici, giacché tutte e tre le opi
o in mente, secondo i siti dove i simulacri li destinavano, secondo i
poeti
, le cui descrizioni seguivano, i sacerdoti a’ cui
alla mia promessa ritornando all’ uso di leggervi la descrizione dei
poeti
, dopo aver quasi esaurite le Immagini di Filostra
ti a Tebe mentre n’aveva già superate le mura. Voi avrete sentito dai
poeti
, ch’egli fu fulminato per avere con arroganti par
ittori e dagli scultori in Grecia e in E’2ritto, così è descritto dai
poeti
. Che se gli Arcadi ingentilirono il loro Pan in q
ure, delle statue dipende dalla cultura dell’Artefice. Voi dovete dai
poeti
, dagli antichi monumenti togliere, come Prometeo,
un avvenimento che abbiamo sovente udito ricordare dai mitologi e dai
poeti
, ma di cui non avevamo finora incontrato negli av
o delle rozze e concitate danze, onde saltanti furono cognominati dai
poeti
, e più mobili di tutti gli animali, quasi da senn
za destinata in cielo sua sposa. « La bibacità d’Ercole celebrata dai
poeti
era un altro motivo per unirlo a Bacco, per le cu
ria e del Giorno passava per una divinità antica quanto il Destino. I
poeti
lo chiamano anche Urano (45), e suppongono che sp
one di continuo martirio allo sventurato. Con tal favola sembra che i
poeti
volessero indicare la prepotenza dispotica, la qu
pianta procurasse alle donne un parto pronto e felice. Secondo alcuni
poeti
Lucina è la stessa che Diana o la Luna (137). Anc
amor puro ed ardente gli fosse sacro e divenisse nobile ricompensa di
poeti
, d’artisti e di guerrieri. Il significato del voc
fondamento di questa favola, poichè Dafne in greco vuol dir lauro. I
poeti
attribuivano due particolari virtù a questa piant
ori e sopra un carro tratto dal Pegaseo (124), perch’ella è amica dei
poeti
. E quale, annunziatrice degli albori, L’aura di
ia l’Aurora. « Facciasi dunque una fanciulla di quella bellezza che i
poeti
s’ingegnano di esprimer con parole, componendola
a candidezza delle penne, i miti costumi ne fecero un animale caro ai
poeti
; e da essi ebbe culto, quale uccello sacro ad Ap
da essi ebbe culto, quale uccello sacro ad Apollo, alle Muse ; indi i
poeti
stessi erano trasformati ed onorati nei cigni. Ug
o a questa Gorgone. Suol dirsi che Apollo e le Muse consentono a’veri
poeti
menare a’lor servigi il Pegaseo, simbolo del geni
nell’inferno ; ma con questi diversi nomi era una sola divinità, e i
poeti
la chiamavano triforme Dea e triplice Ecate. Il n
ro, col turcasso in ispalla, un cane al fianco e l’arco in mano ; e i
poeti
la dipingono anche sopra un carro tirato da cerve
tuzia, od anche della pace di cui molto si giova il commercio. 162. I
poeti
attribuiscono grandi virtù al caduceo. Con esso M
issima delle Dee ebbe a marito il più deforme di tutti i Numi. 172. I
poeti
la fanno madre di molti figli, e i più celebri so
. Cupido o l’Amore, che’l ciel governa (Dante, Parad. c. I) detto dai
poeti
figliuol di Venere e di Marté (255) è un fanciull
trato l’acqua ai Giganti (65) allorchè mossero guerra a Giove (63). I
poeti
lo figurano vecchio riposantesi sopra un’ urna ne
mortiferi vapori, e che per nove volte girava intorno all’Inferno. I
poeti
ne hanno formata una ninfa, figlia dell’ Oceano (
aco e di Radamanto, e soprattutto la fama di giustizia, hanno mosso i
poeti
ad attribuir loro la funzione di giudici supremi
con le sue forbici il fatale stame. 237. La fertile immaginazione dei
poeti
ha popolato il Tartaro d’ infinito numero di divi
ioia dei biechieri. Ma coloro che più di tutti le venerarono furono i
poeti
, i quali usavano d’invocarle sul principio dei lo
c. Troppo lungo sarebbe il citare le più belle invocazioni dei sommi
poeti
dell’antico e del moderno Parnaso ; e solo giover
nzelle che cantavano e ballavano al suono di varii istrumenti. 286. I
poeti
lo dipingono giovine, ben pasciuto, rubicondo, co
boschi, fu creduto figlio di Fauno, e taluni lo confusero con Pane. I
poeti
e i pittori lo dipingono cornuto ; dal mezzo in g
i esperimenti di perfezionare la cultura dei giardini e degli orti. I
poeti
descrivono Pomona incoronata di pampani e di grap
latte, d’olio e di miele, per ottenerle propizie alla navigazione. I
poeti
le rappresentano quali vaghe fanciulle assise su
dire il concorso fortuito ed il conflitto di vari naturali effetti. I
poeti
la descrivono calva con una benda sugli occhi, ri
essarsi dei pregiati frutti del giardino delle Esperidi. 360. Alcuni
poeti
dicono che Atlante regge il cielo sulle spalle, f
di Crisaorso e di Calliroe, regnava nell’isola di Gades in Spagna. I
poeti
l’hanno descritto gigante con tre teste, tre corp
Argolide. Fu parente e contemporaneo d’ Ercole (364). 403. Ma alcuni
poeti
gli danno per padre Nettuno (185), fondandosi sul
an cura, perchè fosse sempre pronta a dar le vele a’ venti ; quindi i
poeti
l’ hanno detta immortale. 428. Dopo che Teseo ebb
te d’ andare a cavallo, che uomo e bestia parevan tutt’ uno. Perciò i
poeti
li finsero mostri con volto e torace d’ uomo e co
elli di Giove parteciparono dell’ immortalità del padre. Nonostante i
poeti
sogliono chiamare Tindaridi ambedue i maschi. Ebb
go e il corpo di capra, e dall’ enorme gola mandava fuoco e fiamme. I
poeti
lo dicono nato dal gigante Tifone (69) e da Echid
e sposò Niobe (629). Egli fu tanto abile nella musica, da far dire ai
poeti
che le mura di Tebe furono alzate mediante i suon
Questa perfidia originò la famosa guerra di Tebe tanto celebrata dai
poeti
; e le stragi e i delitti fraterni mostrarono a’p
i fiamme arse i due fiumi, e prosciugò il loro letto. 521. Vogliono i
poeti
che la presa di Troja non potesse aver luogo senz
lo fece vivere trecento anni, ossia tre età d’ uomo, come dicevano i
poeti
. La saviezza e la longevità di Nestore son passat
ilità delle membra, e in un incredibile dispregio dei Numi. Narrano i
poeti
che Minerva (262), per punirlo della sua tracotan
da Atlante (359), e per la sua passione della caccia che, al dire dei
poeti
, ei serbò ancora poichè fu sceso nei Campi Elisi.
tana, Euro o Levante, Austro o Mezzogiorno, Zeffiro o Ponente. 653. I
poeti
attribuivano a Borea faccia minacciosa e sdegnata
ltitudine. Il vento però è detto giustamente infido e capriccioso da’
poeti
, come quello ch’è autore delle subitanee procelle
igurato, e indicano relazieni d’idee suggerite dalla immaginazion dei
poeti
. Infatti troveremo bene spesso congiunti in matri
loro figliuoli, sebbene gli uni e gli altri sieno spesso indicati dai
poeti
coi medesimi nomi. Por combinare poi colla fisica
atemente dalle aostanze putride o dal faogo. 27. Delo, raccoutano i
poeti
, essere stata di continuo fluttuante null’acqua,
sellimo nell’ottavo cerchio. 77. De’marmi sui quali passeggiavano i
poeti
. 78. Condusse alla riva. 79. Fino alle ascelle.
migliano come due successive ribellioni domate e compresse, furon dai
poeti
riunite le strane vicende di entrambe in una sola
origine e la causa della Gigantomachia ; la qual guerra è cantata dai
poeti
preferibilmente alla Titanomachia, perchè parve a
oè con Apollo e con Bacco ; e tutto al più con quattro, secondo altri
poeti
, e tra questi anche Dante, che vi aggiunge Marte
a vittoria di Giove fu rammentata e celebrata da tutti i più illustri
poeti
antichi e moderni. Lo stesso Dante la rammenta pi
ragione io cito nel presente libro più esempii di Dante che di altri
poeti
italiani ; e giacchè ho rammentato nel testo la v
tamorfosi, visibili e palpabili, che in tutte quante le Mitologie dei
poeti
e degl’ideologi le fantastiche e immaginabili.
tile nel libro ii delle Leggi, sono ben lontani dalle aberrazioni dei
poeti
greci e dei latini dell’ultimo secolo della repub
e nei primi tempi dell’Impero sappiamo non solo dagli Storici, ma dai
poeti
stessi imperiali, che la corruzione avea dal mond
e i pregi e le virtù, e non i vizii che erano loro dai mitologi e dai
poeti
attribuiti. Ma della Dea Nèmesi, Dea della vendet
di tutte le Virtù e di tutti i Vizii, hanno gli antichi ed i moderni
poeti
fatto la descrizione come di tanti esseri soprann
dall’incremento e dal perfezionamento delle Scienze e delle Arti, nei
poeti
moderni trovansi ancora descritti e personificati
era invocata dalle matrone, e in generale dalle donne : sebbene altri
poeti
, e tra questi Orazio95), attribuiscano quest’ulti
rebbe da riempire un grosso volume a raccoglier quanto ne scrissero i
poeti
greci e i latini ; ma alcune di quelle bizze e di
Giunone sono così splendidamente narrate dagli antichi, che i moderni
poeti
e lo stesso Dante non poterono tacerle. E di ques
munissimo nel linguaggio poetico, ed anche in quello scientifico. Nei
poeti
più eleganti, invece di Iride, trovasi anche Iri,
e più specialmente l’infiammazionè della medesima. Per quanto tutti i
poeti
antichi abbiano parlato magnificamente della dea
isitar questi luoghi, e ritornati ne avessero raccontato mirabilia, i
poeti
impadronendosi di questa popolare credenza vi tro
ssi dicevano. E il nostro Dante valendosi della facoltà consentita ai
poeti
greci e latini, e specialmente dietro l’esempio d
a questa all’incirca la topografia delle regioni infernali, secondo i
poeti
latini e Virgilio principalmente. In Omero e negl
ondo i poeti latini e Virgilio principalmente. In Omero e negli altri
poeti
greci le idee su tal proposito furono anche più i
elle operazioni e nelle leggi della Natura. 235. Alcuni mitologi e
poeti
antichi hanno detto che i Campi Elisii, non erano
ai mortali. E perciò son rammentati quasi sempre scherzevolmente dai
poeti
, e per gli aneddoti che se ne raccontano rapprese
ella Città, uno di questi due Satiri era attribuito a Michelangelo. I
poeti
italiani hanno introdotto i Satiri anche nelle Fa
o in Lampsaco, città dell’Asia Minore presso l’Ellesponto, e perciò i
poeti
lo appellano Lampsaceno e Nume Ellespontiaco ; ed
testa gli piantarono una canna con stracci in balìa del vento. Molti
poeti
latini, tra i quali Orazio e Marziale, si sbizzar
e maravigliosissimo fu un Bacco che egli, secondo che lo descrivono i
poeti
antichi, fece di circa diciotto anni : il quale n
di orribili serpenti, che facea divenir di pietra chi la guardava. I
poeti
antichi dicono che Medusa aveva due sorelle chiam
sasso chi più gli piacque, come vedremo. Intanto sarà bene notare che
poeti
e artisti antichi e moderni fecero a gara a descr
ed estremi. Su questi dati mitologici i romanzieri del Medio Evo e i
poeti
romanzeschi fantasticarono l’ippogrifo e l’abbagl
ie e Ovidio nelle Elegie e nelle Metamorfosi, e inoltre più e diversi
poeti
italiani. Vi si aggiungono altresì i prosatori an
era sotterranea di bronzo come luogo della reclusione di Danae. Ma ai
poeti
parve più bella e più poetica la torre. 49. «
tico degli Dei celesti, perchè era lo stesso Cielo. Quindi non solo i
poeti
greci e i latini, ma pur anco gl’italiani lo invo
are agli estremi confini delle Terra, e questo palazzo, secondo altri
poeti
, è d’oro. Ma quantunque l’Oceano sia venerato com
a spezza navi, nome poco o nulla usato, per quanto io mi ricordi, dai
poeti
latini e italiani. Le statue di questo Dio si ved
fe o Divinità inferiori popolavano ed abbellivano, nella fantasia dei
poeti
, le onde del mare ; e ce le dipingono come vaghe
o di Nereidi dal padre ; ma il secondo è il più comunemente usato dai
poeti
, i quali annoverano fra le Nereidi la stessa Amfi
hiari scrittori, antichi e moderni, italiani e stranieri, prosatori e
poeti
, novellieri e cronisti ; noi ci facciamo a comple
annotazioni, tolte dai più accreditali scrittori storici, cronisti e
poeti
, antichi e moderni. Nell’esposizione di questo ti
tta riproduzione d’una figura mitologica, o tale quale la sognarono i
poeti
della antichità, ovvero incorporata dall’immortal
elle opere del Monti ; di quelle del Metastasio ; e di altri numerosi
poeti
e scrittori d’ogni epoca, d’ogni nazione, d’ogni
oliche, parenti, amiche, rivali come gli elementi lo sono fra loro. I
poeti
stessi dell’antichità si attennero, nelle loro op
litito del Dizionnario della favola Epigrafi Pure non solo i
poeti
, ma legislatori e statisti ammisero i miti come u
ieri famosi col nome di Aba, i figli e discendenti di essi furono dai
poeti
e storici designati sotto il nome collettivo di A
il nome di Achaja. Di qua n’è venuta la denominazione assai usata dai
poeti
e scrittori di Achei, Achivi, ec : per denotare i
he significa schiuma. Con questo nome veniva denotata Venere perchè i
poeti
dicono ch’ella nascesse dalla schiuma del mare. 1
lla fu cangiata in fontana, le cui acque aveano il dono d’inspirare i
poeti
, e perciò questa fonte fu consagrata alle Muse, l
: essi si servivano perciò dei versi d’Omero, di Virgilio, e di altri
poeti
. 216. Aidone. — Detta anche Aedone, figlia del re
fica immortate. Nulla è più confuso e oscuro presso gli scrittori e i
poeti
mitologici, quanto la significazione delle parole
, quanto la significazione delle parole Ambrosia e Nettare. Secondo i
poeti
l’ambrosia era una sostanza destinata al nutrimen
la notte e dell’Erebo. Le opinioni degli scrittori così prosatori che
poeti
, sono su tale proposito altrettanto numerose, qua
, ed Ammone prese stanza nell’Egitto, ove morì poco tempo dopo. Fra i
poeti
e i cronisti dell’antichità, molti sono discordi
rcole. 357. Amynta. — Nome di pastorella assai generalmente usato dai
poeti
Arcadici. 358. Amyntoridi. — Discendenti di Fenic
i inabissandolo coi suoi cavalli. Plinio ed Ovidio, riferiscono che i
poeti
dell’antichità confondono Anfiareo con Alcmeone s
di Ulisse. 470. Anticyra. — Isola nel golfo di Corinto celebrata dai
poeti
per l’abbondanza dell’elleboro che vi cresceva in
quale gli Afri adoravano Venere. 523. Arciteneno. — Nome col quale i
poeti
denotavano talvolta Apollo. Più comunemente si da
hiamata anche oggi Ardenna e che era a lei consacrata. 529. Areo. — I
poeti
dell’antichità danno questo nome a tutt’i famosi
enerale il nome di Argivi o Argolici col quale Virgilio e molti altri
poeti
li dinotano sovente. Vi fu anche un altro Argo, f
ei versi. Che da furor Ascreo spinti, e commossi S’odono ognor tanti
poeti
, e tanti… Salv. Rosa La poesia Satira 2. 612.
se e particolaremente quella della eloquenza e della poesia eroica. I
poeti
la rappresentano come una giovanetta coronata di
ta Dea, poichè tanto i cronisti più accreditati, i mitologi, quanto i
poeti
; non si accordano fra di loro sulle diverse opin
consacrato ad Apollo e veniva riguardato come il simbolo dei cattivi
poeti
, così come il cigno era quello dei buoni. 1095. C
delle nove muse, e propriamente quella che presiedeva alla storia. I
poeti
la rappresentano sotto figura di una donna giovan
cco ecc : non fossero che degli uomini celebri. In Omero e in Esiodo,
poeti
che entrambi han fatto la genealogia del maggior
fo, che sorgevano appunto in quell’istesso luogo. La Terra, secondo i
poeti
della favola, fu dunque la prima a possedere l’or
altre divinità secondarie, celebravano continue feste in suo onore. I
poeti
rappresentavano Diana su di un carro tirato da du
re di Cibele : essa fu moglie di Meone, re della Lidia. 1454. Dio — I
poeti
dell’antichità ed i cronisti della favola, distri
nta figlie, che dal nome del padre furono dette le cinquan-Nereidi. I
poeti
si sono sovente serviti del nome Dori, proprio di
avessero potuto santificarsi al contatto di quelle. 1582. Egida. — I
poeti
detl’antichità danno questo nome allo scudo di tu
uo scudo, o Egida, della pelle della Capra Amaltea. In Omero ed altri
poeti
e cronisti della favola è assai di sovente chiama
impero di Cartagine. 1646. Elisi-Campi. — Parte degl’inferni in cui i
poeti
dell’antichità, immaginarono che regnasse una ete
suono della lira, l’eroiche gesta dei semidei. È però a notare che i
poeti
osceni, di cui non è certo penuria fra gli scritt
pianta, sempre verdeggiante. Presso i pagani, si coronavano d’edera i
poeti
, perchè le poesie venivano generalmente consacrat
sse su di Encelado, il monte Etna e lo seppellisse sotto di questo. I
poeti
da ciò finsero che le eruzioni di questo vulcano,
carsi su d’una nave che la favola dice costrutta da Mercurio, e che i
poeti
e i mitologi fanno diventare un’intera flotta ; e
artagine ove regnava la regina Didone, la quale secondo la favola dei
poeti
e segnatamente di Virgilio, perdutamente innamora
o si contraponeva Asfalione ; cioe Nettuno che sofferma la terra. Nei
poeti
dell’antichità si trova di sovente il nome di Eno
valli del sole, e propriamente quello che dinota l’oriente. In alcuni
poeti
dell’antichità si trova dato l’istesso nome a Luc
i stessi fatti sono esposti nell’Iliade e nell’Odissea. Allorquando i
poeti
delle età successive di Omero ebbero considerevol
di esse, avesse ottenuta la immortalità ; ma nè Omero, nè gli antichi
poeti
greci fanno menzione di questo numero determinato
e’ corpi….. Teocrito — Idillio — XXV. trad. di G. M. Pagnini. Fra i
poeti
greci Stesicore e Pisanto, sono i primi a rappres
più comunemente si dicevano Erinni. — V. Erinni. 1784. Erinni. — Nei
poeti
dell’antichità si trova di sovente data questa de
lano. — V. Es. 1827. Esculaplo. — Dio della medicina. I cronisti ed i
poeti
non sono d’accordo sulla sua nascita. Taluni lo f
Eta che Ercole fece in nalzare il rogo sul quale abbruciò. Finsero i
poeti
dell’antichità che il sole, le stelle e la luna s
Termopili era posto su questa montagna. 1846. Età. — I cronisti ed i
poeti
più accreditati della favola, concordano tutti su
uga. Virgilio — Eneide — Libro X. trad. di A. Caro. I cronisti ed i
poeti
dell’antichità pagana ci riportano innumerevoli e
Lesbo, il quale si rese celebre per la sua straordinaria bellezza. I
poeti
della favola finsero che Venere lo avesse fatto c
mandano quelle la cui invenzione è tutta dovuta all’immaginazione dei
poeti
; ed altro non sono che una specie di parabole, s
ome vergine. 1900. Ferro. — Fu l’ultima delle quattro età nota te dai
poeti
e dai cronisti della favola come i quattro stacca
i degli del. — Presso i pagani, e particolarmente dai loro cronisti e
poeti
, si dava codesta qualificazione alla simbolica e
isteva. Il fulmine di Giove veniva raffigurato in due modi, tanto dai
poeti
quanto dai pittori dell’ antichità ; sia come un
credere contradittoria è la opinione dei più accreditati scrittori e
poeti
antichi, sulla paternità di queste ministre dell’
no conemente delle tortore e delle pecore. Eschilo fu il primo, fra i
poeti
dell’antichità, che fece comparire sul teatro, ne
renti e discorde opinioni, quella più generalmente seguita da tutti i
poeti
dell’antichità, è che sotto il segno dei gemini s
tto il nome di Giganti, le cronache della favola e gli scrittori ed i
poeti
più rinomati di essa, fanno continua menzione di
la formidabile falange dei Giganti, essi al dire di vari scrittori e
poeti
rotolarono per nove giorni nel vuoto e finalmente
opere, del Giove pagano assai diversamente di quello che han fatto i
poeti
. Infatti secondo le opinioni più solide e general
favolosi animali, che non hanno avuto vita che nell’immaginazione dei
poeti
. Il Grifone mitologico dev’essere considerato com
perchè in essa Apollo aveva un tempio ed un bosco a lui consacrato. I
poeti
antichi chiamano questa città col nome di Cryncus
versa, per altro, sebbene informata su questa base, è la favola che i
poeti
e i cronisti della mitologia, foggiarono sulla tr
iarono sulla tradizione accennata da Diodoro. Infatti, presso tutti i
poeti
dell’antichità, si vuole che Dedalo, famoso opera
ato Ilo, fece edificare una cittadella nelle mura di Troja e da ciò i
poeti
e gli scrittori dell’antichità, chiamano col nome
avea sempre a percorrere eguale distanza per giungere all’Inferno. I
poeti
dell’antichità assegnavano tutti, alcuni dati luo
imera, le Gorgoni e tutti infine i mostri, di che l’immaginazione dei
poeti
dell’antichità, e le superstiziose credenze di qu
erò nella gran maggioranza degli scrittori greci, tanto cronisti come
poeti
, si narra il fatto medesimo con l’aggiunta di alt
o circa sei once, e che non ha alcuna somiglianza con la figura che i
poeti
antichi davano agl’Ippocampi di Nettuno. 2305. Ip
veniva dai pagani chiamato Leucone. Durante le feste di Bacco Leneo i
poeti
dell’antichità, facevano a gara nel comporre vers
mperatore regnante aveva donato ai suoi popoli. 2501. Liberatore. — I
poeti
dell’ antichità danno assai di sovente codesto so
lle dodici imprese di Ercole. — V. Ercole. — è quello stesso di cui i
poeti
della antichità formarono il segno dello zodiaco.
; poi fu adoperata nei banchetti, nei sacrifizii, e se ne servirono i
poeti
per improvvisare. 2545. Liriade. — Ninfa oceanide
Liti. — Dalla parola greca λιτη che significa supplica, preghiera, i
poeti
dell’antichità, danno questo nome alle Preghiere,
a destra e coperta d’un manto seminato di stelle. 2562. Lucifero. — I
poeti
della mitologia chiamano così la stella Venere, q
o. I Pelasgi, seguendo le tradizioni più accreditate ed i ricordi dei
poeti
, degli storici e dei geografi della classica anti
ema delle orgie notturne e d’ogni specie di dissolutezza. I primitivi
poeti
greci non fanno cenno di codesto nume, e solament
giosi, che è la più bella e sublime di quante ce ne son pervenute dai
poeti
pagani, è confermata la pitagorica dottrina della
scellerato ed empio fu condannato nel Tartaro ad una pena che tutti i
poeti
greci e latini rammentano, ma niuno descrisse meg
a è delle meno antiche, e non si trova in Omero. La rammentano però i
poeti
posteriori, e principalmente Ovidio nelle Metamor
ipalmente Ovidio nelle Metamorfosi e nelle epistole ; come pure altri
poeti
del secolo di Augusto270. È notabile che nell’In
e. In tal graduazione Dante si manifesta superiore non solo a tutti i
poeti
, ma pur anco ai legislatori ed ai criminalisti. N
ittura, e la scultura e la poesia sono fonte ubertosa di idolatria. I
poeti
, che adornavano la natura con le loro brillanti i
i e finiscono adorando le opere della istessa loro immaginazione. Dai
poeti
tutto era deificato, onde l’immortal V. Monti(1).
na ninfa, a cui nocque esser gelosa ; Quel lauro onor de’ forti e de’
poeti
; Quella canna che fischia e quella scorza, Che n
pra questa anima del mondo vanno raggirando la teogonia degli antichi
poeti
. E Macrobio in fine distinguendo i gradi dell’Ess
n ha difficile interpetrazione, e ci viene porta dagli stessi antichi
poeti
. Eglino intendevano per Giove l’etere sparso per
re de’raggi cadenti a simiglianza di saette, prosciugate e svanite, i
poeti
ne immaginarono la favola del dragone ucciso da A
role tra la doviziosa sua erudizione. « Fantasticarono, ei dice(1), i
poeti
croici la undecima divinità maggiore, che fu Merc
roi, erano ritornati a disperdersi nello stato exlege ch’è l’Orco dei
poeti
, il quale divorasi il tutto degli uomini… Tale ve
le forze o violenze private, e la legge con tutta proprietà restò ai
poeti
definita lyra regnorum. » 29. Marte — Dio della
one, e riggettare quelle, che gli parranno del tutto immaginarie ». I
poeti
teologi, ei dice(2), fecero dei matrimonii solenn
ata da esso Dio, ove le idee create sono in noi prodotte da Dio. Ma i
poeti
teologi contemplarono Minerva come la idea di ord
i dagli antichi nei fenomeni del mondo, e poi perchè frequentemente i
poeti
, invece di rammentare una divinità col suo nome p
r diritto civile), dicono francamente che è contro natura 11. Anche i
poeti
cristiani quando parlano di cose mitologiche e di
prese degli altri loro omonimi. Questo compenso preso dai più celebri
poeti
latini, e adottato dai poeti italiani, rese possi
i. Questo compenso preso dai più celebri poeti latini, e adottato dai
poeti
italiani, rese possibile il formarsi qualche idea
. Questa significazione è tanto chiara ed evidente, che un dei nostri
poeti
ha detto : quel Dio che a tutti è Giove, per dire
lla Terra, e teneva corte sul monte Olimpo in Grecia61 ; e perciò dai
poeti
il nome di Olimpo è usato come sinonimo di Cielo
altri Dei superiori62. La dignità e maestà di Giove era descritta dai
poeti
più grandi e più sommi con espressioni veramente
sembrata sì bella e sapiente, che non solo fu accolta con plauso dai
poeti
e dai letterati, ma commentata pur anco splendida
za della Mitologia, di cui vanno ripieni i libri classici e massime i
poeti
, ma oltrechè non ve ne ha quasi alcuno che conven
troppo necessaria per bene intendere gli scrittori, e singolarmente i
poeti
, che ad esse alludono sì di frequente. Nè men nec
e sotto Saturno fiorì l’ età dell’ oro, nella quale, favoleggiarono i
poeti
che la terra tutto produsse abbondantemente senza
rò soltanto, cioè al figlio di Giove e di Giunone, alluder sogliono i
poeti
, e vi ebbe pure chi della sola Giunone lo volle f
ontemporaneo al Caos, e alla terra, e distinto da Cupidine. Gli altri
poeti
comunemente contondono Cupidine con Amore, e gli
ersar la rugiada, e quali di sparger gigli e rose. Il Sole, che molti
poeti
confusero con Apollo, ma che Omero ed Esiodo semp
un anno n’ ebbe secondo Esiodo, Agrio, e Latino, e secondo gli altri
poeti
Telegono. Come portatore del giorno il Sole figur
, che comunemente confondesi con Diana, fu anch’ essa dai più antichi
poeti
interamente da lei distinta. Dicon le favole, che
rchè da esso dicevano di aver avuto le leggi. Il più celebre presso i
poeti
fu il terzo, a cui pur venne ascritto quanto pote
cosi a lei poneasi pur anche un arco lunato in fronte; anzi da molti
poeti
pur fu confusa con Ecate, e detta perciò triforme
ne, da cui si credettero stabilite le Trieteridi. Comunemente però da
poeti
Bacco vien detto figlio di Giove e di mele figlia
me moglie del Cielo, e madre di Saturno; ma da’ posteriori mitologi e
poeti
più comunemente venne considerata come, moglie di
nfe de’ fonti e dei fiumi, dette quindi Oceanitidi ovvero Oceanine. I
poeti
posteriori però hanno comunemente confuso Oceano
e, potè salvo e senza altri disastri tornarsene a Pilo, ove secondo i
poeti
giunse felicemente al termine di tre età. Quegli
i pino ne’ quarti: ma i vincitori erano poi celebrati da’ più insigni
poeti
, come appare dalle odi di Pindaro, erano spesso o
è tanto amplificato ed abbellito di straordinarie fantasie da tutti i
poeti
antichi e moderni, che troppo lungo sarebbe il vo
celebre miracolo mitologico attribuito a Cerere è rammentato da molti
poeti
, e dallo stesso Dante, e perfino dal Giusti ; ed
senza la cognizione della Mitologia non si possono interpretar bene i
poeti
, e neppure le vere o probabili origini storiche.
dell’ Ariosto, dimostrano come e quanto graziosamente i nostri sommi
poeti
si servano della Mitologia per ornamento del ling
oloro che non studiano le lingue dotte, perchè li adoprano non solo i
poeti
greci e i latini, ma altresì, benchè più di rado,
olte di quelle Ninfe a cui fu dato un nome proprio dai Mitologi e dai
poeti
furono da noi rammentate sinora : qui torna in ac
l’acqua. Anche la Ninfa Galatea è molto rammentata, specialmente dai
poeti
latini, come una delle più belle Ninfe ; e dicono
finì oscuramente i suoi giorni. Dei suoi posteri, non i Mitologi e i
poeti
soltanto, ma anche gli storici narrano molte tris
li59 ; mentre, come osserva il Tasso, convenevolmente son narrati dai
poeti
antichi e moderni, e son letti volentieri e con m
ginazione dei lettori, volle gareggiare anche in questo cogli antichi
poeti
, come fece nel Canto xxv dell’ Inferno, detto app
in Italia da Giano re del Lazio Poichè i mitologi, e specialmente i
poeti
latini, ci raccontano che Saturno esiliato dal Ci
egno, di cui la capitale era sul monte Gianicolo. Raccontano dunque i
poeti
che l’esule Saturno, dopo essere andato errando p
ro, a cui debbono riferirsi le fantastiche descrizioni che ne fanno i
poeti
pagani. Ed è questa l’opinione non solo dei comme
li dormisse. Questa favola ebbe fortuna e credito presso i pittori, i
poeti
e i filosofi. Trovansi pitture e stampe in cui ve
ndimione addormentato in una caverna e la Luna che sta a guardarlo. I
poeti
poi quasi tutti, ed anche gl’italiani, rammentano
accennato nemmeno quello infernale di Ecate. Quindi alcuni mitologi e
poeti
preferirono di sostituire ad Ecate la Dea Proserp
gl’idolatri inventarono a modo loro una Cosmogonia, ma spesso anche i
poeti
e i filosofi ne hanno foggiate diverse l’una più
ellissime immagini e in uno stile impareggiabile dai loro più sublimi
poeti
, e in appresso accolti e adottati nel linguaggio
queste loro idee, quali si trovano espresse e rappresentate dai loro
poeti
, ci sembrano fantastiche e strane, essi forse pot
delle interpretazioni che hanno date alle medesime, non solo i nostri
poeti
, e principalmente l’Alighieri, ma pur anco i filo
elle Vestali in Roma. Ebbe anche i nomi di Titèa e Pasitèa, usati dai
poeti
greci e latini, ma o poco o nulla, per quanto io
oeti greci e latini, ma o poco o nulla, per quanto io mi ricordi, dai
poeti
italiani. Da questo matrimonio nacquero due figli
pure ai più straordinarii personaggi d’invenzione della fantasia dei
poeti
. I due vocaboli Semidei e Indigeti son termini ap
ii consistenti principalmente nell’abuso della forza, o come dicono i
poeti
, nel viver di rapina : era per lo più questa la c
XXXVII Gli Dei Dei Fiumi Se i Mitologi ed i
poeti
inventarono le Divinità delle fonti, tanto più è
unc Arethusa, mihi concede laborem. » 30. Non solo Ovidio ed altri
poeti
raccontano questo fatto mitologico, ma pur anco S
rale, e poscia particolarmente, perchè la fantasia dei mitologi e dei
poeti
non venne meno così per fretta a inventar miti fa
r veduto delle isole natanti ; e valendosi della facoltà accordata ai
poeti
quidlibet audéndi (di tutto osare)101), ne abbia
ossia Rea, fù attribuito quanto degl’ altri scrissero favolosamente i
poeti
, perciò ei solo (qual cosa farassi similmente deg
i, prati, fonti, monti, e mare ; pur tuttavolta perche da più recenti
poeti
venne egli riconosciuto pel mare, e non pel Dio d
es ; ma il dispotico sibbene degli stessi Dei : onde in più luoghi i
poeti
ci descrivono le loro querele, non che i lamenti
io difetto de’mendici. Dicesi aver sede nell’ Inferno, perchè quivi a
poeti
piacque collocarla. Vorrei però, che l’odioso rit
stessi in prosieguo ? Suole altresì dopo la proposizione invocarsi da
poeti
qualche Nume in soccorso ad esempio di Virgilio,
r altro mille bellezze allorchè è ben maneggiato. Esso presso i Greci
poeti
fù un giorno in gran pompa, e ben sappiamo nella
stata sempre la stessa ; mentre in maniere molto diverse scorgiamo ne
poeti
specialmente antichi concatenati i Sonetti, quest
t eum, nec excelsi Gigantes opposuerunt se illi. Sue azioni. (1). I
poeti
tenuti un di quai riformatori della falsa loro re
oni, ed in qualche altro caso, come può apprendersi dalla lettura dei
poeti
. (1). Poichè la natura dell’ Eptametro, e del Tr
recarono in Roma i loro sistemi di filosofia liberi e svariati ; ed i
poeti
latini ben presto si fecer lecite strane libertà
i templi e i suoi idoli erano per tutto innanzi agli sguardi ; i suoi
poeti
signoreggiavano la serva fantasia. Le sue feste e
oetiche dei fatti mitologici, cavate da alcuni dei nostri più valenti
poeti
; in una Cronologia mitologica, ossia indicazione
utori francesi vi hanno opportunamente inserito alcuni passi dei loro
poeti
, e noi invece di tradurre quelli vi abbiamo sosti
tologia Greca e Romana a dichiarazione non solo de’greci e de’ latini
poeti
, ma degl’italiani e d’altre nazioni, e di molte l
ggeranno e s’intenderanno i loro poetici scritti e quelli dei moderni
poeti
che li imitarono. Ma quando nella pagana religion
mitologia inventati da quelle fervide e sbrigliate fantasie dei greci
poeti
e dei greci sacerdoti. I Romani sino al termine d
duciamo dallo stesso Tito Livio, non che da tutti gli altri storici e
poeti
latini, i quali concordemente ci narrano che Rea
e fa una gran tara alla tanto vantata civiltà moderna. 55. Anche i
poeti
latini, quando volevano significare che una cosa
ferisce al destino della vita di Meleagro. Raccontano i Mitologi ed i
poeti
, e più estesamente di tutti Ovidio nelle Metamorf
Giove, ma quella pur anco di tutti gli altri Dei ; i quali spesso nei
poeti
pagani si lamentano pietosamente della inesorabil
zione e la spiegazione : è questo l’argomento prediletto non solo dei
poeti
, ma pur anco di molti filosofi nostri e stranieri
ò insorger questione, poichè li consideran tali tutti i Mitologi ed i
poeti
latini e pur anco gl’ Italiani : lo stesso Ugo Fo
ttadinanza romana a tutti i popoli conquistati. Per altro raramente i
poeti
greci e i latini rammentano qualche divinità dell
gli Dei dice che Tellùre non è altra Dea che la Terra40 ; che tanto i
poeti
quanto i prosatori latini usarono la parola tellù
o divenute donne e quelle di Deucalione uomini. Ecco perchè, dicono i
poeti
, noi siamo una dura stirpe, tollerante delle fati
ne a Giove ; forse a significare la crudeltà di siffatti sacrifizj, i
poeti
narrano che fu trasformato in lupo. — Io, sua
visita a Venere, e il Sole lo scuoprì. Ecco perchè (dicon sul serio i
poeti
) il gallo canta prima dell’apparir del Sole, per
ci che gli furono attribuiti, e per quanto ragionan di lui non solo i
poeti
, ma anche gli storici e i filosofi. Il nome di qu
), deificazione ; cerimonia con la quale gli eroi, gl’ imperatori e i
poeti
eran collocati dopo morte fra i Numi. L’origine d
iale dai tempi preistorici ai dì nostri, abbellito in varie guise dai
poeti
e dagli artisti, e in mille guise storpiato o gof
civil società288). In questo concetto si trovano d’accordo mitologi,
poeti
, storici e filosofi. Che più ? Lo stesso Machiave
▲